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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Settembre 2012
Politica
L´IMPEGNO DELL´UE A "EQUAL PARTNERSHIP FUTURES" - LA PARTECIPAZIONE POLITICA E L´EMPOWERMENT ECONOMICO DELLE DONNE  
 
 New York, 26 settembre 2012 - Nel contesto delle Nazioni Unite 67 riunioni dell´Assemblea Generale, l´Unione europea co-organizzato la "Equal Partnership Futures" evento sulla partecipazione politica delle donne e della responsabilizzazione economica il Lunedi, 24 settembre a New York. Alla manifestazione Catherine Ashton, Alto rappresentante dell´Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, ha sottolineato la posizione dei diritti delle donne - anche una priorità nazionale per gli Stati membri - al centro dell´azione esterna dell´Ue e le sue relazioni con i paesi terzi, in particolare quelli in transizione politica: " Sappiamo che in qualsiasi parte del mondo, dove le donne prosperare, società prosperare. Nell´interesse di tutti è quello di includere le donne in ogni parte della società ", ha detto Catherine Ashton. L´ue impegni includono campagne incentrate sulla partecipazione politica ed economica delle donne nei paesi in transizione, affrontare la violenza contro le donne come una barriera per tale partecipazione, la promozione rappresentanza delle donne nei negoziati di pace e processi di mediazione e di avanzare la partecipazione e l´empowerment delle donne nell´Unione europea . L´evento è stato organizzato e moderato dal Segretario di Stato Hillary Clinton, il suo scopo per consentire ai partner fondatori l´iniziativa di presentare i loro impegni per l´emancipazione politica ed economica delle donne. I partecipanti alla manifestazione incluso presidente della Banca mondiale Jim Yong Kim, direttore esecutivo Un Women Michelle Bachelet e rappresentanti di 13 co-sponsor paesi e organizzazioni regionali, a fianco della società civile, organismi multilaterali, partner privati ​​e le imprese.  
   
   
UE, "PARTNERSHIP EQUAL FUTURES": LE DONNE LA PARTECIPAZIONE POLITICA E IL RAFFORZAMENTO ECONOMICO  
 
 Bruxelles, 26 settembre 2012 - Donne Advancing partecipazione politica ed economica · L’ Ue condurrà campagne mirate sulla partecipazione politica ed economica delle donne, con particolare attenzione ai paesi in fase di transizione. L´ue mira a garantire che il ruolo delle donne nella vita civile e dei loro diritti in periodi di transizione. Tra le altre attività che servirà a finanziare corsi di formazione di donne per fare sentire la loro voce nei media, il rafforzamento della partecipazione politica delle donne a livello locale, aiutando le donne a svolgere un ruolo attivo nelle questioni difficili come la giustizia e la riconciliazione. "Politica ed Economica empowerment delle donne nel sud della Mediterranean Region" verrà lanciato incentrato sulla promozione l´accesso e la partecipazione delle donne emarginate nella vita economica e pubblica. · L´ue si impegna a contribuire a promuovere la partecipazione paritaria e piena delle donne nella prevenzione e risoluzione dei conflitti, negoziati di pace, la costruzione della pace, di mantenimento della pace, la risposta umanitaria e di ricostruzione post-bellica. L´ue promuoverà la rappresentanza delle donne e la disponibilità di risorse adeguate per competenza dedicato genere la mediazione da una fase iniziale in poi mediazione processi. Indicatori specifici per monitorare i progressi sarà perfezionato e una relazione sui progressi sarà compilato almeno ogni due anni. Ci rendiamo conto che le donne sotto la rappresentanza nei processi di mediazione e nei negoziati di pace, nonché la mancanza di competenze di genere nella mediazione squadre limita seriamente la misura in cui sono indirizzate le esperienze delle donne di conflitto, e le conseguenti esigenze di giustizia e di recupero, in questi processi. Affrontare la violenza contro le donne come un ostacolo alla partecipazione politica ed economica · Ue si impegna a sostenere le iniziative, anche di società civile, contro la violenza basata sul genere e femminicidi nelle sue relazioni esterne. La violenza contro donne e ragazze è un fenomeno che colpisce tutte le società in tutto il mondo. Questa è la più diffusa violazione dei diritti umani dei nostri tempi, provocando milioni di vittime ogni anno e riguardano tutte le società. · Ue dispone di un consulente di genere e / o dei diritti umani uno per ciascuna delle sue missioni di sicurezza comune e la politica di difesa e le operazioni e metterà a punto un modulo standard di formazione di genere, al fine di pre-distribuzione di formazione a tutto il personale distaccato. · Ue streigten il suo sostegno ai paesi partner nella lotta contro la violenza di genere e tutte le forme di discriminazione contro le donne e le ragazze. Ue cercherà continuo sostegno per la risoluzione biennale sulla violenza contro le donne e continuerà a promuovere il ritiro delle riserve esistenti, che sono incompatibili con l´oggetto e lo scopo della Convenzione da Stati parti alla commissione per l´eliminazione della discriminazione contro le donne (Cedaw). · Ue sosterrà nelle sue iniziative di azione esterna contro le pratiche tradizionali nocive, in particolare femminile genitale Mutilation (Fgm). Ue finanzierà inoltre campagne di informazione sulle Mgf all´interno dei suoi Stati membri. La partecipazione delle donne avanti l´nell´economia formale all´interno dell´Ue · Ue una proposta di strumento giuridico sulla parità di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate in Europa. Women nell´Unione europea continuano ad essere sottorappresentate nei processi decisionali e le posizioni, in particolare ai più alti livelli, nonostante il fatto che essi costituiscono quasi la metà della forza lavoro e più della metà dei nuovi laureati nell´Ue. ´Donne in Pegno Consiglio per l´Europa´ è stata lanciata nel 2011, chiamata per le società quotate in borsa in Europa a impegnarsi volontariamente ad aumentare la presenza delle donne nei loro consigli e il 30% entro il 2015 e del 40% entro il 2020. Un anno dopo, solo 24 aziende hanno firmato il pegno, che è una lentezza dei progressi compiuti. · Conciliazione della vita professionale e privata merita particolare attenzione in quanto si tratta di un presupposto che le donne siano in grado di scegliere la vita che vogliono senza vincoli esterni. Un approccio è necessario combinare le disposizioni sul congedo relativi familiari, le disposizioni flessibili del lavoro e dei servizi per la cura di più, permettendo uomini e donne di conciliare il lavoro con la vita privata e familiare. La Commissione europea si impegna a riferire sui risultati in materia di servizi per l´infanzia (obiettivi di Barcellona), il Stati membri dell´Unione europea ´. · Unione europea sosterrà attività di sensibilizzazione, iniziative di parità retributiva sul posto di lavoro, nonché lo sviluppo di strumenti per datori di lavoro di correggere ingiustificate differenziali retributivi di genere. Si cercherà anche di incoraggiare le donne a entrare non tradizionali professioni. Il differenziale retributivo di genere in Europa a rimanere elevato. Il divario retributivo di genere è un fenomeno complesso e va ben oltre la questione della parità di retribuzione per lo stesso lavoro. Le donne sono ancora di fronte a sussistere molte disuguaglianze sul mercato del lavoro (la segregazione verticale e orizzontale, difficoltà di conciliare impegni familiari e professionali, ecc.) Lavorare con le parti interessate · L´unione europea si impegna ad attuare il suo primo piano d´azione sempre sulla parità di genere nello sviluppo, come parte della strategia per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio. L´ue si concentrerà di includere la parità di genere nel dialogo politico e la politica, di continuare a lavorare con la società civile, e per rendere l´aiuto più efficace e trasparente. L´ue si impegna a riferire sui progressi ogni anno. · Ue si impegna ad attuare il memorandum d´intesa con Un Women, una partnership strategica nel campo della parità di genere. Sesso giustizia, la leadership delle donne e partecipazione politica, globale per lo sviluppo economico e sociale delle donne e delle bambine sono alcuni dei settori di interesse comune e di cooperazione. Attuazione dei programmi di genere sarà supportato in Sud Mediterraneo, Africa, Europa. Raccolta dati · Ue si impegna a promuovere la piena attuazione della Piattaforma d´azione di Pechino, compreso lo sviluppo e l´aggiornamento di indicatori, con il sostegno dell´Istituto europeo per l´uguaglianza di genere. Ciò comprende anche lo sviluppo di dati comparabili a livello europeo sul genere rilevanti per le questioni e le statistiche disaggregate per sesso.  
   
   
GIORNATA EUROPEA DELLE LINGUE: LA MAGIA DEL MULTILINGUISMO, DALLE CONVERSAZIONI AI COCKTAIL FINO ALLE "IMMERSIONI LINGUISTICHE" IN BIBLIOTECA  
 
Bruxelles, 26 settembre 2012 - Le parole non mancheranno a nessuno: dalla sessione di conversazione multilingue a Praga al world café a Sofia, dalla sfida rap a Åarhus al bar delle lingue europee a Budapest, dalla serata di poesia in lingua straniera a Cardiff all´"immersione linguistica" presso 30 biblioteche di Berlino, sono svariati gli eventi previsti in tutta Europa per oggi, 26 settembre, in occasione della Giornata europea delle lingue (cfr. Elenco degli eventi). La Commissione europea organizzerà per la circostanza un proprio evento speciale a Limassol (Cipro), dove oltre 400 delegati si riuniranno per cercare modi per migliorare l´apprendimento delle lingue e per discutere del ruolo delle lingue in un mondo globalizzato. "A volte mi chiedono se le lingue sono veramente importanti nell´era della globalizzazione. La mia risposta è semplice: il giorno in cui l´Europa cessasse di parlare tutte le sue numerose lingue sarebbe il giorno in cui l´Europa - come idea, come progetto – finirebbe di esistere. Uno degli obiettivi principali dell´Ue è di collaborare per costruire insieme una società migliore nel pieno rispetto delle differenze. Per questa missione la lingua è essenziale. Se smettessimo di darci la pena di imparare le lingue dei nostri vicini, probabilmente comprenderemmo di meno le loro preoccupazioni. Perciò l´insegnamento e l´apprendimento delle lingue rappresentano una delle principali priorità del nuovo programma Erasmus per tutti", ha dichiarato Androulla Vassiliou, commissaria europea per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù. La Giornata europea delle lingue, organizzata congiuntamente dalla Commissione europea e dal Consiglio d´Europa, si svolge ogni anno dal 2001. Il Consiglio d´Europa contribuisce anche a promuovere un ampio ventaglio di iniziative di sensibilizzazione nei suoi 47 paesi membri nell´ambito della campagna "Talk to me!" ("Parla con me!") del Centro europeo per le lingue moderne di Graz, in Austria. Gli eventi vogliono soprattutto incoraggiare le persone di tutte le età, nella scuola e al di fuori di essa, ad imparare le lingue e celebrare la diversità culturale e linguistica. Erasmus per tutti, il nuovo programma della Commissione europea per l´istruzione, la formazione e la gioventù che copre il periodo 2014-2020, rafforzerà il sostegno all´insegnamento e all´apprendimento delle lingue. Il programma prevede un notevole aumento dei fondi, grazie al quale potrebbero fruire di borse dell´Ue per lo studio, la formazione e il volontariato all´estero fino a 5 milioni di persone, circa il doppio rispetto ai programmi del periodo 2007-2013. Uno degli obiettivi primari di tali esperienze di "apprendimento della mobilità" è quello di aiutare le persone a migliorare le proprie competenze linguistiche e la comprensione interculturale. Prossime tappe - Il programma Erasmus per tutti è attualmente all´esame del Consiglio e del Parlamento europeo. Si prevede che sarà adottato nel corso del primo semestre del 2013. Il 27 settembre la commissaria Androulla Vassiliou premierà, nell´ambito della conferenza "Multilinguismo in Europa" di Limassol (Cipro), cinque progetti che hanno contribuito in modo particolare a promuovere l´insegnamento e l´apprendimento delle lingue. Contesto - Nell´unione europea si parla una moltitudine di lingue: le lingue ufficiali sono 23 (diventeranno 24 il prossimo anno con l´ingresso della Croazia), cui si aggiungono circa 60 lingue regionali o minoritarie e più di 175 lingue dei migranti. L´ue investe attualmente circa 1 miliardo di euro l´anno per promuovere le competenze linguistiche mediante iniziative quali il programma Erasmus, che consente agli studenti universitari di trascorrere parte del loro periodo di studi o di tirocinio in un altro paese. Sono più di 400 000, prevalentemente giovani, i beneficiari delle borse finanziate ogni anno dall´Ue attraverso i programmi Erasmus (istruzione superiore), Leonardo da Vinci (formazione professionale) e Gioventù in azione (volontariato/lavoro giovanile), che hanno così l´opportunità di lavorare, studiare o svolgere attività di volontariato all´estero. L´ue investe inoltre 50 milioni di euro l´anno a sostegno di attività e progetti di tipo linguistico. La conferenza "Multilinguismo in Europa" di Limassol si svolge nel 10° anniversario del Consiglio europeo di Barcellona del 2002, in cui i capi di Stato e di governo si erano pronunciati a favore dell´insegnamento di due lingue straniere sin dalla prima infanzia e per la messa a punto di un indicatore delle competenze linguistiche destinato a misurare i progressi compiuti nell´apprendimento delle lingue. Nell´ambito della conferenza saranno illustrati alcuni progetti europei di apprendimento linguistico distintisi in modo particolare e saranno fornite informazioni sui servizi linguistici dell´Unione europea e sui media specializzati in temi europei. Da oltre dieci anni viene conferito il Label europeo per le lingue, un riconoscimento per i progetti innovativi nel campo dell´apprendimento e dell´insegnamento delle lingue. Alla conferenza di Limassol la commissaria Vassiliou conferirà il primo Label dei Label europei per le lingue. Ciascun coordinatore dei paesi partecipanti ha designato un progetto linguistico nazionale di eccezionale valore aggiunto dal punto di vista europeo. I progetti sono stati vagliati poi da una giuria europea, che ha selezionato i cinque vincitori. La Commissione europea e il Consiglio d´Europa intendono sottoscrivere nel 2013 un accordo ufficiale di partenariato che rafforzi la loro cooperazione nel campo del multilinguismo e dell´apprendimento delle lingue in ambiti come la valutazione, il riconoscimento delle qualifiche, lo scambio di esperienze e di dati, gli strumenti basati sulle Tic, l´istruzione nella lingua del paese ospitante per migranti adulti e nella lingua principale di istruzione per i minori di famiglie migranti. Http://ec.europa.eu/languages/orphans/european-day-of-languages_en.htm  http://ec.Europa.eu/languages/index_it.htm    
   
   
DOMANDE FREQUENTI SUL MULTILINGUISMO E L´APPRENDIMENTO DELLE LINGUE  
 
Bruxelles, 26 settembre 2012 - Che cosa significa "multilinguismo"? · La capacità di parlare correntemente più lingue; · una politica che prevede che un´organizzazione, una società o un´istituzione utilizzi più lingue per la comunicazione interna e/o esterna. Quali sono le lingue ufficiali dell´Ue? Le 23 lingue ufficiali delle istituzioni dell´Unione europea sono: bulgaro, spagnolo, ceco, danese, tedesco, estone, greco, inglese, francese, irlandese, italiano, lettone, lituano, ungherese, maltese, neerlandese, polacco, portoghese, rumeno, slovacco, sloveno, finlandese e svedese. Chi decide le lingue ufficiali dell´Ue? Il Consiglio dell´Unione europea, in cui tutti gli Stati membri dell´Ue sono rappresentati, decide all´unanimità sulle lingue ufficiali. Prima di aderire all´Ue, ciascun futuro Stato membro stabilisce quale lingua o quali lingue intende usare come lingue ufficiali ai fini dell´Ue. Qualsiasi modifica successiva, come l´aggiunta o l´eliminazione di una lingua ufficiale, deve essere approvata all´unanimità da tutti gli Stati membri. Quante lingue regionali sono parlate negli Stati membri? Nell´unione europea si contano circa 60 lingue regionali e minoritarie e oltre 175 lingue parlate dagli immigrati. Qual è lo status delle lingue regionali nelle istituzioni dell´Ue? Il Consiglio dell´Ue ha deciso che alcune lingue, che sono riconosciute nella costituzione di uno Stato membro ma che non sono la lingua ufficiale del paese ai fini dell´Ue, possono essere usate in riunioni ufficiali e documenti dell´Ue. Un accordo sull´uso del basco, del catalano e del galiziano nei documenti è stato concluso tra le istituzioni dell´Ue e il governo spagnolo. Il governo del Regno Unito ha un accordo analogo per quanto riguarda l´uso del gallese e del gaelico scozzese. In questi casi, le traduzioni vengono fornite dal governo dello Stato membro interessato, come e quando necessario, a proprie spese. L´interpretazione da (ma non verso) il basco, il catalano/il valenziano/la lingua baleare e il galiziano è fornita, a richiesta, per alcune formazioni del Consiglio con i rappresentanti regionali, nonché nelle riunioni plenarie del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale europeo. Il costo dell´interpretazione è a carico dello Stato membro. Le autorità gallesi e scozzesi hanno un accordo analogo. Il diritto dell´Ue protegge l´uso delle lingue? I diritti e gli obblighi dell´Ue per quanto riguarda le lingue sono disciplinati dal diritto europeo. Il trattato sull´Unione europea (articolo 3) e la Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea (articoli 21 e 22) vietano ogni discriminazione fondata sulla lingua e stabiliscono che l´Unione rispetta la diversità culturale. Il primo regolamento comunitario, approvato nel 1958, impone alle istituzioni comunitarie di tradurre la legislazione in tutte le lingue ufficiali dell´Ue e di rispondere alle domande dei cittadini nella lingua della domanda (articolo 2 e articoli 20 e 24 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea). L´ue prevede di ridurre il numero di lingue ufficiali? No. Il sistema attuale è operativo nell´interesse della democrazia, della trasparenza e della responsabilità. Nessuno Stato membro è disposto a rinunciare alla propria lingua e i paesi candidati desiderano che le loro lingue siano aggiunte all´elenco delle lingue ufficiali. Talvolta si è proposto di adottare un´unica lingua per l´Ue, tuttavia, ciò non sarebbe democratico in quanto impedirebbe alla maggior parte dei cittadini dell´Ue di comprendere cosa viene fatto a loro nome e ridurrebbe l´assunzione di responsabilità. Perché la Commissione europea promuove il multilinguismo? Perché desidera: 1) promuovere il dialogo interculturale e una società più inclusiva; 2) aiutare i cittadini dei 27 Stati membri a sviluppare il senso di appartenenza all´Unione; 3) creare opportunità di studio e di lavoro all´estero e 4) aprire nuovi mercati per le imprese dell´Ue che competono su scala mondiale. In breve, qual è l’obiettivo delle politiche linguistiche dell´Ue? Le politiche linguistiche dell´Ue mirano a tutelare la diversità linguistica e a promuovere la conoscenza delle lingue per motivi di identità culturale, integrazione sociale e perché chi conosce più lingue può più facilmente cogliere le opportunità formative e lavorative nel mercato unico. L´obiettivo è un´Europa in cui tutti i cittadini apprendono almeno due lingue oltre alla propria lingua madre fin dalla tenera età. L´obiettivo "lingua madre + 2" è stato fissato dai capi di Stato e di governo dell´Ue in occasione del vertice di Barcellona del marzo 2002. Qual è il ruolo della traduzione e dell´interpretariato? Il ruolo dei servizi di traduzione e interpretariato dell´Unione europea è sostenere e rafforzare il multilinguismo nell´Ue e contribuire ad avvicinare le politiche dell´Unione ai cittadini. Informare i cittadini, in particolare sui loro diritti e obblighi a norma del diritto dell´Ue, e comunicare con loro in tutte le lingue ufficiali è essenziale per la legittimità, la trasparenza, la responsabilità e l´efficienza dell´Ue. Ogni documento Ue è tradotto in tutte le lingue ufficiali? No. I documenti sono tradotti secondo le priorità, che dipendono dai destinatari e dalla finalità. La legislazione e i documenti di importanza o interesse rilevante per il pubblico sono tradotti in tutte le 23 lingue ufficiali. Altri documenti (ad esempio, la corrispondenza con le autorità nazionali e le decisioni destinate a determinati soggetti) sono tradotti solo nelle lingue necessarie. Per le proprie attività interne la Commissione europea usa tre lingue procedurali: inglese, francese e tedesco. I membri del Parlamento europeo ricevono i documenti di lavoro nella propria lingua. E i siti web? È sempre più importante utilizzare Internet per informare i cittadini in merito alle attività dell´Ue e ai vantaggi che se ne possono trarre. Per quanto riguarda i siti web della Commissione, non vi è alcun obbligo giuridico di tradurre ogni pagina in tutte le lingue ufficiali. Tuttavia, nei suoi siti, la Commissione fornisce quante più informazioni possibili nel maggior numero di lingue possibili. Qual è il costo della traduzione e dell´interpretariato nelle istituzioni dell´Ue? Il costo complessivo della traduzione e dell´interpretariato in tutte le istituzioni dell´Ue (Commissione europea, Parlamento europeo, Consiglio, Corte di giustizia dell´Unione europea, Corte dei conti, Comitato economico e sociale europeo e Comitato delle regioni) ammonta a circa 1 miliardo di euro l´anno. Ciò corrisponde a meno dell´1% del bilancio dell´Ue, poco più di 2 euro a cittadino. La Commissione europea annovera circa 3 000 traduttori e interpreti tra i suoi dipendenti. Quale lingua è la più importante? Tutte le lingue sono considerate ugualmente importanti. La lingua dell´Ue con il maggior numero di cittadini madrelingua è il tedesco. Tuttavia, esso non è molto utilizzato al di fuori della Germania e dell´Austria. Le lingue dell´Ue più utilizzate nel mondo sono l´inglese e lo spagnolo, ma la maggior parte dei madrelingua non risiede in Europa. L´inglese è la seconda lingua più conosciuta nell´Ue, tuttavia studi recenti rivelano che, ancora oggi, meno della metà della popolazione dell´Ue conosce l´inglese abbastanza bene da essere in grado di comunicare in questa lingua. Il francese è la lingua ufficiale o una delle lingue ufficiali di tre Stati membri (Belgio, Francia e Lussemburgo), è parlato in molte parti del mondo e insegnato in molte scuole nell´Ue, ma è molto più conosciuto nell´Europa meridionale e occidentale che a nord o a est del continente. Un´unica lingua per tutti sarebbe una soluzione? L´idea che un´unica lingua potrebbe soddisfare tutte le esigenze linguistiche è troppo semplicistica. Talvolta il latino o l´esperanto sono indicate come unica lingua paneuropea che l´Ue dovrebbe adottare. Tuttavia, poiché quasi tutti i cittadini dell´Ue dovrebbero imparare l´una o l´altra da zero, questa soluzione sarebbe altrettanto difficile e non particolarmente utile nelle relazioni con il resto del mondo. Formare gli insegnanti e insegnare una nuova lingua a 500 milioni di europei richiederebbe molto tempo e risorse. Per questo motivo l´impegno della Commissione europea a favore del multilinguismo promuove la diversità piuttosto che l´uniformità. Se imparo le lingue, che cosa ci guadagno? In periodi di aumento della disoccupazione e di prospettive economiche difficili, la capacità di utilizzare e di capire le lingue straniere è un valore aggiunto e una competenza fondamentale ai fini dell´occupabilità, della crescita e dell´occupazione. Per questo motivo i capi di Stato e di governo dell´Ue nel 2002 hanno convenuto che almeno due lingue straniere dovessero essere insegnate fin dalla tenera età. Quale sostegno fornisce l´Ue per aiutare le persone ad imparare le lingue all´estero? L´apprendimento delle lingue all´estero può giocare un ruolo nella ripresa delle nostre economie e nello sviluppo di una società più coesa su scala europea. Tutti i cittadini dell´Ue dovrebbero poter sviluppare maggiori competenze linguistiche, aprirsi a culture diverse e scoprire le opportunità offerte dall´Unione e dal mercato globale. Il programma di apprendimento permanente dell´Ue stanzia circa 50 milioni di euro l´anno per sensibilizzare l´opinione pubblica sull´importanza delle conoscenze linguistiche, per promuovere l´accesso alle risorse per l´apprendimento delle lingue e sviluppare i materiali per l´apprendimento e l´insegnamento delle lingue. L´apprendimento delle lingue e la diversità linguistica sono tra le priorità del programma "Erasmus per tutti" per il 2014-2020. Si prevede che il nuovo programma, attualmente in fase di discussione al Consiglio e al Parlamento europeo, aumenterà sensibilmente i finanziamenti per l´acquisizione e lo sviluppo delle competenze linguistiche. Le lingue sono importanti per le imprese? Sì, perché è utile conoscere la lingua del cliente. Nel 2006 è stato realizzato uno studio per la Commissione europea con l´obiettivo di valutare il costo della mancanza di competenze linguistiche per le imprese dell´Ue. Lo studio ha dimostrato che le vendite all´esportazione delle Pmi che avevano investito nelle competenze linguistiche del proprio personale o che avevano una strategia linguistica erano del 44,5% superiori a quelle delle imprese che non avevano realizzato nessuno di questi investimenti. Che cosa pensano i cittadini europei delle lingue? Secondo un sondaggio Eurobarometro sull´atteggiamento dei cittadini dell´Ue nei confronti del multilinguismo e dell´apprendimento delle lingue straniere, pubblicato nel giugno 2012, quasi nove cittadini dell´Ue su dieci ritengono che la capacità di parlare le lingue straniere sia molto utile e il 98% dichiara che la conoscenza delle lingue sia un bene per il futuro dei propri figli. Gli europei sono assolutamente consapevoli dei vantaggi del multilinguismo: il 72% condivide questo obiettivo e il 77% ritiene che dovrebbe essere una priorità; il 53% utilizza le lingue sul lavoro e il 45% ritiene di avere ottenuto un posto di lavoro migliore nel proprio paese grazie alle sue conoscenze linguistiche. Gli europei sanno usare le lingue e quanto? Secondo il sondaggio Eurobarometro 2012, il numero di cittadini europei che dichiara di essere in grado di comunicare in una lingua straniera è calato leggermente, dal 56% al 54%, rispetto all´ultima indagine sul multilinguismo del 2005. Nel corso di un altro studio della Commissione europea, la prima indagine europea sulle competenze linguistiche, si sono sottoposti a prove linguistiche gli adolescenti di 14 paesi europei. Lo studio ha concluso che solo il 42% di essi è competente nella propria prima lingua straniera e solo il 25% nella seconda. Un numero significativo di giovani, il 14% nel caso della prima lingua straniera e il 20% nel caso della seconda, non raggiunge nemmeno il livello di "utente di base". La percentuale di studenti competenti nella propria prima lingua straniera va dall´82% a Malta e in Svezia (dove l´inglese è la prima lingua straniera) a solo il 14% in Francia (tra chi studia l´inglese) e il 9% nel Regno Unito (tra chi studia il francese). Internet ha stimolato le persone a migliorare le proprie competenze "passive" di lettura e di ascolto in lingue straniere. Il numero di cittadini europei che utilizzano regolarmente le lingue straniere su Internet, ad esempio sui media sociali, è aumentata di 10 punti percentuali, passando dal 26% al 36%. Il paese più multilingue dell´Ue è il Lussemburgo, dove il 99% dei cittadini parla almeno una lingua straniera. Chi è il poliglotta per eccellenza nella Commissione europea? Ioannis Ikonomou, traduttore della Commissione europea, parla 32 lingue. Ioannis è nato a Iraklio, Creta, ha studiato linguistica all´università di Salonicco e poi ha ottenuto un master in lingue e culture medio-orientali alla Columbia University negli Usa. Ioannis lavora alla Commissione dal 2002 e sarà uno dei relatori della conferenza sul multilinguismo in Europa che si terrà questa settimana a Cipro.  
   
   
UE: COS´È ESATTAMENTE L´UNIONE BANCARIA?  
 
Bruzelles, 26 settembre 2012 - Oggi, la commissione agli Affari economici inizia a studiare le proposte che la Commissione europea ha recentemente presentato relative alla vigilanza del sistema bancaria in Europa. Un primo passo verso l´unione bancaria, un´idea che il Parlamento difende dal 2010. Per i deputati si tratta di una misura essenziale contro la crisi, convinti che il sistema di supervisione dell´Ue dovrebbe essere più trasparente e democratico. La Commissione europea ha svelato la proposta che metterebbe le banche dell´eurozona sotto la supervisione della Banca Centrale Europea. Ecco gli elementi principali della proposta: una sola banca che possa fare da supervisore europeo, un sistema uniforme che protegga i risparmi dei cittadini e una gestione comune in situazione di crisi. Gli avvenimenti recenti hanno dimostrato chiaramente che soltanto una vigilanza a livello europeo può assicurare la vigilanza adeguata di un settore bancario integrato e garantire un livello elevato di stabilità finanziaria nell´Ue e, in particolare, nella zona euro. Alla Bce sono attribuiti i compiti di vigilanza per assicurare l´applicazione uniforme ed efficace delle norme prudenziali, il controllo dei rischi e la prevenzione delle crisi. L´obiettivo? Una maggiore sicurezza e solidità degli enti creditizi e la stabilità del sistema finanziario. Considerando l´urgenza di istituire un meccanismo di vigilanza unico efficace, la Commissione propone che la proposta entri in vigore il 1° gennaio 2013. Ora tocca al Parlamento - Il Parlamento ha appena iniziato a lavorare sulle proposte della Commissione. Questa settimana il presidente Martin Schulz ha dichiarato alla stampa tedesca che si aspetta l´appoggio da parte di una grande maggioranza del Parlamento. L´unione bancaria è vista come un importante passo per uscire dalla crisi. I deputati desiderano procedere il più rapidamente possibile e hanno l´intenzione di far passare le due proposte della Commissione come un unico pacchetto di misure. La relatrice belga di centro destra Marianne Thyssen ha sottolineato: "Un banca europea è un prerequisito fondamentale. Permetterà la ricapitalizzazione delle banche. Dobbiamo fare degli sforzi comuni con le altre istituzioni per emergere dalla crisi". "Il Parlamento deve investirsi in entrambe le proposte della Commissione. In un momento in cui la Bce ha un ruolo centrale sia dal punto di vista politico che economico è importante che la voce del Parlamento abbia un ruolo forte e non si limiti semplicemente a dare la sua opinione" ha sottolineato il presidente della commissione agli Affari economici Sharon Bowles (Alde) durante il dibattito in plenaria.  
   
   
UE: LIBOR HA BISOGNO DI FIDUCIA, TRASPARENZA E INTEGRITÀ, MA ANCHE NORMATIVA, DICONO I DEPUTATI  
 
Strasburgo, 26 settembre 2012 - Il benchmark Londra Vota Interbank Offered (Libor), ha bisogno di ricostruire la fiducia e integrità, ma ha anche bisogno di essere regolato, hanno detto Lunedi i deputati, commissari Barnier e Almunia e altri esperti finanziarim di economici e monetari udito gli affari interni sulla manipolazione dei tassi sui prestiti interbancari . "Sono così felice di aver avuto un gruppo ad alto livello assistere all´udienza che tutti riconoscono la gravità dello scandalo Libor e il suo impatto sull´economia reale e la gente comune. Sarò continuando i miei colloqui con la Commissione ei partecipanti al mercato di ottenere un nuovo regime trasparente e flessibile punto di riferimento per i prestiti interbancari, sulla base di dati reali delle transazioni in tempo ", ha detto Arlene Mccarthy (S & D, Uk), l´eurodeputato di piombo sui progetti di legge sulle sanzioni penali contro la manipolazione del mercato. I partecipanti hanno convenuto che di riferimento come Libor debbono essere inseriti in operazioni osservabili e devono essere trasparenti. Hanno anche detto che parametri dovrebbero continuare ad essere impostati da parte delle imprese private, come le banche, con i dati a base di oggettività, ma dal momento che l´integrità e la fiducia sono beni pubblici, devono rimanere sotto il controllo pubblico e la supervisione. I deputati hanno anche espresso preoccupazioni circa la perdita delle piccole imprese di fiducia nelle banche, i conflitti di interesse tra le banche ei loro clienti, come stimare le perdite imposte dalla Libor manipolazione operatori del mercato e il modo migliore per punire i colpevoli.  
   
   
VERSO UN FUTURO MIGLIORE PER LA SOMALIA: UE DÀ NUOVO SUPPORTO ALLA MISSIONE DELL´UNIONE AFRICANA  
 
Bruxelles, 26 settembre 2012 - L´ue ha deciso di fornire un ulteriore supporto alla missione dell´Unione africana in Somalia (Amisom), che svolge un ruolo essenziale nel garantire il paese nel suo cammino verso la pace duratura, prosperità e stabilità. Il rinnovato sostegno Ue, consentirà Amisom di continuare a svolgere il suo mandato e di raggiungere la sua forza totale di 17.731, come autorizzato dalle Nazioni Unite. Il sostegno dell´Ue copre i costi, come le indennità, le spese delle truppe della polizia e componente civile della missione, assistenza medica, abitazione, carburante e apparecchiature di comunicazione. Ultima decisione dell´Ue di finanziamento ammonta a € 82 milioni. Viene prima di una riunione ad alto livello sulla Somalia organizzato dal Segretario Generale dell´Onu Ban Ki-moon durante lo svolgimento dell´Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, che l´Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione, Catherine Ashton sarà presente. Prima della riunione Catherine Ashton ha dichiarato: "La Somalia ha aperto un nuovo capitolo della sua storia con la recente elezione del presidente Sheikh Hassan Mohamud, l´adozione della Costituzione provvisoria, la selezione del nuovo Parlamento federale e l´elezione del suo Presidente Mohamed Sheikh Osman Jawari. L´ue continuerà a contribuire alla stabilità e allo sviluppo in Somalia. Sostegno alla missione è un pilastro fondamentale della strategia globale dell´Ue alla Somalia, essenziale per fornire la sicurezza necessaria per governare e portare lo sviluppo del paese. Siamo stati che lo sostengono fin dal principio ". Andris Piebalgs, commissario europeo per lo Sviluppo ha aggiunto: "Amisom ha giocato un ruolo chiave nella creazione il terreno per un futuro migliore della Somalia, dando al popolo della speranza paese e di una prospettiva di pace Questo è il motivo Amisom e il nostro sostegno ad esso. È essenziale. Crea le condizioni di base per la popolazione somala a vivere la loro vita in condizioni di sicurezza, svolgere attività economiche e ricostruire il loro paese. L´ue li sta aiutando a superare le molte sfide che permangono, per esempio migliorando la sicurezza alimentare, il rafforzamento dello stato di legge e la creazione di scuole migliori per i bambini. Amisom è guidata dall´Unione africana missione, su mandato del Consiglio di sicurezza dell´Onu. Il nuovo finanziamento porta il contributo complessivo dell´Ue a 411.400.000 € dal 2007.  
   
   
NUOVO FINANZIAMENTO UE PER MIGLIORARE LA GESTIONE DELLE FRONTIERE E LA COOPERAZIONE REGIONALE NEL PARTENARIATO ORIENTALE  
 
 Bruxelles, 26 settembre 2012 - La Commissione europea ha approvato un nuovo pacchetto di supporto per vicinato orientale dell´Ue di poco più di € 23.000.000, che contribuirà a migliorare la sicurezza, aumentare gli scambi e aumentare la mobilità per le persone che vivono nella regione mediante l´attuazione di norme di gestione delle frontiere e adottando le migliori pratiche in materia di armeno -confini georgiani e ucraini-Bielorussia, in linea con le norme dell´Ue. Nell´ambito della iniziativa faro partenariato orientale sulla gestione integrata delle frontiere (Ibm), questo progetto, inoltre, fornire formazione, attrezzature, infrastrutture e consulenza; contribuendo a ridurre il traffico di corruzione, il contrabbando e la gente della zona e rendendolo più sicuro come un risultato. "Rendere più efficienti i confini non solo aiuta a rendere i paesi più sicuri, si apre anche il commercio e opportunità di lavoro. Sono lieto che grazie a questo nuovo pacchetto di sostegno, stiamo fornendo milioni di persone nei paesi del partenariato orientale con più opportunità di fare un di vita e di essere più mobili nella loro vita quotidiana ", commissario responsabile per l´allargamento e la politica europea di vicinato Stefan Fule ha detto. Il nuovo finanziamento sosterrà anche attività multilaterali del partenariato orientale, un partenariato tra l´Ue ei paesi ai suoi confini orientali. Il sostegno sarà fornito per le varie riunioni e seminari delle piattaforme del partenariato orientale (forum di discussione aperto e lo scambio delle migliori pratiche con i paesi partner, in linea con le norme e gli standard dell´Ue) e il Forum della società civile (che riunisce le organizzazioni della società civile dal paesi del partenariato orientale e gli Stati membri dell´Unione europea). Altre iniziative di cooperazione regionale nel vicinato orientale, come ad esempio la dimensione settentrionale (una politica comune tra l´Unione europea, la Norvegia, l´Islanda e la Federazione russa per promuovere il dialogo e la cooperazione) e la Sinergia del Mar Nero (un forum per i paesi che si affacciano sul Mar Nero affrontare i problemi comuni, promuovendo riforme politiche ed economiche) riceveranno anche il sostegno dell´Ue.  
   
   
UE: PRESENTATE LE CANDIDATURE PER IL 2012 DEL PREMIO SAKHAROV PER LA LIBERTÀ DI PENSIERO  
 
 Strasburgo, 26 settembre 2012 - Cinque nomination per il Premio Sakharov 2012 per la libertà di pensiero sono stati presentati in una riunione congiunta delle commissioni affari esteri e sviluppo e la sottocommissione per i diritti umani il Martedì. Si tratta di Ales Bialiatski, Joseph Francis, un gruppo di membri dell´opposizione ruandese (Victoire Ingabire, Deogratias Mushayidi, Bernard Ntaganda), Riot figa e due attivisti iraniani (Nasrin Sotoudeh e Jafar Panahi). I candidati sono stati presentati da ogni loro "sponsor", vale a dire un gruppo politico o di un gruppo di almeno 40 deputati. Il vincitore del Premio Sacharov sarà scelto in ottobre e aggiudicato € 50.000. Le nomination sono: Ales Bialiatski , un difensore dei diritti umani in Bielorussia. Joseph Francis (Pakistan), fondatore del Center for Legal Aid, Assistance and Settlement. Victoire Ingabire Umuhoza, Deogratias Mushayidi e Bernard Ntaganda , tre rappresentanti di opposizione ruandesi. Figa Riot , un gruppo punk russa (rappresentata da Nadezhda Andreevna Tolokonnikova, Yekaterina Samutsevich e Maria Alyokhina). Nasrin Sotoudeh e Jafar Panahi, due iraniani attivisti dei diritti umani. "Il premio Sacharov per la libertà di pensiero cerca di onorare le persone o organizzazioni per il loro impegno a favore dei diritti umani, la democrazia e la libertà di espressione e la loro lotta contro l´intolleranza e l´oppressione", ha osservato per gli affari esteri presidente Elmar Brok. "Questo non è solo un´operazione di routine, ma un´opportunità che permette a tutti i membri di vedere i candidati per il premio Sakharov per la libertà di pensiero, la libertà, che troppo spesso è sotto attacco da più parti", ha detto Human Rights sottocommissione Vice sedia a Joanna Senyszyn (S & D, Pl). I prossimi passi Le commissioni affari esteri e sviluppo voterà tre finalisti il ​​9 ottobre e la Conferenza dei presidenti deciderà il Premio il 26 ottobre. Il vincitore sarà invitato alla riunione congiunta delle commissioni affari esteri e sviluppo e dei diritti umani sottocommissione per Lunedi 10 dicembre a Strasburgo. La cerimonia di premiazione si terrà in sessione plenaria il 12 dicembre.  
   
   
EUROREGIONE. COTA, GIBELLI, ZAIA: "OGGI PRIMO PASSO ISTITUZIONALE PER RIFORMA EPOCALE"  
 
Venezia, 26 settembre 2012 - "E´ senza dubbio una riforma epocale, e per questo è fondamentale sia sostenuta e proposta dagli enti locali. Una svolta che quindi non poteva non partire dalle Regioni del Nord, che fanno da traino all´intero paese". Lo affermano i Governatori del Piemonte e Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia, e il vicepresidente della Regione Lombardia, Andrea Gibelli, in merito alla mozione presentata ieri mattina nei Consigli Regionali di Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli-venezia Giulia. Nello specifico si tratta del primo passo istituzionale nella direzione già annunciata dal Segretario Federale della Lega Nord, Roberto Maroni, di concretizzare il progetto di una "Euroregione, in risposta all´esigenza sempre più avvertita dai cittadini e dai territori" di istituire "nuove ed innovative forme di cooperazione tra regioni ed un ambito istituzionale di coordinamento sovraregionale". "La riforma - continuano Cota, Zaia e Gibelli - si basa essenziale su un riequilibrio tra le Regioni delle risorse fiscale, che nel concreto si attuerà garantendo il mantenimento sul territorio di una quota non inferire al 75% delle imposizioni tributarie. Questo perché il sistema attuale sta soffocando le imprese e i cittadini del Nord che per troppo tempo hanno pagato le inefficienze del resto del paese. E´ evidente, infatti, che questo progetto si basa su una specifica equazione: più Nord e meno Sud". "Per la Lega - proseguono - la collaborazione tra le Regioni del Nord è già nei fatti da anni, ma è arrivato ormai il momento di dare a questi fatti concreti anche una veste istituzionale". "L´euroregione – spiegano ancora Cota, Gibelli e Zaia - è la soluzione per il Nord, laddove lo stesso Nord riesca a prendere completamente coscienza di sé´". "Ci auguriamo quindi - concludono - che la mozione presentata dai gruppi consiliari leghisti abbia un´approvazione ampia dai parte delle assemblee legislative".  
   
   
POLITICHE SOCIALI; VENETO PRESIEDE CDA RETE EUROPEA ELISAN  
 
Caorle (Venezia), 26 settembre 2012 - “L´europa deve capire che le politiche sociali sono importanti quanto quelle monetarie. L´abbandono dell´Europa mediterranea da parte dell´Europa sarebbe un gravissimo errore. Le buone pratiche nel campo delle politiche sociali sono fondamentali, basta che non diventino assistenziali perchè sarebbe un dramma. Il tema centrale è anche quello della disoccupazione. Elisan farà sentire la sua voce in Europa su questi punti di solidarietà, centralità della persona,e non abbandono dei Paesi in difficoltà”. Cosi l´assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto, che ieri a Caorle presso la sede municipale ha aperto i lavori del Consiglio d´amministrazione di Elisan, il network europeo sulle politiche sociali di cui è presidente e che riunisce centinaia di enti pubblici tra città e regioni d´Europa pari a oltre trenta milioni di abitanti. Al centro dei lavori, tra l´altro, le questioni relative alla prossima conferenza annuale di Elisan che si terrà il 27 novembre prossimo a Bruxelles dal titolo "Energia per tutti: il ruolo e l´azione dell´Unione Europea"; la consegna del Premio Alzheimer ai migliori progetti europei di prevenzione e assistenza di questa patologia che vede interessati il 20% dei over 70 e il 50% degli over 80 europei. Particolare attenzione da parte del Cda di Elisan e´ stata posta anche sul tema della riconciliazione tra lavoro e vita familiare che sarà il tema dell´Anno Europeo 2014.  
   
   
FVG: APPREZZAMENTO REGIONE PER INIZIATIVA BERS A TRIESTE  
 
 Trieste, 26 settembre 2012 - Si è aperto ieri a Trieste il seminario "Le opportunità del Public Procurement della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers)", promosso dalla stessa Bers insieme a Confindustria e dall´Ufficio per il Fondo dell´Iniziativa centro Europea (Ince) preso la Bers, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, Confindustria Trieste e Camera di Commercio di Trieste. Con il termine inglese ´Public Procurement´ si definisce l´intero processo di approvvigionamento di beni e servizi da parte di un ente pubblico, che comprende tutti i rapporti economici, finanziari e giuridici che intercorrono tra una pubblica amministrazione e un soggetto fornitore, pubblico o privato. Il seminario si rivolge a imprese interessate a lavorare con la Bers, nell´ambito di gare d´appalto per progetti finanziati dalla Banca Europea, per illustrarne - fino a domani - le regole e presentare gli elementi necessari a cogliere le opportunità offerte, non mancando di mettere in luce anche i principali problemi riscontrati nel corso della realizzazione di progetti reali. Un´iniziativa di particolare rilevanza, dunque, per la quale l´assessore regionale alle Infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale e lavori pubblici, Riccardo Riccardi, intervenuto all´apertura del seminario, ha espresso il compiacimento della Regione, anche a nome del presidente Tondo, in quanto occasione concreta per favorire l´internazionalizzazione delle imprese del Friuli Venezia Giulia e quindi la loro proiezione nel contesto europeo. "È importante segnalare gli strumenti che la Bers mette a disposizione", ha sottolineato Riccardi, evidenziando con soddisfazione che "quando le imprese italiane partecipano a questi bandi sono anche capaci di vincere". "Fa piacere apprendere che molte imprese del Friuli Venezia Giulia vincono bandi da anni e che nel 2011 quasi 3 mila contratti di consulenza sono stati siglati dalla Banca con vincitori italiani che si sono piazzati davanti a concorrenti stranieri", ha aggiunto, confermando l´impegno dell´Amministrazione regionale a fianco del sistema produttivo.  
   
   
PROPOSTA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHE SUI COSTI DELLA POLITICA: “APPLICARE I COSTI STANDARD DELLE REGIONI PIU’ VIRTUOSE”.  
 
Ancona, 26 settembre 2012 - “Applicare i costi standard anche ai costi della politica, allineando le spese in tutt’Italia a quelle delle Regioni più sobrie e virtuose”: è quanto propone il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, in vista della Conferenza delle Regioni di oggi. “In una fase drammatica come questa - prosegue il Presidente Spacca – è necessaria una immediata e forte reazione delle Regioni, con un’autoriforma condivisa e basata non su proclami ma su atti concreti. Non si può fare “di tutta un’erba un fascio” perché sui costi della politica le situazioni sono molto differenziate, come dimostrano anche le varie classifiche che stanno uscendo in questi giorni. Dunque, la definizione di un rigoroso benchmarking di virtuosità, con l’applicazione dei costi standard più bassi, insieme ad altri criteri, può offrire un utile contributo per la drastica riduzione delle spese e, soprattutto, per evitare una crisi di credibilità che può travolgere il Paese. Del resto tale metodo si sta applicando in sanità, non vedo perché non dovremmo estenderlo anche ai costi della politica. In particolare, è necessario individuare in modo condiviso tra le Regioni un sistema di parametri di spesa riconducibili ai costi della politica e su questi effettuare un confronto oggettivo tra Regioni, rendendo applicabili per tutti i parametri di quelle più parsimoniose. È vero che esiste il limite dell’autonomia regionale, ma credo che una fase drammatica come questa sono necessarie scelte forti, coraggiose e immediate”.  
   
   
TOSCANA: REGIONI, ROSSI A “RADIOANCH’IO”: “RIDURRE STIPENDI E COSTI, ABOLIRE I BENEFIT”  
 
 Firenze, 26 settembre 2012 - E’ uno dei passaggi dell’intervista che il presidente Enrico Rossi ha rilasciato a Ruggero Po, conduttore della trasmissione “Radio anch’io” di Radio Rai 1, andata in onda ieri mattina e dedicata al tema dello scandalo della Regione Lazio “Bisogna distinguere il grano dal loglio, tra chi è onesto e chi no. C’è ancora la possibilità che i cittadini lo facciano se la politica reagisce, se non sta ferma, imbambolata, impaurita. Se nella politica gli onesti, che sono tanti nei vari schieramenti, reagiscono credo che cittadini sapranno distinguere. Il problema è la credibilità delle istituzioni. Se domani la mia proposta, per quanto modesta, fosse condivisa sono certo che verrebbe apprezzata da tanti cittadini”. E’ uno dei passaggi dell’intervista che il presidente Enrico Rossi ha rilasciato a Ruggero Po, conduttore della trasmissione “Radio anch’io” di Radio Rai 1, andata in onda questa mattina e dedicata al tema dello scandalo della Regione Lazio. Ecco la “modesta proposta” del presidente Rossi: “Siamo in situazione di emergenza democratica. Il governo intervenga, di intesa con le Regioni e, lasciando per un momento da parte l’autonomia statutaria che è stata concessa, si assuma un provvedimento di riduzione dei costi della politica, trovando una serie di indicatori: stipendi dei presidenti, degli assessori, dei consiglieri, costi del funzionamento, benefit che vanno aboliti. Garantiamo che dalla Sicilia alla Valle d’Aosta stipendi e costi siano uguali per tutti e portati al livello più basso. Il mio ad esempio è di 6700 euro al mese, in qualche caso la metà di quello di altri presidenti. Sarebbe un segnale importante”. “Accantonare le Regioni ? Le Regioni sono importanti – ha proseguito il presidente Rossi rispondendo a una domanda – Si è cominciato a dire: la concertazione non serve, i comuni sono troppi, le province sono da abolire (e io sono d’accordo) ora anche le Regioni. Così torniamo allo stato preunitario, in cui comandava un sovrano, un granduca. La democrazia – ha concluso Rossi – ha bisogno di essere articolata”.  
   
   
RIORDINO PROVINCE IN DIRETTA DA MONTECITORIO OGGI L´AUDIZIONE DEL MINISTRO PATRONI GRIFFI ALLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DELLA CAMERA  
 
 Roma, 26 settembre 2012 – Oggi , alle ore 14, presso la commissione Affari Costituzionali della Camera si svolgerà l´audizione del ministro per la pubblica amministrazione e per la semplificazione, Filippo Patroni Griffi, sul riordino delle province e sull´attuazione delle disposizioni di legge, recentemente approvate, recanti misure di semplificazione amministrativa. L´appuntamento sarà trasmesso in diretta sulla webtv di Montecitorio http://webtv.camera.it/    
   
   
VENDOLA: "INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ, INCLUSIONE. PUGLIA PRONTA SU QUESTA SFIDA"  
 
Bari, 26 settembre 2012 - “Per mettere in piedi le idee che accompagneranno la programmazione dei Fondi strutturali 2014/2020, cioè i prossimi cicli della spesa comunitaria, l’Europa ha deciso di partire da Bari, dalla Puglia. Credo che proprio la vivacità delle politiche della Regione Puglia con i finanziamenti europei nei settori dello sviluppo, dell’innovazione e della ricerca, abbia determinato la scelta della Commissione Europea”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola aprendo i lavori del seminario europeo che si sta svolgendo in Fiera del Levante a Bari, sulla “Smart specialization strategy” che vede la partecipazione di oltre 110 invitati tra i rappresentanti della Commissione Europea e della Direzione Generale Politica Regionale, del Ministero dello sviluppo economico e di tutte le Autorità di gestione delle regioni italiane. “Per noi è molto importante – ha continuato Vendola - mettere insieme tre parole chiave: innovazione, sostenibilità, inclusione. Innovazione per noi significa non soltanto tecnologia o prodotti tecnologici, ma significa cambiare l’ambiente culturale delle imprese, delle aziende e degli attori della società. Sostenibilità – ha continuato Vendola - significa capire che una crescita che violenta l’ambiente è una crescita suicida. Infine inclusione significa che il primo oggetto sul quale occorre concentrarsi è la povertà che torna con prepotenza ad essere una minaccia ai diritti delle persone e alla crescita economica”. Per Vendola “occorre continuare a lavorare, così come fatto negli ultimi anni, alla realizzazione del sistema regionale dell’innovazione, basato sulle reti di cooperazione tra imprese ed operatori dell’innovazione, con un’azione diretta della Regione per favorire la cooperazione creando un ambiente il più favorevole possibile”. Infine Vendola ha ricordato l’obiettivo di Europa 2020 che influenzerà direttamente la nuova programmazione 2014-2020, e cioè la promozione di una crescita sostenibile, inclusiva ed intelligente (smart). “E’ questa la sfida che ci accingiamo ad intraprendere qui in Puglia come nelle altre regioni italiane: una sfida che risulta strategica per le prospettive future di sviluppo e che intendiamo percorrere fino in fondo a vantaggio delle nostre comunità di cittadini e di produttori per costruire un territorio migliore, più inclusivo ed aperto, in una parola più sostenibile ed intelligente. Per questa sfida – ha concluso Vendola – la Puglia è pronta”.  
   
   
FVG: GRUPPO PDL FORNISCE COPIA DEL PROPRIO BILANCIO ANNUALE 2011  
 
Trieste, 26 settembre 2012 - Il Gruppo Consiliare del Popolo della Libertà del Friuli Venezia Giulia ha deciso di fornire alla stampa copia del proprio bilancio annuale, riferito all´anno 2011, come da indicazioni del Segretario nazionale Angelino Alfano. Il bilancio annuale del Gruppo consiliare è presentato annualmente entro il mese di febbraio all´Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, che dà atto della rispondenza del documento contabile alle disposizioni del Regolamento di esecuzione delle leggi regionali 5 novembre 1973, n. 54 e 28 ottobre 1980, n. 52. Il bilancio del Gruppo rendiconta quindi le spese sostenute con i fondi assegnati dalle leggi regionali sopra citate secondo quanto previsto dal relativo regolamento di esecuzione. L´attività del Gruppo, anche per l´anno 2011, è stata particolarmente intensa visto l´elevato numero di consiglieri (19 su 59 presenti in Consiglio regionale) facenti parte del nostro Gruppo, proprio al fine di far conoscere a un più vasto pubblico il lavoro svolto dagli stessi nelle Commissione permanenti, in Aula e negli altri Organi consiliari e per raccogliere le istanze provenienti dall´intero territorio regionale. Una attività che vede i consiglieri impegnati anche attraverso una costante e capillare presenza sull´intero territorio della Regione Friuli Venezia Giulia. A tal fine si ricordano qui le numerose conferenze svolte in forma decentrata su tutto il territorio regionale per le leggi approvate e, in particolare, per l´illustrazione della legge finanziaria e di assestamento, prima e dopo la loro approvazione. Inoltre, non vanno dimenticate le innumerevoli riunioni e incontri con gli eletti negli enti locali, sindaci e presidenti delle Province, oltre che con quegli esponenti della società civile che hanno consentito una così numerosa presenza in Consiglio regionale. Entrate Contributo per il funzionamento del Gruppo Art. 3 L.r. 54/73 euro 633.881,13. Finanziamento sostitutivo Art. 8 L.r. 52/80 (finanziamento straordinario derivante dalla mancata assunzione di personale presso il Gruppo consiliare) euro 160.636,32. Interessi attivi su giacenze di cassa euro 3.452,17. Totale Entrate euro 797.969,62 Spese Iniziative di divulgazione dell´attività e dei programmi (Spese di informazione ai cittadini della propria attività istituzionale in svariate forme previste di volta in volta dalle strategie di comunicazione politica messe in atto) euro 71.992,95. Spese di cancelleria, postali, telefoniche e di foto riproduzione (trattasi di tutti i beni che non sono forniti dalla regione ma devono essere acquisiti dal Gruppo quali la cancelleria, i materiali di consumo per stampati, fax, spese postali e francobolli, spese di telefonia etc.) euro 45.922,20. Rimborso trasferte dei consiglieri per esigenze del Gruppo (spese di rimborso per trasferte dei consiglieri effettuate per esigenze del Gruppo medesimo) euro 54.893,67. Libri, Giornali, stampa periodica (abbonamenti stipulati dal Gruppo ed acquisto di quotidiani regionali e nazionali, riviste e pubblicazioni di interesse, nonché di libri utili all´attività del gruppo e dei consiglieri) euro 35.343,74. Accesso a banche dati e reti informatiche (tutto quello che serve per accedere al web, programmi, software, Internet, mezzi di accesso) euro 52.490,59. Rappresentanza (noleggio sale conferenze, sale riunioni, materiale audio e video per manifestazioni, incontri e riunioni, oltre alle altre spese inerenti sostenute nell´occasione sia dal Gruppo che dai singoli consiglieri, etc.) euro 330.115,97. Polizze assicurative integrative (Kasko per danni o incidenti) euro 15.179,72. Consulenze (spese sostenute per collaborazioni professionali, anche legali, utili al gruppo consiliare) euro 54.213,96. Collaborazioni (spese sostenute per collaborazioni utili all´attività dei consiglieri regionali e del gruppo) euro 13.101,32. Sondaggi (campagne di ascolto della cittadinanza, sondaggi politici, etc.) euro 83.405,40. Totale Spese euro 756.659,52. Il bilancio 2011 si è chiuso quindi con un attivo di circa euro 41.310,10.  
   
   
"INSERIMENTO IN "PHASING OUT" SAREBBE UTILE PER SOSTENERE GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DELLA SARDEGNA"  
 
 Cagliari, 26 Settembre 2012 - "La Sardegna da tempo ha chiesto di istituire una fase intermedia tra le regioni più avanzate e quelle più svantaggiate. L´obiettivo è quello di avere una quantità di risorse maggiore ma anche di orientare la spesa verso strategie di equilibrio economico e territoriale che invece non sono permesse nell’obiettivo competitività nel quale ci troviamo attualmente". E’ quanto affermato dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito alla possibilità di inserimento della Sardegna nel meccanismo di "phasing out", l’accompagnamento per le regioni svantaggiate che migliorano di categoria, previsto nella nuova programmazione 2014-2020 delle politiche di coesione europea, prospettato per l’isola dal ministro agli affari europei Enzo Moavero. "L’inserimento in “phasing out” sarebbe utile a sostenere gli obiettivi di una regione come la nostra ma non coglierebbe appieno l’aspettativa comune ad altre regioni svantaggiate finalizzata ad avere un riconoscimento più specifico. La posizione delle regioni è ben nota al Governo ed è oggetto di un confronto che possa portare ad uno sviluppo complessivo delle regioni che passano dall’obiettivo convergenza a quello competitività".  
   
   
PROVINCE: PARMA E PIACENZA INSIEME NELL’ODG DEL CONSIGLIO VOTATO ALL’UNANIMITÀ UN DOCUMENTO. LA POSIZIONE SARÀ PORTATA AL CAL DEL 28 SETTEMBRE  
 
 Parma, 26 settembre 2012 – Costruire con Piacenza una nuova Provincia pensando a gettare le basi di un ente più vasto che comprenda anche Reggio Emilia e Modena. Questo in sostanza il contenuto dell’Ordine del Giorno approvato ieri all’unanimità dal Consiglio provinciale al termine di un dibattito in cui si sono espressi diversi consiglieri dei gruppi presenti nell’organo della Provincia. La seduta è stata introdotta da una lunga relazione del presidente Vincenzo Bernazzoli che ha riassunto le ultime fasi relative al riordino delle Province. Non nascondendo, come del resto ha fatto anche in precedenti occasioni, le riserve sulla modalità con cui a livello governativo è stata affrontata la vicenda legata al futuro di questi enti, “senza sciogliere il nodo di che tipo di Stato vogliamo avere, se centrale o federale“ Bernazzoli ha messo in evidenza le incertezze e contraddizioni che permangono in particolare sulle funzioni e sulla natura di questi enti, se di primo (come ora) o secondo livello (come recita l’ultimo decreto del Governo). “Pur in questa situazione in cui mancano indicazioni importanti siamo chiamati a prendere decisioni sui confini – ha detto Bernazzoli – abbiamo valutato nel corso di queste settimane le diverse ipotesi a cominciare dalla costituzione di un’area vasta che andasse da Modena a Piacenza e mettesse insieme realtà molto forti per potere anche competere meglio come territorio. Non vi è stato però il tempo per raggiungere un’intesa larga. Con Piacenza siamo riusciti a trovare sicuramente una affinità che ci permette di avviare questo percorso, intanto che si definiscano competenze, ruolo, funzioni e governance di queste nuove Province” . Sul personale, rispondendo a una domanda di un giornalista sui cartelli portati da alcuni lavoratori nella sala consigliare, Bernazzoli ha detto: “ i dipendenti pubblici godono di tutele significative e gli enti di cui parliamo non sono enti in dissesto, si tratterà di capire all’interno di questo processo quelle che sono le soluzioni migliori per permettere a chi lavora nelle Province di trovare le soluzioni per continuare a farlo e con maggior profitto”. Nel merito dell’Odg votato, in conclusione dello stesso si stabilisce : “di concorrere al riordino regionale costruendo con Piacenza una nuova Provincia; di continuare a perseguire l’obiettivo della costituzione di un ente di area vasta comprendente le attuali Province di Parma, Piacenza, Modena e Reggio Emilia, che nel futuro, insieme con la costituenda provincia della Romagna e la nascita della Città metropolitana di Bologna, configuri un modello istituzionale regionale più al passo coi tempi e in linea con le dinamiche di integrazione europea”. La posizione assunta sarà portata al Cal del 28 settembre.  
   
   
UPI, TAGLI AI BILANCI: LE PROVINCE AI MINISTRI GRILLI E CANCELLIERI “RIDURRE IL TAGLIO CON I 100 MILIONI DELLA SPENDING REVIEW. IL DEBITO DELLE PROVINCE GIÀ RIDOTTO DI 140 MILIONI”  
 
Firenze, 26 settembre 2012 - “Le Province hanno già ridotto il proprio debito nel 2012, e in piena autonomia. I 100 milioni che la spending review ha destinato a questo scopo devono essere utilizzati per ridurre i 500 milioni di tagli imposti”. Lo chiede il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, in una lettera inviata al Ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e al Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. Nel testo il Presidente dell’Upi chiarisce che “nel 2012, secondo un primo monitoraggio Upi, le Province hanno già abbondantemente realizzato un abbattimento del proprio debito di oltre 140 milioni di euro. I 100 milioni che la spending review assegna a questo scopo non servono, mentre è indispensabile che siano utilizzati per ridurre l’ammontare dei tagli”. Il Presidente ribadisce poi “situazione di estrema difficoltà in cui versano i bilanci provinciali a seguito della riduzione di risorse per l’anno 2012 per 500 milioni” e le “fortissime perplessità in ordine alla metodologia e all’utilizzo dei dati contenuti nella banca dati Siope così come emersi dall’esame del Commissario Enrico Bondi”, tanto che “molte province saranno in difficoltà nella fase di equilibrio dei bilanci e soprattutto nella previsione di rispetto degli obiettivi di patto di stabilità interno assegnati. La riduzione di 500 milioni nel 2012 e addirittura di 1 miliardo per l’anno 2013 – scrive Castiglione ai Ministri - segna di fatto la volontà di vanificare non solo il pluriennale percorso di efficientemento delle spese delle Province, che le ha viste sempre assai più che rispettose degli obiettivi di comparto in termini di patto, ma anche coerenti e puntuali nelle politiche di riduzione di spesa per ambiti specifici (auto, personale, ecc). Occorre infatti ricordare che il 2012 per le Province si apre con una riduzione di risorse di 915 milioni di euro, per le manovre finanziarie del 2011, che diventerebbero quasi due miliardi dal 2013! Una cifra – sottolinea il Presidente Castiglione - assolutamente abnorme e non congrua rispetto al volume di risorse che le Province gestiscono. Basti pensare che la riduzione di 500 milioni di euro per il 2012 è la medesima che viene richiesta ai Comuni che hanno una spesa per consumi intermedi 8 volte superiore ed una spesa corrente che è 6 volte quella delle Province”. Da qui la richiesta di alleggerire il taglio, per “mantenere il comparto in equilibrio di bilancio, soprattutto non creando le condizioni per uno sforamento generalizzato del patto da parte delle Province, il cui onere per la finanza pubblica – conclude il Presidente Castiglione - potrebbe essere assai più ingente della riduzione di taglio”.  
   
   
BOLZANO.: PRIMO PASSAGGIO DEL BILANCIO 2013, TAGLIO DEL 2,6%  
 
Bolzano, 26 settembre 2012 - Prosegue la cura dimagrante del bilancio provinciale. Rispetto all´anno scorso, infatti, il bilancio 2013 dovrebbe far registrare un calo del 2,6%, passando da 4,422 miliardi di euro a 4,346 miliardi. "La situazione è difficile ma non catastrofica - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - non faremo tagli orizzontali e alcuni settori saranno sostenuti". Primo passaggio in Giunta provinciale del bilancio di previsione 2013. Rispetto all´anno precedente i tagli dovrebbero aggirarsi nell´ordine degli 80 milioni di euro, pari ad un valore percentuale del 2,6%. "Nel 2012 - ha sottolineato Durnwalder - al netto dei vari blocchi abbiamo chiuso l´esercizio con un bilancio di 4,422 miliardi di euro, quest´anno dovremmo attestarci a quota 4,346 miliardi". Ora si tratta di capire dove e come ridurre le spese, e il presidente altoatesino ha già dato le prime indicazioni di massima. "In media - ha annunciato - le spese non obbligatorie dovranno calare del 5%, ma ciò non varrà per tutti i settori e non vi saranno dunque tagli orizzontali. La formazione, il sociale, la ricerca, l´innovazione, la famiglia e le politiche per il lavoro non verranno intaccate, ma saranno anzi sostenute in maniera particolare, mentre contiamo di risparmiare risorse su personale e lavori pubblici". Dal punto di vista operativo, l´iter di approvazione del bilancio proseguirà ora con le valutazioni dei singoli assessorati. "Sfrutteremo le prossime due settimane - ha annunciato Luis Durnwalder - per discutere e per elaborare una lista delle priorità. Abbiamo tre settimane di tempo per approvare il documento in Giunta provinciale".  
   
   
CAL, IL PRESIDENTE GIANI: "GIÙ LE MANI DALLA CITTÀ METROPOLITANA" "CI OPPORREMO DURAMENTE A CHI VUOLE FAR REGREDIRE FIRENZE INSERENDOLA NELL´AREA VASTA CON PRATO E PISTOIA"  
 
Firenze, 26 settembre 2012 - Il dibattito che si sta sviluppando fra le varie istituzioni locali in Toscana e principalmente nel Cal (il Comitato per le autonomie locali chiamato ad esprimere un parere al governo per il riordino delle ex province) presenta per Firenze caratteri di pericolosa volontà di omologare ciò che la legge prevede per la città metropolitana al resto delle future province. L’idea di una area vasta Firenze-prato-pistoia non è infatti il linea con la legge, ma porterebbe di fatto a far regredire Firenze da città metropolitana (prevista nell’articolo 18 della legge nel contesto delle 10 più importanti città italiane) ad essere invece insieme a Prato e Pistoia parte di un’ordinaria provincia, che all’articolo 17 della stessa legge prevede chiaramente una diminuzione di potere e di ruolo. A Firenze ci opporremo con tutte le nostre energie a questa regressione di competenze e funzioni, che invece nel contesto delle 10 città più importanti d’Italia la legge Monti ha attribuito a Firenze. Siamo di nuovo a quella concezione che in Toscana più volte è echeggiata di gelosia per il ruolo della città di Firenze, e quindi di tentativo di ridimensionamento delle sue funzioni, quali invece una legge dello Stato oggi gli attribuisce attraverso l’articolo 18. Ha avuto ragione il vicesindaco Nardella a difendere, nell’assemblea del Cal, il fatto che la nuova città metropolitana deve partire riproducendo l’attuale territorio in 44 comuni nella provincia di Firenze, e sappiamo che sarà questo ente a decidere scelte strategiche importanti come l’aeroporto, il nuovo termovalorizzatore, le infrastrutture pubbliche che dalla tranvia alle nuove strade di grande percorrenza, saranno la base dello sviluppo dell’area. Se Firenze uscisse dal numero delle città metropolitane per essere una indifferenziata provincia con Prato e Pistoia, verrebbero meno le prerogative e le risorse per fare queste scelte. Auspico che nel dibattito che si svilupperà in Regione Toscana si eviti il muro contro muro fra chi sostiene la città metropolitana così come prevista dalla legge Monti, e chi invece teorizza l’area vasta Firenze-prato-pistoia. In questo caso comunque, personalmente sono convinto di sostenere una decisa battaglia per la tutela della legalità, anche sollevando la questione di competenza e conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale, se si intendesse forzare il significato della legge nazionale sulle autonomie locali.  
   
   
RIORDINO DELLE PROVINCE - LA DOCUMENTAZIONE SUL SITO DEL CAL NORMATIVA, VERBALI DELLE AUDIZIONI, IL DOCUMENTO DELL´IRPET  
 
Firenze, 26 settembre 2012 - Alla pagina http://www.Consiglioautonomie.it/  sono disponibili vari materiali sul riordino delle Province. Quelli inseriti ad oggi sono: Testo Coordinato Del Decreto Legge 95/2012; Art. 17 (Riordino delle province e loro funzioni); Art. 18 (Istituzione delle Città metropolitane e soppressione delle province del relativo territorio); Deliberazione del Consiglio dei Ministri ; 20 luglio 2012 ; Audizioni Irpet 28/8/2012 : Documentazione Irpet ; Trascrizione incontro 28 agosto 2012 . Audizioni Associazioni Di Categoria E Sindacati 6/9/2012: Osservazioni Aci ; Osservazioni Confindustria; Osservazioni Cgil ; Osservazioni Confesercenti; Trascrizione incontro 6 settembre 2012 ; Osservazioni Cna . Il sito del Cal: http://www.Consiglioautonomie.it/    
   
   
PROVINCIA DI PRATO: TAGLIO DA 3,7 MILIONI DI EURO SUGLI AFFITTI  
 
Prato, 26 settembre 2012 - La Provincia aggiunge nuovi elementi alla complessa riorganizzazione del patrimonio immobiliare completando l´operazione risparmio sul taglio degli affitti, che vale complessivamente 3,7 milioni di euro. Risorse che potranno essere investite a vantaggio delle famiglie e delle imprese. “La decisione di lasciare palazzo Vestri è stata sofferta, con il recupero di questo palazzo infatti la Provincia ha raggiunto l´importante obiettivo di salvaguardare dal degrado centro storico e piazza Duomo, il cuore stesso della città”, spiega il presidente della Provincia Lamberto Gestri. L´assessore Ivano Menchetti ha illustrato l´operazione, che comporterà il trasferimento degli uffici ancora collocati a palazzo Vestri, essenzialmente formazione e lavoro, nelle sedi di proprietà: palazzo Buonamici e palazzo Novellucci. “L´operazione di riorganizzazione del patrimonio immobiliare che la giunta provinciale ha progettato e in buona parte realizzato negli ultimi tre anni è complessa – ha aggiunto Menchetti - Il duplice obiettivo è di ottimizzare la spesa e valorizzare spazi e edifici con una strategia che privilegi l´efficienza e scongiuri qualsiasi spreco, ma al contempo abbiamo fatto anche una serie di interventi di rilevante valore sociale, per esempio la sede dell´Emporio Caritas”. La cifra complessiva, cioè i 3,7 milioni di euro già ricordati, si raggiunge sommando il risparmio ottenuto dalla disdetta degli spazi di via Pisano, che ammonta a 1,7 milioni di euro in 4 anni, a quello dei prossimi 6 anni di affitto di palazzo Vestri che sarebbero previsti dal contratto per altri 2 milioni di euro circa. Palazzo Vestri - Il risparmio permesso dalla disdetta dell´affitto di palazzo palazzo Vestri si aggira intorno ai 235 mila euro all´anno, ai quali vanno aggiunti altri 100 mila euro circa che attualmente vengono spesi in tasse, utenze, pulizie, portierato, assicurazioni, manutenzioni ordinarie e straordinarie. La Provincia è stata a suo tempo l´artefice del recupero di un edificio ´storico´ per Prato. Il palazzo, che si affaccia sulla piazza Duomo, conosciuto dai pratesi come Stella d’Italia dal nome dell’albergo che vi ha avuto sede per vari decenni, risale al 1820-30. Dal 2001 e per alcuni anni era rimasto vuoto e abbandonato, in condizioni sempre più precarie. Il radicale restauro, condotto dalla Provincia in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni architettonici nel 2008, aveva restituito alla città la bella facciata neoclassica e gli interni sette-ottocenteschi con il salone delle feste al primo piano. Il suo recupero testimonia l´impegno dell´amministrazione per la valorizzazione del centro storico e della piazza che è il cuore di Prato. La Valorizzazione Del Patrimonio Immobiliare - Il contenimento della spesa attraverso il progressivo trasferimento di tutte le sedi degli uffici provinciali presso immobili di proprietà o nella disponibilità dell´amministrazione è stata una costante dell´azione della giunta provinciale fin dal suo insediamento. L´obiettivo era di consentire la graduale ma costante dismissione di sedi di uffici provinciali presso immobili in affitto, con conseguente risparmio economico sui relativi canoni e spese varie di gestione. Si è cominciato subito nel 2009 con la dismissione degli spazi di via Pisano e il trasferimento (completato nel giugno 2010) di tutti gli uffici tecnici di gestione del territorio a palazzo Novellucci. A fine anno 2011 sono stati disdetti definitivamente anche gli affitti degli ultimi locali, fino a quel momento occupati dall´ufficio scolastico provinciale, spostati in viale Borgovalsugana, in spazi ristrutturati all´interno della succursale del liceo Copernico, mentre l´archivio della Provincia è stato collocato in via Carbonaia. In questo caso il risparmio di spesa è arrivato a circa 330 mila euro in tre anni. A cui vanno aggiunti costi minori per tasse, utenze, pulizie, assicurazioni e manutenzioni ordinarie che verosimilmente anche in questo caso si aggirano intorno ai 100 mila euro. Altri spazi recuperati per un nuovo utilizzo si trovano nell´ex succursale del Datini insieme a una piccola porzione dell´ex Fil sempre in viale Borgo Valsugana. Qui la destinazione è a favore di a tre cooperative sociali, Le Rondini dell´Anffas, la C.u.i. E New Naif. Nel 2010 inoltre, negli spazi dell´ex Misericordia in via del Seminario è stato trasferito l´Emporio Caritas, con un affidamento dei locali in comodato d´uso che ha consentito alla Caritas di gestire un servizio importante, anche per i Comuni del territorio, rivolto a persone e famiglie in difficoltà. Sul complesso dell´ex Misericordia si sta ancora lavorando e l´obiettivo è sempre quello di incidere sulla valorizzazione del centro storico. Global Service Per La Manutenzione – La manutenzione degli edifici provinciali, sostanzialmente le scuole e le sedi dell´ente, è stata affidate a una struttura Global Service, che centralizza gli interventi, che per esempio dalle scuole in precedenza erano gestiti autonomamente, realizzando sinergie e risparmi significativi pur mantenendo la qualità e la tempestività del servizio. Regolamento Per Gli Immobili In Affitto – Alla fine del 2011 la Provincia ha varato anche il regolamento per disciplinare le modalità e il canone di locazione degli spazi che fanno parte del proprio patrimonio immobiliare. Il regolamento individua varie tipologie di locazione, inquadrandole nel settore commerciale o nei vari livelli di servizio sociale, con opportuni correttivi dal punto di vista del canone di affitto. Rispetto al canone base, che è chiaramente quello commerciale stabilito in modo tabellare o con indagini di mercato in particolari casi, le associazioni culturali e sociali e le cooperative potranno avere una riduzione dal 60% all´80% in base alle varie tipologie.  
   
   
TORINO, ASSEMBLEA INDUSTRIALI, SAITTA: “PIENA SINTONIA SULLA VISIONE DI CITTÀ METROPOLITANA”  
 
Torino, 26 settembre 2012 - “Piena sintonia con la presidente dell’Unione Industriale di Torino Licia Mattioli sul tema della futura città metropolitana che potrà rappresentare davvero il polo manifatturiero dell’Italia, il centro della manifattura intelligente”: lo dice il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta che il 24 settembre durante i lavori dell’assemblea annuale di via Fanti ha avuto modo di sottolineare “la grande scommessa che Torino e l’intero territorio provinciale giocano nella trasformazione istituzionale in atto. Alle istituzioni – ha detto Saitta – spetta il compito di attuare al meglio quelle politiche di area vasta che daranno valore aggiunto sia in termini di sviluppo economico che di servizi ai cittadini”.  
   
   
BOLZANO.: IMPUGNATI DUE DECRETI DEL GOVERNO MONTI  
 
Bolzano, 26 settembre 2012 - Due decreti del governo Monti sono stati impugnati davanti alla Corte costituzionale: lo ha deciso il 24 settembre la Giunta provinciale. In entrambi i casi si ravvisa un mancato rispetto delle competenze autonome della Provincia, tra cui quelle sull´assegnazione delle concessioni idroelettriche e sulle indennità per i presidenti delle Comunità comprensoriali. La Giunta ha deciso l´impugnativa davanti alla Consulta sui decreti 83/2012 e 95/2012 del governo Monti. Il primo interviene tra l´altro nell´assegnazione delle concessioni idroelettriche dettando i relativi criteri, una materia su cui lo Statuto di autonomia prevede la competenza della Provincia. Analogamente lo stesso decreto prevede lo svolgimento a titolo gratuito della funzione di presidente della comunità comprensoriale, "ma la situazione regolata dal governo non è paragonabile a quella altoatesina, dove i comprensori sono vere e proprie aziende con personale, ampie deleghe di Provincia e Comuni e importanti servizi da gestire e coordinare nei settori amministrativo, sociale, ambientale", ha specificato il presidente Luis Durnwalder. Per questo in Alto Adige il compenso del presidente della comunità comprensoriale è regolato come quello dei sindaci. Allo stesso modo la Giunta ha ravvisato una violazione del Governo delle competenze dell´autonomia riguardo al decreto 95/2012 che impone alla Provincia particolari vincoli relativi al patto di stabilità (flussi bloccati) e al Fondo sanitario nazionale, "del quale la Provincia autonoma per legge non beneficia ma a cui, secondo il decreto, dovrebbe contribuire", ha concluso Durnwalder.  
   
   
CALABRIA: LA REGIONE SCRIVE AL MINISTRO FORNERO  
 
Catanzaro, 26 settembre 2012 - L’assessore Stillitani scrive al Ministro del lavoro Elsa Fornero per sollecitare un suo intervento riguardo i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga. Questo il testo della lettera: “Le scrivo per testimoniarLe lo stato di forte disaggio che accumuna i circa 20 mila lavoratori calabresi percettori di ammortizzatori sociali in deroga. Da diversi mesi non stanno più percependo i sussidi, in quanto gli ottanta milioni messi a disposizione dal Ministero del Lavoro, sono già da tempo esauriti. Come ebbi modo di manifestarLe anche personalmente durante una riunione da Lei tenuta con tutti gli Assessori Regionali, nel mese di Luglio scorso, è assolutamente necessario che le risorse ministeriali siano integrate di ulteriori centoventi milioni di euro. Con diverse note, nei mesi scorsi, anche a firma del direttore generale del dipartimento Lavoro Calabria, avv. Bruno Calvetta, sono stati trasmessi tutti i dati e la relativa documentazione affinché il Ministero procedesse all´integrazione delle risorse. Nel corso di questi mesi inoltre, ho avuto modo di incontrare più volte i lavoratori e i sindacati che li rappresentano, ed è emerso un forte stato di preoccupazione e agitazione che difficilmente potrà essere sopito se non sarà data loro certezza dei pagamenti. Facendo anche riferimento alle assicurazioni che Lei diede in merito, nel corso della riunione di cui sopra, ho provveduto a rassicurare gli stessi lavoratori, garantendo loro che il Governo si sarebbe fatto carico delle somme necessarie per procedere al pagamento dei sussidi, fino al 31 dicembre 2012. Al momento però, io stesso e tutti i lavoratori siamo ancora in attesa che quest´impegno del Governo si concretizzi. Più volte il direttore generale del dipartimento lavoro, ha sollecitato il dott. Mastropietro ad attivarsi per dare esecuzione agli impegni assunti. Registro con rammarico però che invece di procedere e destinare alla Calabria quanto dovuto, il dott. Mastropietro, ha indetto per il prossimo due ottobre c.A., una riunione alla quale sono stati convocati il direttore generale del dipartimento lavoro e il responsabile dell´Inps, per trattare genericamente dei percettori di ammortizzatori sociali in deroga in Calabria. Mi permetto di scriverLe questa mia nota per chiedere, anche a nome di tutti i lavoratori calabresi interessati, un Suo intervento affinché, questo incontro non si trasformi in un puro atto interlocutorio e dilatorio, volto a posticipare ulteriormente gli impegni assunti dal Governo. A tale proposito mi permetto di segnalarLe che la Regione Calabria ha espletato tutto quanto era di sua competenza e che tutta la documentazione richiesta e attestante il reale stato di attuazione delle procedure è stata trasmessa, già da mesi, al Ministero e francamente mi sfugge la necessità di ulteriori incontri. Ormai non credo si possa più tergiversare, anche alla luce delle numerose manifestazioni di protesta in programma per i prossimi giorni, organizzate dai lavoratori interessati, al fine di rivendicare le proprie spettanze. Ritengo che se il prossimo due ottobre c.A., non dovesse sbloccarsi la procedura e non dovessero esserci garanzie e certezze, ci troveremo a dover affrontare manifestazioni di piazza da parte di migliaia di lavoratori non più controllabili, che rivendicano giustamente qualcosa che era stato già promesso loro. Sono certo che comprenderà, lo spirito estremamente collaborativo costruttivo con cui mi sono permesso di chiedere un Suo intervento sulla questione in oggetto. Certo di un suo sollecito riscontro, invio cordiali saluti”.  
   
   
ROSSI ALL’AD DI POSTE ITALIANE: “SOSPENDIAMO LE CHIUSURE, CERCHIAMO INSIEME ALTERNATIVE”  
 
Firenze, 26 settembre 2012 – “Troviamo insieme una soluzione per gli oltre 170 uffici postali nei piccoli centri della Toscana che rischiano di chiudere. Ma intanto, almeno fino alla data del nostro incontro, sospendiamone la chiusura”. E’ quanto scrive Enrico Rossi in una lettera inviata a Massimo Sarmi, l’ad di Poste Italiane che il presidente della Regione incontrerà il prossimo 18 ottobre. Ecco il testo integrale della lettera: “Le scrivo in ordine alla problematica della chiusura di oltre 170 uffici postali in diversi piccoli centri della Toscana, in aree montane o comunque in zone svantaggiate, a seguito del piano di ristrutturazione organizzativa dell’azienda da Lei diretta. Come certamente ricorderà, perché le scrissi in merito lo scorso 10 agosto, sul tema ha espresso la propria unanime preoccupazione il Consiglio Regionale della Toscana con mozione approvata il 25 luglio 2012, nella quale si dava mandato alla Giunta Regionale di rappresentare nelle diverse sedi istituzionali queste istanze. Nel rinnovarle le ragioni della preoccupazione che la Regione condivide con le articolazioni sociali e istituzionali del territorio, sono anche a ribadire la disponibilità e l’impegno della Regione a costruire, insieme a Poste Italiane, delle alternative al programma di chiusure che, pur nel rispetto delle esigenze di riorganizzazione dell’azienda, consenta di mantenere l’apertura di servizi essenziali per la popolazione. Avrò occasione di dettagliare meglio questa disponibilità e proposta durante il nostro incontro già fissato per il prossimo giovedì 18 ottobre. Ma proprio in vista di quest’incontro, sono a chiederle di sospendere, fino a quella data e in considerazione dei possibili ed auspicabili esiti positivi, l’operatività del piano in Toscana e, quindi, le chiusure degli uffici programmati. Sarebbe questo un atto di buona volontà e di dimostrazione, da parte di Poste Italiane, della positiva predisposizione verso le esigenze del territorio, nonché nei confronti dell’istituzione regionale da me rappresentata. Conto che Lei voglia prendere in seria considerazione questa mia richiesta e che, dunque, questo possa costituire la migliore premessa per il prossimo incontro”.  
   
   
INTERLAB, STRUMENTI CONCRETI PER INVENTARSI UN LAVORO APERTE LE ISCRIZIONI AL PERCORSO DI FORMAZIONE PER NON COMUNITARI REALIZZATO DA PROVINCIA, CAMERA DI COMMERCIO E PROGETTO ARCOBALENO  
 
 Firenze, 26 settembre 2012 - Imparare un mestiere e crearsi un lavoro: è questo lo slogan scelto per lanciare Interlab – Laboratorio di mestieri e di impresa riservato a cittadini non comunitari. Interlab è un progetto realizzato dalla Provincia di Firenze insieme con l’Associazione Progetto Arcobaleno Onlus e la Camera di Commercio di Firenze ed il sostegno del Comune di Firenze – Assessorato al welfare e politiche del lavoro, e cofinanziato da Unione Europea e Ministero dell’Interno nell’ambito del Fei (Fondo Europeo per l´Integrazione dei cittadini di paesi terzi). Come spiega Giacomo Billi, Assessore allo Sviluppo, Programmazione, Turismo e Gestione Parco Demidoff della Provincia di Firenze, «la Provincia ha colto l’opportunità del bando Fei per realizzare questa iniziativa che coniuga l’obiettivo dell’integrazione con il sostegno al lavoro e all’economia del territorio. Con l’Associazione Progetto Arcobaleno Onlus, attraverso l’esperienza maturata negli anni da Vivaio di Imprese, e con la Camera di Commercio abbiamo potuto sviluppare la sinergia necessaria a dare vita ad Interlab, un percorso di orientamento, formazione e consulenza finalizzato a dare ai cittadini stranieri una possibilità reale di autoimpiego, in particolare nel settore dell’artigianato. Il progetto inoltre favorisce e sviluppa il dialogo tra istituzioni del territorio ed imprese, che verranno coinvolte direttamente grazie all´azione della Camera di Commercio». L’obiettivo del progetto Interlab è duplice: da un lato si intende favorire l’occupabilità di cittadini stranieri, dall’altro si punta a favorire la nascita o lo sviluppo e la crescita di nuove attività economiche. Possono partecipare gratuitamente al laboratorio Interlab cittadini non comunitari in regola con il titolo di soggiorno e con una buona conoscenza della lingua italiana. Le iscrizioni si chiudono il 10 ottobre 2012, subito dopo saranno selezionati 25 partecipanti, con preferenza per giovani e donne. «Interlab - spiega Grazia Bellini responsabile del settore Formazione di Progetto Arcobaleno - prevede due fasi di attività, la prima sarà di orientamento e formazione su come fare impresa, la seconda entrerà nel vivo con due percorsi alternativi: uno stage lavorativo retribuito presso una impresa artigiana, oppure l’accompagnamento individuale di un team di esperti verso lo start up d’impresa, con un’attenzione particolare alla ricerca di finanziamenti». Tutte le attività saranno realizzate dallo staff del Vivaio di Imprese.  
   
   
MISURARE E GESTIRE L’INTEGRAZIONE NEI PICCOLI COMUNI  
 
Aosta, 26 settembre 2012 - Come gestire e governare i cambiamenti demografici nelle zone di montagna? A questa domanda ha cercato di rispondere il progetto Demochange, cofinanziato dal Programma Spazio Alpino 2007-2013. La Regione Valle d’Aosta, con l’Osservatorio economico e sociale è uno dei partner dell’iniziativa che vede coinvolti, oltre all’Italia, la Germania, l’Austria, la Slovenia e la Svizzera. Il progetto, in particolare, ha analizzato alcune problematiche che contraddistinguono la popolazione nelle diverse regioni montane dello Spazio alpino. La Valle d’Aosta ha puntato l’attenzione sul fenomeno immigratorio. Il 21 settembre scorso, nella sala di Palazzo regionale, si è svolta una conferenza pubblica dal titolo Definire, misurare e gestire l’immigrazione nei piccoli comuni, nel corso della quale sono stati presentati alcuni dei risultati del progetto Demochange. Augusto Rollandin, Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta - Il Convegno vuole mettere in evidenza le preoccupazioni che tutte le comunità hanno, in particolare quelle piccole, per monitorare il sistema e fare il possibile perché chi viene nelle nostre terre sia accolto nel modo più dignitoso e abbia la possibilità di esprimersi e di collaborare nella legalità. Noi crediamo che questi fenomeni debbano essere affrontati con questo spirito e visti come un’occasione, un’opportunità per tutta la comunità. Sono tempi in cui non dobbiamo guardar con l’occhio di chi vuole escludere ma con quello di chi vuole integrare, di chi vuole capire e accogliere, e vogliamo essere nella condizione di aiutare questa integrazione che è importante e che la Valle d’Aosta ha visto già da tempo essere fruttuosa. L’appuntamento è stato l’occasione per approfondire il tema dell’immigrazione nei piccoli comuni di montagna, sul quale esistono pochi contributi scientifici. Dario Ceccarelli, Capo dell’osservatorio regionale economico e sociale - Gli obiettivi generali del progetto erano di monitorare i cambiamenti demografici nelle aree alpine, guardandoli come opportunità, quindi anche come una sfida, e non come un vincolo, perché come è noto i grandi cambiamenti demografici, in particolare nelle aree montane, possono essere limitanti dello sviluppo locale. L’idea del progetto era di collegare questi cambiamenti alle politiche di programmazione, di pianificazione anche urbanistica del territorio, realizzando azioni pilota, anche con l’aspetto di concretezza, nei singoli territori. I vari partner, che sono 13 e che provengono da Italia, Austria, Svizzera, Germania e Slovenia, hanno realizzato diverse azioni pilota. La nostra ha puntato al fenomeno dell’immigrazione, in particolare all’integrazione degli immigrati nella nostra società perché riteniamo che sia uno degli aspetti di grande cambiamento della nostra società. Nell’ambito del progetto, la Valle d’Aosta ha lavorato alla creazione di un sistema di monitoraggio in grado di rilevare le dinamiche di integrazione degli immigrati. Il progetto “Servizi, sensori dell’integrazione degli immigrati” è stato elaborato dal Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione. Irene Ponzo del Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione - Una piattaforma online che raccoglie dati dei servizi regionali, li sistematizza, li elabora ed è pensata per essere un supporto per la progettazione di politiche e per il loro monitoraggio. Contenendo i dati dei servizi, che naturalmente sono dati aggregati, del tutto anonimi, è possibile monitorare l’utenza, capire quanta parte di essa è immigrata e quanta è autoctona e questa è una differenza importante. C’è infatti una popolazione straniera, quella dei paesi a cosiddetto sviluppo avanzato, e pensiamo ai paesi dell’Europa occidentale, come la Francia, che, nel caso della Valle d’Aosta, è una presenza importante che non va confusa con la popolazione che viene dai paesi a forte pressione immigratoria, da cui si parte con motivazione e risorse del tutto differenti.  
   
   
LA VITA E IL RISPETTO DELLE DONNE IN KOSOVO  
 
Trento, 25 settembre 2012 - Nella serata di del 24 settembre , allo Spazio Archeologico Sotterraneo del S.a.s.s. Di Piazza Cesare Battisti a Trento, di fronte ad un folto pubblico è stato affrontato il tema della condizione femminile in Kosovo, in particolare delle donne appartenenti a gruppi etnico-linguistici di minoranza. Hanno portato la loro testimonianza sette donne in rappresentanza delle comunità turche, serbe, bosniache, rom, egyptian e haskali in Kosovo. Con la moderazione della giornalista Antonella Carlin, l´incontro si è svolto nell´ambito della manifestazione "Sulle Rotte del Mondo" che ha inaugurato ieri una settimana di iniziative e dibattiti incentrati sull´esperienza dei missionari trentini in Europa e nel mondo. Erano presenti Shpresa Agushi, direttrice della rete di organizzazione delle donne, di etnia rom; Diana Shaka, di etnia egyptian, che si occupa della condizione sanitaria delle donne in Kosovo; Arta Asllani, del ministero kosovaro della cultura e dello sport, donna di etnia haskali; Mirjana Marinkovic, giornalista televisiva serba; Elsa Kasap, giovane giornalista di etnia turca; Dzevahira Kolenovic, bosniaca, giornalista radiotelevisiva e Drita Berisa, giornalista radiotelevisiva rom. L´assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, ha dato il benvenuto alle ospiti e ha parlato delle donne come vera speranza di pace, in quanto prime responsabili dell´educazione dei figli: "E´ nella donna la via prima, la chiave che apre le porte dei diritti per tutti". L´assessore ha poi ricordato di quando 8 donne palestinesi e israeliane si incontrarono a Trento in concomitanza del G8, in occasione di "Officina medio Oriente"; il loro incontro fu definito non a caso "Il G8 delle donne". "Stasera siamo di fronte ad un G7, composto da donne speciali che ci parlano di come declinare al femminile il cammino per le minoranze - ha detto ancora l´assessore Beltrami - . Ci siamo incontrate a Pristina e io ho imparato qualcosa della loro storia e delle loro differenze: è loro il compito di lottare per i diritti delle minoranze in Kosovo". Ha poi portato un saluto Gari Berisha, dell´associazione Trentino per i Balcani, che ha ricordato l´analfabetismo e le violenze di cui sono vittima 2000 persone, senza che mai alcuno ne parli: "Il Trentino è vicino a queste popolazioni, che di fronte alla speranza di un aiuto riescono a trovare grinta e autostima per superare la loro condizione". L´incontro è entrato nel vivo delle testimonianze dopo l´introduzione di Antonella Carlin, giornalista di radio Trentino in Blu, che ha tracciato il quadro della situazione del Kosovo, dove purtroppo la dichiarazione di indipendenza seguita alla dissoluzione della Jugoslavia non ha creato le condizioni per superare i problemi che affliggono il paese, il più giovane e il più povero d´Europa. Shpresa Agushi ha parlato dell´orgoglio di essere una donna di minoranza e della necessità di far sentire la voce di tutte le donne, che hanno uguali bisogni e possono lavorare per il bene di tutte le etnie. I principali settori su cui intervenire sono l´istruzione e la sanità, in particolare il contrasto agli abusi e alle violenze, che purtroppo si registrano ogni anno in migliaia di casi. Uno studio risalente al 2008 evidenziava che ben il 61% delle donne fra 16 e 28 anni ha subito violenza. L´aiuto delle associazioni non governative permette di allontanare la donna dal contesto di abuso, ma solo per 6 mesi, trascorsi i quali il ritorno a casa diventa inevitabile. Diana Shaka ha delineato una situazione molto difficile, anche per ragioni socio economiche, per cui le donne rappresentano lo strato sociale più debole della popolazione. Ben il 21% delle donne vivono una condizione di salute seria o grave e solo il 24% si definisce in buona salute, mentre il 19% delle donne ha una malattia che impedisce fortemente le normali attività lavorative. Arta Asllani ha parlato della scarsa rappresentatività delle donne in parlamento, nelle istituzioni e nel pubblico impiego, in modo particolare delle appartenenti alle minoranze: su 120 deputati sono previsti soltanto 10 rappresentanti delle etnie rom, haskali e egyptian. Mirjana Marinkovic, ha chiaramente definito un ghetto il luogo di vita delle minoranze in Kosovo e ha accennato a come fino a poco tempo fa le donne vivevano all´ombra dei padri, dei mariti e dei fratelli. Oggi però hanno incominciato a comprendere il valore dell´indipendenza e sono definite "il sesso più bello". Tuttavia il problema principale resta quello degli abusi e delle violenze, che avvengono soprattutto in famiglia. Elsa Kasap ha denunciato la totale assenza di un sistema di istruzione che permetta ai cittadini di formarsi nella lingua di appartenenza. L´uso della lingua di minoranza è limitato al contesto familiare e non esiste un giornale in lingua minoritaria, anche se un aiuto all´uso pubblico del turco in Kosovo è dato dalla presenza di due radio e una tv con 2 notiziari. Dzevahira Kolenovi ha fatto chiarezza sulla condizione multietnica del paese, dove vivono 4 piccole comunità di minoranza (serbi, bosniaci, turchi e rom) accanto alla maggioranza albanese. La condizione delle donne serbe è più favorevole rispetto ad altre minoranze, con 2 rappresentanti femminili al governo e con la presenza di una donna alla presidenza della repubblica. Un grave problema però è l´abbandono scolastico delle bambine, tema affrontato anche da Drita Berisa, unica donna rom che lavora nei media del paese. La Berisa ha invocato l´approvazione di una legge che estenda l´obbligo scolastico almeno fino agli 8 anni e ha illustrato lo sconcertante fenomeno dei matrimoni delle bambine già al termine della scuola primaria, con l´impossibilità dello stato ad intervenire in molti settori per mancanza di fondi. Nonostante la grave situazione presentata, tutte le ospiti al tavolo hanno espresso la loro forte speranza di un miglioramento delle condizioni della donna, grazie anche alla loro determinazione e alla capacità di lavorare insieme, superando le differenze. Una prospettiva positiva, accompagnata dall´augurio di mons. Massafra, della conferenza episcopale albanese, presente in sala, che ha espresso la speranza che tutte le donne in Kosovo e in Albania possano avere al più presto il loro ruolo. Ieri nel frattempo ha aperto i battenti il tendone allestito in piazza Duomo che ospita gli stand delle associazioni di volontraiato trentine, la casa-base dell´evento, visitabile. Molto intenso l´incontro che si è tenuto in questa sede nel tardo pomeriggio con lo scrittore montenegrino Ognjen Spahic, tradotto da Zandonai e introdotto da Michele Ruele. L´autore del romanzo "I figli di Hansen", ambientato nel 1989 nell´ultimo lebbrosario d´Europa in Romania, ha affrontato i temi del rapporto corpo-malattia e dell´universalità del valore della letteratura. Questa mattina invece il diplomatico rumeno George Gabriele Bologan ha incontrato le associazioni trentine che operano in Romania e quelle rumene presenti in Trentino per una reciproca conoscenza e uno scambio di opinioni in materia di solidarietà e collaborazione internazionale. La comunità rumena è numericamente la prima in Trentino fra quelle create dall´immigrazione. Www.missionetrentino.it    
   
   
MIGRAZIONI DALL´EST ALL´OVEST: LA CONDIZIONE DELLE DONNE  
 
 Trento, 26 settembre 2012 - Tante storie anche ieri nell´incontro delle Rotte del Mondo dedicato alle donne migranti. Storie di donne che hanno abbandonato l´Est per l´Ovest, anche lasciando in patria i loro figli, storie di missionari che al contrario sono andati all´estero, in Germania, ad assistere i nostri, di emigranti, quando eravamo noi ad andare all´estero. Storie speculari, storie di vita, di lavoro, spesso di sofferenza, di illusioni infrante. Storie che fanno riflettere, perché a volte sono storie di schiavitù, e interessano l´Europa: quella dell´Est, da cui provengono i migranti, e quella dell´Ovest, che li "accoglie", anche se questa non è sempre la parola più appropriata. 500.000 persone attualmente in Europa vivono lontano delle loro case e in condizioni di schiavitù, ha detto Manuel Carballo, direttore del Centro internazionale per la migrazione, la salute e lo sviluppo di Ginevra: in gran parte sono donne, utilizzate nell´industria del sesso o in altre attività illecite, come pure per lavori molto gravosi e privi di tutele. Vengono rapite, vengono percosse se cercano di fuggire. Non si nutrono abbastanza, vivono rinchiuse in alloggi sovraffollati. Si ammalano e non vengono curate. E´ l´altra faccia delle migrazioni internazionali, quella che nessuno vuole vedere. Presenti all´incontro in sala Depero, moderato dal direttore del quotidiano Trentino Alberto Faustini, Oleksandra Arendarchuck, nata in Ucraina, dove ha studiato teologia e psicologia, prima di trasferirsi, come tante donne dell´Est Europa, in Occidente, dove ha fatto molti lavori, fra cui la badante, prima di diventare mediatrice culturale; suor Michelina Bettega, di Mezzano di Primiero, della Congregazione delle suore della Provvidenza, infermiera, dal 1992 in Romania; padre Carletto di Stefano, dei padri Bertoniani, dal 1998 in Georgia; don Silvio Pradel, nato a Primiero, dal 1973 al 2006 incaricato per la Pastorale agli emigrati in Germania, oggi parroco di Barco e in collegamento skype Manuel Carballo, direttore del Centro internazionale per la migrazione, la salute e lo sviluppo di Ginevra e docente alla Columbia University di New York. Oleksandra Arendarchuck ha seguito il marito in Italia, come tante sue connazionali. "Ci fidavamo di queste agenzie che promettevano il lavoro, ma quando arrivavamo qui scoprivamo che la situazione era molto differente. La mia illusione era di tornare a casa mia, dove avevo lasciato i miei bambini piccoli, dopo 6 mesi. Invece non è stato così. E´ lo stesso destino di tante donne che partono, con grandi aspettative, e poi non riescono a soddisfarle. Pensavo che in Italia fosse tutto più facile, che fosse come in un sogno, come i film che avevamo visto in tv. La realtà è diversa. Innanzitutto, se non sai una lingua, come lo trovi un lavoro? La lingua è stata la chiave di svolta. Grazie alla lingua, ho potuto cambiare, migliorarmi e alla fine, aiutare gli altri, i miei connazionali, nel mio lavoro di mediatrice." Storie di emigrazione anche con suor Michelina Bettega. "Nel 1994 dal governo israeliano è arrivata in Romania della richiesta di forza lavoro. Molti uomini sono partiti. Alcuni ci sono anche morti. Ma chi ritornava aveva risparmiato un bel gruzzoletto in dollari. Poi si è aperta la strada dell´Italia e di altri paesi dell´Europa occidentale. Molti emigravano clandestinamente, facilitati dall´assenza di un controllo elettronico sui passaporti. In Italia sono emersi fenomeni di gelosia, da parte degli uomini che avevano lasciato le loro donne a casa. Dopo un po´, le donne hanno seguito i mariti, spesso lasciando i figli a casa dai nonni. Ma non sempre la situazione è migliorata. I figli crescono abbandonati, un problema che col tempo si è ingigantito. Le donne rumene in Italia fanno perlopiù le badanti. Le condizioni di lavoro per loro sono spesso molto dure. Hanno orari pesanti, non possono fare riposi adeguati. Molte si ammalano e perdono il lavoro. A volte invece iniziano una relazione con un membro della famiglia che le accoglie, come il figlio dell´anziano che devono accudire, e il risultato è che si sfasciano due famiglie." Padre Carletto di Stefano lavora in una delle zone della Georgia più esposte all´emigrazione. "L´emigrazione femminile cresce in maniera esponenziale, si dice del 18% all´anno. Come si emigra? Con un visto turistico, o andando al seguito di gruppi folcloristici. Poi c´è l´emigrazione clandestina vera e propria, sui mezzi di trasporto, nascosti, corrompendo i funzionari alla frontiera se si viene scoperti, o ancora, con i canotti, verso la Grecia. Arrivati a destinazione per almeno un anno i clandestini devono lavorare per ripagare l´organizzazione che li ha aiutati. Gli uomini faticano a trovare lavoro. Spesso partono prima le donne, poi gli uomini le raggiungono. Ma può succedere che non facciano nulla, che restino a casa ad aspettare la moglie e lo stipendio." "Anche il Trentino è stata terra di emigrazione - ha sottolineato invece don Silvio Pradel, spostando il focus della discussione su un paese occidentale, la Germania - . Io sono stato in Germania trent´anni, ho visto la crescita dell´emigrazione italiana. All´inizio c´erano situazioni di disagio sociale anche forti, oggi siamo arrivati alla terza generazione, siamo più integrati. L´emigrazione in Germania è iniziata con gli uomini. Gli uomini partivano, poi quando si erano stabilizzati le donne li raggiungevano. Di solito le donne all´estero non lavoravano. Seguivano i mariti per motivi di ricongiungimento. In seguito, essendoci all´epoca molta offerta di lavoro, anche la donna ha iniziato a lavorare, e questo spesso ha comportato disagi per i figli. La storia di tante donne italiane all´estero è per certi versi simile a quella di Aleksandra. Solo che lei quando è partita aveva fatto degli studi, e qui in Italia ha imparato la lingua. Le donne italiane all´estero spesso avevano un bassissimo livello di istruzione, venivano catapultate dalle campagne nelle metropoli. Non imparavano il tedesco. Per loro tutto era nuovo. Anche con gli altri italiani spesso facevano fatica a legare, perché venivano da altre regioni. Da qui sono nati anche tanti traumi psicologici, per le donne e per i figli che spesso rimanevano in Italia, e se seguivano i genitori in Germania venivano relegati agli ultimi posti nelle aule scolastiche." "La migrazione non è un fenomeno nuovo - ha detto invece in collegamento telefonico Manuel Carballo, che ha inquadrato in maniera più sistematica il problema delle migrazioni forzate - e così le schiavitù che spesso essa genera. Tuttavia le migrazioni sono indispensabili per lo sviluppo economico. Lo sviluppo dell´Europa si è basato su questo e continuerà a basarsi su questo. Sarà ovviamente importante il come gestiremo questo fenomeno. Ma qui parliamo soprattutto di migrazione ´forzata´. La prima e più feroce forma di migrazione forzata è stata la tratta degli schiavi. La seconda è stata generata dalla Seconda guerra mondiale. Ebrei, minoranze etniche come i Rom, e molti civili, sono stati costretti a lasciare le loro case, a lavorare forzatamente e poi, come sappiamo, spesso sono state uccise. Tragicamente oggi vediamo una nuova forma di schiavitù legata all´emigrazione, riguarda le donne dei paesi poveri che vengono rapite e costrette ad andare in altri paesi. E´ un problema mondiale ma è diventato particolarmente grave in Europa. Si stima ci siano più di 500.000 donne e a volte anche bambini, costretti a spostarsi all´interno dell´Europa per fare dei lavori in maniera forzata, dalla prostituzione al traffico di droga. Ci sono anche uomini che vengono costretti a fare lavori pesanti, generando profitti elevatissimi per chi tira le fila. Le condizioni di vita di queste persone sono terribili. Dal punto di vista della salute pubbliche questa realtà coinvolge molte più persone di quanto non ci piaccia pensare, in particolare nell´industria del sesso, dove ad essere colpiti da malattie di vario genere sono anche i clienti. In Albania si stima che 8 casi di aids su 10 riguardino donne che si sono ammalate prostituendosi, all´Ovest, e che ritornano in patria perché liquidate dai loro manager." Una realtà tragica, che si preferisce non vedere.  
   
   
GENOVA: PARI OPPORTUNITÀ, GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE ALLE 10 LA CRISI DECLINATA AL FEMMINILE  
 
Genova, 26 Settembre 2012 - Di che genere è la crisi. Si può attribuire maggiormente ad un sesso o ad un altro? Qual è l’impatto su donne e uomini e quali apporti ad una sua soluzione possono arrivare dalle donne. Di questo si parlerà giovedì 27 settembre a partire dalle 10 nel convegno dal titolo “Non si era mai vista una crisi del genere”, presso il Salone del Consiglio della Camera di Commercio di Genova in via Garibaldi 4. L’iniziativa organizzata dalla consigliera di parità della Regione Liguria, insieme ad Ascom -Confcommercio Genova e a Terziario Donna vedrà la partecipazione della consigliera di parità della Regione Liguria, Valeria Maione, Gabriella Drago, responsabile settore competitività del sistema produttivo della Regione Liguria, Letizia Radoni, direttore della Banca d’Italia–liguria, Luisa Famiglietti, presidente del comitato terziario Donna Ascom. A moderare Alessandra Rissotto, caporedattore Tgr Rai.