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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Dicembre 2013
PUGLIA, EMITTENTI TELEVISIVE.PROROGATA SCADENZA AVVISO SERVIZI LIS E SOTTOTITOLAZIONI  
 
Bari, 18 dicembre 2013 - Viste le richieste motivate di proroga dei termini di scadenza pervenute, con atto dirigenziale n. 615 del 13 dicembre 2013, la dirigente del Servizio Programmazione Sociale e Integrazione Sociosanitaria ha spostato al 31 dicembre 2013 la scadenza dei termini fissati per la presentazione delle domande di contributi da parte delle emittenti televisive locali, finalizzati alla implementazione dei servizi di interpretariato Lis e dei sottotitoli per consentire l’accessibilità alle persone sorde dei programmi di informazione già prodotti dalle stesse emittenti. Si ricorda che l’Avviso pubblico è stato approvato con A.d. N. 395/2013, pubblicata sul Burp n. 136 del 17 ottobre 2013, e che con A.d. N. 448/2013 pubblicato sul Burp n. 143 del 31 ottobre 2013 si è provveduto ad approvare lo schema di Protocollo di Intesa per la disciplina dei rapporti tra l’azienda titolare dell’emittente televisiva e l’Ens – Ente Nazionale Sordi – Delegazione Puglia per la realizzazione delle attività di supporto per la individuazione di professionisti in possesso dei titoli richiesti come interpreti Lis e di supporto al monitoraggio delle attività realizzate con verifiche a campione sui servizi resi in favore dei destinatari finali dei contributi, ma si è provveduto anche ad approvare i chiarimenti in ordine agli artt. 3 e 4 dell’Avviso pubblico, al fine di garantire la massima trasparenza della procedura e in ossequio al principio del favor partecipationis. Con riferimento più specifico alle richieste di chiarimenti pervenute in ordine alla attestazione di alcuni dei requisiti di ammissibilità previsti dal bando, tra cui in particolare l’attestazione dell’indice di ascolti di ciascuna emittente, si è ritenuto opportuno , contestualmente alla proroga, precisare quanto segue: - con riferimento alle lette. K) – l) dell’art. 3 comma 5 dell’Avviso Pubblico, si precisa che: “i dati relativi agli ascolti delle emittenti televisive, per i periodi di riferimento richiesti, sono oggetto di dichiarazione sostitutiva da parte del legale rappresentante del soggetto proponente e titolare dell’emittente televisiva e devono essere supportati da indagini qualificate (es.: Auditel, altre indagini riconosciute dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nell’ambito delle competenze di cui all’art. 6 lett. B) comma 11 della L. 31 luglio 1997, n. 249 s.M.i.), da citare esplicitamente”, ivi incluse le attestazioni rilasciate ai fini dell’iscrizione nel Centro Media Regionale finalizzato alla realizzazione di iniziative di pubblicità istituzionale e per progetti di informazione istituzionale; - con riferimento alla documentazione da allegare all’istanza di accesso ai contributi finanziari regionali, di cui al comma 3 dell’art. 4, si precisa che: “nella dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, di cui alla lett. A), resa ai sensi del Dpr n. 445/2000 a firma del legale rappresentante, che attesti il possesso di tutti i requisiti di ammissibilità di cui all’art. 3, deve intendersi inclusa anche la dichiarazione sui dati relativi agli ascolti delle emittenti televisive (ascolto medio per minuto, media dei contatti medi mensili) per le annualità richieste, con espressa citazione della fonte”.  
   
   
UN NUOVO E-BOOK SCRITTO DA PAOLO GILA CON NICOLA ANTONUCCI, DAL TITOLO "NEW MADE IN ITALY - COME USCIREMO DALLA CRISI".  
 
 Milano, 18 dicembre 2013 - C’è un nuovo Made in Italy che avanza, armato di conoscenze, competenze e tecnologia: è il New Made in Italy su cui politica, imprenditori e investitori devono o dovrebbero puntare facendo leva sulla capacità culturale e scientifica di tante competenze medio-alte presenti in Italia, soprattutto tra i giovani. Sarebbe auspicabile che nuove forze sociali abbraccino con veemenza le tendenze al cambiamento, la cui diffusione è agevolata dalla Rete, e se ne facciano proponenti anche per le altre istituzioni. Se non si compie una rivoluzione nelle coscienze, il declino si potrebbe tradurre in caduta e crollo rovinoso. La scelta, dunque, è fondamentale: vogliamo essere cittadini o sudditi? Vogliamo creare la nostra economia e la nostra civiltà o vogliamo ridurci a meri esecutori di decisioni altrui? Gli Autori suggeriscono un pragmatico vademecum per affrontare il cammino. Un’opportunità per ciascuno di “creare la luce” per uscire dal tunnel della crisi, ma soltanto a patto di impegnarsi a comprendere ciò che avviene intorno a noi, scientificamente, anziché adagiarsi su una comoda, pigra e irresponsabile delega totale di tale comprensione ad altri. Link su amazon: http://goo.Gl/iyglqi    
   
   
IN EDICOLA DA VENERDI’ VOLUME SU NUOVO PIANO CASA DEL VENETO  
 
Venezia, 18 dicembre 2013 - Sarà disponibile da venerdì nelle edicole un volume sul terzo “Piano Casa” del Veneto, recentemente approvato con la legge regionale n. 32/2013. L’iniziativa editoriale, realizzata dal Corriere del Veneto, è stata presentata ieri a Palazzo Balbi a Venezia dal vicepresidente della giunta veneta e assessore al territorio Marino Zorzato. E’ una raccolta di commenti al testo di legge, redatti da esperti e liberi professionisti per agevolare la comprensione della legge, la sua applicazione e suggerire ulteriori spunti di riflessione. Con le "Nuove disposizioni per il sostegno e la riqualificazione del settore edilizio e modifica di leggi regionali in materia urbanistica ed edilizia" – ha detto Zorzato l’obiettivo principale è di semplificare la vita dei cittadini, indicando con chiarezza quello che si può fare per migliorare la propria abitazione. Il Piano Casa nei suoi quattro anni di attuazione nel Veneto – ha aggiunto - è stata un’ottima legge che ha dato ottimi risultati, applicando in concreto una crescita a costo zero. Tutte le analisi hanno evidenziato che ha consentito, con i 62 mila interventi realizzati, investimenti sull’ordine dei 3 miliardi di euro. Il Piano Casa si può considerare inoltre la base dei provvedimenti che sono in corso di adozione per il contenimento del consumo del suolo. E’ intervenuto anche il presidente di Confartigianato Veneto Giuseppe Sbalchiero evidenziando come il Piano Casa abbia fatto lavorare l’impresa veneta, sostenendo il settore in un momento di crisi. A nome dei curatori, l’avv. Bruno Barel ha sottolineato che il volume nasce da spirito di volontariato e che i proventi saranno devoluti in beneficenza. I commenti forniscono una chiave di lettura ma non danno risposte a tutto, lasciando spazio ad ulteriori approfondimenti se se ne presentasse l’esigenza. Si tratta comunque di un’operazione editoriale nuova, che pone al centro dell’attenzione il diritto regionale. Da parte sua il direttore del Corriere del Veneto, Alessandro Russello, ha voluto sottolineare che l’iniziativa è la proposizione obiettiva del Piano Casa, attraverso il contributo di esperti. Uno dei compiti dei giornali è, infatti, quello di fornire ai lettori strumenti per essere in grado di decodificare la realtà. Il volume, stampato in 7500 copie, resterà in vendita per un mese al prezzo di 6,80 euro, più il costo del quotidiano.  
   
   
"20.000 LIBRI SOTTO L´ALBERO", IL REGALO DI NATALE DELLA FONDAZIONE MOLISE CULTURA ALLE SCUOLE. FRATTURA: E ORA PENSIAMO A UN NOME NUOVO PER L´EX GIL  
 
Campobasso, 18 dicembre 2013 - Libri sotto l´albero di Natale delle scuole molisane. Tantissimi libri, 20 mila, che raccontano con voci e sguardi ogni volta diversi il Molise. Questa, la splendida iniziativa presentata ai giornalisti nella sede della Fondazione Molise Cultura dal presidente Paolo di Laura Frattura insieme al direttore Sandro Arco e al consigliere regionale delegato Nico Ioffredi. Regali speciali per il prossimo Natale con la donazione alle scuole di gran parte delle pubblicazioni Enne curate dall´editore Enzo Nocera. La Fondazione ha acquistato all´asta il prezioso patrimonio librario del noto intellettuale molisano. Duemila euro per 30 mila volumi dedicati al Molise, tutti ora registrati e catalogati nella Fondazione grazie all´impegno di quattro volontarie, Katerina Barone, Valeria Di Vincenzo, Carmen Izzi e Tiziana Lastoria. "Memoria, conservazione e consapevolezza della nostra storia: il recupero di tutti questi testi era un dovere - il riconoscimento del presidente Frattura e del direttore Arco -. Con appena 2 mila euro e lo straordinario lavoro di archiviazione portato avanti da giovanissime professioniste, alla cui generosità e passione dobbiamo tanto, siamo riusciti a mettere in salvo il nucleo fondante della biblioteca della nostra Fondazione". "Un patrimonio, quello delle pubblicazioni Enne, - ha evidenziato il consigliere Ioffredi -, che adesso mettiamo a disposizione dei nostri ragazzi. Pagine che sono e saranno materiale fruibile per tutta la collettività". Di ogni titolo delle edizioni Enne la Fondazione ha conservato e preservato un numero minimo di copie a disposizione della biblioteca. Per l´arricchimento della stessa si procederà di concerto con l´Assessorato alla cultura e l´Iresmo, oltre alla prospettiva di una possibile convenzione con il Conservatorio Lorenzo Perosi. "Abbiamo concluso la costituzione degli organi della Fondazione - ha annunciato il presidente Frattura -, con la nomina dei consiglieri di amministrazione: la professoressa Antonella Presutti come membro esterno e l´avvocato Maria Fusaro come membro interno. Arricchiamo ogni giorno di più di contenuti il contenitore della Ex Gil: l´internazionalità della mostra di Gino Marotta dà ragione a una scommessa che tutti insieme abbiamo fatto. Il prossimo obiettivo - ha aggiunto -, sarà l´indicazione di un nuovo nome per questa sede. Ex Gil non è più adatto: da questo momento abbiamo tutti il compitino per casa: un´idea migliore", la sfida lanciata da Paolo Frattura a conclusione della conferenza stampa.  
   
   
TORINO - 6,4 MILIARDI IL VALORE AGGIUNTO GENERATO DALLA CULTURA  
 
Torino, 18 dicembre 2013 - Quanto pesa la cultura in Piemonte? A questa domanda risponde il report sull’impatto economico della cultura in Piemonte “La cultura che stimiamo. Stimiamo la cultura”realizzato per il secondo anno da Unioncamere Piemonte, Cdc di Torino, Compagnia di San Paolo, Finpiemonte Spa, e Osservatorio culturale del Piemonte. I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi, martedì 17 dicembre, presso la sede diUnioncamere Piemonte. “La cultura continua a rivelarsi un importante driver di sviluppo per il Piemonte. Il nostro sistema produttivo culturale sta mostrando una buona capacità di reazione a quelle stesse difficoltà congiunturali che hanno invece creato più difficoltà all’andamento complessivo dell’economia piemontese: la cultura, infatti, continua a generare ricchezza e occupazione – dichiara Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte - A partire da questi dati, diventa ancora più miope la tendenza a non puntare su un comparto che, adeguatamente inserito nelle proposte turistiche, non può che contribuire allo sviluppo economico e sociale della nostra regione”. Alessandro Barberis, presidente della Cdc di Torino, ha sottolineato: “Da tempo come Camera promuoviamo indagini per quantificare oggettivamente l’impatto degli eventi culturali sull’economia locale nel suo complesso: se sono infatti già di per sé rilevanti i 6,4 miliardi di valore aggiunto generati direttamente, addirittura in crescita rispetto all’anno precedente, lo sono ancor di più i 18 miliardi di ricadute trasversali. Investire in cultura non è dunque un lusso per pochi, ma una ‘fabbrica’ di benessere e occupazione per tutti i settori economici locali”. La crisi non ha distrutto l’interesse per la cultura di un pubblico torinese sempre più attento e partecipe, anzi. Credo che questo segni un punto di non ritorno per una città che sa apprezzare e valutare le produzioni culturali – ha dichiarato Marco Demarie, responsabile dell’Ufficio Studi, Programmazione e Documentazione della Compagnia di San Paolo -Naturalmente, si tratta di un punto di nuova partenza e non di arrivo: in particolare, bisognerà che la programmazione culturale punti più alla qualità che alla quantità, che i vari tipi di pubblico apprendano a compartecipare al costo delle occasioni culturali, anche mediante un nuovo mecenatismo diffuso, che la cultura diventi occasione di impresa. Cultura e social innovation sono ambiti che possono abbastanza facilmente imparare ad andare a braccetto e che possono trovare in Piemonte un ambiente adeguato e preparato”. Il presidente di Finpiemonte Spa, Fabrizio Gatti, ha aggiunto: “A conferma della rilevanza strategica degli investimenti nell’ambito culturale, la Commissione Europea ha recentemente varato il nuovo programma Europa Creativa, che sosterrà cultura e creatività mettendo a disposizione un budget di 1,46 miliardi di euro, incrementando così le risorse del 10% rispetto all’attuale programmazione. Sono fiducioso che la consolidata collaborazione tra gli attori regionali nell’elaborare il rapporto oggi presentato sia un buon punto di partenza per lavorare insieme affinché l’industria culturale del Piemonte trovi i migliori strumenti per usufruire di tutte le opportunità di finanziamento, valorizzando le proprie competenze e professionalità”. “Il 70% piemontesi - sottolinea Luca dal Pozzolo, direttore dell´Osservatorio culturale del Piemonte - pensa che la cultura rivestirà un ruolo cruciale per l’economia del futuro e che gli investimenti nei beni e nelle attività culturali contribuiranno al benessere collettivo diffuso soprattutto in quelle porzioni di territorio più decentrate. Tuttavia la crisi mette a dura prova la tenuta del sistema nel suo complesso, evidenziando la frammentarietà e i limiti della programmazione delle risorse economiche decrescenti. Diventa sempre più pressante una pianificazione attenta e puntuale degli interventi in cultura per comprendere le complessità emergenti da diversi punti di vista”. Anche Michele Coppola, assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte ha sottolineato che: "Negli ultimi 20 anni Torino e il Piemonte hanno investito in cultura esaltando così il dna della nostra Regione. Abbiamo trasformato il nostro territorio e creato ricadute economiche, occupazionali e turistiche uniche. La seconda edizione di La cultura che stimiamo. Stimiamo la cultura conferma la centralità del comparto cultura per il Piemonte. Ne riafferma l´importanza nel migliorare la qualità della vita e nel contribuire alla produzione di benessere e di ricchezza, sempre con attenzione ai valori economici e occupazionali che le industrie culturali e creative sono in grado di creare, nonostante la crisi". La valutazione economica della cultura in Piemonte - Nel 2012 le 33.148 imprese del sistema produttivo culturale registrate in Piemonte (raggruppate nei quattro comparti delle industrie creative, industrie culturali, performing arts e arti visive, e patrimonio storico-artistico) hanno creato un valore aggiunto pari a circa 6,4 miliardi di euro, il 5,8% della ricchezza regionale, e impiegato oltre 121mila unità, il 6,0% dell’occupazione piemontese, consolidando l’importanza rivestita all’interno del sistema economico regionale. In un contesto generale che ha visto il valore aggiunto piemontese (a valori correnti) contrarsi dell’1,3% tra il 2011 e il 2012, e la base occupazionale regionale diminuire di 1,1 punti percentuale, la ricchezza generata dal sistema produttivo culturale è aumentata dello 0,4% e il relativo numero di occupati dell’1,6%. Il sistema culturale riveste in Piemonte un’importanza maggiore rispetto a quanto si osserva a livello complessivo in Italia, dove crea il 5,4% della ricchezza e impiega il 5,7% degli occupati. Le oltre 33mila imprese registrate in Piemonte non rappresentano, tuttavia, gli unici attori del sistema produttivo culturale. Esiste, infatti, soprattutto per quanto concerne alcune attività legate al patrimonio storico-artistico-architettonico, una rilevante presenza di istituzioni pubbliche e non profit. In base ai primi risultati del 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni non profit, a fine 2011 si contavano in Piemonte 11.068 istituzioni non profit culturali, impegnate principalmente in attività ricreative e di socializzazione, e in ambito artistico e culturale in senso stretto. Aggiungendo il contributo delle istituzioni pubbliche e di quelle non profit, il sistema produttivo culturale piemontese arriva a generare un valore aggiunto pari a 6,8 miliardi di euro, il 6,1% del totale dell’economia. La cultura estende, inoltre, i propri effetti anche al di fuori dei confini settoriali individuati per il sistema produttivo culturale, permeando altre attività economiche, come effetto delle interdipendenze che legano tra di loro le varie produzioni. Per ogni euro attivato da una delle attività che ricade all’interno del perimetro del sistema produttivo culturale piemontese, se ne attivano, al di fuori di questo, mediamente 1,7. I 6,8 miliardi di euro prodotti dal sistema produttivo culturale (allargato ai contributi delle istituzioni pubbliche e non profit) sono, dunque, in grado di attivarne altri 11,5, per un valore aggiunto complessivo della filiera culturale pari a 18,3 miliardi di euro. Il sistema produttivo culturale vede, così, crescere il proprio ruolo all’interno del sistema economico piemontese: l’incidenza sul valore aggiunto complessivo regionale passa dal 6,1% al 16,5%. Questa prima parte della ricerca si avvale della metodologia di Unioncamere e Fondazione Symbola (“Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”). Le misure regionali a favore della cultura - In Piemonte numerosi attori, istituzionali e non, realizzano interventi in ambito culturale e la Regione ne sostiene le attività, con l’obiettivo di tutelare il patrimonio culturale del territorio e favorire la diffusione della cultura. Nel 2012 Finpiemonte ha erogato, per conto della Regione Piemonte, contributi alla Cultura, riferiti al 2009 (in un caso 2008), 2010, 2011 e 2012 per oltre 47 milioni di euro, indirizzati a oltre 1.200 beneficiari. I consumi culturali: il racconto di una crisi - Nel 2011 i festeggiamenti legati al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia avevano attratto un considerevole numero di visitatori da fuori regione, con sensibili effetti positivi non solo a Torino, ma in molte aree del Piemonte, grazie a un programma di manifestazioni che si è rivelato fortemente attrattivo fuori regione e ha trainato verso l’alto sia le presenze turistiche che gli arrivi, come pure le affluenze relative ai beni culturali. Non è una sorpresa, dunque, se il confronto fra il 2012 e il 2011 segni un calo importante del pubblico museale in Piemonte. Tuttavia, se i 3,7 milioni di visite registrate nel 2012 a livello del Sistema Museale Metropolitano di Torino, in contrazione del 24,6% rispetto al 2011, si mantengono, nonostante l’aggravarsi della crisi economica, su livelli superiori a quelli registrati nel 2010 e nel 2009, i circa 680mila ingressi rilevati nel resto del territorio piemontese, il 32,4% in meno rispetto all’anno precedente, appaiono in lieve contrazione anche rispetto agli anni precedenti il 2011. Gli incassi al botteghino per gli spettacoli dal vivo nel 2012 sono aumentati dell’1,7% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 38,1 milioni di euro, così come parallelamente è aumentata l’offerta di rappresentazioni del 3,5% (circa 11mila spettacoli), tuttavia i biglietti venduti sono calati dell’1,8% (2,1 milioni). Sul fronte dei consumi cinematografici, nel 2012 sono stati venduti in Piemonte 7,9 milioni di biglietti in 359 schermi. Rispetto all’anno precedente le presenze nelle sale piemontesi sono calate del 12,8% a parità di numero di schermi e di posti.  
   
   
VERDI200: OGGI FALSTAFF IN DIFFERITA SUL SITO VERDI  
 
Bologna, 18 dicembre 2013 - Penultimo appuntamento per il Cartellone Verdi 200 digitale che nel mese di dicembre presenta ben due eventi: la differita dell’opera Falstaff dal Teatro Alighieri di Ravenna e a fine anno una maratona delle opere verdiane trasmesse nell’arco dell’anno all’interno del progetto Verdi 200. Mercoledì 18 dicembre, a partire dalle ore 20,00 collegandosi ai siti www.Giuseppeverdi.it   www.Magazzini-sonori.it  www.Lepida.tv  e http://streaming.Cineca.it/tcbo/  si potrà vedere gratuitamente il Falstaff prodotto da Ravenna Festival 2013 - nell’ambito della Trilogia d’autunno Verdi & Shakespeare – per regia e ideazione scenica di Cristina Mazzavillani Muti affiancata dal team creativo formato da: Vincent Longuemare light designer Vincent Longuemare, Davide Broccoli visual designer, Ezio Antonelli set design, mentre i costumi sono di Alessandro Lai. Sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini il Maestro Nicola Paszkowski, il Coro del Teatro Municipale di Piacenza è preparato da Corrado Casati. I movimenti coreografici dei Danzactori sono curati da Catherine Pantigny. La visione potrà essere fruita anche attraverso il televisore di casa, sul canale regionale 118 del digitale terrestre Lepidatv, e su smartphone e Ipad grazie alla App gratuita Verdi200. Il nuovo allestimento di Falstaff in scena all’Alighieri di Ravenna nel novembre scorso ha preso vita, nella regia di Cristina Muti, attraverso la magia delle proiezioni, ovvero le immagini dei luoghi verdiani (Roncole, Sant’agata, Busseto) catturate dagli scatti fotografici di Miriam Anconelli, Luca Concas e Martina Zanzani, tra i protagonisti del progetto Verdiweb 2012. Un’ambientazione che suggella il sogno dello stesso compositore che a proposito di quest’opera scrisse che sarebbe stato meglio rappresentarla tra le mura domestiche di Sant’agata piuttosto che alla Scala. I protagonisti vocali sono Kiril Manolov nel ruolo di Falstaff; Francesco Landolfi che veste i panni del geloso Ford e Eleonora Buratto in quelli della moglie Mrs. Alice Ford. La coppia innamorata Nannetta-fenton è interpretata da Damiana Mizzi e Matthias Stier. Completano il cast Anna Malavasi Mrs. Meg Page, Isabel De Paoli Mrs. Quickly, Giorgio Trucco Dottor Cajus, Matteo Falcier Bardolfo e Graziano Dallavalle Pistola. Questo nuovo allestimento è una coproduzione di Ravenna Festival, Teatro Alighieri Ravenna, Teatro del Giglio Lucca, Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. Com’è nata l’opera - L’ultima opera del cigno di Busseto, una commedia lirica in tre atti su libretto di Arrigo Boito, nasce dall’inesausto amore del compositore per Shakespeare (oltre a Macbeth eOtello ci fu il tanto accarezzato progetto di musicare Re Lear…) e dalla voglia di scrivere un’opera comica, anche a dispetto del giudizio di Rossini, che aveva dichiarato che Verdi non aveva talento teatrale comico. Falstaff è infatti l’ultima opera di Verdi ed è anche una sorta di coup de théâtre dopo il trionfo del ben più tragico Otello: alla Prima del 9 febbraio 1893 al Teatro alla Scala il pubblico – in sala c’erano Carducci, Giacosa, Puccini, Mascagni – resta stupito ed entusiasta nell’assistere alla svolta comica di un Verdi sulla soglia degli ottant’anni. Egli stesso, in una lettera a Giorgio Monaldi del 3 dicembre 1890, la dichiara «una commedia lirica che non somiglia a nessun’altra» perché l’intento è «finire vittoriosamente col Falstaff», come esprime chiaramente Boito nel suo carteggio con Verdi, «finire con uno scoppio immenso d’ilarità». Ma Falstaff è forse un’opera più ironica che comica: il “pessimismo” verdiano è latente, Sir Falstaff finirà nel cesto della biancheria sporca e quindi nel Tamigi, ma del resto “tutto nel mondo è burla” ed anche lo stesso Verdi in più punti dell´opera scopre una vena autoironica, fino ad accompagnare malinconicamente la consegna della partitura a Ricordi, nel 1892, con le parole «Tutto è finito! Va, va vecchio John… Cammina per la tua via, finché tu puoi… Divertente tipo di briccone; eternamente vero, sotto maschere diverse, in ogni tempo, in ogni luogo! Va… Va… Cammina cammina… Addio!!!». Tempi della differita streaming - La differita si svolgerà dalle ore 20,00 alle 22,30 circa. All’inizio sarà trasmessa l’intervista alla regista Cristina Mazzavillani Muti. Conclude la trasmissione il video “Buon Compleanno Maestro” (17 minuti) , realizzato dalla Regione Emilia-romagna, che raccoglie suggestive immagini dei luoghi verdiani e la testimonianza di cantanti lirici, registi e direttori d’orchestra che in Emilia-romagna sono nati o lavorano e che qui raccontano il “loro Verdi”, tra questi anche la regista Cristina Mazzavillani Muti. Cartellone Verdi200 digitale - Il Cartellone Verdi200 digitale fa parte delle iniziative realizzate dalla Regione Emilia-romagna per celebrare il bicentenario della nascita del grande compositore emiliano. Obiettivo del progetto è diffondere l’opera verdiana offrendo al pubblico la possibilità di seguire gratuitamente gli spettacoli in programma, via web o nei maxischermi dei teatri regionali aderenti a Teatronet e cablati dalla rete Lepida. Il Cartellone è coordinato dall’Assessorato regionale alla Cultura e dal Teatro Comunale di Bologna, con il supporto di Lepida Spa e la collaborazione di Cineca.  
   
   
MILANO: L’ARTE DI “VASSILY KANDINSKY” A PALAZZO REALEUNA GRANDE ANTOLOGICA REALIZZATA INSIEME AL CENTRE POMPIDOU DI PARIGI, IN PROGRAMMA FINO AL 27 APRILE 2014  
 
 Milano, 18 dicembre 2013 - A partire dal 17 dicembre, nelle sale di Palazzo reale si racconta il viaggio artistico e spirituale di uno dei pionieri dell’arte astratta: Vassily Kandinsky. Promossa e prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, Palazzo Reale, il Centre Pompidou di Parigi, 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore e Arthemisia Group, l’esposizione, a cura di Angela Lampe – storica dell’arte nonché curatrice e conservatrice del Centre Pompidou di Parigi – e in collaborazione per l’Italia con Ada Masoero, è una grande retrospettiva monografica che presenta oltre 80 opere fondamentali dell’arte di Kandinsky, esposte in rigoroso ordine cronologico. “Per tutti Kandinsky è il creatore dell’astrattismo e molto popolari sono le immagini dei suoi quadri, ma non tutti conoscono la strada che questo artista ha percorso per creare una nuova poetica – ha commentato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Il suo cammino di artista giunge attraverso il tempo, i viaggi, la guerre a un’arte capace di vibrare grazie ai colori, alla loro forza, alle loro variazioni e relazioni. Un´articolazione armonica che richiama quella della musica, che Kandinsky conosceva bene e che apprezzava molto, soprattutto quella degli autori a lui contemporanei: i quadri della sua maturità sono infatti un rimando continuo di luce e di suoni, muti ma vivi, interrotti da segni grafici che sembrano pause e note sul pentagramma”. Il visitatore percorrerà le sezioni della mostra organizzata secondo i periodi principali della vita di Kandinsky, dagli esordi in Germania agli anni in Russia e in Francia poi. Il percorso espositivo comincia “immergendo” il visitatore in un ambiente che avrà “il potere di trasportarlo fuori dallo spazio e dal tempo”: una sala con pitture parietali. Ricreata nel 1977 dal pittore restauratore Jean Vidal, queste pitture sono state realizzate copiando fedelmente le cinque tempere originali eseguite da Kandinsky per decorare un salone ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung, una mostra senza giuria che si svolse annualmente a Berlino tra il 1911 e il 1930. Questi cinque pannelli a tempera erano entrati nella collezione del Pompidou in seguito alla donazione della vedova Nina nel 1976 al museo stesso. Organizzata secondo un criterio cronologico, la mostra presenta poi quattro sezioni che si sviluppano lungo otto sale. A Monaco: 1896 – 1914 - Nel 1896 Kandinsky si trasferisce dalla Russia a Monaco per studiare pittura. La città tedesca in quel momento sta abbandonando la moda simbolista per diventare la capitale europea del Jugendstil, la corrente artistica che cerca la via dell’arte attraverso i progetti decorativi. Kandinsky esordisce con piccoli paesaggi ancora tardo-impressionisti e con tempere simboliste dai colori lucenti, ispirate alle antiche leggende germaniche e alla vita della vecchia Russia. È però dal 1908, nei soggiorni estivi a Murnau, dove la sua compagna comprò una casa, che crea i primi dipinti in cui, servendosi di colori accesi e antinaturalistici, traduce la realtà in immagini piatte, prive di volume, ispirate alla pittura fauve. Il paesaggio diventa così pretesto per esercizi sulla forma e per indagini sulla forza del colore, con cui avvia il primo processo di astrazione dal reale. E’ a Monaco che Kandinsky scrive “Dello spirituale nell’arte”, famoso saggio in cui affronta sul piano teorico ciò che andava sperimentando nella sua pittura, dal rapporto tra forma e colore a quello per lui fondamentale tra colore e suono, alla base dell’astrazione. Con l’amico Franz Marc, sviluppa il progetto del Cavaliere Azzurro che produrrà due mostre tra il 1911 e il 1912 e, nel maggio 1912, il celebre Almanacco del Cavaliere azzurro, dove musica e arti visive si intrecciano strettamente e si valorizza il ruolo delle arti popolari e “primitive” in funzione di un rinnovamento radicale della pittura. In questi anni Kandinsky crea le sue prime opere totalmente svincolate dal reale, che traducono in immagini astratte il suo mondo interiore. Di nuovo in Russia: 1914-1921 - Scoppiata la Prima guerra mondiale, Kandinsky è costretto a rientrare a Mosca. Con lo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre, viene coinvolto dai rivoluzionari nelle nuove istituzioni culturali, dove fino al 1920 occupa ruoli di prestigio. Assorbito dagli incarichi istituzionali dipinge poco, ribadendo la sua scelta definitiva per l’astrazione, ma l’avanguardia costruttivista più radicale lo osteggia per il suo espressionismo spirituale e nel 1921 decide di tornare in Germania. Gli anni del Bauhaus: 1921-1933 - Celebre per i suoi scritti, Kandinsky viene invitato da Walter Gropius a insegnare al Bauhaus, la prestigiosa scuola di architettura e arte dove dal 1922 è docente di Decorazione murale e già nel 1922 concepisce e realizza con i suoi studenti la grandiosa decorazione per l’atrio della Juryfreie di Berlino. Gli anni al Bauhaus sono caratterizzati dall’amicizia con Paul Klee e dalla pubblicazione dell’altro suo principale saggio “Punto e linea sul piano” (1926). I titoli stessi delle sue opere mettono in evidenza il rapporto tra i colori e le forme geometriche; nel 1930 si affacciano le prime forme organiche. La chiusura del Bauhaus, imposta dai nazisti nel 1933, lo costringe a emigrare di nuovo, questa volta verso Parigi. Parigi: 1933-1944 - La Parigi in cui Kandinsky arriva nel 1933 è sì la capitale del mercato dell’arte, ma è anche una città devota ai suoi soli artisti (Picasso e i Surrealisti soprattutto), poco interessata all’astrazione pura di un artista russo di nazionalità tedesca. I Kandinsky si stabiliscono a Neuilly-sur-seine, in un edificio affacciato sulla Senna e sul Bois-de-boulogne. Nei suoi dipinti e nei lavori su carta, anche per l’influsso degli amici surrealisti Jean Arp e Joan Miró, si moltiplicano le forme biomorfe: amebe, creature degli abissi, embrioni, insetti: un microcosmo in cui Kandinsky si immerge anche per fuggire l’angoscia della guerra. Muore il 13 dicembre 1944, senza vedere la fine del conflitto. Http://www.kandinskymilano.it  #kandinskymilano    
   
   
GIANNA NANNINI: "SIENA CAPITALE DELLA CULTURA: QUESTO PALIO È DA VINCERE"  
 
 Firenze 18 dicembre 2013 - Per Siena candidata a Capitale europea della cultura 2019 scende in campo anche Gianna Nannini, testimonial di pura razza contradaiola che grida "questo Palio è da vincere, la nostra Siena ha da essere Capitale". Un appello, lanciato ieri nella sede della Presidenza della Regione a Palazzo Strozzi Sacrati, e raccolto volentieri dal sindaco Bruno Valentini, accompagnato dal professor Pierluigi Sacco direttore di candidatura, insieme all´assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti e al presidente Enrico Rossi. "Per me Gianna Nannini rappresenta da sempre un mito e mi emoziona incontrarla – ha esordito il presidente Rossi salutando gli ospiti -. Con la sua presenza si rafforza la candidatura di Siena, e averla dalla nostra parte aumenta la possibilità di vincere questa gara. Ci riusciremo legandoci ad un motivo cui noi toscani siamo legatissimi e su cui siamo d´accordo tutti: la nostra identità, le nostre radici. Noi dobbiamo preservarla rinnovandola, e su questo Siena ha impostato il suo progetto. La Regione dà affidabilità economica all´operazione, ci metteremo quello che l´Europa richiede e manterremo i nostri impegni, raccogliendo una sfida importante in un momento non semplice per la città del Palio". Identità, un concetto che ha legato stretti tutti gli interventi, a partire proprio da quello della cantante, che ha voluto sottolineare il suo legame forte con una tradizione da cui ha sempre attinto per fare la sua musica: "La nostra è una eredità popolare che ci valorizza e che non deve estinguersi nonostante tutte le minacce che incombono su di essa – ha aggiunto Gianna Nannini -. Vengano i turisti a vedere le bellezze che offriamo, ma nel rispetto della nostra storia e di quello che ci ha fatto diventare". "Abbiamo realizzato, grazie all´impegno del professor Sacco e del suo gruppo di lavoro, un progetto di altissimo livello in grado di competere al meglio – ha affermato il sindaco Valentini -. Il nostro obiettivo è offrire a Siena, ad una città provata da una delle peggiori speculazioni finanziarie dei nostri anni, un nuovo modello; fuori dalle dipendenze esterne, costruiremo con risorse nostre, quelle legate alla bellezza e alla cultura per attrarre l´Europa. Possediamo una identità che renderemo più forte unendo tradizione e innovazione; facendo della cultura un investimento su cui potranno intervenire in egual misura soggetti pubblici e privati per uno sviluppo sostenibile". Con la candidatura a Capitale europea della cultura, si legge nel progetto di candidatura elaborato dal professor Sacco, Siena (che si confronta con Cagliari, Lecce, Matera, Perugia-assisi e Ravenna) può cogliere un´opportunità importante di rilancio della sua identità e della sua economia, per divenire un centro di produzione culturale e un polo scientifico-tecnologico di livello internazionale, creando posti di lavoro, attraendo risorse e talenti, dando spazio ad una nuova generazione di imprenditori, divenendo meta di un turismo più consapevole e di migliore livello, accrescendo la qualità della vita dei cittadini e ridando forza al loro senso di appartenenza alla città. Questa è quindi una occasione concreta e irripetibile per progettare un nuovo percorso di sviluppo della città. E il traguardo stesso del 2019 non è un punto d´arrivo, ma piuttosto un punto di inizio: nelle intenzioni della Commissione Europea, il titolo è infatti un vero e proprio spartiacque che produce i suoi effetti più rilevanti nel lungo termine. E pur essendo Siena a candidarsi, è l´intera provincia, con i suoi 273mila abitanti e i suoi 36 Comuni, a costituire il nucleo territoriale del progetto. La candidatura diviene così un´opportunità per rafforzare ancora di più il rapporto tra il capoluogo e la provincia. Le terre senesi, con i loro quattro siti Unesco, rappresentano uno dei patrimoni storico-artistici più importanti del nostro paese e del mondo intero: è su questa base formidabile che si costruisce un progetto di candidatura che vuole fare della cultura l´elemento centrale di un laboratorio di sviluppo locale. Per questo il programma coinvolgerà l´intera zona regionale in progetti specifici così da costruire una rete territoriale estesa di produzione culturale e creativa. Inoltre si stabilirà un dialogo e una cooperazione anche con altre città italiane e straniere: europee e non.  
   
   
SCALA. PISAPIA: "CON PEREIRA E CHAILLY UNA GRANDE SQUADRA"  
 
Milano, 18 dicembre 2013 - "Oggi Milano e la Scala danno il loro benvenuto, o meglio il loro bentornato, a Riccardo Chailly. Chailly è milanese, non solo come cittadino ma anche come musicista: ha lavorato con Abbado alla Scala e ha continuato poi a lavorare in stretto contatto con Milano. Chailly assume un ruolo nuovo, di grande responsabilità e prestigio che raggiunge il cuore dell´attività della Scala, uno dei simboli più importanti di Milano nel mondo. Il Maestro Chailly porta alla Scala un patrimonio inestimabile rappresentato dalla sua storia musicale, dalla sua milanesità unita alla sua grande esperienza internazionale e alla sua apertura ai giovani talenti. Con il nuovo sovrintendente Alexander Pereira e con Riccardo Chailly, la squadra della Scala avrà una formazione di qualità che lavorerà con passione e professionalità per la buona gestione di questo gioiello di cultura". Lo ha detto il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia all´incontro con la stampa di Alexander Pereira e del Maestro Riccardo Chailly. "La Scala è il miglior regalo di bellezza e cultura che Milano da sempre dona a se stessa e al mondo: deve esserlo ancora di più nel 2015, come elemento di attrazione e come punto di forza dell´offerta milanese. Il Maestro Chailly svilupperà il progetto della Scala per Expo, la grande occasione di Milano e del Paese. Una Scala per l´Expo, una Scala per tutti: per i giovani, per i milanesi e per gli appassionati di tutto il mondo. Una Scala che va in alto per qualità e che nello stesso tempo va verso la gente: perché solo così la Scala vive e costruisce il suo oggi e il suo domani. Il Teatro punterà ancora a realizzare spettacoli dedicati al grande repertorio italiano. Spero, inoltre, che ci sarà l´occasione per il ritorno dei Direttori che hanno fatto grande la Scala, da Claudio Abbado a Riccardo Muti, allo stesso Barenboim", ha concluso il Sindaco.  
   
   
CULTURA: PER LA FONDAZIONE CITTá DI GORIZIA SOLUZIONI VERE 330.000 EURO DALLA REGIONE NEL TRIENNIO 2011-2013  
 
 Trieste, 18 dicembre 2013 - "Credo opportuno e necessario fare ancora maggiore chiarezza sulla situazione della Fondazione musicale Città di Gorizia, confermando nuovamente che qualsiasi soluzione venga prospettata per il prosieguo dell´attività dell´Istituto goriziano debba poter vedere unanimità d´intenti e di sforzi", sottolineava ieri l´assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti. "Sforzi ed impegni che sin qui l´istituzione Regione Friuli Venezia Giulia non ha certo lesinato", osserva Torrenti ricordando come il contributo finanziario complessivo nel triennio 2011-2013 sia ammontato in totale a 330.000 euro, "e ciononostante ha cumulato un debito di ben 600.000 euro, che corrispondono a quasi tre anni di fatturato globale della Fondazione". "Dunque la Regione ha assicurato a Città di Gorizia una copertura finanziaria costante e sicura, nonostante la stessa Regione non abbia competenze nell´opera di sostegno alle scuole di Musica e non potrà averle se non con nuove norme in materia e la predisposizione di uno specifico regolamento". "Così, mentre tanti, in queste ultime settimane, hanno localisticamente gridato contro una Regione matrigna nei confronti di questa Fondazione, è bene invece ricordare - ancora una volta, soprattutto per chi fa finta di non sapere - che la Regione Friuli Venezia Giulia non è stata mai socia della Fondazione e, quindi, non ha avuto alcuna responsabilità nella gestione della Scuola. Diversamente il Comune di Gorizia, che in modo poco responsabile ha atteso anni e anni di continue perdite finanziarie prima di intervenire con una verifica contabile, sostituendo poi i membri del consiglio, senza alcuna forma di concertazione o di confronto con la Regione stessa", evidenzia l´assessore Torrenti. "Le proposte sin qui presentate - ripeto: senza alcuna concertazione con la Regione - tendono ora a ´scaricare´ il debito pregresso proprio sulla Regione, non certo sui soci della Fondazione: una soluzione, tra l´altro, che non risulta risolutiva, lasciando in carico alla scuola comunque 400.000 euro di debiti, a fronte di un intervento finanziario esclusivamente da parte della Regione, per 200.000 euro". "Proposte - richiama Torrenti - purtroppo basate esclusivamente sulla buona volontà di alcuni insegnanti e non certo ancorate ad una nuova visione del ruolo della ´Città di Gorizia´, responsabilmente inserita in un quadro territorialmente più ampio, considerando anche la normativa dello Stato in materia di conservatori; ma anche radicalmente diversa da quella prospettata alla Regione nel corso di un incontro ´tecnico´ tra uffici". "Ribadisco, però, nuovamente, che la Regione, ed io personalmente nella mia qualità di assessore alla Cultura, restiamo a disposizione degli altri Enti del territorio per cercare di trovare una soluzione all´attuale difficile situazione della Fondazione Città di Gorizia, purché - conclude Torrenti - si ragioni su una soluzione e su una prospettiva vera, condivisa, attuabile e di respiro pluriennale, evitando anche di ripetere gli interventi a risanamento di debiti pregressi del 2005 (70.000 euro) e 2009 (50.000 euro) risultati completamente inutili".  
   
   
AVVIO LAVORI GRANDE BRERA: AVVIO DEI LAVORI MOMENTO DI FESTA NON SOLO PER MILANO, MA PER TUTTO IL PAESE  
 
 Milano, 18 dicembre 2013 - "Milano è presente oggi a questo importante ´taglio del nastro´ che non solo Milano, ma il Paese intero sta aspettando. Ed è un momento di festa per tutta la città, perché racconta di come le istituzioni stanno dimostrando con i fatti quanto è importante valorizzare e promuovere il nostro straordinario patrimonio artistico. Oggetto di studio e ammirazione da parte degli appassionati e studiosi d´arte di tutto il mondo, fondamenta della storia delle arti e meta imprescindibile del turismo culturale internazionale, in crescita nella nostra città negli ultimi anni, la collezione della Pinacoteca di Brera sta finalmente per avere una collocazione degna del suo valore e del suo prestigio, nel contesto di un progetto complessivo che valorizzerà anche altri edifici storici: oltre al centralissimo Palazzo Citterio, anche la caserma ´Magenta´ di via Mascheroni". Così è intervenuto oggi l´assessore alla Cultura Filippo Del Corno durante la conferenza stampa di presentazione dell´avvio dei lavori di copertura del Palazzo di Brera e dello stato dei lavori posti a bando relativi a Palazzo Citterio e alla caserma "Magenta", alla quale è intervenuto, tra gli altri, il Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray.  
   
   
CULTURA: MILIA-ZEDDA: A LIRICO DI CAGLIARI GIUNTA HA INTERAMENTE EROGATO I 6,5 MILIONI DEL FINANZIAMENTO  
 
Cagliari, 18 dicembre 2013 - "La Giunta regionale sta tenendo fede agli impegni presi e con i 2 milioni stanziati in seguito all´ultima apertura di plafond dell´assessorato della Cultura, ha interamente erogato i 6,5 milioni di euro del finanziamento annuale. Sono confermati gli impegni di spesa sottoscritti in base alla legge regionale 14 del 2012". E´ quanto ribadiscono l´assessore della Cultura, Sergio Milia e quello della Programmazione, Alessandra Zedda, in merito ai fondi per l´Ente Lirico di Cagliari. "Abbiamo sempre seguito da vicino le vicende dell’ente - proseguono Milia e Zedda - e crediamo che quest’ultimo passaggio, in un momento così delicato, rappresenti una boccata d’ossigeno per le casse del Lirico e in particolar modo per i suoi lavoratori".