Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Ottobre 2009
QUASI PRONTO IL SISTEMA DI MONITORAGGIO DELLE INFEZIONI CHE COLPISCONO LE SPECIE SELVATICHE  
 
Nel corso degli anni le malattie che si trasmettono dalle specie selvatiche agli esseri umani hanno colpito un numero elevato di persone. Ma che misure sono state adottate per bloccare questo imponente fenomeno? Un gruppo di ricercatori finanziato dall´Unione europea sta lavorando alla messa a punto di un sistema di monitoraggio paneuropeo che si occuperà di controllare le infezioni che colpiscono gli animali selvatici. Questa innovazione andrà a beneficio sia degli esseri umani che del bestiame. Il progetto Wildtech ("Novel technologies for surveillance of emerging and re-emerging infections of wildlife") ha ricevuto un finanziamento pari a 6 milioni di euro in riferimento all´area tematica "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie" del Settimo programma quadro dell´Unione europea (7° Pq). Diretto dall´Università di Nottingham (Regno Unito), il consorzio è composto da 13 membri e afferma che Wildtech sta prendendo forma grazie allo sviluppo di uno strumento che sarà d´ausilio al settore sanitario nella prevenzione e nella gestione dei rischi associati alla fauna selvatica. Il sistema sarà anche in grado di effettuare una valutazione dei rischi a cui sono esposti esseri umani e animali domestici. I dati più recenti indicano che il 61% dei microorganismi patogeni conosciuti sono zoonotici (ovvero patogeni responsabili della trasmissione delle malattie dagli animali agli esseri umani). Tuttavia, le informazioni disponibili non sono sufficienti perché l´opinione pubblica comprenda pienamente la diffusione di tali patologie tra gli animali selvatici. I partner del progetto stanno inoltre lavorando per riuscire a individuare le modalità con cui queste patologie vengono trasmesse e si sviluppano negli esseri umani. "Poiché un numero molto elevato di patogeni può infettare più specie animali e può essere trasmesso da animali a esseri umani, non sorprende che il 75% di tutte le patologie emerse nel corso degli scorsi anni abbiano origine dagli animali selvatici" ha spiegato il professor Richard Lea dell´Istituto di Medicina e scienze veterinarie dell´Università di Nottingham. "Nonostante la situazione sia allarmante, il monitoraggio delle malattie infettive è lontano dall´essere soddisfacente", ha aggiunto. "Cambiamenti climatici, deforestazione, inquinamento, evoluzione patogena e lo spostamento rapido di esseri umani, animali e prodotti di origine animale hanno esposto gli esseri umani a un rischio crescente di contrarre zoonosi già note nella fauna selvatica e zoonosi emergenti". La dottoressa Lisa Yon, docente presso l´Università di Nottingham, ha affermato: "È indubbio che sia necessaria una strategia multilaterale coerente per combattere la crescente minaccia rappresentata dai patogeni nuovi ed emergenti per il benessere di animali e esseri umani". Dobbiamo essere consapevoli di ogni potenziale minaccia: dall´emergere di patologie recenti come l´influenza aviaria e l´influenza suina fino ad arrivare alle mutazioni intervenute nella diffusione del virus della febbre catarrale". I 12 partner europei che partecipano al progetto Wildtech provengono da Croazia, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia e appartengono sia al mondo accademico che a quello imprenditoriale. Al progetto partecipa anche un partner internazionale, l´Università di Saskatchewan, in Canada. Il progetto Wildtech, avviato nel luglio 2009, si concluderà alla fine del 2012. I partner hanno intrapreso anche collaborazioni con l´Organizzazione mondiale della salute animale e varie agenzie governative. L´obiettivo perseguito è fare in modo che il sistema sviluppato possa avere un impatto globale. "La chiave per il successo di questo importante progetto risiede nello sviluppo di sistemi diagnostici che rispondano ai criteri di rapidità e precisione, nuovi e applicabili a una vasta gamma di patologie e specie animali ospiti", ha affermato il professor Duncan Hannant della Sterilizer Validation & Monitoring Specialists (Regno Unito), partner di Wildtech. Per maggiori informazioni, visitare: University of Nottingham: http://www. Nottingham. Ac. Uk/ .  
   
   
MICROSENSORI SU TAG RF-ID, LA FRONTIERA DEL MONITORAGGIO CONTINUO DEI PRODOTTI SU TUTTA LA CATENA LOGISTICA: UN´ESPERIENZA PILOTA PER LA CATENA DEL FREDDO A CIBUS TEC A FINE OTTOBRE.  
 
 La catena del freddo è una cosa bellissima, permette di far arrivare in tavola (o almeno sul bancone del negozio o del supermercato) prodotti freschi in uno stato di conservazione uguale a quello che avevano al momento della raccolta o della preparazione. Ma se la catena si interrompe sono guai: basta che in un anello la temperatura sia più alta (ma anche più bassa può essere un problema) e le condizioni del prodotto subiscono un deterioramento, che il restaurarsi successivo della temperatura non serve a recuperare. La catena del freddo deve quindi essere monitorata. Fino ad oggi non era possibile, o comunque molto difficile, perché implicava l´intervento di ispettori indipendenti dai gestori dei singoli anelli e oltretutto non era in grado di intercettare eventi transienti come guasti o malfunzionamenti. Ora la risposta a queste esigenze viene invece dalla tecnologia, e in particolare da una di quelle evoluzioni tecnologiche che promette di trasformarsi presto in rivoluzione: la fusione tra tecnologie di identificazione automatica (Rf-id) e microsensoristica. Un esempio viene spiegato da chi lo ha intrapreso nel corso della prima giornata (28 ottobre) dei convegni Trace-id 2009 in contemporanea a Cibustec. Apo Conerpo, l´Organizzazione di Produttori ortofrutticoli più grande d´Europa con oltre 8700 aziende agricole, ha infatti operativo un progetto pilota di sistema di monitoraggio dei prodotti freschi basato su un “tag” a doppia funzione. Questo viene collocato in un´apposita interfalda di carta sotto le cassette di frutta e ortaggi. A intervalli regolari, il sensore acquisisce e temporizza le temperatura. Alla fine della catena del freddo, un lettore Rf-id rileva le coppie di dati temperatura/tempo. Sulla base di queste, la cassetta viene accettata per la spedizione o rifiutata. In questo modo viene garantita una maggiore qualità per il consumatore e, fornendo a negozi e distribuzione un prodotto di caratteristiche costanti, consente risparmi nei processi di riassortimento degli scaffali e di eliminazione degli scaduti. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con l´Rf-id Lab del Professor. Rizzi dell´Università di Parma. Oltre alla temperatura, i sensori su tag Rf-id possono essere realizzati per rilevare ogni tipo di variabile fisica, da sola o in combinazione con altre: umidità, vibrazioni, accelerazione, persino orientamento su più assi (utile per la catena logistica del vino, per esempio). Che questo sia una rivoluzione, ci vuol poco a capirlo. Altrettanto poco ci vuole a capire che anche nella sa trasferta parmigiana Trace-id, n programma il 28, 29 e 30 ottobre al Padiglione 8 delle Fiere di Parma, si conferma come l´evento imprescindibile di Data Collection su l´Rf-id, l´identificazione automatica, la tracciabilità e la logistica. Basta andare sul sito www. Trace-id. Eu (dove sono anche pubblicate le presentazioni relative alle scorse edizioni e i collegamenti ai video dei principali interventi) e consultare l´agenda delle conferenze e vedere i logo degli sponsor. E poi registrarsi gratuitamente per la partecipazione, ricevendo inoltre un biglietto omaggio per l´ingresso a Cibustec. .  
   
   
VONGOLARE, PREZIOSO ACCORDO DOPO VENT``ANNI.  
 
 ´Il risultato ottenuto in Consiglio con l´approvazione dei nove articoli per il nuovo regolamento di riparto delle aree di pesca per i vongolari e` piu` che buono e sottolinea l´impegno che abbiamo messo nella risoluzione di una questione delicata e difficile che si ripresentava puntuale da oltre vent´anni´ ha detto l´assessore alla Pesca Vittoriano Solazzi. L´approvazione della proposta in aula ha visto infatti, con la votazione quasi unanime non solo la convergenza perfino delle opposizioni consiliari ma anche il coronamento piu` proficuo di una campagna d´ascolto durata mesi e che ha coinvolto direttamente le associazioni e i consorzi dei pescatori. Anche nei momenti di protesta e di scontro ´ e ce ne sono stati ´ l´assessore Solazzi ha sempre tenuto in grande considerazione l´opinione di tutti i vongolari, a qualunque comparto appartenessero. Il problema del sovraffollamento delle vongolare va avanti da vent´anni: l´accordo raggiunto consente la ripresa delle attivita` di pesca e deve preludere alla costituzione di un tavolo interistituzionale che affronti il tema centrale del soprannumero delle barche, considerato che nelle Marche insiste un terzo della flotta di vongolare di tutta Italia. .  
   
   
FIRENZE SEDE DI CASTANEA, RETE EUROPEA DELLA CASTANOCOLTURA  
 
Sull´amiata, nei pressi di Arcidosso, a Castel Vaiolo, già nel X secolo si tostavano le castagne per conservarle; erano molto più piccole di quelle che vengono consumate oggi, ma più grandi di tutte le altre ritrovate in altri contesti alto-medievali. E´ il ritrovamento più importante e più datato a livello europeo. Le castagne sono sbucciate e presentano evidenti segni di tostatura, trattamento che ne permetteva una lunga conservazione. E´ una delle notizie più curiose uscite dall´incontro dell’ 8 ottobre a Palazzo Strozzi Sacrati per presentare “Castanea”, la rete europea del castagno, che raggruppa le associazioni di castanicoltori d´Europa, con l´obiettivo di dare loro peso politico con l´obiettivo di sviluppare le attività economiche, culturali e turistiche legate all´albero del castagno. «Lo studio archeologico dimostra senza dubbi l´importanza di questo albero e de i suoi frutti nella cultura toscana a partire dal medioevo fino al giorno d´oggi – ha sottolineato nelle sue conclusioni Claudio Martini, presidente della Regione -. I boschi di castagni costituiscono ancora una fetta consistente dei boschi toscani, ne coprono circa il 15 per cento, e si parla della superficie boschiva più fitta di tutto il Paese in rapporto all´estensione territoriale: oltre 1 milione di ettari, il 50 per cento del territorio». Martini ha poi ricordato che, se anche molti castagneti hanno perso negli anni una funzione produttiva, mantengono un ruolo essenziale per il mantenimento del paesaggio tipico e dell´ambiente, e per questo vanno governati e tutelati. «Per questo la giunta regionale ha avviato una politica forestale di forte impegno, investendo attraverso il Programma forestale regionale oltre 30 milioni di euro l´anno per la lotta agli incendi boschivi, la tutela idrogeologica e la difesa fitosanitaria. E nel Piano di sviluppo r urale il 18 per cento delle risorse complessive sono destinati a finanziare il settore forestale, cioè 140 milioni su 820 complessivi. E´ qui che cerchiamo la risposta ad un bisogno di ammodernamento del mondo rurale per mantenerlo competitivo, ma conservandone il patrimonio delll´unicità della tradizione tipica toscana». Diverse di queste misure riguardano il castagno, per il loro recupero e miglioramento, le strutture e i macchinari per lo stoccaggio e la prima trasformazione, il recupero della viabilità, la sicurezza sul lavoro, l´impianti di nuovi castagneti, il controllo delle malattie (come sta accadendo con il cinipide galligeno) e la valorizzazione turistica. «Siamo riusciti di recente in sede europea – ha aggiunto il presidente – a far inserire il castagno tra le colture meritevoli di beneficiare delle indennità per le coltivazioni biologiche. Inoltre, con le modifiche in corso di approvazione da parte della Ue, è nostra intenzione destinare ulteriori 20 milioni alla prevenzione idrogeologica del territorio. Ma accanto a questo intendiamo agganciare la coltivazione del castagno ai programmi sulla produzione di energia per le aree rurali, perché può interessare in particolar modo i residui delle potature e ripulitura dei castagneti. Fino ad oggi la Regione ha investito 8 milioni di euro su 43 progetti di teleriscaldamento con impianti alimentati a cippato di legno proveniente dagli scarti delle attività forestali. Gli impianti utilizzeranno circa 14mila tonnellate all´anno di cippato, per una produzione energetica prevista di oltre 2,5 Mw al servizio di 106 utenze pubbliche e 766 private». .  
   
   
RICONOSCIMENTI SCIENTIFICI PER IL PROGETTO SCOPAZZI DEL MELO  
 
Le attività di ricerca dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige contro gli scopazzi del melo, malattia con la quale da diversi anni convivono i frutticoltori trentini ma che negli ultimi tempi ha registrato segnali di contenimento, stanno trovando ampio spazio sulle riviste scientifiche internazionali con fattore di impatto. Negli ultimi mesi il lavoro dei ricercatori di San Michele finalizzato a sviluppare portinnesti resistenti è stato riportato da Plant Pathology, Phytopathology e Plant Breeding. L’attività descritta negli articoli si colloca all’interno del progetto interdisciplinare Smap-scopazzi del Melo avviato nel 2001 dall’Istituto Agrario in collaborazione con due partner tedeschi: l’Istituto Federale Julius Kühn di Dossenheim e Agroscience-alplanta di Neustadt an der Weinstrasse. I ricercatori hanno sviluppato delle strategie che consentono di accelerare la selezione dei portinnesti più interessanti derivanti dal programma di miglioramento genetico. Dai 5200 semenzali ottenuti, 36 si sono dimostrati particolarmente interessanti sotto il profilo della resistenza alla malattia. Ora andranno verificate in campo la vigoria e la produttività. Saranno necessari ancora alcuni anni per mettere a punto un portinnesto in grado di competere con M9, tuttavia le prospettive future di questo studio sono promettenti. Il programma di lotta alla malattia attualmente in corso è stato adottato dalla Giunta provinciale nel 2007 e scade a novembre di quest´anno. Obiettivi del programma sono il sostegno alla prevenzione e controllo della diffusione della fitoplasmosi; salvaguardare la produzione sia dal punto di vista fitosanitario che qualitativo; garantire la produzione di materiale vivaistico sano; indennizzare gli agricoltori per la perdita causata dall´evento calamitoso di origine parassitaria. Tutto ciò allo scopo di evitare l´abbandono della frutticoltura e delle aziende a seguito della patologia, evitare di conseguenza il degrado delle superfici abbandonate ed un decremento occupazionale delle aree interessate. Gli interventi sono di tipo preventivo (controllo) e di profilassi (eradicazione) con indennizzo delle perdite imputabili alla malattia. La prevenzione consiste principalmente nella costituzione di apposite reti di informazione agli agricoltori sulla patologia, nella predisposizione e attuazione di specifici piani di monitoraggio, nella messa a dimora di materiale vivaistico sicuramente sano e, qualora la ricerca lo renda disponibile, resistente alla patologia e nella lotta ai vettori. .  
   
   
I CRITERI PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI A FAVORE DI INIZIATIVE PER VALORIZZARE E PUBBLICIZZARE LA CONOSCENZA DEI FUNGHI EPIGEI SPONTANEI A PRESTO UN APPOSITO BANDO PER SOSTENERE LA PROMOZIONE AMBIENTALE  
 
La Giunta Regionale del Piemonte ha approvato i criteri e le modalità per la concessione di contributi a favore di enti o associazioni per la realizzazione di mostre, stand ed iniziative pubbliche rivolte alla valorizzazione e alla pubblicizzazione della conoscenza dei funghi epigei spontanei. Nel rispetto dell’articolo 8, commi 3 e 4, della Legge regionale 24/2007 sulla “Tutela dei funghi epigei spontanei” i contributi saranno assegnati ad enti e associazioni legalmente costituiti e operanti sul territorio della Regione Piemonte e in base alla rilevanza delle manifestazioni. Risultano essere soggetti ammissibili ai contributi: le associazioni micologiche legalmente costituite e senza fini di lucro, le associazione naturalistiche legalmente costituite e senza fini di lucro, gli enti pubblici di tutela sanitaria e di ricerca scientifica, gli altri enti pubblici a esclusione di quelli delegati al rilascio dell’autorizzazione della raccolta dei funghi epigei spontanei, ai sensi dell’articolo 3 della Legge regionale 24/2007, in quanto questi possono disporre delle somme introitate per il rilascio di tale autorizzazione anche per la realizzazione di iniziative finalizzate a favorire la conoscenza e il rispetto delle specie fungine, altri enti legalmente riconosciuti. "L’approvazione da parte dei criteri per la concessioni di contributi a iniziative rivolte a valorizzare la conoscenza dei funghi epigei spontanei-commenta - l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco - sarà seguita da un apposito bando che rappresenta un ulteriore sforzo della Regione per sostenere e divulgare i fondamentali temi della promozione, informazione, educazione e formazione in campo ambientale”. .  
   
   
"DOLCE PUGLIA", RASSEGNA GASTRONOMICA IL 15 A ROMA  
 
Il prossimo 15 ottobre Roma ospiterà Dolce Puglia, la rassegna nazionale dei vini dolci e della pasticceria pugliesi. I dettagli dell’evento, che si svolgerà giovedì prossimo a partire dalle ore 16 nel prestigioso Hotel Rome Cavalieri, sono stati illustrati il 12 ottobre a Bari presso l’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia. Obiettivo della rassegna, organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier Puglia – delegazione Murgia col patrocinio della Regione Puglia, è quello di promuovere la produzione di vini dolci e di pasticceria della nostra terra, presso un pubblico non solo italiano ma anche estero. La situazione produttiva pugliese vede a tutt’oggi ancora solo una minima quantità di uve destinate a tale tipo di produzione dolce che, invece, al pari delle altre più conosciute e già apprezzate, può esprimere la nostra più tipica “pugliesità”e qualità enologica. Dolce Puglia, dunque, potrebbe contribuire in modo concreto a far crescere anche la cultura del vino dolce pugliese e del mondo che orbita intorno ad esso. Durante la serata romana, inoltre, verrà presentato il libro “Il fascino antico e nuovo dei vini dolci di Puglia” del dott. Giuseppe Baldassarre, relatore e degustatore Ais, che argomenterà con Daniele Maestri e Franco Maria Ricci sulla storia, la produzione e la qualità dei vini da dessert pugliesi. Seguirà banco d’assaggio dei vini dolci pugliesi, della pasticceria e cioccolateria regionale. I vini saranno abbinati anche ad una selezione di formaggi stagionati dei caseifici di Puglia. “Sono particolarmente compiaciuto di aver contribuito alla realizzazione di questa iniziativa – ha commentato con soddisfazione l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno – nella quale mettiamo in vetrina uno spicchio qualificato della nostra produzione in una città cosmopolita come Roma”. “Quella dei vini dolci pugliesi è una produzione in ascesa – ha continuato Stefàno - sia per la qualità che per la quantità, che però stenta ancora a varcare i confini regionali. Sono, infatti, numerose le etichette che propongono una grande varietà di vini, non altrettanto riscontrabile in altre realtà regionali. E’ bene, dunque sostenere eventi come Dolce Puglia, che possono aiutarci a scrivere altre belle pagine della nostra terra”. “Ritengo inoltre – ha concluso Stefàno – che i vini dolci siano per elezione quelli che meglio si prestano ad educare i giovani alla cultura e al gusto del bere bene”. .  
   
   
CORICOLTURA: TARICCO SCRIVE A ZAIA IL CAMBIO DI POLITICA ATTUATO DALLA TURCHIA VA AFFRONTATO CON INIZIATIVE DECISE E TEMPESTIVE  
 
I rischi connessi al radicale cambio di politiche che la Turchia, di gran lunga il maggiore produttore mondiale di nocciole, sta realizzando e le sue implicazioni sul settore coricolo in Piemonte e in altre tre Regioni italiane sono al centro di una lettera inviata dall’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco al Ministro Luca Zaia. Fino a oggi l’intera produzione turca era legata a un sistema di controllo statale dell’offerta che sarà sostituito da una corilicoltura indirizzata dalle leggi di mercato e da un consistente regime di sostegno. Dall’anno prossimo, infatti, “all’“ammasso” pubblico parrebbe subentrare un intervento di integrazione del reddito che sosterrà i produttori turchi con un aiuto di 750 €/ettaro all’anno. Al tempo stesso prenderà avvio un programma di estirpazioni sovvenzionate (4. 500 € in due anni per ettaro estirpato) volte a stabilizzare il mercato nel medio-lungo periodo. “Nei prossimi anni- scrive Taricco - l’introduzione del nuovo “corso” potrebbe portare delle conseguenze devastanti per le nostre aziende, che si troverebbero improvvisamente a fare i conti con un sistema produttivo caratterizzato da bassi costi e considerevoli sovvenzioni (i 750 € ad ettaro hanno una ricaduta sulle aziende turche proporzionalmente superiore a quella che potrebbero avere nella nostra realtà). A questo occorre aggiungere la volontà dell’Ue di innalzare i limiti in aflatossine: decisione che consentirebbe alla Turchia di commercializzare in Europa anche il prodotto di qualità più scadente e di dubbia salubrità”. Dal Piemonte giunge quindi la richiesta di porre in essere alcune iniziative con assoluta urgenza partendo dalla richiesta all’Unione Europea di porre in discussione il regime di sostegno turco, palesemente in contrasto con le regole della libera concorrenza e del libero scambio più volte sanciti in sede Wto. In alternativa si dovrebbe puntare all’istituzione di un analogo regime di sostegno anche per la corilicoltura europea, con particolare riferimento alle aziende che operano in zone svantaggiate. Nell’interesse dei corilicoltori ma soprattutto dei consumatori e della loro salute occorre anche contrastare il possibile innalzamento del contenuto ammissibile in aflatossine nella frutta a guscio e potenziare le strutture preposte ai controlli delle partite in ingresso in modo da renderle realmente efficaci. È necessario poi stabilire delle regole di interscambio commerciale con la Turchia che attutiscano gli effetti della liberalizzazione in corso (attualmente la Turchia dispone di stock pari a circa 5 milioni di q che, se immessi improvvisamente sul mercato potrebbero determinare un vero e proprio collasso del mercato). Va anche istituito un osservatorio dei prezzi che consenta il monitoraggio continuo delle condizioni di mercato ed è necessario utilizzare le possibilità offerte dal Reg. 1698/2005 sullo Sviluppo Rurale in ordine alla riclassificazione delle aree agricole includendo tra le zone svantaggiate anche quelle in cui tradizionalmente si coltiva nocciolo. Infine è necessario favorire la concentrazione dell’offerta attraverso modifiche dell’Ocm che consentano un reale rafforzamento delle Op corilicole. “Queste iniziative - conclude l’assessore Taricco - devono essere realizzate in tempi rapidissimi in quanto la situazione che si sta concretizzando potrebbe pregiudicare la stessa sopravvivenza di gran parte delle aziende. Non va infatti neppure dimenticato che la coltivazione del nocciolo è diffusa, principalmente, in quattro Regioni italiane e per i territori interessati, spesso caratterizzati da limiti di natura pedoclimatica piuttosto evidenti, rappresenta l’unica coltura economicamente sostenibile”. .  
   
   
PESCA, REGIONE SARDEGNA E GOVERNO UNITI PER NUOVI INVESTIMENTI DOPO IL 2013  
 
 Cagliari - "Dal 2013 in poi per la pesca dobbiamo fare di tutto tranne che ridurre gli investimenti nel comparto. Regione e Governo anche su questo punto non arretreranno di un millimetro e l´Unione europea dovrà tenerne conto. Gli investimenti serviranno a aumentare il tasso di modernità delle imprese ittiche, presupposto indispensabile per dare risposta alla domanda sempre crescente di pesce a livello comunitario e mondiale". Lo ha detto l´assessore regionale dell´Agricoltura Andrea Prato durante gli Stati generali della pesca, riuniti a Castelsardo (Sassari), che vedono la partecipazione di Regioni, Stato e Commissione Ue per fare il punto sul Fep e stilare le linee guida della prossima riforma della Politica comune della pesca. Oggi è in corso la giornata conclusiva con i lavori del Comitato di sorveglianza del Fondo europeo per la pesca. "Negli ultimi trent´anni - ha spiegato l´assessore Prato - le istituzioni e la politica hanno dimostrato disattenzione verso il comparto, trascurando anche il fatto che il pesce è un alimento dall´elevato valore nutrizionistico e alla base della dieta mediterranea. È stato messo da parte come una sana alimentazione riduca anche i costi sociali e faccia crescere meglio i nostri figli. È preoccupante che oggi in Italia un bambino su due sia obeso. Dove andremo a finire? Occorre una drastica inversione di rotta e creare i presupposti affinché le nostre aziende possano offrire un prodotto del mare buono e garantito, grazie anche all´acquacoltura e alla maricoltura, che rappresentano con la multifunzionalità il futuro del settore. Su questo, sono previsti fondi specifici all´interno del Fep e presto partiranno i bandi". Assunto condiviso da Antonio Buonfiglio, sottosegretario del ministero delle Politiche agricole con delega alla pesca: "Il Governo, in attesa della Riforma Ue, ne sta anticipando i punti essenziali: ecco perché sta già lavorando per inserire delle norme sulla tracciabilità del prodotto e soprattutto sulla data del pescato. Due novità che consentiranno anche la valorizzazione della produzione locale e allo stesso tempo attenzione verso il consumatore". Infine, Buonfiglio ha sottolineato che è indispensabile stilare delle norme anche verso i pescatori hobbisti e sportivi: "Oggi il mare per sopravvivere ha bisogno di regole: ma è impensabile che le debbano osservare solo gli operatori professionisti. È auspicabile per il futuro la collaborazione di tutti coloro che gravitano intorno a questa preziosa risorsa". .  
   
   
BASILICATA ASM, APERTO CORSO DI FORMAZIONE RACCOLTA FUNGHI EPIGEI  
 
 E’ aperto a tutti, e senza limitazioni di iscrizioni, il 16° corso di formazione promosso dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria di Matera finalizzato al rilascio dei tesserini per la raccolta dei funghi epigei spontanei. Il corso formativo,ove previsto per legge, è rivolto ai raccoglitori che ne faranno richiesta utilizzando lo specifico modello disponibile anche sul sito internet della Asm, nello spazio destinato al Dipartimento di Prevenzione, e con un versamento di 30,99 euro. Le lezioni, che si terranno a Matera presso la sede dell’Azienda sanitaria , saranno articolate in due giornate fissate per il 23 ottobre 2009 dalle ore 14,00 alle 20,00 e il 24 ottobre 2009 dalle ore 8. 00 alle 14,00. Il programma delle lezioni, svolto dagli Ispettori Micologi del Servizio degli Alimenti e della Nutrizione, prevede nozioni sulla generalità, morfologia, classificazione, valore nutritivo dei funghi. Saranno impartite,inoltre, nozioni di biologia e della catena alimentare. I corsisti impareranno a conoscere oltre alla legislazione del settore, le specie fungine, le possibili confusioni fra specie commestibili e specie tossiche, le modalità di raccolta e commercializzazione. Al termine del corso sarà rilasciato un attestato che,per quanti vorranno attivare l’esercizio di vendita dei funghi epigei, sarà preceduto da un esame finale. Per i raccoglitori non è previsto alcun esame. Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi al Dipartimento di Prevenzione - Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione – Ispettorato Micologico dell’Asm di Matera Tel. E fax 0835/253602- 329/5832680 oppure consultare il sito internet www. Asmbasilicata. It .  
   
   
MONINI E EUROCHOCOLATE: IL MARCHIO UMBRO DELL’EXTRA VERGINE CREA APPOSITAMENTE PER QUESTA DOLCE KERMESSE LA LINEA MON BON MONINI AL CIOCCOLATO  
 
Due eccellenze umbre si incontrano: l’olio Extra Vergine Monini e Eurochocolate, il saper fare dell’olio Extra Vergine d’oliva e l’evento più dolce d’Italia insieme per rompere gli schemi del gusto. Ed infatti per questo incontro Monini crea una golosissima linea limited edition chiamata Mon Bon: una Crema Spalmabile, un macina-cioccolata ed i tartufi al cioccolato 70% realizzati per l’occasione dal Maestro Cioccolatiere Andrea Bianchini. Tutti prodotti Monini che dal 16 al 25 ottobre prossimo si potranno gustare a Perugia durante la sedicesima edizione della notissima kermesse dedicata alla cultura del cioccolato. Solo durante le giornate di Eurochocolate, infatti, si potrà gustare una fragrante bruschetta condita con l’olio Extra Vergine Granfruttato Monini arricchita da una pioggia di scaglie di cioccolato al sale marino di Volterra grattugiate fresche con l’apposito Gratta Mon Bon Monini. Una coppia insolita ma decisamente gustosa, per un piacere da riproporre anche a casa. Ma il connubio Extra Vergine–cioccolato non finisce qui: infatti, sempre allo stand Monini, i fan del cioccolato troveranno la linea limited edition Mon Bon Monini creata appositamente per Eurochocolate. Si tratta di una deliziosa Crema Spalmabile e di raffinatissimi Tartufi al Cioccolato 70% che il maestro cioccolatiere ha creato lavorando con le migliori qualità di cacao arricchito dal prezioso Extra Vergine Granfruttato Monini. Quest’anno Eurochocolate vuole dare il via libera alla creatività, perché ciascuno possa amare il cioccolato a modo proprio. È questo lo spirito con cui un grande marchio della cucina italiana come Monini partecipa alla festa del cioccolato .  
   
   
MINI PIZZA TOSTABILE E NUOVI PICCOLINIS BUITONI: IL MODO PIÙ ALLEGRO E APPETITOSO PER SODDISFARE LA VOGLIA DI PIZZA  
 
Buitoni, grazie alla sua competenza, è diventato negli anni uno specialista delle pizze surgelate, sia per originalità delle ricette, sia per l’alta qualità degli ingredienti e il rispetto della tipicità italiana nel gusto autentico e genuino dell’impasto. Per soddisfare la voglia di pizza di adulti e bambini, Buitoni ogni anno si rinnova: nel 2009 nascono le Mini Pizze tostabili e due nuove ricette degli ormai celebri Piccolinis, per unire praticità e divertimento al gusto e alla qualità inconfondibili delle pizze Buitoni. La Mini Pizza diventa ancora più buona…ideale anche nel tostapane Con le Mini Pizze, Buitoni combina innovazione e tradizione: il sapore tradizionale e la semplicità di un piatto genuino si sposano così con la rapidità e la praticità di una cottura nel tostapane. Sono due le referenze che Buitoni propone per ueste novità: Mini Pizza Margherita e Mini Pizza al Prosciutto. Tutto il piacere di una pizza in un formato ideale per break stuzzicanti e subito pronti. Basta preriscaldare il tostapane, togliere la mini pizza dall´involucro trasparente, inserirla ancora surgelata nel tostapane e lasciarla cuocere per 5-6 minuti, per avere una merenda filante e croccante, davvero sorprendente. Mini Pizza Margherita con tanta mozzarella filante e saporito pomodoro all’origano regala tutto il piacere di una buona pizza in un formato ideale per il break. Mini Pizza Prosciutto con filante mozzarella e prosciutto per soddisfare la voglia di cambiare gusto. Piccolinis: piccoli nella forma, grandi nel gusto! Buitoni Piccolinis sono il modo più allegro di soddisfare la voglia di pizza. Le sfiziose pizzette dalla pasta sottile e croccante sono già note per la loro abbondante farcitura e la versatilità del loro utilizzo, ma da oggi la gamma si rinnova. Accanto al tradizionale Piccolinis Pomodoro e Mozzarella, Buitoni presenta Piccolinis Tonno e Piccolinis Diavola: due novità per rispondere alle esigenze del consumatore che chiede varietà e gusto, senza rinunciare al sapore inconfondibile della pizza. Scongelando i Piccolinis per 10 minuti, mentre il forno si scalda a 220°C, e lasciandoli cuocere per soli 8 minuti si avrà un aperitivo sfizioso per gli ospiti, un allegro antipasto per la famiglia, una merenda divertente e. Un modo nuovo di mangiare la pizza ogni volta che si desidera. Piccolinis pomodoro e Mozzarella per chi ama i gusti semplici e non rinuncia alla tradizione. Piccolinis Diavola con salamino piccante per stuzzicare il palato. Piccolinis Tonno con tonno sfizioso per chi ama i sapori intensi e appetitosi. .  
   
   
CHAMPAGNE POMMERY: IL NUOVO SPECIALE BRUT “POMMERY NOIR”  
 
Il Gruppo Vranken-pommery Monopole – leader nella produzione di Champagne a livello mondiale – dal 2009 parte alla conquista del mercato italiano, dove ha appena inaugurato una sua filiale diretta. Il gruppo francese, di base a Reims, vanta un portafoglio di prestigiosi marchi della Champagne, con una gamma variegata di prodotti, la cui punta di diamante è sicuramente il marchio Pommery, acquisito nel 2002 dal Presidente Paul-françois Vranken nell’ambito della fusione dei due brand. “Pommery vanta una storia importante che meritava di essere valorizzata e comunicata!” commenta l’imprenditore Ilario Iannone, affermato in ambito agroalimentare già dagli anni ’70, che ricopre la carica di Amministratore Delegato di Vranken Pommery Italia. La collaudata amicizia con Paul-francois Vranken lo ha portato a stringere questo sodalizio e ad affacciarsi nel mondo dello Champagne, di cui è in primis un grande appassionato. E’ così che nasce il progetto di creare una presenza diretta in Italia: per seguire da vicino un mercato rilevante, composto di consumatori attenti. La società italiana è stata fondata ufficialmente lo scorso agosto 2008 e ha inaugurato la sua sede operativa nella prima metà del 2009, stabilendosi a Rivergaro, provincia di Piacenza, sulle colline della Valtrebbia. La squadra operativa è attiva sul mercato, a pieno regime, dall’inizio di quest’anno ed è composta da Mimma Posca alla Direzione Commerciale, dal Gdo Manager Massimo Fraschina, dalla responsabile marketing Martina Tomasig e da una capillare rete vendita specializzata nelle “bollicine importanti”. L’obiettivo del team è preciso: fare grande Pommery in Italia. Per conquistare l’intera penisola, considerando che l’Italia è il quarto mercato a volume e il terzo a valore a livello mondiale per le vendite di Champagne, Pommery Italia ha organizzato una capillare rete vendita che entro la fine del 2009 sarà in grado di coprire l’intero territorio nazionale. Le basi per realizzare questo disegno ambizioso ci sono e i primi passi in questa direzione sono stati mossi da subito. In primavera è stato presentato uno Champagne pensato in esclusiva per il mercato italiano: il Brut “Pommery Noir” è stato creato per la ristorazione, per approcciare il canale per eccellenza più vocato al consumo di Champagne. L’assemblaggio di Pommery Noir segue lo stile tradizionale di Pommery: Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. E’ uno Champagne elegante, dalla piacevole leggerezza che si combina con una bella vivacità. La permanenza sui lieviti è di 42 mesi. A queste caratteristiche gustative si aggiunge un “habillage” esclusivo: l’etichetta nera ricorda il packaging storico di Pommery e segna “il ritorno di un mito”! Questo è solo un piccolo assaggio del grande progetto di valorizzazione del marchio Pommery per il mercato italiano. La filiale italiana proseguirà inoltre il tradizionale legame che lega Pommery all’arte, un legame che affonda le radici nella storia antica della Masion risalente all’inizio dell’Ottocento. Pommery Italia ha già definito infatti una collaborazione con l’artista Franco Scepi per la realizzazione di installazioni artistiche permanenti che costituiranno i “punti cardinali” di Pommery in Italia, per la realizzazione di campagne di comunicazione, manifesti… Pommery fa parte del gruppo Vranken- Pommery Monopole, uno dei leader mondiali nel comparto degli Champagne d’alta gamma, che ha in portafoglio marchi come Diamant, Demoiselle, Heidsieck, Charles Lafitte - oltre al porto Rozès e ai vini Listel e Pradel. Quotato alla Borsa di Parigi, il Gruppo ha registrato nel 2007 un fatturato di 286,8 milioni di euro, di cui il 45% realizzato sui mercati internazionali. Con venticinque milioni di bottiglie di champagne vendute nel 2008 (di cui 5,5 milioni di Pommery), 40 milioni di bottiglie di vino, 3700 ettari di vigneti di proprietà, Vranken Pommery Monopole è il secondo Gruppo mondiale del settore. .  
   
   
KRUG: UN MILLESIMATO ECCEZIONALE  
 
Krug porta alla luce il suo tesoro. Dopo tredici anni d’invecchiamento nelle cantine e dopo una prima fermentazione in piccole botti di rovere, la struttura e la raffinatezza caratteristiche del Pinot Noir d’Ambonnay hanno raggiunto la loro massima espressione grazie al savoir-faire unico orchestrato dallo Chef de Caves Eric Lebel. Pazientemente, la natura e l’esperienza, il tempo e la ricerca dell’eccellenza hanno permesso di esprimere la quintessenza di questo terroir e di raggiungere una notevole intensità d’espressione. Il risultato è uno Champagne esemplare, di assoluta classe, capace di coniugare sapientemente carattere ed eleganza, un nettare che accarezza dapprima i sensi con i suoi aromi ricchi e i suoi sapori pieni e maturi, per poi espandersi in un bouquet di freschezza. Una nuova firma in stile Krug iniziata nel 1995 con il primo raccolto, una rivelazione che ha recentemente confermato un Millesimato carismatico, il 1996. Con il trascorrere dei giorni, le stagioni magnificano il vigneto per svelarlo, come nel 1996, in un Millesimato sensazionale. Un’annata che ha vissuto ogni tipo di contrasto climatico: dopo un inverno sferzato da due ondate di gelo, il risveglio della primavera è splendido. L’estate che segue si rivela tuttavia capricciosa, passando da piogge torrenziali a momenti di arsura, fino a diventare, con l’avvicinarsi dell’autunno, secca e soleggiata, con notti insolitamente già piuttosto fresche. Il 25 settembre arriva il giorno della vendemmia. Quel mattino, il Clos d’Ambonnay dischiude il suo tesoro: i grappoli, giunti a maturazione, vengono raccolti uno a uno. Da questa vendemmia proveniente da un terroir raro e da un’annata unica, Krug decide di creare una Cuvée Millesimata: il Krug Clos d’Ambonnay 1996. .