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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Dicembre 2007
BRUXELLES: LA COMMISSARIA MARIANN FISCHER BOEL, LANCIA UNA CONFERENZA DELLE PARTI INTERESSATE E DÀ INIZIO AD UN DIBATTITO VIA INTERNET SULLA VERIFICA DELLO STATO DI SALUTE DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE (PAC)  
 
Mariann Fischer Boel, commissaria europea responsabile per l´agricoltura e lo sviluppo rurale, invita le parti interessate a una conferenza generale sulla verifica dello stato di salute della Pac trasmessa via Internet il 6 dicembre 2007 e chiede ad agricoltori, ambientalisti, consumatori e Ong di esprimere la loro opinione sul suo blog. Per consentire un dibattito ampio ed aperto, la Commissione europea ha dedicato alla verifica dello stato di salute della Pac uno speciale sito web e ha convocato due grandi conferenze: una di carattere generale aperta a tutte le parti interessate, il 6 dicembre, che tratterà l´insieme degli aspetti connessi alla verifica, e una più specifica, l´11 gennaio 2008, sul futuro del settore lattiero-caseario. Entrambe le conferenze saranno aperte al pubblico grazie alla loro trasmissione on-line sul sito web della Dg Agricoltura riservato alla verifica dello stato di salute della Pac. "La Pac è finanziata con denaro pubblico e non si limita ad offrire un semplice sostegno ai redditi degli agricoltori. Essa garantisce anche la protezione ambientale, la sicurezza e la qualità degli alimenti, il benessere degli animali e la promozione della crescita e dell´occupazione nelle zone rurali", ha dichiarato Mariann Fischer Boel. "Per questo desidero ascoltare tutti coloro che possiedono un´opinione al riguardo: ritengo sia l´unico modo per introdurre cambiamenti che rispecchino realmente la volontà della popolazione". Il 20 novembre, la commissaria ha avviato un dibattito sulla relazione relativa alla verifica dello stato di salute, che contiene le sue riflessioni su come la politica agricola dell´Ue debba adattarsi alle sfide poste dal 21° secolo agli agricoltori europei, quali la creazione di sbocchi di mercato e le questioni legate al cambiamento climatico, alla gestione delle risorse idriche, alla protezione della biodiversità e al crescente interesse per la bioenergia agricola. Benché scriva principalmente in inglese, la signora Fischer Boel si augura che ciò non dissuaderà i lettori dall´esprimere osservazioni nella propria lingua. Http://ec. Europa. Eu/agriculture/healthcheck/index_en. Htm http://blogs. Ec. Europa. Eu/fischer-boel/ .  
   
   
COMMISSIONE EUROPEA: UN RAPPORTO DELLA CORTE DEI CONTI RIBADISCE LA NECESSITÀ DI UNA RIFORMA DEL SISTEMA DI CONTROLLO DELLA PESCA  
 
 Bruxelles - La Commissione europea ha accolto il 5 dicembre 2007 con favore il rapporto pubblicato dalla Corte dei conti relativo alla raccolta dei dati, al controllo e all´applicazione delle norme nell´ambito della politica comune della pesca (Pcp). Se la revisione del quadro giuridico della Pcp era già stata inserita tra le priorità strategiche del programma di lavoro della Commissione per il 2008, il rapporto della Corte dei conti ribadisce la necessità di una sostanziale riforma della strategia di controllo prevista dalla Pcp. La Corte ha realizzato un´indagine approfondita in questi settori, verificando sia le funzioni espletate dalla Commissione che le modalità con cui le norme della Pcp vengono applicate dalle autorità preposte alla gestione della pesca in sei Stati membri (Danimarca, Francia, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna). Il regime attuato dagli Stati membri in materia di controllo della Pcp, raccolta dei dati e applicazione della normativa si inserisce in un quadro stabilito a livello dell´Unione europea. In questi settori la Corte ha riscontrato carenze sostanziali, sufficienti, a suo avviso, per compromettere il corretto funzionamento di un politica di gestione della pesca basata su limitazioni delle catture. La Commissione condivide ampiamente le conclusioni della Corte, che confermano la sua posizione, e cioè che la riforma della Pcp attuata nel 2002 non è stata sufficientemente radicale in tali settori. La Commissione ha già presentato proposte legislative che dovrebbero ovviare a parte dei problemi individuati dalla Corte, in particolare in materia di raccolta dei dati. Essa auspica ora di poter collaborare con gli Stati membri e con tutte le parti interessate per risolvere le questioni ancora in sospeso, affinché la Pcp possa garantire un quadro di gestione della pesca europea che sia realmente sostenibile. Joe Borg, commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi, ha commentato: "Il rapporto della Corte giunge in un momento cruciale. La Commissione prevede di presentare un nuovo regolamento sul controllo della pesca nel secondo semestre del 2008. Sulla scorta delle conclusioni della Corte, che coincidono in larga misura con la nostra analisi, la Commissione collaborerà ora con gli Stati membri in seno al Consiglio e con tutte le parti interessate per definire un quadro di controllo della Pcp che sia realmente efficace. " La riforma della Pcp realizzata nel 2002 era motivata dalla necessità di ammodernare e rafforzare il quadro normativo, per garantirne la conformità agli obiettivi. Da allora la Commissione ha presentato diverse proposte nei settori specifici esaminati dalla Corte dei conti. Alcuni dei problemi tecnici sottolineati dal rapporto in materia di raccolta e di gestione dei dati sono stati affrontati dal regolamento recentemente adottato relativo ai sistemi elettronici di trasmissione dei dati. L´impegno della Commissione a istituire strumenti adeguati di controllo e di esecuzione trova conferma in un altro regolamento di recente adozione, che disciplina le attività di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (pesca Inn) e generalizza il principio del controllo "dalla rete al piatto". Se la Corte dei conti ha scelto di esaminare aspetti specifici quali la raccolta dei dati, l´ispezione delle attività di pesca e l´attuazione delle norme della Pcp, è perché li ritiene essenziali per il corretto funzionamento di qualsiasi politica di gestione della pesca bastata su limitazioni delle catture. La Corte è giunta in particolare alle seguenti conclusioni: i dati relativi alle attività di pesca raccolti negli Stati membri sono incompleti e poco affidabili e non costituiscono una base adeguata per la fissazione dei totali ammissibili di cattura (Tac) e dei contingenti; le procedure di ispezione attuate a livello nazionale per individuare e prevenire le infrazioni sono inefficaci; e le sanzioni imposte dalle autorità nazionali in caso di rilevamento di infrazioni non sono atte a produrre un effetto dissuasivo. La Corte sottolinea inoltre che la Commissione non dispone di poteri sufficienti per esercitare una pressione efficace e tempestiva sugli Stati membri che non ottemperano agli obblighi ad essi imposti dalla Pcp, né dei mezzi necessari per verificare in modo accurato i dati trasmessi dagli Stati membri o per valutare le attività di ispezione attuate a livello nazionale. La Corte conclude che una strategia di gestione basata su limitazioni delle catture non può prescindere da un sistema efficiente di raccolta dei dati, controllo e applicazione. La Commissione condivide ampiamente le conclusioni del rapporto, che confermano sostanzialmente le carenze della Pcp da essa identificate in questi settori, carenze che avrebbero potuto essere in gran parte superate se alla Commissione fossero state conferite le prerogative per svolgere un´azione efficace in questi settori. La Corte rileva inoltre che la sovraccapacità della flotta si traduce nello sfruttamento eccessivo delle risorse e nella sottodichiarazione delle catture e deplora il fatto che la riforma della Pcp abbia demandato agli Stati membri la responsabilità di ridurre la capacità delle flotte pescherecce. La Commissione ritiene che il sostegno finanziario ai piani di disarmo costituisca, a livello dell´Ue, uno strumento atto a favorire la riduzione della sovraccapacità di pesca, e che le misure di controllo della capacità attuate in precedenza si siano rivelate inefficaci. La revisione del regolamento sul regime di controllo della Pcp rientra nelle priorità per il 2008; la Commissione prosegue nel contempo una riflessione più generale sul seguito da dare alla riforma del 2002. .  
   
   
TRENTO - IL CONVEGNO INTERNAZIONALE “INTOSSICAZIONE DA FUNGHI” GLI ESPERTI: “FATE ATTENZIONE AL CONSUMO ECCESSIVO”  
 
Dal 6 al 7 dicembre Trento ospita presso il Grand Hotel Boscolo il convegno internazionale di micotossicologia dal titolo “Intossicazione da funghi: aggiornamenti ed esperienze a confronto”. Organizzato dall’Associazione micologica Bresadola di Trento, in collaborazione con la Provincia autonoma, il museo tridentino di scienze naturali, il Gruppo micologico Bresadola di Trento e il Centro antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano, il simposio riunisce in città i migliori specialisti europei della materia. Stamani, gli organizzatori hanno presentato l’iniziativa a cui ha partecipato l’assessore provinciale alle politiche per la salute Remo Andreolli: “Trento ricorda nel migliore dei modi la figura di scienziato di Giacomo Bresasola a 160 anni dalla nascita. Voglio ringraziare personalmente quanti hanno lavorato per portare in Trentino questo appuntamento che si inserisce in una tradizione secolare delle nostre popolazioni”. Inizia oggi a Trento, per continuare nella giornata di venerdì 7 dicembre, presso le sale del Grand Hotel Boscolo il 4° Convegno internazionale di micotossicologia dal titolo “Intossicazioni da funghi superiori: aggiornamenti ed esperienze a confronto”. L’iniziativa è stata presentata stamani presso la Sala stampa del Palazzo della Provincia autonoma di Trento, in piazza Dante, alla presenza dell’assessore alle politiche per la salute Remo Andreolli. La manifestazione è organizzata dall’Associazione micologica Bresadola, che ha sede a Trento e conta 128 gruppi sparsi sull’intero territorio nazionale e oltre 1300 soci di tutto il mondo, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento (assessorato alle politiche per la salute), il Centro anitiveleni di Milano e il gruppo micologico Bresadola di Trento. Il simposio riunisce alcuni tra i più accreditati esperti in campo europeo. “Le tematiche affrontate – spiegano gli organizzatori – sono di grande attualità e il confronto tra le diverse esperienze risulta importante per garantire il miglior servizio alle migliaia di raccoglitori di funghi che, spesso inconsapevolmente, rischiano di subire danni o addirittura morire per l’ingestione di funghi tossici”. “Il Trentino – ha sottolineato l’assessore alle politiche per la salute Remo Andreolli – ha sostenuto con convinzione questo appuntamento internazionale perché ci permette di ricordare nel migliore dei modi l’anniversario dei 160 anni della nascita di Giacomo Breasola, il sacerdote della val di Sole che per primo studiò nel secolo scorso con metodologia i funghi, lasciando un’eredità scientifica di assoluto valore”. Andreolli ha ringraziato i volontari e il personale dei servizi dell’assessorato che hanno permesso l’organizzazione del convegno. Marco Donini, presidente del Gruppo micologico Bresadola di Trento, ha ricordato l’importanza del convegno, in quanto “permette di approfondire le conoscenze sui funghi, un prodotto della terra trentina che è entrato nella tradizione della nostra terra”. A Bresadola si è richiamato anche il presidente dell’Associazione micologica, Luigi Villa: “Ancora oggi noi beneficiamo del suo lavoro di scienziato e ricercatore”. Il fenomeno di intossicazione da funghi riguarda ogni anno centinaia di persone. Secondo i dati presentati dalla dottoressa Francesco Assisi, del Centro antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano, ogni anno sono oltre un migliaio le persone che in Italia subiscono un’intossicazione da funghi. “Al nostro centro – ha spiegato la dottoressa Assisi – si rivolge circa il 70 per cento delle persone intossicate dai funghi. Nel 2006 si sono registrati per intossicazione da funghi 4 casi di decesso e una trentina di intossicazione da Amanita Phalloides. Altri funghi provocano danni irreversibili al sistema renale e costringono i paziente alla dialisi a vita. E’ per questo che raccomandiamo il ricovero immediato e una diagnosi rapida in caso di intossicazione da funghi. Spesso le intossicazioni sono sottostimate dagli stessi raccoglitori e dal personale sanitario”. In Trentino, nei ultimi cinque anni, si sono registrati 68 casi ma nessun decesso. Tra le novità del convegno di Trento c’è la sperimentazione sanitaria dei funghi a scopi terapeutici. “Il convegno – conclude la professoressa Assisi – è di favorire un maggiore scambio di esperienze a livello internazionale, con il tentativo di affermare un approccio e una metodologia sanitaria nel caso di intossicazione da funghi”. .  
   
   
UN CONVEGNO IN CAMERA DI COMMERCIO E UNA RICERCA: A MILANO GLI UOMINI DEDICANO AI FORNELLI IL DOPPIO DELLE ORE DI ROMANI E NAPOLETANI IL RISOTTO ALLA MILANESE RIMANE LA SPECIALITÀ PIÙ FAMOSA (E CUCINATA) D’ITALIA GOLOSI DI CUCINA MILANESE I ROMANI. SPENDACCIONI I PALERMITANI E I PIATTI ALLA MILANESE RENDONO: 173 MILIONI DI FATTURATO ALL’ANNO  
 
Oltre il 60% dei milanesi dedica dalle 6 alle 30 ore settimanali alla cucina. E’ primato tra gli italiani: i romani si fermano al 57,1%, i napoletani al 49,7%, i palermitani al 48,7% e i bolognesi al 36,4%. E se a Milano quasi 2 donne su 3 dedica almeno 6 ore in cucina, gli uomini milanesi arrivano al 43,5% (quasi 1 su 2): doppiata la percentuale degli italiani delle altre grandi città. Una “malattia” per la cucina che si traduce nella lettura di riviste eno-gastronomiche (il 30% dei milanesi le legge) e nella visione dei programmi Tv dedicati (per 1 milanese su 5 è un “must” quotidiano). Tra i fornelli a Milano va forte la creatività (a pranzo nel 30% dei casi si cucinano spesso piatti creativi sempre nuovi; a cena nel 10%) e i piatti internazionali (nel 21,2% dei casi almeno qualche volta a settimana durante le cene). Ma non si trascura la cucina tradizionale: in quasi 3 famiglie milanesi su 4 (72,7%) i “piatti della nonna” continuano ad essere preparati con regolarità. La cucina milanese è famosa in Italia soprattutto per il risotto alla milanese (per il 28,9% degli italiani è il piatto principe), bene anche la costoletta (24,3%), il panettone (12,5%) e l’ossobuco (11,7%). Quasi 2 italiani su 3 (64%) cucinano almeno qualche volta i piatti milanesi (1 su 5 spesso). I più golosi delle delizie alla milanese sono i romani (il 70% cucina milanese almeno qualche volta), seguiti dai palermitani e dai napoletani. Mentre chi spende in media di più per mangiare milanese al ristorante sono i palermitani (il 25% spende tra i 41 e i 60 euro). Il risotto alla milanese si conferma anche come il piatto milanese più cucinato dagli italiani (per il 39,9%), seguito dalla costoletta (33,6%). A Milano si cucina spesso anche l’ossobuco (14,1%) e la cassoeula (8,3%). Non sorprende allora che in almeno 1 attività di ristorazione su 2 a Milano si propongano piatti della tradizione culinaria milanese (e in 2 trattorie su 3), in particolare risotto e costoletta (tutti i giorni) ma anche ossobuco e trippa (1 volta a settimana). L’interesse dei clienti per la cucina milanese è in crescita, soprattutto tra la clientela italiana (nel 21,7% dei casi). E così aumenta il giro d’affari: il peso dei piatti milanesi sul totale del fatturato delle attività di ristorazione a Milano si aggira sul 20%, per un totale di 173 milioni di euro. Dove mangiano i milanesi: durante la settimana 6 su 10 pranza a casa e 1 su 7 (il 14%) in ufficio, a cena 9 volte su 10 a casa, mentre solo in 1 caso su 100 si va ad un aperitivo (milanesi battuti dai bolognesi: 4,2%). Infine durante il tempo libero, in 1 caso su 3 si va al ristorante. Sono questi alcuni dei dati che emergono da due indagini campionarie della Camera di Commercio di Milano, attraverso la sua azienda speciale Cedcamera sulla cucina milanese nelle abitudini e nelle opinioni delle famiglie che ha coinvolto le città di Milano, Bologna, Roma, Napoli e Palermo e i ristoratori milanesi. Ristorazione. Un settore in crescita (+1,9% in Italia tra il 2006 e il 2007). Anche se vanno meno le mense (-1,9%) a vantaggio del boom del catering (+5,9%). Bene i ristoranti (+3,3%), meglio dei bar (+1%). Centri principali del settore in Italia Milano e Roma con il 6% dei ristoranti italiani e Napoli col 4,5%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2006 e 2007. Cucina milanese: convegno in Camera di commercio. A Palazzo Giureconsulti, sede della Camera di commercio, convegno “La cucina di Milano: tradizione & innovazione” organizzato dall’Accademia Italiana della Cucina, in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano. Durante l’incontro sono stati presentati i risultati delle due indagini campionarie. Al via anche due mostre: la prima “Un secolo di menù italiani” con una ventina di pannelli che riproducono menu storici di diverse epoche, raggruppati in modo tematico, dai menu dei re d’Italia all’estero a quelli dei Presidenti della Repubblica, dai viaggi dei Papi a quelli dei transatlantici italiani fino ai menu realizzati da grandi artisti (Sala Esposizioni), la seconda, fotografica, su “Personaggi e mangiari della vecchia Milano” con una trentina di fotografie d’epoca dedicate ai venditori di cibi della tradizione (Loggiato esterno). Entrambe le esposizioni resteranno aperte fino al 2 dicembre a Palazzo Giureconsulti (Mm Duomo), con ingresso libero dalle ore 10 alle ore 18. “La cucina – ha commentato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano – e il settore della ristorazione non rappresentano solo una attività economica, ma anche uno stile di vita, perché nei piatti della tradizione ritroviamo le nostre radici, i nostri valori, ciò che ci caratterizza. Una ricchezza per il territorio, a sostengo della qualità della vita, che è pronta a rinnovarsi, accettando con entusiasmo le sfide che provengono da un mercato sempre più globale”. Tutti I Dati Della Ricerca I piatti più famosi della cucina milanese. E’ il risotto alla milanese il piatto principe della cucina milanese (per il 28,9%) per gli italiani, seguito dalla costoletta alla milanese (24,3%), dal panettone (12,5%), e dall’ossobuco (11,7%). Al quinto posto la cassoeula (8,1%), poi la busecca (4,5%) e i nodini di vitello (3,7%). Se consideriamo i soli milanesi, il risotto alla milanese rimane primo (18,8%), ma a breve distanza ecco la costoletta alla milanese (16,9%), l’ossobuco (13,8%) e la cassoeula (12,8%). Solo al quinto posto il panettone (12,4%). Tra le altre città, il risotto alla milanese è soprattutto famoso a Palermo (per il 46,5% dei palermitani è il piatto milanese più famoso), a Napoli (46%) e a Bologna (43%). Il panettone è soprattutto famoso come piatto milanese a Roma (17,4%). Bene la cassoeula a Bologna (8,6%). …e quelli più cucinati. Il 64% degli italiani cucina almeno qualche volta i piatti milanesi (il 17% spesso; il 47% qualche volta). A Milano tale percentuale sale all’82% (35% spesso; 47% qualche volta). Tra le altre città, Roma è la città in cui la cucina milanese ha più successo (il 70% dei romani cucina piatti milanesi: il 56% qualche volta; il 14% spesso). Seguono i palermitani (il 45% la cucina: il 34% qualche volta e il 11% spesso), i napoletani (il 44%: di cui il 39% qualche volta e il 5% spesso) e infine i bolognesi (il 38%: il 37% qualche volta e il 1% spesso). Il piatto milanese più cucinato è il risotto alla milanese (per il 39,9% degli italiani), seguito dalla costoletta alla milanese (33,6%), dall’ossobuco (9,9%) dalla cossoeula (4,1%), dai nodini di vitello e dalla busecca (3,3%). A Milano accanto al risotto (per il 29,4%) e alla costoletta (per il 24,5%), una percentuale piuttosto rilevante cucina l’ossobuco (14,1%), la cassoeula (8,3%), e la busecca (6,4%). Tra le altre città a Bologna, Napoli e Palermo oltre il 95% degli intervistati cucina come piatti milanesi il risotto o la costoletta. A Roma c’è anche un 8% che cucina l’ossobuco alla milanese. Dove mangiano (e cosa mangiano) gli italiani: a pranzo durante la settimana. A pranzo nei giorni lavorativi il 61% degli intervistati mangia a casa, il 16,3% al bar, il 13,8% in ufficio e il 5% in un self-service. A Milano sale la percentuale di persone che mangia al self-service (6%), mentre è in linea con il dato complessivo la percentuale di persone che mangia a casa (62%), in ufficio (14%). Leggermente inferiore la percentuale di milanesi che invece mangia al bar (14,5%). Nelle altre città, mangiano soprattutto a casa i napoletani (il 69%), al bar a Bologna (21%), e in ufficio a Palermo (17%). Quando si mangia a casa, il 77,3% degli intervistati mangia con la famiglia. A Milano c’è la più alta percentuale di chi mangia da solo (33%), mentre a Napoli e a Palermo la più alta di chi mangia con la famiglia (89%). Nell’87% dei casi, quando si mangia a pranzo a casa, si cucinano i piatti tipici della cucina locale (spesso o qualche volta), seguiti dai piatti creativi (38% spesso o qualche volta) e dai piatti pronti (36%). A Milano, rispetto alle altre città, si cucinano soprattutto piatti creativi sempre nuovi (56%: 15,3% spesso e 40,7% qualche volta), rispetto al 21,4% di Bologna, al 34% di Roma, al 31% di Napoli e al 40% di Palermo, e piatti internazionali (15,4%: 2,7% spesso e 12,7% qualche volta). Per quanto riguarda le altre voci, a Milano nel 76% dei casi si cucinano a pranzo i piatti tipici della cucina locale (nel 30% spesso e nel 46% qualche volta), nel 45,3% ricette di cui non si conosce la provenienza e nel 41,3% piatti pronti. La città dove si consumano più surgelati, precotti, ecc. È Bologna (nel 54,8%: 14,3% spesso e 40,5% qualche volta). …a cena durante la settimana. A cena nei giorni lavorativi ben il 94,4% del campione mangia a casa, l’1,9% al ristorante, l’1,1% fa un aperitivo, lo 0,8% da amici a parenti. A Milano chi mangia a casa è il 91,7%, mentre sale la percentuale di chi mangia al ristorante (2,5%), in un self-service (2,5%) o fa un aperitivo (1,7%), mentre chi mangia a casa di amici o parenti è lo 0,4%. Tra le singole voci, sono i romani quelli che mangiano di più a casa (il 96,5%), i milanesi quelli più al ristorante o al self-service (2,5%), i bolognesi quelli che fanno più aperitivi (4,2%), i napoletani (3%) e i palermitani (1,7%) quelli che mangiano di più a casa di amici e parenti. Anche per le cene durante la settimana si scelgono soprattutto i piatti tipici della cucina locale (per il 92% dei casi: 61% spesso e 31% qualche volta). Ancora una volta a Milano rispetto alle altre città si cucinano in media più piatti creativi (nel 61,3% dei casi: 11,3% spesso e 50% qualche volta) e piatti internazionali (nel 24,8% dei casi: 3,6% spesso e 21,2% qualche volta). …e nel tempo libero. Il 59% degli intervistati mangia a casa nel loro tempo libero, mentre nel 34,2% dei casi al ristorante. Tra i milanesi, la percentuale di chi mangia a casa passa al 66% (la più alta rispetto alle altre città), mentre scende quella di chi opta per il ristorante (27%). Si va a mangiare al ristorante soprattutto a Roma (39%) e a Napoli (34%). A casa continuano a prevalere i patti tipici della cucina locale (per il 92% degli intervistati: nel 61% vengono cucinati spesso e nel 31% qualche volta). A Milano questa percentuale scende leggermente (84,9%: 34% spesso e 50,9% qualche volta), mentre la cucina dei piatti creativi (67,3%: 15,1% spesso e 52,2% qualche volta) e quella dei piatti internazionali (24,5%: 5% spesso e 19,5% qualche volta) registrano ancora una volta a Milano la percentuale più alta rispetto alle altre città. Quando si mangia invece al ristorante, oltre ai piatti tipici della cucina locale (ordinati spesso dal 59,6% degli intervistati), cresce la richiesta di piatti internazionali (nel 24,4% dei casi sono ordinati spesso). E per mangiare cucina milanese al ristorante si spendono in media dai 21 ai 40 euro nel 54% dei casi, fino ai 20 euro nel 24% e tra i 41 e i 60 euro nel 5%. La percentuale che spende di più per mangiare milanese si trova a Palermo (il 25% spende tra i 41 e i 60 euro per mangiare piatti milanesi al ristorante). Le ore spese in cucina. Il 54,2% degli italiani passa in cucina dalle 6 alle 30 ore settimanali. Il primato del tempo dedicato a cucinare spetta ai milanesi (il 61,7% gli dedica almeno 6 ore), seguita da Roma (57,1%), da Napoli (49,7%), da Palermo (48,7%) e da Bologna (36,4%). Se distinguiamo per sesso, la cucina si conferma regno delle donne italiane (il 74,3% delle donne intervistate vi dedica da 6 a 40 ore a settimana, contro il 28,8% degli uomini), ma se tale differenza è presente a Roma (76,9% di donne e il 28,3% di uomini vi dedica oltre 6 ore), a Napoli (rispettivamente 75,5% e 20,4%), a Palermo (72,1% e 22,3%), e in misura minore a Bologna (55% e 12,9%), a Milano quasi 1 uomo su 2 passa almeno 6 ore in cucina a settimana (43,5%), rispetto al 76,1% delle donne milanesi. I piatti della tradizione e le sagre. I piatti della nonna continuano ad andare forte sulle tavole degli italiani: nell’82,1% dei casi si continuano a cucinare (e nel 52% dei casi almeno 1 volta a settimana). La percentuale più alta si registra a Palermo (90,4%) e a Napoli (85,8%). Sopra alle media anche Roma (83,5%) e Bologna (83,1%). Leggermente sotto invece Milano (72,7%). Il 57% degli italiani intervistati dice di partecipare a sagre e feste in cui si presentano prodotti tipici alimentari. A Milano la percentuale scende al 50%, preceduta da Napoli (53%) e Roma (60%). Le sagre sono particolarmente seguite a Palermo (61%) e soprattutto Bologna (66%). Leggere (e guardare) la gastronomia. La città dove le riviste eno-gastronomiche hanno maggiore successo è Roma (quasi 1 romano su 3 le legge: il 32,5%), seguita da Milano (30,2%), da Bologna (25,4%), da Napoli (21,3%) e da Palermo (14,8%). Il 34% degli intervistati compra almeno 1 libro di gastronomia all’anno (record a Palermo con il 45%), mentre 1 italiano su 2 (il 52%), guarda programmi televisivi sulla cucina almeno una volta al giorno (a cui si aggiunge il 14,3% che li vede tutti i giorni). Tra chi è “ammalato” di cucina, spiccano i milanesi (quasi 1 milanese su 5 vede programmi di cucina in televisione tutti i giorni). .  
   
   
MELINDA SIGNIFICA SEMPRE PIÙ “BUONO CHE FA BENE”, PER L’ALIMENTAZIONE E PER L’AMBIENTE  
 
“Una mela al giorno toglie il medico di torno” è probabilmente uno dei proverbi più noti. Oggi, con il moltiplicarsi di studi e di ricerche, abbiamo sempre maggiori conferme della fondatezza scientifica di tale proverbio. Contemporaneamente, sta crescendo in molti di noi la progressiva consapevolezza che alimentarsi in modo sano ed equilibrato sia un presupposto indispensabile per la nostra salute, a tutte le età. Proprio per questo il Consorzio Melinda, produttore delle uniche mele Dop italiane, è da sempre impegnato nel dare ai consumatori non solo mele di qualità superiore, ma anche informazioni sul ruolo che possono svolgere se adeguatamente inserite nell’alimentazione quotidiana. A tal fine Melinda ha realizzato negli ultimi 2 anni numerosi incontri con i consumatori nelle piazze, nei mercati all’ingrosso ed in quelli rionali di alcune delle principali città italiane, così come incontri con gli studenti nelle scuole e i lavoratori nelle industrie. Come strumento di divulgazione, Melinda ha prodotto ad hoc “Il Buono che fa Bene” (scaricabile dal sito www. Melinda. It), una guida pratica di divulgazione scientifica sulla mela, che tratta di corretta alimentazione, prevenzione e salute, e che contiene inoltre le evidenze scientifiche su quelle che sono le particolari caratteristiche geo-climatiche - davvero uniche della Val di Non (Tn) - che rendono tale territorio uno dei più vocati al Mondo per la produzione di mele di qualità superiore. Gli Autori de “Il Buono che fa Bene” non potevano quindi che essere delle autorità nei settori specifici dell’Alimentazione e della pedologia agronomica. Melinda ha infatti potuto contare sulla collaborazione del prof. Carlo Cannella (Presidente Inran e Professore Ordinario di Scienza dell’Alimentazione dell’Università di Roma “La Sapienza”) e della dott. Ssa Maria Beniamina Venturelli (Direttore del Centro Assistenza Tecnica dell’Istituto per la Frutticoltura e Viticoltura di S. Michele all’Adige-tn), Come logica continuazione del lavoro svolto finora in tale ambito, il 2007-2008 vedrà Melinda impegnata – a fianco di diverse sezioni cittadine della L. I. L. T – Lega Italiana Lotta ai Tumori – nella comunicazione dei più recenti dati scientifici internazionali relativi al ruolo svolto dai nutraceuticals (in particolare polifenoli) naturalmente contenuti nella mela nella prevenzione delle degenerazioni oncologiche. Non è però possibile parlare di Qualità Totale di un prodotto agricolo o di corretta alimentazione, salute e prevenzione sanitaria senza prendersi cura contemporaneamente della difesa dell’Ambiente in cui il prodotto stesso nasce e cresce. Proprio per questo, e per il suo profondo legame con la Val di Non, il Consorzio Melinda promuove da anni - concretamente - la difesa del proprio Ambiente. Per il 2007-2008 - dopo l’introduzione di migliaia di nidi per favorire il ripopolamento dei frutteti con avifauna stanziale, dopo i buoni risultati ottenuti in termini di moltiplicazione di lepri ed ungulati e dopo aver già certificato Eurep-gap il 80% dei propri meleti (100% entro il settembre 2008) - Melinda ha deciso di iniziare a ridurre la propria dipendenza da combustibili fossili per l’approvvigionamento di energia elettrica grazie alla produzione ed all’utilizzo di “energia pulita” ottenuta da fonti rinnovabili. Melinda, infatti, sta realizzando un importante investimento (5 milioni di €) per la messa in esercizio di 18 impianti fotovoltaici (fine lavori entro aprile 2008) da installare sui tetti dei centri di frigo-conservazione del Consorzio. Si tratta di uno sforzo economico notevole cui però Melinda ha deciso comunque ben volentieri di dare seguito. La produzione di oltre 1milione di Kwh all’anno di “energia pulita” eviterà infatti emissioni in atmosfera per ben 580mila kg di anidride carbonica all’anno. Per l’Ambiente sarà come se Melinda avesse realizzato un bosco adulto di conifere esteso 25 Ha: tale è infatti la massa vegetale in grado di assorbire la stessa quantità di anidide carbonica. Bilancio consuntivo 2006-2007: soddisfazione per i buoni risultati. Soddisfazione in casa Melinda per i risultati conseguiti nell’annata 2006-2007 e contenuti nel Bilancio approvato dall’Assemblea Generale dei Soci del Consorzio Melinda. Come illustrato dal Direttore Generale, Luca Granata, e dal Responsabile Amministrativo Renato Cattani (con il supporto del Revisore dei conti della Ftc), il Mercato internazionale delle mele è stato caratterizzato nel 2006-2007 da un sostanziale equilibrio tra produzione e domanda, una situazione che ha consentito alle quotazioni del prodotto – pur rimaste ancora inferiori rispetto a quelle di 2 anni orsono – un recupero parziale almeno rispetto a quelle realizzate nell’esercizio precedente. La produzione 2006 di Melinda è stata però decisamente inferiore rispetto a quella del 2005 (-18%) ed anche penalizzata da una maggiore incidenza del prodotto “grandinato” sul totale (9,2% nel 2006 contro 5,5% nel 2005). In tale contesto, il Consorzio Melinda è riuscito ugualmente a realizzare un risultato economico in linea con le migliori aspettative, grazie in primo luogo alla qualità del prodotto conferito dai Soci produttori, ma grazie anche ad un’accurata gestione della commercializzazione, all’ottimizzazione di tutti i costi ed all’impegno di tutto il Personale. Al fine di mantenere nel tempo l’attuale livello di competitività della frutticoltura delle Valli del Noce il Cda di Melinda ritiene fondamentale proseguire con determinazione verso il raggiungimento degli obiettivi strategici prefissati tra i quali l’adeguamento dell’assetto varietale ed il rinnovo dei frutteti. La mela nell’alimentazione per la prevenzione e la salute Di Carlo Cannella, Professore ordinario di Scienza dell’Alimentazione Università di Roma “La Sapienza”. Tratto da Il Buono che fa Bene. La mela (in 100 g solo 50 calorie!) è un’ottima fonte di acqua e micronutrienti (vitamine e Sali minerali), un cibo leggero, nutriente e sempre più adatto alle esigenze della vita moderna perché è sempre pronto all’uso: basta morderla! La mela è disponibile in tante varietà e gusti diversi, sazia e nutre senza appesantire perché è di facile digeribilità e, oltre a nutrire, ha delle naturali proprietà “funzionali” sia per il contenuto in fibra solubile (pectine) ed acidi organici, sia per caroteni e polifenoli ad azione antiossidante. La mela, come tutta la frutta, rappresenta un alimento importante per ogni età. Il contenuto calorico della mela sbucciata è infatti di sole 50 Kcal in 100 g, ed è dovuto prevalentemente a zuccheri semplici (14 g/100 g di cui 8 g di fruttosio). Gli zuccheri “semplici” diversamente dagli zuccheri “complessi” (amido, glicogeno, ecc. ) non richiedono digestione e pertanto vengono assorbiti rapidamente per essere utilizzati a scopo energetico. Gli zuccheri sono importanti per la contrazione muscolare ed in particolare per il funzionamento di altri due tipi di cellule: quelle del cervello e dei globuli rossi del sangue che utilizzano prevalentemente il glucosio per il loro metabolismo. La presenza di fruttosio in quantità significative nei pomi (mela e pera) è di estrema importanza non tanto per il maggior potere dolcificante rispetto al glucosio, quanto per il fatto che il fruttosio non stimola direttamente la produzione di insulina e quindi influisce in modo marginale sulla glicemia. Per questo motivo i pomi possono essere consumati, in quantità adeguate, anche dai diabetici. Recenti studi dimostrano inoltre che una piccola dose di fruttosio, come quella assumibile da una porzione di frutta (150 g), in un pasto a base di cibi ad alto indice glicemico (dolci, pane, riso, pasta, ecc. ) tende a ridurre la risposta glicemica poiché favorisce l’utilizzo del glucosio da parte del fegato. Il glucosio è lo zucchero metabolico per eccellenza, presente nei cereali (nella forma polimerica di amido) e anche negli ortaggi e nella frutta (sia pure in minore quantità). La sua importanza nel metabolismo cellulare è tale che la quantità di glucosio presente nel circolo sanguigno viene mantenuta costante (70-120 mg/100 ml) mediante l’azione di ormoni tra di loro antagonisti: insulina e glucagone, entrambi prodotti dal pancreas. Dopo un pasto ricco di zuccheri si evidenzia una maggiore produzione cerebrale di serotonina che agisce sulla sensazione di benessere e svolge un’azione antidepressiva; questa situazione favorevole all’organismo, soprattutto al nostro umore, è dovuta al coinvolgimento dello zucchero nel trasporto del triptofano (precursore della serotonina) attraverso la barriera ematoencefalica e non si verifica dopo un pasto ricco di proteine. La mela ha in comune con gli altri frutti e ortaggi il fatto di contenere diverse sostanze con attività antiossidante, in grado cioè di proteggere l’organismo dai danni ossidativi riconducibili all’azione dei radicali liberi. Oltre alle ben note vitamine (vit. C e vit. E), contiene alcuni composti organici detti “phytochemicals” - presenti in quantità dell’ordine della frazione di mg - che sono particolarmente attivi nella difesa dagli agenti ossidanti. Tra questi composti ricordiamo i carotenoidi (precursori della vitamina A) che danno colore alla polpa e i polifenoli (flavonoidi) che sono responsabili dell’imbrunimento della mela una volta che sbucciata viene in contatto con l’aria. È questa una reazione enzimatica catalizzata da una polifenolossidasi: può essere inibita con il calore (che inattiva l’enzima), o con l’aggiunta di succo di limone che agisce sia da riducente sia da acidificante, per la presenza dell’acido ascorbico che inibisce così l’attività della polifenolossidasi. Questi composti antiossidanti agiscono sia all’interno del tubo digerente, neutralizzando composti radicalici di varia natura, prodotti anche dalla flora batterica, sia potenziando le difese del sangue nei confronti delle scorie del metabolismo cellulare. Si tratta quindi di composti di origine vegetale che non hanno un potere nutritivo e che vengono assorbiti solo in quantità molto piccola. Per beneficiare del loro effetto protettivo, ciò che più importa è una regolare e quotidiana introduzione con il consumo di alimenti vegetali freschi piuttosto che una loro occasionale assunzione facendo magari ricorso agli integratori. Il meccanismo d’azione dei “phytochemicals” (rimozione di metalli proossidanti, neutralizzazione di radicali dell’ossigeno, ecc. ) comporta la protezione dal rischio ossidativo delle biomolecole più esposte quali: gli acidi grassi polinsaturi e le catene laterali delle proteine (aminoacidi aromatici) e gli acidi nucleici (basi puriniche e/o pirimidiniche). Il risultato è l’attenuazione dello stress ossidativo e la protezione dell’organismo dall’insorgenza delle patologie cardio-vascolari, oncologiche, degenerative del sistema nervoso, dell’invecchiamento precoce e della spermatogenesi. È opportuno ricordare che numerosi studi clinici hanno dimostrato come la supplementazione di vitamine, fibra e sali minerali non esercita gli stessi effetti favorevoli al mantenimento dello stato di salute di una dieta ricca in frutta e ortaggi. È stato recentemente ipotizzato un effetto sinergico tra vitamine antiossidanti (vit. C e vit. E) e phytochemicals in grado di svolgere attività protettiva (antineoplastica) secondo diversi meccanismi, tra i quali: induzione della biosintesi di enzimi detossificanti, inibizione della formazione di nitrosamine, diluizione e neutralizzazione di sostanze cancerogene nel tratto intestinale, interazione con l’equilibrio ormonale (fitoestrogeni), potenziamento dell’attività antiossidante delle vitamine C ed E, ecc. Le proprietà finora riportate per la mela possono essere estese alla frutta in generale e pertanto un’assunzione più elevata di frutta viene raccomandata in alcune condizioni fisiologiche in cui aumenta la richiesta di acqua, sostanze protettive e vitamine come la crescita, la vecchiaia, la gravidanza e l’allattamento. A maggior ragione tale raccomandazione vale per situazioni di tipo patologico quali: processi infettivi, terapie farmacologiche, stati di convalescenza, ecc. La mela contiene una miscela di composti nutrienti e non; alcuni sono presenti nel frutto acerbo, altri si formano durante la maturazione e, come in tanti altri frutti, ciascuno di questi composti per quanto importante non ha grande valore di per se stesso, ma nel complesso dell’alimento giunto a maturazione. Il consumo di frutta è perciò prezioso per il nostro benessere, non tanto per un singolo componente, quanto per il sinergismo dei principi nutritivi con le sostanze protettive phytochemicals. Nessun chimico sarebbe capace, mettendo insieme questi stessi composti, di ottenere gli stessi risultati non solo da un punto di vista nutrizionale, ma anche da quello emotivo, per la gratificazione dei nostri sensi (vista, gusto, olfatto e tatto) da cui tanto dipende il nostro benessere psico-fisico! L’illusione che gli integratori possano compensare le nostre cattive abitudini alimentari o svolgere azioni antistress è ormai sulla strada del tramonto, mentre le più recenti ricerche in nutrizione dimostrano l’effetto benefico dei “phytochemicals”, come agenti antiossidanti che contrastano l’invecchiamento precoce e aiutano nella prevenzione di gran parte delle patologie più comuni legate ad un eccesso di radicali liberi. La mela è la conclusione tradizionale e leggera di un pasto, è lo snack o la merenda ideale perché sazia senza appesantire. La mela è facile da conservare e da trasportare, ha un costo moderato ed è disponibile tutto l’anno, ha insomma tutte le caratteristiche che desideriamo oggigiorno dal cibo! Fare un uso abituale di questo alimento alla fine del pasto o durante una pausa di lavoro non solo gratifica i sensi, pulisce i denti e arreca nutrimento, ma stimola una serie di azioni benefiche per il nostro organismo che trova riscontro nel detto popolare: “una mela al giorno toglie il medico di torno”. .  
   
   
IL BETA-GLUCANO D’AVENA: UN VALIDO AIUTO PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE KELLOGG’S HA PRESENTATO UNA REVIEW DELLA LETTERATURA SCIENTIFICA SULL’EFFICACIA DEL CONSUMO DI ALIMENTI NATURALMENTE RICCHI DI BETA-GLUCANO D´AVENA NELLA RIDUZIONE DEI LIVELLI DI COLESTEROLO.  
 
L´assunzione di cibi naturalmente ricchi di beta-glucano d´avena in associazione a una dieta povera di grassi saturi e colesterolo, grazie alla propria azione ipocolesterolemizzante, riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Questo, in estrema sintesi, il tema portante della “Review scientifica sul beta-glucano” realizzata per Kellogg´s dal Dottor Vincenzo Mirabile, medico gastroenterologo e nutrizionista e dal Dottor Giovanni Calì, specialista in cardiologia. La Review, presentata in occasione del Congresso Nazionale della Sinu - Società Italiana di Nutrizione Umana - lo scorso 30 novembre a Milano è il risultato di un´approfondita analisi della ricca letteratura scientifica esistente sull’effetto delle fibre d’avena, ed in particolare del beta-glucano, nella riduzione dei livelli di colesterolo. "L´ipercolesterolemia è una patologia del metabolismo lipidico caratterizzata da una concentrazione plasmatica di colesterolo, superiore ai valori medi registrati nella popolazione adulta sana - afferma Giovanni Calì - Il fattore di rischio cardiovascolare è, in realtà, l´iperlipoproteinemia Ldl, in cui i livelli plasmatici di lipoproteine Ldl producono un significativo deposito di colesterolo sulle pareti vascolari arteriose, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche. La progressione di tali placche possono originare l´occlusione parziale o totale del vaso arterioso interessato o la formazione di emboli destinati ad occludere la circolazione arteriosa, dando origine a malattie frequenti quali l´infarto miocardico e l´ictus cerebrale. " "Ai fini della prevenzione delle malattie cardiovascolari - continua Calì - è, quindi, essenziale la riduzione del rischio complessivo di malattia aterosclerotica clinica mediante interventi mirati sui singoli fattori di rischio presenti: riduzione dei livelli serici di colesterolo Ldl e del peso corporeo in caso di obesità, adeguato controllo della pressione arteriosa e della glicemia, eliminazione del fumo, regolare attività fisica aerobica (almeno 30 minuti al giorno). " Per prevenire il rischio cardiovascolare, il primo intervento prevede l´adozione di un regime alimentare a basso contenuto di grassi saturi. Inoltre recenti studi hanno evidenziato l´effetto ipolipemizzante di diete ad elevato contenuto di fibre. Nell’ambito dei cereali integrali, l’avena integrale si caratterizza per alcune proprietà pressoché uniche. Essa contiene, infatti, in quantità nutrizionalmente e funzionalmente rilevanti, quanto ad efficacia sul metabolismo dei lipidi, una componente solubile della fibra, il beta-glucano, un polisaccaride che ha dimostrato, in numerosi studi scientifici, la propria idoneità, attraverso un particolare meccanismo di azione a livello intestinale, nella riduzione dei livelli di colesterolo. Le peculiarità del betaglucano da avena evidenziate dalla ricerca scientifica riguardano principalmente la viscosità (che permette di "intrappolare" gli acidi biliari prodotti dal fegato, ricchi di colesterolo); la capacità di legarsi ai grassi e al colesterolo, riducendone la diffusione e l’assorbimento; la riduzione del riassorbimento degli acidi biliari stessi. Un altro meccanismo attraverso il quale si può spiegare l´azione ipolipemizzante del beta-glucano d’avena riguarda la sua attività di regolazione della glicemia. Esso si comporta, infatti, da prebiotico in quanto favorisce la selezione e la crescita nell´intestino della flora batterica latticida che, fermentando, determina la produzione di acidi grassi a catena corta che hanno come effetto immediato un abbassamento dell’indice glicemico e di conseguenza una riduzione dell’insulinemia. L´avena (naturalmente ricca di beta-glucano) è, dunque, un alimento che, con il supporto di uno stile alimentare corretto, svolge la propria azione di protezione e cura del sistema cardiovascolare in modo naturale, efficace, e scientificamente provato. La fibra grezza, soprattutto quella idrosolubile contenuta in molti alimenti come ortaggi, frutta, verdura, legumi, svolge un effetto sinergico con il beta-glucano d´avena, contribuendo a normalizzare la colesterolemia in modo fisiologico. Questo permette di offrire dei piani dietetico nutrizionali che possano realmente sfruttare le doti ipocolesterolemizzanti del beta glucano da avena, integrandone e potenziandone l’attività con una scelta alimentare in linea con i gusti e la tradizioni culinarie degli italiani. "I nutrizionisti, generalmente, si battono perché l´alimentazione sia più naturale possibile e quindi preveda cibi nutrienti che possano fornire tutta la loro potenzialità sia dal punto di vista organolettico, che da quello squisitamente dietetico - dichiara Vincenzo Mirabile - Per quanto riguarda l´avena naturalmente ricca di beta-glucano, si può affermare che, oltre a svolgere un ruolo efficace nella riduzione del rischio cardiovascolare e del diabete di tipo 2, può essere inserita con successo in ogni tipologia di dieta, grazie anche alla sua gradevolezza e semplicità". "Tre grammi al giorno di beta-glucano è la quantità ideale per ottenere un effetto statisticamente significativo di riduzione del colesterolo Ldl in soggetti adulti trattati con un regime dietetico convenzionale secondo gli standard Usa (Food & Drug Administration). E un buon punto di partenza per l’assunzione è la prima colazione - continua Mirabile - Una corretta alimentazione non può, infatti, prescindere dal cominciare la giornata con un pasto sano, piacevole e digeribile. " "Kellogg’s Optivita, la nuova gamma di cereali pronti, naturalmente ricchi di beta-glucano, rappresenta un importante progetto nutrizionale concepito per presentare ed offrire una nuova scelta per la prima colazione, ampiamente apprezzabile per i benefici che dal consumo del prodotto possono derivare in termini di regolarizzazione del livello di colesterolo - afferma Lucia Galluzzi, Nutrition e Corporate Affair Director di Kellogg’s Italia - Oltre alle proprietà del betaglucano d’avena, Optivita ha un basso contenuto di grassi saturi e un basso contenuto di sale”. Il prodotto Optivita ricco naturalmente in Beta glucano può essere a tutti gli effetti considerato un alimento del tutto naturale e a buon diritto essere inserito in uno stile alimentare in linea con i dettami della scienza della nutrizione. Oltre che frutto di un’accurata e rigorosa ricerca scientifica, Kellogg’s Optivita è parte di un piano di informazione, discussione ed analisi con la comunità medico scientifica-nutrizionale, attraverso il quale si desidera indicare l’uso di un prodotto contenente una preziosa componente di fibra naturale, come parte di un equilibrato programma alimentare .  
   
   
PRESENTATA L’EDIZIONE 2008 DELLA GUIDA AI RISTORANTI DE IL SOLE 24 ORE A CURA DEL “GASTRONAUTA” DAVIDE PAOLINI ASSEGNATI I PREMI AI RISTORATORI: BOLZANO LA MIGLIORE PROVINCIA ITALIANA PER LA RISTORAZIONE 2008 TRA LE REGIONI PIÙ PREMIATE CAMPANIA E LOMBARDIA  
 
Torna puntuale anche quest’anno l’appuntamento con i consigli sui migliori luoghi del gusto scelti dal “Gastronauta” Davide Paolini. E’ stata infatti presentata il 26 novembre a Milano, presso l’Hotel Principe di Savoia, l’edizione 2008 della “Guida ai Ristoranti de Il Sole 24 Ore”, la bibbia dei gastronauti che accompagna gli appassionati alla scoperta degli indirizzi che meritano una visita e che premia le eccellenze in tutte le varie tipologie di ristorazione: ristoranti “top”, trattorie, osterie, pizzerie, enoteche e street food, il cosiddetto cibo di strada. La guida del Sole 24 Ore curata dal Gastronauta Paolini seleziona e premia i migliori locali per ogni tipologia, senza assegnare voti o stabilire graduatorie, ma seguendo un criterio di eccellenza. Ogni locale, accuratamente descritto e segnalato con tutte le informazioni pratiche, viene accompagnato da un simbolo che ne evidenzia le peculiarità: dai ristoranti “intoccabili” grazie ai loro grandi chef, ai classici intramontabili “Vai sul sicuro”, fino alle nuove scoperte segnalate per la prima volta “Carramba che sorpresa”. Unica nel suo genere, la guida premia anche i locali “extra-large”, ossia quelli che offrono un’ottima cucina e un servizio di qualità per un numero elevato di coperti. Durante la presentazione della Guida sono stati assegnati i premi per i migliori ristoranti selezionati nel corso dell’anno nelle categorie Chef Emergenti, Alla Carriera, Miglior Extralarge, Miglior Suggeritore Di Vino, Migliore Trattoria e il Premio Speciale alla Provincia Italiana Con La Miglior Ristorazione, assegnato quest’anno alla provincia di Bolzano. Hanno ritirato il premio il Direttore dell’Ufficio Turismo e Alpinismo della Provincia Autonoma di Bolzano, Hansjörg Haller e il Direttore di Alto Adige Marketing, Christoph Engl. Tra le regioni che hanno ricevuto più premi, la Campania, che ha vinto sia nella categoria “Chef Emergenti” che nella categoria “Miglior Extra-large” e la Lombardia, che ha conquistato ben 2 premi nella categoria “Chef Emergenti”. In Piemonte il Premio Alla Carriera, mentre la Miglior Trattoria in provincia di Vicenza. A Modena invece il Miglior Suggeritore di Vini. L’elenco dei ristoranti premiati: Chef Emergente Enrico Bartolini, Le Robinie, località Ca’ d’Agosto, Montescano (Pv) Lombardia Paolo Barrale, Marennà, località Cerza Grossa, Sorbo Serpico, (Av) Campania Filippo Gozzoli,the Park, Milano Alla Carriera Cesare Giaccone, L’angolo di Paradiso “da Cesare”, Albaretto della Torre (Cn) Piemonte Miglior Suggeritore Di Vini Giuseppe Palmieri,la Francescana, Modena Miglior Extralarge Nonna Sceppa, Capaccio (Sa), Campania Migliore Trattoria Antica osteria al castello, Gambellara (Vi) Miglior Provincia Italiana Per La Ristorazione Bolzano .  
   
   
CIBO, SENSORIALITA´ E TERRITORIO PROMOZIONE DI UN´EDUCAZIONE AGROALIMENTARE CHE VALORIZZA IL TERRITORIO, L´AMBIENTE E LE SUE GENTI ATTRAVERSO LA SCUOLA A TRIESTE, INSIEME ALL´ASSESSORE BERTOSSI, PRESENTATI I RISULTATI DELLA RICERCA SUL COMPORTAMENTO ALIMENTARE DEGLI ALUNNI COINVOLTI NEL PROGETTO  
 
Un percorso educativo di grande valore è quello che è stato presentato sabato 1 dicembre, a Trieste presso la Scuola Elementare Duca D´aosta: si tratta di un importante progetto formativo dedicato agli studenti, sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia - Assessorato alle attività produttive e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell´Università degli Studi di Trieste. Un team di esperti/docenti ha seguito e guidato per un anno intero gli studenti di alcune scuole materne, elementari e medie del territorio regionale, proponendo un coinvolgente viaggio intorno all´atto alimentare e alle sue implicazioni, dedicando particolare attenzione alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari del territorio regionale. Tra gli obiettivi principali del progetto, quelli di riavvicinare le persone alla natura e ai suoi ritmi, di rivalutare le professioni legate alla terra, conservarne i saperi e formare cittadini consapevoli e responsabili del territorio e dei suoi prodotti. Il programma che i ragazzi hanno seguito con entusiasmo prevedeva come momento centrale del percorso educativo la realizzazione di un orto scolastico, dove hanno potuto mettere alla prova la propria manualità, ma anche dove hanno potuto riconoscere la stagionalità e l´ordine naturale di crescita dei prodotti. Coltivare dei frutti e delle verdure è stato un modo per educare i ragazzi alla varietà, alle caratteristiche dell´ambiente in cui abitano, ai metodi di coltivazione biologici e biodinamici, al rispetto della natura e di tutte le creature viventi. L´orto si è rivelato un prezioso strumento didattico , capace di catalizzare e rendere tangibili le varie tematiche ambientali, alimentari e culturali approfondite durante il percorso. Lo staff, guidato dalla dott. Ssa Giuliana Gellini, coordinatrice e responsabile del progetto, ha saputo trasmettere ai ragazzi la curiosità e il senso critico nei confronti degli atti alimentari quotidiani. Grazie ad una serie di giochi sensoriali creati appositamente per valorizzare questo progetto, abbinati a delle piacevoli degustazioni, gli studenti hanno imparato a sviluppare i sensi, a conoscere l´origine degli alimenti, a riconoscere la qualità, ad apprezzare la buona alimentazione. Che fosse importante partire dai bambini e ragazzi, attraverso lo sviluppo di una maggior consapevolezza alimentare, lo ha ben capito l´assessore alle Attività produttive Enrico Bertossi – che ha colto la sfida di far diventare i piccoli consumatori i primi promotori dei prodotti e del territorio della nostra Regione. Il percorso, durato un intero anno, si è concluso con l´invito ai genitori a vivere un´esperienza simile a quelle proposte nelle classi durante l´anno scolastico, partecipando a laboratori del gusto (più di 100 i genitori iscritti ai laboratori della mattinata di sabato 1 dicembre 2007). Gli obiettivi che il progetto si prefiggeva sono stati raggiunti e superati. Ne sono testimonianza l´atteggiamento e la partecipazione dei giovani coinvolti, che durante l´anno scolastico hanno dimostrato di apprezzare moltissimo questo genere di didattica e di saper trasferire nella loro vita quotidiana quanto appreso sui banchi e "sul campo" di scuola. Alla presenza dell´assessore Enrico Bertossi, sono stati illustrati i risultati della ricerca sul comportamento alimentare degli alunni coinvolti nel progetto, curata dal prof. Tiziano Agostini del Dipartimento di Psicologia dell´Università di Trieste. I risultati della ricerca dimostrano come il percorso fatto sia stato efficace e abbia cambiato alcuni atteggiamenti nei confronti del cibo. Ad esempio, i dati evidenziano un aumento della consapevolezza da parte dei bambini che frutta e verdura devono rientrare nell´alimentazione quotidiana. Più in generale, i bambini riconoscono ora che alcuni cibi, per salubrità, qualità e origine, sono preferibili ad altri. I giovani consumatori sono inoltre in grado di utilizzare consapevolmente i sensi per giustificare le loro preferenze alimentari; la maggior parte di essi è in grado di argomentare verbalmente i propri gusti e disgusti, rompendo in questo modo dei preconcetti consolidati nei confronti di tutti gli alimenti vegetali e quelli sconosciuti. Questo è un grande risultato visto che la maggioranza dei bambini, posti di fronte a cibi che generalmente non mangiano, per prima cosa dicono "non mi piace", solo perché non li riconoscono. Tutte le verdure coltivate e i prodotti assaggiati hanno registrato un aumento significativo nel riconoscimento degli stessi con un rilevante aumento del loro consumo. Inoltre, nel questionario conclusivo, i bambini dichiarano di preferire i cibi preparati da loro stessi piuttosto che quelli già confezionati dalla grande distribuzione. Si registra anche un aumento delle preferenze a mangiare in compagnia piuttosto che da soli davanti alla Tv. Dai dati sinteticamente esposti nella conferenza stampa si evidenzia quindi la buona riuscita del progetto sotto il profilo della qualità dell´intervento, il che rende auspicabile la sua continuazione e la diffusione delle sue metodiche su più ampia scala. Prof. Tiziano Agostani Università degli studi di Trieste – Dip. Psicologia Sintesi ricerca Complessivamente c’è stato un aumento delle preferenze per i cibi consigliati. Se proiettiamo i dati del campione sulla popolazione regionale degli iscritti alle scuole primarie nell’anno scolastico 2005/2006 si potrebbe ipotizzare un cambiamento nella scelta di circa 2000 bambini che corrisponde al 4% della popolazione con un leggero scarto positivo per le bambine. I bambini erano liberi di indicare più di un cibo preferito. Ciò che si nota è che dopo l’intervento aumenta in modo consistente il numero delle seconde e delle terze scelte (6%) prevalentemente a favore di verdura e frutta. Questo dato indica un aumento della consapevolezza alimentare da parte dei bambini sul fatto che frutta e verdura devono rientrare nell’alimentazione quotidiana. Alla domanda diretta “qual è il cibo che non ti piace per niente” nella seconda fase sia i maschi sia le femmine riducono la scelta della verdura di un valore pari al 10%. Ai bambini veniva anche chiesto di immaginare di fare la spesa e gli si invitava a dire che cosa avrebbero messo nel carrello scegliendo da una lista di 15 prodotti. Nella fase post trattamento la scelta d’inserire frutta e verdura è aumentata di circa il 4%. Sul questionario sono state riportate le fotografie di 4 alimenti: pasta, panino con hamburger e maionese, biscotti e macedonia e i bambini dovevano esprimere una sola preferenza. Mentre nella prima fase gli hamburger erano stati scelti dal 20,6% dei bambini, nella fase successiva questo valore è diminuito di quasi il 5%, mentre la macedonia di frutta fa registrare un andamento opposto con aumento delle scelte dal 18,1% al 23,9%. Complessivamente c’è stato un cambiamento nella direzione dell’alimentazione consigliata di circa il 10%. Il trattamento ha avuto effetto anche sulle scelte delle bevande. Infatti, nella seconda rilevazione i bambini dimostrano più attenzione per l’acqua e meno per le bevande gassate, zuccherate e colorate. I risultati emersi dal questionario hanno messo in luce un miglioramento nella capacità di utilizzare consapevolmente i sensi per giustificare le preferenze alimentari (piace, non piace). Dopo il trattamento la maggior parte dei bambini è in grado di argomentare verbalmente le preferenze alimentari ed eventualmente giustificare perché alcuni cibi non sono graditi, rompendo in questo modo dei preconcetti consolidati nei confronti di alcuni alimenti per esempio i cibi di colore verde o di quelli sconosciuti. Il questionario riportava le foto di 5 verdure, 4 delle quali coltivate e successivamente assaggiate nella fase conclusiva del percorso formativo. Compito dei bambini era di riconoscerle. Tutte le verdure coltivate hanno fatto registrare un aumento significativo dei riconoscimenti corretti ma non solo, si è riscontrato anche un aumento rilevante del loro consumo dichiarato. I ravanelli, per esempio, che nella prima fase venivano largamente confusi con le ciliegie raddoppiano la percentuale di riconoscimenti corretti e il consumo passa dal 27,7% al 35,8%. Dopo il trattamento c’è anche un aumento delle preferenze espresse dai bambini a mangiare in compagnia piuttosto che da soli davanti alla tv. Inoltre, nel questionario conclusivo, i bambini dichiarano di preferire i cibi preparati da loro piuttosto che quelli già confezionati. Tale aumento è di circa il 15% per i maschi e del 7% per le femmine. .  
   
   
PITTULE, PESCE E FANTASIA: I PIATTI DELLA TRADIZIONE SALENTINA ALL’HOTEL QUIRINALE DI ROMA DALL’11 AL 16 DICEMBRE MENÙ PROPOSTO DALLO CHEF DANIELE CUNA  
 
Quando si annuncia il Natale, per tradizione nel Salento si preparano le pittule, frittelle di pasta talvolta insaporite da acciughe, cime di rapa, cavolfiore o addirittura piccoli pezzi di baccalà. È un esempio della ricchezza di fantasia della cucina salentina, che con ingredienti poveri ammannisce piatti famosi per la loro bontà e l´equilibrio dei sapori. Ospite del Ristorante Rossini dell’Hotel Quirinale dall’11 al 16 dicembre è lo chef Daniele Cuna, 32 anni, pugliese, che ama appassionatamente i sapori della sua terra e li elabora con grande creatività con mano più moderna. Al Rossini si potrà gustare tutto un menù di specialità salentine, tra cui il piatto unico che gli è valso la medaglia d’argento alle Internazionali di Cucina di Massa Carrara: il Rombetto di cernia gialla del Mediterraneo e gamberone rosso gallipolino, marmellata di cipollotto, carotine baby, soufflé di ricotta e asparagi verdi. Nel frattempo prosegue la carta dello chef dell’Hotel Quirinale, Vincenzo Loi, di origini sarde ma di esperienza internazionale. Menù salentino proposto dallo Chef Daniele Cuna Pittule croccanti dal cuore morbido ai profumi e sapori della macchia mediterranea Bianco di calamaro alla brace, profumato al limone, con freschezze dell’orto e dressing all’aceto di mele Piccoli medaglioni di scamorza affumicata in fascia di lardo su misticanza del sottobosco, ruchetta selvatica e olio alle noci Chicche di grano al sugo di pescatrice e il suo ossobuco Ciceri e tria fresca e fritta della tradizione mantecata al pecorino e pepe nero di macina Fave nette e cicoriella selvatica con “frizzuli” di pane casereccio e olio extra vergine d’oliva Bocconcini di coniglio di cortile cotto al forno su peperoni a”salsa”e carciofino in camicia e morbidella di patate schiacciate alla mentuccia fresca Seppia in umido bianco con spadellata di cardoncelli e finocchi selvatici Rombetto di cernia gialla del Mediterraneo e gamberone rosso gallipolino, marmellata di cipolllotto, carotine baby, soufflé di ricotta e asparagi verdi Chi è curioso di saperne di più sulla cucina salentina troverà alcune informazioni in calce al comunicato. Vincenzo Loi è Executive Chef del Ristorante Rossini dell’Hotel Quirinale di Roma. Partito dalla Sardegna, Loi ha girato il mondo per conoscere altri stili di vita, tendenze, gusti e sapori. Alla base c’è sempre la cucina classica italiana, che viene rivisitata in senso moderno con un’impronta personale, arricchita da abbinamenti insoliti e richiami ai piatti tradizionali della sua terra. Negli ultimi tempi Loi sta riscoprendo il gusto delle cotture lente, a bassa temperatura, e gioca con le consistenze. Un innato senso estetico gli chiede grande attenzione alla bellezza della presentazione dei piatti anche negli accostamenti cromatici. È di moda mangiare in albergo: il Ristorante Rossini dell’Hotel Quirinale. Molto piacevole e classico l’ambiente, che si affaccia con una vetrata sul tranquillo e riservato giardino interno ricco di piante e fiori. D’estate il servizio è effettuato ai tavoli disposti sotto un pergolato, riscaldato nei mesi autunnali. Info@hotelquirinale. It - Internet www. Hotelquirinale. It .  
   
   
È A MARINA GENOVA AEROPORTO IL PRIMO RISTORANTE ROSSOPOMODORO DELLA LIGURIA  
 
E’ stato inaugurato il primo ristorante della catena Rossopomodoro in Liguria, con la “Grande Festa della Pizza”. .  
   
   
ANCORA DODICI HOTEL ITALIANI PER GOURMAND PROPOSTI DA CONDE’ NAST JOHNSENS  
 
Dodici ristoranti di albergo d’eccellenza affiliati alla prestigiosa Guida Condé Nast Johansens: puntano sull’eccellenza dei menù, affidati alla creatività innovativa di cuochi a cinque stelle e corredati dalla bellezza della location per offrire agli ospiti un ricordo indelebile del loro soggiorno. Gli hotel protagonisti della seconda parte sono: 1- Mont Blanc Hotel Village Di La Salle (Aosta) 2- L’ostelliere Di Gavi (Alessandria) 3- Relais Il Borgo Di Penango (Asti) 4- Hotel Cristallo Di Alagna (Vercelli) 5- Villa Aminta Di Stresa (Verbania) 6- Hotel Punta Est Di Finale Ligure (Savona) 7- Grand Hotel Miramare Di Santa Margherita Ligure (Genova) 8- Hotel Byron Di Forte Dei Marmi (Lucca) 9- La Posta Vecchia Di Palo Laziale (Ladispoli) 10- Furore Inn Resort Di Furore (Amalfi) 11- Locanda Don Serafino Di Ragusa 12- Palazzo Failla Modica Ragusa 1- Mont Blanc Hotel Village, La Salle (Aosta), Località La Croisette 36, La Salle (Aosta) tel. 0165. 864111 www. Johansens. Com/montblanc In un borgo ad appena 5 km da Courmayeur, immerso nel verde, si trova Il Mont Blanc Hotel Village. Ben due ristoranti sapientemente condotti dal giovane chef Stefano Zonca, con la consulenza gastronomica del mastro Paolo Vai, propongono piatti per i gourmet più esigenti e piatti della cucina valdostana, sapori rivisitati della tradizione regionale e nazionale, "La Cassolette" in un ambiente di raffinata eleganza e “La Fenêtre”. Affacciato sul Monte Bianco, fra muri di pietra nuda, pavimenti in cotto e soffitti in legno. Il menù cambia tutti i giorni. Si passa da “le capesante rosolate in soluzione di frutti della passione” o “lombatine di coniglio marinate su cavolo rosso, pinoli e trasparenza di finocchi” a “panzarotti di patate viola farciti al reblochon, in spuma di topinambur” o “trancio di rombo sauté con insalata di verdure all’extravergine e salsa al ribes” per concludere con “le petit mont blanc” o “fiocca profumata alla grappa con frutti di bosco”. 2- Albergo l’Ostelliere, Frazione Monterotondo 56, Gavi, Alessandria, tel. 0143-607801 www. Johansens. Com/ostelliere. L’ostelliere, nato dalla ristrutturazione di un’antica casa colonica del Xvii secolo,è oggi un albergo di charme 4 stelle superiore. Situato in posizione dominante sulla collina di Monterotondo di Gavi, si affaccia su uno spettacolare anfiteatro di vigne e boschi. L’atmosfera tranquilla, elegante e silenziosa ne fa il posto ideale per gustare al ristorante “La Gallina” i sapori della zona e i piatti della cucina piemontese rivisitati con ricette d’autore. Lo chef Fabio Barbaglini propone ricette a base di pregiate carni piemontesi e fresco pesce della vicina Liguria, muovendosi con perfetto agio tra gli usi gastronomici basso piemontesi e i piatti di mare. Le selezionate e freschissime materie prime sono cucinate con mano leggera e attenta, seguendo una raffinata e rispettosa interpretazione del binomio "tradizione-innovazione”. Assaggiamo l’”uovo in camicia con galletta di patate e Bettelmatt, salsa di mais e polvere di pane e pepe”, il “foie gras fresco d’anatra alla frutta secca con composta di pere al vino, pane all’uva”, la “brandade di stoccafisso all’olio extravergine”, alla “cipolla cotta nel fieno e lavanda profumata alla liquirizia e sherry”, o la “piovra su passata di patate all’olio e riduzione di aceto antico”. 3- Relais il Borgo, via Biletta 60, Località Cioccaro, Penango, Asti, tel. 0141-921272 www. Johansens. Com/relaisilborgo Il Borgo nasce dalla ristrutturazione di un tipico agglomerato di campagna circondato da un bellissimo giardino curato con passione e con piscina sapientemente sistemata da un architetto paesaggista. Nel ristorante, riservato agli ospiti dell´albergo, si può gustare una cucina piemontese tradizionale. Il suo punto di forza è nella materia prima di eccellente qualità: verdure dell’orto, carne, uova, pollame e conigli dei contadini di Cioccaro, tartufi di Moncalvo e nelle cotture semplici e leggere dei cuochi Carla e Fabio Comollo Firato che non fanno altro che porre in risalto l´eccellenza di questi prodotti del territorio. La stessa cura è dedicata alla prima colazione a buffet in cui marmellate, yogurt, torte e biscotti fatti in casa si accompagnano a buoni salumi e formaggi locali. Alcuni piatti da assaggiare : Girello di fassone e carciofi di Cioccaro all´olio e limone, Sformato di parmigiano con crema di piselli e fave, Agnolotti di primavera detti "di grasso e di magro" al burro e salvia e sugo di arrosto, Mantile con la carbonara di asparagi, zucchini,fave e piselli, Filetto di fassone in casseruola con i carciofi, Arrosto detto "della vena" alla moda antica con senape e acciughe, e come dessert Panna cotta, Torta di mele e cioccolato, Semifreddo di zabaione. In stagione, funghi tartufi e selvaggina "sparata”. 4- Hotel Cristallo di Alagna, piazza degli Alberghi, Alagna, Vercelli, tel. 0163-922822/23 www. Johansens. Com/cristallo Costruito nel 1932, l’Hotel Cristallo si trova proprio al centro del villaggio di Alagna, nei pressi della chiesa del secolo Xvi, nel quartiere che i Walser (gli antichi abitanti), chiamarono "Zar Chilcu". La conformazione del territorio e le condizioni atmosferiche rendono possibile la pratica di tutti gli sport tipicamente alpini in ogni stagione dell’anno. L’hotel Cristallo è anche esclusività in cucina. Il ristorante Pressmell è il risultato di un delizioso connubio tra ricercatezza e buon gusto dove l’atmosfera e la curata “mise en place” rendono unici i pasti. Nella suggestiva sala ristorante è possibile gustare ricche colazioni con menù “à la carte” proposti dallo Chef Mario Furori e la sua eccellente brigata di cucina. Partendo dalla ricerca dei sapori della tradizione montana fino ad assaporare le ricette tipiche regionali, le proposte inebriano i cinque sensi. Piatti unici da gustare sono ad esempio “la tradizionale carne cruda di Fassone battuta al coltello”, gli “Gnocchetti di Patate Rosse di Montagna”, “La Tagliata di Tonno Rosso del Mediterraneo”, e la “Selezione di formaggi piemontesi con mostarde”, accompagnati da una lista di vini ricercati e straordinari, nonché da una cantina fornita delle più note e blasonate etichette della tradizione italiana; dal Piemonte (con un bianco Langhe Bricco Rovella del 97 o un rosso Bramaterra del 2003) alla Toscana (con un Brunello di Montalcino del 2000) e al Sud con un Primitivo di Manduria del 2004. 5- Villa Aminta, via Sempione Nord 123, Stresa, Verbania, tel. 0323-933818 www. Johansens. Com/aminta Nel borgo millenario di Stresa, dominante il Golfo Borromeo, splende un piccolo gioiello, l´Hotel Villa Aminta. Nel 1966 Liz Taylor e Richard Burton scelsero Villa Aminta per una delle loro innumerevoli fughe d´amore. Oggi è un hotel di 5 stelle lusso nel quale l´eleganza si respira nelle raffinate proporzioni degli arredi e elementi architettonici. Giuseppe Vigna, uno dei piu´ rinomati Chef della Cucina Italiana si occupa dei due ristoranti : “Le Isole” con una splendida terrazza fronte lago che offre una vista mozzafiato sulle montagne circostanti e le magnifiche Isole Borromee, e “I Mori”. Lo chef propone deliziosi piatti della cucina regionale ed internazionale ed un´ottima selezione di vini per palati raffinati ed amanti dell´ottimo bere. Il Maître d´Hotel e tutto il qualificato personale del Ristorante I Mori Vi accoglierà nel magnifico e suggestivo gazebo affacciato sulle rive del Lago per farVi comodamente godere una cena di charme in uno dei panorami più suggestivi del Lago Maggiore. Il Sommelier Vi guiderà nella selezione dell’ottima Carta dei Vini. Estremamente curata la proposta gastronomica con “il carpaccio di vitello con biete, sedano e tartufo tardivo”, “sformato di carciofi e fonduta di formaggio di capra”, “filetto di gallinella in guazzetto, asparagi e quenelle di patate” e per finire “una crema bruciata alle amarene con pralinato alle mandorle”. 6- Hotel Punta Est, via Aurelia 1, Finale Ligure, Savona, tel. 019-600611 www. Johansens. Com/puntaest In una villa patrizia della fine del Settecento, circondata da un parco di pini secolari e di palme di varie specie, a due passi dal mare e dalla spiaggia e non lontano dal centro della cittadina di Finale Ligure, si trova l´albergo Punta Est, un´oasi di pace e di riservatezza nella Riviera delle Palme. Dopo anni di accurata ristrutturazione, diventa nel 1971 un elegante albergo a quattro stelle. La Liguria è terra di gastronomia famosa in tutto il mondo e, nella migliore tradizione del paese, il ristorante dell’albergo con al comando due giovani chef, Luca Orso e Roberto Zicca, propongono ai loro ospiti ricette di tradizione locale e regionale come “risotto all´arancia con tonno scottato al sesamo” o “quadrucci di pasta alle olive, con pomodorini, pinoli e pecorino”, “contrasto di ricciola cotta e cruda” o “costoletta di vitello farcita ai funghi porcini” e dessert rigorosamente della casa, il tutto accompagnato dai migliori vini regionali e nazionali. 7- Grand Hotel Miramare, via Milite Ignoto 30, Santa Margherita Ligure, Genova, tel. 0185-287013, www. Johansens. Com/grandmiramare Inaugurato nel 1903, fu uno dei primi Grand Hotel della Riviera Ligure. L’albergo dal 1945 è di proprietà della famiglia Fustinoni, che ha mantenuto costante l’alto standard d’accoglienza. L’albergo dispone anche di una piscina con acqua di mare riscaldata (ai bordi della quale viene organizzato un Buffet Barbecue) e una spiaggia privata, Famoso per la sua cucina il ristorante panoramico Les Bougainvillées guidata dallo chef Viviano Panzetta che rielabora la grande cucina tradizionale con la migliore tradizione gastronomica ligure. Lo chef è anche protagonista delle raffinate lezioni di gastronomia “Dalla Cucina alla Cantina”, in cui sono proposte ricette custodite da oltre un secolo nei ricettari di cucina del Miramare. Tra i piatti proposti, le crespelle al carnevale di verdure, la costata di manzo in crosta di sale marino, il tortino di patate, verze e coriandolo e la delicatezza delle banane-bio con gelato alla cannella. La degustazione dei vini da abbinare vedrà il sommelier Davide Romagnolo presentare le migliori etichette dell’azienda Cantina Goggiano di Refrancore Asti abbinate, come sempre, ai gustosi taglieri di formaggi e salumi. 8- Hotel Byron, Viale Morin 46, Forte dei Marmi (Lucca), Tel. 0584/787052 www. Johansens. Com/byron Costituito da due ville private, costruite tra il 1899 e il 1902 dai duchi Canevaro di Zoagli e trasformate in albergo a cinque stelle lusso, l’hotel ha mantenuto la calda atmosfera della dimora privata. Le 29 camere e suite sono tutte affacciate sul mare o sulle Alpi Apuane. Il ristorante La Magnolia è il tempio gourmet dove regna lo chef Andrea Mattei. Le sue ricette gourmet uniscono spunti della tradizione locale e dell’entroterra toscano a profumi mediterranei, padronanza delle tecniche moderne e creatività. La carta si apre con il tortino di acciughe e cipolla dolce di Tropea aromatizzato da tartufo nero, antipasti come il carpaccio di cappesante affumicate agli agrumi, lo scampo imperiale e asparagi e le cosce di anatra e fagiolo bianchetto. Tra i primi, il classico risotto alle punte di asparagi, i cannelloni alle cozze e pecorino, i maltagliati alle cicale e zafferano. Tra i secondi di pesce, la zuppa di moscardini in zimino (servita con bottarga di Favignana), i gamberoni in pasta croccante e caviale, il trancio di rombo arrostito sulla lisca, patate e zucchine e per finire il troncone di pesce grande di mare, cotto nel forno con verdure, patate, erbe aromatiche e vino bianco. Tra i secondi di carne spicca l’agnello di Zeri al testo, cotto cioè nel “testo” di terracotta con patate e vino bianco, cui fa buona compagnia il maialino da latte alle erbe aromatiche e il pezzo di manzo come un “peposo” (cotto con pepe nero, vino rosso e patata fondente all’olio toscano). Golosissimi i dolci: terrina di fragole e moscato, torrone ghiacciato al pistacchio, piccola torta di cocco e ananas, crème brulée alla vaniglia, babà al rhum e millefoglie alle tre creme. Ampia la carta dei vini, con una buona selezione di etichette locali. In estate si cena anche all’aperto, nei tavoli allestiti attorno alla piscina. 9- La Posta Vecchia, Palo Laziale, Ladispoli, Roma, tel. 06-9949501 www. Johansens. Com/postavecchia Affacciata sul Mar Tirreno, è circondata da sei ettari di giardino all´italiana. Al suo interno è ancora possibile ammirare reperti archeologici della Roma Imperiale. Ognuna delle 7 suites e delle 12 camere, arredate in stile classico e con mobili d´antiquariato, ha un proprio stile inconfondibile e unisce il fascino e il lusso del passato a tutte le comodità del presente. Nel ristorante lo Chef Michele Gioia propone oltre al menu à la carte stagionale un secondo menù regionale con una selezione di tre formaggi laziali serviti con marmellate di produzione propria. Inoltre lo Chef cura un grande orto all’interno della Posta Vecchia dove crescono verdure, erbe e ortaggi che utilizza direttamente nella cucina. La novità è che è ora possibile gustare un menu a base di pesce crudo all’italiana, previa prenotazione almeno 24 ore. Qualche piatto dello Chef: gnocchi di ricotta con fagiolini, vongole e melissa; cernia con scacchi di patate ed intingolo fresco dell’orto oppure uno stinco di vitello fondente con spiedino di patate novelle e pomodorini al timo. E’ possibile anche organizzare cene private per celebrare momenti importanti, quindi con uno o due camerieri riservati solo per un tavolo da due che può, a seconda del tempo, essere allestito sotto un gazebo nel parco. 10- Furore Inn Resort, via dell’Amore, Furore, Amalfi, tel. 089-8304711 www. Johansens. Com/furoreinn Un gioiello incastonato lungo la Costiera Amalfitana, sulla collina di Crevano a strapiombo sul Fiordo di Furore, nel tratto di scogliera tra Positano ed Amalfi, all´inizio della "Via dell´ Amore". Qui troverete il calore dell´ accoglienza tipica mediterranea sposata con l´attenzione e la cura al benessere psico-fisico. Nei ristoranti, "Italian Touch" e "La Volpe Pescatrice" con lo Chef Antonio Sorrentino, potrete assaporare una cucina - che nata nei poveri borghi fra campagna e mare - ha saputo nei secoli conquistare viaggiatori e artisti, con i suoi colori e i suoi profumi della tradizione campana ed internazionale. Ispirata alle antiche ricette del territorio, traduce il perfetto connubio tra terra e mare, attraverso piatti originali e innovativi. Di qui il mix di emozioni che va in scena ogni giorno ai tavoli con piatti come la Spigola affumicata al ciliegio con insalatina di finocchio e agrumi o con i polipetti di scoglio affogati su purea di patate con emulsione di olive nere e origano, sformatino caldo di melanzane e provola su crema di pomodoro San Marzano e pesto di basilico o paccheri di Gragnano cotti al vino rosso, sugo di coccio e pomodorini o infine la gallinella con zuppetta di frutti di mare e crostini all’aglio per terminare con babà al Limoncello di Amalfi con composta di melone e gelato al passito di Pantelleria o profiterole alle mandorle con gelato al fior di ricotta di bufala e salsa al caffè. 11- Locanda Don Serafino, via 16 febbraio 15, Ragusa, tel. 0932-220065 www. Johansens. Com/serafino Situato ad Ibla, nella parte storica di Ragusa, quella ricca di chiese e palazzi proprio nel cuore del barocco, l’albergo ubicato in un palazzetto dell´800 è stato completamente ristrutturato, per creare un ambiente confortevole ed elegante. Un posto di grande charme con solo 22 camere, per una clientela alla ricerca di un soggiorno diverso e particolare. Particolare come il suo Ristorante Locanda Don Serafino, che dista solo poche centinaia di metri dall´albergo ed è uno dei migliori ristoranti in Sicilia. Ma è la proposta gastronomica la protagonista, fatta di pesce e di carne e da una interessante carta di vini che annovera almeno 700 etichette e la Carta degli oli. La cucina è prettamente del territorio, presentata in modo raffinato ed elegante. Tra i piatti di punta, la Terrina di Sgombro con tenerezze di zucchine e Capuliatu, i Ravioli di Carrubo ripieni di Ragusano, la Lasagnetta di Cacao amaro con ricotta Iblea, i Tagliolini al Carrubo con Bottarga di Tonno e pomodorini, il Coniglio farcito ai Pistacchi di Bronte e pancetta, la Tagliata di Tonno pinna Gialla su Caponatina Modicana, il Dessert di Ragusano D. O. P. Su pasta sfoglia e Miele di Timo, creati dallo Chef Vincenzo Candiano, che con la sua Colazione Siciliana ossia Grattarella al limone e brioche e con il Sandwich di sgombro leggermente affumicato al timo, limoncino e frollino al ragusano ha vinto il primo premio direttamente dalle mani del Maestro Gualtiero Marchesi come Miglior Chef Emergente del Sud. 12- Palazzo Failla, via Blandini 5, Modica, Ragusa, tel. 0932-941059 www. Johansens. Com/palazzofailla Immerso nella storia e nelle antiche tradizioni della Sicilia, Palazzo Failla è la base di partenza ideale per visitare Modica, città che affascinò poeti e viaggiatori. Al suo interno l´Hotel ha mantenuto perfettamente intatta l´atmosfera di un autentico palazzo nobiliare siciliano, dai materiali d´arredo tipici come le maioliche, il ferro battuto e la ceramica decorata, alle volte affrescate, ai mobili d´epoca e all´ospitalità calorosa e cordiale offerta in un contesto elegante e raffinato. Un gioiello tardobarocco tra i più interessanti è il Ristorante La Gazza Ladra, ambiente elegante e di indubbio charme. La cucina è affidata allo chef Accursio Craparo, un professionista desideroso di confrontarsi continuamente con le possibilità offerte dalle materie prime della propria terra, continuamente alla ricerca di accostamenti di cibi e di sensazioni mai scontate. Alcuni dei suoi piatti che possiamo gustare sono “la pasta con le sarde e finocchietto selvatico” o il “cous cous di seppia al nero” per poi passare al secondo con una sella di agnello in crosta morbida di pomodoro e capperi con asparagi e carciofi e terminando con una meringa cannella e tabacco con cioccolato e granita al rhum. La carta dei vini dà ampio respiro alle etichette siciliane e nazionali con qualche ricercata deviazione in terre straniere E-mail info@johansens. Com – Internet www. Johansens. Com .  
   
   
GOCCE DI SALE: NASCE IL PRIMO SALE LIQUIDO IPOSODICO IODATO DA OGGI LA SALUTE HA UN NUOVO GUSTO  
 
Gocce di Sale è il sale iposodico iodato che è buono e fa bene. La sua innovativa forma liquida permette di conservare tutto il gusto e i preziosi oligoelementi del sale marino naturale con il 75% di sodio in meno*. Così ti prendi cura della tua salute senza rinunciare al piacere della buona tavola. Anche una sostanza innocua come il sale da cucina, se assunta in quantità eccessive, può essere causa di malattie cardiovascolari. Troppo spesso, nella nostra cucina quotidiana, utilizziamo sale e condimenti in eccesso e questo, a lungo andare, può provocare uno stato di ipertensione arteriosa. Thematica s. R. L. , azienda italiana attiva nel campo dell’innovazione di prodotto, presenta Gocce di Sale, il primo sale liquido iposodico e iodato che aiuta a prevenire l’ipertensione e gli altri disturbi legati all’eccessivo consumo di sodio, ma senza costringerti a rinunciare al gusto. Gocce di Sale è il risultato di un’approfondita ricerca scientifica che ha permesso, grazie a un brevetto esclusivo, di estrarre il sale direttamente dal mare, a centinaia di metri di profondità, per poi confezionarlo allo stato liquido, senza passaggi intermedi o aggiunte di additivi che ne compromettano la purezza e la naturalità. Nasce così il primo sale marino liquido, che contiene il 75% di sodio in meno rispetto al sale comune e in cui la minima presenza di cloruro di potassio evita l’alterazione del sapore tipica dei sali modificati. Inoltre è arricchito con iodio, raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute per prevenire le patologie collegate all’ipotiroidismo. Gocce di Sale è il sale ideale non solo per chi vuole tenere sotto controllo la pressione arteriosa e proteggere la funzionalità della tiroide, ma anche per chi vuole evitare di assumere quantità eccessive di potassio, che possono favorire la comparsa di disturbi gastrointestinali e insufficienza renale. Gocce di Sale, inoltre, è indicato anche come coadiuvante nella prevenzione della ritenzione idrica, perché il ridotto contenuto di sodio evita il ristagno dei liquidi nei tessuti. Grazie al suo pratico packaging con dosatore a goccia, che garantisce un dosaggio perfetto e una grande uniformità nella salatura, Gocce di Sale semplifica la vita in cucina e si propone come una valida alternativa sia al sale comune, sia ai normali prodotti dietetici, non solo per chi ha problemi di salute, ma anche per chi ama i prodotti naturali e predilige uno stile di vita all’insegna del benessere. Gocce di Sale, infatti, è un prodotto 100% naturale, ottenuto dall’acqua di mare con processi ecologici e senza l’aggiunta di additivi chimici: ecco perché mantiene gli oligoelementi e il sapore naturale del sale. Gocce di Sale è approvato dal Ministero della Salute. .  
   
   
A MIELE GALLERY UN NUOVO CALENDARIO RICCO DI APPUNTAMENTI: DALL’ARTE DELLA COTTURA ALLE DEGUSTAZIONI GUIDATE  
 
Per entrare davvero nei segreti dell’Arte della Cottura, Miele gallery, la prestigiosa “vetrina” milanese di Miele Italia, spalancherà le porte per i nuovi appuntamenti 2008. Un gustoso percorso – fino a maggio 2008 – alla riscoperta dei sapori veri: dalle cucine regionali e internazionali ai litorali esotici, con la preparazione di pietanze a base di fiori e spezie afrodisiache. Tanti piacevoli approfondimenti dell’arte del ricevere, senza tralasciare piatti semplici ma raffinati. Accanto ai tradizionali matinée di tipo dimostrativo, per gli amanti della cucina di qualità, sono in programma degustazioni guidate su temi di crescente interesse: a grande richiesta gli abbinamenti cibo-vini, con specialità regionali e internazionali, un’occasione per vivere esperienze sensoriali uniche, e per apprendere la difficile arte della conservazione domestica dei vini, suggerita da un esperto sommelier. Un settore che vede Miele particolarmente “ferrata”, grazie alle sue frigo cantine. Non mancherà la famosa “Cucina attiva” che quest’anno vedrà tra i protagonisti “Gold”: l’oro da mangiare, o raffinati menù per le serate di mezza estate. In esclusiva, per i nuovi acquirenti 2008 di elettrodomestici Miele, la possibilità di partecipare gratuitamente ad una lezione dedicata alla cottura con il forno a vapore. Una cottura che garantisce di preservare al meglio le vitamine e i sali minerali, mantenendo inalterate le proprietà nutritive tutti i tipi di cibi, dalla carne al pesce, alla verdura alla frutta, dai cereali ai legumi, esaltandone i sapori. La dimostrazione effettuata a “due mani” da un prestigioso chef coadiuvato dallo staff di Miele gallery, sarà la prova tangibile che la tecnologia all’avanguardia di Miele può trasformare la cottura in una vera e propria arte! Le iscrizioni apriranno dal 18 gennaio 2008, per le lezioni dei mesi di gennaio, febbraio e marzo e dal 25 marzo per le lezioni di aprile e maggio. Per informazioni ci si può rivolgere direttamente a Miele gallery: 02-29061006. Il calendario completo può essere consultato sul sito www. Mieleitalia. It nella sezione Miele gallery. .  
   
   
LA CUCINA SECONDO STRATO È DA SEMPRE ESPRESSIONE DI LUSSO, BELLEZZA E QUALITÀ SARTORIALE: ARTE E DESIGN PROTAGONISTI NELLE OPERE DI MARCO GORINI  
 
La cucina secondo Strato è da sempre espressione di lusso, bellezza e qualità sartoriale . Continuità e rinnovamento hanno fatto delle collezioni del loro ideatore Marco Gorini un segno immediatamente riconoscibile del vivere contemporaneo. Con l’inaugurazione del nuovo Spazio Strato in via Bertani 2 a Milano l’azienda intraprende un nuovo e rivoluzionario percorso evolutivo fondato sulla contaminazione tra arte e gusto, design e cultura. Concepite con grande passione da Marco Gorini, le cucine si presentano come vere e proprie opere d’arte contemporanee, di altissimo valore qualitativo, capaci di esprimere nelle forme e nel linguaggio uno stile personalissimo e fuori dalle tendenze più effimere. La scelta di materiali pregiati - come il titanio - la costante ricerca tecnologica e l’utilizzo di manodopera altamente qualificata rendono le nuove cucine pezzi unici di straordinaria bellezza, destinate ad un pubblico raffinato e in grado di cogliere ed apprezzare il carattere inimitabile delle collezioni Strato. Eccellenza, innovazione, abilità sartoriale sono i fattori chiave del successo dell’azienda, riconosciuta a livello internazionale come una delle espressioni più autentiche e riuscite del “Made in Italy”. Punta di diamante della collezione 2007 è Eclettica, eccellente esempio di una purezza artistica che si esprime in una forma ellittica originale e nuova per l’ambiente cucina. Con Eclettica, Marco Gorini, artista-artigiano raffinato, definisce in maniera assoluta lo stile inconfondibile di Strato, contraddistinto dalla ricerca incessante di forme e volumi completamente diversi e, quasi in antitesi, di soluzioni tecniche innovative, senza compromessi in termini di qualità, funzionalità e purezza di forma. Negli ultimi anni, il modo di vivere la cucina è cambiato profondamente. Oggi, rappresenta uno dei luoghi della casa più carichi di significato, in grado di suscitare vere emozioni e di favorire la convivialità. Strato interpreta questa nuova attitudine a vivere l’ambiente cucina creando uno spazio che vuole diventare un luogo di incontro aperto, simbolo per eccellenza della combinazione tra arte e gusto. “Il nuovo Spazio non è semplicemente uno showroom ma diventerà sede di una galleria d’arte e di un salotto culturale, che ospiterà incontri tra menti eccellenti e creative, una sorta di contaminazione tra palato e cultura, perché cucinare è amore, è arte. La cucina un insostituibile strumento di convivialità e un luogo di piacere condiviso” – ha dichiarato Marco Gorini, fondatore di Strato Cucine. .  
   
   
NINA, LA NUOVA LINEA DI MACCHINE DA CAFFÈ MANUALI DI SAECO: UNA NUOVA ESPERIENZA PER GLI AMANTI DEL CAFFÈ!  
 
Design innovativo all’esterno, eccezionale tecnologia all’interno Un design elegante e raffinato, la tecnologia avanzata e l’ottimo funzionamento, sono le caratteristiche distintive di Nina, la nuova linea di macchine manuali Saeco presenti da oggi nel mercato italiano, grazie alle quali gli amanti del caffè potranno ottenere un ottimo espresso. Il design, uno degli elementi fondamentali che ha rappresentato il passaggio alla nuova era di prodotti per Saeco International Group, è stato studiato dal Bmw Group Designworksusa. La collaborazione tra Saeco e la società di consulenza tedesca è iniziata con lo studio delle macchine da caffè automatiche di alta gamma Primea, Talea e Odea, presentate lo scorso anno. La creatività e l’ampia esperienza progettuale nel settore industriale di Designworksusa ha portato allo sviluppo dei nuovi modelli della linea Nina, giocando con le forme arrotondate e i contrasti cromatici dei colori che richiamano l’oro e l’argento. La tecnologia avanzata di Nina si può riassumere in cinque principali elementi: • interfaccia funzionale con regolazioni intuitive, è semplice da usare per ottenere sempre un ottimo caffè espresso; • portafiltro è in due versioni,“Crema”, che permette di ottenere un espresso cremoso come al bar utilizzando il caffè macinato, il “Kit cialda”, compatibile con lo standard Ese; • pannarello, pratico beccuccio che consente di preparare una crema di latte soffice e vellutata; • vassoio poggia-tazze regolabile in altezza, con un semplice gesto, in funzione del tipo di tazza utilizzata. • serbatoio dell’acqua, in materiale trasparente che permette di visualizzare sempre il livello dell’acqua, è facilmente estraibile per la pulizia. La linea Nina presenta tre modelli: Nina Bar, Nina Cappuccino, Nina. Nina Bar, top di gamma con interfaccia digitale “Touch” che permette il controllo elettronico della quantità di caffè da erogare. Questo modello è dotato anche di cappuccinatore di serie per ottenere degli ottimi cappuccini con un solo gesto. Nina Cappuccino, l’elegante modello color beige-crema, dotato sia di lancia vapore che di cappuccinatore di serie, permette di montare il latte in un attimo. Nina, modello base della nuova linea con portafiltro Crema e pannarello. Per questo modello il cappucinatore è acquistabile separatamente. .  
   
   
UN TEMPORARY SHOP CA’ DEL BOSCO PER LA SUBLIME TRASPARENZA DI CUVÉE PRESTIGE  
 
Nella nuova food court della Rinascente di Milano, al settimo piano degli storici magazzini, è stato inaugurato il primo temporary shop Ca’ del Bosco. Uno spazio elegante e chic, con suggestiva vista sulle guglie del Duomo, dove il cliente potrà unire il piacere degli occhi a quello del palato. L’occasione è il lancio dell’ultimo Franciacorta firmato Ca’ del Bosco: Cuvée Prestige, un gioiello dal gusto impagabile e dalla fragranza inebriante, il nuovo classico con un nuovo stile di vestire e di presentare le bollicine, che grazie alla trasparenza della bottiglia possono finalmente mostrare il loro colore giallo oro. A quasi un mese di distanza dal battesimo ufficiale di Cuvée Prestige, avvenuto con una festa esclusiva organizzata da Peck, in una via Spadari eccezionalmente chiusa e vestita a festa per 600 illustri ospiti, ecco che Ca’ del Bosco presenta al pubblico, fino al 6 di gennaio, l’emozione di questa nuova sublime trasparenza. Il temporary shop Ca’ del Bosco è uno spazio dove si può acquistare Cuvée Prestige nei formati 75 cl e magnum da 1. 5 l, l’originale secchiello Chio e l’elegante libro “11 fotografi 1 vino”, edito da Skira, che raccoglie attraverso il ritratto di importanti fotografi italiani e stranieri, la realtà di questa grande azienda; ma è anche un’area dove degustare, nell’apposito spazio aperitivo del Ristorante Maio, le bollicine dal finissimo perlage. Al momento dell’acquisto il cliente, riceverà un invito per due persone per visitare la Cantina di Ca’ del Bosco, immersa nel verde delle vigne e dei boschi della Franciacorta: un luogo dove l’arte e la perfezione del vino si uniscono e si fondono con la scultura e l’armonia del paesaggio. .  
   
   
LUNGAROTTI SULL’ORIENT EXPRESS: IL RUBESCO RISERVA VIGNA MONTICCHIO 2001 PER I PASSEGGERI DEL PIÙ MITICO TRENO DEL MONDO  
 
Oggi sorseggerebbero Lungarotti anche Hercule Poirot e James Bond: se replicassero il loro viaggio sul leggendario Orient Express si vedrebbero servire elegantemente un bicchiere di vino che sa di Umbria. Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2001, pluripremiato vino della Cantina Lungarotti, che da sempre valorizza storia e territorio umbro attraverso le sue etichette, sale infatti su uno dei treni più celebri del pianeta. Oggi compare sulla carta dei vini del mitico Orient Express, accrescendone il fascino e portando un po’ di Umbria sui binari che attraversano l’Europa per un emozionante viaggio che da oltre centovent’anni seduce i viaggiatori di tutto il globo. In origine collegava Parigi e Istanbul, oggi Parigi e Vienna: l’Orient Express è uno dei treni di lusso più amati e conosciuti a livello internazionale, simbolo di un turismo sempre volto a raggiungere l’eccellenza. Un connubio dei più riusciti, quindi, quello con una delle aziende italiane che è divenuta proprio sinonimo d’eccellenza enologica in Italia e nel mondo, facendo suoi metodo e passione imprenditoriale. .  
   
   
BELLAVISTA ALLA SCALA DALLE BOUVETTE DEL TEATRO SINO ALLA CENA DI GALA DI PALAZZO MARINO, SI BRINDERÀ CON LE BOLLICINE DELL’ALTO ARTIGIANATO ITALIANO. LA PERFETTA ARMONIA DELLA VENDEMMIA 2003 TRA I VINI SCELTI DA BELLAVISTA PER ACCOMPAGNARE IL MENU DELLA CENA DI GALA  
 
Anche quest’anno, il sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, Stéphane Lissner, ha scelto l’eccellenza dei vini italiani per il brindisi inaugurale in occasione della riapertura della stagione della Scala, in programma venerdì 7 dicembre con l’opera “Tristano e Isotta” di Richard Wagner. L’azienda Bellavista, leader del territorio di Franciacorta, è stata scelta come “fornitore ufficiale” della stagione teatrale 2007-2008 e le sue pregiate cuvée saranno protagoniste dei brindisi della Prima, dalle bouvette del Teatro sino alla grande cena di gala alla quale saranno presenti cinque capi di stato. Il menu di Francesco Cerea, celebre chef del Relais & Chateaux “da Vittorio” di Bergamo, sarà accompagnato dai vini di Bellavista: Franciacorta Cuvée Magnum e Franciacorta Gran Cuvée Vendemmia 2003 Magnum. Si comincerà con l’aperitivo di benvenuto e si continuerà con risotto alla milanese, aletta di vitello con polentina e cappella di fungo porcino alla genovese, per concludere con piccola pasticceria, panettone natalizio, torrone e cremoso al gianduia. Il connubio Scala-bellavista ha avuto inizio nel 2005. Il Bellavista Franciacorta Gran Cuvée 2003 è raro millesimo della vendemmia 2003. Vino straordinario, con un perlage finissimo e un ventaglio olfattivo molto ampio, questo Franciacorta è il risultato dell’unione di più di 25 selezioni di vendemmia, affinate mediamente 48 mesi in cantina, e massima espressione dello stile aziendale, riconosciuto per la sua raffinata eleganza. In particolare, nella vendemmia 2003, si evidenzia un perfetto equilibrio gusto-olfattivo, sostenuto da note di poderosa forza sapida e minerale. L’opera di questa stagione è la più emblematica del pensiero di Richard Wagner che, in una lettera del 1954, attribuisce alla musica una qualità universale, di assoluta potenza evocativa. Essa è, secondo il grande musicista, l’unica forma d’arte che comunica l’immediatezza, la profondità del mondo del pensiero, delle emozioni e dei sentimenti. Anche un brindisi porta con sé le caratteristiche di questo linguaggio universale che fissa nel ricordo momenti unici e, nel segno di questo ideale Bellavista, rinnova il suo impegno a fianco del Teatro alla Scala. .  
   
   
HINE LANCIA L’ESCLUSIVO COGNAC “FAMILY RESERVE”  
 
La Maison Thomas Hine & C, produttrice di una straordinaria gamma di prestigiosi Cognac, nell’imminenza delle festività di fine anno lancia sul mercato italiano il suo esclusivo Cognac “Family Reserve”. Nata come riserva personale della famiglia Hine, e ottenuta esclusivamente dalle uve del cru più prestigioso della regione del Cognac (la Grande Champagne), la “Family Reserve” è un blend dei migliori distillati della Maison, e titola una gradazione alcolica di 42% vol. Alla vista, ha colore ambrato intenso; il suo bouquet è ampio, nobile, pieno, di spiccato carattere, con sentori floreali e di sottobosco. Il suo gusto è avvolgente, morbido e vellutato al palato, con un finale incredibilmente persistente. La confezione di Hine “Family Reserve” è rimarchevole per la sua superba eleganza: il distillato è infatti contenuto in un magnifico decanter di cristallo da 70 cl. , a sua volta racchiuso in un vero humidor per grandi sigari. Fondata nel 1763, la Maison Hine è una delle più antiche aziende produttrici di Cognac. Per i suoi distillati utilizza esclusivamente le uve prodotte nei due cru più prestigiosi della regione, la Grande e la Petite Champagne. Tutti i suoi Cognac sono invecchiati per un periodo molto superiore ai requisiti di legge. Nei suoi 250 anni di storia, la Maison Hine si è inoltre affermata in tutto il mondo come grande specialista nella produzione dei millesimati, un’autentica rarità nel settore del Cognac. La superba reputazione internazionale di Hine è confermata dai 30 premi e riconoscimenti ottenuti negli ultimi cinque anni dalla Maison. Hine è inoltre l’unica azienda di Cognac a detenere l’esclusivo Royal Warrant, vale a dire il sigillo di fornitore ufficiale della Casa Reale d’Inghilterra. Come tutti gli altri Cognac della Maison Hine, la “Family Reserve” è distribuita in esclusiva per l’Italia dalla Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna (tel. 051 4217811, fax 051 242328, e-mail info@rinaldi. Biz). .