Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Ottobre 2006
CAPIRE I CONTENUTI DEI MEDIA: LA COMMISSIONE EUROPEA DÀ IL VIA AD UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA SULL’EDUCAZIONE AI MEDIA  
 
Bruxelles, 9 ottobre 2006 - Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione permettono praticamente a chiunque di pubblicare, diffondere o comunicare, per cui diventa sempre più importante, per l’esercizio attivo delle cittadinanza e della democrazia, che i cittadini siano in grado di valutare il vero valore dei contenuti dei media e di compiere scelte consapevoli: è questo che si intende per educazione ai media. Per approfondire e migliorare l’educazione ai media nell’era digitale la Commissione europea ha avviato il 6 ottobre un’indagine su scala europea sulle buone pratiche; nel 2007sarà presentata una comunicazione che darà conto dei risultati e delle proposte che ne scaturiranno. È stato elaborato un questionario per ottenere il parere del pubblico sull’educazione ai media in relazione alle tecnologie digitali e per raccogliere informazioni sulle iniziative relative alle telecomunicazioni commerciali, all’audiovisivo e al mondo in linea. Le risposte dovranno essere inviate entro il 15 dicembre. “Al giorno d’oggi l’educazione ai media è di importanza vitale per poter esercitare una cittadinanza piena e attiva, così come lo è stata l’alfabetizzazione all’inizio del Xix secolo” ha affermato Viviane Reding, Commissaria responsabile della Società dell’informazione e dei media. “L’educazione ai media ha un’importanza decisiva per sapersi muovere nel nuovo mondo di contenuti accessibile a tutti in banda larga, in qualsiasi momento e ovunque. Mi auguro quindi che la consultazione avviata oggi permetta di evidenziare le buone pratiche a livello europeo e di raccogliere idee per iniziative future. ”. L’educazione ai media abbraccia tutti i mezzi di comunicazione, dalla televisione al cinema, dalla radio alla musica, dalla stampa ai videogiochi e a internet e alle altre nuove tecnologie di comunicazione digitale. Le nuove tecnologie permettono praticamente a chiunque di diffondere pubblicazioni, per cui saper cogliere il significato dei vari messaggi mediatici da cui siamo bombardati quotidianamente diventa una competenza di importanza cruciale, di fronte alla massa inaudita di informazioni e contenuti disponibile sulle reti in banda larga. L’educazione ai media è costituita da un insieme di competenze che consistono nella capacità di comprendere, analizzare e valutare il valore di immagini, suoni e messaggi e di compiere una scelta consapevole. Questo tipo di educazione è destinata ad aiutare i cittadini a riconoscere come i media veicolino percezioni e idee che plasmano la cultura di massa e influenzano le scelte personali: in altre parole, sviluppa il loro senso critico e la capacità di risolvere i problemi in maniera creativa, per farne consumatori informati e produttori di informazioni giudiziosi. L’educazione ai media migliora inoltre la libertà di espressione e il diritto all’informazione e contribuisce quindi a costruire e a sostenere la democrazia. L’educazione ai media è in stretta relazione anche con il miglioramento della regolamentazione, nel senso che una società “alfabetizzata” ai media è una società in grado di esprimere il proprio giudizio e di compiere le proprie scelte e quindi ha meno bisogno di norme dettagliate che la proteggano. Ma queste competenze devono essere rafforzate ed è proprio questo l’obiettivo della consultazione pubblica. Il questionario è diviso in quattro parti: la prima contiene domande generali sull’educazione ai media, mentre le altre tre raccolgono informazioni su iniziative e progetti riguardanti le comunicazioni commerciali, le opere audiovisive e il mondo in linea. La consultazione, che completa l’operato attuale del gruppo di esperti presieduto dalla Commissione europea, rimarrà aperta fino al 15 dicembre. I risultati orienteranno le discussioni, soprattutto nell’ambito del gruppo di esperti sull’educazione ai media, e porteranno all’adozione di una comunicazione della Commissione nella seconda parte del 2007. La consultazione è aperta a tutti gli interessati: organizzazioni del settore dei media, istituti di istruzione formale e non formale, produttori e fornitori di contenuti, istituzioni culturali e istituti di ricerca, autorità di regolamentazione e associazioni di cittadini e di consumatori. L’iniziativa della Commissione sull’educazione ai media forma parte integrante della politica più vasta che mira a rafforzare la fiducia nei contenuti in linea e la loro diffusione (cfr. Ip/06/1071, Ip/06/1124, Ip/06/672, Ip/05/1261 e Ip/05/98). Per ulteriori informazioni sulla consultazione pubblica e sul documento di consultazione invitiamo a visitare il sito: http://ec. Europa. Eu/comm/avpolicy/media_literacy/index_en. Htm .  
   
   
GIORNALISTI: RIUNIONE ANNUALE DEI CENTRI D´INFORMAZIONE DELLA RETE EUROPE DIRECT - BOLOGNA 12 - 13 OTTOBRE 2006  
 
Bologna, 9 ottobre 2006 - Il 12 e 13 ottobre si terrà la riunione annuale dei Centri d’informazione della Rete “Europe Direct” situati nel sud d’Europa, e cioè in Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Slovenia. L’iniziativa, organizzata dalla Direzione Generale Comunicazione della Commissione europea, permetterà ai Centri di approfondire la conoscenza reciproca, di scambiarsi esperienze, di trovare soluzioni comuni. I rappresentanti della stampa potranno partecipare ai lavori nel corso delle seguenti sessioni : Il 12 ottobre alle ore 10 aprirà il convegno Pier Virgilio Dastoli, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Seguirà alle ore 10. 30 l’on. Sandro Gozi, membro della Camera dei Deputati e consigliere speciale del Primo Ministro Romano Prodi per l’anniversario dei Trattati di Roma, che interverrà su “Il futuro dell’Unione europea e il ‘periodo di riflessione’ sul trattato costituzionale”. Il 13 ottobre, Christina Gerstgrasser e Myriam Driessen,della Commissione europea (Direzione generale "Agricoltura e sviluppo rurale") presenteranno la riforma dell’organizzazione comune del mercato vitivinicolo. L’incontro avrà luogo allo Sheraton Hotel -Via dell’Aeroporto 34/36, 40132 Bologna. Nell’area dell’incontro saranno allestiti stand sull’attività sui vari Centri d’informazione partecipanti alla Rete. Sarà assicurata la traduzione simultanea verso l’italiano. La rete d´informazione Europe Direct agisce come intermediario tra l´Unione europea ed i cittadini a livello locale. La sua missione consiste nel permettere ai cittadini di ottenere informazioni, consulenze, assistenza e risposte a domande sulle istituzioni, la legislazione, le politiche, i programmi e le possibilità di finanziamento dell´Unione europea; promuovere attivamente a livello locale e regionale il dibattito pubblico e l´interesse dei media sull´Unione europea e le sue politiche; collaborare con il mondo della scuola e della società civile per sensibilizzare i cittadini delle aree interessate ai temi della cittadinanza e dell´unificazione europea; consentire alle istituzioni europee di migliorare la diffusione di informazioni adattate alle necessità locali e regionali; offrire ai cittadini la possibilità di comunicare con le istituzioni europee, in forma di domande, pareri e suggerimenti. In Italia sono operativi nel periodo 2005-2008 39 centri di informazione Europe Direct, insieme ai rispettivi punti decentrati sul territorio. Non vi è provincia italiana o europea che non ospiti almeno uno di questi centri: l´Europa è davvero a portata di mano, occorre soltanto conoscere gli indirizzi giusti. La rete raccoglie il testimone degli Info-point Europa e dei Carrefours d´animazione e informazione rurale che per anni hanno fornito ai cittadini fatti e cifre delle politiche europee, rispettivamente nelle zone urbane e in quelle rurali. Saranno inoltre presenti i rappresentanti dei Centri di Documentazione Europea (Cde), librerie universitarie specializzate in pubblicazioni sull’Ue, e della rete di conferenzieri “Team Europe”. .  
   
   
DIO, IAHVÈ, ALLAH E I GIORNALISTI CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL´INDAGINE UCSI - TNS INFRATEST SULLA CULTURA RELIGIOSA DEI PROFESSIONISTI DELL´INFORMAZIONE CHE OPERANO IN LOMBARDIA  
 
Milano, 9 ottobre 2006 – L’unione cattolica stampa italiana) ha affidato all’esperienza di Tns Infratest, multinazionale che opera nel settore delle ricerche di mercato, un’indagine per verificare che cosa sanno, i professionisti dell’informazione che operano in Lombardia, delle culture generate dalle tre grandi religioni monoteiste. Ne è scaturito un robusto dossier che farà probabilmente discutere dentro e fuori la categoria dei giornalisti. Il dato più evidente che emerge dallo studio è la conoscenza superficiale di argomenti che la stessa attualità dei fatti rende quotidianamente importanti. Può far sorridere che qualcuno (4 per cento) - rispondendo ad una domanda del questionario - affermi che “Cristo è il cognome di Gesù” (e si può pure fingere di credere che questo qualcuno si sia burlato dell’intervistatore che, in modo sfrontato si sarebbe permesso di porgli un quesito palesemente provocatorio), lascia invece la bocca amara apprendere che solo il 56 per cento degli intervistati sa che la festa fondamentale del cristianesimo è la Pasqua e che il 4. 5 per cento, in prima battuta, non sa dire che “il Corano è il libro sacro dei musulmani”. La ricerca può essere richiesta a partire dall’11 ottobre prossimo direttamente all’indirizzo di posta elettronica di Tns Infratest: manuela. Fogliati@tns-global. Com La conferenza avrà luogo Mercoledi 11 ottobre ore 11,30 presso il Circolo della stampa Palazzo Serbelloni - Corso Venezia, 16. Di Milano .  
   
   
IL COMUNICATTIVO: INFORMARE TRA CENSURE E AUTOCENSURE E QUALE LIBERTÀ DI STAMPA?  
 
Roma, 9 ottobre 2006 - Radio 1 dal lunedì al venerdì alle 15. 37. Temi e ospiti dal 9 al 13 ottobre Lunedì 9 ottobre: “Oriana Fallaci: luci e ombre” Vittorio Feltri, direttore quotidiano Libero; Carlo Rossella, direttore Tg5; Oliviero Toscani; Gianni Vallardi, storico editore di Rcs ora direttore generale periodici Italia Mondatori. Martedì 10 ottobre: “Informare tra censure e autocensure” Andrea Pucci, condirettore agenzia di stampa Adnkronos; Claudio Sonzogno, direttore agenzia di stampa Asca; Gianluigi Paragone, direttore quotidiano La Padania. Mercoledì 11 ottobre: “Quale libertà di stampa?” Lorenzo Del Boca, presidente Consiglio nazionale Ordine dei giornalisti Giampaolo Roidi, direttore quotidiano Metro Giovedì 12 ottobre: “Per un giornalismo di qualità” Pino Aprile, direttore settimanale Gente, Hamza Boccolini, giornalista agenzia di stampa Adnkronos international. Per la rubrica "Il pungilingua" interviene il presidente dell´Accademia della Crusca Francesco Sabatini. Per la rubrica "Il libro ad alto tasso comunicativo": "Mondiali di calcio" di Bruno Colombero (De Agostini). Venerdì 13 ottobre Il “Confessionale del Comunicattivo”: l’ospite di questa settimana è il vice direttore generale Rai e amministratore delegato Rai cinema Giancarlo Leone. .  
   
   
TOSCANI, FELTRI, ROSSELLA E VALLARDI AL COMUNICATTIVO DI RIGHETTI. TOSCANI: "ORIANA FALLACI NON SI PIACEVA, AVREBBE PREFERITO ESSERE RITA HAYWORTH": FELTRI: ”IL TERMINE ‘MORTADELLA’ PER PRODI NASCE DA LEI”.  
 
 Roma, 9 ottobre 2006 - Si parlerà di “Oriana Fallaci: luci e ombre” lunedì 9 ottobre al Comunicattivo di Igor Righetti alle 15. 35 su Radio 1 Rai. Interverranno il fotografo Oliviero Toscani, il direttore di Libero Vittorio Feltri, il direttore del Tg5 Carlo Rossella e lo storico editore di Rcs ora direttore generale periodici Italia Mondadori Gianni Vallardi. Toscani: “Oriana Fallaci non si piaceva, avrebbe preferito essere Rita Hayworth”. Feltri: ”Il termine ‘mortadella’ per Prodi nasce da lei”. Vallardi: “I giri di bozze per il libro ‘La rabbia e l’orgoglio’ sono stati 17. Ricordo alcuni nostri collaboratori, soprattutto della parte editoriale e tecnica, di notte con gli occhi fuori dalle orbite”. Ecco l’estratto degli interventi: Oliviero Toscani Oriana Fallaci , quali luci e quali ombre? Tutte e due, luci e ombre, in modo estremo detto fotograficamente. Adesso sono diventati tutti suoi amici, non penso assolutamente che Oriana Fallaci volesse amici. Lei non cercava il consenso, mi ha sempre dato questa impressione. Anch’io ho litigato con lei, credo che forse quelli a cui Oriana Fallaci voleva veramente bene li trattava male, per questo scriveva quello che scriveva. Ho avuto con lei un’esperienza molto difficile, sono andato a fotografarla a New York quando è uscito il libro “Inshallah”. Il problema di Oriana è che lei non si piaceva fisicamente, avrebbe preferito essere Rita Hayworth, non Oriana Fallaci. Avrebbe preferito essere una bellissima donna invece di una donna intelligente quindi era costantemente travagliata dal fatto che lei non veniva bene in foto. Tutti quelli che non si piacciono si lamentano e dicono che non vengono bene in foto, in realtà vengono come sono solo che loro non piacendosi si rifiutano di essere quello che sono. Quindi dava la colpa al fotografo, in quel caso a te? È sempre colpa della foto, la prendono e la strappano, come se strappassero la loro faccia. Tutti quelli che fanno così hanno questo problema in realtà. Con lei ho avuto questo grande problema. Le fotografie sono state un grande travaglio, le ho anche sbattuto la porta in faccia e me ne sono andato e lei mi ha richiamato in albergo dicendomi “Domani sarò più brava” e non è stato vero. Comunque ho fatto il mio lavoro da professionista. Nello stesso tempo c’era anche un grande rispetto reciproco. Si metteva in posa Oriana Fallaci? Tutta una posa, voleva che la fotografassi col giubbotto antiproiettile in soggiorno. Le dissi: “Oriana ma sei un po’ ridicola così” e lei: “Sì, ma questo è quello che metto sempre quando faccio i servizi in guerra!”. Era anche molto infantile strana, molto bambina, vulnerabile e forse è per questo che aggrediva tutti. Una forma di difesa? Non so, ma abbiamo portato il migliore parrucchiere e il migliore truccatore di New York, li ha trattati male e chiaramente non andava bene neanche quello che facevano loro. Qual era il suo profilo migliore? Quello della sua aggressività. E a livello fotografico? Lei voleva avere il cappello alla Greta Garbo, infatti nelle fotografie che le feci con dietro le Torri gemelle ha questo cappello da Greta Garbo, queste unghie con lo smalto rosso, sempre il trucco, sempre il rossetto; insomma cominciava ad avere una certa età in cui veramente la seduzione non è più basata su queste cose. Devo dire che era una donna molto fragile, anche insicura, penso che da lì derivi la sua aggressività. È stata disponibile però a farsi fotografare… Sì, ma faticosissimo, mi ha lasciato un ricordo molto faticoso. La conoscevo da moltissimo tempo perché lei faceva la giornalista per “L’europeo” all’inizio degli Anni ’60 e io ero molto amico di Gianfranco Moroldo, il fotografo col quale lei faceva i viaggi. Devo dire che l’unica persona di cui lei aveva veramente paura era Gianfranco Moroldo. Stranamente Oriana era affascinata da quest’uomo, il contrario di quello che lei avrebbe voluto, l’unico che la teneva buona, non aggressiva. Era affascinata dal fatto che era un bell’uomo, bruno, coi capelli ondulati, alto e molto affascinante. Anche Oriana avrebbe voluto essere affascinante e siccome non ci riusciva fisicamente cercava di esserlo in un altro modo. Però era stata una bella donna… Ma lei non ci credeva, voleva essere di più. Ci sono tante bellissime donne che non si piacciono. Questo accade con le belle donne. Dopo tutto quello che ho detto possono sembrare cose negative mentre invece non è così. Questa personalità dirompente sarà un grande ricordo per me, piuttosto di quelli educati che magari non te li ricordi. Vittorio Feltri Ricordo soprattutto le luci che sono anzitutto la scrittura, lucida, puntigliosa, facile da digerire, frutto di un perfezionismo esasperato. Ho anche potuto seguire i metodi di lavoro di Oriana ed erano questi: mai soddisfatta di quello che aveva fatto continuava a metterci mano fino a raggiungere quella che per lei era la perfezione, credo che si avvicinasse molto alla perfezione assoluta. Alcune volte ho avuto l’impressione che avesse più cura della forma che non della sostanza, ma evidentemente mi sbagliavo perché senza sostanza a Oriana non veniva neanche il desiderio di cominciare a scrivere. E le ombre erano soprattutto di tipo caratteriale, un carattere brutto, la puntigliosità era solo un aspetto di questo brutto carattere che la portava irrimediabilmente a vivere in solitudine, forse cercava la solitudine ma come tutti sappiamo poi la solitudine alla fine ti fa soffrire e dalla sofferenza il carattere ne esce sicuramente peggiorato. Questi non sono giudizi, ma sensazioni che ho maturato frequentandola per molti anni, tra l’altro non amava vivere in Italia, anche se ne aveva sempre nostalgia. Altre luci che ricordo di lei sono gli slanci di generosità molto forti, impetuosi e al tempo stesso ricordo che era particolarmente esigente nel pretendere dai suoi amici le stesse attenzioni che lei aveva per loro. Oriana Fallaci viene spesso ricordata per la sua Eurabia. E per che cos’altro? Questa è una battuta, una trovata, anche il termine “mortadella” per Prodi nasce da lei, forse nessuno ora se lo ricorda più. Da toscana era piena di battute, le nostre conversazioni specialmente notturne, ma non notturne perché avessero delle connotazioni particolari soltanto perché c’era il fuso orario tra Italia e Stati Uniti, e ogni tanto quando era di buon umore era particolarmente divertente e la chiacchierata si trasformava in una sorta di cabaret, e come tutti sanno il cabaret è ricco di gag di battute. Naturalmente non mi tiravo certo indietro. Meno male che non ci hanno mai intercettati. Fallaci libera pensatrice o fomentatrice d’odio? Questa storia della fomentatrice d’odio riguarda soltanto gli ultimi anni della sua vita professionale, quando si è dedicata alla vicenda islamica, peraltro motivando i suoi ragionamenti e quindi non vedo niente di particolarmente torbido, non vedo in lei una rabbia particolare, vedo soltanto una delusione provocata dai suoi connazionali di fronte alla minaccia, evidente ancora oggi, del terrorismo. La produzione letteraria e giornalistica di Oriana Fallaci è ben altra, ben diversa, comincia negli Anni ’60 con il suo primo libro, se non sbaglio, quello importante “Il sesso inutile”, poi c’è stato “Niente e così sia”, “Lettera a un bambino mai nato”, tutte cose bellissime di grande respiro, nessuna giornalista e nessun giornalista è stato in grado di fare interviste più belle delle sue; erano vere e proprie opere teatrali, leggendo si riusciva a immaginare quello che succedeva sul palcoscenico. Lo spirito che la animava era la voglia assoluta di capire il prossimo, di capire il mondo senza mai sottovalutarlo e neanche sopravvalutarlo. Carlo Rossella Luci tante un’illuminazione fantastica della nostra vita di italiani, di lettori, di scrittori, d’intellettuali. Oriana Fallaci è stata un faro della nostra esistenza, perché ci ha insegnato tante cose, ci ha insegnato il coraggio, ci ha insegnato che bisogna difendere le proprie idee, che bisogna essere convinti delle proprie idee, che bisogna affermarle anche contro tutto e contro tutti. Una donna che amava la democrazia profondamente, aveva fatto la Resistenza e a quei valori è rimasta sempre legata. È rimasta legata anche alla sua città, alla sua terra, alla sua gente, all’Italia. Viveva in America ma con un piede e con la testa in Italia, aveva la casa piena di libri di cultura italiana e di cultura americana. Era una donna unica nel suo genere, l’ho conosciuta molto bene e debbo dire irripetibile, ci sono persone che sono veramente irripetibili, Oriana Fallaci era una di queste; certo aveva un carattere molto duro, ruvido, poteva dar fastidio a volte, di un’aggressività urticante, ma questo era la Fallaci, prendere o lasciare. Quale aspetto della Fallaci prevaleva in chi la incontrava? In chi la incontrava prevaleva l’aggressività. Oriana Fallaci a chi non la conosceva bene sembrava una donna molto aggressiva, che voleva raggiungere l’obiettivo o l’intervista, la dichiarazione o il retroscena, insomma un obiettivo professionale; era aggressiva di fatto, invecchiando era diventata ancora più aggressiva di quando era giovane, questo era il connotato che in chi non la conosceva bene appariva subito; poi però dietro a questa aggressività era anche una donna dolce, con grandi atti di generosità, grandi atti di abnegazione, di umanità straordinaria. Oriana Fallaci non parla di razze ma di culture, perché molti si ostinano a definirla razzista? Perché sono degli ignoranti, lei parlava di culture, di civilizzazione, Theory of Civilization come diceva Atkinson. C’era uno scontro di culture in atto che poi si trasforma da parte di coloro che odiano la nostra cultura in atti di terrorismo, cosa che invece noi non facciamo. Quindi diventa uno scontro di culture non più dialettico, ma uno scontro di culture sanguinoso come è successo per l’11 settembre. Gianni Vallardi Dovrei rispondere alla stessa maniera, luci il carattere, ombre il caratteraccio, volendo essere più preciso, direi una donna di grande carattere, di grande coraggio, di grande generosità e anche di grande lucidità; nello stesso tempo dovrei dire una donna che per il suo carattere non è stata totalmente compresa, il suo modo di porgere le cose e di articolare qualche volta il suo ragionamento aveva il pregio di una grande forza, di una grande lucidità, di una grande forza letteraria ma forse qualche volta il modo di porgere queste cose era talmente forte che risultava, per alcuni, difficilmente accettabile. Lei ha pubblicato alcuni suoi libri, qualche aneddoto? La cosa che mi è rimasta più impressa è stata l’origine e poi la costruzione de “La rabbia e l’orgoglio”. Un libro nato in situazioni veramente molto particolari: l’11 settembre. Di fronte a questo disastro che guardavamo io da una parte dell’Oceano e lei a New York, nacque l’idea che bisognasse fare qualche cosa, quindi poi successivamente al lungo pezzo sul “Corriere sella Sera”, il grande lavoro che ha fatto lei al quale ho partecipato, ricordo quei momenti intensi, forti, pieni anche di passione, nei quali abbiamo cercato di mettere insieme questo libro e nel giro di pochi mesi effettivamente è stato fatto. Quanto ha inciso l’11 settembre sull’ultima Oriana? Molto perché in lei c’era una ansietà latente rispetto a questi grandi problemi della società, del mondo, delle civiltà, ma questo è stato veramente il detonatore che ha fatto esplodere questa grande passione da una parte e questa grande preoccupazione dall’altra. Era capace di coniugare passione e ragione? Assolutamente sì, il modo di esprimersi di Oriana, a volte, non rendeva ragione dei suoi ragionamenti sottostanti. In realtà come i suoi libri anche i suoi articoli avevano una lunga fase di preparazione e di documentazione, di analisi che non poteva escludere il ragionamento; mi sono accorto che Oriana non era totalmente chiusa alle argomentazioni del mondo islamico; lo guardava in profondità, lo capiva e poi naturalmente tirava le sue conclusioni anche in funzione di quelli che erano gli accadimenti e i pericoli per la nostra civiltà. E a proposito delle bozze dei suoi libri che cosa ci racconta? A proposito delle bozze de “La rabbia e l’orgoglio” devo pronunciare un numero fatidico: diciassette. Diciassette giri di bozze per fare il libro, ma dico spesso che gli autori difficili sono la fortuna delle case editrici perché consentono di fare un lavoro di grande qualità. Ricordo alcuni nostri collaboratori, soprattutto della parte editoriale e tecnica, di notte con gli occhi fuori dalle orbite. .  
   
   
RADIO 1 RAI: GIANCARLO LEONE, VICEDIRETTORE GENERALE DELLA RAI E AMMINISTRATORE DELEGATO DI RAI CINEMA, AL COMUNICATTIVO DI IGOR RIGHETTI “MIO PADRE, UN GIURISTA PRESTATO ALLA POLITICA” “NON POTREI MAI RINUNCIARE ALLA LIBERTÀ DI POTER SCEGLIERE”  
 
Roma, 9 ottobre 2006 - venerdì 6 ottobre su Radio 1 Rai Giancarlo Leone è stato l’ospite del “Confessionale del Comunicattivo”, programma dei linguaggi della comunicazione ideato e condotto da Igor Righetti. Ecco un estratto dell´intervista. Che cosa c’è scritto sul suo biglietto da visita? Lei coglie subito al volo il problema. In teoria, avrei due scritte, una è vice direttore della Rai e l’altra è amministratore delegato di Rai cinema. Quella a cui tengo di più è quella di Rai cinema. Non perché voglia prendere le distanze dalla Rai perché sempre di Rai si tratta. Però in questi anni, producendo film italiani siamo riusciti, da una parte, ad avere grandi risultati però dall’altra, e questo è un fatto personale in cui credo molto, poter tornare a lavorare in profondità sui progetti, cosa che la televisione non sempre consente. In profondità e con il tempo giusto. Per fare un film, spesso, ci sono dietro sette, otto scritture di sceneggiature, c’è un lungo lavoro di brain storming, c’è una fase di preparazione che può durare un anno, un anno e mezzo, la fase di produzione che dura mediamente 11-12 settimane, la post produzione, il montaggio e poi la distribuzione. Vuol dire che spesso un film è una creatura complessa, molto complicata che scaturisce dopo due, tre anni di lavoro. Chiaramente, se lo si fa in serie, come facciamo noi, ci troviamo con dieci, quindici film all’anno prodotti e distribuiti. La televisione, ahimé, è invece una macchina che deve andare in onda ogni minuto del giorno e non sempre, purtroppo, consente questo tempo di approfondimento. Spesso si vede. Il mio tentativo, per quello che potrò, sarà di farlo vedere il meno possibile. Da bambino che cosa sognava di fare da grande? Lo scrittore. Fin da piccolo leggevo tantissimo, soprattutto testi teatrali. Non so perché, ma è stato così. Per cui, a dodici anni ho letto “I fratelli Karamazov”, che non tutti i bambini leggono a quell’età lì. Dostoevskij lo si legge un pochino dopo. Forse è colpa dei miei genitori che mi hanno lasciato nella libreria certi scrittori. Ma forse è anche colpa, o per fortuna, del fatto che c’erano tanti libri in casa. Poi mi ha molto affezionato il teatro, ho letto moltissimo teatro. In verità, volevo fare lo scrittore di teatro. Per fare questo, a 17 anni, finita la scuola, ho fatto il salto, cioè secondo e terzo liceo insieme, allora si poteva fare, sono andato a lavorare in teatro come aiuto regista con due personaggi straordinari all’epoca: Giorgio De Lullo e Romolo Valli che erano, probabilmente, il massimo assieme a Giorgio Strehler e a pochi altri. Mi hanno consentito di fare l’aiuto regista per alcuni anni e io, in verità, lo facevo per imparare i meccanismi, i tempi e i metodi della scrittura teatrale. Poi ho fatto tutt’altro, ma questa era la mia passione. Quali caratteristiche ritiene di aver ereditato da suo padre, Giovanni Leone, sesto presidente della Repubblica? Quando ero piccolo o quando l’ho seguito, fino a che non è morto alcuni anni fa, ero convinto di aver preso pochissimo. Lui era un giurista, un professore universitario, un tecnico prestato alla politica, anche se ha raggiunto i massimi livelli. È stato presidente della Camera, due volte presidente del Consiglio, capo dello Stato. Ma di fatto era un giurista, un professore universitario. In verità, io ho fatto giurisprudenza, e mi sono laureato, ma le mie passioni erano l’arte, la letteratura, la musica. Per mio divertimento, scrivo e suono musiche, sono iscritto alla Siae come compositore. Quindi, avevamo, da questo punto di vista, quasi nulla in comune. Io lo rispettavo come padre e lui ha sempre rispettato le mie decisioni come figlio. Qualche anno fa avrei detto in comune nulla. Poi, più vado avanti più mi rendo conto, crescendo, che ho preso moltissimo da lui e ogni volta che scopro un aspetto in più ne sono felice. Se dovessi dirle, sinteticamente, due cose, il senso della giustizia, del giusto soprattutto, cioè qualsiasi cosa accada nella nostra vita, qualsiasi lavoro si faccia, in qualsiasi materia umana, nei rapporti, il senso del giusto è qualcosa che se lo si ha, è qualcosa che consente, nei rapporti, nelle relazioni, di vedere sempre tutti gli aspetti e quindi di non essere egoisti, di cercare sempre di capire gli altri. Questa è una cosa che ho preso da lui. L’altra è la velocità. Lui aveva, nel suo modo di lavorare, una rapidità di cognizione che era unica. Io faccio un lavoro diverso dal suo, non sono avvocato, né professore universitario, né politico, però scopro nel mio modo di lavorare una rapidità che devo a lui. Quali sono i ricordi che ha di lui che più la commuovono? Essendo un tecnico, un giurista prestato alla politica, sicuramente non conosceva, o meglio, non era dentro i meccanismi, anche quelli più perversi, della politica, cioè dove il politico, aldilà della sua professione, della sua esperienza, deve anche essere in grado di rapportarsi rispetto agli altri con mille compromessi e sotterfugi. Lui non aveva mai avuto ruoli di partito, non aveva correnti politiche né interessi quindi era un politico un pochino sui generis. Questo ha fatto sì che la politica, nel momento in cui non vi è stato più bisogno di lui o nel momento in cui una serie di vicende politiche negli Anni ’70 hanno portato a una campagna scandalistica che a sua volta lo ha portato a dimettersi da capo dello Stato, sei mesi prima della fine del suo mandato. Ecco, quando ho visto una persona che dagli altari, spesso stimata per la sua capacità di essere neutra rispetto a tutti gli interessi, al di sopra delle parti, poi è stato coinvolto in una campagna scandalistica dalla quale è uscito dopo alcuni anni con gli interventi ufficiali di tutti coloro che allora lo avevano attaccato, vederlo così indifeso e senza alcuna possibilità di replicare, ma non perché non lo volesse fare, ma perché non si sentiva più di farlo. Non era un politico di professione, abituato a girare, se vogliamo, a camminare nelle zone più grigie di questo Paese. Vederlo così impotente, ancora oggi, mi commuove. Essere un privilegiato per nascita, ma anche per meriti personali, la fa sentire diverso dagli altri? Adesso non più. Mi sentivo diverso quando ero ancora un giovane che cercava il suo lavoro nella sua passione, il teatro la letteratura, il giornalismo. Sono diventato giornalista molto giovane perché poi, per finire la puntata sul teatro, non sono diventato scrittore ma da giornalista ho cominciato a scrivere in altro modo. Poi, piano piano, da giornalista sono entrato in Rai e ho fatto altre professioni meno giornalistiche che mi hanno portato a questo incarico. Da questo punto di vista, agli inizi mi sentivo diverso, oggi non più. Perché ero visto come il figlio di un personaggio importante, sentivo il bisogno e la necessità, per orgoglio perché così mi era stato sempre insegnato, di dimostrare che valevo anch’io, anche se avevo dei privilegi, e li ho avuti. Ma dovevo dimostrare che questi miei privilegi erano ricambiati dalla mia capacità di fare. Tutto questo mi ha spinto, professionalmente, a essere migliore di quanto già magari non potessi essere. Per cui i primi anni lavoravo più degli altri. Volevo dimostrare che non avevo niente di meno per, magari, lavorare in un giornale o per fare una certa cosa. In questo mi sentivo diverso, però quella diversità mi ha aiutato a migliorare e non, invece, ad approfittare della situazione. Le capita di avere dubbi? Ne ho spessissimo. Adoro, tra i tanti scrittori, Proust, che era noto, da questo punto di vista, anche come linguaggio letterario scriveva periodi molto lunghi. Aldilà della sua memorabile “Recherche”, sette libri che se uno riesce a leggerli fino alla fine è come se avesse vissuto tante vite degli altri che servono molto. Però, tra gli scrittori che amo molto c’è anche Ennio Flaiano, che adorava, da questo punto di vista, aldilà dei suoi romanzi, anche fare raccolte di pensieri, gli aforismi. Ci sono alcuni suoi libri, “Autobiografia del blu di Prussia” e “Diario notturno”che sono straordinari. Tra gli aforismi, o comunque tra le frasi che io ogni tanto mi diverto a coniare anche per me stesso o per gli altri, ce n’è una che recita “Il dubbio era la sua unica certezza”. Tanto per restare nel tema. A che cosa non potrebbe rinunciare? Alla libertà di poter scegliere, di poter dire un domani, prendere anche un’altra strada. Questo è un grande privilegio. Se il proprio lavoro non è solo un modo per vivere e per sopravvivere, ma è anche una scelta, poter scegliere il proprio lavoro, poter fare delle scelte anche solo di libertà, lasciare certe situazioni che non sono congrue, ecco che la libertà, da questo punto di vista, è un bene essenziale. Non è solo un bene, la libertà nella democrazia, o gli altri sensi di libertà. La libertà come uomo di poter fare delle scelte di vita, aldilà della famiglia, che si spera uno abbia sempre con sé, che possono poi darti quella sensazione di fare quello in cui tu veramente credi. Della sua lunga carriera in Rai quale tappa le ha dato più soddisfazione? Tutte sono state molto importanti. Sono entrato in Rai come giornalista al Televideo. Ho avuto la fortuna, in sette anni, assieme ad altri colleghi, di far nascere una creatura che non esisteva, che era appunto il Televideo. Oggi è in tutte le case, ma negli Anni ’80 non lo conosceva nessuno. E quella fu una bellissima avventura che ho vissuto con dei colleghi straordinari e con un direttore, Giorgio Cingoli, che non c’è più, ma che è stato un grandissimo direttore della Rai a quell’epoca. Poi, sono andato a dirigere l’ufficio stampa, altra bellissima ma avventurosa e faticosissima esperienza. Poi ho diretto i palinsesti che è stata una delle cose più belle. Ma devo dire che questi sei anni di Rai cinema, che mi hanno messo in contatto con un mondo, viceversa, dove essere fautori di qualcosa significa lavorare in profondità, come dicevo prima, è stata probabilmente l’esperienza più importante. Aldilà dei risultati che sono stati anche molto belli, ma il fatto di poter lavorare con il tempo e la possibilità di approfondire tutte le cose, in un mondo che ci corre sempre più dietro, che ci scappa, ci sfugge, è superficiale, è leggero, è fatuo, poter invece lavorare con il tempo e la necessaria possibilità di continuare a pensare di fare è un’esperienza che credo sia insuperabile. In questo senso credo che il lavoro a Rai cinema per il modo in cui si è lavorato resta per me l’esperienza più importante. Al recente festival di Venezia ha colto grande successo con i due film prodotti da Rai cinema uno dei quali, “Nuovomondo” ha vinto il Leone d’argento. Come sceglie Rai cinema i film da produrre? Spesso veniamo scelti, in verità. Se dovessi dire che siamo bravi a scegliere e basta sarebbe troppo facile. La verità è che noi abbiamo un nostro stile di racconto. Vogliamo raccontare storie che siano belle, vere, profonde, che possano toccare l’attualità come la storia. Però abbiamo il compito di innalzare i valori, la possibilità di raccontare cose che non siano fini a se stesse. Questo vuol dire tutto e niente. Allora, cerchiamo di parlare con gli autori che, secondo noi, sono più in grado di intercettare le domande del pubblico ma anche di essere ottimi testimoni del nostro tempo. Allora ecco che siamo riusciti in questi anni ad avere rapporti straordinari con autori come Gianni Amelio, Marco Bellocchio, Marco Tullio Giordana, Francesca e Cristina Comencini, Emanuele Crialese e tanti altri. Chiaramente, la fortuna sta nel fatto che in quel momento, quando noi li incontriamo, possiamo avere progetti portati da loro o da noi, molto più spesso portati da loro, in cui noi crediamo. E la fortuna sta anche nel fatto che se noi crediamo in questi progetti poi vengono realizzati bene. La fortuna vuole anche che questi progetti abbiano successo e trovino un riscontro di pubblico. Però quando si è scelti ci si mette nelle condizioni di essere scelti. In questi anni siamo riusciti a interpretare, spesso grazie a questi autori, realtà molto importanti. A Venezia siamo stati con il film di Amelio “La stella che non c’è”, in cui Sergio Castellitto interpreta questo operaio che decide di andare in Cina per scovare e trovare quest’impresa che ha comprato un altoforno in un impianto siderurgico in Italia e che ormai vende tutto ai cinesi e vuole andare lì e dirgli che c’è un pezzo rotto che potrebbe metterli in pericolo. Il “Nuovomondo” di Emanuele Crialese, film che è nelle sale in questi giorni e che ha avuto il Leone d’argento, è una storia bellissima di questi italiani dei primi del ‘900 che vanno in America, ma a differenza di come spesso vengono raccontati i loro viaggi, non arrivano in America e trovano più o meno fortuna. Non arriveranno a New York come spesso viene raccontato, ma verranno fatti scendere in un isolotto, che si chiama Ellis Island, a poca distanza dalla statua della libertà e dove entrano in quarantena. Da un certo anno in poi avveniva per tutti. Questa quarantena non era solo per le eventuali malattie contagiose, ma era il luogo dove venivano selezionati, dove chi mentalmente non era sufficientemente in grado di superare dei test veniva rispedito nel proprio Paese. Le famiglie venivano spesso separate ed è un racconto straziante ma ironico proprio su questa realtà. Il cinema italiano è in affanno. I sostegni pubblici aiutano il cinema o provocano il sonno della creatività? Negli anni scorsi gli aiuti pubblici, paradossalmente, anziché aiutare hanno provocato alcuni problemi perché hanno dato la convinzione, a produttori e autori, di poter fare i film indipendentemente dal rapporto col pubblico. Paradossalmente la crisi che c’è stata, anche di finanziamenti, ha costretto tutti a pensare al pubblico a cui ci si rivolge. Quando si fa un film lo si fa non per se stessi ma per un pubblico potenziale. Paradossalmente. La crisi finanziaria che c’è stata a livello di fondi pubblici ha aumentato il livello di attenzione di chi ha fatto cinema e oggi i risultati positivi si vedono. Oggi è il momento in cui anche lo Stato, se potesse aiutare di più il cinema, sarebbe il benvenuto. Qualche anno fa ha creato dei problemi. Nella “power list” del cinema italiano lei occupa la prima posizione davanti ad Aurelio De Laurentiis e a Giampaolo Letta. Più oneri o onori? È un onore essere in cima alla lista, ma la verità è che il mio nome non è altro che la punta dell’iceberg di una squadra che lavora, formata da tante persone straordinarie. Non riesco a vedere gli oneri da questo punto di vista, riesco solo a vedere il fatto che viene premiato un lavoro di una grande squadra che crede che nella cultura di massa, cioè di una cultura che arrivi al pubblico, che non sia fine a se stessa. Se fosse un onere, ben venga. Se è un onore ce l’abbiamo già e ce lo teniamo volentieri. .  
   
   
TV MOBILE: GUERRA DI STANDARD E TECNOLOGIE MERCATO IN FORTE ESPANSIONE  
 
Londra, 9 Ottobre 2006 – I prossimi due anni si assistera’ alla trasmissione della Tv mobile in Europa con una varieta’ di standard e tecnologie, come la radiodiffusione della radio digitale (Digital Audio Broadcasting Dab), la televisione digitale terrestre (Terrestrial-digital Media Broadcast T-dmb), la radiodiffusione sui telefonini (Digital Video Broadcasting – handheld Dvb-h), e la tecnologia multicasting. E’ per questa ragione che il bisogno di trasferire la Tv mobile a una piattaforma piu’ capace vedra’ emergere la tecnologia Dvb-h. “La lotta per la Tv mobile standard in Europa non sara’ vinta dalla prima standard introdotta nel mercato, ma dalla piu’ efficiente, economica e proiettata nel futuro – spiega l’analista di Frost & Sullivan Pranab Mookken, esperto di Information and Communication Tecnologies -. Dvb-h e’ destinato a diventare lo standard europeo ed entro il 2010 sara’ il meccanismo di trasmissione della Tv mobile in Europa dal momento che complementa perfettamente l’attuale standard della Tv digitale e potrebbe contribuire a risolvere i problemi relativi all’allocazione dello spettro nella banda Uhf preferita”. Il completamento del passaggio dall’analogico al digitale in Europa creera’ una maggiore domanda dello spettro Dvb-h Uhf. A causa della compatibilita’ con la sua controparte terrestre fissa il Dvb-t, il Dvb-h e’ l’unico standard che ha la capacita’ di adattarsi al mercato della Tv mobile del futuro. Inoltre, lo spettro Dvb-h Uhf sarà utilizzabile nel momento in cui gli operatori 3G esistenti in Europa avranno raggiunto il limite dei potenziali sottoscrittori sulla propria rete mobile e cercheranno di trasferire i loro servizi video verso una rete complementare per il futuro. Tuttavia, nonostante i suoi innumerevoli vantaggi, la concorrenza per il Dvb-h potrebbe arrivare dai servizi satellite-Dmb (S-dmb) e Terrestrial-digital Media Broadcast (T-dmb) della Corea del Sud. Questi due standard hanno diviso l’industria delle comunicazioni in Sud Corea. La differenza principale fra S-dmb e T-dmb e’ che mentre il primo usa una combinazione di ripetitori satellari e terrestri per le trasmissioni, il secondo usa semplicemente una rete di torri terrestri. “Dal momento che sono gia’ disponibili - aggiunge l’analista di Frost & Sullivan – broadcaster e operatori potrebbero considerare l’utilizzo dei meccanismi di trasmissione Dab-ip e T-dmb nel periodo di interim prima dell’introduzione della tecnologia Dvb-h. Inoltre, il successo dei test fatti utilizzando Dab-ip e un prodotto come Bt Movio, facilmente accessibile, potrebbero tentare gli operatori a sperimentare queste alternative”. Mentre si valutano gli standard che gli operatori della tecnologia mobile potrebbero utilizzare, i service provider devono decidere in che posizione collocare la Tv mobile nell’ambito degli obiettivi della compagnia. E’ anche necessario che adottino tecnologie e standard in grado di permettere una facile migrazione ed evoluzione. .  
   
   
PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA UNA CAMPAGNA PUBBLICITARIA IN CO-MARKETING TRA UN PRESTITO PERSONALE (DUCATO ZAPPY) E UN FILM (“CAMBIA LA TUA VITA CON UN CLICK” – SONY PICTURES)  
 
Milano, 9 ottobre 2006 - Per la prima volta in Italia il mondo del credito al consumo e il cinema si incontrano per una campagna pubblicitaria congiunta. Mutuando il co-marketing pubblicitario, già utilizzato negli Usa, Ducato, società di credito al consumo del gruppo Banca Popolare Italiana, e Sony Pictures, hanno creato un link inedito per promuovere contemporaneamente un prodotto finanziario, il prestito Ducato Zappy, e un film, “Cambia la tua vita con un Click”, interpretato da Adam Sandler per la regia di Frank Coraci, uscito da pochi giorni anche in Italia dopo il successo nelle sale americane. L’idea creativa del “telecomando magico” costituisce il collegamento tra la commedia americana e lo spot del prestito, ideato per Ducato dall’agenzia Saatchi&saatchi. La storia ruota attorno alle vicende del protagonista che “telecomanda”, oltre agli apparecchi elettronici, anche gli eventi della vita quotidiana. Da qui è sorta l’idea di una campagna di co-marketing, ideata e coordinata dall’Agenzia Armosia Italia. Lo spot televisivo nasce come speciale montaggio tra le scene del commercial e quelle del trailer, mentre l’annuncio stampa è un mix tra la locandina e l’annuncio del prestito, in cui l’attore dello spot Ducato Zappy impugna il nuovo telecomando per “fare il verso” al protagonista del film. Innovativa è anche la tipologia di credito che si vuole comunicare. Ducato Zappy è un prestito “evoluto” che libera dalla staticità dei finanziamenti tradizionali e consente al cliente di: modificare la rata di rimborso anche tutti i mesi, incrementando o diminuendo l’importo; scegliere tra tasso fisso e variabile, collegato al costo del denaro; estinguere il finanziamento senza costi aggiuntivi; ridurre la durata del finanziamento con versamenti straordinari. La campagna pubblicitaria, per un investimento di 1,5 milioni di euro al 50% tra le due società, prevede un ampio mix di mezzi di comunicazione: per la tv sulle reti Mediaset, La7 e le principali reti satellitari a tema cinematografico; in accompagnamento alle proiezioni della pellicola nelle sale; sulla stampa nazionale, locale e free press; con affissioni su speciali cubi tridimensionali all’interno di grandi stazioni e grandi centri commerciali. Il Concorso. Collegato al progetto c’è anche un concorso: tutti coloro che dal 29/09 al 31/10 richiederanno informazioni in una delle 72 filiali Ducato presentando contestualmente il biglietto del cinema che attesta la visione di “Cambia la tua vita con un click”, parteciperanno all’estrazione dei premi finali premi: 2 Tv Sony al plasma 40” e 2 lettori Cd Sony D-ne800w. .  
   
   
SEMINARIO: CONSUMER TRENDS 18 OTTOBRE 2006  
 
Milano, 9 ottobre 2006 - Organizzato da Experian e Future Foundation il 18 ottobre a Milano (15. 30-18. 30) seminario “Consumer Trends”, all’Hotel Diana Majestic. L’iniziativa coincide con la presentazione in Italia di Future Foundation, società del gruppo Experian specializzata nello studio degli orientamenti dei consumatori. Si tratta di un’iniziativa di confronto rivolta a manager e comunicatori, che reputino di loro interesse questo tipo di contenuti. Saranno presentati i risultati delle più recenti analisi Italia-europa sui processi decisionali dei consumatori, l’atteggiamento del consumatore verso il risparmio e il credito al consumo, l’emergere del neo-proibizionismo nei consumi. Per Future Foundation interverranno analisti e studiosi di riferimento in Europa: Paul Flatters, Michael Willmott e Meabh Quoirin. Fra gli argomenti: “Segmentazione: la mappa delle dimensioni critiche in Eur pa” Michael Willmott, Director of Global Futures, The Future Foundation. Partendo dalle diverse metodologie di segmentazione dei mercati al consumo (ad esempio, dall’approccio sociodemografico, psicografico e da quello geografico) esaminiamo i differenti approcci teorici, pur tenendo conto della grande complessità della materia. Esiste una risposta semplice o la realtà è molto più complessa? Nell’illustrare le opportunità e le insidie della segmentazione, presentiamo la nuova ricerca disponibile che descrive il processo decisionale dei consumatori europei nel momento dell’acquisto. Utilizzando come chiave di lettura la ricerca accademica più recente esaminiamo, il ruolo potenziale che la convenienza ha rispetto al prezzo e alla qualità. È vero che paesi e regioni diversi hanno caratteristiche diverse? Questa diversità costituisce una nuova dimensione utile per la segmentazione? Quali sono le sue implicazioni per il comportamento futuro? “Capire le dinamiche dei ri$parmi e del credito in €uropa” Meabh Quoirin, Operations Director, The Future Foundation. In un’epoca caratterizzata da un eccesso di capitale su scala globale, i comportamenti dei consumatori variano da paese a paese. Mentre in alcuni paesi si rilevano minimi storici nei tassi di risparmio, in altri questi tassi raggiungono livelli piuttosto elevati, e nascono preoccupazioni legate all’aumento dell’indebitamento dei consumatori o all’azzeramento della spesa. Il nostro più recente studio nVision Europe contiene un modulo dedicato al comportamento finanziario, ai risparmi e al credito che rappresenta, almeno in parte, una ripetizione di un’inchiesta realizzata tre anni fa. Oltre ad analizzare le diverse tendenze del risparmio e del credito in Europa, questa sessione studia anche i comportamenti e i valori di base che ispirano il consumatore e la loro evoluzione nel tempo. Introduzione a nVision. Alcune presentazioni della ricerca disponibile tramite il nostro servizio nVision. Durante gli incontri sarà possibile esaminare i diversi rapporti e le analisi che compongono il servizio e approfondire tutti i dettagli della ricerca con i consulenti di Future Foundation. “Attacco al piacere Una nuova sfida per i legislatori?” Paul Flatters, Chief Executive, The Future Foundation; Valentina Buonumori, Senior Consultant, The Future Foundation. Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito alla comparsa - per ora solo in alcuni paesi europei – del gruppo dei “Nuovi Puritani” (si tratta di persone che evitano di abbandonarsi ai vizi e rifuggono da ogni tipo di divertimento). Questa corrente di sottofondo – composta da persone giovani, acculturate e dotate di opinioni molto nette - ha deciso di fare a meno del consumismo che domina la nostra società. Un atteggiamento simile presenta, chiaramente, implicazioni molto importanti dal punto di vista della legislazione e del business. Da oggi, chi possiede un fuoristrada, trascorre lunghe ore a fare shopping o è in sovrappeso – dovrà guardarsi alle spalle. Mentre chi produce o pubblicizza questi beni e servizi farà meglio a stare attento! La ricerca paneuropea che abbiamo da poco effettuato valuta il grado di diffusione di questa corrente su scala europea e individua i paesi e i promotori più attivi. Lo studio descrive il nuovo movimento e le sue possibili implicazioni per aziende e legislatori. .  
   
   
NUOVA ORGANIZZAZIONE DELLA DIREZIONE COMUNICAZIONE E IMMAGINE RENAULT ITALIA  
 
Roma, 9 ottobre 2006 - A partire da ottobre la Direzione Comunicazione e Immagine di Renault Italia, sotto la guida di Andrea Baracco, si rafforza con l’arrivo di Roberto Izzo e Gianmaria Dolci. Una riorganizzazione dettata dagli ambiziosi obiettivi di Renault: il lancio di 26 prodotti da oggi al 2009 e lo sviluppo di attività correlate all’Immagine di Marca, Sicurezza, Ambiente e Formula 1. La Direzione Comunicazione e Immagine viene, quindi, ristrutturata ripartendo l’attività in tre principali aree operative: L’area Product Communication, sotto la responsabilità di Elisabetta Truffelli: Media Product Communication e Parco Stampa. L’area Corporate Communication, sotto la responsabilità di Roberto Izzo: Media Corporate Communication (Renault Nissan Credit, Istituto Renault, Sicurezza, F1, Ambiente), Comunicazione Interna ed Eventi. L’area Sport e Motorshow, sotto la responsabilità di Domenico Porfiri: Promozione Sportiva ed Organizzazione Saloni. Roberto Izzo, precedentemente Team Manager della Direzione Area di Roma, assume l’incarico di Corporate Communication Manager e Gianmaria Dolci, Manager Service della Direzione Area di Milano, ricopre la posizione di Corporate Communication Executive. Maria Lucia Luperto, precedentemente Image and Public Relation Manager, all’interno della Direzione Comunicazione e Immagine, assume l’incarico di Purchasing Manager all’interno della Direzione Amministrativa e Finanziaria. Roberto Izzo, nato a Roma, 35 anni, laureato in Encomia e Commercio, in Renault dal 1999, ha svolto i seguenti incarichi: Impiegato Relazioni Assicurazioni e Marketing Carrozzeria, Manager Service, Crm Network Manager e Team Manager. Gianmaria Dolci, nato a Bruxelles, 32 anni, laureato in Economia Aziendale, in Renault dal 2001, ha svolto i seguenti incarichi: Assistente Direttore Area di Milano e Manager Service. .  
   
   
PERSONALE PROVINCIALE IMPARA A ORGANIZZARE EVENTI PUBBLICI  
 
Bolzano, 9 ottobre 2006 - L’organizzazione di eventi pubblici è una competenza complessa che richiede una formazione specifica: 15 dipendenti della Provincia sono stati appositamente formati nel seminario promosso dall´Assessorato provinciale al Lavoro, ricerca e sviluppo in collaborazione con l´Ufficio personale. L’organizzazione di eventi quali convegni e fiere è una competenza lavorativa che richiede una preparazione e formazione specifica: questo il motivo che ha indotto l’Assessorato provinciale al Lavoro, ricerca e sviluppo, cooperative, scuola e formazione professionale italiana ad organizzare in collaborazione con l’Ufficio Sviluppo Personale della Provincia e la società Change Managemet di Firenze una giornata di formazione per i collaboratori che, tra le loro competenze, si trovano a dover gestire anche l’organizzazione di un evento importante. Infatti sempre più spesso gli uffici provinciali propongono al pubblico i prodotti del proprio operato, in risposta alla crescente esigenza di trasparenza e partecipazione della cittadinanza alle attività istituzionali degli enti pubblici, richiedendo pertanto al proprio personale di occuparsi anche dell’aspetto “promozionale” dei servizi e delle prestazioni dell’ente. Proprio per incrementare questo aspetto, nella recente giornata formativa 15 dipendenti provinciali hanno lavorato prendendo spunto delle proprie esigenze concrete per sviluppare, sotto la guida dell’esperto della Change Management, strumenti di lavoro che consentano la gestione di tutti quegli adempimenti organizzativi necessari per la buona riuscita di fiere e congressi e per predisporre la conseguente reportistica pubblica. .  
   
   
FILM COMMISSION:D´AMICO, COSÌ VALORIZZIAMO NOSTRO PATRIMONIO PALAZZO SILONE TRASFORMATA IN UN SET PER GIRARE FICTION RAI  
 
L´aquila, 9 ottobre 2006 - "La film commission è tra i nostri elementi programmatici importanti. Il presidente Del Turco ha sempre sostenuto la necessità di sfruttare a pieno le bellezze naturali e architettoniche della nostra regione anche per produzioni cinematografiche e televisive ed ha ragione. Un obiettivo che rafforza il tessuto culturale e turistico. In questi giorni stiamo assistendo a un esperimento interessante che coinvolge a pieno le nostre strutture dal punto di vista della disponibilità degli spazi e valorizza il patrimonio regionale che, nel caso di palazzo Silone, presenta un particolare pregio architettonico moderno". Sono parole dell´assessore Giovanni D´amico che, questa mattina, ha ricevuto la visita di Alessandro Tonnini il produttore esecutivo della miniserie tv per la Rai che sta mobilitando gli uffici della Regione Abruzzo per quattro intere giornate. Per girare le scene del film, infatti, Palazzo Silone, sede degli uffici regionali a L´aquila, è diventato un Palazzo di giustizia dove vengono registrate alcune sequenze di "Il segreto di Arianna" per la regia di Gianni Lepre. Il tutto è stato possibile, nel rispetto del pieno svolgimento delle attività lavorative e delle norme di sicurezza. La produzione è di Sergio Silva Tv production Srl - Rai Fiction. Si prevedono due puntate della durata di 150 minuti che andranno in onda su Rai Uno nei prossimi mesi. Del cast degli attori fanno parte: Lorenza Indovina, Franco Castellano, Massimo Poggio, Orso Maria Guerrini, Mariella Valentini, Mary Petruolo, Andrea Samà, Antonia Truppo, Riccardo Polizzy Carbonelli, Maurizio Marchetti. "Abbiamo trovato - ha detto Tonnini - grande disponibilità da parte di tutti, delle Istituzioni ma anche della gente tanto che stiamo pensando di realizzare un altro film per la Rai, questa volta di quattro puntate. Se tutto procederà come speriamo, torneremo presto in questa città a girare altre scene. Del resto - ha proseguito - questa realtà, sotto il profilo della produzione cinematografica e televisiva, vista la sua vicinanza con Roma, ha una valenza incredibile. La film commission può diventare una risorsa importante per la vostra regione". "In questi gorni - ha aggiunto D´amico - si è messa in gioco la capacità di apertura e di disponibilità del nostro personale che ha risposto benissimo con spirito e interesse. Sicuramente è stato un momento per rivitalizzare il lavoro quotidiano". .  
   
   
SCOOP: NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE DAL 6 OTTOBRE  
 
 Milano, 9 ottobre 2006 - Il defunto giornalista inglese Joe Strombel viene pianto dai colleghi mentre questi, immobilizzato in una sorta di limbo, è intenzionato a seguire una pista che potrebbe. Complici i trucchi del mago americano, Sid Waterman (Woody Allen) la studentessa americana di giornalismo Sondra Pransky (Scarlett Johansson), appena arrivata a Londra, chiusa durante uno spettacolo dal suddetto mago cialtrone in una scatola cinese, riceve un messaggio dal fantasma di un giornalista defunto, che le promette la scoperta di uno straordinario scoop, se accetterà di investigare sulla possibilità che un aristocratico inglese Peter Lyman (Hugh Jackman) sia un serial killer. Le cose si complicano e diventano anche molto comiche quando la ragazza, di cui il mago - per proteggerla (si fa per dire) - si spaccia per padre, comincia a innamorarsi del nobiluomo . La sexy e intelligente attrice americana ha confessato di essersi divertita moltissimo a fare l´aspirante reporter di Brooklyn a caccia di scoop tra l´aristocrazia londinese. Allen ha detto di lei: "E´ semplicemente perfetta per le storie a base di amore e crimine". Dopo il successo del noir Match Point, Woody Allen torna alla commedia, senza rinunciare ad una trama in ´nero´. Tra maghi, tarocchi, giornalisti, serial killer e aristocratici anglosassoni, afferma di avere scritto la storia «con grande allegria, usando la magia come antidoto al vero male». .  
   
   
APERTURA GIORNATE CINEMA MUTO  
 
Sacile (PN), 9 ottobre 2005 Compiono 25 anni le "Giornate del Cinema Muto" di Pordenone - ancora per quest´anno ospiti di Sacile - e l´apertura ufficiale del festival, sabato 7 ottobre nel Teatro Zancanaro, è stata l´occasione per una augurio non formale da parte delle istituzioni che sostengono la manifestazione. Per l´assessore regionale alla Cultura, Roberto Antonaz, intervenuto con il vicepresidente del Consiglio regionale, Carlo Monai, e diversi consiglieri regionali, "25 anni sono un´intera generazione di appassionati, studiosi, ricercatori e di pubblico, che grazie alle ´Giornate´ ha potuto avvicinarsi, conoscere e apprezzare il cinema delle origini". Per l´assessore "le Giornate continuano a essere il momento più prestigioso e quello con maggior valenza internazionale fra le diverse e pur interessanti manifestazioni legate al cinema che annualmente si svolgono nel Friuli Venezia Giulia. Auguri dunque per questo compleanno e grazie agli organizzatori; agli ospiti qui giunti da ogni parte del mondo il più cordiale benvenuto della Regione". Oltre ad Antonaz hanno portato il loro saluto e augurio anche i sindaci di Sacile, Roberto Capuzzo, e di Pordenone, Sergio Bolzonello. .  
   
   
MIABBONO.COM LANCIA IL SUO PROGRAMMA DI AFFILIAZIONE PENSATO PER CONSENTIRE A EDITORI E TESTATE VERTICALI O GENERALISTE DI INTEGRARE I PROPRI CONTENUTI ON-LINE CON L´OFFERTA DELLE MIGLIORI RIVISTE ITALIANE DI SETTORE.  
 
 Pisa, 9 ottobre 2006 - Miabbono. Com lancia il suo programma di affiliazione pensato per consentire a editori e testate verticali o generaliste di integrare i propri contenuti on-line con l´offerta delle migliori riviste italiane di settore. Grazie al programma di affiliazione ogni singolo editore avrà a disposizione l´intero database Miabbono, suddiviso in 30 categorie, con la massima possibilità di personalizzare il proprio messaggio promozionale e formato grafico. Le categorie delle riviste Miabbono comprendono: attualità, motori, musica e spettacolo, musica classica, moda, natura, informatica ed internet, newsmagazine, professionisti, salute e fitness, scienza e tecnologia, economia e finanza, sport, calcio, tempo libero, maschili, viaggi e vacanze, investimenti immobiliari, medicina e psicologia, studenti, cultura e lingue straniere, casa e cucina, bambini e ragazzi, disney, arredamento, arte, gialli e horror, storia, architettura e nautica. Www. Miabbono. Com .  
   
   
MONSIGNOR GIANFRANCO RAVASI VINCE LA V EDIZIONE DEL «PREMIO GRINZANE CAVOUR – ALBA POMPEIA»  
 
 Milano, 9 ottobre 2006 - Monsignor Gianfranco Ravasi, insigne biblista e Prefetto della Biblioteca-pinacoteca Ambrosiana, è il vincitore della V edizione del Premio Grinzane Cavour – Alba Pompeia, organizzato dal Premio Grinzane Cavour, d’intesa con la Città di Alba e il Comitato Alba-premio Grinzane Cavour e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. A Monsignor Ravasi, autore di oltre centocinquanta pubblicazioni, è riconosciuto il merito di aver valorizzato il territorio prima di tutto come luogo dello spirito. La natura è argomento centrale in alcune sue opere come I monti di Dio e Le sorgenti di Dio, dove sono passati in rassegna montagne, mari e fiumi dell’Antico e Nuovo Testamento. Da queste pagine emerge un quadro affascinante, ricco di immagini e simboli, che lascia trasparire il profondo afflato spirituale che il tema della natura ha in tutta la tradizione cristiana. La notizia del vincitore è stata data nel corso della conferenza stampa tenutasi venerdì 26 maggio presso la sede del Consiglio Regionale del Piemonte, a Torino. La cerimonia di premiazione si terrà sabato 14 ottobre 2006, presso il Teatro Sociale di Alba. Il Premio Grinzane Cavour - Alba Pompeia nasce con l’intento di contribuire alla salvaguardia del paesaggio e del territorio, intesi soprattutto come custodi delle culture. L’iniziativa assegna un riconoscimento a persone, enti o istituzioni nazionali e internazionali che si sono distinti per il loro impegno nella promozione e nella valorizzazione dei territori culturali in diversi ambiti: dalla letteratura all’arte, dal giornalismo all’architettura, dalla creatività alla cultura materiale. Le precedenti edizioni del Premio Grinzane Cavour - Alba Pompeia sono state vinte dalla scrittrice inglese Joanne Harris (2002), dalla regista Liliana Cavani (2003), dallo scrittore Mario Rigoni Stern (2004) e dall’architetto Mario Botta (2005). La partecipazione della Città di Alba a questo evento conferma il forte interesse della capitale delle Langhe verso iniziative capaci di far risaltare i legami tra territorio e cultura. Il Premio rientra a pieno titolo fra i progetti del Parco Culturale del Premio Grinzane Cavour volti a valorizzare, con il sostegno della Regione Piemonte, i luoghi letterari, paesaggistici e storici del Piemonte. Un’ulteriore occasione per festeggiare i 25 anni del Premio Grinzane Cavour. .  
   
   
COSTRUIRE LE MODERNITÀ, FRANCO ALBINI, IGNAZIO GARDELLA, CARLO MOLLINO  
 
Milano, 9 ottobre 2006 - L’iniziativa Costruire le modernità: Franco Albini, Ignazio Gardella e Carlo Mollino presenta l’opera di tre grandi protagonisti della creatività italiana del Novecento che, pur in modi diversi, sono stati sempre letti per una loro presunta diversità rispetto ai canoni, molto incerti per lo meno in Italia, di una modernità razionalista. Questi tre architetti, in realtà, hanno vissuto la professione come mestiere, talvolta – com’è nel caso di Gardella e Mollino – legato a genealogie familiari di ingegneri. La costruzione e il cantiere sono luoghi essenziali dell’identità di un’architettura che si realizza soprattutto facendo. Ma Albini, Gardella e Mollino sono anche tre architetti che hanno saputo interpretare temi nuovi della società italiana del Novecento: la seconda casa, in montagna o al mare, la trasformazione dell’idea di museo, la società dei consumi con i suoi nuovi totem. Tre architetti formati in culture regionali, che hanno saputo tuttavia interpretare e non subire i modelli internazionali, che il secolo ha loro proposto. Tre architetti le cui vicende consentono di avviare una riscrittura della storia dell’architettura del Novecento, che attenta finalmente anche alla distribuzione, alle tecniche costruttive, ai materiali, ai dialoghi a volte conflittuali con le altre professioni: elementi, questi, che contribuiscono a costruire il panorama, ricco e differenziato, dell’architettura italiana del secolo breve. Franco Albini (Robbiate, Lecco 1905 – Milano 1977), Ignazio Gardella (Milano 1905-1997), Carlo Mollino (Torino 1905-1973) appartengono alla prima generazione di quegli architetti italiani che hanno saputo interpretare i più avanzati principi della modernità europea alla luce della tradizione storica nazionale. La ragione per proporre, oggi, una riflessione su questi architetti non è da ricercare solo nell’occasione celebrativa del centenario della loro nascita, ma è soprattutto da individuare nella necessità di interrogarsi su un “altro” e comune modo di sentire il rapporto tra le ansie di rinnovamento della modernità italiana e il problema della permanenza delle proprie radici culturali, in un periodo storico cruciale per la storia d’Italia che attraversa il fascismo, la guerra e la ricostruzione. L’iniziativa è il risultato di un progetto che riunisce tre grandi mostre, organizzate in tre differenti città: Franco Albini Architetto (alla Triennale di Milano, dal 28 settembre al 26 dicembre 2006); Ignazio Gardella Architetto (Palazzo Ducale di Genova, dal 24 novembre al 30 gennaio 2007); Carlo Mollino Architetto (Archivio di Stato di Torino, dal 12 ottobre 2006 al 7 gennaio 2007). Le mostre, curate da comitati scientifici composti da studiosi italiani e stranieri e coordinate in modo da formare un unico evento, approfondiranno il contributo delle poetiche architettoniche dei singoli protagonisti anche attraverso l’intreccio con i percorsi e gli esiti delle rispettive ricerche all’interno del panorama culturale italiano e internazionale. Attraverso le biografie intellettuali e professionali di tre maestri si tenterà di comprendere i caratteri delle rispettive culture architettoniche, ma anche dei rispettivi ambiti professionali, con l’obiettivo di ricostruire alcuni tasselli fondamentali della cultura del Novecento. Il progetto scientifico dell’iniziativa Costruire le modernità: Franco Albini, Ignazio Gardella e Carlo Mollino è il risultato di una collaborazione, la prima in questo campo, tra diverse istituzioni: Darc, Triennale di Milano, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Genova. Nelle rispettive sedi, le singole mostre avvieranno una serie di eventi e iniziative per discutere e approfondire i più importanti intrecci tematici che hanno visto coinvolti i tre architetti, quali ad esempio il lavoro nel campo dell’allestimento d’interni e del design, l’architettura alpina, la costruzione della città, l’insegnamento. Ciascuna mostra, inoltre, è caratterizzata da un dialogo a distanza tra architetti di diverse generazioni, grazie a progetti di allestimento affidati a personalità di primo piano delle cultura architettonica internazionale: Renzo Piano con Franco Origoni per Franco Albini, Rafael Moneo e Franz Prati per Ignazio Gardella, Alessandro Colombo (Studio Cerri & Associati) per Carlo Mollino. Nel 2007 le tre sezioni dell’iniziativa Costruire le modernità: Franco Albini, Ignazio Gardella e Carlo Mollino saranno riunite a Roma al Maxxi. .  
   
   
“IL CAMMINO DI FRANCESCO: NATURA E INCANTO NELLA VALLE SANTA REATINA” UN VOLUME DI MOTTA EDITORE  
 
Milano, 9 ottobre 2006 - Il volume Il Cammino di Francesco, edito dalla Federico Motta Editore, documenta con un ampio reportage del grande fotografo americano Steve Mccurry, il percorso che il Frate compì nella valle di Rieti, denominata Santa per essere stata amata e scelta come terza patria di Francesco. Le immagini di Steve Mccurry ripercorrono le grandi pianure, le dolci colline e le montagne imponenti di quei luoghi che Francesco attraversò e rese celebri. Le tappe di un cammino lungo circa 80 chilometri, che attraversano la parte medievale di Rieti, con i suoi palazzi e le sue chiese, per giungere ai santuari di Greccio, la Foresta, Poggio Bustone e Fontecolombo, fino al bosco del Faggio di san Francesco a Rivodutri, nell’antico borgo di Posta, perla della Valle del Velino, e sulle vette del Terminillo. Il volume, che ci offre un’esperienza di intensa spiritualità attraverso la rivisitazione di quelle vie, è inoltre arricchito e completato dai testi di due auteroveli figure: José Rodriguez Carballo, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, massima autorità dell’ordine francescano a livello mondiale, e Chiara Frugoni, una delle maggiori medieviste contemporanee, nota a livello internazionale e autrice di opere divenute ormai di riferimento sulla figura di Francesco di Assisi. I due autori guidano il lettore attraverso la Valle Reatina, permettendogli di guardare quei luoghi con gli occhi del Frate, svelando un poco del suo mistero: Ripercorrendo con sguardo di fede questi luoghi, è facile non solo lasciarsi pervadere dal loro incanto, rimasto pressoché intatto anche a distanza di otto secoli, ma trasfigurarli, come seppe fare Francesco e, insieme a lui rendere grazie al Creatore per le meraviglie che ha compiuto e continua a compiere (José Rodriguez Carballo). Esistono tuttavia ancora luoghi che hanno conservato, oltre al ricordo storico dei ritiri di Francesco e dei primi compagni, anche il contesto naturale antico: […] nella valle di Rieti, Greccio, Fontecolombo, Poggio Bustone, per citarne alcuni: boschi fitti, immersi in un mite e ampio paesaggio ondulato (Chiara Frugoni). .  
   
   
IN-UMANO. OVVERO QUELLO CHE LEGA IL TROPPO UMANO ALL’OLTREUOMO: UMBRIALIBRI 2006 LANCIA QUESTA PAROLA CHIAVE COME FILO CONDUTTORE DELLA SUA XII EDIZIONE.  
 
Milano, 9 ottobre 2006 - La manifestazione, che si terrà dall’8 al 12 novembre, si articola come di consueto tra incontri d’autore, performance artistiche e musicali, dibattiti e confronti, ospitati negli splendidi palazzi e teatri del centro storico di Perugia. Immancabile poi l’appuntamento fisso con la mostra-mercato degli editori umbri che si snoda nella suggestiva cornice della trecentesca Rocca Paolina. Tutti gli appuntamenti saranno ad ingresso gratuito. Sulla scia del successo delle passate edizioni Umbria Libri punta anche quest’anno, dopo “In nome della fede” del 2004 e “Pensieri sull´Italia” del 2005, su un nucleo tematico profondo e versatile, che porterà gli ospiti a confrontarsi spaziando tra letteratura e arte, tra filosofia e scienza. Il tema dell’inumano suggerisce un percorso di riflessioni sull’uomo e le sue contraddizioni. È il conscio e l´inconscio, il reale e l’irreale, il materiale e l´immateriale. Tutte le possibili sfaccettature dell’individuo e tutte le sue possibili metamorfosi interiori ed esteriori. Ed è il superuomo per eccellenza ad aprire questa edizione. Tom de Haven, infatti, autore di È Superman (edizioni Ed) ha scelto proprio Umbrialibri come unica location in Italia per presentare il suo lavoro e con lui sarà presente anche Michele Foschini che ne ha curato la traduzione italiana. Lodato dalla critica americana, È Superman è un romanzo vero e proprio che racconta, senza fare ricorso ad illustrazioni, la gioventù e la formazione di Superman, arrivando a toccare le possibili implicazioni religiose della favola fantascientifica. Prestigiosa poi la presenza sabato 11 novembre di Hoda Barakat. Già vincitrice dei premi al-Naqid e Naghib Mahfuz, dopo L’uomo che arava le acque (Ponte alle Grazie, 2003), Hoda Barakat presenta un nuovo romanzo dove una serie di struggenti «reportage spirituali» cantano i ricordi, i rimpianti e le speranze di un’esule, lontana da una patria amata e detestata, ormai perduta per sempre tra le macerie della guerra civile che nel 1989 ha insanguinato il Libano. Tra gli emigranti che lasciano il paese martoriato in cerca di un futuro c’è anche la giovane Hoda Barakat che affida a Lettera da una straniera (Ponte alle Grazie, 2006) una continua riscoperta del proprio saldo radicamento nel popolo e nella cultura libanese, che sarà anche oggetto di una lectio magistralis, durante il suo incontro con il pubblico. Tra gli autori italiani che faranno tappa ad Umbrialibri Corrado Augias con la presentazione, sabato 11, di Inchiesta su Gesù, un dialogo intervista tra Corrado Augias e Mauro Pesce che vuole essere una risposta al desiderio della gente di sapere chi è stato Gesù come personaggio della storia, oltre il divino. E a cantare il tempo del divino il musicista e filosofo Massimo Donà che presenta, accompagnato dalle note jazz di Giorgio Gaslini, Filosofia della musica, una riflessione su come “Parker e Beethoven ascoltavano il canto candido dell´esistente, ne inseguivano il movimento ritmico accarezzandone il silenzioso brusio per trasformarlo, da ultimo, nel rigoroso linguaggio di una musica assoluta”. E ancora presenteranno i loro lavori Jim Forest, Flavio Caprera, Walter Siti, Ugo Riccarelli, Roberto Saviano e Francesca D’aloja. Ulteriori appuntamenti culturali vedranno protagonisti giornalisti come Antonio Gnoli, politici come Massimo Cacciari in un incontro con Ekkehart Krippendorff e musicisti come Giovanni Lindo Ferretti impegnato in una performance con le note storiche delle sue canzoni. Domenica 12 sarà la volta di Andrea De Carlo che con Mare delle verità (Bompiani, 2006) coinvolge il lettore tra avventura e impegno, intrecciando una trama serrata che gli permette di raccontare, con passione, indignazione e divertimento, del mondo di oggi e dei suoi molti problemi aperti. Particolare l’appuntamento con Pulsatilla per la presentazione de La ballata delle prugne secche (Castelvecchi editore, 2006), una guida pratica a tutti gli aspetti più ambigui della vita, dalla messa in piega alla consultazione degli oracoli. L’idea dell´opera nasce da una semplice indagine: non si è mai sentito un uomo che vorrebbe rinascere donna, non si è mai sentita una donna che vorrebbe rinascere donna. Umbrialibri sarà anche il palcoscenico della prima presentazione in Italia dell’autore Frank Schätzing, diventato con il Quinto Giorno (2005) uno degli autori più letti in Europa. Fondatore della prestigiosa agenzia pubblicitaria “Intevi” e dell’etichetta discografica “Sounds Fiction”, Schätzing si dimostra essere con il Quinto Giorno l’autore-rivelazione del 2005 con uno stile ricco di suspense, azione e ricchezza di dettagli. Tutti elementi che i lettori potranno ritrovare nel nuovo romanzo che Schätzing presenterà a Perugia Il Diavolo nella cattedrale (Editrice Nord, 2006), un giallo avvincente e misterioso, tra l’umano e l’inumano. Numerose le iniziative proposte al pubblico oltre agli incontri con gli autori. Dai laboratori di scrittura creativa ed elaborazione narrativa, alla pesca letteraria, fino al booksharing, perché il libro possa diventare un vero strumento di aggregazione e confronto. In particolare Stefano Benni terrà un seminario (8,9 e 10 novembre) su “la voce narrante e la lettura teatrale”. L’iscrizione è gratuita. Tra i protagonisti che hanno accolto l’invito di Umbria Libri in questi anni ricordiamo: Tzevatan Todorov, Eugenio Barba, Dacia Maraini, Nasos Vaghenàs, Soheib Bencheickh, Enzo Bianchi, Mahasweta Devi, Umberto Galimberti, Piergiorgio Oddifreddi, Emanuele Severino, Tiziano Scarpa, Nicola Tranfaglia, Sebastiano Vassalli, Benedetta Craveri, Adonis. Www. Umbrialibri. Com .