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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Aprile 2008
BILANCIO 2009 DEL PARLAMENTO EUROPEO, ANNO DEL TRATTATO E DELLE ELEZIONI  
 
Bruxelles,15 aprile 2008 - Il Parlamento sottolinea che le nuove competenze del Parlamento derivanti dal Trattato di Lisbona non dovranno necessariamente richiedere un aumento delle risorse, ma piuttosto un migliore uso di quelle esistenti. In vista delle elezioni europee, occorrerà inoltre informare adeguatamente i cittadini, soprattutto via i media locali. Il bilancio 2009 dovrà poi tenere conto dell´applicazione dello Statuto dei deputati, ma occorrerà anche definirne uno per i loro assistenti. Approvando con 539 voti favorevoli, 39 contrari e 61 astensioni la relazione di Janusz Lewandowski (Ppe/de, Pl), il Parlamento ricorda che il suo bilancio per il 2008 ammonta a 1. 452. 517. 167 euro e sottolinea che il 2009 sarà un anno di «profondi cambiamenti», in particolare per l´entrata in vigore del trattato di Lisbona, per le elezioni europee che si svolgeranno a giugno e per l´entrata in vigore, all´inizio della prossima legislatura, del nuovo statuto dei deputati europei. Queste sfide, per i deputati, rappresentano anche una nuova opportunità per fare in modo che le priorità politiche del Parlamento europeo «siano adeguatamente finanziate» e, nel contempo, «controllate» per individuare le potenziali economie «ovunque siano possibili» e per garantire la sostenibilità del bilancio». D´altra parte ritengono che «la tendenza alla moderazione sia una virtù in sede di redazione del bilancio, anche se ciò non è necessariamente vero in altre circostanze». Tale approccio, peraltro, «manderà un giusto segnale ai contribuenti dell´Unione europea», mentre l´evoluzione del massimale finanziario «deve continuare a essere sorvegliato con attenzione». Trattato di Lisbona: tenere conto dei nuovi compiti legislativi - Le accresciute responsabilità del Parlamento a seguito della ratifica del trattato di Lisbona, secondo i deputati, dovrebbero costituire uno dei principali aspetti da considerare in sede di formulazione del bilancio 2009. Anche perché il prossimo rafforzamento dei poteri di codecisione «non ha precedenti». Per il Parlamento, non si tratta tanto di una questione di risorse finanziarie quanto, piuttosto, della necessità di ricercare modalità di organizzazione del lavoro pertinenti ed efficaci sotto il profilo dei costi. Tra queste cita una maggiore focalizzazione sulle attività essenziali, la ridistribuzione di personale ove possibile, la ristrutturazione dei servizi per adattarsi alle nuove circostanze, un migliore uso delle moderne tecnologie ed anche una maggiore cooperazione interistituzionale. Esprimendo sorpresa per il fatto che solo il 6% del personale lavora presso le commissioni parlamentari, il Parlamento chiede una valutazione dei fabbisogni di risorse umane, comprese informazioni più precise sulle esigenze delle varie commissioni, nonché un organigramma dettagliato della totalità del personale (funzionari ed altri agenti) in servizio presso l’amministrazione. Occorrerà poi proporre soluzioni appropriate, compresa la ridistribuzione del personale, «al fine di rafforzare l´attività essenziale, vale a dire il lavoro legislativo». Elezioni 2009: informare i cittadini - Nel sottolineare che il 2009 sarà l´anno delle elezioni europee, i deputati considerano questo «un aspetto essenziale del bilancio da concordare». Al riguardo ribadiscono che i cittadini europei «devono essere adeguatamente informati del lavoro svolto dai loro rappresentanti eletti e del ruolo politico e legislativo del Parlamento». In tale contesto, è sottolineata l´importanza delle azioni di comunicazione decentrata che coinvolgono anche i media regionali e locali. Questo, per il Parlamento, è infatti un modo efficace sotto il profilo dei costi di realizzare la necessaria informazione mirata e insiste inoltre affinché i deputati partecipino attivamente a tali iniziative. Il Parlamento, inoltre, intende vigilare sul finanziamento di tre grandi progetti inerenti all´informazione dei cittadini: il centro visitatori e il centro audiovisivo, che s´intende rendere pienamente operativi entro il 2009, e il progetto Web-tv, che dovrebbe essere operativo entro il 1° luglio 2008. Quest´ultimo progetto, a suo parere, «ricaverà valore aggiunto dagli investimenti nella politica di comunicazione, in quanto offrirà a tutti i cittadini dell´Unione un agevole accesso ai lavori del Parlamento». D´altra parte, il Parlamento auspica che l´importante progetto di una "Casa della storia europea" riceva anche il sostegno della Commissione. Nuovo Statuto dei deputati ma anche per i loro assistenti - Il Parlamento attribuisce grande importanza allo statuto unificato per i suoi deputati, che sarà introdotto con la nuova legislatura. Osserva poi che l´ammontare della spesa aggiuntiva, tenuto conto delle modalità transitorie che potranno essere impiegate per un periodo fino a dieci anni, «è finora approssimativo» e, pertanto, chiede una stima di bilancio aggiornata relativa a tali spese. Anche perché «è probabile che un numero maggiore di deputati rispetto a quanto inizialmente previsto opterà per il nuovo sistema». Va inoltre aggiornato l´impatto finanziario della nuova regolamentazione relativa alle indennità, che dovrebbero essere riformate contestualmente al nuovo Statuto. Il Parlamento appoggia le raccomandazioni della Conferenza dei presidenti e dell’Ufficio di presidenza volte ad assicurare «l´applicazione coerente delle norme interne del Parlamento relative al rimborso delle spese di assistenza parlamentare» e ad incaricare il gruppo di lavoro dell’Ufficio di presidenza «di valutare in dettaglio e con urgenza il funzionamento delle norme attualmente in vigore e, data l´importanza della questione, di presentare proposte di modifica di tali norme». Invita quindi il gruppo di lavoro costituito in seno all´Ufficio di presidenza a presentare, unitamente ai servizi competenti della Commissione, «proposte relative a uno statuto degli assistenti dei deputati», da trasmettere in via d’urgenza al Consiglio, in modo che detto statuto «possa entrare in vigore alla stessa data dello Statuto dei deputati». Ritiene infatti che lo statuto proposto «garantirebbe la parità e la trasparenza del trattamento degli assistenti e contribuirebbe ad assicurare l´assolvimento degli obblighi fiscali e sociali, quali quelli retributivi e previdenziali». Edifici: valutare i costi di manutenzione inutilmente elevati e come risparmiare - La relazione riconosce che sono state realizzate «notevoli economie» grazie ai pagamenti anticipati effettuati per edifici nel corso degli ultimi dieci anni. La politica di acquisizioni del Parlamento a più lungo termine dovrà peraltro essere valutata alla luce dei limiti del massimale finanziario e delle specifiche esigenze nei suoi tre luoghi di lavoro. I deputati chiedono infine lumi sui vincoli, sia regolamentari che pratici, eventualmente responsabili di costi di manutenzione «inutilmente elevati» per gli edifici dell´Ue, compresi quelli del Parlamento. Si tratta, in particolare, di stabilire se le cause profonde di questa situazione sono legate in qualche modo alla ristrettezza del mercato, agli oneri imposti dal regolamento finanziario e dagli appalti pubblici o a qualsiasi altro fattore pertinente. Nell´auspicare poi l´inserimento in una lista nera delle imprese che hanno presentato costi inutilmente elevati, il Parlamento ritiene che dovrebbero essere esplorate modalità per realizzare risparmi nel bilancio destinato agli edifici. .  
   
   
LA GRAN BRETAGNA E L´EUROPA: DENTRO O FUORI  
 
 Milano, 15 aprile 2008 - «I britannici abbiano il coraggio di chiedersi: il Regno Unito deve rimanere nell’Unione europea oppure deve uscirne? E se la risposta sarà a favore dell’Europa, gli anti-europeisti tacciano per sempre». Inizia così l´intervista che Nick Clegg, il leader del partito Liberal Democratico inglese ha rilasciato a Francesca Morandi per la newsletter. Un´ intervista interessante per almeno due motivi. Primo, chi la rilascia è a capo di un partito importante in Europa (in termini di voti i liberali inglesi non sono troppo lontani dai due partiti che tradizionalmente si alternano al numero dieci di Downing Street, i laburisti e i conservatori) e ha quarant´anni, più o meno l´età dei vari Clinton, Blair, Aznar o Zapatero quando sono diventati presidenti o primi ministri nei loro Paesi, o di Milliband, attuale ministro degli esteri della Regina. Secondo, si parla d´Europa, trattando in termini forti ("in or out") il tema del futuro dell´Unione, che dalla campagna elettorale appena svoltasi in Italia è stato del tutto assente. Uno dei luoghi comuni sulle elezioni è che "in campagna elettorale non si parla di politica estera perché o non interessa o fa perdere voti". Ma l´Europa non è politica estera: le norme del Trattato hanno prevalenza su quelle nazionali, e oggi è un dato di fatto che la dimensione europea è quella che incide più profondamente sull´economia, sull´ambiente, sull´immigrazione, sull´agricoltura, sulla concorrenza delle imprese. Quindi è politica interna. La ratifica italiana del Trattato di Lisbona è per ora nel frigorifero del Parlamento. Sarebbe opportuno che il nuovo Parlamento la tirasse fuori subito dopo le elezioni, assieme allo champagne augurale per la nuova legislatura. Una pronta e massiccia ratifica italiana potrebbe aiutare anche Mister Clegg e i suoi colleghi inglesi a dire "in".
Matteo Fornara Rappresentanza a Milano.
Di seguito l´intervista di Francesca Morandi a Nick Clegg.
«Il Regno Unito si chieda: fuori o dentro all’Europa?» Il presidente dei liberali Nick Clegg: un referendum e poi avanti con coerenza «I britannici abbiano il coraggio di chiedersi: il Regno Unito deve rimanere nell’Unione europea oppure deve uscirne? E se la risposta sarà a favore dell’Europa, gli anti-europeisti tacciano per sempre». È questa la cruciale domanda sulla quale dovrebbero interrogarsi i Sudditi di Sua Maestà, secondo Nick Clegg, presidente dei Liberali democratici britannici, il terzo partito nel Parlamento della Gran Bretagna dopo i laburisti e i conservatori. «Al posto che perdere tempo in inutili dibattiti dove si critica costantemente l’Ue nel suo lavoro quotidiano, la nostra nazione dovrebbe andare dritto al cuore del problema e risolverlo una volta per tutte». Presidente Clegg, si riferisce alla proposta del suo partito dichiedere ai cittadini se il Regno Unito dovrebbe continuare a stare nell’Ue? «Certamente, pensiamo infatti che sia necessario un dibattito di fondo per chiarire a noi stessi se vogliamo continuare ad aderire all’Unione europea oppure vogliamo lasciarla. È un giustificato dibattito a conclusione del quale si potrebbe legittimamente ipotizzare un referendum. Considerando inoltre che un confronto sull’argomento non è affrontato dall’inizio degli anni Settanta, è il momento di parlare seriamente di Europa e, giunti a una decisione, procedere con coerenza». La Gran Bretagna è spesso considerata “euroscettica”, lo è davvero? «C’è una piccola minoranza dei britannici che è genuinamente a favore dell’Ue e c’è una piccola minoranza dei britannici che è decisamente contro l’Ue. Credo, tuttavia, che la vasta maggioranza dei cittadini non sia né scettica né simpatizzante ma semplicemente indifferente. Infondo è un atteggiamento comprensibile perché per molte persone l’Unione europea appare come un’entità lontana, che non tocca la loro vita quotidiana e dunque non ne sono particolarmente interessati». A questa indifferenza contribuisce la mancanza di informazione? «Ciò che diffondono giornali e televisioni nel Regno Unito non rispecchia la realtà di quanto fa l’Europa e dunque non ritengo che si faccia un’informazione adeguata in materia. Ritengo però che nessuno si debba aspettare che l’Ue sia amata e idealizzata dalla gente perché è troppo distante dalle loro preoccupazioni principali. Inoltre i cittadini non possono comprendere discussioni complesse come quelle relative al processo costituzionale europeo. Penso semplicemente che i britannici dovrebbero guardare all’Europa come ad una istituzione legittima, necessaria e desiderabile che aiuta la nostra nazione ad affrontare problemi di ampia portata come quelli legati alla globalizzazione». Qual è la più grande paura dei britannici che guardano all’Unione europea? «La paura è quella di una perdita di controllo. Nel Regno Unito è diffusa una visione secondo la quale se il nostro Paese condivide la propria sovranità con l’Ue, finirà per perdere le redini del proprio destino. Sono profondamente in disaccordo con questa prospettiva che andrebbe capovolta: credo infatti che la nostra adesione all’Unione europea ci fornisca tutti gli strumenti per controllare quello che accade attorno a noi, in Europa e nel mondo, più di quanto potremmo fare se il nostro potere si limitasse ai confini nazionali. A fronte di questioni come il commercio internazionale, l’economia globalizzata, il terrorismo e l’ambiente, abbiamo oggi più potere di intervento grazie al fatto che facciamo parte dell’Unione europea». Il processo comunitario sta proseguendo con la ratifica del Trattato di Lisbona, che ha sostituito la Costituzione europea. All’inizio di marzo il Parlamento britannico ha bocciato la proposta di tenere una consultazione popolare sulla ratifica del Trattato. Come commenta il risultato del voto? «Penso che sia stata la decisione giusta poiché il Trattato di Lisbona non richiede un referendum, in quanto, a differenza di altri trattati europei, introduce cambiamenti modesti. Inoltre crediamo che in una democrazia rappresentativa dovremmo usare lo strumento referendario solo se la questione è di un peso tale da richiederlo, se il quesito è facilmente comprensibile ai cittadini e se è possibile rispondere con un “sì” o con un “no”. Il Trattato di Lisbona non adempiva alcuna di queste condizioni». Nel suo partito, i Liberali democratici, sono emerse divisioni dopo l’ordine da lei impartito ai suoi parlamentari di non sostenere con il proprio voto l’emendamento dei Tory favorevole al referendum. Cosa è accaduto? «La maggioranza dei Liberali democratici, incluso il sottoscritto, considerava errato l’emendamento suggerito dai conservatori. Come ho già evidenziato, siamo convinti che il Trattato di Lisbona non introduce modifiche di portata tale da richiedere un referendum. Non si tratta di una Costituzione ma di un trattato internazionale che è, tra l’altro, molto più modesto se paragonato al Single European Act o al Trattato di Maastricht, che fu negoziato e ratificato senza una consultazione popolare. Una minoranza di 13 parlamentari liberaldemocratici su un totale di 63 si è dichiarata in disaccordo perché riteneva che il Trattato di Lisbona dovesse essere sottoposto a un referendum, ma una vasta maggioranza era contraria alla consultazione. Contrasti simili sono affiorati in tutti e tre i partiti britannici. Le divisioni più ampie si sono registrare tra i conservatori, il cui partito è profondamente diviso tra alcuni parlamentari che sono a favore dell’Unione europea e una larga maggioranza che sta diventando ostile all’idea di Europa nel suo complesso. Penso che questa maggioranza di conservatori sarebbe oggi pronta a votare per il ritiro della Gran Bretagna dall’Ue. Nel mio partito, invece, le divisioni non sono state tra coloro che sono a favore o contro l’Unione europea ma tra coloro che volevano il referendum sul Trattato di Lisbona e coloro che si opponevano. Molti dei miei parlamentari che hanno votato a favore dell’emendamento dei Tory, credono fortemente nel progetto europeo». Secondo i sondaggi l’88% dei britannici chiedeva un referendum sul Trattato di Lisbona. Come interpreta questo forte segnale proveniente dai cittadini, di partecipare al processo di ratifica? «C’era un forte desiderio di un referendum ma non credo che la reale richiesta fosse quella di una consultazione sul Trattato di Lisbona. Immaginiamo che ci fosse stato un referendum, come chiedevano i conservatori, e che la maggioranza dei cittadini britannici avesse rifiutato la ratifica. L’ipotetico scenario sarebbe stato di grande delusione per i cittadini che, il giorno dopo il loro “no” al Trattato, si sarebbero sentiti traditi perché avrebbero realizzato che, in realtà, il rifiuto del Trattato di Lisbona non avrebbe cambiato di molto la posizione della Gran Bretagna nell’Ue. Questo perché il Trattato si limita a rafforzare l’assetto istituzionale attuale dell’Europa senza cambiamenti radicali. Credo che il Trattato sarà alla fine approvato ma gli europeisti non dovrebbero aspettarsi che l’Ue trasformi in breve tempo le sue istituzioni e i suoi poteri in senso più comunitario, il processo sarà lungo». .
 
   
   
CROAZIA: ULTERIORI RIFORME PER POTER ADERIRE ALL´UE  
 
 Bruxelles,15 aprile 2008 - La Croazia ha compiuto lodevoli progressi verso l´adesione all´Ue ma deve proseguire le riforme dell´amministrazione pubblica e della giustizia, e continuare la lotta alla corruzione. E´ quanto afferma il Parlamento compiacendosi della soluzione sulla zona di pesca nell´Adriatico e chiedendo vigilanza sui processi per crimini di guerra. La richiesta alla Croazia di ammettere la responsabilità del massacro di 20. 000 italiani, di restituire i beni agli esuli o di risarcirli, è stata respinta. Approvando con 588 voti favorevoli, 39 contrari e 22 astensioni la relazione di Hannes Swoboda (Pse, At), il Parlamento rileva che negli scorsi due anni di negoziazioni la Croazia ha compiuto «sostanziali e lodevoli progressi» nella maggior parte dei settori coperti dalla legislazione comunitaria e che i buoni risultati ottenuti sono di «buon auspicio per il processo di integrazione nell´Ue». La Croazia, inoltre, continua a rispettare i criteri di adesione e ad applicare con successo l´Accordo di associazione. Congratulandosi con le autorità croate per i risultati positivi finora raggiunti, il Parlamento ritiene che, con un maggiore impegno da parte della Croazia e un maggior sostegno da parte delle istituzioni dell´Ue, i negoziati di adesione dovrebbero concludersi nel 2009. In tale contesto, chiede alla Commissione di intensificare i propri sforzi e insiste sulla necessità di attuare nuove norme legislative quale parametro per valutare lo stato di preparazione del paese per l´adesione. Una valutazione, è precisato, che «deve essere basata sui fatti e non soltanto sulla legislazione adottata». Il Parlamento sottolinea infatti che sono necessari maggiori sforzi e un rinnovato impegno politico per affrontare alcuni dei settori più problematici in cui sono necessarie riforme, «prima che la Croazia possa aderire all´Unione europea». Più in particolare, lieto di osservare che buona parte della legislazione croata è stata allineata agli standard dell´Ue, ricorda che è adesso «fondamentale» accelerare il processo di riforma dell´amministrazione pubblica e lo sviluppo della capacità amministrativa necessaria per eseguire la nuova legislazione. Sottolinea inoltre la necessità di «ulteriori miglioramenti» nel settore giudiziario: riduzione del cumulo dei processi, promozione dell´indipendenza, imparzialità e professionalità della magistratura e razionalizzazione del funzionamento dei tribunali. Occorre inoltre proseguire gli sforzi allo scopo di eradicare la corruzione, «in alcuni casi inaccettabilmente diffusa», che pregiudica lo sviluppo economico del paese. Il Parlamento, peraltro, approva il programma economico di preadesione della Croazia. Nel ricordare poi a tutte le parti interessate il principio "pacta sunt servanda", per quanto riguarda le questioni bilaterali tuttora irrisolte, il Parlamento si compiace della decisione croata del 13 marzo 2008 di non applicare la della Zona di protezione ecologica e di pesca (Zerp) nell´Adriatico agli Stati membri dell´Unione fino a che non sarà raggiunto un accordo comune e confida che, quando la questione sarà risolta definitivamente, potranno essere prese in tempi rapidi decisioni sull´apertura di nuovi capitoli. Congratulandosi per gli sforzi compiuti a favore di un imparziale svolgimento dei processi per i crimini di guerra, il Parlamento invita la Croazia ad esercitare una continua vigilanza allo scopo di evitare «il rischio della pronuncia di sentenze etnicamente motivate» e sollecita quindi misure integrative urgenti per la protezione dei testimoni per assicurare l´integrità del processo giudiziario. D´altra parte, accogliendo favorevolmente la cooperazione della Croazia con il Tribunale penale internazionale per l´ex Jugoslavia (Icty), il Parlamento si dice preoccupato circa l´impatto negativo che le sue sentenze sui crimini di Vukovar hanno avuto sull´opinione pubblicar croata. Nel rilevare poi che la Croazia ha compiuto «sforzi sostanziali e coronati da successo che hanno prodotto risultati visibili» per realizzare la riconciliazione tra i popoli, il Parlamento sollecita il reintegro sostenibile dei rifugiati di guerra. A tale riguardo nota la necessità di sviluppare e attuare tempestivamente misure sociali in materia di alloggi e di lavoro. D´altra parte, l´Aula ha respinto una serie di emendamenti proposti da Roberta Angelilli (Uen, It). Uno di questi affermava che, «quale condizione preliminare per l´adesione della Croazia all´Unione europea», fosse indispensabile l´ammissione «della responsabilità politica, morale e storica per il massacro di oltre 20. 000 italiani compiuto dalle milizie delle autorità croate del regime comunista della ex-Jugoslavia». Un altro sosteneva la necessità di risolvere il problema della restituzione, e/o di provvedere a un adeguato risarcimento, per i beni espropriati agli esuli italiani espulsi dal governo croato nel 1947 e, in proposito, esprimeva preoccupazione per il perdurare della legge di denazionalizzazione che vieta la restituzione dei beni espropriati a cittadini non croati. E l´ultimo invitava il governo croato a porre fine alla discriminazione subita dai cittadini italiani ai quali è impedita l´acquisizione di immobili, sostenendo che ciò è incompatibile con i principi della libera circolazione di persone e beni sanciti a livello Ue. Il Parlamento si congratula con la Croazia per le misure adottate al fine di facilitare l´integrazione delle minoranze e incoraggia nuovi sforzi per assicurare l´eliminazione di tutte le forme di discriminazione e pregiudizio, anche nei confronti della comunità Rom. In tale contesto, esorta il governo ad adottare una strategia globale contro la discriminazione e ad attuarla con efficacia a livello nazionale e locale. Ricorda inoltre la necessità di assicurare l´insegnamento bilingue nelle scuole, il bilinguismo nella pubblica amministrazione e le previste garanzie occupazionali concernenti l´adeguata rappresentanza delle minoranze nel potere giudiziario e nell´amministrazione pubblica. I deputati, infine, esprimono preoccupazione per le recenti critiche avanzate dalla Commissione in merito al modo in cui i fondi Ue vengono gestiti dalle autorità croate. Occorre quindi identificare urgentemente le debolezze amministrative riscontrate al fine di cessare la sospensione temporanea degli appalti nell´ambito del programma Phare 2006 (con una dotazione finanziaria totale pari a 68,5 milioni di euro) e di consentire il ripristino degli stanziamenti iniziali per l´esercizio finanziario 2008, in seguito a una riduzione di 5 milioni di euro. In merito alla relazione di Erik Meijer (Gue/ngl, Nl) sui progressi nel 2007 dell´ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom), il Parlamento ha accolto la proposta di Hannes Swoboda (Pse, At) di rinviare il voto alla prossima sessione per tentare di trovare un compromesso sulla controversa questione del nome del Paese. Daniel Cohn Bendit, dicendosi contrario alla proposta, aveva affermato che «la Macedonia si chiama Macedonia». Il relatore, infine, pur non essendo in disaccordo con il leader dei Verdi, ha ritenuto «ragionevole» rinviare il voto. .  
   
   
CULTURA EUROPEA: TUTELARE IL COPYRIGHT SENZA PUNIRE L´USO NON COMMERCIALE  
 
Bruxelles,15 aprile 2008 - Una strategia europea, più finanziamenti e un fisco favorevole per la cultura. E´ quanto chiede il Parlamento sollecitando la tutela dei diritti d´autore e la lotta alla pirateria, ma senza criminalizzare i consumatori senza fini commerciali. Occorre poi promuovere il turismo culturale, tutelare il patrimonio dal commercio illegale e incentivare la circolazione degli artisti e delle opere nell´Ue. Il 2011 dovrebbe essere proclamato "Anno europeo dei classici greci e latini". Nel 2003 il settore culturale contribuiva per circa il 2,6% del Pil dell´Ue generando oltre 654 miliardi di euro e, nel 2004, vi lavoravano più di 5 milioni di persone, pari al 3,1% della popolazione attiva. Inoltre, la crescita del settore culturale e creativo tra il 1999 e il 2003 è stata del 12,3% più alta della crescita dell´economia in genere, dando un contributo diretto all´economia europea. Tenuto conto di quanto precede, il Parlamento ha adottato - con 586 voti favorevoli e 36 contrari - la relazione di Guy Bono (Pse, Fr) e - con 542 voti favorevoli, 62 contrari e 12 astensioni - quella di Vasco Graça-moura (Ppe/de, Pt). Con esse, i deputati sottolineano che la cultura e la creatività svolgono un ruolo centrale per la promozione dell´identità e della cittadinanza europea e per raggiungere gli obiettivi della Strategia di Lisbona. A loro parere, inoltre, il patrimonio culturale europeo ha posto storicamente l´Europa in un ruolo d´avanguardia tra i continenti ed è stato un motore di innovazione, sviluppo e progresso. Le industrie culturali, è precisato, sono quelle che aggiungono un «plusvalore economico» alle opere del pensiero e, in tale ambito, ne fanno parte il cinema, la musica e l´editoria nonché i mezzi di comunicazione di massa e le industrie del settore creativo (moda e design), del turismo, delle arti e dell´informazione. Una strategia europea, più finanziamenti e un fisco favorevole per la cultura - Per i deputati, oltre che sull´innovazione imprenditoriale, la competitività dell´Ue deve basarsi sui settori della cultura e della creatività e, pertanto, occorre dare la priorità a politiche incentrate sull´innovazione delle attività culturali e dell´economia creativa. E´ anche importante elaborare una «vera e propria strategia europea a favore della cultura» che comprenda «misure politiche strutturate di attuazione concreta per lo sviluppo delle industrie creative». La dimensione culturale, inoltre, dovrebbe essere integrata in tutte le politiche comunitarie. Anche perchè i deputati ritengono che il patrimonio culturale europeo - compreso il connubio delle sue principali matrici, come ad esempio «l´antichità greca e latina e giudeo-cristiana che hanno posto storicamente l´Europa all´avanguardia di tutti i continenti» - si è rivelato «un motore incomparabile di innovazione, di sviluppo e di progresso che si è propagato in tutte le direzioni. Questo, inoltre, «continua ancora oggi a costituire un riferimento essenziale di umanesimo, di arricchimento e di animazione spirituale, di democrazia, di tolleranza e di civiltà». Secondo il Parlamento, inoltre, le industrie culturali debbono poter contare su un «finanziamento adeguato» e, pertanto, occorrono un sostegno pubblico e un quadro regolamentare e fiscale favorevole, specialmente applicando crediti d´imposta e aliquote Iva ridotte per tutti i prodotti culturali, comprese le «opere in linea». E´ anche necessario che i fondi strutturali, i programmi destinati alle Pmi e il Vii programma quadro di ricerca riconoscano una rilevanza particolare allo sviluppo e a un adeguato finanziamento delle industrie culturali e creative, comprese le Pmi del settore e le imprese artistiche individuali. Proteggere il copyright ma non criminalizzare l´uso non commerciale - Il Parlamento chiede alla Commissione di individuare i settori in crisi nelle industrie culturali europee prestando particolare attenzione all´editoria e al settore musicale. Nella prima è a rischio la creazione letteraria «di qualità» a beneficio dei best-sellers, mentre il secondo è minacciato dalla diffusione delle tecnologie digitali e dalla pirateria. Devono quindi essere garantiti il rispetto e la protezione dei diritti di proprietà letteraria ed artistica, sopratutto nell´ambiente digitale. La Commissione dovrebbe quindi adottare le misure idonee ad avviare una «radicale revisione» della protezione dei diritti di proprietà intellettuale «al fine di eliminare alla radice le cause della contraffazione e della pirateria». Anche perché questi fenomeni conducono «alla perdita di posti di lavoro nell´Ue» e minano la qualità dei prodotti, colpendo in particolare gli Stati membri la cui produzione e sfruttamento della cultura costituisce «fonte fondamentale di reddito». Si tratta, più in particolare, di trovare un migliore equilibrio fra gli obiettivi contrastanti della protezione dei titolari dei diritti e dell´accesso libero ed equo ai prodotti e servizi culturali, nonché fra remunerazioni, scelta per i consumatori e diversità culturale. Per il Parlamento, d´altra parte, nell´era digitale il consumatore deve trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie e, con Internet, le modalità di fruizione dei prodotti e dei servizi culturali sono cambiate. E´ quindi essenziale provvedere ad un «accesso senza ostacoli» ai contenuti culturali in linea e alla diversità delle espressioni culturali. Ma è anche necessario salvaguardare il «legittimo diritto» ad una giusta remunerazione della creazione artistica nonché assicurare il rispetto e la protezione della proprietà intellettuale. Invita peraltro la Commissione a responsabilizzare tutti gli operatori, inclusi i consumatori, nella lotta alla pirateria, a realizzare campagne di sensibilizzazione e di formazione, in particolare nelle scuole, sul valore della proprietà intellettuale e ad incoraggiare i consumatori a rispettarla. Tuttavia, per i deputati, «la criminalizzazione dei consumatori che non perseguono profitto non è la soluzione per combattere la pirateria digitale». D´altra parte, il Parlamento sottolinea la rilevanza per il settore creativo europeo di infrastrutture informatiche gratuite come la rete Web, basate su modelli di partecipazione aperta e standard aperti, e chiede alla Commissione di presentare una strategia per infrastrutture informatiche più aperte e interoperabili. Invita poi la Commissione a «evitare l´adozione di misure in contrasto con le libertà civili, i diritti umani», quali l´interruzione dell´accesso a Internet. Promuovere il turismo culturale e tutelare il patrimonio dal commercio illegale - Per il Parlamento il turismo culturale «svolge un ruolo significativo nella crescita economica regionale e nella creazione di ricchezza» nonché nella valorizzazione del patrimonio culturale europeo. Invita quindi Stati membri e istituzioni Ue a favorire le iniziative volte a sviluppare il turismo culturale. Si dice anche favorevole alla creazione di «un´etichetta del patrimonio europeo» per valorizzare la dimensione europea dei beni culturali, dei monumenti, dei siti e dei luoghi della memoria a testimonianza della storia e del patrimonio europeo. Chiede inoltre di elaborare un elenco dei luoghi di «pellegrinaggio culturale» in tutti gli Stati membri e di promuovere partenariati e gemellaggi tra città, autorità locali e regioni. A suo parere andrebbe anche creata «un´autentica diplomazia culturale europea» e le rappresentanze diplomatiche dovrebbero promuovere iniziative strutturate e regolari vocate alla cultura. Gli accordi di politica commerciale dell´Ue, inoltre, dovrebbero contenere clausole sulla diffusione e sullo scambio di prodotti dotati di valori culturali o storici. Il Parlamento chiede poi alla Commissione di rivedere i meccanismi di controllo doganale per garantirne la massima efficacia nella lotta contro l´esportazione e l´importazione di opere d´arte e altri beni culturali protetti. Infine, raccomanda di promuovere i valori culturali europei con l´organizzazione periodica di un Anno europeo che commemori un´importante personalità europea, un´attività artistica o una manifestazione culturale. Perciò propone di proclamare il 2010, duecentesimo anniversario della nascita di Fryderyck Chopin, come «Anno europeo di Chopin» e il 2011 come «Anno europeo dei classici greci e latini». Sostenere la circolazione delle opere europee, tutelare gli artisti e valorizzare le tecniche tradizionali - I deputati chiedono alla Commissione di riflettere sulla possibilità di realizzare un programma analogo al programma Media, di procedere nell´iniziativa della biblioteca digitale europea e di sostenere il settore musicale e dell´editoria per facilitare la distribuzione transnazionale delle opere. Commissione e Stati membri sono inoltre invitati ad aumentare l´importo degli aiuti alla traduzione, in quanto le dotazioni attribuite ai programmi culturali europei «non sono in grado di realizzare gli obiettivi perseguiti». Sottolineando che la «fioritura» delle industrie culturali dipende dalla possibilità di garantire ed accrescere la mobilità transfrontaliera e senza ostacoli delle persone, soprattutto degli artisti, il Parlamento ribadisce le richieste già formulate nella sua risoluzione sullo statuto sociale degli artisti. Chiede inoltre di garantire la mobilità dei prodotti e dei servizi del settore della creazione e una gestione transfrontaliera collettiva ben organizzata dei diritti d´autore, equilibrando la remunerazione di tutte le categorie. A suo parere è anche importante creare un´opportuna rete di sicurezza per gli imprenditori creativi, soprattutto per i lavoratori autonomi, nel settore della cultura «che fino ad oggi presentano elevate percentuali di lavoro a tempo parziale e una scarsa stabilità delle condizioni di lavoro». Tenuto conto della specifica natura di alcuni mestieri creativi e artigianali, il Parlamento chiede infine adeguati meccanismi di trasmissione delle conoscenze e misure appropriate per valorizzare le conoscenze tecniche tradizionali, al fine di incoraggiare la mobilità e facilitare l´accesso all´occupazione dei professionisti nell´Ue. .  
   
   
UE: UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO PER MITIGARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI  
 
Bruxelles,10 aprile 2008 - Anche l’Europa, soprattutto quella meridionale, subirà gli effetti negativi dei cambiamenti climatici causati dall’attività umana. Il Parlamento chiede quindi all’Ue di adottare misure per l’adattamento e la mitigazione di questo fenomeno, sviluppando un nuovo modello di crescita economica che tenga conto delle regioni più vulnerabili. Occorre poi rendere l’agricoltura più sostenibile e promuovere l’uso razionale dell’acqua, nonché investire nelle infrastrutture di trasporto e nelle tecnologie. Approvando con 516 voti favorevoli e 47 contrari una risoluzione proposta da Guido Sacconi (Pse, It) in nome della commissione temporanea sui cambiamenti climatici, il Parlamento europeo rileva che quasi tutte le regioni europee subiranno gli effetti negativi dei futuri impatti dei cambiamenti climatici. Sottolinea inoltre che «la natura sta subendo gli effetti dei cambiamenti climatici» a causa soprattutto dell’aumento della temperatura generato «dall’attività umana» e che l´Europa meridionale e il bacino del Mediterraneo stanno già affrontando problemi di carenza idrica, siccità e incendi boschivi. I deputati ricordano poi che, secondo stime dell´Organizzazione mondiale della sanità, già attualmente «le calamità naturali legate al clima sono responsabili di 60. 000 decessi l´anno». Il Parlamento sottolinea quindi l’importanza «di una forte interconnessione» tra gli sforzi di adattamento e di mitigazione per sfruttare le sinergie al fine di «limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici». L´ue dovrebbe inoltre «valutare attentamente» in che misura tale adattamento «può aprire la strada a un nuovo modello di crescita economica e di sviluppo che protegga l´ambiente, faccia crescere l´occupazione e dia una nuova dimensione alle politiche sociali». Tale adattamento, per i deputati, richiede «un vero approccio trasversale e l’inclusione di aspetti sociali, economici e ambientali in senso ampio». La Commissione dovrebbe inoltre condurre uno studio sull’economia dell’adattamento, al fine di sviluppare scenari che ne definiscano un bilancio dei costi e dei benefici, ma anche stimolare e anticipare l´azione in campo economico. In tale ambito, è importante utilizzare un´impostazione settoriale «che tenga conto delle differenze degli habitat naturali europei, quali le aree montuose o le regioni insulari». Occorre poi elaborare una base dati comune europea sulle vulnerabilità, per comprendere in che modo sarebbero colpite le varie componenti della società e il patrimonio culturale e nazionale europeo. Ma sono anche necessari ulteriori modelli e studi scientifici per poter meglio analizzare, comprendere e prevedere gli impatti umani e sociali dei cambiamenti climatici. Nel rilevare che occorre di tenere debitamente presente il principio di sussidiarietà nel far fronte alle conseguenze del cambiamento climatico, il Parlamento sottolinea il ruolo chiave svolto dalle comunità locali nella lotta contro questo fenomeno, ma evidenzia la necessità di una coerenza e di coordinamento a livello Ue. Nota anche la necessità di un approccio differenziato per quanto riguarda zone e regioni particolarmente vulnerabili, quali le zone montuose o costiere e le isole, invitando la Commissione a estendere l´elenco delle zone più vulnerabili. Chiede poi una più stretta cooperazione tra le autorità regionali e locali nello sviluppo di costruzioni e servizi pubblici volti a raggiungere la neutralità carbonica nei rispettivi settori: sistemi di teleriscaldamento, miglioramento dei servizi di riciclaggio, trasporti pubblici integrati, edifici ad elevata efficienza energetica ed idrica, maggiore produzione ed uso di energie alternative e informazione del pubblico sul consumo di energia. Sottolineando che il settore agricolo è uno dei più vulnerabili ai cambiamenti climatici ma è nel contempo accusato di provocare danni all´ambiente, i deputati rilevano la necessità che gli Stati membri utilizzino i fondi per lo sviluppo rurale per rafforzare l’adattamento ai cambiamenti climatici. Le misure di adattamento in questo settore - che andrebbero esaminate nel quadro del “controllo dello stato di salute” - devono «puntare ad una riduzione della vulnerabilità e a un aumento della sostenibilità dal punto di vista sia ambientale che economico». Per i deputati, inoltre, il settore agricolo può adattarsi ai cambiamenti climatici e mitigarne gli effetti «applicando una legislazione che rafforzi la sostenibilità e promuova nuove modalità di utilizzo e gestione dell´acqua e delle altre risorse naturali». Il Parlamento sottolinea poi la necessità di un uso razionale dell´acqua attraverso la "gestione della domanda idrica", «poiché l´acqua sta diventando una risorsa scarsa». Commissione e Stati membri dovrebbero quindi adottare misure integrative per assicurare disponibilità, accessibilità, uso e conservazione dell´acqua, e promuovere tecnologie e pratiche innovative che contribuiscano a ridurre i danni da siccità e i rischi di inondazione. In tale contesto, è importante adottare un approccio ecosistemico nella prevenzione e nell´assorbimento degli impatti dell´erosione del suolo, delle inondazioni, della desertificazione, dell´innalzamento del livello dei mari e dell´invasione di specie aliene, nonché nel rafforzamento della resistenza agli incendi boschivi. Gli Stati membri e la Commissione, secondo i deputati, hanno anche un importante ruolo da svolgere nell’identificare le infrastrutture di trasporto che potrebbero essere maggiormente colpite dal cambiamento climatico e che «necessitano di sforzi e investimenti supplementari per assicurare la continuità e la sicurezza del funzionamento». Occorre poi assicurare che tutte le licenze edilizie e i piani urbanistici tengano conto, quale parte della valutazione d´impatto ambientale, di diversi scenari di adattamento, «così da impedire investimenti in infrastrutture incompatibili». In molti casi, peraltro, «sarebbe più opportuno rinunciare allo sviluppo urbanistico di aree vulnerabili, o ripristinare lo stato naturale di aree già sviluppate, anziché costruire difese per prepararsi ad effetti climatici avversi». La Commissione è poi invitata a condurre un’analisi esaustiva degli strumenti finanziari europei esistenti e del loro utilizzo per misure di adattamento ai cambiamenti climatici e ad indicare dove sarebbero necessari ulteriori finanziamenti. Accogliendo un emendamento proposto dai Verdi, l´Aula chiede inoltre l´elaborazione di strumenti finanziari «di ampia portata e prevedibil» nel quadro delle politiche dell´Ue, come il Sistema comunitario per lo scambio di quote di emissioni (Ets) e di prevedere il finanziamento di politiche di adattamento negli Stati membri. Il Consiglio, invece, dovrebbe giungere senza ulteriori ritardi a una decisione sulla proposta di regolamento per il Fondo di solidarietà dell´Ue (Fsue), soprattutto perché si prevede un aumento in futuro delle calamità naturali causate anche dai cambiamenti climatici. Il Fondo, per i deputati, consentirà di agire con maggiore efficacia, flessibilità e tempestività per porre rimedio «ai danni causati da calamità naturali o disastri provocati dall´uomo». Il Parlamento ritiene peraltro che la messa a punto di tecnologie efficaci, sicure e poco costose «sia un elemento chiave dell´adattamento ai cambiamenti climatici» e che la prossima conferenza/riunione delle parti a Poznan (Cop 14) dovrebbe concentrarsi su questo argomento. In tale ambito l´Ue deve intraprendere «sforzi sostanziali» per potenziare lo sviluppo tecnologico in materia di adattamento, al fine di sostenere l’economia e il trasferimento di queste tecnologie al mondo in via di sviluppo. Nell’accogliere con favore la decisione presa a Bali di rendere operativo il Fondo di adattamento, il Parlamento si rammarica che il Libro verde non dedichi sufficiente attenzione alla necessità della cooperazione in materia di adattamento fra l´Ue e i paesi in via di sviluppo (Pvs). Riconosce poi che i problemi del cambiamento climatico devono essere integrati in tutta la cooperazione allo sviluppo dell´Ue e rileva l’importanza di rafforzare i partenariati con i Pvs per evitare la deforestazione. Infine, ritenendo che, per avere successo, le strategie di adattamento volte a far fronte agli inevitabili cambiamenti climatici richiederanno il sostegno dei settori dell´educazione e della comunicazione, il Parlamento sottolinea l’importanza di coinvolgere i mass media e di promuovere la partecipazione dei cittadini sui temi ambientali. .  
   
   
UE, REACH: L´INDUSTRIA È INVITATA A PREREGISTRARE TUTTE LE SOSTANZE CHIMICHE ENTRO IL 1° DICEMBRE 2008  
 
Bruxelles, 15 aprile 2008 - Circa 30. 000 sostanze chimiche attualmente in uso (ad es. Acidi, metalli, solventi, tensioattivi, colle) devono essere preregistrate presso l´Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) tra il 1° giugno e il 1° dicembre 2008. Poiché la nuova normativa chimica Reach (Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of Chemicals - Registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) diventerà operativa il 1° giugno, la Commissione europea e l´Echa stanno allertando le imprese sugli obblighi che ad esse incombono in forza della stessa. Decine di migliaia di fabbricanti o importatori di sostanze chimiche dovranno preregistrare le sostanze chimiche nel 2008 se vorranno continuare a fabbricarle o a importarle senza soluzione di continuità. Si stima che verranno presentati più di 180. 000 fascicoli di preregistrazione. Il processo di preregistrazione consentirà alle imprese di condividere dati relativi alle loro sostanze chimiche e prepara il terreno per acquisire una maggiore conoscenza di tali sostanze. Questo è un requisito essenziale per migliorare la sicurezza negli anni a venire. Il vicepresidente Günter Verheugen, responsabile per le Imprese e la politica industriale, e Stravros Dimas, commissario responsabile per l´Ambiente, hanno fatto una dichiarazione in comune: "Reach è una delle normative chimiche più ambiziose al mondo e ci consentirà di aumentare enormemente le nostre conoscenze sull´utilizzo delle sostanze chimiche e su come usarle in modo sicuro, tutelando così la salute dell´uomo e quella dell´ambiente. Reach recherà un prezioso contributo per la gestione sicura delle sostanze chimiche nell´Ue. Entreremo fra breve nella fase cruciale della preregistrazione e incoraggiamo caldamente ogni fabbricante e ogni importatore di sostanze chimiche a procedere quanto prima alla preregistrazione. Se non volete avere brutte sorprese vi invitiamo a non lasciare passare la scadenza del 1° dicembre 2008. " Geert Dancet, Direttore esecutivo dell´Agenzia europea per le sostanze chimiche, Echa, ha ribadito che: “È iniziato il conto alla rovescia per la preregistrazione delle sostanze chimiche. L´echa ha lavorato sodo per fornire orientamenti e strumenti di facile comprensione. Il suo sito web multilingue e gli helpdesk Reach sono pronti ad assistere le imprese nella preregistrazione on-line. ” L´avvertimento formulato oggi è ispirato dalla preoccupazione che alcune imprese possano non essere ancora consapevoli dei loro obblighi magari perché non conoscono la portata dei requisiti specifici oppure perché ritengono che Reach non le riguardi, soprattutto se non fanno parte del settore chimico. La Commissione sollecita quindi le autorità degli Stati membri, l´industria, i paesi terzi e altri attori del settore ad adoperarsi per far conoscere alle imprese gli obblighi in questione. Chi dovrebbe procedere alla preregistrazione? Tutte le imprese basate nell´Ue che fabbricano sostanze chimiche o le importano nell´Ue dovrebbero procedere alla preregistrazione se i quantitativi annuali della sostanza sono pari o superiori a una tonnellata. Perché le imprese dovrebbero procedere alla preregistrazione? La preregistrazione è essenziale se le imprese che fabbricano o importano sostanze chimiche vogliono beneficiare delle scadenze prolungate per la registrazione che si applicano alla maggior parte delle sostanze chimiche attualmente sul mercato. La preregistrazione consente alle imprese di presentare i loro fascicoli completi di registrazione entro il 2010, il 2013 o il 2018 a seconda dei casi. Le imprese che non preregistrano una sostanza chimica non possono continuarne la fabbricazione o l´importazione dopo il 1° dicembre 2008 a meno che non ne facciano una registrazione completa presso l´ Echa. Cos´è Reach? Reach è un regolamento dell´Ue che impone ai fabbricanti e agli importatori di sostanze chimiche di valutare sistematicamente e gestire i rischi che le sostanze chimiche possono comportare per la salute e l´ambiente. Le prime fasi di tale processo sono costituite dalla preregistrazione e dalla registrazione. Cosa sono la preregistrazione e la registrazione? Una preregistrazione consiste nella presentazione di informazioni di base all´Agenzia: dettagli dell´impresa e nome della sostanza chimica in oggetto (per ulteriori particolari si rinvia a Memo). La preregistrazione è gratuita. Il processo di preregistrazione consentirà alle imprese di condividere i dati sulle sostanze chimiche che registrano riducendo così i costi. La registrazione è un obbligo introdotto da Reach che incombe sui fabbricanti e sugli importatori di sostanze chimiche. Esso prescrive che le imprese consolidino i dati relativi alle implicazioni per la salute, l´ambiente e ai rischi legati alle loro sostanze chimiche e siano in grado di dimostrare che queste possono essere usate in modo sicuro. Il fascicolo è quindi presentato all´Agenzia. Il processo di registrazione dovrebbe interessare circa 30. 000 sostanze chimiche nel periodo dal 1° giugno 2008 al 30 maggio 2018. Principali attività di sensibilizzazione ad opera della Commissione europea e dell´Echa L´importanza delle attività di sensibilizzazione in corso verrà ribadita in occasione di un workshop che si terrà a Bruxelles il 14 aprile 2008 organizzato congiuntamente dalla Commissione e dall´Echa. Tra i partecipanti vi saranno rappresentanti dell´industria e altri attori, autorità degli Stati membri e dei paesi terzi, tutte figure che sono chiamate a svolgere un ruolo importante per sensibilizzare alle implicazioni di Reach. Il workshop verrà trasmesso via web-stream e dopo l´evento sarà disponibile una versione registrata (si veda il link di cui sotto). Il workshop illustrerà gli elementi chiave del processo di preregistrazione e di registrazione nel contesto di Reach, dando spazio agli aspetti pratici e agli esempi. Vi faranno seguito azioni di sensibilizzazione in materia di preregistrazione collegate all´inaugurazione ufficiale dell´Echa il 3 giugno 2008 e verrà inoltre organizzato, nell´autunno di quest´anno, un workshop degli interessati che si terrà a Helsinki. .  
   
   
ECONOMIA AUSTRIACA RALLENTA CAUSA CRESCITA PREZZI  
 
Vienna, 15 aprile 2008 - Wifo e Ihs, le principali agenzie austriache di ricerca economica, prevedono una recessione dell´andamento economico non solo per il 2008, ma anche per il 2009, anno in cui il Pil austriaco dovrebbe crescere solamente dell´1,7 per cento rispetto all´anno attuale. È infatti impossibile isolare il mercato europeo dalla crisi economica statunitense, e il primo a soffrirne è proprio l´export, che si va a ridurre a causa della forza dell´euro rispetto al dollaro. In ogni caso, afferma l´Ice,la produzione delle industrie austriache rimane tendenzialmente stabile grazie alle esportazioni verso i Paesi di recente sviluppo economico. Nel 2008, gli investimenti verranno però comunque dimezzati con un aumento del 2,2 per cento rispetto all´anno precedente. Per il 2009 è previsto un ulteriore calo. Anche la domanda non subirà particolari crescite a causa dell´inflazione, stimata al 2,9 per cento rispetto al periodo precedente. La disoccupazione cresce e nel 2009 si prevede un tasso di crescita del 6,2 per cento, ovvero di 12 mila persone in più. La motivazione di fondo per tutti questi disagi è il rincaro dei prezzi per l´energia, per gli immobili e per gli alimenti. Per questi ultimi, nel 2008 è infatti previsto un aumento del 7 per cento, mentre i prezzi dell´energia cresceranno in modo ancora più marcato. Nonostante tutto, in Austria l´andamento della congiuntura è abbastanza solido e migliore rispetto al resto dei Paesi europei. .  
   
   
AZIENDE USA INVESTONO IN SLOVENIA  
 
Washington, 15 aprile 2008 - Le aziende statunitensi sono sempre più interessate al mercato sloveno, secondo Paul Dyck, vice segretario per il commercio degli Usa. La notizia è ripresa da "Reporter. Gr". Dyck ha affermato che le buone notizie sul mercato sloveno portano sempre più interesse agli investimenti in Slovenia da parte delle aziende Usa; la Slovenia è al 104. Mo posto tra i partner commerciali degli Stati Uniti - normale per un piccolo Paese come la Slovenia - ma sta guadagnando attenzione grazie alla presidenza dell´Ue e all´eccellente posizione geografica. .  
   
   
ICE BUDAPEST: TAVOLA ROTONDA SUL MICROCREDITO E SUL CREDITO AL CONSUMO  
 
Budapest, 15 aprile 2008 - Si è svolta l’ 11 aprile a Budapest, presso la sede dell´Istituto Italiano di Cultura, la tavola rotonda: “Microcredito e credito al consumo: strumenti europei per il rilancio delle Pmi”, organizzata dall’Istituto nazionale per il Commercio Estero (Ice) in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria (Cciu) e il Banco Popolare Hungary. Alla tavola rotonda hanno partecipato più di 80 addetti ai lavori, provenienti da aziende, camere di commercio, istituti di credito e banche, la categoria con più rappresentanti è stata quella delle associazioni di categoria per le Pmi. Dopo una breve introduzione tenuta dal Direttore di Ice Budapest, Alessio Ponz de Leon Pisani, e dal Presidente della Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria, Alessandro Stricca, la tavola rotonda si è sviluppata sotto forma di talk show, moderata da Szakonyi Péter, noto giornalista del “Napi Gazdaság”. Gli speaker erano: il responsabile del dipartimento per il finanziamento delle imprese del Ministero Ungherese dell’Economia e dei Trasporti, Györgyi Balla, il referente dell’Agenzia dello Sviluppo Nazionale, Gergely Schuchtár, il Vicedirettore della Società di Finanziamento delle Imprese ungheresi, László Bátora, il direttore per lo sviluppo di Ka-vosz (Società intermediaria per le transazioni finanziarie), Zoltán Szép, l’Amministratore Delegate di Hitelgarancia Zrt. , Márton Vadász, il Presidente e Amministratore delegato del Banco Popolare Hungary, Fausto Perlato, l’Esperta del gruppo di lavoro delle Pmi, Associazione delle Banche Ungheresi, Erika Lévay, il Vice capo dipartimento dell’Autorità ungheresi di supervisione degli istituti finanziari, Henrik Horváth, l’Amministratore delegato di Bisz Zrt. (Società di informazione sui crediti), Róbert Nagy, il Direttore di Fome (Associazione ungherese per la tutela dei consumatori), Zsolt Hajnal, e un esperto finanziario della Commissione Europea, Ernesto Fiorillo. I partecipanti hanno affrontato temi relativi al microcredito e al credito al consumo. Gli argomenti di maggior interesse sono stati il programma “Microcredito Nuova Ungheria” e la nuova normativa europea relativa al credito al consumo. Particolare attenzione è stata dedicata ai sostegni dell’Unione Europea dedicati soprattutto a quelle microimprese, con sede in Ungheria, che non sono in condizioni di poter usufruire delle offerte delle banche o che non hanno i mezzi per poter accedere ai crediti, elementi essenziale per poter competere nel mercato. .  
   
   
CITTADINANZATTIVA SU PROTOCOLLO DI CONCILIAZIONE SOTTOSCRITTO CON INTESA SAN PAOLO: ESEMPIO DA SEGUIRE ANCHE PER ALTRI GRUPPI BANCARI  
 
Roma, 15 aprile 2008“ - È un segnale molto forte che ci auguriamo arrivi, da un lato, alle Istituzioni di Governo e di rappresentanza del mondo del credito e del risparmio italiano e, dall´altro, a tutti quegli istituti bancari - specie medi e piccoli- ancora restii ad aprirsi a simili azioni di tutela dei risparmiatori. Di fatto, il protocollo di conciliazione sottoscritto tra Cittadinanzattiva e le altre Associazioni dei consumatori con Intesa San Paolo dimostra come l’azione collettiva risarcitoria non esaurisce la domanda di tutela collettiva”. Questo il commento di Giustino Trincia, vice segretario generale di Cittadinanzattiva, a margine della sottoscrizione della procedura di conciliazione volta a tutelare i clienti ex Sanpaolo Imi che avevano acquistato titoli Parmalat. “In tema di tutela dei risparmiatori” continua Trincia “esempi di conciliazione paritetica della portata di quella appena sottoscritta con Intesa San Paolo (24. 000 i clienti che potranno presentare domanda di ammissione alla procedura di conciliazione) testimoniano come sia possibile tutelare in modo veloce e rapido, su base equitativa, una pluralità di cittadini vittime dei famosi casi di risparmio tradito”. “D’altra parte, i risultati dell’esperienza conciliativa maturata dal 2004 ad oggi, applicata con diversi gruppi bancari per la soluzione dei casi Cirio, Giacomelli, Parmalat, Finmek e Finmatica, hanno dimostrato tutta la validità di questo strumento di tutela, oltre a sottolineare le ragioni di Cittadinanzattiva che già a dicembre 2003 si è resa promotrice del primo accordo di conciliazione sottoscritto tra Associazioni dei consumatori ed un gruppo bancario”. A disposizione dei cittadini, Cittadinanzattiva dedica una linea telefonica (0636718555, dal lunedì al venerdì dalle 9. 00 alle 13. 30) ed un indirizzo mail: conciliamo@cittadinanzattiva. It, mentre a partire dalla fine del mese, e per tutto maggio, verrà predisposta una campagna di comunicazione sui principali quotidiani per meglio informare i cittadini in merito a questa opportunità, posto che il termine per presentare le domande è il 30 giugno 2008. .  
   
   
UNA SOCIETÀ SU DUE NON INTENDE MODIFICARE IL PROPRIO LIVELLO DI LEVA FINANZIARIA LE AZIENDE PIANIFICANO LE LORO STRATEGIE FUTURE A PARTIRE DAL MIGLIORAMENTO DELL’AREA AMMINISTRAZIONE-FINANZA  
 
Milano, 14 aprile 2008 - Il 47% delle aziende non intende modificare il livello di leva finanziaria (esposizione all´indebitamento): si tratta per il 77,5% di aziende che hanno un rapporto Debt/equità (debito su patrimonio) inferiore a 2. Del 53% delle aziende che intende modificare la leva, il 17% ha come obiettivo un aumento del rapporto Debt/ Equità. Nella scelta delle strategie finanziarie incide il livello di leva finanziaria. Le aziende ad alta leva considerano in misura maggiore il private equity (per il 20% delle aziende del campione è al primo posto fra i fattori che influenzano le strategie finanziarie), mentre quelle con bassa leva trascurano quasi completamente le modalità del private equity. Questi sono alcuni risultati che emergono da una ricerca condotta da Unagraco (Unione Nazionale Giovani commercialisti ed esperti contabili) e Ugrc Milano, Unione Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano, su un campione di oltre 100 manager di società di capitali, presentata al congresso nazionale Unagraco “Il commercialista al centro dei rapporti fra banche, imprese e pubblica amministrazione” dell’11 aprile al Mariott Hotel di Milano e promossa dall’Ugrc. All’incontro hanno partecipato tra gli altri: Matteo Colaninno - Candidato alla Camera dei deputati del Partito Democratico, Bruno Tabacci – Deputato Udc – componente commissione bilancio della Camera, Andrea Pigliafreddo - Presidente Unione Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano, Luigi Martino – Presidente Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Milano, Giuseppe Zingales – Presidente Ordine Consulenti del lavoro Milano, Paolo Giuggioli - Presidente Ordine Avvocati Milano, Attilio Befera - Direttore Equitalia, Marina Calderone - Presidente Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro, Arduino D’anna - Funzionario Antitrust - Autorità Garante Concorrenza e Mercato, Maurizio Leo - Candidato alla Camera dei deputati (Il Popolo della Libertà), Ermanno Basilico - Componente direttivo Unagraco. Dalla ricerca risulta inoltre che le aziende pianificano le loro strategie future a partire dal miglioramento dell’area amministrazione-finanza; il controllo di gestione è considerato strategico (15,0% dei manager intervistati) per ottimizzare le attività di un’impresa. In particolare i prossimi interventi che le aziende intendono portare avanti riguardano la preventivazione finanziaria (13,3%), la tesoreria (16,7%) e la gestione dei rischi finanziari (15,0%). Il 37% delle aziende del campione ha ricevuto una comunicazione dalla banca sul proprio rating e di queste solo il 21% (quindi l’8% del totale) ha ricevuto la comunicazione in forma di probabilità di default, mentre il 79% lo ha ricevuto in forma di aggettivi, classi o score. Le aziende non sono in grado di comprendere a fondo il proprio posizionamento in termini di rating: solo il 23% delle aziende ha condiviso informazioni con la banca, nessuna azienda lo ha fatto nel dettaglio e solo il 18% delle aziende possiede strumenti di autovalutazione del rating. L’impresa sembra essere più pronta della banca a un rapporto di maggiore trasparenza: il 94,9% delle aziende del campione si dichiara disposta a dare informazioni dettagliate alla banca a fronte di migliori condizioni, e l’83% ritiene di avere già gli strumenti interni per fornirle. Secondo la ricerca, riguardo il miglioramento del rating, le aziende hanno capito l’importanza di aumentare i mezzi propri (22,4%) ma non sono disponibili a farlo perché le imprese prediligono il capitale di debito al capitale di rischio. Le imprese hanno percepito anche l’importanza della gestione delle scadenze del debito (17,2%) e del controllo della volatilità cash-flow aziendale. Anche la gestione dei rischi finanziari è considerata rilevante (10,3%), mentre comunicazione e reporting sono attività utili ma non determinanti (6,9%). La concorrenza tra banche non aiuta a migliorare il rating; ne emerge un rapporto banca-impresa non conflittuale, con scarsa autonomia da parte delle imprese, ricettivo ma non proattivo alle proposte delle banche. La ricerca mette in evidenza anche i rischi che le imprese sentono maggiormente: le materie prime. Un rischio molto percepito è quello del business, ovvero l’andamento del mercato di riferimento dell’azienda (35,5%). I rischi finanziari hanno una modesta importanza, in particolare il rischio di tasso di interesse (1,6%). Elevata rilevanza viene invece attribuita al rischio del prezzo delle materie prime (16,1) e alla priorità data ai rischi finanziari (materie prime, cambi, tassi di interesse, nell’ordine). Metà delle aziende non sembra avere una politica finanziaria ben definita e non ha risposto alla domanda su quali forme di raccolta del capitale pensino di privilegiare per il finanziamento di progetti d’investimento; rilevante è solo la comprensione dell’importanza del finanziamento a medio-lungo termine. Le aziende continuano a focalizzarsi esclusivamente su strumenti di debito, in particolare quelli bancari e l’aumento di capitale. “Le aziende di dimensioni medio-grandi hanno ricevuto un’informazione corretta sul funzionamento di Basilea 2, sanno quali fattori determinano il rating ma l’informazione specifica riguardante il rating della singola impresa è carente”, spiega Andrea Pigliafreddo presidente dell’Unione Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano. “E’ stata fatta questa ricerca per capire lo stato di avanzamento delle banche nella comunicazione d’impresa, verificare il grado di comprensione di Basilea 2 da parte delle aziende, per dare alle aziende uno strumento di posizionamene nel percorso verso B2 rispetto alle altre aziende, identificare possibili cambiamenti nel rapporto Banca–impresa dove certamente il commercialista è interlocutore ideale e qualificato”, conclude Andrea Pigliafreddo. Certamente il professionista gioca un ruolo importante nel rapporto
Caratteristiche Del Campione
Percentuale Dei Manager Italiani Caratteristiche
64,4% aziende con ricavi superiori ai 100 milioni di euro
86,1% aziende che si trovano nel Nord Italia
72,2% aziende che operano nel settore industriale
32,9% aziende che fanno parte di un gruppo quotato
48,1% aziende con un indice di leva Debt/equity<1
24,1% aziende con un indice di leva Debt/equity compreso fra 1 e 2
65,8% numero di rapporti bancari <1
30,4% numero di rapporti bancari <5

 

Le Azioni Organizzative
Azioni Percentuale su un campione di oltre 100 aziende che indica la variabile indicata a fianco come prima scelta fra le possibilità indicate
Tesoreria 16,7%
Preventivazione Finanziaria 13,3%
Gestione Rischi 15,0%
Monitoraggio Rating 8,3%
Controllo Di Gestione 15,0%
Comunicazione In Bilancio 10,0%
Razionalizzazione Struttura Finanziaria Di Gruppo 21,7%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Azioni Per Il Miglioramento Del Rating

Azioni Percentuale su un campione di oltre 100 aziende che indica la variabile indicata a fianco come prima scelta fra le possibilità indicate
Aumento Mezzi Propri 22,4%
Scadenza Del Debito 17,2%
Volatilita’ Dei Flussi Di Cassa 12,1%
Fornire Piu’ Informazioni Alle Banche 6,9%
Gestione Del Tfr 10,3%
Mettere In Concorrenza Le Banche 5,2%
Adattare Le Politiche Di Bilancio Ai Modelli Di Rating 5,2%
Sviluppare Capacita’ Comunicative E Di Reporting 6,9%
Politiche Di Risk Management 13,8%
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LA FINANZA AL FEMMINILE, UNA REALTÀ IN RAPIDA EVOLUZIONE. L’OSSERVATORIO DELL’INVESTMENT&TRADING FORUM DI RIMINI DEL 15 E 16 MAGGIO.  
 
 Milano, 15 aprile 2008 – Il fenomeno dell’attenzione ai propri risparmi e al trading borsistico è in crescita e coinvolge, oltre ai professionisti della finanza, anche risparmiatori, gente comune, e soprattutto sempre più donne. Sono ad esempio le donne che, in momenti come questo di crisi, gestiscono la finanza familiare. I temi del rapporto fra donne e finanza sono tanti: dalla gestione dei conti on line, all´opportunità di giocare in borsa, purché a valle di un´opportuna formazione sul trading. Per questo chi sa fare trading può trarre le maggiori opportunità e arginare di molto i rischi. Donne A Rimini - Trattandosi della più importante manifestazione italiana dedicata al trading online, l’Investment&trading Forum - che si terrà a Rimini il 15 e 16 maggio - resta la più significativa cartina di tornasole non solo della salute del settore ma anche della sua evoluzione interna. E anche in questo caso i numeri dell’edizione 2007 hanno confermato i dati dei broker: il 15% dei visitatori del Palazzo dei Congressi della città adriatica (in totale circa 4. 000) erano infatti donne, una percentuale che per l’edizione 2008 potrebbe essere ancora più cospicua. .  
   
   
ANCHE AD AREZZO APRE UNO SPORTELLO DI MICROCREDITO  
 
Arezzo, 15 aprile 2008 - Sostegno finanziario ai soggetti deboli che non riescono ad accedere al credito bancario. E’ con questo obiettivo che nasce anche ad Arezzo uno sportello di Microcredito, grazie all’Associazione di Volontariato “La Famiglia”, in collaborazione con la Diocesi di Arezzo-cortona-sansepolcro, “Microcredito di Solidarietà Spa” Siena e Caritas aretina. Il primo sportello è già attivo, si trova presso i locali della Caritas in Via Della Fonte Veneziana, 19 e riceve su appuntamento (0575 - 22932 o email a caritasarezzo@libero. It o info@consultoriolafamiglia. It). Lo sportello aretino del Microcredito è organizzato dall’Associazione di Volontariato “La Famiglia” che ha coinvolto la Diocesi e gli operatori della Caritas come “centro di ascolto” ed ha stretto una convenzione con la Banca “Microcredito di Solidarietà Spa” Siena. “L’apertura dello sportello aretino è un risultato importante, ma dobbiamo lavorare perché l’opportunità raggiunga gli strati di popolazione più bisognosa, per attivare le risorse di tutti quei soggetti ritenuti moralmente in grado di impegnarsi in un progetto di sviluppo delle proprie potenzialità e sia estesa il più possibile anche nella nostra provincia” ha detto Roberto Poledrini de “La Famiglia” questa mattina a Siena durante la presentazione alla stampa del bilancio sociale di Microcredito di Solidarietà, dove si è raccontato e presentato anche l’esperienza di Arezzo. Il Microcredito è uno strumento finanziario che permette l’accesso al credito delle famiglie meno abbienti e dei giovani imprenditori, anche immigrati, che non trovano concreta realizzazione ai loro progetti per la difficoltà di reperire finanziamenti. Annoverabile a pieno titolo fra i nuovi modelli di finanza etica, utili per lo sviluppo del territorio e per contrastare le nuove povertà, strumento di inclusione finanziaria, viene erogato a coloro che si trovano in difficoltà temporanea, ma non irreversibile (in questo caso può valere il sostegno dell’antiusura), misurando la capacità restitutoria sulla possibilità di una crescita responsabile in una rete solidale di rapporti piuttosto che su un’analisi individuale delle sole potenzialità reddituali e patrimoniali. Può essere concesso, in sostanza, a tutte quelle persone (famiglie, piccoli imprenditori, singoli cittadini…) che sono considerate “non bancabili”, non in possesso di garanzie economiche sufficienti per accedere al credito ordinario. Anche nella città di Arezzo, da tempo, si rilevano crescenti livelli di povertà anche in strati della popolazione che conducevano una vita modesta e dignitosa. In questo quadro, accedere a finanziamenti bancari diventa difficile e spese impreviste possono diventare insostenibili. E’ qui che si inserisce la filosofia del microcredito che interpreta il credito come diritto umano, rendendo il denaro strumento di solidarietà e giustizia. Nato in Bangladesh ad opera di Mohammad Yunus (premio Nobel per la Pace) negli ultimi anni ha conosciuto un rapido sviluppo anche in Italia. La caratteristica innovativa di questo nuovo strumento di sviluppo è il coinvolgimento di reti di centri di ascolto che lavorano con le fasce di popolazione più problematiche e possono intervenire “sul campo”, intercettando situazioni di difficoltà e povertà. Al centro si pone l’individuo con il quale si stringe un patto etico con cui il richiedente si assume una serie di impegni morali e promette comportamenti corretti, fornendo le informazioni sulla propria situazione personale. L’associazione “La Famiglia” ha in corso contatti con Enti pubblici e privati per allargare la rete dei centri di ascolto e raggiungere progressivamente una quantità sempre maggiore di popolazione: Provincia di Arezzo, Comune di Sansepolcro, Istituto Tecnico Commerciale M. Buonarroti, Fondazione Monnalisa Onlus, Associazione Rondine Cittadella della Pace, Associazione Commercianti, Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori (C. I. S. L. ), A. C. L. I. , Associazione Donne Insieme, Associazione Pronto Donna. .  
   
   
BROKER DI ASSICURAZIONE” – EDIZIONE 2008 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Milano, 15 aprile 2008 - Nel 2007 i premi intermediati dai broker sono pari a 16. 750 milioni di euro (+2,1% rispetto al 2006) e sono costituiti per gran parte dal ramo danni. La penetrazione media del valore dei premi aziende nel ramo danni (del canale broker) è del 62% (in linea con il 2006), contro il 31% del 1996, mentre le commissioni totali medie aumentano del 3% contro il 4,6% dell’anno precedente. Si stima che l’attività dei broker peserebbe in Italia oltre il 60% per la R. C. Generale, il settore property e il ramo credito-cauzione e arriverebbe a circa l’80% per il settore trasporti. La crescente pressione competitiva produce una tendenziale diminuzione del rapporto commissioni su premi, ma in prospettiva i broker conserveranno la leadership nella consulenza e nell’intermediazione dei rischi aziende, con prospettive di possibile crescita nei rischi di massa secondo logiche di global service tendenti a soddisfare in un unico ambito tutte le esigenze assicurative del cliente. Dati di sintesi, 2007
Valore delle commissioni (mn. Euro) 1. 174
Variazione 2007/2006 (%) 3,0
Premi intermediati (mn. Euro) 16. 750
Variazione 2007/2006 (%) 2,1
% commissioni/premi intermediati 7,0
Quota di mercato dei primi 8 operatori 69,3
Previsioni di breve termine (var. %):
· variazione commissioni 2-4
· variazione prezzi 3-6
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ASSOCAMERESTERO: EGITTO, 360 MILIONI DI FONDI EUROPEI PER LA MODERNIZZAZIONE DELL´ECONOMIA EGIZIANA  
 
Roma, 15 aprile 2008 - Ammontano a 360 milioni di euro i fondi messi a disposizione dall´Unione Europea per programmi di sviluppo e di modernizzazione dell´economia egiziana attraverso l´Associazione Euromed con l´Ue, nata nel 2004 con l´obiettivo di creare una zona di libero scambio commerciale tra l´Europa e l´Egitto nell´arco di 12 anni a partire dalla sua entrata in vigore. "Tali fondi daranno più opportunità all´introduzione dell´expertise italiana anche in settori di attività egiziani in cui tradizionalmente l´Italia era assente" commenta Giancarlo Cifarelli, presidente della Camera di commercio italiana a Il Cairo, importante crocevia del business italo-egiziano dal 1927. In particolare, 250 milioni di euro saranno destinati alla modernizzazione dell´industria egiziana, 110 milioni alla sanità, oltre alle risorse dedicate allo sviluppo sociale del paese. Secondo la Camera di commercio italiana locale, grazie a quest´Associazione l´Egitto avrà modo di ampliare gli sbocchi di mercato dei propri prodotti e di adeguare al tempo stesso le produzioni egiziane agli standard qualitativi internazionali, in special modo europei. I settori merceologici per i quali maggiori sono le possibilità di sviluppo e qualificazione sono i prodotti industriali, agricoli e l´agrofood. "Per l´Italia, tradizionale partner commerciale dell´Egitto, tale Associazione rappresenta un´importante opportunità per promuovere una maggiore penetrazione dei prodotti italiani sul mercato egiziano - sottolinea Cifarelli - e ciò potrebbe inoltre contribuire a rafforzare il ruolo dell´Italia quale ponte di collegamento tra l´Unione Europea e i paesi del Mediterraneo, le cui potenzialità di sviluppo offrono ampi spazi di crescita e radicamento per le imprese italiane". Proprio allo scopo di facilitare le relazioni economiche con i paesi dell´Ue, già dal 2004 l´Egitto ha abbassato il dazio doganale di circa il 50% su prodotti d´origine europea e, sempre per questi prodotti, ha abolito l´obbligo di legalizzare i certificati d´origine. Dal canto suo l´Unione Europea ha proceduto all´abolizione dei dazi doganali sull´export egiziano e delle quote di prodotti di tessitura e filatura d´origine egiziana ammesse sul mercato europeo. .  
   
   
ALLEANZA MILANO NAPOLI PER IL COMMERCIO MEDITERRANEO MILANO E NAPOLI INSIEME PER IL MEDITERRANEO VALGONO GIÀ 11 MILIARDI DI EURO  
 
Napoli, 15 aprile 2008 - Realizzare una “piattaforma logistica integrata” che promuova affari, scambi commerciali e relazioni lungo l’asse Nord Africa, Medio-oriente, Napoli-milano. Tutto questo attraverso la costituzione di un consorzio “ad hoc” pubblico/privato che possa “gestire” il flusso dai Paesi nordafricani e mediorientali. Uno strumento operativo per agevolare l’intermodalità e sfruttare le grandi potenzialità del porto di Napoli e delle altre infrastrutture esistenti. E’ questo uno degli obiettivi principali discussi oggi a Napoli nel corso dell’incontro dell’Osservatorio infrastrutture dell’area Mediterraneo nell’ambito del Comitato Napoli-milano attivo tra le Camere di Commercio delle due città. Milano e Napoli insieme quindi per il Mediterraneo: contano già oltre 11 miliardi di euro di interscambio commerciale e rappresentano un quinto del totale italiano con il mare nostrum, forti sia nelle esportazioni con il 15,2% nazionale (+17,9% in un anno) che nelle importazioni con il 23,4% (+169,8% dal 2006). Ma se guardiamo in specifico l’import di ortofrutta, la Campania, come la provincia di Napoli, è uno dei principali destinatari in Italia delle importazioni provenienti dai Paesi Euromed: soprattutto da Turchia (84% sia per la Campania che per Napoli) e Egitto (10% Campania, 5% Napoli) mentre sia per la Lombardia che per Milano il ruolo della Turchia si riduce (48% per la Lombardia e 37% per Milano) e aumenta quello di Israele (23% per la Lombardia e 30% per Milano). Durante l’incontro dell’Osservatorio che ha visto la partecipazione di Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano e Gaetano Cola, presidente della Camera di commercio di Napoli si è parlato di logistica integrata tra Nord Africa e mercato europeo e degli strumenti per valorizzare il ruolo delle imprese italiane nella gestione logistica del sistema produttivo mediterraneo, con particolare riguardo alla filiera agro-industriale e alimentare. “La Camera di commercio di Milano è da tempo impegnata a promuovere e sostenere i rapporti commerciali e il lavoro delle nostre imprese attive nei paesi del Mediterraneo con iniziative concrete come l’annuale conferenza del Laboratorio Euro-mediterraneo - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano –. Inoltre l’assegnazione a Milano di Expo 2015 ci rende particolarmente attenti al tema dell’alimentazione e degli scambi di prodotti agroalimentari. Ricordo a questo proposito il progetto di una Borsa Telematica mondiale proprio nel settore agroalimentare. Oggi quindi, rinnovando questa alleanza che unisce Milano e Napoli, due realtà fortemente interessate e sensibili ai temi del Mediterraneo, rafforziamo il nostro impegno comune per lo sviluppo, a partire da un nodo imprescindibile come quello del potenziamento delle infrastrutture. Proprio le infrastrutture saranno uno dei temi prioritari che affronteremo con i nostri partner mediterranei nella sesta conferenza del Laboratorio Euro-mediterraneo che si terra` a Milano il 30 giugno”. “E’ diventato prioritario puntare allo sviluppo di una piattaforma logistica integrata che consenta all’Italia di consolidare il proprio ruolo di cerniera con i Paesi rivieraschi del bacino del Mediterraneo – ha dichiarato Gaetano Cola, presidente della Camera di commercio di Napoli -. Ricordo in proposito gli investimenti fatti sulla logistica nel territorio campano: interporto, alta velocità, autostrade del mare, rete metropolitana di trasporto, sistemi portuali di supporto agli scali maggiori. In particolare, le Camere di commercio di Milano e di Napoli sviluppando l’idea progettuale, nei diversi settori produttivi e commerciali, contribuiranno a costituire una rete di servizi volti a favorire e a sostenere gli scambi commerciali tra Campania, Italia, Europa ed Area del Mediterraneo’’. Consorzio Milano-napoli per la logistica nel Mediterraneo. Il Consorzio nascerà per riaffermare la validità di un “sistema Italia” fondato su due realtà di rilievo del nostro Paese, con il Nord ed il Sud che si incontrano con i protagonisti dell’imprenditoria locale e che vuole essere aperto a tutti. L’iniziativa si inserisce nelle attività portate avanti dal Comitato Napoli-milano costituito nel 2004 dalle Camera di Commercio delle due città che registrano il proseguimento della positiva esperienza della Scuola Euromediterranea, giunta alla terza sessione mentre è in dirittura d’arrivo la realizzazione di uno sportello specifico per il fondo euromediterraneo. Il progetto nasce nella convinzione che sia il settore della logistica integrata fra Nord Africa e mercato europeo il terreno lungo il quale si svilupperà sempre di più la possibilità di crescita del Mezzogiorno d’Italia e dell’area campana, in particolare, oltre che del resto del Paese. Presenti all’incontro dell’Osservatorio delle Infrastrutture. Per Milano: Giovanni Torelli, amministratore delegato Italconsult, Sviluppo Infrastrutture, David Doninotti segretario generale Aice (Associazione italiane commercio estero), Maurizio Conti, responsabile Progetti estero di Italferr, Fabrizio Marzano, presidente di Unaproa (Unione nazionale organizzazione produttori agricoli), Antonio Grassi, direttore tecnico Sogemi, Antonio Sticco, consigliere delegato Fedespedi, Giuseppe Cozza, direttore generale Metropolitana Milanese. Per Napoli sono intervenuti i componenti di giunta della Camera di commercio: Michelangelo Gravano, Luigi Iavarone, Pietro Russo, Felice Siciliano, Vito Amendolara, e Antonio Nucci, direttore generale del Banco di Napoli, Raffele Cercola, presidente della Mostra d’Oltremare, Nicola Coccia, presidente della Confederazione italiana degli armatori, Alfredo Gaetani, direttore dell’Interporto Campania, Pietro Capogreco, segretario dell’Autorità portuale, Zeno D’agostino, amministratore delegato di Logica scpa, Gennaro Biondi, presidente dell’Isve, Roberto Vona, docente universitario Università “Federico Ii”. .  
   
   
RAFFORZATA LA COLLABORAZIONE TRA LA CALABRIA E LA TOSCANA IN TEMA DI IMPRESE ED INNOVAZIONE  
 
Reggio Calabria, 15 aprile 2008 - Quest’anno il “gemellaggio” Calabria-toscana si rafforza nei settori delle attività produttive e dell’innovazione. Allo stesso tempo continua l’azione congiunta delle due Regioni per la promozione della cultura della legalità, attraverso la conferma delle iniziative realizzate, a partire dal 2006 con i “Gruppi di lavori estivi” a cui partecipano, ogni anno, centinaia di ragazzi toscani nella Piana di Gioia Tauro e nella locride (a favore di cooperative sociali, associazioni di volontariato, parrocchie) e con la presenza alla “Festa della legalità” di Firenze dei giovani calabresi impegnati nella lotta alla mafia. “Il protocollo di collaborazione sottoscritto due anni fa – ha detto il Presidente della Regione Agazio Loiero - si è arricchito ulteriormente attraverso l’adozione di alcuni indirizzi congiunti in materie economiche e legate al mondo produttivo. Creare dei legami sia istituzionali che produttivi tra Calabria e Toscana - ha sottolineato il presidente Loiero - è sicuramente un buon risultato. Questi eventi sono propedeutici per le nostre imprese e cooperative verso l’apertura di canali commerciali sia nella grande distribuzione che nell’ingrosso commerciale”. Due le iniziative a favore delle imprese realizzate dal Dipartimento regionale alle Attività produttive. La prima, organizzata assieme ad Unioncamere Calabria, Regione Toscana e Comune di Firenze (in collaborazione con molti enti locali calabresi tra cui il Comune di Locri), è la manifestazione “Gusto di Calabria” che prenderà il via lunedì prossimo. La seconda, verrà attivata con i fondi “Agire – Por” tramite il Dipartimento della Programmazione, dopo l’approvazione da parte del Ministero dello sviluppo economico. Essa è finalizzata al trasferimento di buone pratiche nell’ambito della competitività dei sistemi produttivi e della responsabilità sociale dell’impresa. Con il supporto dei tecnici della Regione Toscana in Calabria si punta sia a creare modelli flessibili di aggregazione tra soggetti economici sul territorio per cogliere nuove opportunità di businnes, sia a favorire la responsabilità sociale dell’impresa attraverso il dialogo con i diversi attori (istituzioni, lavoratori, consumatori) e con un processo orizzontale di attività nei diversi ambiti di competenza della Regione (formazione, lavoro, politiche sociali). Per queste finalità saranno pubblicati appositi bandi per i finanziamenti alle imprese. L’ulteriore integrazione al programma di attività 2008 del “Protocollo di collaborazione” sottoscritto due anni fa tra le Regioni Calabria e Toscana, è indirizzata al settore dell’innovazione tecnologica ed amministrativa. Infatti, lo scorso anno, le due Regioni hanno approvato analoghe normative che regolano l’Osservatorio Regionale degli Appalti. Perciò, è stata concordata la messa a disposizione del reciproco know how tecnologico, informativo, formativo ed organizzativo per utilizzare al massimo le sinergie utili ad una rapida attuazione della legge regionale sulla Stazione Unica Appaltante. A breve verrà sottoscritta una convenzione tra le Regioni Calabria e Toscana nella quale definire i criteri generali e le risorse umane e finanziarie a disposizione per lo “start up” e per la gestione dell’Osservatorio Regionale degli Appalti. .  
   
   
USURA, LA REGIONE TOSCANA RISPONDERÀ CON UNA NUOVA LEGGE E INTANTO PROSEGUE LA CAMPAGNA PER L’USO RESPONSABILE DEL DENARO  
 
 Firenze, 15 aprile 2008 Il governo regionale sta lavorando a un nuovo testo di legge per rafforzare e rendere più efficace il suo impegno contro l’usura. Questo quanto ha annunciato il vicepresidente della Regione Toscana, intervenendo in relazione alla notizia della conclusione dell’inchiesta della Guardia di Finanza che in provincia di Pistoia ha fatto emergere una realtà diffusa di imprenditori, commercianti e artigiani ridotti in gravissime condizioni economiche per prestiti a tassi di usura fino al 400 per cento. Un’inchiesta, ha spiegato il vicepresidente, che dimostra come l’usura sia diffusa anche in Toscana, gestita non da singoli personaggi ma da vere e proprie organizzazioni criminali che si muovono su grande numeri e possono non solo mandare sul lastrico famiglie più disperate o più sprovvedute, ma anche danneggiare pesantemente la nostra economia! . Per questo il governo regionale intende lavorare a una legge in grado di fare tesoro dell’esperienza realizzata in questi anni, in particolare con il progetto in collaborazione con le Misericordie che ha consentito di aprire ben 22 centri di ascolto dislocati in tutto il territorio regionale. Un percorso che successivamente ha portato anche alla costituzione della Fondazione toscana per la prevenzione all’usura. Ogni anno, spiega il vicepresidente, centinaia e centinaia di famiglie e di imprenditori si rivolgono a questi centri, che la Regione sostiene con iniziative di formazione dei volontari e di pubblicizzazione delle attività. Solo nel 2005 sono state rilasciate garanzie che hanno consentito l’erogazione di finanziamenti bancari per quasi 7 milioni di euro. Ora c’è bisogno di un ulteriore salto di qualità che rafforzi la nostra iniziativa anche sul piano della prevenzione, per esempio sul terreno dell’educazi! one all’uso consapevole del denaro. È in questo contesto che si inserisce il progetto “Vivere a rate”, l’iniziativa di teatro sociale e in genere di sensibilizzazione culturale che, con uno spettacolo teatrale, ma anche con film e incontri, da qui al prossimo autunno farà tappa in tutte le 22 città che ospitano i centri di ascolto. .  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE ´ DALLA CINA ALL´INDIA  
 
Ancona, 15 aprile 2008 -Dalla Cina all´India, ovvero i mercati emergenti a cui le Marche guardano in chiave economica, sociale, politica e culturale. Aree geografiche strategiche dove e` possibile cogliere grandi opportunita`, dai mercati in piena espansione, rapidi e veloci nel capire le potenzialita` di chi li predilige. E´ il tema del convegno ´Dalla Cina all´India´, venerdi` 18 aprile ad Abbadia di Fiastra dalle ore 9, che pone i due scenari a confronto. Organizzato dalla Facolta` di Scienze Politiche dell´Universita` di Macerata e dalla Regione, con il supporto dell``Agenzia di Sviluppo della Regione Marche (Svim), l´incontro focalizzera` l``attenzione sulle opportunita` di sviluppo offerte dai mercati asiatici per gli operatori economici del territorio: interverranno esperti nazionali e internazionali del mercato indiano e cinese per dibattere su tematiche economiche, giuridiche, politiche e sociali legate al pianeta India in chiave comparativa rispetto alla Cina. Perche` il colosso definito ´Cindia´ copre il 40% della popolazione e il 20% del Pil mondiale e si prepara nei prossimi 15 anni a diventare la seconda potenza economica del pianeta. L´india, il settimo Paese piu` grande del mondo, registra un mercato interno pari ad 1 miliardo e 200 milioni di persone, con una classe media di 200 milioni di persone dall´elevato potere d``acquisto. Una democrazia che cresce annualmente con un Pil superiore al 9%, che la rende la seconda economia mondiale con il maggior tasso di crescita. Il convegno sara` occasione anche per presentare l´impegno congiunto di Regione e Unioncamere verso il mercato indiano per il prossimo triennio. Impegno che vede gia` operativo un desk, guidato da un esperto indiano, a sostegno del territorio per migliorare l´offerta complessiva del sistema Marche: istituzioni, impresa, universita` e tutti gli attori del territorio. Il progetto, sostenuto con il Fondo europeo di sviluppo regionale, garantisce assistenza alle imprese, soprattutto medio piccole, e permette di costruire rapporti duraturi, stabili e mirati con un Paese emergente in continua crescita. Verra` poi realizzata una rete operativa formata da parti pubbliche e sistema imprenditoriale marchigiano necessaria per affrontare le dimensioni e la complessita` dell``India. Gli esperti internazionali e locali, insieme con le imprese del territorio, illustreranno le opportunita` di mercato, i settori di interesse per il sistema Marche fino agli approvvigionamenti e contrattualistica. Un approccio operativo arricchito dalle esperienze delle imprese del territorio che hanno gia` mosso alcuni passi verso il mercato asiatico. Sara` anche l´occasione per illustrare il Master in "Relationships with Eastern Countries´, organizzato da sei anni dalla Facolta` di Scienze Politiche dell´Universita` di Macerata, che si svolge in lingua inglese e prevede la presenza di studenti di stranieri superiore al 50%. E´ dedicato alle relazioni istituzionali, commerciali e industriali con i paesi dell´Est, e in particolare della Cina, della Russia e dell´India. .  
   
   
MEETING NAZIONALE DEI GIOVANI IMPRENDITORI CNA IMPRESE GRANDI O GRANDI IMPRESE?  
 
Solbiate Olona, 15 aprile 2008 - Nel tessuto produttivo lombardo il 97% delle imprese ha meno di 20 addetti con una media di 5. 5 addetti; il 72% di queste ha massimo due addetti. Da una ricerca svolta su un campione di 1700 imprese che hanno cessato l’attività, risulta che il 41% di queste ha chiuso per mancanza di successori. Il 90% di questo dato indicatore è rappresentato da microimprese, moltissime comprese nella fascia da 1 a 5 dipendenti. Il dato relativo alla nati-mortalità delle imprese italiane chiude con un segno positivo costante (0,67% Ii° trim 2006, 0,66% Ii° trim. 2007) ma, ad esempio in Lombardia, il ricambio totale delle imprese avviene in meno di sette anni: cresce il numero delle imprese ma cresce anche la loro fragilità creando prospettive economiche preoccupanti e un serio indebolimento del tessuto produttivo territoriale. Continuità competitiva - Nelle piccole imprese avere o non avere eredi è una prima importante selezione. Un’impresa che arriva alla fine del suo ciclo senza avere programmato per tempo la trasmissione e senza aver apportato miglioramenti e investito in innovazione, perde valore e quindi la possibilità di essere trasmessa. Sono le imprese che innovano sia in tecnologie che in organizzazione quelle più longeve. La continuità si ha infatti nella competitività: o l’impresa è competitiva o la vendita è molto difficile. Questo punto apre il tema dell’importanza della sensibilizzazione e del sostegno alla competitività dell’impresa a rischio di continuità. Le azioni strategiche - Cosa fare allora per dare continuità a questa tipologia di impresa? Le politiche territoriali - L’impresa sopravvive se il territorio è competitivo; un ambiente favorevole sotto l’aspetto innovativo, finanziario e formativo è fondamentale per la sopravvivenza delle imprese. L’approccio sistemico - Bisogna affrontare il problema in modo sistemico: nessuno va molto avanti da solo. Una rete di soggetti pubblici e privati che insieme attui politiche di supporto è essenziale se si vuole pensare a garantire carattere strutturale all’intervento. La continuità e l’integrazione degli interventi di supporto - Interventi a spot non sono sufficienti a risolvere il problema, serve continuità. E’ necessario mettere a sistema i soggetti e le iniziative creando appunto una politica integrata di intervento. Una normativa regionale - Una legge ad hoc al livello regionale sul tema della continuità di impresa potrebbe sostenere l’obiettivo di “infrastrutturare” le tante iniziative e le risorse disponibili. Quando un’impresa è grande? E’ la dimensione a far grande l’impresa o sono le connessioni che le imprese di qualsiasi dimensione stabiliscono con altre imprese, con clienti e fornitori? Prese da sole le piccole imprese spesso si dimostrano fragili di fronte ai processi di globalizzazione. Ma posizionate all’interno della filiera con la consapevolezza del proprio ruolo, in relazione con i soggetti istituzionali, in costante connessione con il territorio, riportato a un ruolo centrale dentro i processi di competitività, capaci di valorizzare il crescente contributo tecnologico: tutto questo fa grande anche una piccola impresa. Le imprese “molla”, per usare una metafora cara al sociologo Aldo Bonomi, sono quelle che stanno attaccate al territorio ma sono proiettate nel mondo e si contrappongono a quelle “trivella” che invece si limitano a scavare esclusivamente sul proprio territorio. Ecco, per essere “molla”, le imprese devono trovarsi su determinate traiettorie all’interno di reti e altre forme di aggregazione. .  
   
   
MILANO: TROVARE BABYSITTER E BADANTI È UNA VERA IMPRESA  
 
 Milano, 15 aprile 2008 - Trovare una babysitter o una badante? Una vera impresa per i milanesi. È al primo posto tra le professioni di difficile reperimento. Secondo i dati della Camera di commercio di Milano. E nasce la “Borsa delle professioni difficili”. Obiettivo: fare incontrare la domanda e l’offerta nei casi meno facili. Una struttura non solo a servizio dell’ente stesso ma anche aperta a tutti i milanesi. È questa una delle strutture il cui progetto è oggi al via con la firma del protocollo d’intesa siglato tra la Camera di commercio di Milano e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. E sono gli addetti ai servizi personali e alla lavorazione alimentare le due professioni più difficili da reperire secondo le imprese milanesi, con rispettivamente l’83,4% e il 56,6% di assunzioni con difficoltà di reperimento rispetto alle richieste delle imprese. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Excelsior con le richieste di assunzione delle imprese. Protocollo d’intesa. Siglato oggi in Camera di commercio di Milano un accordo di collaborazione con i sindacati Cgil, Cisl e Uil per iniziative riguardanti le problematiche legate al mondo del lavoro e all’welfare. L’accordo prevede lo sviluppo di alcune attività ed azioni congiunte quali: -Un “Osservatorio delle professioni” per monitorare le diverse forme di impiego e le professioni di difficile reperibilità, disponibile operativamente anche per i lavoratori stessi. -Iniziative di analisi sulle normative e le forme di regolazione e/o tutela del lavoro, sui problemi legati alle ‘quote deboli’, al lavoro sommerso, alla crescita del lavoro migrante. -Un tavolo tecnico in materia di “ufficio prezzi” sul fenomeno della perdita del potere d’acquisto. -La valorizzazione e il sostegno dell’occupazione femminile. -Uno “Sportello Lavoro” per l’offerta di opportunità di lavoro attraverso la creazione di una -collaborazione a rete tra le istituzioni. -Promozione di politiche e azioni per la prevenzione antinfortunistica e di difesa della salute e del benessere sui luoghi di lavoro. Iniziative congiunte sul tema dell’integrazione europea del lavoro e dei sistemi di tutela e coesione sociale. -Rafforzamento e crescita del sistema formativo locale, qualificazione e sviluppo delle risorse umane. -Diffusione e promozione del concetto di responsabilità sociale di impresa. -Contribuire a rispondere alle problematiche delle “nuove povertà” che si manifestano sul territorio milanese e insieme alle istituzioni, attuare sistemi aggiuntivi e di sostegno al welfare locale. Per sovrintendere le attività viene istituito un Comitato di indirizzo e di coordinamento che si riunisce di norma due volte all’anno. Presenti alla firma: Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano; Onorio Rosati, segretario generale Cgil; Fulvio Giacomazzi, segretario generale Cisl; Walter Galbusera, segretario generale Uil. I lavori più ricercati a Milano. Sono gli addetti ai servizi personali e alla lavorazione alimentare le due professioni più difficili da reperire secondo le imprese milanesi, con rispettivamente l’83,4% e il 56,6% di assunzioni con difficoltà di reperimento rispetto alle richieste delle imprese. Seguono i tecnici paramedici non infermieri (54,8%) e i conduttori di macchine agricole (54,5%). Difficoltà anche per chi cerca addetti nel settore tessile (45,9%), nella produzione di oggetti in metallo (45,7%) e manovali industriali (44,1%). Le difficoltà di reperimento non riguardano però solo le professioni manuali o di assistenza: in oltre un caso su tre, infatti, le imprese segnalano problemi nel trovare specialisti di scienze della salute e dirigenti della produzione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Excelsior con le richieste di assunzione delle imprese. .  
   
   
TOSCANA : SI È RIUNITO IL COORDINAMENTO REGIONALE PER L´IMPRENDITORIA FEMMINILE  
 
Firenze, 15 aprile 2008 - Si è riunito il 9 Aprile scorso presso la sede di Unioncamere Toscana il Coordinamento Regionale dei Comitati per l´Imprenditoria Femminile della Toscana, presieduto dalla Dott. Ssa Cristina Bandinelli del Comitato di Firenze. Nel corso dell´incontro è stata definita la partecipazione del Coordinamento Regionale all´iniziativa itinerante organizzata da Unioncamere nazionale insieme a Retecamere ed in programma nelle giornate dal 16 al 21 giugno 2008 e denominata "Le giornate dell´imprenditrice". L´iniziativa, intende rilanciare, attraverso una serie di appuntamenti, fra i quali convegni, conferenze stampa e premiazioni di idee d´impresa, l´impegno del Sistema Camerale e della Rete dei Comitati per promuovere, sostenere e valorizzare le donne che fanno impresa. .  
   
   
CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA: - 2,7% A MARZO NEL PRIMO TRIMESTRE 2008 LA DOMANDA CRESCE DELLO 0,9%  
 
 Roma, 15 aprile 2008 – Nel mese di marzo 2008 la quantità di energia elettrica richiesta in Italia, pari a 28,3 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2007. E’ quanto ha rilevato Terna, la società che ha la responsabilità della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica a livello nazionale. Due i fattori che hanno influenzato, ma con segno opposto, questo risultato: due giornate lavorative in meno (20 contro 22) rispetto a marzo 2007 dovute anche alle festività pasquali, e una temperatura media mensile inferiore di circa un grado rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Se infatti il clima più rigido, in un mese invernale come marzo, spinge la domanda elettrica, viceversa due giornate lavorative in meno si traducono in un consistente minor consumo di elettricità da parte delle industrie e dei servizi. Se si volesse confrontare la domanda di marzo 2008 con quella dello stesso periodo del 2007, a parità di temperatura e calendario, la variazione sarebbe pari a -1,4%. Dall’analisi effettuata da Terna emerge che a livello territoriale la variazione della domanda è risultata ovunque negativa: -3,2% al Nord, -2,6% al Centro, -1,7% al Sud. Al Nord da segnalare, in particolare, che rispetto a marzo 2007 la richiesta di energia elettrica ha fatto segnare un -4,7% in Lombardia. I 28,3 miliardi di kWh richiesti nel mese di riferimento sono distribuiti per il 47,1% al Nord, per il 28,5% al Centro e per il 24,4% al Sud. Nel mese di marzo 2008 il fabbisogno italiano di energia elettrica è stato coperto per l’88,1% con la produzione nazionale, e per il restante 11,9% con il saldo tra le importazioni e le esportazioni (-28,3% rispetto a marzo 2007). In dettaglio, la produzione nazionale netta (25,5 miliardi di kWh) è aumentata del 2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In crescita le fonti termoelettrica (+1,3%), geotermoelettrica (+1,9%) ed eolica (+51,6%), in calo la fonte idroelettrica (-1,1%). Il profilo congiunturale del mese di marzo 2008 ha fatto registrare un calo dello 0,5% rispetto al mese precedente. La richiesta cumulata del primo trimestre del 2008 si attesta su un +0,9% rispetto allo stesso periodo del 2007. L’analisi dettagliata dell’andamento dei consumi elettrici mensili provvisori del 2008 e del 2007 è disponibile nella pubblicazione “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”, consultabile alla voce “Sistema elettrico – Dispacciamento - Dati esercizio” del sito www. Terna. It .  
   
   
ENERGIA: IN VENETO IMPIANTO A IDROGENO UNICO AL MONDO INAUGURATO IL CANTIERE ENEL A FUSINA (MARGHERA) PRESIDENTE REGIONE: “IL VENETO DA’ TANTO ALL’ENERGIA NAZIONALE, ORA DEVE RICEVERNE BENEFICI IN CAMBIO”  
 
Venezia, 15 aprile 2008 - L’amministratore Delegato dell’Enel Fulvio Conti, il Presidente della Regione del Veneto Giancarlo Galan, il Sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il Presidente della Provincia Davide Zoggia, e il Presidente di Unindustria Venezia Antonio Favrin hanno inaugurato l’ 8 aprile a Fusina (Marghera) il cantiere per la costruzione di una innovativa centrale a ciclo combinato alimentata ad idrogeno. L’impianto, che sarà pronto nel 2009, avrà una potenza di 16 megawatt con un investimento di 47 milioni di euro. L’energia prodotta, pari a circa 60 milioni di chilowattora l’anno, sarà in grado di soddisfare il fabbisogno di 20 mila famiglie evitando l’emissione in atmosfera di oltre 17 mila tonnellate di anidride carbonica. “Tra quello che sta nascendo qui a Fusina – ha detto tra l’altro Galan – e tra quanto sta per diventare realtà con il Terminal Gasiero in Adriatico, possiamo davvero dire che il Veneto è la prima Regione d’Italia in fatto di produzione e distribuzione di risorse energetiche altamente competitive e innovative, rispettose dell’ambiente e della salute dell’uomo. Sin qui le proposte del Veneto – ha aggiunto – ma ora, se non la protesta, mi sia consentita almeno una richiesta: ieri e oggi il Veneto è stato ed è la terra delle dighe, delle centrali elettriche, dei Terminal Gasieri che altre 11 Regioni hanno rifiutato e delle Centrali a Idrogeno. E’ così dalla montagna al mare, quindi c’è sempre il Veneto quando si tratta di fornire energia al resto del Paese. Ora mi chiedo: abbiamo forse ricevuto un qualche concreto vantaggio? Ci è stato forse riconosciuto un qualche beneficio economico rispetto a chi magari si oppone a centrali e terminali, pretendendo però in cambio l’energia che si produce in Veneto? La mia – ha concluso il Presidente – non è e non vuole essere la protesta del Veneto, ma la richiesta di tutto il Veneto, che ha diritto di ottenere concreti vantaggi per la sua società e la sua economia da parte di chi si appresta a governare il nostro Paese”. La centrale a idrogeno dell’Enel a Fusina è il primo impianto al mondo di questo tipo: sorgerà nell’area della centrale Enel “Andrea Palladio”, adiacente al Petrolchimico, dal quale riceverà l’idrogeno generato come by product del ciclo produttivo. L’impianto si colloca nell’ambito dei progetti di Hydrogen Park, il Consorzio nato nel 2003 su iniziativa degli Industriali di Venezia con il sostegno della Regione Veneto e del Governo per circa 4 milioni di euro, allo scopo di promuovere nell’area di Porto Marghera lo sviluppo e le applicazioni delle tecnologie dell’idrogeno nel settore del trasporto e della generazione di energia. In futuro, l’idrogeno necessario all’impianto potrà essere ottenuto anche dalla gassificazione del carbone associata alla “cattura” dell’anidride carbonica. .  
   
   
DURNWALDER E LAIMER: ACCORDO CON LA EDISON FONDAMENTALE PER L´AUTONOMIA  
 
Bolzano, 15 aprile 2008 - “Un’intesa che rappresenta un passaggio fondamentale nella storia dell´autonomia altoatesina, perché consente alla Provincia di svolgere in pieno il suo compito istituzionale di servizio pubblico anche nel settore strategico dell’energia”: così il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha commentato la creazione della nuova joint venture tra Sel e Edison che gestirà le sette centrali idroelettriche in Alto Adige. L’accordo è stato firmato l’ 11 aprile a Bolzano e illustrato dallo stesso Durnwalder, dall’assessore provinciale Michl Laimer e dai vertici di Edison e Sel. Con l’ufficializzazione dell’accordo tra Sel e Edison, siglato oggi (11 aprile) a Palazzo Widmann dai vertici delle due aziende, nasce la nuova Spa dell’energia chiamata a gestire le sette centrali idroelettriche della Edison in Alto Adige. L’intesa è stata illustrata dal presidente Luis Durnwalder, dall´assessore all´Energia Michl Laimer, dal presidente di Edison Giuliano Zuccoli e dall´ad di Edison Umberto Quadrino, dal presidente di Sel Klaus Stocker. “Questo accordo è un passaggio fondamentale nella storia dell´autonomia altoatesina, perché consente alla Provincia di svolgere in pieno il suo compito istituzionale di servizio pubblico anche nel settore strategico dell’energia, grazie alla collaborazione con un partner affidabile quale Edison”, ha commentato il presidente Durnwalder ricordando che si tratta "di un esempio di alleanza anche per altri settori. Abbiamo unito le specificità del territorio con il know-how di una grande azienda. " Durnwalder ha ricordato che l´obiettivo di una lunga trattativa è stato quello di "mantenere in Alto Adige l´energia prodotta in casa, i nostri partner hanno capito e sostenuto un´operazione di interesse comune. " Riepilogando i punti salienti dell´accordo, Durnwalder ha aggiunto che "il personale dell´Edison passa alla nuova società senza problemi di tipo occupazionale" e che la nuova Spa "è nata anche per allargarsi alla compartecipazione dei Comuni e dei privati con l´azionariato popolare. " La sede legale in Alto Adige, ha poi sottolineato il Presidente, "consente alla Provincia di gestire circa 10 milioni € di entrate tributarie all´anno. " Ma soprattutto Durnwalder ha voluto ribadire l´impegno "verso una politica tariffaria vicina al cittadino, con facilitazioni per le famiglie e gli enti locali. " L´assessore Laimer ha definito l´operazione "una nuova pagina nel settore delle risorse idriche e di rafforzamento dell´autonomia energetica altoatesina. Vogliamo garantire un approvvigionamento sicuro a costi adeguati e vicino al cittadino. " L´accordo con Edison, ha aggiunto, "consente alla Provincia di proseguire sulla strada che già oggi ci vede coprire il 41% del fabbisogno con energia derivata da fonti rinnovabili. " Il presidente di Edison Spa Giuliano Zuccoli ha parlato di "alleanza innovativa in Europa, con la volontà delle parti di usare la risorsa idrica nell´interesse del territorio" e ha osservato che la riuscita dell´operazione è dovuta in buona parte "alla determinazione e alla lungimiranza con cui il Presidente della Provincia ha saputo gestire la trattativa. " A sua volta l´ad Umberto Quadrino si è augurato, guardando al futuro, "un rapporto aperto e di lunga durata tra Edison e il territorio, con l´obiettivo di svilupparsi ulteriormente. " L’accordo vede nascere una nuova società per azioni che dovrà gestire le 7 centrali idroelettriche finora di proprietà di Edison (Lasa, Brunico, Marlengo, Prati di Vizze, Ponte Gardena, Curon e Premesa, le cui concessioni sono in scadenza fra il 2011 e il 2020), per una potenza installata complessiva di circa 245 Mw. Il 60% del capitale della nuova Spa sarà detenuto da Sel, mentre Edison manterrà il residuo 40% del capitale. Il prezzo per l’acquisizione del 60% provinciale è pari a 177 milioni €, "un prezzo sulla base del valore dell´energia prodotta nei prossimi anni e di tutti i valori patrimoniali che alla scadenza delle concessioni non verranno trasferiti alla Provincia - ha fatto notare Durnwalder - mentre nel prezzo d´acquisto non sono stati considerati tutti i beni che verranno trasferiti a titolo gratuito. " .  
   
   
DOLOMITI ENERGIA: NESSUNA PERPLESSITá GIURIDICA NÉ INCERTEZZE SULLA FUSIONE IN TRENTINO SERVIZI  
 
Trento, 15 aprile 2008 - In merito ad un articolo comparso 11 aprile su un quotidiano locale sui nuovi assetti del settore dell’energia elettrica, la Provincia autonoma di Trento contesta alcune delle notizie in esso riportate riguardanti presunte “perplessità giuridiche” sulla partecipazione azionaria del Consorzio dei Comuni e su altre questioni di carattere strategico e finanziario. Riguardo all’affermazione che sia stata “accantonata, in attesa di tempi migliori, l’idea di fondere Dolomiti Energia in Trentino Servizi”, si fa notare che proprio la scorsa settimana l’assessore competente per l’energia fosse a Bolzano per illustrare, in un convegno d’ambito nazionale, il prosieguo della trattativa, che quindi non è stata affatto accantonata ma prosegue lungo i binari prefissati. Riguardo ad un ingresso nella holding pubblico-privata dell’energia dei Bacini imbriferi montani, invece, si sottolinea come esso non sia dovuto alla necessità di “ossigenare le casse” di Dolomiti energia: piuttosto è parte di un disegno politico strategico per coinvolgere i 223 Comuni del Trentino, un disegno che la Provincia autonoma ha sempre rivendicato e che continuerà a perseguire con convinzione, nella consapevolezza che esso sia determinante nel processo che riconduce nelle mani dei trentini una risorsa così strategica. Riguardo infine alla presunta “approssimazione giuridica” a cui si fa cenno nell’articolo, che rischierebbe di compromettere gli investimenti di parte pubblica e privata realizzati fin’ora, si fa notare che al contrario qualsiasi investitore, a questo punto della trattativa, e dopo i traguardi importanti già raggiunti, troverebbe più che ragionevole investire nel settore dell’energia idroelettrica in Trentino, tantopiù se a fronte di un panorama internazionale che certamente premia chi oggi punta sulle cosiddette “rinnovabili”. .  
   
   
AI COMUNI DELLA TOSCANA 8,5 MILIONI PER INCENTIVARE L’ECOEFFICIENZA FAVORIRÀ INVESTIMENTI PER CIRCA 25 MILIONI, DAL SOLARE ALLE COIBENTAZIONI. SERVIRANNO PER SCUOLE, OSPEDALI, IMPIANTI SPORTIVI E PALAZZI COMUNALI  
 
Firenze, 15 aprile 2008 - La Giunta regionale ha approvato una delibera con cui stanzia dal proprio bilancio 8,5 milioni di euro a favore dei comuni toscani per il triennio 2008-2010 per incentivare la realizzazione di impianti nel campo delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico. Serviranno a cofinanziare, per una quota variabile tra il 20 e il 40%, impianti solari fotovoltaici, termici, impianti di riscaldamento a cogenerazione, anche alimentati a gas naturale, corpi illuminanti a basso consumo e coibentazioni per la riduzione dei consumi. Secondo l’assessore regionale all’energia è la Pubblica amministrazione ad essere chiamata in causa nella diffusione di pratiche virtuose, e con la delibera appena approvata la Regione incentiverà investimenti in questo tipo di impianti meno energivori, per un totale di almeno 25 milioni di euro. Il provvedimento si inserisce, come spiega l’assessore, nel percorso individuato dal Piano energetico regionale per la riduzione dei consumi e delle emissioni, attraverso un aumento dell’efficienza: un obiettivo che per essere raggiunto deve vedere l’impegno di cittadini, aziende e settore pubblico. La delibera regionale anticipa quanto previsto dalla Finanziaria, ma non ancora regolamentato a livello nazionale, cioè l’obbligo di accompagnare ogni investimento dalla certificazione energetica e di impiegare fonti alternative. E, proprio perché sia la Pubblica amministrazione a dare il buon esempio, la Regione ha deciso di incentivare le buone pratiche nei settore dell’edilizia scolastica, di quella sanitaria, degli impianti sportivi e nelle sedi stesse dei 287 Comuni della Toscana che potranno così dotarsi, qualora non lo siano già, di impianti solari finalizzati alla produzione di energia elettrica, di acqua calda, di impianti di illuminazione a basso consumo, oppure coibentare con materiali isolanti pareti e soffitti per ridurre il fabbisogno complessivo di energia. Nel finanziamento dei progetti saranno favoriti quelli in fase di progettazione esecutiva e quelli che presenteranno un miglior rapporto tra costo e benefici. E’ infatti prevista un’analisi energetica prima e dopo gli interventi, per misurare i risultati ottenuti. Entro poche settimane sarà emanato il bando per l’accesso ai finanziamenti previsti dalla delibera: 1,5 milioni di euro per l’anno in corso, e 3,5 ciascuno per il 2009 e il 2010. Per quest’anno sono previste ulteriori risorse per 15 milioni di euro, provenienti da fondi europei. Vi potranno accedere anche le Province e i privati. I bandi per parteciparvi saranno pubblicati entro l’estate prossima. . .  
   
   
ANIT E COES PARLANO DI CASE CERTIFICATE, CALDE E SILENZIOSE  
 
 Bologna, 15 aprile 2008 Anit e Coes di nuovo insieme per parlare di “Case certificate: calde e silenziose. Correlazione tra i requisiti di risparmio energetico e acustica”. L’incontro, organizzato dall’Associazione nazionale per l’isolamento termico e acustico, con il patrocinio della Provincia e del Comune di Bologna, avrà come sponsor tecnico Coes, società leader europea nella produzione e commercializzazione di prodotti e sistemi completi per l’impiantistica idrotermosanitaria all’interno dell’edificio. Durante il convegno verranno affrontati i principali aspetti normativi contenuti nel decreto legislativo 311 e nelle leggi regionali delegate, ovvero come progettare l’efficienza energetica degli edifici e come accedere agli incentivi fiscali. Un’occasione, quindi, per affrontare le scelte progettuali in modo coordinato e maggiormente consapevole in materia di risparmio energetico e di requisiti acustici passivi degli edifici. Nel corso del meeting verranno sviluppati gli aspetti peculiari di ciascuno dei due dispositivi regolamentati e ne verranno messi in luce affinità e problematiche ai fini della loro corretta applicazione. Il contributo tecnico di Coes sarà affidato all’ingegnere Stefano Richetti che parlerà di impianti di scarico fonoisolanti negli edifici intelligenti. Giovedì 17 aprile 2008, ore 14,30-18. Sala Plenaria presso Cnr Via Gobetti, 101, Bologna. .  
   
   
CALABRIA: RECUPERO CENTRI STORICI, BANDO PUBBLICO PER LA SELEZIONE DI INTERVENTI  
 
Reggio Calabria, 15 aprile 2008 - È stato inserito sul sito della Regione Calabria (www. Regione. Calabria. It - area di interesse “Urbanistica e Governo del Territorio”), in attesa della imminente pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale, il bando pubblico per la selezione di interventi relativi a “Progetti integrati per la riqualificazione, recupero e valorizzazione dei centri storici”. Il bando utilizzerà le risorse finanziarie previste dalle delibere del Cipe 35/2005 e 3/2006 e dal Programma operativo regionale Fesr 2007-2013. L’azione di recupero dei centri storici rappresenta una delle priorità di intervento per avviare processi di riqualificazione del sistema urbano calabrese, oltre che un’opportunità di sviluppo incentrata su una delle risorse riconosciute come ad alto potenziale. L’obiettivo specifico del bando è riferito alla realizzazione di progetti per lo sviluppo finalizzati alla riqualificazione ambientale, recupero, decoro e rigenerazione sociale ed economica. Le risorse sono finalizzate a promuovere lo sviluppo dei centri storici, riconosciuti quale risorsa ad alto valore strategico, in particolare per ciò che riguarda i fattori di attrattività, con riferimento al potenziale turistico-ricettivo, a partire dalla dotazione di patrimonio immobiliare inutilizzato. Nello specifico, si perseguono gli obiettivi e le strategie relative alla conservazione, recupero, riqualificazione, riuso, potenziamento, valorizzazione e specializzazione del patrimonio edilizio, architettonico e urbano dei centri storici. Inoltre, si vuole migliorare la dotazione dei servizi finalizzata all’innalzamento della qualità della vita (dotazione di servizi per residenti e potenziali turisti) e alla definizione di nuove destinazioni funzionali dei patrimoni immobiliari pubblici abbandonati, secondo un piano complessivo di riassetto e attrazione di nuove funzioni e attività. Possono beneficiare delle risorse finanziarie i singoli Comuni, i raggruppamenti di Comuni, le associazioni tra Comuni ed altre pubbliche amministrazioni e le associazioni miste pubblico-private (a prevalente capitale pubblico), all’uopo costituite e per le quali sia ben posto in evidenza il valore aggiunto derivante dalla collaborazione dei soggetti coinvolti per la migliore e più efficace riuscita dell’intervento proposto. La Regione, nella selezione degli interventi, attua un processo di valutazione trasparente, inclusivo e accompagnato da un’adeguata azione di comunicazione. La Commissione di valutazione gestirà le proposte nel rispetto del decreto legislativo 196/2003 e successive modifiche e integrazioni. La selezione degli interventi sarà effettuata in due fasi distinte. La prima fase riguarda l’ammissibilità formale ed è riferita alla verifica dei requisiti di forma richiesti dal bando (conformità della documentazione presentata e rispetto della tempistica; requisiti soggettivi del proponente; requisiti oggettivi della domanda-proposta progettuale). Sulla base di tale prima fase di valutazione le domande-proposte progettuali potranno accedere a quella successiva. La seconda fase di selezione riguarda la valutazione delle proposte progettuali da parte di una Commissione, appositamente nominata con decreto del dirigente generale del dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio. La valutazione consentirà di stilare la graduatoria degli interventi ritenuti idonei. .  
   
   
ANDREA PALLADIO 1508 – 2008 IL SIMPOSIO DEL CINQUECENTENARIO PADOVA – VICENZA – VERONA – VENEZIA 5 – 10 MAGGIO 2008  
 
 Padova, 15 aprile 2008 - In occasione delle celebrazioni dei cinquecento anni della nascita di Andrea Palladio, lunedì 5 maggio 2008 si aprirà a Padova il Simposio del Cinquecentenario: il più esteso convegno di studi mai dedicato al grande architetto veneto. Sarà articolato in sei giornate, itineranti in quattro città venete: Padova, Vicenza, Verona, Venezia. Gli studiosi coinvolti sono oltre 70, provenienti da tutto il mondo, dall’Italia alla Russia, dalla Francia alla Spagna, dalla Gran Bretagna alla Germania, dalla Svizzera agli Stati Uniti, dal Canada alla Nuova Zelanda. Le conferenze sono strutturate in quattordici sessioni, ognuna curata dallo specialista del tema trattato, in modo da approfondire tutti i grandi temi degli studi palladiani, ponendo l’accento in particolare sulle novità, inedite scoperte e innovative riletture critiche degli studi palladiani. La partecipazione agli incontri è gratuita con iscrizione obbligatoria. E’ necessario compilare e inviare via fax o mail il modulo allegato e in breve tempo si riceverà una conferma della disponibilità dei posti. Importante: Si accettano solo richieste scritte di partecipazione. Informazioni Generali Il programma potrebbe subire delle modifiche, tutti gli aggiornamenti saranno verificabili sul sito www. Andreapalladio500. It/iniziative in programma/Simposio Tel. 0039 (0) 444 323014 Fax 0039 (0) 444 322069 Mail segreteria@cisapalladio. Org .