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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Marzo 2010
PARLAMENTO EUROPEO: PLENARIA DEL 24-25 FEBBRAIO 2010: AL VIA "RIFORMA RADICALE" DELLA POLITICA DELLA PESCA CRISI, GRECIA E RIPRESA: LA ´PRIMA VOLTA´ DI VAN ROMPUY AL PARLAMENTO  
 
Bruxelles, 1 marzo 2010 - D´accordo sugli aiuti alla Grecia, ma il Governo deve impegnarsi a ridurre il deficit del 4% entro il 2010. Una posizione bi-partisan, quella del Parlamento, oggi impegnato ad esaminare la situazione economica della zona euro. Per la prima volta in aula il neo-presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. A cui l´aula non risparmia le critiche. Grecia, serve una politica economica europea - Un dibattito acceso, quello di mercoledì pomeriggio 24 febbraio, il primo cui ha assistito Herman Van Rompuy, presente in Aula per riportare sulle conclusioni del Consiglio europeo speciale dell´11 febbraio sulla situazione economica nell´Ue e per rispondere alle domande sulla strategia "2020" per rilanciare la competitività europea. Ammonimenti da tutti i fronti, a partire dai rappresentanti della stessa famiglia politica del presidente, con Joseph Daul, leader del Ppe, che avverte: "Non possiamo aspettare che altri Paesi si trovino nella situazione della Grecia. Un vero coordinamento economico nella zona euro è necessario, se vogliamo evitare altri deficit eccessivi". Gli dà ragione Guy Verhofstadt, capogruppo dei Liberali, che definisce l´Unione monetaria senza una vera Unione economica un "non senso". Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha voluto aprire una parentesi sulla sua figura, instaurata dal Trattato di Lisbona. "Presentandosi" ai parlamentari, ha promesso "un impegno a tempo pieno" e un "miglioramento pragmatico dell´architettura istituzionale", proponendosi come "ponte" fra le autorità nazionali e le istituzioni europee. Orizzonte 2020: l´Europa riparte? Nel dibattito interviene anche il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, annunciando la prossima pubblicazione di una strategia "tri-partita": "intelligente" (basata sulla conoscenza), "verde" (sostenibile) e socialmente "inclusiva". Critiche dal gruppo S&d: "Il 2020 è un orizzonte distante, abbiamo bisogno di soluzioni ora", afferma il britannico Stephen Hughes. Sulla strategia 2020 torna Timothy Kirkhope, per il gruppo dei Conservatori e riformisti: "L´economia europea perdeva terreno già prima della crisi", replica a Barroso. "Il capitalismo autoritario dev´essere sostituito da un capitalismo responsabile. Spazio a "ricerca e a università migliori", per creare "posti di lavoro di qualità". Parole d´ordine: coraggio e ambizione - I parlamentari hanno insistito soprattutto sulla necessità di una solida politica economica a complemento dell´euro: "Serve coraggio, perché la nostra moneta possa riflettere il peso dell´Europa", ha detto Daul, proponendo di "riprendere l´idea dell´ex premier Balladur, che la politica economica europea sia stabilita dai Paesi della zona euro". "L´europa è di nuovo divisa - ha concluso il leader popolare - "Dobbiamo smetterla di aggrapparci all´idea della sovranità nazionale economica, che ogni Paese è ancora convinto di avere". Hughes ha invocato "solidarietà" fra i Paesi europei, sostenendo che la soluzione per la Grecia non è solo "tagliare in fretta la spesa pubblica, comprese educazione e sanità". Il gruppo social-democratico si aspetta "piani ambiziosi da Commissione e Consiglio", per rendere l´Europa rilevante "per la gente, e non solo per i mercati". Verhofstadt ha insistito sulla necessità di una "governance economica", ricordando che la sola soluzione per la Grecia è "l´Europa", e che l´esempio greco dovrebbe insegnare che politica monetaria ed economica non possono essere disgiunte. A nome dei Verdi è intervenuta Rebecca Harms, dicendo che bisogna "mostrare solidarietà alla Grecia", ed evitare "i sentimenti anti-greci". "Le banche sono state salvate con i miliardi dei contribuenti, usati per speculare", ha ricordato il capogruppo della Sinistra Unita Lothar Bisky, criticando il governo tedesco per gli slogan sul "taglio delle tasse". Senza mezzi termini l´intervento di Nigel Farage, alla testa del gruppo euroscettico Efd, che ha attaccato direttamente Van Rompuy: "Lei, chi è? Io non la conosco e non la voglio, e credo che la maggioranza dei cittadini britannici abbia la stessa opinione".  
   
   
UE: POLITICA COMUNE DELLA PESCA: VA BENE UNA RIFORMA RADICALE, MA SERVONO PIÙ FONDI  
 
Bruxelles, 1 marzo 2010 - Il voto sulla politica della pesca, 25 febbraio - Una "riforma radicale" per proteggere i pesci dal rischio d´estinzione, tenendo però conto delle specificità regionali e con un occhio di riguardo per la pesca artigianale e costiera. E´ quanto chiede il Parlamento, sollecitando anche un´efficace politica di non-rigetto in mare del pescato, il sostegno all´acquacoltura di qualità, una maggiore informazione dei consumatori e la tracciabilità dei prodotti, anche importati. Vanno anche sviluppate le organizzazioni interprofessionali e le vendite dirette. Approvando con 456 voti favorevoli, 50 contrari e 65 astensioni la relazione di Maria do Céu Patrão Neves (Ppe, portoghese) sul libro verde della Commissione relativo alla riforma della politica comune della pesca (Pcp), il Parlamento rileva anzitutto "l´importanza strategica" di questo settore per il contributo "in termini di benessere socioeconomico delle comunità costiere, sviluppo locale, occupazione, conservazione e creazione di attività economiche a monte e a valle, rifornimenti di pesce fresco e conservazione delle tradizioni culturali locali". I deputati chiedono quindi una "riforma radicale" della politica della pesca per evitare il rischio di "ritrovarsi senza risorse ittiche e senza industria della pesca al momento della prossima riforma". Ricordano, peraltro, che il principale obiettivo della Pcp "deve essere di garantire il futuro "tanto delle risorse quanto dei pescatori" e sottolineano che la sopravvivenza della pesca e la conservazione della sostenibilità degli ecosistemi marini "non sono obiettivi inconciliabili". Il processo di riforma della Pcp deve concludersi all´inizio del 2011, e, con il trattato di Lisbona, il Parlamento "non è più soltanto un organo consultivo ma diventa co-legislatore", condividendo il potere decisionale con il Consiglio, "tranne in materia di fissazione di Tac e quote". Il Parlamento chiede una dotazione finanziaria maggiore per la Pcp nel prossimo quadro finanziario 2014-2020, e respinge "ogni tentativo di rinazionalizzare i costi della Pcp". Occorre poi "garantire un accesso più agevole" agli strumenti finanziari dell´Ue e chiede una strategia di sostegno finanziario "agli operatori professionali della pesca che potrebbero veder ridotta la loro attività o perdere il posto di lavoro in seguito all´adattamento delle capacità di pesca alle disponibilità di risorse alieutiche o a piani di ricostituzione delle risorse". In generale, il Parlamento sostiene un sistema di gestione che si discosti dall´approccio verticale (top-down), puntando invece sul principio della regionalizzazione e della sussidiarietà (decentramento orizzontale). Respinge quindi "fermamente" ogni tentativo inteso ad adottare un modello comunitario unico e chiede invece che "si tenga debitamente conto delle caratteristiche specifiche dei vari mari europei". Altra proposta: il trattamento differenziato fra pesca di altura e quella a carattere più artigianale. Sollecita quindi la Commissione a lavorare "in vista di un modello distinto, chiaramente definito, liberale, de-burocratizzato e semplificato" per la gestione della pesca artigianale e costiera. Andrebbero poi istituiti programmi comunitari specifici di sostegno alla piccola pesca costiera e alla pesca di molluschi, per ottenere un maggiore accesso ai mercati e aumentare il valore dei prodotti. Al contempo l´attuale fondo e i futuri fondi strutturali devono continuare a sostenere il rinnovo e l´ammodernamento dei pescherecci. I deputati sollecitano la Commissione a esaminare la possibilità di adottare nuovi modelli di gestione della pesca, "che siano complementari al sistema di Tac e quote",per agevolare l´introduzione della politica di non-rigetto in mare e favorire "un adattamento più flessibile della flotta allo stato effettivo delle risorse nella loro diversità e distribuzione". Un meccanismo di gestione basato sullo sforzo di pesca permetterebbe di sviluppare un´efficace politica di non-rigetto e semplificare le attuali procedure amministrative e di controllo. Occorrerebbe anche creare un Fondo per il disarmo, "quale soluzione efficace e a breve termine ai problemi di eccesso di capacità". D´altro canto, i deputati ritengono essenziale che, in caso di periodi di riposo biologico per la flotta al fine di preservare gli stock ittici, "si tenga debitamente conto anche dell´industria conserviera, che non dispone di fonti alternative di approvvigionamento delle specie interessate". Il Parlamento chiede anche di rafforzare la protezione e la competitività dell´acquacoltura comunitaria "con un sostegno forte e continuo alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, il miglioramento dell´assetto delle zone costiere e dei bacini idrografici". Vanno quindi sostenuti gli investimenti in nuove tecnologie dell´acquacoltura off-shore e d´acqua dolce, sostenendo in via prioritaria il miglioramento della sostenibilità ambientale. Nel chiedere incentivi a favore dell´acquacoltura biologica e di iniziative volte ad incrementare l´efficienza degli impianti di piscicoltura, sollecita finanziamenti alle imprese di acquacoltura "a prescindere dalle loro dimensioni". Lo sviluppo sostenibile dell´acquacoltura, per i deputati, deve anche promuovere la produzione di "prodotti di qualità superiore" attraverso norme sanitarie migliorate, standard elevati in materia di benessere animale e un elevato livello di protezione dei consumatori. In proposito, sollecitano la Commissione ad accrescere le informazioni rivolte ai consumatori sull´origine e la qualità dei prodotti della pesca, tramite un monitoraggio rigoroso e una "tracciabilità completa", dall´ottenimento della materia prima alla commercializzazione del prodotto finito, sia per la vendita di catture fresche che di prodotti trasformati derivanti da attività di pesca o dall´acquacoltura. In materia di politica commerciale, il Parlamento sottolinea anche la necessità di assicurare anche la tracciabilità dei prodotti importati e la loro conformità ai medesimi requisiti sanitari, ambientali e sociali dell´Ue. Inoltre, chiede di impedire che nuove concessioni a livello della protezione esterna "non vanifichino o compromettano gli sforzi per garantire sbocchi alla produzione comunitaria a prezzi sufficientemente remunerativi". I nuovi accordi di pesca con paesi terzi dovrebbero quindi essere oggetto di una valutazione complessiva, "sulla base di criteri definiti dal Parlamento europeo". Occorre poi adoperarsi per evitare di aggravare la dipendenza dell´Ue dalle importazioni da paesi terzi e garantire, invece, la promozione esterna dei suoi prodotti quali le conserve di pesce, "in particolare ... Finanziandone la presentazione a concorsi e fiere internazionali". Quale primo importatore mondiale, l´Ue dovrebbe anche dare priorità alla lotta contro la pesca illegale. Il Parlamento ritiene infine necessario creare raggruppamenti interprofessionali nel settore della pesca, con la partecipazione di proprietari, lavoratori, trasformatori, intermediari, ecc.. Considera inoltre necessario ridurre il numero di intermediari nella filiera tra produttore e consumatore ed incentivare e sostenere tutte le attività di vendita diretta o di commercializzazione da parte del produttore idonee ad accorciare la filiera. Occorre inoltre creare meccanismi "per promuovere la concentrazione dell´offerta".  
   
   
CRISI, GRECIA E RIPRESA: LA ´PRIMA VOLTA´ DI VAN ROMPUY AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 1 marzo 2010 - Mercoledì 24 febbraio, la prima volta che Herman Van Rompuy interviene durante la plenaria del Parlamento D´accordo sugli aiuti alla Grecia, ma il Governo deve impegnarsi a ridurre il deficit del 4% entro il 2010. Una posizione bi-partisan, quella del Parlamento, oggi impegnato ad esaminare la situazione economica della zona euro. Per la prima volta in aula il neo-presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. A cui l´aula non risparmia le critiche. Grecia, serve una politica economica europea - Un dibattito acceso, quello di mercoledì pomeriggio, il primo cui ha assistito Herman Van Rompuy, presente in Aula per riportare sulle conclusioni del Consiglio europeo speciale dell´11 febbraio sulla situazione economica nell´Ue e per rispondere alle domande sulla strategia "2020" per rilanciare la competitività europea. Ammonimenti da tutti i fronti, a partire dai rappresentanti della stessa famiglia politica del presidente, con Joseph Daul, leader del Ppe, che avverte: "Non possiamo aspettare che altri Paesi si trovino nella situazione della Grecia. Un vero coordinamento economico nella zona euro è necessario, se vogliamo evitare altri deficit eccessivi". Gli dà ragione Guy Verhofstadt, capogruppo dei Liberali, che definisce l´Unione monetaria senza una vera Unione economica un "non senso". Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha voluto aprire una parentesi sulla sua figura, instaurata dal Trattato di Lisbona. "Presentandosi" ai parlamentari, ha promesso "un impegno a tempo pieno" e un "miglioramento pragmatico dell´architettura istituzionale", proponendosi come "ponte" fra le autorità nazionali e le istituzioni europee. Orizzonte 2020: l´Europa riparte? Nel dibattito interviene anche il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, annunciando la prossima pubblicazione di una strategia "tri-partita": "intelligente" (basata sulla conoscenza), "verde" (sostenibile) e socialmente "inclusiva". Critiche dal gruppo S&d: "Il 2020 è un orizzonte distante, abbiamo bisogno di soluzioni ora", afferma il britannico Stephen Hughes. Sulla strategia 2020 torna Timothy Kirkhope, per il gruppo dei Conservatori e riformisti: "L´economia europea perdeva terreno già prima della crisi", replica a Barroso. "Il capitalismo autoritario dev´essere sostituito da un capitalismo responsabile. Spazio a "ricerca e a università migliori", per creare "posti di lavoro di qualità". Parole d´ordine: coraggio e ambizione - I parlamentari hanno insistito soprattutto sulla necessità di una solida politica economica a complemento dell´euro: "Serve coraggio, perché la nostra moneta possa riflettere il peso dell´Europa", ha detto Daul, proponendo di "riprendere l´idea dell´ex premier Balladur, che la politica economica europea sia stabilita dai Paesi della zona euro". "L´europa è di nuovo divisa - ha concluso il leader popolare - "Dobbiamo smetterla di aggrapparci all´idea della sovranità nazionale economica, che ogni Paese è ancora convinto di avere". Hughes ha invocato "solidarietà" fra i Paesi europei, sostenendo che la soluzione per la Grecia non è solo "tagliare in fretta la spesa pubblica, comprese educazione e sanità". Il gruppo social-democratico si aspetta "piani ambiziosi da Commissione e Consiglio", per rendere l´Europa rilevante "per la gente, e non solo per i mercati". Verhofstadt ha insistito sulla necessità di una "governance economica", ricordando che la sola soluzione per la Grecia è "l´Europa", e che l´esempio greco dovrebbe insegnare che politica monetaria ed economica non possono essere disgiunte. A nome dei Verdi è intervenuta Rebecca Harms, dicendo che bisogna "mostrare solidarietà alla Grecia", ed evitare "i sentimenti anti-greci". "Le banche sono state salvate con i miliardi dei contribuenti, usati per speculare", ha ricordato il capogruppo della Sinistra Unita Lothar Bisky, criticando il governo tedesco per gli slogan sul "taglio delle tasse". Senza mezzi termini l´intervento di Nigel Farage, alla testa del gruppo euroscettico Efd, che ha attaccato direttamente Van Rompuy: "Lei, chi è? Io non la conosco e non la voglio, e credo che la maggioranza dei cittadini britannici abbia la stessa opinione".  
   
   
PARLAMENTO EURPEO: BILANCIO 2010, PIÙ RISORSE PER FAR FRONTE ALLE NUOVE COMPETENZE DEI DEPUTATI  
 
Bruxelles, 1 marzo 2010 - Il Parlamento ha approvato questo giovedì 25 febbraio il finanziamento di 150 nuovi posti al Parlamento europeo e un aumento della dotazione di bilancio per l´assunzione di assistenti per i deputati. In considerazione dell´aumento dei poteri e dei compiti derivanti dal Trattato di Lisbona, si è reso necessario personale supplementare per i gruppi politici del Parlamento, per la sua amministrazione e per coadiuvare il lavoro dei deputati. Costi e finanziamenti - Il costo totale dei nuovi "posti di Lisbona" ammonterebbe a 13,4 milioni di euro, che rappresenta lo 0,8% del bilancio del Parlamento per il 2010, pari a un totale di 1,6 miliardi di euro. A titolo di compensazione, il Parlamento ha deciso di tagliare la sua riserva interna per gli immobili di 4 milioni di euro, in modo da non sforare il margine del 20% che si era prefisso per le spese amministrative di tutte le istituzioni dell´Unione. Con queste misure supplementari, ma anche a seguito di precedenti allargamenti e all´entrata in vigore dello statuto unico per i deputati (i loro stipendi sono pagati dal bilancio del Parlamento europeo e non più dai governi nazionali) il bilancio del Parlamento è ormai giunto ai suoi limiti. Il voto di oggi non rappresenta la decisione finale. La risoluzione dovrà essere ripresa in una proposta formale di bilancio da parte della Commissione, che deve essere successivamente approvata sia dal Consiglio sia dal Parlamento. Nuovo personale - Il voto del Parlamento, prevede l´assunzione di altri 75 funzionari e l´aggiunta di 75 posti per il personale dei gruppi politici. Il bilancio per l´assunzione di assistenti, che è gestito dai servizi amministrativi del Parlamento e non pagato dagli stessi parlamentari, verrà incrementato di 1.500 euro mensili per ogni deputato. Essi saranno quindi in grado di assumere più personale oppure personale più qualificato per aiutarli a far fronte alle loro nuove competenze legislative. La maggior parte dei funzionari - 70 in totale - dovrebbe andare a rafforzare il personale delle commissioni parlamentari, dove viene esaminata tutta la normativa prima del suo passaggio in Plenaria. I nuovi funzionari serviranno per affrontare le nuove competenze del Parlamento, in particolare in materia di agricoltura, giustizia e affari interni, finanza ed economia. Altri 5 funzionari saranno assunti per intensificare la cooperazione con i parlamenti nazionali che, con l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona, svolgono un ruolo più importante. Rispettare la regola del "20%" - Dal 1988, il Parlamento ha limitato il suo bilancio di funzionamento al 20% del bilancio amministrativo totale dell´Unione. Il Parlamento utilizza come base di riferimento le prospettive finanziarie (note anche come quadro finanziario pluriennale - Qfp), il bilancio pluriennale dell´Unione europea. La quota del Parlamento per il totale del bilancio amministrativo dell´Unione passerebbe dal 19,87% al 19,99%. Sebbene nel 1988 il tetto del 20% fosse stato fissato a condizione che non tenesse conto di eventuali allargamenti o della possibile entrata in vigore di uno statuto unico per i deputati, il Parlamento è finora riuscito a mantenere il suo bilancio amministrativo al di sotto del 20% del totale Ue, anche se il numero dei suoi Stati membri nel frattempo è cresciuto da 12 a 27 e il numero dei deputati è passato da 434 a 736 e presto raggiungerà i 754, e nonostante sia ora il Parlamento a pagare i loro stipendi e non più gli Stati membri. Qual è la prossima tappa? La Commissione europea, che è l´unica istituzione dell´Unione che può proporre bilanci rettificativi, entro breve dovrebbe presentare una proposta di modifica del bilancio del Parlamento per il 2010. Questa proposta dovrebbe successivamente essere approvata dal Consiglio e dal Parlamento nel mese di aprile  
   
   
SITUAZIONE ECONOMICA DELL’UE: LA RIPRESA PROSEGUE MA RIMANE FRAGILE  
 
Bruxelles, 1 marzo 2010 - Secondo le previsioni intermedie rese note il 25 febbraio, l’economia dell’Ue sta progressivamente uscendo dalla crisi, sebbene rimanga ancora esposta a venti contrari. Durante il terzo trimestre del 2009 il Pil reale ha ripreso a crescere, ponendo fine alla recessione più lunga e più profonda della storia dell’Ue. Le misure eccezionali messe in atto nell’Ue per far fronte alla crisi hanno svolto un ruolo importante nell’imprimere all’economia un’inversione di tendenza. Durante il quarto trimestre, tuttavia, e come previsto nell’autunno 2009, vi è stato un rallentamento della crescita. Stando all’aggiornamento attuale, le previsioni economiche per l’Ue rimangono in linea di massima inalterate. Nel 2010 il Pil dovrebbe crescere dello 0,7% sia nell’Ue sia nell’area dell’euro. Anche le proiezioni sull’inflazione restano in gran parte immutate all’1,4% nell’Ue e all’1,1% nell’area dell’euro. Tuttavia, come risulta chiaramente dagli ultimi sviluppi sui mercati finanziari, tali proiezioni rimangono incerte. Il commissario europeo per gli affari economici e monetari Olli Rehn ha dichiarato: “Per quanto stia prendendo corpo, la ripresa economica dell’Ue rimane fragile. Riportare l’economia europea sulla via di una crescita forte e sostenibile dovrebbe essere il nostro principale obiettivo. Per conseguirlo, dobbiamo operare su due fronti: sul rilancio dell’economia e sul risanamento delle finanze pubbliche. La nuova strategia ‘Europa 2020’, volta alla modernizzazione delle nostre economie, dovrebbe andare di pari passo con il risanamento delle nostre finanze pubbliche, in modo tale da creare i presupposti per una crescita sostenibile e per la creazione di occupazione.” Rispettate le previsioni di crescita per l’Ue e per l’area dell’euro - Le previsioni della Commissione hanno rivisto leggermente al rialzo le proiezioni di crescita per il primo semestre dell’anno, tanto per l’Ue quanto per l’area dell’euro.Tuttavia, revisioni marginali al ribasso per il secondo semestre del 2010 fanno sì che il tasso previsto di crescita del Pil per l’anno in corso rimanga complessivamente immutato allo 0,7% sia nell’Ue sia nell’area dell’euro. Il calcolo è effettuato sulla base delle proiezioni aggiornate per la Francia, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi, la Polonia, la Spagna e il Regno Unito, che insieme rappresentano circa l’80% del Pil dell’Ue. Ripresa mondiale più forte - Durante il secondo semestre del 2009 l’attività economica mondiale si è dimostrata più solida di quanto previsto in precedenza, soprattutto nei Paesi emergenti dell’Asia. L’anno scorso il Pil reale mondiale (esclusa l’Ue) ha evitato la caduta libera e nel 2010 dovrebbe crescere di circa 4¼ punti percentuali.Per il breve termine gli indicatori mondiali sono incoraggianti, rispecchiando in parte il ciclo delle scorte di produzione. Più in là, a causa della progressiva scomparsa dell’effetto delle misure di stimolo e del ciclo delle scorte, la crescita mondiale dovrebbe attraversare una fase di debolezza.Le differenze da un Paese all’altro rimangono considerevoli: grazie al rinnovato afflusso di capitali e alla riscoperta del gusto del rischio tra gli investitori, la ripresa risulta di gran lunga più solida in seno alle economie emergenti. Mentre al di fuori dell’Ue l’ambiente economico si sta riprendendo più velocemente di quanto previsto, rimane da vedere fino a che punto quest’anno l’Ue potrà trarne qualche vantaggio. Per il momento gli effetti sulle dinamiche interne sono stati modesti - Il miglioramento degli indicatori del clima economico nell’Ue fa pensare ad una progressiva espansione dell’attività, sebbene di recente i dati reali, specialmente quelli relativi alla produzione industriale e alle vendite al dettaglio, siano stati meno incoraggianti.Un ambiente esterno migliore del previsto potrebbe rilanciare le esportazioni, ma un livello oltremodo scarso del tasso di utilizzo delle capacità limita di molto gli investimenti. Nel 2010, a causa dell’aggiustamento nel settore dell’edilizia abitativa in numerosi Stati membri, anche gli investimenti nel settore immobiliare rischiano di essere scarsi. Da inizio 2009 le condizioni dei mercati finanziari sono migliorate, ma l’assestamento dei bilanci non è terminato e l’incertezza è ancora notevole.Scarse prospettive d’investimento implicano solitamente un indebolimento del mercato del lavoro, che rischia a sua volta di frenare il consumo privato.Visto il carattere ancora temporaneo di molti dei fattori di ripresa sia a livello mondiale sia a livello dell’Ue, è ancora presto per dire quanto solida sia la ripresa. Mantenuta la stabilità dei prezzi - Il consistente processo di disinflazione durante quasi tutto il 2009 è stato dovuto principalmente a effetti di base al ribasso delle componenti alimentari ed energetiche e ad un crescente aumento del differenziale tra prodotto effettivo e potenziale.L’inflazione in termini di Iapc (Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo) è leggermente cresciuta negli ultimi mesi del 2009, mantenendosi ad un tasso annuale molto contenuto dell’1,0% nell’Ue e dello 0,3% nell’area dell’euro, come previsto in autunno.In futuro, il grosso differenziale tra prodotto effettivo e potenziale dovrebbe contenere l’inflazione, compensando l’aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti di base.I prezzi dovrebbero rimanere stabili, con proiezioni sull’inflazione Iapc stabili all’1,1% nell’area dell’euro e riviste solo leggermente al rialzo, fino a raggiungere l’1,4%, nell’Ue. Valutazione dei rischi - Nel complesso i rischi che gravano sulle previsioni di crescita dell’Ue per il 2010 sembrano ancora compensarsi.Da una parte, la situazione sui mercati finanziari rimane assai incerta e soggetta a seri rischi negativi;dall’altra, la forza della ripresa mondiale, soprattutto sui mercati emergenti dei Paesi asiatici, e la svolta imminente del ciclo delle scorte nell’Ue potrebbero incidere sulla domanda interna molto più di quanto previsto al momento.Anche i rischi che pesano sulle prospettive in materia d’inflazione sembrano in gran parte compensarsi nel 2010.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA SI ESPRIME SULLA DOMANDA DI ADESIONE DELL´ISLANDA  
 
Bruxelles, 1 marzo 2010 - La Commissione europea ha espresso parere favorevole sulla domanda di adesione all´Ue presentata dall´Islanda, raccomandando l´apertura dei negoziati di adesione. Nel parere la Commissione riconosce che l´Islanda aderisce ai valori comuni dell´Unione, quali la democrazia, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti dell´uomo, ma individua anche le sfide che il paese dovrà affrontare in vista dell´adesione. Dopo il parere favorevole della Commissione, spetta ora al Consiglio dell´Unione europea decidere in merito all´avvio dei negoziati di adesione con l´Islanda. Štefan Füle, commissario responsabile per l´allargamento e la politica europea di vicinato, ha dichiarato: "La relazione rappresenta un passaggio fondamentale nel processo di adesione e fornisce all´Islanda utili orientamenti sugli sforzi che si rendono ancora necessari al paese per aderire all´Ue. Sono convinto che l´Islanda si dimostrerà determinata nell´affrontare le sfide individuate dalla Commissione." Per diventare membro dell´Ue il paese candidato deve soddisfare i criteri economici e politici stabiliti dal Consiglio europeo di Copenaghen nel 1993 e adottare il diritto comunitario (acquis communautaire) nella sua interezza. Grazie alla sua partecipazione allo Spazio economico europeo (See), l´Islanda ha già recepito nel diritto interno gran parte della normativa in vigore nell´Ue e in qualità di membro del See partecipa al mercato unico da oltre 15 anni. La relazione della Commissione indica i settori in cui le autorità islandesi devono impegnarsi con fermezza per allinearsi pienamente alla normativa comunitaria, in particolare nei settori quali pesca, agricoltura e sviluppo rurale, ambiente, libera circolazione dei capitali e dei servizi finanziari. L´islanda ha presentato al Consiglio la domanda di adesione all´Ue il 17 luglio 2009. Conformemente all´articolo 49 del trattato sull´Unione europea, il 27 luglio il Consiglio ha chiesto alla Commissione di esprimersi in merito. Per stilare il suo documento, la Commissione ha inviato alle autorità islandesi un questionario di 350 pagine relativo a tutti i settori politici di interesse per l´Ue. La Commissione ha quindi elaborato un´analisi approfondita della situazione attuale dell´Islanda e alcune prospettive a medio termine sulla base delle esaurienti e dettagliate risposte ricevute dall´Islanda e di ulteriori informazioni fornite dagli Stati membri, da organizzazioni internazionali e locali e da organizzazioni internazionali non governative. La domanda di adesione dell´Islanda si inserisce in un contesto di profonda crisi economica. L´esperienza maturata in passato con altri candidati all´adesione dimostra che la prospettiva di aderire all´Unione europea e le riforme necessarie a tal fine producono un effetto di stabilizzazione sui mercati finanziari. La candidatura dell´Islanda evidenzia il ruolo dell´Unione nel promuovere la stabilità economica e politica.  
   
   
IL TRATTATO DI LISBONA LE RIFORME ISTITUZIONALI E LE NUOVE COMPETENZE PER AFFRONTARE LE GRANDI SFIDE DELLA GLOBALIZZAZIONE  
 
Milano, 1 marzo 2010 - Esattamente 3 mesi dopo l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona, la Rappresentanza a Milano della Commissione europea ha il piacere di invitarvi ad un seminario di alto livello per discutere e approfondire le novità giuridiche principali introdotte dal Trattato e le loro implicazioni per le istituzioni dell´Unione europea e per le sue politiche. L´evento si tiene oggi 1° marzo 2010 a Milano, presso la Sala Leonardo – Palazzo delle Stelline – corso Magenta, 61. Dopo i saluti iniziali di Carlo Corazza, direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione europea Luigi Vassallo, direttore e coordinatore scientifico della "Collana su argomenti giuridici ed economici comunitari" della Rappresentanza a Milano della Commissione europea interverranno numerosi illustri relatori come Andrea Santini, professore associato di diritto Internazionale, Università Cattolica di Milano, Silvio Fagiolo, ambasciatore e docente di Relazioni Internazionali, Università Luiss "Guido Carli" di Roma, Roberto Adam, capo del Dipartimento del Ministero delle Politiche europee, Bruno Nascimbene, ordinario di diritto dell’Unione europea, Università Statale di Milano, Lucia Serena Rossi, ordinario di diritto Internazionale e diritto dell´Unione europea, Università di Bologna, Vincenzo Carbone, Presidente della Corte Suprema di Cassazione e Luca Radicati di Brozolo, ordinario di diritto dell´Unione europea, Università Cattolica di Milano. Introduce e coordina i lavori: Antonio Tizzano, Presidente della I Sezione della Corte di Giustizia dell´Unione europea.  
   
   
GIUDIZIO POSITIVO DELL´UNIONE EUROPEA SULL´IMPEGNO DEI FONDI FESR IN CALABRIA  
 
Reggio Calabria, 1 marzo 2010 - “La grande soddisfazione espressa dalla Unione Europea per la ´performance´ raggiunta dalla Calabria che al 30 dicembre 2009 ha già impegnato più del 30% dei finanziamenti Fesr, quando tutte le altre regioni arrancano, chi più e chi meno, è la nostra soddisfazione per avere raggiunto l’obiettivo di fare di questa nostra Calabria una regione europea, credibile e soprattutto in grado di programmare e spendere”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero conversando con i giornalisti. Loiero ha fatto riferimento alla messa in guardia che Bruxelles ha fatto all’Italia che nel 2010 dovrà raddoppiare la spesa per evitare di perdere parte dei fondi del Por 2007-2013 (al momento si è mediamente al di sotto del 15%). Gli esperti europei hanno descritto un quadro allarmato in cui si salva soltanto la Calabria. “Stranamente – ha aggiunto Loiero – questa notizia qui da noi è passata sotto silenzio. Solo un lancio dell’Ansa e una breve notizia su ‘Repubblica’. Eppure, alleno per noi, è una grande notizia, la conferma ulteriore secondo cui per la Commissione europea la Calabria è diventata una regione virtuosa, piaccia o non piaccia a chi, nel centrodestra, fa il critico di professione”. “In questi cinque anni – ha concluso Loiero – abbiamo lavorato per recuperare i guasti che il centrodestra di Scopelliti aveva prodotto (abbiamo recuperato centinaia di milioni che si stavano perdendo) e poi abbiamo fatto un nuovo programma Por che l’Europa ha giudicato tra i migliori. Cosa non secondaria abbiamo recuperato la fiducia della Commissione europea. Con queste carte ci presentiamo al giudizio dei calabresi”.  
   
   
SLOVENIA, FIDUCIA CONSUMATORI SALE  
 
Lubiana, 1 marzo 2010 - L´ufficio Statistico sloveno rende noto che a febbraio 2010 l´indice di fiducia è salito di 2 punti percentuali rispetto a gennaio 2010. L´indice di fiducia dei consumatori in febbraio è salito di 14 punti percentuali rispetto a febbraio 2009 e di 6 punti rispetto alla media del 2009. Dopo la diminuzione di 2 punti percentuali da novembre 2009 a dicembre 2009, il livello era rimasto stabile a gennaio 2010 e con l´aumento di febbraio 2010 ha ripreso lo stesso livello di novembre 2009. Tra tutti gli indici, è aumentato maggiormente quello relativo alla "situazione economica generale del Paese negli scorsi 12 mesi", il cui valore è aumentato di 10 punti, fermandosi a 3 punti percentuali sopra la media del 2009.  
   
   
REPUBBLICA CECA, STIMA DEFICIT PIL AL 5,9 P.C.  
 
Bratislava, 1 marzo 2010 - La Banca Nazionale della Repubblica Ceca ha rivisto le proprie stime sul deficit finanziario pubblico per il 2010, portando il gap al 5,9 per cento del Prodotto interno lordo. Lo scorso novembre la Banca Centrale aveva invece previsto un gap finanziario al 4,9 per cento del Pil.  
   
   
POLONIA, INFLAZIONE OLTRE I TARGET DELLA BCE  
 
Varsavia, 1 marzo 2010 - Il tasso d´inflazione in Polonia è cresciuto oltre le stime della Banca Centrale durante il mese di gennaio 2010, per la prima volta negli ultimi cinque mesi, sostenuto soprattutto dagli alti costi dei carburanti e dell´energia. Il tasso è infatti salito dal 3,5 per cento di dicembre al 3,6 per cento di gennaio, come annunciato in un comunicato dall´Istituto nazionale di Statistica di Varsavia.  
   
   
FORMIGONI AL CENTRO CONGRESSI FIERA:VIA NEL 2011 IL PRESIDENTE: E´ LA PRIMA OPERA URBANA PER L´EXPO DEL 2015 CON OLTRE 18.000 POSTI, SARA´ IL PIU´ GRANDE D´EUROPA  
 
Milano, 2 marzo 2010 - Sarà pronto a gennaio 2011, avrà oltre 18.000 posti a sedere, distribuiti fra un auditorium da 1.500 persone, una sala plenaria da 4.500 posti e 73 sale modulari con capienza fino a 2.000 posti. E´ il Mic Plus, il nuovo centro Congressi di Fieramilano city, i cui cantieri sono stati visitati questa mattina dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. "E la prima opera urbana per l´Expo - ha detto Formigoni - ammirando dall´alto il lavoro già fatto e il plastico di come sarà una volta terminato -. E anche per questo si ispira a quei criteri di bellezza e armonia che vogliamo non manchino mai nelle nostre realizzazioni. Lo dimostra la Cometa che ricoprirà oltre 15.000 metri quadrati a 46 metri di altezza. Anche gli interni sono ultramoderni e ecologicamente compatibili, vale a dire a impatto zero e antisismici". Ideata dall´architetto Mario Bellini, la Cometa è un complesso di 8.000 metri di raggi luminescenti (lunghi fino a 200 metri) che si diramano, ondeggiando, da un nucleo più denso fino a formare una coda. Il Mic Plus sarà utilizzato per la prima volta a marzo del 2011, ma già numerose sono le prenotazioni arrivate. Sarà il cuore di un´area nuova, completamente rinnovata: City Life. "Questo è il progetto che nacque anni fa - ha spiegato Formigoni - quando lanciammo l´idea di costruire un nuovo polo esterno per la Fiera di Milano e di riconsegnare alla città per scopi urbani 2/3 dell´area occupata anticamente dalla Fiera". Un´idea dell´abitare del tutto nuova, dunque, per Milano, in sintonia con uno stile internazionale replicato nella trasformazione delle più belle città mondiali. Ci sarà una vasta area pedonale con strutture di pregio come il Museo d´arte contemporanea, il Palazzo delle Scintille, dedicato alle attività ricreative e formative per l´infanzia e il tempo libero, e le fermate della nuova linea di Metropolitana 5. I Grattacieli di Isozaki e Libeskind costituiranno un segno distintivo, che ben si amalgameranno con un grande parco (il terzo più grande di Milano), gallerie commerciali e un albergo. "Ai cittadini - ha concluso Formigoni - diciamo che stiamo lavorando per rendere la Lombardia ancora più attrattiva, dando ulteriore impulso al turismo commerciale che è così importante per la nostra economia. La Lombardia è non solo la seconda regione turistica d´Italia, ma anche la prima per spesa dei turisti che arrivano. Questo significa che chi viene qui trova un circuito integrato ed un´offerta completa, che fra poco sarà ancora più ricca".  
   
   
BOLZANO.DURNWALDER INCONTRA IL GOVERNATORE DELL´AUSTRIA INFERIORE PRöLL: TRAFFICO, RICERCA E UE  
 
Bolzano, 1 marzo 2010 - Collaborazione per progetti transfrontalieri, impegno comune a Bruxelles, misure volte a ridurre il traffico: sono alcuni dei temi affrontati dal presidente della Provincia Luis Durnwalder il 26 febbraio a Bolzano nell’incontro con il governatore dell’Austria inferiore Erwin Pröll. Visita in Alto Adige per il Landeshauptmann dell´Austria Inferiore, Erwin Pröll. Con l´omologo Luis Durnwalder è stata approfondita stasera a Palazzo Widmann la consolidata collaborazione tra la Provincia di Bolzano e il Land di St. Pölten. I due governatori hanno confrontato le rispettive misure messe in campo per fronteggiare la crisi, salvaguardare i posti di lavoro e tutelare le Pmi, ma hanno anche guardato agli sviluppi futuri soprattutto nel campo dell´innovazione: "L´austria inferiore è considerata una regione all´avanguardia nel campo della ricerca applicata e delle nuove tecnologie, e con Pröll ho discusso alcune strategie preziose anche per la realizzazione del nuovo centro tecnologico a Bolzano", ha detto Durnwalder. Le affinità tra i due territori si riscontrano anche in materia di traffico, "perchè entrambi i governi sono impegnati ad un potenziamento della ferrovia", ha specificato Durnwalder. I Presidenti hanno ribadito la necessità di collegamenti internazionali moderni, esigenza che vale tanto per il corridoio nord-sud sull´asse del Brennero che per la linea Vienna-danzica. Grande spazio nel colloquio è stato dedicato alla politica europea dopo il 2014, quando le direttive Ue porteranno a nuovi programmi nel settore dello sviluppo rurale. "Come Regioni vogliamo garantire anche in futuro le risorse necessarie alle aree di montagna e svantaggiate - ha spiegato Durnwalder - anche facendo massa comune nelle sedi competenti a Bruxelles." Per ottobre Durnwalder e Pröll puntano ad organizzare, con altri governatori interessati, un incontro ad hoc con il nuovo commissario Ue alle Politiche regionali Johannes Hahn. All´incontro odierno a Bolzano ha partecipato anche l´assessore alla Sanità e alle Politiche sociali Richard Theiner.  
   
   
PRESIDENZA REGIONE TOSCANA, PRESENTATE 5 CANDIDATURE SONO: ROSSI, FAENZI, BOSI, DE VIRGILIIS, PALMISANI. IN CORSO LE VERIFICHE  
 
Firenze, 1 marzo 2010 - Si è chiusa alle 12 di sabato 27 febbraio 2010 la possibilità di presentare le candidature per le consultazioni regionali del 28 e 29 marzo. Per le candidature a presidente della Regione la competenza è quella della Corte d´Appello di Firenze. Entro i termini sono state presentate le candidature di: Enrico Rossi, sostenuto da Partito Democratico-riformisti Toscani, Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra (Rifondazione Comunista e Pdci) e Italia dei Valori. Monica Faenzi, sostenuta da Pdl e Lega Nord. Francesco Bosi sostenuto dall´Udc. Alfonso De Virgiliis sostenuto dalla lista Bonino-pannella. Ilario Palmisani sostenuto da Forza Nuova. La Corte d´Appello ha accolto le dichiarazioni di presentazione della candidatura. Attualmente sono però in corso le verifiche per accertare se ciascuno dei candidati abbia, come previsto dalla legge, le liste collegate in almeno 6 della 10 province toscane. La verifica viene effettuata da parte dell´Ufficio centrale regionale presso la Corte d´appello di Firenze, che riceve le comunicazioni dai tribunali provinciali.  
   
   
AL VERTICE ANTIMAFIA CONFRONTO SU APPALTI E TRASPARENZA L´ESPERIENZA POSITIVA DELLA NUOVA LEGGE REGIONALE TOSCANA  
 
Firenze, 1 marzo 2010 - La Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione, ha ospiatto il 13° Vertice Antimafia organizzato dalla Fondazione Caponnetto. L´evento, è stato sottolineato in molti interventi, cade in un momento delicato della vita politica nazionale, contrassegnata da importanti inchieste della Magistratura che hanno messo in risalto la relazione tra tra alcuni ambienti della politica, del mondo degli affari e della malavita organizzata. Il vertice è stato aperto dal Presidente della Regione Toscana e vi hanno partecipato, tra gli altri, il vicepresidente del Senato, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, l´ex magistrato Pier Luigi Vigna. Da parte della Regione Toscana è stato messo in rilievo l´impegno sul fronte della legalità in particolare sul fronte degli appalti pubblici grazie al varo della nuova legge regionale sugli appalti. Un settore che nella nostra Regione vale 5 miliardi l´anno di cui solo il 40% viene aggiudicato da imprese che hanno la loro sede nella regione. Proprio l´esigenza di fermare ogni eventuale infiltrazione, ha sottolineato il vicepresidente della Regione, è uno dei grandi obiettivi di questa legge che prevede, tra le altre cose, la limitazione dell´istituto del subappalto e il progressivo superamento delle gare al massimo ribasso a vantaggio di offerte che premiano la qualità per consentire alle imprese più sane e virtuose di aggiudicarsi appalti. La legge toscana è quindi uno strumento di trasparenza e legalità con la convinzione che è necessario che sia garantita la solidità economica e la serietà delle imprese che vincono gli appalti e questo è nell´interesse delle amministrazioni, ma anche delle imprese oneste, che non potranno mai fare le stesse offerte di un´azienda di mafia.  
   
   
FINANZE FVG: FEDERALISMO FISCALE OCCASIONE STORICA  
 
Monfalcone, 1 marzo 2010 - Recupero delle imposte versate dai cittadini residenti e lotta all´evasione costituiscono due priorità per una Regione come il Friuli Venezia Giulia, dove il federalismo fiscale è già in parte una realtà, soprattutto in un momento come questo di recessione economica. Lo ha sottolineato l´assessore regionale alle Risorse economiche e finanziarie Sandra Savino che ha partecipato, il 27 febbraio a Monfalcone, alla manifestazione regionale della Cisl sul tema "Cambiamo il fisco assieme". Attorno alla proposta della Cisl di un "patto fiscale" tra produttori di ricchezza, tra lavoratori e imprese, si sono confrontati, assieme all´assessore regionale Savino, il presidente dell´Anci Gianfranco Pizzolitto e i rappresentanti della categorie imprenditoriali. Ha coordinato il dibattito il segretario regionale del sindacato Giovanni Fania. La crisi, con la conseguente la diminuzione delle entrate, può e deve essere anche un´occasione - secondo l´assessore - per ripensare e migliorare il sistema fiscale regionale. L´amministrazione sta compiendo per esempio un notevole sforzo per il recupero contributivo: ci sono imprese, ma anche Enti locali e uffici dello Stato, che versano a Roma o fuori regione le imposte sul reddito dei propri dipendenti, mentre questi usufruiscono di tutti i servizi pubblici in Friuli Venezia Giulia. C´è poi la partita delle compartecipazioni arretrate che la Regione vanta nei confronti dello Stato sui tributi pagati dai pensionati residenti. "Abbiamo impugnato la Finanziaria dello Stato - ha ricordato l´assessore - e intendiamo assolutamente portare a casa, dopo i 200 milioni di acconto, gli altri 250 milioni che ci spettano. È un nostro diritto". Sul fronte della lotta all´evasione fiscale, la Regione ha stipulato da alcuni anni un accordo con l´Agenzia delle entrate, per lo scambio di dati e quindi per migliorare il sistema dei controlli incrociati. Ma la vera sfida sarà il confronto con il Governo sul federalismo fiscale, che rappresenta secondo l´assessore "un´occasione storica". La Regione intende ottenere maggiori margini di manovra in questa materia, che oggi sono molto ridotti, per arrivare per esempio a una "fiscalità di vantaggio" a favore delle imprese che, soprattutto attorno alla fascia confinaria, subiscono la concorrenza della Slovenia dove il livello di imposizione è molto inferiore rispetto a quello italiano. L´assessore Savino ha anche sottolineato la necessità di "chiarezza" e "senso di responsabilità" sulla Finanziaria regionale per il 2010. L´attuale Amministrazione regionale - ha ricordato - si è trovata con un forte indebitamento pregresso mentre il rallentamento dell´economia ha determinato una diminuzione delle entrate. Di fronte alla situazione di crisi, la Regione ha quindi dovuto compiere delle scelte di priorità, privilegiando lo stato sociale e in particolare il settore della sanità che, da solo, vale più della metà del bilancio regionale: 2,5 miliardi di euro su un totale di 4,3 miliardi.  
   
   
TRENTO: RETRIBUZIONI DEI DIRIGENTI NELLA MEDIA E INFERIORI A QUELLE DI ALTRE REGIONI  
 
Trento, 1 marzo 2010 - Come già qualche mese fa, tornano ad essere pubblicate notizie in merito alle retribuzioni dei dirigenti provinciali, che tendono a trasmettere l´idea che si tratti di stipendi "d´oro" e molto superiori alla media. La Giunta provinciale vuole sottolineare nuovamente che in realtà si tratta di retribuzioni in linea con la media delle altre regioni italiane, e in qualche caso inferiori, a fronte di responsabilità che, in virtù dell´Autonomia speciale del Trentino, sono molto maggiori. Le mansioni svolte dai dirigenti provinciali sono di tipo manageriale, toccano materie di assoluta importanza per la vita dell´intera comunità - basti pensare alla gestione del Piano anticrisi della Provincia o agli interventi svolti dalla Protezione civile - e comportano l´assunzione di responsabilità rilevanti. L´amministrazione provinciale considera sia corretto che chi svolge questo tipo di mansioni, particolarmente delicate e "onerose" in termini di impegno personale, di coordinamento e gestione di risorse umane e materiali, di obiettivi da raggiungere in tempi spesso ristretti, percepiscano uno stipendio adeguato, ancorché spesso inferiore a quello percepito in altri settori del mondo del lavoro a parità di mansioni. Infine, si consideri che gli stipendi riportati dalla stampa sono stipendi lordi; per arrivare al netto percepito dall´interessato è necessario decurtare le cifre in questione anche del 50% per oneri fiscali e previdenziali. L´amministrazione provinciale invita a confrontare gli stipendi dei dirigenti di regioni a noi vicine con quelli trentini. I livelli retributivi delle regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna sono del tutto comparabili con i nostri. Lo stipendio minimo dei dirigenti generali della Provincia autonoma di Trento è, nel 2009, di circa 117.000,00 euro lordi (come ripetiamo, per arrivare al netto effettivamente percepito bisogna dividere questa cifra per due). Essa è molto inferiore a quella percepita per un´analoga posizione ad esempio in Veneto (135.000,00 euro). Considerando invece la retribuzione fissa media (sempre lorda) di un dirigente generale, per 13 mensilità, vediamo che in Trentino è di circa 131.000,00 euro, in Veneto di 153.000,00 in Lombardia di 135.000,00 così come in Toscana, e solo in Emilia Romagna risulta inferiore, cioè pari a 112.000,00 euro circa. Ma i ragionamenti sulle retribuzioni sono incompleti se non si confrontano anche mansioni e responsabilità; ed in Trentino, in virtù dell´Autonomia speciale, il personale dirigenziale è investito di grandi responsabilità in ordine al raggiungimento degli obiettivi che la Giunta provinciale di volta in volta si dà. Ciò vale naturalmente per i dirigenti così come per il resto del personale: il varo a tempo di record e la successiva realizzazione, nel 2009 (con effetti anche su quest´anno) di una manovra anticrisi da oltre 1200 milioni di euro, mostra come la macchina burocratico-amministrativa della Provincia e degli enti ad essa collegati sia capace di reagire con tempestività ed efficacia anche a situazioni obiettivamente straordinarie, come quelle realizzatesi a seguito della crisi finanziaria internazionale. Anche a queste prestazioni - e a questi risultati - sarebbe necessario guardare quando si considerano le retribuzioni del personale della pubblica amministrazione.  
   
   
SVILUPPO DELL’AREA PISANA: FIRMATO UN PROTOCOLLO D’INTESA REGIONE TOSCANA , PROVINCIA DI PISA E 5 COMUNI PISANI VERSO IL PIANO STRATEGICO NUOVA VIABILITÀ, RIASSETTO AURELIA, SVILUPPO AEROPORTO E POTENZIAMENTO FERROVIA  
 
Firenze, 1 marzo 2010 - Nuova viabilità per l´area pisana, messa in sicurezza della strada statale Aurelia, fruizione del corridoio autostradale come attraversamento Nord-sud dell’area pisana in alternativa alla viabilità locale e all´Aurelia, sviluppo del sistema aeroportuale e della mobilità interna, con il potenziamento della linea ferroviaria Firenze-pisa: questi i cardini del protocollo d´intesa firmato oggi a Pisa tra Regione Toscana, Provincia di Pisa ed i Comuni di Pisa, Cascina, Vecchiano, Calci e Vicopisano. Il protocollo prevede la collaborazione tra tutti i soggetti interessati nella definizione delle scelte strutturali dell´area pisana, con un´apertura importante rispetto alla Legge 1 del 2005, come ha ricordato l´assessore al territorio ed infrastrutture della Regione Toscana. La realizzazione di piani strutturali coordinati, da attuare in coer enza con quanto previsto nel Pit, con il supporto della Regione soprattutto in rapporto al piano di sviluppo delle infrastrutture e della mobilità, rappresenta il raggiungimento di un obiettivo importante nel governo del territorio. Il dettaglio delle opere - In sintesi il documento prevede l´accelerazione della realizzazione della nuova viabilità di raccordo a nord di Pisa e di collegamento con il nuovo ospedale a Cisanello, come asse centrale dell’Area Pisana, la realizzazione di nuovi ponti sull’Arno per i nodi Cascina/pisa e Cascina/s.giuliano/calci/vicopisano e del Serchio per Vecchiano, e la conclusione del progetto di riuso del ponte autostradale sul Serchio per Ripafratta. Per il sistema stradale, inoltre, è prevista una nuova uscita della Fi-pi-li a S. Frediano di Cascina e il completamento della 67 bis da Fornacette alla uscita di Cascina, oltre al miglioramento dell’accessibilità del litorale pisano da Livorno e da Pisa e nuovi accessi al Monte Serra di minimo impatto sul sistema insediativo ed ambientale. L´impegno della Regione e degli altri firmatari è anche quello di rendere più sicura ed agevole la statale Aurelia, alleggerendo il traffico sui tratti urbani, oltre a provvedere al riassetto del nodo di Migliarino (incrocio Aurelia – Autostrada), degli attraversamenti urbani dell’Aurelia, del nodo di Pisa Sud e del tratto Stagno-camp Darby e nuovo svincolo A12. Inoltre, per permettere l’uso del corridoio autostradale a tutto il traffico di attraversamento nord-sud dell’area Pisana in alternativa alla viabilità locale e alla Ss Aurelia, sono allo studio alcune opzioni tra le quali la realizzazione di un nuovo casello autostradale all’altezza di Madonna dell’Acqua, la liberalizzazione del tratto Pisa Nord – Pisa Sud per incentivarne l’uso come tangenziale ovest, e la realizzazione di una com planare come alternativa concreta al tratto urbano dell’Aurelia per il traffico di attraversamento nord-sud. Nel progetto di sviluppo del territorio è inserito anche quello del potenziamento sistema aeroportuale e ferroviario. In dettaglio per favorire la mobilità interna, e quindi creare alternative al trasporto privato e al trasporto su gomma, il protocollo prevede il potenziamento della linea Pisa-firenze ed il completamento del sistema di metropolitana di superficie sulle direttrici Pontedera – Cascina – Pisa e Lucca - San Giuliano – Pisa – Livorno, oltre all´acquisizione di nuovi mezzi. Infine si prevede la realizzazione di nuovi collegamenti con aeroporto, Canale dei Navicelli, Polo ospedaliero di Cisanello e Porto di Livorno via litorale.  
   
   
TOSCANA: CASSA INTEGRAZIONE, CHIESTE AL GOVERNO NUOVE RISORSE ESAURITI I FONDI 2009,PER L´ANNO PROSSIMO SERVONO ALMENO 150 MILIONI  
 
Firenze, 1 marzo 2010 - Le risorse assegnate alla Toscana per il pagamento della Cassa integrazione in deroga per il 2009 sono in via di esaurimento. In una lettera indirizzata al sottosegretario al lavoro, l´assessore regionale all´istruzione, formazione e lavoro sollecita il governo ad erogare quanto prima i nuovi fondi da destinare alla Cassa integrazione in deroga per il 2010. Nella lettera si fa presente che, ad oggi, «risultano ancora in elaborazione domande per un importo superiore a 50 milioni di euro», ma il flusso di richieste non sembra destinato a rallentare. Per questo la Regione, pur continuando ad autorizzare le domande inviate dalle imprese, chiede al governo di sottoscrivere al più presto un nuovo accordo che comprenda, in un´unica soluzione, l´intero importo assegnato alla Toscana per il 2010. Un importo che, indicativamente, non potrà essere - spiega l´assessore nella lettera – inferiore ai 150 mi lioni di euro, nell´accordo stipulato con il governo nel febbraio 2009 infatti, erano state previste, per il 2010, risorse più consistenti. La Regione, da parte sua, aveva già destinato alla Cassa in deroga risorse per 10 milioni, cui se ne aggiungeranno subito altri 10, mentre altri 30 milioni verranno trasferiti non appena il governo renderà disponibile il finanziamento richiesto. Nella lettera al sottosegretario si segnala, inoltre, che «l’accordo quadro stipulato ad aprile 2009 era relativo al solo anno in corso e che, pertanto, appare necessario procedere alla stipula di un nuovo accordo o ad estendere, in maniera formale, la durata dell’accordo medesimo sino al termine dell’anno 2010». Ad oggi le domande di Cassa integrazione in deroga autorizzate dalla Regione Toscana sono oltre 7.000, per un totale di circa 18.000 lavoratori e per un impegno di spesa pari a 110 milioni.  
   
   
VALLE D’AOSTA: IL PRESIDENTE ROLLANDIN HA PARTECIPATO ALLA CONFERENZA REGIONI E PROVINCE AUTONOME SU “DISPOSIZIONI IN FAVORE DEI TERRITORI MONTANI”  
 
Aosta, 1 marzo 2010 - Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha partecipato giovedì 25 febbraio, a Roma, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. L’incontro verteva sull’esame del testo unificato recante “Disposizioni in favore dei territori montani” adottato dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati lo scorso 2 febbraio. Nel corso della riunione, le Regioni e le Province autonome hanno valutato come non congrua la proposta della Commissione parlamentare, in quanto essa affronta in modo disorganico una problematica rilevante come quella del sostegno ai territori montani. In particolare, hanno chiesto che venga chiarito il rapporto dell’iniziativa esaminata con la legislazione vigente, ribadendo l’assoluta necessità di procedere ad una modernizzazione e ad una revisione dell’attuale legislazione a favore dei territori di montagna e sollecitando una normativa unica ed organica in materia, che tenga anche conto della ripartizione delle competenze tra Stato, Regioni e Province autonome alla luce della riforma del titolo V della Costituzione. Una critica è stata rivolta anche all’istituzione del Fondo Nazionale integrativo per i comuni montani, che fa capo al Ministro per i rapporti con le regioni, per il quale è stata prevista una dotazione di soli 10 milioni di euro annui da destinare al finanziamento di determinate tipologie di progetti di sviluppo socio-economico. I presenti hanno ritenuto tale previsione contraria a quanto richiesto da sempre dalle Regioni e hanno quindi chiesto il ripristino della dotazione delle risorse stanziate e ripartite per l’annualità 2003 del Fondo Nazionale Montagna (62 milioni di euro), la stabilizzazione dello stanziamento nel bilancio pluriennale dello Stato e la certezza dei fondi destinati alla montagna. <Come Conferenza della Regioni e Province autonome, chiediamo inoltre – ha detto il Presidente Rollandin - l’assunzione di un maggior impegno da parte dello Stato a promuovere nelle diverse sedi comunitarie il riconoscimento delle specificità dei territori montani, anche in deroga ai principi della concorrenza laddove questa non tenga in adeguata considerazione lo svantaggio economico.> A conclusione della riunione, le Regioni hanno quindi deciso di sollecitare un incontro urgente con il Governo per un confronto su tali tematiche.  
   
   
NORD EST TERRITORIO CAPITALE D´EUROPA  
 
Udine, 1 marzo 2010 - La candidatura del Nord Est a Capitale europea della cultura per il 2019 potrebbe rappresentare l´occasione per la messa in rete delle forti identità e peculiarità di carattere economico e culturale, che caratterizzano il nostro territorio. Non ancora del tutto espresse. Lo ha affermato il 26 febbraio l´assessore regionale all´Istruzione e Cultura, Roberto Molinaro, intervenendo a Udine, nella sede della Camera di commercio, alla tavola rotonda indetta dall´associazione vicino/lontano per valutare l´eventuale ruolo del Friuli Venezia Giulia nella proposta di candidatura che vedrebbe come capofila la città di Venezia, con il coinvolgimento dell´intero Nord Est. Come ha precisato Molinaro, quella di Venezia non è l´unica ipotesi di candidatura prospettata in Italia. Vi sono infatti diverse città che si sono già fatte avanti, come Matera e Siena. E la candidatura definitiva dovrebbe essere formulata ufficialmente entro due anni. Il valore aggiunto di quella del Nord Est, potrebbe essere costituito proprio dalla ricchezza di eccellenze e di particolarità del territorio. Che nell´occasione potrebbero integrarsi tra loro Il nostro è un territorio sul quale, ha spiegato Molinaro facendo riferimento alla nostra regione, si evidenziano già ipotesi di eccellenza anche nel settore economico, tra le grandi imprese come tra le più piccole e sperdute sul territorio; nelle quali risaltano grandi capacità. Mentre il tessuto delle piccole e medie imprese friulano ha già saputo realizzare realtà di riferimento economico anche nella nuova Europa, per esempio in Romania. Riferendosi poi alle potenzialità di carattere turistico insite nell´area, l´assessore ha citato alcune criticità. Per esempio il mercato fortemente potenziale della Cina per il Friuli Venezia Giulia, ma anche per l´Italia è limitato dalla scarsità di collegamenti aerei. Quali sono le caratteristiche del territorio del Friuli Venezia Giulia che potrebbero essere messe in rete con la Capitale europea della cultura accanto a quelle ormai conosciute e tradizionali? Tra esse, secondo l´assessore, per esempio, i percorsi della Grande Guerra: la visita ai luoghi di battaglia stanno suscitando un interesse notevole. Mentre potrebbero essere valorizzati i siti dell´archeologia industriale per farne luoghi di cultura. Oltre ai centri d´arte già noti come Aquileia, Cividale, Trieste, Udine, Spilimbergo e altri. Assieme a Molinaro, moderati da Alessandra Carini, sono intervenuti Paolo Cerutti, di Vicino/lontano, assieme al presidente di tale associazione, Filiberto Zovico, per introdurre i lavori. Quindi, Roberto Daneo, ideatore del Progetto Expò 2015, ha prospettato i vantaggi della candidatura a Capitale europea della cultura assieme a Monique Veaute, vicepresidente della Fondazione Romaeuropa. L´assessore comunale alla cultura, Luigi Reitani, si è poi soffermato sul concetto di cultura quale valore aggiunto dell´economia. Ripreso dal presidente della Camera di commercio, Giovanni Da Pozzo, il quale ha affermato che la capacità di interpretare l´innovazione deve essere considerata l´habitat nel quale l´economia cresce e si sviluppa. Mentre Andrea Moretti, dell´Università di Udine, ha trattato il ruolo dei grandi eventi nella società locale.  
   
   
BANDO PER LAVORATORI PUGLIESI IN SOMMINISTRAZIONE  
 
Bari, 1 marzo 2010 - E’ stato predisposto dall’Assessorato al lavoro e sarà pubblicato nel primo numero utile del Bollettino ufficiale di questa settimana il secondo bando per la formazione dei lavoratori in somministrazione, cioè quei lavoratori precari che prestano la propria opera a chiamata per pochi giorni. Obiettivo del bando – che è stato presentato oggi e che segue un precedente avviso finanziato da 6 milioni di euro – è di garantire la formazione per i lavoratori che hanno prestato la propria opera per almeno 45 giorni a partire dal 1 gennaio 2008, secondo le modalità previste dall’accordo sottoscritto fra Sindacati e Regione il 4 giugno 2008. Il bando, che è finanziato con tre milioni di euro, consentirà ai lavoratori di percepire un’indennità di frequenza di 5 euro all’ora per corsi di 260 ore gestite da Centri abilitati alla formazione continua che dispongono di esplicita adesione di Agenzie di lavoro iscritte all’Albo e le cui proposte formative siano state oggetto di confronto in sede di commissione sindacale territoriale così come prevede il Ccnl del 27 luglio 2008.  
   
   
MERCATO DEL LAVORO PRESENTATO IN SARDEGNA LO STATO D´ATTUAZIONE DEL PROGETTO COMUNITARIO I.E.S.  
 
Cagliari, 2010 - E´ stato presentato il 25 Febbraio a Cagliari, nei locali dell’Agenzia regionale per il lavoro, lo stato d’attuazione del Progetto Ies - Implementing Employment Service - che ha come obiettivo principale il miglioramento dell’efficacia delle politiche regionali del lavoro. Il programma, che prevede lo scambio e il trasferimento di esperienze e buone pratiche tra i partner europei, ha avuto inizio nell’ottobre 2008 e si concluderà nel 2011. Diversi gli Stati membri che vi partecipano: per l’Italia l’Agenzia regionale per il lavoro della Sardegna con le Province di Sassari e Oristano, 2 partner Spagnoli, uno Rumeno, uno Austriaco, nonché uno Tedesco ed uno Sloveno. Il budget previsto ammonta a 321 milioni di euro cofinanziato dal Fesr, nell’ambito del programma Interreg Ivc, che nel periodo di programmazione 2007/2013 promuove attività e progetti di cooperazione interregionale. "Alla luce del ruolo sempre più importante che la Sardegna sta occupando nelle attività di progettazione comunitaria, l’Agenzia ha promosso questa attività di collaborazione internazionale, così come diverse altre, con lo scopo di contribuire, attraverso lo scambio di esperienze maturate in altri contesti regionali ed europei, al miglioramento delle politiche regionali del lavoro". Con queste parole, Stefano Tunis, direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro, ha voluto evidenziare l’importante attività svolta in questi anni dall’Agenzia nella ideazione, promozione e gestione dei progetti comunitari. "In questo momento - ha poi precisato Luca Spissu, responsabile del settore politiche comunitarie - ci troviamo nella fase del progetto Ies chiamata “visite di studio”, ossia, quella diretta ad approfondire e a testare la possibilità di trasferire agli altri partecipanti le migliori esperienze maturate dai diversi partner nell’ambito dei servizi erogati dal sistema pubblico del lavoro. I funzionari dell’Agenzia sono stati ospiti dell’Università di Graz (Austria), dove è stata approfondita la conoscenza di “Occupational Compass”, un database a supporto dell’orientamento alle scelte per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, e del Servizio per l’Impiego della Regione la Rioja (Spagna), dove invece si è mostrata positiva e trasferibile il sistema di accreditamento delle qualifiche basate su corsi formativi e tirocini". L’agenzia, invece, ha messo a disposizione l’esperienza maturata con il Progetto Spot (Stazione Polifunzionale di Orientamento e Tutoraggio) nata nell’anno 2003 dalla collaborazione pubblico/privata con il Comune di Cagliari ed il Bic Sardegna. In sostanza si è trattato di un percorso di inserimento nel mercato del lavoro dei disoccupati dell’area di Cagliari, che ha coinvolto 250 imprese e 295 tirocinanti, il cui 32% è stato contrattualizzato a tempo indeterminato. "Portiamo in Europa l’esperienza vincente del Progetto Spot del Comune di Cagliari – ha sottolineato il direttore Stefano Tunis – e stiamo lavorando per riproporre nuovamente il metodo, ma questa volta estendendolo in tutta l’isola facendolo diventare Spot Sardegna". Nel mese di marzo, dopo la redazione di un report che raccoglie il lavoro fatto durante le visite studio, i funzionari dell’Agenzia saranno impegnati in una attività di assistenza tecnica al trasferimento tra i diversi partner e delle eccellenze individuate che si concluderà entro la fine dell’anno. Successivamente, attraverso la organizzazione di tavoli tecnici, si favorirà l’armonizzazione dei diversi contesti normativi regionali per rendere possibile l’effettiva realizzazione delle esperienze oggetto di studio e trasferibili.  
   
   
LAVORO FVG: CONVEGNO SU SICUREZZA  
 
Pordenone, 1 marzo 2010 - "Formare, informare, prevenire, misurare: ovvero attuare la sicurezza nei posti di lavoro attraverso nuovi linguaggi e l´accordo fra parti istituzionali e parti sociali. Grazie alla prevenzione si riducono non solo i costi sociali, ma si riconferma il valore etico della sicurezza, che è prima di tutto un problema di approccio culturale". Così si è espressa l´assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, intervenendo 26 febbraio nell´Auditorium Don Bosco di Pordenone, al convegno proposto da Applica srl e da Aifos sul tema, appunto, della "Sicurezza nei luoghi di lavoro. Valore etico o rischio d´impresa", al quale hanno portato il loro contributo esperti, giuristi, imprenditori. Per l´esponente regionale vi era il rischio reale che a causa della crisi economica sia le istituzioni che le imprese non investissero più nella sicurezza per far fronte ad altre emergenze: "ma così non è stato. Tutti, Regione in prima fila, hanno continuato a fare la loro parte. E ciò è importante perché la sicurezza investe sia la sfera economica che quella umana e sociale; la dimensione del problema è trasversale e ognuno deve quindi lavorare per risolverlo". Sul piano concreto, da anni la Regione sta operando assieme all´Inail e all´Anmil - ha ricordato Rosolen - per attuare interventi di formazione e di informazione: nel 2007 riconoscendo le "imprese virtuose" nel campo della gestione delle risorse umane e della sicurezza; nel 2008 formando 18 giovani diplomati come "responsabili della sicurezza"; nel 2009 con la promozione della sicurezza nelle scuole; per il 2010 la Giunta regionale ha varato una Campagna straordinaria di formazione per la diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro coinvolgendo lavoratori con meno di 2 anni di esperienza, stranieri, stagionali, datori di lavoro di piccole e medie imprese, rappresentanze dei lavoratori sulla sicurezza, lavoratori pubblici operanti negli appalti, presidi e insegnanti. "L´importante è - ha affermato l´assessore - che accanto alle risorse e agli attori, vi sia l´azione politica di analisi e di risposte concrete a chi cerca soluzioni al problema della sicurezza". Infine Rosolen ha ricordato che proprio a Pordenone era stata presentata nei mesi scorsi la prima indagine regionale sulla percezione dei lavoratori sul tema della sicurezza: "ci siamo accorti che questo tema presenta sfide costanti, ma anche caratteristiche della particolare configurazione assunta dal funzionamento delle istituzioni nel mercato del lavoro e dalla tecnologia produttiva e relazionale. Una sfida che dobbiamo affrontare e vincere tutti assieme".  
   
   
A TRENTO ARRIVANO LE CPC, ECCO LE COMPETENZE E I REQUISITI PER FARNE PARTE SONO LE COMMISSIONI PER LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E IL PAESAGGIO DELLE COMUNITÀ  
 
 Trento, 1 marzo 2010 - Nell´ambito dell´ordinamento urbanistico provinciale, riformato con l’approvazione del nuovo Piano urbanistico e con il varo della nuova legge urbanistica provinciale, un ruolo di assoluta importanza è quello attribuito alle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle comunità. Proprio per questo assume particolare rilevanza la delibera dell´assessore all´urbanistica ed enti locali, Mauro Gilmozzi, approvata il 26 febbraio dalla Giunta provinciale. Delibera che determina i requisiti professionali, le modalità di selezione, gli obblighi di partecipazione ad iniziative di formazione nonché le ipotesi di incompatibilità dei componenti delle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle comunità. Ricordando, sottolinea Gilmozzi, "che le novità introdotte in questi anni nel quadro della pianificazione territoriale - a tre livelli: Piano urbanistico provinciale, Piano territoriale della comunità e Piano regolatore generale - prevedono una ridistribuzione delle competenze fra la Provincia e le comunità anche in materia di gestione della tutela del paesaggio. Per il nuovo sistema della pianificazione provinciale il ruolo della Provincia si concentra sulla verifica di coerenza delle scelte effettuate dalla comunità, mediante il relativo Piano territoriale, con gli indirizzi e le strategie di carattere generale del Pup. Alla comunità viene invece attribuito il compito di verificare la coerenza dei piani regolatori generali dei comuni con il piano territoriale della comunità. Appare chiaro che in questa cornice la qualità delle apposite commissioni delle comunità risulterà fondamentale. Non sono infatti chiamate solamente a sostituire le attuali commissioni comprensoriali per la tutela del paesaggio, ma dovranno assumere competenze del tutto nuove e di assoluta rilevanza in materia di pianificazione urbanistica. Ecco dunque che competenze da una parte e requisiti necessari dall´altra disegnano - proprio attraverso le commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle comunità - una nuova tappa del passaggio che le politiche legate al territorio stanno oggi attuando in Trentino. Va dunque segnalato con forza che le nuove commissioni sono a tutti gli effetti organi delle comunità, nominate dalla comunità stessa e nelle quali la Provincia è presente con un qualificato rappresentante. Rispetto al tempo nel quale le commissioni comprensoriali erano nominate dalla Provincia, si tratta davvero di un cambiamento sostanziale che affida proprio alle comunità un ruolo - ed una responsabilità - di assoluto rilievo". La delibera approvata da una parte ribadisce dunque le competenze delle Commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle comunità. Eccole. Presso ciascuna comunità è istituita una commissione (Cpc). Le commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio esprimono pareri obbligatori ai fini dell´adozione dei piani regolatori generali e relative varianti, nonché dei regolamenti edilizi comunali; rilasciano le autorizzazioni di loro competenza nei casi previsti per gli interventi riguardanti immobili soggetti alla tutela del paesaggio; quando non è richiesta l´autorizzazione paesaggistica, esprimono pareri obbligatori sulla qualità architettonica dei piani attuativi, esclusi i piani guida, e delle tipologie d´intervento edilizio di particolare rilevanza sotto il profilo paesaggistico e architettonico individuate dal piano territoriale della comunità sulla base dei criteri generali stabiliti dal regolamento di attuazione. Nei comuni con popolazione superiore alla soglia individuata i pareri possono essere resi dalla commissione edilizia comunale, se lo prevede il regolamento edilizio del comune interessato; in questi casi il regolamento edilizio deve prevedere che la commissione edilizia sia integrata da un componente designato dalla Giunta provinciale. La delibera elenca poi i requisiti professionali, la modalità della selezione, gli obblighi di partecipazione ad iniziative di formazione, le ipotesi di incompatibilità dei componenti delle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle comunità. Eccoli. La nomina ad esperto nelle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle comunità è subordinata al verificarsi della sussistenza di requisiti professionali e di competenza ai fini della ammissione ai corsi di formazione e alla frequenza del corso di formazione e relativa valutazione. Gli esperti in materia di pianificazione territoriale e paesaggio devono possedere - in modo congiunto - i seguenti requisiti: a) diploma di laurea in architettura, pianificazione territoriale o ingegneria e iscrizione all’ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori ovvero degli ingegneri della Provincia di Trento; b) comprovata esperienza in materia di pianificazione territoriale e paesaggio attestata da idoneo curriculum. A tal fine sarà tenuto conto anche dello svolgimento di uno o più incarichi di redazione di strumenti urbanistici generali ovvero, in alternativa, della partecipazione alla Commissione urbanistica provinciale, alla Commissione provinciale per la tutela paesaggistico-ambientale, ad una commissione comprensoriale per la tutela paesaggistico-ambientale. In alternativa l´esperienza può essere anche quella dello svolgimento di attività di insegnamento universitario in qualità di docente ordinario o associato nelle materie della pianificazione territoriale e del paesaggio. I requisiti saranno verificati anche ai fini dell’ammissione al corso di formazione obbligatorio previsto da questo allegato. Nella prima fase di attivazione delle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle comunità, qualora non siano ancora stati conclusi i corsi di formazione, la Giunta provinciale provvede a designare il rappresentante della Provincia individuandolo fra il personale dipendente del Servizio Urbanistica e tutela del paesaggio; fino alla conclusione dei corsi di formazione, le comunità provvedono alla nomina degli altri esperti in materia di pianificazione territoriale e paesaggio, nel rispetto dei requisiti iniziali. Infine, l´incarico di componente delle Cpc è incompatibile con la partecipazione alla Commissione provinciale per l’urbanistica e il paesaggio e alle commissioni edilizie di comuni rientranti nel territorio della comunità a qualsiasi titolo. I componenti della Cpc non possono far parte di Commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio di altre comunità, fatta eccezione per i componenti designati dalla Provincia. Gli esperti delle Cpc non possono assumere, anche tramite studi associati, incarichi di redazione di strumenti di pianificazione territoriale e di progettazione di opere private nell’ambito del territorio della comunità.  
   
   
FORTEZZA, VERSO UNA RIPARTIZIONE PARITARIA DELLA PROPRIETÀ FIRMATA LA PREINTESA TRA REGIONE TOSCANA, PROVINCIA E COMUNE DI FIRENZE  
 
 Firenze, 1 marzo 2010 -. Dopo l´acquisizione nel novembre 2009 della Fortezza da Basso da parte di Comune e Provincia di Firenze e Regione (tramite permuta con lo Stato a costo zero), il 25 febbraio sono state poste le basi per il riassetto proprietario del complesso espositivo. A Palazzo Strozzi Sacrati il presidente della Regione, la vicepresidente della Provincia e il sindaco di Firenze hanno infatti firmato un preaccordo che porterà entro tre anni al riequilibrio delle quote, e alla condivisione in misura del 33,33% per ciascun ente della proprietà della Fortezza, il cui valore è stato stimato in 147 milioni. Attualmente, dopo la cessione allo Stato di una serie di immobili da parte dei tre enti in cambio della Fortezza, la Regione Toscana detiene il 7,15% della proprietà, mentre Provincia di Firenze e Comune di Firenze rispettivamente il 42,42% e il 50,43%. La Regione s i impegna pertanto a reperire le risorse finanziarie per poter anticipare, negli anni 2011 e 2012, al Comune e alla Provincia, le somme del conguaglio: al Comune dovrà versare 20,5 milioni di euro e alla Provincia poco meno di 18 milioni. Tempi e modi del riassetto saranno definiti entro luglio di quest´anno. Dei 20,5 milioni che andranno al Comune, 20 sono destinati a finanziare i lavori di ristrutturazione della caserma Quarleri di Sesto Fiorentino, dove troverà sede la Facoltà di Agraria dell´ateneo fiorentino che entro il 2016 dovrà abbandonare gli attuali locali alle Cascine, ceduti allo Stato. Per questi stessi lavori, prevede sempre il preaccordo firmato oggi, la Provincia metterà a disposizione altri 4,59 milioni di euro.  
   
   
AOSTA: FIRMATO IL CONTRATTO COLLETTIVO DI LAVORO PER I LAVORI DI UTILITÀ SOCIALE  
 
Aosta, 1 marzo 2010 - E’ stato sottoscritto venerdì 26 febbraio, il contratto collettivo regionale per i lavoratori occupati nei progetti di lavori di utilità sociale (L.u.s.) previsti dal piano triennale di politica del lavoro 2009-2011. L’accordo è stato firmato, alla presenza del Presidente della Regione Augusto Rollandin, dai rappresentanti dell’Associazione Generale Cooperative Italiane, della Fédération des Coopératives Valdôtaines e della Lega Regionale Valdostana delle Cooperative e Mutue e dai segretari dei sindacati regionali Cgil, Cisl, Savt e Uil. Con tale contratto, la cui validità decorre dal 1° gennaio 2011, si regolamenta per la prima volta la natura di tali progetti di inserimento lavorativo, che sono gestiti dalle Comunità montane tramite le cooperative sociali e che coinvolgono un centinaio di persone, prevalentemente disabili o lavoratori a grave rischio di esclusione sociale. A seguito di quanto deciso oggi, tutte le cooperative dovranno applicare lo stesso contratto di lavoro, superando così le difformità retributive esistenti e permettendo all’Amministrazione regionale di ampliare, a parità di disponibilità finanziaria, il numero dei soggetti beneficiari. <Esprimo soddisfazione per il risultato raggiunto oggi, – ha detto il presidente Rollandin al termine dell’incontro – ottenuto grazie al senso di responsabilità delle parti sociali e delle associazioni delle cooperative.>  
   
   
SICILIA: GIUNTA DA´ VIA LIBERA AD IMPIEGO OPERAI AGRICOLI FORESTALI  
 
Palermo, 1 marzo 2010 - La giunta di governo della Regione siciliana riunita il 25 febbraio a Palazzo d´Orleans sotto la presidenza di Raffaele Lombardo ha deciso di sollevare conflitto innanzi la corte costituzionale sugli articoli 229 e 230 della finanziaria nazionale che prevedono la riapertura dei termini per la determinazione dei valori di acquisto delle partecipazioni e dei terreni edificabili e di quelli con destinazione agricola ed il conferimento delle maggiori entrate derivanti da questa riapertura di termini ad un fondo statale. Su proposta dell´assessore per le politiche agricole Titti Bufardeci la giunta ha dato il via libera all´impiego degli operai agricoli forestali stagionali fin dai primi giorni del mese di marzo. Il provvedimento di giunta consente l´avvio al lavoro in tutti i distretti della Sicilia in maniera omogenea. In questo modo si fa partire con il dovuto anticipo la campagna di cura e difesa del bosco in vista dell´approssimarsi della stagione estiva e, al tempo stesso, si viene incontro alle esigenze dei lavoratori rispettando il numero di giornate lavorative garantite in base all´accordo sindacale recentemente sottoscritto. Grazie all´impegno del dirigente generale dell´Azienda Foreste Rino Giglione, della ragioneria dell´assessorato risorse agricole e del dipartimento dell´economia sono state, poi, sbloccate le risorse che permetteranno di mettere subito in pagamento le spettanze arretrate relative al 2009. Sempre in materia di politiche agricole e´ stato approvato definitivamente il piano di sviluppo rurale gia´ positivamente valutato dall´Unione Europea. Infine la giunta ha approvato l´Accordo di Programma Quadro con il Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione Campania denominato “Le città del Mediterraneo”. Con questa delibera la Sicilia da´ il via libera, per la parte di sua competenza, al programma triennale di manifestazioni culturali e spettacoli che si svolgeranno proprio fra Sicilia e Campania, in collaborazione con la Fondazione “Sicilia-campania dei festival”..  
   
   
LAVORO: TIROCINI FORMATIVI PROGETTO CLAIM  
 
Palermo, 1 marzo 2010 - Favorire l´inserimento sociale e lavorativo di immigrati, comunitari e non, mediante tirocini formativi. È l´obiettivo del progetto Claim (Cittadini, Lavoratori, Immigrati), finanziato dal Ministero dell´Interno a valere sul Fondo Untta (United Nations Relief and Rehabilitation Administration - Amministrazione delle Nazioni Unite per l´assistenza e la riabilitazione), e sostenuto da numerosi partner istituzionali, coordinati dall´Ufficio provinciale del lavoro di Catania. I contenuti dei tirocini sono stati illustrati, 26 febbraio, nella sede di Catania della Presidenza della Regione, dall´assessore regionale al Lavoro, Nicola Leanza, e dal responsabile dell´Ufficio provinciale del lavoro, Domenico Palermo, ai responsabili dei centri per l´impiego della provincia di Catania, ai rappresentanti degli enti partner ed alle associazioni datoriali. L´iniziativa si avvale anche di una rete di supporto costituita da associazioni di categoria, del volontariato sociale, da organizzazioni sindacali, distretti socio sanitari e sportelli multifunzionali. "L´inserimento lavorativo - ha detto Leanza - e´ previsto per immigrati comunitari ed extracomunitari, di prima e seconda generazione, in regola con le norme sull´ingresso e il soggiorno in Italia. Sono cento i tirocini formativi sovvenzionati dal progetto che saranno attivati presso aziende pubbliche e private di differenti comparti". Dei tirocini oltre il 65% riguardera´ aziende private per le quali il momento formativo e´ a costo zero. Ai tirocinanti, inoltre, sara´ corrisposto un rimborso che ammonta a mille euro per i tre mesi di corso. "I settori economici interessati - spiega Domenico Palermo - sono quelli del sociale, dell´agricoltura, dell´artigianato e del commercio. Siamo in presenza di qualifiche professionali anche di alto livello, come testimoniato dalla presenza di ingegneri ed esperti di marketing. I tirocinanti avranno l´opportunita´ di acquisire competenze di natura professionale che saranno certificate. Mi auguro - ha concluso Palermo - che, al termine dell´esperienza, per molti possa seguire un rapporto di lavoro stabile". Sono 6 i tirocini già avviati, 58 partiranno entro la prossima settimana. Gli altri scatteranno entro la prima metà di marzo. Gli interventi si realizzeranno in provincia di Catania. L´individuazione dei cento tirocini é avvenuta al termine di due momenti di verifica. Il primo volto all´accertamento della corrispondenza delle istanze di adesione dei lavoratori e delle aziende ai requisiti previsti dal bando, pubblicato a maggio e prorogato sino a giugno 2009. Il secondo relativo alla verifica dei profili professionali richiesti dalle aziende. I partner istituzionali del progetto sono Provincia di Catania, Comune di Catania (Direzione Servizio Socio Sanitari), Università di Catania attraverso tre strutture (Dipartimento dei Processi Formativi, Facoltà di Scienze della Formazione, Cedoc - Centro di Documentazione e Studi sulle Organizzazioni complesse ed i Sistemi locali), Asp 3 Catania e Camera di Commercio di Catania.  
   
   
BOLZANO: PUBBLICATA LA LEGGE SUL NUOVO CONSIGLIO DEI COMUNI  
 
Bolzano, 1 marzo 2010 - È stata pubblicata martedì 23 febbraio sul Bollettino della Regione la legge provinciale "Istituzione e disciplina del Consiglio dei Comuni". Entra in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione. Trascorsi tre mesi dalla prima pubblicazione e non essendo pervenute obiezioni, il testo su "Istituzione e disciplina del Consiglio dei Comuni" viene trasformato in legge provinciale. La nuova legge, la numero 4 dell´8 febbraio 2010, è stata pubblicata sul Bollettino della Regione del 23 febbraio ed entra in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione. La nuova legge ridefinisce il Consiglio dei Comuni, gli assegna nuove competenze e lo insedia presso il Consiglio provinciale. Resta in carica per la durata della consiliatura comunale: sindaci e amministratori comunali avranno un nuovo strumento consultivo per partecipare al processo legislativo.  
   
   
TUTTI I SINDACI PER IL CATASTO AI COMUNI  
 
Rubano, 1 marzo 2010 - Il catasto va trasferito dalle Agenzie del Territorio ai comuni. E il prima possibile. Lo ha messo in chiaro il Direttivo di Anciveneto nella seduta del 22 febbraio, che ha poi inviato al presidente dell´Anci Nazionale Sergio Chiamparino e a tutti i parlamentari veneti una specifica comunicazione a riguardo. La questione, del resto, viene già portata avanti da tempo dall´Associazione dei Comuni Veneti e verrà sottoposta a Rubano il 7 marzo al Ministro Calderoli. Spiega il presidente di Anciveneto Giorgio dal Negro <La gestione del territorio è una delle funzioni fondamentali dei Comuni, sia per quanto concerne la programmazione che per il controllo>. Questo il documento approvato: L´anciveneto ricordato - che la gestione del territorio è una funzione fondamentale dei Comuni che la esercitano attraverso la programmazione ed il controllo; richiamati - - l´impegno già assunto negli scorsi anni per facilitare il trasferimento delle funzioni catastali dalle Agenzia del Territorio ai Comuni; - le numerose riunioni che si sono susseguite, ultima della quali quella di una ricognizione dello stato di fatto dopo la pronuncia del Tar Lazio, hanno evidenziato la volontà dei Comuni Veneti di gestire le funzioni Catastali e, in alcuni casi, i consistenti investimenti attivati; - la previsione del trasferimento delle funzioni catastali ai Comuni, contenuta ai commi 194-200, art. 1 del D.lgs 112/98, modificato ed integrato dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, "Finanziaria 2007"; rileva - come l´attribuzione delle funzioni catastali quale "funzione fondamentale" sia una prerogativa indispensabile per procedere finalmente al trasferimento delle funzioni catastali ai Comuni; invita - - gli organi dell´associazione ad attivarsi affinché vengano poste in essere tutte le iniziative atte a ripristinare la titolarità delle funzioni in capo ai Comuni inserendo nella "Carta delle Autonomie" tale previsione; - i parlamentari del Veneto ad assicurare il necessario supporto presso le competenti sedi Parlamentari.  
   
   
SARDEGNA: OPPORTUNITÀ PER COMBATTERE LO SPOPOLAMENTO NEI PICCOLI COMUNI  
 
Cagliari, 1 marzo 2010 - L´assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, il 25 Febbraio ha illustrato al presidente dell´Anci Sardegna, Tore Cherchi, e al vicepresidente dell´Asel (Associazione sarda enti locali), Rodolfo Cancedda, le iniziative della Regione per combattere lo spopolamento nei 205 Comuni sardi con una popolazione inferiore ai duemila abitanti. Manca ha spiegato che "stiamo predisponendo un percorso conoscitivo in quelle realtà della Sardegna che, più di altre, lamentano una continua emorragia di abitanti, soprattutto nelle fasce più giovani. Stiamo individuando alcuni paesi o aggregazioni di Comuni che mettano insieme una massa critica di giovani tra i 20 e i 30 anni, per comprendere quali siano le esigenze e cogliere le reali opportunità di lavoro, magari legate alle tradizioni locali: per esempio nel settore dell’artigianato (dove è possibile intervenire con il Programma denominato "Antichi mestieri"), oppure nel turismo e nell’agricoltura. Da questa attività di animazione nei singoli territori dobbiamo arrivare ad individuare nicchie di opportunità economiche". L’assessore Manca ha poi precisato che "agiremo anche sul versante imprese, per ragionare con loro sulle nuove opportunità di sviluppo e di crescita che la Regione sta mettendo in piedi. Mi riferisco per esempio al Microcredito, che mette a disposizione 50 milioni di euro con risorse del Fondo sociale europeo: una cifra importante che sarà suddivisa nei vari territori dell’isola. Abbiamo predisposto anche altre iniziative a favore di piccole e microimprese, per sostenerle nella formazione e nell’autoimprenditorialità”. La Regione, con il supporto delle sue strutture, intende inserire delle figure professionali specifiche nei Csl (Centri servizi per il lavoro) per promuovere le iniziative a sostegno delle microimprese nei Comuni sardi. Infine, attraverso il progetto “Formazione Gal”, nelle aree rurali sono previsti interventi di formazione per la qualificazione e specializzazione di competenze professionali che attivino processi di innovazione e diversificazione dei servizi offerti dalle aziende locali: si stima che i destinatari della formazione siano 1.500-2.000. I rappresentanti di Anci e Asel hanno espresso gradimento per le proposte illustrate dall’assessore Manca. "A nome dell’Anci garantisco sin da ora tutta la nostra cooperazione – ha sottolineato Cherchi -. Apprezziamo le iniziative a favore dei piccoli Comuni, e suggeriamo di non trascurare le periferie urbane, dove registriamo da tempo situazioni sociali molto allarmanti". "Siamo d’accordo su tutta la linea anche noi dell’Asel - ha precisato Cancedda –. L’importante è porre dei vincoli molto rigidi per non sprecare neppure un euro delle risorse che la Regione metterà in campo".  
   
   
BOLZANO, INCONTRO CON I VERTICI APA: "INNOVAZIONE E QUALITÀ PER RESTARE COMPETITIVI"  
 
Bolzano, 1 marzo 2010 - L´assessore al lavoro e all´innovazione Roberto Bizzo ha incontrato i vertici dell´associazione provinciale artigiani Apa. Nel corso del colloquio, del 25 febbraio, sono stati affrontati i temi della crisi economica, dell´innovazione e della sicurezza sul lavoro. "Solo puntando sulla qualità - ha sottolineato Bizzo - le nostre imprese artigiane potranno restare competitive". La delegazione dell´Apa, composta dal presidente Walter Pichler, dal suo vice Gert Lanz e dal direttore Hanspeter Munter, oltre a dare personalmente il benvenuto al neo-assessore Roberto Bizzo, ha illustrato la situazione delle piccole imprese artigiane altoatesine, che costituiscono l´ossatura portante del tessuto economico locale. La crisi economica sta mandando in sofferenza tutto il settore, hanno ricordato i vertici dell´Apa, ed è palpabile il malessere riguardante il carico burocratico. Due i punti principali affrontati durante il colloquio tra l´assessore Bizzo e la delegazione degli artigiani: innovazione e sicurezza sul lavoro. "Per quanto riguarda il primo punto - ha sottolineato Bizzo - considero molto positivo lo sforzo compiuto dall´Apa per organizzare uno sportello di consulenza rivolto ai propri associati, i cui benefici effetti si stanno riscontrando anche a livello amministrativo, con delle domande di contributo di qualità molto superiore rispetto al passato. Sono sempre di più le piccole imprese che puntano sull´innovazione e si aprono ai nuovi mercati, dimostrando grande dinamicità e una visione orientata al futuro. Da parte della Provincia c´è sempre la massima disponibilità a sostenere le iniziative che puntano con decisione sull´innovazione". Altro tema affrontato, quello della sicurezza sul lavoro, con i rappresentanti dell´Apa che hanno puntato il dito contro una legislazione nazionale troppo rigida ed onerosa, apprezzando comunque il buon senso da parte della Provincia nell´applicazione delle norme senza accanimento. "Per restare competitive - ha spiegato Roberto Bizzo - le imprese altoatesine devono puntare sulla qualità, e qualità significa anche sicurezza. Mi rendo conto che inizialmente gli investimenti sulla sicurezza vengono visti come un costo, ma in un´ottica di medio-lungo periodo sono in grado di dare un vantaggio non indifferente in termini di competitività".  
   
   
ARTIGIANATO FVG: IN VALUTAZIONE AUMENTO RISORSE FRIA  
 
 Trieste, 1 marzo, 2010 - La Giunta regionale sta valutando, sulla base delle risorse disponibili per l´anno in corso, di assicurare nuove poste finanziarie al Fondo di rotazione delle imprese artigiane, "alla luce delle esigenze manifestate dallo stesso settore artigiano", ha sottolineato il 24 febbraio a Trieste l´assessore regionale alla Risorse economiche e finanziarie Sandra Savino, che ha partecipato ad un incontro promosso dalla Confartigianato provinciale. Un intervento della Regione che andrebbe ad incrementare i 30 milioni di euro già assegnati al Fondo di rotazione a favore degli artigiani (Fria) con la legge regionale 11 del 2009, mentre ulteriori 50 milioni di euro - a disposizione anche dell´artigianato Fvg - sono stati collocati nel Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Risorse poi implementate nell´anno in corso, ha aggiunto la Savino, con 60 milioni di euro per il Fria e 30 milioni per il Fondo di garanzia per le Pmi. Nel suo intervento l´assessore ha quindi rilevato come nel bilancio della Regione 2010 siano stati inseriti oltre 3 milioni di euro nei capitoli destinati al settore artigianale (14 milioni di euro, invece, più in generale, per i settori economici) e Mediocredito ha ricevuto 12 milioni di euro per lo sviluppo del comparto dell´artigianato regionale. L´assessore Savino ha inoltre ricordato, sul fronte della riduzione dell´Irap, come l´attuale legislazione regionale preveda aliquote ridotte per le nuove aziende artigiane che si iscrivono all´Albo provinciale delle Imprese artigiane (legge regionale 26 gennaio 2004), a favore delle imprese del territorio montano (l.R.23 gennaio 2007), per le imprese di piccole dimensioni (art.2 della l.R. 30 dicembre 2008) nonché a favore delle imprese virtuose (art.2 l.R. 18 gennaio 2006). Per quanto infine riguarda la richiesta di cassa integrazione sono due le tipologie a cui possono accedere le imprese ed i lavoratori: il trattamento ordinario di disoccupazione richiesto dal lavoratore sospeso per crisi aziendale, per un massimo di 90 giornate lavorative per ciascun anno, e l´accordo regionale sugli ammortizzatori sociali, che prevede la possibilità per le imprese artigiane di richiedere al servizio Lavoro della Regione la cassa Integrazione in deroga per un massimo di 1.039 ore per ciascun lavoratore (699 se lavoratori part-time fino a 20 ore lavorative settimanali).  
   
   
DUE SARDE NEL COMITATO DI SORVEGLIANZA DEL PROGRAMMA ITALIA-FRANCIA MARITTIMO  
 
Cagliari, 1 marzo 2010 - La Commissione regionale per le Pari opportunità ha designato le sue rappresentanti per il Comitato di sorveglianza del Programma "Italia-francia Marittimo 2007-2013". La vicepresidente Roberta Usai sarà membro effettivo, mentre la commissaria Verdiana Canu sarà membro supplente. In base a un criterio di rotazione, per il biennio 2010-2011 la Regione Sardegna rivestirà il ruolo di rappresentante per le Pari opportunità dell’Italia.  
   
   
UN SISTEMA DI MICROCREDITO AGEVOLATO PER LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ COLLABORAZIONE TRA REGIONE TOSCANA, ANPAS, ARCI, CARITAS, FONDAZIONE ANTIUSURA E MISERICORDIE IL PROGETTO PARTIRÀ IL 1 MARZO CON L´ATTIVAZIONE DI U NA RETE DI 85 CENTRI D´ASCOLTO  
 
Firenze, 1 marzo 2010 - Un sostegno concreto dalla Regione alle famiglie toscane in difficoltà a far quadrare il proprio bilancio. Parte il progetto di microcredito agevolato creato dalla Regione. Punto chiave la rete di Centri di Ascolto ai quali le famiglie alle prese con problemi finanziari potranno rivolgersi per poter accedere al sistema creato in collaborazione con Anpas, Arci, Caritas, Fondazione toscana per la prevenzione dell´usura onlus e Misericordie. Il 26 febbraio, nella sede del Cesvot a Firenze, i rappresentanti dei soggetti che hanno collaborato alla realizzazione, tra i quali anche l´assessore regionale alle politiche sociali, hanno firmato il protocollo d´intesa che, a partire dal 1 marzo, da avvio al progetto di microcredito agevolato. Il protocollo di oggi, ha evidenziato l’assessore regionale, rappresenta un aiuto importante di fronte ad un quadro che evidenzia una effettiva difficoltà economica per numerose famiglie toscane: secondo dati Cispel, ifatti, nel 2009 le famiglie toscane non hanno potuto pagare 40 milioni di euro per consumo di gas, 150 milioni di euro relativi alla produzione di rifiuti ed al consumo di acqua; ed ancora, i pignoramenti immobiliari nel 2009 a Firenze sono cresciuti del 14,7% ed a Lucca del 12,5% rispetto al 2008; inoltre, il 32% della popolazione anziana toscana vive oggi con meno di 750 euro al mese. La Regione fornirà gratuitamente alle banche le garanzie (fino all´80% dell´intero ammontare) per la concessione di prestiti fino ad un massimo di 4000 euro per far fronte a situazioni di momentanea difficoltà economica delle famiglie, che potranno restituirlo anche in piccole rate (di 70/80 euro) fino ad un massimo di 5 anni ad un tasso di interesse agevolato (del 4/5% medio annuo). Non sono previste spese di istruttoria o gestione della pratica, ed i fondi s aranno erogati al massimo entro 40 giorni dall´apertura della pratica. La Regione, per garantire i finanziamenti concessi dalle banche, ha costituito un fondo di garanzia iniziale di 1,2 milioni di euro. Il microcredito è dedicato particolarmente a famiglie normalmente “non bancabili” ma che dimostrano di poter assolvere l’impegno di restituzione se aiutate a superare il momento di difficoltà. La rete territoriale dei Centri di Ascolto, 85 in tutto per ora, rappresenta il cardine del sistema. Aderiscono all´iniziativa 26 centri Arci, 40 strutture della Fondazione Antiusura, 13 centri Caritas, 9 Anpas ed 8 delle Misericordie. La rete poggia soprattutto sulle strutture già esistenti. Ai Centri ci si potrà rivolgere per avere informazione ed orientamento, per ottenere assistenza e tutoraggio economico-finanziario, per la compilazione della documentazione necessaria alla richiesta. Le famiglie potranno recarsi ai centri anche per avere un aiuto nella corretta gestione del bilancio familiare e nella regolare restituzione del prestito ricevuto. Ai Centri spetta una prima valutazione della situazione familiare e l´invio della pratica ad un comitato provinciale che completa la valutazione verificando la rispondenza della richiesta alle caratteristiche del sistema di microcredito regionale. Il protocollo prevede inoltre una cabina di regia regionale con il compito di coordinare l´intero sistema di microcredito. Informazioni più dettagliate L’elenco aggiornato dei Centri di Ascolto e quello delle banche che hanno aderito è consultabile all´indirizzo www.Regione.toscana.it/sociale/microcredito    
   
   
FAMIGLIA FVG: MODIFICHE AL REGOLAMENTO "BONUS BEBÈ"  
 
Trieste, 1 marzo 2010 - E´ stato approvato il 25 febbraio in via definitiva, su proposta dell´assessore regionale alla Famiglia, del Friuli Venezia Giulia, Roberto Molinaro, il nuovo testo del regolamento che disciplina la concessione degli assegni una tantum correlati alle nascite e alle adozioni di minori avvenute a partire dall´1 gennaio 2007 in attuazione alla legge regionale 11/2006. Le modifiche estendono la possibilità di accesso al bonus anche ai corregionali all´estero e ai loro discendenti che abbiano stabilito la residenza in regione, nonché a coloro che prestano servizio presso le Forze armate e le Forze di polizia e aumentano l´importo dell´assegno in quanto, nel caso di nascita o di adozione di gemelli, viene commisurato al numero di figli.