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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Luglio 2011
UE: VIA LIBERA A SISTEMI DI CERTIFICAZIONE DEI BIOCARBURANTI SOSTENIBILI  
 
Bruxelles - I biocarburanti possono costituire un’alternativa ecocompatibile ai combustibili fossili, ma è nostro dovere assicurarci che le foreste tropicali e le torbiere ricche di carbonio non cedano il passo a piantagioni di olio di palma o di canna di zucchero. Dobbiamo inoltre garantire che all’interno dell’Ue si usino soltanto biocarburanti che consentano un risparmio di gas a effetto serra più elevato dei combustibili fossili. A tal fine è necessario che la sostenibilità dei biocarburanti sia verificata dagli Stati membri o dai sistemi di certificazione volontari approvati dalla Commissione europea (attualmente Iscc, Bonsucro Eu, Rtrs Eu Red, Rsb Eu Red, 2Bsvs, Rsba, e Greenergy), il cui riconoscimento si applica direttamente in tutti e 27 gli Stati membri. Il Commissario europeo per l’energia Günther Oettinger ha affermato: “Dobbiamo garantire la sostenibilità dell’intera catena di produzione e di approvvigionamento dei biocarburanti. Per questo motivo abbiamo stabilito standard di sostenibilità senza eguali. I sistemi di certificazione riconosciuti a livello di Ue fanno in modo che tali standard siano raggiunti grazie a metodi di gestione esemplari in termini di trasparenza ed affidabilità.” Al fine di ottenere un sostegno governativo o essere considerati nell’ambito degli obiettivi nazionali vincolanti in materia di energie rinnovabili, i biocarburanti utilizzati all’interno dell’Ue, di produzione locale o importati, devono soddisfare determinati criteri di sostenibilità intesi a prevenire la conversione di aree contraddistinte da un’elevata biodiversità e grandi stock di carbonio in zone di produzione di materie prime per biocarburanti. In pratica non si possono ritenere sostenibili i biocarburanti riconducibili a colture provenienti da terreni che in precedenza ospitavano foreste pluviali o praterie naturali con un ecosistema unico. Inoltre, le emissioni di gas a effetto serra generate dall’intera catena di produzione devono attestarsi a livelli inferiori almeno del 35% rispetto ai combustibili fossili. Una soglia minima che è destinata ad aumentare nel tempo. Contesto - Entro il 2020 l’Ue si è prefissata di aumentare almeno al 10% la quota di energie rinnovabili nel settore dei trasporti. I biocarburanti utilizzati per raggiungere tale obiettivo devono soddisfare specifici requisiti di sostenibilità. Pertanto i biocarburanti non possono essere originati da prodotti di aree ad elevata biodiversità, come aree protette, oppure di aree ad alta concentrazione di carbonio, come foreste e praterie. I produttori possono scegliere se attestare il rispetto di tali requisiti avvalendosi di sistemi nazionali o aderendo a un sistema di certificazione volontario riconosciuto dalla Commissione. Se una volta esaminato attentamente un sistema la Commissione ritiene che sia in linea con condizioni poste dalla direttiva sulle energie rinnovabili1, concede il proprio riconoscimento per un periodo di cinque anni. I suddetti sistemi verificano tempi e luoghi di produzione dei biocarburanti e certificano i prodotti conformi alle proprie disposizioni. In base a valutazioni approfondite e in seguito a numerosi adeguamenti, la Commissione ha riconosciuto i seguenti sistemi: Iscc (sistema tedesco (finanziato dal governo) per tutti i tipi di biocarburante); Bonsucro Eu (tavola rotonda sui biocarburanti a base di canna da zucchero, incentrata soprattutto sul Brasile); Rtrs Eu Red (tavola rotonda sui biocarburanti a base di soia, incentrata soprattutto su Argentina e Brasile); Rsb Eu Red (tavola rotonda su tutti i tipi di biocarburante); 2Bsvs (sistema francese per tutti i tipi di biocarburante); Rsba (sistema riservato alla catena di approvvigionamento di Abengoa); Greenergy (sistema riservato all’etanolo da canna da zucchero proveniente dal Brasile di Greenergy). La Commissione è in contatto con altri sistemi volontari per individuare le modalità di ottimizzazione dei loro standard che consentiranno loro di rispondere ai requisiti di sostenibilità per i biocarburanti. Ulteriori informazioni I sistemi riconosciuti e le relazioni di valutazione saranno pubblicati sulle pagine web dedicate alla piattaforma comune in materia di trasparenza: http://ec.Europa.eu/energy/renewables/biofuels/sustainability_schemes_en.htm    
   
   
LOMBARDIA, DISTRETTI AGROENERGIA: STRUMENTI DI COMPETITIVITÀ  
 
Pavia - E´ stato presentato ieri a Pavia, alla presenza dell´assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti, il Consorzio distretto agro-energetico lombardo nato per mettere in rete le esperienze territoriali sull´uso di fonti rinnovabili di origine agro-forestale oltre che gli indirizzi strategici, le iniziative e gli interventi di sviluppo che il Distretto intende promuovere. Il Consorzio distretto agro-energetico lombardo è composto da tre realtà imprenditoriali radicate in quattro province: Consorzio italiano biogas (Lodi), Le Gerre (Cremona e Sondrio), Energetica Onlus (Pavia). ´Il distretto - ha spiegato l´assessore Zambetti, coordinatore del Tavolo territoriale di Pavia - ha lo scopo di coordinare, promuovere e perseguire la politica dell´ottimizzazione dei processi agro-energetici e produttivi nell´interesse dei consorziati ottenuta attraverso lo sviluppo e il miglioramento delle tecnologie dei processi produttivi, la riduzione dei costi di gestione e un miglior impatto ambientale sul territorio. In particolare il Distretto intende perseguire lo sviluppo delle imprese aderenti, della filiera agro energetica, delle fonti rinnovabili e del miglioramento dell´ambiente´. I distretti sono sistemi produttivi composti dalle imprese agricole e agroalimentari e rappresentano una forma di aggregazione e di promozione dell´attività del territorio. ´Con la costituzione dei Distretti - ha sottolineato Zambetti - si intende favorire e promuovere nuovi fattori di competitività in campo agricolo e incentivare strategie integrate e condivise a livello di intera filiera o di territorio nel settore agricolo e agro-industriale´. L´attività del Distretto deve essere in grado di attivare e rafforzare l´integrazione tra il mondo agricolo e gli altri settori economici e di programmazione come l´urbanistica, i trasporti, l´ambiente, l´energia, il turismo, l´artigianato, i servizi sociali, la formazione e la ricerca, necessari a favorire lo sviluppo socio economico del territorio. ´Regione Lombardia - ha concluso Zambetti - ha riconosciuto nei Distretti gli strumenti di competitività per le imprese e per il territorio della Lombardia e ha definito i requisiti per l´accreditamento degli stessi, promuovendo azioni e programmi destinati all´innovazione delle imprese aderenti´. I Distretti accreditati possono accedere ad agevolazioni previste dalle leggi regionali, nazionali o da disposizioni comunitarie gestite dalla Regione.  
   
   
RINNOVABILI, REPLICA DI RAIMONDI AD ANDENA L´ASSESSORE: REGIONE AL LAVORO SU LINEE GUIDA COME PREVISTO  
 
 Milano - ´Non si capisce a che cosa sia dovuta la polemica sollevata da Andena, visto che stiamo lavorando come previsto alle linee guida regionali sulle fonti rinnovabili´. Risponde così l´assessore regionale ad Ambiente, Energia e Reti Marcello Raimondi al presidente di Coldiretti Lombardia Nino Ardena, che chiedeva che fine avessero fatto le linee guida. ´Nessun silenzio, dunque - continua Raimondi - e anzi massima collaborazione con le associazioni di categoria come la Coldiretti, con cui abbiamo sempre avuto, e vogliamo continuare ad avere, un ottimo rapporto´. ´Siamo anche noi - spiega ancora l´assessore - per un giusto equilibrio tra l´esigenza di garantire una produzione di energia da fonti alternative e rinnovabili e la tutela del nostro patrimonio agricolo e paesaggistico. Non si è mai pensato, come sa anche Andena, di lasciare spazio alla introduzione selvaggia di maxi-impianti posti direttamente a terra. Anche i dati forniti dal Gestore servizi energetici (Gse) ci dicono, d´altra parte, che la Lombardia è sì la prima regione d´Italia come numero di pannelli fotovoltaici, ma è anche quella in cui c´è una ottima integrazione con il territorio, non essendo installati a terra´. ´Invitiamo perciò il presidente Andena - conclude Raimondi - a dialogare di più con noi, perché il mondo agricolo è sempre il benvenuto in Regione Lombardia. In questo modo potrà apprezzare quanto stiamo facendo proprio sulle rinnovabili, nella tutela sia delle fonti energetiche pulite, che del patrimonio naturale e agricolo lombardo´.  
   
   
BRUNI (COGECA) AL CONSIGLIO DEI MINISTRI UE: " NECESSARIO INTERVENTO STRAORDINARIO PER LA CRISI DELL’ORTOFRUTTA"  
 
Nel suo intervento del 19 luglio a Bruxelles in occasione del Consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’Ue, Paolo Bruni, Presidente di Cogeca, ha invocato "la necessita´ di un intervento straordinario dell´Unione Europea a sostegno delle produzioni ortofrutticole, gravemente danneggiate dalle conseguenze dell’ epidemia di Escherichia coli che ha innescato una pesante stagnazione dei consumi e un enorme danno d’immagine per tutto il settore, alle prese con una delle più gravi crisi di tutti i tempi". “E’ indispensabile- precisa Bruni – che venga approvato rapidamente un secondo pacchetto di misure, aggiuntivo a quello di 210 milioni di euro stanziato dalla Commissione nello scorso Giugno" “Il Copa Cogeca – continua Bruni- chiede che siano ammessi al sostegno tutti i prodotti ortofrutticoli che hanno subito un crollo di prezzo a causa della crisi dell’E-coli, ed in particolare l´erogazione di un pagamento di 30 euro ogni 100 Kg di pesche e nettarine da aggiungersi agli importi massimi previsti per il ritiro del prodotto”. “ In questo momento drammatico per i produttori – conclude Bruni – occorre creare un sistema integrato con le attuali disposizioni vigenti, che permetta di compensare retroattivamente la differenza tra gli importi massimi del contributo dell’Ue stabiliti nell’allegato 1 del Regolamento n. 585/2011 e i prezzi di vendita dei prodotti colpiti dalla crisi.” Alle richieste del Presidente Bruni, il ministro polacco Marek Sawicki – nella sua veste di presidente di turno dell’Ue – ha risposto dicendosi consapevole del grave problema ed impegnandosi a sostenere la richiesta in seno al Consiglio dei ministri. Bruni ha inoltre sollecitato il rilancio del regolamento relativo agli aiuti alimentari destinati agli indigenti, dossier che il presidente del Consiglio Sawicki intende portare in discussione nella sessione di Settembre del Consiglio dei ministri  
   
   
I RICCI DI MARE POSSONO SOPRAVVIVERE ALL´INVASIONE DELLE ALGHE GIGANTI?  
 
I ricci di mare (Paracentrotus lividus) che vivono sul fondo del Mediterraneo sono attualmente in lotta per la sopravvivenza contro specie marine esotiche che si stanno diffondendo nel loro habitat e stanno minacciando la biodiversità. Nonostante però l´umile riccio di mare stia usando tutta la sua energia per respingere questi predatori esotici, principalmente alghe giganti, la sua capacità è limitata e può arrivare solo a questo. La sua lotta per la sopravvivenza era al centro di un nuovo studio finanziato dall´Ue e pubblicato sulla rivista Biological Invasions, che studia gli erbivori locali e la loro resistenza alle bioinvasioni marine nel Mediterraneo. Un team di ricercatori dell´Università spagnola di Girona, dell´Università di Barcellona, del Centro di studi avanzati di Blanes (Ceab) e dell´Istituto mediterraneo di studi avanzati ha studiato quanto efficacemente i ricci di mare possono limitare l´invasione di due alghe, Lophocladia lallemandii e Caulerpa racemosa. Lo studio, che è stato sostenuto in parte da un contributo Marie Curie nell´ambito dell´Area tematica "Mobilità" del Sesto programma quadro (6? Pq), ha constatato che i ricci di mare erano in grado di resistere agli effetti delle alghe soltanto durante le prime fasi della sua invasione o quando la densità era molto bassa. "Dopo sette mesi di sperimentazione, abbiamo scoperto che la depredazione da parte di questi erbivori non aveva effetti una volta che la Caulerpa racemosa si era stabilita completamente, anche se aveva ridotto il grado di consolidamento nelle prime fasi di invasione," ha detto l´autore principale dello studio, Emma Cebrián. La ricercatrice spiega anche come i ricci di mare siano riusciti a limitare la diffusione stagionale dell´alga Lophocladia lallemandii: "Visto che la quantità di questa specie direttamente consumata dai ricci di mare è molto bassa, questa riduzione era dovuta più che altro dalla diminuzione di altre specie locali (consumate dai ricci di mare), che fungono da substrato per le alghe." Questi risultati significano che nonostante l´abilità del riccio di mare di limitare gli effetti delle alghe infestanti quando sono riunite in gruppi ad alta intensità, essi sono impotenti in zone dove le alghe si sono già stabilite. I ricercatori hanno usato l´esperimento anche per confrontare la proporzione di alghe infestanti nell´ambiente e la quantità realmente consumata dai ricci di mare. Hanno scoperto che i ricci di mare sono in effetti piuttosto esigenti e consumano le alghe infestanti a seconda delle loro preferenze piuttosto che della loro disponibilità. Nonostante entrambi i tipi di alghe fossero presenti nell´habitat dei ricci di mare, la Lophocladia lallemandii non è stata consumata molto, mentre la Caulerpa racemosa si è dimostrata molto gradita. Per scoprire se il consumo da parte dei ricci di mare potesse controllare l´invasione di queste due specie, il team di ricercatori ha piazzato grandi quantità di ricci di mare in gabbie e ha controllato come le alghe infestanti si sviluppavano. Le gabbie sono state messe in zone già completamente invase dalla Caulerpa racemosa, in aree dove l´invasione era ancora molto limitata e in posti dove la Lophocladia lallemandi era molto abbondante. "I ricci di mare hanno controllato solo l´espansione della Caulerpa racemosa nelle gabbie piazzate in posti dove l´invasione era nelle sue primissime fasi," commenta Emma Cebrián. Adesso il team ha in programma di provare a sviluppare metodi per controllare le invasioni di queste specie esotiche, che contribuirebbero alla salute generale della biodiversità del Mediterraneo. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Barcellona: http://www.Ub.edu/web/ub/en/    
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, AGGIUSTARE IL TIRO SU RIFORMA PCP  
 
 “Una pesca sostenibile e lo sviluppo socio-economico del settore, possono andare di pari passo”. Lo afferma il presidente della Federcoopesca-confcoopetrative Massimo Coccia alla vigilia del Consiglio europeo Agricoltura e Pesca, nel corso del quale verranno presentate comunicazioni e proposte in merito alla Riforma della politica comune della pesca. “Il nostro auspicio è che da domani si inizi ad aggiustare il tiro su un pacchetto di proposte, presentate dalla Commissione, che non convincono affatto gli operatori italiani. Chiediamo maggior considerazione per le osservazioni che abbiamo espresso nel lungo periodo di consultazione. Non ci può essere una vera riforma della pesca, senza condivisione. I pescatori devono essere parte attiva in questo cambiamento” sottolinea Coccia. Le criticità della proposta della Commissione, secondo la Federcoopesca sono legate a: tempistica e modalità dell’entrata in vigore delle norme anti rigetto in mare degli scarti,con obbligo di sbarco di tutto il prodotto non commercializzabile; rivedere il sistema dei diritti di pesca trasferibili, che mal si adattano alle caratteristiche della pesca nazionale, fatta per lo più di imbarcazioni di piccoli dimensioni; prevedere studi sull’impatto che questa riforma avrà sul settore – oggi assenti- e definire adeguate misure di accompagnamento socioeconomico, indispensabili per la sua applicazione. Temi questi che Europeche – l’associazione delle imprese di pesca Ue di cui la Federcoopesca è socia- ha riportato in una lettera inviata oggi al presidente del Consiglio dell’Unione europea, Marek Sawicki.  
   
   
AGRICOLTURA IN ABRUZZO: RSU ARSSA APPREZZA RAZIONALIZZAZIONE MANTENUTE PRINCIPALI FUNZIONI ARSSA E GARANTITO PERSONALE  
 
Pescara - L´assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, interviene in merito al comunicato diffuso dalla Rsu dell´Arssa. "Prendo atto con favore del parere positivo espresso dalla Rappresentanze sindacali dell´Arssa sul disegno di legge sulla "Razionalizzazione e rideterminazione dei servizi di sviluppo agricolo". Spero che finalmente siano fugati tutti i dubbi espressi in questi giorni da alcuni sindacati e da diversi rappresentanti politici". "La valutazione positiva - sottolinea Febbo - riguarda in particolare i contenuti principali del provvedimento che rispetta il mantenimento delle importanti e speciali funzioni svolte dall´Arssa ed al tempo stesso garantisce la giusta considerazione alla ricollocazione del personale. Si tratta di professionalità e competenze necessarie per affrontare al meglio le nuove sfide che il mondo agricolo ci proporrà nei prossimi anni e rispetto alle quali dobbiamo farci trovare pronti. Uno dei nostri obiettivi è, quindi, quello di ammodernare le nostre strutture e massimizzare le risorse a disposizione. La nostra Regione, in prospettiva futura, mi ruiferisco al Programma di Sviluppo rurale ed alla nuova Pac, ha bisogno di persone qualificate, preparate e con esperienza, che siano in grado di soddisfare la domanda della Direzione Politiche agricole. L´arssa costituisce un prezioso serbatoio dal quale attingere tecnici, periti agrari e agronomi, necessari per le nostre attività. A questo proposito volevo sottolineare come nel disegno di legge venga fatta piena chiarezza su quanto chiedono le Rsu. L´articolo 2 recita infatti: ´Il personale viene immesso nel ruolo unico del personale regionale e conserva la posizione giuridica, economica e previdenziale in godimento al momento della soppressione. Inoltre, la Giunta Regionale approva una ristrutturazione della Direzione Politiche Agricole, redatta tenendo conto anche della distribuzione sul territorio delle attuali sedi di lavoro e dei servizi da rendere all´utenza´. Quindi è giusto sottolineare come siano previste tutte le garanzie a tutela dei lavoratori all´interno di un provvedimento che, come più volte ho dichiarato, ha il chiaro obiettivo di rendere efficaci ed efficienti le preziose risorse a nostra disposizione. Le professionalità altamente qualificate presenti nell´Arssa rappresentano un valore aggiunto che la Direzione Politiche agricole deve valorizzare e tutelare. Escludo, inoltre, che non è prevista nessuna mobilità selvaggia. Il sostegno espresso dai rappresentanti sindacali dimostra ancora una volta la bontà del disegno di legge e ci induce a proseguire su questa strada. L´operato della Giunta, infatti, mira a rendere le strutture regionali sempre più funzionali e moderne, in grado di fornire le giuste risposte ai cittadini su tutto il territorio, contenendo i costi ed evitando gli sperperi".  
   
   
PUBBLICATA LA GRADUATORIA DELLA “MISURA 123” DEL PSR CALABRIA  
 
L’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra ha reso noto che è stata pubblicata il 15 luglio la graduatoria provvisoria della “Misura 123” del Psr Calabria 2007-2013, che consentirà l’erogazione di 20 milioni di euro a beneficio delle imprese agroalimentari calabresi, e che equivarranno ad investimenti nel settore per oltre 40 milioni di euro. “Si tratta - ha detto Trematerra, particolarmente soddisfatto per tale pubblicazione - di una Misura tanto aspettata dal settore agricolo calabrese, in quanto ha come suo focus “l’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali” ed intende incentivare le priorità´ della modernizzazione e dell´innovazione della filiera agroalimentare, nelle fasi cruciali della trasformazione e commercializzazione dei prodotti. La soddisfazione e´ ancora maggiore se solo si pensa all´iter amministrativo che ha avuto questa importante Misura; infatti, a causa di insuperabili problemi procedimentali, che di fatto avrebbero reso illegittima qualsiasi graduatoria pubblicata, il bando precedente, risalente al 2008, e´ stato oggetto di revoca. A distanza di soli cinque mesi dall´ atto di caducazione – ha proseguito l’Assessore -, il Dipartimento Agricoltura ha messo in atto tutte le sinergie necessarie per raggiungere questo importante risultato, coinvolgendo le autorità´ Comunitarie e Ministeriali, le Organizzazioni di Categoria ed i tecnici. Solo grazie a questo approccio partecipato si e´ potuto centrare questo obiettivo, che testimonia tempestività, efficacia ed efficienza della macchina amministrativa, quando l´interesse sotteso è quello della collettività. Questo nuovo approccio, moderno, europeo e professionale è il segreto del successo che oggi porta la firma dell´ intera agricoltura calabrese. Bandi snelli, informatizzati, autovalutativi, responsabilizzanti e privi di burocratismi inutili, hanno garantito dinamismo ed affidabilità dell´intero procedimento amministrativo. Inoltre massima garanzia è stata assicurata agli imprenditori che avevano già effettuato gli investimenti, esponendosi pericolosamente e mettendo a rischio la medesima esistenza di importantissime strutture produttive. Tutto ciò è il segnale del fatto che sono ormai lontani i tempi in cui dalla protocollazione delle istanze, all´ istruttoria delle stesse ed alla erogazione dei finanziamenti, le stagioni si alternavano, i fogli si ingiallivano e i problemi di tutti crescevano nella speranza del ristoro della finanza regionale e comunitaria. La Calabria tutta, e quella agricola in particolare, non può più permettersi oggi questo. L’attuale Governo Regionale – ha concluso Trematerra - ha ben chiaro questo aspetto e la notizia che stiamo commentando oggi ne è la dimostrazione”.  
   
   
OPERA DI PREVENZIONE CONTRO LE CONTRAFFAZIONI  
 
L’assessore regionale all’Agricoltura della calabria Michele Trematerra ha espresso viva soddisfazione per la meritoria opera di prevenzione svolta dall’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Mipaf sede della Calabria, diretta da Rosario Barresi. “Il sequestro di un ingente quantità di cipolla, fatta passare per il rinomato marchio “Igp Cipolla Rossa di Tropea Calabria” ha detto Trematerra - evidenzia il lavoro quotidiano fatto dal gruppo ispettivo del Ministero. Il nostro Assessorato ha intensificato i rapporti di collaborazione con gli ispettori ministeriali al fine di segnalare situazioni critiche di contraffazione che tanti danni comportano ai prodotti a marchio di eccellenza calabrese. Il sequestro di prodotto effettuato nel luogo di presunta produzione ha consentito di evitare danni maggiori all´immagine e al marchio “cipolla rossa” nei luoghi di consumo con conseguenze ben più gravi. Il lavoro di collaborazione tra le istituzioni e consorzi di tutela, che svolgono un ruolo fondamentale nella protezione dei marchi a qualità europea riconosciuta, rappresenta la strada da percorrere ed in tale ottica al più presto, al Dipartimento dell’Agricoltura, sarà convocata una riunione con tutti i consorzi regionali per avviare, insieme, una sinergica azione di promozione e prevenzione dell´imponente paniere agroalimentare di eccellenza calabrese”  
   
   
UMBRIA: RIPOPOLAMENTO SELVAGGINA  
 
Perugia - San vito in monte - L´obiettivo del ripopolamento, in grado di rispondere al fabbisogno regionale, è fissato a 20 mila fagiani: nel 2011, rispetto ai 6mila 951 del 2009 e agli 8 mila 600 dello scorso anno, saranno 12 mila i fagiani messi a disposizione dal Centro di Produzione Selvaggina di San Vito in Monte (nell´Ambito Territoriale di Caccia n. 3 del Ternano - Orvietano). Ma 20 mila fagiani di buona qualità, fatti crescere cioè in condizioni ben diverse da quelle dell´allevamento intensivo e tali da non allontanarsi molto dalla vita selvatica, sono un obiettivo alla portata del Centro e delle sue potenzialità produttive, a patto che vengano realizzate tutte le strutture necessarie, da un aumento del numero delle voliere e delle incubatrici al miglioramento della prevenzione igienico-sanitaria. È quanto hanno sottolineato i responsabili del centro e i rappresentanti dei tre Ambiti Territoriali per la Caccia (gli "Atc" di Perugia 1 e 2 e l´´Atc´ di Terni) all´assessore all´agricoltura della Regione Umbria Fernanda Cecchini, che si è recata in visita alle strutture di ripopolamento di San Vito, accompagnata dall´assessore alla caccia del Comune di Terni Filippo Beco e da Valentino Rocchigiani della Comunità Montana Orvietano-narnese-amerino-tuderte. Il numero delle lepri (da distribuire anch´esse, come i fagiani, fra i tre Ambiti Territoriali caccia per le operazioni di ripopolamento dei rispettivi territori) si attesta sui 400 capi annui. "Il ripopolamento della selvaggina è un obiettivo importante per la qualità del territorio - ha detto l´assessore Cecchini -, e su questa strada la Regione si è fortemente impegnata, con recenti finanziamenti che hanno consentito l´ampliamento e il potenziamento del Centro di San Vito, dove accanto alla qualità particolare attenzione viene riservata al benessere degli animali". Le opere realizzate hanno riguardato l´ampliamento delle voliere di "finissaggio" e "parchetti riproduttori" per i fagiani. Una nuova struttura per ospitare le incubatrici e lo "sfreddamento" dei pulcini, già finanziata, sarà completata entro il prossimo autunno. In fase istruttoria tecnico-amministrativa si trova il finanziamento per una ulteriore voliera di circa 9 mila metri quadrati, che - sottolineano i responsabili del centro - permetterà di ottimizzare lo spazio utilizzato per il finissaggio. "Realizzando tutte le strutture necessarie - hanno sottolineato i responsabili del Centro -, l´Umbria può diventare un modello nazionale per quanto riguarda la produzione e la gestione della selvaggina da ripopolamento". Una produzione che - si fa notare - segue rigidi protocolli, attraverso l´adozione di specifiche procedure di allevamento che ne garantiscono la "selvaticità" e la qualità, limitando al massimo il contatto con l´uomo. La selvaggina viene tenuta costantemente sotto controllo sanitario, per prevenire possibili patologie. Il potenziamento delle strutture finanziate dalla Regione ha come obiettivo - spiegano - quello di "raddoppiare l´attuale produzione di fagiani, garantendone un elevato livello qualitativo".  
   
   
LA MICOOULA TRA I PRODOTTI AGROALIMENTARI TRADIZIONALI DELLA VALLE D’AOSTA  
 
 L’assessore all’agricoltura e risorse naturali Giuseppe Isabellon comunica che nell’undicesima revisione dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, approvata con decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il 17 giugno scorso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 159 dell’11 luglio 2011, il prodotto Micóoula è entrato a far parte dell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat) della Valle d’Aosta, nella tipologia Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria. Con deliberazione n. 579 dell’11 marzo di quest’anno la Giunta aveva definito “tradizionale” il prodotto Micóoula e aveva disposto l’invio della relativa scheda identificativa al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, portando a trentadue il numero dei prodotti valdostani ufficialmente riconosciuti.Per essere definito “tradizionale”, un prodotto deve possedere determinati requisiti ed elementi che ne comprovino la sussistenza, per un periodo non inferiore ai venticinque anni, di metodiche di preparazione omogenee e secondo regole tradizionali. Nel caso della Micóoula la metodologia di preparazione è stata tramandata perlopiù oralmente e l’indicazione della sua omogeneità nel tempo è data dall’esistenza di alcune ricette scritte che descrivono il procedimento e presentano piccole modifiche degli ingredienti aggiuntivi (castagne e noci valdostane, uvetta, fichi) a seconda della disponibilità del momento.Gli ingredienti per la sua preparazione sono le farine di segale valdostana e di frumento, con aggiunta di altri ingredienti tra i quali castagne e noci valdostane e uvetta. Le noci valdostane possono essere sostituite dai fichi.La richiesta per l’inserimento di questo pane tradizionale nell’elenco nazionale dei Pat era stata presentata nel febbraio di quest’anno dall’associazione Les Amis de la Micóoula, con il supporto del Comune di Hône. L’associazione è nata con l’intento di promuovere e salvaguardare le caratteristiche del territorio e in modo particolare la Micóoula, pane tipico di Hône.a oggi, i trentadue prodotti agroalimentari tradizionali della Valle d’Aosta ufficialmente riconosciuti sono, quindi, i seguenti:
tipologia prodotto
bevande analcoliche, distillati e liquori genepì, Ratafià, Grappa
carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione boudin, Motsetta-motzetta, Prosciutto alla brace Saint-oyen (Jambon à la braise Saint-oyen), Saouceusse, Teteun, Tseur achètaye
formaggi brossa, Formaggio di capra a pasta molle, Formaggio di pecora o capra a pasta pressata, Formaggio misto, Reblec, Reblec de crama, Salignoùn, Séras, Toma di Gressoney
prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati mele “Golden delicious della Valle d’Aosta” e “Renetta della Valle d’Aosta”
paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria pan ner, Micóoula
grassi (burro, margarina, oli) beuro (burro di affioramento), Beuro colò, Beuro de brossa, Burro centrifugato di siero, Olio di noci (huile de noix)
prodotti di origine animale (miele, prodotti lattiero-caseari di vario tipo, escluso il burro) miele di castagno (mi de tsatagnì), Miele di rododendro (mi de framicllo), Miele millefiori di montagna (mi de fleurs de montagne), Lasé
prodotti della gastronomia seupa à la Vapelenentse
 
   
   
AGRICOLTURA: CONVEGNO SU PIANO ASSICURATIVO A SALVAGUARDIA DELLE AZIENDE AGRICOLE SICILIANE  
 
 Palermo - Si svolgera´ il 21 luglio, alle ore 9, presso la sala Lanza dell´orto botanico di Palermo, in via Lincoln 2, il convegno organizzato dall´assessorato regionale delle risorse agricole e alimentari dal tema: "Il piano assicurativo agricolo a salvaguardia delle aziende". "La vigente legislazione nazionale sul Fondo di Solidarieta´ Nazionale afferma - D´antrassi - auspica il ricorso alle compagnie assicurative per salvaguardare le imprese in agricoltura, sia dal rischio delle avversita´ atmosferiche sia da quello delle infezioni. Tali calamita´ negli ultimi anni hanno costituito un forte punto di criticita´ per le aziende aggravato, soprattutto, alla difficolta´ di reperimento di finanziamenti pubblici. Ecco perche´ intendiamo diffondere la conoscenza di un importante strumento quale e´ il ricorso alle Polizze Assicurative agevolate, finalizzato all´integrazione dei contributi erogati dallo Stato e dalla Commissione Europea e da quest´anno anche dalla Regione Siciliana". All´incontro interverranno, tra gli altri, dirigenti dell´ assessorato e delle strutture preposte all´erogazione dei finanziamenti al settore.  
   
   
DANNI ALL´AGRICOLTURA DA CALAMITA` NATURALI: LO STATO RIPARTISCE I FONDI PER GLI INTERVENTI .  
 
´E´ del tutto inaccettabile che il Governo abbia deciso di destinare alla regione Marche poco meno di 4 milioni di euro, importo che copre appena il 3% dei danni che il nostro territorio ha effettivamente subito con l´alluvione di Marzo´. Cosi` il Vicepresidente ed Assessore alle Politiche Agricole della Regione Marche Paolo Petrini commenta le proposte di riparto che Il Ministero delle Politiche agricole e forestali ha comunicato alle Regioni quali importi degli interventi compensativi dei danni subiti dal comparto agricolo agricoltura a seguito di calamita` naturali, eventi climatici avversi, epizoozie e fitopatie. Le risorse ammontano complessivamente a 29.536.650 euro e saranno attinte dal Fondo di solidarieta` nazionale. La procedura di riparto e` avvenuta sulla base dei danni riconosciuti finanziabili e tenendo conto dei fabbisogni di spesa regionali. Alla Regione Marche sono stati destinati 3.824.399 euro: il 12,95% del totale. Cifra quest´ultima macroscopicamente lontana da quanto effettivamente subito dagli imprenditori agricoli in quei giorni; ´Pensare che di fronte ad un ammontare di danni pari a 126 milioni di euro debbano essere destinare alla nostra comunita` solo delle briciole e` inspiegabile; pure trovandoci in tempi di ristrettezza economica, lo Stato in determinate situazioni non puo` abbandonare in questo modo i suoi cittadini davanti a imprevedibili calamita` naturali, lasciando in ginocchio un intero comparto che sta gia` attraversando un delicato momento. Ancora piu` assurdo ´ prosegue il Vicepresidente Petrini - e` il fatto che solo il 50% dei danni certificati alle infrastrutture e` stato riconosciuto, escludendo senza motivare la restante parte´ Dal Ministero si segnala l´esigenza di puntare con maggiore decisione sugli strumenti assicurativi per favorire la stipula di polizze per la copertura dei rischi climatici a carico delle coltivazioni e delle strutture aziendali. ´Si tratta ´ continua Petrini - di misure utili previste dalla normativa del Fondo di solidarieta` nazionale ma questo, come la considerazione delle limitate disponibilita` di bilancio destinate negli ultimi anni agli interventi compensativi o le difficolta` connesse all´attuale congiuntura economica, non esaurisce la questione. Ritengo sia necessario procedere a una immediata revisione e correzione della procedura di riparto per una distribuzione piu` equilibrata delle risorse, istanza che ho gia` provveduto ad inviare attraverso una nota di protesta ufficiale al Ministero´. La Regione Marche ha gia` inoltrato al Mipaf una nota ufficiale con la quale si chiede di riconoscere per l´intero ammontare i danni subiti nel periodo compreso tra il 1 e il 3 Marzo.  
   
   
DANNI FAUNA SELVATICA: G.R. UMBRIA ASSEGNA FINANZIAMENTI 2010  
 
Perugia - La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore alle politiche agricole ed alla caccia Fernanda Cecchini, ha assegnato oltre 390.000 euro per la prevenzione e l´indennizzo dei danni arrecati alla produzione agricola dalla fauna selvatica ed inselvatichita e dall´attività venatoria così come previsto dalla legge 17 del 2009, quale saldo per i danni rilevati nel 2010. A causa dell’esorbitante aumento dei danni causati alle produzioni agricole, negli anni 2008 e 2009 erano stati completamente utilizzati i fondi stanziati sui bilanci 2008, 2009 e 2010 rendendo così necessario l’utilizzo di una parte del bilancio corrente per la liquidazione dei danni registrati nell’anno 2010. Nel dicembre dello scorso anno la Giuntaerogò una anticipazione di 150.000 euro all’ Atc Perugia 1 (100.000 euro), Atc Perugia 2 (25.000 euro) e Atc Ternano Orvietano (25.000 euro). Ora gli stessi Ambiti territoriali di caccia e le province di Perugia e Terni hanno trasmesso i danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole nel territorio libero all´uso venatorio, nelle zone di ripopolamento e cattura e nei centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica e quelli riguardanti i danni provocati dalla fauna selvatica alla agricoltura nelle oasi di protezione, nei parchi regionali e nelle aree demaniali non sottoposte ad altri vincoli e quindi la Giunta regionale ha deliberato l’assegnazione, quale saldo per l’anno 2010, della somma di 390.185 euro alla Provincia di Perugia (7.886 euro, alla Provincia di Terni 26.383 euro, all’Atc Perugia 1 (177.274 euro), all’Atc Perugia 2 (53.016) e all’Atc Ternano Orvietano (125.624 euro).  
   
   
CARREFOUR PLANET: DEBUTTA LA NUOVA INSEGNA PER I GRANDI IPERMERCATI. NELL’AREA FOOD, UNA SPICCATA ATTENZIONE AI REPARTI FRESCHI E AL MONDO DEL BIOLOGICO CHE CONTA OLTRE 1.000 REFERENZE ALIMENTARI  
 
Colori accesi, layout innovativo, servizi “a misura di cliente”: questi alcuni dei principali punti di forza del format “Planet”, il nuovo concept di Ipermercato messo a punto a livello internazionale dal Gruppo Carrefour e che è stato lanciato anche in Italia a Paderno Dugnano (Milano). Dopo Francia, Belgio e Spagna, si tratta infatti del primo impianto realizzato in Italia al quale ne seguiranno altri due entro la fine del 2011. Il punto vendita di Paderno Dugnano, sviluppato su una superficie di circa 13.000 mq, si struttura intorno a “mondi” identificati da un codice colore, poli specialistici che riuniscono in un´atmosfera conviviale ed animata, un´offerta completa e interamente ripensata per soddisfare il Cliente e rendere più piacevole la sua shopping experience: Mercato, Bio, Enoteca, Moda, Casa, Bebè, Autobrico, Bellezza, Multimedia e Petfood in grado di anticipare e soddisfare le necessità dei Clienti più esigenti. Nel radicale remodelling dell’iper di Paderno, la disposizione degli spazi e la segnaletica sono state progettate per facilitare l’individuazione dei prodotti e ottimizzare i tempi dedicati alla spesa privilegiando, allo stesso tempo, il comfort dei Clienti. Il punto vendita si presenta infatti con spazi aperti, corsie più ampie, scaffalature più basse, linee più morbide, luci soffuse, ambienti progettati anche per il comfort acustico. Un layout del tutto rinnovato, ma anche un’offerta ampia e profonda soprattutto per l’area Food, con una spiccata attenzione ai reparti freschi e al mondo del biologico che conta oltre 1.000 referenze alimentari, e innovazioni espositive come i dispenser per l’erogazione di pasta, cereali grezzi e cereali per la prima colazione sfusi e prodotti “usa e getta” realizzati con materiali riciclati e non nocivi per l’ambiente. La filosofia del Planet, che prevede la centralità del Cliente nell’attività di ogni giorno, si è concretizzata con l’introduzione di numerosi nuovi servizi tesi a facilitare e rendere piacevole l’esperienza degli acquisti: dalla presenza di un sommelier professionista, che ogni settimana propone una sua personale selezione di vini ed è a disposizione per suggerimenti e consigli, a Totem virtuali “touch screen” che supportano i Clienti nella ricerca e nella selezione dei prodotti più adatti alle singole esigenze. Particolare attenzione inoltre al “percorso veloce di spesa”. A chi ha fretta infatti è stato dedicato un percorso rapido e un ingresso specifico che introduce nel mondo food. Molte novità anche alla barriera casse: “Cassa e via” basato sul sistema del Self-scan, “Passarapido” che attraverso un apposito lettore consente di leggere direttamente i codici a barre dei prodotti, e la “Fila Unica” per evitare le attese alle casse. “Siamo orgogliosi di inaugurare oggi il primo Carrefour Planet in Italia – ha dichiarato Giuseppe Brambilla di Civesio, Ad di Carrefour Italia - Lo sviluppo di questo nuovo concept d’ipermercato rappresenta un passo importante di un percorso di riorganizzazione del portafoglio dei punti vendita e della nostra offerta che, negli ultimi due anni, ha impegnato il Gruppo a tutti i livelli. Con Carrefour Planet abbiamo deciso di percorrere la strada dell’innovazione, raccogliendo la sfida di un mercato sempre più competitivo e facendo leva non solo sulla qualità garantita dei nostri prodotti e sulla professionalità dei nostri collaboratori, ma anche puntando su un format distributivo che pone al centro il Cliente. E’ certamente una mossa coraggiosa, e le nostre aspettative vanno in questa direzione: ci aspettiamo un risultato che sia la prova della massima soddisfazione dei nostri Clienti”