Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Settembre 2008
FINANZIATO DALL´UE, SMARTCELL INTENDE USARE LE CELLULE DELLE PIANTE COME FABBRICHE FARMACEUTICHE  
 
Bruxelles, 25 settembre 2008 - Smartcell, un progetto finanziato dall´Ue, ha ricevuto 6 Mio Eur per sviluppare degli strumenti in grado di sintetizzare preziosi prodotti farmaceutici usando le cellule delle piante. Il progetto è formato da un consorzio di 14 importanti istituti di ricerca europei, 3 piccole e medie imprese e 2 grandi imprese industriali, e dispone di un bilancio totale di 8,5 Mio Eur per i prossimi 4 anni. Si stima che nel 2004 un quarto di tutti i farmaci prescritti nei paesi industrializzati contenesse composti derivati dalle piante. Tra i più conosciuti farmaci basati sulle piante ci sono la morfina, la codeina, il chinino e gli steroidi come la digitossina. Finora non è stato possibile produrre dei sostituti sintetici che fossero farmacologicamente così efficaci e specifici. Le piante viventi producono una grande varietà di "metaboliti secondari", composti che aiutano la pianta ad adattarsi al suo ambiente. Questi metaboliti secondari (ad esempio la resina) sono prodotti in piccole quantità durante lunghi periodi di tempo, nel caso degli alberi si può trattare anche di molti anni. Questi sono a volte considerati come prodotti di scarto del metabolismo della pianta, ma hanno una grandissima importanza farmaceutica. La maggior parte dei metaboliti secondari (chiamati anche fitofarmaceutici) sono attualmente estratti da piante viventi intere, poiché la loro sintesi chimica è molto difficile e costosa. Tuttavia, la biosintesi è un processo complesso e poco compreso, e il rendimento è basso. Inoltre, molte delle piante che producono questi preziosi composti sono difficili da coltivare o sono sfruttate troppo intensamente. Le cellule delle piante potrebbero essere usate per produrre preziosi composti farmaceutici su larga scala, in modo simile a come vengono usati i microbi per produrre gli antibiotici. Il dott. Oksman-caldentey del Vtt Technical Research Centre in Finlandia, coordinatore del progetto, ha spiegato al Notiziario Cordis: "La differenza è che nei microbi il processo di produzione degli antibiotici è breve e relativamente semplice; invece, l´esatto meccanismo grazie al quale le piante sono in grado di produrre questi composti a basso peso molecolare non è ben compreso. " Il consorzio Smartcell combinerà gli sforzi di scienziati specializzati in varie aree di ricerca per descrivere i meccanismi della produzione dei metaboliti secondari. Esperti in botanica, farmacognosia (lo studio dei farmaci derivati da fonti naturali), microbiologia, fitochimica, biochimica, biologia molecolare e tecnologia della fermentazione applicheranno la loro vasta base di conoscenze allo studio delle vie metaboliche delle piante in cellule clonate isolate. Le loro nuove conoscenze verranno usate per sviluppare strumenti che sfruttino queste vie metaboliche secondarie, sintetizzando velocemente grandi quantità di composti preziosi dal punti di vista farmaceutico. In pratica, essi manipoleranno le cellule delle piante in modo che fungano da "fabbriche verdi". Le attività iniziali di Smartcell si concentreranno sulla sintesi di terpeni, che sono prodotti da una grande varietà di piante (in particolare conifere). Alcuni derivati molto conosciuti dei terpeni sono gli steroidi, il mentolo, la canfora e i cannabinoidi. Essi vengono usati nella ricerca iniziale di Smartcell poiché gli studi preliminari sono stati promettenti e anche perché esistono già dei validi esempi funzionanti (il paclitaxel, un farmaco antitumorale estratto originariamente dalla corteccia degli alberi di Taxus brevifolia di 60 anni, è parzialmente prodotto da colture di cellule della pianta). Se tutto va bene, gli stessi strumenti usati per sintetizzare i terpeni verranno applicati per costruire altri composti desiderabili. Tra i partecipanti a Smartcell ci sono, tra gli altri, il Flanders Institute for Biotechnology in Belgio, l´Università di Leiden nei Paesi Bassi, l´Università di Lleida in Spagna e il Fraunhofer Ime in Germania. Il progetto è attualmente impegnato nella definizione di un accordo contrattuale con la Commissione europea riguardante i diritti di proprietà. Essi si augurano che le istituzioni partecipanti abbiano l´uso prioritario dei nuovi strumenti, ma che le nuove tecnologie vengano anche messe a disposizione del pubblico. Il consorzio condividerà i database e altre risorse, e l´uso di una banca delle colture cellulari potrebbe essere offerta gratuitamente alle istituzioni di ricerca universitarie; i dettagli dei prezzi industriali sono invece in discussione. Per ulteriori informazioni, visitare: Vtt Technical Research Centre of Finland http://www. Vtt. Fi Trends in Plant Science http://www. Trends. Com/plants/default. Htm .  
   
   
IL 26 SETTEMBRE GIORNATA MONDIALE DELLA CONTRACCEZIONE: A LONDRA MEETING DI ESPERTI EDUCAZIONE SESSUALE? “INUTILE” PER IL 50% DEI GIOVANI E PER 2 SU 3 “NON CORRERE RISCHI” È COMPITO DELLA DONNA  
 
 Londra, 25 settembre 2008 – L’italia “campione del mondo” si merita la medaglia d’oro anche nella contraccezione consapevole? Pare proprio di no. L’educazione sessuale è considerata dal 50% dei giovani una perdita di tempo. I dati sono quelli dell’annuale fotografia estiva scattata dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) sulle spiagge italiane e vengono presentati oggi a Londra in occasione della Giornata Mondiale della Contraccezione, che si celebrerà il 26 settembre. L’indagine ha giocato sul parallelo fra sesso e sport per dimostrare come, in entrambi, sia importante conoscere le regole per poter raggiungere risultati vincenti. Ma, su 1. 200 intervistati, sono ben pochi quelli che si meriterebbero di salire sul gradino più alto del podio. “Il 22% non raggiunge la sufficienza nel prendersi cura del proprio corpo – commenta la prof. Sa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano- , il 31% non considera la contraccezione sicura come un modo per rispettarsi e restare in forma. Solo il 30% degli intervistati la ritiene una responsabilità di entrambi, mentre per ben il 62% è un compito che riguarda solo la donna. E in caso di gravidanza indesiderata, per il 41% si tratta di un “colpo basso” del partner. L’unica nota positiva è che la pillola viene ritenuta, da intervistato su tre, una vera e propria “compagna di squadra” della forma fisica. Comincia quindi finalmente a crollare il più radicato pregiudizio, anche perché oggi esistono formulazioni – come quelle a base di drospirenone – che possono davvero definirsi “light”. Ma i dati dimostrano che c’è ancora assoluto bisogno di insistere nell’informazione”. È questo l’obiettivo del progetto “Scegli Tu” della Sigo, che aderisce alla Giornata promossa da alcune fra le più importanti associazioni e società scientifiche mondiali e sostenuta da Bayer Schering Pharma: “Vogliamo essere accanto a ragazze e ragazzi non per forzare scelte di “contraccezione sicura” - commenta il prof. Giorgio Vittori, presidente Sigo, - ma per informare sulla contraccezione, sulla protezione dalle malattie sessualmente trasmesse e soprattutto migliorare il nostro ruolo di interlocutori privilegiati ed esperti di salute riproduttiva. Per facilitare il contatto abbiamo in questa occasione utilizzato lo sport, un linguaggio universale”. È stato infatti realizzato l’opuscolo “Sesso, conosci le regole del gioco?” che sarà diffuso da oggi anche ai concerti, nei luoghi di aggregazione, nelle palestre e negli ambulatori dei ginecologi. “Si tratta della prima iniziativa che vede uniti Sigo e Comitato Olimpico Italiano (Coni) – spiega Diana Bianchedi, campionessa olimpica, medico dello sport e prima donna ad essere stata vice-presidente del Coni – . Una collaborazione che si estenderà anche ad altri ambiti per migliorare il livello di attenzione sulle problematiche dello sport al femminile e valorizzare il ruolo protettivo che l’attività fisica può svolgere a favore della salute della donna”. “Your life, your body, your choice’: è questo lo slogan scelto per celebrare la seconda giornata mondiale della contraccezione, un motto che pone l’accento sullo stretto legame fra scelte riproduttive e benessere. L’importanza di individuare un metodo che faccia stare bene con il proprio corpo è infatti determinante per garantire continuità e, quindi, sicurezza. “Il basso impatto sul fisico è uno dei motivi determinanti nell’uso di un anticoncezionale – commenta Diana Bianchedi, che attualmente si occupa proprio di prevenzione e riabilitazione – non solo per le atlete ma anche per le migliaia di ragazze che praticano sport o fitness per restare in forma e in salute. Ragazze per cui la linea è un valore importante e che purtroppo sono a rischio di incorrere nella “triade dell’atleta”: un insieme di disturbi alimentari, osteoporosi e amenorrea. Una sindrome purtroppo in crescita, dovuta a uno sbilanciamento tra l’energia che si brucia e quella introdotta con il cibo: la dieta diventa disordinata, le mestruazioni scompaiono e le ossa diventano fragili. In questo caso, per esempio, la pillola anticoncezionale può rappresentare una valida alleata, anche se ovviamente la priorità è intervenire per risolvere il problema alimentare”. Il mondo dello sport sta sviluppando un’attenzione sempre maggiore alle specificità della donna, ed in questo contesto la Sigo, con il patrocinio del Coni vuole intervenire per richiamare l’attenzione soprattutto su alcuni passaggi fondamentali, come la pubertà, la gravidanza o la menopausa. La prima occasione di sinergia è proprio la campagna Scegli Tu: in accordo con le federazioni sportive il materiale informativo prodotto verrà infatti distribuito in palestre e piscine su tutto il territorio nazionale. “Una collaborazione che rientra nella nostra strategia di apertura alla società civile – commenta Vittori – e che vede i giovani come primi e principali beneficiari. Su di loro la Sigo ha investito moltissimo in questo ultimo anno, con attività su you tube, fiction in 3D, opuscoli e sondaggi. Ma i risultati di quest’ultima indagine confermano che è necessario insistere ancora. Per questo crediamo molto in iniziative come la Giornata mondiale, utili per attirare l’attenzione sui rischi della mancata scelta consapevole. Un’occasione per coinvolgere a livello globale associazioni, società scientifiche e Istituzioni”. Tra le altre Marie Stopes International, l’European Society of Contraception, la Figij - International Federation of Pediatric and Adolescent Gynecology, il Centro Latinoamericano Salud y Mujer, l’Asia-pacific Council on Contraception e il Population Council. .  
   
   
GENOVA: OGGI CONVEGNO SULLE CURE IN CARCERE  
 
Genova, 25 Settembre 2008 - Sprigioniamo la cura. E´ questo il titolo del convegno, organizzato dalla Regione Liguria e dal Provveditorato dell´amministrazione penitenziaria, che si svolgerà giovedì 25 settembre dalle 14 alle 18 presso l´Aula Magna dell´Ospedale Galliera in via Mura delle Cappuccine 14 sul tema della salute in carcere, a seguito del trasferimento al servizio sanitario nazionale dell´intera organizzazione sanitaria degli istituti penitenziari. Al convegno parteciperanno tra gli altri l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, il direttore generale della Asl 3 Genovese, Renata Canini, il direttore del carcere di Marassi, Salvatore Mazzeo oltre a medici infermieri, dirigenti e personale penitenziario che si incontreranno per elaborare strategie e percorsi in linea con quanto stabilito dal decreto del presidente del Consiglio dei Ministri sull´accesso alla salute da parte delle persone detenute. Il convegno ha avuto il patrocinio della Società italiana di Medicina e sanità penitenziaria e dalla società italiana di psichiatria. .  
   
   
SALUTE, PRESIDENTE BURLANDO:"IL PALAZZO DELLA SALUTE DELLA DORIA RAPPRESENTA UNA BATTAGLIA VINTA A FAVORE DEL TERRITORIO"  
 
Genova, 25 Settembre 2008 - "Il via dei lavori alla Doria per la realizzazione del Palazzo della Salute è stata una bella battaglia vinta a favore della Val Bisagno e della Val Trebbia, considerato che la precedente Giunta regionale voleva venderla". Lo ha detto il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando intervenendo la mattina di mercoledì 24 settembre insieme all´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, al direttore generale della Asl 3 Genovese, Renata Canini e al presidente del Municipio Media Val Bisagno, Agostino Gianelli, alla presentazione dei lavori in corso di realizzazione per il Palasalute presso la ex Ipab Doria in Valbisagno. "Mantenere la funzione pubblica di questa struttura - ha detto il presidente Burlando - è stata una scelta molto importante per questa valle che non ha un ospedale, unitamente al fatto che tra poco più di un anno, entro la fine del 2009 come ci è stato assicurato dalla ditta appaltatrice, il Palasalute potrà essere disponibile". "Con quella della Doria a Genova Struppa saliranno a cinque le Case della Salute a disposizione del territorio genovese - ha continuato Burlando - oltre al Pammatone, al Pala Fiumara, alla Manifattura Tabacchi e Villa De Mari a Prà che sarà aperta ad ottobre e tutte insieme daranno una buona risposta alla domanda di salute del territorio". Per l´assessore regionale alla Sanità, Claudio Montaldo "con la programmazione del Palasalute della Doria ci siamo assunti un impegno importante all´inizio del nostro mandato, portando avanti una annosa richiesta proveniente dal territorio che chiedeva un centro servizi ambulatoriali all´avanguardia e una piastra diagnostica e in più abbiamo cercato di farlo facendo attenzione al risparmio energetico, visto che saranno impiantati collettori solari e pannelli fotovoltaici per produrre acqua calda e riscaldamento". Presidente e assessore regionale hanno inoltre sottolineato l´importanza della Doria non solo per i servizi di continuità assistenziale dopo le dimissioni dall´ospedale, ma anche "per la realizzazione di 180 posti di Rsa gestiti dall´Istituto Brignole". "Su questa struttura - ha concluso il presidente Burlando - abbiamo investito una grande quantità di risorse pubbliche, oltre 13 milioni di euro grazie alle quali riusciremo a svolgere al suo interno attività che attualmente si svolgono in ospedale e anche a fornire nuovi servizi come l´ambulatorio per i disturbi alimentari, i presidi protesici, la distribuzione diretta dei farmaci e l´ambulatorio di oncologia per la cura dei malati affetti da tumori, sgravando così i nosocomi". .  
   
   
ROMA, OSPEDALE SAN GIACOMO: ECCO I VERI NUMERI  
 
Roma, 25 settembre 2008 - In questi giorni, circolano sui lavori di ristrutturazione del S. Giacomo cifre false, che non rendono un buon servizio al diritto d’informazione dei cittadini. La spesa complessiva per le opere edili relative a questa struttura ammonta infatti a meno di 4 milioni di euro, non a 15 e neanche 12, come è stato invece sostenuto. I dati della Asl Rma dimostrano come negli ultimi anni siano stati stanziati dalla Regione in totale 12 milioni di euro per ristrutturare il S. Giacomo. Occorre precisare che si tratta di stanziamenti relativi a capitolati di bilancio di anni che precedono la decisione di riconvertire l’ospedale. Ed è anche utile ricordare che, fino al momento della sua dismissione, l’ospedale ospita malati che hanno pieno diritto ad essere curati in ambienti dignitosi e puliti. Dei 12 milioni, in ogni caso, ne sono stati spesi meno di 8, di cui 3 per attrezzature che, con la dismissione dell’ospedale, verranno completamente recuperate e utilizzate in altre strutture quasi nella loro totalità. Un altro milione di euro è stato impegnato invece per la realizzazione del nuovo poliambulatorio di via Canova, a cui saranno destinati anche i 4 milioni di euro rimasti nella disponibilità dell’Azienda Sanitaria dopo la dismissione del S. Giacomo. Si precisa poi che il nuovo presidio funzionerà non 12 ore, come apparso in alcuni organi d’informazione, ma 24 su 24, compresi il sabato e la domenica. Il poliambulatorio di via Canova garantirà una copertura assistenziale di alto livello, che va dal primo soccorso agli interventi di emergenza, come problemi cardiaci o infarti. In collegamento con il poliambulatorio, infatti, funzionerà una postazione del 118 dotata di attrezzature adeguate ad affrontare ogni tipo d’emergenza. Su diversi mezzi di informazione, viene inoltre dato credito a un’ipotesi totalmente infondata: si ribadisce che non esiste alcun accordo per realizzare un albergo di lusso al posto dell’attuale ospedale. Non è in corso alcuna trattativa, dato che ogni decisione sarà presa con la massima trasparenza e nel pieno rispetto di tutte le procedure previste dalla legge, e quindi con il coinvolgimento di tutte le altre istituzioni coinvolte, come il Comune di Roma e i Municipi. Nessun abitante del centro di Roma sarà lasciato senza cure. Nessuna delle professionalità del S. Giacomo e nessuna strumentazione andrà dispersa, ma tutto il patrimonio dell’ospedale storico del Tridente sarà valorizzato e messo al servizio di quei cittadini della regione che ne hanno realmente bisogno. .  
   
   
PIANO SANITARIO: LA SANITÀ SICILIANA VERSO L´ECCELLENZA  
 
Palermo, 25 settembre 2008 - “Con l´approvazione del piano di contenimento della spesa il governo regionale fa compiere alla sanità siciliana un grande passo avanti verso la riqualificazione la razionalizzazione dei servizi e della spesa. Il nostro sistema sanitario costerà meno e funzionerà meglio. Questa circostanza ci permette di tagliare quelli che oggettivamente sono gli sprechi per indirizzare maggiori risorse verso le eccellenze. ” Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, è soddisfatto per l´approvazione, entro i termini concordati col governo nazionale, del piano di contenimento della spesa sanitaria. “In questo momento sento il bisogno di ringraziare gli operatori del mondo della sanità: migliaia di persone che svolgono con scrupolo e coscienza funzioni delicatissime e di cui, troppo spesso e con superficialità, si parla male senza cognizione di causa. Nella sanità siciliana operano professionisti che il mondo ci invidia e che spesso ci sottrae, approfittando proprio del clima di diffidenza che si respira in Sicilia”. “Un sincero ringraziamento - ha concluso Lombardo - devo rivolgere anche agli operatori della sanità privata. Il governo ha operato per evitare ogni penalizzazione. Purtroppo il dialogo - che comunque c´è stato - è stato viziato dalle strumentalizzazioni di chi ha provato a speculare, anche politicamente, su un percorso inevitabile e ineludibile. Le strutture private che operano in Sicilia offrono servizi di altissimo profilo. E grazie alla riforma in atto, potranno trovare spazi per ulteriori miglioramenti”. . .  
   
   
SICILIA, NUOVA RETE OSPEDALIERA, UNA SVOLTA IMPORTANTE  
 
Palermo, 25 settembre 2008 - - “Il piano per la nuova rete ospedaliera siciliana rappresenta una vera svolta nel sistema sanitario regionale e voglio condividere la mia grande soddisfazione con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e con tutti i componenti della giunta di Governo i quali hanno saputo ascoltare le motivazioni che hanno portato a questo modello operativo, dando anche un importante contributo per il raggiungimento di un risultato che costituisce una tappa rilevante in vista del successivo dibattito parlamentare. Sono sicuro che il senso di responsabilità delle forze politiche renderà agevole il confronto in aula dal quale mi aspetto un ulteriore apporto costruttivo. La rete ospedaliera siciliana, così come è stata disegnata nel progetto approvato dalla giunta di Governo, permetterà la realizzazione di un modello sanitario moderno ed efficiente, capace da un lato di contenere la spesa e dall’altro di migliorare l’offerta sanitaria nei confronti dei cittadini evitando gli sprechi e presidiando il territorio in modo capillare”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, dopo l’approvazione in giunta dello schema di decreto che ha come titolo “Rimodulazione della rete ospedaliera e riordino della rete territoriale”. L’approvazione è avvenuta in nottata, dopo oltre due ore di seduta. Il provvedimento, in estrema sintesi, prevede un corposo taglio del numero delle Aziende che passano da 29 a 14. In particolare, le Ausl restano nove e incorporeranno le aziende ospedaliere delle rispettive province. Le aziende ospedaliere, che attualmente sono 17, diventeranno due: una a Palermo (l´Arnas Civico alla quale viene accorpato il presidio ospedaliero Ingrassia) e l´altra a Catania (unificazione dell´Arnas Garibaldi e dell´azienda ospedaliera Cannizzaro). I Policlinici di Palermo, Catania e Messina si integreranno, sulla base di protocolli d´intesa, con le rimanenti aziende ospedaliere delle tre città. Prevista la riduzione di 5. 000 posti letto per acuti tra pubblico e privato con la riconversione di circa 3. 000 posti per lungodegenza e riabilitazione. Il riordino della rete territoriale assicurerà servizi efficaci, opportunamente distribuiti sul territorio e rispondenti alla continuità assistenziale. Saranno istituiti i Pta (presidi territoriali di assistenza), attivi giorno e notte, collegati con i Comuni, superando così l’attuale suddivisione in distretti delle Ausl. “Lavoriamo a questo piano da alcuni mesi – ha aggiunto Russo – e mi sembra doveroso ringraziare tutti quelli che hanno fornito un contributo, facendo sì che questo provvedimento sia il frutto di una perfetta integrazione fra diverse esperienze”. Il provvedimento, che dovrà adesso passare al vaglio dell’Assemblea regionale, fa parte integrante del Piano di rientro: entro domani verrà trasmesso al ministero della Salute che dovrà esaminarlo insieme agli altri provvedimenti già assunti nei giorni scorsi per poi decidere sulla validazione entro la metà di ottobre. L’assessore Russo illustrerà il piano anche alle sigle sindacali. .  
   
   
I PRINCIPALI PUNTI DELLA NUOVA RETE OSPEDALIERA SICILIANA  
 
Palermo, 25 settembre 2008 - Ecco in sintesi le linee guida dello schema di decreto, riguardante la riqualificazione della rete ospedaliera siciliana, approvato la notte scorsa dalla Giunta regionale di Governo. Le nove Ausl risulteranno definite nel seguente modo: Ausl 1 derivante dalla unificazione dell’Ausl 1 e dalle Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio di Agrigento e Azienda Ospedaliera di Sciacca; Ausl 2, derivante dalla unificazione dell’Ausl 2 e dalle Azienda Ospedaliera Sant’elia di Caltanissetta e Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Gela; Ausl 3 derivante dalla unificazione dell’Ausl 3 e dall’Azienda Ospedaliera Gravina di Caltagirone; Ausl 4 derivante dalla unificazione dell’Ausl 4 e dall’Azienda Ospedaliera Umberto I di Enna; Ausl 5 di Messina; Ausl 6 di Palermo; Ausl 7 derivante dalla unificazione dell’Ausl 7 e dall’Azienda Ospedaliera Ompa di Ragusa; Ausl 8 derivante dalla unificazione dell’Ausl 8 e dall’Azienda Ospedaliera Umberto I di Siracusa; Ausl 9 derivante dalla unificazione dell’Ausl 9 e dall’Azienda Ospedaliera S. Antonio Abate di Trapani, Saranno due le aziende ospedaliere autonome che assicureranno fasce di prestazioni di più alto livello assistenziale sulla base di tecnologie più avanzate. Esse opereranno all’interno delle due aree metropolitane di Palermo e Catania come di seguito specificato: Azienda Ospedaliera Arnas Civico a cui viene accorpato il Presidio Ospedaliero Ingrassia; Azienda Ospedaliera Arnas Garibaldi, derivante dalla unificazione dell’Arnas Garibaldi e dall’Azienda Ospedaliera Cannizzaro; Sono previste anche tre aziende miste universitario-ospedaliere a Palermo, Catania e Messina che, fermo restando l’autonomia didattica e di ricerca delle università, per assicurare maggiore efficienza ed efficacia delle attività assistenziali, dovranno accorpare i rispettivi Policlinici con alcune locali aziende ospedaliere. Per la creazione delle aziende ospedaliero-universitarie sarà necessario un protocollo d’intesa con le Università. Le tre Aziende Ospedaliero- Universitarie saranno: Azienda Ospedaliero- Universitaria derivante dalla unificazione del Policlinico Universitario di Palermo con l’Azienda Ospedaliera Villa Sofia e con la Azienda Ospedaliera V. Cervello; Azienda Ospedaliera- Universitaria derivante dalla unificazione delle esistenti Aziende Ospedaliera Universitaria e Ospedaliera Vittorio Emanuele integrata con l’Università di Catania; Azienda Ospedaliero- Universitaria derivante dalla unificazione del Policlinico Universitario di Messina con l’Azienda Ospedaliera Papardo e con la Azienda Ospedaliera Piemonte. La nuova rete territoriale assicurerà servizi efficaci, opportunamente distribuiti sul territorio e rispondenti alla continuità assistenziale e alla cura delle fragilità (anziani, malati cronici, disabili, etc) . L’organizzazione dei servizi territoriali delle Aziende Usl prevede l’istituzione nel territorio dei Presidi Territoriali di Assistenza (Pta) che costituiscono il Punto Unico di Accesso alla rete dei servizi, dotati di Centro Unico di Prenotazioni (Cup), attivi nelle 24 ore, collegati in modo capillare con i singoli comuni, superando l’attuale suddivisione in distretti delle Aziende Usl. Questi presidi dovranno svolgere i seguenti servizi: Servizio di accoglienza; Servizi sanitari di base e specialistici; Servizi sociosanitari integrati con le prestazioni sociali, con funzioni di presa in carico, valutazione multidisciplinare e formulazione del piano personalizzato di assistenza, attraverso la integrazione professionale di operatori appartenenti alle Asl e ai Comuni; Servizi a favore dei minori e delle famiglie con problemi sociosanitari e sociali. Per l’accoglienza e la presa in carico finalizzata all’accompagnamento della persona tra i diversi nodi della rete, garantendo il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria, sociosanitaria (Lea) e sociale (Liveas), nel Pta dovranno essere espletate: cure primarie in cui le Utap ( Unità Territoriali di Assistenza Primaria) svolgono importante funzione di continuità assistenziale (assistenza notturna e/o a chiamata) e supporto alla lungo assistenza; cure domiciliari, realizzate all’interno delle cure primarie con diversa intensità: prestazioni di diagnostica specialistica, con ambulatori attrezzati anche per la piccola chirurgia di emergenza; attività degenziali di bassa e media complessità clinica, da realizzarsi tramite la riconversione di posti letto ospedalieri in Rsa, Cure riabilitative e Presidi di lungo assistenza per patologie croniche, nonché posti semiresidenziali da adibire a centri diurni (es: per malati alzheimer, disabili, etc); continuità assistenziale 24/24 h, per la medicina generale, favorendo le associazioni dei medici tramite la medicina di gruppo, le Utap e i supporti previsti dalla Convenzione sulla medicina generale, Nei Pta dovranno essere garantiti spazi per ambulatori e attività residenziali e semiresidenziali e saranno allocati anche i servizi di Salute mentale, i Sert, Uffici del Dipartimento di Prevenzione. Queste infine le tabelle che sintetizzano numericamente la situazione che verrà determinata dall’attuale provvedimento.
Situazione Attuale Settore Pubblico Situazione Prevista Settore Pubblico
Provincia Do Dg Pp. Ll. Attuali Provincia Do Dg Pp. Ll. Previsti Diff.
Agrigento 778 237 1015 Agrigento 720 72 792 -223
Caltanissetta 630 210 840 Caltanissetta 560 56 616 -224
Catania 3229 739 3968 Catania 2710 271 2981 -987
Enna 562 156 718 Enna 332 33 365 -353
Messina 2184 506 2690 Messina 1749 159 1908 -782
Palermo 3267 958 4225 Palermo 2886 286 3172 -1053
Ragusa 728 160 888 Ragusa 630 63 693 -195
Siracusa 734 156 890 Siracusa 670 67 737 -153
Trapani 760 288 1048 Trapani 712 75 787 -261
Attuali totale 12872 3410 16282 Previsti totale 10969 1082 12051 -4231
Settore Privato Attuale Settore Privato Previsto
Provincia Do Dg Pp. Ll. Attuali Do Dg Pp. Ll. Previsti Differenza
Agrigento 130 15 145 118 7 125 -20
Caltanissetta 106 19 125 96 6 102 -23
Catania 1255 169 1424 920 51 971 -453
Enna 332 20 352 332 20 352 0
Messina 667 105 772 452 27 479 -293
Palermo 1156 157 1313 697 41 738 -575
Ragusa 75 7 82 68 4 72 -10
Siracusa 334 57 391 300 26 326 -65
Trapani 146 29 175 133 10 143 -32
4201 578 4779 3116 192 3308 -1471
La quantificazione delle economie ammonta per i tre anni 2007/2009 a oltre 70 milioni di euro. .
 
   
   
SANITÀ: CALABRIA, CONVOCATO VERTICE PER SICUREZZA OSPEDALI  
 
 Reggio Calabria, 25 settembre 2008 - L’assessore regionale alla Salute Vincenzo Spaziante, nella sua veste di Commissario del governo per l’emergenza sanitaria, d’intesa con il presidente della Regione Agazio Loiero, ha convocato per oggi tutti i responsabili della Sanità in Calabria sulla questione sicurezza nell’ambito dei presidi ospedalieri della Regione Calabria. Spaziante intende avere un quadro aggiornato della situazione e verificare se sono stati messe in atto tutte le misure idonee a garantire la sicurezza dei cittadini. All’incontro che si svolgerà a Catanzaro alle 11 presso la sede del Dipartimento regionale per la Tutela della Salute, sono stati convocati i direttori generali delle Aziende Sanitarie Provinciali di Cosenza, Crotone, Catanzaro, Azienda Sanitaria n. 9 di Locri, la Commissione Straordinaria della ex Azienda Sanitaria di Reggio Calabria e Palmi, il neo Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria provinciale di Vibo Valentia, i direttori generali delle Aziende Ospedaliere di: Catanzaro Reggio Calabria Cosenza, e Mater Domini. “Obiettivo della riunione – ha spiegato Spaziante – sarà quello di accelerare e implementare le misure e i programmi già avviati nonché predisporre un ulteriore piano d’interventi per accrescere la sicurezza”. Spaziante, in pratica, intende utilizzare i poteri straordinari e le procedure derogatorie della gestione commissariale, per attuare da subito un programma di sicurezza e dare risposte così ai cittadini A questo proposito, dirigenti di Asp, aziende ospedaliere e commissari sono stati invitati a intervenire al vertice consegnando i necessari elementi di proposta, articolati per fasce di priorità con la specifica indicazione degli interventi, dei relativi costi e del quadro di maturazione progettuale e realizzativo. .  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO: MERCOLEDI´ PREVISTO ARRIVO COMMISSARIO  
 
 L´aquila, 25 settembre 2008 - S´insedierà mercoledì prossimo in Abruzzo Gino Redigolo, il commissario ad acta nominato dal governo per i conti della sanità regionale. Lo ha annunciato il vicepresidente vicario, Enrico Paolini, al termine dell´incontro avuto ieri a Roma con lo stesso Redigolo. In circa due ore di confronto, Paolini e Redigolo hanno esaminato insieme i compiti e le competenze che il governo ha affidato al commissario ad acta, stabilendo una doppia fase di intervento. La prima riguarderà in particolare interventi urgenti e indifferibili sui conti della sanità abruzzese almeno fino all´insediamento del nuovo presidente della Regione previsto intorno alla metà di dicembre; una seconda fase, successiva, e che dunque riguarderà la prossima Giunta regionale, che andrà più a fondo e riguarderà la consistenza del Piano di rientro sottoscritto dalla Regione Abruzzo che dovrebbe scadere nel 2010. "Si è trattato di un primo incontro positivo - ha spiegato il vicepresidente vicario Paolini - che ha messo in evidenza la comune sintonia di raddrizzare al più presto i conti della sanità regionale e che troverà in questo il piano appoggio mio e della Giunta regionale. Il commissario ad acta - ha sottolineato Paolini - mi ha ancora una volta confermato che il mandato conferitogli dal governo non prevede l´incremento dell´imposizione fiscale per far fronte al disavanzo accertato al 31 dicembre 2006. Un´ulteriore conferma della bontà degli accordi che ho preso con il governo nazionale". Nella prima riunione di mercoledì verrà poi stilato un cronoprogramma degli interventi urgenti, dopo che Redigolo avrà incontrato insieme con Paolini il commissario dell´Agenzia regionale sanitaria, Giuliano Lalli. "Siamo pronti - ha concluso Paolini - a fornire tutto il supporto necessario all´azione del commissario ad acta, nella certezza di lavorare per il futuro senza la minaccia della spada di Damocle dell´incremento dell´imposizione fiscale per i cittadini e le aziende abruzzesi". .  
   
   
DECALOGO PAOLO CANEVARI ALLA CALCOGRAFIA ROMA, PALAZZO POLI (FONTANA DI TREVI) 2 – 31 OTTOBRE 2008  
 
Roma, 25 settembre 2008 - Dopo la sua personale Nothing from nothing lo scorso anno al Macro e la partecipazione alla 52ª Biennale di Venezia, l’artista romano Paolo Canevari, recentemente stabilitosi a New York, è tornato a Roma per realizzare un nuovo progetto in collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Grafica. Paolo Canevari lavora “molto sul processo mentale dell’opera . Che prende vita nel breve periodo di tempo necessario per la produzione”. Stimolante è stato quindi per lui lavorare alla Calcografia dell’Istituto, l’unico museo con una Stamperia attiva, in cui torchi ottocenteschi e soprattutto l´esperienza del maestro calcografo Antonio Sannino gli hanno permesso di dar vita ad opere seriali e uniche allo stesso tempo. Tra i due è nata una collaborazione, un incontro. Insieme hanno discusso e operato delle scelte sui materiali, sulle procedure. ”Queste potenzialità sono importanti e sottintendono un ulteriore processo creativo che viene dopo l´intervento diretto dell´artista”. Ii progetto Decalogo scaturisce, se non direttamente dal ciclo delle “Vetrine alla Calcografia”, certamente dalla continua attenzione che l´Istituto ha dedicato all´opera di Canevari fin dal 1999, anno in cui fu invitato a partecipare alla Xxiii Biennale di Arti Grafiche di Lubiana nella selezione di artisti italiani curata da Luigi Ficacci. Interesse confermato nelle successive iniziative quali le “Vetrine” dedicate al disegno nel 2000, con l´installazione Seme sulla volta di una sala espositiva della Calcografia e “Muoviti segno!” nel 2001, manifestazione rivolta ai video d´artista nella quale l’artista fu presente con il film d’animazione Esodo. Canevari ha dimostrato di padroneggiare perfettamente le tecniche dell´incisione, passando attraverso le fasi dell´ invenzione, del disegno e dell´ incisione delle dieci lastre da lui progettate in grandi dimensioni. Esaurita la loro funzione di matrici per la stampa, dei pochi esemplari tirati e passate attraverso la piegatura dei bordi e l´acciaiatura delle superfici con effetto specchiante, le lastre sono diventate oggetti scultorei che accolgono e riflettono nello spazio i temi iconografici caratteristici dell´artista. La sua poetica, immersa nel sociale, sottintende una complessa struttura concettuale ancorata all’attualità. “L’opera non può più essere solo perfetta dal punto di vista formale, ma deve offrire la possibilità di riflettere su alcuni aspetti della realtà che spesso non si percepiscono nella loro vera essenza”. Non propone una sola lettura, anzi auspica un ampliamento di significati a prescindere dalle sue intenzioni. E´ questo l’aspetto della sua arte che egli stesso definisce più democratico: accettare che ognuno interpreti le sue opere attraverso i propri strumenti culturali e il grado di attenzione che può riservargli, rischiando anche la superficialità del primo impatto. Si lega così, non del tutto involontariamente, alla intrinseca potenzialità di diffusione che ha contraddistinto per secoli l’incisione in genere. Questa è conosciuta infatti come la prima forma di espressione artistica, dal medioevo e prima dell’avvento della fotografia, capace di diffondere attraverso le immagini, concetti, idee, eventi, opere d’arte e in grado di raggiungere un ampio pubblico non sempre colto. Le lastre a specchio, ultima fase del lavoro, accolgono l’immagine dello spettatore riflesso, rimandando il ribaltamento del disegno inciso nello spazio. La scelta del luogo in cui operare o installare i lavori è importante per Canevari: conferisce all’operazione un valore aggiunto rafforzandone il messaggio. Così è stato per Decalogo realizzato interamente in Calcografia, il luogo deputato per la ricerca sull’incisione, sacrario del segno, anche grazie al sostegno della Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l´architettura e l´arte contemporanee (Parc). L´intenzionalità dell´artista, nell´interpretare la lastra incisa come opera d´arte, trova piena corrispondenza nella politica delI’istituto che da anni promuove il concetto della matrice come bene culturale. Se l´Istituto vuole avere un ruolo attivo nel produrre cultura, sfruttando tutte le sue potenzialità, tra le attività che la identificano, deve continuare ad attivare queste esperienze come momenti che contemperano ricerca, esposizione e arricchimento del patrimonio museale. L´iter creativo percorso da Paolo Canevari in questa circostanza sarà presentato al pubblico nelle sale espositive di Palazzo Poli dal 3 al 31 ottobre 2008. L´iniziativa, corredata dalla documentazione video di Ariel Genovese, aderisce, sabato 4 ottobre, alla 4° Giornata del Contemporaneo. Il catalogo, edito da Electa è stato realizzato grazie alla collaborazione della Galleria Christian Stein di Milano. .  
   
   
SARDEGNA: SECONDO CICLO DE "I GIOVEDÌ DELLA SALUTE": SI PARTE CON L´ALCOLISMO, POI OGM, LAVORO  
 
Cagliari, 25 Settembre 2008 - Inizia il secondo ciclo de "I giovedì della Salute", gli appuntamenti promossi dall’Assessorato regionale della Sanità. Il primo incontro, alle 17, nell’Auditorium di Banca Cis, avrà come relatore Marc Schuckit, psichiatra e professore all’Università di San Diego – California. Schuckit, esperto di genetica dell´alcolismo, affronterà il tema “Alcolisti si nasce?”. Gli appuntamenti proseguiranno fino al 18 dicembre e si terranno tutti all´Auditorium di Banca Cis alle 17. Questo il programma: giovedì 9 ottobre si parla di trapianti, col tema “Donare la vita”: relatori Fausto Zamboni (chirurgo del Centro Trapianti del Brotzu) e Alessandro Nanni Costa (responsabile del Centro Nazionale Trapianti – Istituto Superiore di Sanità); giovedì 23 ottobre si parla di solidarietà e sociale, col tema “Ho avuto fame e freddo”: relatore Virgilio Colmegna, della Fondazione Casa della Carità di Milano; giovedì 6 novembre si affronta il tema degli Organismi Geneticamente Modificati: con Giorgio Cantelli Forti, del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Bologna, e Mario Capanna, della Fondazione Diritti Genetici di Roma, si parla di “Ogm e biocarburanti”; giovedì 20 novembre il tema è “Una sanità migliore per gli animali è una sanità migliore per l’uomo”: relatori Vittorio Domenico Anania, del Dipartimento di Biologia animale dell’Università di Sassari, e Giuseppe Sedda, del Servizio di Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche; giovedì 4 dicembre sarà Raffale Guariniello, Procuratore Aggiunto del Tribunale di Torino, il relatore sul tema “Non morire di lavoro”; giovedì 18 dicembre ultimo appuntamento del ciclo: Gavino Maciocco, del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università di Firenze, affronterà il tema “Sanità per tutti: un primato italiano”. .  
   
   
LA LUNA DI PULCINELLA DA DOMENICA 5 AL SABATO 11 OTTOBRE AL CASTELLO DEI CAVALIERI DEL TEMPIO, ERNESTO DI GIACOMO ESPONE UNA VENTINA DI OPERE RECENTI, ISPIRATE ALLA CELEBRE MASCHERA NAPOLETANA  
 
 Poggibonsi, 25 settembre 2008 - Per gli amanti dell’arte e del colore, per gli amici e gli appassionati di pittura, arriva la nuova personale del pittore Ernesto Di Giacomo curata da Martina Corgnati. La mostra, dal titolo “La Luna di Pulcinella”, sarà ospitata nell’incantevole sito Alla Magione di Poggibonsi dal 5 all’11 ottobre e colorerà il Castello dei Cavalieri del Tempio, creando un indimenticabile effetto. Le ventitre opere, realizzate appositamente per questa personale, raffigurano momenti, sensazioni ed esperienze ritratte sulla tela in composizioni piene di armonia e sono realizzate con una tecnica del tutto singolare, messa a punto da Ernesto Di Giacomo in anni di ricerca e grazie a una sensibilità per i toni cromatici particolarmente intensa: l’artista infatti non realizza alcun disegno preparatorio ma sfrutta la densità delle paste cromatiche scaraventandole direttamente sulle tele e poi tirandole a spatola. Le sue pennellate sono corpose, evocano vitalità e passione, caratteristiche tipiche di una cultura mediterranea fatta di luce, sole, colori, da cui scaturisce la splendente Napoli dove l’artista è nato e di cui rivendica la dimensione aperta e generosa, colta e vitale, che problemi e disavventure sociali e d’immagine non riusciranno mai a sommergere. Lo stile di Di Giacomo inoltre è la manifestazione di una vita personale e professionale trascorsa tra le bellezze europee, Nord America e Australia. È questa dinamicità di espressione che consente alle sue opere di colpirci generando emozioni specifiche per poi attrarci in direzione di un altro scenario, un´altra opera. L’artista esprime così la sua autonomia rispetto a canoni artistici e formali tipici delle accademie di pittura; ogni lavoro per lui è un’avventura diversa, un viaggio verso quel nuovo ancora da scoprire. E un paesaggio, un interno o un mazzo di fiori resta uno strumento capace di far risuonare le vibrazioni della “vera” pittura, quell’antico e insostituibile modo di trasmettere libertà e felicità. Queste opere recenti sono tutte caratterizzate dalla mancanza di un vero e proprio soggetto così come di uno sfondo: ogni singolo elemento ha pari importanza all’interno della composizione, così come in un brano musicale ogni nota riveste un’importanza essenziale nell’insieme. Inoltre dappertutto emerge l’idea della presenza di un uomo (noi stessi) che in realtà non appare mai, ma c’è, muto osservatore della bellezza della natura o dell’accoglienza della casa: un rapporto intimo generato da colori e forme, lo stesso rapporto che l’artista vuole intrattenere con le sue creazioni. Pittura per Ernesto Di Giacomo vuol dire sintesi. Teatralità, musica e colore diventano un tutt’uno all’interno del quadro. Ed è proprio per questo che in occasione dell’inaugurazione, il 4 ottobre, queste tre forme d’arte diventeranno le protagoniste della giornata. Sarà possibile, infatti, assistere ad un’interessante rappresentazione teatrale Il dialogo tra Pulcinella e la Luna tratto da “Una Marionetta sulla Luna” realizzato dalla compagnia del Teatro delle Marionette degli Accettella di Roma. Seguirà l’esibizione del quintetto Brass Around The World di Torino composto da Enrico Negro, Federico Alotto, Florin Bodnarescul, Diego Bruno e Alessandro Faccin. Sfruttando al massimo le potenzialità dei singoli strumenti, il gruppo presenterà un repertorio che spazia dalle più grandi composizioni napoletane ai ritmi della patria del musical, Broadway, con arrangiamenti del tutto originali. La vita è bella, Per un pugno di dollari, Volare, My way sono solo alcuni dei brani presenti in repertorio. Milano, Roma, Torino, Venezia, Napoli, Lugano: alcune delle città che dal 1993 hanno ospitato personali di Ernesto Di Giacomo. Dal 2000 è la volta delle grandi metropoli europee: due esposizioni a Parigi – Hotel Sofitel arc du Trionphe (2001) e Mairi du Xiv Arrondissement (2001) – e nelle città di Bruxelles (Esposition Tecno 2000) e Charleroi (Salle del Pas Perdue de la Ville de Martinelle 2000) hanno costituito importanti tappe sul sentiero di un’affermazione importante e indiscutibile. Prossimamente lo vedremo protagonista di altre due importanti personali che si terranno a Madrid e Santander (Spagna). Colori, forme, passione, ritmo, fascino. Questi gli elementi che rispecchiano il pittore: un uomo e un artista che ha fatto della pittura una fondamentale componente del suo modo di essere. .  
   
   
“SOTTOZERO” FARI E GRATTACIELI, PITTURA E FOTOGRAFIA NELL’ARTE DI CARLO E CARLOTTA BROGLIA  
 
 Milano, 25 settembre 2008 - Giovedì 9 ottobre alle 18. 30 alla Fondazione Maimeri di Milano si inaugura la mostra “sottozero” nata dall’incontro artistico fra la pittura di Carlo Broglia e le fotografie della figlia Carlotta Broglia. L’esposizione presenta 24 tavole a olio con encausto e 18 immagini fotografiche in bianco e nero, scattate nel 2007 a Ground Zero. Esordio artistico per il pubblicitario Carlo Broglia mentre per Carlotta è un ritorno in Italia dopo numerose collettive e personali tra Barcellona e Milano. Dipinti e fotografie. Opere e tecniche diverse ma in sintonia sul piano comunicativo e emozionale. Nei quadri il soggetto è il faro, inserito all’interno di paesaggi naturali, tra ghiacci, mari e nevi, in cui è assente la figura umana. Anche negli scatti della figlia Carlotta, che si concentrano sul vuoto del World Trade Center non c’è l’uomo. Fari e grattacieli. “sottozero” «evoca luoghi e temperature ghiacciate sia reali che psicologici – scrive Elisabetta Longari nell’introduzione al catalogo della mostra –. Mette a confronto due diversi tipi di solitudine dominati dalla presenza e dalla mancanza dell’edificio verticale, la cui funzionalità e verticalità stessa è un continuo rimando alla figura umana. Il faro, soggetto prediletto per il pittore Broglia, e il grattacielo, che la fotografa Broglia immortala come simbolo di presenza e assenza simultanea. Due elementi che altro non sono se non due varianti della figura archetipica della torre, costante antropologica della nostra cultura e massima espressione di elevazione e caduta. La torre, così come il corpo umano eretto, rappresenta una sfida alla natura, all’orizzontalità della linea metafora di stabilità e riposo della terra». Il legame dei due lavori nasce dalla scelta di focalizzare l’attenzione su elementi artificiali all’interno di paesaggi. Il concetto chiave dell’incontro artistico risiede nella solitudine di questi elementi contestualizzati all’interno della realtà circostante ma allo stesso tempo decontestualizzati da questa. «La solitudine del faro – sottolinea la Longari – immerso nella luce nordica, malinconica e lunare della neve, è insita nella sua stessa funzione, coadiuvante per l’occhio umano, ma pur sempre segnale architettonico. Così come la solitudine del grattacielo è contraddizione della natura stessa delle strutture urbane costruite per essere alveari umani». Il crollo delle Torri Gemelle ha lasciato un vuoto e una ferita profonda e palpabile nello sky-line di una metropoli dinamica come New York ma l’intenzione che anima l’artista non è di mera denuncia dei fatti dell’11 settembre. E’ un progetto sullo spazio, sui contorni di un luogo e su un vuoto materico. E’ una riflessione sull’esistenza. Le sue fotografie danno allo spettatore la possibilità di creare proprie immagini. Il vuoto, lo spazio diventano luogo di scenari nuovi e sempre diversi, voluti da chi guarda e non, da questi, passivamente “subiti”. Lo stesso concetto viene ripreso dal pittore Broglia: il faro è segno di presenza umana pur non essendo essa visibile e i ghiacci non rappresentano l’immobilità del tempo, ma una semplice sospensione dello stesso. Per la realizzazione delle tele Carlo Broglia predilige la tavola, la costruzione a matita del disegno e la stesura del colore a olio con l’encausto (a base di cera) utilizzando tre colori: il blu oltremare, il bruno Van Dyck, il bianco e una punta di magenta e ocra. Le immagini fotografiche di Carlotta Broglia in bianco e nero e su pellicola per rendere meglio i valori materici e espressivi. Carlo Broglia nasce a Milano nel 1945. Dopo gli studi a Brera, varie esperienze in studi di architettura e grafica, entra in pubblicità come art director. Nel 1971 fonda la sua agenzia con la quale lancia i marchi Lacoste e Adidas. Nel 1985 entra in società con il gruppo Omnicom Ddb quotato a Wall Street e guida per vent’anni, in Italia, un gruppo di dieci società di comunicazione che lavorano per le principali multinazionali di largo consumo. Collabora con Milton Glaser, viene nominato presidente dell’associazione Assap e consigliere di Pubblicità Progresso. Pubblicitario per professione, musicista per passione (ha frequentato il conservatorio), artista per vocazione, esordisce come acquerellista, ritraendo natura e paesaggi innevati. Ha lavorato presso la bottega dei maestri Ettore Maiotti e Luisella Lissoni, con cui ha esposto alla Galleria Bolzani. Carlotta Broglia nata a Milano nel 1980 vive a Barcellona dal 2005. Una passione per l’arte, nelle sue molteplici forme e espressioni, che sviluppa e affina sin dall’adolescenza frequentando numerosi corsi di pittura, scultura, fotografia alla Blake Collage Accademy di Londra, a Brera, nel laboratorio Nicoli di Carrara. Studia regia cinematografica con Leonid Alekseychuck e fotografia artistica con Luca Pagliari. Dal 1998 la sua ricerca artistica si completa con la musica: pianoforte, flauto dolce e traverso. Nel 2003 partecipa al Cantiere D’arte di Remo Salvatori. Ha presentato diverse mostre personali e partecipato a collettive tra Milano e Barcellona. .  
   
   
ITALO ZUFFI ERASED PALLADIO DAL 23.11.08 AL 25.01.09  
 
 Vicenza, 25 settembre 2008 . Erased Palladio (“Palladio cancellato”, “Palladio raso al suolo”) è la mostra personale dell´artista Italo Zuffi, che propone una riflessione critica sul tema dell´architettura e delle regole palladiane e che si inaugura sabato 22 novembre 2008, alle ore 18. 30 (mostra aperta dalle ore 16. 00 alle ore 22. 00), a Monotono, nuovo spazio per il contemporaneo, che inaugura a Vicenza. Nell´anno in cui si celebra il V centenario della nascita di Andrea Palladio, il progetto Erased Palladio si va solo incidentalmente ad affiancare alla serie di esposizioni ed eventi istituzionali già presenti e in programma nel territorio dedicati alla figura dell´architetto veneto, rispetto al quale lo sguardo di Zuffi non celebra l’esistente, né è interessato a riproporre facili didascalie. Piuttosto, egli desidera mettere in scena un ragionamento a tutto campo sul concetto di "esportabilità" di uno stile (e delle sue successive alterazioni alla ricerca di una perenne adattabilità), sfiorando appena il racconto di un’architettura intesa come luogo di proiezione di un potere, o della sua evoluzione in anfratto confortevole e multifunzionale. Artista versatile e da sempre interessato a frequentare diversi linguaggi (dalla scultura, al video, alla fotografia, alla performance), Zuffi si avvicina all’opera del Palladio nel 1999 attraverso alcune ricognizioni nei siti delle ville dell’architetto, in seguito alle quali realizzerà la prima serie dei “Profilati”, grandi oggetti geometrici, in legno dipinto, ispirati appunto alle piante di edifici palladiani. Con il progetto Erased Palladio, Zuffi vuole dar vita ad una mostra frutto di diverse ricerche e suggestioni, non ultima la verifica di quell’azione palladiana di “domesticamento” nei confronti del linguaggio architettonico classico. Obiettivo primario dell’artista sarà inoltre quello di rendere concreta una riflessione su alcune ipotesi legate alla fruizione dell’architettura, da egli essenzialmente “percepita e rappresentata come rifugio e come speranza da cui proiettarsi verso l’esterno, stazione temporanea, sito di partenza e di ritorno per continue razzie nello spazio aperto”; nonché luogo di “ostentazione di trofei raccolti nel corso dei vari tentativi di fare esperienza del mondo”. Il nucleo principale della mostra, che si sviluppa su una superficie espositiva distribuita su tre livelli, è costituito da un’inedita serie di opere performative, video e scultoree site-specific, in parte realizzate grazie alla collaborazione di maestranze ed artigiani locali. In parallelo, l’artista espone alcuni lavori che, elaborati nel corso della ricerca svolta negli anni precedenti e incentrata su temi architettonici, vengono riproposti nel dialogo con le opere recenti e riletti in nuovo contesto espositivo. Profilo biografico Italo Zuffi (studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna e ‘Master of Arts’ presso il Central Saint Martins College of Art & Design di Londra), riceve nel 2001 la ‘Wheatley Bequest Fellowship in Sculpture’ presso l’Institute of Art & Design, School of Art, di Birmingham (Gb). Il suo lavoro è stato incluso nella pubblicazione Espresso – arte oggi in Italia, edito da Electa nel 2000. Del 2003 è invece la monografiaThe mystery boy, con testi critici di Pier Luigi Tazzi, Luca Cerizza, e Nicolas Bourriaud. Ha di recente partecipato alle mostre Nient’altro che scultura (Xiii Biennale Internazionale), al Centro Arti Plasticheinternazionali e Contemporanee, Carrara e Sguardo periferico e corpo collettivo, al Museion di Bolzano. Tra le mostre personali si ricordano: Taking No Sides By Side (Newman Popiashvili Gallery, New York, 2007); La nostra evoluzione è qualche cosa di diverso (Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, Palermo, 2006); Macchine per vedere, a cura di Pier Luigi Tazzi (Fondazione Lanfranco Baldi, Pelago, 2005); Elegante e straniero. Galleria Continua, San Gimignano, 2003; Shaking doors. Gallery Suite 106, New York, 2003; The mystery boy. Institute of Art & Design, Birmingham (Gb), 2002. Tre le altre mostre collettive, Laws of relativity / La legge è relativa per tutti, a cura di Anna Colin e Elena Sorokina (Palazzo Re Rebaudengo, Guarene d’Alba, 2007); La scultura Italiana del Xx secolo, a cura di Marco Meneguzzo (Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, 2005); La ciudad radiante, a cura di Achille Bonito Oliva (Centre Cultural Bancaixa, Valencia, 2003); Assab One – La generazione emergente dell´arte in Italia, a cura di Roberto Pinto e Laura Garbarino (Ex Stabilimento Gea, Milano, 2002); At least begin to make an end. Strip, Revert and Dewind, a cura di Ann Demeester (W139, Amsterdam, 2002); P. S. 1 Italian Studio Program 2000/2002 (Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2001); 8 artisti, 8 critici, 8 stanze, a cura di Dede Auregli (Gam Villa delle Rose, Bologna, 2001); Zone. Espèces d’Espace, a cura di Francesco Bonami (Palazzo Sandretto Re Rebaudengo, Guarene d’Alba, 1999); A questo punto, a cura di Riccardo Caldura e Chiara Bertola (Galleria Bevilacqua La Masa, Venezia, 1998). Italo Zuffi (Imola, 1969) vive a Milano. .  
   
   
GABRIELLA GIUROVICH ALLA SALA COMUNALE D’ARTE G. NEGRISIN DI MUGGIA (TRIESTE)  
 
Muggia, 25 settembre 2008 - S’inaugura oggi alle ore 18. 00 alla Sala Comunale d’arte di Muggia la mostra personale della pittrice Gabriella Giurovich, che sarà presentata dall’architetto Marianna Accerboni. La rassegna, intitolata Rifrazioni e promossa dall’Associazione culturale la Fameia Muiesana in collaborazione con il Comune della cittadina istroveneta, propone una quarantina di opere, tra lavori di grande formato e bozzetti, realizzati dall’artista a tecnica mista su carta tra il 2007 e il 2008. Rimarrà visitabile fino al 8 ottobre. “A Trieste, in una casa-studio, in cui si respira arte, cromatismo, silenzio, ricchezza interiore” scrive Accerboni “vive e opera una pittrice davvero speciale: Gabriella Giurovich, che, triestina doc nata a Brennero, oggi vice questore aggiunto, dirige il Commissariato di Polizia di Muggia e disegna da sempre. Dal 1990 si è dedicata all’arte con maggiore intensità e da alcuni anni ha scoperto il colore e il suo significato espressionista, che declina con grande sensibilità e vigore, memore del messaggio intenso di Munch ma anche della magia chagalliana. Formatasi frequentando i corsi di nudo di Giorgio Cisco e di Raffaella Busdon e più di recente il laboratorio di Franco Chersicola, affronta oggi in pittura con grande maestria il tema del rapporto con l’altro. E racconta in modo del tutto personale una memoria di vita che tocca i temi della storia, dello sport e dei codici d’onore, esprimendo il suo pensiero pittorico mediante un simbolismo cromatico che si palesa attraverso un segno articolato ed essenziale, avvolto in una sorta di ricordo onirico. Nel 2008” conclude il critico “da un suo bozzetto è stato tratto il manifesto intitolato “8 marzo” e la Galleria d’Arte moderna di Torino l’ha premiata nell’ambito di un concorso internazionale con una mostra personale”. .  
   
   
BOLZANO: IL 30 SETTEMBRE INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA "UN GAROFALO PER LA DAMA"  
 
Bolzano, 25 settembre 2008 - Dopo la delicata “Dama con liocorno” raffigurata da Raffaello Sanzio, le sale del Trevi ospitano le sembianze vigorose di San Paolo nel momento della sua conversione ritratto dal Garofalo. Ma cosa lega i due dipinti? Entrambi sono di proprietà della Galleria Borghese di Roma. La Ripartizione cultura italiana della Provincia, nell´ambito di un´operazione innovativa di collaborazione con la Soprintendenza per il polo museale romano e la Galleria Borghese, quale riconoscimento del preziosissimo prestito della “Dama con liocorno” ospitata a Bolzano nel 2005 in occasione dell’Incontro Reale 3, ha finanziato il restauro della “Conversione di San Paolo”. Nelle sale del Trevi con la mostra titolata “Un Garofalo per la Dama” il pubblico potrà ammirare gli esiti del restauro curato da Elisabetta Zatti del Consorzio Capitolino sotto la direzione di Kristina Herrmann Fiore (direttrice del restauro della Galleria Borghese) ed il coordinamento dell’Ufficio cultura. L´inaugurazione è in programma per martedì 30 settembre 2008, alle ore 18. 00, nel Foyer del Centro Trevi, in via Cappuccini 28 a Bolzano. Saranno presenti oltre all´assessore provinciale alla cultura italiana, il direttore della Ripartizione cultura italiana, Antonio Lampis che farà una breve introduzione, terranno quindi una relazione la curatrice della mostra Barbara Bottacin, la direttrice del restauro di Galleria Borghese, Kristina Herrmann Fiore e la restauratrice dell´opera, Elisabetta Zatti. Seguirà la visita alla mostra. La mostra, curata dalla stessa Elisabetta Zatti assieme a Barbara Bottacin, esplora passo dopo passo il lavori d’indagine che ha preceduto il restauro e le fasi delicate del restauro stesso. In questo percorso viene rivelata la complessa storia della conservazione del dipinto. Questo restauro, infatti, è il quarto eseguito sull’opera; il primo risale al 1859 quando la pala d´altare, originariamente realizzata su tavola, fu trasferita su un nuovo supporto in tela. Grazie a quest’ultimo restauro di natura conservativa l’opera del Garofalo è restituita nei colori originali intensi e brillanti. Benvenuto Tisi detto il Garofalo (1481-1559) operò quale pittore a Ferrara sotto il Ducato degli Este, una corte raffinata e culturalmente all’avanguardia che amava attorniarsi di letterati ed artisti di calibro. Attorno al 1512 a Roma fu allievo di Raffaello. La “Conversione di San Paolo” risale al 1545, quando l’autore aveva sessantacinque anni ed aveva raggiunto abilità e sicurezza di esecuzione. .  
   
   
FOTO TEMPO E CREATIVITA’ DEDICATA A TRE ARTISTI COME DUANE MICHALS, ALDO TAGLIAFERRO, FABIO SANDRI DAL 09 OTTOBRE 2008 AL 16 NOVEMBRE 2008  
 
Milano, 25 settembre 2008 - Premessa: Fino all’invenzione della fotografia la nostra idea del tempo disponeva sostanzialmente di tre dimensioni: il tempo ciclico delle stagioni della natura e della durata della vita umana. Il tempo cronologico segnato dal tic tac dell’orologio su cui erano organizzati i ritmi della vita sociale. Oltre a ciò vi era il tempo eterno, non misurabile, quello dei sentimenti e del’al di là. Con i perfezionamenti della fotografia - che prima riesce a fermare il tempo nell’istante di secondo, e poi a rimetterlo in moto nel cinema - nascono nuove possibilità di ripensamento e di manipolazione Del Tempo, che ci danno l’illusione sia di poter arrestare l’attimo fuggente, sia di potere montare la successione degli eventi, e quindi almeno potenzialmente sia la memoria che il futuro, a nostro piacere. Nel laboratorio creativo delle loro menti e delle opportunità linguistiche a disposizione, alcuni lungimiranti artisti riescono a catturare e a visualizzare in modo nuovo ed originale aspetti e dimensioni fino ad ora non raccontabili del nostro modo di concepire i vari aspetti della realtà, legati a passato, presente e futuro, oltre che alla fotografia stessa. Sembra una favola, ed invece è proprio vero che, una volta scoperto questo magico laboratorio dell’età moderna, alcuni artisti poeti desiderosi di dare una forma adeguata al loro modo di sentire alcuni fondamentali aspetti della nostra vita sono riusciti a reinventare, ed a comunicarci, nuove percezioni del tempo e della realtà. Ognuno dei tre protagonisti lo fa in modo strutturalmente e visivamente molto creativo, muovendosi fra fotografia e cinema, sia sul piano del linguaggio che dei contenuti all’interno della Osart Gallery. Vediamo come. Le opere di Duane Michals (1932) si presentano spesso come sequenze di numerose fotografie – il che dà subito l’idea della continuità del racconto – per introdurci nel suo modo immaginifico e ‘fantasmatico’, talvolta da teatro dell’assurdo talaltra da psicodramma, di concepire lo sviluppo degli eventi che mette in scena. A questo scopo egli usa la struttura consequenziale della sequenza per coglierci di sorpresa, proponendoci dei paradossi metafisici, che risultano tanto più affascinanti ed inattesi in quanto sono ambientati in situazioni della vita quotidiana la cui banalità viene regolarmente smentita dallo svolgimento degli eventi ‘alla Michals’. Così spiega l’artista: “Credo nell’immaginazione. Quel che non posso vedere è infinitamente più importante di quello che posso vedere". Lo riscontriamo persino nei ritratti, come quello di un suo grande mito artistico, il pittore René Magritte , in cui la fedeltà della somiglianza fotografica si trasforma in una icona enigmatica. I suoi racconti fotografici di un assurdo che trasfigura il quotidiano si propongono come metafore della vita stessa : la loro ricchezza di colpi di scena e di densità metaforica cerca di assuefarci ai turbamenti, alle paure e alle illusioni insite nella natura e nel destino umani. Michals lo fa con una tale delicatezza e partecipazione al mistero da far sconfinare il linguaggio fotografico nella poesia. D’altra parte il suo piacere di giocare a nascondino con l´osservatore ci coinvolge in queste sequenze fantasiose e ci invita a completarle come meglio crediamo, o a restarne a nostra volta ossessionati al fine di risolvere il mistero dell’assurdo. Aldo Tagliaferro (1936) è affascinato dal modo in cui la mente funziona nell’elaborazione del ricordo e nel progressivo sfaldarsi degli eventi nella memoria. E´ molto sensibile al fatto di “mettere a fuoco” il flusso di memoria attraverso un lento processo che mima il passare delle immagini come egli pensa avvenga per noi nel gioco dei ricordi attraverso il passare del tempo. Fotogramma dopo fotogramma, anno dopo anno, l´immagine di partenza scompare come avviene nella nostra mente continuamente incalzata da nuovi eventi che fanno sbiadire quelli precedenti. In questo modo il suo intervento creativo adopera consapevolmente il meccanismo della precisione fotografica per intrappolarci in un ‘gioco dell’assurdo’. Infatti lo stratagemma percettivo che egli usa per farci visualizzare il modo in cui i ricordi svaniscono è in aperta contraddizione col tipo di immagine che egli usa. Difatti la foto che egli usa resta sempre precisa ed a fuoco, come è destino delle foto documentarie. E’ il modo in cui essa viene riproposta nella successione delle tele modellate , in cui viene stampata in modo sempre più flebile, per mimare i ricordi che si appannano e svaniscono, che evoca i nostri processi mnemonici. Da vero artista concettuale Tagliaferro mima il vero processo mentale e non quello visivo, evidenziando la sua presa di posizione per l’uso artistico – e non letterale – della fotografia. Fabio Sandri (1964) rovescia il criterio dell’istantanea che usa la fotografia per fermare il tempo. Per lui è l’atto stesso del fotografare a diventare racconto di una infinita serie di ‘istanti fotografici’, grazie a delle azioni-opera che producono fotografie come se fossero delle performances. Esse sono concepite come dei gesti fotografici simbolici. La cosa funziona così. Al momento dell’inaugurazione viene appesa al muro della carta fotografica vergine che da quel momento viene sottoposta a un processo di impressione continua, che si protrarrà per tutto il periodo della mostra. Tale processo, dovuto alla presenza della luce ambientale, è più concentrato e rapido nell’area della carta in cui viene proiettato un video. Questa installazione è il racconto di un deposito fotografico temporale stratificato composto da infiniti attimi istantanei luminosi. Nelle sue “Stanze” invece Fabio Sandri riesce a ricreare spazi reali grazie all´uso di carta fotografica fotosensibile che per effetto della luce sull´emulsione fotosensibile crea un´immagine in scala differente di grigi che riesce a descrivere la superficie in maniera fortemente psicologica. Il gesto fotografico dell´impronta di una stanza non si esaurisce qui, vive poi un secondo momento creativo nell´avvolgimento, e nella concentrazione spaziale-fisica in un quadrato, che lo fa ri-immaginare. Grazie a questa rielaborazione fisica aiutata da una struttura in plexiglass invisibile allo spettatore, queste “Stanza-avvolgimento” assumono nuove forme e nuovi contenuti che solo l´artista riesce a comunicare grazie alla sua interpretazione della cromia e dello spazio a riprova del fatto che Sandri non utilizza più la fotografia per fermare il tempo, ma è il tempo a diventare il soggetto e il protagonista delle sue immagini. .  
   
   
BIOKIP GALLERY PRESENTA ”LA BONTÀ”  
 
 Milano, 25 settembre 2008 - Biokip è un progetto giovane che fa delle diverse forme d’espressione underground il proprio punto di forza, occuparsi e preoccuparsi della creatività moderna il proprio credo. Il team Biokip è formato da un gruppo di artisti e creativi di numerosi generi che si dedicano alla realizzazione di vari e variegati progetti culturali come esposizioni, festival, eventi musicali e party. Grazie alla freschezza delle proprie iniziative Biokip non delude mai le aspettative di un pubblico composto soprattutto da critici e addetti ai lavori che s’interessano in misura e numero sempre maggiori ai futuri passi del gruppo. Ancora una volta la Biokip Gallery si mette in mostra, ancora una volta con una collettiva, e il 4 Ottobre verso le 18,00 apre le sue porte per ospitare questa volta “La Bontà”, da non confondere assolutamente con il buonismo. Nella società dell’apparenza la bontà è ovunque, e quindi in nessun luogo, sbandierata e ostentata come un inutile giogo. Questa esposizione vuole sottolineare la distanza che passa da una bontà disinteressata a una invece sempre in lista, sempre in mostra e in bella vista. La bontà oggi è una qualità che manca e che stanca, che tradita e avvilita sbianca e arranca impaurita. Sarà che è passata di moda, sarà che non fa figo, sarà che ormai la nobiltà d’animo sembra essere la prerogativa del perdente, fatto sta che la bontà perde colpi su colpi, e giorno dopo giorno. Il rispetto va al furbetto, a chi si fa bello tanto quanto fa il monello, alla fuffa che s’arricchisce con la truffa, agli squali che vivono di divari sociali, a chi schiaccia qualcuno e non guarda in faccia a nessuno. Quella che dipinge la Biokip Gallery è una bontà che, nonostante i colpi bassi, le offese e i torti subiti, ancora tiene la testa alta, mentre la propria integrità fa da specchio a quel rispetto quasi mai ricevuto, ma pur sempre dovuto. Così il 4 Ottobre in un loft di Corvetto la Biokip Gallery ci parla della bontà attraverso i diversi lavori di una cerchia ristretta di artisti, tra cui vecchie conoscenze e new entry in galleria. L’opening dell’esposizione sarà accompagnato dalla magnifica voce di Marinella e dalle sonorità oniriche di Matteo, che insieme danno vita a Musetta, un duo che nonostante le numerose influenze musicali trova nel jazz il proprio punto di forza. Nella nuova esposizione, così come nelle passate collettive, si trova anche stavolta l’opera astratta di Silva Ramacci, che comunica emozioni grazie alle sole forme e colori, come una voce che sussurra invece di parlare. C’è ancora anche quella di Ryan Spring Dooley, angelica e pacata come le proprie tecniche e cromie preferite. C’è l’opera labirintica di Ufo 5, fitta di simboli e segni, difficile da decifrare come difficile è stare dalle parte della bontà. C’è quella eclettica di (b)ananartista, impossibile da etichettare, al solito assurda contro l’assurdo che ci sfiora tutti i giorni. C’è l’opera elegante di Aaalice Rosa, delicata e raffinata come lo era già stata prima anche nella precedente collettiva, “Ombre”. E c’è ancora una volta quella più cupa di Robo, disincantata e realista, sinistramente sincera. C’è quella allegorica di Emilio Cejalvo, divertita provocatrice divisa tra grafica e pittura. C’è l’opera di Cruz, come in tutte le precedenti collettive Biokip Gallery, caratterizzata dal capace uso di acrilici e pennelli, spray e marker. C’è quella di Bros, che parla con la voce della cultura pop, sia per quanto riguarda il prodotto artistico che per quanto riguarda l’approccio creativo. C’è l’opera di Angelo Cruciani, attenta e attuale, che cerca nella società spunti di riflessione per offrire possibilità di risposta al dilemma morale e sociale contemporaneo. E poi c’è ancora una volta l’opera multimediale di Eva Stomper, soprattutto installazioni, un opera con cui lo spettatore può interagire proprio grazie alla sua caratteristica principale: l’interattività. I video della bontà alla Biokip Gallery, come già nelle sue precedenti collettive, sono ad opera di Arianna Biasiolo, Inkyung Hwang e Marcello Mencarini, data l’abilità degli artisti nella scelta e nell’utilizzo della materia visiva, mirata ed espressiva. E sempre per lo stesso motivo gli effetti sonori, che si aggiungono al tutto, sono anche questa volta a cura di Tranz Lasagne e Digital Genetic Pasta. .  
   
   
OPENING V01  
 
 Quarrata (Pt), 25 settembre “008 – Inizia oggi la stagione espositiva di Overlook Agenzia d’Arte con una importante collettiva che affianca artisti contemporanei affermati a giovani emergenti. La nuova galleria d’arte di Quarrata (Pt), inaugurata a maggio con la mostra “Piccola Africa”, torna in primo piano con il primo dei suoi Opening, una serie di eventi che raccolgono artisti contemporanei di varia provenienza. Un’occasione unica per collezionisti e appassionati per scoprire le ultime tendenze dell’arte contemporanea. Nel nuovo spazio di via della Madonna saranno esposti importanti artisti della scena nazionale ed internazionale. Overlook inizia la propria stagione espositiva con una sorta di presentazione degli artisti e dei temi che la galleria affronterà nel prossimo futuro. La nuova collettiva curata da Tommaso Baldi sarà aperta fino al 5 novembre tutti i giorni, sabato pomeriggio e domenica su appuntamento. Gli artisti in mostra sono: Fernandez Arman, Bengt Lindstrom, George Lilanga, Margaret Majo, Gualtiero Nativi, Roberto Crippa,giovanni Frangi, Marco Lodola, Cesare Berlingeri, Turi Simeti, Rabarama, Alex Pinna, Francesco de Molfetta, Federico Gori, Giacomo Carnesecchi, Gerardo Paoletti, Filippo Topi. .  
   
   
A PADOVA MIMMO ROTELLA RACCONTI POSSIBILI 9 OTTOBRE 29 NOVEMBRE  
 
Padova , 25 settembre 2008 - Anfiteatro Arte inaugura la nuova stagione espositiva a Padova colorandosi nuovamente di straordinaria follia. Dopo Mario Schifano nel 2006, Enrico Baj nel 2007, il nuovo inizio è dedicato a Mimmo Rotella. Un racconto entusiasmante che conduce lo spettatore per mano tra le tappe fondamentali del percorso dell’artista. Dal décollage alla nuova immagine, dagli artypo alle sovrapitture. Tra incontri fondamentali e favolose trasformazioni. Una forte dicotomia espositiva appare subito allo spettatore. In una prima parte Luca Massimo Barbero, curatore della mostra, racconta il legame di Mimmo Rotella con Carlo Cardazzo. Tra décollage e retro d’affiche – le opere che hanno reso famoso l’artista – si viene condotti alla seconda parte dove Elena Forin focalizza l’attenzione dagli anni Sessanta anni Novanta, guardando le figure che hanno segnato ancora la vita artistica di Rotella, come Pierre Restany e Giorgio Marconi. L’articolazione degli spazi espositivi si fonde con la storia narrata, scandita in apposite sale. Il tutto appare fortemente pensato per Anfiteatro che, da semplice narratore esterno ai fatti, contenitore di un storia, si ritrova partecipe del racconto stesso. .  
   
   
AL PALAZZO DEL MONFERRATO DI ALESSANDRIA E AL MUSEO DELLA SINAGOGA DI CASALE MONFERRATO DAL 31 OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE 2008 LA MOSTRA ALDO MONDINO CALPESTAR LE UOVA!  
 
Alessandria, 25 settembre 2008 - A tre anni dalla sua scomparsa, 100 opere, alcune inedite, realizzate dal 1964 al 2003, ripercorrono le tappe fondamentali di uno dei più significativi protagonisti del dopoguerra. A Palazzo del Monferrato di Alessandria, verrà presentata, per la prima volta, Festa araba, un lavoro di sei metri di lunghezza, finora custodito nella sua abitazione nel Monferrato. A tre anni dalla scomparsa, Alessandria e Casale Monferrato, dal 31 ottobre al 30 novembre 2008, nelle due sedi di Palazzo del Monferrato e al Museo della Sinagoga, rendono omaggio ad Aldo Mondino (Torino, 1938-2005), uno dei più significativi protagonisti della scena artistica nazionale in grado di ripercorrere, con grande indipendenza ed autorità, le esperienze estetiche dall’inizio degli anni Sessanta sino ai nostri giorni, imponendo una matrice linguistica del tutto originale che non è ancora stata sufficientemente indagata. Promossa dalla Società Palazzo del Monferrato e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, l’esposizione, col patrocinio della Regione Piemonte, curata da Alberto Fiz e realizzata in collaborazione con l’Archivio Aldo Mondino e con la Comunità ebraica di Casale Monferrato, documenterà, attraverso 100 opere tra dipinti, disegni, sculture e installazioni, alcune inedite, l’itinerario artistico tanto vario quanto articolato, all’interno di una ricerca non priva d’ironia e provocazione che si è sempre sviluppata con problematicità affrontando in più occasioni il significato stesso dell’opera d’arte. Come afferma Paolo Filippi, presidente della Società Palazzo del Monferrato, “L’omaggio doveroso e indubbiamente sentito, commosso e al contempo entusiasta, che oggi la Società Palazzo del Monferrato rende a un eccezionale rappresentante dell’arte contemporanea, a cui le nostre colline hanno avuto la fortuna di fare da culla per l’età matura, vuole essere una riflessione sul linguaggio artistico nella sua totalità”. Così, Francesco Pittatore, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dichiara che “con questa mostra la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria rende omaggio a questo artista, cittadino del mondo che, con la sua capacità di grande catalizzatore, ha per molti anni trasformato il Monferrato in un crocevia di cultura e di incontri, di altissimo livello e di taglio internazionale”. Nelle parole del curatore, “La rassegna consente di riflettere su un artista eclettico e geniale che ha saputo modificare profondamente i codici dell’estetica e della creazione. Ogni opera mette in discussione i dogmi dell’arte e delle stesse avanguardie da cui Mondino è partito. Aldo è indubbiamente una figura imprescindibile per comprendere le vicende attuali, tra i pochi ad aver affrontato il linguaggio nella sua totalità”. La mostra prende avvio da una serie di irriverenti omaggi a Felice Casorati. È proprio ispirandosi a una delle tematiche più ricorrenti della pittura del maestro torinese che è scaturito il titolo della mostra, Calpestar le uova!, scritta che compare su un mosaico realizzato da Mondino nel 2003, ed esposto ad Alessandria. Casorati, infatti, ha rappresentato per Mondino il bersaglio ideale per esprimere la sua visione antiaccademica dell’arte sin dal 1964 quando, a soli 26 anni ha proposto, nella galleria torinese di Gian Enzo Sperone, alcune tele a quadretti con l’immagine di un’opera celebre del maestro. Sono numerose le composizioni che fanno riferimento a questo periodo giovanile della sua produzione già chiaramente improntata a mettere in discussione le regole della pittura. Viene, per esempio, esposto Non Calpestar, uno zerbino in cocco del 1964 con l’immagine della madre col bambino e, sempre dello stesso anno, La porta dove l’opera di Casorati diventa un logo collocato sulla porta di legno e sul portachiavi. Casorati significa Torino e proprio dal capoluogo piemontese prende avvio la sua ricerca sui materiali partendo dal cioccolato Peyrano che consente di realizzare sculture che simulano il bronzo, sviluppando quell’inganno visivo che sarà caratteristico di tutta la sua avventura creativa anche negli anni successivi. Lo dimostra, per esempio, Scultura un corno che ironizza sulla tradizione africana. La medesima componente si rintraccia anche in un’altra opera emblematica come Torre di torrone realizzata nel 1968 per una mostra alla galleria Torre di Torino dove l’artificio architettonico passa attraverso la costruzione in torrone. La capacità di cogliere la profonda trasformazione della ricerca artistica durante gli anni Sessanta ha condotto Mondino verso una serie di lavori che anticipano taluni esiti dell’arte povera come la serie delle Cadute dove il colore sembra scivolare sulla tela assumendo un aspetto liquido e nello stesso tempo oggettuale. Le opere vennero proposte per la prima volta alla galleria Stein di Torino nel 1965 e oggi tornano nella rassegna di Alessandria insieme alla serie dei Palloncini dove, con ironia, viene applicato il principio opposto, ovvero la sospensione della pittura che si muove verso l’alto creando un’illusione ottica motivata dal movimento del palloncino. Accanto alle composizioni più sperimentali e concettuali, non manca l’opportunità di approfondire gli aspetti forse più popolari della ricerca di Mondino, ovvero quelli relativi all’oriente in base ad un’ampia ricerca iniziata nel 1984. In questa circostanza, insieme ai celebri Dervisci, viene presentata, per la prima volta al pubblico, Festa araba, di quasi sei metri di lunghezza, finora custodita nella sua abitazione nel Monferrato. Non mancano nemmeno The Byzantine World, una grande opera del 1999 realizzata con 12 mila cioccolatini e una delle più significative opere della serie Tappeti stesi in eraclite. Si tratta dell’esemplare di oltre due metri d’altezza esposto alla Biennale veneziana del 1993 quando a Mondino venne dedicata una sala personale. Alzando gli occhi verso l’alto, poi, si scoprono gli Jugen stilo, i lampadari con le penne bic che strizzano l’occhio alla decorazione Jugendstil. L’esposizione, poi, prende in esame la ritrattistica e gli omaggi agli artisti e agli amici come Lucio Dalla, Tano Festa, Franco Angeli e Jim Dine. L’artista americano appare in una curiosa opera del 1992 dal titolo Mon Dine dove Mondino gioca sul suo autoritratto. C’è, infine, Alighiero Boetti suo amico d’infanzia, anche lui amante dell’Oriente cui è stata dedicata una serie di opere nel 1994, l’anno della sua morte, dove il cielo dei gabbiani ricorda il cielo di Essaouira in Marocco. In mostra viene proposta anche la passione per la Tauromachia (spesso Mondino si ritraeva da torero) nata all’inizio degli anni Novanta che va in parallelo con l’indagine sull’oriente. “Mi chiedono di giustificare la mia passione per le corride. È come se mi chiedessero il perché della mia passione per la pittura. A me sarebbe piaciuto essere un torero, non ne ho purtroppo il coraggio e non sono da troppe generazioni uno spagnolo. Penso comunque che la leggerezza, l’eleganza e l’agilità di fronte alla morte non siano da tutti”, ha affermato Mondino. Una sintesi del suo cammino è poi espressa da un ampio corpus di disegni, in gran parte inediti, che ripercorrono la sua intensa attività sin dalle prime esperienze in ambito concettuale sino agli ultimi anni. La parte più intima e privata dell’antologica è ospitata nella sinagoga di Casale Monferrato, luogo cui Mondino era particolarmente legato. Anzi, era solito dire che una delle ragioni per le quali abitava nel Monferrato era proprio la vicinanza della splendida sinagoga. Qui viene presentata una serie di opere di argomento ebraico dove la religione è affrontata con la consueta ironia, filtrata da un’attenzione specifica nei confronti delle tradizioni. In questo ambito sono esposte alcune opere particolarmente emblematiche degli anni novanta come Hulav Hop, Kapparot, Mazel Tov, Il violinista e Metterci una pietra sopra. Accompagna l’esposizione un catalogo Silvana editoriale. .  
   
   
KOHEI YOSHIYUKI THE PARK ROMA – 21 NOVEMBRE 2008 – 11 GENNAIO 2009  
 
Roma, 25 settembre 2008- Brancolini Grimaldi presenta la prima mostra in Italia del fotografo giapponese Kohei Yishiyuki. The Park è una serie di fotografie in bianco e nero scattate in tre parchi di Tokyo negli anni ’70. Yoshiyuki utilizza una macchina 35mm con la pellicola infrarossi e il flash per riuscire a documentare le persone che si ritrovano nei parchi per degli incontri clandestini. Non solo, ma anche i tanti spettatori che si nascondono fra i cespugli a guardare – e qualche volte a partecipare in – questi accoppiamenti. Con una qualità grezza e istantanea, queste immagini non solo scoprono gli atti sessuali segreti dei loro soggetti, sia eterosessuali che omosessuali, ma ci provocano a riflettere sui nostri atteggiamenti verso le idee di sorveglianza e voyeurismo. Nel suo insieme, queste fotografie servono anche come documento di un Giappone che raramente vediamo. Come dice l’artista Martin Parr nel suo libro “The Photobook: A History, Volume Ii”, The Park è “un brillante esempio di documentazione sociale, catturando perfettamente la solitudine, la tristezza, e la disperazione che spesso accompagna i rapporti sessuali o umani in una metropoli enorme e dura come Tokyo. ” La serie fu presentata per la prima volta nel 1979 a Tokyo, ed è diventato subito un successo illecito. Per questa prima mostra, le foto erano gonfiate a dimensione umana, le luci della galleria spente, e ogni visitatore era munito con una pila. Yoshiyuki volveva ricostruire il buoi del parco, dicendo che “volevo che le persone scoprissero i corpi un centimetro alla volta”. Le stampe erano distrutte dopo la mostra, e il lavoro è sparito quasi completamente prima di riapparire in una mostra a New York nel 2007. Kohei Yoshiyuki è nato nel 1946 in Giappone, dove attualmente vive e lavora. La serie “The Park” è stata esposta al livello internazionale, recentemente alla Biennale di Berlino nella scorsa primavera, e attualmente alla Biennale di Gwangju, Corea (fino al 9 novembre). Le sue opere sono presenti in numerosi e importanti collezioni, tra cui the Moma, Ny; the San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco; the Museum of Fine Arts, Houston, Texas; e the Museum of Contemporary Photography, Chicago. Questa è la prima mostra di Kohei Yoshiyuki in Italia. .