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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Marzo 2014
Politica
PARLAMENTO EUROPEO, UCRAINA: COME USCIRE DALLA CRISI  
 
Strasburgo, 5 marzo 2014 - Cosa fare per risolvere la situazione in Ucraina? I leader politici di tutta Europa e del mondo si sono incontrati per discutere della crisi e di come rispondere alla Russia per evitare la separazione del paese. Abbiamo discusso della situazione con Knut Fleckenstein, deputato di centro sinistra e presidente della commissione parlamentare di cooperazione (Cpc) Ue-russia e Paweł Kowal, deputato polacco dell´Ecr e presidente della commissione parlamentare di cooperazione Ue-ucraina. In che modo l´Ue dovrebbe rispondere alla Russia? Knut Fleckenstein - Prima di tutto dovremo insistere sul fatto che l´esercito russo dovrebbe lasciare l´Ucraina perché non sta rispettando le leggi e gli impegni presi a livello internazionale. In secondo luogo, dobbiamo essere pronti a sostenere un governo ad interim per trovare delle soluzioni che riflettano gli interessi della maggior parte dei cittadini nel paese: tutti gli ucraini e ovviamente quelli della minoranza russa. Paweł Kowal - La cosa più importante è di rispettare le leggi internazionali. La Crimea fa parte dell´Ucraina e questo fatto non può essere messo in discussione. Le forze militari russe non hanno rispettato gli accordi bilaterali e internazionali. Una risposta coordinata e veloce dell´Ue è necessaria. Gli Stati membri, le istituzioni, gli Usa e la Nato, e gli altri attori internazionali che rispettiamo dal punto di vista diplomatico, devono inviare rapidamente lo stesso messaggio. Se non lo faremo oggi o domani, sarà troppo tardi. Cosa potrebbe fermare Putin: un´espulsione dalle organizzazioni internazionali è possibile? Knut Fleckenstein - Non mi concenrerei sulle sanzioni, ma sulle possibilità di diplomazia e dialogo. Ci aspettiamo lo stesso dalla Russia. Ma sulle truppe russe Crimea non c´è nulla da discutere: devo andarsene ora. Adesso è anche venuto il momento per Kiev di dimostrare che una riforma costituzionale sostenuta da una maggioranza è possibile. La politica del nuovo governo deve essere inclusiva e dovrebbe prendere in considerazione gli interessi dei cittadini ucraini che vivono nell´Est e nel Sud-est del paese. L´unica soluzione per il paese è una decisione che rifletta gli interessi dalla grande maggioranza della popolazione. Paweł Kowal - Il primo passo dovrebbe essere una forte risposta della diplomazia, amplificata dalla minaccia di espulsione dalle organizzazioni internazionali. Se non fosse abbastanza, bisognerebbe adottare delle sanzioni mirate a tutti i politici che sostengono l´attacco alla sovranità dei paesi.  
   
   
DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO EUROPEO FüLE DOPO L´INCONTRO CON IL PRIMO MINISTRO DELLA GEORGIA  
 
Tbilisi, 5 marzo 2014 - ´Buon pomeriggio, Abbiamo avuto una buona discussione con il Primo Ministro Irakli Garibashvili e il numero dei suoi colleghi di governo. Permettetemi di fare 4 punti su quello che abbiamo discusso: 1) Abbiamo parlato dei preparativi per la firma dell´accordo di associazione e globale e approfondito zona di libero scambio (Dcfta). Ci siamo concentrati in particolare su come assicurare che i benefici di questo accordo ambizioso sono sentiti dai cittadini georgiani al più presto possibile. Ho ricordato il forte impegno della Ue a garantire che la Georgia beneficia del sostegno necessario ad attuare riforme importanti sulla strada di una relazione politica ed economica più stretta con l´Ue. 2) La situazione in Ucraina è stata anche una parte importante delle nostre discussioni. E mentre la messa a fuoco a Bruxelles e degli Stati membri e la comunità internazionale era sugli eventi in Crimea e nel resto dell´Ucraina ho anche preso atto che la Russia continua a sfidare l´integrità territoriale della Georgia e ho assicurato il Primo Ministro che l´Ue resterà saldamente Georgia dovrebbe anche venire sotto pressione in vista della firma prevista dell´accordo di associazione. Abbiamo anche avuto una buona occasione per discutere il rapporto con i cittadini dei due territori break-distanza. Ho ripetuto la nostra politica di non riconoscimento e l´impegno e abbiamo parlato di come rafforzare l´impegno di questi cittadini. 3) Ci siamo concentrati sul processo di riforma in Georgia, dopo due elezioni, le modifiche costituzionali senza precedenti. Ho sottolineato l´importanza di consolidare le istituzioni democratiche, rafforzando il carattere inclusivo del processo politico e di riforma. Abbiamo anche parlato di regime dei visti, ho fatto il punto che muoversi verso il visto regime di libera dipende da quanto Georgia batte le aspettative. Ecco la Moldova è un buon esempio e mi ha sottolineato l´importanza della legge anti-discriminazione e ha sottolineato che, nonostante quello che alcuni critici hanno da dire, non si tratta di imporre nulla a valori tradizionali georgiani. Si tratta di valori universali di non discriminazione. 4) Ho portato i saluti personali del presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso, che ha accettato l´invito del primo ministro a venire a visitare la Georgia e c´è una data per esso a giugno. Il Presidente Barroso mi ha anche chiesto di trasmettere invito per il Primo Ministro e il numero dei suoi ministri chiave per venire a Bruxelles per una riunione congiunta con la Commissione europea. Mentre abbiamo normalmente tali riunioni solo con i governi degli Stati membri, questa sarebbe una opportunità unica per estenderlo anche a un paese partner. Ci sarà molto di più sul nostro piatto politico tra oggi e la firma dell´accordo di associazione. Stavamo parlando "la luce alla fine del tunnel" e l´importanza dell´accordo di associazione, non essendo la stazione finale per quelli dei nostri partner con aspirazioni europee. Si tratta, naturalmente, spetta agli Stati membri, ma ho fatto un commento personale che la frase i ministri degli esteri dell´Ue hanno approvato poche settimane fa in Ucraina (che l´accordo di associazione non era l´obiettivo finale delle nostre relazioni), lo spirito di questa frase dovrebbe valere anche per altri vicini orientali che hanno aspirazioni europee e firmerà l´accordo di associazione con l´Ue.  
   
   
UN´EUROPA MAGGIORMENTE INNOVATIVA CHE PRESENTA PERÒ ANCORA NOTEVOLI DIFFERENZE REGIONALI  
 
Bruxelles, 5 marzo 2014 - L´europa sta colmando il proprio divario sul piano dell´innovazione con gli Stati Uniti e col Giappone, ma le differenze sul piano della resa innovativa tra gli Stati membri dell´Ue sono ancora considerevoli e si riducono soltanto lentamente. A livello regionale, il gap dell´innovazione si sta allargando e in quasi un quinto delle regioni dell´Ue il rendimento innovativo è peggiorato. Queste sono le principali risultanze del Quadro di valutazione "L´unione dell´innovazione" 2014 e del Quadro dell´innovazione regionale 2014 della Commissione europea. La graduatoria generale all´interno dell´Ue rimane relativamente stabile: la Svezia è in posizione di punta, seguita da Danimarca, Germania e Finlandia, i quattro paesi che investono maggiormente nella ricerca e nell´innovazione. Il Portogallo, l´Estonia e la Lettonia sono i paesi che hanno registrato i maggiori miglioramenti. Gran parte dei progressi sono stati determinati dall´apertura e dall´attrattiva del sistema di ricerca dell´Ue nonché dalla collaborazione all´innovazione aziendale e dalla commercializzazione dei saperi, come risulta da una misurazione basata sugli introiti di provenienza estera per licenze e brevetti. Tuttavia, la crescita della spesa pubblica di R&s è stata controbilanciata da un calo degli investimenti di venture capital e degli investimenti per l´innovazione non R&s nelle imprese. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l´Industria e l´imprenditoria, ha affermato: "Portare avanti l´innovazione in tutta Europa rimane un elemento prioritario se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo in materia di politica industriale consistente nel far sì che entro il 2020 almeno il 20% del Pil dell´Ue sia prodotto dall´industria manifatturiera. Maggiori investimenti da parte delle imprese, una forte domanda di soluzioni innovative europee e la riduzione degli ostacoli che si frappongono all´applicazione commerciale delle innovazioni sono la chiave della crescita. Abbiamo bisogno di imprese maggiormente innovative e di un contesto favorevole alla crescita al fine di portare efficacemente le innovazioni sui mercati". Il Commissario Máire Geoghegan-quinn, responsabile per la Ricerca, l´innovazione e la scienza, ha affermato:"Il quadro di riferimento conferma ancora una volta che l´investimento nella ricerca e nell´innovazione si ripaga in termini di rendimento dell´economia. Con un bilancio di quasi 80 miliardi di euro per i prossimi sette anni, Orizzonte 2020, il nostro nuovo programma di ricerca e innovazione, contribuirà a mantenere la spinta propulsiva. È adesso che dobbiamo aumentare gli investimenti nell´innovazione in tutta l´Ue se vogliamo realizzare entro il 2020 il nostro obiettivo del 3% del Pil." Johannes Hahn, Commissario responsabile per la Politica regionale e urbana, ha affermato: "Dobbiamo trasformare le grandi idee che ispirano l´Europa in imprese redditizie che producano occupazione e crescita sostenibile. Il nuovo bilancio dell´Ue e la politica regionale riformata offrono un´opportunità unica per promuovere l´innovazione. Più di 100 miliardi di euro di investimenti a valere sui Fondi strutturali e di investimento (fondi Sie) saranno destinati alla ricerca e all´innovazione come anche alla crescita digitale, alle piccole e medie imprese e allo sviluppo di energie verdi ed efficienti. Il quadro di riferimento presentato oggi indica che, mentre alcune regioni registrano progressi, sussistono ancora delle disparità. La nuova politica regionale affronterà questa problematica: ciascuna delle 274 regioni d´Europa dovrà sviluppare una strategia in tema di specializzazioni intelligenti che comprenderà anche un capitolo consacrato all´innovazione. Le regioni dovranno valorizzare i loro punti di forza economici e sviluppare nuovi modi innovativi per far fronte alla concorrenza globale." Per sintesi individuali del rendimento innovativo di tutti i 28 Stati membri e di altri paesi europei si rinvia a:Memo/14/140. Gli Stati membri sono ripartiti in quattro diversi gruppi di rendimento Il quadro di valutazione "L´unione dell´Innovazione" 2014 classifica gli Stati membri in quattro diversi gruppi di prestazioni: • la Danimarca (Dk), la Finlandia (Fi), la Germania (De) e la Svezia (Se) sono "Leader dell´innovazione" poiché la loro resa innovativa è ben al di sopra della media unionale; • l´Austria (At), il Belgio (Be), Cipro (Cy), l´Estonia (Ee), la Francia (Fr), l´Irlanda (Ie), il Lussemburgo (Lu), i Paesi Bassi (Nl), la Slovenia (Si) e il Regno Unito (Uk) sono "Paesi che tengono il passo" poiché la loro resa innovativa è superiore o vicina alla media unionale; • il rendimento di Croazia (Hr), Repubblica ceca (Cz), Grecia (El), Ungheria (Hu), Italia (It), Lituania (Lt), Malta (Mt), Polonia (Pl), Portogallo (Pt), Slovacchia (Sk) e Spagna (Es) si situa al di sotto della media unionale. Questi paesi sono "Innovatori moderati"; • la Bulgaria (Bg), la Lettonia (Lv) e la Romania (Ro) sono "Paesi in ritardo" poiché le loro prestazioni sul piano dell´innovazione sono di gran lunga al di sotto della media unionale. Cosa determina il successo dei leader dell´innovazione? I paesi maggiormente innovativi hanno una buona resa e presentano risultati nettamente superiori alla media dell´Ue in tutti gli ambiti: dalla ricerca e i sistemi di istruzione superiore, passando per le attività innovative delle imprese e gli attivi intellettuali, fino ad arrivare all´innovazione nelle Pmi e agli effetti economici, il che rispecchia un sistema nazionale di ricerca e innovazione equilibrato. Il raffronto internazionale con l´Ue Nell´europa in senso lato anche quest´anno la Svizzera conferma la propria posizione di leader assoluto dell´innovazione continuando a superare tutti gli Stati membri dell´Ue. A livello globale la Corea del Sud, gli Usa e il Giappone superano con distacco l´Ue. Mentre il divario tra gli Usa e il Giappone si è ridotto della metà negli ultimi anni, esso si allarga con la Corea del Sud. L´ue continua ad essere in vantaggio rispetto ad Australia, Canada e a tutti i paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Tale vantaggio è stabile o aumenta addirittura, fatta eccezione per la Cina che rimonta celermente il distacco. Il quadro di valutazione dell´innovazione regionale 2014 Quest´anno il quadro di valutazione "L´unione dell´innovazione" è accompagnato dal quadro di valutazione dell´innovazione regionale 2014 che offre una valutazione comparativa del rendimento sul piano dell´innovazione di 190 regioni dell´Unione europea, della Norvegia e della Svizzera, facendo uso di un numero limitato di indicatori della ricerca e dell´innovazione. Contesto del quadro di valutazione dell´innovazione Il quadro di valutazione "L´unione dell´innovazione" 2014 si basa su 25 indicatori ripartiti in tre grandi campi: Elementi abilitanti: fa il punto sui principali volani dell´innovazione – risorse umane, sistemi di ricerca aperti, eccellenti e attraenti, nonché finanziamenti e sostegno. Attività delle imprese: mette in luce gli sforzi di innovazione a livello di azienda – investimenti delle imprese, collaborazioni e attività imprenditoriali, nonché attivi intellettuali. Risultati: indica come gli elementi di cui sopra si traducono in vantaggi per l´economia nel suo complesso – innovatori ed effetti economici.  
   
   
RAFFORZARE LA SICUREZZA E LA DIFESA IN EUROPA  
 
Bruxelles, 5 marzo 2014 Di seguito l’intervento di ieri di José Manuel Durão Barroso Presidente della Commissione europea alla Conferenza di alto livello sul settore della sicurezza e difesa europea: “ Caro Ministro Avramopoulos, caro Ministro Dunne, Onorevoli parlamentari del Parlamento europeo, Signore e Signori, E naturalmente il mio caro collega Antonio Tajani, Prima di tutto lasciatemi esprimere il mio apprezzamento al vicepresidente Antonio Tajani e il Commissario Michel Barnier per organizzare e ospitare questa conferenza ad alto livello. Voglio ringraziare in particolare il Ministro della difesa Dimitrios Avramopoulos, in rappresentanza della presidenza greca dell´Unione europea, vi ringrazio per essere venuti, e vorrei anche ringraziare tutti gli ospiti illustri provenienti dai settori pubblico e privato che frequentano la conferenza. E ´un piacere per me unirmi a voi per questa discussione su una questione fondamentale: il futuro del settore della sicurezza e difesa europea. Credo che sia di vitale importanza per l´Unione europea, alla sua stabilità e prosperità duratura, nonché al suo ruolo e la proiezione sulla scena mondiale. Come mostrato nelle nostre indagini di Eurobarometro regolari, un forte e credibile la sicurezza comune e la politica di difesa comune (Psdc) offre alta tra le legittime aspirazioni dei nostri cittadini, e una Psdc credibile devono essere sostenute da un settore della sicurezza e difesa competitivo ed efficiente. Per questo motivo, ho implorato negli ultimi anni per un rafforzamento della nostra Psdc e del nostro settore sicurezza e difesa. Ho fatto così per esempio nel Parlamento europeo, nello Stato degli interventi dell´Unione e anche in molte altre occasioni. E sono felice di vedere ora è stato raggiunto tale progresso. Oggi, mi concentrerò qui su due questioni. In primo luogo, perché la materia di settore sicurezza e di difesa per l´Unione europea? E in secondo luogo, come fare di più e meglio con meno? Vorrei iniziare con alcune parole su l´industria europea in quanto tale. Se siamo seri quando parliamo di competitività, la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro, allora dobbiamo prestare più attenzione al nostro settore. Le cifre mostrano la forte resilienza del settore. Industria rappresenta ancora oltre l´80% delle esportazioni europee e genera circa un miliardo di euro al giorno (di cui 365 miliardi di euro all´anno), del surplus commerciale di manufatti, il 75% degli scambi all´interno del mercato unico sia nel settore industriale, quasi ogni quarto lavoro del settore privato è nel settore e l´industria rappresenta oltre l´80% della ricerca privata e dell´innovazione. Eppure questa resistenza viene messa alla prova dalla domanda interna relativamente debole, gli investimenti contrazione e la successiva quota declino dell´industria Pil europeo, attualmente al 15,1%. Ecco perché abbiamo chiamato per quello che abbiamo chiamato il "Rinascimento europeo Industriale", con azioni concrete che saranno affrontati nel prossimo Consiglio europeo, questo mese di marzo. Le proposte che abbiamo presentato all´inizio di quest´anno mirano a portare la quota dell´industria nel Pil europeo al 20% dell´obiettivo entro il 2020 e una migliore tenendo conto della competitività industriale in altri filoni politici. Ora, quando si tratta più specificamente al settore della sicurezza e della difesa, le cifre sono molto convincenti pure. Si tratta di un importante settore industriale, che impiega direttamente 400.000 persone e indirettamente genera altri 960.000 posti di lavoro in Europa, con un fatturato di 96 miliardi di euro nel solo 2012, e 23 miliardi di euro di esportazioni nel 2011. E ´anche un motore fondamentale di innovazione, centrata sulla progettazione di fascia alta e tecnologie. La sua ricerca d´avanguardia ha generato importanti effetti indiretti in altri settori, come l´elettronica, lo spazio e l´aviazione civile e fornisce migliaia di posti di lavoro altamente qualificati. Molti di quelli che sono diventati tecnologie di tutti i giorni, dal forno a microonde ad internet, come si sa, hanno le loro radici nel settore della difesa. Così chiaramente le nostre questioni di sicurezza e di difesa del settore industriale per motivi economici. Esso contribuisce in modo significativo alla crescita di tutta l´economia. E per rafforzare questo settore industriale, possiamo rafforzare le nostre economie. Ma lo fa di materia ovviamente per ragioni strategiche troppo. Si tratta di un elemento chiave della nostra capacità di garantire che ogni cittadino europeo abbia accesso alla sicurezza, la prosperità economica, la libertà politica e il benessere sociale. E ´quindi al centro dell´Europa "ragion d´essere". Ma è anche al centro del ruolo dell´Europa e l´ambizione sulla scena internazionale, in un mondo sempre più interdipendente e interconnesso. Il contesto strategico e geopolitico è in continua evoluzione e stiamo assistendo a una vasta gamma di nuove e complesse sfide di sicurezza di natura trans-nazionale. Per citarne alcuni, il terrorismo internazionale, la criminalità organizzata, le minacce informatiche, la pirateria, le violazioni dei diritti umani, tutto questo le sfide possono essere affrontate soltanto in un approccio globale combinando diverse politiche e strumenti, sostenuti da una vasta gamma di capacità civili e militari. I recenti avvenimenti dall´Afghanistan all´Africa e ancor più recentemente l´Ucraina hanno dimostrato che per il bene della propria stabilità e la sicurezza, l´Europa deve prestare attenzione alle vecchie "conflitti congelati" e altri potenziali nuovi focolai. C´è anche oltre l´Europa una crescente domanda per gli europei di inviare le loro forze militari in missione all´estero. Dobbiamo avere la capacità di difendere e sostenere i nostri valori e interessi nel nostro quartiere e oltre, e di promuovere il nostro impegno per un approccio multilaterale, basato su regole per gli affari internazionali. La realtà è che in rapida evoluzione contesto di sicurezza, la necessità di ulteriori sforzi in materia di sicurezza e di difesa è sempre più visto come una questione di credibilità politica dell´Unione europea. Così un Psdc rafforzata e credibile sostenuta da un settore sicurezza e di difesa competitivo ed efficiente ed è una chiave priorità politica, strategica ed economica. Signore e signori, Ora, come possiamo fare di più e meglio con meno? E io dico meno perché viviamo sotto vincolo finanziario, come tutti sappiamo. Perché in effetti dobbiamo fare di più con meno: le attese per un´azione più dall´Europa in tutto il mondo sono in aumento dal 1990, ma i bilanci della difesa sono stati sostanzialmente ridotti rispetto allo stesso periodo. Questo ha influenzato negativamente la spesa pubblica per la R & S nel settore della difesa. Tra il 2006 e il 2010 la spesa in R & S in questo settore è diminuita del 14% mentre i bilanci complessivi diminuiti del 3,5%. Solo negli Stati Uniti di oggi spende sette volte di più per la difesa di R & S di tutti i 28 Stati membri insieme. Allo stesso tempo, il costo della capacità moderne è costantemente aumentato: la complessità tecnologica crescente di attrezzature di difesa e volumi di produzione ridotti stanno avendo un effetto a catena sul settore. Che cosa significa questo per noi? Questo significa che con i bilanci della difesa contrazione dobbiamo pensare diversamente su come lavoriamo insieme. Questo deve fungere da catalizzatore per una più lavoro cooperativo. Abbiamo bisogno di dare uno sguardo duro insieme a quello che dobbiamo migliorare e come farlo. C´è spazio per gli Stati membri per ottenere una migliore valore dai loro bilanci della difesa esistenti. C´è spazio per un migliore coordinamento delle attrezzature e dei requisiti e dei programmi di collaborazione più efficaci. In effetti c´è molto che possiamo fare insieme per superare l´attuale frammentazione del mercato europeo della difesa, per evitare la duplicazione delle capacità, per raggiungere una maggiore efficienza economica e in ultima analisi, per consentire all´Europa di mantenere una difesa base industriale e tecnologica competitiva. Naturalmente, questo è in primo luogo agli Stati membri di definire l´ambizione, grado di autonomia e portata della Pesd e futuri lavori sulle capacità. Ma gli Stati membri e le istituzioni europee devono lavorare insieme per adattarsi e rispondere a queste nuove sfide. In effetti, questo sforzo è già perseguito attraverso l´approccio cosiddetto "pooling e condivisione" nell´Unione europea in complementarità con il cosiddetto concetto di "difesa intelligente" nella Nato. Questo è il motivo per cui la Commissione europea, nel pieno rispetto delle competenze ´degli Stati membri, è venuto con alcune idee. E abbiamo, all´interno delle nostre competenze, preso iniziative coraggiose e continueremo a farlo. Sono particolarmente lieto che il Consiglio europeo di dicembre ha sostanzialmente approvato le nostre proposte di luglio scorso per una più efficiente e un settore della difesa e della sicurezza più competitivo. Lasciatemi li ricordo brevemente. In primo luogo, abbiamo proposto di ridurre l´attuale frammentazione del mercato, affrontando distorsioni del mercato e migliorare la sicurezza dell´approvvigionamento, sulla base delle due direttive adottate nel 2009: uno sui trasferimenti intra-Ue e l´altra sugli appalti pubblici. In secondo luogo, ci proponiamo di rafforzare la competitività del tecnologica di difesa europea e la base industriale (Edtib) promuovendo la standardizzazione e la certificazione comune, migliorando l´accesso alle materie prime, e garantendo adeguatamente il ruolo delle Pmi nella catena di approvvigionamento, in particolare attraverso lo sviluppo di distretti industriali con le Pmi. In terzo luogo, ci proponiamo di sfruttare pienamente le potenziali sinergie tra i settori civile e militare attraverso lo sviluppo di più prodotti e le capacità a duplice uso. Stiamo soprattutto cercando di garantire il maggior numero di sinergie possibili tra il nostro programma di ricerca civile, Orizzonte 2020, e quelli coordinata dall´Agenzia europea per la difesa. Orizzonte 2020 è stato concepito per scopi civili, ma c´è un sacco di potenziale doppio uso nelle tecnologie abilitanti fondamentali. Vi è anche un tema specifico "Società sicure" con molte potenzialità e effetti di ricaduta sulla difesa. E stiamo lavorando per un´azione preparatoria per sostenere la ricerca legata alla difesa di fuori Orizzonte 2020. Per consegnare questo ambizioso programma, la Commissione, attraverso l´attività Defence Force istituita nel 2011, continua a lavorare in stretta consultazione con il Servizio per l´azione esterna, naturalmente sotto la guida del nostro rappresentante e Vice-presidente della Commissione Cathy Ashton, con Gli Stati membri e l´Agenzia europea per la difesa. Signore e signori, Sono lieto che le proposte della Commissione sono stati uno dei pilastri delle discussioni e le conclusioni del Consiglio europeo di dicembre. Ma è chiaro che questa non è la fine della strada. È l´inizio di un nuovo capitolo, una nuova dinamica per Psdc. Non dimentichiamo che il Consiglio europeo affronterà progressi concreti su tutte le questioni nel mese di giugno 2015. La Commissione sta ora lavorando su una tabella di marcia con azioni concrete e scadenze, da adottare entro l´estate. E la conferenza di oggi è per noi l´occasione di sentire le vostre opinioni sulla strada da percorrere e su come potremmo miglior valore aggiunto all´azione a livello europeo, come la difesa è chiaramente una delle nuove frontiere della cooperazione dell´Unione europea Vi ringrazio per la vostra attenzione.”  
   
   
QUADRO DI VALUTAZIONE FINALE SU UNA RICERCA DI SEMPLIFICAZIONE: 120 MISURE PER RIDURRE GLI OSTACOLI BUROCRATICI A SOSTEGNO UE  
 
Bruxelles, 5 marzo 2014 - La Commissione ha adottato la versione definitiva del suo quadro di valutazione sugli sforzi di semplificazione, tra cui più di 120 misure volte a semplificare le norme per i finanziamenti Ue a favore di imprese, città, regioni, scienziati e Ong europei. Oltre all´adozione del quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2014 - 2020 e dei programmi di finanziamento specifici per il settore fatto grandi passi avanti nel semplificare l´accesso dei potenziali beneficiari è stato fatto per i finanziamenti Ue. Tuttavia, le istituzioni dell´Ue e gli Stati membri devono determinare l´adozione delle necessarie misure di attuazione e tecnici, ulteriori semplificazioni. "Quest´anno, l´accesso ai finanziamenti dell´Ue sarà più facile, senza che il controllo sulle loro compromessi uso fatto", ha dichiarato il commissario europeo per la Programmazione finanziaria e il bilancio Janusz Lewandowski. "Tuttavia, la semplificazione è un processo continuo che richiede un intervento da parte delle istituzioni dell´Ue e gli Stati membri in futuro. Circa l´80% del bilancio dell´Ue sono svolte dagli Stati membri, adottare misure a livello comunitario può avere successo solo se le misure di semplificazione a livello nazionale, regionale e locale sono presi. Pertanto, gli Stati membri sono incoraggiati a cooperare con la Commissione per tirare insieme e di ridurre l´onere amministrativo per i beneficiari via. " Tuttavia, si potrebbe sono stati raggiunti. Le misure di semplificazione a volte sono falliti a causa del disaccordo tra gli Stati membri, di modo che siano state introdotto numerose esenzioni e le regole eccessivamente puntuali (ad esempio gestito in relazione alla fornitura di sussidi per l´agricoltura, fondi strutturali e l´esecuzione del bilancio in molti Commissione programmi). Perché abbiamo bisogno di un più facile accesso ai fondi europei e come è visto dal beneficiario? (inglese / francese) Esempi di semplificazione: Metodo di rimborsi per la ricerca semplificata: un tasso di restituzione unico per tutti i partecipanti in un progetto ("Progetto - un tasso di sovvenzione") e una somma forfettaria per coprire i costi indiretti; Termini più brevi per i pagamenti ai beneficiari (90 giorni) nella politica di coesione; E-coesione: nel campo della politica di coesione sono sistemi elettronici utilizzati per trasmettere i dati sui beneficiari, utilizzare i database esistenti e può salvare i documenti; Requisiti di conservazione più brevi per i documenti: beneficiari devono tenere un registro dei progetti finanziati dall´Ue superiore a tre anni.  
   
   
E U-GEORGIA: SOSTEGNO FINANZIARIO PER RAFFORZARE LE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE  
 
Tbilisi, 5 marzo 2014 - Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle ha firmato due contratti di finanziamento a Tbilisi Martedì per sostenere la riforma delle finanze pubbliche in Georgia e di rafforzare il ruolo e le capacità del Parlamento. L´accordo di finanziamento per sostenere la riforma della Georgia della politica di finanza pubblica è pari a € 21 milioni e contribuirà al buon governo e rafforzare ulteriormente la fornitura dei servizi pubblici »e la responsabilità del settore pubblico. Essa promuoverà la trasparenza, aumentando l´efficienza e l´efficacia della pianificazione e della spesa governativa. "E ´importante per me, non solo per venire a parlare significato del consolidamento delle istituzioni democratiche e rafforzare l´inclusività del processo di riforma, ma anche per sostenere con un aiuto concreto. Questo programma crea un nuovo meccanismo per consentire al Parlamento di formulare raccomandazioni sulla bilancio dello Stato. Società civile sarà informato e consultato. Tutto questo dovrebbe consentire una migliore gestione della spesa pubblica e di responsabilità verso i cittadini georgiani ", ha dichiarato il commissario Füle. Questa terza ondata di sostegno dell´Ue alla georgiana gestione delle finanze pubbliche si basa su due precedenti programmi di successo per complessivi € 26 milioni. Per la prima volta, questo nuovo programma non solo coinvolgere il Ministero delle Finanze, ma anche lavorare con il Parlamento e la Corte dei conti dello Stato, aumentando così la responsabilità. L´accordo di finanziamento per rafforzare il sistema di democrazia parlamentare in Georgia è pari a € 1,5 m e aiuterà il Parlamento a sviluppare nuove capacità del sistema di supervisione pubblica, rafforzare la sua capacità di elaborazione delle politiche e rafforzare il suo ruolo nel processo di integrazione europea. La leadership parlamentare, nonché le commissioni parlamentari saranno aiutati a svolgere politiche e funzione di vigilanza più efficace. Commissioni parlamentari, compresi i diritti umani, Agricoltura, Ambiente, Salute e Affari sociali saranno allenati per migliorare la sorveglianza di bilancio e di controllo. Commissario Füle ha detto: " Questa è una chiara espressione del nostro interesse nel rafforzamento della democrazia in Georgia. Per avere forte, capace parlamento è molto importante, soprattutto quando stiamo assistendo tempi difficili con alcuni vicini di casa che agiscono in completa violazione delle leggi e delle norme internazionali. "  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA NUOVE NORME PER UNA MAGGIORE TRASPARENZA DELLE REMUNERAZIONI E PROFILI DI RISCHIO NELLE BANCHE  
 
Bruxelles, 5 marzo 2014 - Ieri la Commissione europea ha adottato norme tecniche del regolamento che definisce i criteri per individuare le categorie di personale le cui attività professionale ha un impatto significativo sul profilo di rischio di un istituto (le "significative risk takers"). Queste norme consentono l´individuazione di acquirenti di rischio nelle banche e imprese di investimento. In realtà, sono loro che devono conformarsi alle norme Ue in materia di retribuzione variabile (compresi i bonus), da qui l´importanza del censimento. Queste norme integrano le disposizioni della direttiva sui requisiti patrimoniali (Crd Iv) , entrato in vigore il 17 lug 2013 (cfr. Memo/13/690 in inglese), che ha rafforzato le regole per il rapporto tra i componenti fisso (stipendio) e variabile (bonus) della retribuzione complessiva. Sotto queste disposizioni hanno effetto dal 1 ° gennaio 2014, la componente variabile non deve superare il 100% della componente fissa della retribuzione complessiva per importanti acquirenti di rischio. In determinate condizioni, gli azionisti possono aumentare questo rapporto massimo al 200%. Gli standard tecnici di regolamentazione sono stati sviluppati dalla Autorità bancaria europea (Eba) e la Commissione europea, approvando rafforza le norme armonizzate per la remunerazione delle banche e delle imprese di investimento dell´Unione europea (Eu). Questi standard fissati per l´intera Unione europea, un´unica metodologia per l´identificazione dei rischi significativi acquirenti, sulla base di una combinazione di criteri qualitativi e quantitativi da applicare da tutte le istituzioni soggette al Crd Iv. In realtà è di applicare concretamente le norme relative alla retribuzione. Michel Barnier, commissario per il Mercato interno ei servizi, ha dichiarato a questo: "Alcune banche sono tutti i mezzi per eludere le norme in materia di retribuzioni. L´adozione di queste norme tecniche è un passo importante per garantire che le disposizioni della direttiva sui requisiti patrimoniali in materia di remunerazioni siano applicate in modo coerente in tutta l´Ue. Tali norme saranno chiaramente identificare le persone che sono effettivamente interessati dalle nuove norme Ue sui premi, che è essenziale se vogliamo evitare che queste regole sono in tour. Inoltre, l´Autorità bancaria europea è stato dato il compito di garantire la coerenza delle pratiche di vigilanza delle autorità competenti in materia di remunerazione. La Commissione continuerà a vigilare che le nuove norme siano pienamente attuate. " Principali elementi delle norme tecniche adottate oggi: In generale, sono considerati avere un impatto significativo sul profilo di rischio dei membri del personale di un istituto che soddisfano almeno uno dei criteri indicati nelle norme tecniche, vale a dire: una serie di 15 criteri qualitativi relativi al ruolo di semplice e personale dell´autorità decisionale (ad esempio, essendo un membro del corpo direttivo dell´ente, appartenente alla direzione generale dell´istituto, o hanno il potere esercitare l´attività in modo significativo in termini di esposizione al rischio di credito); di criteri quantitativi relativi semplice al compenso complessivo, in termini assoluti o relativi, il membro del personale interessato. A questo proposito, un membro del personale che si applica non su criteri qualitativi può tuttavia essere considerato come un importante acquirente di rischio se: - La sua retribuzione totale è superiore a 500 000 Eur all´anno, o - Fa parte del 0,3% del personale dell´istituzione da cui la più alta remunerazione è stata versata o - Il suo compenso totale è uguale o superiore al compenso totale più basso pagati ad un membro del senior management o di altri importanti acquirenti di rischio. Gli standard tecnici di regolamentazione possono autorizzare gli enti di confutare, in rigorose condizioni controllate prudenziali e sempre sotto, la presunzione che una parte del personale sarebbe Takers rischi significativi se considerati come tali solo sulla base di criteri quantitativi di cui sopra. A questo proposito: quando la compensazione totale concesso è pari o superiore a 500 000 Eur, qualsiasi confutazione della presunzione che il membro del personale sarebbe un significativo acquirente di rischio deve essere comunicata all´autorità competente; quando la compensazione totale concesso è pari o superiore a Eur 750 000 o il membro del personale è parte del 0,3% del personale il meglio pagato dello stabilimento, è necessaria la previa approvazione dell´autorità competente ; quando il compenso complessivo è pari o superiore a € 1.000.000, l´autorità competente informa l´intenzione dell´Autorità bancaria europea prima di prendere una decisione. In ogni caso, è che le istituzioni solo per dimostrare che, nonostante l´alto livello di retribuzione, l´agente in questione non ha in realtà hanno un impatto significativo sul profilo di rischio dell´ente dato l´unità operativa in cui lavorano, nonché le responsabilità e attività.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: CHAT CON MIKAEL GUSTAFSSON: PREVENIRE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE  
 

Strasburgo, 5 marzo 2014 - Ancora molte donne sono vittime di violenza in Europa. Cosa é possibile fare per impedirlo? I fan della pagina Facebook del Parlamento europeo hanno la possibilità di discutere della questione con con Mikael Gustafsson, deputato svedese della Sinistra Unita e presidente della commissione per i Diritti delle donne, mercoledì 5 marzo alle ore 13:30, a pochi giorni della Giornata internazionale delle donne La Giornata internazionale delle donne si celebra ogni anno l´ 8 marzo. Il 2014 vedrà in Europa come tematica principale la violenza domestica contro le donne. Violenza che spesso impedisce alle donne di partecipare pienamente alla vita sociale. La commissione presieduta da Mikael Gustafsson ha approvato in seduta plenaria un documento per la prevenzione della violenza sulle donne. Partecipa alla chat mercoledì 5 marzo dalle ore 13:30. Http://www.europarl.europa.eu/news/it/news-room/content/20140303sto37482/html/chat-con-mikael-gustafsson-prevenire-la-violenza-contro-le-donne

 

 
   
   
A GIUDIZIO DEGLI AUDITOR DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA, LA COMMISSIONE UE ATTUA LE RACCOMANDAZIONI DI AUDIT IN MODO ADEGUATO  
 
 Lussemburgo, 5 marzo 2014 - Una relazione pubblicata dalla Corte dei conti europea conclude che la Commissione Ue assicura un seguito adeguato e attua la maggior parte delle raccomandazioni della Corte e che ciò ha contribuito a migliorare la gestione finanziaria in vari settori del bilancio dell´Unione europea. “La Corte apporta un valore aggiunto applicando le proprie competenze per identificare come migliorare la gestione finanziaria,” ha affermato Henrik Otbo, il Membro della Corte responsabile della relazione, “Con la Commissione Ue che tiene conto dei nostri pareri e attua le nostre raccomandazioni, conseguiamo la nostra missione – aiutare l´Ue a funzionare meglio”. La relazione 2012 sul seguito dato alle relazioni speciali della Corte ha valutato se la Commissione abbia seguito in modo adeguato le raccomandazioni di audit formulate nelle relazioni speciali della Corte dei conti europea. È stato preso in esame un campione di 62 raccomandazioni estratte da dieci relazioni speciali del periodo 2006-2010. La Corte ha valutato le azioni intraprese dalla Commissione in risposta a queste 62 raccomandazioni e ha riscontrato che l´83 % di esse è stato pienamente attuato o attuato per la maggior parte degli aspetti, il 12 % è stato attuato per alcuni aspetti, mentre un 5 % non è stato attuato. L’esame ha anche mostrato che la Commissione ha posto in essere linee guida e procedure adeguate per quel che riguarda le sue attività di follow-up. Il follow-up delle relazioni di audit è considerato dai princìpi internazionali di audit la fase finale del ciclo dei controlli di gestione che comprende appunto la pianificazione, lo svolgimento e il follow-up.  
   
   
L´UNIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI STANNO FACENDO ABBASTANZA PER L´OCCUPAZIONE GIOVANILE? IL CESE FA PIENO USO DELLE ESPERIENZE DEI PROPRI MEMBRI.  
 
Bruxelles, 5 marzo 2014 - I membri del Comitato economico e sociale europeo (Cese) e il suo Osservatorio del mercato del lavoro (Oml) hanno intrapreso uno studio di impatto sull´attuazione delle politiche dell´Ue per l´occupazione giovanile in una selezione di sei Stati membri (Austria, Croazia, Finlandia, Grecia, Italia e Slovacchia) - visto dal punto di vista della società civile. La situazione vulnerabile di giovani lavoratori nel mercato del lavoro è stato un argomento di particolare interesse per tutte le istituzioni europee, i giovani sono stati colpiti in modo particolarmente duro dalla crisi. Negli ultimi quattro anni, il tasso complessivo di occupazione per i giovani è caduto tre volte tanto quanto per gli adulti. La situazione è chiaramente inaccettabile: 5,5 milioni di giovani erano disoccupati nell´area Ue-28 nel dicembre 2013. Imparare gli uni dagli altri: Progetto pilota della Lmo sull´occupazione giovanile mira a fornire un valore aggiunto alla massa di documenti europei esistenti andando direttamente agli stakeholder e chiedendo il loro parere su questioni come l´attuazione della garanzia per i giovani e l´efficacia dei sistemi di tirocinio e di apprendistato. Le informazioni vengono raccolte attraverso questionari e missioni conoscitive agli Stati membri, durante il quale i membri del Cese incontrano i rappresentanti delle organizzazioni dei datori di lavoro, sindacati, organizzazioni giovanili e le autorità pubbliche. "Abbiamo scelto i paesi più e meno colpiti dalla disoccupazione giovanile, come la Grecia e la Slovacchia e la Finlandia e l´Austria, al fine di stimolare l´apprendimento reciproco. Queste informazioni di base contribuirà a una migliore comprensione della situazione in determinati Stati membri ", spiega Christa Schweng (I gruppo, Austria), Presidente della Lmo. Un´audizione pubblica sull´occupazione dei giovani sarà organizzato dall´Osservatorio del mercato del lavoro il 1 apr 2014, coinvolgendo i partner del Cese istituzionali, le parti sociali e le organizzazioni della società civile, / regionali / stakeholder locali nazionali degli Stati membri che sono stati visitati, pensare- carri armati e altre organizzazioni interessate. Parte della sessione plenaria di giugno del Cese - il primo dopo le elezioni europee - sarà inoltre dedicato a questo tema chiave, con lo studio d´impatto e un parere sulle migliori pratiche in materia di occupazione giovanile (relatrice Christa Schweng) all´ordine del giorno.  
   
   
TORINO: L’AMBASCIATORE DELLA MOLDOVA STELA STINGACI A PALAZZO CISTERNA: “ABBIAMO BISOGNO DEL SOSTEGNO DELL’EUROPA”  
 
 Torino, 5 marzo 2014 - L’ambasciatore della Repubblica di Moldova in Italia Stela Stingaci, a Torino in visita istituzionale, ha incontrato il 3 marzo a Palazzo Cisterna il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta con il quale ha affrontato opportunità e prospettive di sviluppo dei rapporti moldo-italiani a livello anche locale, collegati alla presenza che si va intensificando di cittadini moldovi nel nostro territorio. Dei quasi 10mila moldovi presenti in Piemonte (il 2.5% del totale degli stranieri), circa 7mila vivono nel territorio provinciale: Torino, Chieri e Moncalieri le località dove si concentra maggiormente la loro presenza. L’ambasciatore Stingaci, ricordando il cammino già intrapreso dal suo Paese verso un avvicinamento all’Europa, ha sottolineato la forte e sentita esigenza da parte della Repubblica di Moldova, che per larga parte confina con l’Ucraina, del sostegno da parte dei Paesi più sviluppati, avanzati e democratici: dopo la Romania, è l’Italia il Paese verso cui la Repubblica di Moldova guarda maggiormente e l’ambasciatore non ha mancato di sollecitare il loro coinvolgimento in progetti europei e di cooperazione. Saitta, che ha ricevuto l’ambasciatore insieme al presidente del Consiglio provinciale Sergio Bisacca e all’assessore alle relazioni internazionali Marco D’acri, ha ribadito l’attenzione che le istituzioni del territorio hanno nei confronti delle comunità straniere che si sono insediate, richiamando le opportunità reciproche legate ai temi dello sviluppo locale e sottolineando che nel 2015 Torino ospiterà il Forum mondiale della cooperazione.  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE: QUESTIONE VITALIZI: LA GIUNTA SI MUOVE  
 
Trento, 5 marzo 2014 - La Giunta regionale, riunita ieri a Trento per la prima volta, ha deciso di incaricare il professor Luca Nogler per fornire, entro un mese, il quadro giuridico di possibile intervento anche retroattivo sui vitalizi, sulle relative anticipazioni e sugli accantonamenti del cosiddetto fondo “family”. Per quanto riguarda i trattamenti pensionistici relativi alla legislatura appena iniziata la Giunta ha deciso di presentare un disegno di legge che si ponga l’obiettivo di evitare per il futuro che la Regione debba continuare ad erogarne. In futuro, hanno convenuto i membri della Giunta, i consiglieri provinciali e regionali avranno solamente l’indennità. I trattamenti pensionistici saranno privati e completamente a loro carico. Il parere ed il disegno di legge saranno poi trasferiti al Consiglio regionale e quindi ai capigruppo per l’esame dell’assemblea legislativa regionale, come concordato oggi con il Presidente del Consiglio regionale Diego Moltrer che ha partecipato alla riunione della Giunta. L’esecutivo regionale ha inoltre deciso che tutte le somme che verranno recuperate, in conseguenza anche di atti di liberalità da parte degli ex consiglieri, saranno destinate ad un apposito fondo regionale, istituito sul bilancio della Regione e vincolato a politiche in campo di welfare e assistenza sociale.  
   
   
TRASPARENZA: FVG GARANTISCE ACCESSO DATI SU SITO REGIONALE  
 
Trieste, 5 marzo 2014 - "Il Friuli Venezia Giulia è una Regione impegnata a comunicare in maniera efficace e tempestiva la sua organizzazione e le sue attività, anche al di là degli obblighi di legge". Lo afferma il responsabile per la Trasparenza e la prevenzione della corruzione, Mauro Vigini, commentando quanto sostenuto dal consigliere regionale Riccardo Riccardi, il quale aveva sollevato obiezioni in merito alla pubblicazione dei dati sui tempi di pagamento sul sito istituzionale della Regione. "La norma che dispone la pubblicazione sul sito istituzionale dei tempi medi di pagamento relativi agli acquisti di beni servizi e forniture - spiega Vigini - prevede che i dati stessi siano forniti con cadenza annuale", ricordando che "il decreto legislativo 33/2013 sugli obblighi di trasparenza è entrato in vigore meno di un anno fa: dunque i tempi per l´adempimento sono ancora aperti e noi li rispetteremo". "La Regione sta seguendo e monitorando i dati relativi ai pagamenti e - prosegue - prevede di implementare la relativa sezione della pagina ´Trasparente´ del sito istituzionale nelle prossime settimane, perfettamente in linea con il dlgs 33/2013". "Riguardo ai moltissimi obblighi di pubblicazione previsti dal decreto - aggiunge Vigini - l´Amministrazione regionale è intensamente impegnata, con il coinvolgimento di tutte le sue strutture, per assicurare non solo il rispetto formale degli adempimenti di legge, ma soprattutto per garantire alla comunità regionale un´informazione chiara, completa e - conclude - accessibile".  
   
   
INNOVAZIONE - EMILIA-ROMAGNA AL TOP IN ITALIA SECONDO L´ULTIMO RAPPORTO DELLA COMMISSIONE UE. ERRANI: "UN DATO IMPORTANTE CHE RICONOSCE LO SFORZO CONGIUNTO CHE STIAMO FACENDO; È IL NOSTRO IMPEGNO ANCHE PER IL FUTURO"  
 
Bologna, 5 marzo 2014 - “Il riconoscimento da parte dell’Europa è un dato importante, che ci dice come lo sforzo che stiamo compiendo in questa direzione insieme a imprese, università, centri di ricerca e forze sociali stia dando gli esiti positivi che ci attendiamo. È la linea di lavoro su cui l’Emilia-romagna deve impegnarsi anche nel futuro”. Così il presidente della Regione, Vasco Errani, commenta i dati dell’ultimo “Regional Innovation Scoreboard” della Commissione Ue, rapporto da cui emerge l’Emilia-romagna come una delle tre regioni leader per l’innovazione in Italia insieme a Piemonte e Friuli, sopra la media europea e in un processo di costante crescita. “Bisogna ancor più spingere sull’acceleratore col potenziamento dei tecnopoli, che sono il vero ponte culturale tra la produzione e il sapere – aggiunge l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli -. Innovare è la nostra strada e vogliamo dare un ulteriore impulso attraverso la nuova legge sull’attrattività per sostenere le imprese, il lavoro e creare nuove opportunità di benessere”.  
   
   
INNOVAZIONE - EMILIA-ROMAGNA AL TOP IN ITALIA SECONDO L´ULTIMO RAPPORTO DELLA COMMISSIONE UE. ERRANI: "UN DATO IMPORTANTE CHE RICONOSCE LO SFORZO CONGIUNTO CHE STIAMO FACENDO; È IL NOSTRO IMPEGNO ANCHE PER IL FUTURO"  
 
Bologna, 5 marzo 2014 - “Il riconoscimento da parte dell’Europa è un dato importante, che ci dice come lo sforzo che stiamo compiendo in questa direzione insieme a imprese, università, centri di ricerca e forze sociali stia dando gli esiti positivi che ci attendiamo. È la linea di lavoro su cui l’Emilia-romagna deve impegnarsi anche nel futuro”. Così il presidente della Regione, Vasco Errani, commenta i dati dell’ultimo “Regional Innovation Scoreboard” della Commissione Ue, rapporto da cui emerge l’Emilia-romagna come una delle tre regioni leader per l’innovazione in Italia insieme a Piemonte e Friuli, sopra la media europea e in un processo di costante crescita. “Bisogna ancor più spingere sull’acceleratore col potenziamento dei tecnopoli, che sono il vero ponte culturale tra la produzione e il sapere – aggiunge l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli -. Innovare è la nostra strada e vogliamo dare un ulteriore impulso attraverso la nuova legge sull’attrattività per sostenere le imprese, il lavoro e creare nuove opportunità di benessere”.  
   
   
REGIONE FVG: OBIETTIVO? CONCRETIZZARE I PROGRAMMI DI MANDATO  
 
 Udine, 5 marzo 2014 - "Ripensare l´organizzazione ed il rapporto tra dirigenza pubblica e parte politica, dando concretezza ai programmi di mandato". Questo è ciò che la presidente della Regione Debora Serracchiani chiede al nuovo direttore generale della Regione Roberto Finardi, e questi sono gli obiettivi che egli stesso si pone, "in quanto soddisfano un percorso professionale che negli anni ha visto accentuarsi l´interesse per la cosa pubblica non soltanto sotto il profilo della mera regolarità, come sarebbe tipico del ruolo, ma sotto quello della gestione e di tutti gli aspetti della managerialità". Finardi l´ha confermato ieri, poco prima dell´incontro avuto a Udine con i direttori centrali dell´Amministrazione regionale, e ha collocato tra i suoi compiti "il saper coniugare le esigenze di un esecutivo politico alle capacità di dirigenti che fanno questo lavoro per professione". "In pratica, un´integrazione di esperienze finalizzata al bene comune ed alla possibilità di attuare i programmi politici" ha spiegato, osservando che il suo sforzo personale riguarderà sostanzialmente il tradurre in soluzioni concrete, oltre che verificabili e monitorabili, i contenuti del Programma di Governo. Un progetto che comprende, come ha sottolineato Finardi, il principio della trasparenza. "Ho chiesto che per contratto la mia prestazione sia valutata" ha spiegato, confermando che da tale valutazione dipenderà anche la sua retribuzione e che, per quel che lo riguarda, non ci sarà alcun problema affinché il tutto sia reso pubblico attraverso il sito istituzionale, "affinché i cittadini sappiano se il direttore generale avrà fatto il proprio dovere fino in fondo".  
   
   
ROSSI ANNUNCIA UNA REVISIONE DELLA LEGGE SUL TERMALISMO E SUL TURISMO  
 
Rapolano Terme (Si), 5 marzo 2014 - Ha scelto lo splendido scenario dello stabilimento "Antica Querciolaia" di Rapolano Terme il presidente Enrico Rossi per annunciare l´intenzione della Regione Toscana di rivedere la legge sul termalismo e introdurre correttivi anche in quella sul turismo. "E´ bastato un semplice colloquio con i responsabili di stabilimenti pubblici e privati – ha spiegato il presidente Rossi – per capire che anche in questo campo è necessario introdurre qualche deciso correttivo. E´ quindi mia intenzione convocare in tempi brevi una riunione tra amministratori, operatori del settore e pochi tecnici per riscrivere la legge regionale sul termalismo e rivedere quella che regola le strutture turistiche. Non è possibile che le piscine termali nel ventunesimo secolo siano ancora disciplinate da un Regio decreto del 1919". In mattinata il presidente Rossi, accompagnato dal sindaco e dal direttore generale Alessandro Fabbrini aveva visitato le terme di Petriolo, annunciando la costituzione di un tavolo finalizzato al rilancio di quella struttura. A Rapolano Rossi, accompagnato dal sindaco Emiliano Spanu e dallo stesso Fabbrini, si è incontrato con due imprenditori privati del settore, Luigi e Laura Meucci, che gestiscono le vicine Terme di San Giovanni e l´albergo e centro benessere Due Mari e Aqva Dei. Gestori pubblici e privati gli hanno illustrato tutte le loro difficoltà, pregandolo di ridurre gli adempimenti burocratici a loro carico. Tra i più curiosi e complessi, la necessità di dotare le imprese chiamate ad effettuare piccoli lavori all´interno delle strutture, del Duvri le sessanta pagine di regole del Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenziali. E poi l´obbligo, nella provincia di Siena, di prevedere due banconi, uno per i clienti, l´altro per il pubblico, per un albergatore che volesse aprire un bar all´´interno della propria struttura. E ancora la necessità, per uno stabilimento termale che volesse dotarsi di un ambulatorio, di realizzarlo con ingresso e uscita separati dalla struttura termale, costringendo i propri clienti ad uscire. "Ciò che emerge in tutta evidenza – è la conclusione di Enrico Rossi – è che se vogliamo dare impulso al turismo toscano dobbiamo essere in grado di eliminare storture come queste. E´ ciò che chiederò di fare al Consiglio regionale presentando una proposta di legge della Giunta". Il presidente Rossi ha infine avuto modo di apprezzare l´ottimo andamento delle Terme di Rapolano che, grazie ad un investimento iniziale della Regione Toscana, hanno effettuato numerosi interventi migliorativi, fatturano 3 milioni di euro l´anno, danno lavoro a 45 addetti e da dieci anni sono in attivo. Il segreto? La scelta rivelatasi vincente di puntare non su una clientela di lusso, ma sulla domanda interna praticando prezzi contenuti, avendo un´area attrezzata per camper molto utilizzata in stagione e facendo convenzioni con gli agriturismi vicini.  
   
   
PERSONALE: FVG, AVVIATA LA NUOVA ERA DELLE RELAZIONI CON I SINDACATI  
 
Trieste, 5 marzo 2014 - "Dopo anni di relazioni sindacali praticamente nulle, è stata avviata una nuova era di rapporti fra la Regione ed i rappresentanti dei propri lavoratori ad ogni livello". Ne è convinto l´assessore alla Funzione pubblica del Friuli Venezia Giulia Paolo Panontin che evidenzia la soddisfazione di tutte le componenti coinvolte al termine della riunione che ha determinato l´accordo sul sistema delle relazioni sindacali riferito all´area non dirigenziale nell´ambito dell´Amministrazione regionale. "Ci baseremo sul confronto aperto e sul dialogo costruttivo che - conferma Panontin a margine di quella che è stata definita la prima tappa di un rinnovato percorso - sono le basi per attivare ed ottimizzare le politiche sul personale in un contesto di rispetto e trasparenza". Di fatto, Regione e organizzazioni sindacali hanno siglato un documento che, tra l´altro, in sede di contrattazione collettiva regionale adotta le buone pratiche dell´informazione preventiva e successiva nei termini concordati. Nel dettaglio, la Regione si impegna a fornire un´informazione preventiva completa in relazione a disegni di legge e proposte di regolamenti in materia di organizzazione e spese che coinvolgano il personale, analoghe o simili bozze di circolari, articolazione e declaratoria delle funzioni nelle strutture dell´Amministrazione e degli Enti collegati, numero complessivo delle posizioni organizzative attribuibili e loro collocazione, programma dei fabbisogni professionali, determinazione del contingente di personale a tempo parziale, ricorso al lavoro flessibile, indirizzi generali di organizzazione del lavoro e, infine, programmi annuali e pluriennali delle attività di formazione professionale, riqualificazione e aggiornamento. A cadenza periodica e circostanziata, invece, la Regione fornirà un´informazione successiva in merito a introduzione di nuove tecnologie con effetti diretti sul lavoro, iniziative volte al miglioramento del welfare interno, quadro complessivo del personale assegnato alle singole strutture, indirizzi e assegnazioni delle ore di lavoro straordinario per direzione e servizio, provvedimenti di trasferimento, distacco e comando, contratti di lavoro a tempo determinato conclusi, unità e categorie del personale somministrato e, ultimo ma non ultimo, attuazione dei programmi di formazione ed attività collegate.  
   
   
CIG IN DEROGA: ABRUZZO, OLTRE 29 MLN PER 10 MILA LAVORATORI  
 
L´aquila, 5 marzo 2014 - Stanziati oltre 29 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali in deroga in Abruzzo. A deciderlo, nel corso di una riunione che si è tenuta a Pescara, il Comitato d´intervento per le crisi aziendali e di settore (Cicas) presieduto dall´assessore al Lavoro Paolo Gatti. Le risorse - in parte assegnate alla Regione Abruzzo dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con decreto 78641 del 22 gennaio 2014, ed in altra parte frutto di residui - serviranno a coprire le richieste di cassa integrazione in deroga fino alla fine di ottobre 2013 e quelle di mobilità in deroga per tutto il 2013. Nel complesso, sono 7.800 gli interessati dalla cassa in deroga (1.193 aziende) e 2.725 quelli dalla mobilità in deroga. "Parliamo di 10 mila abruzzesi ? commenta Paolo Gatti ? che grazie a quest´operazione riusciranno ad avere un sostegno in un momento così difficile. Naturalmente occorre che il Governo, dopo le nostre numerose sollecitazioni, sblocchi ulteriori fondi da destinare a migliaia di lavoratori sospesi e licenziati, in difficoltà sociale e spesso al limite della sopravvivenza". "Il nostro impegno come Cicas e come Regione ? continua Gatti ? è di riuscire a soddisfare anche le richieste per il 2014, ad oggi ancora scoperte, continuando a sollecitare l´arrivo dei fondi ministeriali così come concordato, a margine della riunione di ieri, in un incontro con il presidente della Regione Gianni Chiodi e con i responsabili regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl".  
   
   
GO TO WORK, LA FORMAZIONE PER CHI È SENZA LAVORO 850MILA EURO PER INTERVENTI RIVOLTI A DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA, PERSONE DISABILI E RIENTRANTI NELLE FASCE DEBOLI.  
 
Parma, 5 marzo 2014 – Arriva un altro segno alle persone in difficoltà del fatto che “la Provincia, anche in questa ultima fase della sua traiettoria istituzionale, come suo dovere, intende assumersi tutte le responsabilità sulle politiche del lavoro”. E il segno presentato ieri dall’assessore provinciale Manuela Amoretti è un ulteriore intervento per le persone senza lavoro, un consistente pacchetto formativo per circa 850mila euro (con il contributo del Fondo Sociale Europeo e del Fondo regionale Disabili) in azioni mirate a fornire nuove opportunità di riqualificazione professionale. Percorsi formativi per una platea di 456 utenti e per 241 aziende del territorio rivolta a disoccupati di lunga durata, persone in condizione di nuova povertà e in carico ai servizi sociali, persone disabili per le quali la crisi ha aggiunto un’ulteriore barriera all’occupazione. “ Quello della disoccupazione è un tema urgente e importante – ha detto Amoretti - veniamo da un lungo periodo difficile per l’economia e il mercato del lavoro di Parma, sei anni in cui abbiamo cercato di dare una mano a quante più persone possibili di imparare a fare cose nuove, nuove competenze in linea con ciò che le aziende richiedono, una concreta possibilità di accedere all’occupazione che è stato possibile misurare”.Secondo i dati diffusi oggi infatti dei 1082 soggetti che hanno frequentato negli ultimi 4 anni, segnati da una crisi durissima, i percorsi formativi della Provincia, il 50% - cioè uno su due – a sei mesi dal termine della formazione ha trovato lavoro.“Oggi aggiungiamo un nuovo tassello – ha continuato Amoretti – mettendo a disposizione di 456 persone alla ricerca di una occupazione la possibilità di costruirsi un nuovo profilo professionale e imparare dentro le imprese, un aspetto che può accrescere le chance di avere successo. Si tratta di profili di base che vanno a completare l’offerta presentata a fine 2013 di profili medio alti rientranti nel pacchetto Hel for job”. Ecco le azioni Go to work rivolta a disoccupati di lunga durata (stimata in 6 mesi per i giovani, 12 per gli adulti) iscritti ai Centri Impiego consente di sperimentare l’esperienza lavorativa direttamente nelle aziende. I percorsi previsti, della durata complessiva di 160 ore (di cui 90 ore tra stage e esperienza in situazione) sono stati progettati direttamente con le aziende stesse, che hanno indicato le professionalità necessarie e partecipato alla creazione delle attività formative. Sono 13 percorsi formativi approvati, a cui accederanno 160 persone. Eccone alcuni: le nuove tendenze dell’operatore del bar (molecular bar) e il servizio di sala (sevizio sommelier e progettazione di eventi); movimentazioni merci con competenze in picking; amministrativo segretariale con competenze in transazioni internazionali e in new media; panificio e intolleranze alimentari. Le attività sono gestite da 7 enti di formazione (Iscom, Centro servizi Pmi, Cisita, Ial, Enaip, Formart, Ecipar) e caratterizzate ciascuna dal coinvolgimento di un pool di imprese: Antica Hostaria Tre Ville, Althea, Auroradomus, Cafè Best Western hotel Farnese, Fagioli, Gea, Morris profumi, Ocme, Proges. Tutti i percorsi prevedono sia formazione in aula sia presso le aziende partners. Circa 290mila euro l’investimento complessivo della Provincia sul progetto (con il contributo del Fondo sociale europeo), nel quale sono coinvolte 117 aziende. Le iscrizioni sono aperte dal 10 marzo al 4 aprile, negli enti di formazione che realizzano l’attività. Nel caso in cui le domande siano superiori ai posti disponibili verrà effettuata una selezione con un test scritto e un colloquio motivazionale. Per tutte le informazioni necessarie occorre rivolgersi direttamente all’ente di formazione che organizza il corso. I corsi partiranno indicativamente dalla metà di aprile.Gli utenti interessati potranno concorrere ad un massimo di 2 selezioni; in questo caso la domanda di iscrizione va perfezionata c/o entrambi gli enti di formazione che organizzano il percorso. In caso di ammissione ad entrambi i corsi, l’utente dovrà però sceglierne uno.Al partecipante, verrà riconosciuta un’indennità di frequenza (3,10 euro per ogni ora frequentata) fino a un massimo di 413,17 euro al mese.Go to work rivolta a persone in carico ai servizi sociali. L’utenza per i 72 posti disponibili per questo progetto, viene individuata dai componenti dei tavoli di ricollocazione ( riuniscono rappresentanti dei servizi socio-sanitari del territorio e del lavoro). La modalità è la stessa: progetti di 160 ore (di cui 90 ore tra stage e esperienza in situazione), dove l’esperienza in azienda diventa momento fondamentale di sperimentazione delle dinamiche lavorative. Le 6 attività formative, progettate con 73 aziende, sono mirate a profili professionali come l’amministrativo segretariale, l’operatore del punto vendita, del verde, della ristorazione, di cura e pulizia di spazi e ambienti, l’operatore agroalimentare. 135mila euro l’investimento complessivo della Provincia (con il contributo del Fse).verrà riconosciuta un’indennità di partecipazione di 3,10 euro per ora frequentata per un massimo di 413,17 euro al mese.Obiettivo Lavoro: 19 percorsi finalizzati al raggiungimento di competenze per l’inserimento o reinserimento professionale di 230 persone disabili, iscritte al collocamento mirato (ex Legge 68/99). 59 le aziende coivolte. Tra i progetti approvati: percorsi di orientamento al lavoro, alfabetizzazione informatica di base e avanzata, percorsi di lingua inglese, operatore amministrativo segretariale, di magazzino merci, della ristorazione, del punto vendita. I corsi si svolgeranno a Parma, Fidenza, Fornovo e Langhirano e porteranno, nel caso dei percorsi professionalizzanti, a certificazione delle competenze. Da ricordare un’azione sperimentale prevista per la prima volta quest’anno rivolta sempre agli iscritti al collocamento mirato, ma che prevede più attività integrate tra loro: orientamento, laboratori propedeutici alla professione e attività di simulazione aziendale. Gli utenti percepiranno un’indennità di 3,10 euro per ogni ora frequentata, per un massimo di 413,17 euro mensili. Finanziamento: 422mila euro di Fondo regionale Disabili. Formazione disoccupati 2010-2013: alcuni dati 1082 persone (547 maschi e 535 femmine) hanno usufruito della formazione ottenendo una nuova qualifica professionale o la certificazione di nuove competenze, di cui: dai 18 ai 24 anni: 387, dai 25 ai 34 anni: 367, dai 35 ai 49 anni: 274, over 50 anni: 54.Sono 69 i corsi finanziati per profili professionali su diverse aree, 265 le attività formative promosse in azienda (Work Experiences). E’ del 50% la percentuale degli occupati a 6 mesi dal termine . Per un investimento totale di 4.960.000 euro (di cui 892mila perle indennità di frequenza alle persone finanziata con risorse del Fondo Sociale Europeo e della Fondazione Cariparma).  
   
   
EMILIA ROMAGNA, IMMIGRATI, LA GIUNTA APPROVA IL PROGRAMMA TRIENNALE 2014-2016  
 
 Bologna, 5 maro 2014 - Inclusione, equità e diritti, cittadinanza, antidiscriminazione. Sono i quattro “obiettivi strategici” individuati dal Programma triennale 2014-2016 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri, deliberato ieri dalla giunta regionale e che dovrà essere sottoposto a breve all’Assemblea legislativa. Uno strumento trasversale, previsto dalla legge regionale 5 del 2004 sull’immigrazione, che pone al centro delle programmazioni di settore il tema di una società – quella dell’Emilia-romagna – già multietnica a tutti gli effetti, con un fenomeno migratorio stabilizzato, che vede al suo interno persone originarie di oltre 170 Paesi differenti. “Siamo di fronte a una popolazione regionale sempre più eterogenea per provenienza, lingua, cultura, credo, condizioni socio-economiche – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . Questo pone l’urgenza, non più rinviabile, di ridefinire un nuovo patto di cittadinanza tra migranti e nativi e tra nuovi residenti e amministrazioni locali. In quest’ottica vanno potenziate le politiche pubbliche volte a investire nella diversità e nel dialogo culturale, ponendo al centro le persone e i diritti fondamentali di cui sono titolari. In questa direzione vanno anche le nuove Linee guida, recentemente approvate dalla giunta, che rafforzano e potenziano la rete regionale contro l’antidiscriminazione”. La crisi economica ha portato una significativa riduzione dei flussi di ingresso programmati per motivi di lavoro, mentre sembrano aver subito meno contraccolpi la domanda di lavoro di cura e i processi di ricongiungimento familiare. “Tutto ciò richiede di concentrare l’attenzione sulla qualità dell’integrazione delle persone già presenti sul territorio – prosegue l’assessore – , che possono rappresentare un fattore decisivo di investimento per le politiche regionali nei prossimi anni. Questo Programma vuole garantire politiche sempre più trasversali, senza canali separati o paralleli, capaci di rispondere efficacemente ai bisogni delle persone migranti”. Il fenomeno migratorio in Emilia-romagna: le cifre - Nel 2013 la popolazione regionale contava 4.471.104 persone residenti, di cui 547.552 con cittadinanza non italiana (di queste, circa il 20% appartenenti all’Unione europea). Nonostante il significativo rallentamento della crescita a partire dalla crisi economica iniziata nel 2008, il fenomeno migratorio si è costantemente intensificato anno dopo anno: l’incidenza dei residenti non italiani sul totale della popolazione regionale è passata dall’8,6% del 2008 al 12,2% del 2013. Nel corso dell’ultimo decennio si è registrata una crescita della popolazione complessiva attorno al 10% quasi interamente dovuta alla presenza di cittadini stranieri. La previsione è che da qui al 2020 quasi un terzo della popolazione italiana avrà più di 65 anni (27%), a fronte di un 4% di over 65enni stranieri, e che circa il 60% dei residenti stranieri avrà meno di 40 anni, con un’incidenza prevista nella fascia di età (0-39 anni) intorno al 28%. I quattro obiettivi del Programma - Si punta innanzitutto al raggiungimento di un buon livello di inclusione sociale delle persone migranti attraverso la realizzazione di una pluralità di interventi multidimensionali (scuola, formazione, lavoro, sociale, salute, casa), tra loro strettamente connessi. In primo luogo la Regione ribadisce la definizione di una scuola di qualità per tutti, quale strumento prioritario di coesione sociale. Per quanto riguarda la garanzia dell’equità e dei diritti, rispetto all’accesso e alla fruizione dei servizi la legge regionale prevede già (all’articolo 1) che siano garantite pari opportunità di accesso evitando quindi di costruire, se non per situazioni e momenti particolari, servizi specialistici “separati”. La necessità di rimuovere ostacoli di ordine linguistico, culturale e organizzativo nella presa in carico e nella definizione di percorsi di inclusione socio-lavorativa appare ancora più urgente se riferito a un’ampia gamma di persone in condizioni di vulnerabilità sociale: per esempio i richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria, i minori stranieri non accompagnati, le persone vittime di tratta, le persone ex detenute, le persone vittime di violenza e/o matrimoni forzati. Se la questione giuridica della “cittadinanza” e dell’introduzione del diritto di voto amministrativo per i cittadini stranieri è materia di esclusiva competenza statale, le politiche regionali possono invece promuovere la molteplicità delle forme di “cittadinanza attiva”, di relazioni sociali e di partecipazione che possano permettere di aumentare i livelli di coesione sociale e prevenire eventuali conflitti: è un percorso, questo, su cui si lavora già da tempo e che si intende rafforzare. Infine, quarto obiettivo strategico del Programma, l’antidiscriminazione: la Regione, dal 2008, ha avviato un Centro regionale contro le discriminazioni, basato su una rete territoriale che sappia intercettare, orientare e rimuovere eventuali discriminazioni, e che investa sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione. Le nuove Linee guida, recentemente approvate dalla giunta, rafforzano e potenziano questa realtà. Il Programma triennale 2014-2016 indica inoltre tre azioni prioritarie che possono contribuire, in una logica intersettoriale, al raggiungimento degli obiettivi strategici: la promozione e il coordinamento in ambito locale delle iniziative per l’apprendimento e l’alfabetizzazione alla lingua italiana; la mediazione e la formazione culturale; l’informazione e la conoscenza diffusa dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di cittadino straniero.  
   
   
QUARTA CONFERENZA GLOBALE: FEMMINILITÀ E MASCOLINITÀ  
 

Lisbona, 5 marzo 2014 – La quarta conferenza globale: femminilità e mascolinità (Fourth Global Conference: Femininities and Masculinities) si terrà dal 2 al 4 maggio 2014 a Lisbona, in Portogallo. Lo studio di genere è un campo interdisciplinare della ricerca accademica sui temi della femminilità e mascolinità nei loro contesti sociali e culturali. La conferenza intende riunire persone provenienti da campi e interessi diversi per condividere idee e partecipare a discussioni relative al settore. Tra i temi centrali ci sono la rappresentazione della femminilità e mascolinità, i confini e le trasgressioni di genere, nuovi orientamenti, prospettive globali e regionali in materia di genere, il genere nelle relazioni e il genere nell´esperienza. L´evento, che si svolgerà nell´arco di tre giorni, sarà guidato dal gruppo direttivo del progetto costituito da accademici interessati al settore. Le iscrizioni si chiuderanno il 7 marzo 2014 e la quota d´iscrizione ammonta a 295 euro. Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Inter-disciplinary.net/critical-issues/gender-and-sexuality/femininity-and-masculinity/call-for-papers/

 

 
   
   
CULTURE DI GENERE, NASCE IL CENTRO DI RICERCA INTERUNIVERSITARIO MILANESE SEI UNIVERSITÀ MILANESI CREANO IL CENTRO PIÙ GRANDE D’ITALIA DEDICATO ALLE CULTURE DI GENERE. OBIETTIVO, LA REALIZZAZIONE DI STUDI E RICERCHE MULTIDISCIPLINARI, NAZIONALI E INTERNAZIONALI, DEDICATI ALLE TEMATICHE DI GENERE, CHE SIA UN PUNTO DI RIFERIMENTO NAZIONALE OLTRE CHE PER MILANO E LA LOMBARDIA. PER I PRIMI TRE ANNI LA SEDE SARÀ ALL’UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA.  
 
Milano, 5 marzo 2014 – L’università di Milano-bicocca, l’Università degli Studi di Milano, il Politecnico di Milano, la Libera Università di Lingue e Comunicazione Iulm, l’Universita’ Vita-salute San Raffaele e l’Università Luigi Bocconi hanno costituito il Centro di Ricerca Interuniversitario “Culture di Genere”. L’obiettivo del nuovo Centro è costruire un programma di studi e ricerche multidisciplinari, nazionali e internazionali, dedicati alle culture di genere. Il Centro di Ricerca Interuniversitario è il polo di ricerca più grande in Italia dedicato allo studio di tematiche di genere, studi che in Italia hanno avuto solo recentemente un vero e proprio sviluppo. Avrà sede per i primi tre anni presso l’Università di Milano-bicocca e, a seguire, a rotazione negli altri atenei. Il Comitato Scientifico è formato da: Carmen Leccardi (direttrice scientifica del centro, docente di Sociologia della Cultura dell’Università di Milano-bicocca e fondatrice del centro Abcd dell’Università Bicocca), Marilisa D´amico (docente di Diritto Costituzionale, Diritto costituzionale progredito e Giustizia costituzionale e coordinatrice scientifica del Corso di perfezionamento in Pari Opportunità e discriminazioni di genere, Università degli Studi di Milano), Valeria Bucchetti (docente di Disegno industriale per la comunicazione visiva, Scuola del Design/politecnico di Milano), Paola Dubini (direttrice del Corso di laurea in economia e management per arte, cultura e comunicazione e presidente del Comitato pari opportunità, Università Bocconi), Maria Tilde Bettetini (docente di Storia della Filosofia, Iulm), Francesca De Vecchi (ricercatrice di Filosofia Teoretica, Università Vita - Salute San Raffaele). Due le associazioni presenti nel progetto, Donne in quota e Amiche di Abcd, nate rispettivamente presso l’Università Statale e l’Università Bicocca in occasione dei corsi annuali “Donne politica e istituzioni” promossi dal Ministero delle Pari Opportunità. «Il Centro di Ricerca Interuniversitario - spiega Carmen Leccardi, - nasce da un’esigenza di espandere la ricerca sulle diversità di genere nella vita quotidiana, accademica e istituzionale, disseminandone i risultati. Fondamentale, inoltre, è la necessità di mettere in rete e intrecciare i diversi saperi. Il Centro intende diventare un polo di riferimento anzitutto per Milano e per la Lombardia, mettendo a disposizione, ad esempio, informazioni e riflessioni in tema di mercato del lavoro, carriere e rappresentazioni mediatiche dei generi». Una particolare attenzione verrà riservata, infine, allo studio degli stereotipi e dei pregiudizi contemporanei contro le donne, con l’organizzazione e la promozione di iniziative per combattere le discriminazioni, e con specifica attenzione al dramma del femminicidio.  
   
   
SEGRATE. MAMMA COME MI REINVENTO! INCONTRO  
 
 (Segrate- Mi), 5 marzo 2014 - Fomani alle 20.30 al Centro Verdi - Via Xxv Aprile, l´incontro "Mamma come mi reinvento!" - Mamme al lavoro, inseguendo i propri sogni. Un incontro fatto da mamme e dedicato ad altre mamme, per far parlare chi ha trovato il coraggio di seguire i propri sogni con chi ne ha uno nel cassetto e non sa se inseguirlo. Intervengono: Riccarda Zezza di Piano C, Antonella Pfeiffer scrittrice, Claudia Decaprio Associazione Uniti con noi, Giovanna Frisina Le Terre di Zoè, Valentina Bensi presidente Easymamma, Paola Malcangio dirigente Comune di Segrate, A cura di Easymamma, Ingresso libero.  
   
   
EMILIA ROMAGNA, SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA, BABY PARKING  
 
Bologna, 5 maro 2014 - “In Emilia-romagna, nel corso degli anni abbiamo dato vita a un sistema di servizi educativi per la prima infanzia ampio e diversificato, che a oggi conta oltre 1200 strutture ascrivibili alla categoria ‘nido d’infanzia’ (nidi, micronidi, sezioni aggregate), ai servizi integrativi (spazi-bambini e centri per bambini e genitori), e ai piccoli gruppi educativi (domiciliari e non). Diverso è il caso dei ‘servizi ricreativi’, ovvero i baby-parking”. Queste le parole dell’assessore alle Politiche sociali della Regione, Teresa Marzocchi. “Il nostro sistema educativo per la prima infanzia – specifica l’assessore – offre complessivamente quasi 41.000 posti/bambino, pari al 32,7 % del totale dei bambini residenti in età 0-3 anni. Ebbene, pur essendo questa percentuale di offerta regionale la più elevata in Italia, abbiamo avviato nel 2012 un percorso largamente partecipato che ci ha portato ad adeguare la normativa regionale per coniugare qualità, sostenibilità e flessibilità, anche ricercando nuove soluzioni che rendano possibile un maggiore sviluppo e diffusione dei servizi domiciliari o per piccoli gruppi. In altre parole – spiega l’assessore – , ci siamo impegnati in una riflessione che vede intorno al nido tradizionale una costellazione più ampia di servizi integrativi e piccoli gruppi educativi, nonché di servizi sperimentali, tenuti insieme da un rafforzato coordinamento pedagogico e da iniziative di formazione e di scambio comuni tra diversi soggetti territoriali, pubblici e privati”.