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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Ottobre 2009
UE: FONDI PER UN FUTURO CON MENO EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA  
 
Bruxelles, 14 ottobre 2009 - All´energia solare e alla cattura e sequestro di Co2 vanno la maggior parte dei finanziamenti aggiuntivi per le tecnologie energetiche pulite. Secondo le ultime stime, per mettere a punto sistemi per la produzione di energia pulita, nei prossimi 10 anni l´Europa dovrebbe spendere 50 miliardi di euro in più, quasi il triplo rispetto agli attuali investimenti. La nuova proposta della Commissione prevede per il prossimo decennio finanziamenti aggiuntivi di 16 miliardi di euro a favore dell´energia solare, 13 miliardi per la cattura e lo stoccaggio geologico di Co2, 7 miliardi per l´energia nucleare e 6 miliardi per l´energia eolica. La Commissione è convinta che, aumentando gli investimenti nelle tecnologie pulite, si possa accelerare la transizione verso un´economia a basse emissioni di anidride carbonica, indispensabile per contenere i gas serra e ridurre la dipendenza dell´Unione europea dalle importazioni di petrolio e metano. Se la cifra di 50 miliardi di euro può sembrare esorbitante per un´economia che non è ancora uscita dalla recessione, gli esperti concordano sulla redditività di un investimento di questo tipo. Il mercato delle tecnologie energetiche pulite sta esplodendo e offre prospettive di ingenti guadagni e milioni di posti di lavoro per i paesi che sapranno porsi all´avanguardia. "L´aumento degli investimenti intelligenti nella ricerca rappresenta oggi un´opportunità per sviluppare nuove fonti di crescita, per rendere la nostra economia più rispettosa dell´ambiente e per assicurare la competitività dell´Unione europea dopo la crisi", ha affermato il commissario per la Scienza e la ricerca Janez Potočnik. La proposta sottolinea l´impegno dell´Ue a combattere i cambiamenti climatici, anche in vista della conferenza dell´Onu che si terrà a dicembre a Copenaghen con l´obiettivo di definire un nuovo e più ambizioso accordo internazionale per contenere il riscaldamento globale. L´attuale accordo, il protocollo di Kyoto, scade infatti alla fine del 2012. Attualmente, l´Unione europea spende circa 3 miliardi di euro all´anno in ricerca e sviluppo sull´energia pulita. La Commissione propone di passare a 8 miliardi all´anno, investendo quindi complessivamente 50 miliardi di euro in più nel prossimo decennio. I finanziamenti potrebbero provenire da varie fonti: industrie, banche, investitori privati, Stati. Si propone inoltre di selezionare una trentina di città europee per testare le tecnologie verdi. I combustibili fossili, come il petrolio, il gas e il carbone, rappresentano l´80% dell´attuale approvvigionamento energetico dell´Ue. Oltre il 50% proviene da paesi extra Ue. .  
   
   
NUOVO BANDO PER ENERGIE RINNOVABILI. IN ARRIVO INTERVENTI ANCHE PER ZONE PARCO E PER NAVI PORTO DI GENOVA FONDI PER 15 MILIONI DI EURO  
 
Genova, 14 Ottobre 2009 - Un nuovo bando per la produzione di energia da fonti rinnovabili è stato approvato dalla giunta della Regione Liguria, su proposta dell´assessore all´Ambiente Franco Zunino. Il bando è rivolto agli enti pubblici collocati nei Comuni, non compresi nel precedente del 12 giugno scorso (5 milioni) e ha una dotazione finanziaria di 4 milioni di euro. Il provvedimento permetterà di ottenere contributi nella misura massima dell´80% della spesa, per progetti che abbiano un costo complessivo massimo non superiore a 1 milione di euro finalizzati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, con esclusione dell´idroelettrico, avviati dopo il 1° gennaio 2007, con priorità per quelli relativi a strutture destinate ad uso scolastico. Le domande dovranno essere presentate a Filse Sp a partire dal 1 dicembre 2009 fino al 28 febbraio 2010. L´assessore Zunino ha reso noto che il programma di finanziamento degli interventi regionali in tema di energia sarà completato entro l´anno con il finanziamento per 1 milione di euro di interventi di produzione di energia da fonti rinnovabili nelle zone parco e con il finanziamento di 5 milioni del progetto di fornitura di energia elettrica alle navi dalla rete di terra del Porto di Genova. .  
   
   
BOLZANO: GLI IMPIEGHI DI ENERGIA FOSSILE 2005-2008  
 
Bolzano, 14 ottobre 2009 - Negli anni 2005-2007 in Alto Adige sono stati venduti annualmente tra i 352 e i 358 milioni di litri di carburante. La quota di benzina super senza piombo sul fatturato complessivo è sensibilmente diminuita, passando dal 39,0% del 2005 al 33,9% del 2007, a favore di quella relativa al gasolio ed al gasolio bianco, che è passata dal 59,6% al 63,4%. L’incidenza del gas liquido e naturale così come del carburante per il traffico aereo è solo marginale (rispettivamente l’1,5% e lo 0,2% nel 2007). Rapportando le vendite di carburante ai distributori, si evince come i quantitativi commercializzati nel 2007 dalle pompe collocate sulla rete stradale ordinaria, da quelle collocate all’interno delle aziende e da quelle della benzina avio non abbiano pressoché subito variazioni rispetto a quelli del 2006 o siano solo leggermente aumentati. In questo caso vengono considerati i valori medi calcolati su scala provinciale, i quali non riflettono le diversità, a volte molto marcate, fra i quantitativi venduti dai distributori posizionati in zona centrale e periferica. Le vendite di carburante segnalate dai nove distributori altoatesini disposti lungo l’autostrada A22 hanno evidenziato un andamento particolare: nonostante il traffico automobilistico sia leggermente aumentato, nel 2007 per ogni distributore sono stati venduti circa 1 milione di litri di carburante (benzina super e gasolio) in meno rispetto all’anno precedente. Le quantità di gasolio si sono ridotte di circa un quarto mentre quelle della benzina super senza piombo di un sesto. I motivi al riguardo sono molteplici anche se quantificare l’influenza di ciascuno di loro è difficile: sono aumentati i distributori interni alle aziende (dal 2006 al 2007 per esempio sono aumentati di nove unità da 135 a 144); alle stazioni di servizio i prezzi sono in media un po’ più elevati rispetto a quelli praticati dalla rete di distribuzione normale; la vicinanza all’Austria, dove i carburanti sono più convenienti, fa pensare che ci possa essere una propensione ad un turismo legato al pieno di benzina; sono cambiati i gestori dei distributori, per cui non vengono più accettate le precedenti carte carburante. Carburanti per l’alimentazione dei motori nel dettaglio. Nel biennio 2005-2007, avendo commercializzato più del 90% della benzina super senza piombo, i distributori collocati sulla rete stradale ordinaria hanno conquistato una posizione di vertice sul mercato. I distributori presenti all’interno delle aree di servizio dell’autostrada ne hanno venduta circa l’8% mentre quelli interni alle aziende, a causa degli scarsi quantitativi, rivestono un’importanza marginale. Tutte e tre le tipologie distributive hanno registrato un calo delle vendite. La contrazione è risultata pari al 44,2% per i distributori interni alle aziende (a causa degli scarsi quantitativi possono essere trascurati), pari al 22,7% per i distributori della rete autostradale ed al 10,4% per quelli della rete stradale ordinaria. Complessivamente, nel triennio considerato, si è avuta una diminuzione dell’11,5% pari a 15,7 milioni di litri di carburante. Il mercato del gasolio per autotrazione si caratterizza per la sua eterogeneità. Negli anni 2005 e 2006 i distributori della rete ordinaria hanno acquisito circa il 70% del mercato, mentre il restante 30% si suddivideva, all’incirca in parti uguali, fra i distributori interni alle aziende e quelli posizionati sulla rete autostradale. Nel 2007, questa suddivisione del mercato, rimasta per lungo tempo inalterata, si è modificata a sfavore dei distributori della A22, che hanno perso una quota pari al 3,8% assorbita per due terzi dai distributori della rete ordinaria e per un terzo da quelli posizionati all’interno delle aziende. La perdita di quote di mercato da parte delle stazioni di servizio autostradali si è riflessa sulla riduzione dei quantitativi venduti, che nel triennio considerato, in termini assoluti, è risultata superiore ai 5 milioni di litri (-18,2%). I quantitativi venduti dai distributori dislocati sulla rete stradale ordinaria e da quelli interni alle aziende hanno invece registrato aumenti pari a valori a due cifre (rispettivamente +13,3% e +14,0%). Questa situazione ha portato ad una crescita delle vendite complessive di gasolio del 9,0%. Accanto ai combustibili liquidi, anche forme alternative di carburante cercano di prendere piede sul mercato altoatesino. Nonostante ricoprano solamente quote di mercato marginali, mostrano significativi tassi di crescita. Le motivazioni vanno ricercate da un lato nel ristretto numero di automezzi con la necessaria dotazione e dall’altro nella presenza di una scarsa rete di distribuzione, la quale per altro è in fase di rapida costruzione. Carburanti per il traffico aereo - I quantitativi di carburante che vengono commercializzati per il traffico aereo sono molto più contenuti rispetto a quelli relativi agli automezzi. Questo è imputabile al fatto che il traffico aereo in Alto Adige ricopre un ruolo secondario. Nel triennio considerato, le vendite di carburante Jet A1 hanno evidenziato una crescita costante registrando un aumento pari a circa il 16%. La benzina Avio ha avuto uno sviluppo eterogeneo raggiungendo nel 2007 un quantitativo di vendita pari a 122 mila litri. Gli impieghi di carburante per altri scopi- Le informazioni relative ai quantitativi di gas naturale si riferiscono alla rete della Snam Rete Gas (Società Nazionale Metanodotti), la quale distribuisce in Italia circa il 98% del gas naturale complessivamente consumato. In Alto Adige, dal 2005 al 2008, il consumo complessivo è aumentato del 7,8%. Tale crescita va ricondotta ad un aumento del consumo pari all’8,6% fatto registrare dai quantitativi di gas distribuiti attraverso reti secondarie (+20,9 milioni di metri cubi standard). Nel quadriennio il consumo imputabile al settore Industria è rimasto pressoché costante, evidenziando un leggero aumento pari all’1,0%. Dal 2005 al 2008 i quantitativi fatturati di lubrificanti e sostanze infiammabili hanno registrato cali pari alle due cifre. La contrazione maggiore ha riguardato il mercato dell’olio combustibile con una flessione prossima all’80%. Tale andamento si può ricondurre, in gran parte, alla diffusione di forme alternative di riscaldamento. Il prezzo pagato dal consumatore finale si compone del prezzo industriale, quale risultato dell’incontro tra domanda e offerta di mercato, più l’Iva e le accise. Come si evince, queste imposte non fanno altro che aumentare in misura rilevante il prezzo medio dell’energia su scala nazionale. Mentre l’Iva ha un’incidenza costante pari al 16,7% sul prezzo finale dei combustibili e carburanti, il prezzo industriale di tutti i prodotti è aumentato a seguito di una conseguente riduzione delle accise. Le accise più elevate vengono pagate sulla benzina super senza piombo (nel 2005 rappresentavano il 46,1% del prezzo finale, nel 2008 il 40,0%) seguite da quelle sul gasolio per riscaldamento (rispettivamente 38,6% e 31,8%), sul gasolio per auto (37,1% e 30,8%) e sul gas liquido (27,5% e 18,1%). Sviluppo dei prezzi a livello nazionale - Per tutto il periodo analizzato, nei distributori collocati sul territorio nazionale, la benzina super senza piombo è costata, come valore medio annuo, sempre più di 1,20 euro al litro, raggiungendo nel 2008 il valore medio più elevato pari a 1,41 euro. In media annua, anche il gasolio, è stato commercializzato ad un prezzo superiore ad un euro con un minimo di 1,11 euro nel 2005 ed un massimo di 1,37 euro nel 2008. Seguono il gasolio per riscaldamento ed il gas liquido, che contribuiscono alla crescita del prezzo del carburante per gli automezzi. Nonostante per tutto il periodo considerato la benzina super senza piombo sia risultata la più costosa, il suo prezzo, con una crescita nominale pari al 15,2% (reale +8,5%), ha registrato l’incremento inferiore mentre il gasolio, con una crescita nominale pari al 23,2% (reale +16,5%), è diventato più caro di quasi un quarto. Questa crescita costante dei tassi annuali segnalata dai valori medi nazionali non deriva da un’evoluzione armonica dei prezzi verificatasi durante l’anno ma al contrario è frutto di variazioni, a volte molto pesanti, connesse strettamente alle modifiche subite dal prezzo del petrolio. L’anno 2008 è stato caratterizzato da una situazione particolare. Il prezzo della benzina super senza piombo è aumentato di 16 centesimi di euro passando da 1,36 euro a gennaio al valore in assoluto più elevato pari a 1,52 euro a luglio. Con la fine dell’anno, il prezzo è diminuito di 40 centesimi di euro, raggiungendo in dicembre un valore pari a 1,12 euro analogo a quello di gennaio 2005. .  
   
   
"WATTIN - SPEGNIAMO LO SPRECO", ED IL RISPARMIO ENERGETICO È DI CASA ALLO IACP  
 
Bari, 14 ottobre 2009 - "Wattin - Spegniamo lo spreco": un progetto, promosso dall’Assessorato all’Assetto del Territorio della Regione Puglia, dall’Osservatorio Regionale della Condizione Abitativa, dallo Iacp di Bari, con la collaborazione del Sunia, mira a sensibilizzare in modo pratico le famiglie inquiline dello Iacp sul concetto di risparmio energetico domestico attraverso una sperimentazione che interviene esclusivamente sulle abitudini quotidiane. La sperimentazione, condotta sulla falsariga di una competizione, prevede l´uso di un preciso strumento di calcolo per l’autodiagnosi iniziale del consumo energetico unita ad un decalogo di buone pratiche da seguire per una corretta condotta energetica che consentirà di confrontare il risparmio ottenuto. Il confronto sarà effettuato anche sui dati storici dei consumi degli ultimi due anni relativi al mese di prova. La sfida avrà inizio il 1° novembre e si concluderà il 1° dicembre e metterà in competizione le famiglie delle palazzine A1, A2, A4 di via Bruno Buozzi di proprietà dello Iacp, riunite in Gruppi di Risparmio Energetico. Come ogni gara che si rispetti, anche in questo caso è previsto un premio finale: una bicicletta per ogni famiglia della palazzina che avrà risparmiato di più, adottando la migliore condotta energetica. In realtà in palio c’è molto di più: le famiglie infatti avranno l’opportunità di contribuire a ridurre le emissioni di Co2 e soprattutto avranno la possibilità di risparmiare sulla bolletta fino a 150-200 E all’anno. Il progetto prevede un percorso di preparazione alla sfida, nel corso del quale le famiglie saranno informate, motivate, coinvolte e seguite, anche con una serie di strumenti messi loro a disposizione quali: una brochure informativa sugli obiettivi del progetto, i risultati da raggiungere e i vantaggi conseguenti; un decalogo con semplici suggerimenti da seguire per adottare una corretta condotta energetica, la consulenza di esperti e la presenza costante dei soggetti promotori. Alcune date da mettere in agenda : 24 settembre (o subito dopo la raccolta delle liberatorie per la lettura del contatore): prima lettura dei contatori; 15 ottobre: conferenza stampa di presentazione del progetto e consegna del decalogo di consigli da seguire; 24 ottobre: seconda lettura dei contatori; 2 novembre: inizio della gara e terza lettura dei contatori; 2 dicembre: fine della gara e ultima lettura dei contatori; entro il 15 dicembre: conferenza stampa e premiazione delle famiglie vincitrici. .  
   
   
MAGGIORE ATTENZIONE SULL´ITALCEMENTI DI MATERA  
 
Matera, 14 ottobre 2009 - Le associazioni Centro Carlo Levi, Città Plurale, Falco Naumanni, Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Legambiente, Movimento Azzurro Murge, Mutamenti a Mezzogiorno, Wwf di Matera hanno inviato una lettera ai Presidenti della Regione, della Provincia e dell’Ente Parco Murgia, oltre che al sindaco, per denunciare la situzione che si sta verificando al Cementificio Italcementi. Questo il testo della lettera: “L’italcementi S. P. A. Ha quasi ultimato presso il Cementificio di Matera un’operazione di restlyling degli impianti entrati in esercizio nel 1973, attraverso anche uno stravolgimento dello skyline e finalizzato tra l’altro ad un incremento della capacità produttiva sino a 2. 200 t al giorno, contro le attuali 1. 900. Il tutto con Autorizzazione Integrata Ambientale (A. I. A. ) rilasciata dalla Regione Basilicata in data 7 Maggio 2007 Lo stabilimento di Matera si trova in contrada Trasano e sfrutta le cave di Trasanello e di Torre Spagnola quali giacimenti di estrazione delle materie prime. Il clinker, costituito al 70% di calcare e 30% di argilla, viene ottenuto attraverso la cottura a 1450° C delle materie prime precedentemente macinate ed essiccate. Come combustibili cosiddetti alternativi sono impiegati o sono autorizzati ad usare pneumatici e gomme non clorate e rifiuti, come un qualsiasi inceneritore. Il Dl. 133 del 2005 permette ai cementifici italiani di contenere le spese diventando dei “co-inceneritori” di rifiuti e stabilisce per i loro forni gli stessi limiti di emissioni degli inceneritori veri e propri. Dei 1. 500 ettari a servizio della cementeria e delle cave molti furono concessi in comodato d’uso dal Comune di Matera alla allora Società Calabro-lucane ed oggi ricadono al confine con il Parco delle Chiese Rupestri di Matera ed all’interno di un Sito di Importanza Comunitaria a valenza europea (Sic). Le motivazioni di allora furono prettamente occupazionali ed oggi lavorano 108 dipendenti tra tecnici, impiegati ed operai. La Città di Matera convive con il cementificio e con le sue emissioni da quasi 40 anni. I principali componenti delle emissioni atmosferiche sono le polveri, il biossido di zolfo (So2) e gli ossidi di azoto (Nox). La conversione tecnologica dell’impianto prevede un incremento di produzione ed una razionalizzazione nei processi sia per una contrazione delle risorse impegnate- acqua, combustibili- sia per una riduzione- programmata- delle sostanze inquinanti immesse nell’atmosfera. Il progetto per il quale la Regione ha rilasciato l’A. I. A. Parla di un impianto sofisticato ma allo stesso tempo delicato al quale Italcementi fa un monitoraggio continuo con misurazioni periodiche in autocontrollo. Il restyling aziendale era atteso, da parte delle associazione ambientaliste e non solo di Matera, con la speranza di un miglioramento delle attività di protezione e gestione ambientale, tale da monitorare la qualità dell’aria, minimizzare l’impatto sull’ecosistema, ridurre le emissioni e ottimizzare l’uso delle risorse. Tali aspettative sono in linea con quanto ratificato nel protocollo di Kyoto, ma non trovano conferma nei piani aziendali di Italcementi. In particolar modo nessuna attenzione è stata rivolta all’uso di fonti energetiche rinnovabili come ed esempio il fotovoltaico. I rifiuti , considerati combustibile alternativo, possono essere inceneriti in condizioni di minore salvaguardia rispetto ad un normale inceneritore e quelli depositati nella discarica di La Martella, da diverso tempo, potrebbero trovare sistemazione definitiva. Nessuna attenzione è stata attuata per ridurre l’impatto paesaggistico dettato dalle esigenze ambientali dell’area Parco (l’Ente Parco non è stato coinvolto nelle varie fasi di revisione) e del centro storico di Matera. Purtroppo il nuovo skyline ha aumentato lo sviluppo verticale dell’impianto e ora è possibile scorgerne la sommità da vari punti della città. Nessun miglioramento è stato rivolto al monitoraggio dell’aria. Vi è infatti il monitoraggio delle emissioni in autocontrollo, e Regione, Arpab, Provincia svolgono un ruolo passivo di consegnatari di documenti e la loro consegna è diluita nel tempo. Anche per questo non vi è nessuna centrale di allarme che segnala, immediatamente, lo sforamento dai parametri tollerati. Non esiste un protocollo per l’impianto di centraline di monitoraggio dell’aria a gestione pubblica e con dati pubblicati quotidianamente, così da creare una condivisione dei dati da parte dei cittadini, come avviene in altre città italiane dove coesistono cementifici. Anche il deposito sul terreno va monitorato così da prevenire quanto è successo in provincia di Lecce e di Taranto, dove si sono dovuti abbattere dei capi di bovini perché il loro latte era contaminato. Il miglioramento attuato per ridurre le emissioni a valori compatibili con il contesto naturalistico del cementificio è apparso limitato. Per quanto le emissioni dichiarate rientrino nei limiti normativi, queste non tengono conto di una condivisa Valutazione di Incidenza Ambientale (dove ancora una volta l’Ente Parco non è stato coinvolto), la quale ne avrebbe sicuramente ristretto i valori. In conclusione, si chiede quanto di seguito: 1. Installazione di un numero sufficiente di centraline fisse di monitoraggio dell’aria atte a rilevare in maniera precisa la sua qualità, specie per quei fumi che si dirigono verso la città, e monitoraggio di quanto depositato sul terreno. 2. Divieto d’impiego come combustibile di qualunque tipo di rifiuto, comunque trattato o definito. 3. Impegno ad eliminare dalla voce combustibili il Pet-coke, materiale fortemente canceroso 4. Impiego del 30% di fonti energetiche rinnovabili; 5. Una seria proposta di riduzione delle emissioni da concordare con le Associazioni e le Istituzioni competenti 6. Avvio immediato di seri ripristini ambientali, con la realizzazione di un vivaio forestale e la messa a dimora delle piante per il restauro del paesaggio. 7. De-localizzazione degli impianti di San Vito e relativa bonifica dell’area 8. Riduzione, compatibilmente allo stato dei lavori, dell’altezza totale dell’impianto". .  
   
   
BOLOGNA, AL VIA ACCORDO TRIENNALE TRA REGIONE EMILIA ROMAGNA E SINDACATI REGIONALI EDILI  
 
Bologna, 14 ottobre 2009 - La rilevazione sulle trasformazioni strutturali e sul mercato del lavoro nel settore delle costruzioni, il raccordo informativo con le diciassette Casse edili attive in Emilia-romagna e una attività di monitoraggio, dell’occupazione e della regolarità del lavoro nel comparto dell’edilizia. Sono questi alcuni degli obiettivi contenuti nell’accordo triennale 2009-2012 di collaborazione tra Regione Emilia-romagna e i sindacati regionali dei lavoratori edili Fillea-cgil, Filca-cisl e Feneal-uil. L’attività prevista nell’accordo si inserisce nella più ampia cornice della nuova Legge regionale n. 2/2009 “Tutela e sicurezza del lavoro nei cantieri edili e di ingegneria civile” coinvolgendo più direttamente le organizzazioni sindacali. Nel dettaglio l’Accordo triennale 2009-2012 – per quanto attiene ad un sistema di osservazione e assistenza tecnica specifica - promuove sinergie e azioni sperimentali in tre materie: mercato del lavoro occupazione e regolarità del lavoro, formazione professionale e sicurezza sul lavoro e ciclo delle costruzioni, cooperazione e responsabilità sociale degli operatori. Le azioni saranno realizzate con la supervisione di un “Comitato tecnico dei promotori” e di tre specifici gruppi di lavoro, per ognuno degli ambiti, con funzione di studio e promozione nell’ambito dei rispettivi campi di interesse. Inoltre tra i compiti anche quello di monitorare l´andamento del settore. Nel primo semestre di quest’anno le imprese del settore costruzioni in Emilia-romagna sono diminuite passando da 74. 743 a 74. 187: a fronte di 556 unità in meno, le ditte artigiane scendono di ben 995 unità. La flessione è particolarmente forte nelle province di Parma, Reggio e Modena. Le forze di lavoro occupate, i dati di giugno ci riportano a valori precedenti al 2005, con 131,1 migliaia di occupati contro i 141,4 dello scorso anno. Una diminuzione assoluta dell’ordine di circa 10 mila addetti (comparabile a quella dell’intero settore servizi) ma che comporta una caduta relativa di oltre il 7% che ha interessato, in particolare, la manodopera dipendente. Gli infortuni - con 10. 862 casi – registrano una sensibile riduzione degli eventi denunciati del 13%. .  
   
   
CASA, PROGRAMMA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA PER SOSTENERE LE GIOVANI COPPIE NELL´ACQUISTO DELLA PRIMA CASA. RISORSE PER 13,3 MILIONI DI EURO.  
 
 Bologna, 14 ottobre 2009 – Tredici milioni e 300 mila euro per sostenere l’acquisto della casa per giovani coppie emiliano romagnole. È questo quanto previsto dal programma ‘Una casa alle giovani coppie’ varato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla programmazione e sviluppo territoriale Gian Carlo Muzzarelli. Nelle prossime settimane inizierà, con la Commissione, l’esame del provvedimento da parte dell’Assemblea Legislativa. Le giovani coppie potranno acquistare la prima casa di proprietà dopo un periodo di locazione di massimo quattro anni a canone inferiore a quello di mercato e comunque non superiore ai 400 euro mensili. Il programma, che prende le mosse dalla Legge regionale 24 del 2001, prevede che gli operatori economici – individuati attraverso Intercenter - mettano a disposizione appartamenti con determinate caratteristiche tecniche e a prezzi vantaggiosi. Le giovani coppie entro due mesi dalla pubblicazione della lista degli alloggi disponibili potranno sottoscrivere un pre-contratto con l’operatore proprietario dell’alloggio prescelto. Poi, attraverso internet, per ottenere il contributo regionale dovranno manifestare il proprio interesse all’acquisizione di un alloggio in locazione, con proprietà differita, attraverso una procedura di selezione informatica denominata ‘Click-day Giovani coppie’ collocata sul sito di Intercenter. La graduatoria terrà conto dell’ordine cronologico di prenotazione informatica. «Un ulteriore tassello per fornire risposte sempre più adeguate alle esigenze abitative. La Regione intensifica così il proprio impegno nel campo dell’edilizia residenziale. Purtroppo - sottolinea l’assessore regionale alla Programmazione e sviluppo territoriale Gian Carlo Muzzarelli - a causa della particolare congiuntura economica negativa, il soddisfacimento della domanda di abitazioni a prezzi accessibili è particolarmente problematico per i giovani che vogliono costruire una prospettiva futura. Per questo abbiamo promosso un programma di politica abitativa che possa fornire un aiuto concreto alle giovani coppie che non riescono ad acquistare casa alle condizioni di mercato». I componenti delle coppie destinatarie del contributo per un alloggio debbono avere, entrambi, al massimo 35 anni. Almeno uno dei componenti la coppia deve possedere la residenza anagrafica o svolgere un’attività lavorativa in un Comune dell’Emilia-romagna: il valore Isee (indicatore della situazione economica equivalente) del nucleo già costituito o costituendo non deve superare 40 mila euro. I 13 milioni e 300 mila euro messi a disposizione dalla Regione andranno a sostenere un contributo unitario per alloggio di importo massimo non superiore a 10 mila euro che possono arrivare a 13 mila euro (incremento del 30%) per gli appartamenti realizzati con tecniche costruttive che garantiscano l’applicazione integrale dei requisiti di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici previsti dalla legislazione in materia. Gli alloggi (con una superficie utile non superiore a 95 metri quadrati) dovranno essere localizzati nei Comuni della Regione Emilia-romagna e disponibili alla data di pubblicazione sul Bur del bando e in quella data debbono aver ottenuto il certificato di conformità edilizia e agibilità da non più di quattro anni. Inoltre, potranno essere finanziati anche alloggi il cui il certificato di conformità edilizia e agibilità sarà rilasciato al massimo entro il 31 dicembre 2010. .  
   
   
BOLOGNA, AL VIA ACCORDO TRIENNALE TRA REGIONE E SINDACATI EDILI FILLEA-CGIL, FILCA-CISL E FENEAL-UIL. MONITORAGGIO SU OCCUPAZIONE, MERCATO DEL LAVORO E SICUREZZA. NEL PRIMO SEMESTRE 2009, IMPRESE COSTRUZIONI CALANO DI OLTRE 550 UNITÀ (SOPRATTUTTO A PARMA, REGGIO E MODENA) E 10 MILA OCCUPATI IN MENO.  
 
 Bologna, 14 ottobre 2009 - La rilevazione sulle trasformazioni strutturali e sul mercato del lavoro nel settore delle costruzioni, il raccordo informativo con le diciassette Casse edili attive in Emilia-romagna e una attività di monitoraggio, dell’occupazione e della regolarità del lavoro nel comparto dell’edilizia. Sono questi alcuni degli obiettivi contenuti nell’accordo triennale 2009-2012 di collaborazione tra Regione Emilia-romagna e i sindacati regionali dei lavoratori edili Fillea-cgil, Filca-cisl e Feneal-uil. L’attività prevista nell’accordo si inserisce nella più ampia cornice della nuova Legge regionale n. 2/2009 “Tutela e sicurezza del lavoro nei cantieri edili e di ingegneria civile” coinvolgendo più direttamente le organizzazioni sindacali. Nel dettaglio l’Accordo triennale 2009-2012 – per quanto attiene ad un sistema di osservazione e assistenza tecnica specifica - promuove sinergie e azioni sperimentali in tre materie: mercato del lavoro occupazione e regolarità del lavoro, formazione professionale e sicurezza sul lavoro e ciclo delle costruzioni, cooperazione e responsabilità sociale degli operatori. Le azioni saranno realizzate con la supervisione di un “Comitato tecnico dei promotori” e di tre specifici gruppi di lavoro, per ognuno degli ambiti, con funzione di studio e promozione nell’ambito dei rispettivi campi di interesse. Inoltre tra i compiti anche quello di monitorare l´andamento del settore. Nel primo semestre di quest’anno le imprese del settore costruzioni in Emilia-romagna sono diminuite passando da 74. 743 a 74. 187: a fronte di 556 unità in meno, le ditte artigiane scendono di ben 995 unità. La flessione è particolarmente forte nelle province di Parma, Reggio e Modena. Le forze di lavoro occupate, i dati di giugno ci riportano a valori precedenti al 2005, con 131,1 migliaia di occupati contro i 141,4 dello scorso anno. Una diminuzione assoluta dell’ordine di circa 10 mila addetti (comparabile a quella dell’intero settore servizi) ma che comporta una caduta relativa di oltre il 7% che ha interessato, in particolare, la manodopera dipendente. Gli infortuni - con 10. 862 casi – registrano una sensibile riduzione degli eventi denunciati del 13%. .  
   
   
“CALDAIE A CONDENSAZIONE” – EDIZIONE 2009 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Milano, 14 ottobre 2009 - Nel 2008 si conferma la dinamica positiva dell’attività settoriale, trainata dalla domanda interna e in controtendenza rispetto al più ampio settore delle caldaie a terra e murali. Lo scenario competitivo nazionale si è modificato sensibilmente con l’emanazione di normative ed incentivi che orientano decisamente la domanda verso le caldaie a condensazione ed i sistemi integrati con energie rinnovabili, in particolare pannelli solari. Si accentuano quindi le scelte di diversificazione extrasettoriale, specie verso il settore dei pannelli solari, imposte dall’evoluzione della domanda e dalla necessità di mantenere livelli soddisfacenti di attività. L’attuale contesto normativo ed economico risulta caratterizzato da una accentuazione della competizione sui prodotti tecnologicamente più qualificati e dalla tendenza delle figure distributive a rimandare le decisioni di acquisto e ad allungare i tempi di pagamento. L’andamento del 2009, pesantemente condizionato dal clima macroeconomico sfavorevole, esprime chiaramente uno stato di difficoltà, anche per le imprese del settore, che si traduce in un andamento decisamente negativo della produzione e del fatturato. La discesa delle vendite interessa sia i prodotti tradizionali sia le caldaie a condensazione, che per la prima volta perdono il ruolo di compensazione che finora hanno rivestito nei confronti dell’offerta meno evoluta, allineandosi su aspettative di una decisa flessione delle vendite in Italia e all’estero. Dati Di Sintesi
Numero di imprese produttrici 45
Numero di addetti(a) 900
Numero medio di addetti(a) per impresa 20
Valore della produzione a prezzi di fabbrica, 2008 (Mn. Euro) 567,0
Variazione media annua della produzione 2008/2004 (%)
· in valore 30,0
· in quantità 32,9
Quota della produzione delle prime 4 imprese gruppi(b)(%) 77,4
Quota della produzione delle prime 8 imprese gruppi(b)(%) 92,4
Fatturato per addetto(a) (‘000 euro) 630,0
Valore aggiunto (Mn. Euro) 123,0
Valore aggiunto per addetto(a) (‘000 euro) 136,7
Export/produzione(b) (%) 61,6
Import/consumo(b) (%) 32,3
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica, 2008 (Mn. Euro) 322,0
Variazione media annua del mercato 2008/2004 (%)
· in valore 34,5
· in quantità 41,6
Quota di mercato prime 4 imprese gruppi(b)(%) 46,5
Quota di mercato prime 8 imprese gruppi(b) (%) 67,5
Previsioni di sviluppo della produzione(c):
· 2009/2008 (%) -14,5/-15,5
· tendenza di medio periodo leggero recupero
a) - addetti specifici, compresi quelli in C. I. G. B) - in valore c) - in quantità Fonte: Databank .
 
   
   
CASE POPOLARI, 600 A FINE ANNO E 1500 ENTRO IL 2010 OSSERVATORIO REGIONALE TOSCANO PER AFFITTI A NERO E ALLOGGI SFITTI  
 
Firenze, 14 ottobre 2009 - «Entro il prossimo 31 dicembre saranno consegnate 599 nuove case popolari in Toscana. Altre 790 saranno consegnate entro il 31 dicembre 2010. A queste si aggiungono altre 700 case, che erano vuote perchè inagibili e degradate e che sono in questo momento in fase di recupero e ristrutturazione. Anche queste saranno consegnate nei prossimi mesi. » Questa la scaletta resa nota dall´assessore Eugenio Baronti intervenuto ieri, all´auditorium del Consiglio regionale, ad un convegno sul tema dell´edilizia sociale organizzato dalla Cgil funzione pubblica. «Concordo con l´analisi del sindacato – ha detto Baronti – la casa è un diritto primario, che è alla base della convivenza civile. Il problema è che per oltre 15 anni non si sono costruite case per rispondere a bisogni sociali ed è per questo che oggi si assiste alla situazione parados sale per cui vi sono “tante case senza famiglie e tante famiglie senza casa”. » Baronti ha poi sottoilineato che «Non è possibile fare in 6 mesi ciò che non si è fatto in tanti anni» ma ha voluto fare il punto della situazione del lavoro compiuto. «Grazie alla ricognizione del patrimonio Erp, che con tanta fatica siamo riusciti ad ottenere – ha detto – oggi sappiamo che ci sono 50 mila 542 alloggi nel patrimonio Erp in Toscana. Da un anno e mezzo a questa parte siamo riusciti a riprogrammare interventi per oltre 200 milioni, ai quali si aggiungono i 143 milioni del pacchetto di misure straordinarie varato nell´estate. Con questi soldi garantiremo 10. 294 alloggi ristrutturati e riqualificati e circa 3000 nuovi alloggi. » Baronti ha inoltre annunciato che entro il mese di novembre la Regione avrà elaborato uno schema di capitolato tipo per mettere a gara i lavori delle case di edilizia sociale. «Vogliamo puntare alla qualità – ha sottolineato – ed evitare che vi siano sconti irrealistici, anche del 35 per cento, sulle gare a massimo ribasso. » Infine a chi gli ha chiesto come fronteggiare il fenomeno degli affitti a nero e delle case vuote Baronti ha annunciato l´istituzione di un “Osservatorio regionale sulla casa”. «La creazione dell´osservatorio – ha detto – è prevista dalla nuova legge sulla casa, ora in consiglio regionale. Noi saremo pronti con la struttura informatica entro gennaio. L´osservatorio conterrà tutti i dati sulla casa e consentirà di monitorare in tempo reale la situazione. Grazie all´osservatorio – ha concluso Baronti – e grazie al Fondo regionale sulla casa da 230 milioni di euro, previsto nella nuova legge, la futura amministrazione regionale sarà in grado di garantire politiche “ordinarie” sulla casa per tutta la prossima legislatura. » .  
   
   
MILANO: EX CARLO ERBA. NASCE UN NUOVO BUSINESS PARK SI RIGENERA UN INTERO QUARTIERE  
 
 Milano, 14 ottobre 2009 “E’ il nuovo business park della città e nasce come completamento di un progetto di riqualificazione di un’area industriale storica ormai da tempo inutilizzata, l’ex Carlo Erba, di quasi 100. 000 metri quadri, situata in uno dei punti nevralgici della città”. Lo ha annunciato ieri l’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli alla presentazione del progetto ‘Mac 567’, l’inedito laboratorio urbano che si sta realizzando in zona Maciachini. “In una Milano che attiva a poco a poco tutte le sue potenzialità – ha sottolineato Masseroli – tutte le piccole e grandi trasformazioni della città diventano i tasselli necessari per l’attuazione di quella che io chiamo la ‘città pubblica’. La rigenerazione del quartiere Maciachini ne è un esempio emblematico”. Il nuovo complesso immobiliare, composto da tre edifici ad uso ufficio, è situato nella zona di piazzale Maciachini, uno dei punti strategici della città, ed è stato progettato per offrire alle grandi aziende spazi a costi contenuti. Nato dalla visione di Doughty Hanson, uno dei più importanti operatori di real estate, e dall’intuizione di Europa Risorse, il progetto si sviluppa su una superficie di oltre 32. 000 metri quadri suddivisa in tre edifici: Mac 5 (6. 448 mq), Mac 6 (13. 740 mq) e Mac 7 (12. 061 mq) situati all’angolo tra via Carlo Imbonati e via Roberto Bracco, con 276 posti auto interrati. Il valore complessivo dell’operazione è di oltre 150 milioni di euro. I tre edifici si inseriscono in modo armonico nel tessuto urbano della zona contribuendo alla sua riqualificazione. Il progetto nasce, infatti, da una nuova concezione di “vivibilità del business” che ai benefici di tipo funzionale, come le dotazioni tecnologiche o la disponibilità di ampi parcheggi pubblici, affianca quelli di tipo ambientale come grandi spazi verdi e una pista ciclabile di circa 2 km che collegherà piazzale Maciachini al Parco Nord, partecipando alla realizzazione del primo ‘raggio verde’ di Milano. Il progetto Mac 567 rimarrà esposto all’Urban Center sino al 4 novembre. .  
   
   
“MACCHINE PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO” EDIZIONE 2009 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
 Milano, 14 ottobre 2009 - Nel 2008 il fatturato complessivo realizzato dalle aziende del settore si è attestato sul valore di 1. 741 milioni di euro, con un cedimento (-3,2%) verificatosi sia in Italia che nei mercati esteri In particolare, l’area delle macchine di prima lavorazione ha portato il fatturato complessivo a 182 milioni di euro (+2,8%) mentre quella delle macchine per la seconda lavorazione ha subito un decremento del 3,9%. All’interno di quest’area, a subire il calo della produzione sono stati entrambi i segmenti: macchine tradizionali (-6,6%) e macchine speciali (-3,6%) Nel 2008 le esportazioni hanno inciso per il 70,6% sul valore complessivo della produzione ed hanno raggiunto un valore di 1. 230 milioni di euro, evidenziando una flessione dell’1,9%. Nell’attuale contesto, segnato dal ridimensionamento della domanda internazionale, la competizione tra i produttori storici e i nuovi concorrenti asiatici si fa più accanita creando problemi alle imprese europee, principalmente le tedesche e italiane, ma anche ai grandi gruppi in grado di competere a livello globale sulle macchine e sugli impianti tecnologicamente più avanzati. L’ingresso di nuovi competitor è abbastanza facile nelle macchine più semplici, sia nel caso delle prime lavorazioni del legno e quelle artigianali per le seconde lavorazioni. Al contrario, quando le macchine ed i centri di lavoro raggiungono un certo livello di differenziazione tecnologica, l’ingresso di nuovi produttori diventa certo possibile, ma molto più difficile, a causa delle elevate barriere tecnologiche e di know how progettuale e costruttivo Le prospettive di breve periodo per l’industria italiana del settore si presentano preoccupanti sia per le imprese fortemente proiettate verso il mercato internazionale che per quelle maggiormente orientate al presidio del mercato domestico In un orizzonte temporale di breve termine ci si aspetta, dunque, una contrazione generale dell’attività, che potrà essere meno accentuata per i produttori che si differenziamo per il contenuto tecnologico delle macchine. Dati Di Sintesi, 2008
Numero di imprese 270
Numero di addetti 11. 400
Numero di addetti per impresa 42
Valore della produzione a prezzi di fabbrica (mn. Euro) 1. 741
Variazione media annua della produzione 2008/2004 (%)(a) 5,1
Fatturato per addetto (‘000 euro) 152,7
Valore aggiunto (mn. Euro) 564,1
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 49,5
Quota della produzione delle prime quattro imprese/gruppi (%)(a) 54,4
Quota della produzione delle prime otto imprese/gruppi (%)(a) 61,8
Export/produzione (%)(a) 70,6
Import/consumo (%)(a) 22,3
Valore del mercato a prezzi di fabbrica (mn. Euro) 658,0
Variazione media annua del mercato 2008/2004 (%)(a) 5,0
Quota di mercato delle prime quattro imprese/gruppi (%)(a) 42,4
Quota di mercato delle prime otto imprese/gruppi (%)(a) 49,0
Previsione di sviluppo della produzione(a)
· 2009/2008 (%) -16,7
· tendenza di medio periodo Leggero calo
a) - in valore Fonte: Databank .
 
   
   
ASSOFERMET: IL CUORE OLTRE LA CRISI PER SUPERARE LA CRISI, IL CREDITO DOVRÀ BASARSI SU UN MODELLO DI CRESCITA SOSTENIBILE CHE PARTA DALLE REALI DISPONIBILITÀ, NON DALL´ILLUSIONE DEL CREDITO FACILE  
 
Milano, 14 ottobre 2009 – Una rinnovata gestione delle imprese della distribuzione metalsiderurgica, unita ad un modello di sviluppo sostenibile e capace di mettere l´uomo al centro della visione economica. Questo il viatico per il rilancio di un comparto strategico per il Sistema-italia. Se ne è parlato sabato 10 ottobre a Firenze durante il convengo “Il cuore oltre la crisi” organizzato da Assofermet, l´Associazione nazionale dei commercianti in acciai comuni e speciali, metalli non ferrosi, rottami ferrosi, ferramenta ed affini. L´associazione è composta da circa 800 aziende che impiegano, complessivamente, oltre 30. 000 dipendenti. «Gli strumenti economici e finanziari – ha detto Roberto Lunardi, presidente di Assofermet - hanno sviscerato ogni aspetto di questa crisi. Eppure non sono sufficienti a farci uscire dal guado. Per farlo, dobbiamo far ricorso al cuore, ovvero all´istinto imprenditoriale, alla sfida con sé stesso». «Faremo passi avanti – è intervenuto Pio De Gregorio, direttore del Centro Studi di Centrobanca – solo quando si passerà in modo strutturale ad un modello di crescita economica sostenibile e lontana dall´illusione del credito facile. Ci si dovrà basare sulle reali disponibilità, senza superare i livelli sostenibili ed incentivando indirettamente il risparmio e l´occupazione». «La crisi porta con sé anche delle opportunità per chi le saprà cogliere – ha detto Romano Pezzotti, presidente di Assofermet Rottami -. Dobbiamo combattere prima di tutto la paura della crisi ed evitare di paralizzare le aziende. Dobbiamo imparare a fare sistema e ad anticipare i cambiamenti strutturando adeguatamente le nostre imprese. Strategie ben definite e attenzione alla tesoreria saranno fattori decisivi». Ed un invito a non arrendersi alla passività è giunto anche da Michele Ciocca, presidente di Assofermet Acciai. «Il settore della distribuzione di acciai – ha ricordato – è un terreno fertile, ma che non deve rassegnarsi all´accettazione di una difficile realtà». «Abbiamo registrato – ha continuato - un calo dell´attività anche del 40%, ma non dimentichiamoci che il restante 60% è comunque un patrimonio da non sottovalutare. Concentriamoci su questo e ricordiamoci che il ruolo della distribuzione resterà strategico. Non è sostituibile». «Anche il mondo dei metalli non ferrosi – ha ricordato Carmelo Paolucci, presidente di Assofermet Metalli non ferrosi – è in affanno. Per superare la crisi, le imprese hanno oggi più che mai la necessità di gettare lo sguardo ben oltre i confini nazionali, guardando con interesse anche a mercati un tempo lontani e che oggi, invece, possono essere di assoluto interesse». «Ora, in questa difficile situazione economica mondiale che stiamo purtroppo attraversando – ha spiegato Giovanni Bonadonna, presidente di Assofermet Ferramenta -, solo gli imprenditori che hanno risorse adeguate ed abituati ad investire i propri denari e la loro creatività in progetti importanti di medio e lungo termine, potranno guardare al futuro con un certo ottimismo». .  
   
   
BASILICATA, SIGLATA INTESA CONFINDUSTRIA - BANCO DI NAPOLI  
 
Potenza, 14 ottobre 2009 - Il Banco di Napoli (Gruppo Intesa Sanpaolo) e Confindustria Basilicata hanno siglato nella Sala Convegni di Confindustria Basilicata, in via Di Giura, al Centro Direzionale di Potenza, un accordo per “promuovere misure volte a garantire l’afflusso di credito al sistema produttivo, attraverso interventi sulla liquidità e sulla patrimonializzazione delle imprese”. L’accordo è stato firmato ieri dal Presidente Vicario di Confindustria Basilicata, Giuseppe Moramarco, e dal Direttore dell’Area Campania Sud, Calabria e Basilicata del Banco di Napoli, Francesco Guido, presenti il Coordinatore Marketing Imprese del Banco di Napoli Maurizio Guglielmini e il Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Basilicata, Giuseppe Stigliano. L’intesa odierna si inserisce nella più ampia convenzione nazionale siglata il 3 luglio scorso tra il Gruppo bancario e Confindustria, con un plafond complessivo di 5 miliardi di euro. Banca dei Territori (6200 sportelli in Italia) mette a disposizione con questo accordo nuovi finanziamenti per le imprese della Basilicata, attraverso il Banco di Napoli, che opera in Puglia, Campania, Calabria e Basilicata con circa 900 sportelli, di cui 33 filali retail, e 2 Imprese in Basilicata. A inizio agosto il Gruppo Intesa Sanpaolo ha aderito alla moratoria Abi-governo che consente la sospensione di 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo e leasing, l’allungamento a 270 giorni della scadenza dei crediti a breve per operazioni di anticipazione su crediti e l’erogazione di finanziamenti per il rafforzamento patrimoniale delle imprese. Intesa Sanpaolo e tutte del banche della Divisione Banca dei Territori, di cui anche il Banco di Napoli fa parte, sono però già operative da tempo su questo fronte per supportare le imprese, avendo di fatto anticipato la moratoria con l’avvio – fin da maggio – della procedura per consentire la posticipazione di 12 mesi del pagamento della rata di mutui e leasing. Ancora prima dell’adesione alla moratoria Abi-governo, grazie all’accordo per le Pmi stipulato a luglio con Confindustria, il Gruppo Intesa Sanpaolo si era già attivato su tutto il territorio nazionale e ad oggi risultano concessi complessivamente oltre 2800 sospensioni di pagamenti rate di mutui o leasing, di cui oltre 100 per i soli clienti del Banco di Napoli. In questo quadro si inserisce l’accordo siglato tra Banco di Napoli e Confindustria Basilicata, che si spinge ben oltre l’accordo per la moratoria siglata in sede Abi e prevede una serie di risposte concrete alle diverse esigenze delle imprese, tra le quali: soddisfare il fabbisogno di liquidità delle aziende fornendo continuità ai flussi di credito verso il sistema produttivo e permettere di superare la fase più difficile della crisi; gestire in forma flessibile i finanziamenti in corso attraverso il rinvio del pagamento della rata di mutui e leasing per 12 mesi; favorire interventi di rafforzamento patrimoniale delle aziende, per permettere così un miglioramento del rating e, quindi, un più agevole accesso al credito ed un efficace utilizzo degli strumenti di garanzia”. .  
   
   
CONSUMATORI: CONSULTA NAZIONALE A BARI  
 
Bari, 14 ottobre 2009 Al via il 15 e il 16 ottobre la X edizione della Sessione Programmatica del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (Cncu), il consueto tavolo di dibattito e di confronto tra associazioni di consumatori e Regioni. Quest’anno la manifestazione è ospitata dalla Regione Puglia presso il Domina Palace Hotel di Bari il 15 e il 16 ottobre. Argomento di quest’anno è La crisi economica e il consumo consapevole, con un’analisi delle misure concrete da porre in essere a tutela dei consumatori e dei benefici di una armonizzazione normative regionali in materia di consumatori. In occasione dell’incontro, verrà presentato il documento Rapporto Costo di cittadinanza 2009, elaborato dall’Osservatorio prezzi e tariffe del ministero dello Sviluppo Economico (Mse) e un Rapporto sui progetti regionali realizzati nel corso del 2009 con una valutazione delle “buone pratiche” nell’utilizzo dei fondi antitrust. Aprirà i lavori Loredana Capone, vice Presidente e assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia. Interverranno rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali tra cui Gianfranco Vecchio, direttore Generale del Ministero dello Sviluppo economico e Bernardo Pizzetti, dirigente dell’Authority dell’Energia e del Gas (Aeeg), Vittoriano Solazzi, coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome in materia di tutela dei consumatori, Anna Bartolini, rappresentante dell’Italia nell’Eccg e Paolo Martinello, presidente del Beuc. Tra le associazioni dei consumatori, in rappresentanza del Cncu, Antonio Longo di Movimento difesa del Cittadino e Lorenzo Mozzi di Movimento Consumatori. Concluderà la “due giorni” Stefano Saglia, sottosegretario ministero dello Sviluppo Economico e Presidente del Cncu. .  
   
   
IDEAL STANDARD, DISPONIBILITÀ CONTRATTI SOLIDARIETÀ  
 
Trieste, 14 ottobre 2009 - Un´ipotesi di accordo, da sottoscrivere a Roma il prossimo 22 ottobre, che permetta di evitare gli esuberi e avviare i contratti di solidarietà per i dipendenti dell´"Ideal Standard". Ieri a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo economico, il vicepresidente della Regione Luca Ciriani ha partecipato al nuovo incontro sulla vertenza Ideal Standard: "la trattativa si preannunciava difficile perché la proprietà, inizialmente, rifiutava la proposta di applicare i contratti di solidarietà a tutti i lavoratori di Ideal Standard - ha dichiarato Ciriani - tanto che è stato molto complesso giungere a un risultato che definirei comunque abbastanza positivo". Si è quindi aperta la strada per il ricorso ai contratti di solidarietà evitando così i licenziamenti: "i dettagli fanno ancora parte della trattativa, ma il principio è stato ribadito", ha aggiunto Ciriani. La firma dell´accordo è attesa per il prossimo 22 ottobre. Nel corso dell´ incontro, il vicepresidente Ciriani ha ribadito alla proprietà la propria richiesta di garanzia dell´occupazione nello stabilimento di Orcenico dell´"Ideal Standard", in cui si ipotizzavano inizialmente oltre 170 esuberi: "i contratti di solidarietà - ha detto Ciriani - sono una soluzione positiva per il breve periodo, ma l´Amministrazione regionale ha chiesto l´impegno a mantenere produzione e posti di lavoro anche nel lungo periodo". .  
   
   
LAVORI PER 1,5 MILIONI ALLO STABILIMENTO ARISTON DI ROVERETO L’INTERVENTO, FINANZIATO DALLA STESSA AZIENDA E DA TRENTINO SVILUPPO, SI PROPONE DI RISOLVERE I PROBLEMI DI INQUINAMENTO ACUSTICO ED ATMOSFERICO. “BLINDATI” FINO AL 2011 GLI ATTUALI 90 POSTI DI LAVORO  
 
Rovereto, 14 ottobre 2009 - Ariston Thermogroup rimarrà nello storico stabilimento di Rovereto impegnandosi a garantire gli attuali 90 posti di lavoro per i prossimi due anni. Al contempo la stessa azienda e Trentino Sviluppo investiranno 1,5 milioni di euro nella manutenzione straordinaria dello stabile produttivo, così da prevenire possibili cause di inquinamento acustico ed atmosferico che hanno destato preoccupazione in alcuni residenti. Questi i termini dell’accordo sottoscritto nel primo pomeriggio di oggi, martedì 13 ottobre, tra l’azienda, Trentino Sviluppo e la Provincia autonoma di Trento. Nell’occasione Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento, ha sottolineato le modalità con le quali la Provincia è intervenuta, tramite Trentino Sviluppo, raggiungendo un’intesa importante, concreta, e dimostrando ancora una volta l’efficacia degli strumenti a disposizione della politica industriale locale. «Ma la cosa più importante – spiega Olivi - è l’aver trattenuto a Rovereto un’azienda storica che garantisce elevati livelli occupazionali, posti di lavoro che a fronte di un intervento pubblico l’azienda si è impegnata a mantenere fino al 2011». «Oggi – continua l’assessore Olivi - abbiamo gettato le basi perché questa presenza produttiva, che si conferma in un periodo indubbiamente difficile per economia, possa in prospettiva svilupparsi ulteriormente. Un altro tassello delle politiche industriali tese a valorizzare il distretto produttivo della Vallagarina». Soddisfazione è stata espressa anche dai rappresentanti dell’azienda e da Diego Laner, consigliere delegato di Trentino Sviluppo, per l’intesa che conclude una trattativa il cui perdurare nel tempo avrebbe rischiato di compromettere l’efficienza dello stabilimento così come il suo impatto sul tessuto urbano circostante. Il documento - firmato da Luca Mezzopera, procuratore speciale di Ariston Thermo Spa, Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento e Diego Laner, consigliere di amministrazione di Trentino Sviluppo Spa - impegna l´azienda a realizzare gli interventi manutentivi che saranno rimborsati da Trentino Sviluppo per la parte di competenza del “proprietario”, mentre saranno rimborsati e restituiti in leasing dall´azienda per la parte degli impianti pertinenti al sito ma più specificamente legati all´attività produttiva. In tal modo Ariston, azienda che realizza e commercializza prodotti, sistemi e servizi per il riscaldamento dell’acqua e dell’ambiente, potrà ulteriormente ampliare l’orizzonte temporale del sito produttivo di via Brennero 13 a Rovereto, a beneficio del mantenimento dei livelli occupazionali, già consolidati con il “Fondo Olivi” del quale l’azienda ha beneficiato avendo applicato ai lavoratori il “contratto di solidarietà”. Nello stabilimento roveretano Ariston garantirà quindi il mantenimento degli attuali 90 dipendenti fino al 31 dicembre 2011. .