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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Febbraio 2014
Politica
MANCANO 100 GIORNI ALLE ELEZIONI EUROPEE: QUESTA VOLTA È DIVERSO  
 
 Strasburgo, 12 febbraio 2014 400 milioni di europei voteranno per eleggere un nuovo Parlamento e un nuovo esecutivo Ue. Il conto alla rovescia è iniziato: mancano 100 giorni all´apertura dei primi seggi in vista delle elezioni europee 2014. Si tratta del secondo più grande esercizio democratico al mondo in cui 400 milioni di persone possono esprimere il proprio voto per eleggere un nuovo Parlamento europeo. I 751 deputati che occuperanno i seggi nel mese di luglio saranno responsabili per le politiche europee per i prossimi cinque anni e dovranno eleggere anche il Presidente della Commissione europea, capo dell´esecutivo dell´Ue. Più di 50 milioni di italiani sono invitati a votare alle elezioni europee, probabilmente il 25 maggio, per eleggere i 73 rappresentanti al Parlamento europeo per il periodo 2014-201. Perché queste elezioni sono diverse? L´aumento dei poteri del Parlamento europeo è risultato evidente nel 2009, mentre l´Unione europea tentava di riprendersi dalla crisi economica e i deputati approvavano, inter alia, nuove regole su una disciplina di bilancio efficace, il salvataggio delle banche in crisi e un limite ai bonus dei banchieri. Le elezioni europee previste per il mese di maggio permetteranno quindi agli elettori di contribuire a rafforzare o cambiare la direzione che l´Europa prenderà nell´affrontare la crisi economica e per molte altre questioni che riguardano la vita quotidiana delle persone. Per la prima volta, il nuovo Parlamento europeo dovrà inoltre stabilire chi guiderà la prossima Commissione europea, l´organo esecutivo dell´Ue, che avvia la legislazione e ne supervisiona l´attuazione. In base alle nuove regole, i capi di governo europei, che proporranno un candidato per la carica da futuro Presidente della Commissione, dovranno attenersi ai risultati delle elezioni. Il Parlamento europeo eleggerà il nuovo Presidente della Commissione con la maggioranza dei membri che lo compongono, vale a dire almeno la metà più 1 dei 751 deputati da eleggere (376). I partiti politici europei dovranno quindi presentare i loro candidati per tale posizione di leadership in Europa prima delle elezioni europee, consentendo così ai cittadini di avere voce in capitolo sul prossimo Presidente della Commissione. La nuova maggioranza politica emersa dalle elezioni avrà il compito di rimodellare la legislazione europea nel corso dei prossimi cinque anni, in aree che spaziano dal mercato unico alle libertà civili. Il Parlamento - l´unica istituzione dell´Unione europea eletta direttamente dal popolo- è ormai il fulcro del sistema decisionale europeo e ha pari poteri legislativi con i governi nazionali su quasi tutte le leggi europee. Gli elettori saranno, di conseguenza, più influenti che mai. Contesto Gruppi politici Il Parlamento è attualmente composto da sette gruppi politici in rappresentanza di più di 160 partiti nazionali. In base alle norme del Parlamento, i membri di un gruppo devono condividere "un´appartenenza politica", che a sua volta deve includere almeno 25 membri provenienti da almeno un quarto degli Stati dell´Unione (attualmente, almeno sette). I membri che non vogliono o non possono essere assegnati a un gruppo sono denominati "non iscritti". Legge elettorale Esistono norme Ue comuni per le elezioni, organizzate in larga misura in base alle tradizioni e alle leggi nazionali. Ad esempio, spetta a ciascuno Stato membro decidere se utilizzare un sistema di liste aperto o chiuso o una soglia di sbarramento specifica, purché questa non sia superiore al 5%. Ci sono alcune incompatibilità comuni, ma ogni paese può, tuttavia, aggiungerne altre. L´età minima per votare è 18 anni in tutti i paesi tranne in Austria, dove è 16. L´età minima per i candidati alle elezioni varia da paese a paese, anche se nella maggior parte dei casi è comunque 18. Il voto è obbligatorio in Belgio, Cipro, Grecia e Lussemburgo. Lavori in corso al Parlamento Europeo Anche se l´attenzione è ora focalizzata sulle prossime elezioni, il lavoro attuale del Parlamento non è terminato e nei prossimi mesi saranno prese numerose decisioni politiche e legislative. I fascicoli legislativi presenti al momento nell´ordine del giorno del Parlamento riguardano il meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie, l´unione bancaria, la garanzia sui depositi dei privati, il pacchetto telecomunicazioni, le ispezioni sanitarie di alimenti e animali, i lavoratori distaccati, la protezione dei dati, la sicurezza dei prodotti, i servizi portuali, il pacchetto ferroviario e le regole sul cielo unico europeo. Il Parlamento deve ancora votare i testi definitivi sulle sanzioni penali per le manipolazioni dei mercati, sulle emissioni di Co2 per le auto, sulla direttiva sui mercati degli strumenti finanziari e sulla direttiva sul tabacco. I dibattiti sulla Commissione europea, la Banca centrale europea, la "Troika" e i programmi di sorveglianza della Nsa statunitense sono ancora all´ordine del giorno.  
   
   
LIBERA CIRCOLAZIONE: COMMISSIONE EUROPEA PUBBLICA LO STUDIO SULL´INTEGRAZIONE DEI CITTADINI DELL´UE IN SEI CITTÀ  
 
Bruxelles, 12 febbraio 2014 - Cittadini Ue vanno in altri paesi dell´Ue soprattutto per le opportunità di lavoro e sono in media più giovani e più probabilità di funzionare. Ciò è confermato da un nuovo studio indipendente sull´impatto del diritto di circolare liberamente all´interno dell´Ue che è stato pubblicato oggi. Lo studio si concentra su sei città europee, scelte per la composizione multinazionale della loro popolazione (cfr. Allegato 1-2): Barcellona, ​​Dublino, Amburgo, Lille, Praga e Torino . Essa mostra che per tutti i sei città l´afflusso di giovani, cittadini in età di lavoro dell´Ue ha avuto un impatto economico positivo. Ad esempio a Torino, una valutazione locale mostra che le entrate fiscali da stranieri nel complesso hanno portato un beneficio netto di 1,5 miliardi di € per le finanze pubbliche nazionali (cfr. Allegato 3). Lo studio mostra anche che i nuovi arrivati ​​hanno contribuito a colmare le lacune nei mercati del lavoro locali, ha contribuito alla crescita in nuovi settori e hanno contribuito a bilanciare l´invecchiamento della popolazione. Essa constata che i cittadini mobili sono spesso troppo qualificati per i lavori che occupano, possono essere pagati meno e allo stesso tempo non sempre beneficiano dello stesso accesso all´alloggio e all´istruzione. " La libera circolazione è un vantaggio per l´Europa, i suoi cittadini e le sue economie. Ci può essere effettivamente sfide in alcune città, che devono essere affrontate. Sarebbe, tuttavia, essere la risposta sbagliata alla domanda il diritto alla libera circolazione. Credo che abbiamo bisogno di lavorare insieme - a livello europeo, nazionale e locale -. Di trasformare le sfide in opportunità Questi esempi dalle città di Barcellona, ​​Dublino, Amburgo, Lille, Praga e Torino dimostrano che si può fare ", ha dichiarato la vicepresidente Viviane Reding, Il Commissario Ue per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza quando si parla ad una conferenza dei sindaci in materia di libera circolazione che si svolge oggi ( Ip/14/98 ). " Potete contare la Commissione a continuare ad assistere gli Stati membri nel fronteggiare tutte le sfide legate alla libera circolazione. L´incontro di oggi con i sindaci aiuterà gli enti locali di tutta Europa attingere i migliori esempi di politiche efficaci di integrazione dei cittadini dell´Ue in città, a beneficio di tutti . Non vedo l´ora di vedere tali buone pratiche in fase di roll-out in tutta Europa. " I principali risultati dello studio sono: Cittadini dell´Ue si muovono soprattutto a causa di opportunità di lavoro e sono, in media, più giovane ed economicamente più attiva rispetto alla popolazione locale nelle città esaminate (vedi allegato 4); L´afflusso di giovani, che lavorano cittadini dell´Unione europea di età nelle città sta aiutando ad affrontare le sfide demografiche della popolazione e una riduzione della forza lavoro; Sono anche aiutando a colmare le lacune nel mercato del lavoro , sia riprendendo i lavori prevalentemente poco qualificati (Torino e Amburgo), contribuendo alla crescita di nuovi settori (come le Tic a Dublino), o aiutare a creare nuove iniziative imprenditoriali (come a Torino e Amburgo). Lo studio delinea inoltre le seguenti sfide: Cittadini mobile sono più probabilità di essere troppo qualificata rispetto ai cittadini (occupare posti di lavoro sotto la loro qualificazione) che potrebbero implicare una spreco di competenze, mitigare i potenziali benefici della mobilità intra-Ue; Differenziali salariali emerse in alcuni casi tra i cittadini ei cittadini dell´Ue mobili (che spesso guadagnano meno), anche se la prova è abbastanza limitato; Cittadini mobile non sempre beneficiare delle stesse opportunità in termini di alloggi e inclusione dei bambini nelle scuole , anche se lavorano e pagano le tasse. Il successo dei programmi di integrazione in atto nelle sei città è testimoniata dal fatto che gli atteggiamenti nei confronti della mobilità stanno migliorando gradualmente (vedi allegato 5). Tutte le città esaminate sono la promozione di un ambiente inclusivo e di una cultura accogliente, attraverso politiche come le informazioni accessibili (one-stop servizi informativi negozio, per esempio), il supporto per l´apprendimento delle lingue e il dialogo interculturale e l´interazione tra i cittadini. Infine, lo studio individua una serie di best practices delle città esaminate (cfr. Allegato 6). Sfondo Lo studio è stato presentato in un incontro oggi con più di 100 sindaci e rappresentanti di enti locali di tutta Europa che si sono incontrati per discutere le sfide e le opportunità a che fare con la libera circolazione dei cittadini comunitari all´interno dell´Unione europea attuale. La Conferenza dei sindaci è stato progettato per aiutare le autorità locali condividere le migliori pratiche in applicazione delle norme sulla libera circolazione e affrontare le sfide di inclusione sociale. L´incontro è uno dei cinque azioni presentate dalla Commissione per rafforzare il diritto alla libera circolazione nell´Ue, aiutando gli Stati membri a raccogliere i frutti positivi che ne derivano ( Ip/13/1151 ). Lo studio analizza le politiche volte ad inclusione economica e sociale dei cittadini dell´Ue, e alla promozione di una cultura di benvenuto e un atteggiamento positivo nei confronti dei cittadini stranieri. Ha esaminato le politiche in materia di occupazione, l´imprenditorialità, l´alloggio, l´educazione, il dialogo interculturale, atteggiamenti verso la migrazione e la partecipazione alla vita della città. Per ulteriori informazioni Studio: Valutazione dell´impatto della libera circolazione dei cittadini dell´Ue a livello locale: http://ec.Europa.eu/justice/citizen/files/
dg_just_eva_free_mov_final_report_27.01.14.pdf
 
 
   
   
DICHIARAZIONE DELL´UNIONE EUROPEA SULL´ACCORDO RAGGIUNTO DAI GRECO-CIPRIOTI E TURCO CIPRIOTI SU UNA DICHIARAZIONE COMUNE E SULLA RIPRESA DEI NEGOZIATI  
 
Bruxelles, 12 febbraio 2014 - Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, hanno rilasciato ieri la seguente dichiarazione: L´unione europea accoglie con favore l´accordo annunciato oggi dai greco-ciprioti e turco-ciprioti leader in una dichiarazione congiunta, che prevede una solida base per la ripresa dei negoziati per una soluzione equa e praticabile globale della questione di Cipro di lunga data. Tale dichiarazione congiunta dovrebbe aiutarli ad affrontare rapidamente le questioni di merito e per ottenere risultati rapidi nei negoziati. Il presidente Barroso e il Presidente Van Rompuy si congratulano e salutano il coraggio i due leader hanno dimostrato nel concordare esso. Al momento dell´adesione di Cipro, l´Unione europea ha dichiarato la sua disponibilità ad accogliere i termini di una soluzione in linea con i principi sui quali si fonda l´Unione. Come precedentemente annunciato, la Commissione europea è pronta a fare la sua parte nel sostenere i negoziati, condotti sotto l´egida delle Nazioni Unite e di offrire tutto il supporto i partiti e le Nazioni Unite ritengono più utile. Come riprendere i negoziati, rappresentante personale del Presidente Barroso contribuirà attivamente alla ricerca di soluzioni costruttive, in conformità con l´acquis comunitario per superare i problemi in sospeso. In parallelo, la Commissione europea intende inoltre intensificare gli sforzi per aiutare a preparare la comunità turco-cipriota per l´applicazione dell´acquis. L´unione europea sostiene inoltre gli sforzi per raggiungere un accordo tra le due parti su un pacchetto di misure di fiducia che possono contribuire a creare slancio verso una soluzione a vantaggio di popolo cipriota. L´unione europea è pronta a guardare creativamente a come contribuire a questo obiettivo le prospettive di una soluzione definitiva.  
   
   
LA POLITICA DI CONCORRENZA POLITICA FISCALE DELL´UNIONE EUROPEA E - UN APPROCCIO COMPLEMENTARE ALLA TASSAZIONE EQUA  
 
 Bruxelles, 12 febbraio 2014 – Di seguito l’intervento di Algirdas Šemeta Commissario responsabile per la fiscalità e l´unione doganale, Statistica, audit e lotta antifrode al Concorso Forum: “ Signore e Signori, Sono lieto di dare il benvenuto a tutti voi al forum Concorso di quest´anno. Segretario Generale Gurria ha già descritto le tendenze macro-economiche e ha parlato a risultati significativi dell´Ocse a base di combattimenti erosione e spostamento di profitto. Vorrei offrire la prospettiva europea, delinea brevemente come funziona la Commissione a garantire che la concorrenza fiscale leale tra i nostri Stati membri. Perché abbiamo bisogno di una concorrenza fiscale leale Perché la concorrenza fiscale leale così importante? Per dirla semplicemente, il nostro modello sociale ed economico si basa su di esso. In primo luogo, la concorrenza fiscale leale è essenziale per preservare l´integrità del nostro mercato unico. E un ben funzionante mercato unico forte aiuterà a promuovere il ritorno dell´Europa alla crescita e alla prosperità. Le quattro libertà su cui si fonda il nostro mercato unico sono ferocemente protetti e promossi dalla Commissione. Tuttavia, questi non includono la "libertà di fare quello che ti piace, a spese del tuo prossimo". Un mercato unico efficace è quella che si basa sulla solidarietà, fiducia e rispetto reciproco. Pertanto, non possiamo accettare provvedimenti nazionali che incoraggiano lo shopping fiscale da parte dei cittadini e delle imprese, o che sono stati progettati esclusivamente per rubare la base imponibile dei vicini. In secondo luogo, la concorrenza fiscale leale è cruciale per la sostenibilità fiscale dei nostri Stati membri. Ogni Stato membro deve essere in grado di raccogliere i ricavi che è dovuto. In un mondo sempre più connesso con l´attività economica sempre più mobile e immateriale, ci deve essere un quadro che consente ai paesi di affrontare le conseguenze fiscali di attività transfrontaliera. Infine, la concorrenza fiscale leale è fondamentale per tutelare la concorrenza non falsata tra le imprese. Paesi non dovrebbero avere a compensare la pianificazione fiscale aggressiva di alcune società, aumentando l´onere per il resto della comunità imprenditoriale. Piccole imprese ", ben consigliato" locali e minori non dovrebbero essere in svantaggio, nel tentativo di tenere il passo con i loro concorrenti fiscale evitare. Nonostante tutte queste considerazioni, dobbiamo ancora affrontare molte sfide di una concorrenza fiscale leale oggi. Cooperazione globale tra i paesi nel loro approccio alla tassazione è limitata. Un design fiscale coordinato conduce alla involontaria doppia non imposizione, e scappatoie per i pianificatori fiscali abusive a sfruttare. Pertanto, la Commissione europea ritiene ardentemente che, per una concorrenza leale, abbiamo bisogno di una maggiore cooperazione fiscale tra gli Stati membri, e non solo. Permettetemi di essere chiaro, comunque. Io non sostengo una armonizzazione in-the-board dei sistemi fiscali ´degli Stati membri. La concorrenza fiscale può essere qualcosa di molto positivo, anche. Concorrenza fiscale sana e leale può contenere la tendenza di alcuni governi di usare gli aumenti delle tasse come la soluzione a tutti i loro problemi. Si può fare gli Stati membri competere sulla qualità dei loro sistemi fiscali, piuttosto che sui tassi di quantità. Sappiamo da molti studi che le aliquote fiscali non sono la prima - e non certo l´unico - fattore che le imprese prendono a bordo al momento di decidere dove investire. Ridurre la burocrazia, facilitando la conformità, garantendo la stabilità e rendendo le amministrazioni fiscali più spirito di servizio sono fondamentali per la creazione di un sistema fiscale attraente. In poche parole, la concorrenza fiscale può contribuire a semplici sistemi fiscali più trasparenti e orientate alla crescita. Ma tali impatti positivi possono concretizzarsi solo se la concorrenza è leale e si svolge all´interno di un quadro concordato e trasparente, con regole universalmente accettate. Come garantire una concorrenza fiscale leale Allora, cosa stiamo facendo a livello comunitario per garantire una concorrenza fiscale leale? Molto semplicemente, stiamo usando tutti gli strumenti a nostra disposizione: diritto tributario, diritto della concorrenza e anche strumenti non legislativi, che sono molto importanti e possono essere estremamente efficaci. In termini di legislazione fiscale dell´Ue, ci troviamo di fronte alla sfida che è necessaria l´unanimità per ogni decisione. Non nego che questo spesso limita il ritmo del progresso. Tuttavia, gli Stati membri non riconoscono che il diritto comunitario è necessaria per garantire una concorrenza fiscale leale in alcune zone, in particolare l´imposizione indiretta, quando godiamo la libera circolazione delle merci. Norme Ue per dell´Iva e delle accise sono armonizzati, per evitare gravi distorsioni nel nostro mercato unico. Un´importante iniziativa del mio mandato è stata la proposta di una Ccctb comune per le società base imponibile consolidata. Questo offre un doppio dividendo: semplificare la vita alle imprese con un codice unico fiscale e la rimozione di opportunità per lo spostamento di profitto. Come tale, è uno strumento importante per una concorrenza fiscale leale. Passando ora al nostro lavoro non legislativa, coordinamento fiscale è una delle priorità della politica fiscale dell´Ue per un certo numero di anni. Nel contesto della concorrenza fiscale, due strumenti in particolare devono essere evidenziate. In primo luogo, abbiamo un codice di condotta in materia di tassazione delle imprese, in base al quale gli Stati membri si sono impegnati ad eliminare eventuali regimi ritenuti dannosi dal punto di vista della concorrenza fiscale. Il tempo non mi permette di darvi un quadro completo della importanza del Codice di condotta per una concorrenza fiscale leale. Ma lasciate che vi dia una fotografia, con alcuni esempi di problemi che vengono attualmente trattati ai sensi del presente codice. Scatole brevetti sono attualmente all´esame. E come parte di questo lavoro, la questione di come interpretare i criteri sull´attività economica reale è stata sollevata. Questa discussione è estremamente importante, in quanto potrebbe portare a soluzioni per l´approccio più ampio alla destinazione dell´utile di esercizio. La trasparenza delle decisioni fiscali è un altro tema importante affrontato recentemente ai sensi del Codice. E come risultato, gli Stati membri hanno concordato una politica sullo scambio di informazioni spontaneo. E in terzo luogo, siamo in dialogo con la Svizzera, nel quadro del codice di condotta. L´obiettivo è quello di garantire un impegno svizzero per un calendario preciso per eliminare gradualmente certi regimi dannosi che non rispettano i nostri standard. Il secondo importante strumento di coordinamento voglio menzionare brevemente è il piano d´azione per combattere l´evasione e l´elusione, che ho presentato nel 2012 fiscale. Questa è la risposta dell´Ue alle sfide che vengono affrontati a livello globale attraverso il piano d´azione Beps che il signor Gurria ha già presentato a voi. Vorrei concludere con alcune parole su come la politica di concorrenza e in particolare il controllo degli aiuti di Stato può rafforzare notevolmente il nostro lavoro di politica fiscale. Attraverso la politica di concorrenza, le Commissioni ha a sua disposizione uno strumento molto efficace nella lotta contro regimi fiscali o pratiche che creano distorsioni tra imprese. A norma del trattato Ue, è il ruolo della Commissione per assicurarsi che le aziende non ricevono un indebito vantaggio fiscale che sarebbe falsare la concorrenza. Ogni aiuto di Stato selettivo che darebbe un trattamento fiscale preferenziale a società specifiche sarebbe in contrasto con il principio del mercato unico. Questo approccio di indagare fiscale da un angolo di aiuti di Stato non è nuova. Dopo il Commissario Monti ha lanciato il codice di condotta, nel 1997, la Commissione ha avviato nel 2001 una indagine sugli aiuti di Stato su larga scala in 15 regimi fiscali preferenziali per le multinazionali. La maggior parte delle indagini riguardava regimi fiscali dannosi ai sensi del Codice e sono stati infine vietato perché sono stati trovati di falsare la concorrenza nel mercato unico. Recentemente, come detto dal vicepresidente Almunia questa mattina, la Commissione sta raccogliendo nuovamente informazioni sulle strategie di pianificazione fiscale ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato. Stiamo cercando di vari strumenti che svolgono un ruolo nella pianificazione fiscale, come ad esempio decisioni fiscali. Anche se la Commissione non ha alcun problema con la pianificazione fiscale o decisioni fiscali in generale, potrebbe essere possibile che tali pratiche potrebbero essere considerate eccessivamente generoso e arbitrario. A volte, vi è una sovrapposizione su ciò che viene contemplato dagli strumenti fiscali dell´Ue e quelli di concorrenza dell´Ue. Ad esempio, alcune misure fiscali possano configurare aiuti di Stato e concorrenza fiscale dannosa. Tuttavia, perseguendo i casi in base alle regole di concorrenza può fare davvero la differenza in quanto possono essere applicati direttamente sulla base del trattato Ue e dovrebbero fornire risultati in un lasso di tempo preciso. Nel complesso, direi che la politica fiscale e di concorrenza dell´Ue davvero si completano a perseguire un obiettivo comune. Entrambi lavorano per garantire parità di condizioni per i paesi e per le imprese, e per eliminare le distorsioni nel nostro mercato unico. Conclusione Signore e Signori, Concorrenza fiscale dannosa può essere una seria minaccia, non solo per il funzionamento del mercato unico, ma anche per l´economia mondiale in generale. Accolgo con grande favore la decisione dei ministri delle finanze del G20 dello scorso anno per combattere l´erosione della base e Beps profitto spostamento. Il piano d´azione dell´Ocse, insieme a iniziative comunitarie, offrono tutti gli elementi necessari a garantire una concorrenza fiscale più equa in tutto il mondo. Questo è un obiettivo vale la pena lottare. Perché solo con i sistemi fiscali equi e competitivi potremo mantenere il nostro modello sociale europeo, garantire una concorrenza non falsata affari nel mercato unico, e fissare l´accettazione dei nostri cittadini per le nostre politiche più ampie.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO VOTA PIENA VELOCITÀ SULLA GIUSTIZIA PER LE INIZIATIVE DI CRESCITA  
 
Bruxelles, 12 febbraio 2014 - Ieri le commissioni del Parlamento europeo ha sostenuto tre principali iniziative della Commissione europea che renderanno la vita più facile e meno costoso per le imprese europee e cittadini. Affari legali commissione del Parlamento (Juri) e il suo mercato e tutela dei consumatori comitato interno (Imco) ha approvato le proposte della Commissione in materia di viaggi tutto, ( Ip/13/663 ), il sequestro conservativo su conti dell´Ordine europea ( Ip/11/923 ), e governa la giurisdizione del tribunale specializzato brevetto europeo ( Ip/13/750 ). " Questo è un buon giorno per i cittadini e un buon giorno per la crescita. Parlamento europeo vota oggi aprono la strada per rafforzare i diritti dei milioni di viaggiatori tutto compreso e rendendo il recupero dei crediti transfrontalieri più facile per i nostri milioni di piccole e medie imprese. Questa è giustizia la politica al servizio dei cittadini e della crescita ", ha dichiarato la vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia. " Sono grato al Parlamento europeo per abbattere tre chiari voti e un messaggio chiaro:. L´europa sta semplificando le procedure per le imprese e migliorare la protezione dei cittadini Continuerò a lavorare con il Parlamento europeo e dai ministri nazionali in seno al Consiglio per assicurarsi che tali proposte inserisci il libro di statuto dell´Unione rapidamente. " 1. Pacchetti di viaggio: migliorare i diritti dei consumatori per 120 milioni i turisti La commissione Imco del Parlamento europeo ha votato a dare il suo sostegno alla proposta della Commissione europea modernizzare le norme Ue in materia di pacchetti vacanze ( Ip/13/663 ). Vigenti norme Ue su vacanze viaggi risalgono al 1990. Secondo le nuove regole, la direttiva sui viaggi entra nell´era digitale e proteggere meglio i 120 milioni di consumatori che acquistano l´organizzazione di viaggi su misura, soprattutto online. La riforma rafforzerà la tutela dei consumatori, aumentando la trasparenza circa il tipo di prodotto di viaggio stanno comprando e rafforzando i propri diritti in caso qualcosa vada storto. Le imprese beneficeranno anche come la nuova direttiva rottami obblighi di informazione obsoleti, quali la necessità di ristampare brochure e farà in modo che i regimi di protezione fallimentare nazionale sono riconosciuti a livello transfrontaliero. Le principali modifiche sostenuti dalla commissione Imco sono: Gli Stati membri saranno in grado di rendere responsabili i rivenditori viaggio pacchetto se qualcosa va storto durante la vacanza pacchetto, oltre all´organizzatore del pacchetto. Gli organizzatori possono chiedere un aumento di prezzo solo se i costi aumentare di oltre il 3%, ed i viaggiatori avranno il diritto di recedere dal contratto o, dove possibile, dovrà essere offerta una vacanza alternativa, se l´aumento del prezzo supera l´8%. Anche oggi il Comitato Juri del Parlamento europeo ha adottato un parere generalmente backup proposta di viaggio della Commissione pacchetto. Prossimi passi: Un voto in prima lettura plenaria sulla proposta di direttiva è prevista per marzo 2014. Dopo di che, il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri dovrà approvare il testo finale nell´ambito della "procedura legislativa ordinaria" (codecisione). 2. Europea sequestro conservativo su conti d´ordine: aiutare le imprese a recuperare un extra di € 600.000.000 di crediti transfrontalieri Il Parlamento commissione Juri ha inoltre deliberato di dare il proprio sostegno al testo di compromesso concordato nel trilogo con la Commissione europea e il Consiglio dei ministri, su proposta di regolamento che istituisce un account europea di sequestro conservativo Order ( Ip/11/923 ). La proposta aiuterà le imprese a recuperare milioni di debiti transfrontalieri, consentendo ai creditori di preservare l´importo dovuto sul conto corrente del debitore. Mentre il mercato interno dell´Ue consente alle aziende di entrare in commercio transfrontaliero e crescere i loro guadagni, oggi circa 1 milione di piccole imprese devono affrontare problemi con i debiti transfrontalieri. Fino a 600 milioni di € all´anno in debito è inutilmente cancellato perché le imprese trovano troppo arduo perseguire costose, cause di confusione in paesi stranieri. Il sequestro conservativo su conti Ordine europeo può essere di cruciale importanza nell´ambito di un procedimento di recupero crediti, poiché impedirebbe debitori di spostare le loro attività in un altro paese, mentre le procedure per ottenere e far rispettare una sentenza sul merito sono in corso. Sarebbe quindi migliorare le prospettive di recupero con successo transfrontaliero dei crediti. Le principali modifiche introdotte dalla commissione Juri - e riflettendo l´accordo dei colloqui trilaterali - sono: L´obbligo per il richiedente di mettere la sicurezza quando si richiede un ordine di conservazione, in modo da evitare reclami ingiustificati (fatte salve alcune eccezioni); Una regola sulla responsabilità del creditore per il danno causato al debitore del conto europea di sequestro conservativo Ordine; Una limitazione della possibilità per i debitori per ottenere informazioni sui conti dei loro creditori; Prossimi passi: Il 30 maggio, la commissione giuridica del Parlamento europeo (Juri) già votato per sostenere la proposta (della Commissione Memo/13/481 ). I ministri hanno discusso la proposta in occasione della riunione del Consiglio Giustizia in data 6 giugno 2013 e ha raggiunto un orientamento generale su 6 Dicembre 2013 ( Speech/13/1029 ). Per diventare legge, la proposta della Commissione deve essere adottato congiuntamente dal Parlamento europeo e dagli Stati membri dell´Unione europea in seno al Consiglio (che vota a maggioranza qualificata). Si prevede che il Parlamento europeo voterà in Aula marzo in modo che la proposta sia adottata sotto presidenza greca dell´Unione europea. 3. Colmare le lacune legali per la tutela brevettuale unitaria La commissione giuridica (Juri) anche votato a favore del testo di compromesso concordato nel trilogo con la Commissione europea e il Consiglio dei ministri, su regole proposto di completare il quadro giuridico per la protezione a livello europeo dei brevetti, aggiorna le norme Ue vigenti sulla giurisdizione dei giudici e il riconoscimento delle sentenze ( Ip/13/750 ). Le modifiche prepareranno la strada per un tribunale specializzato di brevetto europeo - il Tribunale unificato dei brevetti - che entrerà in vigore una volta ratificato, rendendo più facile per le aziende e inventori di proteggere i loro brevetti. Il tribunale sarà competente specializzato in controversie sui brevetti, evitando molteplici casi di contenzioso in fino a 28 diversi tribunali nazionali. Questo ridurrà i costi e portare a decisioni rapide sulla validità o la violazione di brevetti, promuovere l´innovazione in Europa. Fa parte di un pacchetto di misure recentemente concordate al fine di garantire una tutela brevettuale unitaria nel mercato unico ( Ip/11/470 ). La commissione Juri appoggia la proposta della Commissione e dei suoi obiettivi, facendo solo alcune piccole modifiche, suggerendo: Chiarimenti che il regolamento Bruxelles I non influenza la ripartizione interna dei casi tra le divisioni del Tribunale unificato dei brevetti; Chiarimenti in quali casi il tribunale unificato dei brevetti sarà in grado di conoscere delle controversie in relazione ai convenuti di Stati terzi; Garantire la rapida entrata in vigore del regolamento. Prossimi passi: Dopo ministri hanno raggiunto un orientamento generale per la Giustizia Consiglio di dicembre ( Memo/13/1109 ), il Parlamento europeo deve ora votare la sua relazione in seduta plenaria, che si prevede al più tardi nel mese di aprile 2014. La Commissione sta inoltre incoraggiando gli Stati membri a ratificare l´accordo unitario Tribunale del brevetto il più rapidamente possibile, e per completare il lavoro di preparazione richiesto per la Corte di diventare operativo di conseguenza, in modo che i primi brevetti unitari possono essere concesse nel più breve tempo possibile.  
   
   
LA COMMISSIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO APPOGGIA LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE PER L´UFFICIO DI UNA PROCURA EUROPEA  
 
Bruxelles, 12 febbraio 2014 - La proposta della Commissione di istituire una Procura pubblica europea ( Ip/13/709 ), ha compiuto ulteriori progressi ieri come commissione giuridica del Parlamento europeo (Juri) ha adottato il suo parere sulla proposta (19 voti favorevoli, 4 contrari e 0 astenuti) . Si appoggia pienamente l´obiettivo della Commissione di migliorare a livello di Unione perseguimento dei criminali che frodare il denaro dei contribuenti europei. Il compito esclusivo dell´Ufficio del Procuratore europeo sarà quello di indagare e perseguire e, se del caso, a giudizio - nei tribunali ´degli Stati Uniti - i reati che ledono il bilancio dell´Ue. " Un bilancio dell´Unione merita tutta l´Unione protezione. Non possiamo rimanere inattivo quando i criminali cercano di frodare il denaro dei contribuenti ", ha dichiarato la vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia. " Un ufficio vero Procura europea può aiutarci efficacemente reprimere truffatori ovunque nell´Ue. Trovo incoraggiante vedere che il Parlamento europeo è d´accordo. Essa continuerà a lavorare a stretto contatto con il Parlamento europeo e con i ministri nazionali rende sicuro che questo importante progetto raccoglie ulteriore passo nei prossimi mesi. Dobbiamo mantenere lo slancio in modo che l´ufficio della procura europea possa assumere le sue funzioni nel 2015 . " Algirdas Semeta, commissario per la lotta antifrode, ha dichiarato: "Il voto di oggi è un´ulteriore garanzia del nostro lavoro per proteggere meglio i contribuenti sistemi penali, le cui competenze arrestarsi nazionale ´denaro in tutta l´Ue L´ufficio del procuratore europeo colmare il divario tra gli Stati membri.´ confini, e gli organismi dell´Unione che non può condurre indagini penali. Come tale, il nostro successo nel combattere e prevenire le frodi dell´Ue aumenteranno notevolmente. " E ´il voto di oggi, la commissione giuridica ha confermato i capisaldi della proposta della Commissione: L´ufficio del procuratore europeo dovrebbe avere una struttura decentralizzata, integrata nei sistemi giudiziari nazionali. Procuratori europei delegati si svolgono le indagini e le azioni penali nel rispettivo Stato membro, avvalendosi di personale nazionale e applicare il diritto nazionale. Le loro azioni saranno coordinate dalla procura europea al fine di garantire un approccio uniforme in tutta l´Ue, che è vitale in particolare nei casi transfrontalieri. I giudici nazionali saranno affidate al controllo giurisdizionale, significa domande sugli atti dei pubblici ministeri europei potrebbe essere impugnato davanti a loro. Allo stesso tempo, la proposta garantisce a livello dell´Unione robusta e sana diritti processuali degli indagati che saranno affrontati con indagini da parte dell´ufficio del procuratore europeo. La proposta garantisce maggiore tutela dei diritti procedurali per le persone coinvolte nelle indagini dell´Ufficio della procura europea che esiste attualmente in sistemi nazionali. Questo include ad esempio il diritto all´interpretazione e alla traduzione, il diritto all´informazione e all´accesso a caso i materiali o il diritto di accesso ad un avvocato in caso di detenzione. Prossimi passi : Per diventare legge, la proposta della Commissione deve essere adottata all´unanimità dagli Stati membri in seno al Consiglio, previa approvazione del Parlamento europeo. La commissione Libe del Parlamento europeo voterà una relazione intermedia sulla creazione di una Procura pubblico europeo nel marzo 2014. Se l´unanimità non può essere raggiunto in seno al Consiglio, i trattati prevedono che un gruppo di almeno nove Stati membri può entrare in una cooperazione rafforzata (articolo 86 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea [Tfue]).  
   
   
COMBATTERE PER IL MERCATO UNICO  
 
 Bruxelles, 12 febbraio 2014 – Di seguito l’intervento di Joaquín Almunia Vice Presidente della Commissione europea responsabile della politica della concorrenza al Forum europeo della concorrenza: “ Signore e Signori: Benvenuti al terzo Forum europeo della concorrenza. Prima di tutto, vorrei estendere il mio più caloroso benvenuto ai moderatori e relatori di questo incontro. Ringrazio tutti voi per essere qui oggi. Voglio anche dare un ringraziamento speciale ad Alessandro Italianer e la Dg Concorrenza per il loro lavoro per preparare il Forum, e in particolare a coloro che sono stati direttamente coinvolti nella sua organizzazione. Giunto alla sua terza edizione, il nostro raduno annuale sta diventando un evento di riferimento per la comunità di concorrenza politica. Fin dall´inizio, abbiamo voluto aprire uno spazio di dibattito sulla politica di modi concorrenza può aiutare l´Europa a superare la crisi e sostenere la crescita economica. Vogliamo capire meglio i collegamenti e sovrapposizioni tra la politica di concorrenza e le altre politiche pubbliche per la crescita, compresa la politica industriale, l´agenda digitale, e il miglioramento del contesto imprenditoriale per le imprese europee. Per eseguire queste attività, sapevamo di estendere la chiamata a una comunità più ampia di competenze e di raggiungere un pubblico più ampio rispetto ai nostri soliti interlocutori nelle conferenze antitrust e dibattiti. Affrontando un vasto pubblico che siamo in grado di dimostrare ai cittadini come la concorrenza può fare la differenza nella loro vita, mantenendo il mercato unico aperto e trasformarlo in un driver di innovazione e crescita in Europa. La politica della concorrenza è stato un elemento fondamentale dell´Ue dalla sua fondazione, la concorrenza è fondamentale per costruire un mercato integrato e per farlo funzionare correttamente. E ´importante tenere a mente in ogni momento, ma ancora di più quest´anno, quando i cittadini europei sono chiamati a votare per le elezioni più decisive della nostra storia. Abbiamo scelto tre temi importanti per le nostre discussioni di oggi per perseguire questi obiettivi. La sessione che segue il discorso da Uk Segretario Vince Cable - che ringrazio di cuore per aver accettato il nostro invito - sarà di circa tassazione. Non vedo l´ora di una discussione che esplorerà come la Commissione europea - l´utilizzo di strumenti di controllo degli aiuti di Stato - può favorire una migliore allocazione delle risorse per rendere i sistemi fiscali meno selettivo. Successivamente, parleremo settore delle telecomunicazioni. Cruciale come è nell´economia di oggi, questo è anche uno dei settori - insieme con l´energia e la finanza - in cui è più necessario un vero mercato unico. Finalmente, dopo dieci anni di applicazione del regolamento 1/2003, passeremo in rassegna gli sviluppi della politica di concorrenza dopo la riforma delle norme antitrust e la costituzione della Ecn. Questo sguardo al passato è in realtà inteso come un primo passo necessario per pianificare il futuro. In queste osservazioni di apertura vorrei concentrarsi sui settori in cui la politica di concorrenza può contribuire a realizzare il potenziale del mercato unico per la competitività dell´Europa. Un autentico mercato unico, sostenuta da una forte applicazione del diritto comunitario della concorrenza, è la leva principale l´Unione deve sostenere la crescita e il costante miglioramento degli standard di vita. L´interazione tra norme antitrust più profondo e più ampio mercato unico e forte è al centro di una maggiore produttività e di crescita in tutta Europa. Un alto grado di concorrenza crea incentivi per le imprese esistenti a diventare più efficienti, in modo che possano stare al passo dei rivali. In parallelo, la concorrenza permette inoltre alle aziende ad alta produttività per sostituire gli operatori meno efficienti. Solo promuovendo in modo permanente questa ricerca di produttività, politiche pubbliche per promuovere la crescita in tutta l´Unione, che spinge le imprese a innovare e investire. Crescita sostenuta nel lungo periodo comporta un processo in cui alcune aziende escono i mercati e altri - più efficienti, innovative e produttive - entrare, espandere la creazione di nuove attività, e aprire nuovi mercati. In aggiunta a ciò, e per accompagnare questo processo, del mercato del lavoro e politiche sociali - insieme con i migliori sistemi educativi - deve agevolare la circolazione dei lavoratori all´interno e tra i settori e le attività, fornendo loro un´adeguata protezione quando disoccupati e con gli strumenti giusti per acquisire le competenze necessarie e la ricerca di posti di lavoro. Questo costante rinnovamento richiede anche ben funzionanti mercati finanziari e un ambiente fortemente favorevole all´innovazione. Abbiamo anche bisogno di fornire il sostegno pubblico necessario per le carenze del mercato corretti che impediscono l´accumulazione di capitale umano e della conoscenza. Una strategia di crescita, tra cui una moderna politica industriale, deve essere basata su questi principi. Nel 21 ° secolo, la politica industriale e l´applicazione della concorrenza sono le due facce della stessa medaglia. E, ultimo ma non meno importante, una vigilanza rafforzata, la ristrutturazione e la risoluzione delle nostre banche devono sostenere questo orientamento pro-attivo delle nostre politiche pubbliche. In questo quadro, la politica della concorrenza crea le condizioni per mercati ben funzionanti combattendo contro gli accordi anticoncorrenziali e cartelli; divieto di comportamenti abusivi in ​​modo che i nuovi entranti possono sfidare incumbent dominanti; promuovere le fusioni che portano le aziende a più competitive, evitando quelle che possono portare a posizioni dominanti anticoncorrenziali e controllo degli aiuti di Stato per evitare misure che falsano la concorrenza e mantenere le imprese inefficienti sul mercato, consentendo misure di sostegno che in realtà promuovono gli obiettivi politici di interesse comune. Per illustrare come questi strumenti contribuiscono a realizzare un mercato a pieno titolo unico europeo, mi guarderò allo stato della concorrenza e di integrazione nel settore delle telecomunicazioni e dei mercati dell´energia e alla nostra azione contro le misure fiscali selettive. Le prospettive di crescita nei settori delle telecomunicazioni e digitali sono molto alti e la competitività dell´Europa sarebbe di grande beneficio se i giocatori dinamici e innovativi potrebbero operare in un vero e proprio livello di Unione europea mercato. Oggi, non esiste una cosa come un mercato integrato delle telecomunicazioni in Europa in cui gli operatori potrebbero offrire servizi paneuropei. Invece, i mercati europei delle telecomunicazioni sono tuttora frammentati. Allocazioni di spettro, regolamenti e procedimenti sono ancora molto affari nazionali. Dal punto di vista dell´utente, i nostri dispositivi passare ad una nuova società ogni volta che attraversiamo un confine e abbiamo bisogno di un nuovo contratto quando prendiamo la residenza in un altro Stato membro di evitare i costi di roaming. Questa è l´analisi di mercato, dobbiamo prendere in considerazione quando valutiamo una fusione nel settore, anche se le società partecipanti alla fusione possono essere in ultima analisi, di cui i grandi giocatori con operazioni globali. In questi giorni stiamo osservando una ondata di consolidamento nel settore. Ma vorrei dire che queste offerte tendono a colpire principalmente i mercati nazionali, quelli transfrontalieri non tanto. Mentre abbiamo spesso sentiamo che dobbiamo giocatori più grandi l´Europa sia in grado di finanziamento degli investimenti necessari per distribuire le reti di nuova generazione, creating giocatori più grandi all´interno dei mercati national rafforza solo potere di mercato a questo livello. Ad esempio, al momento stiamo rivedendo i progetti di acquisizione di O2 Irlanda da Hutchison e di business E-plus di Kpn in Germania da Telefónica. Entrambe le operazioni comporterebbero la combinazione di operatori di rete mobile attivi nel medesimo Stato membro. Non posso anticipare oggi i risultati della nostra recensione di questi casi, ma le nostre analisi sono in corso all´interno di una definizione di mercato coerente con gli ostacoli transfrontalieri che in realtà esistono in tutta l´Ue. La Commissione sta spingendo per la creazione del mercato unico delle telecomunicazioni per un lungo periodo di tempo, più di recente con il pacchetto legislativo proposto nel settembre dello scorso anno. Infatti, la frammentazione del mercato europeo delle telecomunicazioni non è solo di competenza delle imprese. Barriere transfrontaliere in questo mercato sono di natura regolamentare. E ´soprattutto compito dei governi nazionali, il Consiglio e il Parlamento europeo per eliminare una volta per tutte. Nel frattempo, tali barriere non devono essere un alibi per gli operatori a cercare rendite monopolistiche e ostacolano l´innovazione. Alcuni di loro sono i guardiani del mondo digitale, perché controllano i fili, fibre e onde radio che portano i contenuti alle nostre case e ai dispositivi mobili. Qui, il compito di garanti della concorrenza è quello di assicurarsi che i mercati rimangano aperti e che nulla ostacola le nuove tecnologie e modelli di business. Allo stesso tempo, abbiamo bisogno di essere attivo con il cosiddetto "sopra i migliori giocatori", estremamente potente in questi giorni. Ogni volta che cercano di abusare del loro potere di mercato creando gravi squilibri a scapito di coloro che hanno investito nella rete, ci si innescherà nostri strumenti antitrust. Un altro settore in cui la vivace concorrenza darebbe un forte impulso alla competitività dell´economia europea è quello dell´energia. Ovunque, la politica energetica deve affrontare scelte difficili per raggiungere diversi obiettivi - tra cui la lotta contro il cambiamento climatico. Nell´ue, povero di risorse energetiche e non pienamente interconnesso, i compromessi sono più acute. Per esempio, siamo d´accordo sulla necessità di un sostegno pubblico alle fonti rinnovabili di energia quando sono in uno stato infantile per essere competitivi. Ma questo sostegno, se mal progettato, può portare a sussidi ingiustificati a tecnologie mature, aumentando le bollette elettriche già gravate da una miriade di tasse e balzelli. Inutile dire che, dal momento che le misure di sostegno sono istituiti dai governi nazionali, i prezzi dell´energia variano ampiamente in tutta l´Ue e hanno una influenza, non sempre ottimale, sulle decisioni di allocazione di investimento. I prezzi elevati dell´energia creare incentivi per migliorare l´efficienza energetica, che riduce la nostra dipendenza energetica. Ma allo stesso tempo, aumentano i costi degli input energetici, in particolare per le industrie ad alta intensità energetica, che devono essere compensati e esenti da alcune imposte e tasse. Questo, a sua volta, crea distorsioni nel mercato interno. Un vero e proprio mercato unico per l´energia sarebbe in gran parte risolvere problemi di questo tipo in modo strutturale. Sarebbe abbattere i costi di tutta Europa; ridurre le nostre preoccupazioni attuali circa l´intermittenza e la sicurezza degli approvvigionamenti, e incoraggiare gli investimenti tanto necessari in infrastrutture. In una parola, vera integrazione renderebbe mercati energetici europei più sicuri, più stabili e più efficienti. Cosa può fare la politica della concorrenza? Dal momento che l´indagine di settore ha chiuso dalla Dg Concorrenza nel 2007, sono state prese una dozzina di decisioni antitrust che coinvolge vecchi incumbent nei diversi paesi, tra cui Italia, Belgio, Francia e Germania. In questi casi, chiedere impegni che l´apertura dei mercati è stata la nostra politica preferita. Negli ultimi anni abbiamo visto più casi provenienti dall´Europa centrale e orientale, come ad esempio con l´operatore storico dell´energia elettrica ceca e l´incumbent Beh bulgaro. Abbiamo anche guardare fuori per le imprese il cui comportamento rischia di frammentare il mercato interno, e questo è uno dei problemi che stiamo indagando nel caso Gazprom. Abbiamo anche casi in corso in materia di scambi di energia: uno comporta la borsa elettrica rumena Opcom, l´altro caso è di circa due principali borse elettriche europee sospettati di aver colluso per condividere mercati geografici. Inoltre - e fondamentale - dobbiamo usare la politica degli aiuti di Stato per aiutare i paesi dell´Ue si incontrano nel loro modo di sostenere le energie rinnovabili, finanziare le infrastrutture e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Allo stato attuale, come parte degli aiuti strategia di modernizzazione di Stato, stiamo lavorando a nuovi orientamenti in materia di energia e ambiente, che saranno adottati in pochi mesi. Gli orientamenti saranno incoraggiare il sostegno pubblico alle politiche di efficienza energetica. Essi sono inoltre progettati per rafforzare il finanziamento delle infrastrutture. Questo significa stabilire le condizioni a livello Ue i governi possono utilizzare per migliorare i collegamenti tra le reti e costruire reti transfrontaliere. Infine, introdurrà norme per il sostegno delle fonti rinnovabili di energia in un modo che riflette meglio la realtà economica attuale in questi mercati. Il design di molti regimi di sostegno esistenti per le energie rinnovabili in tutta Europa - in particolare alcuni schemi di feed-in tariff - avere l´effetto di distorcere il mercato, aumentare i costi, e al riparo da fonti rinnovabili segnali di prezzo, producendo conseguenze negative non intenzionali. Per affrontare questi problemi, le nuove linee guida propongono che i regimi di sostegno per le fonti rinnovabili dovrebbero essere flessibili e rispondere meglio al calo dei costi di produzione. In particolare, le tecnologie mature devono essere gradualmente esposti a prezzi di mercato, mentre il sostegno del governo dovrebbe concentrarsi sulle tecnologie meno schierati. Prima di concludere, vorrei dire qualche parola in materia di fiscalità, dal punto di vista del controllo degli aiuti di Stato. I governi e gli organismi internazionali in tutto il mondo stanno mostrando un rinnovato interesse nei regimi aziendale fiscali, in particolare il G20 e l´Ocse - rappresentata qui dai Angel Gurria. A causa delle lacune nelle leggi fiscali nazionali, molte delle più grandi multinazionali pagano le tasse molto basse, ed essi non hanno bisogno di infrangere la legge per farlo. L´attuale situazione mina la correttezza e l´integrità dei sistemi fiscali e - nel contesto europeo - ha diverse implicazioni indesiderabili. Tra le altre cose, è socialmente insostenibile. Come possono i governi chiedere i normali cittadini ad accettare adeguamenti e pagare la loro giusta quota di tasse se le grandi aziende non lo fanno? Ma qui sto parlando dal punto di vista della politica di concorrenza. Il motivo di affrontare la tassazione dal punto di vista degli aiuti di Stato è semplice. Fiscalità selettiva è economicamente inefficiente, perché distorce la parità di condizioni per l´allocazione dei capitali nel mercato interno. Ciò è particolarmente vero per le digitali, creativi, e altre industrie basate sulla proprietà intellettuale. In questi settori, è più facile per le aziende per spingere le attività da un paese all´altro e sfruttare le lacune esistenti all´interno dell´Ue. Ed è qui che la politica di concorrenza ottiene nella foto. Poiché pianificazione fiscale aggressiva è contrario ai principi del mercato unico, anche sotto l´attuale ripartizione delle competenze tra l´Unione europea ei suoi Stati membri. Un numero limitato di società effettivamente riescono a evitare di pagare la loro quota adeguata delle imposte da raggiungere ad alcuni paesi e spostando i loro profitti lì. Nei casi in cui le leggi nazionali o di decisioni fiscali amministrazione permettono o incoraggiano queste pratiche, ci potrebbe essere un elemento di aiuto di Stato e ho intenzione di andare a fondo di esso. Questo è il motivo per cui negli ultimi mesi abbiamo inviando richieste di informazioni da alcuni Stati membri in cui abbiamo dubbi sulla coerenza di alcuni aspetti del loro quadro giuridico o delle loro pratiche amministrative. Signore e Signori: Vorrei concludere con una considerazione politica. In poco più di tre mesi, i cittadini europei voteranno per eleggere il nuovo Parlamento europeo e una nuova Commissione sarà in vigore prima della fine dell´anno. Sappiamo che una parte crescente di elettori in tutta l´Ue sono insoddisfatti dopo questa lunga crisi e alcuni di loro potrebbe essere tentato da messaggi anti-europee. Si tratta di una vera e propria sfida per coloro che credono nel progetto europeo, e quello che dobbiamo affrontare con grande determinazione. La via da seguire è quello di mostrare come intendiamo mettere in pratica i nostri valori democratici e di garantire il futuro del nostro modello sociale attraverso politiche pro-attive, non quelli difensivi, sia a livello nazionale e sulla scena globale. Questo è il momento di spiegare alla gente gli argomenti che stanno dietro la nostra ferma convinzione che la strada da seguire è una maggiore integrazione, non un atteggiamento di beggar-thy-neighbor. Una maggiore integrazione dei mercati e controllo robusto concorso fa parte di questo approccio pro-attivo per affrontare le sfide del nostro tempo. Perché l´esperienza dimostra che la concorrenza migliora la competitività e l´innovazione, crea posti di lavoro e le unità di espansione economica. Fiera e vivace concorrenza in un mercato interno aperto è un elemento fondamentale del mix di politiche in grado di stimolare la crescita in Europa e portarlo a regime con il resto del mondo. Se l´Europa vuole cambiare marcia, deve riconquistare la fiducia in un mercato unico ben regolato e ben funzionante e nel suo potere di generare crescita e occupazione e di offrire il nostro popolo prospettive per il futuro. Grazie.  
   
   
DICHIARAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, BCE E FMI SULLA MISSIONE DI TERZO ESAME A CIPRO  
 
Bruxelles, 12 febbraio 2014 - Le squadre del personale della Commissione europea (Ce), la Banca centrale europea (Bce) e il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) hanno visitato Nicosia durante 29 Gennaio-11 Febbraio, 2014 per la terza revisione del programma economico di Cipro, che è supportato da assistenza finanziaria dal Meccanismo europeo di stabilità (Esm) e il Fmi. Gli obiettivi del programma di Cipro sono per ripristinare la stabilità del settore finanziario, rafforzare la sostenibilità delle finanze pubbliche, e adottare riforme strutturali al fine di sostenere la crescita di lungo periodo, proteggendo il benessere della popolazione. Le discussioni con le autorità durante questa visita concentrati su politiche volte a ripristinare la fiducia nel sistema finanziario e l´attuazione dell´agenda di riforme strutturali. Il programma di Cipro resta in pista, con il risultato macrofinanziaria meglio del previsto. Obiettivi di bilancio per il 2013 sono stati raggiunti con ampio margine, sia per continuare l´esecuzione del bilancio prudente e una recessione meno grave del previsto. Uscita nel 2013 è stimato per il contratto di circa il 6 per cento in termini reali, che, pur significativa, è di quasi due punti percentuali in più del previsto al momento dell´ultima revisione. I consumi privati ​​contrazione, anche se meno del previsto, mentre il turismo ed i servizi professionali sono dimostrati resistenti. Il settore finanziario sta mostrando segni di stabilizzazione. L´economia si sta adeguando flessibilmente i prezzi ei salari sono in calo, contribuendo ad attutire l´impatto della recessione sui posti di lavoro. Eppure, la disoccupazione resta molto alta. L´outlook rimane difficile. L´uscita è proiettata una contrazione del 4,8 per cento nel 2014, con la domanda interna appesantita dalla necessità di un adeguamento del debito del settore pubblico e privato dagli attuali livelli elevati. Un ritorno ad una crescita positiva ma modesta di circa l´1 per cento è previsto nel 2015, guidata da servizi non finanziari. Tuttavia, i rischi per le prospettive sono notevoli. Nel settore finanziario, la prima sfida che fare con l´alto livello di crediti non performing. Con le due più grandi banche ora ricapitalizzato e il settore del credito cooperativo dovrebbe essere ricapitalizzate a breve, le autorità devono assicurare che le banche e le cooperative efficacemente attuare i loro piani di ristrutturazione. Ciò richiede la messa in atto arretrati adeguati quadri di gestione e cura il monitoraggio dei progressi verso la riduzione prestiti in arretrato. Per le cooperative, è anche importante per completare le fusioni previste e rafforzare la governance. Per facilitare la pulizia dei bilanci delle banche e la riduzione del settore privato indebitamento, entrambi i quali sono necessari per ripristinare il credito e sostenibile è necessaria una crescita-un quadro di ristrutturazione del debito del caso. A tale riguardo, le autorità devono riformare la legislazione fallimentare di offrire incentivi equilibrati che possono impedire di default strategici, fornendo soluzioni per la ristrutturazione del debito volontario per i mutuatari vitali. Una seconda sfida è la necessità di normalizzare i flussi di pagamento per l´economia, salvaguardando la stabilità finanziaria. Con pietre miliari nella roadmap delle autorità ormai completato, la seconda fase del attenuazioni graduali restrizioni dovrebbe iniziare a breve. Infine, gli sforzi devono anche continuare a rafforzare l´attuazione della regolamentazione del settore bancario e la vigilanza, nonché del quadro antiriciclaggio. Costruire sulla forte performance fiscale ad oggi, le autorità dovranno continuare ad attuare il loro bilancio con prudenza. Come concordato al momento della comparsa del programma, un ulteriore adeguamento sarà necessaria per gli anni per raggiungere l´obiettivo di lungo periodo di una sostenuta quattro per cento di avanzo primario Pil, che è necessario per mettere il debito pubblico su un percorso discendente sostenibile. L´attuazione di riforme strutturali deve essere accelerato. Una priorità chiave è la riforma del sistema di assistenza sociale. Ciò rafforzerà prestazioni sociali esistenti e introdurre un sistema di reddito minimo garantito, in modo da fornire un´adeguata protezione sociale delle famiglie vulnerabili durante la crisi attuale. Per migliorare l´efficienza dell´amministrazione entrate autorità devono prendere misure per far progredire la fusione delle due principali agenzie di riscossione delle imposte. Inoltre, gli sforzi devono essere intensificati per proteggere le collezioni entrate nel breve termine, anche mediante la lotta all´evasione fiscale. Gestione delle finanze pubbliche dovrebbe essere rafforzato attraverso l´adozione senza indugio e attuare la responsabilità fiscale e il diritto sistemi di bilancio. Infine, la privatizzazione delle imprese statali è essenziale per aumentare l´efficienza economica, attrarre investimenti, e come mezzo per ridurre il debito pubblico. A questo proposito, l´adozione della legge quadro per la privatizzazione è un passo fondamentale per rilanciare il processo. Mentre il programma rimane in pista, Cipro deve ancora affrontare rischi significativi. L´attuazione delle politiche piena e tempestiva Continua rimane essenziale per il successo del programma. Conclusione di questa recensione è soggetto al processo di approvazione sia della Ue e il Fmi e dovrebbe essere considerato da l´Eurogruppo, il Consiglio di Amministrazione Esm, e il comitato esecutivo del Fmi entro l´inizio di aprile. La sua approvazione spianerebbe la strada per l´erogazione di € 150 milioni dalla Esm, e circa € 86.000.000 dal Fmi.  
   
   
IL SINDACO DI MILANO PISAPIA INCONTRA L’AMBASCIATORE DEL REGNO UNITO CHRISTOPHER PRENTICE  
 
Milano, 12 febbraio 2014 – Il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha ricevuto ieri a Palazzo Marino l’Ambasciatore del Regno Unito in Italia Christopher Prenticeaccompagnato dal Console Generale a Milano Vic Annels. Riaffermati i tradizionali rapporti di amicizia e collaborazione, nel corso del cordiale incontro sono stati affrontati i temi legati all’organizzazione del Semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea, di cui Milano ospiterà numerosi vertici ed eventi. Particolare attenzione è stata riservata inoltre allo sviluppo della collaborazione tra Milano e Londra in vista di Expo 2015, cui il Regno Unito ha di recente dato la propria adesione. Un evento globale che interesserà tutta la città e che permetterà di creare nuovi legami non solo tra imprese grandi e piccole, ma anche tra università e centri di ricerca sui temi dell’Esposizione Universale e in particolare sulle politiche alimentari delle città in vista di uno sviluppo più sostenibile.  
   
   
IN PIEMONTE SI TORNA A VOTARE PER LA REGIONE IL CONSIGLIO DI STATO RESPINGE IL RICORSO DI COTA  
 
Torino, 12 febbraio 2014 - A deciderlo è stato il Consiglio di Stato respingendo il ricorso d’appello, a seguito di questa decisione il Piemonte torna alle urne in anticipo. I giudici, hanno deciso nel merito della vicenda, confermando le motivazioni dei colleghi del tribunale amministrativo torinese, pertanto Cota non è più governatore del Piemonte.  
   
   
MARONI: PRESTO INCONTRERÒ IL GOVERNATORE TICINESE  
 
Milano, 12 febbraio 2014 - "L´esito del referendum di domenica in Svizzera non è stato un voto ´anti-lombardo´, con il Cantone Ticino abbiamo ottimi rapporti. A breve andrò a incontrare il presidente del Consiglio di Stato Paolo Beltraminelli, per rafforzare ulteriormente la nostra collaborazione". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, parlando a margine della ´Mobility conference´ in corso a Milano. Governo Ci Coinvolga Su Ristorni - Il presidente ha ribadito l´esigenza che il Governo nazionale "coinvolga la Regione nella discussione dell´accordo italo-svizzero sui ristorni". Una richiesta che ribadirà ieri, durante l´inaugurazione dell´Unicredit tower, al premier Enrico Letta. Referendum Scossa A Europa - Sempre sulla consultazione popolare elvetica Maroni ha sostenuto che dalla Svizzera "è arrivata una scossa all´Europa per discutere. È sbagliato criminalizzarne il risultato". "E´ il popolo che ha deciso - ha aggiunto - e, se qualcuno non è d´accordo, si deve rassegnare, la sovranità appartiene al popolo non alla Merkel o a Bruxelles". Maroni ha quindi invitato "a discutere senza tabù nella libera circolazione, nei trattati internazionali e anche dell´euro".  
   
   
ZONA FRANCA, MARONI: LETTA NON MI HA DETTO DI NO  
 
 Milano, 12 febbraio 2014 - "Ho parlato con Enrico Letta e gli ho chiesto se è d´accordo all´introduzione, in un disegno legge, attualmente in Commissione Attività Produttive al Senato, della cosiddetta ´zona ad economia speciale´, ovvero della ´zona franca´, anche per la Lombardia e mi ha risposto che non è contrario. Ora bisogna vedere, ma questo via libera in termini di principio è importante, perché significa che il Governo è consapevole della questione e ha condiviso la mia visione della soluzione possibile e quindi del coinvolgimento della Regione Lombardia, il che è molto positivo". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, conversando con i giornalisti al termine dell´inaugurazione del complesso delle Unicredit Towers a Milano, evento a cui ha partecipato anche il presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta.  
   
   
REGIONE UMBRIA "PACCHETTO" RIFORME: PER MARINI: "RISPETTATI IMPEGNI ASSUNTI PER LEGISLATURA". PER PAPARELLI "PROVVEDIMENTI OFFRONO PIÙ EFFICIENZA E RISPARMI"  
 
Perugia, 12 febbraio 2014 - "Questo ´pacchetto´ di riforme porta a conclusione gli impegni che ci eravamo assunti con il programma di legislatura di una profonda riforma e riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale, operando, inoltre, una anticipazione anche di quelle riforme che scaturiranno dalla legislazione nazionale, con particolare riferimento al nuovo ruolo delle Province". E´ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini che, assieme all´assessore regionale Fabio Paparelli, ha illustrato ieri a Perugia, alla stampa regionale, i contenuti di una serie di provvedimenti per la riforma e accorpamento di tutte le società che operano nel settore dell´informatica e della formazione, la riorganizzazione delle funzioni delle province, il completamento della riforma che ha soppresso le comunità montane e un atto adottato dalla Giunta regionale e trasmesso al Consiglio regionale, per la indizione di un referendum consultivo per la fusione di cinque piccoli comuni dell´Alto Orvietano. "Il nostro obiettivo principale - ha affermato la presidente - è quello di rendere sempre più efficiente ed efficace l´azione amministrativa regionale, snellendo l´apparato burocratico, semplificando le procedure, e riducendo soprattutto i costi di funzionamento della pubblica amministrazione in tutti questi ambiti". E´ stato invece l´assessore Paparelli ad illustrare nel dettaglio i contenuti del ´pacchetto´ di riforme varato dalla Giunta regionale: "nell´ambito informatico - ha spiegato Paparelli - opereremo una fortissima riduzione delle società che attualmente operano e che fanno riferimento alla Regione Umbria, così come ne riorganizzeremo la ´missione´, che sarà affidata a due principali società (Umbria salute e Umbria digitale), mentre tutte le funzioni relative alla formazione saranno allocate presso una unica società, Umbria Pubblica Amministrazione. Tutto ciò determinerà non solo un maggior livello di efficienza, ma anche un risparmio considerevole di risorse pubbliche". "Nelle prossime settimane - ha ricordato Paparelli - il Parlamento varerà definitivamente la riforma delle Province che prevede la riallocazione delle funzioni e del personale delle Province in capo a Regioni e Comuni e quindi stiamo già avviando le procedure per allineare le nostre riforme del sistema endoregionale a quelle nazionali. Allo stesso tempo si dovrà definire anche la condizione dei dipendenti delle comunità montane in gestione commissariale. Infine - ha concluso l´assessore - la Regione favorirà tutti i processi che i comuni vorranno adottare per l´individuazione di forme associative per l´esercizio delle funzioni comuni". Ict La riorganizzazione del sistema regionale "Ict" prevede la creazione di tre consorzi: Umbria salute, Umbria digitale e Umbria pubblica amministrazione. I primi due andranno a sostituire le sei società attualmente esistenti e operanti nel settore, ovvero: Webred, Centralcom, Hiweb, Webred servizi, Sir e Umbria servizi innovativi. Umbria Pubblica Amministrazione nascerà invece sulla base della trasformazione in consorzio dell´attuale scuola Villa Umbra che assumerà in se´ tutte le funzioni di formazione, comprese quelle attualmente facenti capo al Sir. Umbria salute assumerà il personale e le funzioni attualmente svolte da Webred servizi e dal ramo sanità di Webered Spa andando a riunificare, in un unico soggetto, tutte le attività rivolte al sistema sanitario umbro. Le quote societarie verranno ridistribuite nella misura del 25% ciascuno tra le due Asl e le due Aziende ospedaliere. Le mission saranno essenzialmente tre: 1) servizi generali a sostegno delle aziende socie; 2) realizzazione processi di digitalizzazione della sanità; 3) centrale regionale unica di acquisti in sanità. Umbria digitale prenderà vita attraverso la fusione per incorporazione prima di Webred Spa e poi di Hiweb in Centralcom e assumerà le funzioni oggi in capo ai tre soggetti, oltre a quelle svolte da Umbria servizi innovativi e dal Sir, i cui soci, a seguito della liquidazione, entreranno a far parte del nuovo soggetto consortile. Questo passaggio, a seguito della nuova legge di stabilità non comporterà oneri finanziari a carico della Regione, al contrario di quanto inizialmente previsto. Il trasferimento del ramo d´azienda di Umbria servizi innovativi (che si occupa di sviluppo digitale), in base alla stessa legge avverrà con il mero trasferimento di personale e comporterà l´uscita della Regione dalla compagine sociale. Umbria digitale diverrà dunque la società pubblica di riferimento (composta da Regione e sistema delle autonomie locali) per il sistema della digitalizzazione della Pa Umbra e degli enti locali. In particolare saranno 3 le missioni principali: 1) Attuazione Agenda digitale, parte pubblica e sostegno alle imprese su tali processi; 2) Manutenzione reti infrastrutturali; 3) Centrale informatica di committenza per soci, rimettendo tutte le attività di progettazione software al mercato. Tutto ciò avverrà secondo le modalità e i tempi indicati nel cronoprogramma allegato. I consorzi non avranno consigli di amministrazione ma amministratori unici e assumeranno la forma di società "in house". Previsto anche un tetto agli stipendi dei dirigenti che non potranno superare il minimi regionali. Obiettivo della normativa, preadottata dalla Giunta regionale, è promuovere lo sviluppo, la diffusione e l´utilizzo delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Ict) al fine di favorire sul territorio regionale lo sviluppo della società dell´informazione in coerenza con l´Agenda digitale europea e l´Agenda digitale italiana e realizzare un processo di digitalizzazione dell´azione amministrativa coordinato e condiviso tra le autonomie locali, in sinergia con il partenariato economico-sociale dell´Umbria. Ciò attraverso il riordino normativo e la semplificazione di società e organismi che operano nella filiera Ict dell´Umbria, continuando il percorso già avviato dalla Regione, in direzione di una maggiore innovazione informatica e telematica. Viene dunque allineata la "mission" di questi soggetti con le nuove priorità dell´Agenda digitale, così da ottenere maggiore efficienza ed economie di scala. La Regione intende svolgere un ruolo chiave nell´attuazione efficace delle politiche per la società dell´informazione si legge al Capo I: coordinando la digitalizzazione della Pa quale "driver" di innovazione di tutto il sistema economico-sociale del territorio; dare impulso al digitale in maniera trasversale; valorizzare la diffusione ed il riuso delle buone prassi; stabilendo standard e linee guida condivise per l´interoperabilità dei dati e la dematerializzazione dei procedimenti; declinando a livello locale l´insieme degli obiettivi dell´Agenda digitale europea e nazionale con azioni efficaci e modulari e attivando partenariati pubblico/privati. E´ prevista l´istituzione di un Sistema informativo regionale dell´Umbria, a cui fa capo il coordinamento del complesso dei sistemi informativi dei soggetti pubblici dell´Umbria, e del "Data center regionale unitario dell´Umbria" quale infrastruttura digitale a servizio della Pa umbra attraverso un Piano di razionalizzazione per il trasferimento e consolidamento dei server dei soggetti pubblici. Il Capo Ii della proposta di legge, interamente dedicato al "Riordino della filiera Ict regionale", individua i criteri generali di riordino e la nuova configurazione della società consortile Umbria Salute (in house providing), che assume anche le funzioni di Centrale regionale di acquisto per la sanità, e della società consortile Umbria Digitale. Ad Umbria Salute partecipano tutte le Aziende sanitarie regionali e si configura come strumento per l´erogazione di servizi di interesse generale rivolti alla tutela della salute e a supporto delle Azienda sanitarie regionali per favorire l´attuazione della digitalizzazione del Sistema sanitario regionale (sanità elettronica). Le Aziende sanitarie regionali costituiscono, in nome e per conto della Regione, la Centrale regionale di acquisto per la sanità "Cras" all´interno della società consortile Umbria Salute al fine di assicurare l´ottimizzazione dell´impiego delle risorse del Servizio sanitario regionale. La Regione promuove inoltre la costituzione della società consortile Umbria Digitale srl (in house providing) che ha il compito di erogare servizi di interesse generale per la gestione e lo sviluppo della rete pubblica regionale. I soggetti pubblici soci della società consortile accedono a tutti i servizi infrastrutturali della Cn-umbria e del Data center regionale unitario. In conseguenza del riordino normativo dell´Ict regionale la Regione prevede lo scioglimento del Consorzio Sir e l´ingresso degli attuali soci in Umbria Digitale. Per quanto riguarda il Capo Iii della proposta di legge relativo a "Innovazione per le pubbliche amministrazione" al Consorzio Umbria Pubblica Amministrazione (ex Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica), in cui confluiscono le attività formative esercitate dal Sir, viene affidata anche la promozione dell´innovazione tecnologica, delle competenze digitali e della società dell´informazione e della conoscenza attraverso le pubbliche amministrazioni operanti in Umbria. Relativamente alla parte della legge sul riordino della filiera regionale Ict, la Giunta ha approvato un cronoprogramma che, tenendo conto della complessità delle operazioni da attivare, in cui sono coinvolti anche gli enti locali, delle disposizioni normative e della necessità di rispettare il Patto di Stabilità dovrebbe portare all´attuazione dell´intera riforma entro l´estate 2014. L´adozione del ddl di riordino, necessario a ridefinire il nuovo profilo normativo dei soggetti coinvolti, sarà oggetto di partecipazione e dovrà inoltre essere raccordato con l´approvazione della legge di bilancio regionale 2014. Riforme endoregionali L´attuale quadro normativo è interessato da un profondo processo di riforma dettato dal ddl 1542/2013 (c.D. Delrio) che è stato approvato e trasmesso dalla Camera dei Deputati al Senato della Repubblica il 27/12/2013, dove è attualmente all´esame delle commissioni. Il testo contiene innovazioni sia in materia di Province che di Unioni e fusioni dei Comuni. Per quanto riguarda le province, in base alla legge 325/2013 che ne prevede il commissariamento, andranno ad assumere la configurazione di enti di area vasta, di secondo livello, con funzioni non attribuibili ai comuni a cui, gli stessi, possono cedere la gestione delle proprie competenze. Le funzioni delle province, quali enti di area vasta, risultano essere: pianificazio ne territoriale provinciale di coordinamento, nonché valorizzazione dell´ambiente, per gli aspetti di competenza; pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale; raccolta ed elaborazione dati ed assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali. La provincia potrà altresì, d´intesa con i comuni, provvedere alla gestione dell´edilizia scolastica con riferimento alle scuole secondarie di secondo grado. Vengono inoltre definite le province dei territori montani, con funzioni aggiuntive legate alla specificità del territorio montano. Il complesso procedimento per il riordino delle funzioni attualmente esercitate dalle Province, in capo a Stato e Regioni, sarà basato su: individuazione per ogni funzione dell´ambito territoriale ottimale di esercizio; l´efficacia nello svolgimento delle funzioni fondamentali da parte dei comuni; la sussistenza di riconosciute esigenze unitarie; l´adozione di forme di avvalimento e deleghe di esercizio mediante intesa o convenzione. Ciò consentirà alle Regioni di modellare l´area vasta secondo le specifiche caratteristiche del rispettivo territorio e allo Stato di riorganizzare sul territorio le proprie attuali funzioni amministrative decentrate. Le continue modifiche e indeterminatezze legislative del quadro di riferimento nazionale hanno inciso sulle riforme endoregionali promosse dalla Regione con la Lr 18/2011 ed hanno portato ad un "disallineamento" fra la positiva costituzione e operatività dell´Agenzia forestale, e la costituzione delle Unioni speciali di comuni, ancora in fase preliminare. Da qui la decisione della Giunta regionale di riarticolare il processo riformatore, riallinearlo al processo nazionale e superare le criticità, prodottesi sul versante dello svolgimento delle funzioni esercitate dalle ex comunità montane e non transitate in capo alla Agenzia Forestale, in quanto proprie di Comuni. La nuova fase di riforme endoregionali, si articolerà pertanto in quattro fasi: 1) Sottoscrizione del protocollo d´intesa (Dgr n.1459 del 16 dicembre 2013) per garantire ai lavoratori delle comunità montane in gestione commissariale (in scadenza il 30-6-2014), non compresi nella previsione di cui all´art. 69 della Lr 18/11 (dipendenti pubblici e impiegati forestali trasferiti all´Agenzia forestale regionale), i livelli occupazionali e rispondere alle esigenze di funzionalità dei soggetti istituzionali coinvolti, mantenendo la qualità dei servizi resi ai cittadini. 2) Rivisitazione della legge regionale 18/2011 così da esplicitare la possibilità di assegnare il personale delle comunità montane in gestione commissariale, non rientranti nel contingente di cui all´art. 69 della Lr 18/11, direttamente ai comuni per lo svolgimento delle funzioni di cui all´allegato A della stessa legge, ovvero, in materia di politiche sociali, turismo, boschi e terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici, agricoltura, funghi e tartufi. A tal fine si prevede un apposito accordo con Anci Umbria nel quale la Regione si impegna a mantenere per un massimo di 3/5 anni la copertura delle risorse utili all´esercizio delle funzioni regionali, mentre i comuni dovranno garantire l´esercizio delle funzioni medesime in forma singola o convenzionale o associata attraverso l´impiego del personale in questione. Il modello scelto dalla Giunta per l´aggregazione dei comuni è quello dei 12 ambiti sociali, già sperimentato con buoni risultati. 3) A seguito dell´approvazione del Ddl "Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle Unioni e fusioni di Comuni" (c.D. Delrio), si apre in Umbria una sorta di fase costituente che coinvolgerà un gruppo di lavoro inter-istituzionale ( tra regione province e comuni ed esperti), sotto la direzione dell´Ass. Alle Riforme Fabio Paparelli, che avrà l´obiettivo di armonizzare il complesso quadro esistente, con la predisposizione di un disegno di legge regionale, che riallocherà le funzioni di cui verranno "svuotate" le Province, seguendo i criteri della legislazione nazionale. Tale progetto vedrà il perfezionamento e la condivisione dell´intera società regionale (compresi attori sociali e sindacati) attraverso una cabina di governance, a supporto dell´organo politico, con lo scopo di definire gli indirizzi politico-amministrativi relativi all´individuazione delle funzioni delle province riformate, dei comuni e degli altri soggetti istituzionali coinvolti nella riforma stessa, sulla base del percorso disegnato. 4) Nel momento in cui sarà concluso positivamente il percorso di revisione costituzione relativo all´ "Abolizione delle Province", la Regione potrà quindi procedere ad un definitivo riordino delle funzioni in capo a tre enti principali: Regioni, Aree Vaste (così come verranno definite con legge regionale) e Comuni. Questi ultimi, poi potranno fondersi, costituire unioni di comuni o convenzioni per l´esercizio associato di alcune funzioni. I processi saranno obbligatori per i comuni sotto a 5mila abitanti e incentivati per gli altri. In merito alla richiesta avanzata dai comuni di Fabro, Ficulle, Monteleone d´Orvieto, Montegabbione, Parranno, la Giunta regionale ha provveduto, con deliberazione, a trasmettere al Consiglio regionale la proposta di indizione del referendum consultivo per l´istituzione di un nuovo comune mediante fusione ai sensi della legge regionale 14/2010. Il processo di fusione dei cinque comune dell´alto Orvietano, in coerenza con l´evoluzione del quadro di riforme regionali, rappresenta un progetto pilota di grande interesse. Per questo, in stretta collaborazione con il presidente Brega, saranno presto individuati tutti gli strumenti di revisione normativa utili ad agevolarne l´espletamento in tempi brevi.  
   
   
BASILICATA: PITTELLA ILLUSTRA IL PROGRAMMA DELLA X LEGISLATURA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE HA PRESENTATO AI CONSIGLIERI REGIONALI I PUNTI FOCALI DELLA RELAZIONE PROGRAMMATICA  
 
Potenza, 12 febbraio 2014 - “Il tempo che ci è dato per amministrare un quadro emergenziale come quello che la Basilicata ci consegna impone, a tutti noi, ed a me per primo, un cambio epocale di sistema, che implichi un variazione radicale nelle scelte, nei comportamenti e negli impegni che prendiamo nei confronti della collettività regionale. Nei momenti di transizione che una crisi epocale ci consegna, nei quali il vecchio ordine smotta definitivamente, ed il nuovo ordine inizia soltanto ad intravedersi nei suoi lineamenti generali, occorre, per la politica, rispondere con un salto, che imprima un’accelerazione verso un nuovo modo di amministrare e relazionarsi con la comunità”. Così ha esordito il presidente della Regione, Marcello Pittella, illustrando ai consiglieri regionali la Relazione programmatica della X Legislatura. “Non possiamo illuderci di tornare ad un tempo che non esiste più. I nuovi tratti di un modello diverso stanno emergendo, anche se ancora confusamente ed in modo non consolidato”. “Siamo effettivamente ad un punto di svolta del ciclo, che però non si trasmette ancora al mercato del lavoro ed ai redditi, e che non sarà lineare, e non sarà esente da nuove scosse di assestamento, che ovviamente si ripercuoteranno anche in Basilicata”. “Scosse di assestamento – ha rimarcato Pittella - che inducono a mantenere alta la guardia sul versante dei conti pubblici”. “Occorrono i fatti concreti: la capacità delle Regioni di rivelarsi enti trasparenti ed in grado di dare risposte alle comunità locali. Capacità che, e non solo da noi, in questi anni non sono state realizzate al meglio”. E le prime scelte fatte da presidente della Giunta “vanno lette esattamente sulla scia delle esigenze di recupero, della politica e dell’amministrazione”. Ad iniziare dalla scelta dei quattro Assessori esterni, personaggi di primario spessore professionale e tecnico, “in grado di attivare importanti relazioni di sistema, aprendo la Regione ad un più ampio reticolo di relazioni istituzionali, tecniche ed economiche, che, proprio in coincidenza con l’avvio della nuova programmazione 2014-2020, potranno consentirci di avere una marcia in più nelle scelte di allocazione ed utilizzo dei prossimi fondi strutturali, inducendo una sana scossa all’intero sistema politico regionale”, così come “l’avvio della riforma complessiva della macchina regionale va esattamente nella direzione di un risparmio dei costi, di una profonda sburocratizzazione a favore di cittadini ed imprese, di una maggiore efficacia nell’erogazione del servizio”. “Dobbiamo tutti fare la nostra parte – ha aggiunto - perché la situazione in cui sono e siamo chiamati ad agire è assolutamente emergenziale. La Basilicata, per certi versi, presenta gli stessi fattori di ritardo strutturale nazionali, ma con maggiore intensità, e per altri versi presenta fattori di fragilità peculiari, aggravati da una dimensione che non le consente di fare massa critica e di diversificare in misura sufficiente il proprio apparato produttivo”. “Il nostro sistema produttivo è poco competitivo. Il modello di specializzazione produttiva del territorio - ha detto il presidente della Giunta - è largamente imperniato su attività a modesto grado di innovazione e su produzioni che possono considerarsi tradizionali, e non di rado in declino di mercato”. E “tale condizione di profonda crisi economica e di competitività ha effetti devastanti sul tessuto sociale. Se si sommano ai disoccupati ufficiali chi non cerca più attivamente lavoro perché scoraggiato, il tasso di disoccupazione “complessivo” raggiunge, a settembre 2013, il valore del 30,7%. Il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 50%. Emergono nuovi bacini di povertà ed esclusione anche fra chi lavora, e fra chi percepisce un reddito da pensione o da ammortizzatore sociale. Nel nostro Paese, nel 2012, il 7,7% di chi lavora è in condizioni di povertà”. “In questa logica di sviluppo, ed in aderenza al programma elettorale della maggioranza di governo della Regione, vengo a proporvi – ha detto Pittella rivolgendosi al Consiglio - di condividere un Progetto e una visione comune per la Basilicata, per la sua riscossa civile ed economica, per un nuovo protagonismo di una regione, piena di opportunità non valorizzate, e spesso citata come modello di eccellenza del Sud, ma ieri impantanata nella palude di una crisi ancora non superata”. Il Progetto, ha spiegato il Presidente, verterà sui seguenti Assi: - Una agricoltura ed un agroalimentare di qualità; - Una politica industriale basata su priorità settoriali in grado di far evolvere le nostre vocazioni produttive in senso innovativo e cognitivo; - Una società della conoscenza e delle competenze; - Una maggiore apertura all’esterno; - Un utilizzo intelligente delle risorse petrolifere e del territorio; - Una comunità regionale inclusiva e coesa; - Una nuova stagione della governance delle politiche ed una rinnovata macchina amministrativa. “La visione d’insieme che mette in collegamento questi Assi – ha spiegato il governatore - è data dalla mia, e dalla nostra ferma intenzione, di salvaguardare la tenuta d’insieme del tessuto sociale e produttivo della regione, proiettandola fuori dalla crisi con un assetto nel quale possa giocarsi le sue carte nella competizione globale”. Naturalmente, in questa logica di approccio settoriale, non sfugge la priorità sociale ed economica principale, “ovvero la creazione di nuova occupazione, senza la quale nemmeno le politiche di inclusione sociale che metteremo in campo saranno sufficienti”. “Occorre svuotare la platea dei titolari di ammortizzatori sociali” e “dar vita a un nuovo ciclo di industrializzazione e di lotta alle diseguaglianze sociali, prima delle quali quella dell’accesso all’occupazione. Dobbiamo attivare una strategia mirata all’allargamento della base produttiva, con priorità di evoluzione innovativa e qualitativa dei nostri settori-chiave, come presupposto di qualsiasi politica di riequilibrio e sviluppo”. Agricoltura e agroalimentare di qualità, Biochimica per l’area industriale della Valbasento, lo sviluppo di un polo di green energy e di green economy, automotive (facendo sia sul radicamento delle attività produttive di Fiat, sia su un migliore sviluppo dell’indotto, di prima e seconda fascia), una nuova strategia industriale per ripensare il polo del mobile imbottito di Matera e turismo: sono questi i pilastri su cui rifondare l’economia della Basilicata nei prossimi anni, insieme a un “utilizzo intelligente delle risorse petrolifere e del territorio”. “Sulle vertenze con il Governo nazionale e con le aziende estrattive, io guarderò soltanto ed esclusivamente all’interesse della Basilicata, fuori da qualsiasi schieramento politico o da qualsiasi vicinanza di pensiero o di alleanza. La partita non è affatto chiusa, ed anche la eventuale riforma del Titolo V della Costituzione non può prescindere da un negoziato rispetto alle modalità con le quali comunque chi estrae petrolio sul nostro territorio deve rapportarsi con la comunità regionale e con le sue istituzioni”. Così come, ha sottolineato Pittella, “non è chiusa la partita del Memorandum Stato/regione”. “In questo senso, e senza farci condizionare dalle sentenze della Consulta, noi chiederemo a viva voce, in tutte le sedi, e con tutti i nostri rappresentanti, che ci vengano assegnati i 200/300 milioni in più all’anno che ci spettano, senza nuove concessioni estrattive, che non sono sostenibili da una territorio già gravato da numerosi fattori di fragilità, e da un modello di sviluppo che noi vogliamo che sia ecosostenibile. E chiederemo che le risorse che ci spettano a titolo di royalties siano computate, ai fini della spesa, fuori dal Patto di stabilità, così come, su altri tavoli, chiederemo di scomputare dal Patto di stabilità le spese per dissesti ed emergenze naturali, al fine di avere un polmone finanziario libero per investire sul futuro del territorio”. “Per lo sviluppo del comprensorio della Val d’Agri – ha detto Pittella – sono tre i grandi progetto strategici: la costituzione di un Fondo straordinario per grandi infrastrutture e sostegno all´occupazione e allo sviluppo attraverso un maxi mutuo da contrarre con il sistema creditizio lucano e/0 con la Bei, un fondo finanziario aperto e alimentato dalla royalties (prevedendo anche il c.D. Petrol Bond, ovvero uno strumento finanziario di concessione di prestiti alle Pmi lucane) e un intervento per l’attrazione di imprese e centri di ricerca esterni alla regione sul settore della componentistica per la produzione e distribuzione energetica, delle energie alternative e della mobilità sostenibile, al fine di realizzare in Val d’Agri un cluster produttivo e tecnologico sull’ambiente e l’energia. “A questo Consiglio Regionale, presieduto Piero Lacorazza, con il quale ho già avuto modo di intessere in queste prime settimane di lavoro un dialogo proficuo e un confronto continuo sulle tante emergenze in essere, e ai tanti colleghi che per la prima volta siedono tra i banchi di quest´aula, sento di poter garantire il mio personale impegno a far tesoro dell´apporto costruttivo di tutti, consapevole come sono, anche in forza della mia anzianità di servizio, del duro lavoro e dei sacrifici a cui essi saranno chiamati in forza del mandato ricevuto dagli elettori. Ma è una difficoltà che non vuol dire impossibilità. Al contrario, sarà nostro compito ri-costruire opportunità, recuperare la vivacità delle idee e dei sogni che animano le teste brillanti dei nostri giovani. Recuperare la bellezza perduta delle città. Recuperare credibilità, dignità ed entusiasmo anche in politica. Siamo chiamati ad essere interpreti di passioni forti, siamo chiamati – ha concluso Pittella - a leggere e comprendere un mondo nuovo ed occorre saper dire cosa vogliamo essere. Occorre dotarsi per questo di una visione, di un pensiero lungo che dia respiro e nutrimento al nostro futuro. E’ un tempo che ci obbliga a fare e ad imparare a fare anche cose nuove. Per riuscirci bisogna fidarsi, e per fidarsi ci vuole coraggio. Io vi chiedo di essere lucani coraggiosi”.  
   
   
CONSIGLIO REGIONALE BASILICATA , NOMINATA GIUNTA PER IL REGOLAMENTO  
 
Potenza, 12 febbraio 2014 - Costituita la Giunta per il Regolamento: ne fanno parte per la maggioranza i consiglieri Robortella (Pd), Pietrantuono (Psi) e Galante (Ri), a rappresentare la minoranza invece i consiglieri Napoli (Pdl-fi), Pace (Gruppo Misto) e Leggieri (M5s). Ne ha dato notizia, ieri mattina, il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, in apertura dei lavori consiliari. L’assemblea ha, poi, approvato a maggioranza (17 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Ri, Udc, Pdl-fi, Psi, Sel, Lb-fdi e Gruppo misto e 1 astensione, quella di Leggieri del M5s) la delibera dell’Ufficio di Presidenza relativa all’esercizio provvisorio del bilancio del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2014 e le relative modalità operative. Subito dopo ha preso la parola il presidente della Regione, Marcello Pittella, per illustrare la relazione programmatica della decima legislatura. Il dibattito sulla relazione programmatica avrà luogo domani.  
   
   
BASILICATA: VERIFICA PRESENZE CONSIGLIERI, ECCO IL NUOVO REGOLAMENTO  
 
 Potenza, 12 febbraio 2014 - Un nuovo regolamento sulle modalità di verifica delle presenze dei consiglieri alle riunioni dell’Assemblea e delle Commissioni, per chiarire e delimitare i casi in cui le assenze possono essere giustificate; e due proposte di legge, la prima per eliminare ogni problema di interpretazione sulla norma che abolisce i vitalizi a partire dalla decima legislatura e per stabilire che una parte delle spese per l’esercizio del mandato dovrà essere destinata esclusivamente ai contratti che i consiglieri regionali stipulano con i propri collaboratori, e la seconda per uniformare le indennità e i rimborsi spese dei componenti degli organi di partecipazione. Di questo ha discusso ieri, prima della riunione del Consiglio regionale, la Conferenza dei capigruppo riunita alla presenza del presidente della Regione Pittella. Le tre proposte sono state avanzate dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale “per chiarire l’interpretazione di qualche norma, disciplinare in maniera più chiara alcune materie e ridurre e razionalizzare ulteriormente i costi di funzionamento del Consiglio regionale”, ha spiegato il presidente dell’Assemblea Piero Lacorazza. In pratica, con il nuovo regolamento si prevede che le assenze giustificate alle riunioni del Consiglio e delle Commissioni (quelle cioè che non danno luogo alla decurtazione di 100 euro prevista dalla legge) sono solo quelle dovute ad impegni istituzionali, a motivi di salute (dietro presentazione di certificato medico), a lutto di parenti e affini e quelle rilevate a seguito di verifica del numero legale, purché in precedenza sia stata rilevata la presenza. Mentre la sostituzione con delega del componente di una Commissione non costituisce causa di giustificazione dell’assenza. La proposta di modifica delle leggi regionali n. 38/2002 e n. 8/1998 conferma quanto stabilito da due recenti norme approvate dal Consiglio regionale nella precedente legislatura, e cioè che a partire dalla decima legislatura viene abolito il vitalizio, precisando però (al fine di evitare problemi di interpretazione delle norme precedenti) che “tale trattamento è corrisposto solo ai consiglieri che hanno maturato tale diritto entro la fine della nona legislatura”. Si prevede, inoltre, che una parte della somma corrisposta ai consiglieri regionali per le spese di esercizio del mandato (4.500 euro) debba essere esclusivamente impegnata per i contratti dei collaboratori. La proposta di modifica delle leggi regionali n. 27/1991, n. 5/2007 e n. 20/2000 ha lo scopo di uniformare l’indennità di missione dei componenti degli organi di partecipazione, commisurandola a quella dei dirigenti della Regione (prima in alcuni casi il riferimento era l’indennità di missione dei consiglieri). Prevista inoltre la diminuzione dell’indennità del difensore civico, che sarà pari al 40 per cento (e non al 50 per cento) dell’indennità di carica dei consiglieri regionali. Le stesse indennità di missione dei consiglieri regionali saranno oggetto di una proposta di rivisitazione rispetto ai parametri in uso per i dipendenti pubblici. Alla riunione della Conferenza dei capigruppo, oltre ai presidenti Consiglio e della Giunta regionale, Lacorazza e Pittella, hanno partecipato i consiglieri Cifarelli, Polese, Galante, Bradascio, Leggieri, Benedetto, Rosa, Romaniello, Mollica, Napoli, Pace, Pietrantuono e Santarsiero. Decisa infine la data della sessione comunitaria del Consiglio regionale, che si terrà il 29 aprile.  
   
   
VALLE D’AOSTA: RICONOSCIMENTO EUROPEO PER IL PROGETTO SPORTELLO UNICO DEGLI ENTI LOCALI  
 
Aosta, 12 febbraio 2014 - La Presidenza della Regione, Dipartimento Sistemi informativi e il Consorzio degli enti locali della Valle d’Aosta (Celva), con il supporto dell’Ufficio di rappresentanza regionale di Bruxelles, hanno partecipato nei giorni scorsi a Bruxelles al workshop Public Services for Businesses: recipes for supporting growth presso la sede della Commissione europea. All’evento, inserito nel quadro dell’Agenda digitale europea, è stato presentato il progetto Sportello Unico degli Enti Locali (Suel), il sistema tecnico-organizzativo che dal giugno del 2013 interagisce con l’utenza in modalità esclusivamente telematica. Il Suel è stato selezionato con il lavoro di ricerca Digital Agenda for Europe – engagement for growth and jobs, realizzato da Tech4i2 per la Commissione europea – Dg Connect F1, come uno dei dieci casi–studio di maggiore interesse a livello europeo. In particolare, il Suel è la struttura organizzativa dei Comuni che costituisce l´unico punto di accesso per l’imprenditore in relazione a tutti i procedimenti riguardanti la sua attività produttiva e che, al contempo, fornisce una risposta unica e tempestiva in luogo degli altri uffici comunali e di tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte nel procedimento, comprese quelle preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità. Tutto questo, si traduce per gli imprenditori e i professionisti in un’evidente semplicità nella formulazione delle istanze e in un abbattimento dei costi, legato alla totale eliminazione dei supporti cartacei. Il workshop di Bruxelles ha quindi rappresentato una giornata di lavoro operativa, rigorosamente in lingua inglese, nella quale gli intervenuti (Italia, Spagna, Germania, Danimarca, Finlandia, Estonia) hanno potuto illustrare le rispettive azioni svolte per migliorare i servizi pubblici verso le imprese, gli aspetti positivi, i punti di attenzione, ecc. Per la Valle d’Aosta, l’occasione ha consentito di chiarire gli aspetti normativi, organizzativi e informatici e i risultati ottenuti dall’esperienza concernente il Suel, unica nel panorama italiano a coprire un intero territorio regionale.  
   
   
LAVORO: VERSO L´AGENZIA DEL FVG, ELIMINATA DALLA SCORSA GIUNTA  
 
Trieste, 12 febbraio 2014 - "Quando non si hanno argomentazioni concrete per criticare l´operato di chi sta guidando oggi la Regione e bisogna far dimenticare un quinquennio di mancanza di progettazione politica ed assenza di qualsivoglia visione strategica, si attribuiscono intenzioni e affermazioni false alla presidente Debora Serracchiani", osservava ieri l´assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti in merito alle dichiarazioni del consigliere regionale Riccardo Riccardi sui Centri per l´Impiego. "Fin dall´inizio questa Giunta regionale, infatti, ha condiviso l´idea che i Centri per l´Impiego dovessero rafforzarsi per garantire a tutti i cittadini e le cittadine del Friuli Venezia Giulia servizi di qualità, pur in un momento di grave crisi come quello che stiamo attraversando. Ricordo al consigliere Riccardi che è stata la Regione a sostenere le Province affinché si orientassero verso la figura di operatore unico e a fornire, laddove necessarie, le risorse per prorogare i contratti del personale precario che nei Centri opera e lavora con profitto". "Certo, così come sono strutturati e con il carico di attribuzioni loro riservate, i Centri non sempre riescono a rispondere completamente alle richieste che la crisi ha generato. Per questo motivo è in corso, a livello regionale e nazionale, un percorso di ridefinizione dei Servizi per l´Impiego che porterà in regione alla formazione di un´Agenzia regionale per il Lavoro (Agenzia che proprio il precedente Esecutivo ha cancellato) capace non solo di mettere in relazione domanda e offerta di lavoro, ma in grado di stabilire relazioni virtuose con il sistema produttivo, collaborando con le agenzie accreditate, i centri di orientamento regionale ed il sistema di formazione", ricorda l´assessore Panariti.  
   
   
VILLA UMBRA: MARTEDÌ 19 FEBBRAIO SEMINARIO SU SICUREZZA NEI CENTRI STORICI, CONTROLLO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA ED ANTICORRUZIONE  
 
Perugia, 12 febbraio 2014 - Si svolgerà martedì 19 febbraio, alle 9,30, il seminario “Polizia Locale al servizio del territorio” organizzato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Il Consorzio di Villa Umbra infatti è il soggetto preposto dalla Regione Umbria alla formazione del personale della Polizia Locale, in stretto raccordo con il Comitato Tecnico Consultivo della Polizia Locale. I saluti istituzionali e l’apertura dei lavori dell’attività, coordinata da Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola, saranno tenuti da Fabio Paparelli, assessore regionale con delega alla sicurezza e polizia locale. Durante la giornata si approfondiranno gli aspetti più attuali e rilevanti che interessano la Polizia Locale - dalla sicurezza nei centri storici, con il fondamentale contributo del prefetto di Perugia, Antonio Reppucci fino al controllo dell’immigrazione clandestina, con l’intervento del prefetto di Terni, Gianfelice Bellesini. Seguirà la relazione di Walter Laghi, esperto in gestione enti pubblici, sul tema delle convenzioni per la gestione associata della Polizia Locale. Le conclusioni del seminario saranno tenute da Alberto Avoli, presidente della Corte dei Conti dell´Umbria, sezione giurisprudenziale, che approfondirà l’applicazione della legge 190/2012 in materia di anticorruzione.  
   
   
MARONI: LA SICUREZZA È UN DIRITTO DEI CITTADINI  
 
Milano, 12 febbraio 2014 - "Siamo qui non per celebrare un rito, ma perché mi sta particolarmente a cuore onorare chi ha servito le Istituzioni. Voglio dare un segno concreto di vicinanza a tutti coloro che hanno servito il bene comune sino al punto di mettere in pericolo o sacrificare la propria vita, e a tutti coloro che ancora, ogni giorno, rischiano la propria incolumità per la sicurezza di noi tutti". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni durante la celebrazione del ´Giorno della memoria´, istituito nel 2004 dal Consiglio regionale per conservare e rinnovare la memoria di tutte le vittime del terrorismo, della mafia e di ogni altra forma di criminalità. Impegno Sempre Attuale - "La lotta alla criminalità - ha ricordato il governatore - non è materia del passato. La Lombardia, anche in ragione della grande vitalità del suo tessuto economico-sociale, è oggetto di attenzione da parte della malavita organizzata. Basti pensare a quanti e quali appetiti può suscitare l´organizzazione sul nostro territorio dell´Esposizione Universale del 2015. Questi appetiti richiedono il massimo sforzo da parte delle Istituzioni, ciascuna per la propria parte". Sicurezza Bene Prezioso - "La sicurezza - ha detto Maroni - è un bene prezioso per la vita di una comunità, e insieme un bisogno espresso dai nostri cittadini con sempre maggior forza. Il ruolo degli operatori della sicurezza è particolarmente importante nella nostra vita quotidiana ed è di fondamentale rilevanza nella costruzione del contesto sociale in cui sono chiamati a muoversi i cittadini di oggi e quelli di domani. La sicurezza non è solo un desiderio. All´interno di un territorio essa è, e sempre più deve essere, un diritto, che le Istituzioni sono tenute a garantire". Forze Dell´ordine Non Siano Lasciate Sole - "L´incontro di oggi - ha fatto presente - è per me un tributo a quanti sono caduti in servizio, ma anche un momento di riconoscimento del grande lavoro che i servitori dello Stato svolgono quotidianamente, con professionalità e passione, sul nostro territorio e in tutto il Paese. Sono ben conscio del fatto che tutti gli uomini e le donne che lavorano per darci sicurezza non possono e non devono essere lasciati soli: compito delle Istituzioni è garantire loro un sostegno forte e costante". Expo Mafia Free - "Regione Lombardia - ha sottolineato il presidente - si è mossa e si sta muovendo per promuovere la legalità con strumenti concreti: un mese fa abbiamo sottoscritto il Piano d´azione Expo Milano 2015 Mafia free, predisposto dal Ministero dell´Interno in collaborazione con la Regione Lombardia, il Comune di Milano e la società Expo Spa. Il piano prevede interventi volti a sviluppare un´azione coordinata sul territorio, per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti, di qualunque genere, legati a Expo Milano 2015. Non solo - ha proseguito - abbiamo nominato il Comitato regionale per la trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri per la X legislatura, presieduto da un ex Generale della Guardia di Finanza, Mario Forchetti. E il Consiglio Regionale ha istituito all´inizio della X legislatura una Commissione Speciale Antimafia". Prevenzione Importante - "Queste misure - ha detto ancora Maroni - si aggiungono alle leggi e alle attività regionali di prevenzione: penso ad esempio alla Legge regionale 9 del 2011 ´Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto della criminalità´; al Fondo regionale di Prevenzione del fenomeno di usura, istituito presso Finlombarda; o alla Legge regionale n. 2 del 14 febbraio 2011 ´Azioni orientate verso l´educazione alla legalità´". Serve Cultura Della Legalità - "Le Istituzioni, insomma, non stanno a guardare", ha evidenziato Maroni, ricordando che "la Regione si muove per prevenire e per combattere la malavita". Serve però, ha aggiunto, "una cultura della legalità, ed è per questo che sono ancora fondamentali momenti di celebrazione come quello odierno. Non alle sole Forze dell´Ordine infatti può essere delegata la battaglia per la sicurezza, né a loro soltanto possono essere chiesti abnegazione e spirito di sacrificio. La lotta alla malavita è una responsabilità diffusa, un principio che deve essere fatto proprio da ogni individuo. Ecco perché questa giornata ha ancora un valore fondamentale - ha proseguito - perché ci spinge alla riflessione, a ripensare pubblicamente a coloro che sono caduti mentre lavoravano alla nostra protezione". Politica Dia Buon Esempio - "Noi forse non abbiamo bisogno di eroi, ma certamente abbiamo bisogno di esempi. Abbiamo bisogno di modelli di coraggio e di dedizione, di storie di cittadini che hanno sacrificato se stessi per il bene degli altri, che ci insegnano il valore della giustizia e del rispetto reciproco, e del senso del dovere. Senso del dovere - ha concluso Maroni - a cui sono chiamati innanzitutto coloro che hanno responsabilità pubbliche e di governo. Siamo a primi a dover dare il buon esempio, specialmente in una fase come questa in cui è urgente restituire credibilità nei confronti della politica e di chi la esercita per passione. Non perdiamo mai questa tensione civile: potremo rendere il giusto riconoscimento a quanti sono caduti nell´adempimento del dovere".  
   
   
SICUREZZA: SERRACCHIANI, LA REGIONE È INTERESSATA AI PROTOCOLLI CON LE AUTORITÀ  
 
Trieste, 12 febbraio 2014 - ´´L´arrivo di risorse importanti sul territorio regionale è sicuramente auspicato, ma impone cautela e vigilanza: da parte della Regione c´è la più ampia disponibilità e il più vivo interesse ad aprire nuovi protocolli d´intesa con le Autorità di sicurezza e ad allargare quelli esistenti, dotandoli dei regolamenti eventualmente mancanti´´. Lo ha detto ieri a Trieste la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, intervenendo alla Conferenza regionale delle Autorità di pubblica sicurezza, alla quale hanno partecipato i prefetti e i questori del territorio regionale, i vertici regionali dell´Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d´Appello di Trieste e i Procuratori della Repubblica del Distretto, nonché vertici delle Amministrazioni locali. ´´Stiamo riordinando il sistema degli appalti e abbiamo già aderito a protocolli come quello sulla terza corsia con le Prefetture di Venezia, Treviso e Udine - ha proseguito Serracchiani - ma gli investimenti attesi ci inducono a prevedere strumenti che aumentino la capacità di prevenzione e controllo rispetto ai rischi di irregolarità o, nel peggiore dei casi, di infiltrazioni della criminalità organizzata´´. Nell´ottica dei prossimi progetti legislativi, quali il decreto cosiddetto ´svuotacarceri´, la presidente ha affrontato i nodi del Cie-centro di Identificazione ed Espulsione di Gradisca d´Isonzo e dell´edilizia carceraria, soffermandosi in particolare sulla situazione del Penitenziario di Pordenone. Ricordando che in Friuli Venezia Giulia la legge regionale in materia di Politiche di sicurezza e ordinamento della polizia locale compie cinque anni, Serracchiani ha detto che ´´è venuto il momento di trarre un bilancio sull´esperienza maturata e valutare le parti cui sia necessaria una sua revisione´´. Serracchiani ha sottolineato inoltre il lavoro avviato dalla Regione per concentrare in un´unica sede la gestione delle emergenze ed ha confermato la ´´disponibilità della Regione a contribuire, nell´ambito delle sue competenze, a migliorare il coordinamento delle sale operative´´. ´´Ravviso un elevarsi della tensione negli ultimi mesi - ha aggiunto Serracchiani - probabilmente determinate dall´affacciarsi di situazioni di grandi crisi, finora inedite. Credo sia meglio pensarci subito e trovare soluzioni al malessere, per non dover gestire in seguito vere e proprie emergenze. Il nostro impegno è impedire alla crisi di smontare un tessuto sociale che - ha concluso - è sempre stato la forza di questo territorio´´.  
   
   
SI AMPLIA IL FATTOREMAMMA NETWORK ARRIVANO A 2MILIONI GLI UTENTI UNICI RAGGIUNTI OGNI MESE DAL NETWORK DI SITI E BLOG CREATI DALLE MAMME PER LE MAMME, LA COMUNICAZIONE DIGITAL È A CURA DI VEESIBLE  
 
Milano, 12 febbraio 2014 - Fattoremamma e Veesible annunciano l’ampliamento del Fattore Mamma Network, il più grande circuito italiano di siti creati da mamme e rivolti in modo specifico al target mamme. Grazie all’ingresso di nuovi siti, il Network oggi aggrega i 20 più autorevoli siti e blog di mamme on line superando i 2 milioni di utenti unici e i 7 milioni di pageview al mese. I nuovi blog sono mammafelice.It, cercapasseggini.It, mammeaspillo.It e Alessia Scrap & Craft. Un Network unico per l’elevato numero di utenti raggiunti e per la sua verticalità: si tratta, infatti, di siti mom-generated, che trattano temi di interesse per mamme e famiglie, focalizzandosi su diversi aspetti legati all’essere genitori come educazione, food, crafting, fashion&lifestyle, design, viaggi e tempo libero, e molto altro. Mammafelice.it, diventato nel tempo un punto di riferimento per mamme e genitori, si attesta oggi tra i primi blog italiani in assoluto in quanto a traffico e page view - e – l’ideatrice Barbara Damiano grazie alla sua passione è diventata anche autrice di libri di successo. Cercapasseggini.it, nato e gestito da due genitori, Enrico e Giada Epifani, si distingue per la sua verticalità: un sito imprescindibile per chi voglia orientare la propria scelta di acquisto. Mammeaspillo.it blog personale di una mamma che, dovendo scegliere tra la carriera e l´essere mamma ha scelto entrambe. Il blog dedicato ai temi moda mamma e bambino, nasce come diario di Valeria Piccinni, che dichiara di scrivere per lavoro e vestirsi per passione, convinta che si abbia il diritto di rimanere “donne” anche quando si diventa “mamme”. Alessia Scrap & Craft: è uno dei blog più visti in tema di creatività femminile e non solo: si parla di design, di arti manuali e di idee a 360 gradi. Un blog professionale, gestito da Alessia Gribaudi, blogger e designer, che trasferisce nel sito le sue passioni i suoi interessi. Questi ultimi ingressi vanno ad arricchire di idee e di nuovi contenuti un ventaglio di siti che in questo modo riesce a raggiungere un’audience ancora più ampia, che consulta i vari blog di interesse in maniera continua, innescando quindi un meccanismo di forte fidelizzazione. Ciò è reso possibile grazie all’autorevolezza degli argomenti trattati e al rapporto di fiducia che si genera tra l’utente e la blogger, che diventa una vera e propria consulente della vita famigliare. Il network Fattoremamma sviluppa un canale di contatto unico con le mamme più avanzate (social/influencer) della Rete è ed un esempio di siti Momgenerated che grazie alla partnership con Veesible è in grado di offrire opportunità di advertising mirate agli investitori raggiungendo un target di mamme moderne, attive, informate e con buona capacità di spesa. Altri siti particolarmente significativi per il Network sono periodofertile.It e unideanellemani.It. Periodofertile.it, focalizzato sui temi di fertilità e gravidanza, sta registrando sotto la guida esperta di Elena Crestanello, biologa e mamma, una crescita esponenziale, arrivando a registrare 825 mila utenti unici e 4 milioni di pagine viste mensili a gennaio 2014. Unideanellemani.it, dedicato a creatività e riciclo creativo, propone idee uniche e originali per mamme appassionate al fai-da-te pensate e realizzate dalla mente creativa di Doria Vannozzi. Tutti i siti presentano una vasta possibilità di sponsorizzazione a cura di Veesible, dalla display classica ai formati rich media più impattanti, nonché ai progetti speciali realizzati ad hoc sulle esigenze di comunicazione del cliente.  
   
   
INIZIATIVE PER FAMIGLIA IN VAL PUSTERIA  
 
Bolzano, 12 febbraio 2014 - L´assessora provinciale alla famiglia Waltraud Deeg apprezza le iniziative congiunte attivate in Val Pusteria. Come sottolinea: "La famiglia ne guadagna se i gruppi di interesse si mettono in rete. È opportuno spianare la strada per consentire a genitori e bambini l´accesso all´offerta di servizi esistente". Favorire la messa in rete dei vari gruppi di interesse e dei cittadini privati operativi nelle attività rivolte alle famiglie o interessati al lavoro con e per la famiglia: è questo uno degli obiettivi generali della politica per la famiglia dell´assessora provinciale competente per il settore, Waltraud Deeg. In concomitanza con la pubblicazione della 21esima edizione della brochure "Familienwege" su iniziativa della piattaforma "Biwep", una guida all´offerta di eventi, corsi e manifestazioni della Val Pusteria riguardanti il tema della famiglia, l´assessora evidenzia che si tratta di un ottimo modo per sfruttare le sinergie, offrire un vetrina alle varie iniziative e dare alle famiglie accesso ad un informazione completa e facilmente fruibile. "Ogni famiglia affronta quotidianamente impegni complessi e difficoltà organizzative. È, quindi, fondamentale facilitare il più possibile l´accesso alle informazioni che le riguardano, per permettere a genitori e bimbi di sfruttare al meglio le opportunità di sviluppo che vengono loro offerti", sottolinea Deeg. Accanto all´accesso alle informazioni altrettanto importanti risultano essere il coordinamento e la concertazione tra associazioni ed istituzioni del settore famiglia e di questi con rappresentanti di scuole, asili, genitori e politici. Una concertazione che, in Val Pusteria, funziona già a livello di comprensorio. "Portare avanti questa linea anche a livello provinciale è tra le mie priorità", come afferma l´assessora Deeg.  
   
   
PROGETTO MIVES: UNA RETE A TUTELA DEI MINORI  
 
Trento, 12 febbraio 2014 - Come mettere in rete le figure che sul campo si occupano di tutela dei bisogno dei minori? Il progetto triennale Mives delle università di Trento e Verona punta a monitorare e raccogliere le informazioni da diversi professionisti per favorire un approccio integrato. Giovedì 13 febbraio alle 12 la conferenza stampa di presentazione alla Fondazione Caritro di Trento. Ospite l’assessora provinciale Borgonovo Re. Per occuparsi dei minori occorre mettere in campo tutta la professionalità, la competenza e l’esperienza in ciascuna professione, maturate nella formazione e nel lavoro quotidiano sul campo. Lo sanno bene tutti quei professionisti – assistenti sociali, educatori, pedagogisti, coordinatori dei servizi pedagogici, pediatri, personale sanitario o personale del tribunale dei minori – che ogni giorno si prendono in carico i problemi e le difficoltà dei minori e si occupano di migliorare, in vari modi, la loro condizione e le loro prospettive di vita. Tuttavia, per ottenere buoni risultati ciò che può fare davvero la differenza è il gioco di squadra tra tutti questi diversi soggetti. È da questa convinzione che in Trentino parte un nuovo progetto, denominato Mives - Modelli di Innovazione e Valutazione di Esito nei Servizi scolastici, socio-educativi e socio-sanitari per minori – che nell’arco di tre anni, punta a mappare e mettere in rete le informazioni e le valutazioni sullo stato di bisogno del minore raccolte tra i vari soggetti, con l’obiettivo di offrire un’assistenza più completa e mirata. Il progetto, promosso dalle università di Trento e di Verona, con la collaborazione di varie istituzioni del territorio trentino (in prima linea la Provincia autonoma di Trento e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari), ha ricevuto un importante finanziamento dalla Fondazione Caritro. I dettagli e gli obiettivi saranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà giovedì 13 febbraio alle 12 nella sala conferenze della Fondazione Caritro (Via Calepina, n. 1). A presentare il progetto saranno le responsabili scientifiche Olga Bombardelli (Università di Trento) e Monica Pedrazza (Università di Verona), insieme all’assessora provinciale alla salute e alla solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento, Donata Borgonovo Re, alla responsabile della Direzione per l´Integrazione Socio sanitaria dell’Apss, Paola Maccani, e al direttore generale della Fondazione Caritro, Mariano Marroni.  
   
   
V-DAY "ONE BILLION RISING": APPUNTAMENTO VENERDI’ 14 FEBBRAIO  
 
Trento, 12 febbraio 2014 - Il 14 febbraio 2013, un miliardo di persone di 207 Paesi si sono radunate e hanno ballato per chiedere la fine della violenza contro donne e bambine: nel giorno di San Valentino, la festa dell’amore, piazze, strade, scuole sono state invase pacificamente da chi ha unito il proprio corpo e il proprio spirito nel ballo “Break the Chain” per esprimere il proprio sostegno ai corpi e agli spiriti violati delle donne e delle bambine vittime di violenza. Anche quest’anno il Trentino - nei luoghi dello scorso anno: Trento, Rovereto, Arco, Dro, Pergine Valsugana, Riva del Garda - ha aderito all’iniziativa “One Billion Rising” (http://onebillionrising.Org/), la campagna globale per fermare tutti i tipi di violenza contro le donne e le bambine. Oggi si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “V-day” alla presenza dell’assessora Sara Ferrari e delle organizzatrici. “Per me è motivo di grande soddisfazione – ha spiegato l’assessora Ferrari aprendo l´incontro con la stampa - essere qui, oggi, assieme alle organizzatrici del V-day "One Billion Rising". Il tema della violenza contro le donne è molto sentito anche in Trentino: lo è perché il fenomeno c’è ed è giusto quindi che venga assolutamente affrontato. I numeri che abbiamo reso pubblici nel novembre dell’anno scorso, in occasione della giornata sulla violenza contro le donne, ci dicono che il fenomeno è in emersione, che aumentano le denunce. Per questo è assolutamente importante continuare a parlarne: più lo facciamo, più il tema diventa patrimonio collettivo e più noi abbiamo speranza di depotenziarlo, se non proprio di eliminarlo. È significativo che ci sia una presa di coscienza collettiva di questo problema e per questo sono già cominciati in via sperimentale interventi di educazione alla relazione di genere dentro le scuole, affinché i giovani imparino ad avere un corretto rapporto tra uomini e donne e sappiano valorizzare le diversità. Il ballo nelle piazze di venerdì 14 febbraio sarà l´occasione per ritrovarci in tanti, tantissimi, a gridare il nostro no alla violenza contro le donne e le bambine”. E questo accadrà in tutto il mondo: nella festa dell´amore dedicata a San Valentino si ballerà di nuovo anche in Trentino, ad Arco, Dro, Pergine Valsugana, Riva del Garda, Rovereto e Trento, per urlare la volontà di cambiare le strutture sociali e i paradigmi culturali che permettono i femminicidi, i maltrattamenti verbali e mentali, le violenze fisiche, gli stupri e gli assassini. Ma anche per chiedere giustizia per donne e bambine, per garantire il loro diritto a una vita sicura, dignitosa e protetta dalle istituzioni. Per rivendicare pari cittadinanza per tutte le donne e le bambine del pianeta. L’invito per venerdì è quello di indossare abiti dai colori prestabiliti: il nero in segno di lutto, il rosso colore della violenza e il rosa per la vittoria delle donne. Durante il minuto di silenzio tutti alzeranno la mano, per poi ballare assieme "Break the chain / Spezza la catena", l’inno di V-day. Sul sito www.Onebillionrising.org  si trovano i video con la canzone e i passi della coreografia per favorire la partecipazione, unitamente alla documentazione dei 207 Paesi che aderirono nel 2013, i testi prodotti da Eve Ensler e l’invito a unirsi alla campagna nel 2014. “Noi abbiamo voluto mantenere il coordinamento provinciale – hanno spiegato le organizzatrici – perché è bello sapere che mentre si balla ad Arco, lo stesso avviene a Pergine e così via. È bello sapere che siamo nel mondo, ma anche in rete nella nostra provincia”. Un ringraziamento è quindi andato all’Assessorato provinciale alle Pari opportunità e alla Commissione Provinciale alle Pari Opportunità per il sostegno e la diffusione dell’iniziativa. “L’augurio – ha concluso l’assessora Ferrari – è che l’appuntamento di venerdì possa essere per i giovani l’espressione simbolica di un impegno: la danza è un messaggio immediato, molto più efficace che di tante lezioni. Ecco perché l´augurio è che questa iniziativa, con il tempo, possa inserirsi all’interno di un percorso di presa di coscienza che ne dia un significato ancora più forte”.