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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Novembre 2013
ENERGIA RINNOVABILE: LA COMMISSIONE EUROPEA DEFERISCE L´AUSTRIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER MANCATO RECEPIMENTO NORME UE  
 
Bruxelles, 21 novembre 2013 - La Commissione europea si riferisce l´Austria alla Corte di giustizia dell´Unione europea per il mancato recepimento della direttiva sulle energie rinnovabili. La direttiva mira a garantire una quota del 20% di energie rinnovabili nell´Ue entro il 2020. La direttiva doveva essere recepita dagli Stati membri entro il 5 dicembre 2010. "Siamo impegnati a raggiungere i nostri obiettivi energetici e climatici entro il 2020. A tal fine l´applicazione della normativa energie rinnovabili in tutti gli Stati membri è di vitale importanza. Energie rinnovabili sono una soluzione al cambiamento climatico globale, la crescita economica europea, e la sicurezza degli approvvigionamenti , " ha dichiarato il commissario Oettinger, commissario Ue per l´energia . La Commissione propone una penale giornaliera di € 40 512 . Le sanzioni proposte tengono conto della durata e della gravità dell´infrazione. In caso di giudizio favorevole della Corte, la sanzione giornaliera è di essere pagato dalla data della sentenza fino a quando il recepimento è stato completato. L´importo finale delle sanzioni giornaliere sarà deciso dalla Corte. La Commissione ha affrontato la questione del mancato recepimento della direttiva, inviando una lettera di diffida in Austria nel gennaio 2011 e un parere motivato nel settembre 2012. Nonostante questo procedimento, il recepimento è ancora in corso in Austria. L´austria ha già adottato una notevole quantità di legislazione richiesto dalla direttiva. Tuttavia, alcune disposizioni restano ancora essere recepita nel diritto nazionale. In particolare, tali disposizioni riguardano la gestione di accesso alla rete per l´elettricità da fonti rinnovabili, e di criteri di sostenibilità per i biocarburanti ei bioliquidi. Garantire l´accesso alla rete adeguata e la sostenibilità dei biocarburanti e-liquidi sono priorità per la Commissione. La Commissione sta inoltre esaminando la situazione in altri Stati membri a cui è indirizzato lettere di messa in mora e / o pareri motivati ​​per il mancato recepimento della direttiva sulle energie rinnovabili. Pertanto, l´azione della Commissione di oggi potrebbe essere integrata da ulteriori ricorsi alla Corte nel corso dei prossimi mesi.  
   
   
L’EFFICIENZA ENERGETICA, UNA LEVA STRATEGICA PER IL RILANCIO DELL’INDUSTRIA LA PROPOSTA DI ASSOLOMBARDA A SOSTEGNO DELLE AZIENDE ITALIANE  
 
Milano, 21 novembre 2013 – L’efficienza energetica come leva strategica per la competitività delle imprese. E’ questo il tema affrontato nell’ambito del seminario L’efficienza energetica nell’industria: una leva strategica per il rilancio competitivo delle imprese, che si è tenuto ieri a Milano presso la sede di Assolombarda, in collaborazione con la Fondazione Energylab. “Il tema dell’efficienza energetica è molto importante per un insieme di fattori” - ha dichiarato Rosario Bifulco, Consigliere incaricato per la Competitività Territoriale, Ambiente ed Energia di Assolombarda. “In ambito industriale le stringenti misure volte a garantire una maggiore sostenibilità ambientale si traducono spesso in veri e propri ‘giri di vite’ che significano costi per le nostre imprese.” Il costo dell’energia è, infatti, molto elevato per le aziende italiane, soprattutto quelle manifatturiere, che sono gravate da costi in bolletta fra i più alti in Europa. Situazione che, naturalmente, ne limita la competitività. Secondo un’indagine Assolombarda, condotta su un campione rappresentativo di trenta imprese associate appartenenti a sei gruppi merceologici (chimico, alimentare, legno e arredo, metalmeccanico, gomma e plastica), ben il 30% di esse è soggetto a spese per le utenze energetiche che vanno ben oltre la media con scarti di prezzo che, in alcuni casi, raggiungono il 70%. Lo studio evidenzia, inoltre, che il settore che meglio ottimizza i costi energetici è quello metalmeccanico, mentre il chimico si distingue per una più efficiente gestione delle attività produttive. “Le imprese italiane sono molto sensibili al costo dell´energia –afferma Silvio Bosetti, Direttore Generale della Fondazione Energylab.” Ma quali sono le vere barriere allo sviluppo degli investimenti per l´efficienza energetica nel settore industriale? Sicuramente non è un problema di consapevolezza e neppure di tecnologie. Servono, invece, due cose: la standardizzazione e la semplificazione delle soluzioni, unite a un processo di crescita della bancabilità dei progetti. Occorre quindi che la finanza, pubblica e privata, si occupi con maggiore intensità di progetti di riqualificazione energetica." I margini di miglioramento sono dunque possibili e attuabili. “Siamo, infatti, convinti che l’uso efficiente delle risorse energetiche rappresenti per la nostra industria, soprattutto quella manifatturiera, un passo necessario per ridurre i costi ed essere più competitivi nel nuovo contesto globale – continua Rosario Bifulco. “A questo proposito è però necessario che le imprese si dotino di strumenti in grado di monitorare tutte le attività che determinano i consumi energetici, per poter poi adottare gli interventi necessari alla riduzione dei medesimi e, quindi, dei costi.” Il progetto di Assolombarda a sostegno della competitività si caratterizza di un mix di servizi personalizzati e strumenti, progettato con lo scopo di guidare le imprese associate in questo complesso ambito, che va dalla creazione di una piattaforma informatica che consentirà di effettuare un primo check up energetico, propedeutico all’attività di auditing, a successive azioni di vero e proprio efficientamento. Sul fronte della contrattualistica Assolombarda supporta, inoltre, molte delle proprie aziende tramite lo Sportello Energia e, nel corso degli ultimi due anni, si è fatta promotrice di oltre una sessantina di gare per la fornitura delle utenze energetiche. E’, infine, notizia di pochi giorni fa il lancio da parte di Assolombarda del primo gruppo di acquisto per l’energia elettrica e il gas che, rispetto alla possibilità di rivolgersi direttamente al mercato, ha consentito alle imprese partecipanti un risparmio sui prezzi di vendita compreso tra il 10 e il 15%. Nonostante il libero mercato, dunque, l’aggregazione rappresenta ancora una modalità importante per poter ottenere prezzi vantaggiosi e competitivi per l’approvvigionamento energetico. “Riteniamo che le enormi potenzialità che la filiera dell’efficienza energetica può esprimere in termini di nuovi prodotti, servizi e opportunità occupazionali siano ancora latenti. Milano si caratterizza da sempre per l’attenzione al mondo dell’energia e, anche nel campo dell’efficienza energetica, può quindi dimostrare di essere all’avanguardia mondiale” – conclude Bifulco.  
   
   
ENERGIE RINNOVABILE, OGGI A LAMEZIA TERME UNA DELEGAZIONE TEDESCA  
 
Catanzaro, 21 novembre 2013 - L’assessore regionale all’Internazionalizzazione Luigi Fedele riceverà 21 novembre, una delegazione tedesca composta da rappresentanti di cluster dei settori Ict ed energie rinnovabili e da esponenti di istituti universitari e di ricerca. Ad accogliere la deputazione della Germania, alle ore 10, nella sede della Fondazione Terina al Centro agroalimentare di Lamezia Terme, oltre all’assessore Fedele, sarà presente anche l’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri. Parteciperanno, inoltre, le dirigenti regionali Saveria Cristiano (settore internazionalizzazione) e Michela Paese (settore ricerca), la coordinatrice dei Poli innovazione e ricerca Maria Teresa Russo, Luisa Caronte di Confindustria Calabria e Antonio Mazzei di Calabria Innova. “L’iniziativa – ha dichiarato l’assessore Fedele – è stata realizzata dalla Regione e dalla Camera di Commercio italiana per la Germania (Ccig) e si inserisce nell’ambito del Programma Calabria Internazionale – Progetto Paese Germania. In occasione del workshop presso la Fondazione Terina – ha spiegato Fedele - la delegazione tedesca incontrerà gli esponenti dei maggiori Poli di innovazione calabresi, momento utile per favorire la nascita di un dialogo e di uno scambio di esperienze, nell’ottica di future sinergie e collaborazioni nei rispettivi settori di competenza”. Gli operatori tedeschi saranno in Calabria fino al prossimo 23 novembre per conoscere più da vicino i maggiori Poli di innovazione della regione e le iniziative locali a sostegno dell´innovazione e del transfer scientifico e tecnologico, le quali si concretizzano, ad esempio, nella presenza dell’incubatore d’impresa “Technest” presso l’Università della Calabria. Il 22, infatti, la visita proseguirà all’Università della Calabria (Campus di Arcavacata di Rende, Cs), per conoscere più da vicino l’Incubatore d’Impresa Technest e le imprese ad alto contenuto innovativo che ne fanno parte.  
   
   
A FUTURE FORUM 2013, ESPERIENZE DI TRASFORMAZIONE URBANA  
 
Udine, 21 novembre 2013 - Sperimentazione e sviluppo nei singoli territori come base per il consolidamento di un´idea differente di città, una "foresta urbana" diversa dalla concezione ottocentesca, proiettata verso un futuro che dovrà trovare nella partecipazione la sua forma basica di sostentamento. Se ne è parlato nel corso della conferenza "Le esperienze di trasformazione urbana che cambieranno le nostre città", organizzata in occasione di Future Forum, rassegna dedicata al futuro che durerà fino a 29 novembre. Ne hanno discusso Francesco Cazzaro - presidente della Federazione Comuni del Camposampierese -, Claudio Cipollini - presidente Italia 2020 -, don Antonio Loffredo - sacerdote imprenditore - e Andreas Delleske - Forum di Vauban - in un incontro moderato da Leopoldo Coen, giurista e Professore all´Università di Udine. A prendere la parola per primo è stato Cipollini: «E´ completamente cambiato il contesto in cui viviamo rispetto a 200 anni fa, in cui sono nate le concezioni filosofiche su cui poggiamo ancora adesso. Per sopravvivere dobbiamo adattarci alle situazioni, non ci sono più punti di riferimento, se non la ricerca di noi stessi. Le relazioni, a questo punto, diventano fondamentali, la cosa più importante, di più rispetto al possesso dei beni, all´avere. Oltre alla natura del contesto muta anche il modo di affrontare le cose, non più da trattare per compartimenti stagni, ma in modo sistemico. E´ necessario sperimentare nei singoli luoghi, andare sul piccolo territorio e portare evoluzione, effettuare una sorta di "agopuntura urbana". Per arrivare a tutto questo vanno tenute in considerazione due grandi assi portanti del futuro, senza le quali non si fa sviluppo, la cultura e l´innovazione. Queste vanno associate a digitalizzazione e svecchiamento della classe dirigente, specialmente in Italia. Solo così ci garantiremo gli anni a venire». Andreas Delleske, del Forum di Vauban, ha portato in dote la sua esperienza di cittadino del quartiere di Friburgo, un vero e proprio distretto sostenibile totalmente autogestito dalla comunità di residenti, modello per lo sviluppo. Nella prima metà degli anni ´90 i 5000 i futuri residenti si riunirono nel Forum per portare il loro contributo di idee e progetti. Oggi Vauban, che prende il nome da una vecchia caserma francese abbandonata dall´esercito nel 1992, funziona come un maxi-condominio dove i cittadini si riuniscono in assemblea, discutono, partecipano attivamente alla gestione, risolvono i problemi. Tutto sotto il coordinamento del comune. Il quartiere è un vero e proprio modello socio-ecologico: chiuso al traffico delle auto, con aree verdi, piste ciclabili ed edifici a basso consumo energetico, alimentate con energie rinnovabili. Innovare in questo senso per Delleske è possibile ovunque, chiaramente non seguendo gli stessi dettami perché ogni territorio ha le sue caratteristiche. Infatti è necessario «fare attenzione ai particolari, cambiare i dettagli, lottare con le amministrazioni locali per far valere i propri principi». Così facendo «il distretto ha attratto molte famiglie giovani, il traffico su gomma è ridotto, le auto non circolano nel quartiere, le spese per l´energia sono ridotte al minimo». Per Francesco Cazzaro il segreto del progetto che gli undici comuni che presiede stanno portando avanti è stato originato dalla volontà di «non dare mai nulla per scontato, di sperimentare e provare sempre prima di adottare un provvedimento». La federazione, una città diffusa di 100 mila abitanti nella più grande zona manifatturiera d´Europa, è nata per gestire le spese nell´ambito della Polizia locale e ora si occupa di altri ambiti come la gestione personale, l´assetto territorio, la protezione civile, e la cura del´ aspetto idrogeologico. «Non si parla mai di politica partitica. Lo stare assieme e conoscerci personalmente ci ha aiutato ad affrontare le questioni amministrative». Don Loffredo, parroco nel rione Sanità di Napoli, ha già posto una piccola base per il futuro nel suo quartiere, popolare e popoloso, ridando vita alle catacombe paleocristiane che scorrono nelle viscere del rione. «Adesso ci lavorano una dozzina di ragazzi, che si sono trovati con le vite trasformate. Dalla prospettiva di non andare nemmeno a scuola qualcuno di loro pensa già all´iscrizione all´università. Soltanto nel primo anno di attività le catacombe hanno registrato un incremento dei visitatori del 300%. Oltre a creare posti di lavoro hanno tolto marginalità al quartiere, restituendo alla collettività una chiesa paleocristiana de 6° secolo che la Asl di Napoli usava come deposito. E senza considerare l´indotto generato, con altri spazi e posti letto. I privati ci hanno dato una grossa mano, pensiamo a una fondazione per il nostro territorio. Vedo bello il futuro e ricco di bellezza se basato su musica, cultura, arte, cose che noi abbiamo scelto e che ci distinguono dagli altri animali!». OLTRE LA CONTABILITÀ TRADIZIONALE Asolo, 21 novembre 2013 - Formula e Gianesin Canepari e Partners ospitano ad Asolo presso la Fornace dell’Innovazione l’evento “Lean Accounting, oltre la contabilità tradizionale”, con lo scopo di affrontare la trasformazione dei processi amministrativi al fine di eliminare gli sprechi, semplificare le attività e ridurre i costi di gestione. Con specialisti ed esperti del settore, quali i professionisti di GC&P, il Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico dell’Università di Brescia e Modulblok, si parla di metodologie e strumenti di semplificazione dell’attività amministrativa: dal conto economico, al budget, alle modalità di reporting. Sono proposti e discussi i tratti fondamentali della metodologia lean rispetto ai modelli tradizionali di contabilità, andando ad indagare novità e cambiamenti soprattutto relativi ai concetti di value stream e di box score. Tra gli strumenti informatici a supporto di una gestione snella dei processi amministrativi è Sage ERP X3, il software gestionale per la media impresa proposto a livello globale da Sage, terzo player al mondo nel campo del software gestionale (fonte Gartner), e distribuito in Italia da Formula. “La scelta di dedicare una serie di eventi ad un tema come la Lean Accounting, spiega Roberto Battaglioli, direttore commerciale di Formula, “ci sembra importante per aiutare clienti ed aziende ad approfondire i metodi di un nuovo approccio al lavoro amministrativo che si fonda su principi innovativi e ci auguriamo possa contribuire ad aumentare le performance aziendali riducendo la complessità dei processi”. “Il lean accounting è un insieme di metodologie estremamente semplici ed intuitive – aggiunge Alberto Canepari, partner di GC&P – che rivoluzionano il modo di concepire il controllo di gestione tradizionale e supportano la trasformazione snella delle aziende. Con il lean accounting la lean esce dalla produzione ed abbraccia l’intera organizzazione aziendale coinvolgendo nel processo di miglioramento continuo anche il personale amministrativo. Si tratta di una piccola rivoluzione per chi è abituato a ragionare secondo gli schemi tradizionale per i quali l’amministrazione è vista come ente di controllo più che ente di spinta, e propulsivo alla generazione di valore”. L’evento è il quinto di una serie iniziata a novembre 2012 e portata con successo sul mercato italiano.  
   
   
TOSCANA, ROSSI: "LA SVOLTA URBANISTICA NECESSARIA AL NUOVO SVILUPPO"  
 
 Firenze, 21 novembre 2013 - "Abbiamo preso la decisione politica di produrre una svolta forte e radicale nel governo del territorio. La nostra nuova legge urbanistica sarà di grosso impatto, ma è tempo di scelte di questo tipo, anche a livello nazionale, dopo che negli ultimi anni c´è stata una perdita assoluta di attenzione da parte della politica su questi temi". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, portando ieri il saluto inaugurale al convegno "Regole per il buon governo" che si svolge nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati. Si tratta di un incontro nazionale organizzato dall´assessorato a urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio della Regione Toscana, per discutere insieme a urbanisti, giuristi e addetti ai lavori gli aspetti salienti della proposta di riforma della legge regionale sul governo del territorio, approvata di recente dalla Giunta su iniziativa dell´assessore Anna Marson. "Zero consumo di suolo, pianificazione sovracomunale, mantenimento alla vocazione agricola dei territori non urbanizzati: questi i principi – ha proseguito Rossi – che devono essere riconosciuti nei piani strutturali, tracciando chiari confini, quasi delle ´mura´ dell´abitato urbanizzato. Si tratterà poi di discutere su quali meccanismi introdurre per agevolare il recupero e la riqualificazione dell´edificato esistente, con incentivi e misure per ridurre le tempistiche e i carichi burocratici. Ma mi piacerebbe che anche da iniziative come questa venisse uno stimolo a riorientare le competenze a concepire l´attività futura dentro quelle ´mura´ di cui parlavo prima piuttosto che fuori". Il presidente Rossi ha ricordato che il primo passo in questa direzione è stato compiuto dalla Regione Toscana dopo l´alluvione di Aulla, con la decisione di vietare le nuove edificazioni nelle aree ad alto rischio idraulico. Una decisione che, ha detto "mi auguro venga riproposta a livello nazionale". "Noi non usciremo dalla crisi uguali a prima – ha proseguito – Quello che presentiamo oggi fa parte di una idea di sviluppo in cui la riduzione della rendita legata al territorio e al paesaggio è condizione per salvarli e consegnarli intatti alle generazioni future. Il capitale investa dove deve investire, nella ripresa industriale. Credo che il riordino delle città, la ricucitura del loro tessuto interno e la tutela del paesaggio si combini con la ripresa industriale di cui abbiamo bisogno e che è necessaria per produrre ricchezza. Parlo di uno sviluppo nuovo, che rifugge dal consumo di suolo, ma anche da una Toscana imbalsamata, che finisce solo per vendersi ai turisti attraverso le città d´arte. Non voglio parlare di modello – ha concluso - ma di contributo della Toscana a un regionalismo costituzionale che non è quello delle ´piccole patrie´ ".  
   
   
PADOVA - SEMPRE PIU´ IN DIFFICOLTA´ LE ATTIVITA´ IMMOBILIARI  
 
Padova, 21 novembre 2013 - Il settore immobiliare padovano è sempre più in difficoltà a causa della crisi economica, ma nell’ultimo anno la paralisi del mercato delle compravendite e dei servizi di intermediazione immobiliare ha subito un duro colpo: sono ben 106 le attività attive in meno fra città e provincia nel ramo della mediazione immobiliare (-11%) ed addirittura 128 in meno quelle legate alla compravendita di beni immobiliari propri (-4,2%), per un totale di 234 imprese. La fotografia scattata dall’analisi realizzata dall’Ufficio studi della Cdc di Padova sull’andamento delle attività immobiliari in provincia di Padova fra il 2009 e il 2013, con dati aggiornati al 30 settembre scorso, evidenzia un accentuato stato di sofferenza per questo settore. La variazione del numero di imprese per l’insieme delle attività immobiliari rispetto alla stessa data del 2012 risulta negativa (-1,3% pari a 91 imprese in meno) con un peggioramento quindi rispetto alla stazionarietà registrata nell’anno precedente. La fascia di mercato che più sta soffrendo è quella, come anticipato, dei servizi di mediazione immobiliare (-11%) e delle compravendite (128 attività in meno rispetto al 30 settembre 2012). Rimane invece ancora positiva la tendenza allo sviluppo di attività imprenditoriali nella locazione di beni propri (+5,9%), nell’affitto di aziende (+3,6%) e nella gestione di immobili per conto terzi (+11%), anche se queste due variazioni percentuali non pesano poi molto se si considera il limitato incremento in valore assoluto (rispettivamente +8 e +9 unità). Su base decennale emerge che la variazione del numero di imprese del settore immobiliare nel 2013 è per la prima volta negativa. La crescita media del settore risultò tra il 2000 e il 2008 del +9% (con picchi di aumento superiori al 13%). Questi valori evidenziano uno stato di salute del settore peggiore per Padova rispetto a quanto accade a livello regionale, dove la variazione del numero di imprese si limita a un -0,1%, e a livello nazionale (+0,4%). A livello strutturale, il totale delle imprese operative nelle attività immobiliari in provincia di Padova è 6.795 unità, pari al 21,4% del totale Veneto (31.686 unità). Padova si piazza dunque al primo posto in regione seguita da Treviso (6.504 imprese) e Vicenza (5.951). A livello nazionale Padova è l’ottava provincia italiana per numero di imprese del settore (270 mila unità in Italia) con una incidenza pari al 2,5% sul totale. La concentrazione maggiore riguarda le attività di compravendita di beni immobili propri (2.919 imprese pari al 43% del totale) e l’affitto-gestione di immobili propri (2.815 unità). L’indice di densità delle attività immobiliari in rapporto all’insieme delle imprese dei servizi è del 22,3%: un valore, questo, che colloca Padova al di sopra della media nazionale (16,8%). Sono soprattutto le imprese individuali a subire il colpo maggiore (-6,9%), con una particolare sofferenza soprattutto dei comparti della mediazione immobiliare (crollano le agenzie -9,7%) e della compravendita di beni propri (-9,1%). Altri dati che consentono di inquadrare le dimensioni delle attività immobiliari nella provincia, riguardano il numero degli addetti e alcuni indicatori di bilancio delle società di capitali. A livello provinciale, sulla base dei dati del censimento 2011, gli addetti risultano pari a 7.666 unità con un’incidenza del 20,6% sul totale Veneto (37 mila unità nell’insieme). Il dato colloca la provincia al secondo posto in regione poco dopo Treviso. Padova si posiziona al 7° posto in Italia con il 2,7% del totale, mentre anche le altre principali province venete si collocano tra le prime 20 nella graduatoria nazionale, con Treviso al 6° posto, Verona al 9° e Venezia e Vicenza rispettivamente all’ 11° e 12° posto. L’andamento su base decennale (rispetto quindi al censimento 2001) denota un aumento degli addetti del +47,7% superiore quindi all’analoga tendenza riscontrabile in Veneto (+46,3%) e in Italia (+33,2%). Il fatturato delle società di capitali operative nelle attività immobiliari (43,5% delle imprese del settore) era nel 2011 di 1,3 miliardi di euro, pari al 28,6% sul totale del fatturato regionale (4,5 miliardi). Su base annuale l’andamento è positivo (+3,8%), diversamente da quanto avviene in regione (-1,5%), e migliore di quello registrato nel 2010 (+0,8%) in provincia. Non si dimentichi, tuttavia, del crollo del 2009 quando la diminuzione del fatturato delle società di capitali immobiliari era stata del -19,5%. Pertanto le dinamiche, pur positive, del biennio successivo non consentono il recupero dei valori assoluti conseguiti nel 2008 (1,5 miliardi).  
   
   
AL VIA CAMAA, IL PROGETTO DI COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA PER LA VALORIZZAZIONE DELLE ARCHITETTURE MILITARI DELL’ALTO ADRIATICO  
 
 Venezia, 21 novembre 2013 - Camaa, Centro per le Architetture Militari dell’Alto Adriatico, è un progetto che si inserisce nell’ambito del programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia – Slovenia 2007-2013, nato nel 2013 con l’obiettivo di creare una rete transfrontaliera permanente ai fini di valorizzare il patrimonio delle architetture militari dell’Alto Adriatico, garantirne una gestione congiunta sostenibile, capitalizzare e consolidare le azioni intraprese nel corso dei precedenti progetti comunitari. L’iniziativa, che gode un finanziamento di quasi 1,2 milioni di euro, è coordinata dalla Direzione dei Beni Culturali della Regione Veneto e coinvolge nove partner italiani e quattro sloveni. Il progetto prende spunto dalla considerazione che molte architetture militari dell’area transfrontaliera rimaste per lungo tempo in uso esclusivo delle forze armate, stanno oggi tornando a disposizione della collettività e della società civile facendo emergere nuove esigenze ma anche opportunità per lo sviluppo socio-economico dell’area italo-slovena. L´area oggetto del programma si presenta come una delle zone più ricche e interessanti per la presenza di siti, architetture e manufatti militari di epoche diverse, rafforzata dal carattere transfrontaliero, che oggi rappresentano un patrimonio storico e culturale unico nel suo genere e riconosciuto a livello internazionale. Camaa è stato presentato ufficialmente oggi in occasione della prima conferenza di programma congiunta con interventi dei partner italiani e sloveni. “Uno degli obiettivi principali sarà quello di contribuire a dimostrare come la cultura e il patrimonio culturale siano occasioni di sviluppo per i territori, anche in termini di opportunità di occupazione per i giovani”, come sottolinea il vice Presidente e Assessore alla Cultura della Regione del Veneto, Marino Zorzato. Saranno principalmente due le linee di sviluppo del progetto: l’individuazione di moderni modelli di valorizzazione e management adatti a questa particolare tipologia di patrimonio oggetto del programma e la creazione di un volano per la crescita, l’attrattività e la competitività del territorio, attraverso modelli di sviluppo locale sostenibili. Verranno messe in atto pratiche che mirano a combinare le iniziative di rivalutazione e conservazione del patrimonio fortificato con azioni a carattere sociale. Il progetto Camaa offrirà, ad esempio, occasioni di aggiornamento professionale, creando nuove figure professionali destinate al settore della conservazione, restauro e management del patrimonio oggetto del programma, professionalità legate alla scienza dei materiali, nonché nuovi posti di lavoro inerenti il settore turistico e culturale. Le architetture militari si inseriscono quindi non solo in uno scenario storico e culturale, ma possono diventare funzionali all’economia locale, al mercato del lavoro, all´integrazione sociale, allo sviluppo sostenibile, alla formazione e all´innovazione. Grazie al progetto Camaa verranno realizzati inoltre diversi piani di conservazione di architetture militari dall’impatto transfrontaliero mentre, attraverso alcuni progetti pilota, si sperimenterà l’insediamento di attività produttive e commerciali all’interno di alcuni siti, come ad esempio quello di Forte Marghera, aprendo così la strada ad una gestione e fruizione del patrimonio fortificato in chiave di partnership pubblico-privato. Uno dei risultati più tangibili e diretti delle diverse linee d’intervento previste in Camaa sarà la creazione del Centro permanente per le architetture militari che avrà tre sedi operative (Venezia con Forte Marghera, il comune di Palmanova e il monumento di Cerje in Slovenia), divenendo un modello gestionale innovativo, congiunto e transfrontaliero. Il progetto, che terminerà a gennaio 2015, coinvolge Comuni, Università, istituzioni e autorità, italiane e slovene: Regione del Veneto – Direzione Beni Cultural, Marco Polo System Geie, Comunità Collinare del Friuli, Comune di Palmanova, Università degli Studi di Ferrara, Comune di Ferrara, Centro scientifico dell’ Accademia slovena delle scienze e delle arti, Comune Miren - Kostanjevica, Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia, Mestna občina Koper Comune città di Capodistria, Direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna, Università degli Studi di Trieste - Dipartimento di Ingegneria e Architettura.  
   
   
GOVERNO DEL TERRITORIO: LA PROPOSTA DI LEGGE TOSCANA RILEVANTE ANCHE A SCALA NAZIONALE  
 
Firenze, 21 novembre 2013 - "I riscontri ottenuti nella discussione di ieri confermano la rilevanza della nostra proposta di legge anche a scala nazionale". Così l´assessore regionale a urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio Anna Marson ha concluso la giornata di lavori su "Regole per il buon governo", il convegno organizzato per approfondire con studiosi e rappresentanti di spicco di livello nazionale i contenuti della proposta di legge sul governo del territorio approvata dalla Giunta il 30 settembre scorso, e attualmente all´attenzione del Consiglio regionale. "Come Regione Toscana, con questa proposta di legge - ha detto Marson - abbiamo preso sul serio il nostro ruolo in materia di urbanistica e governo del territorio, tenendo viva la cultura regionalista così importante nella storia della Repubblica italiana". "Sul consumo di suolo, oggi al centro dell´agenda politica europea e nazionale - ha proseguito - con alleanze certe (il mondo del lavoro) siamo passati dal discorso ai fatti. Le nuove procedure garantiscono maggiormente l´interesse collettivo e il valore, anche economico, del territorio, a fronte di investimenti e attori sempre piu´ globali e volatili". L´obiettivo sostanziale per l´assessore è "mantenere il nostro patrimonio territoriale per le generazioni future, disaccoppiando lo sviluppo economico dal consumo di suolo".  
   
   
LOMBARDIA.EXPO,BECCALOSSI:AREA OK PER STADIO E CITTADELLA SPORT NESSUN PROBLEMA PER QUESTE NUOVE FUNZIONI NEL SITO  
 
Milano, 21 novembre 2013 - "L´area che ospiterà Expo 2015 risulta idonea, dal punto di vista dell´inquadramento territoriale e urbanistico, per essere destinata, dopo il grande evento internazionale, alla realizzazione di un una ´Cittadella dello Sport´. Si tratta infatti di una zona relativamente decentrata rispetto al cuore della città ma, allo stesso tempo, facilmente accessibile sia dal punto di vista stradale che ferroviaria e ben servita dai mezzi di trasporto pubblico". Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del Suolo, si inserisce così nel dibattito relativo alle ipotesi di future destinazioni del sito che ospiterà Expo 2015. Collegamenti Idonei - L´assessore Beccalossi sottolinea come i tecnici regionali abbiano verificato che l´area interessata potrà beneficiare nel post-Expo degli interventi di infrastrutturazione generale operati per la realizzazione ottimale dell´evento e, in particolare, della messa in sicurezza del sito dal punto di vista della regimazione idraulica e idrogeologica e dei collegamenti, anche di natura ecologica ed ambientale. Opere A Disposizione Dei Cittadini - "Una grande città come Milano - afferma Viviana Beccalossi - si doterebbe, nel caso in cui prendesse quota il progetto della ´Cittadella dello sport´, di nuove e moderne strutture concepite secondo i più avanzati standard tecnico-prestazionali, per ospitare non solo grandi eventi calcistici ma più in generale sportivi". "Opere che - conclude Viviana Beccalossi - potranno essere utilizzate anche dai cittadini milanesi e lombardi e contestualizzate in uno scenario che preveda tutela ambientale e dell´ecosistema".  
   
   
SULLA WEB TV DELLA PROVINCIA: COSTRUIRE CASE IN LEGNO? TE LO INSEGNA ITEA  
 
Trento, 21 novembre 2013 - Non è certamente cosa di tutti i giorni che gli alunni degli Istituti Geometri possano camminare in un cantiere, visitarlo, fare domande agli addetti ai lavori su quello che sarà un domani forse il loro settore lavorativo. Lo è ancora di più se il cantiere in questione è in legno. Nelle scorse settimane a Trento è successo proprio questo: alcune classi degli Istituti Geometri giunte da Trento, Rovereto e Riva del Garda hanno potuto apprendere il modo di operare di un cantiere in legno grazie ad Itea che ha organizzato per loro una mattinata speciale. La giornata ha avuto inizio al Palazzo Onda con una breve lezione introduttiva sulle tecniche di progettazione in legno con certificazione “Arca” e la spiegazione di alcuni elementi teorici esposti dai tecnici Itea. Dopo la lezione è seguita la visita al cantiere Itaca di Gardolo... Tutto questo è nel nuovo speciale del Tg Giovani. Gli speciali del Tg Giovani sono a cura dell’Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con l’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili. Il n. 21 della serie 2013, dal titolo "Costruire case in legno?Te lo insegna Itea”, curato da Gianna Zortea, lo si può vedere alla seguente pagina internet: http://www.Webtv.provincia.tn.it/speciali_tg_giovani_web  o direttamente sul canale Youtube al link https://www.Youtube.com/watch?v=2egxj7hpjpi    
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA AVVIA UN´INDAGINE APPROFONDITA IN UK FINANZIAMENTO PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE  
 
Bruxelles, 21 novembre 2013 - La Commissione europea ha avviato un´indagine approfondita per esaminare se un regime del Regno Unito consente fondi pubblici sostenuti per investire in piccole e medie imprese (Pmi) è attuato in linea con le regole comunitarie sugli aiuti di Stato. L´avvio di un´indagine approfondita offre ai terzi interessati la possibilità di presentare osservazioni sulla misura in esame. Essa non pregiudica l´esito delle indagini. Nel maggio 2005, la Commissione ha approvato il regime Uk Enterprise Capital Funds (caso Sa.15373 ), volti a migliorare l´accesso al capitale di espansione per le piccole e medie imprese in tutto il Regno Unito. Fondi, create attraverso una partecipazione congiunta di risorse pubbliche e private, dovevano essere gestito commercialmente e sono stati autorizzati a investire nelle Pmi fino ad un tetto massimo. Gli investimenti successivi sono stati autorizzati in condizioni specifiche. Nel 2006, la Commissione ha adottato nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato per promuovere il capitale di rischio (cfr. Ip/06/1015 ) , che circoscrive le condizioni in cui tali fondi pubblico-backed potrebbero investire nelle Pmi, in particolare, che sarebbero ammissibili come partecipata e che tipi di operazioni i fondi sono stati autorizzati a svolgere. Il Regno Unito si è impegnato a modificare i suoi programmi esistenti per renderle conformi alle norme Ue modificate sugli aiuti di Stato al capitale di rischio. Durante un recente esercizio di monitoraggio, la Commissione è venuta a conoscenza che diversi fondi istituiti ai sensi del regime del Regno Unito operato oltre l´ambito delle linee guida. Ad esempio, un fondo investito in due società di medie dimensioni in fase di espansione che si trovavano in zone che non sono ammissibili agli aiuti di Stato finalizzati allo sviluppo regionale. Un altro fondo investito in una società attraverso un´operazione di sostituzione del capitale. La Commissione dubita che questi due tipi di operazioni sono in linea con le linee guida. L´obiettivo della Commissione nel lancio di questa indagine è quello di raccogliere informazioni dettagliate su ciascun investimenti effettuati dai fondi. La Commissione valuterà poi se gli investimenti sono conformi alle linee guida del capitale di rischio.  
   
   
L’ANDAMENTO DELLA CONGIUNTURA INDUSTRIALE IN PIEMONTE: NEL III TRIMESTRE 2013 LA PRODUZIONE INDUSTRIALE AUMENTA DELLO 0,6% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2012  
 
Torino, 21 novembre 2013 - Dopo sette trimestri consecutivi di flessione della produzione industriale, nel Iii trimestre 2013 si è registrata la tanto attesa inversione di tendenza. La prima metà dell’anno si era già caratterizzata per una progressiva attenuazione dell’intensità della contrazione; nel periodo luglio-settembre 2013 la produzione industriale piemontese ha finalmente registrato una variazione tendenziale grezza del +0,6% rispetto al Iii trimestre del 2012. Per quanto si tratti di un risultato positivo, occorre precisare come il confronto venga effettuato rispetto al trimestre che ha scontato la diminuzione della produzione industriale più intensa tra quelle registrate a partire dal Iv trimestre 2011. Anche su base congiunturale la performance del comparto manifatturiero regionale appare positiva: l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha, infatti, registrato un incremento dello 0,2% rispetto al Ii trimestre 2012. Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla 168ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di ottobre-novembre 2013 con riferimento ai dati del periodo luglio-settembre 2013, e ha coinvolto 1.179 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 91.718 addetti e un valore pari a circa 41 miliardi di euro di fatturato. “Finalmente un po’ di respiro per il sistema imprenditoriale piemontese: un risultato che, dopo sette trimestri consecutivi caratterizzati da un andamento negativo, inverte la tendenza e ci restituisce l’immagine di un Piemonte che non smette di credere nelle proprie potenzialità, anche nei momenti più difficili - dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. I dati ci mostrano che uscire dalla crisi è possibile, ma il momento congiunturale resta molto delicato e non bisogna abbassare la guardia. Nei prossimi trimestri sarà quindi decisivo l´impegno delle istituzioni nel predisporre strumenti a supporto delle imprese e in grado di far ripartire la domanda interna, nella consapevolezza che l´export - che ancora una volta si conferma il fattore trainante - non può essere l´unico motore di sviluppo della nostra economia". “Il dato consuntivo conferma il progressivo miglioramento del clima di fiducia in atto da alcuni trimestri, sia pure con molte incertezze - commenta Gianfranco Carbonato, Presidente di Confindustria Piemonte -. Gli indicatori, infatti, si erano già gradualmente portati su valori ancora negativi, ma più vicini al punto di equilibrio tra attese ottimistiche e pessimistiche. D’altra parte sarebbe prematuro parlare di fine della crisi. La situazione dell’industria rimane molto delicata: la domanda interna non dà segni di risveglio e il miglioramento è spiegato esclusivamente dall’andamento dell’export. Finché non ripartiranno gli investimenti, la ripresa rimarrà fragile. Le imprese soffrono anche sul piano finanziario: il credito stenta ancora ad affluire alle imprese, non si attenua il flusso di sofferenze, peggiora la redditività”. “È un quadro a luci e ombre quello che emerge dall’analisi delle esportazioni. Se da un lato, infatti, le aree distrettuali della regione mostrano una crescita nulla nel Ii trimestre del 2013, dall’altro lato evidenziano una migliore tenuta sia rispetto alla media del manifatturiero italiano (-0,3% la variazione dell’export), sia, soprattutto, rispetto all’industria tedesca (-1,7%) - evidenzia Antonio Nucci, Direttore Regionale per il Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo -. La stagnazione delle esportazioni piemontesi è la sintesi di andamenti molto differenziati, con distretti in forte crescita (vini di Langhe, Roero e Monferrato) e distretti ancora in calo (ad esempio, la rubinetteria e il valvolame di Cusio-valsesia). L’export piemontese è poi rimasto in territorio negativo nei mercati maturi (-1,7%) e, soprattutto, in Europa, ma ha continuato a crescere nei nuovi mercati (+4,4%), dove sono stati trainanti Brasile, Cina, Polonia e Sudafrica. Le prospettive di superamento dell’attuale fase recessiva restano affidate nel breve termine alla capacità delle imprese piemontesi di sfruttare le opportunità presenti all’estero. Il nostro Gruppo conferma la propria attività per sostenere le aziende che intendono avviare processi di internazionalizzazione, forti di una presenza molto capillare nei mercati esteri e di strutture specialistiche dedicate”. "Un segnale importante per l´economia della nostra regione e per le aziende del nostro territorio - sottolinea Vladimiro Rambaldi, Deputy Manager Nord Ovest di Unicredit -. Un’inversione di tendenza che riteniamo possa consolidarsi e migliorare ancora nei prossimi mesi. Ha premiato la politica dell´internazionalizzazione delle nostre imprese, che il Gruppo ha sostenuto e sostiene con iniziative mirate quali ‘Unicredit per il Nord Ovest’, ‘Export Business School’ e numerosi workshop B2b organizzati con buyer esteri. Il sistema del credito è pronto a dare una mano anche per fare ripartire gli investimenti sul territorio italiano. È importante fare rete, istituti di credito, enti pubblici, mondo delle imprese, in quanto esistono importanti strumenti di accesso facilitato al credito, e altri che auspichiamo siano introdotti, che però non sempre sono sfruttati al meglio". Il lieve incremento dei livelli produttivi si colloca in un contesto caratterizzato dal perdurare della dicotomia tra le deboli performance registrate sul mercato interno e quelle più convincenti realizzate oltre confine. Gli ordinativi interni registrano, infatti, una nuova contrazione, diminuendo dell’1,1% rispetto al periodo luglio-settembre 2012, mentre quelli esteri concretizzano un incremento tendenziale del 3,2%. Il fatturato totale aumenta, in media, dell’1,3%, trainato dalla componente estera, che segnala una variazione tendenziale del +2,2%. L’aumento dell’output non coinvolge tutti i comparti produttivi. Così come rilevato nel periodo aprile-giugno 2013, anche nel trimestre in esame i risultati migliori vengono concretizzati dalle industrie chimiche e delle materie plastiche (+3,8%) e da quelle dei mezzi di trasporto (+3,7%). Le industrie tessili e dell’abbigliamento realizzano un incremento dell’1,4%; appaiono positive, benché d’intensità minore rispetto alla media regionale, anche le performance delle industrie dei metalli (+0,5%) e di quelle alimentari (+0,3%). Le industrie meccaniche registrano, invece, un nuovo calo produttivo (-1,7%), così come quelle elettriche ed elettroniche (-0,8%) e il comparto del legno e del mobile (-1,0%). La performance del comparto manifatturiero regionale rappresenta la sintesi di andamenti territoriali notevolmente differenziati. Il tessuto produttivo della provincia di Torino realizza, così come nel trimestre precedente, il risultato più convincente, con un aumento del 2,0% rispetto al Iii trimestre 2012. Il buon andamento registrato dalle industrie tessili e dell’abbigliamento fa sì che la provincia di Biella si collochi subito dopo il torinese, registrando un incremento dell’1,9%. L’alessandrino e il cuneese concretizzano variazioni tendenziali della produzione industriale rispettivamente pari al +0,8% e +0,4%. Il segno negativo accomuna, invece, i restanti territori: si passa dalla flessione dello 0,3% del Verbano Cusio Ossola a quella del 2,4% di Asti. Tra i due estremi si collocano Novara e Vercelli, che scontano contrazioni dell’1,7% e del 2,1%.  
   
   
FERNANDO ZILIO ELETTO PRESIDENTE DI UNIONCAMERE DEL VENETO  
 
Padova, 21 novembre 2013 - «Formeremo una squadra forte per dare risposte concrete al mondo economico. Unioncamere Veneto dev’essere punto di riferimento delle Cciaa continuando anche l’attività di collegamento con l’Ue» Il Consiglio di Unioncamere del Veneto, riunitosi martedì 19 novembre presso la Camera di Commercio di Padova, ha nominato Fernando Zilio Presidente di Unioncamere del Veneto. L’insediamento di Zilio è avvenuto nell’ambito della cerimonia del premio “Marco Polo”, riconoscimento consegnato a 14 imprese per il contributo allo sviluppo dell’interscambio veneto, e della presentazione di Veneto Internazionale 2013, rapporto curato da Unioncamere del Veneto sull’internazionalizzazione del sistema economico regionale. Nel primo semestre 2013, l’export del Veneto ha evidenziato una dinamica poco vivace con un +1,1%, vendendo prodotti per 25,9 miliardi di euro. Un dato insufficiente a contrastare l’andamento negativo del Pil che, per fine anno, dovrebbe registrare una contrazione in linea con quella nazionale (-1,8% in termini reali). Secondo le previsioni di fine anno, il 2013 dovrebbe vedere l’export recuperare (+0,9%), mentre le importazioni rimarranno stabili. Più ottimismo per l’export 2014 (+5,4%, che equivale a un +3,6% in termini reali). Dalla costituzione di Unioncamere del Veneto, avvenuta il 25 gennaio 1965, Fernando Zilio, Presidente della Camera di Commercio di Padova, è l’undicesimo Presidente e succede ad Alessandro Bianchi, Presidente della Camera di Commercio di Verona, che ricopriva l’incarico dall’ottobre 2011. Come previsto dallo Statuto approvato nel maggio 2011 dall’Assemblea di Unioncamere del Veneto in recepimento alla riforma del sistema camerale introdotta dal D.Lgs 23/2010, la durata del mandato della Giunta e del Presidente sarà biennale, così da garantire l’accesso alla presidenza a tutti i Presidenti delle Camere di Commercio in tempi ravvicinati e una gestione collegiale dell’Ente attribuendo specifici incarichi a tutti i Presidenti. DICHIARAZIONE DI FERNANDO ZILIO - «La presidenza che mi è stata affidata prosegue il sistema di governance avviato con il mandato del mio predecessore Alessandro Bianchi, al quale vanno tutti i miei complimenti e ringraziamenti per il lavoro svolto in questo biennio. Le persistenti difficoltà economiche ci impongono di proseguire nella sfida mirata a sostenere le nostre imprese, puntando a ridare progressivamente fiducia ai nostri imprenditori che continuano ad essere pessimisti sull’evoluzione della congiuntura. Storicamente l’economia regionale dipende dall’export, e su questo binario siamo legati all’andamento dell’economia tedesca: la Germania è infatti il nostro principale partner commerciale e pesa sull’export complessivo regionale per il 13,5%. In questo difficile scenario sarà fondamentale proseguire con gli impegni presi da Unioncamere in questi ultimi anni e disegnare una cornice in cui si possa inserire la ripresa, sviluppando ulteriormente la relazione e la collaborazione con la Regione del Veneto, soprattutto per quel che riguarda l´internazionalizzazione, che è una leva fondamentale per la nostra economia. L’obiettivo è essere costantemente vicini alle esigenze delle imprese e di certo la maggior rappresentatività e la maggior collegialità ci consentiranno di sostenerle in modo sempre più incisivo ed efficace. Formeremo una squadra attiva e forte, in grado di dare risposte concrete al mondo economico. Per questo cercheremo di rafforzare i rapporti di collaborazione con le sette Camere di Commercio venete. Non dimentichiamo che all’orizzonte abbiamo il grande traguardo di Europa 2020, di conseguenza i progetti e le sempre più esigue risorse a disposizione vanno necessariamente e coerentemente canalizzate in direzione di questo grande impegno europeo. Unioncamere Veneto dev’essere il punto di riferimento e la cabina di regia di tutte le Camere di Commercio della nostra regione e continuare la sua opera di collegamento con le politiche e i finanziamenti UE». Unioncamere del Veneto, tramite il proprio Eurosportello, sta infatti guidando da anni il Consorzio che gestisce l’ufficio della Commissione europea per informare e assistere le imprese sulle politiche e finanziamenti comunitari. Ruolo che proseguirà nei prossimi anni per supportare imprese ed enti regionali ad integrarsi nell’Ue e utilizzare al meglio i finanziamenti comunitari». Curriculum vitae : Nato a Padova nel 1952, Fernando Zilio è imprenditore nel campo dell’abbigliamento, titolare della ditta Cipa Padova S.r.l. Presidente dell’Ascom-Confcommercio Padova dal 2005, Zilio è stato eletto presidente della Camera di Commercio di Padova nel giugno 2013 dopo esserne stato vice durante il quinquennio del mandato di Roberto Furlan. Attualmente Zilio è anche presidente di Infocert, società S.p.A. specializzata nella progettazione e sviluppo di soluzioni informatiche.  
   
   
MONZA E BRIANZA, CONGIUNTURA III TRIMESTRE 2013  
 
Monza, 21 novembre 2013 - Il Iii trimestre 2013 si apre con gli ordini interni che si allineano con quelli esteri e tornano a crescere sia su base congiunturale +1,2%, vale a dire rispetto allo scorso trimestre, che su base tendenziale (+4,6%), rispetto cioè al medesimo trimestre del 2012. Era dal 2010 che gli ordini interni non registravano entrambe le variazioni positive. La produzione registra a livello congiunturale un calo, seppur lieve, del -0,2% rispetto al Ii trimestre 2013. Anche a livello tendenziale il dato è negativo, attestandosi a -0,9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Il fatturato regge meglio della produzione, con una variazione sul fronte congiunturale del +0,3% rispetto al Ii trimestre 2013, e tendenziale del +1,0% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Si tratta di segnali di miglioramento che si riflettono anche sulle aspettative per il futuro degli imprenditori dell’industria manifatturiera brianzola: per la prima volta da più di due anni, si registra un saldo positivo tra gli imprenditori che si aspettano un aumento nella produzione e coloro che prevedono diminuzioni (+11,1 punti percentuali). Un sentiment che non si riflette anche sulle prospettive che riguardano il mercato del lavoro: le aspettative peggiorano leggermente rispetto a quelle di tre mesi fa. Del resto, si registra in questo trimestre un tasso di uscita dal mondo del lavoro ancora superiore all’1% per un saldo occupazionale che si attesta a -0,4%. Continua, tuttavia, a diminuire il ricorso alla cassa integrazione guadagni, con la quota di imprese che ne fa ricorso in calo dal 22,8% dello scorso trimestre al 17,1% dell’attuale. Sono alcuni dati che emergono dalla Analisi congiunturale trimestrale dell’industria manifatturiera della Brianza, realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza e dall’Ufficio Studi di Confindustria Monza e Brianza. “Dopo una lunga fase di stallo, gli ordini interni sono tornati a crescere e si sono allineati con il dato relativo alla domanda estera – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza. Questo rappresenta sicuramente un segnale molto rilevante per la nostra economia, perché consente agli imprenditori brianzoli di intravedere una possibilità di ripresa, fino ad ora sostenuta solo dagli ordini esteri. Ecco perché gli imprenditori brianzoli si dimostrano più possibilisti nei confronti del futuro, anche se ci sono ancora indicatori economici, come la produzione, con segno negativo”. “Valorizzare il nostro territorio rendendolo capace di attrarre gli investimenti che arrivano dall’estero -afferma Andrea Dell’orto, Presidente di Confindustria Monza e Brianza – e rimettere al centro il manifatturiero come settore trainante della nostra economia. Sono questi i due obiettivi che imprese, istituzioni e società civile dovrebbero perseguire per riagganciare i, seppur timidi, segnali d’ottimismo che arrivano dall’andamento economico della Brianza. Ognuno deve fare la propria parte affinché si generi un clima di fiducia e si possa intravedere grazie anche ad alcuni indicatori positivi come il fatturato delle imprese, una possibilità di crescita”. L’andamento economico dell’industria in Brianza (Iii trimestre 2013)- Le variabili dell’evoluzione congiunturale: produzione, fatturato, ordinativi- Produzione Industriale - Nel trimestre in esame la produzione dell’industria manifatturiera brianzola non conferma i segnali positivi dello scorso trimestre, che aveva registrato una leggera crescita. In particolare nel trimestre in esame la produzione risulta in calo del -0,2% rispetto allo scorso trimestre e del -0,9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Il valore dell’indice destagionalizzato (costruito con base 2005=100) mostra dunque il perdurare della fase di ristagno della produzione registrata tra 2012 e 2013 attestandosi a quota 96,9. Osservando i dati grezzi distinti per classi dimensionali, si conferma il dato dello scorso trimestre per cui il calo della produzione è più sensibile per le grandi imprese (200 addetti e più) rispetto alle medie (50-199 addetti) e alle piccole imprese (10-49 addetti); per tutte e tre le classi dimensionali registriamo comunque una diminuzione sia su base congiunturale che tendenziale. L’analisi tendenziale per settori di attività mette in evidenza difficoltà diffuse, tra le quali si distingue però la meccanica, che è in leggera crescita rispetto al terzo trimestre di un anno fa. Insieme alla produzione, nel trimestre in esame diminuisce il tasso di utilizzo degli impianti, che esprime l’impiego dei macchinari in relazione alla quantità massima producibile, passato dal 63,7% al 62,6%, di segno opposto il dato sui giorni di produzione assicurata, che grazie alla crescita degli ordinativi aumentano fino a quasi 65 giorni. Fatturato - L’indicatore del fatturato totale a prezzi correnti registra nel trimestre in corso un andamento migliore di quello della produzione, facendo segnare rispettivamente +0,3% rispetto allo scorso trimestre e +1,0% rispetto ad un anno fa. Le esportazioni rimangono una componente fondamentale nel garantire il recupero dei livelli produttivi, nonostante una riduzione della quota del fatturato estero che scende al 34,9%. Ordini - Osservando l’andamento degli ordini, è possibile intuire la dinamica futura della produzione e del fatturato. Come già evidenziato dal dato positivo dei giorni di produzione assicurata, gli ordini sono in crescita, soprattutto rispetto allo scorso anno. Significativa soprattutto la crescita degli ordini interni, che nel trimestre in esame è allineata a quella degli ordini esteri sia su base congiunturale (+1,2%) che tendenziale (oltre il +4% per entrambi). Occupazione - Sul fronte del mercato del lavoro continua invece la perdita occupazionale dell’industria manifatturiera brianzola, che in questo trimestre registra un tasso di uscita ancora superiore all’1% per un saldo occupazionale del -0,4%. Riguardo al ricorso alla cassa integrazione guadagni, nel trimestre in esame si attestano sui valori più bassi degli ultimi due anni sia la quota di imprese che ne fa ricorso (scesa al 17,1%) che la quota percentuale sul monte ore trimestrale (1,5%). Aspettative - Le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre migliorano sensibilmente sui fronti della produzione e degli ordinativi. Per la produzione si registra per la prima volta da più di due anni un saldo positivo tra chi si aspetta un aumento (sono il 28,7%) e una diminuzione (17,6%), pressoché invariata la quota di chi si aspetta stabilità (53,7%). Le aspettative sull’occupazione peggiorano invece leggermente rispetto a quelle di tre mesi fa: il saldo tra ottimisti e pessimisti è sempre negativo (-10,9 punti percentuali), mentre il 77,5% si aspetta una situazione stabile. Le aspettative sulla domanda si confermano più ottimistiche per gli ordini provenienti dall’estero, tuttavia il dato più confortante del trimestre è il miglioramento registrato anche dalla domanda interna. Per l’estero, il 32,1% degli imprenditori manifatturieri brianzoli si aspetta una domanda in crescita nei prossimi tre mesi contro il 12,5% che si aspetta un calo. Per quanto riguarda la domanda interna, cresce la quota di chi prevede una stabilità rispetto a chi prevede un calo; il saldo tra aspettative di aumento e diminuzione rimane negativo ma migliora (da -30,9 a -14,4 punti percentuali).  
   
   
TRENTO, EXCELSIOR: IN CALO LE IMPRESE CHE PREVEDONO DI ASSUMERE  
 
Trento, 21 novembre 2013 -L’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento ha ultimato il lavoro di raccolta e pubblicazione dei risultati provinciali relativi all’indagine Excelsior per il 2013, realizzata da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro. “Secondo le stime più recenti – ha spiegato Adriano Dalpez, Presidente della Camera di Commercio di Trento – nel 2013 il Prodotto interno lordo del nostro Paese segnerà un calo dell’1,8% confermando il prolungamento della fase di recessione, avviatasi a partire dalla fine del 2011. La debolezza dello scenario economico produce preoccupanti conseguenze sul mercato del lavoro: dalla metà del 2011 a oggi le persone in cerca di occupazione sono aumentate di oltre un milione di unità, facendo salire il tasso di disoccupazione al 12,5%. Seppur non agli stessi livelli di drammaticità, la fase di congiuntura negativa sta iniziando a incidere pesantemente anche sul mercato del lavoro della nostra provincia dove il livello di disoccupazione ha superato il 6%. Uno strumento come il sistema informativo Excelsior, dedicato proprio a questi temi, assume dunque un’importanza fondamentale: per le istituzioni chiamate a varare misure anticrisi, per le imprese che vogliono investire nelle risorse umane e, infine, per le giovani generazioni che prossimamente dovranno compiere scelte strategiche per la loro formazione.” L’indagine, riferita all’ambito provinciale, quest’anno rileva una situazione in peggioramento rispetto al passato. Le imprese trentine che prevedono di assumere sono il 20,8%, un valore in ulteriore diminuzione se confrontato con il dato, già negativo, dello scorso anno (22,9%) e sensibilmente inferiore rispetto ai valori riferiti al periodo 2007-2011, che si erano sempre collocati al di sopra del 30%. Questa diminuzione delle intenzioni di assunzione si manifesta trasversalmente in tutti i settori e, nel 2013, affligge in maniera equivalente il comparto industriale e il settore dei servizi. Scendendo nei dettagli dell’indagine, emerge che in Trentino la quota di imprese che manifestano l’intenzione di effettuare nuove assunzioni appare più elevata rispetto sia a quella Nord Est sia a quella media nazionale, anche se di fatto determinata dalla maggiore offerta in loco di impieghi a carattere stagionale. Se si considerano le assunzioni non stagionali previste in provincia di Trento per il 2013, le figure richieste riguarderanno, secondo una classificazione di merito, le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione con una previsione di 590 assunzioni, pari al 13,1% rispetto al totale. Sono inoltre previste 470 assunzioni, pari al 10,4%, che riguarderanno le professioni tecniche (in particolare si segnala la richiesta di 130 tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive e di 70 tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni) e, al livello intermedio, 630 assunzioni di impiegati (14,0%) e 680 (15,1%) riguardanti le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (tra cui 250 esercenti e addetti nelle attività di ristorazione e 220 addetti alle vendite al minuto). Seguono poi 730 artigiani e operai specializzati (16,4%) e 420 conduttori di impianti e operai semiqualificati addetti a macchinari fissi e mobili (9,4%), tra cui 150 conduttori di veicoli a motore, e infine 960 assunzioni (21,5%) inerenti le professioni non qualificate, tra cui 810 per servizi di pulizia. Gli artigiani e operai specializzati sono le figure professionali di più difficile reperimento, in particolare quelli addetti alle rifiniture delle costruzioni, i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica e professioni simili. Notevoli difficoltà si hanno anche nel reperimento di ingegneri e professioni assimilate. Appare positivo il fatto che in Trentino si rilevi una quota di assunzioni ad elevata qualificazione superiore alla media nazionale (7,2%) e al Nord Est (6,7%); tuttavia, e questo invece è un aspetto negativo, per la prima volta in provincia si registra anche una più alta quota di assunzioni nelle professioni non qualificate (21,5% contro il 13,1% a livello nazionale e il 13,2% del Nord Est). Considerate le tipologie di richieste professionali è naturale che vi sia un collegamento con i relativi titoli di studio. Nel 40,0% dei casi è necessaria la sola scuola dell’obbligo, nel 34,8% un titolo di scuola secondaria, mentre per il 14,5% dei casi è indispensabile essere in possesso di diplomi e lauree universitarie, maggiormente richiesti dalle imprese medie e grandi e prevalentemente nel settore dei servizi. La formazione scolastica non costituisce comunque l’unico percorso utile a raggiungere la competenza complessiva richiesta dal datore di lavoro, anzi, per il 57,2% delle assunzioni, è necessario disporre anche di un’esperienza specifica.  
   
   
NASCE LO IN PIEMONTE LO SPORTELLO DELL´INVENTORE, SIGLATO IL PROTOCOLLO D´INTESA TRA CONFARTIGIANATO E CENTRO SVILUPPO BREVETTI  
 
Torino, 21 novembre 2013 - L’assessore alla Ricerca e Innovazione e al Commercio Agostino Ghiglia è intervenuto ieri mattina alla firma del protocollo d’intesa fra Confartigianato Imprese Piemonte ed il Centro Sviluppo Brevetti per la nascita dello Sportello dell’inventore, che darà la possibilità ad una buona idea di diventare impresa sfruttando la rete regionale delle associazioni Confartigianato ed il portale delle invenzioni www.Italiainventa.com "Idea intelligente e creativa, le cose semplici sono da sempre le grandi leve dello sviluppo economico - commenta Ghiglia - Una rete conoscitiva di intelligenze e di idee, messa a disposizione di un mercato potenziale enorme, rappresenta anche una leva occupazionale di cui in questi anni sentiamo un drammatico bisogno. Tutti i giorni le isitituzioni sono chiamate a rispondere della crisi e le associazioni di categoria ci chiedono interventi che, come Regione, abbiamo sempre cercato di attivare ma la ripresa dell´economia passa anche attraverso iniziative come questa, segnale di un "risveglio" collettivo dell´associazionismo, che ritrova nuova linfa e si fa proattivo. Da parte della Giunta rinnovo l´impegno ad investire in più possibile, anche nella prossima programmazione dei fondi europei, in ricerca, innovazione e internalizzazione, non solo in termini di progettualitàma anche come modello culturale".  
   
   
LODI - PERFORMANCE NEGATIVE PER COMMERCIO E SERVIZI NEL III TRIMESTRE  
 
 Lodi, 21 novembre 2013 - I dati di Unioncamere Lombardia relativi a Commercio e Servizi completano l’indagine congiunturale relativa al terzo trimestre dell’anno, condotta in collaborazione con il sistema camerale lombardo, confermando i segnali di rallentamento già manifestati da manifattura e artigianato. Le variazioni riferite al settore del Commercio mantengono segno negativo, ma la fase sfavorevole sembra attenuarsi. Il volume degli affari cala del 3,43% su base annua mantenendo inalterata la percentuale del dato tendenziale del trimestre precedente. Anche gli ordini risultano in calo rispetto allo stesso trimestre del 2012 (-57,78%) con un valore simile in rapporto allo stesso dato tendenziale del trimestre precedente (-60%). È diffuso un giudizio di eccedenza sulle scorte. Per quanto riguarda le aspettative, dopo tre trimestri consecutivi all’insegna di stime negative sul volume d’affari, assistiamo ad un timido segnale di fiducia. Tutti gli indicatori a livello regionale mantengono lo stesso segno dei dati locali anche se le variazioni risultano più attenuate. Per quanto riguarda invece i Servizi, la variazione di tendenza del terzo trimestre dell’anno fa registrare una flessione rispetto al dato del precedente trimestre (-5,85%), che risultava comunque negativo (-3,26%). Dello stesso segno è la variazione congiunturale che indica un peggioramento del -7,50%, in contrasto con la variazione positiva rilevata nel Ii trimestre. L’occupazione è in calo (-0,85%) e i prezzi sono pressoché stabili ma registrano comunque segno negativo (-0,49%). Per quanto riguarda le aspettative sul volume di affari e sull’occupazione, si può notare un leggero miglioramento. Nonostante prevalga un’aspettativa di diminuzione sia del volume d’affari che dell’occupazione, il saldo appare meno pesante rispetto allo scorso trimestre. I giudizi rimangono improntati al pessimismo, dunque, ma aumenta il numero di coloro che guardano con più fiducia al futuro. I dati di Lodi risultano molto allineati a quelli definiti per l’intera regione ad esclusione dell’occupazione che, nel nostro territorio, risulta riportare una variazione negativa maggiore. “I dati congiunturali al terzo trimestre di commercio e servizi riportano un andamento negativo, bilanciato solo in parte da alcuni picchi positivi di manifattura e artigianato. Si tratta di settori che stanno vivendo una forte crisi e che necessitano di essere supportati. La speranza è che anche in vista dei preparativi dell’Expo, ci possano essere delle opportunità da cogliere anche per il tessuto locale” ha dichiarato Alessandro Zucchetti, presidente della Camera di Commercio di Lodi.  
   
   
MILANO FASHION GLOBAL SUMMIT 2013  
 
Milano, 21 novembre 2013 - Ieri si sono svolti i lavori del Milano Fashion Global Summit, l’iniziativa organizzata da Class Editori in collaborazione con Camera Nazionale della Moda Italiana, The Wall Street Journal Europe e Bank of America–Merrill Lynch, che questo anno ha come tema “Golden Age, Golden Bridges, i link per avanzare: Touch, Taste & Travel”. Di seguito la sintesi dei principali interventi del pomeriggio. Frida Giannini, Creative Director di Gucci - “Gucci è un marchio globale e la nostra collezione nasce per essere globale anche se poi, già in fase di progettazione, vengono effettuati dei piccoli accorgimenti a livello di singoli paesi per rispettare le differenze culturali. Ribadiamo la vocazione lifestyle del marchio Gucci e la sua tradizionale poliedricità in diversi ambiti che vanno oltre il mondo della moda. Abbiamo accettato alcune collaborazioni perchè celebravamo un’altra incona, come nel caso di Fiat. E’ un modo di raccontare l’artigianalità e il Made in Italy. E il rilancio di Richard Ginori, a poco più di sei mesi dell’acquisizione da parte di Gucci, va in questa direzione”. Jacques Antoine Granjon, Chairman, Chief Executive and Founder vente-privee.com “La tecnologia ha cambiato e cambierà sempre di più le aziende in termini di crescita e di creazione e sviluppo dei brand. Negli anni Vente Privée ha creato una nuova esperienza di shopping che usa i codici del lusso e che si fonda su alcuni elementi essenziali, ma che richiedono grandi investimenti: una piattaforma tecnologica all’avanguardia, la produzione di immagini di elevata qualità per le vetrine virtuali, una logistica capillare disegnata per la consegna diretta ai clienti, un accurato servizio alla clientela. Di questi il più importante è il servizio clienti che è il mezzo migliore per sviluppare il business non solo per quanto riguarda l’e-commerce ma anche per quanto riguarda il commercio tradizionale. Ormai il 43% delle nostre vendite sono effettuate attraverso device mobili (smartphone e tablet), e questo indica che i clienti sono sempre più evoluti, hanno la conoscenza sui prodotti a portata di mano attraverso la tecnologia: raccolgono informazioni in rete e poi acquistano nel negozio fisico, oppure fotografano i barcode nei negozi fisici per poi confrontare prezzi e prodotti online. Ci stiamo muovendo sempre di più verso un Connected Commerce, per una sempre più completa integrazione tra e-commerce e commercio tradizionale”. Massimo Carraro, Presidente e Ceo Gruppo Morellato - “L’e-commerce è cambiato ed è cresciuto rispetto a tre o anche a cinque anni fa perché sono cambiati i clienti e i device attraverso cui si accede alla rete. Questo, tuttavia, non significa che l’e-commerce segua un percorso diverso rispetto alle vendite nei negozi fisici, perché sempre più spesso l’acquisto online viene effettuato dopo la visita in uno store fisico o viceversa. Oggi i consumatori vogliono vivere la marca costruendo la propria shopping experience online e offline, quindi per le aziende non deve essere importante la quota di fatturato prodotta dall’e-commerce, ma quanto quest’ultimo contribuisce a costruire il brand e a rinsaldare la relazione con i clienti. Questo non accade solo in Europa, ma in tutto il mondo. Se ci rivolgiamo a un nuovo mercato, come ad esempio quello asiatico, dovremo comunicare i nostri valori e le nostre radici culturali che qui invece sono conosciuti, ma il modo di dialogare con il consumatore è ormai il medesimo in tutto il mondo, grazie alle innovazioni tecnologiche”. Andrea Morante, Ceo Pomellato - “Il settore aggregato del lusso è arrivato in ritardo sull’uso del commercio online, perché essendo un settore che genera comunque guadagni, non ha sentito il bisogno di concentrarsi sulle opportunità offerte da questa evoluzione del commercio. Tuttavia oggi non si tratta più di una opportunità ma di una necessità, sono sempre di più i consumatori che fanno le scelte di acquisto online. Oggi non è più sufficiente avere un ruolo rilevante nel settore del lusso, ma riuscire a individuare il modello giusto per avere successo anche in futuro, mantenendo il passo con la rapida evoluzione della tecnologia. Per questo molte società produttrici di beni di lusso si stanno trasferendo nella Sylicon Valley, cuore pulsante dell’innovazione tecnologica”.  
   
   
LOMBARDIA TRA LE PRIME DIECI REGIONI EUROPEE PIÙ ATTRATTIVE. MILANO ALL’8° POSTO TRA LE CITTÀ DELL’UNIONE EUROPEA.  
 
Milano, 21 novembre 2013 - Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA), Camera di commercio di Milano e Promos hanno organizzato a Milano, presso la sede dell’Ente Camerale milanese, una tavola rotonda dal titolo “Investimenti in Italia: la pubblica amministrazione dialoga con le imprese”. L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di creare un tavolo di confronto sul tema dell’attrattività del territorio e degli investimenti diretti esteri in Italia, che ha coinvolto sia rappresentanti dell’amministrazione centrale e locale - Ministero degli Affari Esteri, Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Lombardia e Comune di Milano - che esperti e rappresentanti di enti bilaterali quali, multinazionali e istituti bancari, con la finalità di stimolare il dialogo tra pubblica amministrazione, imprese e professionisti. Nel corso dei lavori l’attenzione è stata rivolta, in particolare, alle modalità e agli strumenti utili per individuare nuovi strumenti e azioni per intercettare ed aumentare il flusso di IDE in Italia, agli elementi di difficoltà per le imprese estere che investono in Italia e alle possibili soluzioni ed azioni che la PA può mettere in atto per facilitare gli investimenti. “Gli investimenti esteri sono fondamentali per lo sviluppo del sistema paese - ha dichiarato Pier Andrea Chevallard – Segretario Generale della Camera di commercio di Milano e Direttore dell’Azienda Speciale Promos per l’Internazionalizzazione - perché contribuiscono allo sviluppo del territorio, a generare nuovi posti di lavoro, a portare nuove risorse finanziarie e a facilitare i rapporti commerciali delle nostre imprese, aprendo loro più facilmente anche le porte dei mercati internazionali. Ad oggi in Italia vi sono oltre 8mila imprese a partecipazione estera, con un fatturato generato pari a circa 445 miliardi di euro all’anno e che danno lavoro a più di 900mila dipendenti – ha proseguito Chevallard - Sono dati significativi, ma è necessario che pubblico e privato facciano sistema e massimizzino i propri sforzi per far crescere ulteriormente questi numeri”. “Questa tavola rotonda è stata organizzata proprio per mettere di fronte operatori pubblici e privati per discutere come far si che la PA, centrale ma soprattutto locale, aiuti ad aumentare la capacità dell´Italia di attrarre investimenti - ha evidenziato Giovanni Tria, Presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Lo scopo è identificare problemi specifici per poterli superare cercando in primo luogo di diminuire i costi che questi generano e disegnare percorsi di approfondimento e di formazione per dirigenti pubblici e privati al fine di fornire un miglioramento organizzativo e gestionale. In questo senso, l´incontro apre un impegno della Scuola Nazionale dell´Amministrazione su questi temi, qui in Lombardia, in possibile collaborazione con Promos e Globus et Locus”. “La pubblica amministrazione – ha dichiarato Piero Bassetti, presidente di Globus et Locus - può dialogare con le imprese facendo fronte, in un mondo non più articolato ma sintetico, alla necessità delle imprese che entrano nel nostro Paese per investire, di avere un interlocutore unico e non disarticolato e pluralista. L’impresa ha unità di comando, ma la pubblica amministrazione fa fatica a trovarla. Questa riunificazione esige professionalità: Promos può offrire la sua per assistere l’impresa che vuole investire L’Osservatorio degli investimenti esteri in Italia di Camera di Commercio di Milano, gestito dalla struttura Invest in Lombardy, ha rilevato che nel contesto economico attuale è in atto un significativo calo degli investimenti cross border a livello mondiale, che diminuiscono sia come numero di progetti (-18% 2012 rispetto al 2011) che come numero di posti di lavoro creati e volumi di capitali coinvolti. E’ una contrazione che riguarda soprattutto i nuovi progetti di investimento nei Paesi sviluppati, con l’Europa in prima linea, e l’Italia purtroppo non fa eccezione: nel 2012 il nostro Paese ha attratto solo 117 progetti greenfield, con un calo del 21% rispetto all’anno precedente. Nonostante il contesto economico incerto e una significativa riduzione del numero di progetti, Milano e la Lombardia mantengono le performance migliori del Paese: la Lombardia è rimasta tra le dieci regioni dell´Europa occidentale più attrattive per gli investimenti e Milano si colloca all´8° posto tra le città dell´Europa occidentale per numero di progetti di investimento in entrata durante la decade 2003-2012, prima di Amsterdam, Berlino, Vienna, Stoccolma, Bruxelles, Düsseldorf, Copenhagen, Zurigo e Amburgo. Tra i settori che trainano la Lombardia come destinazione privilegiata per gli investimenti ci sono: Vendite e marketing (con una quota pari al 34%); Retail (20%) e Business Services (20%); Tessile (19%) e Ict Service (19%). Un investitore estero che intende approcciare con successo il mercato italiano, necessita di conoscerne dinamiche e normative e di possedere tutti gli strumenti che occorrono per muoversi adeguatamente in un contesto nuovo. Per facilitare questo processo, NIBI - Nuovo Istituto di Business Internazionale della Camera di commercio di Milano e Invest in Lombardy avvieranno nel 2014 un Corso executive dedicato a manager di multinazionali estere, a funzionari di Enti e Istituzioni estere in Italia, a professionisti e operatori italiani che lavorano con multinazionali estere.  
   
   
PARTE DA TORINO LA SETTIMANA DEGLI EEN DAYS: SEMINARI, WORKSHOP, EVENTI B2B DEDICATI ALLA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020  
 
Torino, 21 novembre 2013 - Lunedì 25 novembre alle ore 9.00 presso il Centro Congressi Torino Incontra (Sala Cavour) di Via Nino Costa 8 a Torino, la Camera di commercio di Torino, Unioncamere Piemonte, Confindustria Piemonte e Finpiemonte organizzano il seminario "La programmazione comunitaria 2014-2020: quali opportunità per le imprese?”. L’iniziativa rientra nell’ambito degli Een Days italiani, una settimana (dal 25 al 30 novembre) di seminari, workshop, eventi B2b organizzati dai partner italiani dell’Enterprise Europe Network (Een) all’interno della Settimana europea delle Pmi. Een è la rete creata dalla Commissione Europea per sostenere la competitività e l’innovazione, che fornisce assistenza su finanziamenti e normative comunitarie, ricerca partner per collaborazioni internazionali in ambito commerciale, tecnologico e di ricerca. Il punto di contatto locale per il nord-ovest è il Consorzio Alps, di cui fanno parte la Camera di commercio di Torino, Unioncamere Piemonte, Confindustria Piemonte, Finpiemonte, Unioncamere Liguria e Attiva srl (società in house della Chambre Valdôtaine). Ad aprire la settimana degli Een Days sarà proprio l’evento torinese, che vedrà la partecipazione di rappresentanti della Commissione Europea e di Eaci (Agenzia esecutiva per la Competitività e l´Innovazione), che illustreranno la nuova programmazione comunitaria 2014-2020, in particolare per quel che riguarda i programmi Cosme e Horizon 2020. L’evento rappresenterà anche l’occasione per rilanciare la Conferenza annuale di Een 2014, che il 15 e il 16 ottobre prossimi trasformerà Torino e il Piemonte nel cuore dell’Europa a sostegno dell’impresa.  
   
   
ILVA E RIAPERTURA AIA. VENDOLA SCRIVE A ORLANDO  
 
Bari, 21 novembre 2013 -A seguito delle dichiarazioni del sub commissario dell’Ilva Edo Ronchi, in relazione alla possibilità che “l’applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili consentivano e consentono di stare a 0,1 nanogrammi” per quanto riguarda le emissioni di diossine e furani, il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha scritto al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando “affinchè le competenti strutture ministeriali vogliano porre in essere, con la necessaria tempestività, le azioni necessarie ad introdurre le opportune variazioni nell’Aia”. Di seguito il testo integrale della lettera che il Presidente Vendola ha inviato al Ministro Andrea Orlando. “la stampa riporta oggi una dichiarazione dell’On.le Edo Ronchi, sub Commissario Ilva, in base alle quali le performance ambientali del camino E 312 dello stabilimento tarantino, relativo all’impianto di agglomerazione, sarebbero suscettibili di implementazioni ulteriori rispetto a quanto previsto nell’Aia in essere. In particolare, in relazione alle emissioni di diossine e furani, il sub Commissario ha dichiarato che l’applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili “consentivano e consentono di stare a 0,1 nanogrammi”. La comunità pugliese ha vivo interesse al perseguimento di tali obiettivi, che consentirebbero di ridurre ulteriormente i livelli di emissione dell’impianto di agglomerazione, attualmente contenuti nel valore limite di 0,3 ng/mc teq (destinati a scendere a 0,2 ng/nmc teq). Per queste ragioni, Ti chiedo di voler disporre affinchè le competenti strutture ministeriali vogliano porre in essere, con la necessaria tempestività, le azioni necessarie ad introdurre le opportune variazioni nell’Aia, anche ai sensi dell’art. 29/octies del d.Lgs. 152/2006. Ciò, anche in considerazione dell’imminente approvazione del Piano delle Misure di cui all’art. 1 , comma 5, d.L. 61/2016, e della successiva elaborazione del Piano Industriale a cura del Commissario Straordinario”.  
   
   
SONDRIO, LEGGERA CRESCITA PER LE ATTIVITÀ ECONOMICHE PROVINCIALI  
 
Sondrio, 21 novembre 2013 - La Camera di Commercio di Sondrio ha pubblicato i dati relativi alla congiuntura del terzo trimestre 2013 nel territorio provinciale. Nel terzo trimestre 2013 è continuata l´espansione delle attività economiche anche se viene registrato un significativo calo dell´impeto proveniente dai paesi emergenti. Le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso anche se il rallentamento dell´economia cinese sembra essersi fermato ma, d´altro canto, va rilevato che pesano le incertezze legate agli effetti dello shutdown degli Usa a seguito della mancata approvazione del bilancio federale. Dopo sei mesi in rosso, il Pil della zona Euro è tornato a crescere nel secondo trimestre 2013. In Italia, nel terzo trimestre 2013, si sono registrati dei segnali incoraggianti grazie anche alla ripresa delle attività in Europa. E´ stato registrato un calo della produzione industriale a luglio e - in misura minore - ad agosto. Si stima che la caduta del Pil nei mesi estivi si sia fermata e si auspica un´inversione di tendenza in senso positivo entro la fine dell´anno. L´attività economica ha beneficiato in modo significativo dell´andamento delle esportazioni specie nei confronti degli altri paesi della zona Euro. Il quadro complessivo resta comunque ancora incerto. La crescita della disoccupazione, particolarmente intensa all´inizio dell´anno, si è attenuata nei mesi successivi raggiungendo comunque il 12% nel secondo trimestre. La disoccupazione giovanile ha toccato il livello storico del 40%. In Lombardia, nell´indagine congiunturale effettuata, i dati relativi al terzo trimestre 2013 mostrano, relativamente alla produzione industriale, variazioni congiunturali leggermente negative e variazioni tendenziali positive, in un quadro che sembra di stabilizzazione delle condizioni congiunturali. Si ricorda comunque che i dati relativi al terzo trimestre possono mostrare delle condizioni specifiche dovute anche al peso delle ferie che continua ad incidere, nonostante i tentativi di destagionalizzazione sempre più accurati. In questo quadro, in Lombardia la Cig ha raggiunto in media il 2,7% delle ore lavorate, in calo rispetto al periodo precedente; a Sondrio, con un dato del 6,1%, si registra un leggero aumento rispetto al trimestre precedente. In provincia di Sondrio nel settore industriale manifatturiero aumentano gli ordinativi, mentre si riducono produzione industriale e fatturato, sia interno sia estero. Si osserva stabilità per il trend degli ordinativi esteri ma trend ancora in calo per ordinativi interni e totali e per fatturato interno e totale. Nell´artigianato manifatturiero si riducono gli ordinativi interni, esteri e totali. Stabile la produzione industriale. In aumento il fatturato estero, mentre si registrano contrazioni per il fatturato interno e totale. Osservando l´andamento di lungo periodo, le curve di trend relative a ordinativi esteri e fatturato estero restano in aumento. Il settore del commercio registra incrementi (volume d´affari) a livello congiunturale e tendenziale, situazione che non si verificava da moltri trimestri (da prima della crisi). Per il settore dei servizi, gli indicatori del volume di affari per il terzo trimestre 2013 sono positivi, di misura, a livello congiunturale e negativi - e più negativi di quanto registrato nel periodo precedente - a livello tendenziale. Relativamente al commercio estero, i dati del secondo trimestre (ultimi dati disponibili) mostrano per la provincia di Sondrio dati in aumento sia per l´import sia per l´export a livello congiunturale, ma diminuzioni a livello tendenziale (nel secondo trimestre l´export si riduce del 7,5% rispetto al secondo trimestre 2012). Con riferimento al credito, i dati relativi ai depositi nel secondo trimestre 2013 registrano diminuzioni a livello congiunturale ma aumenti a livello tendenziale. Per gli impieghi invece si verifica l´opposto, aumenti a livello tendenziale e diminuzioni a livello congiunturale. Le aspettative degli imprenditori industriali coinvolti nell´indagine campionaria effettuata in provincia di Sondrio rilevano dati postivi per la domanda interna, sia per la domanda estera, dati che erano negativi nel periodo precedente. Positive anche le aspettative relative a produzione e occupazione. Nel settore artigiano manifatturiero della provincia di Sondrio le aspettative dichiarate dagli imprenditori - sempre sulla base dell´indagine congiunturale effettuata - sono stabili per la domanda interna, positive per la domanda estera, positive per la produzione e leggermente negative per l´occupazione. Nel quadro del benchmarking territoriale con gli altri territori alpini, si rileva che le imprese attive aumentano a Bolzano e anche a Sondrio e VCO, mentre si riducono negli altri territori. L´aumento maggiore è a Bolzano (+0,3%), la contrazione maggiore a Trento (-0,5%), che nel periodo precedente aveva invece registrato l´aumento maggiore. Spostandosi a considerare l´export, si rileva che a livello congiunturale l´export si contrae a Cuneo e aumenta altrove, mentre a livello tendenziale aumenta a Trento e Bolzano e si riduce altrove. Ad Aosta e Sondrio l´export nel secondo trimestre 2013 si contrae del 7% circa rispetto al secondo trimestre 2012. A Bolzano aumenta invece del 7% rispetto al secondo trimestre 2012. CORSO DI FORMAZIONE "FARE IMPRESA DIGITALE" Milano, 21 novembre 2013 - A partire dalle ore 9 di mercoledì 27 novembre sarà possibile presentare le domande relative al bando per i corsi di formazione in economia digitale della Camera di Commercio di Milano, rivolti alle micro e piccole imprese di tutti i settori. L´obiettivo è quello di favorire la riduzione del digital divide e stimolare l´utilizzo delle nuove tecnologie digitali per migliorare il business e aprirsi a nuovi mercati. Il bando rientra nel progetto "Fare impresa digitale", realizzato con il contributo di Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano, Provincia di Milano, in collaborazione con il Comune di Milano. Il bando prevede la realizzazione due percorsi di formazione, gratuiti - il primo dedicato all´e-commerce, il secondo al social media marketing - strutturati in quattro moduli: - Modulo 1 martedì 14 gennaio giovedì 13 febbraio - Modulo 2 martedì 21 gennaio giovedì 20 febbraio - Mudulo 3 martedì 28 gennaio giovedì 27 febbraio - Modulo 4 martedì 4 febbraio giovedì 6 marzo Le lezioni avranno inizio alle 9.00 e termineranno indicativamente alle 18.00 Ogni corso sarà attivato al raggiungimento di un numero minimo di 15 imprese partecipanti, e fino ad un massimo di 24 imprese partecipanti. L presentazione della domanda può essere effettuata dalle ore 9 del 27 novembre fino ad esaurimento dei posti disponibili e comunque entro e non oltre le ore 12 dell´08 gennaio 2014. Informazioni e bando sono scaricabili dall´apposita pagina del sito camerale. E´ possibile compilare la modulistica allegata al bando e inviarla via mail all´indirizzo protocollo.cciaa@mi.legalmail.camcom.it  da un indirizzo di posta elettronica certificata(PEC).  
   
   
PAVIA, PRIMI SEGNALI DI RIPRESA NEL III TRIMESTRE 2013  
 
Pavia, 21 novembre 2013 - Continua il lungo periodo di sofferenza dell’industria pavese che registra ancora, nel trimestre estivo, seppur con valori meno negativi rispetto ai periodi precedenti, un calo della produzione, su base annua, pari al 2,3%, ed una lieve flessione, contenuta in due decimi di punto (â€0,21%) che dimostra una sostanziale stabilità, nel dato produttivo congiunturale. Complessivamente il quadro economico dipinto dall’analisi congiunturale trimestrale dell’industria manifatturiera pavese, realizzata dall’Ufficio Studi di Camera di Commercio in collaborazione con Unioncamere Lombardia, Regione Lombardia, Confindustria e Associazioni Artigianato su un numero rappresentativo di imprese del settore, mostra dunque un’attenuazione della dinamica recessiva della produzione manifatturiera nel terzo trimestre dell’anno, confermata, peraltro, da altri indicatori positivi, che lasciano sperare in una prima timida inversione del percorso discendente dell’attività industriale del territorio. Anche in provincia di Pavia si iniziano ad avvertire i primi timidi segnali di un possibile rilancio dell’economia, come segnalato ultimamente da più parti anche a livello nazionale. I livelli produttivi, tuttavia, accumulano il decremento sofferto negli anni di crisi e continuano nel processo di discesa, giungendo a quota 88,52, un valore di minimo storico secondo solo a quello riscontrato nella provincia nel secondo trimestre 2009 (l’anno peggiore della crisi) e molto lontano sia dalla quota base (2005=100), sia dai valori preâ€crisi. Il trend dell’indice grezzo che misura il volume della produzione descrive, infatti, una curva che rimane molto al di sotto e in controtendenza rispetto a quella lombarda. Nel confronto territoriale, la dinamica della produzione industriale pavese, per il trimestre di riferimento, presenta una variazione congiunturale di stazionarietà identica a quella regionale (â€0,2%) in contrasto con il dato tendenziale, positivo in Lombardia per oltre 6 decimi di punto percentuale. La dimensione regionale di questo indicatore offre tuttavia altri segni negativi in corrispondenza delle province di Cremona, Sondrio, Varese e Monza Brianza mentre, come testimonia il grafico successivo, la variazione annua è stata positiva per tutte le restanti 7 province. Se l’ottica temporale si estende ai primi nove mesi dell’anno invece solo Mantova e Lodi sono in territorio positivo. In questo caso, la variazione media della produzione pavese, tra gennaio e settembre 2013, allunga la distanza sul corrispondente periodo fino a â€3%. L’analisi settoriale relativa alla produzione evidenzia, in sintesi, per il trimestre di riferimento, incrementi tendenziali positivi per l’abbigliamento, il tessile e la gommaâ€plastica, mentre rispetto ai tre mesi precedenti spunta valori positivi, oltre all’abbigliamento, soltanto la siderurgia. La disaggregazione per classe dimensionale mostra flessioni produttive per le imprese medie e piccole (rispettivamente â€7,2,% e â€4,9% la variazione tendenziale della produzione) mentre gli aziende più grandi dimostrano di saper affrontare meglio le difficoltà della crisi. Se si considerano le altre variabili indagate dalla presente analisi, il segno positivo appare sia negli indicatori congiunturali sia in quelli tendenziali. Il trend degli ordini del mercato interno recupera oltre l’8% su base annua e il 7,3% rispetto al trimestre precedente e continua l’incremento delle commesse estere che spuntano performances positive, sia rispetto ai mesi estivi del 2012 (+4%), sia rispetto al secondo trimestre dell’anno (+3,4%). Anche il fatturato registra segnali di miglioramento attestandosi su valori di stabilità (+0,9% dato tendenziale e â€0,1% dato congiunturale). La ripresa ciclica della domanda estera si è riverberata, in senso positivo, sulle vendite del trimestre (+3,7%, dato deflazionato e corretto per giorni lavorativi) che hanno inciso a loro volta sulla quota di fatturato estero sul totale, che passa dal 27 al 32 per cento, nel trimestre estivo. Allargando il novero degli indicatori relativi al terzo trimestre dell’anno, si può verificare come il tasso di utilizzo degli impianti (dato destagionalizzato), nella nostra provincia, sia rimasto sostanzialmente invariato, collocandosi attorno al 55,4%. Viceversa, il periodo di produzione assicurata è aumentato, andando a toccare un valore pari a 34,4 mentre le scorte di prodotti finiti e di materie per la produzione hanno conosciuto un lieve decremento. Proprio in considerazione del tasso di attività degli impianti, ancora inferiore alla capacità produttiva ottimale, si può quindi intuire, sulla base del quadro congiunturale emerso, come gli spazi per un incremento della produzione e del fatturato, soprattutto di derivazione estera, siano ancora possibili. L’occupazione per l’industria ripropone sul nostro territorio un saldo ancora negativo (â€0,4%) che, tuttavia, tende ad annullarsi e che rimane in linea con i primi due trimestri dell’anno. Tale risultato è interamente imputabile all’aumento del tasso di uscita a fronte di un tasso d’ingresso che rimane stabile. Segnali di distensione arrivano inoltre dai dati sulla Cig, grazie alla riduzione sia della quota di aziende che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione (27,9%), sia della quota sul monte ore (2,1%) anche se per ora non è possibile dire con precisione se questo dato sia frutto di una minore richiesta di sostegno alle aziende oppure della limitatezza delle risorse economiche a disposizione o infine derivi dal fatto che alcune nostre aziende non ne abbiano più diritto. L’artigianato manifatturiero pavese segue l’andamento dell’industria e conferma nel dato congiunturale (+0,01%) i segnali di stabilizzazione anticipati dalla produzione nel trimestre precedente. Anche il dato tendenziale sospende la discesa, che continuava da oltre cinque trimestri e, pur se ancora negativo (â€0,59%), spunta un valore prossimo allo zero. Il quadro che emerge dai dati del terzo trimestre dunque si configura, per il settore artigianato della provincia, come una stabilizzazione dei livelli produttivi che interrompe il trend negativo degli ultimi periodi registrando un indice di produzione che sale a quota 70,4 (dato destagionalizzato, base anno 2005=100) e che disegna una curva che inverte, anche se lievemente, la tendenza. Gli ordinativi acquisiti nel trimestre dalle imprese manifatturiere artigiane rimangono in territorio negativo, anche se solo per alcuni decimi di punto percentuale, e ripropongono una divaricazione degli andamenti in funzione del mercato di destinazione: più sfavorevoli per l’interno (â€0,7%) e più vantaggiosi per il mercato estero (â€0,3%). Il fatturato totale cresce, sia rispetto al corrispettivo periodo dello scorso anno (+2,65%), sia rispetto ai tre mesi precedenti (+1,83%). Meno brillante invece la ricaduta dell’incremento delle esportazioni delle aziende artigiane che non produce un effetto significativo sui risultati complessivi che evidenziano al contrario una diminuzione della quota del fatturato estero sul totale che si attesta sul 2,8% (dato destagionalizzato). Il portafoglio ordini si riduce, assicurando poco meno di 23 giornate di produzione nel trimestre, e si registra una leggera flessione dell’utilizzo degli impianti che scende al 60,7%, posizionandosi comunque su livelli più elevati rispetto a quelli medi dello scorso anno. In questo contesto economico, caratterizzato da luci e ombre, anche le aspettative degli imprenditori industriali, per l’ultimo quarto del 2013, sembrano adeguarsi all’incertezza del momento e, a previsioni positive limitatamente alla produzione e alla domanda interna, affiancano pronostici negativi per l’occupazione e per la domanda estera, entrambe in rafforzamento nei trimestri precedenti. Nel caso dell’artigianato tutte le aspettative sono in territorio negativo ed in peggioramento, solo la domanda estera sembra contenere la sfiducia degli imprenditori artigiani. "I segnali emersi dall´indagine congiunturale nella nostra provincia - commenta Giacomo de Ghislanzoni Cardoli, presidente della Cdc di Pavia - anche se più vicini alla stabilitàche a un recupero effettivo, fanno sperare che le previsioni macroeconomiche positive previste per fine anno e per l’inizio dell’anno nuovo si avverino. Si parla di cifre percentuali modeste per questo terzo trimestre del 2013 (che †non bisogna dimenticare †include l’´anomalo´ periodo estivo) che non sciolgono l’incertezza sul carattere e sull’intensità della ripresa ma che concedono qualche timida speranza. A fianco di questi indizi incoraggianti, permangono tuttavia alcune note dolenti tra cui i dati relativi all’occupazione, che purtroppo continuano ad essere critici e con poche prospettive di recupero a breve termine, e quelli riguardanti la situazione di criticità che vivono molte nostre imprese nei vari settori. La Camera di Commercio ha attivato e si sta impegnando in strategie di intervento, anche in collaborazione con altri attori del territorio, tese a recuperare il massimo di competitività del sistema economico provinciale sia attraverso il rafforzamento del tessuto produttivo sia stimolando le capacità delle nostre imprese ad internazionalizzarsi e ad innovarsi, nella consapevolezza che la ripresa passa attraverso queste leve". Dal canto suo, Alberto Cazzani, presidente di Confindustria, sottolinea come "i dati congiunturali del terzo trimestre 2013 ripropongono, purtroppo, la debolezza dell’andamento dell’economia pavese, soprattutto nel comporto industriale, in controtendenza anche nel confronto regionale. A farne le spese gran parte del settore manifatturiero, motore fondamentale del nostro territorio, ed in particolare la piccola e media impresa. L’analisi settoriale relativa alla produzione evidenzia, infatti, per il trimestre di riferimento, incrementi tendenziali positivi solo per l’abbigliamento, il tessile e la gommaâ€plastica, mentre rispetto ai tre mesi precedenti spunta valori positivi, oltre all’abbigliamento, soltanto la siderurgia. Inevitabili, quindi, le ripercussioni anche sull’occupazione che mostra una variazione negativa dello 0,4% nel saldo tra gli ingressi e le uscite. In conclusione, l’Europa è in crisi, l’Italia è ferma, Pavia arretra. Temo quindi che le conseguenze della deindustrializzazione siano state sottovalutate e che non si sia fatto abbastanza per contrastarla e che non si faccia ancora abbastanza per salvare l’industria. Dobbiamo, infatti, adeguarci alle trasformazioni in corso, che comportano la necessità di innovare, di diversificare, di internazionalizzarsi, di far crescere le dimensioni delle nostre Pmi. Confindustria Pavia lavorerà ad un vero e proprio piano industriale del territorio. Abbiamo la necessità di capire bene come sta cambiando l’industria nella nostra provincia, cosa fare per salvaguardare il grande patrimonio di conoscenze della Pmi manifatturiera, e cosa fare per favorire lo sviluppo di nuovi settori, quali insomma le traiettorie di sviluppo.  
   
   
STATO E DINAMICHE DELL’ECONOMIA REGGINA NEL 3° TRIMESTRE 2013  
 
Reggio Calabria, 21 novembre 2013 - La dinamica delle imprese della provincia di Reggio Calabria nel terzo trimestre 2013 mostra, in termini tendenziali, un calo sia delle iscrizioni (460, a fronte delle 666 del terzo trimestre 2012), sia delle cancellazioni non d’ufficio (309, contro le 493 del terzo trimestre 2012). Nel complesso, le iscrizioni superano di quasi il 50% le cancellazioni, generando un saldo attivo di 151 unità. Il tasso di crescita dello stock (0,3%) conferma una dinamica moderatamente positiva, non molto distante da quella registrata nel terzo trimestre del 2012 (0,35%) o del 2011 (0,32%). Una crescita che, tuttavia, non risulta sufficiente ad assorbire i saldi negativi registrati dall’inizio dell’anno in corso, generando così una lieve contrazione annuale del numero di imprese registrate, ora sceso al di sotto delle cinquantamila unità (49.836, quasi un punto percentuale in meno rispetto alle 50.303 di settembre 2012). Confrontando l’evoluzione congiunturale del terzo trimestre 2013 con i trend rilevati a livello regionale e nazionale emergono dati incoraggianti: il tasso di crescita dello stock di imprese registrate in provincia è allineato a quello riferito alla Calabria (0,30%) e risulta superiore al dato italiano (0,21%). L’analisi settoriale evidenzia che oltre il 60% del totale delle imprese registrate in provincia di Reggio Calabria alla fine del terzo trimestre 2013 appartiene ai tre settori principali dell’economia locale: commercio (35,5% del totale), agricoltura, silvicoltura e pesca (14,8%) e costruzioni (11,1%). Tra questi, soltanto il commercio mostra un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni, che si attesta a 85 unità (oltre metà del saldo provinciale). Ulteriori dati significativi sono quelli che riguardano le procedure fallimentari e concorsuali. Nel terzo trimestre 2013, sono state avviate 12 procedure fallimentari, che si sommano alle 46 già individuate nel corso dell’anno, per un totale di 58 fallimenti. Ben più numerose sono invece le procedure concorsuali, sia nel terzo trimestre 2013, quando si contano ben 30 tra scioglimenti e liquidazioni, sia in termini di valori totali cumulati da inizio anno (266). Suddividendo gli eventi fallimentari e le procedure concorsuali per settore di attività economica, sembra essere il commercio a mostrare segnali di maggior difficoltà, soprattutto alla luce dei problemi che caratterizzano la domanda interna, registrando 17 fallimenti e 11 procedure concorsuali dall’inizio dell’anno. Anche le costruzioni e i trasporti, per via della crisi strutturale che interessa questi settori, mostrano evidenti criticità, raggiungendo complessivamente quota nove fallimenti e 28 aperture concorsuali. “In un contesto così delicato, fare delle scelte per il futuro appare tutt’altro che facile e richiede un continuo e tempestivo aggiornamento delle informazioni sul funzionamento dell’economia locale” dichiara Lucio Dattola, Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria. “Per tale ragione, l’Ente camerale mette a disposizione il servizio di raccolta ed elaborazione di informazioni statistiche congiunturali, affinché possano essere occasione di confronto per un’attenta valutazione sull’evoluzione della struttura imprenditoriale locale e sulle condizioni di difficoltà che interessano le nostre imprese”.  
   
   
LECCO, CONGIUNTURA: MIGLIORANO ARTIGIANATO E DOMANDA INTERNA  
 
Lecco, 21 novembre 2013 - Secondo l’ultima analisi congiunturale realizzata da Unioncamere Lombardia in collaborazione con gli Uffici Studi e Statistica delle Camere di Commercio lombarde, prosegue il lento miglioramento della congiuntura economica della provincia. Infatti, dopo un secondo trimestre positivo per le imprese del comparto industriale (+1,3% la produzione, +2% gli ordini e +0,2% il fatturato), le stesse hanno evidenziato una crescita anche nel periodo estivo (+2,7% la produzione, +0,2% gli ordini e +1,6% il fatturato); la novità è che stavolta a migliorare è stata la domanda interna (ordini +1,2% e fatturato +3,2%), mentre la domanda estera ha evidenziato un rallentamento (ordini –1,7% e fatturato -1,4%). A eccezione della produzione (-2,8%), tornano positivi anche i valori dell’artigianato; ordini +1,1% e fatturato +1,2% (nel secondo trimestre le variazioni tendenziali si erano attestate a -3,2% per la produzione, -0,6% gli ordini e -6,2% il fatturato). I dati del comparto industriale sono positivi anche a livello lombardo: +0,6% la produzione, +3% gli ordini e +2,7% il fatturato (la scorsa indagine aveva evidenziato una crescita di produzione e fatturato, rispettivamente +0,1% e +0,6%, e un calo degli ordini dello 0,2%). Migliorano anche i dati regionali del comparto artigiano: produzione dal -1,9% del secondo trimestre al -0,9% del periodo estivo; ordini da -2,7% a -1,7%; fatturato da -3,4% a +0,2%. “I dati di industria e artigianato sembrano mostrare una prima inversione di tendenza” – sottolinea il Presidente dell’Ente camerale Vico Valassi – “ma, nel complesso, il tessuto economico produttivo locale – e quello nazionale – continua a fronteggiare una situazione non facile, in continua evoluzione e non esente da rischi. Questo richiederà alle aziende ulteriori sforzi, grande attenzione nella ‘navigazione’ e, soprattutto, una forte dose di coraggio imprenditoriale. Per questo – prosegue il Presidente Valassi – “è assolutamente necessario sostenere le Mpmi con azioni concrete e sollecitare la piena realizzazione dell’Agenda Digitale Italiana, mettere a disposizione reti veloci (banda larga e ultralarga), sostenere il trasferimento tecnologico, la ricerca, la nascita di imprese ad alto contenuto innovativo, l’internazionalizzazione, le ‘reti’, l’investimento nel capitale umano”. A Lecco il numero di ore di cassa integrazione guadagni ordinaria autorizzate nei primi nove mesi del 2013 è calato rispetto allo stesso periodo del 2012 (da oltre 5,5 milioni a circa 5,2 milioni di ore: -5,6%; Lombardia +11,2%; Italia +5,9%). Viceversa, cresce la cassa straordinaria: circa 3,6 milioni di ore autorizzate nei primi nove mesi di quest’anno contro 3,5 milioni dello stesso periodo del 2012 (+2,7%) . Cala invece la Cig in deroga: da circa 2,2 milioni di ore autorizzate nei primi nove mesi dello scorso anno a 1,5 dello stesso periodo del 2013, ovvero -32,2%, contro il -24% lombardo e il -22,3% nazionale. Per Lecco le ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate dall’Inps nei primi nove mesi del 2013 sono calate dell’8,2%, attestandosi a 10,2 milioni (contro +9,2% lombardo e il -0,5% nazionale). Industria - Come detto, quasi tutti i principali indicatori industriali evidenziano una variazione positiva rispetto alla scorsa indagine (produzione +2,7% a Lecco e +0,6% in Lombardia; ordini rispettivamente +0,2% e +3%; fatturato +1,6% a Lecco e +2,7% a livello regionale). L’occupazione a Lecco cresce rispetto al 2° trimestre 2013 (+0,9%), mentre cala leggermente in Lombardia (-0,1%) . Nella nostra provincia evidenziano una crescita della produzione rispetto al 3° trimestre 2013 soprattutto i settori: “mezzi di trasporto” (+5,7%), “abbigliamento” (+5%) e “meccanica” (+4,2%). Viceversa, i settori “carta-editoria”, “metallurgia” e “siderurgia” evidenziano un calo della produzione (rispettivamente -6,6%, -1,2% e -1,1%). A livello regionale i tre settori con il maggior incremento della produzione sono: “pelli e calzature” (+4,1%), “abbigliamento” (+2,3%), “mezzi di trasporto” (+2,3%). Viceversa i settori “metallurgia”, “chimica” e “siderurgia” evidenziano cali della produzione (rispettivamente -6,6%, -1,2% e -0,5%). Artigianato - A livello tendenziale la produzione artigiana mostra un calo del 2,8% (contro il -3,2% del trimestre precedente); il fatturato totale cresce dell’1,2% (contro il -6,2%); gli ordini totali registrano un aumento dell’1,1% (contro il -0,6%). Anche a livello regionale si nota un miglioramento dei principali indicatori, ma solo il fatturato evidenzia una variazione positiva: produzione -0,9%; ordini -1,7%; fatturato totale +0,2% (nel 2° trimestre, rispettivamente -1,9%, -2,7%, -3,4%). Negativo anche l’andamento dell’occupazione (-0,4% in Lombardia e -1,2% a Lecco)3. Tutti i settori ad eccezione dei “minerali non metalliferi” (+8%) evidenziano diminuzioni della produzione; in particolare la “gomma-plastica” (-23,7%), l’“abbigliamento” (-4,7%) e il “tessile” (-3,1%). In Lombardia mostrano incrementi della produzione le “pelli e calzature” (+2,4%) e la “meccanica” (+0,8%); viceversa i settori maggiormente in difficoltà sono: la “siderurgia” (-4,2%), gli “alimentari” (-3,8%), e i “minerali non metalliferi” (-3%). Commercio e servizi - Per quanto riguarda il commercio, anche nel terzo trimestre 2013 tutte le province lombarde, tranne Monza, mostrano una diminuzione tendenziale del volume d’affari (Lecco -4,9%; Lombardia -6,4%), evidenziando un peggioramento rispetto al trimestre precedente . Negativo anche il saldo tra coloro che dichiarano un aumento e un calo degli ordini a fornitori (-43,2%, a fronte del -45,1% regionale). Rispetto al 3° trimestre 2012, l’occupazione cala del 2,1% (contro il -1,8% regionale). Per quanto riguarda i servizi, nel terzo trimestre 2013 la provincia di Lecco ha visto un calo tendenziale del volume d’affari (-6,2%, contro il -0,9% regionale; nel trimestre precedente le variazioni erano rispettivamente 10% e -3,5%). Rispetto al 3° trimestre 2012 a Lecco diminuisce dell’1,6% l’occupazione (contro il -2,7% a livello regionale). Le aspettative delle imprese - Per la prima volta dal 1° trimestre 2011, tornano positive le previsioni sulla produzione industriale del prossimo trimestre: il saldo tra gli imprenditori lecchesi ottimisti e quelli pessimisti passa dal -6,2% della scorsa indagine all’attuale +5,3%. Anche le aspettative per la domanda estera e interna migliorano (per la prima il saldo passa da +6,7% a +9,5%; per la domanda interna il saldo passa da –13,8% a -10,9%). Migliorano anche le aspettative sull’occupazione (il saldo passa da -9,8% a 0%). Viceversa peggiorano leggermente le previsioni sul fatturato (il cui saldo passa da +2,5% a +2,1%). Rimangono negative, anche se con saldi migliori rispetto al secondo trimestre, le previsioni relative alla produzione e alla domanda interna del comparto artigiano. Il saldo negativo tra imprenditori ottimisti e pessimisti riferito alla produzione passa da -25,9% a -10%; quello relativo alla domanda interna passa da -30% a -13,8%, e quello del fatturato da -27,2% a -10,1%. Torna positivo il saldo dell’occupazione che si attesta al +2,2% (contro il -3,7% del 2° trimestre 2013). Peggiorano, invece, le aspettative sulla domanda estera: il saldo tra ottimisti e pessimisti passa da -2,4% a -4,9%. Migliorano le previsioni del settore commercio con riferimento al volume d’affari: il saldo tra ottimisti e pessimisti si attesta al -11,4% (era -26,3% nel 2° trimestre), mentre peggiorano quelle sull’occupazione (da -2,6% a -4,7%). Anche nel comparto dei servizi peggiora il saldo tra ottimisti e pessimisti sull’occupazione (da -5,1% a -8,6%), mentre migliora sul volume d’affari (da -32,9% della scorsa indagine all’attuale -21,5%).  
   
   
IN MIGLIORAMENTO IL MERCATO DELLA MANIFATTURA MODENESE  
 
Modena, 21 novembre 2013 -Produzione stazionaria e fatturato in crescita, lieve ripresa del mercato interno e buona intonazione di quello estero. Questi in estrema sintesi i risultati dell’indagine congiunturale sul terzo trimestre 2013, svolta dalla Camera di Commercio di Modena in collaborazione con Cna e Confindustria provinciali, su un campione statisticamente significativo di imprese del settore manifatturiero. Nel dettaglio, la produzione industriale ha mostrato una variazione del -0,3% nel terzo trimestre 2013 rispetto allo stesso trimestre 2012. Se si considera però la variazione rispetto al trimestre precedente emerge un calo del -6,4%. Il fatturato delle aziende ha mantenuto un trend positivo: +3,1% sempre rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. Buone notizie provengono dal mercato sia interno che estero: gli ordini domestici tornano a crescere dopo ben sette trimestri consecutivi di calo (dal quarto trimestre 2011), seppur evidenziando un lieve aumento tendenziale (+0,9%). L’inversione di tendenza di questo indicatore, considerato previsivo rispetto alla dinamica futura della produzione, rappresenta un segnale incoraggiante dopo due anni di contrazioni. Sul fronte estero si registra un netto aumento del trend espansivo degli ordini: +9,9% è la variazione tendenziale del terzo trimestre (nel secondo si era fermata sul +4,4%). Come noto, in questo momento difficile per l’industria modenese e nazionale, le esportazioni rappresentano sempre più un elemento di traino e le aziende che si rivolgono ai mercati internazionali conseguono mediamente performance migliori rispetto alle altre. L’indagine pone ai referenti aziendali anche domande sulle prospettive riguardo al trimestre successivo. Per quanto concerne la produzione, la quota di imprese che si attende stazionarietà è del 70%. Solo l’8% degli intervistati prevede un aumento, mentre il restante 22% ritiene probabile un calo. Si conferma quindi una certa prudenza nel formulare attese ottimistiche. L’andamento settoriale - Il settore alimentare ha visto una inversione positiva del trend produttivo evidenziando un incremento del +5,2%. Il fatturato è in lieve aumento, +0,6%. Gli ordini interni sono fermi sul +0,1%, mentre quelli esteri hanno mostrato un calo del -3,4%. Note dolenti provengono dalla maglieria, dove la produzione ha subito una flessione del -13,8%, e il fatturato del -7,5%. Soltanto gli ordini interni hanno riportato una crescita, +4,3%, mentre quelli esteri sono calati del -9,7%. Anche il comparto delle confezioni di abbigliamento ha indicatori negativi per produzione (-6,8%) e fatturato (-14,2%), mentre la raccolta ordini è stata soddisfacente con incrementi del +4,1% per il mercato interno e del +15% per quello estero. La quota di fatturato che proviene dalle esportazioni è nettamente aumentata negli ultimi trimestri raggiungendo il 49%. Luci e ombre nel settore ceramico: la produzione è calata del -4,3%, il fatturato invece si è incrementato del +1,9%. Gli ordini dal mercato domestico sono diminuiti del -10%, quelli dall’estero aumentano del +11,6%. Il settore che registra un andamento migliore nel terzo trimestre 2013 pare essere il metalmeccanico, che mostra indicatori nel complesso positivi, con aumenti anche a due cifre nel comparto macchine e apparecchiature elettriche ed elettroniche. Tra queste imprese si registrano aumenti consistenti in ogni ambito considerato: produzione (+11,1%), fatturato (+14,3%), ordini interni (+26,7) e ordini esteri (+22,7%). Elevata la quota di fatturato export: 40%. Il comparto prodotti in metallo riporta dati positivi: +5,2% la produzione, +4,6% il fatturato, +5,9% gli ordini interni ed una impennata di quelli esteri (+32,9%). Considerato che queste aziende esportano in media il 27,7% del proprio fatturato, tale incremento lascia ben sperare per il futuro. Il comparto macchine e apparecchi meccanici evidenzia un andamento soddisfacente: +4,1% la produzione, +3,9% il fatturato, +1,8 gli ordini interni e +2,1% quelli esteri. La quota di fatturato proveniente dai mercati esteri è particolarmente elevata: 61,1%. Variegata ma nel complesso positiva appare la situazione dei produttori di mezzi di trasporto, dove la produzione ha mostrato un calo del -10,9% mentre il fatturato è aumentato del +23,6%. Gli ordini interni hanno evidenziato una battuta d’arresto: -0,3% mentre rimane positiva invece la dinamica degli ordinativi dai paesi stranieri, +2,6%. La quota di export è mediamente del 66,2% sul fatturato totale. Gli indicatori del settore biomedicale, infine, rilevano una situazione positiva per produzione (+8,9%), fatturato (+24,8%) e ordini esteri (+13,9%), mentre stagnante appare il mercato interno: +0,1% gli ordinativi raccolti nel trimestre.  
   
   
VCO - RALLENTA LA CADUTA DI PRODUZIONE E FATTURATO  
 
Verbania, 21 novembre 2013 - Nel terzo trimestre dell’anno sembra arrestarsi la caduta di produzione e fatturato: l’andamento dei due indicatori (-0,3% per la produzione e +0,3% per il fatturato) registra un risultato di “tenuta” rispetto a quanto emerso nei primi due trimestri dell’anno, dove la produzione registrava un andamento del -3% rispetto allo stesso periodo del 2012. Negativo, nella prima parte del 2013, anche il fatturato (-5% nel primo trimestre e -1,8% nel secondo). Stazionari i nuovi ordinativi esteri (+0,8%), mentre resta critico, anche nel trimestre luglio-settembre 2013, l’andamento degli ordinativi interni (-2,3%). In generale i risultati provinciali evidenziano performance meno positive rispetto alla media regionale dove la produzione si attesta a 0,6% ed il fatturato a +1,3% rispetto al trimestre luglio-settembre 2012. Non migliorano le aspettative degli operatori economici: saldi negativi per tutti gli indicatori, anche se quasi la maggioranza degli intervistati non si attende un sostanziale cambiamento nella situazione congiunturale nell’ultima parte dell’anno. E’ quanto emerge dall’analisi congiunturale relativa al periodo luglio-settembre 2013 realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con le Camere di commercio provinciali. In lieve diminuzione, seppur influenzato dal trimestre estivo, il grado di utilizzo della capacità produttiva che, nel Vco, nel terzo trimestre 2013 è del 60% (era il 64% tra aprile e giugno), dato in linea alla media regionale (60%). Restano negative le aspettative degli operatori economici per il trimestre ottobre-dicembre 2013 per tutti gli indicatori economici, anche se quasi la maggioranza degli intervistati non si attende un sostanziale cambiamento nella situazione congiunturale nell’ultima parte del 2013. La produzione industriale crescerà per l’11% degli intervistati, registrando un saldo tra ottimisti-pessimisti pari a -28%. Stimato in flessione anche il fatturato (-34%), gli ordinativi totali e quelli interni: rispettivamente -27% il saldo ottimisti-pessimisti per gli ordini totali, -41% per gli ordinativi interni, segnale del perdurare delle difficoltà negli ordini a livello nazionale. In calo anche gli ordinativi esteri -11% anche se 6 intervistati su 10 segnala una stazionarietà dell’indicatore.