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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Settembre 2010
PARLAMENTO EUROPEO: REDDITO DEGLI AGRICOLTORI: UNA SITUAZIONE DRAMMATICA SECONDO JOSÉ BOVÉ  
 
 I prezzi dei prodotti agroalimentari aumentano per i consumatori, ma non sono gli agricoltori a beneficiarne. Dove vanno a finire i profitti? Un rapporto dell´ "écolo" francese José Bové richiede più trasparenza nella catena di distribuzione alimentare. Il famoso leader della "Conféderation paysanne" mette in luce le pratiche sleali della grande distribuzione. La sua relazione al voto oggi, martedì 7 settembre. Da una parte, i consumatori subiscono l´aumento dei prezzi degli alimentari, dall´altra parte gli agricoltori attraversano una grave crisi a causa di prezzi troppo bassi. José Bové: chi ci guadagna? Jb: La situazione è drammatica. Quando i prezzi per i produttori si abbassano, i consumatori non notano la differenza. Al contrario, quando i prezzi delle materie prime aumentano, il rincaro ha forti conseguenze sulle tasche dei cittadini. Secondo le dichiarazioni della Commissione, in questo momento gli agricoltori ricavano solo un 21% dell´intero profitto della catena alimentare, mentre nel 1995 ne ottenevano ancora un 31%. Mentre il loro guadagno è continuamente in calo, l´industria agroalimentare e i distributori vedono aumentare i loro incassi. Che cosa propone lei, per migliorare la situazione? Jb: Prima di tutto si deve affrontare la speculazione sulle materie prime. I mercati non si devono basare sulla speculazione come succede in questo momento, ma sulla realtà delle scorte e dei bisogni. In secondo luogo, è indispensabile un controllo adeguato sui costi di produzione. È inammissibile che gli agricoltori siano pagati al di sotto delle loro spese. In terzo luogo, ci vogliono regole strette sull´abuso della posizione dominante della grande distribuzione. Molti paesi, organizzazioni di consumatori e produttori domandano più trasparenza. Infine, il potere delle associazioni di produttori deve essere rinforzato per affrontare i negoziati fra agricoltori, industria agroalimentare e distributori. Nel suo rapporto dichiara che lo spreco di cibo potrebbe raggiungere il 30% dell´intera produzione alimentare... Jb: Lo spreco lungo la catena alimentare raggiunge effettivamente il 30%. Tenendo conto dell´aumento della povertà in Europa, questa situazione è inaccettabile. Si devono accorciare le filiere, promuovere la vendita diretta e cercare di creare una prossimità maggiore fra produttori e consumatori. E si devono modificare le regole che causano lo spreco dei prodotti alimentari, sia nei supermercati sia nella produzione agroalimentare. E´ soddisfatto del contenuto della sua relazione, o avrebbe voluto qualcosa di più? Jb: Sono molto soddisfatto perché siamo riusciti a fare un lavoro sodo e abbiamo incontrato persone che hanno saputo esprimere diversi punti di vista. E sono soddisfatto perché durante la votazione nella commissione Agricoltura tutti i membri hanno espresso il loro appoggio alla relazione. Adesso si deve aspettare il voto in plenaria. Temo che i grandi distributori e l´industria eserciteranno pressioni per togliere dal rapporto alcuni elementi fastidiosi nei loro confronti.  
   
   
L´ACQUA È SICUREZZA ALIMENTARE E CRESCITA ECONOMICA  
 
Secondo l´Iwmi Uragani, frane, siccità e terremoti sono solo alcuni dei più recenti eventi climatici e geologici che stanno colpendo il nostro pianeta. Un nuovo rapporto mette ora in guardia su come il crescente numero di precipitazioni piovose irregolari legate ai cambiamenti climatici stia per avere un effetto negativo sulla sicurezza alimentare e sulla crescita economica, con Asia e Africa a soffrirne in misura maggiore. L´istituto internazionale per la gestione delle acque (Iwmi) nello Sri Lanka ha identificato un´azione chiave che potrebbe arrestare questo processo negativo e stimolare le colture dipendenti dalle piogge: aumentare gli investimenti in varie forme di riserve idriche. Colin Chartres, direttore generale dell´Iwmi spiega che "milioni di agricoltori in comunità le cui coltivazioni dipendono dalle piogge sono a rischio a causa della minore e incostante disponibilità di acqua". "I cambiamenti climatici colpiranno duramente queste popolazioni, dobbiamo quindi investire molto e rapidamente per l´adattamento". Alcune azioni, tra cui lo sviluppo di grandi dighe, offrono vantaggi immediati, ma non sono sempre fattibili per una sostenibilità a lungo termine. Nonostante la loro capacità di arginare le inondazioni e migliorare la produttività agricola, queste imponenti dighe creano problemi di tipo sociale e ambientale. L´iwmi fa notare che fino a 80 milioni di persone vengono allontanate dalle loro abitazioni e circa 470 milioni di persone che vivono a valle di queste dighe vengono colpite dai cambiamenti del flusso fluviale. Invece di concentrarci su questo tipi di azioni, dovremmo mirare ad un approccio integrato che combini delle opzioni di stoccaggio delle acque su piccola e su grande scala. Ad esempio, le acque sotterranee provenienti dal sottosuolo, le acque immagazzinate nel suolo e le acque raccolte in stagni, bacini e cisterne potrebbero essere utilizzate per fronteggiare i problemi se e quando si presentano. "Proprio come i consumatori oggi diversificano i propri investimenti finanziari per ridurre il rischio, i piccoli agricoltori necessitano di un´ampia gamma di ´conti idrici´ per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici", spiega Matthew Mccartney del Iwmi, il principale autore del rapporto. "In questo modo, se una fonte idrica si esaurisce, potranno fare ricorso alle altre", ha aggiunto. "Per milioni di persone le cui coltivazioni dipendono dalle piogge, un accesso affidabile all´acqua può fare la differenza tra una fame cronica e un progressivo cammino verso la sicurezza alimentare. Persino piccole riserve idriche, che permettono la sopravvivenza delle colture e del bestiame durante le siccità, possono produrre grossi incrementi nella produttività agricola e nel benessere di queste popolazioni". Secondo l´Iwmi, una migliore gestione delle risorse idriche in agricoltura potrebbe aiutare in modo significativo quasi 500 milioni di persone in Africa e in India. Le colture dipendenti dalla pioggia rappresentano il 94% di tutte le colture nell´Africa Sub sahariana e il 66% in Asia, dice l´Iwmi. Il problema, tuttavia, è che le infrastrutture per immagazzinare le acque in queste zone sono estremamente carenti. "Se non riusciremo a ridurre la paralizzante incertezza che colpisce questa agricoltura mediante migliori riserve idriche, molti agricoltori nei paesi in via di sviluppo si troveranno a combattere una battaglia senza speranza contro un clima sempre più ostile e imprevedibile", fa notare l´Iwmi. Una lunga e seria riflessione associata all´implementazione di azioni sicure, come lo sviluppo e la creazione di un maggior numero di opzioni per lo stoccaggio su piccola scala, aiuterebbero notevolmente la sicurezza alimentare e l´economia locali. In poche parole, per riuscirci sono necessarie una seria pianificazione e gestione. "Nessuna di queste opzioni è una panacea", sottolinea il dott. Mccartney. "Tutte hanno pro e contro, ma questi dipendono dalle loro caratteristiche specifiche, dal modo in cui vengono pianificate e gestite, e dalle particolari condizioni nei vari luoghi in cui vengono adottate". Durante il suo discorso al Forum strategico 2010 di Bled "The Water Challenge", tenutosi il 30 agosto in Slovenia, Janez Potocnik, commissario europeo per l´Ambiente, ha detto che la "grande accelerazione" del ventesimo secolo ha visto il quadruplicarsi della popolazione mondiale e una cresita di 40 volte della produzione economica. Tuttavia, siamo anche riusciti ad aumentare di 16 volte l´utilizzo di combustibili fossili e di 9 volte quello dell´acqua. Il commissario Potocnik ha sottolineato come l´acqua rappresenti una delle sfide più grandi. "Basta chiedere ad uno dei milioni di pachistani che stanno lottando per la propria sopravvivenza contro le inondazioni e contro le malattie che queste diffondono", ha aggiunto. "In tutto il mondo le parti coinvolte sanno quanto sia importante affrontare in modo diretto questa sfida". Il Mdg (Millennium Development Goals) e il Wssd (World Summit on Sustainable Development) stanno quindi lavorando per ottenere una riduzione del 50% della percentuale di popolazione che non ha un accesso sostenibile all´acqua potabile e ai servizi igienici di base. La Commissione europea, da parte sua, ha lanciato l´Iniziativa Acqua dell´Ue, che integra la gestione delle risorse idriche mediante un approccio a livello di bacino fluviale. Con quasi 1,5 Mld Eur di finanziamenti stanziati per progetti riguardanti l´acqua, l´iniziativa riunisce gruppi e persone provenienti da una miriade di settori allo scopo di assicurare una migliore governance nel settore e di attirare maggiori investimenti a livello regionale. Il risultato sarà una più forte cooperazione regionale, oltre a più efficienti meccanismi finanziari per sostenere i programmi di sviluppo. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto internazionale per la gestione delle acque: http://www.Iwmi.cgiar.org/  Iniziativa Acqua dell´Ue: http://www.Euwi.net/    
   
   
CONTAMINAZIONE OGM ANCHE IN SVEZIA: ACCELERARE SULLE LINEE GUIDA NAZIONALI  
 
“Prima i “fatti del Friuli” di fine agosto, adesso a breve giro di posta la contaminazione di alcuni campi in Svezia con una patata Ogm illegale: i timori rimangono di allarmante attualità”. Il Coordinatore nazionale per le Politiche Agricole e Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Dario Stefàno si dice preoccupato dai ricorrenti episodi di coltivazione illegale Ogm che “in Italia rischierebbe di avere un effetto devastante per il depauperamento della biodiversità, un patrimonio inestimabile che necessita, al contrario, di essere tutelato e valorizzato. “Dopo la distruzione ad opera di Greenpeace del campo di mais geneticamente modificato a Fanna, in provincia di Pordenone – spiega il coordinatore -, che ha richiamato l’attenzione pubblica sul tema degli Ogm, oggi leggiamo della contaminazione di campi di patata Amflora in Svezia con una patata Ogm, ancora illegale in Europa. Sono solo alcuni degli episodi di cui riusciamo a venire a conoscenza, ma che devono farci riflettere profondamente e indurci a riprendere il confronto nel nostro Paese sul tema delle produzioni geneticamente modificate”. “Restando all’episodio italiano di fine agosto, è opportuno specificare – spiega Stefàno - che la semina del mais è stata effettuata violando il D.lgs. 24 aprile 2001 n. 212, per il quale la messa in coltura di Ogm deve essere autorizzata con decreto interministeriale, previo parere di una commissione tecnica. Erano, dunque, fondate le preoccupazioni che i pollini del mais geneticamente modificato seminato illegalmente potessero “inquinare” altre coltivazioni. Quanto accaduto ieri in Svezia è, purtroppo, una conferma”. “Come Sistema della Regioni – prosegue l’assessore Stefàno - siamo da tempo impegnati in un confronto con i Ministeri competenti al fine di adottare strumenti che consentano la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e quelle geneticamente modificate. Auspico che sia presto definita un’intesa sulle Linee Guida di coesistenza, fortemente condivise tra il livello nazionale e quello regionale, in un processo che contemperi le differenti istanze e che, nel quadro dei nuovi Orientamenti Comunitari, si allinei alle inderogabili priorità regionali di tutela del territorio e delle produzioni agricole”. “Al contempo, però – sottolinea il coordinatore – va incrementata la Ricerca valorizzando la conoscenza decennale dei nostri Enti di Ricerca pubblici nel campo della genetica. Come pure, è indispensabile rafforzare la conoscenza sulla biodiversità funzionale, che oggi può rappresentare un potente fattore di tutela del territorio. La salvaguardia delle specie autoctone, inoltre, può costituire un valido baluardo per limitare la diffusione degli Ogm”. “Sul piano dei controlli, infine, - conclude l’assessore Stefàno - le Regioni stanno intensificando l’azione sistematica di prevenzione sulle coltivazioni di Ogm prive di autorizzazioni, sollecitando al contempo la Magistratura ad attivarsi in tutti i casi in cui sia necessario. Proprio ai fini del controllo, il Coordinamento delle Regioni sta lavorando alla revisione del Decreto interministeriale riguardante l’attività di vigilanza ai sensi del decreto legislativo 224/2003”.  
   
   
PARMA: IN PROVINCIA GLI AMMINISTRATORI DI STOCKTON LA DELEGAZIONE DELLA CALIFORNIA RICEVUTA DA PIER LUIGI FERRARI. FRA LE TAPPE IN PROGRAMMA ANCHE IL FESTIVAL DEL PROSCIUTTO  
 
 Parma - Il vice presidente Pier Luigi Ferrari ha ricevuto ieri in Provincia una delegazione della cittadina californiana di Stockton di cui facevano parte il sindaco Ann Johnston, Diana Lowery Maccini consigliere comunale e responsabile dei gemellaggi, e Ronald Coale, direttore del Porto di Stockton. L’incontro, all’insegna dell’amicizia, ha permesso di rinsaldare ulteriormente i rapporti che esistono da numerosi anni tra le due comunità e che hanno portato nel 1998 alla sigla si un protocollo d’intesa. L´auspicio è quello di consolidare ulteriormente il partenariato attraverso azioni rivolte in particolare agli ambiti connessi con lo sviluppo economico. Gli amministratori di Stockton sono a Parma per una serie di incontri mirati a conoscere le eccellenze economiche e turistiche, fra questi saranno presenti ad alcune ionizitive organizzate nell’ambito del festival del prosciutto  
   
   
BATTERIOSI DEL KIWI, LA GIUNTA REGIONALE EMILIANO ROMAGNOLA ADOTTA UN PROVVEDIMENTO PER CONTRASTARE LA DIFFUSIONE  
 
Bologna – Obbligo di controllo degli impianti esistenti, distruzione dei lotti infetti nei vivai dove è rilevata la presenza del batterio, certificazione di tutto il ciclo di produzione del nuovo materiale vivaistico. La giunta regionale dell’Emilia-romagna ha adottato un provvedimento per contrastare la diffusione del cosiddetto “cancro batterico del kiwi”, una fitopatia – innocua per l’uomo – che ha fatto la sua comparsa recentemente in Italia. In Emilia-romagna la situazione è meno problematica rispetto ad altre realtà: sono infatti una decina i focolai attualmente identificati e sotto controllo. Al momento l’unica forma di lotta nei confronti della batteriosi del kiwi è l’estirpazione o l’eliminazione delle parti colpite, e l’impianto di materiale assolutamente indenne. “Il provvedimento adottato dalla giunta – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni – rappresenta la prima iniziativa avviata a livello nazionale di contrasto della batteriosi. Abbiamo varato misure certamente rigorose, con una forte ricaduta economica sulle imprese interessate, ma assolutamente indispensabili per tutelare un patrimonio di grande rilevanza per la nostra economia. Il kiwi, per importanza, rappresenta infatti la quarta coltura frutticola a livello regionale, dopo pero, nettarine e pesco. Per ridurre il danno economico alle aziende agricole e ai vivaisti – prosegue l’assessore – abbiamo recentemente approvato una legge regionale che consente di indennizzare, anche senza l’obbligo di reimpianto, chi è costretto a estirpare. Contemporaneamente abbiamo avviato con le Università regionali una sperimentazione per verificare l’efficacia di trattamenti che consentano il risanamento delle piante senza procedere alla loro distruzione”. Quattro i punti più significativi della strategia di prevenzione. E’ previsto l’obbligo di controllo degli impianti esistenti da parte dei tecnici del Servizio fitosanitario regionale, seguito dall’immediato incenerimento di tutte le piante (o parti) che risultano colpite; la completa distruzione dei lotti infetti nei vivai, la certificazione di tutto il ciclo di produzione del nuovo materiale vivaistico, che deve avvenire in zone dichiarate “indenni” e il divieto assoluto di autoproduzione di nuove piante da parte dei frutticoltori fino al 31 dicembre 2011. L’appezzamento all’interno del quale vengono identificate piante colpite è considerato “area contaminata”, da cui, ad eccezione dei frutti, non possono uscire piante o parti di piante; attorno è istituita, per un raggio di 500 metri, una “zona di sicurezza”, al cui interno devono essere controllate tutte le piante di actinidia presenti. “La strategia di contrasto alle fitopatie – ha concluso Rabboni – deve comunque essere nazionale, anche per poter esportare i nostri prodotti ortofrutticoli senza problemi. In molti casi, infatti, la possibile presenza di agenti patogeni viene utilizzata come pretesto per bloccare le vendite su mercati esteri. Negli scorsi anni queste iniziative sono state finanziate con fondi ministeriali; i tagli effettuati dal Governo ai trasferimenti a favore delle Regioni rischiano, dal 2011, di bloccare quasi completamente gli interventi futuri. Proprio per questo motivo intendo proporre, già a partire dalla riunione degli assessori all’agricoltura delle Regioni prevista per domani, e in particolare ai colleghi di Lazio e Piemonte, un´iniziativa unitaria nei confronti del Governo affinché sia garantita la continuità degli interventi di prevenzione e un adeguato livello di funzionamento dell’intero sistema fitosanitario nazionale”.  
   
   
SPESA A KM ZERO? IN PROVINCIA SI PUÒ DALLA PROVINCIA DI PARMA UNA GUIDA CON GLI INDIRIZZI DI OLTRE 100 AZIENDE DEL TERRITORIO DOVE I CONSUMATORI POSSONO COMPRARE DIRETTAMENTE I PRODOTTI AGRICOLI FRESCHI E TRASFORMATI  
 
Comprare prodotti agricoli direttamente dal produttore? Da oggi sarà ancora più semplice grazie alla guida “Spesa a km zero? In provincia si può” promossa dalla Provincia: un libretto di facile consultazione in cui parmigiani e parmensi potranno trovare in poco tempo tutti gli indirizzi di oltre 100 aziende presenti sul territorio, divise per comune, che vendono direttamente al consumatore. Chi vorrà comprare uno specifico prodotto agricolo fresco o trasformato, dalla frutta alla carne, dai formaggi all’olio, dai salumi ai vini, potrà quindi semplicemente aprire la guida e scegliere il produttore più congeniale ai propri bisogni e più comodo da raggiungere. “Questa guida è rivolta ai consumatori perché vogliamo dare loro la possibilità di godere dei prodotti di queste aziende agricol,: realtà dove la qualità, la genuinità e la sicurezza alimentare sono di casa. - ha detto il vicepresidente Pier Luigi Ferrari, presentando l’iniziativa questa mattina al Parma Point, che ha aggiunto: “È importante ribadire con forza che i nostri prodotti sono di alta qualità. Non bisogna però dimenticare che la qualità è una sfida continua, non è mai un risultato raggiunto” La spesa a Km zero è sempre più apprezzata tra i consumatori dell’intero territorio nazionale, per diversi motivi. Innanzitutto i costi: con la filiera corta si eliminano i passaggi del sistema di distribuzione tradizionale come il confezionamento e l’imballaggio che fanno lievitare il prezzo finale del prodotto. Ma il risparmio non è la sola ragione. Acquistare direttamente nel luogo d’origine dà infatti una garanzia di qualità del prodotto, che è rigorosamente di stagione, inoltre si valorizzano le coltivazioni del proprio territorio, proteggendo quindi la biodiversità e le produzioni tradizionali. Tagliando i trasporti, infine, si riduce anche l’inquinamento. Ecco perché la Provincia ha deciso di puntare sulla filiera corta e quindi di valorizzare le produzioni agricole locali, investendo oltre centomila euro in questo settore: sostenendo, ad esempio, l’economia delle aziende agricole multifunzionali, promuovendo progetti di educazione alimentare e di tutela agro ambientale. Investire sulla filiera corta è fondamentale per dare alta visibilità a quei prodotti del Parmense disponibili alla vendita diretta in azienda o nei mercati degli agricoltori, e per salvaguardare il patrimonio agroalimentare di tutta la Food Valley. “Bisogna recuperare e preservare questi prodotti perché hanno un alto valore intrinseco: rappresentano infatti la storia del nostro territorio, sono l’espressione delle nostre zone, un vero e proprio patrimonio da salvaguardare – ha affermato il giornalista enogastronomico Enrico Chierici -. Un valore che ha bisogno di essere conosciuto e incentivato: ecco perché è importante questa guida, perché permetterà ai produttori di farsi conoscere da molte più persone e ai consumatori di avvicinarsi a questi prodotti di qualità”. “È importante sottolineare che ogni azienda presente nella guida è unica, ognuna ha infatti una sua specificità, una specificità che deriva dal proprio modo di produrre ma anche di trasformare e di presentare i prodotti – ha aggiunto Eugenia Tagliaferri del Servizio Agricoltura della Provincia -. Le aziende si distinguono proprio per l’impronta che il territorio dà alle produzioni”. Ad accompagnare la guida anche una vera e propria campagna di informazione della Provincia, come ha spiegato Antonio Sarracco del Servizio Agricoltura dell’Ente di piazza della Pace: “La campagna si svilupperà sul territorio per tutto il mese di settembre con locandine e manifesti, banner e spot radio, per permettere a tutti di avvicinarsi alla “filosofia” del Km zero e quindi di poter gustare i prodotti della campagna parmense comprandoli direttamente da chi li produce”. La guida non è l’unico strumento a disposizione dei consumatori: per gli avvezzi alla rete infatti le informazioni si potranno trovare anche sul portale www.Agri.parma.it/  Qui la Provincia ha inserito le aziende che applicano la vendita diretta, basterà quindi cliccare sul sito e si potranno consultare i dati per comune, per tipologia (ad esempio aziende biologiche o mercati contadini), per prodotto (ad esempio formaggi o conserve) o per nome dell´azienda. Inoltre, è possibile scegliere prodotti e/o aziende direttamente dalla mappa della provincia: un altro modo per personalizzare il proprio percorso di ricerca. Alla presentazione di questa mattina erano presenti alcuni dei produttori che hanno partecipato al progetto, tra cui Sabrina Montacchini dell’Azienda San Paolo di Medesano, che ha spiegato la filosofia che sta alla base del loro lavoro: “Abbiamo deciso di allevare il maiale nero perché era in via di estinzione e volevamo tutelare la razza. Volevamo dedicarci a un’agricoltura diversa, a un qualcosa di nuovo, lavorando la carne al naturale, utilizzando solo sale e pepe”. Stefano Annovi dell’azienda Campanini di San Secondo, che produce frutta biologica, ha invece voluto rivolgere un appello ai consumatori: “Invito tutti a venire in azienda, solo così si può vedere come lavoriamo e “toccare con mano” la nostra qualità”. A chiudere l’incontro, Sara Rizzardi dell’Azienda Crocizia di Pastorello: “Dal 2003 produciamo vino con metodo biologico, utilizzando solo lieviti naturali. Sono tutti vini tipici del nostro territorio, come dimostrano i nomi che abbiamo dato alle nostre bottiglie, rigorosamente in dialetto, a conferma di quanto sia forte il legame con la nostra terra”.  
   
   
BOLZANO: UN LIBRO RIPERCORRE LA STORIA DELLE SCUOLE AGRARIE E DI ECONOMIA DOMESTICA  
 
Nel 2009 si sono festeggiati i 100 ani delle Scuole agrarie, i 50 anni delle Scuole di economia domestica ed i 30 anni dell consulenza ai contadini di montagna. I tre giubilei e la storia delle scuole agrarie e di economia domestica vengono ripercors in un volume presentato questa mattina, 7 settembre, dall´assessore provinciale Hans Berger. L´alto Adige, come ha posto in evidenza l´assessore Berger nel presentare il libro "Geschichte und Zukunft" di cui è autore principale lo storico Michael Lochmann, pone le sue radici nel mondo contadino, un mondo che non ha perso attrattiva al giorno d´oggi. Basti pensare le attuali nove scuole agrarie e di economia domestica fanno registrare un incremento del numero degli studenti del 50 per cento negli ultimi dieci anni. Le strutture formative sono attualmente frequentate da 800 studenti. Uno degli obiettivi per il futuro, come ha ricordato Berger, è di concludere la formazione con l´introduzione a breve dell´esame di maturità. Uno dei punti forza delle scuole agrarie e di economia domestica è la capacità di adeguarsi costantemente alle nuove esigenze.  
   
   
2° EUROPEAN FRUIT SUMMIT  
 
Di seguito il programma relativo al 2° European Fruit Summit che si terrà al Macfrut di Cesena - Sala Europa - Martedi´ 5 Ottobre 2010 Alle Ore 14,00. Per partecipare al convegno è necessaria l´iscrizione on-line direttamente sul sito www.Fruitsummit.eu/  (Iscrizione Gratuita Ma Obbligatoria) Programma: 14:00 – 14:15 Panorama del settore ortofrutticolo Luciano Trentini, Cso. 14:15 – 14:30 Cso - Previsioni di produzione mele 14:30 – 15:15 Panel discussion · Josef Wielander, Vip (Ita) · Stephan Weist, Landgard (Ger) · Dominik WoŹniak, Rajpol (Pol) · Albert Richard, Bvl (Fra). 15:15 – 15:30 Cso – Previsioni di produzione pere 15:30 – 16:15 Panel discussion · Liu Zhi, Yidu (Prc) · Filip Lowette, Bfv (Bel) · Carlo Spreafico, Spreafico (Ita) · Jordi Gazquez, Actel (Esp) · Armando Paulo Torres, Triportugal (Por). 16:30 - Networking break. 17:00 – 17:15 Il cartone ondulato al servizio della filiera ortofrutta Standardizzazione, qualità e sostenibilità ambientale di Bestack. 17:15 – 17:30 Previsioni di produzione agrumi Philippe Binard, Freshfel (Bel) 17:30 – 18:15 Panel discussion · Paco Borras, Anecoop (Esp) · Aurelio Pannitteri, Pannitteri (Ita) · Cirino Scata’, Osas (Ita). 18:15 – 18:30 Cso - Previsioni di produzione kiwi 18:30 – 19:00 Panel discussion · Blair Hamill – Zespri Europe (Nzl) · Alessandro Fornari - Kiwigold (Ita) · Dimitri Manossis, Zeus Kiwi (Gre) · Michelangelo Rivoira, Kiwi Green (Ita) · Liu Zhi, Yidu (Prc). 19:00 - Chiusura lavori.  
   
   
SARDEGNA: SVILUPPO RURALE BANDO MISURA 112, SCADENZA 10 SETTEMBRE NON FA DECADERE DOMANDE DI AIUTO  
 
 Cagliari - Non rispettare la scadenza del 10 settembre per il completamento delle domande della 2^ sottofase del bando per l’erogazione degli aiuti previsti dalla Misura 112 "Insediamento giovani agricoltori" del Psr 2007/2013 non implica la decadenza delle domande. Lo specifica in una nota l’Assessorato regionale dell’Agricoltura in risposta a una richiesta di proroga avanzata da Cia, Coldiretti e Confagricoltura. Il termine del 10 settembre “rappresenta semplicemente uno step procedimentale che non ha carattere di perentorietà e il suo mancato rispetto non determina l’archiviazione/decadenza delle domande di aiuto. Infatti, nel rispetto delle norme sul procedimento amministrativo e come già avvenuto per l’analoga scadenza della 1^ sottofase del bando, dopo il 10 settembre i Servizi territoriali di Argea Sardegna provvederanno ad inviare, ai richiedenti che a tale data non avranno ancora provveduto al perfezionamento della domanda di aiuto, una nota di sollecito nella quale verrà fissato un ulteriore congruo termine perentorio, trascorso inutilmente il quale gli Uffici potranno procedere all’archiviazione motivata della domanda di aiuto.  
   
   
MILANO: SICUREZZA ALIMENTARE, POLIZIA LOCALE SEQUESTRA 20 KG DI CARNE E PESCE AVARIATI E DI PROVENIENZA SCONOSCIUTA IN RISTORANTE CINESE DI VIA FARINI”  
 
In 8 mesi 38 denunce grazie a progetto Mangia Sicuro con Asl: 35 sono ristoratori stranieri “Il Nucleo tutela del consumatore della Polizia Locale ha sequestrato 20 kg di alimenti avariati, tra carne e pesce, in un ristorante cinese di via Farini. La titolare, una cinese di 24 anni, è stata denunciata per cattiva conservazione del cibo. Ed è stata sanzionata per 2.000 euro per mancata tracciabilità degli alimenti”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. “Un ennesimo ristorante gestito da cinesi – commenta De Corato – che dimostra scarso rispetto degli standard igienici. Un comportamento delinquenziale che mette in serio pericolo la salute dei consumatori. Che si sarebbero visti servire dei cibi avariati e preparati con alimenti di oscura provenienza. Basti pensare che lo scorso anno su 100 segnalazioni all’autorità giudiziaria di titolari di esercizi, 90 furono stranieri e in particolare 60 cinesi. Segnalazioni effettuate a seguito delle ispezioni serrate che la Polizia Locale aveva effettuato nei ristoranti etnici di Milano anche con Asl, con la quale collabora nel progetto ‘Mangia Sicuro’. Insieme in 8 mesi hanno svolto 117 controlli in pubblici esercizi, sequestrato 430 kg di alimenti in cattivo stato di conservazione e denunciato 38 persone, di cui 35 stranieri, per la maggior parte cinesi”. “Complessivamente l’Annonaria – ricorda De Corato –, che svolge controlli anche in autonomia, nei primi 8 mesi dell’anno ha effettuato 3415 ispezioni presso pubblici esercizi che hanno portato ad accertare 894 violazioni a leggi o regolamenti, di cui 568 di tipo di tipo amministrativo e 319 di tipo sanitario. E hanno determinato 53 denunce per cattiva conservazione di alimenti e tentata frode in commercio”.  
   
   
FORMAGGIO NON SARDO NELLE MENSE DI OROTELLI: UNA BATTAGLIA PERSA PER IL PECORINO SARDO  
 
 Cagliari - "È inutile aprire un confronto con il ministro, far diventare la crisi della nostra pastorizia un problema nazionale se poi nei bandi per le mense pubbliche dei nostri piccoli Comuni si continuano a preferire formaggi non sardi anziché il nostro pecorino. L’ultimo esempio: le tabelle merceologiche stilate dal Comune di Orotelli dove, alla voce formaggi, si specifica a scanso di equivoci che quello da condimento deve essere "parmigiano reggiano". E tra i formaggi da taglio, si citano anche gruviera e fontina, come se i prodotti dei nostri caseifici non avessero le stesse qualità nutrizionali. Se non cambiamo fin dai più piccoli provvedimenti, rieducando il palato dei nostri cittadini, tutte le nostre battaglie saranno vane". Lo rivela l’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato commentando il bando per l’appalto del servizio di mensa scolastica e domiciliare per gli anziani, pubblicato dall’amministrazione del piccolo centro del Nuorese lo scorso 23 agosto (gara ancora in corso) e visibile anche sul sito internet del Comune. "Più volte - ricorda l’assessore Prato - ho detto che per salvare il comparto ovino della Sardegna occorre una rivoluzione culturale, cambiare abitudini alimentari, far capire agli stessi sardi che mangiare i prodotti della nostra terra è meglio perché più buoni e più sani. Recentemente abbiamo siglato un protocollo con l’Anci proprio per agevolare questo percorso, prevedendo nei bandi per la ristorazione pubblica premialità per i prodotti di stagione e freschi dunque sardi. Resto dunque allibito quando leggo nell’allegato del bando del Comune di Orotelli che l’unico formaggio da condimento contemplato è il Parmigiano reggiano mentre tra quelli da taglio si comprendono anche la gruviera (sarà quella vera o si intende erroneamente quella con i buchi che gruviera non è) e la fontina (sarà quella vera valdostana o quel parallelepipedo con buccia rossa che arriva dalla Germania?)". Per l’assessore la spallata definitiva al Pecorino Romano rischia quindi di arrivare proprio dalla Sardegna. “Facciamo tanto per risolvere la crisi della pastorizia e qui i consumi vanno a picco, complice anche una gestione beffa, in cui la mano sinistra non sa cosa fa quella destra”. Una tendenza quella dell’omologazione dei pasti a scapito delle mille tradizioni locali dimostrata anche dal recente sondaggio realizzato nell’Isola da Renato Mannheimer. "Secondo l’Ispo - ha proseguito Andrea Prato - si è ormai persa l’abitudine tutta sarda di condire la pasta con il pecorino: oggi infatti lo utilizza il 38%, contro il 56% che sceglie Grana o Parmigiano. Tutto ciò può sembrare una banalità ma invece è molto indicativo sui consumi quotidiani ed è una delle ragioni della crisi della pastorizia, se è vero, come ha rimarcato ieri Coldiretti, che in Italia basterebbe consumare mezzo chilo di pecorino in più pro-capite all’anno per risolvere la crisi. E l’educazione tra i giovani alla tradizione alimentare è un fattore determinante per orientare la futura domanda". Da qui il nuovo appello dell´assessore: "I nostri formaggi ovini non hanno nulla da invidiare ad altri prodotti e in un momento come questo credo sia doveroso che tutti facciano uno sforzo perché si consumi più pecorino: a partire dai cittadini e passando per i Comuni. Questi ultimi fanno bene a manifestare con i pastori contro la crisi del comparto, ma anche loro facciano la loro parte dimostrando altrettanta sensibilità quando si scrivono i bandi o nell’assegnare gli appalti per la pulizia delle strade rurali ad aziende agricole sarde, come ho più volte chiesto finora senza risposta (a parte qualche eccezione)".  
   
   
TERZA EDIZIONE VESUVINUM “I GIORNI DEL LACRYMA CHRISTI” 10 – 11 – 12 SETTEMBRE 2010 PALAZZO MEDICEO – OTTAVIANO (NA)  
 
 Si è svolta il 7 settembre, presso la sala Consiliare del Comune di Pompei, la conferenza stampa di presentazione della terza edizione di Vesuvinum – “I Giorni del Lacryma Christi”. Moltissime le novità: la giuria del Premio Amodio Pesce 2010 sarà presieduta da Nicoletta Gargiulo Presidente Ais Campania, nonché Miglior Sommelier d’Italia 2007. Quindici giurati, scelti tra enologi, giornalisti di settore e sommelier degusteranno alla cieca i vini in concorso. Le aziende offriranno in degustazione i vini vincitori, domenica 12 dopo la premiazione ufficiale. Anche quest’anno si è puntato al gemellaggio con i vini di altre terre di vulcani: i rossi dell’Etna e i bianchi della Tuscia che saranno oggetto di due degustazioni d’autore condotte dalla giornalista palermitana Alma Torretta, da Carlo Zucchetti dell’Enoteca Provinciale della Tuscia, affiancati da Alberto Capasso del gruppo Slow Wine e da Marina Alaimo di Luciano Pignataro Wine Blog. Due i momenti di approfondimento, tematico moderati dalla giornalista Monica Piscitelli, uno, dedicato alle prospettive di Sviluppo del Parco, della Strada del Vino e dei prodotti del Vesuvio, l’altro, incentrato sulle tipicità enogastronomiche e turistiche delle Strade del Vino della Campania. Le novità non finiscono qui: sarà infatti presentata la nuova Condotta Slow Food Vesuvio a conferma della necessità di tutelare un territorio così ricco di tesori enogastronomici. Queste golosità si potranno degustare nello Spazio Slow Food allestito al Castello per assaporare appieno il gusto della biodiversità. Alla conferenza hanno partecipato, coordinati dal giornalista Luciano Pignataro, il Sindaco di Pompei Dr. Claudio D’alessio, l’Assessore Dr. Nello di Palma in rappresentanza del Sindaco di Ottaviano, il Vice Sindaco di San Giuseppe Vesuviano, Dr. Franco Santorelli, Michele Romano, Presidente della Strada del Vino del Vesuvio, l’Avv. Francesco Del Vecchio, Responsabile Stapa.cepica della Regione Campania e l’Onorevole Paolo Russo, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Tutti gli interventi hanno posto l’accento sulla validità del sistema di network che è nato tra i vari enti grazie all’operato della Strada del Vino del Vesuvio che si propone come forte volano di sviluppo del territorio sia, dal punto di vista economico, che, turistico. La manifestazione si svolgerà al castello Mediceo di Ottaviano, dove per la prima volta sarà aperto al pubblico anche il primo piano. La conferenza è terminata con l’intervento dell’Onorevole Paolo Russo che ha ribadito il valore di un evento come Vesuvinum, quale trampolino di lancio di un intero bacino territoriale che deve saper fare impresa e produrre innanzitutto reddito agricolo e sviluppo economico. La manifestazione avrà inizio venerdì 10 settembre alle ore 18:00 presso il Castello Mediceo di Ottaviano. Ingresso gratuito. Degustazioni gratuite (posti limitati) con prenotazione obbligatoria a officinegourmet@gmail.Com  – 339.8789602 www.Sito.regione.campania.it/agricoltura    
   
   
AGRICOLTURA IN SICILIA: AVVISI PER ADERIRE ALLE FIERE DI TUNISI E NORIMBERGA  
 
Il dipartimento regionale delle Attivita´ Produttive, in collaborazione con l´Istituto per il Commercio Estero (Ice) nell´ambito dell´accordo di programma 2009, ha inserito una serie di eventi finalizzati all´internazionalizzazione delle piccole e medie imprese dell´industria agricola. Il primo evento in calendario e´ il "Salone internazionale delle tecnologie e investimenti in agricoltura" che si svolgera´ a Tunisi dal 6 al 9 ottobre 2010. Il numero massimo di aziende eventualmente ammesse all´inizitiva sara´ di 12. Per partecipare all´evento le imprese dovranno manifestare il proprio interesse entro e non il 17 settembre inviando domanda di adesione al fax 0917079553 o all´email: maurizio.Caracci@regione.sicilia.it; In calendario anche la presenza per la promozione e l´internazionalizzazione delle pmi del settore agroalimentare biologico: si tratta della collettiva "Biofach", che si terra´ a Norimberga dal 16 al 19 febbraio 2011. Il numero massimo di aziende che potranno aderire e´ di 18 e le domande dovranno pervenire entro il 30 novembre 2010 agli indirizzi (fax e/o email) sopra citati. Avvisi e moduli disponibili sul sito: http://www.Regione.sicilia.it/cooperazione/promozione/homepromo.htm    
   
   
FESTA AGRICOLTURA A MATERA  
 
Venti regioni, delegazioni da tutte le province d’Italia, presenza dei 131 comuni lucani, oltre 60 stands delle varie realtà agricole Italiane, 100mila presenze previste: sono i dati che caratterizzano la vigilia della Quinta Festa nazionale dell´Agricoltura organizzata dalla Cia-confederazione italiana agricoltori dal 9 al 12 settembre prossimi a Matera. Matera, Mezzogiorno, Mediterraneo: sono queste le direttrici che uniranno l´agricoltura. Un evento nazionale che vedrà coinvolto l´intero sistema agroalimentare: produttori, aziende, consorzi e associazione di prodotto, oltre ai consorzi di bonifica, quelli di difesa, quelli per il credito, le strutture di ricerca e innovazione-tecnologica, quali Agrobios, quelle per la produzione di energia da fonti rinnovabili Apea, il sistema Aia, quello dei servizi Alsia. Una quarantina le iniziative in programma: convegni, workshop tematici, laboratori del gusto, spettacoli di intrattenimento, mostre-mercato oltre ad iniziative parallele, di particolare interesse, come ad esempio, la presentazione delle attività svolte da Ases l’associazione Ong della Cia per il sostegno dei paesi in via di sviluppo, quella legata ad una riflessione e la ripresa insieme all’Agia ad oltre 30 anni, delle tematiche affrontate ad Irsina-tacconi in materia di politiche giovanili e di ricambio generazionale in agricoltura. E ancora iniziative dell’Associazione Donne in Campo e l’Assemblea del’Associazione nazionale pensionati. Inoltre, la presentazione dei repertori dei vini e dei formaggi da parte dell’Alsia, la partecipazione del Cfs e le novità tecnologiche in dotazione, la partecipazione e presenza nella mattinata di sabato 11 del vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella. “Matera -ha affermato il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi- sarà l’occasione ideale per fare il punto sulla nostra agricoltura, sempre più dimenticata nelle scelte del Governo. Un’agricoltura che soffre e che incontra difficoltà sempre più ardue. Un’agricoltura che vede crescere i problemi dei suoi imprenditori, alle prese con uno sviluppo e una competitività che si allontano in maniera drastica. Con questo appuntamento riprende così la nostra mobilitazione sul territorio. E proprio dalla Basilicata, regione simbolo della grave crisi del mondo agricolo italiano, lanceremo la sfida affinché sul settore primario tornino ad accendersi i riflettori della politica”. “Quello che è avvenuto in questi ultimi due anni -ha aggiunto Politi- è sintomatico di un generale disinteresse nei confronti delle imprese agricole. Nei vari provvedimenti predisposti dal Governo troviamo solo pochissime tracce di agricoltura. Sono state varate manovre economiche, misure straordinarie, interventi anticrisi, ma i problemi degli imprenditori agricoli italiani sono passati, purtroppo, sotto silenzio. Nessuna risposta valida ed incisiva. Solo tante promesse non mantenute. Non va dimenticato quello accaduto prima della pausa estiva. Mentre agli altri settori si è concesso qualcosa, per le nostre campagne non sono arrivati la proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali e il ripristino del “bonus gasolio” per le serre. Due questioni fondamentali per cercare di ridurre i pesanti oneri che oggi pesano sulle aziende”. “Questa festa –sottolinea l´assessore regionale all´Agricoltura, Vilma Mazzocco- ha un significato più profondo perché l’agricoltura ha uno spazio anche come economia matura. Si sta lavorando alla definizione della nuova Pac con un confronto dialettico e trasversale anche di tipo interdipartimentale. E´ una strategia nuova che apre una grande stagione di riforme, con la revisione del Psr, strumento che presenta azioni significative, ma che va rivisto per agganciare un´agricoltura in trasformazione. Alla Cia – continua – va riconosciuto un ruolo di proposte importanti e innovative come avviene già nel Tavolo Verde”.  
   
   
RASSEGNA NAZIONALE DELLA VACCA BURLINA  
 
Burlina e sai cosa mangi. Cresce la “fame” di vacche Burlina nelle aziende agricole vicentine e cresce l´interesse anche degli allevatori esterni. Una riprova nella manifestazione svoltasi  lo scorso  fine settimana nell´azienda agricola sperimentale “la Decima” di Montecchio Precalcino. Spiega l´Assessore provinciale all´Agricoltura onorevole Luigino Vascon: “Per il secondo anno consecutivo organizziamo la Rassegna Nazionale di questa razza e, domenica, l´Asta Nazionale dei Castroni. Il grande successo dello scorso anno e l´aumento delle domande per poter inserire le nostre vacche nei propri allevamenti, ci ha convinti a ripetere una iniziativa che non è solo un momento importante sotto l´aspetto economico e culturale per tutto il mondo agricolo ma è anche un´occasione per famiglie e appassionati di poter conoscere assieme a questi tutti gli altri animali delle specie autoctone (capretto bianco di Gambellara, pecora di Foza, pecora Brogna e gallina Dorata, gallina Millefiori, gallina Argentata, Pollo Padano a cinque dita) che la Provincia di Vicenza ha deciso di salvare, conservare e reintrodurre”. Tutti a Montecchio Precalcino, dunque, per una domenica dal sapore antico della gita fuori. E come in una gita in campagna che si rispetti non manca lo spuntino a pane e formaggio del contadino. “La rassegna nazionale riguarderà tutte le razze bovine presenti in azienda: Frisona Italiana, Pojese, Bianca Valpadana “Bisa” ma sarà anche l´occasione per ribadire un messaggio importante, quello di mangiare vicentino. Il fatto che aumenti la richiesta, e non dimentichiamo che ogni azienda ha l´obbligo di caseificare per avere i nostri animali in comodato d´uso gratuito, significa da una parte che aumenta il numero delle persone che opta per una professione magari più dura ma anche più vera, e dall´altra che cresce la richiesta di prodotti locali cosiddetti di nicchia. Il messaggio che vogliamo far transitare è che il mangiare Vicentino è bello e sano. Ma lo sa quante sono le aziende nel Basso Vicentino che hanno deciso di svolgere vendita al minuto, dal vino all´olio ai prodotti dei campi e dell´orto?”. Del resto, con quasi 100 prodotti certificati la provincia di Vicenza è davvero un albero della cuccagna da cui attingere ad ogni stagione.  
   
   
POLIZIA PROVINCIALE DI PADOVA, NASCE LA TASK FORCE ANTI BRACCONAGGIO  
 
Lotta senza quartiere al bracconaggio. L’ha dichiarata l’assessore alla Polizia provinciale della Provincia di Padova Domenico Riolfatto, grazie a un’azione sinergica concordata tra la Polizia Provinciale, le associazioni dei cacciatori e gli Ambiti Territoriali di Caccia. “Nelle settimane che precedono l’apertura della caccia – dice Riolfatto – si riscontra sempre una recrudescenza del fenomeno del bracconaggio”. Un’attività per la quale è prevista una sanzione penale, che danneggia l’ambiente e tutti i cacciatori che rispettano le regole. Per contrastarla, gli agenti di Polizia Provinciale hanno modificato i loro turni in modo da concentrare la presenza nelle ore notturne fino all’avvio della stagione venatoria, prevista per il 19 settembre. Per coadiuvare gli agenti, anche il Corpo Forestale e i Carabinieri hanno dato la loro disponibilità ad intervenire in caso di necessità. “Ma ciò che garantirà una vera copertura del territorio – aggiunge Riolfatto – è la collaborazione delle guardie volontarie, circa 150 distribuite in tutti gli Atc, che si mobiliteranno soprattutto la notte per segnalare alla Polizia Provinciale la presenza di bracconieri o presunti tali”. Una vota smascherati, i bracconieri vanno incontro ad un’azione penale nei loro confronti e alla richiesta di rimborso dei danni. “La Provincia farà una stima dei danni causati e chiederà ai bracconieri di rifonderli, per tutti i gradi di giudizio. Nel caso in cui avessero la licenza di caccia, chiederemo che gli venga ritirata definitivamente. Insomma, chi pensa di praticare il bracconaggio sappia che va incontro ad un mare di guai. Vogliamo usare la mano pesante perché il bracconaggio crea un danno enorme ai cacciatori veri, quelli che rispettano le regole. Ma soprattutto, vorremmo che questa iniziativa avesse un effetto deterrente”.  
   
   
ALLA FINE DELLE VACANZE INDISPENSABILI UN’ALIMENTAZIONE CORRETTA E UN INTEGRATORE DI FERMENTI LATTICI PROBIOTICI CON ZINCO E LATTOFERRINA  
 
Un’alimentazione corretta e un integratore di fermenti lattici probiotici con Zinco e Lattoferrina sono fondamentali, secondo gli esperti, per riequilibrare la flora intestinale. Si stima che la “sindrome da rientro” colpisca quasi sei milioni di italiani che faticano a riabituarsi alle responsabilità della vita lavorativa o scolastica. Un addio doloroso alla spiaggia, al relax, all’abbronzatura e un ritorno sofferto in città, allo stress della vita di ogni giorno. Si stima che la “sindrome da rientro” colpisca, secondo una recente ricerca dell’Istat, un italiano su dieci, dunque quasi 6 milioni di connazionali: il corpo e il cervello si rifiutano di riconoscere i ritmi pre-vacanza come propri, faticano a riabituarsi alle responsabilità e alle tensioni della vita quotidiana, lavorativa o scolastica. L’organismo ne risente e si scatenano così emicranie, agitazione, ansia, difficoltà di digestione e soprattutto disturbi intestinali. “Lo scontento per le vacanze finite e la repentina ripresa di un’attività frenetica si riflettono sul piano somatico, provocando spesso disturbi intestinali che possono essere alleviati riprendendo con maggiore gradualità lo stile di vita quotidiano e con un’adeguata alimentazione”, afferma il professor Attilio Giacosa, Direttore Scientifico del Dipartimento di Gastroenterologia del Gruppo Sanitario Policlinico di Monza, che ha messo a punto dei suggerimenti per combattere quello che gli anglosassoni chiamano Post Vacation Blues, scaricabili dal sito www.Puraflor.it “L’intestino – spiega l’esperto – manifesta il suo disagio con gonfiore, meteorismo e flatulenza e con dolori spesso di tipo acuto e crampiforme, che si accompagnano a irregolarità funzionale con fasi di dissenteria e/o stitichezza. In questi casi è importante il giusto apporto di fibra alimentare, riducendo l’utilizzo di crusca e di prodotti integrali, di uva e di legumi e favorendo l’assunzione di fibra idrosolubile (soprattutto di mela, carota, prugne, agrumi). E’ importante anche limitare gli alimenti in grado di favorire il livello di “stress intestinale” come il caffè, i fritti, gli insaccati, i cibi molto piccanti e il latte, soprattutto in chi manifesti marcato gonfiore addominale e scariche diarroiche.Un punto cruciale è la frequente alterazione della flora intestinale e per favorirne il riequilibrio è assai utile l’assunzione di un integratore di fermenti lattici probiotici”. Per aiutare l’intestino a combattere la “sindrome da rientro” è disponibile Puraflor, formula unica e innovativa di Wyeth, che contiene fermenti lattici probiotici per riequilibrare la flora e in più lattoferrina e zinco che sostengono le difese immunitarie dell’organismo. “Si consigliano – aggiunge il professor Giacosa – piccoli pasti durante l’intero arco della giornata composti da piatti semplici, poco elaborati e ben cotti. La frutta dovrà essere consumata lontano dai pasti e la verdura è consigliabile che sia cotta. Nell’approccio terapeutico è molto importante considerare il ruolo dei probiotici. Questi limitano la produzione dei gas intestinali, ripristinano l’equilibrio della flora batterica e producono acidi grassi a catena corta: costituiscono una buona sorgente di energia per il metabolismo intestinale e favoriscono la corretta riproduzione cellulare delle pareti del colon con un´azione preventiva sui processi degenerativi dell´intestino. Inoltre i probiotici favoriscono l’assorbimento di acqua ed elettroliti, contribuiscono alla diminuzione della fermentazione batterica degli alimenti, agiscono sul metabolismo degli acidi biliari, riducono l’ipersensibilità viscerale e l’ipermotilità gastrointestinale. Tutte attività che, come conseguenza, contribuiscono ad attenuare i fastidiosi sintomi legati al malfunzionamento dell’intestino”. La componente psicosomatica condiziona il buon funzionamento dell’intestino” continua il Prof. Giacosa “è quindi importante anche suggerire l’adozione di misure comportamentali che si possano riflettere positivamente sulla qualità di vita della persona: attività fisica, capacità di distaccarsi dalle situazioni ansiogene siano esse di origine professionale o privata, favorire l’incontro con persone che aiutino a sciogliere le tensioni e non alimentino lo stress ed eventuale assunzione di prodotti naturali con blando effetto rilassante come il biancospino o la valeriana”.  
   
   
DA MCDONALDS DOPO MCITALY, ARRIVA MOZZARILLO, IL NUOVO PANINO CON LA MOZZARELLA  
 
Rappresenta un’ulteriore tappa del percorso di valorizzazione dei prodotti tipici italiani intrapreso da Mcdonald’s già da due anni. Sarà possibile degustarlo dal 9 settembre fino a metà gennaio del prossimo anno. Milano, 7 settembre 2010. Arriva in tutti i ristoranti Mcdonald’s Mozzarillo, ancora un nuovo panino dal sapore tipicamente italiano che utilizza come ingrediente principe la mozzarella prodotta con latte 100% italiano, di cui si prevede la fornitura di 3,5 milioni di mozzarelle, pari a 110 tonnellate per circa 1 milione di litri di latte italiano impiegati per l’intero periodo di promozione. Mozzarillo rappresenta un’ulteriore tappa nel percorso di promozione e valorizzazione dei prodotti tipici italiani, intrapreso da Mcdonald’s ormai da due anni con la proposta di ricette con il Parmigiano-reggiano Dop, lo Speck dell´Alto Adige Igp, la Pancetta della Val Venosta e culminato a gennaio di quest´anno con Mcitaly. “Il continuo apprezzamento da parte dei nostri clienti di queste ricette dimostra che gli italiani oltre ai nostri panini icona chiedono a Mcdonald’s anche ricette più vicine ai gusti locali e alla tradizione italiana.” Dichiara Roberto Masi, Amministratore Delegato Mcdonald’s Italia. “Sappiamo che i clienti hanno molto apprezzato queste proposte vicine al gusto locale, riconoscendone il valore, premiandone la qualità e facendone dei casi di successo come dimostrano i dati di vendita. Il Mcitaly, ad esempio, ha venduto oltre 3.000.000 panini nelle 8 settimane in cui era prevista la sua presenza nei ristoranti, confermando così le previsioni di vendita.” L’apprezzamento di queste proposte ha anche valicato i confini nazionali , confermando come il sistema Mcdonald’s sia un interessante volano per l’esportazione di prodotti italiani nel mondo. “È di questi giorni la notizia che l’Asiago, tra i protagonisti delle ricette Mcitaly, - continua Roberto Masi -sarà presto esportato, grazie al sistema Mcdonald’s, nei ristoranti Mcdonald’s francesi. L’esportazione prevista è pari a 75 tonnellate di Asiago.” L’operazione con l’Asiago nei ristoranti francesi è solo l’ultima di altre opportunità di promozione e valorizzazione dei prodotti italiani all’estero, sviluppate grazie al sistema Mcdonald’s. Già a gennaio di quest’anno, era stata annunciata, l’esportazione di Parmigiano-reggiano Dop nei Mcdonald’s in Francia, per un totale di 150 tonnellate di prodotto. A giugno, inoltre, 36 tonnellate di Parmigiano-reggiano Dop e 30 tonnellate di Pancetta della Val Venosta, fornita da Recla, partner Mcdonald’s Italia dal 2008, hanno raggiunto i Mcdonald’s tedeschi dopo Svizzera e Portogallo. Mozzarillo, disponibile nei ristoranti Mcdonald’s a partire dal 9 settembre, è un panino gustoso e fresco che utilizza anche una delicata salsa con basilico e pomodoro, un hamburger 100% italiano e una foglia di insalata batavia, il tutto racchiuso in un morbido panfocaccia con origano. La mozzarella ha un’innovativa forma tonda, studiata in esclusiva per Mcdonald´s. Non si tratta infatti di una semplice fetta, ma di una mozzarella intera, che non essendo tagliata, preserva le sue proprietà organolettiche. Oltre al Mozzarillo, nei prossimi mesi, Mcdonald’s amplierà la propria gamma di panini con formaggi italiani. Il 19 ottobre verrà lanciato il 280 grammi al Pecorino e ritornerà il 280 grammi al Parmigiano-reggiano Dop. In Italia da 25 anni, Mcdonald’s ha realizzato nel 2009 un giro d´affari consolidato pari a 834 milioni di euro (+9,4% rispetto al 2008). Con 400 ristoranti presenti su tutto il territorio, Mcdonald´s impiega oltre 13.500 dipendenti. Nella scelta dei propri fornitori, Mcdonald’s conferma la tendenza ad essere un marchio “locale”, privilegiando il territorio e l’imprenditoria nazionale. Mcdonald’s ha ottenuto il riconoscimento di Best Workplace 2010, classificandosi tra le prime 25 aziende, nell’indagine che Great Place to Work Institute Italia effettua annualmente per rilevare le migliori realtà lavorative in Italia.  
   
   
NASCE TRA, LO SNACK DOLCE E SALATO DI GALBUSERA.  
 
Galbusera ha lanciato Tra, lo snack dolce e salato, tutto da gustare, soprattutto nei momenti di relax, come l’intervallo di un film. Ecco perché il lancio di Tra sta avvenendo proprio in coincidenza con la programmazione di famosi film per tutta la famiglia. Galbusera è la prima azienda alimentare a esplorare in Italia questa soluzione, che consente di creare un dialogo tra grande schermo e sala, mettendo in contatto il protagonista dello spot con il pubblico presente. Prima di alcune proiezione determinate, dal semplice spot sullo schermo si passerà improvvisamente a vedere l´attore che lo interpreta uscire dallo schermo e comparire in sala tra il pubblico. Tra è un prodotto d’impulso in grado di intercettare un target trasversale e che per tipologia di consumo ben si sposa con un progetto di questo tipo.  
   
   
RICOLA PRESENTA UN NUOVO GUSTO IN ASTUCCIO: EUCALIPTOLO, BENEFICO ED EXTRA FORTE !  
 
Amore per l’ambiente, rigoroso controllo della qualità e solo ingredienti naturali: questa è in sintesi la ricetta delle specialità Ricola e, in particolare, delle caramelle che trovano la loro originalità del prodotto nella miscela di 13 erbe: Pimpinella, Veronica, Malva, Menta, Millefoglio, Salvia, Altea, Marrubio, Alchemilla, Piantaggine, Sambuco, Primula, Timo, messa a punto e perfezionata nel lontano 1940 e tradizionalmente utilizzata ancora oggi per tutti i prodotti Ricola. Il prodotto Ricola si colloca decisamente nella centralità dei valori ambientali, culturali ed etici fortemente voluti dall’azienda, che ha sempre posto particolare attenzione e rigore nella scelta delle materie prime. Tutte le erbe, coltivate in territorio alpino elvetico per conto di Ricola, provengono da metodi di agricoltura biologica. Vale a dire, senza l’apporto di fitofarmaci e con l’ausilio di lavoro principalmente manuale. Oltre un centinaio delle aziende che coltivano per Ricola operano in regime di coltivazione biologica e vantano il marchio protetto “Gemma”, il riconoscimento concesso da Bio Suisse (l’Associazione Svizzera delle organizzazioni per l’agricoltura biologica), ottenuto in applicazione di criteri più restrittivi rispetto alle direttive europee. L’assortimento Ricola è costituito da benefiche tisane alle erbe svizzere che, grazie ad un procedimento che garantisce la conservazione dell’alto contenuto di principi attivi e aromi, si preparano velocemente e semplicemente; tisane fresche e dissetanti, confezionate in un barattolo da 200 grammi, e disponibili in quattro varietà: “Alle Erbe”, “Distensive-relax”, “Camomilla” e “Melissa Limoncella”, da bersi calde o fredde. Ampia è la gamma di gusti e formati delle caramelle e tra i prodotti “evergreen” da menzionare i classici cristalli di zucchero con la loro tipica forma a dado, disponibili in busta e in lattina. Ricola, nel 1976, in risposta alla crescente sensibilità per una buona igiene dentaria, lanciò sul mercato le prime caramelle senza zucchero. Le confezioni senza zucchero sono disponibili sia in busta che in astuccio. Da oggi il clic box da 50 grammi è disponibile in ben nove gusti; oltre alle classiche 13 Erbe balsamiche, Fiori di sambuco, Arancia-menta, Ribes nero, Mentolo, Melissa-limoncella, Olivello spinoso, Erbe alpine e, ultimo nato, Eucaliptolo. L’astuccio tascabile Ricola Eucaliptolo, che contiene 50 grammi di caramelle svizzere alle erbe benefiche e rinfrescanti per la bocca e la gola, si trova al bar e nel supermercato ed ha un prezzo consigliato al pubblico €1,80.  
   
   
INTENSI E RICERCATI SAPORI NEI NUOVI TE’ A BASE D’INFUSO SANATTIVA  
 
Un giro del mondo tra profumi, gusti e tradizioni millenarie Speciali da tutti i punti di vista. Sono i nuovi Tè a base d’infuso di Sanattiva: naturali, dolcificati con il miele e aromatizzati con ricercati ingredienti naturali. Nati per i consumatori più esigenti, attenti al benessere e alla qualità delle materie prime, senza coloranti e conservanti, i Tè Sanattiva si posizionano direttamente nel top di gamma della categoria dei tè. Con i Tè a base d’infuso, Sanattiva invita i consumatori a un giro del mondo tra profumi, gusti e tradizioni millenarie. Tre le infusioni della selezione Sanattiva: tè bianco (bevuto alla corte degli imperatori cinesi e arricchito con zenzero e cardamomo), tè rosso (espressione della cultura africana ed esaltato dal rooibos e dal melograno) e tè verde (noto in tutto l’Oriente per le sue proprietà benefiche e riproposto con i profumi della malva e del fico d’india). I tè a base d’infuso vanno ad arricchire la gamma Sanattiva, la linea di prodotti pensata per sentirsi in forma con allegria. Sanattiva abbina, infatti, da sempre benessere, gusto e qualità, offrendo prodotti genuini, per coloro che vogliono vivere in maniera sana e naturale, senza però rinunciare al piacere. Disponibili in tre differenti gusti, i nuovi tè saranno offerti nel formato da 1 lt e da 0,5 lt. I gusti: Tè bianco a base d’infuso con zenzero e cardamomo. Il tè bianco è il più raro tra i tè, poiché prodotto utilizzando la prima gemma e la foglia più alta della pianta sbocciata nella nuova stagione. Nell’antica Cina il tè bianco era bevuto esclusivamente alla corte dell’imperatore ed era famoso per la sua delicatezza. Il Tè bianco sanattiva, a base d’infuso di tè bianco, ha un colore chiaro e un gusto delicato, addolcito da una goccia di miele, è impreziosito dalle note orientali e gentilmente speziate dello zenzero e del cardamomo. Tè rosso a base d’infuso, con rooibos e melograno. Il tè rosso, noto anche come tè rosso africano, è un infuso a base di Rooibos, un arbusto che cresce in Sudafrica. Le sue foglie, fermentate ed essiccate, assumono il caratteristico colore rosso e sono da sempre utilizzate dalle popolazioni locali per la preparazione di un infuso al quale si attribuiscono molteplici virtù. Il Te’ rosso sanattiva, a base d’infuso di Rooibos, ha un colore brillante e leggermente rossastro e un gusto dolce e fruttato. Gli aromi delicati del rooibos si sposano a quelli più decisi del tè nero e alle note inconfondibili di un altro frutto rosso eccellente, il melograno. Tè verde a base d’infuso con fico d´India e malva. Il tè verde deriva da foglie di tè essiccate al fine di inibirne i processi ossidativi. L’assenza di fermentazione delle foglie ne conserva il colore verde originario. Fin dall’antichità, il tè verde veniva consumato in Cina e in tutto l’Oriente per le sue note proprietà benefiche per corpo e mente. Il Te’ verde sanattiva, a base d’infuso di tè verde, ha un colore chiaro tendente al verde delicato e un gusto leggermente amaro che si stempera nelle note dolci e solari del fico d’India, del miele e nei profumi della virtuosa malva.  
   
   
A MILANO IL CONSORZIO DEL MONTECUCCO TORNA CON IL MAREMMA WINESHIRE  
 
La location è ancora de definire, ma il Consorzio del Montecucco Doc sarà presente a Milano, per l’edizione in trasferta del Maremma Wineshire, grande kermesse enologica dedicata ai vini maremmani, che ha debuttato lo scorso maggio a Grosseto. L’edizione Milanese è in programma dal 20 al 22 novembre e il territorio di Montecucco, rappresentato dal Consorzio di tutela e da tutte le cantine che vorranno aderire, si sta già organizzando per promuovere al meglio i suoi grandi vini. Il Montecucco Doc sarà presente con le ultime annate. Dieci anni di grande crescita Dieci anni fa con il nome del Montecucco Doc venivano prodotte poche decine di migliaia di bottiglie e sul territorio si contavano una decina di cantine. Tra il 2000 e il 2010 il Montecucco Doc si fa largo nella costellazione dei grandi vini toscani, crescendo in qualità e quantità. Un passaggio fondamentale per lo sviluppo della denominazione è stata la nascita del Consorzio di Tutela, fondato da 21 produttori nel 2000, due anni dopo il riconoscimento della Doc. La capacità di essere quotidianamente al fianco dei produttori, l’attività di promozione del marchio, l’attenzione posta alla qualità del prodotto finito, sono tutti elementi che hanno permesso al Consorzio di conquistare la fiducia delle aziende locali più importanti, alle quali si sono aggiunte con il tempo alcune delle più importanti case vitivinicole nazionali. Dopo il 2000 la denominazione è cresciuta nei numeri, ma l’ultimo decennio è stato determinante anche per gli investimenti in nuovi vigneti e cantine. Un fenomeno ancora più interessante se si pensa che la Doc Montecucco è stata riconosciuta soltanto nel 1998. A distanza di dodici anni i produttori adesso aspettano la Docg. I Numeri Il Consorzio oggi rappresenta 52 aziende su circa 70, oltre 500 ettari di vigneto su una superficie vitata complessiva di 750/800 ettari; e oltre di 1,2 milioni di bottiglie su una produzione complessiva di 1,8 milioni l’anno. Numeri destinati a crescere, visto che il potenziale produttivo del Montecucco, se tutti i vigneti fossero dedicati alla Doc, sfiorerebbe i 5,5 milioni di bottiglie. Nelle sue quattro tipologie il Montecucco è un vino molto apprezzato per i risultati enologici raggiunti. Si colloca in una fascia di prezzo in cantina per il consumatore finale che va dai 4/6 € per il Rosso, ai 8/10 € per il Sangiovese, fino ai 20€ per una bottiglia di Sangiovese Riserva.  
   
   
MUSEO DEL VINO: 15 SETTEMBRE DEGUSTAZIONE VINI DI ANTICHI VITIGNI  
 
Musei - Mercoledì 15 settembre 2010 alle ore 15.30 il Museo provinciale del vino a Caldaro propone ai visitatori una degustazione di vini prodotti da antichi tipi di vite. Prossima degustazione il 22 settembre. “Fraueler”, “Batterle”, “Versoaln”, “Furner Hottlinger”, “Langrein”: nomi di vitigni un tempo diffusi in Alto Adige ed ora poco usati. A testimonianza della varietà della tradizione vitivinicola altoatesina, il Museo provinciale del vino a Caldaro ne coltiva ancora alcuni esemplari. Mercoledì 15 settembre 2010 alle ore 15.30, nell´ambito di una degustazione, i visitatori potranno assaggiare il vino prodotto con le viti rare coltivate dal museo. La degustazione avrà luogo nel vigneto adiacente all’edificio museale e sarà preceduta da una breve introduzione storica. È obbligatoria la prenotazione al numero di tel. 0471 963168. Un’ulteriore degustazione è prevista per il prossimo 22 settembre. Info: Museo provinciale del vino, via dell’Oro 1, Caldaro (Bz), tel. +39 0471 963168 web www.Museo-del-vino.it/