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GIOVEDì

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Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Gennaio 2005
Web alimentazione e benessere
RICERCA E INNOVAZIONI ELEMENTI INDISPENSABILI DELLA FUTURA POLITICA AGRICOLA, AFFERMA FISCHER BOEL  
 
L'innovazione è la chiave per il futuro delle nostre politiche agricole e di sviluppo rurale, ha dichiarato il commissario europeo per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale Mariann Fischer Boel. Intervenendo il 22 gennaio all'Ost-west-agrarforum di Berlino, Fischer Boel ha ricordato il ruolo vitale della ricerca e delle università nello sviluppo di nuove forme di pratiche agricole che siano al tempo stesso sostenibili ed economicamente proficue. 'Secondo me, abbiamo bisogno di un approccio alla competitività e all'innovazione del tipo 'dal produttore al consumatore'. Come in altri settori, dobbiamo trasferire la buona R&s (Ricerca e sviluppo) dai laboratori all'industria alimentare e alle fattorie', ha detto Fischer Boel. Il commissario ha spiegato che il Sesto programma quadro (6Pq) ha già fatto molto per stimolare l'innovazione tecnologica e per incoraggiare l'uso dei risultati della ricerca e il trasferimento della conoscenza e delle tecnologie nei settori agricolo e dello sviluppo rurale. 'Cosa forse più importante, il Settimo programma quadro (7Pq) svilupperà i risultati già ottenuti e darà ancora più importanza alla ricerca per un'Europa sempre più sostenibile', ha detto il commissario. E ha aggiunto: 'Non c'è bisogno di dire che l'agricoltura è strettamente legata alla sostenibilità globale e che la ricerca agricola svolge un ruolo fondamentale nell'attuale rinverdimento della Pac (Politica agricola comune). Il 7Pq riconoscerà che l'agricoltura è una fonte indispensabile di risorse umane che può essere usata per rafforzare la competitività dell'Ue ma che può anche contribuire a soddisfare gli obiettivi di Kyoto e a ridurre la dipendenza dalle importazioni energetiche, ha proseguito Fischer Boel. Secondo il commissario, il nuovo documento di strategia europea per lo sviluppo rurale indicherà un chiaro legame tra sviluppo rurale e strategia di Lisbona e getterà le basi per un approccio più strategico a competitività, creazione di posti di lavoro e innovazione nelle aree rurali con nuove misure di formazione e d'investimento. Le misure contribuiranno a dare un impulso all'efficienza delle fattorie, ad aprire nuovi sbocchi per la produzione, a incoraggiare un uso più sostenibile delle risorse e a favorire, si spera, lo sviluppo dell'energia rinnovabile. Anche il miglioramento dei servizi locali e delle infrastrutture, ad esempio cablando i villaggi per le Ti (tecnologie dell'informazione), aprirà nuove porte agli abitanti delle zone rurali con migliori opportunità di lavoro, istruzione, e accessibilità. Nel contesto della nuova politica di sviluppo rurale, verrà inoltre data la priorità alle misure d'investimento che favoriscono la competitività dei settori agricolo e di trasformazione alimentare. Con una politica di sviluppo agricolo e rurale sempre più centrata sull'innovazione 'la Commissione europea perseguirà un quadro di riferimento per politiche mirate che privilegino gl'investimenti nella competitività, ma anche la sostenibilità rurale, la qualità della vita, e l'agricoltura sostenibile, e che creino nuove opportunità occupazionali e di guadagno per gli agricoltori e le loro famiglie', ha concluso Fischer Boel.  
   
   
AGRICOLTURA SOSTENIBILE: ASSOFERTILIZZANTI E REGIONE LOMBARDIA PRESENTANO I DATI DI UNO STUDIO CONGIUNTO PER INTEGRARE LA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE E L'ECCELLENZA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE LOMBARDE  
 
Nel corso di un Convegno organizzato da Assofertilizzanti, l’Associazione di Federchimica che riunisce i produttori di fertilizzanti, sono stati presentati i risultati del Programma di ricerca biennale sulla tipizzazione di nuovi tipi di fertilizzanti denominati “non a pronto effetto” o “a rilascio controllato” promosso dalla Regione Lombardia nel 2002. Primo obiettivo del Programma è stato quello di individuare metodi di analisi idonei alla caratterizzazione dei diversi prodotti in funzione dei tempi di rilascio dei nutrienti contenuti nei fertilizzanti. Secondo obiettivo è stato quello di fornire alcune indicazioni di tipo agronomico utili all’assistenza tecnica per razionalizzare le pratiche di concimazione. Il primo obiettivo è stato raggiunto, il secondo potrà avere una completa applicazione pratica realizzando un ulteriore step di ricerca, con le prove agronomiche da condurre in campo. Ogni prodotto, una volta tipizzato, dovrà essere posto nel contesto di un dato territorio e di una data coltura per dare il massimo dell'efficienza agronomica e dell’efficacia ambientale. Uno sviluppo della ricerca in questo senso è già stato previsto per colture estensive quali frumento, mais e riso. I costi della ricerca sono stati finanziati per il 40% dalla Regione Lombardia, e per il restante da Assofertilizzanti e da alcune delle aziende associate (Scotts Italia, Bakelite Italia, Timac, Compo, Idea Verde, Yara Italia, Hiagri, Ilsa, Sadepam Chimica). La realizzazione delle prove è stata affidata al C.r.a - Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura - Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante di Roma, che ha ricoperto anche il ruolo di responsabile scientifico, e dalla Fondazione Minoprio di Vertemate con Minoprio (Co). Il Vicepresidente della Regione Lombardia ed Assessore all’Agricoltura Viviana Beccalossi ha fatto pervenire un messaggio indirizzato al Presidente di Assofertilizzanti Carlo Monesini, sottolineando come “la Regione, grazie alla collaborazione di tutta la filiera, delle Istituzioni, degli Enti scientifici e delle Associazioni degli Imprenditori, ha saputo creare occasioni di crescita e di sviluppo nello studio delle interazioni tra produzioni agricole e rispetto dell’ambiente e nella risoluzione dei problemi derivanti”. L’assessore ha sottolineato inoltre l’ingente sforzo economico che il Programma Regionale di ricerca in agricoltura ha messo in campo. Si tratta di 20 milioni di Euro in progetti di ricerca (+16% rispetto al triennio precedente) destinati al territorio lombardo, ma i cui risultati avranno respiro nazionale ed europeo come quelli appena ottenuti grazie alla sinergia tra Assofertilizzanti e Regione Lombardia. Narciso Salvo, Direttore Assofertilizzanti-federchimica ha sottolineato come “Assofertilizzanti abbia voluto cogliere, attraverso i propri aderenti, un’opportunità unica di approfondire e divulgare le conoscenze che la realizzazione del Programma di ricerca ha sviluppato. Si è creato così un esempio concreto di interazione tra pubblico e privato nel campo della ricerca e della salvaguardia ambientale costituendo un modello da perseguire anche in altri settori e con altre realtà territoriali”.  
   
   
6.600.000 ITALIANI ALLA RICERCA DEL BUON INIZIO DI GIORNATA…  
 
“Gli italiani e la colazione al bar” è il titolo della ricerca commissionata ad Astra/demoskopea dal Consorzio Grancaffè sulle abitudini di consumo degli italiani nelle prime ore del mattino. Tra febbraio e marzo del 2004 sono stati intervistati telefonicamente 9 mila italiani tra i 14 e i 79 anni, con l’obiettivo di fotografare la colazione tipo degli italiani al bar. I risultati evidenziano come la colazione fuori casa sia ormai una abitudine per gli italiani e come i gusti e le abitudini dei consumatori varino molto a seconda della regione di residenza e a volte anche tra aree diverse all’interno della stessa regione. La colazione al bar è la più amata dal 22.4% degli italiani: sono in 10 milioni e 600 mila coloro che fanno colazione al bar almeno due volte alla settimana. In particolare, a scegliere la colazione al bar sono gli studenti e i lavoratori, i diplomati e gli abitanti delle grandi città con un’età inferiore ai 45 anni. Ma cosa si beve e cosa mangiano gli italiani a colazione? Il 58% ordina il cappuccino, seguito poi dal caffè espresso (40%), a seguire con molto stacco le spremute (2.7%) e il the (1.4%). Il cappuccino è la bevanda prediletta in Lombardia, Liguria e Lazio; l’espresso standard risulta senza pari in Campania. Tra i consumi di espresso non standard vediamo il predominio delle Marche per il decaffeinato; del Lazio per l’espresso lungo; della Sardegna per quello ristretto; del nord-est e in particolare del Triveneto per il caffè macchiato; di Piemonte e Lombardia per quello “americano” in tazza da cappuccino. Il caffè corretto secondo tradizione è assai più diffuso nel Triveneto. Mentre, tra i consumi minoritari di bevande al bar alla prima colazione – esclusi cioè il cappuccino e il caffè espresso – troviamo al primo posto il Piemonte per le spremute; la Toscana per il latte col cacao; la Campania per il cioccolato in tazza. Il 79.8% degli intervistati, pari a 8.500.000, sembra rispettare i consigli dei dietologi sull’importanza del primo pasto della giornata. Ed ecco i risultati: il 70% predilige le brioches semplici e alla marmellata e a seguire brioches con la crema (28%) e al cioccolato (18.5%). La Sardegna è la regione dove si mangia meno durante la prima colazione al bar. La Toscana e le Marche dominano tra i consumatori di dolci e paste. La Sicilia per le sfogliatine, le brioches con la crema, i cornetti al pistacchio, quelli alle mandorle e quelli all’arancia; il Lazio per le brioches semplici, quelle al miele e quelle integrali; la Puglia risulta imbattibile se si tratta di krapfen alla crema; la Campania stravince per le brioches al cioccolato; le brioches con la marmellata sono più diffuse nel Triveneto, in Emilia-romagna e in Sardegna. Da notare come le brioches salate siano molto diffuse nel Lazio; mentre emerge la peculiarità della Liguria sul terreno delle focacce. Tra le motivazioni della scelta di fare la prima colazione al bar – in ordine decrescente di importanza nazionale – troviamo il voler cominciar bene la giornata (63%); il bere un buon caffè (61%); l’avere un momento di distensione e relax (58%); lo stare con amici e/o amiche (52%) scherzando e facendosi quattro risate (50%); il mangiar qualcosa di buono (44%); fare il pieno di energia (44%); chiacchierare col barista e gli altri avventori (38%); dare un’occhiata al giornale o alla tv (34%); uscire di casa (30%); aspettare altre persone e specialmente i mezzi pubblici (21%); ripassare le lezioni o prepararsi al lavoro(11%); corteggiare qualcuno (9%). Ma come amiamo degustare caffè e brioches? Con calma o velocemente? Seduti comodi al tavolino o in piedi davanti al bancone? Se Toscana, Abruzzo, Calabria e Liguria prediligono la formula in piedi, la colazione al bar in compagnia domina in Puglia, Lazio e Campania. Si legge, invece, il giornale gustandosi un momento di relax nelle Marche e in Sardegna. Emerge inoltre un rapporto con il barista molto buono, all’insegna della simpatia e delle chiacchiere in Toscana; addirittura i clienti parlano di amicizia in Puglia, mentre l’indifferenza è minoritaria. Il massimo incremento di frequenza al bar per la prima colazione nell’ultimo biennio si è registrato nel Lazio; i toscani hanno tagliato di più la frequenza ma hanno aumentato il tempo medio di permanenza nel pubblico esercizio in apertura di giornata; i napoletani cercano di mangiare un po’ meno mentre i pugliesi più di prima; il cambio di bar s’è registrato senza pari nel Triveneto. Infine, il consumo giornaliero di espresso – non solo a colazione ma durante tutto l’arco della giornata – è soprattutto campano; in questa regione è anche massima la percentuale di 14-79enni che bevono 5 o più tazzine al giorno (sino a un massimo dichiarato di 18), come in generale in Italia i 45-64enni, i residenti nei capoluoghi di provincia, i laureati, gli imprenditori, i dirigenti, i liberi professionisti, gli impiegati, i quadri, i tecnici e gli insegnanti.  
   
   
LA MOZZARELLA SI CONSERVA PIÙ A LUNGO CON IL GEL DEL CNR E’ RICAVATO DA UNA MISCELA DI POLISACCARIDI NATURALI CHE CONSENTE IL CORRETTO ASSORBIMENTO DI ACQUA E SALI DA PARTE DEL LATTICINO, MANTENENDONE COSÌ INALTERATE CONSISTENZA E SAPORE  
 
Non sarà più necessario consumare entro 3-4 giorni dalla produzione la mozzarella. Avvolgendola nel gel a base di polisaccaridi naturali messo a punto dall’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Cnr di Pozzuoli in collaborazione con l’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino, questo formaggio manterrà infatti le sue caratteristiche organolettiche e nutritive addirittura per 30 giorni. “Per arrivare a brevettare il gel”, spiega Mario Malinconico dell’Ictp-cnr, “siamo partiti dalla considerazione che tra le prime cause di invecchiamento della mozzarella c’è l’eccessivo assorbimento del cosiddetto liquido di governo – un composto di acqua e sale – nel quale viene tenuta e che è indispensabile per mantenerne l’equilibrio osmotico tra sodio e acqua e per evitare che si disidrati. Tuttavia questo stesso liquido, imbibendo il latticino, ne provoca la degradazione (fisica prima che chimica). La miscela gelatinosa ricavata da polisaccaridi derivati da frutta, ortaggi, alghe e cellulosa”, continua Malinconico, “consente invece la stabilizzazione del pH e un rilascio controllato della soluzione salina dalla superficie all’interno della mozzarella, secondo la reale necessità del formaggio, che mantiene così a lungo le caratteristiche iniziali”. Per avere una mozzarella a lunga conservazione basta, quindi, immergerla, una volta pronta, nell’acqua di governo in cui è stata sciolta preventivamente una miscela di polisaccaridi naturali; dopo qualche minuto il liquido si trasforma in una struttura semisolida e gelatinosa, che trasmette all’alimento l’acqua di cui ha bisogno nella giusta quantità. “Il gel”, conclude il ricercatore dell’Ictp-cnr, “è assolutamente anallergico e batteriostatico, mantiene cioè inalterata la flora batterica del prodotto; avendo una consistenza compatta consente, inoltre, un più comodo trasporto dei latticini, che vengono poi facilmente liberati dal rivestimento gelatinoso al momento dell’utilizzo per la vendita al dettaglio”. E’ facile intuire come questo nuovo imballaggio gelatinoso, che conserva inalterato per ben un mese il sapore e la consistenza della mozzarella, ha un notevole potenziale applicativo nel settore della grande distribuzione, favorendo l’espansione del mercato di questo formaggio anche verso destinazioni finora improponibili, quali il nord Europa, il Giappone e gli Stati Uniti. Per informazioni: Mario Malinconico, tel. 081/8675212, e-mail: mali@ictp.Cnr.it  Maria Grazia Volpe, tel. 0825/299513, e-mail: mgvolpe@isa.Cnr.it   
   
   
NASCE CEDRA LA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI ROMA AVVIA UN CENTRO DEDICATO ALLA DIFFUSIONE DEI RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA IN AGRICOLTURA  
 
Si chiama Cedra (Centro per la diffusione dei risultati della ricerca scientifica in agricoltura) e nasce per aiutare a risolvere i problemi degli agricoltori italiani. Il Centro è sorto dalla determinazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma di avvicinare le imprese agricole al mondo della ricerca e per rendere più agevole l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche sviluppate in Italia ed all’estero. Gli importanti risultati della ricerca, infatti, spesso trovano degli ostacoli nella diffusione presso gli utenti finali. Per superare tali difficoltà la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma ha creato un centro che raccoglie i risultati più interessanti della ricerca nazionale e internazionale e ne favorisce il trasferimento agli agricoltori, i quali contribuiscono attivamente al processo, segnalando i problemi più urgenti e le loro concrete esigenze. Per la raccolta di tali informazioni il Centro si propone di collaborare con tutte le principali istituzioni di ricerca, nazionali e internazionali, private e pubbliche, a cominciare dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dai competenti Assessorati regionali e provinciali. Il gruppo di lavoro del Cedra (che opererà a Roma nella sede di piazza Santi Apostoli) ha, pertanto, il compito di monitorare i fabbisogni espressi dalle imprese agricole, di individuare le soluzioni innovative disponibili e di maggiore interesse, a partire dall’agricoltura laziale, e di diffonderle nel tessuto produttivo. Per questo motivo il Cedra dispone presso la propria sede di personale specializzato e di ampie basi tecnologiche e informative (banche dati, pubblicazioni scientifiche, stampa specializzata) e rimarrà costantemente in contatto con i principali centri di ricerca italiani ed esteri. Il Centro, attivo dal febbraio 2005 e gestito da Nomisma s.P.a. E Terzo Millennio s.R.l.), dialogherà con gli agricoltori tramite rapporti diretti, canali tradizionali (convegni, seminari, presenza sulla stampa, sede aperta al pubblico, ecc.) ed innovativi. Tutte le informazioni saranno, infatti, disponibili gratuitamente sul portale internet del Centro www.Cedra.it  che offrirà, inoltre, servizi personalizzati agli utenti registrati. L’attività del Centro si concentrerà inizialmente su alcune produzioni caratteristiche dell’agricoltura laziale (cereali, orto-frutta, olio, vite e zootecnia da latte), allargando in prospettiva il campo di interesse all’intera agricoltura nazionale. «Cedra nasce – spiega Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma – con l’espresso intento di creare una struttura stabile, agile ed efficiente, che reperisca presso i più prestigiosi centri di ricerca nazionali ed internazionali, l’offerta scientifica e tecnologica più avanzata per poi trasmetterla alle realtà agricole e agroalimentari operanti nel nostro Paese, ed in prima istanza, agli operatori della regione Lazio. Con Cedra – conclude Emanuele – vogliamo contribuire ad un miglior collegamento e ad una più efficace comunicazione tra il mondo della ricerca ai massimi livelli ed il mondo della produzione agricola». Il progetto Cedra ha preso il via con la realizzazione di un’indagine diretta sulle imprese agricole laziali con lo scopo di analizzare le difficoltà tecniche dell’agricoltura regionale e far emergere i fabbisogni di innovazione. Nel corso dell’indagine (condotta su un campione di circa 1.300 imprese agricole laziali) è emersa l’attenzione e la sensibilità degli operatori nei confronti del progetto Cedra. Tra gli intervistati, l’85% considera l’iniziativa importante. A testimonianza del forte interesse per il progetto oltre il 77% degli intervistati ha lasciato i propri riferimenti per un totale di circa 900 imprese che rappresentano già oggi un primo network su cui avviare le attività del Centro.  
   
   
LA CANTINA LA VIS, IL COLOSSO TRENTINO DEL VINO DI QUALITA’, ACQUISISCE CASA GIRELLI SPA CHE CONTROLLA ANCHE VILLA CAFAGGIO IN TOSCANA  
 
La cantina trentina La Vis e Valle di Cembra, colosso cooperativo del vino di qualità, continua la sua marcia di espansione in Italia e acquisisce Casa Girelli Spa, che controlla anche il noto marchio Villa Cafaggio in Toscana. La Vis, che nel 2004 ha fatturato oltre 34 milioni di euro, ha compiuto negli ultimi anni importanti investimenti dal punto di vista delle strutture e delle alleanze produttive - come l’acquisto di Cesarini Sforza Spumanti e di Maso Franch in Trentino, di Poggio Morino in Toscana, nonché la fusione nel 2003 con la cantina Valle di Cembra. Oggi La Vis, che conta ben 1.300 soci, produce oltre 5 milioni di bottiglie e conta di raddoppiare presto la produzione. Casa Girelli, cantina di Trento fondata alla fine dell’800 dalla famiglia Girelli, ha conosciuto negli ultimi 15 anni, con Marina e Stefano Girelli, un forte sviluppo sui mercati internazionali - 42 i Paesi all’interno dei quali opera con successo, tra cui Gran Bretagna, Germania, Usa, Scandinavia, Olanda e Canada - che garantiscono all’azienda il 95% del proprio fatturato (pari a 40 milioni di euro, con 20 milioni di bottiglie prodotte). Casa Girelli controlla anche F.w.i. (Usa) società di importazione e distribuzione negli Stati Uniti, e Villa Cafaggio, storica azienda viticola nel cuore del Chianti che conta 60 ettari e 350.000 bottiglie prodotte. “L’acquisizione di Casa Girelli rappresenta una nuova opportunità per tutto il comparto La Vis - commenta Roberto Giacomoni, presidente della Cantina La Vis e Valle di Cembra - a seguito della quale si potrà dar corpo a nuove alleanze in Italia come all’estero. L’obiettivo è rafforzare la nostra presenza e sviluppare nuove opportunità commerciali sui mercati internazionali, che valorizzino al meglio le produzioni dei nostri soci”. L’operazione verrà portata a termine attraverso Vinicola Lavis Export srl (in mano a La Vis e Valle di Cembra) che acquisterà il 100% di Casa Girelli. Affiancherà l’operazione Isa (Istituto Atesino di Sviluppo), partner finanziario già “socio” di altre importanti realtà trentine e nazionali. L’intervento interesserà circa 1/3 del capitale e assicura un forte valore aggiunto di “marketing territoriale trentino” rispettoso della filosofia aziendale tanto cara alla La Vis. “E’ un notevole salto di qualità per la nostra azienda - dichiara Fausto Peratoner, direttore generale della Cantina La Vis e Valle di Cembra - che ci permetterà di specializzare e ottimizzare ulteriormente la nostra organizzazione sia nel settore produttivo che nello sviluppo commerciale, mobilitando tutte le risorse e i capitali necessari quale presupposto per affrontare le sfide che riserva il futuro”. Marina e Stefano Girelli con i loro collaboratori – in armonia con le strategie che la Direzione La Vis andrà disegnando - continueranno a portare il loro contributo nella conduzione dell’azienda, facendo tesoro della grande esperienza maturata a garanzia di una continuità delle politiche di sviluppo ad oggi intraprese. Casa vinicola con sede a Trento, fondata alla fine dell’800 dalla famiglia Girelli, negli ultimi 15 anni ha conosciuto un forte sviluppo grazie all’impegno dei fratelli Stefano e Marina Girelli che operando soprattutto sui mercati internazionali (42 i Paesi all’interno dei quali opera con successo, tra cui Gran Bretagna, Germania, Usa, Scandinavia, Svezia, Norvegia, Olanda, Canada) garantiscono all’azienda il 95% del proprio fatturato. La filosofia dell’azienda è produrre e far conoscere nel mondo il vino italiano di qualità. Attraverso accordi produttivi nelle diverse zone di interesse, che vanno dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, Casa Girelli ha saputo proporre sui mercati un range di vini interessante e di forte rappresentatività dei territori coinvolti sia dal punto di vista qualitativo che da quello del rapporto qualità/prezzo. Fattori di successo sono certamente stati la conoscenza approfondita dei mercati, delle esigenze dei consumatori nei rispettivi mercati, una buona flessibilità dimostrata nello sviluppo dei nuovi prodotti e dei servizi ai clienti. Il fatturato è di 40 milioni di euro, con circa 20 milioni di bottiglie prodotte. Casa Girelli spa conta 60 dipendenti e controlla anche F.w.i. (Usa), società di importazione e distribuzione negli Stati Uniti, e Basilica Cafaggio srl, azienda viticola nel cuore del Chianti, che produce 350.000 bottiglie e conta 60 ettari di proprietà. Casa Girelli ha inoltre un rapporto di distribuzione in esclusiva con Feudo di Santa Tresa, azienda viticola di 50 ettari in Sicilia nei pressi di Vittoria. Azienda cooperativa dal 1948, nel tempo ha assunto diverse denominazioni che descrivevano nella sostanza il territorio sul quale operava. Dal dicembre 2003 è Cantina La Vis e Valle di Cembra a seguito della fusione per incorporazione con la Cantina Valle di Cembra. Nel 2003/2004 il fatturato di La Vis è stato di oltre 34 milioni di euro; il fatturato complessivo del Gruppo La Vis è di circa 44 milioni di euro. La Vis conta 1.300 soci e 60 dipendenti, con una superficie di oltre 1.350 ettari. La produzione media annuale gestita dalla Cantina La Vis e Valle di Cembra è di 160.000 ettolitri di vino (tenuto conto dei conferimenti da altre cantine), e nel 2004 sono state prodotte oltre 5 milioni di bottiglie (l’obbiettivo a breve sono 9 milioni di bottiglie, pari a circa il 70% della produzione), oltre a 1,3 milioni di bottiglie di spumante prodotte da Cesarini Sforza. La cantina ha sede in Trentino Alto Adige nella borgata di Lavis, a nord di Trento. Comprende i vigneti delle colline di Lavis, Pressano, Sorni, Meano, i caratteristici terrazzamenti della Valle di Cembra e, in Alto Adige, i vigneti di Salorno e Pochi. I vigneti sono posizionati in ambienti con condizioni pedoclimatiche differenziate, ad un’altitudine compresa tra i 250 e gli 800 m s.L.m. L’80% sono posti in collina e montagna, mentre il restante 20% a fondovalle. Come sistema di allevamento vengono utilizzate: Pergola Trentina con ca. 3.300 – 4.500 ceppi/ha. Sistemi verticali (Guyot) con ca. 6.000 ceppi/ha. Società che fanno parte del gruppo La Vis: “Cantina Valle di Cembra” Viale Iv Novembre, 78 38034 Cembra (Tn) Con produzioni a marchio “Valle di Cembra - Cantina di Montagna”. “Cesarini Sforza Spumanti S.p.a” (50% di proprietà) Loc. Stella n°9 – Ravina (Trento) Vigneti: Le uve provengono da vigneti della Cantina La Vis e Valle di Cembra. Produzione: Nel 2004 sono state prodotte 1,3 milioni di bottiglie di cui il 50% con il metodo Classico e per il 50% con il metodo Cesarini Sforza. Queste vengono distribuite 80% sul mercato nazionale mentre il 20% sul mercato estero. Obbiettivo è il raddoppio della produzione. “Poggio Morino sarl” Loc. Preselle Montorgiali - 58040 Scansano (Gr) – Toscana Azienda di 80 ettari nella Maremma toscana. Per il Mercato Nazionale: (80%) - “Rinaldi Wine s.R.l.”(50% di proprietà) - Viale Masini, 34 – 40126 Bologna Azienda di distribuzione vini sul territorio nazionale. “Vinoteca La Vi”: Via del Carmine n°7 – 38015 Lavis (Tn). “ Vinoteca Cembra” Viale Iv Novembre, 78 38034 Cembra (Tn). Per il Mercato Estero: (20%) - « Vinicola Lavis Export s.R.l » Via del Carmine n°7 – 38015 Lavis (Tn Opera attualmente in 21 Paesi. Significativa l’attività in Belgio, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Olanda, Svizzera, U.s.a.  
   
   
SOLTANTO GLI SPUMANTI METODO CLASSICO POSSONO AVER TALENTO SULL’ETICHETTA - PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE IL DECRETO MINISTERIALE  
 
Si chiameranno Talento gli spumanti metodo classico creati in Italia. Lo prevede un decreto ministeriale pubblicato qualche giorno fa sulla Gazzetta Ufficiale. Così come in Francia le migliori bollicine si identificano nello champagne, in Spagna nel cava e in Germania nel Sekt, in Italia si identificheranno nel Talento, che diventerà sinonimo di spumante metodo classico, ottenuto cioè con la rifermentazione in bottiglia e lavorando uve Pinots e Chardonnay, solo di zone ad alta vocazione. In Italia, per colpa di una legislazione non particolarmente chiara, qualsiasi vino che abbia più di tre atmosfere di pressione, magari ottenute anche con il gas, può fregiarsi sull’etichetta della parola spumante. Il che vuol dire che il consumatore, al di là delle sue conoscenze, non ha alcuna possibilità di distinguere, tra i 250 milioni di bottiglie di spumante che l’ Italia mette ogni anno sul mercato, i 17 milioni di metodo classico, bollicine d’élite, create non in qualche giorno o in poche ore, ma con una lavorazione che s’allunga come minimo per 2-3 anni. E’ anche perché si mettesse fine a questa confusione che negli anni Novanta era nato l’Istituto Talento: vi erano coinvolte le case di spumante metodo classico di zone delimitate e di consacrata vocazione che avevano accettato la severa disciplina dell’Istituto, potendo in cambio usare sulle etichette la parola Talento. Era un’iniziativa privata che oggi vede riconosciuti i suoi sforzi e Talento diventa per legge una parola che nell’ambito degli spumanti sta a significare il massimo che c’è, l’eccellenza, l’alta qualità, colmando una lacuna che insisteva da sempre.  
   
   
SOAVE 2004: CALA LA PRODUZIONE, CRESCE IL MERCATO  
 
In calo la produzione, in crescita l’attenzione del mercato verso il Soave: uno scenario per certi versi inaspettato, ma senza dubbio interessante, quello emerso dai dati presentati nel corso dell’assemblea dei soci di fine anno da Arturo Stocchetti, Presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini Soave e Recioto di Soave. Cala la produzione - Quella del 2004 è stata infatti la stagione che ha visto la minor produzione di vino Soave degli ultimi 10 anni, quantificabile in 470.000 ettolitri, di cui 330.000 di Soave Doc, 110.000 di Soave Classico, 27.000 di Colli Scaligeri e 3.000 di Soave Superiore Docg. Dall’analisi di Stocchetti, emergono due cause che hanno portato a questo risultato: in primis, il fattore meteorologico. La grandinata occorsa il 1 luglio ha colpito duramente la zona Doc di Monteforte e Soave e quella del 16 settembre ha recato danni ingenti lungo tutta la fascia pianeggiante a nord della Statale 11. In secondo luogo, la puntuale attività di controllo avviata dal Consorzio, che ha coinvolto nel complesso oltre 700 delle 3.500 aziende interessate alla denominazione e che ha portato, nelle zone non colpite dalle grandinate, al declassamento di molti ettari per il mancato rispetto delle regole riguardanti rese e gradazioni. Cresce il mercato - Dall’altro lato, le analisi elaborate dal Consorzio sul rapporto produzione/consumo del Soave hanno evidenziato come negli ultimi anni ci sia stata una sensibile e costante riduzione delle giacenze, dovuta all’aumento delle vendite, soprattutto in Italia. Il mercato sta premiando infatti il Soave, consentendo alla denominazione di accorciare le distanze dalle quotazioni delle altre Doc storiche veronesi. Negli ultimi tre anni, il Soave Doc ha recuperato almeno il 30-40% del prezzo. Inoltre, il Soave è l’unico vino veronese - e tra i pochi italiani - a segnare una tenuta del prezzo anche nel 2004. Questo grazie al forte ritorno del consumatore a prediligere vini bianchi prodotti da vitigni autoctoni italici che presentino un buon rapporto qualità/prezzo, come è per l’appunto il caso del Soave. Un segnale positivo per la denominazione, che impegna ancor di più il Consorzio a proseguire nella sua attività di controllo. Tracciabilità dal vigneto alla bottiglia – A questo proposito, grazie al piano di controlli effettuato dal Consorzio nel 2004, che consente di seguire il percorso delle partite di vino dall’arrivo delle uve in cantina all’imbottigliamento, saranno comunicati al Ministero delle Politiche Agricole importanti risultati: più di 700 le aziende verificate per superficie e varietà, mentre per quanto riguarda le rese, 237 le aziende controllate per la denominazione Soave Doc, 14 per il Soave Superiore Docg e 31 per il Recioto di Soave Docg, per un totale complessivo di circa 500 ettari. Altrettanto importanti i numeri che riguardano le conformità rilasciate per l’attività in cantina: più di 220 quelle rilasciate per l’idoneità camerale pari a 410.000 ettolitri, ben 1.742 1e idoneità date per l’imbottigliato per oltre 220.000 ettolitri. Un lavoro importante, quello del controllo, il cui obiettivo ultimo è di tutelare il consumatore. In tal senso, rientra anche la campagna informativa “Controlliamo tutto, tranne con chi lo bevi” che Federdoc (Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani) in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, promuoverà nel corso del 2005 per sensibilizzare i consumatori sulla tracciabilità dei vini a denominazione d’origine.  
   
   
31 GENNAIO 2005: IL SOAVE PRESENTA ALL’HILTON DI ROMA LA PRODUZIONE DEL VIGNETO PIU’ GRANDE D’EUROPA  
 
35 aziende, più di 150 vini, oltre 1000 bottiglie per la grande degustazione che il Mondo del Soave porterà a Roma il prossimo 31 gennaio 2005. Soave, Soave Classico, Soave Superiore e Recioto di Soave Docg i protagonisti di questa iniziativa rivolta a giornalisti, ristoratori e sommelier. “Soave, autoctono per natura” il titolo ufficiale dell’evento, che si svolgerà nelle prestigiose sale dell’Hotel Cavalieri Hilton dalle 16.00 alle 21.30. Oltre alle degustazione dei vini, organizzata in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier di Roma, alle 18.00 ci sarà anche un seminario di approfondimento dedicato a “Il Soave dei grandi Cru”. Una grande opportunità quindi, per conoscere meglio una denominazione che è riuscita a concertare tra i produttori progettualità, tutela e valorizzazione rilanciando con forza il più importante vino bianco italiano da vitigno autoctono puntando, con costanza e determinazione su un ottimale rapporto qualità/prezzo. Una filosofia produttiva che ha sempre caratterizzato le aziende del Soave ma che si sta rivelando ancor più strategica negli ultimi anni. Stagione 2004 – Il Soave torna a volare - D’altro canto, dalle analisi elaborate dal Consorzio, risulta evidente come il mercato stia premiando il Soave. La denominazione ha infatti recuperato negli ultimi 3 anni più del 30/40% del valore ed anche per il 2004 il Soave è tra i pochi vini italiani a confermare le sue quotazioni. Questo proprio grazie al forte ritorno del consumatore a prediligere vini bianchi prodotti da vitigni autoctoni italici che presentino un buon rapporto qualità/prezzo, come è per l’appunto il caso del Soave. Pur delimitata infatti in un’area relativamente ristretta, poco più di 10.000 ettari, i vigneti iscritti alla Doc Soave e Soave Classico sono più di 6.500 ettari, rappresentando quasi un 30% della potenzialità produttiva regionale dei vini Doc e circa il 40% della provincia di Verona. Il Soave, quindi, sia dal punto di vista dell’importanza economica che per la specificità delle produzioni (fin dal secolo scorso è indicato come l’unica area veronese vocata per la produzione di grandi vini bianchi), assume, nell’articolato panorama dell’enologia italiana, un ruolo di riferimento. Sono del resto i numeri stessi della denominazione tutti in crescita per il 2004, a definire le ambizioni e le valenze, sia tecniche che economiche, di questo territorio circoscritto e sostanzialmente originale dal punto di vista ampelografico, pedologico, climatico e tecnologico. 50 milioni di bottiglie di Soave Doc, 17 milioni di Soave Classico e quasi 1 milione di Recioto di Soave e Soave Superiore Docg ogni anno, testimoniano in tutti i mercati l’impegno dei produttori soddisfacendo i consumatori per la qualità e sorprendendoli per il prezzo. I Cru, “luogo” della massima qualità condivisa - L’indubbia “sete di conoscenza” di un consumatore sempre più esigente e preparato e la consapevolezza che non esiste un unico Soave ma diversi modi di intendere questo vino, ognuno dei quali legato alla natura del territorio, alla sua storia, alla sua componenente umana, hanno condotto il Consorzio dritto verso la valorizzazione delle singole vigne e del cru inteso come luogo della massima qualità condivisa. A questo riguardo, dopo essere stato pioniere in Italia nella zonazione, il Consorzio del Soave, in collaborazione con Veneto Agricoltura, si appresta a dar corso nel biennio 2005-2006 a un nuovo ambizioso progetto, la mappatura dei cru, oltre alla realizzazione di alcuni strumenti utili per “far parlare” il territorio: la Carta dei Cru, l’Atlante delle vigne del Soave e il Manuale d’uso del territorio.  
   
   
10 ANNI CON LA PRIMAVERA DEL PROSECCO  
 
Nel 2005 l’articolato circuito enoturistico sulle colline di Conegliano e Valdobbiadene compie 10 anni e festeggia con 300.000 enoturisti italiani e stranieri. La manifestazione sarà presentata alla Bit di Milano e alla Cbr di Monaco di Baviera. Coinvolti 400 aziende, centinaia di volontari, le scuole del territorio. Gran finale a Giugno con “Calici di…vini”, le migliori etichette dell’anno. Come ogni anno, anche nel 2005 si terrà la Primavera del Prosecco ma quest’anno sarà una Primavera Speciale perché sono trascorsi esattamente dieci anni da quando le 15 Mostre del Vino del territorio hanno deciso di dar vita ad un innovativo progetto di comunicazione e valorizzazione denominato appunto “Primavera del Prosecco”. E i risultati si sono visti: quelle che per molti anni sono state in larga parte soprattutto delle rassegne paesane dei vini locali, in pochi anni sono cresciute decisamente in termini di offerta al pubblico, servizi, allestimento, qualità dei vini in degustazione, iniziative di valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, tanto che oggi “Primavera del Prosecco” è diventato il più importante circuito enoturistico del Veneto ed uno dei principali in Italia. Sono infatti circa 400 le aziende vinicole, grandi e piccole del territorio coinvolte e circa 300.000 i visitatori nell’ultima edizione provenienti da tutta l’Italia centro-settentrionale ed anche dai paesi d’Oltralpe. Per festeggiare l’importante ricorrenza del “Decennale”, “Primavera del Prosecco” si presenterà nel 2005 con un nuovo look nella campagna di comunicazione, ma soprattutto attiverà nuove iniziative di promozione rivolte soprattutto al pubblico tedesco - sempre molto attento alle colline del Valdobbiadene Conegliano Prosecco Doc - e a quello di tutto il Belpaese. Infatti Primavera del Prosecco per la prima volta sarà presente, in collaborazione con il Consorzio di Promozione turistica “Marca Treviso” alla Cbr, l’importante Fiera del turismo di Monaco di Baviera dal 19 al 23 febbraio.Qui la manifestazione sarà presentata ufficialmente alla stampa straniera, insieme ai vini del territorio, ai prodotti tipici e agli speciali pacchetti turistici legati appunto alle Mostre del Vino e agli altri eventi della “Primavera del Prosecco”, predisposti da “Marca Treviso” per poter scoprire l’intera “Marca gioiosa et amorosa”. La prima uscita ufficiale della Primavera del Prosecco è però prevista per la Borsa Internazionale del Turismo di Milano, dal 12 al 15 febbario, nello stand della Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene nel nuovo padiglione 11 “Greenbit”. Ma naturalmente i protagonisti principali di questo decennale saranno, come sempre, i prestigiosi vini del territorio, guidati dal Conegliano Valdobbiadene Prosecco Doc – lo spumante più bevuto in Italia – a cui si affiancano gli altri grandi vini d’élite del territorio, come il Cartizze, il Colli di Conegliano, il Refrontolo Passito, il Torchiato di Fregona. Il pubblico degli appassionati potrà degustarli il 26 febbraio, in anteprima, in occasione di "Sipario della Primavera del Prosecco", in programma a Castelbrando a Cison di Valmarino Tv, che precederà l'avvio della prima mostra del vino prevista per il 5 marzo a Vidor. Poi gli enoturisti avranno tre mesi di tempo -da marzo a giugno- per scoprirli e degustarli all’interno delle 15 Mostre del Vino che, di paese in paese, si succederanno sulle splendide colline che segnano il distretto tra Valdobbiadene e Conegliano nell’Alta Marca trevigiana, mobilitato con centinaia e centinaia di volontari per il grande evento. Ma anche le scuole dell’obbligo del territorio saranno coinvolte e compartecipi attraverso il concorso di elaborati grafici, pittorici, fotografici, poetici dedicati al mondo del vino e alle tradizioni locali, denominato “Sguardi sul territorio”. Le centinaia di etichette in degustazione nelle diverse Mostre del Vino si confronteranno poi per poterne selezionare per ogni tipologia le migliori, le quali diventeranno così i “Calici di…vini 2005” che saranno tutti insieme in degustazione, dapprima, dal 3 al 5 giugno a Conegliano (Tv) e poi a fine giugno a Jesolo per la terza edizione dell’apprezzatissimo week-end di “Calici di….Vini a Jesolo” visitato da migliaia di turisti balneari. “La Primavera del Prosecco” ha ormai varcato i confini nazionali. Cresce infatti in maniera progressiva la percentuale straniera tra i visitatori delle Mostre del Vino locali che nel 2004 hanno superato la quota complessiva di 300.000 presenze, di cui un 6-8 % proveniente da nazioni limitrofe come Svizzera, Austria, Germania (dove del resto vengono esportate circa il 60% dei 13 milioni di bottiglie di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Doc che finiscono all’estero).  
   
   
DA ORIENTE A OCCIDENTE UNA RETE DI PARCHI EUROPEI DELLA VITE E DEL VINO  
 
Il progetto è stato presentato in sede comunitaria e si avvale di una rete di partner internazionali. Sarà illustrato il 29 gennaio a Buttrio (Udine) Il progetto è ambizioso: creare una rete di Parchi europei della Vite e del Vino. E’ l’ultima iniziativa dell’Associazione nazionale Città del Vino (540 Comuni associati) nel quadro dell’iniziativa comunitaria “Interreg Iii B Cadses”. Il progetto, presentato di recente, conta su una rete di partner internazionali. Per l’Italia, oltre alle Città del Vino che fanno da capofila: l’Ersa, il Comitato Vinum Loci e Gorizia Fiere, in Friuli Venezia Giulia; la regione Emilia Romagna, la provincia di Forlì Cesena, il Crpv di Faenza e il consorzio Altra Romagna; per la Grecia l’Aristotele University of Thessaloniki; per l’Albania l’Accademia della Vite e del Vino di Tirana; per la Croazia l’Istituto per il turismo e l’agricoltura di Parenzo; per la Romania l’Università di Bucarest; per l’Austria il Federal College for Wine e Fruit Culture di Klosterneuburg, per l’Ungheria l’Istituto di Ricerca in Viticoltura ed Enologia (Pecs) e il Ministero dell’Agricoltura. Nelle intenzioni dei promotori i Parchi europei della Vite e del Vino si qualificheranno come siti di particolare valore naturale per la presenza di viti autoctone e come luoghi di testimonianza della millenaria attività vitivinicola dell’uomo. I Parchi abbracceranno l’Europa da oriente a occidente, dal Danubio alle strade antiche (la via Egnazia in Dalmazia) al mar Adriatico e alle regioni italiani che vi si affacciano. I territori coinvolti sono: lungo la direttrice del Danubio la Germania, l’Austria, l’Ungheria e la Romania; lungo la direttrice della via Egnazia (costa Dalmata) l’isola di Santorini in Grecia, l’Albania e l’isola di Vis in Croazia; lungo la costa Adriatica italiana il friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna e la Puglia. Il progetto, che prevede approfondite analisi scientifiche sulla vite, sul paesaggio, sui beni storico-archeologici e culturali, nonché la creazione di collezioni eurasiatiche di vitigni autoctoni, sarà presentato a Buttrio, presso Villa Florio, sabato 29 gennaio alle ore 12,00.  
   
   
CIBOVIAGGIANDO PASSA IL CONFINE E VUOL FARSI CONOSCERE IN EUROPA E NEL MONDO IN QUESTA SECONDA EDIZIONE REDATTA ANCHE IN INGLESE OLTRE CHE IN ITALIANO  
 
Da sempre nella storia dell'uomo si ritrovano segni di nomadismo e memorie di viaggi. Le cause sono ovviamente le più disparate. Si parla di "nomadismo alimentare" in epoca preistorica, a caccia di cibo e riparo; si parla di viaggi per un desiderio di sapere, conoscere e confrontarsi con la Natura, con l'Arte, con l'Uomo. In questa seconda edizione redatta anche in inglese oltre che in italiano, Ciboviaggiando passa il confine e vuol farsi conoscere in Europa e nel Mondo; e non poteva farlo se non mostrando con accurata ricerca qual è stato lo sviluppo dell'enogastronomia e del turismo nei secoli. In un mondo dove si guarda prevalentemente a fare passi avanti nella scienza, mettendo in secondo piano l'Arte, il Viaggio e la Cultura, in cui si accorciano virtualmente le distanze senza più il piacere di percorrerle fisicamente regalandosi emozioni di viaggio, di cuore e di "palato", Ciboviaggiando vuol fornire al Lettore quei presupposti che lo faranno muovere alla ricerca di cultura, di luoghi, di persone e di "mangiari"; quella giusta dose di "sale" che gli provocherà una sana "sete" di sapere. Realizzato e pubblicato da "Edizioni Si", una realtà editoriale da sempre volta alla valorizzazione culturale e socioeconomica del territorio, Ciboviaggiando verrà diffuso a Febbraio 2005 in lingua italiana e inglese in occasione della Fiera Internazionale B.i.t. La guida verrà anche digitalizzata e pubblicata sia sul sito web www.Ciboviaggiando.it  sia come link del portale www.Paginesi.it  che vanta ad oggi circa 90.000 pagine consultate quotidianamente (dati www.Audiweb.It  ). Ciboviaggiando è partito da Roma lo scorso 19 Maggio 2004 al Caffè Veneto. Esattamente 6 mesi dopo (19 Novembre 2004) è entrato nel tempio del Vino, ovvero nell'Enoteca Italiana di Siena, con una versione arricchita da nuovi itinerari. Al Circolo della Stampa di Milano anticipa curiosità e dati di fatto ma anche ulteriori obiettivi da raggiungere, per continuare ad essere sfogliato tanto dall'esperto di enogastronomia e dal sommelier quanto dal semplice turista che desidera visitare questo o quel territorio italiano.  
   
   
SA8000 PER TUTTE LE AZIENDE AGRICOLE CHIQUITA IN AMERICA LATINA - CERTIFICAZIONI IN GUATEMALA E HONDURAS, OTTENUTE CON UN ANNO DI ANTICIPO  
 
Chiquita Brands International Inc. Ha annunciato di aver ottenuto la certificazione Sa8000 per le aziende agricole di proprietà in Guatemala e in Honduras (Social Accountability 8000)* da parte degli ispettori della Intertek Testing Services. Con questa attestazione, il 100% delle piantagioni di banane possedute da Chiquita in America Latina sono ora certificate Sa8000, con un anno di anticipo rispetto alle previsioni. Una certificazione che si va ad aggiungere a quella ambientale di Rainforest Alliance. «Sono particolarmente soddisfatto di avere raggiunto il traguardo del 100% della certificazione Sa8000 con un anno di anticipo. Si tratta di una chiara indicazione di quanto i nostri lavoratori si siano impegnati per rafforzare il nostro core business e trasformarci in un’organizzazione efficiente» ha affermato Fernando Aguirre, presidente e direttore generale di Chiquita Brands International. Le divisioni produttive in Honduras e Guatemala si estendono su circa 15.000 ettari (37.000 acri) di superficie e danno lavoro a più di 14.000 persone.  
   
   
UCRAINA: INNOVAZIONE NEL MERCATO DELLE CARNI GRAZIE A SISTEMI DI PACKAGING DIFFERENZIATI  
 
Druzhba Narodov è un produttore di carni che dispone di grandi allevamenti suini e bovini nell’Ucraina meridionale (Penisola di Crimea). Con una struttura ad integrazione verticale e un output di oltre 350 tonnellate al mese, Druzhba Narodov è il più importante produttore nazionale di carni di qualità (carne Angus) e il maggiore produttore di carni lavorate di tutta la regione. L’eccezionale crescita di questa società è il risultato di una strategia di marketing che esclude il ricorso al tradizionale commercio all’ingrosso. I piani di sviluppo per il 2005 sono ambiziosi e prevedono una crescita di 200 tonnellate al mese della produzione di carni lavorate. Per giungere a questo risultato, è indispensabile adottare un packaging di qualità e sviluppare un sistema basato sulla vendita di unità consumatore. La soluzione. Druzhba Narodov ha iniziato ad investire in packaging tecnologico nel maggio 2003, con l’assunzione alle sue dipendenze di Evgeniy Shatokhin, un ex funzionario di vendita Cryovac che ha contribuito a modificare radicalmente i criteri di produzione della società. Druzhba Narodov ha iniziato con i sacchi barriera per il confezionamento di carni fresche e più recentemente ha adottato il sistema Darfresh per il confezionamento di bistecche ed arrosti di qualità. La società ucraina ha quindi acquistato una macchina Cryovac Vs26, espressamente attrezzata per il sistema Darfresh. Il sistema sottovuoto Cryovac Darfresh è stato scelto perché garantisce una conservabilità prolungata e la massima integrità delle confezioni. In Ucraina il mantenimento della qualità dei prodotti durante il trasporto su lunghe distanze (ad es, fino a Kiev, la capitale) è un requisito essenziale per la vendita delle carni, sia dal punto di vista dei consumatori che per quanto riguarda la grande distribuzione. Le bistecche di alta qualità di Druzhba Narodov hanno ottenuto un grande successo nei supermercati nazionali. “La scelta della maggior parte dei consumatori si basa sulla prima impressione, quella visiva, e il nostro confezionamento è un indubbio incentivo all’acquisto”, afferma Shatokhin. “I clienti dei supermercati sono entusiasti dei nostri prodotti; ciò spiega il notevole aumento delle nostre vendite”. Conclude il direttore generale di Druzhba Narodov. Dall’introduzione dei nuovi materiali di confezionamento, agli inizi del 2004, Druzhba Narodov ha acquisito nuovi, importanti clienti quali i supermercati Billa, Fourchette (la seconda catena del paese) e, recentemente, Metro. Grazie allo spirito d’iniziativa del suo direttore generale, Druzhba Narodov ha fatto opera da pioniere nel mercato ucraino adottando materiali di confezionamento tecnologicamente avanzati per la distribuzione di prodotti freschi di alta qualità. Oltre alle bistecche Angus, la società vende, nella capitale e nel resto del paese, carni fresche e lavorate confezionate in sacchi barriera Cryovac Bb4l. Per far fronte all’aumento della domanda, la macchina Cryovac Vs20 di Druzhba Narodov lavora 24 ore su 24.  
   
   
ITALIA ZUCCHERI PRESENTA “LA VIA DELLO ZUCCHERO”: APPRODA SUGLI SCAFFALI DELLA GDO IL NUOVO PACKAGING DELLO ZUCCHERO ITALIANO E RINTRACCIABILE  
 
Da oggi Italia Zuccheri S.p.a., grazie alla certificazione di rintracciabilità dell’intera filiera produttiva, presenta un ulteriore elemento di distinzione e di eccellenza rispetto ai competitors del mercato bieticolo – saccarifero italiano ed europeo. Italianità della materia prima e della lavorazione e certificazione di rintracciabilità, rappresentano i caratteri distintivi della risposta di Italia Zuccheri all’insidiosa concorrenza degli omologhi prodotti di provenienza estera. Un approccio, questo, profondamente innovativo nell’ambito delle commodity e fortemente voluto da Italia Zuccheri S.p.a. Per fornire al consumatore tutte le informazioni necessarie ad individuare l’origine e il percorso del prodotto consumato. “La Via dello Zucchero”: la trasparenza da comunicare on Pack e in Campagna Trade. Da novembre sbarcano nella Grande Distribuzione Organizzata i nuovissimi packaging a marchio Italia Zuccheri S.p.a., declinati nella versione pacco morbido e astuccio da 1 Kg e confezionati nel moderno stabilimento di Pontelongo (Pd). Principali obiettivi di comunicazione dei nuovi pack sono la certificazione di rintracciabilità e di origine 100% italiana. Infatti, nella confezione saranno riprodotte informazioni sulla filiera dello zucchero, sulla certificazione di rintracciabilità e sull’attestazione dell’italianità della materia prima. Equilibrio, certezza, vitalità, piacere sono, inoltre, la varietà dei messaggi, che la nuova confezione sia in formato astuccio che pacco morbido vuole trasferire al consumatore, nell’intento di instaurare un rapporto di attenzionalità/aspettativa verso Italia Zuccheri. E sottolineare, così, implicitamente, il carattere di leader di un’azienda che si vuole rapportare ai consumatori in modo totalmente diverso rispetto ai competitors, rassicurandoli con informazioni chiare e trasparenti rispetto alla provenienza e alla genuinità del prodotto che vanno ad acquistare. Il compito di comunicare il plus filiera/prodotto garantito italiano è affidato ad un claim con valore quasi di definizione: “La Via dello Zucchero”, volto a trasferire e focalizzare l’attenzione del consumatore sul concetto di filiera, come una percorso tracciato che la barbabietola deve percorrere per divenire zucchero 100% italiano. Il nuovo pack si presenta graficamente arricchito da un efficace elemento visivo a fascia che riproduce alcune immagini dell’intero percorso della filiera bieticolo-saccarifera e la scritta “Dal campo alla tavola un percorso sicuro”. Ulteriore elemento grafico è il “bollo” di certificazione dell’italianità della barbabietole volto ad esprimere il concetto di garanzia e certificazione di un prodotto garantito nella sua origine italiana. Tipologia Confezione:confezione Morbida e Astuccio Formato:1 Kg.. Distribuzione:insegne Grande Distribuzione Organizzata  
   
   
LA TAZZINA DELL’ASSAGGIATORE: LE COORDINATE PER CONOSCERLA IN ANTEPRIMA  
 
Istituto Nazionale Espresso Italiano, Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e Centro Studi Assaggiatori saranno presenti nelle importanti manifestazioni riminesi in programma a gennaio e febbraio. Al Sigep 2005 con uno stand interamente dedicato all’Espresso Italiano Certificato, al Pianeta Birra 2005 con un banco di assaggio dedicato all’espresso e ai distillati. In entrambe le manifestazioni sarà presentato il prototipo della prima, nuovissima, Tazzina dell’Assaggiatore. Sigep 2005 e Pianeta Birra 2005 saranno l’occasione per una prima assoluta: la presentazione ai giornalisti dei prototipi della nuova Tazzina dell’Assaggiatore. Studiata dal Centro Studi Assaggiatori in collaborazione con l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e realizzata con le tecnologie e i materiali dell’Ipa Porcellane, la Tazzina dell’Assaggiatore si presenta come una novità assoluta nel mondo del caffè. Infatti, grazie alle sue dimensioni, alle sue proporzioni e ai materiale impiegati permette di raccogliere la quantità ideale di espresso in tazza, di mantenerlo alla temperatura giusta e di esaltarne gli aromi. E tra i tratti distintivi è da notare il “salva-espresso”: all’interno della tazzina è segnato il livello per la giusta quantità di espresso in modo da non trovarsi mai più con caffè troppo corti o troppo lunghi. La tazzina è stata approvata lo scorso 18 gennaio dal consiglio dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano, in sigla Inei. Fondato nel 1996, l’Inei è un’associazione tra torrefattori e produttori di attrezzature che tutela l’espresso italiano attraverso la certificazione sensoriale. Nel 1998 è stato infatti profilato per la prima volta l’espresso ideale, grazie alla tecnologia del Centro Studi Assaggiatori fondata sull’analisi sensoriale. Oggi l’associazione conta 34 aziende associate, per un fatturato di oltre 350 milioni di euro. In tutta Italia sono ormai più di 600 i locali dove si può prendere un Espresso Italiano Certificato, ovvero prodotto con attrezzature e miscele qualificate dalla mano di un barista a sua volta qualificato. Dal 22 al 26 gennaio l’Istituto Nazionale Espresso Italiano sarà presente al Sigep di Rimini (pad. A3 – stand 012) per dare informazioni agli operatori del settore Horeca e ai giornalisti interessati all’Espresso Italiano Certificato. Agli operatori della stampa che visiteranno lo stand saranno consegnati i due libri che hanno fatto la storia dell’assaggio del caffè in Italia e nel mondo: Espresso Italiano Tasting ed Espresso Italiano Specialist. L’istituto Nazionale Espresso Italiano sarà presente con alcune miscele dei propri soci anche al banco di assaggio “Espresso & Grappa Stratus Tasting” allestito dalla Fiera di Rimini in collaborazione con il Centro Studi Assaggiatori all’interno di Pianeta Birra (pad. A3 – stand 059) in programma dal 5 all’8 febbraio. Un’occasione per provare e valutare espresso diversi e distillati di diversa provenienza. Anche in questo caso agli operatori dela stampa che saranno ospiti del banco di assaggio verranno consegnati i libri Espresso Italiano Tasting ed Espresso Italiano Specialist, i libri di testo dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè.  
   
   
VENGA A PRENDERE UN CAFFÈ DA NOI. UNA GIORNATA DEDICATA ALLA CONOSCENZA E ALLA DEGUSTAZIONE DELLA NERA TAZZINA FUMANTE DA PANE E VINO A FROSINONE  
 
“Venga a prendere un caffè da noi” è l’invito a trascorrere una giornata dedicata interamente al caffè: per conoscerlo, per assaporarne le molteplici sensazioni aromatiche e per degustarlo scoprendone l’incredibile versatilità. Un brunch inconsueto, dove alcuni piatti saranno proposti con ricette al caffè, sarà l’apertura dell’incontro. L’appuntamento si prolungherà nell’arco del pomeriggio con degustazioni di selezioni pregiate dell’esotica “bevanda nera” provenienti da tutto il mondo (maggiori dettagli al sito: www.Panevino.it). E’ questa l’iniziativa lanciata da “Pane e Vino” che, nella sua rinnovata ed accogliente veste di Ristorante, Winebar, Caffetteria, Enoteca, domenica 30 gennaio a partire dalle ore 11,00 darà il benvenuto a chi vorrà lasciarsi trasportare da sensazioni, piaceri, profumi avvolgenti. A guidare e “incuriosire” gli invitati lungo questo percorso di conoscenza e di Cultura del caffè di qualità sarà Leonardo Lelli, Torrefazione Caffè Lelli Bologna. Membro dello “Speciality Coffee Association of Europe” e assaggiatore professionista, Lelli presenterà alcuni dei caffè pregiati della sua gamma serviti sia in espresso sia per infusione con pressofiltro e consiglierà gli abbinamenti più giusti per gustare la “tazzina fumante” esaltando e fondendo gli aromi in un concerto di sapori. Il viaggio nel mondo del caffè suggerito da questo incontro parte dal presupposto che non esiste il caffè migliore in assoluto, ma esistono diverse sensazioni - dall’aroma al sapore al colore - che formano un gusto personale. Ad ogni persona quindi si possono proporre diversi tipi di caffè da preparare con diversi metodi di estrazione e da consumare nel momento della giornata più indicato. L’invito è ad un consumo non più frettoloso e distratto del caffè che consenta ad ognuno di riconoscere il proprio profilo sensoriale e di individuare il caffè che più di ogni altro soddisfa le personale esigenze. Per informazioni e prenotazioni: Pane e Vino Ristorante, Caffetteria, Winebar, Enoteca. Tel. 0775 872070 – 0775 876087, via Tiburtina, 181 Frosinone, www.Panevino.it, panevino@panevino.It. Dal 1996, la Torrefazione Caffè Lelli con sede a Bologna produce e commercializza le proprie miscele di caffè e cru 100% d’origine a marchio “I Caffè di Leonardo Lelli”, dove la passione per l’alta qualità si fonde con la tradizione artigianale italiana per dare vita ad una linea di prodotti esclusivi e dalla forte personalità. Grazie ad un’accurata selezione delle materie prime provenienti dalle migliori piantagioni di tutto il mondo e da raccolti effettuati esclusivamente a mano e trattati con un processo a umido, “I Caffè di Leonardo Lelli” offrono un percorso di degustazione unico spaziando dalle specie Arabica o Robusta, al 100% o in miscela, fino ad arrivare ai Grand Cru, caffè originali e pregiati per provenienza e tipologia di piantagione. L’ampia scelta proposta sottolinea che non esiste il caffè migliore in assoluto, perché ogni persona è diversa ed ha un proprio personale gusto che un particolare caffè è in grado di soddisfare per raggiungere un equilibrio di sapori. Lo studio approfondito che da anni Torrefazione Caffè Lelli sviluppa e la grande attenzione che ripone nella divulgazione della Cultura del Caffè di Qualità hanno come obiettivo quello di invitare ad un consumo non più frettoloso e distratto del caffè, considerandolo solo un “fine pasto”. Diffondere la conoscenza del caffè significa innanzi tutto insegnare a riconoscere il proprio profilo sensoriale ed a individuare ciò che più soddisfa le proprie esigenze. L’eccellente qualità delle materie prime, rispettata attraverso una tostatura ad aria calda e diversificata - di tipo medio leggero - a seconda della tipologia del caffè e delle sue caratteristiche peculiari ed eseguita secondo la tradizione artigianale italiana, è sempre alla base di ogni proposta di caffè, che rivela un aspetto molto versatile e duttile. Infatti, il caffè si presta non solo ad un consumo diverso a seconda della qualità e del metodo di estrazione, ma anche ad un utilizzo in cucina come ingrediente piuttosto inconsueto. Da alcuni anni, infatti, Torrefazione Caffè Lelli diffonde e si fa promotore della propria idea del caffè in cucina: una componente non più meramente aromatica, ma scelta per essere amalgamata con l’insieme degli ingredienti di una ricetta esaltando e fondendosi con gli altri sapori.  
   
   
IL MESE DELL’OLIO DOP IN CAMPANIA CULMINERÀ NEL PREMIO SIRENA D'ORO DI SORRENTO  
 
Si aprirà il 18 febbraio 2005 il Mese dell’Olio Dop in Campania, la manifestazione cornice del Premio Sirena d’Oro di Sorrento, organizzato dalla Regione Campania e dalla città di Sorrento con l'Associazione nazionale Città dell’Olio e Federdop. Sfila in Campania l’extravergine italiano di qualità 30 giorni tra corsi di assaggio, vetrina dell'olio Dop, convegni e serate speciali dedicate alle produzioni oleicole italiane in 40 "Ristoranti dell'Olio". Trenta giorni dedicati all’extravergine di qualità tra corsi di assaggio, vetrina dell'Olio Dop italiano, serate speciali in 40 ristoranti dell’Olio, convegni e tavole rotonde: ecco il Mese dell’Olio dop in Campania la manifestazione ideata a corollario del premio Sirena d’oro di Sorrento, il concorso riservato agli oli a denominazione di origine italiani. L’iniziativa, organizzata dalla Regione Campania e dalla città di Sorrento in collaborazione con l'Associazione nazionale Città dell'Olio e Federdop, sarà inaugurata a Napoli il 18 febbraio 2005 e culminerà nella premiazione dei migliori oli Dop italiani il 19 marzo 2005 a Sorrento. Ricco il calendario delle iniziative dedicate ai consumatori: dal 18 febbraio fino al 19 marzo oltre 40 ristoranti della Campania che acquisiranno la qualifica di Ristoranti dell'Olio proporranno la Carta degli oli Dop campani con ampia selezione dei produttori delle 3 denominazioni di origine: Cilento, Colline Salernitane e Penisola Sorrentina. La Carta degli oli sarà presentata direttamente da Assaggiatori professionisti che saranno a disposizione dei clienti per fornire nozioni di base sulla guida all'assaggio. Verranno poi organizzati su tutto il territorio campano anche corsi di assaggio per imparare a degustare e conoscere meglio l'extravergine: al termine del corso i partecipanti acquisiranno l’Attestato di idoneità fisiologica, che rappresenta il primo gradino per acquisire la qualifica di assaggiatore. Il Mese dell’olio dop in Campania organizzato dalla Regione Campani in collaborazione con le Camere di Commerico e le Amministrazioni provinciali della regione, concluderà con la consegna dei premi ai migliori Dop italiani il 19 marzo: per l’occasione in ciascuna provincia della regione si svolgerà l'iniziativa "Gli oli Dop campani incontrano la grande ristorazione". I migliori chef dei diversi territori si daranno appuntamento per presentare alcune specialità gastronomiche preparate rigorosamente con olio Dop. Grande spazio durante tutto il mese sarà poi dedicato all’approfondimento della cultura dell’olio con convegni e tavole rotonde.  
   
   
BOLLICINE D’AMORE PER SAN VALENTINO CON RISTOCLUB.IT  
 
Una cena a lume di candela, l’atmosfera calda e avvolgente di un ristorante carico di magia, un cadeau romantico per festeggiare l’occasione. Voilà San Valentino party! Come da manuale. Ma se volete essere originali e regalare alla vostra dolce metà una serata “diversa”? Puntate sulle parole. E fategliele trovare dove non si aspetterebbe mai di leggerle… Su una bottiglia di vino! L’etichetta può diventare l’insolito bigliettino sul quale fissare il vostro messaggio d’amore: una poesia, una canzone, un ricordo, un semplice “ti amo”, quello che volete… Il risultato sarà a dir poco sorprendente. Parola di www.Ristoclub.it. Questo straordinario servizio online che permette di organizzare in tempi veloci la serata giusta per ogni circostanza, scegliendo fra oltre 3.000 ristoranti, winebar, discoteche, agriturismi in tutta Italia (ma anche all’Estero) collegati in rete, ha aggiunto, per la festa degli innamorati come per altre circostanze particolari, anche questa opportunità. La sorpresa di trovare una bottiglia dedicata sul tavolo del locale in cui si trascorrerà la sera del 14 febbraio. Fra i diversi vini della cantina online di www.Ristoclub.it, tre sono quelli che possono ricevere l’etichetta personalizzata. Come aperitivo o per accompagnare piatti a base di pesce è indicato il Prosecco Doc Extra Dry, un vino brillante, con perlage fine e persistente e un delicato profumo di mela, pera e fiori. Nel 2002 è stato vincitore del Vi Gran Premio del Prosecco e dei vini dell'Alta Marca. Servito con carni rosse, brasati di manzo, grigliate di maiale, capretti al forno e cacciagione, risulta superbo il Trentino Merlot Doc Le Campagne, un rosso rubino del 2002 nato dal felice incontro delle migliori uve di Merlot, Cabernet Frac e Cabernet Sauvignon. Si beve lasciando un piacevole ricordo di frutta e spezie. E, se volete brindare all’amore con un irresistibile dessert, dedicategli il Trentino Moscato Doc, un vitigno giallo dal profumo intenso con sentore di frutta tropicale, albicocca e confettura zuccherina. Scegliete un vino o anche tutti e tre, dedicatelo a chi amate e dite la verità: un’idea così non vi era proprio venuta in mente. Per prenotare la cena di San Valentino basta entrare nel sito web www.Ristoclub.it. Con un motore di ricerca si seleziona la città, il tipo di locale, il genere di cucina, l'ambiente e la fascia di prezzo. Dopo avere precisato il numero dei posti da riservare, si ha la conferma del tavolo via e-mail o Sms. E non dimenticate di specificare la bottiglia e la dedica sull’etichetta, così come il momento in cui servirla. Per informazioni: www.Ristoclub.it  
   
   
MENÙ GEMELLI PER SEDICI SERE: È GIROGUSTANDO - “I CUOCHI D’ITALIA S’INCONTRANO A SIENA” PER LA QUARTA VOLTA. FINO A MARZO  
 
Nove settimane di durata. Undici regioni italiane rappresentate, ed un debutto di segno orientale. Si presenta così Girogustando 2005, l’iniziativa promossa da Confesercenti Siena in programma nei mesi di febbraio e marzo e presentata questa mattina nella sede dell’Enoteca Italiana a Siena. Per il quarto anno torna il lungo e singolare gemellaggio della buona tavola, che in due mesi alterna le espressioni culinarie tipiche di gran parte del territorio italiano. Torna, con il consueto slogan “I cuochi d’Italia s’incontrano a Siena” e con la collaudata formula dei menu a quattro mani: ogni sera un ristoratore senese ospiterà un collega proveniente dal resto d’Italia, che per l’occasione trasferirà sul posto i sapori e l’atmosfera del proprio locale e del territorio di provenienza. Due serate-evento ogni settimana. “Nonostante la capienza spesso contenuta dei locali partecipanti, nell’edizione 2004 Girogustando ha messo a tavola oltre duemila persone – ha ricordato Sonia Pallai, responsabile Assoturismo Confesercenti Siena – un pubblico variegato attratto dalla varietà di pietanze, dalle illustrazioni dei vini a cura di enologi e sommelier, dalle storie di vita raccontate dai cuochi”. “In quattro anni, dalla prima edizione ad oggi, Girogustando ha visto crescere i suoi protagonisti e la ristorazione senese in genere – ha aggiunto l’Assessore al Turismo del Comune di Siena, Donatella Cinelli Colombini – non a caso, oggi la categoria inizia a godere della considerazione che gli spetta”. L’edizione 2005 della manifestazione andrà in scena ogni mercoledì in un ristorante della provincia di Siena a partire dal 2 febbraio, mentre il capoluogo sarà protagonista il giovedì cominciando già il 27 gennaio. Le coppie di ristoratori potranno replicare l’esibizione nella sera successiva alla prima; anche durante il week end seguente, il menu del locale ospitante conterrà una selezione dei piatti presentati, offrendo così una motivazione in più per visitare le terre di Siena. La provincia italiana alla ribalta. Complessivamente saranno undici le regioni italiane di provenienza dei protagonisti di Girogustando 2004: dal Friuli alla Sicilia, dalla Puglia all’Emilia passando naturalmente per la Toscana. Il debutto di giovedì 27, nel centro storico di Siena farà a suo modo eccezione, con il rinomato ristorante “Da Enzo” che ospiterà il “”Kunidaki Bunryu” di Tokio, alias lo chef lucchese Gianluca Pardini. Girogustando 2005 troverà ancora il supporto dell’Associazione produttori Vitivinicoli toscani (Aprovito) per la selezione dei vini locali, oltre che dei sommelier Fisar. Ma la quarta edizione si avvarrà anche della partnership con l’Enoteca Italiana di Siena, “garante” per la scelta delle etichette da accompagnare ai piatti dei ristoratori ospiti. Esperti e personalità comporranno sera dopo sera un ricco parterre, confondendosi con il pubblico che potrà partecipare alle serate al prezzo fisso di 30 euro, lo stesso del 2004. Grazie al sostegno di Sma-etruria, Toscana Cereali e Banca Monte dei Paschi di Siena, tutti i menu e le anticipazioni sulle serate saranno disponibili sul sito internet www.Confesercenti.siena.it.  
   
   
SETTIMANA NAZIONALE DELL'OLIO (5 - 13 FEBBRAIO): A SIENA, ROMA, MILANO E FIRENZE LA NONA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE DI ENOTECA ITALIANA E ASSOCIAZIONE NAZIONALE CITTÀ DELL’OLIO  
 
“Sushi” con l’extravergine e degustazioni a Trinità dei Monti. In programma corsi e degustazioni guidate. Domenica 6 febbraio grande momento di assaggio aperto al pubblico alla Fortezza Medicea con i “Territori dell’Olio e del pane “. Ha gli occhi a mandorla la nona edizione della Settimana Nazionale dell’Olio, la rassegna sugli olii extravergini di oliva di qualità del nostro Paese organizzata da Enoteca Italiana e Associazione Nazionale Città dell’Olio che si terrà dal 5 al 13 febbraio 2005 nella città del Palio, a Roma e a Milano. Sabato 5 febbraio, giornata dell’inaugurazione ufficiale, nei locali della cinquecentesca Fortezza Medicea di Siena - sede storica di Enoteca Italiana - sarà un cuoco giapponese, a dare il via alla manifestazione con una dimostrazione-esibizione di cucina “meticcia” riservata agli operatori e stampa specializzata: lo chef d’oriente preparerà infatti varie portate di “sushi” utilizzando per la preparazione i migliori olii extravergine di oliva italiani. E saranno proprio i pregiati “campioni” dell’oro giallo nostrano i protagonisti della Settimana Nazionale dell’Olio che prevede corsi, degustazioni guidate, banchi di assaggio all’Enoteca Italiana, ma anche in tutte le Enoteche pubbliche regionali d’Italia, mentre a Siena 10 ristoranti offriranno menu del territorio in abbinamento con un carrello degli olii extravergine di oliva italiani. Ogni sera, dal 5 al 13 vedrà di scena un ristorante diverso, e ogni sera gli esperti dei Panel test della Provincia di Siena saranno a disposizione della clientela per fornire informazioni sull’assaggio dell’olio e sui diversi abbinamenti con le pietanze. Domenica 6 febbraio poi con i “Territori dell’Olio e del pane “ sarà possibile scoprire le tante varietà di oli italiani e i pani regionali. La degustazione gratuita si terrà dalle 16 alle 20 presso i locali dell’Enoteca Italiana alla Fortezza medicea. Concludono la “Settimana” appuntamenti nelle due metropoli italiane: Sabato 12 febbraio a Roma il tradizionale Degustolio avrà come scenario la splendida scalinata di Trinità dei Monti e proporrà “isole di Assaggio alla Wine Accademy (13-20). Domenica 13 febbraio a Milano invece sarà la volta di mini corsi e degustazioni a Palazzo Affari e Giureconsulti. Inoltre per tutta la durata della “Settimana dell’Olio” si potranno poi assaggiare su prenotazione le speciali pietanze create dall’incontro con la cucina giapponese e l’extravergine: su prenotazionie al Momoyama di Borgo San Frediano 10/r a Firenze.(prenotazioni allo 055/291840).  
   
   
DALLA TERRA SALENTINA, L’OLIO NOBILE: L’OLIO AUGUSTO  
 
C’è chi lo chiama oro, ma non nel Salento. Per essere prezioso, l’olio dovrebbe essere una rarità, ma in questo lembo di terra coperto d’olivi più che ogni altra zona d’Italia, l’olio è anzitutto un’abitudine. La pianta dell’olivo è una presenza amica, quotidiana. L’argento delle sue foglie è nel primo sguardo del mattino e nell’ultimo della sera. Come potrebbe essere diversamente? Qui il clima è tra i più propizi all’olivicoltura, e la pianta, in queste condizioni cresce vigorosa e forte. Quante volte, chi va nel Salento resta stupefatto dalla maestosità delle piante e dal fresco chiarore che si crea sotto le fronde così grandi; quante volte cerca l’olio di queste piante e lo vuole portare con sé. Come portarlo a casa? Come garantirsi il suo sapore sulla tavola di ogni giorno, dove sempre più spesso arrivano verdure “sbiadite” e impoverite da coltivazioni “veloci”? E così è nata l’idea di offrire ad altri la stessa opportunità che ha chi vive in questa territorio. L’olio di questa nostra terra, la terra salentina, da portare a casa, al rientro delle vacanze. Anzi: di riceverlo a casa già imbottigliato e confezionato, pronto per essere gustato in famiglia sulla tavola di ogni giorno. E’ Augusto, perché questo nome aristocratico evoca la nobiltà dell’olivo maestoso e contorto e il rispetto per il suo frutto. Né prezioso né raro, ma proprio per questo nobile. Tre amici, nati a Squinzano e con strade diverse nella vita ma con la volontà di valorizzare il territorio: nasce Terra Salentina un progetto per far conoscere il Salento fuori dal Salento e il modo migliore per spiegare una terra è quello di farlo conoscere attraverso i suoi prodotti. Turismo, vino, olio e altri prodotti locali potrebbero essere una ricchezza ma sono spesso sacrificati nell’ambito territoriale perché poco conosciuti. L’olio prima di tutto, fatto secondo le regole della migliore tradizione. Così insieme a due produttori e proprietari di frantoio di Squinzano incomincia l’avventura Si unisce a loro un altro socio, una donna, giovane ma determinata che riesce a sbrigare i problemi del quotidiano e ad organizzare il meccanismo per “portare il prodotto a casa”. L’elenco dei clienti si consolida. Nel primo anno: clienti diretti, ristoranti, alcune fiere/manifestazioni tra cui “Olio, Pasta e Pane” a Roma alla Città del Gusto del Gambero Rosso che mette Augusto e Augusto Terra d’Otranto in vendita dentro la Città stessa e come fornitore delle Scuole di Cucina del Gambero Rosso. Augusto è un olio extravergine di oliva di alta qualità prodotto solo con olive salentine della varietà “Cellina”, “Ogliarola” e “Leccino”, è fatto con le olive raccolte, scuotendole dall’albero e senza che tocchino terra, quando sono a giusta maturazione (ottobre/novembre), sono frante entro 24 ore per evitare che il frutto si deteriori, è ottenuto con il metodo dell’estrazione a freddo senza utilizzo di agenti chimici, ha un’acidità inferiore 0.60%, colore giallo intenso con leggeri riflessi verdi, odore ‘fruttato’ intenso, sapore ‘fruttato’ medio con retrogusto di carciofo, è un olio delicato al primo impatto, il cui profumo, più intenso del sapore, non domina il carattere di un cibo ma lo esalta, viene commercializzato da Terra Salentina in bottiglie da cl.0,25 cl. 0,75 e in lattine da l.3,0  
   
   
L’OLIO DI FRANCESCO DALLA VILLA GAIA DI SUGARELLA DI SEGGIANO: RIVOLUZIONARIO, SANO E BUONO  
 
Si chiama Francesco I ed è il nuovo olio prodotto dal giovane Francesco Cannaviello nella sua Tenuta Villa Gaia a Seggiano (Gr): d’olivastra seggianese extravergine e denocciolato, si è già aggiudicato da subito il consenso degli olivocultori e dei critici più illustri, Veronelli in testa, tanto da meritare il marchio di qualità L’olio secondo Veronelli. Francesco I è un olio unico e identificabile secondo cultivar, legato al suo territorio. Ed è rivoluzionario perché ottenuto attraverso un metodo innovativo che unisce il rispetto della natura e della tradizione, alle nuove scoperte in campo produttivo. Secondo gli studi più recenti, infatti, il nocciolo non contiene nessuna proprietà organolettica e nutrizionale, ma addirittura causa un incremento di acidità e di perossidi nell’estratto. Non solo: spesso è responsabile di un fastidioso retrogusto amarognolo dell’olio. Francesco I invece viene spremuto da olive già denocciolate e raccolte solo ed esclusivamente a mano, all’inizio dell’invaiatura. Anzi, l’olio Francesco I viene estratto direttamente dalla polpa preventivamente privata del nocciolo. Infine, viene conservato in contenitori d’acciaio sotto pressione e distillato poi in preziose boccette dal vetro oscurato per ottenere un nettare ricco di polifenoli che assicura proprietà anti-tumorali e anti-radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. Ogni goccia di Francesco I è un concentrato di sapori, profumi e aromi della terra ai piedi del Monte Amiata, da cui proviene: per far assaggiare il suo olio, Francesco Cannaviello organizza degustazioni nella sua countryhouse con Bed & Breakfast dove Francesco I è protagonista anche…sul dessert, su un freschissimo e biologico gelato di fragole. E già lo esporta in tutto il mondo attraverso il suo sito internet www.Tenutavillagaia.com, tanto che nel 2004 il giovanissimo neo-agricoltore (ha solo 27 anni) ha vinto il Premio Italia che lavora. Villa Gaia è una residenza di charme, composta da un corpo centrale e una foresteria immerse in un mare di verdi colline, affacciate su uliveti, vigne e… una splendida piscina all’aperto panoramica. Nelle stanze e negli appartamenti, ci sono le lampade per la cromoterapia, ma Villa Gaia propone anche massaggi antistress nel nuovo “salotto bell’essere”. Non basta: organizza corsi di cucina, feste, degustazioni eno-gastronomiche, single week-end e corsi di tantra per coppie. Insomma, Villa Gaia non è un agriturismo qualunque. È un work in progress, il progetto di una persona che si è dedicato con passione alla natura, al benessere, alla riscoperta della dimensione più autentica del vivere con se stessi e con gli altri. È un punto d’incontro, un luogo dove ritrovarsi e mettersi al riparo dal frastuono e dai ritmi frenetici della vita quotidiana, per sperimentarne un’altra più sana, genuina, allegra. E rigenerante. www.Tenutavillagaia.com    
   
   
LIGURIA QUALITÀ: SALONE DELL’AGROALIMENTARE LIGURE DALL’11 AL 13 MARZO 2005 - IL PRIMO SALONE INTERAMENTE DEDICATO ALLE PRODUZIONI ENOGASTRONOMICHE LIGURI  
 
Dall’11 al 13 marzo 2005 la Regione Liguria ed Unioncamere Liguri organizzeranno il primo Salone Regionale dedicato alle produzioni agroalimentari di Qualità liguri: Liguria Qualità. La manifestazione si svolgerà a Finale Ligure, nel prestigioso Complesso Monumentale di Santa Caterina. La manifestazione sarà un evento che si pone l’obiettivo di valorizzare le peculiarità enogastronomiche regionali attraverso l’esposizione, la vendita e l’organizzazione di eventi collaterali dedicati ai prodotti di Qualità. La Regione Liguria da diversi anni sta portando avanti un programma di promozione del territorio attraverso le produzioni agroalimentari di Qualità, le stesse produzioni che rendono la cucina ligure una tra le più apprezzate, non solo tra il turista-consumatore, ma anche tra gli addetti ai lavori. Si pensi all’olio extra vergine d’oliva, al Pesto, alla focaccia, tre prodotti che hanno reso celebre la Liguria non solo a livello europeo, ma anche oltreoceano. Il salone Liguria Qualità, vuole rendere omaggio a tutte le produzioni presenti sul territorio che si sono distinte per la continua ricerca della Qualità e del recupero delle secolari tradizioni enogastronomiche liguri. Liguria Qualità sarà una manifestazione espositiva articolata in due parti: La Rassegna espositiva. Un’ampia area di spazi espositivi, in cui gli operatori specializzati presenteranno prodotti della tradizione ligure caratterizzati da elevati livelli qualitativi. Le iniziative culturali e didattiche. Un fitto programma di laboratori, seminari e corsi sarà a disposizione dei visitatori e degli espositori. Tra le iniziative collaterali inaugurerà il salone la Tavola Rotonda “La Qualità e la Liguria” che si terrà venerdì 11 marzo alle ore 16.30 e sarà moderato dal notissimo giornalista enogastronomo Bruno Gambacorta. Liguria Qualità si terrà dall’11 al 13 marzo 2005 a Finale Ligure nel prestigioso Complesso Monumentale di Santa Caterina ubicato nel borgo medievale e seguirà i seguenti orari: venerdì 11 marzo dalle ore 16.00 alle ore 20.00, sabato 12 marzo dalle ore 10.00 alle ore 20.00, domenica 13 marzo dalle ore 10 alle ore 20.00. Liguria Qualità è un evento che intende soddisfare un consumatore, sia professionale che privato, sempre più esigente e alla ricerca di prodotti di Qualità, permettendogli di provare sapori e profumi attraverso corsi di degustazione e laboratori oltre che attraverso la visita degli spazi espositivi. La filosofia dell’evento si può sintetizzare nei seguenti punti: Privilegiare la dimensione culturale delle produzioni enogastronomiche, intese come momento di scoperta, confronto e conoscenza; Riconoscere l’esigenza di un consumo responsabile di prodotti enogastronomici; Porsi come una risposta credibile alle esigenze di un pubblico che non si percepisce come “consumatore tradizionale”, ma che sa “degustare” i prodotti che acquista; Valorizzare il territorio attraverso l’esposizione dei suoi prodotti di Qualità. La manifestazione sarà ad ingresso libero, così come gli eventi collaterali. La Regione Liguria per rilanciare il settore agroalimentare ha puntato sulla Qualità e molto ha investito per la tutela e la promozione della sua varietà enogastronomica, che vanta attualmente ben 243 prodotti tradizionali censiti, oltre ai già noti vini d.O.c. E i.G.t., olio d.O.p. E il nuovo e sudato "acquisto" del basilico (d.O.p.). La politica per la valorizzazione del territorio rurale ha fatto sì che si realizzassero ben sette itinerari del gusto, in cui territorio e tradizioni enogastronomiche si legano in modo inscindibile, e che nascesse un marchio, tutto ligure, per la tutela del prodotto regionale. Dice infatti l'Assessore all'Agricoltura della Regione Liguria Piero Gilardino: "Il marchio Liguria Qualità rappresenta la sintesi della strategia portata avanti in questi anni dall'Assessorato: è infatti il marchio che le aziende possono utilizzare per promuovere e garantire i prodotti regionali tipici ed eccellenti, valorizzando così tutti i settori produttivi che forniscono prodotti tradizionali, locali e di qualità. L'ambizioso obiettivo della Regione si concretizza in un marchio collettivo che potrà essere utilizzato anche per la ristorazione territoriale". Il marchio Liguria Qualità nasce per il turista-consumatore come garanzia di un'origine del tutto regionale, di rintracciabilità del processo produttivo e di genuinità. Garantisce un prodotto che possa esprimere la cultura, le tradizioni, i sapori della Liguria e dei suoi abitanti. Le aziende che possono richiedere la licenza d'uso del marchio sono quelle che producono prodotti regionali tipici ed eccellenti. Questa definizione racchiude tutti i prodotti le cui metodiche di produzione, trasformazione e lavorazione risultino consolidate nel tempo, vale a dire radicate nel territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali per un periodo di tempo non inferiore ai venticinque anni. Non poteva mancare quindi un salone dedicato totalmente all'agroalimentare ligure e alla Qualità: importante laboratorio del gusto i cui protagonisti saranno i tesori dell'enogastronomia ligure di qualità. Per informazioni: Segreteria Organizzativa: Tel.019 6898607 fax 019 5293112 e-mal: info@oatour.Net  
   
   
SAPORI DI INDIA, CURRY, KEBAB DI AGNELLO, POLLO TANDOORI, VERDURE MISTE IN SALSA DI YOGURT NEL NUOVO RISTORANTE SHIVA DI MILANO CITATO DALLA GUIDA MICHELIN  
 
A due passi dal Naviglio Pavese, in zona Porta Ticinese in viale Gian Galeazzo 7, Milano è pronto ad accogliere il ristorante indiano Shiva che permette di raggiungere il nirvana dei sensi del palato, in virtù della sua cucina tipica fatta di ricette tradizionali dell’India del Nord. Citato dalla prestigiosa Guida Michelin tra i ristoranti etnici più esclusivi ed “in” del 2005, lo Shiva, in un’atmosfera intima, riservata ed accogliente, serve le sue specialità quali i gamberi al curry con cipolle, il pollo con peperoni verdi e curry, il kebab di agnello e molte altre gustose pietanze cotte rigorosamente nel Tandoori, il caratteristico forno di terracotta sul cui fondo arde brace di legno o carbonella. Forte è la tentazione, specie per le persone vegetariane, di testare le verdure miste in salsa di yogurt e curry o di mordere avidamente lo stesso pane al formaggio cotto sempre nel Tandoori. Qualsiasi sia il menu alla carta prescelto, c’è la possibilità di accompagnare la degustazione sorseggiando la tipica birra indiana o provando tre diversi tipi di salsine capaci di soddisfare ogni gusto: salsa allo yogurt e menta, delicata e appetitosa; salsa all’avocado, agrodolce, sublime su riso e pane; salsa piccante, per i più temerari. La preparazione dei cibi va di pari passo con la loro presentazione. I Colori e i profumi dei piatti indiani tradizionali posso essere apprezzati completamente solo in un ambiente che ricrei l’atmosfera tipica della cultura indiana: toni caldi, come il giallo ocra e il rosso, musica rilassante e arredi dove predominano le tonalità dei marroni del legno di tek finemente intarsiato. Oltre a garantire una disponibilità di 60 coperti, di una sala non fumatori, aria condizionata, l’accesso per i disabili ed il pagamento con i ticket restaurant o con qualsiasi carta di credito, lo Shiva prevede la possibilità del take-away.  www.Ristoranteshiva.it  
   
   
RISO GALLO - LE SELEZIONI PREGIATE DELLE RISAIE LOMBARDE PROTAGONISTE CON BALLARINI DEL SET I LOVE COOKING RISOTTO  
 
Riso Gallo ha scelto di offrire in I Love Cooking Risotto due varietà eccelse di riso: Arborio e Carnaroli, i più grandi risi della tradizione italiana insieme al Vialone Nano. Risi che, come tutta la selezione pregiata Riso Gallo, provengono esclusivamente dalle Risaie Lombarde, la zona di origine dei migliori risi del mondo; le uniche dotate di quel particolare microclima che rende Arborio e Carnaroli insuperabili per cucinare il risotto. Il Libro “Il risotto” de la cucina italiana abbinato nel set tratta gli argomenti: il riso, storia e qualità; la casseruola, caratteristiche e funzioni; la storia delle aziende Ballarini, Riso Gallo e La Cucina Italiana; le ricette gustose alla portata di tutti, rappresentative della geografia gastronomica italiana. Riso Gallo 1856, Ballarini 1889, La Cucina Italiana 1929: insieme offrono 341 anni della loro esperienza per un progetto dedicato all’amore per la cucina di qualità: il Risotto. I love cooking risotto è in vendita solo presso i negozi specializzati di casalinghi e liste nozze rivenditori ufficiali Ballarini. Le aziende coinvolte nel progetto stanno lavorando insieme per creare delle versioni dedicate ai singoli mercati esteri, pensando al progetto i love cooking risotto come ambasciatore nel mondo della grande tradizione culinaria italiana. I love cooking risotto racchiude e racconta la storia di questo straordinario piatto in un’elegante confezione che contiene: gli strumenti: una casseruola Ballarini con manico, un coperchio in vetro, una ciotola graduata in porcellana, un cucchiaio di legno specifico per risotti e un canovaccio. Gli ingredienti: una confezione da un kg di Carnaroli e una di Arborio della linea Riso Gallo Risaie Lombarde. Il sapere: una pubblicazione realizzata da La Cucina Italiana con le ricette più significative della tradizione gastronomica, la storia del riso, le varietà, la storia delle aziende partner.  
   
   
DAL CARCIOFO-CARDO AL POMODORO ARANCIONE- A ORTOMAC LE NUOVE VARIETÀ ORTICOLE  
 
Nella mostra pomologia una serie di nuovi ortaggi –Ricerca genetica sempre più attenta a reddito dell’agricoltore, tasca e gola del consumatore – Dall’emilia Romagna patate differenziate – L’importanza della sostanza organica e della fertirrigazione –E’ un prodotto di nicchia, ma è un esempio di tradizione rinnovata dalla genetica. Quella della ricerca genetica tradizionale, non quella spinta, hi tec, però. E il risultato è nell’attività del Consorzio per la sua valorizzazione. Si tratta del Carciofo violetto di Sant’erasmo. Coltivato nell’isola che da sempre è l’orto di Venezia, ha un grande pregio. Fornisce carciofi di alta qualità e, dopo, diventa cardo. Portando così ad un incremento del reddito dell’ortolano. Qualità rivolta al consumatore e più soldi all’agricoltore sono le linee seguite per ottenere le innovazioni di parecchie delle varietà che sono esposte nella Mostra pomologia del Crpv ad Ortomac (Cesena 20-22 gennaio), la rassegna specializzata, dedicata esclusivamente all’orticoltura, organizzata da Agri Cesena. L’orticoltura, in Italia, ha prodotto nel 2004 oltre 15,7 milioni di tonnellate (+10% sul 2003) per quasi 4mila miliardi di Produzione Lorda Vendibile, con un calo del reddito degli orticoltori del -13% e una riduzione dei consumi degli ortaggi. L’osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane, preparato da Iha Italia per Agri Cesena, fa sapere che nel 2004 si sono acquistati 3.725.000 tons di ortaggi, pari a -5,16% sul 2003 e a -8,96% sul 2002 (in un triennio la borsa della spesa si è contratta di 366.900 tons). Diminuzione anche nel consumo annuo per nucleo familiare, che è passato dai 198 kg del 2002 ai 172,3 del 2004 (-13% e meno 25,8 kg). In totale le famiglie italiane nel 2004 hanno speso per gli ortaggi 5,3 miliardi di Euro, ovvero –5,93%% sul 2003, pari a 338 milioni di Euro in meno. Di qui la volontà di puntare sia su prodotti gradevoli e di qualità, dall’altra ad un incremento dei prezzi pagati alle aziende agricole. L’aumento di peso a frutto può aiutare l’aumento di reddito, come si vede nel peperone Axel rosso o giallo portato ad Ortomac dalla Sicilia. I peperoni sono più grandi del normale ed hanno uno spessore maggiore. Dal Piemonte (Cuneo) arriva il Porro Cervere (anche qui un Consorzio lo valorizza) è di circonferenza inferiore a quelli normali, ma la rincalzatura o sotterramento, rende più lunga la parte da consumare. Restiling (si può dire) per la rapa (Violetta di Cervere) che viene proposta con un retrogusto più delicato. Anche un prodotto “di massa” come il pomodoro ha le sue innovazioni. E se si sta diffondendo, dopo i primi passi incerti, il pomodoro a grappolo detto “Datterino” (ovvero a forma allungata e più tondeggiante nella parte inferiore), ecco che si afferma il pomodoro arancione (creato dagli olandesi) che, oltre al colore diverso presenta una migliore compattezza che lo rende più resistente al trasporto e più gradevole al consumo. Dall’emilia Romagna sono approdate ad Ortomac alcune nuove varietà di patate (Zagara, Biancaidea, ecc) che puntano a rispondere ad usi differenti. Perché per purè e gnocchi vanno bene le specie bianche, mentre per il forno vanno meglio le gialle e per l’industria occorrono patate da poter fare a bastoncini o a tocchetti (minestroni). Di qui il Progetto che punta anche a migliorarne la qualità. Progetto che vuole sottolineare l’importanza della patata in Emilia Romagna, dove la superficie coltivata, nel 2004, è stata di quasi 7.000 ettari con una produzione di oltre 2,3 milioni di quintali (17,3% del totale Italia). La resa media ad ettaro, con 343,8 q., è stata superiore a quella nazionale (265 q.Li Ha). In Italia è stata coltivata su 50.409 ettari (dati Istat per il 2004) per un totale di oltre 13 milioni di quintali di tuberi. I prezzi non hanno soddisfatto i produttori: a causa della concorrenza del prodotto tedesco e francese la media si è attestata attorno a 12 centesimi di euro il chilogrammo. La coltura della patata trae giovamento dalla presenza di sostanza organica nel terreno. E il 60% dei terreni dell’Emilia Romagna ha una dotazione bassa o normale, di sostanza organica. Ecco che la pollina compostata può rappresentare un’ottima fonte fertilizzante. E’ pollina che ha subito un trattamento di maturazione (compostaggio) che la rende sicura dal punto di vista igienico e ottima come concime. La materia prima non avrebbe di certo un costo elevato (in Romagna si concentra quasi il 25 per cento della produzione avicola nazionale) e ne trarrebbe beneficio anche l’ambiente. Il valore in agricoltura della pollina compostata è emerso durante il convegno “Il ruolo della sostanza organica nella coltivazione della patata” di venerdì mattina. Nel pomeriggio di venerdì 21 gennaio, l’attenzione si è concentrata sulla concimazione e fertirrigazione, tecnica quest’ultima molto efficace in orticoltura. Ma, come ha sottolineato Adriano Battilani del Consorzio di bonifica Cer, solo con una corretta gestione la fertirrigazione porta a incrementi quantitativi e miglioramenti nella qualità. Come quelli registrati dai ricercatori dell’Università di Udine per la coltura della patata: l’utilizzo combinato di compost e fertirrigazione ha portato ad un aumento del 19,5% della produzione commerciabile. Sabato 22 gennaio, ultimo giorno di Ortomac, alle ore 9, in Sala Europa si terrà il Convegno “Alternative al bromuro di metile e innovazione varietale nella coltura della fragola”. Per informazioni: Agri Cesena tel. 0547 317435  
   
   
RAFFINATE PASSIONI: TUME CON ZAFFERANO, MIELE D’ACACIA CON FICHI E NOCI SANCASSIANO  
 
Le tume di Langa, già presenti nella nostra gamma di prodotti in più varianti, sono proposte con pistilli e aroma zafferano che donano al prodotto una particolare nota di gusto e un invitante colore paglierino. La riuscita del prodotto è garantita dal solo utilizzo di materie prime selezionate quali, appunto, le tume di Langa prodotte con latte vaccino proveniente da selezionati allevamenti e pistilli di zafferano (Crocus sativus) interamente raccolti e lavorati a mano nei luoghi d’origine. Le tume possono essere utilizzate, precedentemente sgocciolate, come antipasto da sole o nella preparazione di stuzzicanti tartine, come ingredienti di insalate miste di verdura e per decorare piatti a base di carne. Tume con zafferano Confezione da gr. 280 - € 11,80. Il miele d’acacia con fichi e noci. Fichi pugliesi interi e ben maturi, vengono tagliati in due, nel senso della lunghezza fino al picciolo senza però separare le due metà e posti ad essiccare. A completa essiccazione, che si raggiunge quando il prodotto ha assunto una colorazione bruno scuro, i fichi sono farciti con noci e passati in forno. Il prodotto è poi invasato in vaso di vetro con l’aggiunta di miele d’acacia italiano. Il felice mix tra miele d’acacia, fichi e noci fanno sì che questo prodotto sia una miniera di sali minerali e oligoelementi, oltre a calcio, ferro e potassio, rame e manganese. E’, inoltre, ricchissimo di vitamina E e C. Cascina San Cassiano suggerisce di gustarlo come dolce fine pasto e con formaggi stagionati dai toni forti ma non aggressivi e ogni qualvolta si desideri una sferzata di energia. Il prodotto si conserva per 24 mesi dalla data di produzione e una volta aperto può essere conservato a temperatura ambiente.  
   
   
BIOVALOE DETOX – IL NUOVO INTEGRATORE ALIMENTARE 100% NATURALE ALL’ALOE CON I VALORI DI ABOCA  
 
Biovaloe detox, puro succo di Aloe vera, è il nuovo integratore alimentare 100% naturale di Aboca che si caratterizza per la presenza di sostanze di natura polisaccaridica che possono essere di valido aiuto per la fisiologica funzionalità dei processi depurativi e del benessere generale dell’organismo. La linea Biovaloe Aboca è il punto di arrivo di una serie di ricerche svolte a livello storico dal Centro Studi Aboca Museum e a livello tecnologico dal settore Ricerca e Sviluppo dell’azienda. Originariamente la pianta di Aloe, come documentato da una serie di fonti che partono dal 4.000 a.C. Fino ai giorni nostri, veniva utilizzata per le sue proprietà salutari sia per uso interno che esterno, prevedendo l’impiego del puro succo fresco ricavato dalle foglie. Proprio per non perdere questo valore, la tecnologia erboristica Aboca si è impegnata nella realizzazione di un prodotto che rispetta, nelle sue caratteristiche, l’integrità e la naturalità della pianta fresca. Aboca controlla direttamente la produzione di Biovaloe detox in Venezuela e ne garantisce l’intero ciclo di processo: dalla coltivazione in regime di Agricoltura Biologica, fino al confezionamento del succo estratto dalle foglie fresche, in bottiglia in vetro senza l’utilizzo di conservanti ed eccipienti. Biovaloe detox puro succo di Aloe vera, ha un gusto particolarmente gradevole, non modificato e quindi meno acido rispetto a quelli stabilizzati chimicamente e si trova solo in bottiglia da 250 ml: un formato ideale per preservare al meglio la naturale freschezza del succo di Aloe. Flacone da 250 ml - Prezzo consigliato € 7,80 i.C. Biovaloe è in vendita nelle farmacie ed erboristerie fiduciarie Aboca.  www.Aboca.it  
   
   
DOLCE DIETA FRAU SENZA LATTOSIO: IL PRIMO DOLCIFICANTE SENZA LATTOSIO E SENZA CALORIE, ANCHE ARRICCHITO DI CALCIO  
 
L’intolleranza al lattosio è un disturbo alimentare molto diffuso: secondo recenti stime epidemiologiche, in Italia, ne sarebbe soggetto ben il 38-40% della popolazione. Il lattosio è lo zucchero presente nel latte. Si tratta di un disaccaride che risulta dall’unione di due zuccheri semplici: il galattosio e il glucosio. Il lattosio viene scomposto in questi due zuccheri semplici dall’enzima lattasi. Senza questo enzima, il lattosio non può venire scomposto e, quindi, digerito. In pratica, l’intolleranza al lattosio consiste nell’incapacità di alcune persone di digerire il lattosio a causa della carenza dell’enzima lattasi. Di fatto, tutti i neonati e i bambini piccoli possiedono l’enzima lattasi e, fino agli anni 60, si riteneva che questo enzima fosse presente anche negli adulti, ma studi ad ampio raggio su diversi gruppi etnici hanno dimostrato il contrario: solo nella razza caucasica questo enzima è sempre presente negli adulti, grazie a una mutazione genetica ereditaria. Frau alta alimentazione, nell’ambito della sua linea di dolcificanti dolce dieta, ha messo a punto due dolcificanti di nuova concezione per chi è attento alla dieta, ma è intollerante al lattosio: Dolce dieta senza lattosio e dolce dieta senza lattosio calcium è il primo dolcificante che può essere utilizzato anche da chi è intollerante al lattosio. La sua formula esclusiva, a base di aspartame, senza retrogusto e con zero calorie, lo rende indicato per chi è a dieta o per chi non può assumere zuccheri (diabetici). Dolce dieta frau senza lattosio calcium è il primo dolcificante che può essere utilizzato anche da chi è intollerante al lattosio. L’aggiunta di Calcio, sale minerale indispensabile per l’organismo umano e per la salute delle ossa, rende questo dolcificante ancora più unico. La sua formula esclusiva, a base di aspartame, senza retrogusto, con zero calorie e con una fonte di Calcio, lo rende indicato per chi è a dieta, ma è anche attento alla salute delle ossa, o per chi non può assumere zuccheri (diabetici). Dolce dieta di frau alta alimentazione è la linea completa di dolcificanti, con aspartame e senza aspartame, che consentono anche a chi è a dieta di non rinunciare al piacere di bere dolce, per timore di ingrassare. I dolcificanti della linea dolce dieta, infatti, sono praticamente acalorici. Le bustine di Dolce dieta frau sono state create per chi non vuole rinunciare al piacere, anche visivo, dello zucchero, oltre che al suo buonissimo sapore. Le bustine, infatti, pur essendo a base di aspartame, contengono anche saccarosio (zucchero). Ecco perché hanno il buon sapore dello zucchero, senza alcun retrogusto amaro, pur avendo il vantaggio di essere ipocaloriche: una bustina da 90 mg, che corrisponde a un cucchiaino di zucchero, apporta solo 3,6 calorie, contro le 20 calorie di un cucchiaino di zucchero. Dolce dieta Frau senza aspartame è il dolcificante ideale per chi è a dieta o per chi vuole tenere il peso sotto controllo, oltre che per chi soffre di diabete. Questo dolcificante di ottimo sapore e senza retrogusto, infatti, è praticamente acalorico: solo 0,11 calorie per mini-compressa da 50 mg. Inoltre, può essere utilizzato anche nei dolci in quanto non si altera con la cottura e resiste alle alte temperature. Dolce dieta senza aspartame di Frau alta alimentazione è disponibile in due confezioni: dispenser con 150 mini-compresse da 50 mg cad. (Prezzo al Pubblico indicativo: € 1,95) e confezione risparmio con due dispenser da 150 mini-compresse cad. (Prezzo al Pubblico indicativo € 3,30). In vendita nei migliori supermercati ed ipermercati.  
   
   
FITOMAGRA DIMAFIBRAÒ LIMITA: DA ABOCA UN NUOVO INTEGRATORE UTILE PER IL CONTROLLO DEL PESO NELL’AMBITO DI DIETE IPOCALORICHE  
 
Fitomagra Dimafibra Limita è il nuovo integratore alimentare 100% naturale a base di fibra proposto da Aboca e che può essere utilizzato nell’ambito di regimi alimentari equilibrati, finalizzati al controllo del peso corporeo. L’assunzione del prodotto qualche minuto prima dei pasti principali della giornata contribuisce ad attenuare il senso di fame a livello dello stomaco e dà luogo ad un minore assorbimento dei cibi a livello dell’intestino. L’ingrediente caratterizzante di Fitomagra Dimafibra è Diamfibra, un estratto liofilizzato multingrediente a base di mucillagini di Lino, Tiglio e Altea unite alle fibre vegetali di Opunzia (Fico d’India), Glucomannano e Cellulosa. La sinergia funzionale di queste piante consente la formazione di un gel naturale che ha una maggiore capacità di assorbimento dell’acqua e quindi di aumentare di volume rispetto a quella dei suoi singoli componenti. In ogni caso l’apporto di fibre nella dieta, soprattutto, in caso di stili alimentari che ne siano poveri, richiede di norma un naturale periodo di adattamento da parte dell’organismo che mediamente si risolve nel giro di 8-10 giorni. Modo d’uso: si consiglia l’assunzione di 3 compresse con un abbondante bicchiere d’acqua circa 10 minuti prima dei pasti principali. Una volta raggiunto il peso desiderato, per mantenere l’equilibrio l’assunzione dle prodotto potrà essere riservata al pasto più abbondante. Precauzioni d’uso: non assumere il prodotto nei casi di difficoltà di deglutizione. L’integratore della dieta con fibra può ridurre l’assorbimento di taluni farmaci se assunti contemporaneamente e può essere inoltre controindicata in presenza di particolari affezioni gastrointestinali. L’integrazione con fibra non è indicata per bambini nella prima infanzia. Confezione da 70 compresse - Prezzo consigliato € 13,00 i.C. Fitomagra è in vendita nelle farmacie ed erboristerie fiduciarie Aboca. www.Aboca.it    
   
   
SPM-OK, INTEGRATORE ALIMENTARE – BREVETTO DI MARFARMA HOLDING SPA - COMPOSTO DA VITAMINE E MINERALI CON OLIO DI BORRAGINE ED ESTRATTI VEGETALI PER COMBATTERE LA SINDROME PREMESTRUALE  
 
Nel marzo 2003, dopo accurati studi condotti sulle piante medicinali, nasce Spm-ok, integratore alimentare – brevetto di Marfarma holding Spa - composto da Vitamine e Minerali con olio di Borragine ed estratti vegetali. Spm-ok rivela concretamente sul campo grandi potenzialità nel combattere la sindrome premestruale. Particolarmente utile in età fertile per affrontare i disturbi tipici del periodo come ritenzione idrica e mal di testa che caratterizzano i giorni che precedono il ciclo mestruale, Spm-ok è un integratore alimentare “completo”, perché consente di trattare non solo i problemi fisici legati alla sindrome premestruale, ma anche quelli meno visibili ma altrettanto fastidiosi afferenti la sfera psicologica. Magnesio ad alto dosaggio - utile per il trattamento della cefalea - e 3 specifici estratti vegetali, Vitex agnus castus – dalla riconosciuta azione regolatrice della secrezione ormonale -, Griffonia simplicifolia – nota come la “Pianta del Buon Umore” - e Olio di Borragine, agiscono infatti beneficamente e in sinergia contro gli sbalzi di umore, la depressione, l’insonnia e l’irritabilità. Recenti studi clinici condotti sul prodotto presso l’Ospedale Galliera di Genova attribuiscono a Spm-ok ulteriori proprietà. Infatti il prodotto si è dimostrato efficace sul campione di 40 donne preso in esame e in particolar modo per le donne che assumono con regolarità anticoncezionali orali nel tentativo di alleviare i sintomi legati alla sindrome premestruale. I sintomi sottoposti ad analisi sono stati: irritabilità, episodi di cefalea, tensione mammaria. Già dopo i primi 3 mesi di trattamento con Spm-ok è stato riscontrato un ragguardevole miglioramento dei sintomi, specie per la tensione mammaria e l’irritabilità, e il prodotto è risultato ben tollerato. Importante sottolineare che Smp-ok è un integratore alimentare totalmente naturale. Non contiene ormoni, né farmaci derivanti da sintesi chimica. Spm-ok è adatto ad ogni età ed è consigliabile anche alle “giovanissime”. Spm-ok di marfarma holding spa è in vendita in farmacia. Prezzo al pubblico: € 16,00 – scatola da 21 compresse numero verde marfarma holding spa: 800 013 592  
   
   
SI AMPLIA LA GAMMA DELLE SALSE FRESCHE BUITONI  
 
Una nuova pratica confezione apri e chiudi. Grandi novità nella gamma delle salse fresche Buitoni: nascono le “Specialità Buitoni”, due salse dalla ricetta completamente nuova, ideate per creare nuovi gusti e piatti elaborati, spesso difficili da preparare in casa: Radicchio e ricotta e Ricotta e Spinaci, che si vanno a sommare alle già apprezzate “Salse tradizionali” pesto alla genovese e alla siciliana, salse noci, funghi e 4 formaggi. Per chi vuole preparare piatti speciali e dal sapore particolare, ma ha poco tempo da dedicare alla cucina, le salse fresche Buitoni sono la soluzione ideale: è sufficiente versare la salsa in una terrina, aggiungere la pasta e mescolare, per avere subito pronti, in pochi minuti, primi piatti golosi, che stupiranno piacevolmente familiari ed amici. Ingredienti freschi e genuini, che faranno di ogni vostro piatto, un successo assicurato. E da oggi la nuova confezione apri e chiudi, che richiama una vera salsiera, vi permetterà di mantenere più a lungo la freschezza delle salse Buitoni e di utilizzarle inalterate nel gusto anche a distanza di giorni, grazie al coperchio interno ricoperto da un film che garantisce al prodotto un’igiene migliore. Salse fresche Buitoni, freschezza e creatività in ogni piatto. Salsa ricotta e spinaci. Classicissimo connubio, non poteva dare luogo che ad una salsa inimitabile. Ottima nei formati corti come penne e farfalle per piatti gustosi e leggeri, sarà anche l’aiuto ideale per paste al forno e gratinate. Salsa ricca e completa, vi sorprenderà con un pizzico di cannella in polvere. Salsa ricotta e radicchio. Un matrimonio ben riuscito, quello tra la ricotta e il radicchio. Ottima con spaghetti e tagliatelle, pasta fresca e ripiena. Buona così com’è si presta a momenti di creatività in cucina, come l’aggiunta di pinoli e qualche goccia di aceto balsamico  
   
   
L’ANTICA PASTICCERIA COVA NELLA STORIA DI MILANO  
 
Cova è uno dei piu antichi caffe d’Italia, un simbolo di Milano perché la sua storia è, in sintesi, la storia della città. Le sue origini risalgono al 1817 quando Antonio Cova fondò il suo caffè all’angolo di via Verdi e via Manzoni, vicino al già celebre teatro “Alla Scala di Milano”. Fin dall’inizio, Antonio Cova, soldato di Napoleone e offelliere di Via De Cristoforis, diede all’ambiente quell’impronta che lo connota ancora oggi e che lega cultura e arte con una pasticceria délite ricca di ricette inedite e sapori unici. Cova diventa così il luogo più esclusivo del dopo teatro dove famosi artisti, scrittori, musicisti e uomini politici amavano incontrarsi per commentare le opere e gli spettacoli o per discutere di storia e politica, di fronte ad un caffè e alle delizie prodotte nel laboratorio-pasticceria. Nel 1848, attorno ai suoi tavoli, fra liquori, distillati e conversazioni fiorite, ci si raccoglieva a fare l’Italia; qui si riunivano i patrioti che contribuirono alla cacciata dello straniero durante le Cinque Giornate di Milano. Ma la fama del Cova di quegli anni non è solo legata alla cultura e alla politica. Sono i suoi prodotti ad essere sempre più apprezzati per quel gusto inconfondibile. Già nell’Ottocento infatti il Panettone della Pasticceria Confetteria Cova era considerato dai nomi illustri della cultura e della politica il dolce natalizio più squisito della città; Giuseppe Verdi, assiduo frequentatore del caffè, come narrano le cronache del tempo, ordinava direttamente al proprietario, Antonio Cova, “il panettone per la Peppina, la sua seconda moglie, il soprano Giuseppina Strepponi. Nel 1868 Cova ottiene l’autorizzazione della Zecca per coniare monete in argento con la dicitura ‘Caffè Cova Milano’. Dal 1870 al 1913, negli anni del futurismo e della belle époque, Cova continua ad essere cenacolo dei grandi uomini che hanno dato il via al pensiero moderno. Dopo aver attraversato con la città di Milano le vicissitudini della Prima Guerra Mondiale, Cova e il Teatro alla Scala vengono colpiti duramente dai bombardamenti del ‘43. Due anni più tardi la ricostruzione e, nel .1 950, il trasferimento nella sede attuale di via Monte Napoleone. Accogliente salotto neoclassico, raffinato ambiente dove incontrarsi, Cova continua la sua tradizione legata alla vita mondana e aristocratica della città. Luogo d’incontro del jet set italiano ed internazionale, diviene lo specchio di una Milano sempre più proiettata verso il mondo cosmopolita della finanza, dell’arte, della moda e dei grandi eventi culturali. Gli anni ‘90 sono gli anni del male in Italy. All’estero il gusto, la cultura, la storia, la moda e le tradizioni gastronomiche del nostro Paese diventano dei veri e propri miti! Interprete di questa tendenza, Cova inizia ad esportare la sua tradizione e la sua ricchezza culturale oltreoceano. Nel 1994, ad Hong Kong, viene inaugurata la prima “Caffetteria Ristorante Cova”, successivamente vengono aperte alcune boutiques. E, in breve tempo, la calda atmosfera che richiama l’ambiente del caffè milanese, il gusto dell’inconfondibile espresso, i dolci e le proposte più tipiche della cucina italiana conquistano l’Oriente. Dal 1997, Cova naviga a bordo di veri e propri gioielli a 5 stelle. Nei mari tropicali, all’estremo Nord dell’Alaska o nel Mediterraneo i passeggeri di transatlantici ultramoderni e dotati di ogni genere di comfort trovano al ‘Caffè Cova’ un angolo della Milano più esclusiva dove poter gustare un cappuccino preparato a regola d’arte. Oggi Cova, al centro del mondo finanziario - commerciale, della moda e dell’arte, in una società in frenetica evoluzione, rimane il testimone di antiche tradizioni e costumi, ma sempre pronto a creare ed interpretare nuove tendenze con il suo impeccabile stile.