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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Maggio 2010
STUDIO FINANZIATO DALL´UE GETTA LUCE SUI CAMBIAMENTI DEL DNA NELLE CELLULE STAMINALI EMBRIONALI UMANE  
 
 Bruxelles, 3 maggio 2010 - Scienziati in Europa hanno scoperto che la coltura prolungata di cellule staminali embrionali umane (hEsc) può innescare modifiche che risultano in anomalie cromosomiche. Pubblicate sulla rivista Nature Biotechnology, le conclusioni sono il risultato del progetto Estools ("Platforms for biomedical discovery with human Es cells"), che ha ricevuto 12 milioni di euro attravero l´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). Estools è stato avviato per sviluppare le competenze, gli strumenti e le tecniche necessarie per applicazioni mediche, farmaceutiche e bioindustriale per la ricerca sulle cellule staminali embrionali (Es) e staminali pluripotenti indotte (Ips). Gli scienziati che cercano di determinare il modo migliore per prevenire le modifiche dannose nelle hEsc coltivate trarranno beneficio dai risultati di questo recente studio, in quanto i risultati contribuiranno a garantire un´applicazioni più affidabile dei trattamenti rigenerativi basati sulle cellule staminali. Il team di ricerca ha fatto sapere che i risultati sosterranno inoltre l´ulteriore analisi del cosiddetto processo di adattamento delle colture, nel quale le hEsc coltivate mimano l´accumulo di mutazioni genetiche tipiche della trasformazione maligna. Ciò potrebbe potenzialmente offrire indizi su alcuni meccanismi genetici responsabili dello sviluppo del cancro. "La coltura prolungata delle hEsc può portare a un adattamento e all´acquisizione di anomalie cromosomiche, rendendo necessaria una rigorosa analisi genetica di queste cellule", si legge nell´articolo. I ricercatori stanno attualmente studiando le cellule staminali embrionali per determinarne il potenziale utilizzo nelle terapie rigenerative basate sulla sostituzione cellulare, perché hanno la capacità di auto-rinnovarsi e svilupparsi in una varietà di tipi di cellule e tessuti come ad esempio le cellule ematiche, i neuroni, le ossa e i muscoli. Gli scienziati riconoscere tuttavia che i cambiamenti genetici si verificano in un certo numero di linee di hEsc quando si moltiplicano in laboratorio, e questi cambiamenti possono assomigliare alle anomalie del Dna (acido desossiribonucleico) spesso presenti nelle cellule tumorali. Le hEsc potrebbero inoltre subire altri cambiamenti genetici che i metodi tradizionali non riescono a rilevare. Ne risulta che nel mondo della medicina permangono gravi preoccupazioni riguardo al loro impiego. Il team ha utilizzato l´analisi del Dna ad alta risoluzione per mappare le modifiche genetiche in 17 linee di hEsc coltivate per molte generazioni e conservate in laboratori diversi. La loro analisi ha individuato 843 variazioni del numero di copie (Cnv), e "in media, il 24% dei siti con perdita di eterozigosi (Loh) e il 66% delle Cnv cambiavano durante la coltura, tra il passaggio precoce e tardivo della stessa linea", hanno scritto gli autori. Le Cnv e Loh sono variazioni genetiche che potrebbero essere legate alla trasformazione tumorale. I ricercatori hanno scoperto che il 30% dei geni con siti Cnv aveva "un´espressione alterata rispetto ai campioni con un numero di copie normale, di cui oltre il 44% erano funzionalmente collegate al cancro". "Quando sapremo quali geni sono coinvolti, sarà più facile respingere le linee di hEsc in cui tali geni sono più propensi a mutare", ha spiegato il co-autore Peter Andrews, professore del Centro di biologia delle cellule staminali presso l´Università di Sheffield nel Regno Unito e capo del consorzio Estools. La squadra Estools è composta da 21 partner (18 istituti di ricerca universitari e 3 aziende) della Repubblica ceca, Finlandia, Germania, Italia, Israele, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. I partner del progetto ritengono che le attività di formazione e di divulgazione contribuiranno a massimizzare l´impatto della loro ricerca e a sviluppare una forte base competitiva europea per la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane. Per maggiori informazioni, visitare: Estools: http://www.Estools.eu/estools/index  Nature Biotechnology: http://www.Nature.com/nbt/index.html  http://ec.Europa.eu/research/infocentre/article_en.cfm?item=result%20of%20search&id=/research/research-eu/56/article_5626_en.html&artid=8799    
   
   
LA RICERCA GENOMICA È SULLA STRADA GIUSTA  
 
Bruxelles, 3 maggio 2010 - Ricercatori finanziati dall´Ue stanno gettando nuova luce sui meccanismi estremamente complessi che controllano l´attività dei nostri geni. I risultati del progetto triennale Gennetec ("Genetic networks: emergence and complexity"), finanziato dall´Ue con 1,48 milioni di euro attraverso l´area tematica "Tecnologie della società dell´informazione" del Sesto programma quadro (6° Pq), contribuiranno a far avanzare il potenziale della genomica con nuovi modi per individuare i geni specifici che controllano i regolatori. Negli organismi, dai batteri agli esseri umani, i geni vengono costantemente attivati e disattivati. La genomica è lo studio del funzionamento di questa complessa rete di geni e dei fattori che li regolano. I ricercatori stanno attualmente cercando di scoprire i meccanismi che regolano le molecole che attivano e disattivano i geni, chiamate fattori di trascrizione o regolatori genetici. Il progetto Gennetec si è prefisso di identificare quali fattori di trascrizione regolano i diversi geni. I fattori di trascrizione si legano a siti particolari su un cromosoma per attivare e disattivare i geni vicini. Il conseguente modello di attività genica è responsabile dello sviluppo, il funzionamento o la risposta di una cellula o di un organismo, alle sfide ambientali e agli stimoli. Malfunzionamenti in questo sistema possono causare malattie, compreso il cancro. "Una malattia può talvolta essere considerata un cambiamento improprio nelle dinamiche di una rete di interazioni", ha detto il dottor François Képès del francese Centre National de la Recherche Scientifique (Cnrs), coordinatore di Gennetec. "Perciò è importante capire le loro proprietà e come correggere o controllare la loro dinamica". Fino a poco tempo fa, i ricercatori si erano concentrati sulle sequenze di Dna (acido desossiribonucleico) brevi, che si legavano a specifiche molecole regolatrici, al fine di cercare di abbinare i geni con possibili fattori di trascrizione. Ma l´inconveniente di questo metodo è che esso induce a potenziali connessioni che in seguito si riveleranno false. La squadra Gennetec ha provato un nuovo approccio per studiare i fattori di trascrizione. In uno studio precedente avevano scoperto che i geni che rispondono allo stesso fattore di trascrizione spesso sono posti a intervalli regolari lungo un cromosoma. Il team ha ipotizzato che raggruppare i fattori di trascrizione e geni correlati aiuta a ottimizzare il loro funzionamento. Al fine di dimostrare che la posizione di questi geni contribuisce a determinare la struttura di un determinato filamento di Dna, il team ha utilizzato simulazioni numeriche di ripiegamento del Dna. Questo ha permesso loro di identificare più efficientemente le relazioni tra i fattori di trascrizione genica. "La combinazione dei due predittori ci permette di anticipare meglio i regolatori di un particolare gene, molto meglio del taglio delle false risposte", ha spiegato il dottor Képès. "In pratica raddoppiamo la specificità della previsione". "Ciò che abbiamo scoperto è che esiste un chiaro legame tra la struttura cromosomica e l´espressione genica, un legame che ora possiamo predire in modo molto preciso e funzionale. Siamo ora in grado di comprendere meglio la regolazione genetica nelle cellule umane risparmiando tempo e denaro". Uno dei partner Gennetec, la Noraybio, una società di software bioscientifico con sede in Spagna, ha già avviato lo sviluppo di un software che permetterà ai ricercatori di tutto il mondo di utilizzare lo stesso approccio per analizzare le reti di geni. Il consorzio Gennetec ha anche creato una versione più semplice del software disponibile gratuitamente. Il dottor Képès dice che la ricerca svolta dal consorzio sui sistemi genomici complessi è importante quanto il nuovo software, perché può essere applicata in diversi campi tra cui i sistemi di ingegneria. "Le cellule hanno un solo genoma con il quale possono affrontare molteplici sfide", ha commentato. "Possiamo usare questa soluzione biologica come ispirazione per sviluppare una nuova generazione di algoritmi per risolvere problemi complessi". Per maggiori informazioni, visitare: Gennetec: http://gennetec.Csregistry.org/tiki-index.php  Ict Results: http://cordis.Europa.eu/ictresults/index.cfm    
   
   
LOMBARDIA: ASL E AO, EMESSE LE VALUTAZIONI DEI DIRETTORI  
 
Milano, 3 maggio 2010 - Con un Decreto del Direttore generale della Sanità della Regione Lombardia, Carlo Lucchina, sono state emesse le valutazioni relative al 2009 dei Direttori generali delle Aziende Ospedaliere, delle Asl della Lombardia e dell´Areu. I punteggi (massimo 100) sono assegnati in base al raggiungimento degli obiettivi, modulati secondo parametri, che riguardano: l´efficacia e la qualità dei servizi; la corretta gestione economico-finanziaria; l´efficienza gestionale e organizzativa; lo sviluppo dei sistemi informativi per migliorare gli accessi; l´edilizia sanitaria (ammodernamenti, ristrutturazioni o nuovi ospedali). Asl: Bergamo - Testa - 89,4; Brescia - Scarcella - 88,7; Como - Antinozzi - 89,1; Cremona - Locatelli/compagnoni - 89,5; Lecco - Borelli - 89,1; Lodi - Pellegata/triaca - 88,6; Mantova - Azzoni - 88,9; Milano Città - Cantù/locatelli - 88,4; Milano 1 - Compagnoni/cantù - 88,7; Milano 2 - Triaca/pellegata - 88,7; Monza e Brianza - Pezzano - 89,9; Pavia - Mariani - 89,1; Sondrio - Gianola - 88,7; Val Camonica - Foschini - 89,3; Varese - Zeli - 89,3. Aziende Ospedaliere: Bergamo - Bonometti - 88,8; Brescia - Coppini - 88,5; Busto Arsizio - Zoia - 88,8; Mantova - Stucchi - 89,4; Chiari - Russo - 88,9; Varese - Bergamaschi - 90,5; Cremona - Spaggiari – 90; Desenzano - Azzi - 90,3. Mi/fatebenefratelli - Corno/corradini - 87,9 Garbagnate - Michiara - 89,4; Mi/pini - Tropiano - 88,3 Mi/icp - Beretta - 90,4 Mi/sacco - Corradini/scanni - 88,9 Lecco - Bertoglio - 89,3 Lodi - Rossi - 90,5 Crema - Ablondi - 88,8 Niguarda - Cannatelli - 90,5 Legnano - Dotti – 89; Vimercate - Amigoni – 90; Melegnano - Garbelli - 88,6; Pavia - Sanfilippo - 89,4; Gallarate - Gozzini - 88,3; Mi/san Carlo - Mobilia - 88,7; Como - Mentasti - 89,8; Mi/san Paolo - Catarisano - 89,7; Monza - Spata - 87,8; Seriate - Amadeo - 88,5; Treviglio - Ercole - 88,2; Valtellina - Votta - 88,9; Areu - Zoli - 89,6.  
   
   
CON FASCICOLO ELETTRONICO SANITA´ MIGLIORE REGIONE ABRUZZO PRONTA PER LA SFIDA DELL´INNOVAZIONE DIGITALE  
 
 Pescara, 3 aprile 2010 - "Rendere il sistema sanitario abruzzese più efficace ed adeguato ai bisogni dei cittadini è una delle priorità del Governo regionale. Ed il ruolo giocato dall´informatica nel campo medico ed ospedaliero è fondamentale". Lo ha affermato, il 29 aprile, il vice presidente ed assessore allo Sviluppo Economico ed all´Informatica, Alfredo Castiglione, in apertura del convegno che si è tenuto a Pescara su "L´informatica sanitaria in Abruzzo". "Le sfide con cui è chiamata a confrontarsi la sanità in Abruzzo - ha proseguito Castiglione - sono numerose e comprendono anche la razionalizzazione del sistema sanitario e quella della rete ospedaliera. Tuttavia, penso in particolare agli innegabili vantaggi di una messa a regime della cartella clinica elettronica sia in funzione dell´accessibilità dei dati che in ordine alla consultazione condivisa. La medicina - ha sostenuto il vice presidete della Regione - sta superando la soglia del digitale per arrivare una più attenta analisi dell´Ict (information and communication technology) limitando anche i rischi dei passaggi dei dati e delle informazioni tra le diverse unità funzionali all´interno dei presidi ospedalieri". Secondo l´assessore Castiglione, la Regione possiede tutte gli elementi e le progettualità idonee, grazie anche all´apporto dell´Arit, del Sir (Sistema informativo regionale) del Crit (Comitato tecnico scientifico regionale per l´informatica e la telematica) per condurre al meglio questo importante processo di innovazione digitale nel settore della salute.  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO: VENTURONI, NON SARANNO RIDOTTI I POSTI LETTO DA MINISTRO FAZIO PLAUSO PER LAVORO COMMISSARIO CHIODI  
 
Pescara, 3 maggio 2010 - Non saranno ridotti i posti letto ma sarà attuato un piano di riordino della rete ospedaliera regionale. Lo ha affermato, il 29 aprile , a Pescara, a margine del convegno su "L´informatica sanitaria in Abruzzo", l´assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni, commentando le dichiarazioni del Ministro per la Salute, Ferruccio Fazio, contenute in un video messaggio proiettato in sala. Secondo il Ministro, che ha lodato l´impegno e le azioni portati avanti, in questi mesi, dal Commisssario ad acta, Gianni Chiodi, e dall´assessore Venturoni, per far uscire l´Abruzzo dalle sabbie mobili del debito sanitario, ha parlato di un processo organzzativo che, entro il 2012, vedrebbe più che dimezzato in regione il numero degli ospedali. Nessuna diminuzione, quindi, dei posti letto ma una sensibile riduzione di quelli per acuzie, compensata da un contestuale aumento delle lungodegenze. "Alcune strutture ospedaliere - ha spiegato Venturoni - saranno riconvertite in strutture territoriali con la finalità di creare ospedali per veri acuti dove ci sia maggiore sicurezza sia per il paziente che per gli stessi operatori sanitari. Attualmente - ha chiarito Venturoni - le strutture sanitarie ospitano per metà malati acuti e per l´altra metà malati cronici. Invece, - ha continuato - il nuovo modello prevede una suddivisione ben definita che consentirebbe di ottenere migliori prestazioni e un considerevole risparmio economico". In merito, poi, al ruolo dell´informatica nell´organizzazione della sanità, Venturoni ha messo in risalto principalmente due aspetti: quello gestionale e quello del miglioramento della qualità della vita dei cittadini. "Infatti, concludere il processo di informatizzazione porterà a ridurre sensibilimente gli sprechi - ha affermato - ma anche ad analizzare nel loro compesso, attraverso un sistema finalmente efficiente, costi e ricavi nella gestione dei servizi. Inoltre, - ha concluso l´assessore - si potrà incidere in misura considerevole sulle liste di attesa con riflessi estremamente positivi sulla qualità di vita dei cittadini-pazienti".  
   
   
MILANO, CORSI DI SOSTEGNO PER FUTURE NEOMAMME: LA RICETTA DELL’ASSESSORATO ALLA SALUTE CONTRO LA DEPRESSIONE PRE E POSTPARTUM  
 
Milano, 3 maggio 2010 - Il 28 aprile, al Presidio Ospedaliero Macedonio Melloni, il primo dei sei incontri proposti dal Centro Psiche Donna, in sinergia con l’Assessorato alla Salute, alle donne in gravidanza per accompagnarle dal primo trimestre di gestazione ai primi sei mesi di vita del bambino. Un lasso di tempo durante il quale gli esperti faranno riconoscere e condividere i cambiamenti interni, gli aspetti psicologici e quelli psicopatologici che compaiono durante la maternità. Nei confronti di questo momento particolare della vita le donne oggigiorno si mostrano competenti ed informate per quanto riguarda la gestione ostetrico-ginecologica della gravidanza, ma si rivelano poco preparate rispetto alle preoccupazioni, i timori e le aspettative che si creano nei nove mesi d’attesa ed in quelli ancora più impegnativi immediatamente successivi al parto, come anche recenti casi di cronaca hanno tristemente dimostrato. “E’ pertanto necessario – afferma l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - prestare molta attenzione alla salute psico-fisica delle donne in queste fasi delicate della loro vita. Dobbiamo accrescere ogni giorno di più, coniugando umanità e scientificità, l’atteggiamento preventivo e aiutare le madri in difficoltà dopo il parto, non come se si trattasse di un tabù”. Queste tappe delicatissime non dovranno affrontarle da sole le gestanti e le neomamme che frequenteranno il ciclo di incontri gratuiti (in programma da oggi all’11 novembre nell’aula universitaria della Melloni) il cui titolo, “L’albero della maternità. Dalle radici alle gemme dell’essere mamma”, racchiude bene lo spirito dell’iniziativa patrocinata dall’Assessorato alla Salute, da anni attento alle tematiche di cura e di prevenzione degli aspetti psicologici e patologici che si manifestano durante e dopo la gravidanza. Nei primi tre appuntamenti le mamme in attesa potranno contare sulla competenza di un medico psichiatra e di una psicoterapeuta, mentre negli altri tre incontri usufruiranno anche dell’assistenza di un’infermiera pediatrica, già responsabile del corso “Coccole e massaggi” presente da qualche tempo nel presidio ospedaliero di via Melloni. I sei appuntamenti prevedono una possibilità di scambio e di condivisione sulle problematiche della maternità e della relazione madre-bambino, con un’attenzione specifica rivolta agli aspetti psicologici e ai fattori di rischio che possono predisporre a disturbi d’ansia o depressivi. Eventi purtroppo tutt’altro che rari, come confermano l’evidenza epidemiologica e la pratica clinica. Basti pensare che dopo il parto ben l’85% delle donne lamenta qualche forma di alterazione dell’umore e che i casi di depressione post-partum, diffusi prevalentemente nel primo trimestre dopo la gravidanza, riguardano il 10-12% delle neomamme.  
   
   
«LA SANITÀ È L´IMPRESA PIÙ BELLA ED ESALTANTE» «IN TOSCANA DIMOSTREREMO CHE DA TECNICI SI PUÒ DIVENTARE BRAVI POLITICI» IL PRESIDENTE ROSSI HA CONCLUSO IL CONVEGNO "SANITÀ 2010" ALLA BADIA FIESOLANA  
 
Firenze, 3 maggio 2010 - «Occuparsi di sanità è l´impresa più bella ed esaltante che può capitare a un politico e a un tecnico. Ogni giorno la sanità presenta un problema: affrontarlo è una sfida quotidiana, da vincere in nome dei cittadini. Da politico, io sono diventato in qualche modo un esperto di sanità. Ora qui in Toscana dimostreremo che si può fare anche il percorso inverso: che da esperti si può diventare anche buoni politici». Il presidente Enrico Rossi è tornato a parlare di sanità, invitato da Mckinsey & Company a chiudere il convegno "Sanità 2010", che si è tenuto il 29 e 30 aprile all´Istituto universitario europeo alla Badia fiesolana. Un convegno in cui si sono avanzate proposte per la riforma del sistema sanitario nazionale, si è parlato di trasparenza, qualità ed effi cienza, trasformazione degli ospedali e delle aziende sanitarie. «Un convegno carico di proposte, in un momento, come questo, molto delicato per il servizio sanitario nazionale - ha sottolineato Rossi - Stiamo aprendo a livello nazionale la discussione per la definizione dei costi standard. La preoccupazione che ci muove è aver visto un Paese che si sta spezzando in due. Era prevedibile. Tutte le esperienze di federalismo ci dicono che il federalismo produce due marce diverse. Ora abbiamo un nucleo di Regioni che ha dimostrato che è possibile amministrare la sanità, controllando le risorse e promuovendo la qualità. Ed è giusto rivendicare, non solo per la Toscana, ma anche per altre Regioni, il merito di aver difeso, sviluppato, migliorato il servizio sanitario nazionale. Ora si pone il problema dell´arretratezza di altre Regioni, soprattutto sotto l´aspetto amministrativo: queste Regioni devono rendere il sistema efficiente, ridurre gli sprechi e i dati negativi di mortalità». Il presidente ha ricordato la sua esperienza di coordinatore delle Regioni per la sanità. «In questi anni - ha detto - mi sono convinto che occorre arrivare alla definizione dei costi standard che tengano conto anche di parametri di appropriatezza. E sono favorevole anche all´introduzione di un elemento di premialità che sia un riconoscimento delle pratiche migliori. La riforma, che dovrà essere fatta a livello sia nazionale che regionale, si deve basare su due pilastri: la riconferma dell´azienda (è stata questa la svolta della sanità nel nostro Paese), e l´adozione dei criteri di efficienza che l´azienda ha prodotto; e poi non è eludibile il nodo della politica: siamo una sanità prevalentemente pubblica. Sono questi i due pilastri della riforma che anche voi auspicate». «Infine - ha concluso - si può governare la sanità solo basandosi su una serie di principi e di valori. Solo se riesci a mobilitare l´energia umana, le forze migliori, allora riesci a raggiungere anche obiettivi di efficienza e riordino».  
   
   
ANZIANA NON AUTOSUFFICIENTE IN STATO D’INCURIA A QUINTO (TV) NECESSITANO ULTERIORI STRUMENTI PER AFFRONTARE QUESTE SITUAZIONI  
 
Quinto, (Treviso), 3 maggio 2010 - “Ho riscontrato che le istituzioni territoriali, dal Comune all’Azienda Ulss, alla struttura residenziale, hanno fatto tutto quanto dovevano, come procedure e come risorse, per affrontare la situazione, particolare e drammatica, dell’anziana non autosufficiente di Quinto in stato precario dal punto di vista igienico sanitario. Ciò non toglie che per affrontare situazioni simili, che restano “situazioni limite”, vanno trovati strumenti nuovi e condivisi per poter intervenire prima che esse degradino in questo modo. Lo ha detto il 29 aprile Remo Sernagiotto, assessore regionale ai servizi sociali che ha incontrato nella sede dell’amministrazione comunale di Quinto, il sindaco Mauro Dal Zilio, il direttore generale dell’Azienda Ulss n. 9 Claudio Dario, il presidente dell’Israa di Treviso Fausto Favaro per chiarire i contorni della vicenda, di cui si è occupata recentemente la stampa locale, della signora anziana di 84 anni in stato di prostrazione e di precaria situazione socio sanitaria ricoverata nell’Istituto di cura trevigiano. “Nei prossimi anni le malattie cronico-degenerative – ha detto Sernagiotto – saranno in aumento esponenziale ponendo la rete dei servizi socio sanitari a prova di efficienza e andranno messi in campo tutti gli strumenti e le sinergie dei servizi per dare risposte adeguate anche a vicende come quella dell’anziana di Quinto – che ora sta bene e si è ripresa - magari studiando ipotesi di intervento tempestivo da parte delle amministrazioni comunali e delle strutture socio-sanitarie. L’assessore ha ascoltato il rapporto svolto dalle assistenti sociali del comune e i risultati della Commissione dell’Ulss n. 9, verificandone la correttezza. Egli ha ricordato inoltre che un recente provvedimento regionale ha aumentato di 6 mila posti letto la disponibilità nelle strutture residenziali venete per non autosufficienti che sono attualmente di 24mila posti letto. “Questo è un segnale dell’attenzione con cui la Regione Veneto guarda al problema della non autosufficienza e, al proposito, sollecito i sindaci a rivolgersi all’assessorato regionale ai servizi sociali per segnalare le questioni problematiche inerenti al settore. Intendo caratterizzare la mia attività di assessore puntando fortemente alla collaborazione fra tutte le istituzioni territoriali”.  
   
   
MOLISE: PIANO DI RIENTRO SANITARIO, IORIO RELAZIONA IN AULA  
 
Campobasso, 3 maggio 2010 - Il testo integrale del documento letto dal Presidente in Consiglio regionale. Con il verbale del 30 giugno 2009 i Tavoli tecnici ministeriali per la verifica degli adempimenti regionali hanno riscontrato nuovamente criticità ed inadeguatezze nell´attuazione del Piano di Rientro dal deficit sanitario che la Regione Molise ha adottato con la Delibera di Giunta Regionale 30 marzo 2007, n. 362. Il Ministro dell´Economia di concerto con quelli della Salute e per i Rapporti con le Regioni, ha richiesto perciò al Presidente del Consiglio la convocazione del Consiglio dei Ministri con all´ordine del giorno la nomina del Commissario Governativo, ai sensi dell´art. 4 del D.l. 159/2007, avvenuta il 26 luglio 2009. Il 9 ottobre 2009 è seguita la nomina del Sub-commissario, con funzioni di supporto tecnico al Commissario. Al fine di favorire, prima di ogni eventuale decisione, una valutazione politica della questione molisana, si è predisposto questo documento con il dichiarato intento di proporre una riflessione politica responsabile tra la logica dei conti dei Tavoli - che si riconosce e si rispetta - e l´intervento politico del Governo su una complessa realtà regionale. E la comprensione è il primo passo per sciogliere i nodi principali della questione sanità. Il Molise, con i suoi 321.000 abitanti è, tra le regioni a statuto ordinario, la più piccola d´Italia. Il territorio molisano, che si estende per 4.438 kmq, con una superficie che equivale a circa l´1,47% del territorio nazionale, si configura per la totale assenza di pianura e per la prevalenza del territorio montuoso (che copre il 55% del territorio regionale) e sulla quota collinare (che equivale al 45% della superficie complessiva). Il territorio molisano presenta inoltre, per le sue caratteristiche fisiche e morfologiche, un rischio sismico tra i maggiori in Italia. Relativamente alla ripartizione della popolazione tra i Comuni regionali, 65 (di cui 35 nella provincia di Campobasso e 30 nella provincia di Isernia, il 48% dei 136 dei Comuni molisani) sono compresi nella classe "fino a 1000 residenti", mentre nei 4 Comuni di "oltre i 10.000 abitanti" la popolazione totale è di 116.586 abitanti, pari al 36,34% della popolazione. Per la Sanità sono indice oggettivo di disagio: l´altitudine del territorio; * l´indice di dispersione dei nuclei abitati; * il rapporto tra popolazione residente e superficie complessiva; * l´indice di vecchiaia (in Molise è del 22% rispetto al dato nazionale del 19,60%). Lo studio dei costi dell´offerta sanitaria in Molise ha evidenziato oggettivi differenziali, rispetto ad altre realtà simili demograficamente, di incontestabile valenza. Le variabili, in particolare, che influiscono in questo senso sono: * i costi più elevati per ciascuna prestazione erogata; * la difficile raggiungibilità di economie di scala; * la necessità etica di erogare servizi anche in situazioni di mancata economicità; * l´organizzazione più in funzione degli obiettivi di accessibilità, di qualità e sicurezza delle attività che di economicità dell´erogazione. In relazione a tali fattori, c´è una specificità della domanda la cui soddisfazione - relativamente al diritto di ciascuno di avere un´appropriata assistenza sanitaria - richiede di valutare responsabilmente i limiti imposti dai ragionamenti di convenienza economica, di fattibilità e di razionalità. Interventi per una "riqualificazione sostenibile" del Sistema sanitario - In questi anni, il sistema regionale ha subìto numerosi interventi nell´ambito dell´attuazione del Piano di Rientro dal deficit sanitario. Gli effetti sul piano della qualità e della quantità dei servizi erogati e sul risultato finanziario atteso non sono stati in linea con quelli programmati. Al di là di possibili responsabilità gestionali, è risultato evidente che la logica basata sul solo contenimento della spesa non produce gli effetti desiderati. Tra le evidenze emerge, contemporaneamente, la riduzione diffusa di prestazioni sanitarie da parte del sistema pubblico, l´incremento della mobilità passiva per alcune prestazioni e l´aumento di quelle erogate dai privati accreditati. Ragione per cui appare non procrastinabile una revisione responsabile di obiettivi del Piano di Rientro con adeguamenti dei tempi di attuazione e delle previsioni finanziarie, sia in entrata che di spesa, sotto forma di un´opera di ristrutturazione del servizio sanitario regionale. Il Patto per la Salute del 3 dicembre 2009, così come recepito nella Legge Finanziaria n. 191 del 2010, introduce una serie di indicazioni nuove che avranno un impatto forte sia sul precedente Piano di rientro, sia, soprattutto sulla rete ospedaliera. La contestualizzazione degli interventi - La regione vive una delicata fase socioeconomica per le conseguenze della crisi finanziaria, del suo impatto sull´economia reale che amplifica le difficoltà di un sistema che ha preesistenze e rigidità dimensionali strutturali. La Sanità, d´altronde, è settore sostanzialmente anticiclico che nel Molise, rispetto all´Italia, è il primo tra i comparti dell´economia. Alla luce di queste evidenze, non ci si può esimere da un´accurata e articolata riflessione su come, dove, quando e in quanto tempo si debba intervenire, all´interno di un processo di riequilibrio economico, per garantire, insieme alla razionalizzazione dei sistemi, l´equo e uguale soddisfacimento dei diritti fondamentali. La politica dei tagli in Sanità, tra l´altro, appare in evidente contrasto con gli indirizzi di politica sociale del Governo che tendono a rivitalizzare la piccola economia, a decentrare servizi e responsabilità, a valorizzare la piccola dimensione e i sistemi distribuiti sul territorio. Non è intenzione della Struttura commissariale operare non tenendo conto di questi aspetti fondamentali, anzi si intende riqualificare il Servizio sanitario regionale rendendolo più moderno ed al passo con i tempi, tenendo conto del territorio difficile nel quale è diffusa l´offerta sanitaria, non rinunciando a considerare gli aspetti sociali, demografici e territoriali peculiari della Regione Molise. Una politica sanitaria sostenibile - Non sussistono problemi nel condividere le esigenze di appropriatezza nell´erogazione dei servizi, equilibrio tra servizi ospedalieri e territoriali, uniformità dei servizi in favore degli utenti, coerenza tra offerta socio-sanitaria e complessità del territorio, ma si dovrà rispettare il dovere della politica di garantire il livello delle prestazioni sanitarie e sociali per tutti i cittadini molisani. Il nuovo Patto per la Salute fissa, all´articolo 2 (avvio di un sistema di monitoraggio dei fattori di spesa), i settori strategici sui quali operare per qualificare i servizi sanitari regionali e garantire maggiore soddisfacimento dei bisogni dei cittadini ed, al tempo stesso, un maggiore controllo della spesa, realizzabile attraverso una serie di obiettivi strategici: a) Riorganizzazione delle reti regionali di assistenza ospedaliera; b) Assistenza farmaceutica; c) Governo del personale; d) Qualificazione dell´assistenza specialistica; e) Meccanismi di regolazione del mercato e del rapporto pubblico privato; f) Accordi sulla mobilità interregionale; g) Assistenza territoriale e post acuta; h) Potenziamento dei procedimenti amministrativo contabili, ivi compreso il progetto tessera sanitaria; i) Rilancio delle attività di prevenzione. La riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale: individuazione degli interventi per il 2010 - La Regione deve dotarsi di un Programma Operativo 2010 da sottoporre ai Tavoli tecnici ministeriali per l´approvazione, il cui obiettivo è quello di delineare un percorso chiaro e realizzabile, per la riorganizzazione e riqualificazione del Ssr e per l´ottenimento dei finanziamenti. Gli obiettivi strategici sono: a) Riorganizzazione della rete ospedaliera regionale sulla stima del fabbisogno e riconversione delle strutture - "Questa è una prova che non si può fallire, perché la posta in gioco è molto alta, in quanto non solamente investe il futuro assetto degli ospedali, e per questo è necessario avere una preliminare e chiara visione della quantità, della tipologia e della dislocazione delle strutture ospedaliere, ma rappresenta il punto di partenza per un Ssr reso più armonico ed equilibrato tra le sue diverse componenti, sia in senso funzionale come in termini finanziari". La rete di assistenza della Regione Molise è un patrimonio importante e distribuito su di un territorio particolare e complesso, considerata la parcellizzazione della popolazione in molti Comuni. Il Piano, per questo, prevederà: 1. Da un lato la riorganizzazione dei Pp.oo. Attraverso: a. L´orientamento della produzione verso le forme più appropriate di erogazione delle prestazioni (chirurgia ambulatoriale, day surgery e day service, ecc); b. La riduzione complessiva di 300 p.L., dai 1670 attivi a 1370 p.L., secondo i parametri del Patto per la Salute (3,3 p.L. Per mille abitanti per acuti e 0,7 per riabilitazione e lungodegenza post-acuzie); c. La creazione/rafforzamento, anche negli stessi Pp.oo., di posti letto per non acuti (Residenze sanitarie assistenziali, lungodegenza, hospice, riabilitazione, ecc); d. La concentrazione delle strutture ed eliminazione dei doppioni; e. Il potenziamento dell´organizzazione dipartimentale e la correlazione dei posti letto alle capacità operative e attrattive delle èquipe; 2. Dall´altro il potenziamento delle capacità di filtro delle stesse, mediante: a. Il rafforzamento delle diverse articolazioni dei servizi di emergenza e dei punti di primo intervento (che saranno dotati di posti letto di osservazione breve ove previsti); b. La complessiva riorganizzazione della rete 118; c.La creazione di reti regionali per l´assistenza all´ictus, le emergenze cardiologiche, la riabilitazione, anche mediante la stipula di accordi ed intese con le strutture accreditate ad alta specializzazione presenti in regione. Nella riorganizzazione della rete ospedaliera sarà prevista, pertanto, la realizzazione di tre presidi ospedalieri: * Presidio ospedaliero di Campobasso, sede di Dea di secondo livello, costituito dagli stabilimenti ospedalieri "A.cardarelli" di Campobasso e "G.vietri" di Larino * Presidio ospedaliero di Termoli, sede di Dea di primo livello, costituito dallo stabilimento ospedaliero "S. Timoteo" di Termoli * Presidio ospedaliero di Isernia, sede di Dea di primo livello, costituito dagli stabilimenti ospedalieri "A.veneziale" di Isernia, "Ss.rosario" di Venafro e " F.caracciolo" di Agnone Il presidio ospedaliero di Campobasso,unico sede di Dea di secondo livello con annesso stabilimento di Larino, è organizzato in dipartimenti: * Dipartimento chirurgico Dipartimento medico * Dipartimento dei servizi * Altri eventuali Dipartimenti funzionali al protocollo con Unimol L´accorpamento dello stabilimento di Larino allo stabilimento ospedaliero Cardarelli nasce dalla necessità di alleggerire le strutture di Campobasso al fine di consentire una graduale ristrutturazione ed adeguamento delle stesse, ma anche in considerazione dell´approvanda convenzione con l´Università del Molise di assumere maggiori spazi operativi proprio per favorire al meglio le attività correlate. Senza considerare che il Polo oculistico collocato nello stabilimento ospedaliero di Larino rivitalizza una eccellenza già nota anche in ambiti extraregionali. La Riabilitazione, poi, grazie agli spazi esistenti nel P.o. Di Larino, potrà organizzare un livello di offerta molto alto, con concrete possibilità di recupero di mobilità passiva. Nello stabilimento di Larino potrà essere avviata la sperimentazione per la realizzazione di un P.o. Di genere, in cui attività ospedaliere per acuti (come la chirurgia ad indirizzo senologico), poliambulatoriali ad elevata tecnologia e extraospedaliere per non acuti (Rsa, Residenze Sanitarie Territoriali, Casa della salute, realizzabili mediante il recupero delle risorse strutturali, tecnologiche ed organizzative presenti, hospice) troveranno la ragion d´essere e rappresenteranno la massima espressione dell´integrazione e coordinamento con le attività distrettuali. Verranno mantenuti i servizi di supporto alle attività ospedaliere ed il presidio di Pronto Soccorso. Il presidio ospedaliero di Isernia, sede di Dea di primo livello è costituito dagli stabilimenti ospedalieri "A.veneziale" di Isernia, "Ss.rosario" di Venafro e "F.caracciolo" di Agnone - In previsione della realizzazione di un unico stabilimento ospedaliero baricentrico fra Isernia e Venafro, appare logica la riorganizzazione complementare dei due stabilimenti di Venafro e Isernia. L´aggregazione del P.o. Di Agnone al Dea di Isernia consente un significativo abbassamento dei costi di gestione. Presso il P.o. Di Isernia saranno mantenute tutte le attività di: Cardiologia (utic ed emodinamica interventistica) Chirurgia Generale, Medicina Generale, Neurofisiopatologia, Ostetricia e Ginecologia, Oncologia, Pediatria. I Servizi ed il Presidio di emergenza (Pronto Soccorso) saranno potenziati e verrà mantenuto l´attuale assetto dei Servizi di supporto alle attività ospedaliere (Radiologia, Laboratorio Analisi, Anestesia e rianimazione e Immunoematologia). Presso il P.o. Di Venafro sarà realizzato il Polo ortopedico, e verranno mantenuti il Pronto Soccorso con breve osservazione ed i posti di terapia intensiva post- operatoria, nonché i Servizi di supporto alle attività ospedaliere ortopediche. Oltre ad attività di assistenza per non acuti (Rsa, Residenze Sanitarie Territoriali, Casa della salute, realizzabili mediante il recupero delle risorse strutturali, tecnologiche ed organizzative presenti) Presso il P.o. Di Agnone saranno assicurate le attività di Chirurgia Generale (prevalentemente in week surgery, day surgery, chirurgia ambulatoriale), Medicina Generale, Anestesia e rianimazione e Ginecologia, verrà implementato un punto di Primo Soccorso dotato di breve osservazione, e saranno mantenuti i Servizi di supporto alle attività ospedaliere come ( Anestesia e rianimazione, Radiologia, Laboratorio Analisi, etc) Per quanto riguarda l´Ostetricia, saranno garantite le attività di monitoraggio delle gravidanze ma, indubbiamente, la concentrazione dei parti in ospedali con un numero elevato di prestazioni ostetriche rappresenta una garanzia per le donne molisane che tutti dobbiamo responsabilmente rispettare. Evidentemente, saranno individuate modalità, tempi, procedure che non mortifichino la professionalità degli operatori che lavorano presso l´Ospedale di Agnone. Oltre ad attività di assistenza per non acuti (Rsa, Residenze Sanitarie Territoriali, Casa della salute, realizzabili mediante il recupero delle risorse strutturali, tecnologiche ed organizzative presenti) Il presidio ospedaliero di Termoli, sede di Dea di primo livello, è costituito dallo stabilimento ospedaliero "San Timoteo" - Appare opportuno liberare il P.o. Di Termoli da oneri organizzativi propri del P.o. Di Larino, attesa la significativa valenza che lo stesso presidio di Termoli assume in una zona ad alto impatto turistico. Da qui, la necessità di concentrare sforzi ed investimenti in un unico stabilimento. Presso il P.o. Di Termoli saranno mantenute le attività di Cardiologia (Utic ed Emodinamica interventistica), Chirurgia, Medicina, Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria Vengono mantenuti i Servizi di supporto alle attività ospedaliere ed il Presidio di emergenza (Pronto Soccorso), oltre ai servizi di supporto alle attività ospedaliere (Radiologia, Laboratorio analisi, Centro trasfusionale e Anatomia Patologica, quest´ultima ad esaurimento) Ovviamente in tutti i Pp.oo. Pubblici saranno introdotti, così come per i privati accreditati, i criteri di appropriatezza previsti dalla legge. B) Riqualificazione del territorio: riorganizzazione della rete delle strutture residenziali, semiresidenziali e dell´assistenza domiciliare - La carenza di alcuni servizi territoriali (semiresidenziali e residenziali, assistenza domiciliare integrata e non, specialistica ambulatoriale, "attivo" coinvolgimento nel processo assistenziale dei Mmg e Pls ecc) è alla base del maggiore afflusso di pazienti al pronto soccorso (con prevalenza di codici bianchi e verdi) e delle lunghe liste di attesa. Sarà pertanto previsto: 1. Il riassetto e il rafforzamento reale dei Distretti, in modo da renderli in grado di assicurare alla popolazione residente i servizi e prestazioni di tipo sanitario e di tipo sociale ad elevata integrazione sanitaria, secondo criteri di appropriatezza, accessibilità ed equità; l´attivazione e/o il potenziamento, in tutti i Distretti dell´Adi, integrando competenze e servizi diversi, attraverso la programmazione e condivisione degli interventi e delle risorse all´uopo dedicate; 2. Il potenziamento delle strutture poliambulatoriali territoriali e, soprattutto negli stabilimenti ospedalieri oggetto di parziale riconversione, l´attivazione di "piastre poliambulatoriali " ad elevata tecnologia in grado di effettuare prestazione sia mediche che chirurgiche di bassa complessità che, spesso, caratterizzano l´inappropriatezza dell´attuale rete ospedaliera; 3. Il potenziamento complessivo della capacità di governance e committenza dei Distretti, al fine di garantire un più appropriato accesso al pronto soccorso. 4. Tale ruolo dovrà essere garantito, oltre che dall´attività di coordinamento del Distretto, anche dalla attiva collaborazione con i Mmg, Pls mediante l´apertura degli studi H24 (nelle stesse strutture poliambulatoriali ove possibile) nonché della continuità assistenziale e la creazione, la dove possibile, di vere e proprie "Case della Salute", dove il cittadino può ricevere in tutta sicurezza l´assistenza necessaria direttamente dal proprio medico di famiglia. Su di una popolazione di 320.795, secondo i dati Istat riferiti all´anno 2009, il 22% è rappresentato da soggetti di età superiore ai 65 anni (70.130) ed il 12% da soggetti di età superiore ai 75 anni (37.202). Questa situazione rende indispensabile e non più differibile, in attesa della redazione del fabbisogno complessivo, la programmazione di servizi che garantiscano i livelli di assistenza sanitaria e tutela sociale, favorendo la permanenza degli anziani presso il proprio domicilio o presso strutture residenziali e semiresidenziali in grado di garantirne la presa in carico, ed evitando così ricoveri ospedalieri impropri. I dati ricavati da fonti internazionali e relativi ai paesi Ocse indicano, nel caso delle strutture residenziali e semiresidenziali, un numero di posti letto pari mediamente a 30-40 per mille anziani over 65, mentre per l´assistenza domiciliare, nei Paesi più avanzati, i valori si aggirano, intorno al 10% degli assistiti over 65. I1 Piano Stralcio Rsa, approvato con la Deliberazione del Consiglio Regionale della Regione Molise n. 174 del 14.7.2009, ha stabilito un numero di posti letto pari a 480, di cui solo 20 sono al momento attivi per un costo annuo di E 423.400. Per attivare i restanti 460 p.L. Si deve procedere rapidamente con le seguenti azioni: * autorizzare almeno 100 p.L., anche riconvertendo parzialmente le strutture socio-sanitarie che operano in regime di convenzione con la Regione * ultimare i lavori delle Rsa, finanziate con risorse pubbliche, previste nella predetta delibera di Consiglio Regionale, per un totale di 193 pl e con un costo a carico del Fondo sanitario regionale pari ad € 4.085.8 10. Si arriverebbe così ad un numero di 313 posti letto (100 p.L. + 193 p.L. + 20 p.L. Già attivati) con un costo totale di € 5.713.710, di cui € 5.290.310 aggiuntivi rispetto a € 423.400 già previsti. Per ottenere il valore di 480 posti letto bisogna aggiungere 167 posti letto che potrebbero essere individuati all´interno delle strutture ospedaliere in via di riconversione (Venafro, Larino, Agnone). L´attuale situazione economico-finanziaria della Regione Molise, però, non consente, per il triennio 2010-2012, di aumentare i costi a carico del Fondo sanitario regionale, per cui si propone di istituire almeno 120 posti letto di Rsa all´interno delle tre strutture ospedaliere di: Venafro, Larino ed Agnone. Tale intervento consentirebbe, da una parte, di utilizzare il personale sanitario afferente alla struttura, dall´altra, di operare un risparmio. Il funzionamento delle Rsa, all´interno degli ospedali, avverrà secondo i requisiti previsti dal manuale per l´accreditamento delle strutture socio-sanitarie, approvato con Dgr n. 738 del 13 luglio 2009. In totale, sarebbero quindi disponibili 140 posti letto di Rsa (120 p.L. Da attivare + 20 p.L .Attivati). C) Interventi sul personale - In attuazione di quanto disposto dall´Intesa Stato-regioni del 3 dicembre 2009 concernente il nuovo Patto per la Salute 2010-2012 e della Legge Finanziaria 2010, si dovrà provvedere affinché le spese del personale, al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni e dell´imposta regionale sulle attività produttive, non superino per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012, il corrispondente ammontare dell´anno 2004 diminuito del 1,4% (pari, quindi, ad € 201.000.000,00). Le spese per il personale sono considerate al netto delle spese derivanti dai rinnovi contrattuali intervenuti successivamente all´anno 2004. E´ stato previsto, inoltre, ai sensi della richiamata normativa: * il blocco del turn-over del personale dipendente ed il blocco delle assunzioni di personale a tempo indeterminato, salvo particolari deroghe da concedersi a specifiche condizioni; * la riduzione del 10% dei tetti di spesa per il ricorso all´acquisto delle prestazioni aggiuntive stabiliti con il Piano di rientro 2007-2009; * la rideterminazione annuale della consistenza organica del personale dipendente e la contestuale rideterminazione dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa; * la verifica delle situazioni di esercizio di fatto di mansioni non corrispondenti alle qualifiche di appartenenza; * l´attivazione della procedura di mobilità e ricollocazione del personale a seguito della riduzione dei posti letto, della riorganizzazione della rete ospedaliera, della struttura amministrativa, distrettuale e dipartimentale dell´Asrem; * la riduzione degli incarichi di unità operative complesse, semplici, di coordinamento e di posizioni organizzative; * il miglioramento ed articolazione dell´orario di lavoro del personale sanitario; * l´ulteriore riduzione dei rapporti di consulenza e di collaborazioni nella misura non inferiore al 50% rispetto alla spesa del 2009. Si tratta di interventi importanti che non condizioneranno gli attuali posti di lavoro, ma che dovranno essere messi in atto dall´Asrem per razionalizzare una spesa che purtroppo, negli anni, non è diminuita. La riorganizzazione della rete ospedaliera potrebbe essere la chiave di volta per ristrutturare questo delicato settore. D) Misure per l´incremento dell´appropriatezza prescrittiva e della spesa farmaceutica ospedaliera, finalizzate al suo riallineamento agli obiettivi programmatori in sede nazionale e adozione ed attuazione del nuovo piano di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera - Nell´ambito della strategia di razionalizzazione della spesa farmaceutica a livello regionale, si è provveduto all´individuazione di interventi tali da garantire risultati di riordino del sistema farmaceutico ospedaliero. Detti interventi, nello specifico, vanno a sostanziare la manovra di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera, approvata con decreto del Commissario ad acta n. 5 del 10 febbraio 2010, recante il "Piano di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera - anno 2008", che prevede l´adozione di specifici decreti attuativi correlati a ciascuna azione individuata in detta manovra. Questi interventi, inoltre, sono attuativi del punto 7 della deliberazione del C.d.m. Del 28.07.09, che prevede, tra l´altro, "misure per l´incremento dell´appropriatezza prescrittiva e della spesa farmaceutica ospedaliera, finalizzate al suo riallineamento agli obiettivi programmati in sede nazionale e adozione ed attuazione del nuovo piano di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera". In sintesi, il meccanismo su cui è fondata la manovra di contenimento consta di azioni volte, nell´immediato,a recuperare parzialmente il debito accumulato nell´anno 2008, ma che dispiegheranno i propri effetti anche per i prossimi anni. Nella considerazione, inoltre, che l´innovazione farmaceutica è comunque un valore imprescindibile per il paziente, si è ritenuto necessario assumere iniziative dirette al perseguimento delle migliori condizioni di efficienza di utilizzo di tutti i medicinali e, principalmente, dei farmaci innovativi a costo più elevato. Tanto premesso, la manovra mira pertanto al rispetto della garanzia dei Lea, dei criteri di appropriatezza d´uso dei farmaci e di corretta gestione delle risorse disponibili. E) Definizione dei contratti con gli erogatori privati accreditati e ridefinizione delle relative tariffe - La presenza di due strutture di eccellenza nella Regione rende inderogabile la necessità di predisporre, in maniera condivisa, un programma di attività anche a lungo termine, che consenta alle strutture stesse di organizzare e predisporre investimenti e caratterizzazioni assistenziali e, nel contempo, all´Asrem l´assegnazione di obiettivi precisi e finalizzati alla riduzione della mobilità passiva e, nei limiti degli accordi in sede di Conferenza Stato Regioni, all´aumento della capacità di attrazione. F) Stipula del protocollo di intesa con l´Università del Molise - Attivazione completa della Facoltà di Medicina con sottoscrizione di un protocollo Asrem/unimol e conseguente individuazione dei primari per le Uu.00.cc. Vacanti. Non sarà attivata l´Azienda Policlinico. L´ingresso dell´Università nelle strutture pubbliche, siano esse ospedaliere ("Cardarelli" per primo) siano esse territoriali, consentirà quel salto di qualità che sappiano contraddistinguere i servizi sanitari nei quali l´Università introduce cultura e formazione. G) Razionalizzazione della spesa per acquisto di beni e servizi - In questo senso si vuole, in particolare, realizzare un sistema centralizzato di acquisti, la standardizzazione dei beni e dei servizi, l´ottimizzazione della rete logistica e distributiva. Giocherà in questo senso un ruolo fondamentale la Direzione dell´Asrem alla quale questo obiettivo sarà affidato con la convinzione che sarà raggiunto nei tempi previsti dal Piano operativo e dal Piano di rientro. I risparmi previsti - I possibili risparmi dall´attuazione degli obiettivi del Piano Operativo 2010 possono essere così schematizzati: 1) riorganizzazione delle attività della rete ospedaliera: circa 8 mln, ai quali potrebbero aggiungersi 2 mln relativi all´attivazione dei regimi alternativi al ricovero ordinario;interventi sul personale: circa 2,9 mln; 2) riduzione della spesa farmaceutica ospedaliera: 4 mln; 3) revisione delle tariffe delle prestazioni sanitarie: 1,5 mln; 4) beni e servizi, minore passivo: 1,5 mln; 5) maggiori introiti per attivazione Rsa negli ospedali: circa 0,8 mln; 6) altri interventi: controlli presso le strutture private, riduzione della mobilità passiva: 4,3 mln; A questi risparmi bisogna aggiungere quelli che l´Asrem sarà in grado di assicurare attraverso l´implementazione di un servizio autonomo di ingegneria clinica, nuovi contratti di fornitura. Pertanto, orientativamente, il risparmio potrebbe aggirarsi intorno ai 25 mln di euro, fermo restando la possibilità di intervenire con rapidità a partire dalle prossime settimane. Si tratta di stime che devono trovare ancora conferma presso i Tavoli tecnici ministeriali e, quindi, sono da considerare in questo momento indicativi. Sarà cura della Struttura Commissariale provvedere ad una valutazione più precisa dei risparmi stessi, dopo la definizione del Piano Operativo con i Ministeri.  
   
   
IL NUOVO NUCLEO ALZHEIMER DELLA RSA DI PERGINE  
 
Trento, 3 maggio 2010 - Un nuovo reparto autonomo, con personale dedicato, ricavato nei locali dell´ex convento al quarto piano. È il nucleo Alzheimer, inaugurato il 29 aprile a Pergine dall´assessore provinciale alla salute e politiche sociali presso la casa di riposo Santo Spirito, in via Pive. Tra i presenti anche il presidente della struttura, Maurizio Mattivi e il direttore della struttura, Giovanni Bertoldi. L´assessore alla salute e alle politiche sociali ha rivolto parole di ringraziamento al personale del nucleo Alzheimer e alla dirigenza della Rsa di Pergine che, in tempi brevissimi, hanno portato a compimento un´opera indispensabile per la comunità: "Il servizio vero lo danno le persone che qui lavorano - sono state le parole dell´assessore provinciale - è questo supplemento di umanità nel lavorare a contatto con questa grave disabilità la vera differenza. Un malato di Alzheimer è difficile da gestire ma attraverso strutture come questa si cerca di migliorare la sua qualità di vita e quella dei suoi familiari". Il nucleo rappresenta una novità assoluta per la Rsa come reparto autonomo, distinto dagli altri, con proprio personale dedicato 24 ore al giorno. È stato ricavato nei locali dell´ex convento al 4 piano. Nasce da un progetto iniziato nel 2009 che ha previsto anche lo svolgimento di un apposito corso di formazione per gli operatori finanziato dall´assessorato alla salute. L´intervento sulla struttura ha visto il contributo finanziario della Provincia autonoma di Trento nell´ambito dei fondi messi a disposizione per la manovra anticrisi dello scorso anno. 66.000 euro l´importo di un progetto che è stato studiato per essere il più possibile sicuro, personalizzato e stimolante. I lavori sono iniziati nel dicembre del 2009 e ultimati nel marzo del 2010, a tempo di record: sono state ricavate cinque stanze doppie, una sala da pranzo con funzioni anche di soggiorno e una cucina, oltre a un grande terrazzo circolare. La dimensione è quella familiare e i colori scelti sono vivaci e solari, per cercare di far sentire il più possibile l´ospite in un ambiente domestico. Nove gli operatori, accuratamente formati, che si occupano a tempo pieno dei malati. Come chiarito dalla dott.Ssa Floriana Luisa Giraudo che ha curato il progetto, gli ospiti vengono accolti in questo nucleo a seconda della gravità della malattia e dimessi solo se perdono l´autonomia nei movimenti. La Rsa di Pergine, e il nucleo Alzheimer, sono in rete con le altre strutture del territorio, soprattutto con l´Upipa come non ha mancato di sottolineare il presidente Antonio Giacomelli.  
   
   
FVG: INFERMIERI IN REGIONE SOPRA MEDIA NAZIONALE  
 
Trieste, 3 maggio 2010 - "Ha detto il Pd che i vertici della sanità regionale hanno dato numeri errati. In realtà nel ragionamento del consigliere Lupieri, proprio quei dati vengono confermati. Dati che, nello specifico, attestano che il Friuli Venezia Giulia, dal 1994 a oggi, è cresciuto di oltre mille unità per il personale infermieristico, attestandosi a una percentuale di 6,3 ogni mille abitanti, ben al di sopra alla media nazionale di 4,9". Così il consigliere regionale del Pdl Franco Dal Mas ha replicato il 30 aprile - alle dichiarazioni del consigliere del Pd Sergio Lupieri sul personale infermieristico in Fvg. "Ancora una volta - rileva Dal Mas - il Pd dimostra di essere a corto di argomenti. D´altronde oggi scontiamo il non governo della gestione Illy sulla sanità, dove non solo non c´è traccia di alcuna riforma, quanto piuttosto di una politica volta a nascondere la polvere sotto il tappeto". "La norma del centrodestra sul personale in sanità introduce una misura selettiva sul turnover che consente di verificare, e perciò di dare risposta, alle reali necessità del sistema. A fronte, invece, di un passato più spesso attento a creare strutture dirigenziali piuttosto che portare medici e infermieri in corsia". "D´altronde - conclude Dal Mas - comprendiamo l´imbarazzo di Lupieri il cui partito ieri, per assecondare i capricci di Illy, varava una scellerata norma sugli alti dirigenti della regione, altrimenti nota come beautiful exit, e oggi si accorge che esistono anche gli infermieri".  
   
   
LE POLITICHE SANITARIE SIANO AL SERVIZIO DI TUTTI I CITTADINI: ANCHE LA SANITÀ PUBBLICA SI ATTREZZI DI APPARECCHIATURE PER RISONANZA MAGNETICA APERTA.  
 
Lecce, 3 maggio 2010 - In gran parte d’Italia, specie nelle regioni meridionali, le liste di attesa per la risonanza magnetica, è noto, se sono lunghe a volte lunghissime per i normodotati, figuriamoci per i pazienti obesi, claustrofobici o intolleranti in genere ad eseguire un esame nel tunnel chiuso di un apparecchio tradizionale. Le apparecchiature per la risonanza magnetica sono particolarmente opprimenti. Molti pazienti vivono con estrema sofferenza l’esecuzione di uno studio di Rmn per il notevole fastidio legato all’avere il capo completamente circondato dal magnete; alcuni non riescono a sopportare l’esame e non possono eseguirlo. Da poco esiste, ed è presente anche sul mercato italiano, un apparecchio di Rmn aperto, appositamente studiato per migliorare il comfort del paziente, senza per questo ridurre le prestazioni dell’indagine. Ed infatti, ci è giunta segnalazione da parte di alcuni cittadini che già alle prese con le difficoltà quotidiane dell’obesità, sono stati costretti a rivolgersi a proprie spese a centri diagnostici privati per poter effettuare una semplice Rmn, spesso a distanza di centinaia di chilometri dalla propria residenza con i conseguenti aggravi in termini di costi, di tempi e le inevitabili ricadute sulla stessa salute che si dovrebbe andare a preservare.All´imbarazzo di certe situazioni può sommarsi, evidentemente, il dramma di una diagnosi improvvisamente fuori portata. Per Giovanni D’agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, non è retorico affermare che anche nel 2010 non sempre le politiche sanitarie siano rivolte indistintamente a tutti i cittadini, ma ciò che risalta con lampante evidenza è che anche in questi casi le carenze strutturali della sanità pubblica debbano avvantaggiare inevitabilmente quella privata a scapito dei soggetti più deboli. Sempre secondo Giovanni D’agata, la battaglia per una sanità più giusta deve partire non solo da una corretta redistribuzione delle risorse pubbliche ma anche dal riequilibrio sui territori delle attrezzature ed infrastrutture poiché le cure non sono concepite per accogliere tutte le forme dell´essere umano. Nel caso di specie, quindi, ogni Asl dovrebbe dotarsi di almeno un’apparecchiatura per Risonanza Magnetica aperta visto che in Italia si possono contare sul palmo della mano e tutte in uso di strutture private.  
   
   
ABRUZZO, VILLA PINI: CHIODI, TAR CONFERMA CORRETTEZZA NOSTRA AZIONE  
 
 L´aquila, 3 maggio 2010 - "L´ordinanza del Tar dell´Aquila che ribadisce la sospensione degli accreditamenti nei confronti di alcune cliniche private, conferma la bontà e la legittimità del percorso normativo assunto dalla Regione Abruzzo e dal commissario alla Sanità in materia di accreditamenti". Lo ha detto il 29 aprile il presidente della Regione e commissario per la Sanità, Gianni Chiodi, commentando la decisione del Tar dell´Aquila che ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal curatore fallimentare di alcune aziende del Gruppo Villa Pini. "Sulla questione della sospensione degli accreditamenti - ha aggiunto Chiodi - ci siamo sempre mossi nel rispetto della legge e il fatto che l´unico ricorso presentato contro i numerosi provvedimenti amministrativi che hanno caratterizzato l´iter è stato respinto, testimonia l´imparzialità, la correttezza e la trasparenza del governo regionale e del commissario nell´affrontare una questione delicatissima". L´ordinanza del Tar "è, per certi versi - ha sottolineato il presidente della Regione - anche la migliore risposta a tutti coloro che dicevano che la Regione faceva questi atti per farseli impugnare". Davanti ai giudici del Tar dell´Aquila il commissario per la Sanità e la Regione Abruzzo erano rappresentati rispettivamente dall´avvocatura di Stato e dall´avvocatura regionale, quest´ultima affiancata da un avvocato esterno.  
   
   
SI DIMETTE IL DIRETTORE GENERALE DELL’OSPEDALE “PUGLIESE-CIACCIO”  
 
Catanzaro, 3 maggio 2010 - Il Direttore generale dell’Ospedale “Pugliese-ciaccio” Giuseppe Perri ha comunicato al Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti le proprie dimissioni a decorrere dall’ uno maggio. Le dimissioni di Perri fanno seguito all’annuncio che lo stesso Direttore aveva fatto immediatamente dopo le elezioni. Il Presidente Scopelliti, dal canto suo, ha ringraziato il Direttore Perri per la sensibilità avuta nel fare seguire all’annuncio un fatto concreto e per la professionalità con cui ha saputo svolgere fino ad oggi il suo lavoro, alla guida dell’importante struttura ospedaliera.  
   
   
ONCOLOGIA,RICERCA OSPEDALE S.CARLO DI POTENZA SU RIVISTA INTERNAZIONALE LO STUDIO, INNOVATIVO, SULLE TERAPIE DEL TUMORE AL COLON-RETTO NEGLI ANZIANI PUBBLICATO SU "ANNALS OF ONCOLOGY"  
 
Potenza, 3 maggio 2010 - Il numero dei pazienti anziani è in costante repentino aumento in seguito all’allungamento della vita media. Si stima che presto in Italia 10 milioni di abitanti avranno un’età pari o uguale a 65 anni. Considerando che il carcinoma del colon-retto viene diagnosticato mediamente intorno ai 70 anni si comprende come questo problema assuma notevole rilevanza sociale. Ciò nonostante, i soggetti in età avanzata non sono sufficientemente rappresentati negli studi clinici e gli oncologi tendono spesso a non trattare adeguatamente questa categoria di pazienti sia per le pressioni dell’entourage familiare sia per il timore dell’insorgenza di effetti collaterali difficilmente gestibili della chemioterapia. Dunque, ad oggi, le modalità di trattamento per i pazienti di questo tipo e affetti da cancro del colon-retto nonchè portatori di malattia diffusa non sono ben note. Presso l’U.o. Di Oncologia Medica dell’Ospedale S. Carlo di Potenza, diretta dal Dr. Luigi Manzione e da sempre impegnata nell’attività di ricerca clinica, è stato perciò condotto uno studio, unico nel suo genere, nel quale sono state confrontate due diverse combinazioni di chemioterapici (oxaliplatino e capecitabina vs irinotecan e capecitabina) che rappresentano una terapia sufficientemente standardizzata solo nei pazienti giovani, ma non adeguatamente validata negli anziani. Il trial, che è stato diretto dal Dr. Gerardo Rosati ed è stato portato avanti per 3 anni con la collaborazione di diversi centri oncologici italiani, ha avuto l’onore di essere stato pubblicato sull’ultimo numero di Annals of Oncology, una delle più lette e rinomate riviste internazionali di oncologia. Annals of Oncology è il secondo giornale per importanza al mondo di divulgazione scientifica rivolto agli oncologi medici. E´ la rivista ufficiale dell´Esmo (European Society Medical Oncology). Viene pubblicata una solta volta al mese e quindi capirà come gli articoli scientifici siano altamente selezionati. L´impact factor (che è un indice che qualifica la rivista) è elevatissimo (circa 5). E´ forse la rivista di riferimento in Europa come Journal Clinical Oncology (la più importante al mondo) lo è per gli americani. Quando un qualunque ricercatore prepara una relazione su un argomento di tipo oncologico e fa girare un motore di ricerca specializzato finisce per fare riferimento solo a studi che vengono pubblicati su queste riviste. Nella sperimentazione, che ha visto studiati quasi 100 pazienti, è stato alla fine dimostrato che i due diversi regimi terapeutici sono ugualmente attivi e sufficientemente tollerabili anche se la combinazione di oxaliplatino e capecitabina è da preferire per l’esiguo numero di gravi effetti collaterali, soprattutto di tipo ematologico e gastrointestinale. In più, metà dei pazienti trattati aveva un’età media pari o superiore a 75 anni e questo rappresenta un dato assolutamente nuovo e non conosciuto dalla platea dei medici specializzati nel settore. Dunque gli anziani vanno curati e seguiti come già avviene per i pazienti più giovani.  
   
   
SANITA´ IN SCILIA: ESENZIONE TICKET, RUSSO: "MANTENUTE LE PROMESSE  
 
 Palermo, 3 maggio 2010 - "Abbiamo mantenuto le promesse. Molte famiglie siciliane saranno esentate dal pagamento del ticket sulle prestazioni di diagnostica specialistica e dunque potranno toccare con mano i primi benefici di un´azione di risanamento che e´ ancora solo all´inizio. Continuando su questa strada virtuosa, senza mai abbassare la qualita´ delle prestazioni e anzi puntando al miglioramento complessivo del sistema sanitario, potremo abbassare anche le tasse dei cittadini, che da anni sono costretti a pagare aliquote piu´ alte per colpa del debito pregresso. Mi auguro che i cittadini capiscano sempre meglio chi sta lavorando concretamente, producendo fatti, e chi invece soffia sul fuoco di polemiche strumentali ". Massimo Russo, assessore regionale per la Salute, e´ estremamente soddisfatto per l´approvazione in Finanziaria di alcune norme che riguardano la sanita´ e in particolare per quella che riguarda l´ampliamento della fascia di popolazione che avra´ diritto all´esenzione dal pagamento del ticket sanitario per le prestazioni specialistiche di diagnostica. La norma prevede che l´assessore regionale per la Salute, con un apposito decreto da emanare entro 180 giorni, stabilira´ le modalita´ di applicazione della nuova misura. L´esenzione potra´ arrivare fino a un massimo di 20.000 di valore Isee; attualmente sono esenti solo coloro che non superano i 9000 Isee. La nuova norma introduce anche alcune importanti novita´. Il medico che prescrivera´ l´esame dovra´ specificare nella richiesta il "quesito diagnostico" (dovra´ indicare cioe´ per quale patologia viene prescritto quel determinato esame) e il livello di priorita´ dell´esame richiesto. Sono previsti periodici controlli da parte delle Asp e inoltre l´assessorato della Salute dara´ vita a protocolli d´intesa con la Guardia di Finanza che avra´ il compito di effettuare le opportune verifiche sul rilascio delle certificazioni Isee. In questa prima fase, il provvedimento non riguardera´ la farmaceutica.  
   
   
ASP:RICONOSCIMENTO PER CORSO “ANGIOMI E ANOMALIE VASCOLARI”  
 
 Potenza, 3 maggio 2010 - Prestigioso riconoscimento per il corso “Angiomi e anomalie vascolari-il peso familiare e sociale della patologia” organizzato dall´Asp in collaborazione con la Fondazione “Alessandra Bisceglia”. Nel corso della manifestazione, che si è tenuta a Melfi il 30 aprile nella Sala convegni del Centro Hospitalis (ex Ospedale S.giovanni di Dio), è stato consegnato ai promotori della iniziativa il "Premio Rappresentanza al Convegno del Presidente della Repubblica”. E’ quanto comunica L’asp. Questo riconoscimento - sottolinea Raffaella Restaino, vicepresidente Fondazione “Alessandra Bisceglia - premia l’impegno profuso dall’Azienda sanitaria a percorrere insieme a noi strade nuove in grado di dare risposte a bisogni inevasi, a umanizzare le prestazioni sanitarie e a migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle famiglie. Oggi – continua - purtroppo il peso di alcune patologie, rare e classificate in modo non uniforme, ricade quasi esclusivamente sui diretti interessati e sulle loro famiglie. Il corso – conclude – mira a migliorare le conoscenze degli operatori sanitari nel campo degli angiomi e delle anomalie vascolari; individuare un percorso diagnostico-terapeutico appropriato; migliorare le strategie di comunicazione per meglio orientare i pazienti e le loro famiglie; razionalizzare la relativa spesa sanitaria”.  
   
   
SANITÀ: ALCOL, REGIONE UMBRIA IMPEGNATA SULLA PREVENZIONE  
 
 Perugia, 3 maggio 2010 – La Regione Umbria è sempre più impegnata contro l’abuso di alcol e per prevenire i rischi alla salute. Lo sottolinea l’assessorato regionale alla sanità che, in occasione dell’Alcohol Prevention day, rende noti i risultati umbri del sistema di sorveglianza “Passi”, attivato a livello nazionale per analizzare, attraverso le interviste condotte da operatori sanitari della Asl su un campione rappresentativo della popolazione di età compresa tra i 18 e 69 anni, i fattori fondamentali di rischio per la salute e la diffusione delle misure di prevenzione. E proprio i risultati del sistema di sorveglianza evidenziano l’importanza di diffondere maggiormente la percezione del rischio collegato al consumo dell’alcol, sia nella popolazione generale, sia negli operatori sanitari che, raramente, si informano sulle abitudini dei loro assistiti in relazione all’alcol e pure raramente consigliano di moderarne l’uso nei bevitori a rischio. Secondo i dati del 2009 del sistema di sorveglianza in Umbria si stima che circa due persone su tre di età tra i 18-69 anni abbiano consumato nell’ultimo mese dalla rilevazione almeno un’unità di bevanda alcolica (equivalente a un piccolo bicchiere di vino (125 ml), un bicchiere medio di birra o un bicchierino (misura del bar/pub) di liquore), e che una su sei abbia abitudini di consumo considerabili a rischio per quantità o modalità di assunzione. Inoltre, emerge che in particolare il consumo di alcol in maniera smodata (binge drinking), riguarda il 5per cento degli intervistati ed è associato in maniera statisticamente significativa con la giovane età (18-24 anni), il sesso maschile e l’avere molte difficoltà economiche. Sempre nel 2009 il 5per cento degli adulti umbri intervistati di età compresa tra i 18-69 anni, dichiara di aver guidato dopo avere bevuto nell’ora precedente almeno due unità alcoliche equivalenti a 2 bicchieri di vino o 2 lattine di birra. Questa percentuale sale al 9per cento se si considerano solo le persone non astemie. La guida dopo aver fatto consumo di alcol è un comportamento riferito più spesso dagli uomini (12per cento) che dalle donne (3per cento), e da coloro che hanno un alto livello di istruzione (14per cento), senza marcate differenze per età e reddito. Il 7per cento degli intervistati riferisce inoltre di aver viaggiato insieme a una persona che guidava sotto l’effetto dell’alcol. Per quanto riguarda l’atteggiamento degli operatori sanitari solo una piccola parte degli intervistati (13per cento) riferisce che un operatore sanitario si è informato sui comportamenti in relazione al consumo di alcol. Ancora più bassa la percentuale di bevitori a rischio che ha ricevuto il consiglio di bere meno da parte di un operatore sanitario (3per cento).Rispetto agli altri stili di vita è quello di cui si avverte meno consapevolezza.  
   
   
MILANO: LOTTA A FUMO E ALCOL: NON PIÙ SANZIONI MA PREMI BOOM DI ADESIONI ALLA CAMPAGNA “GIOVANI IN SALUTE”  
 
Milano, 3 maggio 2010 - Mancano dieci giorni all’avvio di Giovani In Salute, il primo percorso a premi per smettere di fumare e imparare a bere in modo responsabile, ma sono già tanti i ragazzi tra i 14 e i 24 anni che hanno aderito all’iniziativa iscrivendosi al sito www.Giovaniinsalute.it/  Gli adolescenti sono naturalmente attratti dall’opportunità di ricevere, frequentando da maggio a settembre tutti i sei incontri con gli esperti della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e della Società Italiana di Alcologia, premi ambiti come computer, play station, abbonamenti per la palestra, e di vincerne altri tramite sorteggio. Quali, ad esempio, viaggi e motorini. Ma ad avvicinare i giovani al progetto è anche la nuova formula adottata dall’Assessorato alla Salute del Comune che non prevede atti sanzionatori e fa affidamento sulla capacità dei giovani di rendersi consapevoli dei rischi e delle conseguenze dei propri comportamenti. “Si tratta di un nuovo tipo di risposta - dichiara l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - all’emergenza fumo ed alcol tra i giovanissimi. Un fenomeno che si manifesta sempre più precocemente, basti pensare che a Milano almeno 20 minorenni su 100 sono fumatori e che la prima sigaretta viene accesa attorno ai quindici anni e mezzo. É ancora più precoce l’età del primo bicchiere di vino o superalcolico: solo dodici anni. A quindici poi, ben il 40% dei ragazzi ha sperimentato lo stato di acuta ebbrezza etilica. Per la prima volta interveniamo non facendo ricorso a principi punitivi ma con la logica della premialità. Abbiamo puntato a stimolare e a far emergere il senso di responsabilità dei ragazzi. Certi che sapranno apprezzare questo nuovo modo degli adulti di entrare in contatto con loro, non punendoli ma accordandogli fiducia”. E la dimostrazione è che i cento partecipanti al progetto Giovani in Salute non dovranno sottoporsi a prove di nessun tipo: né a quella del monossido di carbonio per rilevare tracce di sigaretta nei polmoni e nemmeno a quella del palloncino per l’alcol. Ad ogni partecipante saranno, invece, consegnati 24 etil-test che potranno essere utilizzati per verificare il proprio tasso di alcolemia prima di mettersi alla guida. Uno strumento, quindi, assolutamente utile e tutt’altro che punitivo.  
   
   
SEBASTIANO RICCI, UN PERCORSO ATTRAVERSO LE OPERE E I LUOGHI D´ORIGINE DEL PITTORE BELLUNESE A 350 ANNI DALLA NASCITA. A BELLUNO - CHIESA DI SAN PIETRO, MUSEO CIVICO, PALAZZO CREPADONA E A FELTRE – MUSEO DIOCESANO DI ARTE SACRA  
 
Milano, 3 maggio 2010 - Il grande ingegno di Sebastiano Ricci, forse il primo autentico virtuoso della pittura del Xviii secolo - bellunese di nascita, veneziano d´adozione e assolutamente cosmopolita nell´animo e nell´attività - trova testimonianza importante nelle opere, di altissimo livello, realizzate tra le sue Dolomiti. Le celebrazioni per i 350 anni della nascita dell´artista, con l’istituzione di un apposito comitato da parte della Regione del Veneto, non potevano non coinvolgere dunque anche la sua città natale e il territorio bellunese, dando modo di ammirare queste opere in un itinerario di grande suggestione tra Belluno e Feltre - promosso dal Comune di Belluno, Città di Feltre , Diocesi di Belluno e Feltre, Provincia di Belluno, Soprintendenza Psae per le Province di Venezia, Padova, Belluno e Treviso, con il patrocinio della Regione del Veneto, il fondamentale sostegno di Fondazione Cariverona e il contributo di Enel - con soluzioni allestitive e approfondimenti tematici studiati per le diverse sedi espositive coinvolte. Un invito a scoprire quel grande museo diffuso che è il bellunese e i tesori d’arte che esso custodisce. I capolavori creati dal Maestro per la cappella Fulcis, per il “camerino” di palazzo Fulcis e per la bella villa Belvedere, si potranno così ammirare a Belluno in tre sedi: nella Chiesa di San Pietro, nel Museo Civico - ove rimane esposta la spettacolare tela mistilinea con la Caduta di Fetonte, accompagnata da un accurata ricostruzione virtuale, visibile a video, del camerino Fulcis nel cui soffitto era collocata l’opera - e, infine, nello spazio del “cubo” di Palazzo Crepadona. Qui le ampie dimensioni permettono di godere la visione dei notevoli dipinti di Sebastiano provenienti dal Museo Civico, da collezione privata e dalla chiesa parrocchiale di Fregona, insieme ad alcune tele dell’allievo bellunese Gaspare Diziani - che soprattutto nell’Estasi di San Francesco risentì fortemente della sua lezione - e insieme alla suggestiva proiezione del Fetonte, a una distanza che consente di ammirarne a pieno la straordinaria forza pittorica. Da segnalare del Ricci, oltre agli altri due dipinti del ciclo di Palazzo Fulcis – Ercole al bivio e Ercole e Onfale – anche l’intrigante Testa di Samaritana, unica testimonianza dell’altrimenti perduto ciclo ad affresco di Villa Belvedere, affiancata al disegno preparatorio restaurato per l’occasione. L’importante gruppo di pale e dipinti del grande belluense provenienti dalla Certosa di Vedana (a Sospirolo) e realizzati intorno al 1704 - 1706 potranno invece essere ammirati a Feltre, presso il bellissimo Museo Diocesano d’Arte Sacra, dove saranno esposti anche due notevoli sanguigne del Maestro, provenienti dal Seminario Gregoriano di Belluno, e - nella sala settecentesca del mezzanino, per la prima volta visibili insieme - i quattro dipinti ovali realizzati tra il 1719 e il 1722 per la cappella della Sacra Famiglia nella Villa Fabris-guarnieri di Tomo (Feltre): due del Ricci, uno di Federico Bencovich e uno di Angelo Trevisani. Anche in questo caso, interessanti e pregevoli opere di contesto di Gasare Diziani e Luca Giordano, provenienti dal Santuario dei Ss. Vittore e Corona di Anzù (Feltre) Due città dunque - dall’indubbio fascino paesaggistico e dal notevole interesse storico-artistico - quattro sedi, trenta opere. Un viaggio assolutamente unico per riscoprire nelle sue terre un artista come Sebastiano Ricci, capace di liberarsi dalla remore secentesche e d´imporre a Venezia e in Europa un gusto nuovo e apertamente rococò, - con i "suoi effetti vivaci, scintillanti, garruli di luce e di colore" - ma anche di aprirsi al mondo, partendo dalla sua Belluno, e d’essere dunque – come ha sottolineato il Sindaco della città Antonio Prade - “locale e globale, bellunese ed europeo, frequentatore di miti e di storie universali.” “Un esempio.. Perché occorre aprire la mente e lo spazio che frequentiamo e questo avviene soprattutto con le idee e con le arti".  
   
   
OMAGGIO A LUIGI SCROSATI PITTORE DI FIORI NELLA MILANO OTTOCENTESCA AL MUSEO BAGATTI VALSECCHI  
 
Milano, 3 maggio 2010 - In mostra al Museo Bagatti Valsecchi un piccolo, ma prezioso gruppo di undici dipinti di soggetto floreale del pittore Luigi Scorsati (Milano, 1815 – 1869). L’iniziativa, che apre al pubblico contestualmente all’inaugurazione dell’attesissima mostra mercato di fiori e piante allestita da Orticola nei giardini di via Palestro, intende rinnovare la fruttuosa collaborazione tra la Fondazione Bagatti Valsecchi e l’Associazione Orticola di Lombardia. Attivo quale decoratore nei più prestigiosi cantieri dell’eclettismo di metà secolo – da villa Litta di Vedano al Lambro al Gabinetto dantesco di Gian Giacomo Poldi Pezzoli –Luigi Scrosati intensificò dagli anni cinquanta dell’Ottocento un’apprezzata produzione di soggetto floreale, rilanciandosi quale pittore da cavalletto dopo una grave malattia sfociata nella paralisi agli arti inferiori. Le sue tele, dominate da una pittura di tocco e dal luminismo cangiante, aggiornarono il genere dalla pittura di fiori sui grandi esempi francesi della scuola di Lione, sfociando in composizioni folte e vibranti, ormai lontane dalla nitida precisione di ascendenza Biedermeier cui lo stesso Hayez aveva guardato. La raccolta esposizione presso il Museo Bagatti Valsecchi presenta tele provenienti da collezioni private, offrendo la possibilità di ammirare opere solitamente non visibili al pubblico. Allestiti nella casa museo di via Gesù, nella Sala della Stufa Valtellinese, i quadri di fiori di Luigi Scrosati accoglieranno i visitatori nell’atmosfera avvolgente e domestica di un salotto ottocentesco, in una suggestiva contestualizzazione da cui trae vantaggio la lettura delle opere e la loro godibilità. Www.museobagattivalsecchi.org/    
   
   
PRESTO COMITATO PROMOTORE PER UNIVERSIADI 2017 L´AQUILA CANDIDATA UNICA DELL´ITALIA  
 
Pescara, 3 maggio 2010 - Un passo decisivo è stato compiuto verso la costituzione di un Comitato promotore della candidatura della città dell´Aquila ad ospitare le Universiadi del 2017. A tal proposito, l´assessore allo Sport, Carlo Masci, Ieri mattina, a Pescara, nella sede della Regione, ha presieduto una riunione operativa con i rappresentati dell principali istituzioni interessate dall´evento: le quattro Province, i quattro Comuni capoluogo, le Casse di Risparmio, le Banche, le Fondazioni bancarie, le Camere di Commercio, le Università, il Cusi ed i Cus abruzzesi. "Sono soddisfatto sia per come è stato avviato questo percorso sia per la concretezza con la quale gli attori di questa iniziativa stanno operando - ha dichiarato Masci - intanto, abbiamo incassato la conferma ufficiale da parte del Cusi, il Comitato universitario sportivo nazionale, che L´aquila sarà l´unica candidata italiana ad ospitare il secondo evento sportivo più importante al mondo. E questa non è cosa da poco se si considera - ha rimarcato - che solo fino a qualche tempo fa questa ipotesi di candidatura sarebbe stata considerata pura follia". Secondo l´assessore Masci, è stato colto pienamente il senso di questa proposta dalla quale discenderà un´iniziativa storica che porterà vantaggi al territorio aquilano sia sotto il profilo economico che sotto l´aspetto culturale. "Si tratta di un´opportunità da cogliere al volo - ha proseguito Masci - poichè, oltre a riportare i riflettori sull´Abruzzo e sull´Aquila in particolare, potrebbe regalare al mondo immagini ben diversa da quelle che il sisma dello scorso aprile ha inevitabilmente portato nella case dell´intero pianeta. Inoltre, - ha concluso l´assessore - consapevoli dell´esperienza dei Giochi del Mediterraneo, sono convinto che questo evento potrà lasciare in dote al capoluogo di Regione ed al suo comprensorio una serie di impianti sportivi e di infrastrutture utili al territorio e funzionali alla rivitalizzazione del tessuto sociale cittadino". Intanto, l´amministrazione comunale dell´Aquila, attraverso il suo vice sindaco, Giampaolo Arduini, presente all´incontro, ha reso noto di aver già iscritto in bilancio le risorse necessarie per affrontare questa fase propedeutica alla candidatura del capoluogo di Regione che dovrà essere presentata prima del 15 ottobre prossimo.