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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Settembre 2010
AL PRINCIPIO C´ERA EVA...  
 
Bruxelles, 8 settembre 2010 - Ma quando è stato il principio? Gli esperti di statistica hanno calcolato che la madre di tutti gli esseri umani, la cosiddetta "Eva mitocondriale" (mtEve), è vissuta sulla terra circa 200.000 anni fa. Il team, proveniente da Polonia e Stati Uniti, ha basato le proprie stime sul più completo esame statistico mai condotto fino a questo momento che comprendeva modelli genetici e ipotesi basate dulla migrazione e la proliferazione umana. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Theoretical Population Biology. Lo studio è stato condotto dal dott. Krzystof Cyran del Politecnico della Slesia a Gliwice, Polonia, e dal dott. Marek Kimmel della Rice University negli Stati Uniti. Gli esperti hanno confrontato 10 modelli genetici umani per sostenere l´esistenza della mtEve attraverso una serie di ipotesi su come gli esseri umani si sono spostati e sparsi per tutto il pianeta. Nello studio, gli autori definiscono la mtEve come la "radice del polimorfismo mitocondriale degli esseri umani moderni basato sul Dna (acido deossiribonucleico) di umani e di fossili di Neanderthal". I mitocondri sono piccolissimi organuli del citoplasma delle cellule che producono energia. Tutti i pedigree mitocondriali sono materni perché il genoma mitocondriale di tutte le persone viene ereditato dalla madre. Gli scienziati usano questo genoma come modo di valutare la relazione tra un essere umano e un altro. Con 37 geni che cambiano raramente, i mitocondri sono un opzione molto più facile rispetto a confrontare i circa 20.000 geni contenuti nel genoma umano. Quindi identificare l´età corretta dell´antenato originale materno dell´essere umano è una sfida che avvicina gli scienziati al nostro passato tramite processi genetici che sono fattori chiave nella malattia come la mutazione e la selezione. "È per questo che siamo interessati ai pattern della variabilità genetica in generale," ha spiegato il dott. Kimmel. "Sono molto importanti per la medicina." I profili genetici di donatori di sangue presi a caso permettono agli scienziati di capire il grado al quale un donatore è imparentato con un´altro. Il segreto per determinare l´età della mtEve risiede nel trasformare la misura dell´affinità di questi donatori in una misura del tempo. Secondo il dott. Cyran, le differenze tra le sequenze genetiche devono essere tradotte per determinare come si sono evolute nel tempo. "E il modo in cui si sono evolute nel tempo dipende dal modello di evoluzione che si usa," ha spiegato. "Quindi, per esempio, qual´è il fattore di mutazione genetica e questo fattore di cambiamento è uniforme nel tempo? E il processo di perdita casuale di varianti genetiche, che viene chiamata deriva genetica?" Le risposte a queste fondamentali domande prendono la forma di coefficienti (costanti numeriche) all´interno di ognuno dei 10 modelli incorporati dai dott. Cyran e Kimmel e vengono aggiunti all´equazione per determinare l´età della mtEve. "Abbiamo scoperto che tutti i modelli che descrivevano le dimensioni di una popolazione - come diversi processi di ramificazione - davano stime simili," ha detto il dott. Kimmel. "È rassicurante, perché mostra che affinando le ipotesi del modello, oltre un certo punto, potrebbe non essere importante nel quadro generale." Il dott. Kimmel ha aggiunto che le scoperte fatte insieme al dott. Cyran sottolineano l´importanza di prendere in considerazione la natura casuale dei processi riguardanti la popolazione come la crescita e l´estinzione. "I modelli deterministici classici, compresi diversi modelli usati in precedenza per calcolare l´età della mtEve, non tengono conto pienamente di questi processi casuali." Per maggiori informazioni, visitare: Theoretical Population Biology - fare clic: qui Politecnico della Slesia - Gliwice: http://www.Polsl.pl/en/strony/0_welcome.aspx  Rice University: http://www.Rice.edu/    
   
   
MARCHE: CUP UNICO, SI PARTE IL 13 SETTEMBRE  
 
Ancona, 8 Settembre 2010 - ´Un forte impegno per mantenere la Sanita` come fiore all´occhiello delle Marche, un servizio che offre grandi vantaggi al cittadino e che contribuisce a ridurre le liste d´attesa´. Il Presidente Gian Mario Spacca alla presenza dell´assessore alla Sanita` Mezzolani, del direttore generale del Servizio Salute Ruta e del direttore di Ospedali Riuniti Tosolini ha presentato ufficialmente il Cup unico regionale, che partira` come servizio il 13 settembre prossimo. ´Dopo la strategia finanziaria che ci ha consentito di riequilibrare i conti della sanita` e che ha reso le Marche una delle Regioni piu` virtuose ´ ha detto Spacca ´ ora passiamo alla fase di riorganizzazione gestionale nel segno dell´efficientamento e dell´integrazione dei servizi a cominciare dalle prenotazioni, servizio primario per il cittadino. E´ questa la filosofia del nuovo Piano sanitario regionale´. ´Abbiamo bisogno di mantenere alte la tecnologia e l´efficienza in rete attraverso questo ulteriore servizio integrato ´ ha ribadito Mezzolani ´ se vogliamo rimanere al vertice delle Regioni italiane, cosi` come ci vedono i dati positivi finora registrati a livello nazionale. Il Cup regionale e` un tassello essenziale per la qualita` del servizio, oltre che per agire direttamente sulla riduzione delle liste d´attesa´. ´Questa e` solo la fase d´avvio ´ ha detto Ruta ´ a regime, si prevede una riduzione dei tempi d´attesa anche del 25%, grazie all´apertura delle agende di appuntamenti di ogni struttura ospedaliera´. Le prenotazioni ambulatoriali e le visite in genere saranno infatti smistate su ogni struttura del territorio, dove ci sono di volta in volta posti liberi, evitando sovrapposizioni e lunghe file. Il servizio di prenotazione unico dal 13 settembre affida ad una cooperativa la gestione di due call center, uno a Pesaro e uno a Fermo, con 58 operatori (la meta` sono disabili) che saranno in rete con 800 postazioni di raccolta da strutture ospedaliere e sociosanitarie, oltre a 1450 medici di base, 170 pediatri e 527 farmacisti. Saranno oltre 6000 le agende gestite per 4,5 milioni di prestazioni da effettuare e circa 3 milioni di prenotazioni annue. Il numero verde cui rivolgersi è da telefono fisso: 800098798 (a carico del Cup regionale) da cellulare: 199419891 (a carico degli utenti) .  
   
   
TESTAMENTO BIOLOGICO, PUBBLICATO UN NUOVO OPUSCOLO INFORMATIVO  
 
Bolzano, 8 settembre 2010 - Un numero crescente di persone desidera esprimere la propria volontà riguardo ai trattamenti nella fase terminale della vita. Può essere fatto tramite le direttive anticipate di trattamento o il cosiddetto testamento biologico. L´assessore provinciale alla sanità Richard Theiner ha presentato il 7 settembre il nuovo opuscolo informativo elaborato da un gruppo di lavoro guidato dal Comitato etico provinciale. "La fase terminale della vita delle persone - ha spiegato Theiner - non deve essere legata alla compilazione di un documento, ma deve integrarsi in un processo di consulenza da parte di medici e personale sanitario. Questo opuscolo costituisce una guida per i cittadini e un sostegno nel processo di confronto molto personale con la malattia e la morte". Per orientare le persone che desiderano esprimere la loro volontà sui trattamenti sanitari nella fase terminale della loro vita anche quando non siano più in grado di farlo coscientemente, e per poter offrire strumenti di consulenza al personale delle strutture sanitarie e sociali, è stato pubblicato l´opuscolo "Direttive anticipate di trattamento", che offre importanti informazioni sul concetto della pianificazione preventiva dei trattamenti e spiega gli elementi utili per la stesura del testamento biologico. Un modulo da compilare integra le informazioni e ne fa una vera e propria guida. Attualmente, in Alto Adige, sono circa 150 i pazienti in stato di coma vigile, dunque non più in grado di decidere autonomamente sull´utilizzo di terapie di sostegno artificiali per il prolungamento della vita. L´argomento è ovviamente molto delicato, perchè al dovere dei medici di usare ogni mezzo, secondo scienza e coscienza, per la salvaguardia della vita, si oppone quello di ogni persona a decidere sui propri trattamenti dopo una adeguata informazione. In base alle norme costituzionali e al codice deontologico, i medici non possono eseguire trattamenti sanitari senza aver prima raccolto il consenso del paziente, ed è su questi principi che si basa il cosiddetto "consenso informato". Ciò significa che è sempre il paziente, con l´aiuto del personale medico, che decide se dare o meno l´assenso ai trattamenti sanitari. "Le direttive anticipate di trattamento s´inquadrano proprio in questo contesto - ha proseguito l´assessore Richard Theiner - ed è qui che si collocano le misure di sostegno che noi offriamo". "Le direttive anticipate di trattamento - ha sottolineato il presidente del Comitato etico provinciale Herbert Heidegger - devono diventare parte integrante del nostro sistema sanitario nell´ambito di un progetto di pianificazione che coinvolga il personale infermieristico, i medici di base, i medici curanti degli ospedali e le case di riposo". A questo proposito sono già stati organizzati dei corsi di formazione per i medici e ne seguiranno altri per altri gruppi professionali.  
   
   
SANITA´ IN SICILIA: BUDGET CONVENZIONATI, IL TAR DA´ RAGIONE ALL´ASSESSORATO  
 
Palermo, 8 settembre 2010 - L´assessorato regionale della Salute ha operato correttamente quando ha approvato con decreto la metodologia per la determinazione degli aggregati provinciali di spesa per la specialistica ambulatoriale convenzionata esterna e i criteri per la determinazione del budget delle singole strutture da parte dei dirigenti generali delle Asp. Lo ha stabilito la prima sezione del Tar regionale, presieduta da Giorgio Giallombardo, che ha dichiarato in parte inammissibile e in parte respinto il ricorso proposto dal sindacato branche a visita (Sbv) con il quale si chiedeva l´annullamento di un decreto assessoriale del 15 marzo 2010. Nella sentenza, il Tar scrive che la documentazione acquisita in giudizio "dimostra l´infondatezza in fatto dei motivi di ricorso relativi alla supposta mancata concertazione del contenuto del decreto impugnato" essendo documentata la convocazione e la fattiva partecipazione delle organizzazioni sindacali, cosa che risulta ampiamente dai verbali delle relative riunioni che sono stati prodotti in giudizio. Il tribunale amministrativo sottolinea come non ci sia stato un difetto di istruttoria e che l´amministrazione sanitaria ha imperniato la costruzione del proprio provvedimento basandosi sul "rapporto sulla specialistica ambulatoriale in Sicilia" e dunque sviluppando un ragionamento basato sul reale fabbisogno. La sentenza del Tar cita anche la "condivisione" espressa dai ministeri della Salute e dell´Economia in sede di verifica degli adempimenti posti in essere dalla Regione siciliana in attuazione del Piano di rientro: circostanza che "testimonia - scrive il Tar - ulteriormente della inesistenza di vizi istruttori e procedimentali dell´adozione del decreto impugnato".  
   
   
INVALIDI CIVILI: FIRMATA CONVENZIONE PASSAGGIO A INPS VENETO CONCESSIONE TRATTAMENTI ECONOMICI; INVALIDI SONO 172 MILA (+28% DA ULTIMO QUINQUENNIO); INESISTENTE FENOMENO FALSI INVALIDI  
 
Venezia, 8 settembre 2010 - Anno 2010: la Regione Veneto ha un numero di pensioni per invalidi civili pari a 46.383 (con un importo medio mensile di 260 euro); sono invece 125.270 le indennità accompagnamento (importo medio mensile 467 euro), per un totale di 171.653 pensioni vigenti in Veneto con una provvidenza economica. Nell’ultimo quinquennio gli invalidi civili sono aumentati del 28% , infatti nel 2005 erano 134.292. E, nel Veneto, il fenomeno dei falsi invalidi è praticamente inesistente, meno dell’1% dei casi. Dopo diversi anni in cui le Aziende Ullss venete avevano preso in mano con positivi risultati la questione dell’accertamento dei requisiti e dell’erogazione delle provvidenze economiche per gli invalidi civili, ora, per effetto della legge n. 102 del 3 agosto 2009, l’interlocutore unico diventa l’Inps del Veneto. La decisione formale è stata presa stamani con la sottoscrizione della convenzione tra l’Assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto e il Direttore regionale dell’I.n.p.s. Antonio Pone in merito all’attività di concessione delle provvidenze economiche e dell’indennità di accompagnamento per gli invalidi civili, cecità civile, sordità civile, disabilità. Erano presenti i direttori generali delle Aziende Ullss. La convenzione prevede il passaggio, dal 1° ottobre prossimo, delle funzioni all’I.n.p.s. (finora di competenza della Regione tramite le Aziende Ullss). Il provvedimento attua anche l’accordo intervenuto in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie che ha previsto la stipula di specifiche convenzioni tra le singole Regioni e le sedi Inps per regolare gli aspetti tecnici e informativi del procedimento. La convenzione prevede una fase transitoria fino al 31 dicembre 2010 nella quale il personale Inps lavora congiuntamente a quello delle Ullss per agevolare il trasferimento progressivo di competenze, la gestione dei processi lavorativi e lo smaltimento delle pratiche giacenti presso le unità operative invalidi civili delle Ullss. “Il Veneto – ricorda l’Assessore Sernagiotto – in questi anni, tramite la gestione delle pratiche affidata alle proprie Aziende Ullss, aveva già raggiunto per conto suo ottimi risultati nell’abbattimento dei tempi di erogazione degli emolumenti dovuti agli invalidi civili. Ovviamente la parte di accertamento sanitario delle invalidità civili resta in capo alle Aziende Ullss che saranno integrate da un medico Inps. E’ un passo che va nella direzione di semplificare l’intero sistema di concessione dei benefici, garantendo prestazioni certe a chi ne ha diritto, migliorando la qualità del servizio erogato al cittadino, risparmiando nella spesa pubblica. Tenendo poi conto che da noi, i ‘furbi’ i falsi invalidi sono meno dell’1%”. La convenzione prevede flussi informativi compatibili con i sistemi attuali della Regione Veneto. In futuro sarà messo a disposizione dall’Inps un sistema informatico finalizzato alla raccolta dei dati provenienti dall’intero territorio afferenti le prestazioni sulla non autosufficienza (progetto sistema informativo non autosufficienza-Sina). Si ricorda che le domande d’ invalidità civile devono essere presentate all’Inps esclusivamente attraverso canale telematico. Il nuovo processo avviato dal 1° gennaio scorso ha visto interagire diversi soggetti: cittadino, Azienda Ulss, Regione, Associazioni, Patronati, medici, Inps. Secondo i dati forniti dal direttore dell’Inps del Veneto Antonio Pone tra i soggetti abilitati alla presentazione gli enti di patronato hanno veicolato la quasi totalità delle domande raggiungendo il 95,5% pari a 36.560 domande.  
   
   
PRONTI GLI APPARTAMENTI-PALESTRA PER PERSONE CON DISABILITÀ INAUGURATI A TRIESTE DUE ALLOGGI INTEGRATI CON TECNOLOGIE DOMOTICHE CHE FACILITANO LA FRUIZIONE DEGLI SPAZI A SOGGETTI CON RIDOTTA AUTONOMIA MOTORIA, MIGLIORANDONE L’AUTOSUFFICIENZA  
 
Trieste, 8 settembre 2010 - Due appartamenti-palestra attrezzati con tecnologie e soluzioni domotiche per agevolare il ritorno alla “normalità” e migliorare la qualità della vita di persone che presentano un’autonomia motoria limitata. Sono gli alloggi, situati in via Capitolina 3/3, inaugurati oggi a Trieste e realizzati nell’ambito di Presto a Casa, progetto nato con l’obiettivo di sviluppare modelli di domicilio temporaneo dedicati a utenti con disabilità fisiche, realizzato da Comune di Trieste (capofila), Area Science Park e Ater Trieste, con la collaborazione dell’Area Riabilitazione degli Ospedali riuniti e della Provincia di Trieste. Il progetto è stato approvato nell’ambito del bando pubblico emesso nel 2008 dalla Regione Friuli Venezia Giulia per l’innovazione e la ricerca nel settore della salute e protezione sociale. I due alloggi, di circa 80 metri quadri ciascuno, sono stati progettati per coadiuvare nella delicata fase del recupero dell’autonomia persone dalla mobilità ridotta, a causa di eventi traumatici o dell’aggravarsi di patologie degenerative. Terminato il periodo di riabilitazione ospedaliera, infatti, il rientro a casa può essere problematico, date le mutate necessità e la presenza nell’abitazione di ostacoli al movimento. Proprio in questa fase si inserisce il progetto “Presto a casa”: una volta lasciato l’ospedale, la persona può sperimentare, insieme a un familiare, tutte le soluzioni implementate nei due appartamenti-palestra e decidere in modo consapevole quali di queste utilizzare nella propria dimora. Negli alloggi di via Capitolina sono infatti state integrate tecnologie e soluzioni progettate ad hoc per facilitare lo svolgimento delle attività quotidiane in sicurezza: piani di lavoro sospesi, elettrodomestici personalizzati, sensori anti-allagamento e di allarme gas, lavabi e Wc sospesi e regolabili, avvisi automatici ai familiari in caso di necessità. Con un semplice telecomando collegato ad un Pc è possibile gestire e controllare tutte le funzionalità domotiche di particolare interesse: dalla movimentazione automatica della porta d’ingresso e delle tapparelle alla chiusura delle finestre, dal controllo del clima alla regolazione delle luci. L’accesso ai due alloggi sarà gestito dall’Area Riabilitazione degli Ospedali riuniti che selezionerà gli utenti con il profilo più adatto alla sperimentazione.  
   
   
ISTITUTO SCIENTIFICO UNIVERSITARIO SAN RAFFAELE E FONDAZIONE BONGIORNO: INSIEME PER PROGETTI DI SOSTEGNO ALL’INFANZIA  
 
Milano, 8 settembre 2010 – Con il sostegno della Fondazione Bongiorno l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele svilupperà due progetti in favore dell’infanzia: Nuovo Centro Pediatrico Di Terapie Avanzate - La Fondazione Bongiorno sosterrà il Nuovo Centro Pediatrico di Terapie Avanzate dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele, per la cura dei bambini con malattie oncoematologiche, come ad esempio le leucemie ed i linfomi. Il Centro si occuperà di ricerca, diagnosi e cura attraverso lo studio della genesi delle malattie e la messa a punto di nuove strategie terapeutiche. Tale obiettivo verrà perseguito utilizzando strumenti di ricerca e diagnosi innovativi, quali la genetica molecolare e la genomica traslazionale, nonché sviluppando terapie cellulari avanzate. L’applicazione di protocolli clinici d´avanguardia, come il trapianto di midollo osseo da donatore aploidentico e la terapia genica, avverranno in una struttura all’avanguardia recentemente completata, dove medici di fama internazionale e consolidata esperienza nel condurre progetti di ricerca traslazionale, affiancati da un´equipe infermieristica ad alta professionalità, si dedicheranno alla cura di questi piccoli pazienti. Lo Spazio E L’intervallo - L’irccs San Raffaele, con il suo Dipartimento di Neuroscienze Cliniche diretto dal Professor Enrico Smeraldi, ha inteso sviluppare un luogo dal nome “Lo Spazio e l’Intervallo”: si tratta di un luogo dedicato a tutti i bambini affetti da condizioni psicopatologiche e patologie fisiche, nonché a tutti i bambini afferenti all’Ospedale per qualsiasi motivazione intercorrente. In particolare si intende incrementare l’intervento di sostegno e riabilitazione neuropsicologica integrata per i bambini, comprendendo una ludoteca articolata in diversi ambienti. Occorre pensare a questo luogo non come mero raccoglitore di giochi, quanto piuttosto come a uno spazio vissuto, dove il bambino, indugiando nel gioco, può sperimentare sentimenti e pensieri che lo metteranno in condizione di camminare nella vita, specialmente se ha già incontrato difficoltà psicologiche. La necessità del gioco viene valorizzata come esperienza guidata e orientata a migliorare la formazione personale e sociale del bambino: uno spazio di pensiero e di azione che attraverso materiale strutturato e al di fuori delle logiche commerciali, stimola la calma, la riflessione, il saper attendere e l’ascoltare, per poi sviluppare le competenze del confrontare, del fare scelte, del proporre. Un luogo dunque dove esercitare la rappresentazione e la decostruzione del gioco, le diverse competenze del suo fare e disfare mimetiche a quella della vita.  
   
   
VERSO ACCORDO DI PROGRAMMA PER NUOVO OSPEDALE DI PORDENONE  
 
 Trieste, 8 settembre 2010 - Ulteriore passo avanti verso la definizione dell´Accordo di Programma per la realizzazione del nuovo ospedale di Pordenone. Nel pomeriggio di ieri, l´assessore alla programmazione, Sandra Savino, e l´assessore alla Salute, Vladimir Kosic, hanno incontrato i soggetti preposti alla firma del documento che definisce non solo la realizzazione del nuovo nosocomio, ma anche le ripercussioni sulla viabilità e sull´assetto urbanistico ad esso collegato. "La mia intenzione era di verificare che tutti i soggetti chiamati a partecipare all´Accordo confermassero nuovamente la volontà di procedere sulla strada intrapresa", commenta l´assessore Savino, constatando che tutti stanno lavorando alacremente per sottoscrivere quanto prima il documento, quale atto preliminare all´avvio dei lavori. Gli enti coinvolti, Regione, Comune, Provincia ed Azienda Sanitaria hanno concordato un tempo utile di 30 giorni per inoltrare al Servizio Programmazione della Direzione Finanze e Risorse Economiche la documentazione necessaria all´avanzamento della procedura per la definizione dell´Accordo. Dal punto di vista tecnico esso prevede la realizzazione del nuovo ospedale in località Comina; la realizzazione della c.D. "Cittadella della Salute", che diventerà la sede integrata per le attività distrettuali dell´Ass 6, di quelle di competenza dell´Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Pordenone e di quelle di competenza dell´Ambito Distrettuale urbano; la realizzazione delle soluzioni viabilistiche di accesso al nuovo complesso ospedaliero. La progettazione del nuovo complesso ospedaliero da parte dell´Azienda Ospedaliera è già in fase avanzata e prevede un investimento di 180 milioni di euro; mentre per la Cittadella della Salute, per cui sono già state individuate risorse pari a 12 milioni di euro, sono in fase di definizione le questioni connesse alla disponibilità delle aree.  
   
   
BASILICATA: AL VIA NUOVA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE CONTRO L’HPV CONSENTIRÀ DI VACCINARE GRATUITAMENTE TUTTE LE RAGAZZE DAI 12 AI 25 ANNI CONTRO IL PAPILLOMAVIRUS UMANO  
 
Potenza, 8 settembre 2010 - Al via la nuova campagna di informazione e sensibilizzazione in Basilicata che consentirà di vaccinare gratuitamente tutte le ragazze dai 12 ai 25 anni contro il papillomavirus umano (hpv), il principale responsabile di molte malattie genitali e non, tra cui il tumore al collo dell’utero, alla vulva, vagina e i condilomi. Obiettivo dell’iniziativa, che si terrà sotto l’alto patrocinio della regione Basilicata, è quello di portare a termine l’ambizioso progetto di riuscire a difendere le donne dall’attacco dei tipi più comuni di hpv e quindi proteggere la loro salute per un futuro sano. L’iniziativa salverà dal tumore al collo dell’utero, dai condilomi e dalle altre malattie correlate a questo virus tutte le donne lucane tra i 12 e i 25 anni d’età. La Basilicata è stata la prima regione italiana ad aver iniziato, nel 2007, un programma di vaccinazione gratuito contro l´hpv. Ma anche la prima ad aver offerto questa importante opportunità di salute non soltanto alla classe delle 12enni, ma anche ad altre tre fasce d’età: 15, 18 e 25 anni. L’iniziativa, nata sotto l’alto patrocinio della Regione Basilicata, è stata fortemente sostenuta dalle associazioni di volontariato Iris Basilicata, Fidas Basilicata e Fidapa distretto sud-est, per diffondere sempre più tra le giovani generazioni la cultura della prevenzione dei tumori, promuovendo, nel contempo, la donazione del sangue, come efficace forma di medicina preventiva. “Come associazioni siamo sempre impegnati a promuovere i corretti stili di vita che sono, soprattutto nelle nuove generazioni, alla base delle donazioni di sangue. L’aumento delle donazioni è un elemento fondamentale per supportare la sanità pubblica locale e nazionale, soprattutto nelle lotta e nella cura dei tumori - afferma Paolo Ettorre, presidente regionale Basilicata Fidas. Per curare i tumori infatti serve spesso tanto sangue e, ricordiamo, che il sangue non può essere prodotto in laboratorio ma solo donato”. Obiettivo comune delle tre associazioni è quindi incrementare l’adesione delle ragazze e dei ragazzi lucani ai programmi di salute pubblica di prevenzione delle principali neoplasie (tumore al seno con la mammografia, tumore al collo dell’utero con pap-test e vaccinazione anti hpv, ai polmoni con campagne anti fumo), informare sui corretti stili di vita ed invitare a divenire donatori di sangue, periodici, responsabili e volontari. Al programma ha aderito anche la Provincia di Matera, sostenendo le iniziative promosse dalle Associazioni di volontariato nell’ambito delle azioni di solidarietà che il terzo settore mette in campo per coinvolgere soprattutto i giovani, stimolandoli a sperimentare forme di comunicazione di successo, e di collaborazione con ogni mezzo, particolarmente quando i messaggi che si divulgano sono informazioni utili alla persona ed alla comunità. "Con questa nuova campagna di vaccinazione contro l´Hpv la Regione Basilicata dimostra ancora una volta che è possibile coniugare risparmio ed efficienza. Se da una parte, infatti, il sistema sanitario lucano è praticamente l´unico a non essere stato commissariato fra le regioni del Sud Italia, dall´altra stiamo mettendo in campo azioni per migliorare la salute pubblica”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione. “La campagna di vaccinazione, come tutti gli screening che abbiamo avviato da alcuni anni – ha aggiunto De Filippo - si muove proprio nella direzione di rafforzare la prevenzione con quel che significa in termini di risparmio dei costi e di miglioramento della qualità della vita dei nostri cittadini. La Basilicata è stata la prima regione in Italia ad avviare la campagna di vaccinazione contro l´Hpv, poi seguita da altre regioni. E non è un caso che ci siano arrivate attestazioni di merito da autorevoli esponenti della Sanità nazionale come Sergio Pecorelli, Presidente della Commissione Oncologica della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia, che già nel 2007 aveva invitato le altre regioni a seguire il modello Basilicata. Fra l´altro, i dati di copertura in nostro possesso hanno dato ragione alla Basilicata considerato che abbiamo registrato una copertura vaccinale, complessivamente per le quattro fasce d’età, del 73 percento con una grande adesione volontaria di tante donne lucane. Dati incoraggianti che ci hanno spinto a promuovere questa nuova campagna di vaccinazione – ha concluso De Filippo - per consentire a un più vasto numero di donne di combattere questa infezione e le sue conseguenze e, quindi, di migliorare la propria qualità della vita". “La Basilicata ha aderito alle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità non appena si è reso disponibile il vaccino dell´Hpv, assumendo l´impegno di mettere a disposizione delle donne lucane questa opportunità. L´azione combinata fra screening e vaccinazione è il modo migliore per prevenire gravi malattie e raggiungere l´obiettivo di salute pubblica che la Regione Basilicata si è prefissata”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Salute, Attilio Martorano, nel corso della conferenza stampa. “La campagna di vaccinazione contro l´Hpv – ha aggiunto Martorano - ha uno straordinario valore sociale e sanitario. Non è un caso che, alle donne che non rientrano nella fascia d´età prevista dalla campagna di vaccinazione, abbiamo offerto la possibilità di acquistare il vaccino con uno sconto del 50 percento rispetto al prezzo di mercato. Il modello che abbiamo adottato, tra l´altro, consentirà l´implementazione della vaccinazione anche nei maschi proteggendo in modo capillare tutti gli adolescenti dalle malattie infettive legate all’Hpv. Un ruolo importante in questo percorso è svolto dalle associazioni di volontariato, come Iris, Fidas e Fidapa cui va dato atto – ha concluso Martorano - del prezioso impegno profuso, contribuendo così ad accrescere il valore del nostro sistema sanitario”. Cos´è l´Hpv e perchè è utile la campagna di vaccinazione lo spiega Giuseppe Montagano, dirigente Ufficio Formazione ed Aggiornamento e Politiche del Personale del Servizio Sanitario Regionale. Che cos’ è l’Hpv e cosa causa? È un virus in grado di causare il tumore al collo dell’utero. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 3.500 nuovi casi di cancro del collo dell’utero e tuttora si muore per questo tipo di tumore. Circa il 70% dei casi di cancro del collo dell’utero è dovuto a un’infezione da Hpv. L’infezione è molto frequente? Purtroppo sì. Oltre il 75% della popolazione si infetta nel corso della propria vita ma l’infezione, ed i casi di cancro ad essa correlati, possono essere evitati grazie alla vaccinazione; il vaccino è ritenuto sicuro ed efficace. La Basilicata ha attuato una strategia vaccinale per abbattere le patologie correlate all’hpv? La strategia vaccinale multi coorte adottata dalla Regione Basilicata con la campagna 2007/2010 e successiva copertura delle 25enni fino al 2014, è stata prevista per la profilassi vaccinale di un’adeguata quota di popolazione femminile (dai 12 ai 32 anni in un periodo di pochi anni (7 anni), secondo uno schema progressivo che a tre anni dall’avvio dell’intervento (dagli inizi del 2011 – dopo la fase di recupero delle non vaccinate che si concluderà – si spera - a fine anno) consente di offrire la vaccinazione alle sole 12enni e 25enni e a sette anni (dal 2014) alle sole dodicenni, avendo a sette anni dall’avvio della campagna vaccinale coperto una buona % di popolazione femminile di 12-32 anni). Con che risultati? Oltre l’80 per cento medio di copertura nelle 12enni dopo tre anni e circa il 50 per cento in quelle più grandi. La Basilicata ha offerto un modello da imitare per tutte le regioni italiane, in grado di consentire presto l´implementazione della vaccinazione anche nei maschi, proteggendo in modo routinario e capillare tutti gli adolescenti dalle malattie infettive legate all’hpv.  
   
   
VARATO IL NUOVO REGOLAMENTO DELLE PREVIDENZA COMPLEMENTARE REGIONALE DEL TRINTINO ALTO ADIGE  
 
 Trento, 8 settembre 2010 - Con l’intento di garantire una semplificazione ed un aggiornamento delle norme vigenti, la Giunta regionale, su proposta dell’Assessora competente Martha Stocker, ha approvato ierfi il nuovo regolamento sulle modalità applicative delle leggi in materia di previdenza complementare. Fra le novità introdotte dal testo, l’adeguamento degli importi delle varie provvidenze, degli incentivi e dei requisiti patrimoniali alle variazioni degli indici Istat, l’estensione della garanzia agli iscritti sulla protezione del capitale accumulato nella fase finale del periodo di accumulo, con l’estensione del periodo garantito da 2 ad un massimo di 5 anni, attraverso l’introduzione di un’apposita linea garantita e l’estensione della platea dei destinatari degli interventi previsti per i lavoratori in situazioni di difficoltà, soprattutto quelli discontinui, sia con riferimento al numero di mesi coperti (aumentato da 33 a 36), sia con riferimento agli importi accantonati (massimo 4.600 euro). Per semplificare, ma allo stesso dare massima rappresentanza a tutte le parti in causa, è stata inoltre prevista l’unificazione degli attuali due comitati (comitato di coordinamento e comitato di sostegno contributivo) previsti e delle loro competenze nel “comitato per lo sviluppo della previdenza complementare” che diventerà uno strumento di elaborazione di forme di tutela sociale da realizzare anche tramite il risparmio previdenziale e con funzioni consultive in materia di modifiche normative che riguardino la previdenza complementare regionale. Infine, il nuovo regolamento prevede di rinforzare il supporto ai lavoratori in caso di omissioni contributive da parte dei datori di lavoro.  
   
   
A TRIESTE “VACANZE IN CITTA’”: OTTO APPUNTAMENTI NELL’AMBITO DEL PIU’ AMPIO PROGETTO A FAVORE DELLA SOCIALITA’, CON L’OBIETTIVO PRIMARIO DI MANTENERE ATTIVO L’ANZIANO A TUTELA DEL SUO BENESSERE PSICO-FISICO  
 
Trieste, 8 settembre 2010 - “Vacanze in città” è il titolo dell’iniziativa organizzata dall’assessorato alla Promozione e Protezione Sociale del Comune di Trieste, in collaborazione con l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “Prosenectute”, con l’associazione di volontariato Acaar Marenzi e il Consorzio Fhocus. Otto appuntamenti nell’ambito del più ampio progetto a favore della socialità, che mirano ad un obiettivo primario: mantenere attivo l’anziano a tutela del suo benessere psico-fisico, coinvolgendo nel programma di “Vacanze in città” proprio quelle persone che per la loro particolare fragilità, soprattutto fisica, sono più bisognose di socialità. L’iniziativa è stata presentata stamane dall’assessore comunale alla Promozione e Protezione Sociale Carlo Grilli con il funzionario del Servizio comunale Disabili e Anziani Anna Galopin, la presidente Adriana Carbonara e la direttrice Deborah Marizza della Prosenectute, il presidente dell’Accar Claudio Piuca e il direttore del Consorzio Fhocus Giampiero Costantini. “Grazie ad una programmazione unitaria, di concerto con la grande squadra del welfare, di cui fanno parte anche Provincia e Azienda Sanitaria, abbiamo potuto organizzare questo progetto che va ad accrescere l’offerta del piano più ampio rivolto alla promozione della ‘socialità’ fra le persone anziane – ha sottolineato l’assessore Carlo Grilli – e per combattere la loro solitudine, accompagnandoli a vedere e scoprire nuovi luoghi. Già nel Piano di Zona per il triennio 2006-2008 si prevedeva l’inclusione di persone fragili negli eventi di socialità che le diverse realtà del territorio organizzano per i loro iscritti. Adesso vogliamo andare avanti, aumentare gli impegni già portati a termine, ampliando le opportunità di uscite e di occasioni per socializzare e per divertirsi a favore dell’anziano e per la sua integrazione nella vita della sua città”. Il programma – è stato detto – si articola in otto giornate che vedranno la partecipazione di 11 anziani segnalati dai servizi - 10 con limitata capacità motoria e una persona con disabilità - che si svolgeranno nel mese di settembre, di cui quattro giornate organizzate dalla Prosenectute, di carattere storico-culturale, per fare scoprire all’anziano le bellezze della sua città attraverso la visita di luoghi di interesse culturale e artistico. Mentre l’associazione Accar Marenzi proporrà un programma enogastronomico per far assaporare i colori e i sapori del territorio. Per le gite brevi in giornata, il Consorzio Fhocus metterà a disposizione un mezzo attrezzato per il trasporto delle persone disabili con una autista/accompagnatore autorizzato. Il costo complessivo per le persone con limitate capacità motorie è di 40 euro al giorno (tutto compreso). Ecco il programma nel dettaglio: Martedi’ 7 settembre (Prosenectute): Visita al Giardino Botanico Carsiana e pranzo alla Trattoria Gustin a Sgonico; Giovedì 9 settembre (Marenzi): Gita in Val Rosandra e pranzo al Rifugio Premuda; Martedì 14 settembre(Prosenectute): Visita al Parco di Villa Revoltella e pranzo in loco; Giovedì 16 settembre (Marenzi): Gita a Lipiza con relativo pranzo; Martedì 21 settembre(Prosenectute): Visita al Civico Museo Morpurgo e pranzo al ristorante Fratelli la Bufala; Giovedì 23 settembre(Marenzi): Visita all’Immaginario Scientifico e pranzo al Principe di Mtternich; Martedì 28 settembre(Prosenectute): Visita alla sede de Il Piccolo e pranzo al Caffè Tetaro Verdi; Giovedì 30 settembre (Marenzi): Visita ai mercatini di Muggia con pranzo presso la società nautica Rio Ospo.  
   
   
MILANO: FONDAZIONE “MIKE BONGIORNO”. MORATTI: “NEL NOME DI MIKE E DELL’ALLEGRIA A SOSTEGNO DI BAMBINI, GIOVANI E ANZIANI”  
 
Milano, 8 settembre 2010 - “Allegria e formazione, sono i due concetti chiave sui quali si snoderà l’attività della Fondazione Mike Bongiorno. Come Mike è stato un pioniere, un innovatore, capace di coinvolgere un pubblico eterogeneo per cultura, provenienza ed età, la Fondazione, che porta il suo nome, si rivolgerà a tutti e, in particolare, a chi ha più bisogno di sostegno e di allegria: bambini, giovani e anziani”. Così il Sindaco Letizia Moratti è intervenuta alla presentazione della Fondazione Mike Bongiorno, che si è tenuta  ieri in Sala Alessi, a Palazzo Marino, nel primo anniversario della scomparsa di Mike, avvenuta lo scorso 8 settembre. Oltre alla vedova Daniela Bongiorno, erano presenti anche il Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, il presidente della Rai Paolo Garimberti, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, l’amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge e il presidente della Fondazione San Raffaele Don Luigi Verzé. Per promuovere la dimensione educativa della televisione, la Fondazione si propone non soltanto di mettere a punto, in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, nuovi format, nuovi metodi di apprendimento pensati per i più piccoli, ma intende anche sottolineare l’importanza dello sport come scuola di vita. Tra le altre iniziative dedicate ai bambini un concorso, sul modello di “Bravo bravissimo”, per scoprire e valorizzare talenti artistici e, in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele, un progetto di intervento psicologico terapeutico fondato sull’allegria. La Fondazione si propone anche di sostenere i giovani a inserirsi nel mercato del lavoro, incoraggiando lo studio e la formazione. Il progetto prevede di dare vita a borse di studio e a scuole di specializzazione, nell’ambito dell’entertainment televisivo, per formare nuovi professionisti e sperimentare nuovi linguaggi. Per gli anziani, il pubblico forse più affezionato a Mike Bongiorno, la Fondazione ha pensato al “Caffè dell’Allegria”, gestito da volontari professionisti e animatori della “Scuola dell’Allegria”, che offra agli anziani un luogo di incontro e di svago, conforto e compagnia in un clima familiare. Tra le altre iniziative: la nascita di una “Pax televisiva” nel nome di Mike, promossa da Rai, Mediaset e Sky che daranno vita a una serie di eventi televisivi a sostegno dei progetti della Fondazione, e la creazione di una mostra itinerante, inaugurata al Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, che poi sarà portata in giro per l’Italia. E ancora un libro “Come uno strano profeta – Mike Bongiorno e gli italiani” e il sito della Fondazione per essere informati sulle attività e i progetti nati nel nome di Mike Bongiorno. “La Fondazione di Mike Bongiorno – ha concluso il Sindaco – eredita da Mike non solo il suo modo garbato di fare televisione ma anche una visione del mondo basata su quello che poi è diventato il suo motto: l’Allegria. Sono felice che il Comune sia parte attiva in tutto questo. Un modo per essere al fianco della famiglia e vicini col cuore a Mike, un amico, un simbolo, un uomo semplice di cultura, a cui va il nostro ringraziamento per lo straordinario impegno e la meraviglia con cui ha sempre affrontato la vita e il lavoro, per il suo stile unico e indimenticabile”.  
   
   
FVG: TONDO INCONTRA NEENA MACEDO PRESIDENTE DCCW INDIA SI OCCUPA DELL´ADOZIONE DEI BAMBINI ABBANDONATI E COLPITI DA GRAVI INFERMITÀ  
 
Trieste, 8 settembre 2010 - Il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha incontrato ieri a Trieste Neena Macedo, presidente dell´associazione Delhi Council for Child Welfare, che in India si occupa dell´adozione dei bambini abbandonati e dell´assistenza e il reinserimento in famiglia di ragazzi colpiti da gravi infermità. Accompagnavano la signora Macero il vicepresidente dell´associazione International Adoption e fratello del presidente, Giovanni Tondo, ed alcuni componenti del direttivo del sodalizio di Artegna, che le hanno fatto da guida nella sua visita in Regione. Neena Macedo è stata al Centro residenziale Villa Santa Maria della Pace di Medea, accompagnata dall´assessore alla Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali Vladimir Kosic, e si è recata alla Comunità Piergiorgio di Udine per rendersi conto di come in regione si affronta il grave problema dell´handicap in età minorile. "Oltre 1000 ragazzi del suo Paese vivono oggi il Friuli Venezia Giulia - ha detto il presidente - quasi un Comune di questa Regione e neanche dei più piccoli". "Sono bambini che vengono dal vostro lavoro e dal vostro impegno - ha continuato il presidente - e che stanno diventando ambasciatori della vostra esperienza, che io avuto la fortuna di vivere attraverso quelle di mio fratello e mio padre, che da anni in India si occupano di adozioni internazionali". Neena Macedo ha invitato Tondo a tornare nel suo Paese, "dove ho avuto il piacere di apprezzare la sua umanità e partecipazione - ha detto al presidente - al di là di qualsiasi apparato"  
   
   
"MAGIA TRA LE STELLE". UN OMAGGIO AL CORAGGIO DELLE DONNE.  
 
Padova, 8 settembre 2010 - Un omaggio alla bellezza e alla forza delle donne che hanno vinto, o che stanno combattendo, la loro battaglia contro il cancro. E’ questo il significato di “Magia tra le stelle”, una sfilata di moda organizzata dall’Ulss 15 Alta Padovana, con il patrocinio della Provincia di Padova e la collaborazione dei Rotary Club di Cittadella, Padova Contarini e Camposampiero e del Lions Club di Camposampiero. L’appuntamento è per venerdì 10 settembre, alle 19, a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta. L’iniziativa è stata presentata a palazzo Santo Stefano dalla presidente della Provincia di Padova Barbara Degani, dal direttore generale dell’Ulss 15 Francesco Benazzi, dal direttore dell’unità operativa di oncologia dell’Ulss 15 Fernando Gaion, dalla presidente del Rotary Club Padova Contarini Daniela Famiglietti e dalla dirigente medico di primo livello Marta Mion. “Un’iniziativa importante – ha detto la presidente Degani – perché per chi è colpito da tumore al seno è sempre difficile affrontare un momento di paura, ma la pura si può vincere e bisogna sapere che si può guarire, si possono avere dei figli, si può tornare a una vita normale. Quella di villa Contarini è una festa e le protagoniste saranno le donne”. La prima a sfilare sarà la campionessa olimpica padovana Francesca Bortolozzi. E la serata proseguirà con musica classica e rock dal vivo e con l’intrattenimento delle Bronse Querte. E al calar del sole, inizierà la sfilata vera e propria. L’iniziativa è collegata anche a un progetto benefico dell’Ulss 15. Il ricavato sarà devoluto alla ricerca oncologica e alla realizzazione di un ospedale in Benin. “Fare sanità – ha detto il direttore dell’Ulss 15 Benazzi – significa sempre di più fare umanizzazione e questo è uno degli obiettivi principali della nostra azienda”. L’iniziativa è partita da chi è quotidianamente a contatto con la sofferenza e le paure che una diagnosi di cancro porta con sé. “Con questa iniziativa – ha detto il dottor Gaion – abbiamo voluto fare un regalo alle donne che abbiamo curato in questi anni. Saranno loro a portare in passerella la loro bellezza indossando abiti di prestigio”. Si entra con l’invito, che è possibile richiedere all’indirizzo magiatralestelle@ulss15.Pd.it    
   
   
SCARSE LE PROBABILITÀ CHE GLI UCCELLI MIGRATORI DIFFONDANO L´INFLUENZA  
 
Bruxelles, 8 settembre 2010 - Le probabilità che gli uccelli migratori diffondano rapidamente l´influenza aviaria su immense distanze sono piuttosto basse, è quanto afferma una nuova ricerca. Queste conclusioni, pubblicate sul Journal of Applied Ecology, hanno implicazioni per le nostre conoscenze sulla diffusione di altre malattie originatesi negli uccelli, come il virus del Nilo occidentale. Il ceppo di influenza H5n1 è in circolazione tra uccelli sia selvatici che domestici da diversi anni. Gli esperti di salute pubblica stanno seguendo da vicino la diffusione della malattia che ha infettato anche oltre 500 persone a partire dal 2003, 300 delle quali sono morte. Gli uccelli migratori sono spesso stati ritenuti responsabili della diffusione della malattia in tutto il mondo. Alcune specie di anantra, oca e cigno sono spesso additate come i principali colpevoli, poiché possono essere infettate e trasmettere il virus senza sviluppare alcun sintomo. "I potenziali rischi per gli esseri umani hanno provocato un grande interesse dai parte dei media che spesso hanno parlato in particolare degli uccelli migratori, il che ha destato le preoccupazioni del pubblico che è arrivato a suggerire l´eliminazione di massa degli uccelli selvatici," ricorda l´autore principale dell´articolo, il dott. Nicolas Gaidet del Cirad (Centre de coopération internationale en recherche agronomique pour le dévelopment) in Francia. "Il rischio reale che la H5n1 si diffonda attraverso gli uccelli migratori però dipende dal fatto che i soggetti infetti siano in grado di intraprendere azioni di migrazione e di diffondere il virus e dalle distanze che tali soggetti sarebbero in grado di percorrere. La nostra ricerca ha dato una risposta a questi interrogativi analizzando l´infezione e i percorsi e i tempi di migrazione di molte specie di uccelli." Il dott. Gaidet e il suo team hanno esaminato la pubblicazioni scientifiche cercando informazioni sulla durata dell´infezione asintomatica nelle principali specie di uccelli selvatici. Hanno inoltre attaccato piccolissimi trasmettitori satellitari a oltre 200 uccelli appartenenti a 19 specie, tra cui il germano reale (Anas Platyrhynchos), l´oca indiana (Anser indicus) e il cigno selvatico (Cygnus Cygnus), sospettate di trasmettere il virus su grandi distanze durante la migrazione. Questo metodo ha dato al team informazioni senza precendenti sulla migrazione degli uccelli. Applicando le loro conoscenze riguardo la durata dell´infezione asintomatica a uccelli etichettati via satellite, il team ha composto un quadro delle probabilità che questi uccelli diffondano realmente il virus dell´influenza durante al migrazione. I ricercatori hanno scoperto che, in teoria, gli uccelli migratori potrebbero veramente diffondere il virus H5n1 su distanze effettivamente enormi; alcune specie possono viaggiare per quasi 3000 kilometri (Km) entro limiti di tempo compatibili con la durata della fase asintomatica dell´infezione. In realtà però le probabilità che ciò avvenga sono bassissime. Le etichette satellitari hanno mostrato che gli uccelli tendono a non completare la migrazione in una volta sola. Spezzano invece il viaggio in pochi lunghi voli della durata compresa tra uno e quattro giorni. Tra un viaggio e l´altro, si riposano in luoghi di sosta. Questi periodi di sosta di solito durano più a lungo della fase dell´infezione. Come sottolinea il team, questo non permette agli uccelli di diffondere il virus durante diversi spostamenti, consecutivi ma ininterrotti, su lunghe distanze . "La diffusione intercontinentale del virus potrebbe quindi richiedere probabilmente una trasmissione a staffetta tra una serie di uccelli migratori infettatisi successivamente," scrivono i ricercatori. Concludono che: "La probabilità che … il virus sia diffuso su lunghe distanze da singoli uccelli selvatici è bassa: riteniamo che per ogni singolo uccello migratorio ci siano, in media, solo 5-15 giorni l´anno durante i quali l´infezione potrebbe causare la diffusione del virus Hpai [highly pathogenic avian influenza] H5na per oltre 500 km." Aggiungono inoltre che per diffondere la malattia, gli uccelli devono rimanere asintomatici; è improbabile che un´uccello che presenta i sintomi dell´influenza possa migrare e, se intraprende il viaggio, probabilmente non riuscirà a percorrere le stesse distanze di un uccello sano. Questi risultati hanno conseguenze per la nostra conoscenza sulla diffusione di altre malattie, tra cui il virus del Nilo occidentale, di malattie batteriche come la salmonellosi e il morbo di Lyme che ha origine batterica. Per maggiori informazioni, visitare: Journal of Applied Ecology: http://www.Journalofappliedecology.org/  Cirad: http://www.Cirad.fr/    
   
   
TERMINATI I LAVORI DI RESTAURO DEGLI AFFRESCHI DELLA CHIESA DI SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE DI MILANO  
 
 Milano, 8 settembre 2010 - La Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore di Corso Magenta a Milano svela al pubblico i suoi tesori: gli affreschi del Coro delle Monache Benedettine, uno dei più importanti cenobi femminili milanesi, scelto soprattutto dalle famiglie nobili più in vista della città fin dai tempi del Medioevo. La Chiesa è tornata all’antico splendore grazie all’intervento di restauro voluto dal Comune di Milano, eseguito da Paola Zanolini sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Milano e realizzato grazie all’intervento munifico di Banca Popolare di Milano che, dal 1997, ha rappresentato l’unico sponsor dell’intera operazione. Un intervento importante, il cui costo complessivo super il milione e trecento mila euro. “Milano – ha dichiarato il Sindaco Letizia Moratti – oggi riscopre un piccolo tesoro nascosto, all’interno di uno dei suoi più antichi e prestigiosi monasteri. La Chiesa di San Maurizio restituisce alla città i suoi preziosi affreschi, frutto di un esemplare lavoro di restauro, che dimostra quanto possa essere virtuosa per il bene della città, e in questo caso dell’arte e della cultura, la collaborazione tra pubblico e privato. San Maurizio, luogo da scoprire e da vivere, rappresenta un grande esempio di milanesità. Gli affreschi che coprono integralmente l’articolata struttura architettonica permettono, infatti, di approfondire la storia della pittura, della società, della politica, della liturgia e della fede del Xvi secolo. Un ciclo di decorazioni attraverso le quali è possibile rivivere la Milano di quegli anni. Un tesoro d’arte molto apprezzato dal pubblico, basti pensare che da giugno 2009 a maggio 2010 è stato visitato da oltre 70mila persone, con un incremento pari al 15%”. “Siamo orgogliosi di aver contribuito al raggiungimento di questo importantissimo obiettivo: – ha dichiarato Massimo Ponzellini, Presidente di Banca Popolare di Milano – restituire a Milano uno dei tesori d’arte universalmente riconosciuto, al pari della Cappella Sistina, testimonianza di un glorioso passato, in cui la pittura rinascimentale e i suoi magnifici rappresentanti hanno trovato nella città di Milano l’ambiente proficuo per operare. Intervenire in questi ambiti è per Bpm la dimostrazione e, ancora una volta, la testimonianza di quanto essere Banca di territorio voglia dire operare per il territorio, garantendo la creazione di progresso, ricchezza e benessere non solo per gli aspetti economici, ma anche per quelli civili e sociali. Tramite la sua partecipazione diretta, Bpm ribadisce l’importanza del settore dell’arte, costituito da una fitta e vitale rete di enti, istituzioni e imprese, e del relativo indotto, che questo può generare nello sviluppo del tessuto produttivo milanese e nazionale, sostenendo, nello stesso tempo, creatività e imprenditorialità. L’arte ha la funzione di far emergere la natura umana in tutta la sua istintività, ma, al contempo è la perfetta sintesi tra estro e razionalità. Per questi motivi valorizzare l’arte significa valorizzare l’Uomo e la sua dignità”. La Chiesa e la sua storia - Nel panorama del patrimonio artistico milanese la Chiesa ed il Coro costituiscono la testimonianza più importante della pittura lombarda del ‘500, un unicum sia per la qualità che per l’estensione della decorazione che, iniziata nel 1509 e proseguita per circa un secolo, ha visto alternarsi alcuni tra i maggiori artisti lombardi dell’epoca: oltre alla famiglia Luini sono intervenuti Foppa, Boltraffio, Zenale, Callisto Piazza ed altri, individuati dagli studiosi man mano che il restauro restituiva lettura originalità alle pitture. I problemi per la conservazione della chiesa di San Maurizio sono cominciati con la soppressione del monastero nel 1798: prima gli edifici e i terreni sono stati adibiti ad altri usi, poi l’apertura di una strada sul lato est della chiesa ne ha compromesso l’equilibrio statico. Vicino all’edificio, inoltre, passano le acque del fiume Nirone. Queste, producendo una forte umidità di risalita, hanno provocato la fuoriuscita di sali, la comparsa di parti affrescate e il disgregamento degli intonaci nelle zone maggiormente attaccate dall’acqua. A partire dal ‘700 sono documentati interventi di fissaggio, ricostruzione, ridipintura e completamento delle parti scomparse a causa delle infiltrazioni d’acqua dalla copertura e di risalita per capillarità. Note d’archivio portano a conoscenza di una serie di opere manutentive eseguite con materiali eterogenei per lo più di natura proteica. Queste sostanze che al momento esaltavano la cromia dei dipinti, nel giro di pochi anni le annerivano quasi irrimediabilmente. Con questi problemi strutturali la chiesa ha subìto numerosi interventi di restauro e manutenzione nel secolo scorso e nel nostro. Nel 1964 sono stati realizzati degli strappi per salvare in extremis alcuni affreschi seriamente compromessi dall’umidità e successivamente sono stati ripristinati il tetto e la facciata. Nel 1984 è iniziata la campagna di restauro degli affreschi che ha visto un’accelerata dal ‘97 e ha riguardato, nell’ultima parte, il completamento della Chiesa claustrale con il restauro delle pareti del Coro e della grande volta decorata a volute tardogotiche ocra su un fondo di azzurro. Il restauro ha permesso anche di avvalorare un’ipotesi sui paesaggi dipinti nelle cappelle laterali della Chiesa claustrale che costituiscono uno dei primi, straordinari esempi cinquecenteschi di pittura di paesaggio di grande dimensione completamente privo di figure e/o architetture. Si è trattato, dunque, di un impegno notevole, sia in termini di recupero di un importantissimo patrimonio artistico, sia in relazione alla dimostrazione di quanto valore può scaturire dalla collaborazione tra soggetti pubblici e privati con l’obiettivo comune di restituire alla città di Milano quel carattere attrattivo e multiculturale di cui, da sempre, è un simbolo. E così, dopo quindici anni di restauri, ottomila metri quadrati di pareti affrescate restituite all’ originale splendore, la rassegna “Musica e Poesia a San Maurizio”, promossa dal Comune di Milano in collaborazione con la Società del Quartetto, ancora una volta sostenuta dalla Banca Popolare di Milano, dal prossimo anno avrà una casa tutta nuova.  
   
   
GP MONZA, RIZZI: DIFENDIAMO IL NOSTRO PATRIMONIO  
 
Monza, 8 settembre 2010 - "Un patrimonio da difendere a tutti i costi, un valore aggiunto per il nostro territorio, per la tradizione dell´automobilismo sportivo che ha fatto vivere le più belle pagine dell´epopea della Formula Uno. Noi stiamo con Monza, e in questa occasione lo ribadiamo ancora una volta: giù le mani dal Gran premio di Monza". Intervenendo alla conferenza stampa di presentazione dell´81mo Gran Premio di Formula Uno, in programma domenica all´autodromo nazionale, l´assessore regionale allo Sport e Giovani, Monica Rizzi, ha rafforzato il fronte comune delle istituzioni locali a difesa dell´appuntamento monzese con il massimo circus automobilistico, contro l´ipotesi sempre più concreta di realizzare un secondo gran premio a Roma. Fronte comune che ha visto oggi schierati a difesa dello "stradale" il sindaco del capoluogo, Marco Mariani, il presidente della Provincia, Dario Allevi, insieme al presidente della Sias, la società che gestisce l´autodromo, Claudio Viganò e il neopresidente dell´Aci Milano, Carlo Edoardo Valli. "Non dimentichiamo - ha aggiunto la Rizzi - che storicamente il Gran Premio rappresenta per Monza e la sua economia un´occasione insostituibile di guadagno, riuscendo a generare un indotto di 70 milioni di euro circa. Un dato che fa capire quanto il Gran Premio sia un tassello fondamentale per lo sviluppo e la crescita dell´economia brianzola, e non solo". Chiudendo il suo intervento, Rizzi ha ribadito che "quello di Monza rimarrà l´unico Gran Premio d´Italia. Non ne permetteremo il furto, ma cercheremo di valorizzarlo in tutti i modi, così come è avvenuto in questi anni, grazie anche alle innumerevoli iniziative e appuntamenti organizzati a corollario dell´evento iridato. E in quest´ottica, nella giornata di giovedì, porteremo gruppi di ragazzi diversamente abili in autodromo e ai box. Un´occasione per far vivere da vicino l´ambiente della Formula Uno e per incontrare i campioni più amati e apprezzati dagli appassionati".