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GIOVEDì

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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Marzo 2005
Web alimentazione e benessere
PIÙ FONDI PER LA PROMOZIONE E LO SVILUPPO DELL'AGRICOLTURA BIOLOGICA  
 
La Plenaria si pronuncerà su una relazione d'iniziativa di Marie-hélène Aubert (Verdi/ale, Fr), adottata pressoché all'unanimità dalla commissione per l'agricoltura del Parlamento, in merito al Piano d'azione europeo per l'agricoltura e gli alimenti biologici, presentato dall'Esecutivo nel giugno 2004. I deputati, pur accogliendo con favore diversi aspetti del Piano, chiedono che al settore siano destinati finanziamenti adeguati e maggiore attenzione nel quadro della politica a favore dello sviluppo rurale e delle ricerca. Le azioni di informazione e promozione vanno poi rafforzate, così come andrebbero completati e integrati taluni strumenti legislativi e programmi. Riguardo alla coesistenza tra le produzioni biologiche e gli Ogm, per i deputati dev'essere chiaro che la responsabilità finanziaria di eventuali contaminazioni non deve ricadere sull'intero settore agricolo. Infine, è poi chiesta una migliore circolazione delle informazioni tra gli Stati membri riguardo ai casi di frode. Sviluppo del mercato degli alimenti biologici e messa a punto delle norme I deputati, accogliendo favorevolmente l'approccio basato sulla domanda scelto dalla Commissione per promuovere l'agricoltura biologica e ritenendo utili le azioni di informazione e di promozione, sostengono un aumento della relativa linea di bilancio per il 2006. La promozione di detti prodotti, inoltre, dovrebbe essere rafforzata nel quadro dei corrispondenti programmi comunitari, nell'Unione europea e al di fuori di essa. Nelle azioni di promozione previste all'Azione 1, inoltre, i piccoli produttori e le Pmi attive nel settore alimentare dovrebbero essere favoriti, tanto più se partecipano ad iniziative regionali multipartenariali. A loro parere, la Commissione dovrebbe basare le proprie azioni di promozione su analisi del mercato e delle conseguenze per i prodotti biologici del processo di concentrazione del commercio, «con un'attenzione particolare alla grande distribuzione». Le azioni di informazione dei consumatori, segnatamente dei bambini e dei giovani, dovrebbero essere intensificate e combinate con programmi di aggiornamento sul valore ambientale e alimentare dei prodotti biologici. Le mense degli istituti scolastici sono, secondo i deputati, un obiettivo da privilegiare. La commissione per l'agricoltura si compiace poi dell'intenzione dell'Esecutivo di armonizzare ulteriormente le norme europee relative ai prodotti e alla produzione biologici, e ritiene che gli standard nazionali più elevati di taluni Stati membri «non debbano impedire ai prodotti biologici provenienti da altri Stati membri di essere commercializzati liberamente come prodotti biologici certificati in tali Stati membri». Inoltre, ritiene che occorra armonizzare meglio i capitolati d'oneri, segnatamente nel settore della produzione animale, mentre nella sua proposta relativa all'elaborazione di piani d'azione a livello nazionale, regionale o locale negli Stati membri, la Commissione dovrebbe includere la promozione della produzione di sementi biologiche e la promozione dei vivai destinati alla produzione di piante adatte all'agricoltura biologica. Aiuto pubblico a favore dell'agricoltura biologica I deputati ritengono essenziale che le azioni e gli aiuti previsti nel quadro del regolamento sullo sviluppo rurale siano più chiaramente definiti per quanto riguarda la produzione biologica «al fine di promuovere questo modo di produzione in tutti gli Stati membri». Pur insistendo sulla necessità di promuovere l'aiuto pubblico all'agricoltura biologica e alle industrie collegate, «promuovendo la creazione di sistemi di qualità», essi ritengono opportuno controllare che un'introduzione privilegiata dell'agricoltura biologica non provochi uno squilibrio dell'offerta di prodotti biologici o distorsioni della concorrenza. Inoltre, secondo i deputati, le norme igieniche e sanitarie applicabili alle Pmi di trasformazione, in particolare nel settore lattiero e in quello delle carni, devono essere precisate nel quadro del regime derogatorio previsto per gli stabilimenti di trasformazione. Il Piano d'azione, d'altra parte, dovrebbe indicare chiaramente l'apporto dell'agricoltura biologica in settori come la direttiva Nitrati, Natura 2000, la politica nel settore idrico, la promozione della biodiversità nonché il suo contributo in materia di occupazione. Ricerca Nel programma quadro di ricerca europeo, i deputati ritengono che debbano essere riconosciuta prioritaria la questione della coesistenza tra i prodotti biologici, le colture convenzionali e gli organismi geneticamente modificati (Ogm), «analogamente alla valutazione dell'impatto delle tecnologie che presentano rischi per questa produzione». Nel deplorare poi che il Piano d'azione europeo presentato non contenga alcuna azione concreta di promozione della ricerca, la relazione invita la Commissione ad approfondire la definizione di tali strumenti promuovendo l'elaborazione di studi, analisi e statistiche specifici sui vari aspetti dell'agricoltura biologica. In particolare, vanno sviluppati gli studi relativi alla produzione di alimenti per l'allevamento biologico e integrate le nuove tecnologie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. Norme e controlli Essi, inoltre, ritengono che nel Piano d'azione, «la questione degli Ogm non possa essere affrontata ricorrendo esclusivamente allo strumento del livello delle soglie», pertanto la Commissione dovrebbe indicare cosa intende fare in materia di coesistenza tra colture transgeniche e colture biologiche. A tale proposito, peraltro, essi avvertono che deve essere chiaro che, in caso di contaminazione anche accidentale, «la responsabilità finanziaria spetta esclusivamente alle persone che commercializzano illegalmente Ogm e non a tutto il settore agricolo». Inoltre, insistono affinché, in materia di Ogm, sia ai prodotti comunitari che a quelli importati siano applicabili le stesse norme. I deputati, poi, si chiedono se sia pertinente l'azione 17 prevista nel Piano d'azione comunitario intesa a trasferire ad un'organizzazione internazionale indipendente il sistema di accreditamento degli organismi di controllo. Inoltre, propongono che le sentenze relative a frodi concernenti la qualità biologica di un prodotto o di una produzione siano disponibili in tutta l'Unione europea allo scopo di impedire che una persona condannata per frode trovi un nuovo organismo certificatore e recuperi la certificazione, o che passi da uno Stato membro ad un altro per riprendere il suo commercio fraudolento, o anche che gli operatori della filiera ignorino il suo passato di frodatore. La definizione di agricoltura biologica, insistono i deputati, deve riferirsi non solo al modo di produzione, ma anche ad un insieme di pratiche agricole che assicurano il rispetto dell'ambiente e della biodiversità, e che permettono la produzione di generi alimentari sani e di qualità e questa definizione dovrebbe prevalere anche in ambito internazionale. La relazione, infine, pur compiacendosi dell'applicazione di norme più avanzate in materia di benessere degli animali, sottolinea che essa andrebbe affiancata da un sostegno agli investimenti, in quanto spesso può rendere necessari costosi lavori di trasformazione o di costruzione. Inoltre, si rammarica che la Commissione non presenti misure finanziarie concrete relative all'organizzazione delle filiere e chiede quindi che sia fornito un sostegno nel quadro della strutturazione della produzione, della trasformazione e dell'immissione sul mercato. Insistendo, quindi, sul fatto che l'agricoltura biologica europea ha bisogno di un deciso supporto per la commercializzazione e la distribuzione dei suoi prodotti, la Commissione è invitata a presentare proposte più concrete in materia. Il Piano d'azione della Commissione Il Piano d'azione adottato dalla Commissione prevede 21 azioni che si articolano intorno a tre priorità: uno sviluppo del mercato dei prodotti alimentari biologici basato sull'informazione e su una maggiore sensibilizzazione dei consumatori, una maggiore efficacia dell'aiuto pubblico a favore dell'agricoltura biologica, un miglioramento e un rafforzamento delle norme comunitarie applicabili all'agricoltura biologica e delle esigenze concernenti l'importazione e il controllo. L'agricoltura biologica in Italia e nel mondo Con poco più di un milione di ettari, l’Italia è uno dei paesi più biologici nel mondo in termini di superfici coltivate, ma sale in testa alla classifica se queste aree sono calcolate in proporzione alla superficie coltivata totale. La superficie biologica italiana, infatti, rappresenta il 6,9% delle superficie total coltivate nel nostro Paese. Tale risultato è ancora più significativo se si tiene conto che i paesi che precedono l'Italia sono l'Australia (le cui superfici bio rappresentano il 2,5% della sua superficie coltivata complessiva) e l'Argentina (1,7%), che hanno la disponibilità di terreni coltivati decisamente più grande di quella nazionale. Dietro al nostro Paese, figurano gli Usa e il Brasile. Nel mondo sono quasi 560.000 le imprese che utilizzano il metodo biologico rispetto alle quasi 45.000 presenti in Italia, mentre la superficie coltivata è pari a 26,5 milioni di ettari. Secondo il Rapporto Ifoam, l’agricoltura biologica, praticata da 110 Paesi, evidenzia una progressiva crescita in termini di superficie coltivata e di numero di imprese interessate, con Paesi particolarmente dinamici nel continente asiatico (Cina, India, Indonesia e Giappone) e in quello africano. Dal punto di vista dei consumi, si stima siano cresciuti del 7-9% per raggiungere i 25 miliardi di dollari a livello mondiale, con Europa e Stati Uniti che rappresentano il principale mercato di sbocco.  
   
   
PROGETTO DELL’OGS SULLE FALDE DI VENETO E FVGÌ LA QUALITÀ DELL’ACQUA SARÀ GARANTITA DALLA COMUNITÀ EUROPEA  
 
Monitorare, analizzare e tutelare la qualità delle acque dalla sorgente fino al cittadino. Questo l’obiettivo che si pone il progetto Cami (Caratterizzazione dell’Acquifero con Metodologie Integrate), finanziato dall'Unione Europea nell’ambito del Programma Life. Il Cami ha appena iniziato la campagna di indagine sul territorio dell'area pedemontana a cavallo tra Friuli Venezia Giulia e Veneto nell’area compresa tra i fiumi Tagliamento e Livenza, una zona in cui l'intensa attività agricola e il recente incremento dell'urbanizzazione rendono le falde acquifere particolarmente vulnerabili all'inquinamento. Sull’intero bacino idrografico verranno effettuate diverse analisi (geologiche, idrologiche, geofisiche, geochimiche ecc.) in modo da poter garantire un’acqua di alta qualità. Il progetto, promosso e coordinato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste, risponde alla Direttiva comunitaria del 2000 che prevede la tutela delle risorse idriche da parte degli Stati membri. Al progetto, che durerà 30 mesi, collaborano l’Università di Trieste, l’Università di Ferrara, l’Eurekos, l’Acquedotto Basso Livenza, l’Arpa-pn del Friuli Venezia Giulia e l’olandese Netherlands Organisation for Applied Scientific Research. «La direttiva comunitaria è rimasta finora disattesa da parte dell’Italia e dalla maggioranza degli altri Paesi europei» spiega Daniel Nieto Yàbar, coordinatore del progetto dell’Ogs. «Con I risultati del Cami forniremo invece uno strumento concreto per poterla attuare. Entro giugno 2007 infatti stileremo un protocollo di indagine interdisciplinare che potrà essere applicato in tutta Europa per gestire al meglio le risorse idriche».  
   
   
ALLA TERRAZZA MARTINI, A MILANO LA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO GIORNALISTICO “REPORTER DEL GUSTO”  
 
Il concorso promosso da Ivsi (Istituto per la Valorizzazione dei Salumi Italiani), con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – 21 i giornalisti premiati L’attenzione dei media: (giornali, radio, televisione, web) è sempre più forte per il mondo del food, dell’alimentazione, del cibo. Si sono moltiplicate rubriche, servizi, “speciali” che approfondiscono i temi del gusto, della salute, dell’economia, dell’alimentazione. Del resto i consumatori sono sempre più attenti agli aspetti che riguardano i loro consumi alimentari e l’industria dell’alimentazione italiana rappresenta il secondo comparto produttivo del nostro Paese. I mercati internazionali sono sempre più ampi e costituiscono un approdo significativo per la produzione italiana: la ricetta della salumeria italiana ormai ci rappresenta, oltre che in Europa, negli Stati Uniti, in Giappone e, presto, in Australia, in Canada, in Messico, in Corea del Sud e in Cina. Queste ragioni hanno spinto l’Ivsi (Istituto per la Valorizzazione dei Salumi Italiani) a istituire un premio giornalistico allo scopo di segnalare giornali, testate, radiotelevisive, e giornalisti che nel loro lavoro quotidiano sono stati promotori della conoscenza, della qualità e della bontà dei salumi italiani garantiti “Dop” e “Igp”. La giuria del premio, presieduta da Franco Abruzzo, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, e composta da autorevoli personalità del mondo del food e esperti del settore, ha preso in esame gli articoli di numerosissime testate nazionali, di quotidiani e periodici locali e nazionali, di televisioni e radio, e ha selezionato 5 premi speciali Ivsi (Paola Ricas, direttrice de La Cucina Italiana - Licia Granello, La Repubblica - Francesco Arrigoni, Corriere della Sera - Alessandro Mastrantonio, Il Sole 24 Ore Agrisole - Davide Paolini, Radio 24 - Il Sole 24 Ore). 6 i premi “Reporter del Gusto” (Nicola Dante Basile, Il Sole 24 Ore - Romano Gandossi, La Voce di Mantova - Gioacchino Bonsignore, Tg5 - Camilla Nata, Rai Uno - Anna Bartolini, Oggi - Roberto Pippan, Giornale Radio Rai). Altri 15 premi sono stati assegnati a Paolo Marchi, Il Giornale – Eliana Bellè, Il Giorno – Giorgio e Caterina Calabrese, Specchio della Stampa – Andrea Grignaffini, La Gazzetta di Parma – Fabrizio Trecca, Rete 4 – Mara Nocilla, Gambero Rosso – Maria Teresa Manuelli, Food – Silvia Jacovitti, Radio Rai International – Fabiano Guatteri, Viaggi e Sapori – Isabella Colombo, Panorama – Carlo Cambi, I Viaggi di Repubblica – Carlo Cantoni, Premiata Salumeria Italiana – Lia Brambilla, Cucina Moderna – Samantha Biale, For Men Magazine. Si tratta dunque di un panorama significativo della stampa italiana che rappresenta l’importanza dell’alimentazione nei suoi diversi aspetti quello economico, quello del gusto, quello turistico e gastronomico, quello della cultura e delle identità. “Una ricchezza tutta italiana, che molti paesi ci invidiano, e che costituisce uno spunto vincente del made in italy” ha detto il Presidente dell’Ivsi Francesco Pizzagalli. “Tradizione, rispetto delle antiche ricette, tecnologie moderne ed efficienti, tutela degli aspetti sanitari, controllo dei prezzi: questi gli aspetti che caratterizzano il mondo della grande salumeria italiana, che il nostro Istituto sostiene, valorizza e diffonde nel mondo”. “I consumatori chiedono sempre più chiarezza e controlli. E’ un nostro preciso dovere - ha concluso Pizzagalli - garantire con scrupolo tutto ciò e, nel contempo, riproporre ai nostri consumatori quella gamma di gusto e di bontà che rimangono l’aspetto più significativo della nostra produzione”.  
   
   
SI È LEGALMENTE COSTITUITO TIFQ ISTITUTO PER LA QUALITÀ IGIENICA DELLE TECNOLOGIE ALIMENTARI  
 
E’ datata febbraio 2005 la costituzione ufficiale di Tifq – Istituto per la Qualità Igienica delle Tecnologie Alimentari, atto al rilascio dell’attestazione di conformità igienica. Promosso da Assofoodtec (Associazione Italiana Costruttori Macchine, Impianti, Attrezzature per la Produzione la Lavorazione e la Conservazione Alimentare) in collaborazione con Asa (Azienda Servizi Anima), l’Istituto ha sede a Milano in Via Scarsellini 13. Presidente dell’Istituto è Emilia Arosio, già Presidente Assofoodtec. Direttore dell’Istituto è Riccardo Giambelli. E-mail : tifq@anima-it.Com  Tel. 02 45418562  
   
   
SI APRONO LE PRE-ISCRIZIONI AL NUOVO ANNO ACCADEMICO DELL’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE  
 
Sono aperte le pre-iscrizioni all’anno accademico 2005/2006 dell’Università di Scienze Gastronomiche. Si tratta del primo anno del triennio di base, che l’anno scorso ha visto iniziare 70 studenti provenienti da 10 paesi del mondo. Carlo Petrini, presidente di Slow Food e dell’Associazione Amici dell’Università di Scienze Gastronomiche: “Le pre-iscrizioni l’anno scorso avevano registrato l’interesse di studenti provenienti da tutto il mondo, segno che il nostro progetto ha colpito nel segno, captando la richiesta di una nuova formazione gastronomica di alto livello e internazionale”. L’università è inoltre impegnata, a partire dal 17 febbraio, in una serie di conferenze che si terranno in alcuni atenei europei: in Olanda, ospiti dell’Università di Wageningen; a Saragozza, l’8 marzo, su invito della più antica Università di Spagna; all’Università di Fulda in Germania il 18 di marzo e all’Università di Montpellier in Francia il 22 dello stesso mese. “Il nostro impegno è volto far conoscere un approccio alla gastronomia che sia strettamente legato a saperi scientifici, umanistici, alle tradizioni alimentari e alle tecniche di produzione tipiche di molti paesi del mondo” sostiene Alberto Capatti, coordinatore scientifico dell’Università “e, in questo senso, stiamo anche organizzando, nella sede di Pollenzo, una serie di incontri con personalità internazionali del mondo della gastronomia”. Ricordiamo che le pre-iscrizioni sono aperte a tutti gli interessati, italiani e stranieri, che hanno un diploma di scuola superiore o titoli equipollenti, che la prima fase della pre-iscrizione è gratuita e si può effettuare tramite il sito internet dell’Università www.Unisg.it  
   
   
RIFORMA DELL'OCM ZUCCHERO  
 
Sulla base di un'interrogazione orale presentata da Joseph Daul (Ppe/de, Fr) e Jean-claude Fruteau (Pse, Fr) a nome della commissione per l'agricoltura, l'Aula procederà a un dibattito sulla prossima riforma dell'Ocm zucchero, cui seguirà l'adozione di una risoluzione del Parlamento europeo. Scopo dell'interrogazione è di fornire alla nuova Commissione nuovi orientamenti, prima che questa adotti le sue proposte legislative. La commissione per l'agricoltura chiede quindi alla Commissione se sostiene la succitata comunicazione presentata dalla compagine che l'ha preceduta, nonché quando intende presentare la propria proposta di riforma dell'Organizzazione Comune di Mercato (Ocm) dello zucchero e quali potrebbero esserne le linee principali. Inoltre, è chiesto se la Commissione intende mantenere una produzione sostenibile di zucchero nell'Unione europea e «confermare gli impegni attuali di quest'ultima nei confronti dei paesi Acp e dell'India, nonché gli impegni assunti nel quadro dell'iniziativa Tutto eccetto le armi». L'interrogazione, d'altra parte, ricorda che la comunicazione della Commissione sulla riforma del settore dello zucchero, presentata il 14 luglio 2004, aveva «suscitato notevoli inquietudini fra i produttori di barbabietole e di canna da zucchero all'interno dell'Unione europea, ma anche nei paesi Acp ad essa legati dal Protocollo sullo zucchero». E' poi sottolineato che, a seguito della condanna dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) del suo regime di aiuti alle esportazioni di zucchero, l'Unione ha presentato appello. D'altra parte, il progetto di risoluzione all'esame della Plenaria sottolinea che l'ipotizzata riduzione dei prezzi istituzionali dovrebbe limitarsi allo stretto necessario, senza oltrepassare quanto dovuto in base alle necessità di adattamento alle norme Omc. I deputati poi respingono il regime di trasferimento delle quote tra Stati membri proposto dalla Commissione, ritenendo che esso non risponda agli obiettivi di competitività, occupazionali e di solidarietà comunitaria. Gli operatori più deboli, infatti, sarebbero esposti ai rischi di delocalizzazione dell'attività di produzione. Il sistema dei prezzi di riferimenti proposto dalla Commissione, inoltre, è giudicato non percorribile in quanto, secondo i deputati, non garantirebbe la stabilità del mercato. Essi suggeriscono quindi di mantenere l'attuale sistema dei prezzi come rete di sicurezza volto a prevenire il verificarsi di squilibri del mercato. La Commissione, alla luce degli elementi citati, è invitata ad elaborare uno studio d'impatto dettagliato che analizzi le ricadute socio-economiche della riforme per tutti gli attori della filiera. Infine, i deputati auspicano che la riforma non sia modificata fino al termine del 2012, per consentire agli operatori del settore di beneficiare della visibilità sufficiente per effettuare gli investimenti necessari a garantire una maggiore competitività.  
   
   
DALL’ANALISI FOCUS AGRIFOOD I DUE TERZI DELL’EXPORT DEI PRODOTTI ALIMENTARI ITALIANI VIENE DESTINATO VERSO L’EUROPA  
 
I due terzi dell’export dei prodotti alimentari italiani viene destinato verso l’Europa a 25 dove Germania, Francia e Regno Unito rappresentano di gran lunga i principali mercati di sbocco. E’ quanto è emerso dall’analisi Focus Agrifood, presentata al Salone internazionale del prodotto agroalimentare di qualità che si è aperto a Verona, che evidenzia una forte crescita in mercati emergenti come India e Russia . I restanti 22 paesi dell’Unione Europea, tutti insieme, assorbono ancora soltanto una quota minoritaria (36,5%) delle produzioni alimentari collocate dal nostro Paese all’interno dello spazio economico europeo mentre al di fuori dell’Unione Europea a 25, l’export agroalimentare complessivo dell’Italia è appena pari ad un terzo del totale. La ripartizione dei dati per destinazione - rileva Focus Agrifood - mette in luce il peso ancora complessivamente contenuto di alcuni paesi orientali emergenti quali sbocco delle produzioni agro – alimentari nazionali: Russia, Cina ed India incidono solo per il 4,4% sull’export complessivo che si dirige fuori dell’U.e. Tuttavia, la loro importanza per l’export alimentare di largo consumo è in aumento con l’India che cresce del 68%, la Russia del 18% e la Cina del 7,5%. E questo mentre in termini generali, nel comparto agroalimentare i rapporti di forza tra l’Italia ed il resto del Mondo nel periodo gennaio – novembre 2004 mostrano una sostanziale stabilità con le esportazioni che si attestano sui 17,5 miliardi di euro, cioè lo 0,5% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo valore - conclude Focus Agrifood - è il risultato di una dinamica contrapposta tra le diverse categorie merceologiche di prodotti che compongono la bilancia agroalimentare. In dettaglio, si registra una contrazione dell’export delle produzioni agricole di base del 9,7% a valore. In crescita invece, sia le produzioni alimentari di largo consumo, con un incremento del 3,2% che quelle “no food” (tabacco ed alimenti per animali) che, a loro volta crescono del 12,2% su base annua  
   
   
80 MILA VISITATORI PER LA PRIMA EDIZIONE DI AGRIFOOD, IL SALONE DEL PRODOTTO AGROALIMENTARE DI QUALITÀ  
 
Ha chiuso , presso il quartiere espositivo di Veronafiere, la prima edizione di Agrifood, la più completa e selezionata rassegna del Made in Italy alimentare. In quattro giorni mille espositori, di cui 840 diretti, oltre 300 prodotti e 80 mila presenze di visitatori: questo il bilancio della prima edizione del Salone. Durante la manifestazione, inaugurata dal Ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, e dal Presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, oltre 60 iniziative tra convegni, incontri, seminari e corsi di formazione. “Se Fieragricola, divenuta biennale dal 2004, rappresenta la manifestazione rivolta all’impresa agricola in cerca dei fattori classici della produzione – meccanizzazione, tecnologie, servizi – con Agrifood l’idea è stata, invece, quella di far incontrare chi produce, chi distribuisce e chi compra con le produzioni italiane di qualità, al giusto prezzo e legate al territorio”, sottolinea Luigi Castelletti, Presidente della Fiera di Verona. “Un’idea tradotta in una rassegna innovativa nel panorama fieristico italiano – evidenzia Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere – che ha ottenuto alla sua prima edizione un riscontro davvero interessante e che è stata capace di mettere in contatto i prodotti agricoli e quelli agroalimentari trasformati dal sistema delle aziende agricole e delle imprese alimentari, rigorosamente di origine italiana, con il mondo della distribuzione, organizzata e al dettaglio, della ristorazione di qualità e dei consumatori».  
   
   
AGRIFOOD: IL MADE IN ITALY E’ IL MARCHIO DEI MARCHI  
 
“È il legame con il territorio la caratteristica fondamentale dei prodotti agroalimentari italiani, che li distingue sul mercato e li rende unici e inimitabili”. Il presidente della Col diretti, Paolo Bedoni, ha iniziato così il suo intervento al dibattito “Il marchio dei marchi per il Made in Italy alimentare” ad Agrifood, il salone internazionale del prodotto agroalimentare di qualità in corso a Verona. L’incontro introdotto e moderato da Fabrizio Del Noce, Direttore di Raiuno, ha visto gli interventi anche di Gianluca Rana, Amministratore Delegato della Rana Spa e del giornalista Davide Paolini, esperto di gastronomia. “I temi alimentari – ha detto Del Noce – sono entrati a fare parte della vita di tutti giorni e interessano tutti, imprenditori, industriali, consumatori e istituzioni, perché ciò che mangiamo rappresenta una delle incognite principali. Qualità e tipicità sono gli elementi vincenti per le aziende produttrici, ma esistono problemi reali per conquistare il mercato dovuti spesso alle dimensioni ridotte delle imprese che non riescono a competere con chi ha una forza di imposizione maggiore, come la grande distribuzione”. Secondo Davide Paolini “occorre interrogarsi su cosa sia davvero il Made in Italy anche in relazione alle materie prime utilizzate e al luogo di trasformazione”. In questo senso ha ricordato la recente sentenza europea sull’utilizzo di alcune denominazioni di vini italiani all’estero, un precedente pericoloso che slega completamente il prodotto dal territorio. “Lo stretto legame con il territorio – ha sottolineato - è una caratteristica che nessuno può imitare, è il valore aggiunto che permette di conquistare il mercato”. Paolini ha anche denunciato l’improvvisazione di molti italiani all’estero diventati ristoratori senza alcuna preparazione. Molto diverso l’atteggiamento dei francesi, capaci di imporre la cucina nazionale con una professionalità che ha giovato complessivamente all’affermazione del loro settore agroalimentare. “Ancora di più, quindi – ha concluso Paolini - bisogna proseguire in quel cambio di direzione già intrapreso per l’affermazione del Made in Italy nel mondo evitando la frammentazione istituzionale nelle attività di promozione e puntando sulla valorizzazione del prodotto italiano reso ben distinguibile grazie alle sue caratteristiche peculiari”. Gianluca Rana si è detto “innamorato” del concetto di territorio come elemento caratteristico di un alimento. “La difficoltà principale - ha però precisato- è quella di rendere le aziende produttrici più forti perché non è solo con il telefono e la posta celere che possono raggiungere il mercato e la pubblicità ha dei costi elevati. Solo attraverso una maggiore comunicazione e collaborazione tra loro, le imprese potranno esprimere sinergicamente il proprio know how e trasmettere al mondo la tipicità come valore vero dei propri prodotti. Il localismo è infatti garanzia di qualità, ma anche il futuro sul quale investire. Dobbiamo fare sì poi che le aziende italiane possano affermarsi anche sul mercato internazionale attraverso un efficiente sistema distributivo che valorizzi i prodotti di bandiera”. “Va rilanciato il cibo italiano - ha aggiunto - sconfiggendo l’improvvisazione che si incontra all’estero nei confronti dell’Italian food anche perché esistono molte opportunità da cogliere nel mondo, a partire dall’Europa.. Con un fronte comune e una collaborazione continua – ha concluso – questi problemi possono essere affrontati e risolti per poter così conquistare il mercato. Il marchio dei marchi è il brand italiano che portiamo all’estero”. Paolo Bedoni ha definito il prodotto agricolo non come una cruda materia prima, ma un valore per l’impresa dietro al quale si trova il lavoro dell’imprenditore agricolo e il territorio da cui proviene. Un territorio fatto di cultura, valori, tradizioni e attività economiche. Occorre operare – ha proseguito Bedoni - secondo un modello che faccia sistema tra le imprese sul territorio in quanto il Made in Italy non è uno slogan, ma un progetto concreto per la presenza duratura sul mercato. Dobbiamo fare incontrare le imprese che si preparano a conquistare nuovi spazi commerciali con quelle che il loro spazio definito lo hanno già, consentendo così un confronto e una crescita e, soprattutto, quel salto di qualità indispensabile per affrontare e vincere le nuove sfide”. “Gli obiettivi sono - ha proseguito il presidente della Coldiretti - produrre bene e conquistare il mercato, ma bisogna creare le condizioni per potenziare un sistema produttivo che si presenta frammentato. Dobbiamo far vincere il nostro modello a portata di uomo, cioè, a portata di consumatore che vuole conoscere l’origine e le caratteristiche di cosa mangia. Abbiamo voluto una politica agricola in questa direzione e le nostre imprese hanno abbracciato una nuova logica che si distacca dagli aiuti comunitari e allinea la produzione a ciò che vuole il mercato. Ma occorrono nuove regole per una difesa efficace contro le contraffazioni dei nostri prodotti tipici, a partire da Dop, Igp e Doc che non sono prodotti di nicchia ma fanno da apripista all’estero per tutta la produzione agricola italiana. Non dobbiamo però mai perdere il legame con il territorio - ha concluso e ribadito Bedoni – che rappresenta il nostro marchio dei marchi”.  
   
   
SAIACE CRESCE PER IL 5° ANNO CONSECUTIVO E GUARDA CON OTTIMISMO AL FUTURO FATTURATO ITALIA A 16 MILIONI DI € NEL 2004 E MOL TRIPLICATO PER L’AZIENDA PADOVANA LEADER NELLA TRASFORMAZIONE DELLA FRUTTA  
 
E’ arrivato a 16 milioni di € il fatturato Italia della Saiace s.P.a., la filiale italiana del gruppo francese Andros, con una crescita del 12,5% rispetto all’anno precedente, mentre il fatturato complessivo dell’azienda, comprendente anche l’export e le produzioni per le altre società del Gruppo, è stato di 20M€. Un altro anno dunque di grande sviluppo, in un contesto economico estremamente difficile anche per i prodotti alimentari, che conferma la bontà delle scelte operate dal management 4 anni fa, quando, insieme all’amministratore delegato Stefano Giubertoni, venne disegnata la strategia per il futuro: consolidare il marchio Colli Euganei e puntare allo sviluppo delle produzioni per conto terzi (marchio del distributore e co-packing) nel comparto confettura, riposizionare come dessert la frutta sciroppata a marchio Colli Euganei e puntare allo sviluppo della marca Bonne Maman, sia nelle confetture, che nei biscotti e attualmente anche nei dessert. E’ basandosi su questi linee strategiche, sulla bontà dei propri prodotti e sulle proprie capacità industriali che l’azienda ha portato il fatturato Italia dai 7 milioni di € del 2000 ai 16 milioni di € del 2004, con una fortissima accelerazione nell’ultimo biennio (+54%). I programmi di sviluppo non si fermano certo qui: anche per il 2005 sono previsti nuovi prodotti e nuove iniziative. Nell’ambito della frutta sciroppata con il marchio Colli Euganei è stata lanciata una nuova gamma di dessert che associa la frutta a vini e liquori tipici: sono nate così le pesche al prosecco, le pere al cabernet e l’ananas al maraschino, che confermano la creatività dell’azienda e la sua indiscussa leadership nell’innovazione di prodotto, così come testimoniano anche le altre nuove referenze (mirtilli, fragole e lamponi allo sciroppo) Un grande avvenimento del 2005 sarà anche il concorso legato alla confettura Bonne Maman, che toccherà oltre 1 milione di consumatori della prestigiosa marca francese, mettendo in palio magnifici viaggi enogastronomici nel sud ovest della Francia, il tutto supportato da ingenti investimenti in comunicazione sui principali periodici italiani. Forte dei risultati di questi ultimi anni Saiace testerà anche sul mercato nuovissimi prodotti che già riscontrano un grande successo in altri paesi europei e che potrebbero far fare alla filiale italiana del gruppo Andros un ulteriore salto di qualità nel panorama alimentare italiano. Tutto ciò senza dimenticare eventuali opzioni di crescita esterna, sintomo di un grande interesse che il gruppo francese ha ritrovato per il mercato italiano convinto dai successi della sua filiale italiana negli ultimi anni.  
   
   
ARRIVA IL BRUNELLO DI MONTALCINO SPALMABILE  
 
I vini “top” del made in Italy di qualità diventano spalmabili sul pane o da abbinare ad arrosti, bolliti misti, cotechini e zampone, ma anche a frutta fresca e pasticceria. La lista va dal Brunello di Montalcino al Marsala, dal Morellino di Scansano al Chianti, dal Passito di Pantelleria al Cabernet Sauvignon, ma anche allo Zibibbo, al Nero d’Avola e a molti altri ancora. È questa una delle tante novità, tra gli oltre 300 prodotti accuratamente scelti presenti ad Agrifood, il salone internazionale del prodotto agroalimentare di qualità che ha aperto ieri i battenti a Verona. Moltissime le novità esposte nel parco fieristico veronese dalle oltre 600 imprese di Agrifood Made in Italy che presentano innovative curiosità nel rispetto della tradizione. E se dalla Calabria arriva il formaggio alla ‘nduja, un mix di piccante e delicato, la vinaccia del prestigioso Aglianico viene usata per aromatizzare il saporito caprino mentre dalla lavorazione del latte di bufala nasce il caciocavallo “in concorrenza” con la tradizionale mozzarella. Dall’emilia arriva il Parmigiano Reggiano superstar ottenuto dall’allevamento delle vacche rosse reggiane recuperate dal rischio di estinzione. Ma le molteplici offerte presenti negli spazi espositivi comprendono prestigiosi oli extravergini di oliva siciliani, toscani, pugliesi, umbri e calabresi. Molta curiosità anche per alcune singolari specialità dolciarie come il cioccolato alla liquirizia che pare desti l’attenzione degli orfani delle sigarette, o i cannoli di ricotta decorati con gustose fragoline che uniscono la pastosa fragranza della ricotta fresca di pecora alla delicatezza dei frutti di bosco. Ma se Agrifood è senza dubbio la massima espressione fieristica dell’agroalimentare, qualche interessante spazio è dedicato al “no food” dove è possibile trovare prodotti della cosmetica quali il latte d’asina che richiama fasti della Roma imperiale, o creme e tonici per la pelle a base di vini piemontesi, portafogli e borse realizzati con pelle di struzzo, capi di vestiario realizzati con lana di pecore allevate biologicamente.  
   
   
LA MARCO FELLUGA INVITATA CON I PRINCIPALI PRODUTTORI VINICOLI DEL MONDO AL RHEINGAU FESTIVAL  
 
Ancora una volta il gruppo Marco Felluga è stato chiamato a rappresentare il made in Italy in uno dei principali festival internazionali di vino e gourmet, il Rheingau Gourmet & Wein Festival 2005, giunto quest’anno alla sua nona edizione. La kermesse, che si svolge ogni anno sul Reno, nella suggestiva cornice della zona dei grandi vini tedeschi, il Rheingau, è una delle maggiori manifestazioni al mondo dedicate al vino e realizzate nelle zone di produzione. Vi sfilano in vetrina i migliori vini e le più prestigiose case di tutti i continenti, quali Sassicaia, Taittinger e Mouton Rothschild. A rappresentare il Friuli Venezia Giulia quest’anno è stato invitato il gruppo Marco Felluga, con l’amministratore delegato Roberto Felluga, intervenuto venerdì 4 marzo, nel corso di una degustazione guidata dal famoso sommelier campione del mondo Markus Del Monego, per presentare i pregiati vini bianchi del Collio prodotti dalle aziende di famiglia. Eccellente occasione per degustare i migliori vini internazionali, accostati ad alcune prelibatezze gastronomiche realizzate da chef di grande fama, il festival sul Reno è da sempre un’importante momento di incontro e di confronto per i maggiori produttori di vino del mondo, oltre che un notevole vetrina sulla scena enogastronomica mondiale. In allegato : la famiglia di Marco Felluga fotografata da Oliviero Toscani  
   
   
PRESENTAZIONE A CAGLIARI DI “IS ARGIOLAS” LA NUOVA ETICHETTA DELLE CANTINE ARGIOLAS DI SERDIANA.  
 
Si chiama Is Argiolas, l’ultimo nato delle Cantine Argiolas di Serdiana. Una nuova sfida sui mercati internazionali per i creatori del Turriga ormai consolidato fra i più importanti rossi non solo italiani e che, insieme ad altre otto etichette nazionali, ha avuto il massimo riconoscimento nelle edizioni 2005 delle principali Guide Enologiche (Ais, Espresso, Gambero Rosso, Maroni, Veronelli). Uve Vermentino al 100%, tutte provenienti dai vigneti Is Argiolas, Comune di Selegas (Cagliari), Is Argiolas è Vermentino di Sardegna Doc di fascia alta di cui saranno commercializzate 100.000 bottiglie e che si preannuncia come una delle etichette italiane di maggior prestigio in un momento in cui in tutto il mondo si sta segnalando un’importante riscoperta dei vini bianchi. La nuova bottiglia sarà ufficialmente presentata il prossimo 19 marzo al Centro Comunale d’Arte e Cultura di Cagliari Exma’ in occasione dell’inaugurazione della grande mostra dal titolo Arte Sacra nella Collezione Ingrao, che l’Assessorato alla Cultura cittadino, la Galleria Comunale e il Consorzio Camu’, dedicano alla sezione di Arte Sacra proveniente dalla Collezione Ingrao, l’importante raccolta di Francesco Paolo Ingrao composta da circa 500 opere d’arte, donate al Comune di Cagliari nel luglio del 1999 ed esposte nelle eleganti sale dell’ottocentesca Galleria Comunale dei Giardini Pubblici. Accanto ai capolavori della Collezione Ingrao, sarà anche esposta la preziosa coppia di “arrecadas a gurdoni ‘e axina”, orecchini con foglie in lamina d’oro e grappolo di perline bianche, risalenti alla fine del ‘700, facenti parte del Tesoro delle Suore Clarisse di Iglesias, che sono stati di ispirazione per la raffinata etichetta del nuovo vino. Un legame consolidato negli anni, quello che lega i Centri Comunali d’Arte di Cagliari agli Argiolas, presenti, in qualità di sponsor, in alcuni dei principali avvenimenti culturali cittadini degli ultimi anni. Dalla mostra Da Renoir a Picasso alla presenza del Principe Alberto di Monaco in occasione della riapertura al pubblico del Castello di san Michele nell’estate del 2002, alle due edizioni della manifestazione Calici di stelle. E ancora per la mostra Da Tiziano a De Chirico, curata da Vittorio Sgarbi e allestita al Castello di San Michele. Un sodalizio che si spinge oltre il semplice rapporto di sponsorizzazione ma che individua proprio nell’arte, quella dei musei così come quella della produzione di pregiati vini, un’importante risorsa su cui investire. Un comune intento di vedute che non a caso ha condotto di recente a siglare l’accordo che lega, in veste di partner privato ufficiale, le Cantine Argiolas al Centro Comunale Exma’.  
   
   
SESTA SELEZIONE NAZIONALE VINI DA PESCE AL VIA IL CONCORSO PIU’ AMBITO DAI VINI BIANCHI E ROSATI  
 
 Il 12 maggio prossimo prenderà il via ad Ancona la sesta edizione della Selezione Nazionale Vini da Pesce, uno dei concorsi più ambiti ed apprezzati dalle aziende vinicole italiane. Il concorso proseguirà anche il giorno 13. Per concludersi il 14 maggio. In realtà, la storia della Selezione inizia ben più di sei anni fa, esattamente nel 1957, quando, in occasione della Fiera Internazionale della Pesca, si è sentita l’esigenza di valorizzare l’abbinamento dei prodotti ittici con il vino. Da sei anni i due Enti sono impegnati per rinnovare e perfezionare il progetto dedicato ai quei vini che, vantando una solida aristocrazia nella nostra tradizione enologica, sono indispensabili per creare quell’armonia che si ricerca e si apprezza nella degustazione dei prodotti del mare. La Selezione è annoverata tra i venticinque concorsi enologici a livello nazionale che il Ministero delle Politiche Agricole autorizza al rilascio di distinzioni, ed è considerata oggi un punto di riferimento per le aziende di settore, sia per l’assoluta qualità e professionalità del concorso che per la visibilità dei vincitori, garantita da un’ampia campagna promozionale sulle maggiori testate di settore. Basti pensare che, dai 190 campioni quasi tutti marchigiani del 2000, si è passati ai 425 dell’edizione 2004, in rappresentanza di 19 regioni. La collaborazione con l’Associazione Enologi Enotecnici Italiani garantisce il massimo livello di serietà, competenza e professionalità, mentre la presenza di giornalisti specializzati italiani ed esteri all’interno delle commissioni di valutazione, contribuisce alla notorietà dell’evento e dei suoi partecipanti. Riceveranno il Diploma di merito i vini secchi e tranquilli D.o.c.g., D.o.c. E l.G.t. Che raggiungeranno un punteggio pari o superiore ad 80 centesimi, secondo il metodo di valutazione Union Internazionale des Oenologues’: ai vini col punteggio più alto in ciascuna delle sei categorie in gara andranno le Medaglie d’Oro, d’Argento e di Bronzo. Riceverà il Premio Speciale Calice Dorico l’azienda che raggiungerà in assoluto il miglior risultato, calcolato in base alla somma dei punteggi più elevati riferiti ai tre vini che abbiano superato gli 80/100.  
   
   
MEDAGLIA D’ORO 2005 PER THERESIANER STRONG ALE, BIRRA ITALIANA DI ALTA QUALITÀ  
 
Il prestigioso “Concorso internazionale di qualità per birra e bevande a base di birra” promosso dalla Deutsche Landwirtschaft-gesellschaft, ente tedesco che si occupa della promozione di tutti i prodotti agricoli come la birra, ha assegnato la medaglia d’oro Dlg a Theresianer Strong Ale in bottiglia da 0,33 cl. I più celebri professori di tecnologia birraia hanno valutato il prodotto sottoponendolo al test più serio e più severo presente a livello mondiale. Sono state attentamente valutate dal punto di vista qualitativo oltre 500 birre europee ed americane. Il giudizio è frutto di una combinazione “ponderale” di criteri soggettivi (assaggio) e oggettivi (analisi effettuate da laboratori statali certificati Iso 9000). La medaglia d’oro alla Strong Ale è il risultato di una costante ricerca in termini di qualità e il frutto dell’esperienza del mastro birraio Lorenzo Pilotto, che nel 2002, insieme a Martino Zanetti, attuale presidente dell’azienda, ha deciso di portarne il grado alcolico a 8,5%. Prodotta e distribuita dal gruppo diretto da Theresianer, la Strong Ale è una delle sei referenze aziendali prodotte in modo artigianale nello stabilimento di Nervesa della Battaglia (Tv), con una produzione che non eccede i 40.000 hl (capacità produttiva tipica delle birrerie europee di eccellenza). La birra Theresianer è distribuita esclusivamente nel canale dell’Ho.re.ca, garante della qualità del prodotto, Tradizione birraia inglese e personalità tutta italiana danno orgine a Theresianer Strong Ale, una birra ad alta fermentazione, dal gusto dolce e la richezza retrolfattiva ampia con sentori di liquirizia, frutta secca e caffè. Proprio per queste caratteristiche gustative, la Strong Ale amata dagli intenditori e apprezzata dal pubblico femminile.  
   
   
LA SALUMERIA ITALIANA VOLA IN MESSICO PROSCIUTTI CRUDI, CULATELLI, PROSCIUTTI COTTI, MORTADELLE E COTECHINI ALLA CONQUISTA DI UN NUOVO PROMETTENTE MERCATO.  
 
In dirittura di arrivo le trattative con Cina, Sud Corea, Australia e Canada: un mercato potenziale di oltre un miliardo e mezzo di consumatori. Dopo più di vent’anni, le autorità messicane hanno autorizzato l’esportazione diretta in Messico di prodotti di salumeria dal nostro Paese. A breve l’industria salumiera italiana potrà esportare anche su questo mercato prosciutti crudi tipici (Parma e San Daniele) e culatelli stagionati per 400 giorni, oltre che prodotti cotti di sola carne suina come la mortadella, il prosciutto cotto, il cotechino. L’esportazione potrà avvenire da ben 81 impianti produttivi, un numero di gran lunga superiore a quelli autorizzati dal Messico per altri paesi. Questo risultato si è potuto concretizzare grazie all’azione congiunta svolta con le autorità italiane, in particolare il costante lavoro del Ministero della Salute, e grazie alla determinazione dell’ambasciatore Franco Tempesta e della Dott.ssa Gianfranca d’Ignazio dell’ufficio commerciale della nostra rappresentanza a Città del Messico. La luce verde alla salumeria italiana è arrivata dopo l’ispezione dei funzionari del Ministero dell’Agricoltura messicano che hanno potuto verificare sul campo le garanzie di sicurezza fornite dalla produzione italiana di salumi. “Si tratta di un risultato molto importante – ha commentato il Presidente di Ass.i.ca. Vittore Beretta – che si inserisce in una strategia che mira a garantire la libera circolazione dei prodotti di salumeria nell’intera area Nafta: dopo i successi negli Stati Uniti e, ora, in Messico, attendiamo infatti a breve la positiva conclusione del dossier Canada.” “L’apertura del mercato messicano, inoltre, dimostra che l’obiettivo di assicurare la presenza dei prodotti della salumeria italiana sui principali mercati mondiali è a portata di mano – ha aggiunto Beretta - Diminuisce progressivamente infatti il novero dei Paesi che non sono aperti al loro ingresso e il settore che opera ormai a pieno titolo in mercati globali.” “Il quadro dei negoziati in atto fa inoltre presagire per il 2005 l’apertura di un significativo numero di mercati di primaria importanza: Cina, Sud Corea, Australia. Il primo semestre dell’anno potrebbe essere un momento di straordinaria importanza per incrementare la presenza della salumeria italiana nel mondo. – ha concluso il Presidente Beretta - I nuovi mercati che si stanno aprendo all’importazione dei salumi è tale che si può ipotizzare di avvicinare per la prima volta al consumo potenziale dei nostri salumi circa un miliardo e mezzo di consumatori.” Per la Cina dopo la firma dei protocolli veterinari per l’esportazione di prosciutti crudi stagionati per 313 giorni e prodotti cotti, è avvenuta nelle scorse settimane la missione degli ispettori della General Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine (Aqsiq) e della Certification and Accreditation Administration (Cnca) che hanno visitato a campione alcuni impianti tra quelli la cui istanza di abilitazione già stata approvata. Tale ispezione dovrebbe concludere l’iter istruttorio avviato con le Autorità di Pechino nel 2002 consentendo di intraprendere le esportazioni di prosciutti crudi stagionati per almeno 313 giorni ottenuti da maiali nati ed allevati in Italia. Degno complemento in Estremo Oriente risulta la Sud Corea, per la significativa importanza rivestita per il nostro settore. Concluso l’iter del provvedimento con cui le Autorità di Seoul hanno sancito le condizioni igienico–sanitarie per l’importazione dall’Italia di prosciutti stagionati per almeno 400 giorni e salumi cotti con temperature superiori ai 69°C. Si attende nel primo semestre 2005 l’ispezione da parte degli ispettori sud coreani agli impianti italiani che hanno fatto richiesta di abilitazione. Anche l’Australia è in lista di attesa per importare salumi dall’Italia. È stata infatti calendarizzata per il mese di marzo l’ispezione del rappresentante dell’amministrazione di Canberra, di stanza a Bruxelles, che consentirà di raccogliere elementi conoscitivi sul sistema Italia. Ciò al fine di poter procedere all’esportazione di Prosciutti tipici italiani stagionati per 400 giorni. Con il Canada, infatti, si sono formalmente concluse le trattative che consentiranno di ampliare significativamente la gamma di prodotti di salumeria esportabili, in precedenza limitata al Prosciutto di Parma intero stagionato per 400 giorni. In particolare, grazie all’incremento del numero degli stabilimenti italiani abilitati ad esportare e alla definizione delle relative modalità di esportazione, risulterà a breve possibile esportare Prosciutti di San Daniele stagionati 400 giorni, Prosciutti di Parma e di San Daniele affettati, Prosciutti stagionati ottenuti da cosce non italiane e prodotti cotti a 70°C per 30 minuti (cotechini, mortadelle, prosciutti cotti).  
   
   
PALATI FINI… ALLA RISCOSSA IN ALTO ADIGE CON LE MIGLIORI MANIFESTAZIONI ENOGASTRONOMICHE DELLA PRIMAVERA  
 
L’alto Adige, magica regione dai mille colori e sfumature, terra seducente nella sua grande varietà e abbondanza, omaggia gli amanti della cucina altoatesina proponendo per i prossimi mesi alcuni appuntamenti imperdibili per festeggiare insieme l’arrivo della primavera. E per i veri appassionati di cucina altoatesina, ma anche per chi volesse cimentarsi per la prima volta nel mondo culinario, un ottimo e prezioso strumento raccoglie tutte le ricette migliori delle dolomiti: “Cucinare nelle Dolomiti. Le migliori ricette dal cuore delle Alpi” di Heinrich Gesteiger, Gerhard Wieser, Helmut Bachmann - Casa Editrice Athesia. "Buona cucina e buon vino della Valle Isarco" - Tradizionali Settimane Gastronomiche (fino al 20 marzo 2005). Tornano in Valle Isarco le Settimane della Buona Cucina, la rassegna gastronomica più tradizionale e importante tra tutte le manifestazioni altoatesine, e capace ogni anno di attirare buongustai e appassionati da tutta Italia e non solo. Fino al 20 marzo, passato e presente s'incontrano quindi nei 19 ristoranti che aderiscono all'iniziativa. Specialità antiche, come le preparavano le nonne, ma al passo con i tempi, eleganti e genuine. La 33a edizione sarà dedicata alla buona cucina e ai vini tipici della Valle Isarco. In aprile Mercatino dei Sapori in Piazza Tribunale (dal 15 al 25 aprile 2005). 50 espositori propongono in Piazza Tribunale a Bolzano i meravigliosi frutti dell’Alto Adige: deliziosi salumi, formaggi, salse, torte al pesto, gustosi vini, pregiati oli d'oliva e primizie da tutta Italia nell'atteso appuntamento primaverile. La Festa della Mela (il 16 e 17 aprile 2005). La storia e le tradizioni dell’Alto Adige, la terra delle mele, saranno il tema della seconda edizione della festa della mela, in programma a Cortaccia il 16 e 17 aprile 2005. Oltre alle tradizionali specialità culinarie, l’appuntamento riserva tante attrazioni, giochi per i più piccoli e informazioni sulla mela, con le sue coltivazioni nel rispetto dell’ambiente e della salute dei consumatori. Ci si potrà far catturare dagli aromi e dai sapori e si avrà la possibilità di conoscere le più disparate maniere di utilizzare le mele nell’alimentazione. Tema principale della manifestazione, poi, sarà la mela quale oasi della salute. Le proprietà terapeutiche dell’aceto di mela, gli estratti di mela per massaggi, una crema a base di mela da cucinare in casa: questi ed altri argomenti verranno spiegati da esperti per soddisfare le curiosità dei visitatori. Mostra di vini a Castel Mareccio (dal 21 al 23 aprile 2005). La Mostra di Vini di Castel Mareccio riunisce veri appassionati e intenditori del vino, in una manifestazione di grande importanza per l'economia vinicola dell'Alto Adige. Questa mostra è di grande rilevanza storica, poichè risale a ben più di cento anni fa. Il 22 marzo del 1986 si svolse infatti il "1° Mercato primaverile del vino” nei suggestivi e tipici locali della Casa del Torchio di Bolzano. Un vero e proprio mercato del vino, dunque, in cui a produttori e commercianti di vino fu offerta l'occasione di presentare alla degustazione 160 vini diversi, di incontrare i loro clienti, ma anche di definire e concludere affari con la stipula di contratti di vendita. La Mostra vini di Bolzano divenne ben presto l'appuntamento primario dell'economia vinicola altoatesina. Nel frattempo gli organizzatori cercarono una nuova sede per la Mostra vini di Bolzano, individuandola in Castel Mareccio, uno splendido maniero circondato da rigogliosi vigneti che forma ora la cornice ideale per questa manifestazione. “Natura, cultura ed asparagi" - Passeggiata culinaria naturalistica a Terlano (dal 16 aprile al 3 maggio 2005). Nel comune di Terlano in provincia di Bolzano aprile e maggio sono i mesi degli asparagi. Speciali escursioni attendono i visitatori per deliziare i loro palati con raffinate pietanze. Gli asparagi raccolti dai produttori locali vengono venduti ai dieci ristoranti di Terlano, Vilpiano e Settequerce, i quali preparano per la loro clientela ogni giorno dei piatti straordinariamente gustosi! Settimane del Dente di Leone (Dal 23 aprile all’8 maggio 2005). Si svolgeranno a Merano le Settimane del Dente di Leone, dove numerose proposte gastronomiche di tempi passati verranno reinterpretate in chiave moderna. Sarà possibile assaggiare piatti sfiziosi e pieni di fantasia, rigorosamente a base di dente di leone, ingrediente base delle numerose manifestazioni, del mercato contadino, delle feste musicali e dell’animazione per bambini.  
   
   
CAFFAREL SI AFFIDA A CREATIVE ACADEMY PER IL CIOCCOLATINO DEL FUTURO  
 
Caffarel ha scelto Creative Academy, la nuova scuola internazionale di design inaugurata l’anno scorso a Milano dal Gruppo Richemont, per sviluppare una serie di proposte innovative di “chocolate design”. Queste saranno presentate con un evento dal titolo “Le Forme del Gusto” in occasione del Fuori Salone, che si svilupperà tra Superstudiopiù di Zona Tortona e la sede di Creative Academy. Il progetto, che coinvolgerà 21 studenti del Master in Design di quest’anno, e 10 creative manager, provenienti da tutte le parti del mondo, avrà come obiettivo la creazione del cioccolatino e del packaging del futuro. I lavori degli studenti saranno portati a termine alla fine del mese di marzo quando la proposta migliore sarà premiata da Caffarel e da una giuria di esperti composta da un famoso designer, un giornalista e un noto appassionato di cioccolato. “Le Forme del Gusto” di Caffarel Un evento da vedere…e da gustare. La famosa azienda piemontese produttrice di cioccolato, da sempre legata ad un’immagine di antica tradizione, quest’anno ha scelto di avvicinarsi al mondo del design per raccontare l’evoluzione storica dei suoi packaging. Le forme dei cioccolatini, i loro incarti e le confezioni che li racchiudono rappresentano, infatti, da sempre uno dei punti di forza di Caffarel. Caffarel sarà presente presso Superstudiopiù, accanto al Press Point, con un corner che illustrerà i lavori degli studenti di Creative Academy attraverso filmati ed immagini. In Creative Academy, invece, Caffarel proporrà una mostra più articolata dove, con l’utilizzo di pannelli e video, saranno presentati non solo i progetti finiti ma anche gli schizzi da cui sono nate le idee creative. Inoltre, verranno esposte le più belle scatole antiche dell’Azienda, che aiuteranno i visitatori a ripercorrere la lunga storia di Caffarel e la sua evoluzione. In entrambe le location, collegate attraverso un servizio shuttle, saranno organizzate delle “degustazioni creative” di cioccolato.  
   
   
APOFRUIT ITALIA “ACCORCIA” LA FILIERA  
 
Al via il Progetto “Ortofrutta Trasparente”: confezioni da 3/7 kg dei principali prodotti italiani di stagione, con la “carta d’identità”, ad un prezzo conveniente per il consumatore e remunerativo per il produttore – Numero verde e sito internet per conoscere prodotti, prezzi e dove acquistarli – In evidenza i costi della filiera. Convenienza per il consumatore, prezzo “accettabile” per il produttore, promozione dei prodotti stagionali, valorizzazione della produzione italiana: questi gli elementi cardine dell’operazione Ortofrutta Trasparente, promossa da Apofruit Italia con il supporto di Anca Legacoop e Agci. Il tutto rendendo chiaro il processo di formazione del prezzo e la struttura dei costi all’interno della filiera. “Questo progetto non vuole essere un tentativo di stravolgere la distribuzione –ha sostenuto Renzo Piraccini, Direttore Generale di Apofruit Italia, presentando a Bologna l’iniziativa- quanto piuttosto una proposta alla Gdo e una risposta concreta alle esigenze del consumatore di poter acquistare frutta e verdura di stagione a prezzi convenienti e, contemporaneamente, una garanzia di reddito al produttore, riconoscendo che ogni fase della filiera deve avere la giusta remunerazione”. “Vogliamo portare avanti iniziative concrete per sostenere i nostri agricoltori – gli ha fatto eco Enzo Treossi, Presidente di Apofruit Italia- e rilanciare il ruolo del produttore, che rappresenta il vero anello debole della filiera ortofrutticola. I nostri soci si aspettano da noi delle proposte per superare la difficile situazione che sta vivendo l’ortofrutticoltura italiana”. Da un paio di anni si è aperta una polemica sui prezzi dei prodotti agricoli che ha assunto toni difficilmente tollerabili in quanto si è colpevolizzata soprattutto l’ortofrutta. Con un solo effetto certo: il consumatore è disorientato e diminuisce i consumi (le famiglie italiane dal 2001 al 2004 hanno acquistato oltre un milione di tonnellate di ortofrutta in meno: da 9,3 a 8,2 milioni di tons, -11,2%). Gli stessi produttori, tirando le somme di un’annata difficile come il 2004 (prezzi pagati alla produzione molto al di sotto dei costi) notano con frustrazione il divario fra quanto ricevono e quanto (in più) paga il consumatore. L’ortofrutta richiede servizi. La distribuzione dell’ortofrutta al dettaglio è costosa, a causa dell’alta deperibilità e dei costi connessi al servizio. Per arrivare al consumatore un chilogrammo di mele deve essere raccolto, trasportato, conservato in frigorifero, calibrato, confezionato in unità consumatore, essere messo in un sovraimballo, trasportato al centro di distribuzione, disposto nei banchi del supermercato. Ognuna di queste operazioni ha dei costi anche se il prodotto non si modifica e “apparentemente” rimane uguale. Nell’attuale situazione di recessione economica, la sensibilità al prezzo è fortemente aumentata. “E c’è chi punta sul prezzo – ha sottolineato Guido Tampieri, Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna intervenendo alla presentazione del Progetto di Apofruit- mentre altri si pongono l’obiettivo di elevare la qualità. Sono due strade. Dobbiamo fare in modo che il consumatore possa scegliere in tutta libertà. E questa di Apofruit diventerà una pietra miliare, perché tutti possono vedere prezzi e costi evidenziando le giuste aggiunte di valore in ogni fase e consentendo di evidenziare anche chi non aggiunge niente”. Il progetto “Ortofrutta Trasparente”. Il progetto “Ortofrutta Trasparente” si propone di rendere trasparente la filiera di alcuni importanti prodotti ortofrutticoli; mettere a disposizione dei consumatori, in maniera continuativa, un prodotto a prezzi contenuti; valorizzare la produzione italiana; recuperare il concetto di stagionalità in ortofrutta e proporre alla distribuzione una partnership effettiva. Il progetto viene proposto, in una prima fase in Emilia Romagna, a tutta la distribuzione, principalmente alla Gdo, ma interesserà anche la distribuzione tradizionale. Se l’iniziativa avrà successo verrà allargata a livello nazionale e ad altre cooperative di produzione. Una ipotesi su cui ha concordato favorevolmente Sergio Nasi di Anca Legacoop. Verranno usati i principali e meno deperibili prodotti di stagione (mele, pere, arance uva, pesche, susine kiwi, patate), tutti di origine italiana, provenienti dalle aree più vocate in cui il Gruppo Apofruit ha propri stabilimenti, saranno in confezioni da 3-7 kg, a peso garantito, con l’obiettivo di fornire al minor costo possibile una buona qualità. La prima offerta riguarda kiwi, arance tarocco e patate Bologna. Il kiwi in cassettina da 3 kg costerà al consumatore 1,00 Euro al kg. Tale prezzo è stato formato da 0,30 Euro pagati al produttore, 0,24 imballo e lavorazione, 0,24 trasporto, 0,08 Euro al cento distribuzione/grossista, alla gestione della vendita vanno 0,20, Iva al 4% 0,04 e costi generali 0,10 Euro. Le arance in cassette da 7 kg costano 1,00 Euro/kg al consumatore, un prezzo che è determinato da 0,30 Euro per il produttore, Iva 0,04 Euro, gestione della vendita 0,20, centro distribuzione/grossista 0,08, trasporto 0,10, imballo e lavorazione 0,20 e costi generali 0,08 Euro. Per la patata Bologna il consumatore pagherà 0,70 Euro al chilo e sarà commercializzata in sacchi da 5 kg (0,25 Euro al produttore, 0,03 per Iva ll 4%, 0,14 Euro gestione vendita, 0,06 centro distribuzione/grossista, 0,04 trasporto, 0,11 imballo e lavorazione, 0,07 Euro costi generali). In ogni confezione ci sarà la “carta d’identità del produttore”, con le caratteristiche di quel prodotto, i metodi di coltivazione e la foto e l’indirizzo del produttore. Apofruit garantirà uno standard qualitativo adeguato, oltre ad assemblare, controllare e trasportare il prodotto al punto vendita o al centro di distribuzione. Le offerte avranno una durata quindicinale. Il sito internet ( www.Ortofruttatrasparente.it ) e il numero verde (800-625121) serviranno a far conoscere i prodotti offerti, il prezzo al consumo, la struttura dei costi fino al produttore e i punti vendita. Il progetto prevede un “Comitato di garanti”, presieduto da Domenico Regazzi Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna) e allargato alle Organizzazioni Professionali Agricole e dei Consumatori. Apofruit Italia significa: 4.500 produttori associati, 8 stabilimenti di produzione (4 in Romagna, 3 in Emilia, 1 nel Lazio); 4 centri di ritiro e stoccaggio; una struttura industriale per la surgelazione di patate prefritte e cotte a vapore; 220.000 tonnellate di prodotto conferito (a livello di Gruppo); un volume d’affari di 172 milioni di Euro (a livello di Gruppo); 125 dipendenti fissi; 2.000 dipendenti stagionali. L’impegno di Apofruit Italia è significativo anche nel settore delle produzioni tipiche con la Pera dell’Emilia Romagna Igp, la Pesca e Nettarina di Romagna Igp, l’Asparago verde di Altedo Igp e la Patata tipica di Bologna. Apofruit Italia è leader di mercato nelle Produzione Biologiche con il marchio Almaverde Bio.  
   
   
DAL PIU’ VASTO FRUTTETO AL MONDO, LE PRUGNE DELLA CALIFORNIA, PROTAGONISTE DI UN GRANDE CONCORSO. PRUGNEDELLACALIFORNIA.IT  
 
Nel più vasto frutteto del mondo, dedicato alla coltivazione delle prugne della california, ogni pianta è seguita con passione e tutto avviene solo secondo i ritmi della natura, rispettando severi standard di qualità. Queste sono le prugne della california. Le originali! la posizione geografica, che beneficia dell'influenza del vicino oceano, è unica. L'insolazione diurna e i caldi pomeriggi assicurano il miglior processo di maturazione dei frutti, mentre l'abbassamento della temperatura notturna favorisce l'assorbimento di importanti minerali. Oggi, le prugne della california sono anche le protagoniste assolute del grande concorso “i love california prunes”,aperto a chiunque fosse interessato. Partecipare è semplicissimo e, al tempo stesso, allegramente coinvolgente. Ci sono due modalità puoi sceglierne una oppure entrambe: basta inventare uno slogan sulle prugne della california oppure una ricetta o un nuovo modo per gustarle:lo slogan più simpatico e originale vince un fantastico volo per la california, mentre le cinque idee più simpatiche e originali per gustare le prugne della california vincono lo splendido ricettario di suor germana. Anche le modalità di partecipazione al concorso aperto a tutti sono semplici, immediate: basta inviare uno o piu’ sms al 336 926.000 (oppure, scrivere a casella postale 888 – 20185 milano). E’ bene affrettarsi, il concorso “i love california prunes” termina a giugno . E così le prugne della california avranno, non solo un nuovo slogan, oltre all’ormai famoso “the clever snack” (“lo snack intelligente”), ma anche tante nuove idee sfiziose per gustarle sia in cucina, sia come snack nei momenti di pausa durante lo sport, lo studio, il lavoro e forse – perché no? – anche quando si incontrano gli amici per un aperitivo…per quanto riguarda i carboidrati, e cioè le sostanze che forniscono energia, nelle prugne della california essi sono costituiti per quasi il 40% da zuccheri semplici, tra cui il fruttosio, lo zucchero proprio della frutta, che fornisce energia immediata. Ecco perché le prugne della california possono essere particolarmente indicate come snack per chi pratica attività sportiva, sia a livello agonistico sia amatoriale. Prugne della california: protagoniste per le eccezionali proprieta’ antiossidanti. Le prugne della california possono contribuire al proprio benessere anche perché sono il frutto che contiene, in assoluto, il più elevato livello di antiossidanti, e cioè di sostanze che prevengono e contrastano i danni causati dai radicali liberi, responsabili di alcune problematiche connesse con l’invecchiamento, ivi comprese le malattie cardiovascolari. Questa scoperta è stata fatta negli stati uniti da un’équipe di ricercatori dell’agenzia scientifica del dipartimento dell’agricoltura, grazie a un’inedita tecnica di analisi sugli antiossidanti denominata orac (oxygen radical absorbance capacity). In sintesi, l’orac misura la capacità di tutte le sostanze contenute negli alimenti di neutralizzare i radicali liberi presenti nell’organismo. Lo studio si basava su varie diete a base di frutta e verdura, alimenti antiossidanti per eccellenza. Ebbene, il consumo di alimenti con proprietà antiossidanti quali frutta e verdura, dopo poco tempo, ha elevato notevolmente il livello di orac presente nell’organismo. In particolare, i test effettuati hanno dimostrato che un’alimentazione ad alto contenuto di orac è in grado di contribuire ad aumentare fino al 25% il potere antiossidante del sangue. Ma il fatto ancor più sorprendente è che, nella classifica degli alimenti che contengono più unità orac per 100 g, le prugne secche sono al primissimo posto (5770 unità), seguite, ma a grande distanza, da uvetta (2830), mirtilli (2400), more (2036), cavoli (1770), fragole (1540), spinaci (1260), lamponi (1220). Gli altri tipi di frutta e verdura hanno valori ancora meno significativi. Possono aiutare a prevenire l’osteoporosi. E’ il risultato di uno studio condotto dall’università dell’oklahoma negli stati uniti su un campione significativo di donne in età postmenopausale non sottoposte a terapia ormonale sostitutiva. Dopo aver inserito nella dieta quotidiana per un periodo di tre mesi 100 g al giorno di prugne della california si è ottenuto un aumento statisticamente significativo degli indici di formazione ossea. Gli esperti hanno dato un nome a questo interessante risultato: isoflavonoidi. Sono un gruppo di ormoni vegetali di cui le prugne secche sono particolarmente ricche e che aiutano a proteggere le ossa dall’osteoporosi. Inoltre, le prugne contengono minerali preziosi.  
   
   
ARROYO: IL NOME DEL PROSCIUTTO CRUDO SPAGNOLO DI ALTA QUALITA' DISTRIBUITO DA EUROFOOD  
 
Nato nel 1947, Arroyo è il secondo marchio spagnolo di prosciutto crudo con una produzione di oltre 2 milioni di pezzi di Serrano e di oltre 400.000 di Pata Negra. Esperienza, tecnologia e innovazione sono le parole chiave che muovono questo grande Gruppo alimentare ancora oggi a conduzione famigliare. L'esperienza è fornita da quasi sessanta anni di un sempre crescente successo che ha via via varcato i confini spagnoli fino a diventare un marchio leader in tutto il mondo. Tecnologia e innovazione significa essersi dotati dei più moderni sistemi produttivi in stabilimenti dedicati esclusivamente alla produzione di prosciutto crudo con un occhio speciale verso il futuro senza comunque dimenticare la tradizione e la qualità nelle diverse fasi di macellazione, lavorazione, stagionatura e confezionamento dei prodotti. Eurofood, il leader di mercato che da oltre vent'anni ricerca, seleziona, importa e distribuisce le migliori specialità gastronomiche da ogni parte del mondo, ha per questo strategicamente inserito Arroyo tra i prestigiosi marchi presenti nel suo catalogo. Il prosciutto crudo è il più popolare e tradizionale dei salumi spagnoli, senza dubbio il più ricercato e conosciuto a livello internazionale. Per produrre il prosciutto Serrano viene utilizzato il maiale bianco, che costituisce il 95% della produzione suinicola spagnola, mentre il suino Pata negra rappresenta il restante 5% della produzione, ponendosi quindi come il prosciutto più pregiato. Il Serrano viene prodotto con le carni del maiale bianco ed ha un periodo di crescita piuttosto breve, viene infatti macellato quando raggiunge i 95/100 chilogrammi di peso ed un'età di circa 6 mesi. Il prosciutto che ne deriva ha un sapore dolce e piacevole dall'aroma intenso e prolungato ed è assolutamente riconoscibile poiché la pelle viene incisa con una V, il caratteristico taglio Serrano. Un'altra particolarità del prosciutto Serrano è la rigorosa certificazione di qualità, certificazione che Arroyo è stata la prima Azienda spagnola ad ottenere. Controlli pezzo per pezzo e analisi effettuate in laboratori altamente tecnologici garantiscono quindi un prodotto assolutamente autentico e genuino. Il suino Pata Negra (che tradotto significa "zampa nera") è lasciato crescere allo stato brado in grandi pascoli di querce ed olmi dove può trovare cibo fresco e nutriente. Viene macellato quando raggiunge i 170 chilogrammi di peso, a circa 16 mesi. Il nome di questo prodotto deriva dalla colorazione del pelo e delle unghie. Le sue carni sono di un colore rosso intenso, dalle tipiche venature di grasso e dal sapore deciso che deriva appunto dall’alimentazione a base di ghiande. La produzione prevede la lavorazione delle carni a crudo, pressate manualmente e impilate in speciali contenitori con sale grosso marino naturale, dove restano dai 5 ai 7 giorni. Dopo tale periodo i prosciutti vengono lavati con acqua purissima e immagazzinati per dieci giorni in un locale di "dopo salatura" a una temperatura costante di 3°, con un'umidità del 90%. Il processo di asciugatura dura 7 mesi durante i quali la temperatura viene portata gradualmente a 30/32°, mentre l'umidità diminuisce. Ciò consente al prosciutto di perdere umidità e contemporaneamente di sviluppare i cambiamenti biochimici nella carne, nel grasso e nelle proteine che determinano il caratteristico aroma ed il particolare gusto dei prosciutti spagnoli. Infine i prosciutti vengono portati in "cavas" o "bodegas" dove per lungo tempo, a 14/16° costanti, raggiungono la stagionatura naturale ed assumono il bouquet finale. I prosciutti Arroyo nelle qualità Serrano e Pata Negra sono distribuiti da Eurofood e venduti in vaschette da 100 grammi confezionate in atmosfera protetta per adattarsi perfettamente ai bisogni del consumatore moderno e garantire l'elevata qualità di un prodotto apprezzato dai buongustai di tutto il mondo.  
   
   
RIGENERAZIONE, RELAX E CROMOTERAPIA NEL RELAIS VILLA SAN MARTINO DI MARTINA FRANCA AL CENTRO DELLA VAL D’ITRIA  
 
Se la Valle d’Itria è uno di quei luoghi ancora poco conosciuti d’Italia che sorprendono per la loro unicità, il Relais Villa San Martino di Martina Franca è un hotel esclusivo che stupisce per i dettagli raffinati. Le meraviglie di Villa San Martino meritano di essere descritte una per una. A cominciare dal parco, illuminato la sera da scenografiche lanterne in ceramica. Uno spazio ombreggiato da palme e pini marittimi ospita la piscina con idromassaggio. I romantici sappiano che alcune piante sono state scelte perché attirano le farfalle. Nella luminosa hall predominano le tinte delicate mentre le 18 camere e le cinque suite sono arredate con mobili italiani del sette e ottocento. Tutte sono dotate di balconi o terrazze, affacciate sulla verde scenografia del giardino. Ma il vero lusso si riconosce dai dettagli, come le lenzuola di lino finissimo. Cambio di atmosfera nell’ampio centro benessere di 300 mq “L’oasi”, aperto anche agli ospiti esterni. Quando si varca la soglia sembra di essere a Marrakech: porte con sportelli intagliati, tessuti nei colori della terra, lampade di ottone che diffondono una luce dorata creano un ambiente da mille e una notte. Qui ci si può rilassare in una vasca idromassaggio, nel bagno turco o nella sauna, provare il percorso Kneipp per il benessere dei piedi, scegliere tra doccia aromatica o cromatica, trattamenti estetici e massaggi. Il Duca di Martina, ristorante del Relais, è il punto di riferimento per i buongustai che visitano la provincia di Taranto. L’ambiente è elegante, i tavoli sono apparecchiati nei toni dell’avorio e in tavola arrivano solo ricette mediterranee preparate con le materie prime freschissime di cui la Puglia va giustamente orgogliosa: formaggi, ortaggi come la cicoria e le fave, pesce. D’estate, il servizio è effettuato all’aperto, su una bella e grande terrazza ombreggiata da tende e piante. I pacchetti Benessere sono di vario tipo. Pacchetti benessere di un giorno: 1) Regeneration, 1 Gommage all'alga per il viso; 1 Trattamento per il viso purificante all'argilla verde (40 minuti); 1 Trattamento corpo di purificazione ai sedimenti marini (60 minuti); 1 Percorso d'acqua (Bagno Turco, Sauna, Percorso Kneipp, Doccia Aromatica, e Idromassaggio)1 ora e 30minuti. 2) Relax , 1 Trattamento per il viso, collo e decolleté, d'idratazione profonda abbinato ad un massaggio con Pietre Calde (45 minuti); 1 Trattamento corpo distensivo che allieva gli stati di Tensione e di Stress (50 minuti); 1 Percorso d'acqua (Bagno Turco, Sauna, Percorso Kneipp, Doccia Aromatica e Idromassaggio). 3) Man’s image, 1 Bagno Turco con cromoterapia; 1 Doccia con Aromaterapia; 1 Sauna Finlandese; 1 Idromassaggio; 1 Percorso Kneipp; 1 Massaggio con oli essenziali (50 minuti). In tutti i trattamenti è incluso il “Tranquillity Welcome”, rituale d'accoglienza che favorisce attraverso degli oli essenziali, l'assorbimento dei principi attivi ed incrementa la piacevolezza dell'esperienza. Www.relaisvillasanmartino.com  
   
   
LIBERAZIONE DELLE ENERGIE BLOCCATE, RELAX, RECUPERO DEL PROPRIO EQUILIBRIO EMOTIVO CON LE PARTICOLARI TECNICHE DI RESPIRAZIONE DEL DOTT.GIAN MARCO CARENZI  
 
Il Dott. Gian Marco Carenzi, terrà a Milano il 10 Aprile 2005 il seminario esperienziale dal titolo ‘Il Respiro che guarisce’. Il Dott.carenzi, Psicologo e Presidente dell’istituto di Counseling e Respirazione Metacorporea Oceano Sintesi, guiderà i partecipanti a conoscere la Respirazione Metacorporea e a sperimentare ciò che possiamo fare quando entriamo in contatto con la nostra energia interiore. La Respirazione Metacorporea è una particolare tecnica di respirazione che ci permette di entrare in comunicazione direttamente con la nostra sfera intima ed emotiva, favorendo la liberazione delle energie bloccate e delle relative manifestazioni emozionali. Grazie a questo percorso i partecipanti impareranno gradualmente ad affrontare le proprie paure, i disagi e lo stress quotidiano in modo diverso. Il seminario ‘Il Respiro che guarisce’ verrà replicato anche il 15 Maggio e il 12 Giugno 2005. Per informazioni: tel 02.6704157, e-mail corsi@oceanosintesi.I t Oceano Sintesi ha sviluppato ed approfondito la propria originale metodica della Respirazione Metacorporea per favorire in maniera dolce e graduale l'espressione dei propri potenziali positivi e costruttivi. L’istituto attraverso seminari, corsi e giornate aperte, promuove un modello di crescita personale rivolto a persone sane e basato su una maggiore consapevolezza mentale, emotiva e spirituale. Accreditato al Ministero della Salute come ente organizzatore nell'ambito del programma di educazione continua in medicina (Ecm) e riconosciuto dalla Reico (Registro Italiano Counselor) per la formazione professionale counselor. Www.oceanosintesi.it  
   
   
DA PARSIFAL LEZIONI DI YOGA PER LE FUTURE MAMME  
 
Il Centro Parsifal offre lezioni di Yoga individuali o di gruppo dedicate alle donne in gravidanza. Lo Yoga è una disciplina psicofisica che, attraverso un continuo e graduale esercizio, riequilibra le disarmonie fisiche e restituisce, a chi lo pratica, uno stato di completo rilassamento e di rigenerazione. Una mamma che decide di praticare lo yoga, sceglie di iniziare da subito, nel modo più completo e naturale possibile, a nutrire e a crescere il suo bambino, dedicando del tempo a se stessa, al suo corpo e al suo spirito. Tra gli effetti della pratica dello Yoga durante la gravidanza, il più importante è l’aiuto a concentrarsi profondamente sulla propria condizione ed a orientare l’attenzione al proprio interno. Attraverso l’utilizzo di tecniche di respirazione e di rilassamento, si può infatti sperimentare e conoscere le illimitate risorse di energia a disposizione dell’essere umano. Lo Yoga può diventare uno strumento molto prezioso per la madre, tanto durante la gravidanza quanto nel periodo che segue il parto, poiché rappresenta un valido metodo per rilassare le tensioni fisiche muscolari e articolari, per liberare le emozioni e per migliorare lo stato di salute. Diventa inoltre un mezzo efficace per imparare a scoprire e liberare la conoscenza istintiva, avere più fiducia nelle proprie capacità ed affrontare il parto in modo naturale e sereno. www.Parsifal-mi.it
 
   
   
PER EX FUMATORI LA TERAPIA D’URTO DISINTOSSICANTE PRESSO IL CENTRO BENESSERE DELL’ASTORIA PARK HOTEL DI RIVA DEL GARDA  
 
Pelle grigia, spenta, opaca? Nel centro benessere dello splendido hotel rivano trattamenti ad hoc per “terapie d’urto” contro gli effetti degli agenti inquinanti e del fumo. Sempre esposta all’aria, la pelle è soggetta ad irritazione e a invecchiamento precoce: in una parola a stress ossidativo. Responsabili dei danni all’epidermide sono i radicali liberi, particelle tipiche dell’ambiente inquinato e tanto reattive quanto difficili da contrastare. Andare in motorino o in bicicletta, camminare nel traffico della città, vivere in mezzo allo smog delle grandi metropoli: sono tutte situazioni che comportano una pelle del viso ad alto rischio di inquinamento! Per non parlare della vera e propria metamorfosi della pelle causata dall’esposizione al fumo e dall’uso del tabacco: accentuata secchezza, disidratazione e irritabilità, tutti fattori che concorrono all’invecchiamento precoce del viso, tanto che si parla di "smoker’s face" (faccia da fumatore). L’astoria Park Hotel di Riva del Garda offre ai propri ospiti trattamenti su misura per chi è stato esposto allo smog e al fumo, per fumatori ed ex-fumatori. Trattamento Detox, antismog: Un trattamento corpo Natural Detox, Un trattamento viso con microdermabrazione, 1 tisana al tè verde e bergamotto o 1 tisana al tè rosso e mandarino. Natural Detox: è un avvolgimento purificante, utilizzato per eliminare le tossine, applicato per 35 minuti con il Fango detossinante del Mar Morto. Segue una doccia e olio aromatico specifico. Light Ultrapeel: è un microdermoabrasore, che permette una esfoliazione profonda e controllata della pelle del viso. Ideale per trattare inestetismi quali rughe, smagliature, cicatrici, aree iperpigmentate e ipercheratosiche, e ridare alla pelle uno speciale tocco di luminosità. Com www.Relaxhotels.com