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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Novembre 2013
IL MODELLO DELLA RETE NEFROLOGICA PIEMONTESE PER LA CURA DELLE MALATTIE RENALI: DALLA TERAPIA CONSERVATIVA A QUELLA SOSTITUTIVA STATI GENERALI DELLA NEFROLOGIA PER UNA PROGRAMMAZIONE CONDIVISA  
 
 Torino, 26 novembre 2013 - “Spendere meno e curare meglio è possibile, in Piemonte e, di conseguenza, in tutte le altre Regioni d’Italia”. È il messaggio lanciato ieri nel corso della conferenza stampa di chiusura dell’evento “Il modello della Rete Nefrologica Piemontese per la cura delle malattie renali: dalla terapia conservativa a quella sostitutiva”. Durante la mattinata, sono stati presentati i dati - elaborati dal Dott. Mario Salomone, responsabile dall’Osservatorio della Malattia Renale Cronica - dei successi ottenuti nella cura delle malattie renali e gli obiettivi che si potranno raggiungere nei prossimi anni grazie alla collaborazione di nefrologi, infermieri, dietologi, psicologi, amministratori e associazioni di pazienti. Un interessante momento di confronto, condotto dal Professor Luigi Biancone e dal Dottor Giusto Viglino, per presentare ed approfondire tutti i temi legati alla nefrologia: dalla prevenzione della malattia fino al trapianto renale. In Piemonte è stato dunque realizzato un efficace modello per il trattamento dell’insufficienza renale, che potrebbe di fatto costituire in futuro un punto di riferimento a livello nazionale con l’ambizioso obiettivo di curare meglio spendendo meno. “Il punto di forza del modello Piemonte” – ha dichiarato il Dott. Giusto Viglino, Presidente della Società Italiana di Nefrologia (Sin) Sezione Piemonte e Valle d’Aosta - è costituito dalla possibilità di garantire ai cittadini piemontesi affetti da malattia renale equità di accesso ad un programma integrato di prevenzione, diagnosi e cura che, per gli stadi terminali della malattia, prevede la possibilità di ricorrere alla terapia conservativa con la dieta ipoproteica o a quella sostitutiva con la dialisi (emodialisi o dialisi peritoneale) e il trapianto”. In Piemonte, circa 700 nuovi casi ogni anno (160-170 casi /milione abitanti /anno), giungono ad una insufficienza renale che deve essere trattata con la dialisi. Di questi, circa il 20% ha indicazione al trapianto renale mentre i rimanenti devono essere trattati a vita con la dialisi. Il modello di rete nefrologica Piemontese ha consentito negli ultimi cinque anni una stabilizzazione del numero dei pazienti in trattamento dialitico, in controtendenza rispetto al panorama nazionale. “Questo risultato - ha spiegato il Prof. Antonio Amoroso, Coordinatore del Centro Regionale Trapianti - è stato reso possibile dall’elevato numero di trapianti eseguiti in Piemonte. La collaborazione dei Centri Nefrologici con quelli di Trapianto permette una attenta valutazione dei pazienti candidabili al trapianto e le stesse nefrologie garantiscono nel post-trapianto un attento follow-up del paziente”. Sono circa 150 i piemontesi trapiantati ogni anno e, seguendo questo andamento, tra circa sette anni il loro numero è destinato a superare quello dei pazienti in dialisi. Rispetto alla dialisi, con il trapianto si realizza non solo un aumento della qualità e dell’aspettativa di vita ma anche un risparmio economico. Un trapianto stabilizzato, infatti, costa circa 10.000 euro all’anno per paziente contro un costo della emodialisi di oltre 50.000 euro e della dialisi peritoneale di 30-35.000 euro. Questi importanti risultati sul trapianto potranno ulteriormente essere migliorati dall’attuazione della delibera Marea (Malattia Renale Avanzata), approvata il 2 agosto 2013, che consentirà di ridurre i tempi di iscrizione in lista trapianto anche grazie al prossimo avvio, entro luglio 2014, del programma di trapianto preventivo da donatore deceduto e all’incremento di quello da donatore vivente. La delibera prevede inoltre l’incremento delle attività rivolte alla prevenzione delle complicanze, al rallentamento della progressione e alla terapia conservativa della Malattia Renale Cronica, da realizzare anche con l’ausilio delle rete delle dietologie piemontesi. Anche in questo caso il minore ricorso alla dialisi consentirà un risparmio economico, dal momento che la terapia conservativa ha un costo molto inferiore alla dialisi, pari a circa 11.000 euro l’anno. L’accresciuta partecipazione del paziente alla scelta della metodica dialitica più idonea della malattia renale cronica, permetterà infine di incentivare la dialisi domiciliare (dialisi peritoneale) anche come terapia ponte al trapianto. A questo riguardo, la delibera relativa al “Potenziamento delle cure domiciliari nei pazienti affetti da insufficienza renale terminale con necessità di trattamento dialitico” (Dgr n. 8-12316 del 12 ottobre 2009) attuata in via sperimentale nel triennio 2010-2012 ed oggi in fase di consolidamento, attraverso l’erogazione di un contributo economico ai care giver dei pazienti che non sono in grado di provvedere autonomamente alle procedure dialitiche, ha consentito di invertire il trend negativo di ricorso a questa metodica. “La Rete nefrologica piemontese - sostiene l’assessore regionale alla Sanità, Ugo Cavallera - rappresenta da alcuni decenni un modello di trattamento integrato della malattia che ha sviluppato ottimi risultati dal punto di vista clinico, raggiungendo il traguardo del pieno trattamento e riabilitazione dei cittadini interessati da danno renale ed impegnandosi nella creazione di modelli di prevenzione e rallentamento della malattia renale cronica. La delibera della Giunta regionale del 2 agosto scorso delinea una collaborazione complessiva tra la rete nefrologica, l’osservatorio sulla malattia renale cronica, il Centro Regionale Trapianti e consolida il percorso “Marea” attraverso la costituzione di ambulatori specifici finalizzati al miglioramento delle cure offerte ai pazienti attraverso una razionalizzazione dell’intervento e anche della spesa sanitaria.” Spazio anche al punto di vista dei pazienti. “I pazienti nefropatici in dialisi e con trapianto - ha affermato Valentina Paris, Presidente dell’Aned (Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto Onlus) - hanno la consapevolezza e conoscono il costo della cura a cui sono sottoposti molto di più del cittadino comune e ne hanno rispetto. Spendere meno e curare meglio è possibile se i diretti interessati sono coinvolti e possono partecipare alla cura con informazioni costanti sulle terapie a cui vengono sottoposti. Il malato che ha capito è colui che si cura meglio ed è aderente alle terapie prescritte”.  
   
   
LIGURIA, VIA ALLA SPERIMENTAZIONE DI NUOVI FARMACI E TECNOLOGIE  
 
 Genova, 26 novembre 2013 - E’ partita ieri con la prima riunione del comitato etico regionale la collaborazione tra aziende farmaceutiche e professionisti della ricerca clinica per procedere con la sperimentazione di nuovi farmaci e tecnologie. Per la prima volta in Liguria l’industria farmaceutica lavorerà a stretto contatto con l’Irccs San Martino – Ist per mettere a disposizione dei pazienti liguri e di chi arriva da fuori regione le innovazioni farmaceutiche. Lo ha comunicato quest’oggi l’assessore alla salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo intervenendo alla riunione del comitato etico regionale, l’organismo incaricato di valutare le sperimentazioni in particolare di tipo farmacologico, nell’auditorium del Cba al San Martino di Genova. Si partirà dal settore onco-ematologico per sperimentare farmaci sempre piu’ costosi. “Mettiamo a disposizione il nostro patrimonio di risorse professionali presenti in Liguria – ha detto Montaldo – sia per i pazienti, sia per l’industria italiana e straniera che opera qui. Questo ci consentirà di portare la Liguria sempre piu’ all’avanguardia sul fronte delle sperimentazioni terapeutiche, facendo entrare nelle sperimentazioni pazienti a costo zero”. Uno degli elementi per agire sulla crisi economica, secondo Montaldo, deve dunque essere la ricerca scientifica. “Bisogna lavorare – ha continuato l’assessore alla salute – per utilizzare al meglio le competenze che operano nella sanità e nella ricerca scientifica e lavorare anche per limitare la pesantezza burocratica nella pubblica amministrazione italiana. Perché prima di tutto viene la vita delle persone e poi il risparmio e lo sviluppo dell’economa del nostro Paese”. Secondo Montaldo “le prospettive del comitato etico della Liguria, uno dei primi costituiti a livello italiano, sono quelle di far crescere l’attività della sperimentazione, attraverso grande trasparenza nell’allocazione delle risorse, e la restituzione dei risultati alla comunità scientifica”. Dopo aver messo in sicurezza i conti della sanità ligure l’assessore alla salute delinea, come obiettivo per il 2014, quello di “far crescere le eccellenze del sistema sanitario ligure, attraverso lo sviluppo dell’Irccs San Martino – Ist, del Gaslini e della rete di cura circostante”.  
   
   
LOMBARDIA: INNOVAZIONE NON È SOLO TECNOLOGICA  
 
Milano, 26 novembre 2013 - "L´innovazione non è solo tecnologica, ma anche organizzativa. Credo, infatti, che anche sul piano dell´organizzazione interna del nostro sistema sanitario ci debba essere un sussulto". Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, che è intervenuto all´apertura del seminario dal tema "Il valore dell´innovazione e l´ottimizzazione dei costi nella sanità lombarda", organizzato dalle Commissioni consiliari Bilancio e Sanità. Sussulto Organizzativo - L´assessore alla Salute, dopo l´invito ad un "sussulto organizzativo" rivolto ai manager della sanità lombarda, si è soffermato sull´innovazione e sulla ricerca, ribadendo la sua posizione in proposito: "Sul tema dell´innovazione bisogna finalizzare la ricerca, che non può consistere solo in un susseguirsi di richieste di finanziamenti. Bisogna che alla fine ci sia un redde rationem anche in questo ambito fondamentale. Fondi Finalizzati - "Altrimenti - ha sottolineato - si rischia di essere improduttivi. Ritengo sia un´analisi che noi tutti siamo tenuti a fare". Il vice governatore di Regione Lombardia nel suo intervento ha inoltre ripercorso le tappe più importanti già raggiunte e quelle ancora da conseguire per migliorare sempre più la qualità dei servizi sanitari erogati.  
   
   
SALUTE, FVG: ESPERIENZA BURLO PER RIFORMA RICERCA E...  
 
Trieste, 26 novembre 2013 - "Credo che utilizzerò l´esperienza dei medici e dei ricercatori del Burlo, all´interno di uno specifico gruppo di lavoro, nel percorso di costruzione di una legge delega governativa che riformerà la ricerca e la sperimentazione clinica, che si pone l´obiettivo di dare impulso alla ricerca stessa, portandovi innovazione per renderla sempre più rispondente alle esigenze di salute dei pazienti, alleggerirla dalla burocrazia, attrarre maggiori investimenti". Lo ha detto ieri sera a Trieste il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che, accompagnata dall´assessore alla salute del Fvg, Maria Sandra Telesca, ha visitato pressoché a sorpresa l´Irccs Burlo Garofolo, dove è stata accolta dal direttore generale Mauro Melato e dal direttore scientifico Giorgio Zauli. All´incontro e alla successiva visita ai reparti erano presenti anche Paolo Gasparini, direttore del dipartimento diagnostica avanzata e sperimentazione clinica, Alessandro Ventura, direttore del dipartimento di pediatria, e Sergio De Marini, responsabile del dipartimento materno neonatale. "Sono rimasta molto calpita del livello di eccellenza di questo istituto", ha detto il ministro Lorenzin, a cui è stata illustrata nel dettaglio l´attività. "E´ uno degli Irccs che più produce in Italia", ha aggiunto, riferendosi all´attività della struttura che impiega, a favore dei bambini e delle donne, circa 800 persone, tra cui oltre 100 giovani ricercatori, borsisti e contrattisti, e che (dati 2012) è coinvolta in 120 progetti di ricerca, 40 trials clinici, 10 progetti internazionali e partecipa a numerosi bandi nazionali ed internazionali . "E´ stata una visita interessante anche per me, in quanto ho avuto l´occasione di approfondire alcuni ragionamenti, in relazione al percorso di riforma della sanità regionale avviato dalla Giunta", ha affermato dal canto suo l´assessore Telesca. "Questa è sicuramente una struttura di eccellenza del Friuli Venezia Giulia, cui l´amministrazione regionale riserva molta attenzione", ha concluso, garantendo l´impegno, per quanto di competenza, a "mantenere i livelli di efficienza e di capacità di risposta clinica e terapeutica nell´attesa del previsto trasferimento dell´intera struttura nel comprensorio di Cattinara".  
   
   
LA SIMG: “L’ASPIRINA PROTEGGE DAL CANCRO MORTALITÀ RIDOTTA DEL 34% IN 5 ANNI”  
 
 Firenze, 26 novembre 2013 - L’assunzione regolare di aspirina protegge dal cancro. Lo ha dimostrato l’analisi di 8 studi, pubblicata su Lancet, su 23.535 pazienti trattati con il farmaco nelle dosi utilizzate per prevenire eventi cardiovascolari, con una riduzione della mortalità per tumori del 34% dopo 5 anni e del 20% dopo 20 anni. I dati emergono dal 30° Congresso della Società Italiana di Medicina Generale (Simg)svoltosi a Firenze. “Il 2014 – afferma il dott. Claudio Cricelli, presidente Simg - sarà l’anno della prevenzione cardiologica e oncologica promosso dalla nostra società scientifica. Recentemente numerose ricerche hanno ipotizzato che nella scelta dell’utilizzo dell’aspirina, soprattutto in chi non ha mai avuto eventi cardiovascolari, debbano essere considerati anche i potenziali benefici che potrebbero derivare in ambiti patologici apparentemente distanti da quello delle malattie cardiovascolari. Se, in precedenza, il miglioramento della prognosi era limitato a pazienti con tumore del colon-retto, oggi questi dati estendono i benefici ad altri tipi di cancro, agli adenocarcinomi in generale”. Le malattie cardiovascolari si confermano la prima causa di morte con 224.830 decessi (anno 2009, ultimi dati Istat disponibili). Nel 2013 si stimano in Italia 366.000 nuove diagnosi di neoplasia e 173.000 morti. “La necessità di un periodo di latenza prima che l’effetto protettivo dell’aspirina cominci ad estrinsecarsi indica una possibile interferenza del farmaco con i meccanismi di cancerogenesi – conclude il dott. Cricelli -. Sulla base di queste ricerche, nell’elenco dei fattori che dovrebbero essere presi in considerazione nel calcolo beneficio/rischio di una terapia preventiva cardiovascolare con aspirina a bassa dose, è necessario annoverare anche gli effetti positivi aggiuntivi in termini di riduzione della mortalità per cancro, oltre al calo dell’incidenza delle metastasi”.  
   
   
BUONE PRATICHE IN SANITÀ: ARES PUGLIA A AREZZO PER FORUM RISK MANAGEMENT  
 
Bari, 26 novembre 2013 - La Regione Puglia e le Best Practice in Sanità. All’ottava edizione del Forum del Risk Management che si terrà ad Arezzo dal 26 al 29 novembre, la Regione Puglia parla di Sanità e di Salute attraverso la presentazione di nuovi modelli di gestione organizzativa e la definizione di servizi sempre più funzionali all’integrazione ospedale-territorio. L’ares, Agenzia regionale dei servizi sanitari che ha compiti di analisi della domanda, valutazione della qualità dei servizi e implementazione di strumenti gestionali innovativi, presenta in particolare un modello di organizzazione delle cure primarie. Applicato alle forme più evolute di associazionismo della medicina di base e integrato con le prestazioni di assistenza territoriale dei distretti socio-sanitari, questo modello da un punto di vista funzionale permette la presa in carico del paziente cronico, sviluppando i progetti - già applicati con successo in diverse realtà regionali - di sostegno territoriale alla gestione globale della cronicità. Sarà presentato inoltre il sistema di Telecardiologia di Cardio On Line che già garantisce prestazioni on line24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, grazie alla presenza costante di un gruppo di tecnici, operatori qualificati e specialisti in cardiologia in grado di garantire un servizio di assistenza immediato. In tema di Risk Management sarà presentata la Root Cause Analysis Proattiva, una metodologia implementata nella Asl di Foggia di analisi del rischio clinico di tipo proattivo che si basa sulla implementazione di 28 raccomandazioni in grado di ridurre la probabilità di errore. La Asl Bt (Barletta-andria-trani) presenta il Sistema integrato di gestione della Sicurezza e la rete territoriale dei defibrillatori realizzata attraverso il coinvolgimento di tutte le farmacie del territorio, i centri sportivi e di aggregazione sociale. La stessa Asl Bt presenterà anche il progetto Scap, l’ambulatorio pediatrico realizzato con i pediatri di famiglia il sabato e la domenica negli ospedali del territorio, e i progetti di Comunicazione Sociale che, da un lato sostanziano e definiscono un modello innovativo di comunicazione istituzionale e dall’altro esplorano tutte le potenzialità dei social media (facebook, twitter, pinterest, google plus e youtube) per sviluppare i temi più caldi e attuali di promozione della salute.  
   
   
TOSCANA: GLI OSPEDALI PICCOLI SONO PARTE DI UNA RETE, MAI CHIUDERLI  
 
Firenze, 26 novembre 2013 - "In questa Regione non abbiamo mai pensato di chiudere gli ospedali piccoli. Quelli da chiudere sono stati già chiusi negli anni passati. Oggi gli ospedali sono parte di una rete: praticamente abbiamo un unico, grande ospedale toscano. Dovevamo solo stabilire il ruolo di ciascun ospedale, e lo abbiamo fatto con i Patti territoriali, che voi qui avete firmato lo scorso agosto. Per me è un impegno ormai scontato. Ora basta, quindi, parlare di chiusura. Piuttosto, parliamo di salute, di organizzazione, di personale, di opportunità di miglioramento e di crescità professionale". Oggi pomeriggio l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha partecipato nell´ospedale del Casentino, a Bibbiena, a un incontro sui Patti territoriali, siglati nell´agosto scorso dai sindaci della zona. Erano con lui il sindaco di Bibbiena Daniele Bernardini, e gli altri sindaci della zona, il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani e il direttore generale della Asl 8 di Arezzo Enrico Desideri, con tutta la direzione dell´azienda sanitaria. "Lavoreremo perché una struttura piccola non sia una piccola cosa - ha detto ancora Marroni - Quindi anche in un ospedale come questo di Bibbiena ci debbono essere le strutture e le apparecchiature adeguate. I professionisti devono essere di livello e soprattutto far parte di un network che garantisca aggiornamenti e standard qualitativi. In Toscana c´è un movimento che dice "salviamo i piccoli ospedali". Ma nessuno li vuol chiudere - ha ribadito l´assessore - Con la firma dei Patti territoriali, c´è un ulteriore sigillo sulla scelta compiuta di non chiudere". L´assessore ha toccato anche il tema più ampio della sanità regionale e nazionale: "In questo ultimo anno e mezzo abbiamo corso il rischio che il nostro sistema entrasse in una spirale negativa. Con la sanità in pareggio, lo abbiamo evitato. Oggi a volte lo dimentichiamo, ma in pochi mesi abbiamo disegnato una via d´uscita e intrapreso una strada virtuosa. Io credo che ora il peggio sia alle nostre spalle. Non siamo ancora in porto, ma la tempesta è passata. Quando sono usciti gli esiti Agenas sul 2012, i nostri ospedali sono stati valutati i migliori in Italia. Noi abbiamo il minor numero di aspetti negativi e il maggiore di aspetti positivi. Anche dal punto di vista clinico siamo risultati primi". "Il segreto per far funzionare i piccoli ospedali è farli lavorare appieno - ha detto Enrico Desideri - Qui abbiamo 67 posti letto. Vanno fatti lavorare senza sprechi. Ogni ospedale deve avere delle proprie peculiarità. E si debbono spostare quando è possibile le équipe e riempire il lavoro dei piccoli ospedali, in forte collegamento con il territorio". "Per le zone di montagna e i piccoli presidi, i Patti firmati sono per noi dei veri e propri contratti - ha aggiunto Oreste Giurlani - Vorremmo fossero inseriti tal quali nel nuovo Piano sanitario regionale. I 15 cosiddetti piccoli ospedali non vanno più messi in discussione e non si toccano, almeno per la durata di un piano sanitario. Questo per la tranquillità con i cittadini, le amministrazioni, gli operatori sanitari che qui lavorano. Quella dei Patti territoriali è un´idea che abbiamo avuto io e Desideri, che qui ringrazio. E ringrazio anche l´assessore, che questi Patti adesso li propone anche quando va fuori dalla Toscana". I Patti territoriali per Valdichiana, Casentino e Valtiberina, prevedono che alle quattro Case della Salute già realizzate se ne aggiungano altre cinque nei prossimi 3 anni; che siano fortemente potenziate le Cure intermedie, con un ulteriore incremento di 5 posti in Casentino e 6 in Valdichiana; per quanto riguarda gli ospedali della Valdichiana, del Casentino e della Valtiberina, non saranno chiusi, come ha ribadito anche in questa occasione l´assessore, ma avranno ciascuno una propria specializzazione. Dopo la firma a Bibbiena, l´assessore Marroni ha visitato il Centro Chirurgico Toscano, ad Arezzo, casa di cura convenzionata con il servizio sanitario regionale.  
   
   
MARCHE: IMPORTANTE LA FORMAZIONE QUALE SUPPORTO AL SOGGETTO AUTISTICO  
 
 Ancona, 26 novembre 2013 - Anni di lavoro a contatto con le famiglie, insegnanti e operatori hanno reso forte la convinzione che solo una formazione sistematica e mirata può garantire un intervento efficace e condiviso tra tutti coloro che si occupano della persona con disabilità mentale. Per questo nell’Aula Magna dell’Ipsia di San Benedetto del Tronto sì è aperto il corso “Disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti”, organizzato dall’Ufficio regionale scolastico per le Marche, in collaborazione con il distretto sambenedettese del Rotary International. Alla presentazione, oltre tantissimi insegnanti ed esperti, presenti il vicepresidente della Regione Marche, Antonio Canzian, il vicesindaco Eldo Fanini e il presidente del Rotary, Benedetto Ricci. Quattro incontri (i prossimi saranno il 29 novembre, il 6 e 13 dicembre) per offrire a tutte le figure che si trovano nella gestione quotidiana del ragazzo affetto da autismo un percorso formativo in grado di aumentare le conoscenze scientifiche e le pratiche riabilitative. “Il corso – ha sottolineato Canzian, nel portare i saluti della Giunta regionale – si prefigge lo scopo di formare e informare non solo operatori sanitari, ma anche il corpo docente su una patologia a volte ignorata, ma in grande espansione. L’autismo è un disturbo psichico che, in maniera preventiva, deve essere colto sin dai primi segnali manifestati dall’individuo. Proprio per questo la scuola ha una importante funzione perché è il luogo dove è possibile cogliere tali manifestazioni del disturbo autistico”. “La formazione - ha concluso il vicepresidente della Regione - gioca un ruolo importante ed è una delle modalità vincenti per poter conoscere meglio l’autismo, in grado di trattare precocemente questa patologia. Nell’età infantile si manifestano i primi segnali del soggetto affetto da autismo e gli insegnanti possono dare un grosso contributo ai familiari per curare in maniera preventiva il disturbo”. Nell’ambito della disabilità mentale la condizione dell’autismo rappresenta un caso di particolare interesse. Le conoscenze in merito alla sindrome da alterazione globale dello sviluppo psicologico, così viene definito il disturbo autistico, sono in continuo sviluppo sia per la ricerca biologica-medica, sia per quella pedagogica-riabilitativa. Durante la giornata gli esperti hanno fatto emergere che lo spettro autistico nei bambini e negli adolescenti si pone tra i due grandi temi della sfera della salute mentale e della disabilità, soprattutto in quelle particolari fasi della vita umana, quali l’infanzia e l’adolescenza, in cui le capacità mentali evolvono verso la maturità. Per questo il corso si focalizza sulla diagnosi precoce, accompagnata da un’efficiente attività di educazione intensiva: dall’assistenza ai genitori nell’affrontare la gestione di una disabilità complessa, all’istruzione che ha permesso l’inserimento dei bambini autistici nelle classi normali, evitando il rischio dell’emarginazione nelle classi differenziate, sino all’autonomia e successivo inserimento del mondo del lavoro in età adulta.  
   
   
SANITÀ IN VENETO: LETTERA APERTA ZAIA AL COLLEGIO PRIMARI CHIRURGHI SU QUALITÀ MATERIALI SALA OPERATORIA  
 
Venezia, 26 novembre 2013 - In relazione alle notizie riguardanti l´usura “con una frequenza superiore alla media” di alcuni materiali destinati alle sale operatorie, segnalata dal Collegio dei primari chirurghi, il presidente Luca Zaia ha inviato al collegio stesso la seguente lettera aperta: “Ho letto con grande interesse ma anche con forte stupore le dichiarazioni ai quotidiani dei responsabili del neonato Collegio dei primari chirurghi in merito all’usura “con una frequenza superiore alla media” di alcuni materiali destinati alle sale operatorie: fili di sutura (che secondo la denuncia si spezzano), guanti sterilizzati (che secondo i chirurghi si bucano o sfilano con facilità, cannule chirurgiche non efficienti, e cosi via... Una prima osservazione mi porta a dire che la sfida per la qualità totale si vince tutti insieme, in una logica di squadra. E che questa sfida è anche la mia e dell´Assessore alla Sanità Luca Coletto, come ci sembra di aver sempre dimostrato. Detto che le gare per i materiali vengono effettuate sulla base di rigorose certificazioni, ben vengano quindi le segnalazioni da parte degli operatori sanitari. Occorre però sottolineare che, stando alle procedure, i chirurghi hanno l’obbligo – e non certo la facoltà – di segnalare problematiche sui materiali compilando apposite schede affinchè la Regione possa tutelarsi coi i fornitori e garantire a sua volta i cittadini che ricorrono al Servizio sanitario. Ciò vale indistintamente per tutti gli operatori che prestano servizio nei nostri ospedali. Mi auguro pertanto che tali procedure siano state rispettate e tali segnalazioni siano state effettuate, visto e considerato che rendere partecipi i cittadini della questione attraverso i giornali crea sicuramente apprensione e timori sulla sicurezza delle nostre sale operatorie che, e´ bene ribadirlo, obbediscono a standard qualitativi e igienici di raro rigore. Trovo dunque corretto che, a questo punto, i chirurghi segnalino altrettanto pubblicamente quanto – spero – abbiano già evidenziato ai responsabili degli ospedali attraverso le procedure previste, indicando – per sovrappiù – sigle e marchi del materiale contestato. Sono io il primo a chiedere, affinchè la trasparenza sia totale, nell´interesse della massima tutela della salute dei cittadini e per la loro tranquillità di approccio alle strutture sanitarie, che ogni operatore sanitario denunci anche la minima imperfezione su materiali e forniture. Fedeli al motto che "male non fare, paura non avere”. Luca Zaia Presidente del Veneto  
   
   
MARCHE: SUMMIT REGIONALE SULLA MALATTIA DIABETICA.  
 
Ancona, 26 novembre 2013 - Istituzione dell’Osservatorio Diabetologico Regionale che possa essere, anche tramite la creazione del Registro Pazienti Diabetici, un valido strumento consultivo per la programmazione sanitaria della gestione della malattia diabetica in tutti i suoi ambiti: clinico, sociale ed economico. Questo il tema affrontato nell’incontro tenuto in Regione, organizzato da Regione Marche, Inrca di Ancona e Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation. “Il diabete è considerato una malattia sociale per la sua alta prevalenza nella popolazione, pari al 5,5% su scala nazionale secondo Istat - spiega Massimo Boemi, Direttore Unità di Malattie metaboliche e diabete dell’Inrca - nella nostra regione, che con il 5,3%, sia pure di poco, registra una prevalenza del diabete inferiore alla media nazionale, il numero di persone con diabete sfiora le 60mila unità”, aggiunge. A rendere preoccupante la situazione, il fatto che da ormai più di un decennio si registra una progressiva e continua espansione del diabete che ha coinvolto non solo il mondo occidentale, ma anche i paesi in via di sviluppo. Le stime fornite dall’International Diabetes Federation (Idf) per i prossimi venti anni indicano un ulteriore incremento, superiore al 50% del numero di malati: dai 382 milioni odierni ai 592 milioni di persone con diabete nel mondo, nel 2035. “L’aumento della durata media della vita, inoltre, ci presenta un crescente numero di ‘diabetici anziani’, che hanno la malattia da molto tempo, e di ‘anziani con diabete’, entrambi caratterizzati da particolare vulnerabilità e qualità di vita potenzialmente ridotta. In più, la diffusione del sovrappeso e dell’obesità in tutte le fasce di età ha generato anche la presenza di diabete tipo 2, un tempo confinato agli adulti, nell’età infanto-giovanile”, dice ancora Boemi. L’assistenza alle persone con diabete rappresenta uno dei principali problemi di organizzazione dei sistemi di tutela della salute. L’esigenza di sistematizzare a livello nazionale le attività nel campo della malattia diabetica, al fine di rendere più omogeneo il processo diagnostico terapeutico, ha portato alla redazione del Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica, emanato a febbraio 2013, che illustra le principali vie per affrontare le problematiche relative alla malattia, individuando obiettivi centrati sulla prevenzione, sulla diagnosi precoce, sulla gestione della malattia e delle complicanze, sul miglioramento dell’assistenza e degli esiti. “Meno di un mese fa la Regione Marche ha recepito e deciso di dare attuazione al Piano nazionale nel nostro ambito territoriale – conclude Boemi. Da tutto ciò, e per offrire un’occasione di discussione e dialogo tra operatori sanitari, pubblici amministratori, politici ed associazioni pazienti, nasce l’idea di questa manifestazione.”  
   
   
NUOVA VITA PER L’ISTITUTO ELIOTERAPICO DI MEZZASELVA DI ROANA. DIVENTERÀ CENTRO DI ECCELLENZA NELLA RIABILITAZIONE CEREBRALE  
 
Roana (Vicenza) , 26 novembre 2013 - L’istituto Elioterapico di Mezzaselva di Roana, nell’Altopiano dei Sette Comuni, esce dall’abbandono nel quale si trova da quasi una decina d’anni e si avvia ad una nuova vita attiva, inizierà secondo le previsioni dal prossimo maggio. Si chiamerà Nirem: Nuovo Istituto Riabilitativo Elioterapico di Mezzaselva. E in quel “nuovo” c’è un progetto di eccellenza, orientato soprattutto alla riabilitazione dei danni e delle degenerazioni cerebrali, riferimento non solo sanitario e assistenziale ma anche dal punto di vista didattico, che sarà realizzato dalla Società “Progetto 33 – Iniziativa Sanitaria”. Il nuovo Istituto, inoltre, si collegherà al progetto rivolto al turismo accessibile che l’Aulss n. 3 di Bassano intende mettere in pista nell’ambito di una generale riqualificazione del sistema sanitario e socioassistenziale dell’Altopiano di Asiago. Questo processo, che creerà scienza, salute, immagine, economia e occupazione, ha preso avvio oggi nel municipio di Roana, dove è stato firmato il contratto di locazione dell’edificio, sottoscritto dal Direttore Generale dell’Ulss 3 Fernando Antonio Compostella e da Marica Vezzaro e Michele Munaretti, rispettivamente direttore amministrativo e direttore generale di “Progetto 33”, presenti il Sindaco Valentino Frigo, gli assessori regionali Marino Finozzi e Roberto Ciambetti, il presidente di “Progetto 33” Sante Bressan, il coordinatore scientifico prof. Giorgio Rizzato e tantissima gente che ha voluto assistere alla nascita del “rinascimento” sanitario della struttura. Il contratto è stato firmato con una penna d’eccezione, quella di Mercurio Lina Rizzato, madre del prof Rizzato, che nel 1946 fu ospite dell’Istituto Elioterapico e fu tra le promotrici di un suo riutilizzo sanitario. Nell’occasione Bressan ha ribadito i tre progetti per il rilancio dell’assistenza sociosanitaria dell’Altopiano di Asiago: il recupero di Mezzaselva, appunto; la ripresa (tempo permettendo) dei lavori del nuovo opsedale rimasti fermi per effettuare una consistente bonifica bellica; la realizzazione del progetto di turismo accessibile per tutto l’altopiano, del quale Mezzaselva diventerà un punto focale e anche di richiamo. Quest’ultima iniziativa ha anche risvolti economici in un’area dove il turismo rappresenta una attività produttiva vera e propria. In Europa già oggi ci sono 120 milioni di persone che hanno qualche disabilità (motoria, sensoriale, alimentare, dovuta all’età o a situazioni transitorie) – ha sottolineato Finozzi – che si muovono per turismo scegliendo le mete in base appunto alla accessibilità. E dove il turismo è accessibile, stanno meglio tutti. In questa iniziativa – ha ricordato dal canto suo Ciambetti – la Regione è dalla vostra parte. Dopo la firma del contratto, Compostella ha consegnato a Bressan le chiavi della struttura. Per il Nirem sono previsti,, dal punto di vista tecnico: la destinazione sanitaria, in parte con attività ambulatoriale e residenziale; la gestione globale sulla riabilitazione di carattere sia ortopedico che traumatologico, sia fisiatrico che neuropsichiatrico; la formazione con corsi di laurea triennali in Fisioterapia ed Infermieristica in accordo con l’Università di Padova e corsi di formazione permanente per gli operatori socio-sanitari. Dal punto di vista economico, sono previsti: la completa auto-sostenibilità con autonomia e indipendenza dall’Azienda Sanitaria e dall’Ente Regione Veneto; l’impiego di una forza lavoro stimata complessivamente in 70 unità (tra operatori addetti all’assistenza, infermieri professionali, fisioterapisti, personale ausiliario, ecc.); la corresponsione di un canone annuo di 186 mila euro che “Progetto 33” verserà all’Ulss 3, a partire dal 43° mese di locazione; la realizzazione, finanziata dall’Ulss 3, dei lavori di manutenzione straordinaria per ricondurre l’immobile nelle normali condizioni d’uso , per un costo pari allo storno dei canoni di locazione per i primi 42 mesi; l’esecuzione di ulteriori interventi di ristrutturazione edilizia per adattamenti finalizzati allo svolgimento delle attività proprie della società offerente con onere completo a carico della stessa. Il contratto di locazione ha una durata prevista di 9 anni, rinnovabile di ulteriori 9.  
   
   
POTENZA: OSPEDALE SAN CARLO, DUE SETTIMANE DI ATTIVITÀ FORMATIVE  
 
Potenza, 26 novembre 2013 - Esral San Carlo di Potenza due settimane dedicate a iniziative formative e di benchmarking. Si inizia domani con una giornata di studi, promossa dalla Chirurgia generale dell’Ospedale, dedicata allo stato dell´arte dei tumori primitivi e secondari al fegato. L´appuntamento clou della giornata, comunica in una nota l’azienda ospedaliera, è la lettura magistrale. Lorenzo Capussotti, tra gli esperti mondiali del tema parlerà dell´evoluzione del trattamento delle metastasi epatiche da tumore colon rettale. A questa prima attività formativa, ne seguiranno altre, tra cui un corso convegno di chirurgia senologica e plastica dedicato all´attualità in chirurgia ricostruttiva della mammella in programma per la prossima settimana. Il meeting conclusivo si svolgerà sabato 30 novembre nell´auditorium e sarà preceduto da tre giorni intensi di workshop sulla tecnica ricostruttiva mammaria del lembo Diep, con un tutor di prestigio mondiale, il professore José Manuel Collado Delfa di Barcellona, che è stato tra i responsabili di team nel primo trapianto al mondo di faccia. Per martedì 26 è invece prevista una giornata di studi dedicati alla medicina narrativa, mentre mercoledì 27 novembre il direttore generale Giampiero Maruggi interverrà al dibattito conclusivo del Risk management forum ad Arezzo, che quest’anno sarà dedicato al clima aziendale e al benessere organizzativo. Nella prima settimana di dicembre due gli appuntamenti promossi dal Dipartimento Materno-infantile, diretto da Sergio Schettini. Il 3 dicembre sarà presentato il progetto per un ospedale amico del bambino al quale il San Carlo ha aderito, avviando il percorso di 10 passi fissati dall´Unicef e dall´Oms. Il giorno 6 dicembre, infine, l’Auditorium ospiterà il convegno regionale dell’Associazione urologi italiani, sulle urgenze andrologiche, presieduto dal primario di Urologia, Angela Vita. “Il tour de force si conclude il 10 dicembre a Roma: il direttore generale Maruggi, in qualità di vice presidente della Fiaso (Federazione aziende sanitarie e ospedaliere), in qualità di responsabile del progetto, presenterà i risultati del “laboratorio delle best practice”. "E’ un notevole sforzo organizzativo quello che dispiegheremo nei prossimi giorni – ha commentato il direttore generale Giampiero Maruggi – ma senza una costante attività di aggiornamento e di confronto con le esperienze più avanzate si è tagliati fuori in una fase in cui l’innovazione metodologica, organizzativa e tecnologica va avanti per sempre più intense accelerazioni. La formazione continua è perciò una necessità strategica per continuare ad assicurare le migliori cure per i nostri pazienti. L’azienda apprezza e saprà valorizzare la dedizione e gli sforzi che il nostro personale profonde per essere sempre all’altezza dei complessi compiti a cui è chiamato”.  
   
   
IL PRESIDENTE SCOPELLITI HA INAUGURATO A SORIANO CALABRO LA RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE PER ANZIANI  
 
 Catanzaro, 26 novembre 2013 - Il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha inaugurato a Soriano Calabro la Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani sita all’interno della Struttura Sanitaria. Al termine dei lavori, ai quali ha preso parte, tra gli altri, il Commissario Straordinario dell’Asp Maria Bernardi, Scopelliti ha evidenziato che “l’inaugurazione di oggi è la testimonianza del nostro impegno finalizzato a dare risposte ai bisogni dei cittadini. Si tratta dei primi 10 posti letto che fanno parte di un percorso più ampio. Prossimamente, infatti, ne saranno disponibili altri 10. La Rsa, con i suoi locali completamente ristrutturati, diventa centrale in questa parte di territorio. La riattivazione della struttura è in piena sintonia con quanto avevamo sostenuto. E questi sono i risultati del nostro impegno concreto”. “Sono particolarmente felice di aver ricevuto questa mattina ringraziamenti dai cittadini per la nuova struttura. Tanta gente sa essere riconoscente ed apprezza i nostri sforzi, gli sforzi della politica e delle istituzioni”. La realizzazione della Rsa si è resa possibile anche grazie alla disponibilità degli amministratori dei comuni di Acquaro, Arena, Dasà, Dinami, Gerocarne, Pizzo, Pizzoni, Sorianello, Soriano, San Nicola e Vazzano che hanno fornito gli arredi necessari.  
   
   
INAIL E REGIONE MARCHE INSIEME PER MIGLIORARE LE PRESTAZIONI DI ASSISTENZA SANITARIA.  
 
Ancona, 26 novembre 2013 - Migliorare le prestazioni di assistenza sanitaria: questo il traguardo raggiunto grazie alla collaborazione fra Inail e Regione Marche: migliori prestazioni sanitarie a favore degli infortunati e dei tecnopatici, estendibili agli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale. Importante novità introdotta con la firma del Protocollo d’intesa siglato oggi tra Inail, nella persona del Presidente - Massimo De Felice - e Regione Marche, nella persona del Presidente - Gian Mario Spacca - è la possibilità dell’erogazione di prestazioni riabilitative non ospedaliere a lavoratori infortunati e affetti da malattia professionale, anche in strutture pubbliche e private accreditate con il Ssn, previo specifico accordo stipulato dall’Inail con la struttura interessata. L’ampliamento della tutela degli assicurati Inail per l’erogazione delle cure necessarie al recupero dell’integrità psicofisica non comporterà per il sistema regionale ulteriori oneri finanziari. Il protocollo prevede inoltre la possibilità per tutti i cittadini di usufruire di prestazioni sanitarie presso le strutture Inail, una volta stipulate specifiche convenzioni con il Ssr. Viene inoltre confermata l’erogazione di prime cure ambulatoriali presso i centri medico-legali dell’Inail. Forme ulteriori di collaborazione relative a progetti di ricerca scientifica e tecnologica, iniziative di formazione in campo protesico, riabilitativo e di reinserimento sociale e lavorativo saranno previste in attuazione dell’accordo. L’integrazione e la cooperazione tra le Istituzioni sono fondamentali al fine di garantire ai cittadini livelli di assistenza migliori. Il monitoraggio dell’attuazione del Protocollo sarà affidato ad un tavolo tecnico di coordinamento Inail-regione. “Il Protocollo – dice il presidente Spacca – consente di offrire migliori risposte e servizi più facilmente accessibili per un numero rilevante di persone che presentano situazioni di fragilità fisica. Questa firma, dunque, si inserisce perfettamente nella strategia regionale che mette al primo posto la salute e la sicurezza sociosanitaria dei cittadini. Ringraziamo l’Inail per questa collaborazione che si inquadra in un rapporto consolidato e strutturato con la Regione, orientato alla massima concretezza in materia di sicurezza sul lavoro”. “L’intesa – sottolinea De Felice – potenzia la nuova missione dell’Inail come Polo Salute e Sicurezza previsto dal Testo Unico sulla sicurezza e dà applicazione all’accordo quadro raggiunto in conferenza Stato Regioni. Ciò consentirà all’Inail di completare nel modo più efficace il ciclo della presa in carico dei propri assicurati, accompagnando i lavoratori infortunati e tecnopatici lungo l’intero percorso di cura, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo.”  
   
   
I MEDICI DI FAMIGLIA: “ITALIANI POCO ATTENTI ALLE CALORIE AL VIA IL NETWORK DI 500 CAMICI BIANCHI PER ‘EDUCARE’ I PAZIENTI”  
 
Firenze, 26 novembre 2013 - Il 40% degli uomini e il 32% delle donne in Italia non fanno mai attenzione alle calorie assunte con il cibo e le bevande durante la giornata. Solo quando l’ago della bilancia si sposta verso destra cambiano idea. Però il livello di zuccheri introdotto con diversi tipi di alimenti (latte, succhi, bevande zuccherate, frutta, zucchero da cucina e dolci) è nettamente inferiore alle cifre raggiunte negli Stati Uniti e negli altri Paesi europei e si mantiene al di sotto della soglia indicata dagli esperti come limite (75 grammi). Gli uomini ne consumano ogni giorno 68 grammi e le donne 66 grammi (il saccarosio aggiunto rappresenta solo il 10% degli zuccheri totali). E solo poco più dell’1% dell’apporto calorico giornaliero deriva dalle bibite gassate. È quanto emerge dai dati dell’indagine Liz (Liquidi e Zuccheri in Italia), raccolti su circa 2000 persone dai medici di famiglia della Simg (Società Italiana di Medicina Generale), in collaborazione con Nutrition Foundation of Italy (Nfi). Lo studio è presentato al 30° Congresso della società scientifica in corso a Firenze e ha previsto la compilazione di due tipi di questionari, sul livello di informazione e sulle abitudini alimentari dei pazienti. “La ricerca sul consumo degli zuccheri – spiega il dott. Claudio Cricelli, presidente Simg – apre la via a un più ampio progetto sui cosiddetti ‘determinanti di salute’, cioè sui fattori ambientali e sociali, legati agli stili di vita, all’attività fisica, all’alimentazione e all’istruzione. Queste informazioni contribuiscono in maniera significativa alla definizione dello stato di benessere della persona. E, modificando alcuni ‘determinanti’, possiamo incidere sulla salute dei pazienti, prima di ricorre ai farmaci. Abbiamo realizzato infatti un network composto da 500 medici di famiglia che, in maniera strutturata, raccoglierà questi dati, inserendoli in un database dedicato. È la prima esperienza di questo tipo in Italia. I medici non solo inseriranno le informazioni nella banca dati, ma le comunicheranno ai pazienti che non sono sempre consapevoli dei propri errori”. “Dallo studio Liz – continua il dott. Ovidio Brignoli, vicepresidente Simg - emerge una significativa discrepanza fra ciò che gli italiani dichiarano di fare e come si comportano in realtà. Ad esempio, sanno qual è la quantità consigliata di bevande, due litri, da consumare ogni giorno, ma un terzo si ferma a un solo litro. Inoltre il 39,6% degli uomini e il 48,6% delle donne sostiene di mangiare molta frutta, in realtà in media ne consumano solo 2 porzioni rispetto alle 3 consigliate”. Da confutare invece gli allarmismi legati all’abuso delle bevande zuccherate. “Ne consumiamo, in media, 70 mL (uomini) e 60 mL (donne) al giorno. Si tratta di 28 e 24 Kcal/die, pari all’1,4% e all’1,2%, rispettivamente, dell’apporto calorico giornaliero necessario a una persona media con uno stile di vita moderatamente attivo (2.000 Kcal)”.  
   
   
I GRANDI MAESTRI DELL´INCISIONE ARRIVANO A TORINO. VITA E SOCIETÀ NEI SEGNI DI DüRER, LEYDA, REMBRANDT  
 
 Torino, 26 novembre 2013 - Dal 5 al 21 dicembre 2013, Palazzo dal Pozzo della Cisterna - Sede della Provincia (Via Maria Vittoria 12, Torino) - ospita la mostra Vita e società nei segni di Dürer, Leyda, Rembrandt: uno spaccato di vita e costume di oltre due secoli testimoniati da sessanta opere di grafica dei più significativi pittori europei. Che ruolo aveva l´immagine nell’Europa del Cinque-seicento? Come venivano rappresentate scene di vita quotidiana, abitudini e ambienti, emozioni ed attese? Di fronte ad una popolazione prevalentemente contadina, le Chiese presenti in Europa trasferirono il loro insegnamento con la divulgazione dell’immagine su carta. Accanto al dipinto si affiancò il foglio inciso che, proprio come i moderni media, costituiva il primo strumento di comunicazione visiva. Le opere in mostra, con le rappresentazioni di costumi, paesaggi, scene di vita e personaggi, forniscono un formidabile excursus di nozioni sul tempo in cui i fogli vennero stampati. La mostra rappresenta un universo ricco e variegato: dalle immagini dei Pianeti che scandivano la vita quotidiana - nascita, influenze sui caratteri umani, attività agricole - si giunge alle immagini sacre che, accanto alla lettura religiosa e spirituale, sono il fondamentale documento degli ambienti, del paesaggio, delle strutture architettoniche, domestiche e di costume. I nomi dei Maestri in mostra sono i più importanti della storia della grafica: Dürer, Rembrandt, Beham, Goltzius, Callot e tra gli italiani, Cristofano di Michele Martini detto «Il Robetta», Niccolò Boldrini, Enea Vico, Odoardo Fialetti. L´iniziativa è promossa dall’Irel - Istituto per la Tutela dei Beni Librari e Cartacei, che opera ormai da diversi anni a sostegno del restauro e della divulgazione di importanti opere su carta ed è realizzata con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte, della Fondazione Crt, in collaborazione con la Provincia di Torino, il Comune di Villar Pellice (To) e il patrocinio della Città di Torino. Accompagna la mostra il sito web www.Maestrincisori.org  : una piattaforma con immagini, analisi scientifica delle tavole, schede tecniche sull´arte dell´incisione e approfondimenti su opere e autori. È inoltre in fase di preparazione I Giganti dell’incisione europea: un importante volume che presenta uno studio comparativo delle incisioni con altre tavole presenti presso i maggiori enti museali del mondo e che documenta gli interventi di restauro effettuati, contestualizzando storicamente le opere dei grandi Maestri trattati. La mostra è aperta dal 6 al 21 dicembre 2013, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 20. Sabato 21 dicembre, in occasione dell´apertura mensile di Palazzo dal Pozzo della Cisterna per le visite guidate, sarà visitabile dalle ore 9 alle ore 13. Ingresso libero  
   
   
ARTE: GENOVA CON LA WOLFSONIANA A MIAMI PER ANNO CULTURA ITALIANA NEGLI STATI UNITI  
 
 Genova, 26 novembre 2013 - Sarà l’arte del ‘900 il biglietto da visita oltreoceano di Genova e della Liguria in occasione di 2013: Anno della cultura italiana negli Stati Uniti, il programma di iniziative, manifestazioni culturali e eventi promozionali istituito dal Ministero degli Affari Esteri. Lo ha annunciato l’assessore alla Cultura della Regione Liguria Angelo Berlangieri nel corso della presentazione del progetto sui teatri storici. The Wolfsonian-florida International University di Miami Beach, che gestisce l’ingente patrimonio artistico donato dal collezionista Mitchell Wolfson Jr., ha organizzato Rebirth of Rome (Larinascita di Roma), un progetto espositivo comprendente tre mostre complementari dedicate all’arte, al design e all’architettura italiane del periodo compreso tra le due guerre mondiali. La prima, dal titolo Echoes and Origins: Interwar Italian Design (Echi e origini: il designitaliano tra le due guerre) è visitabile, presso la sede della Wolfsonian in Washington Avenue, dal 27 settembre scorso, mentre le altre due esposizioni – The Birth of Rome (La nascita di Roma) e Rendering War: The Murals of A. G. Santagata (La rappresentazione della guerra: le pitture murali di A.g. Santagata) – sono aperte al pubblico da venerdì scorso. Per la realizzazione delle due mostre inaugurate venerdì scorso, Genova si è mobilitata creando un’inedita sinergia tra diversi partner pubblici e privati. La Wolfsoniana-fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo e Marcello Cambi hanno messo a disposizione le opere delle loro collezioni che, grazie alla sapiente regia dell’Agenzia Consolare Usa a Genova, sono state inviate a Miami. Fino al 18 maggio 2014, i visitatori della Wolfsonian di Miami avranno la possibilità di vedere le opere provenienti da Genova.  
   
   
SPORT, NASCE IN LIGURIA UN CENTRO DI ORIENTAMENTO PER GIOVANISSIMI REGIONE LIGURIA APPROVA CONVENZIONE CON IL CONI  
 
Genova, 26 novembre 2013 - La Regione Liguria aderisce alla realizzazione del Centro di orientamento e promozione sportiva, in collaborazione con il Comitato regionale ligure del Coni. La Giunta regionale ha approvato in mattinata, su proposta dell´assessore allo sport Matteo Rossi, lo schema di convenzione con il Coni che sarà firmato nei prossimi giorni e un finanziamento di 9 mila euro per gli interventi della prima fase di sperimentazione del progetto che partirà a gennaio 2014. Il Centro di orientamento e promozione sportiva sarà rivolto ai giovanissimi, dagli otto ai quattordici anni. La sua attività consisterà in screening, colloqui e valutazioni con esperti dell´area biomedica-psicopedagogica e tecnico-sportiva per definire il profilo psicomotorio, lo stato di salute e gli stili di vita, le capacità fisiche e motorie dei ragazzi per accompagnarli in una scelta motivata e consapevole dell´attività sportiva.  
   
   
CONVEGNO: L´ATTIVITÀ SPORTIVA DELLA PERSONA CON DISABILITÀ  
 
Aosta, 26 novembre 2013 - La Presidenza della Regione informa che giovedì 28 novembre prossimo dalle ore 9,00 alle 14,00 nel Salone delle manifestazioni del Palazzo regionale ad Aosta, avrà luogo il convegno L’attività sportiva della persona con disabilità: profili associazionistici, giuridici e tecnici. All’evento saranno presenti il Presidente della Regione Augusto Rollandin, il Senatore della Repubblica Albert Lanièce, l’Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Aurelio Marguerettaz, l’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Antonio Fosson, il Presidente del Tribunale di Aosta, Massimo Scuffi, e Paolo Sammaritani, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Aosta. Ampio spazio sarà dato alle testimonianze degli atleti paralimpici presenti, tra cui Melania Corradini, medaglia d’oro nello sci alpino alle Paralimpiadi di Vancouver (Canada) nel 2010 e Andrea Chiarotti, atleta sledge hockey, che sarà il portabandiera dell’Italia alle Paralimpiadi del 2014 in Russia. Il quadro normativo della pratica sportiva delle persone con disabilità e le connesse tematiche legali saranno affrontati nella sessione giuridica da esperti del settore. Il convegno si concluderà con un confronto tra i rappresentanti delle associazioni sportive e il pubblico presente.