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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Ottobre 2011
MARCHIATURA O MICROCHIP? CHIEDIAMO AI PULEDRI!  
 
Come molti altri tipi di bestiame, i puledri vengono da lungo tempo identificati tramite la marchiatura. Oggi però si mette in discussione questa pratica per ragioni riguardanti il benessere degli animali, alcuni infatti suggeriscono che impiantare microchip è più umano mentre altri difendono questa antica pratica. Ma cosa ne pensano i puledri? È questo che si sono chiesti gli scienziati austriaci e tedeschi che si sono proposti di studiare gli effetti di questi due metodi sui puledri. Il lavoro è stato condotto presso l´Istituto Graf Lehndorff di scienze equine, un´unità di ricerca congiunta dell´Università di medicina veterinaria di Vienna, in Austria, e del Brandenburg State Stud di Neustadt in Germania. Le loro scoperte, presentate su The Veterinary Journal, mostrano che anche se le differenze a breve termine sono molto meno drammatiche di quanto sostengono gli attivisti dei diritti degli animali, la marchiatura con ferro caldo ha effetti prolungati che potrebbero compromettere il benessere dei puledri. Il team non voleva concentrarsi solamente sulle acute risposte allo stress e ha esaminato anche gli effetti della marchiatura sul benessere degli animali a lungo termine. È importante per gli allevatori poter identificare i propri animali e la pratica di usare ferri roventi per marchiarli si può fare risalire agli antichi egizi. Oggi cani e gatti vengono identificati impiantando un microchip trasponder e anche se i cavalli tradizionalmente si marchiano alla vecchia maniera, in molti paesi si sta passando all´uso di microchip anche per questi animali. La Danimarca ha abolito la marchiatura nel 2009 e la Germania potrebbe seguire molto presto il suo esempio, si sta infatti discutendo l´argomento nel parlamento tedesco. Simili dibattiti sono in corso anche in Australia e negli Stati Uniti. Questo studio rappresenta la prima volta che gli effetti della marchiatura vengono studiati nei puledri; studi precedenti si sono occupati solo dei cavalli adulti anche se la marchiatura viene eseguita quasi sempre quando il cavallo è ancora un puledro. L´insieme degli studi precedenti suggeriva che la marchiatura era notevolmente più stressante rispetto all´impianto di un microchip, ma il team austro-tedesco voleva testare questa ipotesi anche sui puledri. Il team ha esaminato i livelli degli ormoni dello stress nella saliva dei puledri quando venivano marchiati e quando si impiantava loro un microchip nel collo. Hanno anche osservato il comportamento, la temperatura corporea e il battito cardiaco durante e dopo queste procedure. I risultati mostrano che entrambi i metodi sono associati a livelli di stress similmente acuti per gli animali visto che per entrambe le pratiche le concentrazioni di cortisol nella saliva aumentavano e c´era un simile aumento transitorio del battito cardiaco e del comportamento avversivo. È interessante però che a quanto sembra lo stress provato era in parte dovuto all´immobilizzazione dei puledri e non alle procedure di marcatura in sé. Mentre però entrambe le pratiche possono essere ugualmente stressanti all´inizio, la bruciatura della pelle causata dalla marchiatura a fuoco durava una settimana e questo era associato a un aumento generale della temperatura della pelle che durava per diversi giorni. Questi risultati mostrano che il danno causato dalla bruciatura ai tessuti è più pronunciato di quanto gli scienziati si aspettassero. Quindi la conclusione più importante dello studio è che la marchiatura induce alterazioni più prolungate nei puledri rispetto all´impianto di microchip, come spiega il ricercatore principale dello studio, Christine Aurich dell´Università di medicina veterinaria di Vienna. "La marchiatura, ma non l´impianto di microchip, causa una ferita da bruciatura necrotizzante e un generale aumento della temperatura corporea superficiale, e insieme questi due fattori identificano un danno dei tessuti." Per maggiori informazioni, visitare: Università di medicina veterinaria di Vienna: http://www.Vetmeduni.ac.at/    
   
   
NITRATI.COMITATO BRUXELLES: SÌ A PROPOSTA REGIONI DEL NORD DE CAPITANI: PASSAGGIO FONDAMENTALE PER APPROVAZIONE DEROGA  
 
Milano - L´assessore regionale all´Agricoltura Giulio De Capitani annuncia un fondamentale passaggio nel lungo percorso per l´approvazione della richiesta di deroga alla Direttiva nitrati in agricoltura presentata dalle Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, avvenuto attraverso l´approvazione della proposta al Comitato Nitrati tenutosi oggi, 4 ottobre, a Bruxelles. "Si tratta di un passaggio non ancora definitivo - commenta De Capitani - in quanto l´approvazione conclusiva è di competenza degli Uffici della Commissione Europea, ma l´approvazione del Comitato Tecnico consultivo in materia di nitrati ci lascia ben sperare in un esito finale ugualmente positivo. E´ stato un lunghissimo percorso, che ha severamente impegnato le Regioni, i tanti Enti che le hanno affiancate dal punto di vista tecnico, quali l´Ersaf di Milano e il Crpa di Bologna, e le Associazioni agricole. Un doveroso ringraziamento va ai funzionari della Dg Agricoltura, che, con la loro competenza e professionalità, sono stati determinanti nel raggiungere un risultato per nulla scontato. E´ stato fatto un lavoro che non ha precedenti e che ha dimostrato all´Unione Europea che le caratteristiche climatiche e agronomiche dei nostri ambienti possono permettere, a pari o superiori condizioni di sicurezza per la qualità delle acque, modalità di utilizzo dell´azoto di origine zootecnica oltre le modalità di riferimento fissate dalla normativa comunitaria". "Non si tratta - chiarisce l´assessore - di una cambiale in bianco a favore del settore agricolo. E´ vero assolutamente il contrario. La decisione comunitaria che si profila ormai all´orizzonte fissa dei nuovi limiti, validi per i prossimi 4 anni, leggermente superiori a quelli già stabiliti in norma, ai quali le aziende agricole possono aderire in condizioni di utilizzo delle coltivazioni assolutamente precise e controllate, tali da prevedere un consumo di azoto zootecnico da parte delle colture vegetali in atto molto superiore rispetto a quanto avviene normalmente. In questo senso possiamo affermare che l´utilizzo della deroga, da parte delle aziende che vorranno usufruire di tale opportunità, permetterà un effettivo miglioramento delle qualità chimica delle acque". De Capitani torna sui tempi e sulle procedure. "All´approvazione da parte del Comitato Nitrati - aggiunge - deve seguire quella della Commissione Europea, che speriamo possa avvenire entro la fine dell´anno. Successivamente le aziende agricole potranno scegliere liberamente se aderire, presentando, entro il 15 febbraio di ogni anno, una formale richiesta". "La Direttiva nitrati - conclude De Capitani - si è dimostrata un impegno gravoso per le aziende agricole, che ancora una volta hanno affrontato investimenti molto importanti per rispettare parametri utili a tutti i cittadini europei. L´approvazione, dopo un percorso lungo e impegnativo, della prima deroga concessa all´Italia dimostra la serietà dell´approccio tecnico scientifico e la sensibilità e attenzione di tutto il mondo agricolo, che forse è meno capace di raccontarsi, ma invece è molto capace di fare e produrre risultati concreti, a favore delle proprie aziende e, come in questo caso, anche a favore dell´intera collettività".  
   
   
VENETO: DEROGA NITRATI  
 
Venezia - “E’ un passaggio molto importante, che dà un po’ di respiro all’affanno della zootecnia veneta rispetto all’applicazione dell’originaria direttiva nitrati e che ci consente di affrontare con maggiore serenità le problematiche legate all’applicazione della direttiva stessa”. E’ il commento dell’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato alla notizia, comunicata dal ministro Saverio Romano, che il Comitato Nitrati europeo ha approvato la deroga, richiesta dall’Italia, volta a consentire, a determinate condizioni, il superamento del limite massimo di 170 kg di azoto di origine organica per ettaro, fino ad un limite di 250 kg. “E’ certo una buona risposta a talune realtà zootecniche dell’allevamento bovino e suino del Veneto. Tuttavia, come sempre accade in questi casi, questo si tradurrà in un carico burocratico importante, in termini anche di vincoli e controlli. Come Regione ci daremo da fare – ha aggiunto Manzato – per predisporre le procedure amministrative con i relativi software informatici, così da semplificare la vita degli agricoltori. Sarà anche essenziale l’informazione che le Organizzazioni professionali agricole daranno in questo senso ai loro associati. In questo nuovo scenario, tuttavia, resta fuori il settore avicolo, peraltro mai preso in considerazione dal Comitato Nitrati ma che è essenziale per il Veneto, primo produttore nazionale con circa il 40 per cento del totale”. “Resta in ogni caso confermato che la risposta a tutte le sfaccettature del problema sta nell’adozione di tecniche e impianti che portino ad eliminare il rischio di un eccesso dei nitrati rispetto alla capacità di assorbimento dei terreni, così come dimostrato dalle sperimentazioni portate avanti da Veneto Agricoltura. E in tale contesto rimane in ogni case valida – ha concluso l’assessore – la necessità di un monitoraggio sull’origine agricola e non agricola dei nitrati, per pervenire ad una riperimetrazione delle zone vulnerabili della pianura Padana rispondente all’effettiva presenza zootecnica”.  
   
   
CHIMICA E AGRICOLTURA ALLEATE CONTRO FAME E SETE FORMIGONI: GETTIAMO DEI PONTI VERSO L´ESPOSIZIONE DEL 2015  
 
 Milano - "L´acqua è il problema universale per eccellenza del nostro secolo". Esordisce così il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, alla giornata di dibattito sul tema dell´innovazione per un´agricoltura e un´alimentazione sostenibile, organizzata in collaborazione con Federchimica. Presente, all´apertura dei lavori, anche il sottosegretario all´Università e alla Ricerca Alberto Cavalli. Guardiamo All´expo - La Lombardia, regione agricola e chimica per eccellenza, ha voluto così celebrare l´anno internazionale della chimica riflettendo sui temi cari all´Expo. Nel 2015, infatti, il tema dell´alimentazione sarà al centro dell´attenzione economica, scientifica e culturale, che si riverserà su Milano e su tutta la regione. "Dobbiamo gettare - ha detto Formigoni - dei ponti verso il 2015. Chimica e agricoltura, unite, possono contribuire a diffondere nel mondo un´alimentazione certa, sicura e sostenibile". Per Un´agricoltura Sostenibile - L´agricoltura ha cambiato le sorti dell´umanità e, nella sua lunga storia, ha affrontato varie rivoluzioni tecniche, metodologiche, scientifiche: "Nel secolo scorso con l´avvento della chimica - ha rimarcato il presidente della Lombardia - ne ha affrontata un´ennesima. Ma l´ultima di queste rivoluzioni, a mio avviso, è in atto oggi. È la rivoluzione di un´agricoltura della sostenibilità. La chimica può essere un alleato molto forte per la diffusione di un´alimentazione sicura, sana e amica dell´ambiente". La Sfida Del Cibo E Dell´acqua - "Questa è l´occasione per combattere la diffusa insensibilità o l´indifferenza nei confronti dell´industria chimica lombarda - ha dichiarato Cavalli -, un modello fatto di piccole e medie imprese che con coraggio e con successo si confrontano con le grandi multinazionali estere. La scienza e l´industria chimica accompagnano ogni aspetto della nostra vita quotidiana, forniscono la materia prima per i più diversi settori produttivi, svolgono una parte fondamentale nelle maggiori sfide che abbiamo di fronte. Dalla ripresa economica all´occupazione, dalla difesa dell´ambiente allo sviluppo di energia pulita, sino alla sfida universale e più urgente: sostenere chi non dispone a sufficienza di acqua e cibo".  
   
   
EUROPEAN FRUIT SUMMIT: TRA GLOBALIZZAZIONE E CRISI DEI CONSUMI L’ORTOFRUTTA EUROPEA RISCHIA IL TRACOLLO, SERVE UNA SPINTA ALL’EXPORT E PROMOZIONE AI CONSUMI  
 
Cesena - Lo hanno confermato ieri all’unisono i protagonisti del 3° European Fruit Summit che, anticipati da un intervento di Paolo Bruni Presidente di Cogeca e Cso, hanno messo tutti in evidenza l’enorme difficoltà che sta vivendo il settore in Europa. “Oggi – dichiara Paolo Bruni - possiamo dire che siamo nel pieno del fenomeno globalizzazione, in termini produttivi e in termini finanziari e stiamo vivendo probabilmente la più grave crisi di sistema che si sia mai verificata in occidente, dalla quale usciremo solo cambiando i paradigmi dell’economia”. Le recenti previsioni sul futuro dell’agricoltura elaborato da Ocse- Fao per il 2011-2020 indicano un forte aumento dei prezzi di cereali e carne + 20-30%. La produzione agricola globale crescerà meno rispetto al decennio precedente, si registrerà invece un aumento della domanda grazie al miglioramento delle condizioni economiche dei paesi emergenti. I mercati agricoli saranno caratterizzati da una fortissima volatilità che dipenderà dai cambiamenti climatici con condizioni meteorologiche sempre meno prevedibili e da fattori di instabilità più generali come l’incremento dei prezzi energetici o i movimenti nei tassi di cambio cui si aggiungono i vincoli al commercio introdotti da molti paesi. In questo quadro va a collocarsi il sistema ortofrutticolo europeo, che concentra la sua offerta in particolare nel sud Europa, cioè nelle aree affacciate al Mediterraneo come Italia, Spagna e Grecia. Nel mondo, secondo i dati Fao elaborati da Cso si producono 1 miliardo e 600.000 tonnellate di ortofrutta con una crescita nell’ultimo triennio del + 23% rispetto al 2000, per gli ortaggi e del + 20% per la frutta. Le produzioni europee, di contro,nell’ultimo triennio, sono in flessione rispetto al 2000 con – 4% per gli ortaggi che si attestano sui 65 milioni di tonnellate e – 8% per la frutta che si attesta sui 61 milioni di tonnellate. Ma nell’area europea ci sono dei players come l’Italia e la Spagna che detengono ancora la leadership mondiale di produzione. E’ il caso dell’Italia per le pesche e nettarine, per il Kiwi e per le pere. Siamo di fronte quindi ad un segmento produttivo agricolo che può venire considerato una nicchia territoriale nel panorama globale ed è chiaro che il ruolo dell’ortofrutta europea dovrà essere giocato bene sia a livello comunitario che a livello globale. “Sarà determinante e cruciale – conferma Paolo Bruni – Presidente di Cso - la propensione all’export per l’Europa . La penetrazione dei nuovi mercati sarà la nostra indispensabile arma strategica e questo dovrà essere agevolato da un sistema diplomatico politico che ci consenta di varcare mercati fino ad oggi non raggiungibili. Un altro elemento chiave su cui puntare – dichiara Bruni – sarà la qualità, puntando su una offerta che faccia della qualità assoluta la sua bandiera.. L’altro elemento chiave sarà l’aggregazione nazionale e transnazionale che farà forte l’offerta europea e, da ultimo – conclude Bruni – si dovrà fare sempre più riferimento al consumatore, oggi confuso da mille offerte e mille sollecitazioni ma sempre meno propenso all’acquisto.” A rimarcare le affermazioni di Bruni ed in perfetto accordo con le stesse, Dacian Ciolos, Commissario Agricoltura della Unione Europea, evidenzia l’esigenza, in un momento di crisi così forte, che l’agricoltura risponda ai bisogni dei consumatori e dei cittadini, sia cioè sempre di più al servizio degli stessi ed al servizio del mercato.  
   
   
CRITERI NAZIONALI PER ACQUISTI RISTORAZIONE E AGROALIMENTARE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.  
 
Venezia - “Il concetto di produzione a km 0 ha fatto strada e scuola, alla faccia di quanti lo hanno snobbato, probabilmente perché non l’hanno capito. Brava la ministra dell’ambiente Stefania Prestigiacomo per averne recepito alcuni degli elementi fondamentali di quella che è una moderna concezione del territorio, della qualità e della sostenibilità”. Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, è soddisfatto per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dei “criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e la fornitura di derrata alimentari’, in attuazione del Piano di azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nella Pubblica Amministrazione. “Per quanto mi riguarda posso solo dire che il Veneto ha anticipato un ulteriore esempio utile in questa materia, con la sua legge sul km 0 – ha detto ancora Manzato – rispetto ad un provvedimento ministeriale che va nella giusta direzione. Abbiamo anticipato gli appalti verdi e costruito un esempio virtuoso di collaborazione pubblico – privato. E questo si è riverberato non solo sulle forniture per mense importanti come quelle di qualche Ulss o scolastiche, ma anche su azioni di prossimità che coinvolgono gli agricoltori nel settore del verde pubblico”. Il provvedimento ministeriale, in particolare, nel riferirsi all’offerta “economicamente più vantaggiosa”, attribuisce “un punteggio tecnico a prestazioni ambientali e, ove possibile, sociali, più elevate (non inferiore al 30 per cento del punteggio totale), tipiche di prodotti meno diffusi e talvolta più costosi, senza compromettere l’esito della gara”. Tra l’altro gli appaltatori devono produrre tutte le certificazioni ambientali del caso e, per la generalità dei prodotti ortofrutticoli e alimentari, compreso l’olio extravergine d’oliva, è prevista la provenienza per almeno il 40 per cento da produzione biologica e per almeno il 20 per cento da sistemi di produzione integrata, i prodotti ortofrutticoli devono essere stagionali; per la carne è prevista anche la fornitura da prodotti tipici e tradizionali. “Gli unici appunti che mi sento di fare – ha concluso Manzato – riguardano il fatto che si poteva tenere più in considerazione la produzione di prossimità, in quanto è a minor consumo energetico e minor impatto ambientale, allo stesso modo in cui è stato considerato punteggio di favore, per analoghi motivi, alla prossimità tra luogo di cottura e luogo di consumo. Mi pare inoltre fuorviante il riferimento ai prodotti esotici, che di massima esulano dal concetto di stagionalità e sicuramente richiedono per il trasporto un grande dispendio in termini i consumo di energia e di produzione di Co2, anche se ne è prevista la provenienza da coltivazioni biologiche e solidali”.  
   
   
IL PESCE DIMENTICATO TORNA IN TAVOLA IL PROGETTO DI PROMOZIONE REGIONALE PUNTA SU INIZIATIVE RIVOLTE AL MONDO DELLA RISTORAZIONE E DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE PER INCENTIVARE IL CONSUMO DEL PESCE POVERO E DELLE SPECIE MENO CONOSCIUTE E APPREZZATE  
 
Firenze - Un prodotto fresco e di provenienza locale, facilmente reperibile e di qualità, da sempre ingrediente fondamentale della dieta del pescatore e della sua famiglia per la bontà delle sue carni. Ecco come si può definire il pesce povero o dimenticato, al centro del progetto di promozione regionale presentato il 3 ottobre presso la sede di Unioncamere Toscana. Il progetto ha come obiettivo primario la realizzazione di campagne di promozione per incentivare il consumo del pesce povero o dimenticato, quello che, nonostante presenti caratteristiche morfologiche e nutrizionali che lo rendono adatto alla commercializzazione, viene spesso ributtato in mare o comunque non commercializzato perché considerato non appetibile dalla maggior parte dei consumatori. Il progetto viene finanziato grazie al Fondo Europeo della Pesca (Fep) 2007-2013, in particolare in virtù dei capitoli dell’Asse 3 - Misure d’interesse comune, Misura 4 - Sviluppo di nuovi mercati e campagne rivolte ai consumatori. La campagna di promozione partirà dal 20 ottobre 2011 con un’indagine territoriale volta ad individuare le specie ittiche da valorizzare e continuerà con analisi nutrizionali - verranno determinati i contenuti in proteine, carboidrati, acqua, lipidi e ceneri di ogni singola specie - e analisi organolettiche, che saranno effettuate dal Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Siena. Il progetto proporrà inoltre sinergie con altre attività svolte dal Sistema camerale regionale ed in particolare contribuirà alla riscoperta del pesce povero o dimenticato anche da parte della ristorazione toscana, coinvolta nell’utilizzo di specie ittiche a “costo competitivo” ed alternative rispetto a quelle di maggior pregio. Quindici ristoranti aderenti alla rete di “Vetrina Toscana a Tavola” organizzeranno serate a tema con menù incentrato su una particolare specie e la partecipazione di chef specializzati che faranno dimostrazioni sulla preparazione e cottura della specie “dimenticata” oggetto della serata. Le altre fasi hanno riguardato la presenza di uno stand toscano nell’ambito di Slow Fish 2011 a Genova, che ha promosso il pesce dimenticato proveniente dalla pesca costiera toscana, e l’organizzazione, presso le sedi delle sezioni soci Unicoop Firenze, di serate a tema a cui parteciperanno un biologo marino, un nutrizionista e un cuoco e che tratterranno il pesce dimenticato sotto tutti i punti di vista, dagli strumenti con cui viene pescato, fino alle ricette e agli abbinamenti con i vini. A conclusione del ciclo di serate, verranno inoltre organizzate uscite di pesca turismo per divulgare la cultura del mare e della pesca. Il progetto si concluderà a maggio 2012 con un seminario in cui verranno descritte le azioni intraprese e presentati i risultati ottenuti, auspicabilmente la crescita e il rafforzamento del consumo di pesci poco conosciuti e spesso sottovalutati ed il trasferimento di conoscenze legate alla qualità, alle tradizioni e alla cultura marinara e alla filiera ittica.  
   
   
AGRICOLTURA MANZATO DA ROMANO GIOVEDÌ A ROMA SU PAC E DISIMPEGNO FONDI SVILUPPO RURALE  
 
L’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato sarà giovedì 6 ottobre prossimo a Roma, dove parteciperà all’incontro delle Regioni con il ministro delle politiche agricole Saverio Romano. All’ordine del giorno della riunione, il cui inizio è previsto per le ore 10 e convocata dallo stesso ministro, vi sono la riforma della Politica Agricola Comunitaria e il disimpegno dei fondi comunitari per lo sviluppo rurale nelle Regioni che hanno difficoltà di spesa.  
   
   
OGM NEL LAZIO: TUTTE LE SEMENTI SONO CONTROLLATE E PER ASSOSEMENTI IL SISTEMA DI ANALISI E’ EFFICACE  
 
 “Tutte le sementi di mais e di soia, prima di essere poste in vendita in Italia, sono sottoposte a precisi e molteplici controlli ufficiali e privati per accertare l’assenza di ogm, in ottemperanza a quanto previsto dal decreto del 27 novembre 2003 dell’allora Ministro per le politiche agricole, Gianni Alemanno. Lo stesso decreto del 2003 stabilisce inoltre che le sementi di mais e di soia devono essere accompagnate da una dichiarazione dell’azienda sementiera produttrice, in merito all’assenza di ogm”. E’ quanto puntualizza Assosementi, l’Associazione italiana sementi, in relazione alle notizie di controlli analitici realizzati dall’Arsial della Regione Lazio su coltivazioni di mais, che avrebbero portato ad individuare tre campi con presenza di ogm. “E’ ancora prematuro potersi esprimere con precisa cognizione sull’origine della presenza di ogm riscontrata dai controlli dell’Arsial, senza conoscere nulla del tipo di campionamento e di analisi effettuate sulle piante e soprattutto del livello di presenza di ogm riscontrato. Quello che appare certo dalle notizie di stampa” - prosegue Assosementi – “è che gli eventi di modifica genetica segnalati sono comunque autorizzati dalla Ue per l’importazione e l’impiego alimentare e che le sementi utilizzate dalle tre aziende agricole laziali sono state controllate più volte, non solo nell’ambito del piano di controlli ufficiale finanziato dal Ministero delle politiche agricole e realizzato dall’Inran-ense insieme all’Ispettorato centrale repressione frodi, ma anche da parte dell’Agenzia delle dogane e della stessa Arsial”. “Non c’è un lotto di seme di seme di mais e di soia che venga posto in commercio in Italia che non sia garantito da un certificato di analisi ufficiale sull’assenza di ogm. I lotti di seme che non sono sottoposti ai controlli ufficiali all’importazione o durante la certificazione, vengono comunque campionati ed analizzati dall’Inran-ense sulla base di una convenzione privata sottoscritta tra Assosementi e la stessa Inran-ense per fornire le massime garanzie agli agricoltori acquirenti. L’esperienza mondiale in materia di analisi per rilevare la presenza di Ogm” – evidenzia Assosementi – “ha dimostrato nel corso degli anni quanto le metodiche di campionamento e la precisione delle analisi siano cruciali per avere risultati attendibili e ripetibili. In tal senso il protocollo messo a punto del Ministero delle politiche agricole italiano, basato sul campionamenti delle sementi, continua a restare un modello di riferimento a livello europeo”. “Dovrebbe essere priorità di ogni Autorità regionale muoversi con grande attenzione in questo contesto molto delicato. Chi oggi paga le conseguenze di questa azione” – così conclude Assosementi – “sono le aziende agricole coinvolte e proprio ad esse va rivolta ogni premura ed urgenza per evitare che la situazione creatasi ne determini il collasso economico”.  
   
   
CASEUS VENETI. I MIGLIORI FORMAGGI DEL VENETO 2011  
 
 20 mila visitatori, 6 mila euro raccolti in beneficienza che saranno donati a Life Inside Onlus, che aiuta le persone affette da autismo, e la Città della Speranza di Padova che si occupa di ricerca e cura dei tumori infantili, uno spettacolo fantasmagorico di sapori ed eccellenze casearie. Sono i numeri di Caseus Veneti, la mostra concorso dei formaggi del Veneto svoltasi nel Castello estense di Arquà Polesine. Presa d’assalto l’area mercato, che proponeva l’offerta di 6 caseifici, 7 consorzi Dop, 4 birrifici artigianali e 5 esponenti di altre produzioni tipiche locali, mentre i bambini si sono divertiti con gli educational, caccia al cacio, un’ora da casaro, incarta al forma. Ottimi riscontri anche per gli spazi di approfondimento: subito esauriti i posti per le cinque degustazioni abbinate a birra e mostarde guidate per i corsi di cucina. “Ne eravamo certi – ha commentato l’assessore regionale al turismo Marino Finozzi – perché una simile concentrazione si sapori a così alto livello è un evento non frequente nel nostro Paese. Ad Arquà Polesine era presente tutta la piramide dell’eccellenza delle svariate tipologie produttive del nostro settore caseario”. Nella mostra – concorso erano in gara 80 caseifici con 328 formaggi divisi in 34 categorie. La provincia di Treviso ha fatto incetta di medaglie d’oro, ben 14 sulle 36 assegnate (per la prima volta ci sono stati due pari-merito), seguita da Vicenza con 10 medaglie, Belluno con 7 e Verona con 5. Belluno ha conquistato il premio Onaf al migliore formaggio tradizionale assegnato quest’anno a Malga Ciapela di Gianni Miola e ha portato a casa anche il Premio Friuladria Forme di Solidarietà, andato al Piave Dop di Lattebusche, scelto dalla giuria critica tra i 36 vincitori di categoria. Questi i vincitori del concorso Caseus Veneti. Formaggi Dop: 1. Asiago Dop Pressato Lattebusche Sca (Bl); 2. Asiago Dop d’Allevo mezzano (4-6 mesi) Lattebusche Sca (Bl), Latterie Vicentine Soc. Coop. (Vi); 3. Asiago Dop d’Allevo vecchio (10-15 mesi) Caseificio Pennar Asiago (Vi); 4. Asiago Dop d’Allevo stravecchio (oltre 15 mesi) Latterie Vicentine Soc. Coop. (Vi); 5. Casatella Trevigiana Dop Latteria Sant’andrea Soc. Agr. Coop. (Tv); 6. Grana Padano Dop Caseificio Sociale Ponte di Barbarano Sac (Vi); 7. Grana Padano Dop (oltre 20 mesi) Caseificio San Girolamo Srl (Vr); 8. Montasio Dop fresco (2-5 mesi) Toniolo Casearia Spa (Tv); 9. Montasio Dop mezzano (5-10 mesi) Latterie Trevigiane Srl (Tv); 10. Montasio Dop stagionato (oltre 10 mesi) Latterie Trevigiane Srl (Tv); 11. Monte Veronese Dop Latte Intero (25-45 giorni) La Casara Roncolato Romano Srl (Vr); 12. Monte Veronese Dop d’Allevo Mezzano (3–6 mesi) La Casara Roncolato Romano Srl (Vr); 13. Monte Veronese Dop d’Allevo Vecchio (oltre 1 anno) Caseificio Gugole Dario (Vr); 14. Piave Dop Lattebusche Sca (Bl); 15. Provolone Valpadana Dop Dolce Caseificio Albiero Srl (Vi); 16. Provolone Valpadana Dop Piccante Zogi Srl (Vi). Formaggi Tipici E Tradizionali 17. Morlacco del Grappa Andreatta Quinto Ss, Malga Coston da Quinto (Tv); 18. Malga fresco (alpeggio 2011) Panizzon Afra, Malga Mure (Tv); 19. Malga vecchio (alpeggio 2010 e precedenti) Soc. Agr. Miola di Miola Gianni & C, Malga Ciapela (Bl); 20. Formaggio affinato nelle vinacce Latteria Sant’andrea Soc. Agr. Coop. (Tv). Altre Categorie 21. Freschi e freschissimi (pasta molle senza crosta) Az. Agr. Venturin Soc. Agr. Ss (Tv); 22. Caciotta – pasta molle con crosta (peso inferiore ad 1kg, 30gg-2 mesi) Caseificio San Girolamo Srl (Vr); 23. Latteria – pasta molle con crosta (peso superiore a 1kg, 30gg-2mesi) Lattebusche Sca (Bl); 24. Pasta molle con crosta lavata o fiorita Latteria Sociale Tarzo e Revine Lago (Tv); 25. Pasta semidura (3-8 mesi) Latteria di Conegliano Sca (Tv); 26. Pasta dura (oltre 8 mesi) Caseificio Pennar Asiago (Vi); 27. Pasta filata molle Il Caseificio di Roncade srl (Tv); 28. Pasta filata dura Zogi Srl (Vi); 29. Formaggi aromatizzati (pepe, peperoncino) Latteria di Soligo Sca (Tv); 30. Formaggi aromatizzati (erbe, fieno e spezie) Sapori del Piave, Battistella Luigi & C. Snc (Tv); 31. Formaggi aromatizzati (fumo e affumicati) Latterie Vicentine Soc. Coop. (Vi); 32. Formaggi erborinati Sapori del Piave, Battistella Luigi & C. Snc (Tv), Formaggio di Speloncia (Bl); 33. Formaggi di capra – coagulazione prevalentemente acida Vibani Carla Az. Agr. La Schirata (Bl); 34. Formaggi di capra – coagulazione prevalentemente presamica Az. Agr. Aidi di Flavio Sartore (Vi).  
   
   
TROTE E SALMERINO, LATTE E CARNI LAVORATE, PRODOTTI A MARCHIO "QUALITA´ TRENTINO": MODIFICATI TRE DISCIPLINARI  
 
Prodotti dell´acquacoltura, latte e produzioni casearie, carni bovine e suine: queste le categorie di prodotti a marchio "Qualità Trentino" per le quali, in seguito ad una serie di modifiche intervenute, la Giunta provinciale ha provveduto il 30 settembre, su proposta dell´assessore all´agricoltura Tiziano Mellarini, a riapprovare i relativi disciplinari di produzione. Per quanto riguarda i prodotti dell´acquacoltura, la modifica del disciplinare deriva dall´adattamento a quelli presentati al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali da parte dell´Associazione dei troticoltori trentini Astro per l´ottenimento delle Igp "Trote del Trentino" e "Salmerino del Trentino". Per il latte vaccino e ovicaprino e prodotti lattiero caseari, la modifica al disciplinare riguarda in particolare il latte crudo utilizzato per la produzione del latte alimentare che, per potersi fregiare del marchio "Qualità Trentino", deve essere prodotto esclusivamente nel territorio della provincia di Trento e trasformato e confezionato soltanto da aziende trentine. Infine le carni bovine e/o suine lavorate e loro trasformati. In questo caso la modifica riguarda il riferimento alla zona di provenienza delle carni utilizzate nella produzione della "Luganega", dello "Speck" e della "Mortandela affumicata della Val di Non". Oltre che dalla provincia di Trento, le carni di suino possono infatti provenire da animali nati, allevati e macellati nelle regioni italiane da cui provengono i suini per la produzione del "Prosciutto San Daniele Dop" e/o del "Prosciutto di Parma Dop". Scompare il riferimento alla "zona di produzione del Gran Suino Padano" alla quale il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha revocato la protezione transitoria accordata a livello nazionale.  
   
   
PUGLIA: AGLI AGRICOLTORI L’ASSEGNAZIONE STRAORDINARIA DI CARBURANTE AD ACCISA AGEVOLATA  
 
Con determinazione dirigenziale n° 197 del 3 ottobre 2011, è stata concessa alle aziende agricole che ne faranno richiesta l’assegnazione straordinaria di carburante ad accisa agevolata. Il provvedimento, disposto dal Servizio Alimentazione dell’area Politiche per lo Sviluppo Rurale della regione Puglia, si è reso necessario per le gravi carenze idriche conseguenti al periodo di siccità dei mesi di agosto e di settembre che ha determinato un elevato consumo di gasolio per i lavori agricoli e per l’irrigazione delle coltivazioni. “Abbiamo accolto – ha spiegato l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno – l’invito delle Organizzazioni Professionali Agricoli e dei Comuni più gravemente colpiti dall’ondata di caldo di questi ultimi mesi che, raggiungendo anche picchi di 38°, ha causato una perdurante siccità e che ha costretto gli agricoltori a far ricorso ad un uso straordinario dell’irrigazione per salvaguardare lo colture. Ci è parso doveroso intervenire tempestivamente per alleviare il disagio degli agricoltori, peraltro già provati dalla crisi congiunturale”. La determinazione dispone di concedere, alle aziende agricole del territorio pugliese che ne faranno richiesta e che hanno già ottenuto la concessione del beneficio per l’irrigazione con l’originaria istanza “Modello Unico per l’anno 2011” e per le medesime particelle, la maggiorazione del 50% dell’accredito d’imposta per il tramite del carburante ad accisa agevolata, limitatamente alle colture irrigue in atto al momento della richiesta.  
   
   
"SVILUPPO AGRICOLO NEL MEDITERRANEO ED OPPORTUNITÀ PER IL COMPARTO ORTOFRUTTICOLO"  
 
Bologna - Le opportunità per il comparto ortofrutticolo, il ruolo che l´agricoltura, ed in particolare il comparto ortofrutticolo, nello sviluppo economico e sociale nei paesi del Mediterraneo. E’ questo il tema del seminario organizzato dalla Confederazione Italiana agricoltori, in collaborazione con Macfrut. Il Seminario "Sviluppo agricolo nel Mediterraneo ed opportunità per il comparto ortofrutticolo" organizzato dalla Cia, in collaborazione con Cesena Fiera (giovedì 6 ottobre Sala Europa, ore 10-13), ha l’obiettivo di valorizzare il ruolo che l´agricoltura, ed in particolare il comparto ortofrutticolo, può svolgere per lo sviluppo economico e sociale nei paesi del Mediterraneo. Ore 10 – apertura / Moderatore Roberto Della Casa, Università di Bologna Relazioni: Pier Luigi Petrillo, Responsabile Promozione culturale Agroalimentare, Commissione Nazionale per l’Unesco; Crescenzo Dell’aquila, Ricercatore Inea; Giulio Malorgio, Università di Bologna; Cristina Chirico, Responsabile Ufficio Internazionale Cia Interventi: rappresentanti delle Op ortofrutticole italiane e delle organizzazioni agricole del Mediterraneo: Spagna – Union de Pequenos Agricultores y Ganaderos; Algeria – Chambre Nationale d’Agricolture; Giordania – Jordan Fermers Union / Ajloun-jordan; Moldova – Fnfm; Slovenia – Cooperative Union of Slovenia / Chamber For Agricolture and Forestry of Slovenia; Malta – Koperattivi Malta; Tunisia – Utap; Croazia – Croatian Association of Cooperatives; Turchia – Tzob; Albania – Aaoh Bioplant Albania; Marocco. Ore 13 – Chiusura dei lavori Antonio Dosi, Presidente Cia dell’Emilia Romagna. L’attualissimo e controverso tema verrà trattato secondo una duplice valenza: da un lato, le opportunità di sviluppo agricolo nei paesi della sponda Sud per l’avanzamento economico e sociale e, dall’altro, le relazioni economico-commerciali con i paesi mediterranei europei e le implicazioni, anche in chiave di concorrenza, dei recenti accordi commerciali. Infine, la partecipazione del Prof. Petrillo al Seminario, in rappresentanza dell’Unesco, porterà la testimonianza di quali opportunità il riconoscimento internazionale della Dieta mediterranea Patrimonio dell’Umanità può offrire per la valorizzazione delle produzioni agricole dell´Italia e dei paesi mediterranei coinvolti.  
   
   
LE PROPOSTE PER LA TUTELA E LA RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE DELLA SARDEGNA  
 
L’assessorato della Difesa dell’Ambiente ha pubblicato l’invito a presentare proposte per l’attuazione della misura 323 del Psr 2007/2013 azione 1, sottoazione 1 "Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale - Stesura e aggiornamento dei piani di gestione dei siti Natura 2000". L’azione finanzia al 100% la stesura e/o l’aggiornamento dei piani di gestione dei Siti di interesse comunitario (Sic) e delle Zone di protezione speciale (Zps) della rete Natura 2000 presenti nelle aree rurali. Queste le tipologie di intervento: - stesura dei piani di gestione delle Zps, mediante integrazione dei piani di gestione delle aree Sic già approvati, in tutti i casi di sovrapposizione totale o parziale delle due tipologie di sito; - stesura dei piani di gestione delle Zps che non si sovrappongono in alcun modo ad aree Sic; - aggiornamento dei piani di gestione delle aree Sic approvati, al fine di introdurre le integrazioni relative alle disposizioni che disciplinano gli usi agricoli e forestali di tali aree. Possono beneficiare dei finanziamenti i comuni singoli o aggregati e/o altri enti pubblici nel cui territorio ricadono, in tutto o in parte, i Siti di interesse comunitario e/o le Zone di protezione speciale della rete Natura 2000. Gli enti interessati possono partecipare sia singolarmente che in qualità di capofila di più enti pubblici ed hanno l’obbligo di costituire/aggiornare il fascicolo aziendale. Tale operazione potrà essere effettuata presso un Centro assistenza agricola (Caa) autorizzato da Agea. Due le scadenze per la presentazione della domanda: - entro il 30 novembre 2011 dovrà essere trasmessa per via telematica attraverso il Sistema informativo agricolo nazionale (Sian). - entro il 15 dicembre 2011, dovrà essere stampata, sottoscritta e recapitata, a mano o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o corriere espresso, al seguente indirizzo: Assessorato Difesa dell´Ambiente, Servizio tutela della natura, Via Roma, 80, 09123 Cagliari . Per qualsiasi informazione gli interessati possono rivolgersi al responsabile del procedimento la Dott.ssa Marianna Agostina Mossa, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle 13, oppure contattando il numero telefonico 070/606 6623 o i seguenti numeri: 070/6068067- 070/6068071.  
   
   
L’AGROALIMENTARE D’ECCELLENZA D’IRPINIA ALL’ANUGA DI COLONIA  
 
Avellino - La tipicità dell’Irpinia e le sue produzioni d’eccellenza continuano a farsi conoscere sui mercati mondiali attraverso appuntamenti di rilievo internazionale promossi dalla Camera di Commercio di Avellino. Dall’8 al 12 ottobre l’ente guidato da Costantino Capone parteciperà con 23 imprese della provincia di Avellino del settore agroalimentare all’Anuga di Colonia, una delle più importanti fiere del settore agroalimentare internazionale. Una occasione importante, dunque, per le aziende irpine, sia sotto il profilo promozionale che commerciale: basti pensare che la fiera tedesca è racchiusa in 300mila metri quadrati di spazio espositivo, con circa 6.500 espositori (84% provenienti dall’estero) e oltre 150mila visitatori (di questi il 61% proviene dall’estero). Alla collettiva della Camera di Commercio - ubicata al Padiglione 11.3, stands F019g, G019g, F011g e F010g – parteciperanno le seguenti aziende della provincia di Avellino: Aloha di Mirabella Eclano (gelati), Angelo & Carmine Maietta di Ospedaletto d’Alpinolo (torroni), Antico Torronificio F.lli Nardone di Venticano (torroni), Azienda agricola De Marco di Chiusano San Domenico (olio extravergine di oliva), Consorzio Co.pro.v.oli. Di Ariano Irpino (olio extravergine di oliva), Consorzio Historia Antiqua di Avellino (vini a denominazione di origine, grappa e olio extravergine), Crisef di Montecalvo Irpino (pomodorini di collina e conserve), Cristino Maria di Montecalvo Irpino (prodotti da forno), Dg3 Dolciaria di Ospedaletto d´Alpinolo (torroni), Dolciterre di Grottaminarda (torroni), Gb Agricola di Montoro Inferiore (cipolla ramata Igp), Gruppo D & D di Calitri (formaggi), I Capitani di Torre Le Nocelle (vini a denominazione di origine. Ed olio extravergine), La Montanara di Chiusano San Domenico (pasta fresca in atm), Luciano di Avella (ciliegie sciroppate e frutta candita), Macchioni-capri Natura di Montoro Inferiore (limoncello), Masseria Valenzio di Calitri (salumi tipici), Mgm di Cervinara (castagne precotte sottovuoto e surgelate), Perrotta Gigliola di Montella (castagne), San Comaio di Zungoli (olio extravergine d’oliva), Set Fair di Sperone (cioccolateria), Verdi Fattorie di Sant’angelo all´Esca (marmellate, conserve e olio) e Vestuto Lorenzo di Montella (marron glacé). “La Camera di Commercio di Avellino sarà presente con una importante rappresentanza della produzione agroalimentare d’eccellenza dell’Irpinia – afferma il presidente Costantino Capone - in una cornice importante come l’Anuga di Colonia, che quest’anno avrà come Partner Country proprio l’Italia. L’attenzione che sarà riservata ai prodotti tipici italiani sarà dunque notevole, in un mercato come quello tedesco che si colloca al primo posto quale destinazione commerciale per gran parte delle esportazioni agroalimentari italiane. Per l’Irpinia questa rappresenta senza dubbio una occasione di grande visibilità ma anche di avvio di importanti accordi commerciali, senza contare il consolidamento della rete di rapporti già esistenti tra il mercato agroalimentare della provincia di Avellino e la Germania. La presenza, inoltre, di una consistente percentuale di operatori e visitatori provenienti dall’estero, pone le condizioni per stabilire proficue relazioni commerciali con buyer di tutto il mondo. Abbiamo selezionato la fiera tedesca, tra le più importanti al mondo del settore agroalimentare, sulla base delle esigenze commerciali e di promozione delle imprese irpine che appartengono a questo settore. Allo stesso modo e in altri segmenti produttivi la Camera di Commercio di Avellino continua ad operare per garantire adeguato supporto alle aziende che credono in una strategia volta alla internazionalizzazione dell’Irpinia e delle sue produzioni d’eccellenza”.  
   
   
GASTRONOMIA. RASSEGNA LODIGIANA FILIERA D´ORO PER EXPO NON SOLO CIBO MA ANCHE RETE DI ATTIVITÀ PRODUTTIVE  
 
 Milano - Trentamila presenze. Un milione di euro di fatturato. Due milioni di euro d´indotto. Cifre importanti della Rassegna Gastronomica del Lodigiano per il 2010 e che per il 2011 sono facilmente superabili. Una sensazione diffusa questa tra gli organizzatori dell´importante iniziativa che, ieri, a Palazzo Lombardia, hanno presentato la nuova edizione pronta a partire in questi giorni e che si protrarrà fino al prossimo 27 novembre. Ventotto i ristoranti coinvolti, suddivisi per tipicità: tutti pronti a servire menù con i piatti della tradizione lodigiana. Ma la Rassegna non è solo un incontro per buongustai, come ha spiegato Andrea Gibelli, vice presidente della Regione Lombardia e assessore all´Industria e Artigianato. "Oggi - ha detto Gibelli - nel Lodigiano vedono in questi ristoranti della Rassegna, la punta estrema di una filiera di eccellenze che riguarda il Lodigiano e la Lombardia. Una sorta di portale di tutto quello che può rappresentare oggi il marketing di un territorio e la sua connotazione come brand territoriale". "Il fatto che anche attraverso il Polo Tecnologico Padano si creino una serie di cluster di imprese legate all´agroalimentare deve rappresentare - ha spiegato ancora il vice presidente - un elemento concreto anche durante lo svolgimento della Rassegna. Tutti coloro che vengono ospitati nel Lodigiano devono cogliere che l´iniziativa gastronomica rappresenta i valori della sostenibilità ambientale, della valorizzazione del patrimonio storico culturale e della sicurezza alimentare. L´insieme di queste caratteristiche sono le attività produttive di questo territorio". "Chi si siede a tavola nel Lodigiano - ha concluso Gibelli - deve avere la percezione che il mondo della ristorazione ne ha, alle proprie spalle, un altro che vive e lavora non solo per il periodo della Rassegna ma per tutto il corso dell´anno". Un binomio, quello di eccellenza alimentare e di eccellenza territoriale, ribadito anche da Giulio De Capitani, assessore regionale all´Agricoltura. "I protagonisti della Rassegna enogastronomica lodigiana - ha commentato - sono il territorio e le sue eccellenze agroalimentari, ma certamente la nuova formula arricchisce questo apprezzato appuntamento di nuova linfa, facendo squadra con il sistema vini lombardo, attraverso la Carta Regionale dei Vini, e offrendo alle aziende agricole un´opportunità economica diretta. In particolare gli agriturismi, new entry di questa edizione, sono per molti agricoltori una fonte di integrazione del reddito aziendale e di diversificazione dell´attività". Pietro Foroni, presidente della Provincia di Lodi, ha voluto ricordare come la Rassegna nasca da un "Dna lodigiano prettamente agricolo, che però guarda con interesse, per crescere, all´innovazione, alla ricerca scientifica e alla sicurezza alimentare. I Distretti sono un po´ il simbolo di tutto questo". "L´orizzonte - ha poi aggiunto Foroni - è però quello del 2015; ovvero quello dell´Expo a cui il territorio, proprio per le sue caratteristiche, punta in maniera decisiva".  
   
   
CIBO. IL VINO DELLA VALCALEPIO FARA´ CONOSCERE ECCELLENZE  
 
Milano - "Il vino è diventato un prodotto di eccellenza anche nel Bergamasco, dove i produttori hanno scelto la via della qualità e oggi i vini Valcalepio si possono confrontare con orgoglio con i migliori vini del mondo di taglio bordolese". Lo ha detto oggi Giulio De Capitani, assessore all´Agricoltura di Regione Lombardia, partecipando alla presentazione del settimo Concorso Internazionale Enologico ´Emozioni dal mondo: Merlot e Cabernet Insieme´ organizzato dal Consorzio di Tutela della Valcalepio e in programma a Bergamo da giovedì 13 a sabato 15 ottobre. Il concorso metterà a confronto circa 200 campioni provenienti da 21 Paesi del mondo. "L´agricoltura lombarda e i prodotti di eccellenza della nostra regione - ha detto De Capitani - hanno bisogno di essere più conosciuti. Nel nostro territorio ci sono 243 prodotti agroalimentari tradizionali, 23 prodotti Dop e Igp e 43 vini a denominazione d´origine". "Questo significa - ha aggiunto l´assessore - che abbiamo un tesoro da valorizzare in prospettiva dell´appuntamento di Expo 2015". "L´iniziativa dei vignaioli bergamaschi e del Consorzio Tutela Valcalepio - ha concluso l´assessore -, ospitando il mondo del vino a Bergamo, è un eccellente esempio di valorizzazione del territorio e delle sue più prestigiose produzioni".  
   
   
IL PRIMATO DEL MADE IN ITALY ALIMENTARE E’ ANCHE TECNOLOGICO IL PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI CIBUS TEC E SUMMILK, CHE SI TERRANNO A PARMA A METÀ OTTOBRE  
 
Complementare al successo del made in Italy alimentare, il settore delle macchine e tecnologie per il settore alimentare cresce del 4,5% negli ultimi 12 mesi, grazie soprattutto all’export. E’ quanto è emerso dalla presentazione odierna della fiera “Cibus Tec 2011”, che si terrà a Parma dal 18 al 21 ottobre e di “Summilk -Idf World Dairy Summit” – Convegno Mondiale del Latte”, che si terrà a Parma dal 15 al 19 ottobre. “Cibus Tec 2011 – Technologies & Solutions for the food industry”, manifestazione di riferimento internazionale per il settore meccano-alimentare, approda alla sua 72° edizione con una veste totalmente rinnovata: da esposizione di tecnologie diviene anche evento di confronto tra gli operatori del settore per studiare soluzioni tecniche, per individuare trend di consumo, per aprire nuovi mercati esteri. Oltre a questo, Cibus Tec 2011 si avvantaggia della concomitanza con Summilk, il convegno mondiale del latte, che vedrà la presenza a Parma di oltre 1500 operatori del settore lattiero-caseario provenienti da 80 Paesi. “Il settore meccano-alimentare mostrerà a Cibus Tec tutta la sua vitalità. – ha dichiarato Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma - E’ un comparto ormai proiettato verso i 4 miliardi di euro di ricavi complessivi, con una quota export superiore all’80%, è stato solo sfiorato dalla crisi e negli ultimi 12 mesi ha continuato a crescere. Le ragioni di questo successo, che ci vede impegnati a contendere ai tedeschi la leadership mondiale avendo entrambe una quota di mercato superiore al 20%, vanno ricercate nelle competenze tecnologiche e di filiera che solo il nostro paese ha saputo sviluppare”. A Cibus Tec parteciperanno le principali aziende di settore e operatori provenienti da 40 Paesi diversi: “Parma dagli anni ’30 è il teatro fieristico di riferimento per questo settore – ha aggiunto Cellie - che nella food valley e nel rapporto con l’esigente e innovativa industria alimentare italiana, aumenta costantemente le proprie competenze ed esperienze. Non a caso solo a Cibus Tec espongono leader globali come Tetra Pack e presentano le maggiori novità leader di filiera come Buhler, Gea, Cft o i nuovi specialisti dei convenience food come Cfs. Quest’anno poi la contemporaneità con il Summilk farà di Cibus Tec la vetrina di riferimento per comprendere l’evoluzione del food processing in un momento, tra l’altro, dove in tutto il mondo l’attenzione e gli investimenti delle aziende stanno tornando sul “processo”, ovvero le fasi core della trasformazione”. A Cibus Tec esporrano 700 aziende, si attendono circa 25 mila visitatori (la fiera è riservata agli operatori), molti provenienti dai Paesi Focus (India, Brasile, Russia, Francia, Germania, Svizzera e Regno Unito) i quali potranno apprezzare molte novità e alcune anteprime come l’Evero Aseptic di Tetrapack, le Buste Preformate in asettico di Goglio, le soluzioni multitecnologia di Gea per i Convenience Food e i Ready Meals, gli evaporatori Apollo Mixflow di Cft ad elevato risparmio energetico. Come consuetudine per Fiere di Parma tutta la gestione dell’incoming dei visitatori chiave (i responsabili tecnici e acquisti delle principali aziende alimentari del mondo) è stata pianificata e condivisa con gli espositori per garantire qualità e risultati alla partecipazione fieristica. Oltre 20 appuntamenti convegnistico-seminariali tra i quali: il convegno di apertura con la presentazione da parte di Istat e Federalimentare della prima ricerca census sul settore Agroalimentare e sui meccanismi di innovazione lungo tutta la filiera dalla quale emerge che due terzi della spesa per l’innovazione è costituito da investimenti materiali in macchinari tecnologicamente più evoluti; un evento sui piatti pronti a base Carne e Pesce; il Fruit Juice Day, workshop internazionale dedicato ai produttori di succhi di frutta; il Fresh Tec Day, giornata di approfondimento sulle tecnologie di lavorazione del prodotto freschissimo a base vegetale e frutta; il Retail Forum su private label e packaging; Il Cerals Forum, approfondimento tecnologico per la filiera della pasta e dei prodotti a base di cereali. Il programma completo è visibile su www.Cibustec.it Cibus Tec sarà visitata anche dai delegati di “Summilk – Idf World Dairy Summit”, Convegno Mondiale del Latte, evento internazionale itinerante del comparto lattiero-caseario, che si terrà presso l’Auditorium Paganini di Parma, dal 15 al 19 ottobre. Il Summilk avrà come tema centrale e filo conduttore quello della sostenibilità nella filiera produttiva e distributiva del lattiero-caseario e si articolerà in 10 conferenze tematiche che spazieranno su tematiche diverse: salute, nutrizione, sicurezza alimentare, tecnologie sostenibili per la produzione del latte (www.Wds2011.com). Tra i tanti relatori: Yvon Guérin, neo-amministratore delegato di Parmalat, Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, commissario europeo all’industria e attività produttive. Summilk – Sustainable Food Security Grande appuntamento a Parma dal 15 al 19 ottobre La seconda metà di ottobre porterà a Parma il gotha del latte mondiale. Oltre infatti all’ appuntamento con Cibus tec, Parma ospiterà Summilk, il Word dairy Summit della Fil/idf. Summilk aprirà le porte dal 15 al 19 ottobre e porterà nella cittadina emiliana i massimi esperti di latte, burro, formaggi e yogurt per affrontare un tema di grandissima attualità, la crescita sostenibile. La crescita della popolazione mondiale corre di pari passo con l’aumento della domanda di proteine di alto valore nutrivo, e quindi di latte e di prodotti lattiero caseari. Ricerca, Agricoltura e Industria devono quindi essere pronte ad affrontare questa nuova domanda di cibo, mettendo a punto tecnologie che permettano da un lato di aumentare l’offerta, dall’altro di ridurre gli sprechi. Il tutto con un occhio all’ambiente. Sono molti i campi in cui si può lavorare, dalla produzione agricola, all´allevamento degli animali, dalle fasi di raccolta del latte alla trasformazione e distribuzione dei prodotti. Sempre guardando ai temi ambientali, perché la tecnologia può far molto per ridurre l´impatto della crescita produttiva. Sono attesi più di 1.300 esperti provenienti da più di 70 differenti paesi, che si riuniranno per studiare le risposte del mondo del latte ai grandi quesiti legati alla crescita sostenibile. Christian Robert direttore generale della Federazione internazionale del latte (Fil/idf), ha ricordato l’impegno della filiera del latte in tutto il mondo. “Da molti anni – ha affermato – si cercano soluzioni sostenibili alla nuova domanda di prodotti lattieri. La sicurezza del cibo è infatti una priorità assoluta ed è dovere di tutti impegnarsi per far fronte a questa richiesta in modo consapevole e sostenibile”. Per questo, già nel 2008, la Fil ed altre organizzazioni internazionali, prima tra tutte la Fao, hanno sottoscritto un protocollo che impegna tutti a lavorare in modo concreto alla ricerca di ogni possibile soluzione. I risultati sono interessanti e tangibili; molti saranno presentati a Parma per la prima volta! Massimo Forino, segretario del Comitato italiano e direttore di Assolatte ha ricordato che è la prima volta che viene organizzata una manifestazione di questo livello in Italia ed ha passato in rassegna i numerosi appuntamenti che caratterizzeranno la manifestazione. Summilk prenderà il via domenica 16 ottobre, con il Forum internazionale dei dairy leader, che vedrà riuniti i massimi vertici mondiali del mondo del latte. Un incontro multilaterale tra Italia, Australia, Canada, Cina, Cile, Brasile, alla presenza di Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. Atteso anche il Vice Presidente della Commissione europea, Antonio Tajani. Durante al settimana si parlerà di benessere e di alimentazione degli animali, del ruolo del latte e dei derivati nella prevenzione di alcune patologie, dei costi sanitari correlati alla cattiva alimentazione, delle più interessanti iniziative utili a ridurre l’impatto della crescita che verranno presentate alla Global Dairy Agenda for Action. Una quattro giorni imperdibile per chiunque si interessi del futuro del settore lattiero caseario nazionale ed internazionale  
   
   
SELEX AI PRIMI POSTI ANCHE IN CONVENIENZA E’ GALASSIA LA CATENA MENO CARA DELLA PENISOLA. E L’IPERMERCATO FAMILA DI DOSSOBUONO (VR) SI CONFERMA IL PUNTO DI VENDITA PIÙ CONVENIENTE D’ITALIA.  
 
Ottime posizioni anche per le altre insegne del Gruppo Selex, terzo gruppo della distribuzione nazionale con una quota di mercato del 10%, ai primi posti anche in convenienza. E’ quanto emerge dall’indagine annuale sui supermercati realizzata da Altroconsumo, che ha scandagliato 949 punti di vendita in 61 città, registrando 887.000 prezzi di 108 categorie merceologiche, alla ricerca dell’insegna più “risparmiosa”. Tra le catene della distribuzione, Galassia, che fa capo a un’Impresa Associata al Gruppo Selex ed è presente in Italia con sei punti di vendita, si è piazzata al primo posto della classifica nazionale. L’insegna opera in piazze molto competitive, come Verona, che non per niente si aggiudica la palma della città più conveniente d’Italia, seguita da Firenze e Pesaro. In questi centri, secondo i calcoli degli analisti che hanno condotto la ricerca, si possono risparmiare anche 700 euro all’anno. Una cifra notevole se pensiamo che, mediamente, le famiglie italiane spendono 6.300 euro all’anno per riempire i loro carrelli. E anche quest’anno, la medaglia d’oro del punto di vendita più conveniente d’Italia è andata all’ipermercato Famila di Dossobuono (Vr) che già nel 2010 si era aggiudicato il primo posto. Andando di città in città, troviamo tante altre insegne Selex ai primi posti. Per esempio a Cuneo Maxisconto, a Pordenone Emisfero, a Bari e a Foggia Dok, a Potenza Maxifutura e Iperfutura, a Caserta Famila, a Venezia e Padova Alì, a Cagliari Superpan, a Pesaro A&o… Nell’insieme, un riconoscimento importante per le insegne del Gruppo Selex, soprattutto in una congiuntura così difficile, dove il potere d’acquisto delle famiglie è messo a dura prova e gli aumenti delle materie prime sono all’ordine del giorno. Riuscire a mantenere i prezzi bassi, grazie anche a un’intensa attività promozionale, migliorando costantemente la qualità e il servizio, sono del resto i punti di forza delle imprese associate a Selex, profondamente radicate sul territorio. I risultati lo confermano. Nonostante la crisi, il Gruppo continua a crescere. Nei primi 8 mesi dell’anno le vendite a parità di rete sono salite del 2% mentre il mercato è sceso dello 0,5%. Ed entro dicembre finalizzerà l’apertura degli 82 punti di vendita programmati nel 2011 per 125.000 mq di vendita e 950 nuovi posti di lavoro. Il Gruppo Selex. Il Gruppo Selex opera nel settore della grande distribuzione con 21 imprese regionali che gestiscono 2.950 punti di vendita, per un fatturato al consumo 2010 di 8.720 milioni di euro e 31.000 addetti. Con una quota di mercato del 10%, è il terzo player nazionale. Oltre che con i marchi di Gruppo Famila, A&o e C+c, Selex opera con una pluralità di insegne radicate sul territorio e vicine ai consumatori. Il Gruppo fa parte della Centrale Esd Italia che, a livello internazionale, è partner della Centrale Emd. (www.Selexgc.it)  
   
   
QUANDO LA FRANCIACORTA SPOSA LA VALTELLINA. GEMELLAGGIO D’ECCELLENZA PER FRANCIACORTA IN BIANCO  
 
La sedicesima edizione di Franciacorta In Bianco conferma la vocazione di allargare gli orizzonti della Rassegna e si lega ad una delle zone più rappresentative e riconosciute nel mondo a livello enogastronomico. I due territori, che hanno fatto della loro conformazione geografica il biglietto da visita orgogliosamente e meritatamente esibito alle platee più prestigiose e che hanno saputo valorizzare e promuovere i prodotti tipici e le loro lavorazioni, si sono infatti uniti in un gemellaggio all’insegna dello stile e della qualità “made in Italy”. Ecco quindi che la Franciacorta, in questo caso il comune di Castegnato, una delle “porte d’ingresso” alle rinomate zone collinari, accoglie la Valtellina e i prodotti tipici delle produzioni del suo Distretto Agroalimentare, dai pizzoccheri al bitto, e il folclore musicale che, sabato 8 ottobre alle ore 13, farà da colonna sonora al pranzo Valtellinese, che si terrà presso l´area ristoro della fiera, per poi proseguire per il resto della giornata con esibizioni itineranti nei diversi padiglioni. Nel corso della rassegna, in programma dal 7 al 9 ottobre prossimi, saranno numerosi gli appuntamenti che vedranno protagonista la valle alpina della provincia di Sondrio: degustazioni di pizzoccheri preparati al momento, vino, bresaola, formaggi, panùn (caratteristico pane con i fichi), mele, confetture e miele si susseguiranno ogni ora per ognuna delle tre giornate di apertura. Le donne di Teglio, il comune riconosciuto come patria del pizzocchero, insegneranno l’arte di preparazione di questa pasta unica nel suo genere, ricavata da un impasto di due terzi di farina di grano saraceno, che ne caratterizza la colorazione grigiastra, ed un terzo di farina di frumento. Questo gemellaggio enogastronomico godrà di una vernice d’eccezione: nella serata di venerdì 30 settembre, nella sala conferenze del museo di S. Giulia a Brescia, verrà proiettato il documentario “Rupi del vino” realizzato da Ermanno Olmi. La proiezione, riservata alle istituzioni, agli operatori del settore, al mondo della cultura e alla stampa, narra, attraverso lo stile inconfondibile del regista bergamasco, dei terrazzamenti valtellinesi riconosciuti anch’essi, al pari di Santa Giulia, patrimonio dell’Unesco, L’occhio attento di un grande maestro del cinema qual è Ermanno Olmi ha fatto sì che questo documento, mai trasmesso nella nostra città, potesse raccontare la realtà, la storia, l’eccezionalità ed il valore dei vigneti terrazzati della Valtellina Retica, riconoscendo all’uomo l’abilità di essere intervenuto in modo sapiente e rispettoso della natura in un territorio difficile e delicato al tempo stesso. Non solo gastronomia, quindi, a Franciacorta In Bianco: con questo prestigioso gemellaggio la segreteria organizzativa e il Comune di Castegnato, anche grazie al contributo di Abp Nocivelli, compiono un passo importante nell’ottica di uno sviluppo che possa garantire alla manifestazione un futuro di respiro sempre più ampio, qualificato e aperto ai contributi di partner eccellenti. Info: www.Franciacortainbianco.it  
   
   
BUONI, GUSTOSI E LEGGERI: NASCONO I NUOVI PACIOCOTTI AL TACCHINO LA NUOVA RICETTA A BASE DI TACCHINO CHE AMPLIA LA FAMIGLIA DEI PACIOCOTTI  
 
Beretta lancia i nuovissimi Paciocotti al Tacchino: morbidi e appetitosi hamburger di tacchino, ideali per rallegrare le cene in famiglia e stuzzicare l’appetito dei più piccoli. Senza glutine, i Paciocotti al Tacchino sono un prodotto genuino, semplice e dall’alto valore nutrizionale ideale per realizzare in pochi minuti un pasto gustoso e originale che soddisfa grandi e piccini. Versatili e veloci da preparare, i Paciocotti sono pronti da gustare dopo tre minuti in padella o alla piastra o quaranta secondi al microonde. Abbinati ad un contorno fresco e leggero a base di verdura o insalata diventano per un piatto nutrizionalmente bilanciato. Confezionati in un pack divisibile che garantisce una maggiore libertà di consumo e che si caratterizza per una nuova veste grafica, distintiva e accattivante, i Paciocotti sono disponibili nel banco frigo delle migliori catene della Gdo in formato da 150g al prezzo di 2,39 Euro. Oltre che al tacchino, i Paciocotti sono disponibili nella variante “I Classici", al prosciutto cotto, e "Con Formaggio”, al prosciutto cotto e formaggio. Gruppo Beretta Il Gruppo Beretta nasce come salumificio artigianale nel 1812 a Barzanò, nel cuore della Brianza, ed è oggi una delle più importanti aziende italiane dell´industria alimentare con 16 siti produttivi situati in Italia e all’estero, diversificati per specificità produttiva, e oltre 1.158 dipendenti. Il Gruppo, grazie all’esperienza in ambito alimentare tramandata per cinque generazioni e una costante ricerca di tecniche di produzione sempre più all’avanguardia, oggi può contare oltre 300 referenze sul mercato italiano: dai Dop più rinomati agli Igp, da tutti i prodotti “nobili” della salumeria italiana ai würstel, fino ai piatti pronti ricettati. Il Gruppo Beretta si colloca al 3° posto nel mercato italiano dei salumi, al 1° posto nel mercato dei salumi a libero servizio, con una quota di mercato del 12,5%, e al 2° posto nei piatti pronti ricettati freschi. Di rilievo anche il ruolo dell’export: i prodotti Beretta sono distribuiti in Europa, Nord America, Medio Oriente, Asia. Il fatturato del Gruppo nel 2010 è stato pari a 544 milioni di Euro. Www.berettafood.com  
   
   
CAFFÉ DEL CARAVAGGIO: ARRIVA AL RISTORANTE LA CARTA DEL CAFFÈ  
 
Caffé del Caravaggio, marchio di Tenacta Group, realtà industriale italiana a cui fanno capo attività diversificate, accomunate dall’impiego di tecnologie all’avanguardia, si affaccia al mondo Ho.re.ca con un ambizioso obiettivo: offrire al consumatore un vero caffé espresso italiano di alta qualità, da poter scegliere in modo consapevole grazie all’esclusiva Carta dei Caffè. Un progetto innovativo sviluppato guardando sia all’aspetto Caffè che all’aspetto Macchina, al fine di rendere il rituale di fine pasto un’esperienza a “valore aggiunto”, un viaggio attraverso il valore del gusto che ripercorre il piacere dei cinque sensi, sfiorando il confine della perfezione artistica. Il segreto dell’aroma sta nella selezione di esclusive e pregiate miscele di sola pura Arabic a 100%, per garantire al palato il piacere di un caffé d’autore. Quattro varietà regalano ad ognuno la propria miscela: • Intenso. La presenza di caffè Arabica Messicani provenienti dalla zona del Soconusco, raccolti a mano per selezionare solo le ciliegie mature, dona al gusto raffinatezza e persistenza aromatica. Un’elegante e leggera acidità si accompagna ad una sublime sensazione di dolcezza, rilasciando note di frutta secca. • Vellutato. La dominanza delle varietà Arabica provenienti dalle regioni del Guatemala, dona alla miscela eleganza e raffinatezza dal dolce ricordo mielato. L’accostamento con la raffinata varietà di Arabica Et iope conferisce una piacevole e soave acidità che si fonde in retrogusto con caratteristici sentori di agrumi maturi. • Vigoroso. Un concentrato di forza e gusto ottenuto attraverso i più esclusivi caffè Arabica Brasiliani, provenienti dalle regioni del Cerrado, Mogiana e Sul de Minas. Coltivati ad un’altitudine fino a 1.800 m sul livello del mare e lavorati con metodo naturale, conferiscono alla miscela una corposità tenace e decisa. In retrogusto permane un’intensa aromaticità con sentori di pane biscottato, amorevolmente avvolti da una crema di colore nocciola intenso. • Decaffeinato Biologico. L’unicità della composizione della miscela, ottenuta con le migliori qualità di Arabica Centro Americane, dona la fragranza e la corposità di un caffé autentico. La particolare tecnica di decaffeinizzazione mantiene inalterate le caratteristiche della miscela. Il profumo e il retrogusto fruttato sono le note che contraddistinguono questo ricco caffé. Per conoscere ed apprezzare tutte le infinite sfumature di queste miscele e rendere il momento del caffé perfettamente coerente all´eccellenza del servizio, Caffé del Caravaggio propone la Carta dei Caffé. Il consumatore avrà in questo modo la possibilità di scegliere in ogni momento, anche nella ritualità del fine pasto. Guidato nella degustazione da puntuali descrizioni riportate sulla Carta dei Caffè potrà conoscere, orientare il gusto e imparare a distinguere le differenti fragranze e le varie sensazioni suscitate dalle 4 miscele di altissima qualità. Per garantire il miglior caffè espresso nel tempo, alla qualità delle miscele bisogna aggiungere l’innovativa tecnologia intelligente della macchina progettata esclusivamente per il Caffè del Caravaggio. Un sistema di moduli indipendenti, facile da usare e semplice da gestire, che permette di allestire la macchina secondo le reali necessità del ristoratore e di modificarla nel tempo in base alle esigenze di servizio. Un vero e proprio microcomputer in grado di controllare temperatura, pressione e tutti gli altri parametri di estrazione assicura una perfezione costante, caffé dopo caffé, mentre la velocità – solo 3 minut i di tempo e la macchina è pronta per il primo caffé - libera dall’impegno di avere la macchina sempre accesa, permettendo un notevole risparmio di energia. Inoltre, il processo senza macinatura del caffé evita la presenza di polveri e residui, assicurando massima igiene e facendo r isparmiare tempo e fatica per la pulizia della macchina e dell’area di lavoro. Ma non solo. L’eccellenza del caffé si vede anche dal suo stile in tazzina. Per questo Caffè del Caravaggio ha pensato di affidare la realizzazione dei suoi accessori d´autore all´illustre designer Giorgio Tedioli, che ha saputo coniugare un carattere funzionale ad uno stile moderno e ricercato. L´innovativa tazzina "Thermo Cup", infatti, è stata studiata per mantenere sempre ottimale la temperatura del caffé. Anche il suo cucchiaino è stato progettato con caratteristiche innovative per ridurre la dispersione di calore e favorire la miscelazione dello zucchero, mantenendo la compattezza della crema tipica del Caffè del Caravaggio. Una crema unica per consistenza e persistenza, così ricca e densa che anche lo zucchero percorre lentamente prima di scendere nella tazzina. Il Caffé del Caravaggio nasce da un progetto di cultura e ricerca che ha richiesto la collaborazione di numerosi esperti e di due prestigiosi Istituti Universitari: l´Università di Udine, che vanta una specifica esperienza nel mondo del caffè, e il più autorevole Istituto nell´ambito Farmacologico, l´Istituto Mario Negri, per non trascurare l´importante aspetto salutistico. L’organizzazione commerciale è affidata alla rete vendita Pellegrini Spa. Www.caffedelcaravaggio.it