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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Marzo 2014
CONSIGLIO EUROPEO DI PRIMAVERA, IL 20 E 21 MARZO  
 
 Bruxelles, 20 marzo 2013 - Il 20 e il 21 marzo si svolge a Bruxelles il Consiglio europeo di Primavera. Alla vigilia dell´incontro è stato stabilito l´ordine del giorno con i temi principali: saranno la competitività industriale, il clima e l´energia nonché la politica estera. Il Consiglio di marzo chiude la prima fase del semestre europeo. Saranno valutati i progressi compiuti nell´attuazione delle raccomandazioni specifiche del 2013 per ciascun paese, fornendo inoltre orientamenti sui programmi di stabilità e convergenza e sui programmi nazionali di riforma per il 2014. Farà inoltre il punto sull´attuazione della strategia Europa 2020. Saranno poi affrontate tematiche legate alla competitività industriale come motore di crescita economica e di occupazione, quali il costo dell´energia, lo squilibrio tra domanda e offerta di competenze, lo sviluppo delle infrastrutture e altre questioni fondamentali emerse anche nella recente Comunicazione della Commissione. Il Consiglio si occuperà anche di clima ed energia, guardando allo stato di attuazione delle conclusioni del Consiglio del maggio 2013. Infine verrà esaminato lo stato dei preparativi del prossimo vertice Ue-africa. Alla luce degli ultimi eventi potrebbero anche essere affrontate altre questioni di politica estera. Il giorno 20 alle 15.15 Josè Manuel Barroso, Presidente della Commissione europeaincontra Matteo Renzi, Presidente del Consiglio italiano. Al termine dell´incontro, presso il palazzo Berlaymont, si terrà una conferenza stampa congiunta. Consiglio europeo – cos´è? I compiti del Consiglio, sono quelli di definire gli orientamenti e le priorità politiche generali dell´Unione europea. Con l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel dicembre 2009, il Consiglio europeo è diventato un´istituzione ufficiale, attualmente presieduta da Herman Van Rompuy. Il Consiglio europeo è composto dai capi di Stato e di governo degli Stati membri, dal suo presidente e dal presidente della Commissione; partecipa ai lavori anche l´Alto rappresentante dell´Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. A seconda dell´ordine del giorno, ciascun membro può decidere di farsi assistere da un ministro e il Presidente della Commissione da un Commissario. Il Consiglio europeo non ha funzioni legislative. Si riunisce due volte a semestre ma in caso di situazioni particolari può essere convocata una riunione straordinaria. Le decisioni vengono prese per consenso e, a seconda dei casi, vengono adottate all´unanimità o a maggioranza qualificata a seconda di quanto previsto dal trattato. Il Presidente viene eletto a maggioranza qualificata e il suo mandato dura due anni e mezzo.  
   
   
SEMAFORO VERDE DELLA COMMISSIONE ALLA PRIMA INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI  
 
Bruxelles, 20 marzo 2014 - Ieri la Commissione ha deciso di dare seguito, nel quadro delle sue competenze, alla prima iniziativa dei cittadini europei che ha raggiunto un numero sufficiente di firme. Gli organizzatori dell´iniziativa "L´acqua è un diritto" (Right2water) hanno chiesto alla Commissione di garantire che tutti i cittadini dell´Ue possano godere del diritto all´acqua e ai servizi igienico-sanitari, di escludere l´approvvigionamento idrico e la gestione delle risorse idriche dalle logiche del mercato interno e dalla liberalizzazione e di intensificare gli sforzi per assicurare un accesso indiscriminato all´acqua e ai servizi igienico-sanitari in tutto il mondo. Il Vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič ha dichiarato: "I cittadini europei hanno fatto sentire la loro voce e oggi la Commissione ha espresso il suo consenso. Questa forma inedita di esercizio della democrazia sotto forma di iniziativa popolare paneuropea si tradurrà in un miglioramento immediato della qualità dell´acqua, delle infrastrutture, dei servizi igienico-sanitari e della trasparenza per i cittadini europei e dei paesi in via di sviluppo. Mi congratulo con gli organizzatori per i risultati conseguiti." La risposta della Commissione è stata affidata a una comunicazione, in cui si esordisce evidenziando gli eccezionali progressi compiuti dall´Ue nel settore dell´acqua e dei servizi igienico-sanitari, ad esempio mediante standard di qualità dell´acqua ambiziosi e con il sostegno finanziario degli interventi volti ad ampliare e a migliorare le infrastrutture idriche negli Stati membri. Poiché le decisioni sulle modalità di gestione dei servizi idrici sono esclusivo appannaggio delle autorità pubbliche degli Stati membri, la Commissione continuerà a rispettare le norme del trattato, che impongono all´Ue di rimanere neutrale rispetto alle disposizioni nazionali che disciplinano le imprese nel settore idrico. Analogamente, nei negoziati commerciali internazionali la Commissione continuerà a garantire il rispetto e la salvaguardia delle politiche di gestione dei servizi idrici adottate a livello nazionale, regionale e locale. Le caratteristiche uniche dell´acqua e delle strutture igienico-sanitarie nel soddisfare le esigenze di base della popolazione sono state sempre riconosciute dalla normativa dell´Ue. La distribuzione e la fornitura dell´acqua nonché i servizi di trattamento delle acque reflue sono già esplicitamente esclusi dall´ambito di applicazione della libera prestazione di servizi transfrontalieri. Inoltre, lo scorso anno la Commissione ha escluso i servizi idrici dalla direttiva sull´aggiudicazione dei contratti di concessione per tenere debitamente conto delle preoccupazioni dei cittadini. Complessivamente, l´Ue e i suoi Stati membri attualmente stanziano intorno agli 1,5 miliardi di euro l´anno a favore di programmi per l´approvvigionamento idrico, i servizi igienico-sanitari e l´igiene (Wash) nei paesi in via di sviluppo, facendo dell´Unione il principale donatore a livello mondiale in questo settore. Alla luce dell´iniziativa dei cittadini europei, la Commissione ha individuato le restanti lacune e i settori che richiedono un maggiore impegno a livello di Ue o a livello nazionale, al fine di rispondere alle preoccupazioni alla base di questa richiesta di intervento dei cittadini. Oggi la Commissione si è impegnata a realizzare le seguenti attività concrete e nuove azioni nei settori che hanno una rilevanza diretta per l´iniziativa e il raggiungimento dei suoi obiettivi: intensificare gli sforzi per una piena attuazione della normativa dell´Ue sull´acqua da parte degli Stati membri; lanciare una consultazione pubblica a livello europeo relativa alla direttiva sull´acqua potabile per valutarne i margini e le modalità di miglioramento; migliorare l´informazione dei cittadini rendendo più lineari e trasparenti la gestione e la diffusione dei dati sulle acque reflue urbane e sull´acqua potabile; considerare l´ipotesi di un´analisi comparativa della qualità delle acque; promuovere un dialogo strutturato tra le parti interessate sulla trasparenza nel settore idrico; collaborare con altre iniziative per ampliare la gamma di valori di riferimento per i servizi idrici e migliorare la trasparenza e la responsabilità dei fornitori di servizi idrici, consentendo ai cittadini di accedere a dati comparabili sui principali indicatori economici e di qualità; incoraggiare approcci innovativi per l´assistenza allo sviluppo (ad esempio, il sostegno a partenariati tra operatori idrici e a partenariati pubblico-pubblico) e promuovere le migliori pratiche tra gli Stati membri (ad esempio, in materia di strumenti di solidarietà); difendere l´accesso universale all´acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come settore prioritario nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile per il post 2015 e infine, invitare gli Stati membri, nell´ambito delle loro competenze, a tenere conto delle preoccupazioni espresse dai cittadini con questa iniziativa e incoraggiarli a intensificare gli sforzi per garantire che tutti possano disporre di acqua sicura, pulita e a buon mercato. Contesto L´iniziativa dei cittadini europei è stata lanciata nell´aprile 2012 e rappresenta un importante strumento di democrazia partecipativa nelle mani dei cittadini. L´iniziativa consente, previa adesione di un minimo di 1 milione di cittadini di almeno un quarto degli Stati membri dell´Ue, di invitare la Commissione a intervenire in merito a questioni per le quali ha la competenza di legiferare. "L´acqua è un diritto", la prima iniziativa che ha raggiunto un numero sufficiente di firme, è stata sostenuta da 1,68 milioni di cittadini, superando le soglie minime in 13 Stati membri. Un risultato di gran lunga superiore al minimo richiesto. In totale, più di 5 milioni di cittadini Ue hanno già firmato più di 20 iniziative diverse. Comunicazione sull´iniziativa dei cittadini europei "L´acqua è un diritto": http://ec.Europa.eu/citizens-initiative/public/initiatives/finalised/answered?lg=it  Memo sull´azione internazionale dell´Unione in materia di risorse idriche e servizi igienico‑sanitari: http://europa.Eu/rapid/press-release_memo-13-760_en.htm  Pagina web dell´iniziativa dei cittadini europei: http://ec.Europa.eu/citizens-initiative/public/welcome?lg=it  Pagina web dell´iniziativa "L´acqua è un diritto": http://www.Right2water.eu/it    
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: CERCAS E LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI VIA LE RETI SOCIALI  
 
Strasburgo, 20 marzo 2014 - In dicembre il Parlamento europeo ha chiesto ai cittadini di confrontarsi su Linkedin sull´impatto della troika nei paesi in cui è intervenuta. I deputati hanno adottato una relazione li 13 marzo, tre mesi dopo le consultazioni dirette tra il relatore, il deputato socialista spagnolo Alejandro Cercas, e i cittadini. Quali sono stati i messaggi più duri? Alejandro Cercas - I messaggi più scioccanti venivano dalla Grecia e illustravano lo scenario di uno tsunami sociale. Sono stato colpito particolarmente dalla violazione del diritto di accesso alle cure, compresi l´acquisto e l´utilizzo di medicinali. Tutti i diritti sono importanti: la negoziazione collettiva, il lavoro... Ma soprattutto l´accesso alle cure. Come è possibile che tutto questo possa accadere con il solo obiettivo di consolidare le istituzioni finanziarie e il debito pubblico? Cosa è stato inserito nella relazione finale? Ac - Posso dire senza esagerazioni che tutte le preoccupazioni condivise durante le discussioni sono state integrate nel testo finale. I limiti del mandato del rapporto, che si concentra sui programmi dei paesi in difficoltà (Grecia, Irlanda, Portogallo e Cipro), non mi hanno permesso di considerare anche le proposte da altri paesi, come la Spagna. È stata un´esperienza da ripetere? Ac - L´apertura di nuovi mezzi di comunicazione è molto utile, non solo per sapere cosa pensano i cittadini, ma anche imparare a tradurre il linguaggio della politica nel linguaggio di tutti i giorni. Per questo, credo che sarà un mezzo molto utile per tutti i deputati europei. Linkedin ha anche il vantaggio di selezionare persone interessate e competenti nel dibattito in corso, perdendo però quelli abituati a reti sociali più diffuse. Di conseguenza, il Parlamento europeo dovrà fare lo sforzo di elargire questo tipo di dialogo anche su altri canali, anche al rischio di banalizzare la qualità della discussione.  
   
   
UE / UCRAINA: LA COMMISSIONE PROPONE UN ULTERIORE € 1 MILIARDO DI ASSISTENZA MACROFINANZIARIA  
 
Bruxelles, 20 marzo 2014 - La Commissione europea ha proposto una nuova assistenza macrofinanziaria (Amf) all´Ucraina fino a € 1 miliardo in prestiti a medio termine. Il nuovo programma Mfa, che dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri dell´Ue nelle prossime settimane, fa parte del pacchetto di aiuti all´Ucraina annunciato dalla Commissione europea il 5 marzo e approvato dal Consiglio europeo il 6 marzo. Esso è destinato ad assistere l´Ucraina economicamente e finanziariamente in vista delle sfide critiche che si trova ad affrontare, in particolare una molto debole e rapido peggioramento della bilancia dei pagamenti e della situazione di bilancio, che viene aggravata dalla crisi attuale. Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea responsabile per gli affari economici e monetari e l´euro, ha detto: "E ´nell´interesse essenziale di Ucraina e l´Unione europea a mantenere la pace e la stabilità politica e finanziaria nel nostro continente Questo aiuto finanziario. Aiuterà a stabilizzare la situazione finanziaria peggioramento in Ucraina e quindi sarà una parte fondamentale del raggiungimento di una soluzione alla crisi. " L´amf proposta Ue è stato progettato per aiutare l´Ucraina a coprire una parte del la sua urgenza fabbisogno di finanziamento esterno nel quadro del programma di stabilizzazione e di riforma attualmente in preparazione con l´aiuto del Fondo Monetario Internazionale (Fmi). L´assistenza proposta mira a ridurre l´equilibrio dell´economia a breve termine dei pagamenti e delle vulnerabilità fiscali. L´erogazione del contributo sarà subordinata alla positiva attuazione di un accordo di finanziamento che le autorità ucraine sono tenuti a concludere con l´Fmi e sulle condizioni specifiche di politica economica che la Commissione e il governo dell´Ucraina saranno d´accordo su, sia nelle prossime settimane . Le politiche che la Commissione ritiene importante sostenere attraverso l´assistenza proposta comprendono il consolidamento fiscale e urgenti misure di stabilizzazione esterni, nonché le riforme strutturali volte a migliorare la gestione macroeconomica globale, rafforzamento della governance economica e la trasparenza e migliorare le condizioni per una crescita sostenibile. Il nuovo programma proposto 1000000000 € sarebbe stato attuato in parallelo con il programma esistente di € 610.000.000, che è stato disponibile dal 2010 ma non è ancora stato rilasciato. Sfondo di assistenza macrofinanziaria - Amf è uno strumento di risposta alle crisi eccezionale Ue a disposizione dei paesi partner limitrofi dell´Ue vivendo gravi problemi di bilancia dei pagamenti. E ´complementare all´assistenza fornita dal Fmi. Prestiti Amf sono finanziati attraverso prestiti dell´Ue sui mercati dei capitali. I fondi sono quindi in prestati con termini finanziari simili a quelli dei paesi beneficiari.  
   
   
UE: OLLI REHN IN MATERIA DI ASSISTENZA MACROFINANZIARIA A FAVORE DELL´UCRAINA  
 
 Bruxelles, 20 marzo, 2014 – Di seguito l’intervento di ieri di Olli Rehn Vice-presidente della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli affari economici e monetari e l´euro: “ Buon pomeriggio. Il Collegio ha questa mattina ha discusso gli ultimi sviluppi in Ucraina, in particolare per quanto riguarda, ovviamente, la situazione della sicurezza e politica, ma anche toccando questioni economiche e finanziarie, e abbiamo preso una decisione importante per quanto riguarda l´aiuto finanziario al paese. Come sapete, l´Unione europea ha chiarito che non riconosce l´esito del referendum illegale e illegittima in Crimea e che l´Ue non riconoscerà l´annessione della Crimea e Sebastopoli alla Federazione russa, che anzi va contro i principi della Carta delle Nazioni Unite e dell´Atto finale della Csce / Osce Helsinki. Il Consiglio europeo discuterà la situazione in Ucraina questa settimana, come sapete, e concordare una risposta europea unitaria agli ultimi sviluppi. Mentre l´attenzione nei giorni scorsi è stato chiaramente su questi sviluppi sicurezza e politici drammatici, non dobbiamo dimenticare che la situazione economica e finanziaria dell´Ucraina si è deteriorata rapidamente, che si fa sentire nella vita quotidiana dei cittadini ucraini. C´è una chiara necessità per la comunità internazionale di intervenire e fornire un sostegno urgente. Creare le condizioni per la stabilizzazione economica è un passo essenziale per aiutare l´Ucraina a stabilizzare la situazione politica. La Commissione ha lavorato intensamente per preparare un pacchetto di assistenza macrofinanziaria all´Ucraina, lavorando in stretta collaborazione con il Fmi di mobilitare il sostegno necessario abbastanza presto per aiutare l´Ucraina fronte al suo fabbisogno di finanziamento nelle prossime settimane e mesi. Così, oggi abbiamo adottato una proposta di fornire l´Ucraina con ulteriori € 1000000000 in assistenza macrofinanziaria, oltre alla disposizione prestito Amf già deciso di € 610.000.000. Questo prestito 1600000000 € è una risposta immediata e concreta difficile situazione finanziaria dell´Ucraina e fa parte del pacchetto di aiuti annunciato dalla Commissione il 5 marzo. Questo prestito, oltre che mira a sostenere l´Ucraina nelle sue esigenze finanziarie immediate, mira anche a sostenere le riforme economiche in Ucraina, che sono stati richiesti dai cittadini ucraini. La condizionalità Ue è legato alle riforme strutturali volte a migliorare la gestione macroeconomica complessiva e le condizioni per una crescita economica sostenibile, come il miglioramento della gestione delle finanze pubbliche e la rete di sicurezza sociale e, soprattutto, intensificando la lotta contro la corruzione. Queste sono il genere di decisioni e riforme che i cittadini ucraini hanno chiesto, per tanti mesi e tanti anni. Questo denaro viene in parallelo ai fondi che dovrebbero essere forniti dal Fmi, che sta attualmente portando a termine i negoziati con l´Ucraina su un programma. Per quanto riguarda il sostegno dell´Unione europea, questo Mfa, le prime rate del contributo da parte dell´Ue, a 100 milioni di € Mae esistente e 500.000.000 € dalla nuova Mfa, che è stato proposto oggi, dovrebbe essere pronto per essere erogato subito dopo un accordo su un programma del Fmi per l´Ucraina è stato concluso. Il resto del finanziamento sarà erogato nel corso di quest´anno. Un team di esperti della Commissione è pronto a tornare a Kiev nei prossimi giorni per finalizzare un memorandum d´intesa e un accordo di prestito in anticipo le decisioni necessarie da parte del Consiglio. Ho contare sul sostegno del Parlamento europeo per questa proposta, in modo che possiamo erogare senza inutili ritardi e ho avuto contatti con il presidente Martin Schultz e leader dei comitati chiave e dei gruppi politici, in questo senso. L´obiettivo è di essere pronti a mobilitare il sostegno molto rapidamente una volta che vengono prese le decisioni. Il Presidente Barroso ha parlato ieri con il primo ministro ucraino Yatseniuk per informarlo di questa ulteriore assistenza finanziaria, nonché le misure commerciali autonome adottate la scorsa settimana. Il presidente Barroso ha rassicurato il primo ministro l´impegno della Commissione a lanciare il suo pacchetto di assistenza in maniera rapida. Il coinvolgimento di altri attori come l´Fmi sarà fondamentale. Il nostro obiettivo è una Ucraina unita, prospera e democratica. Per concludere, è nell´interesse essenziale dell´Ucraina e dell´Europa per mantenere la pace e la stabilità politica e finanziaria nel nostro continente. Tale assistenza finanziaria aiuterà a stabilizzare la situazione finanziaria peggioramento in Ucraina e, pertanto, sarà una parte fondamentale del raggiungimento di una soluzione pacifica, negoziata e giuridico internazionale e legittimo alla crisi, che rispetti piuttosto che si fa beffe del diritto internazionale.  
   
   
QUARTA CONFERENZA GLOBALE DEL FORUM FOR ECONOMISTS INTERNATIONAL  
 
Amsterdam, 20 marzo 2014 - La quarta conferenza globale del Forum for Economists International si svolgerà dal 30 maggio al 2 giugno 2014 ad Amsterdam, nei Paesi Bassi. Il Forum for Economists International offre una piattaforma di incontro agli economisti e gli studiosi che lavorano in campi affini che spaziano dalla contabilità alla pubblica amministrazione e dal diritto alla psicologia. Giunta al suo quarto anno, l´obiettivo principale della conferenza è quello di permettere ai partecipanti di scambiare idee e risultati di ricerca non solo all´interno della comunità economica, ma anche tra le discipline correlate. Si può semplicemente seguire la conferenza o partecipare presentando un articolo, per cui il termine di invio sarà il 15 aprile. La quota d´iscrizione ammonta a 445 euro per l´evento che vedrà un numero di sessioni simultanee nel corso dei primi due giorni e un tour didattico facoltativo per concludere i lavori della conferenza. Per maggiori informazioni, visitare: http://www.F4ei.org/    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA HA PUBBLICATO LA SECONDA EDIZIONE DEL QUADRO DI VALUTAZIONE EUROPEO DELLA GIUSTIZIA PER PROMUOVERE LA QUALITÀ, L´INDIPENDENZA E L´EFFICIENZA DEI SISTEMI GIUDIZIARI NELL´UNIONE EUROPEA. L´EDIZIONE 2014 SI CONCENTRA SUL CONTENZIOSO CIVILE, COMMERCIALE E AMMINISTRATIVO  
 
 Bruxelles, 20 marzo 2013 - Il quadro di valutazione europeo della giustizia è uno strumento di informazione che offre dati oggettivi, affidabili e comparabili sui sistemi giudiziari degli Stati membri. L´edizione del 2014 servirà agli Stati membri e all´Ue per rendere i sistemi giudiziari più efficienti, e di conseguenza contribuirà a promuovere la crescita economica dell´Unione. Concorrerà inoltre, al processo del semestre europeo, il ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche dell´Unione diretto a stimolare i risultati economici e la competitività degli Stati membri attraverso una serie di raccomandazioni specifiche per paese. "Giustizia tardiva equivale a giustizia negata. Il quadro di valutazione europeo della giustizia è uno strumento fondamentale della strategia economica dell´Ue, in quanto consente di migliorare l´efficienza della giustizia, a beneficio dei cittadini e delle imprese. L´indipendenza e il corretto funzionamento dei sistemi giudiziari nazionali sono essenziali tanto per ottenere la fiducia dei cittadini e degli investitori quanto per assicurare la fiducia reciproca nello spazio europeo di giustizia", ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia. "Questa seconda edizione del quadro di valutazione europeo della giustizia giunge in un momento in cui molti Stati membri stanno realizzando riforme giudiziarie per migliorare la competitività. Le evoluzioni e i dati confermano l´importanza di continuare a portare avanti con impegno e determinazione gli sforzi per migliorare l´efficienza dei sistemi giudiziari in tutta l´Unione". Il quadro di valutazione europeo della giustizia 2014 riunisce dati provenienti da varie fonti. La maggior parte dei dati quantitativi è stata fornita dalla commissione per la valutazione dell´efficienza della giustizia del Consiglio d´Europa (Cepej), che raccoglie i dati dagli Stati membri. Il quadro di valutazione 2014 si concentra sul contenzioso civile, commerciale e amministrativo, avvalendosi degli stessi indicatori usati nel 2013 e attingendo a nuove fonti di informazione: 1. Efficienza dei sistemi giudiziari. Indicatori: durata dei procedimenti, tasso di ricambio e numero di cause pendenti; 2. Qualità. Indicatori: formazione obbligatoria dei giudici, monitoraggio e valutazione delle attività dei tribunali, risorse umane e finanziarie assegnate ai tribunali e disponibilità di tecnologie dell´informazione e della comunicazione e di metodi alternativi di risoluzione delle controversie; 3. Indipendenza: il quadro di valutazione presenta i dati sulla percezione dell´indipendenza della magistratura. L´edizione 2014 fornisce anche una prima rassegna comparativa generale sulle modalità organizzative dei sistemi giudiziari nazionali a garanzia dell´indipendenza della magistratura nei casi in cui possa essere a rischio. Analizza, ad esempio, le garanzie giuridiche contro il trasferimento e la revoca dei giudici. Il quadro di valutazione 2014 riporta inoltre i risultati di due studi pilota che forniscono dati precisi sulla durata dei procedimenti giudiziari in materia di concorrenza e tutela dei consumatori, espressa in giorni medi. I principali risultati evidenziano come alcuni Stati membri continuano a incontrare problemi particolari riguardo all´efficienza dei rispettivi sistemi giudiziari. La lunga durata dei procedimenti di primo grado e i tassi di ricambio bassi o il numero elevato delle cause pendenti evidenziano la necessità di miglioramenti. Sebbene di recente in alcuni Stati membri siano state adottate riforme ambiziose (ad esempio in Portogallo), i loro effetti non possono ancora essere presi in considerazione dal quadro di valutazione poiché la maggior parte dei dati riguarda il 2012 e gli anni successivi. Un altro aspetto che il quadro di valutazione sottoliena è che la disponibilità nei tribunali di tecnologie dell´informazione e della comunicazione è aumentata, ma può ancora migliorare, in particolare per agevolare i contatti tra i tribunali e i cittadini. In quasi tutti gli Stati membri esistono metodi alternativi di risoluzione delle controversie, mentre il monitoraggio e la valutazione delle attività dei tribunali sono previsti nella maggior parte degli Stati membri. Inoltre in quasi un terzo degli Stati membri il tasso di partecipazione dei giudici alle attività di formazione permanente sul diritto dell´Unione è superiore al 50%. La formazione dei giudici e dei professionisti del diritto e le tecnologie dell´informazione e della comunicazione sono fondamentali per il buon funzionamento dello spazio europeo di giustizia basato sulla fiducia reciproca. Infine in vari Stati membri la percezione dell´indipendenza della magistratura è migliorata, anche se in alcuni Stati membri invece è peggiorata. Prossime tappe I risultati del quadro di valutazione saranno presi in considerazione nella preparazione delle prossime analisi specifiche per paese del semestre europeo 2014 e nel contesto dei programmi di aggiustamento economico. I fondi Ue (Fondo di sviluppo regionale e Fondo sociale) possono essere usati per sostenere le riforme dei sistemi giudiziari nazionali. Sulla base della prima rassegna comparativa delle garanzie giuridiche a tutela dell´indipendenza della magistratura, la Commissione intende sviluppare ulteriormente questi dati comparativi. La Commissione collaborerà con esperti della magistratura e degli Stati membri, nonché con gli operatori del diritto e le reti giudiziarie europee, per migliorare la qualità, la disponibilità e la comparabilità dei dati in previsione delle future edizioni del quadro di valutazione. Contesto Il miglioramento della qualità, dell´indipendenza e dell´efficienza dei sistemi giudiziari rientra già nel processo di coordinamento delle politiche economiche dell´Unione nel quadro del semestre europeo. Le riforme nazionali dei sistemi giudiziari fanno inoltre parte integrante dei programmi di aggiustamento economico di Grecia, Portogallo e Cipro. Il quadro di valutazione europeo della giustizia contribuisce al processo del semestre europeo, aiutando a individuare le questioni in materia di giustizia che meritano un´attenzione particolare. Oltre alla valutazione specifica della situazione negli Stati membri, il quadro di valutazione 2013 ha contribuito all´elaborazione delle raccomandazioni specifiche per paese nel settore della giustizia per dieci di essi (Bg, Es, Hu, It, Lv, Mt, Pl, Ro, Si e Sk). Il quadro di valutazione servirà quindi tanto all´Unione europea quanto agli Stati membri per garantire ai cittadini e alle imprese sistemi giudiziari più efficienti, e aiuterà a rafforzare le strategie di crescita nei paesi interessati e nell´intera Ue. Il quadro di valutazione non presenta una graduatoria unica generale, ma fornisce una panoramica sul funzionamento di tutti i sistemi giudiziari in base a vari indicatori di interesse comune a tutti gli Stati membri. Non promuove un tipo particolare di sistema giudiziario. A prescindere dal modello di sistema giudiziario nazionale o dalla tradizione giuridica a cui è ancorato, la tempestività, l´indipendenza, i costi contenuti e la facilità di accesso sono alcuni dei parametri essenziali di un sistema giudiziario efficace. Il quadro di valutazione europeo della giustizia 2014 si avvale degli stessi indicatori del Quadro di valutazione Ue della giustizia 2013, segnatamente i tempi necessari alla definizione delle cause in giudizio, il tasso di cause definite, il numero di cause pendenti, l´uso di mezzi elettronici per la gestione del contenzioso, l´uso di metodi alternativi per la risoluzione delle controversie, la formazione a disposizione dei giudici e le risorse assegnate ai tribunali. Non basta fare giustizia: si deve vedere chiaramente che è stata fatta; il quadro di valutazione raccoglie dati anche sulla percezione dell´indipendenza dei sistemi giudiziari, sulla base di dati del World Economic Forum.  
   
   
SLOVACCHIA E CROAZIA COLLABORANO PER L´INGRESSO NELL´AREA SCHENGEN  
 
Bratislava, 20 marzo 2014 - In un incontro a Bratislava i ministri degli Interni di Slovacchia e Croazia hanno firmato un accordo per il sostegno reciproco nel settore della cooperazione nell´Area Schengen. In particolare, la Slovacchia assisterà la Croazia con la sua esperienza per preparare il ventottesimo componente della Ue ad assolvere i suoi doveri nell´incrementare la sicurezza dei suoi confini ed i controlli ai valichi di frontiera in vista del suo ingresso nell´Area Schengen. Una delle parti cruciali dell´accordo è il trasferimento tra i due Paesi di una sub-licenza per il sistema informativo Schengen per la libera circolazione dei cittadini. Il ministro croato Ranko Ostojic ha detto che la Croazia vuole essere pronta ad aderire a Schengen fin dal 1° luglio 2015, appena due anni dopo il suo ingresso nell´Unione europea. Valutazione della preparazione del Paese e decisione finale saranno compito del Consiglio degli stati membri della Ue.  
   
   
UE: 21 MARZO, CONVEGNO SUI PRINCIPI COMUNITARI DEL DIRITTO AMMINISTRATIVO  
 
Trieste, 20 marzo 2014 - "I principi comunitari nel diritto amministrativo, Italia, Croazia e Slovenia: esperienze a confronto" - Primo colloquio internazionale Euroregione dell´Alto Adriatico, è il titolo del convegno che avrà luogo venerdì prossimo 21 marzo, nel Palazzo della Regione a Trieste in piazza Unità d´Italia, inizio ore 10.00. L´iniziativa è la prima di una serie che anche quest´anno servirà ad analizzare i problemi ancora aperti in tema di unificazione di giurisdizioni, competenze, riti e di armonizzazione degli ordinamenti e si attua nel contesto omnicomprensivo di "Il diritto amministrativo che cambia. Per fare il punto su ...", programma di eventi realizzato grazie alla collaborazione tra la cattedra di Diritto amministrativo dell´Università di Udine, il Tar del Friuli Venezia Giulia e l´Associazione avvocati amministrativisti Fvg, assieme alla Regione Friuli Venezia Giulia. Attraverso l´analisi delle principali questioni giuridiche nei settori del diritto internazionale, pubblico ed amministrativo, il convegno affronta il problema del recepimento dei principi comunitari negli ordinamenti amministrativi dei Paesi dell´Euroregione che si affacciano sull´Alto Adriatico. Il far parte di tale contesto geografico rappresenta infatti un fattore preferenziale per l´accesso ai finanziamenti comunitari, e la necessità di affrontare la gestione di tali risorse in modo efficiente costituisce l´occasione per affrontare il nodo dell´accountability e, più in generale, dei principi finanziari della governance europea. In considerazione dell´allargamento alla Croazia, l´iniziativa intende contribuire alla ricostruzione del quadro giuridico istituzionale attraverso il confronto tra le diverse esperienze di Italia, Croazia e Slovenia, con l´obiettivo di partecipare, anche sul piano scientifico, alla realizzazione dell´integrazione europea dell´area dell´Alto Adriatico.  
   
   
BOLZANO: KOMPATSCHER E SCHULER INCONTRANO IL COMMISSARIO UE HAHN: POLITICA REGIONALE E MACROREGIONE  
 
Bolzano, 20 marzo 2014 - Il ruolo dell’Alto Adige e dell’Euregio in una macroregione alpina e la strategia Ue per la promozione regionale sono stati tra i temi del colloquio che il presidente della Provincia Arno Kompatscher e l’assessore Arnold Schuler hanno avuto sera (18 marzo) con il commissario Ue Johannes Hahn, competente per le politiche regionali. Hahn sta trascorrendo un periodo di vacanza in Alto Adige. L´alto Adige figura tra le regioni sviluppate nell´Ue e tra quelle che finora hanno utilizzato in maniera efficace lo strumento dei sostegni europei, ma non per questo dovrà temere una riduzione dei fondi europei per il periodo 2014-2020, ha sottolineato il commissario Hahn, affezionato ospite della val d´Ultimo. Il presidente Kompatscher ha ribadito l´esigenza della Giunta provinciale di poter sviluppare strategie chiare nell´ambito dello sviluppo regionale, "ad esempio nel settore energetico con l´ampliamento delle reti transfrontaliere. Proprio attraverso la cooperazione nell´Euroregione il potenziale di sviluppo in questo campo è notevole." Di Euregio si è parlato anche in relazione al progetto di macroregione alpina, "che racchiuderebbe gli interessi delle regioni montane, un´area vasta in cui vivono 70 milioni di persone, e in cui l´Euregio potrebbe giocare un ruolo di primo piano", ha aggiunto Kompatscher. Di una macroregione potrebbe beneficiare, sul piano della competitività, il turismo dei territori coinvolti: "Con 100 milioni di vacanzieri all´anno l´arco alpino è di gran lunga l´area turistica più sviluppata del mondo e una collaborazione nella macroregione potrebbe ulteriormente rafforzarla quale destinazione turistica sul mercato mondiale." L´assessore Schuler ha posto l´accento sulla politica Ue della promozione regionale per i prossimi sette anni: "Per noi si tratta ora di definire i criteri e quindi le priorità per poter ottenere il massimo risultato possibile dall´impiego dei fondi europei attribuiti all´Alto Adige."  
   
   
MILANO: IL SINDACO INCONTRA L’AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA POPOLARE DI CINA LI RUIYU MILANO HA UNA DELLE PIÙ GRANDI COMUNITÀ CINESI, CON CIRCA 22.400 RESIDENTI  
 
 Milano, 20 marzo 2014 - Il Sindaco Giuliano Pisapia ha incontrato a Palazzo Marino l’Ambasciatore della Repubblica Popolare di Cina Li Ruiyu. Un colloquio molto cordiale ha fatto il punto sugli ottimi rapporti di cooperazione della città con il grande Paese asiatico. A Milano, tra l’altro, vive una delle più grandi comunità cinesi in Italia con circa 22.400 residenti e hanno il loro quartier generale importanti gruppi industriali e finanziari della Repubblica Popolare. Expo 2015, che vedrà un´importante presenza della Cina con tre padiglioni, sarà sicuramente l´occasione per rafforzare i rapporti tra imprese e favorire gli investimenti cinesi. Una cooperazione a cui è giunto il momento di far fare un salto di qualità, come ha sottolineato l´Ambasciatore Li. Sviluppo sostenibile, green economy, sicurezza alimentare e risparmio energetico sono i settori prioritari di interesse per lo sviluppo cinese, in cui le imprese italiane vantano eccellenze tecnologiche indiscutibili. Anche per questo l´Ambasciatore ha accolto con soddisfazione l´annuncio del Sindaco Pisapia della candidatura di Milano a ospitare il prossimo ottobre il Forum della Partnership Europa-cina per lo sviluppo urbano la cui ultima riunione si è svolta lo scorso novembre a Pechino. Sempre in ottobre, Milano sarà una delle tappe della visita di Stato in Italia del Premier cinese Li Keqiang.  
   
   
FVG-SLOVENIA: INCONTRA IL CONSOLE A TRIESTE, INGRID SERGAS "VA GARANTITA LA RAPPRENTANZA ALLA MINORANZA SLOVENA IN ITALIA"  
 
Trieste, 20 marzo 2014 - "Siamo consapevoli che occorre trovare un meccanismo per garantire una rappresentanza nel Parlamento italiano alla minoranza slovena in Italia. Per questo l´Amministrazione regionale sta seguendo con attenzione l´iter della nuova legge elettorale nazionale e ha sensibilizzato su questo tema i parlamentari eletti in Friuli Venezia Giulia". Lo ha detto l´assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti che ha incontrato a Trieste il console generale di Slovenia Ingrid Sergas. "Attraverso la definizione dei collegi oppure mediante altri strumenti, dobbiamo poter essere ragionevolmente certi che venga eletto un parlamentare della minoranza", ha precisato Torrenti rispondendo al console, che aveva spiegato come il Governo sloveno stia seguendo gli sviluppi della riforma elettorale in Italia oltre che il riordino delle autonomie locali in Friuli Venezia Giulia, con il previsto superamento delle Province. Nel corso del colloquio, sottolineato come siano ancora attuali le norme a tutela della minoranza linguistica slovena (legge 38/2001) e la Commissione regionale consultiva, l´assessore Torrenti ha rappresentato la volontà della Regione di "innovare e semplificare" le iniziative a sostegno delle attività della minoranza: da un lato "premiando qualità e capacità progettuale", dall´altro "superando il finanziamento diretto alle realtà più piccole per privilegiare un sistema di autogestione che faccia perno sulle quattro associazioni più rappresentative in ambito culturale e sportivo". Non solo. Per Torrenti l´integrazione passa anche attraverso la possibilità per le associazioni della minoranza di accedere ad altri filoni contributivi. Opportunità che la console Sergas, esprimendo soddisfazione per l´attenzione del Friuli Venezia Giulia ha per la minoranza slovena, ha giudicato positivamente, reputandola di interesse in particolare per le nuove generazioni. Sergas e Torrenti hanno parlato anche del coordinamento delle manifestazioni in occasione del Centenario della Grande Guerra, che prenderanno avvio il 6 luglio con il concerto-evento diretto da Riccardo Muti al Sacrario di Redipuglia (Go). "Penso che sloveni e italiani debbano lavorare assieme su nuovi ambiziosi progetti". Tra questi, riferendosi a un recente incontro a Lubiana, Torrenti ha ipotizzato che un gruppo di storici sloveni e italiani possa approfondire la storia del periodo della prima guerra mondiale. "Cercare di avere un´interpretazione comune delle cause della prima guerra mondiale potrebbe aiutare anche a rileggere storicamente gli eventi successivi". L´assessore Torrenti ha anche riferito al console di un progetto, discusso assieme a rappresentanti di Francia e Belgio, che potrebbe portare al riconoscimento da parte dell´Unesco dei luoghi cimiteriali della Grande Guerra.  
   
   
MARONI: RENZI SEMBRA INFASTIDITO DALLE REGIONI  
 
Milano, 20 marzo 2014 - "Ho l´impressione che Matteo Renzi voglia saltare i ´corpi intermedi´ e rivolgersi direttamente ai cittadini. Se questo vuol dire non curarsi del metodo democratico, non va bene". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni a margine di un incontro nella sede milanese della Cisl, organizzato per ricordare la figura di Marco Biagi, il giuslavorista barbaramente ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo del 2002. Fastidio Per Vertice Regioni - Il presidente ha sottolineato come anche per la convocazione del vertice con le Regioni in agenda il premier "abbia manifestato quasi ´fastidio´ per dover fare questa riunione, considerandola una cosa da fare, tanto comunque non cambia niente". "Io, a differenza sua, - ha fatto notare - sono stato eletto democraticamente e quindi non può pensare che dialogare con le Regioni sia una cosa ´fastidiosa´". " - ha detto Maroni - gli ricorderò che esistono delle Istituzioni e che devono essere rispettate, perché questa è la democrazia, che, come diceva Churchill, ´sarà forse la peggior forma di governo, escluse però tutte le altre che si sono sperimentate sinora´". Governo Recuperi Risorse Imitandoci - Anticipando sempre alcuni contenuti degli incontri con l´Esecutivo, Maroni è tornato a invitare Palazzo Chigi a prendere la Lombardia come esempio per recuperare risorse: "Vogliono recuperare 3 miliardi? Possono essere più ambiziosi - ha detto - basta che prendano la nostra Regione come modello e solo nella Sanità ne risparmierebbero almeno 10. Se il Governo intende muoversi in questa direzione, bene. Se invece hanno in mente tagli lineari per i quali tutte le Regioni devono ridurre del 10/15 per cento la spesa sanitaria, io dico no grazie. Se Renzi pensa di continuare a penalizzare le Regioni virtuose, per noi sarà una dichiarazione di guerra".  
   
   
RIFORME, MARONI: FRONTE COMUNE REGIONI-ANCI  
 
Roma, 20 marzo 2014 - "Si sta discutendo un documento comune, che vede l´adesione delle Regioni e di Anci, cioè del mondo delle autonomie. E´ importante che il mondo delle autonomie e dei territori si presenti unito e compatto e con una proposta condivisa. Questo è il nostro obiettivo". Lo ha detto ilpresidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, rispondendo alle domande dei giornalisti, a Roma, a margine della Conferenza straordinaria delle Regioni sul tema delle riforme. Serve Documento Più Ambizioso - "Io ho chiesto - ha proseguito Maroni - che sia un documento più ambizioso e contenga richieste più significative per le Regioni. Però è importante il metodo. Se c´è una proposta unitaria, diventiamo interlocutori obbligati di Governo e Parlamento". "A me piace il Senato delle Regioni modello Bundesrat - ha aggiunto Maroni -, dove sono rappresentate le Regioni, con chi le governa e con vincolo di mandato. Una Camera vera delle Regioni". Su questo tema, ha chiarito Maroni, si sta lavorando a una mediazione. C´è chi propone di metterci anche i sindaci, anche se, ha spiegato il presidente lombardo, "le Regioni fanno le leggi, i Comuni no; c´è una evidente contraddizione. Ci stiamo lavorando". No A Senatori A Vita - "Le cose importanti sono due - ha spiegato ancora il presidente -. Primo: no alla proposta del Governo di metterci i senatori a vita, non avrebbe senso nel Senato delle Regioni e delle autonomie; secondo: la possibilità, per le Regioni che lo vogliano, di prendere più competenze e non avere misure a taglia unica per tutti". "La Lombardia - ha proseguito - può fare cose che il Molise non può o non vuole fare e non deve essere obbligata ad aspettare le altre Regioni. Dopo un negoziato con il Governo, il Governo stesso lascia queste competenze in più. Questo è un punto che c´è nelle proposte del Governo, ma in maniera confusa. Ho chiesto di abbreviare e rendere più snelle le procedure. Siamo vicini alla conclusione". Modifiche A Proposte Governo - Maroni ha poi parlato di "modifiche significative" da apportare alle proposte del Governo. "E´ importante - ha chiarito - che il Governo abbia la consapevolezza che da questa parte non c´è un fronte diviso. Non ci sono solo tutte le Regioni unite, ma c´è anche l´Anci, cioè il mondo delle autonomie. Questa è una novità molto importante e molto utile per il dibattito. Se è così il Governo non può non ascoltarci e non accogliere le nostre proposte". "Se no - ha chiosato Maroni - faremo la rivoluzione". Dossier A Renzi - "Consegnerò a Renzi - ha concluso il presidente - un dossier sulla Lombardia, per dire quanto siamo virtuosi, quanto poco spendiamo e quanto siamo efficienti. Se Renzi vuole tagliare e recuperare risorse, lo faccia prendendo a modello la Lombardia".  
   
   
REGIONI; SERRACCHIANI, RIFORMA TITOLO V NON INVESTE SPECIALI  
 
Trieste, 20 marzo 2014 - "Il documento di cui si è discusso non attiene alle Autonomie speciali, posto che la riforma del Titolo V non investe le specialità". Lo ha affermato a Roma la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani a margine della riunione della Conferenza delle Regioni, riferendosi al documento che sarà presentato dalle Regioni al Governo sulla riforma del Senato e del Titolo V. "In linea generale - ha proseguito - è emerso che tra lo Stato e le Regioni c´è una buona apertura di dialogo e la consapevolezza condivisa che bisogna fare presto. C´è un accordo di massima su grandi temi come le infrastrutture e le opere strategiche, mentre le Regioni hanno sollevato dubbi su altri temi, quali ad esempio l´urbanistica o il ruolo regolativo sugli enti intermedi. Le Regioni, in sostanza, non considerano positivamente l´abbandono di ogni potestà concorrente, e su questo la riflessione andrà approfondita". Serracchiani ha riferito che "è apparsa l´opportunità di chiarire da subito alcune questioni, come quella dei 21 membri del Senato delle Autonomie di nomina presidenziale o quelle situazioni complesse di governance che potrebbero andare a impattare sull´ordinamento europeo". "Nell´ambito del processo di riforma, gli Statuti di autonomia devono essere acquisiti e al massimo - ha concluso - riconsiderati in senso espansivo".  
   
   
BOLZANO: RIFORME ISTITUZIONALI: KOMPATSCHER A ROMA, INCONTRO CON RENZI  
 
Bolzano, 20 marzo 2014 - Il documento politico sulle riforme istituzionali che le Regioni e le Province autonome definiranno (19 marzo) a Roma sarà presentato dai Presidenti giovedì 20 al premier Matteo Renzi. Il presidente della Provincia Arno Kompatscher parteciperà a Roma alla Conferenza delle Regioni e giovedì all´incontro a Palazzo Chigi. I Presidenti delle Regioni e delle Province autonome incontreranno il presidente del Consiglio Matteo Renzi giovedì 20 marzo alle 8 a Palazzo Chigi. Per preparare il vertice con il premier e definire il documento politico sulle riforme istituzionali che le Regioni sottoporranno al Governo, è convocata per alle 15 a Roma una riunione in seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni. Ai due importanti appuntamenti parteciperà anche il presidente della Provincia Arno Kompatscher. La bozza del Governo sulla riforma del Titolo V (che regola il rapporto tra Stato e Regioni) e sul nuovo Senato (destinato a diventarte una Camera delle autonomie) è considerata la base per la discussione dalle Regioni, che a Renzi consegneranno le loro osservazioni. Kompatscher rappresenterà a Roma l´esigenza di prevedere una clausola di salvaguardia dell´autonomia dell´Alto Adige nell´iter di riforma del Titolo V della Costituzione, "passaggio necessario per non ridurre l´autonomia, per mantenere l´attuale livello e per ampliarlo secondo le proposte avanzate da tempo e discusse con il Governo", spiega il Presidente della Provincia.  
   
   
TRENTO, RIFORME COSTITUZIONALI: DOCUMENTO DELLE REGIONI, INDICAZIONI SULL´AUTONOMIA  
 
Bolzano, 20 marzo 2014 - La Conferenza delle Regioni ha approvato il 19 marzo a Roma il documento con le osservazioni sulla bozza di riforma costituzionale elaborata dal Governo e lo presenterà al premier Renzi: "Tra le indicazioni c’è uno specifico passaggio volto a preservare il livello e le competenze dell´autonomia", sottolinea il presidente Arno Kompatscher che incontrerà anche il nuovo ministro alle Regioni Maria Carmela Lanzetta. Dopo aver discusso della bozza del Governo sulla riforma del Titolo V (che regola il rapporto tra Stato e Regioni) e sul nuovo Senato (destinato a diventare una Camera delle autonomie), la Conferenza delle Regioni riunita in seduta straordinaria a Roma ha messo a punto e approvato un documento politico unitario con richieste e proposte di modifica che sarà illustrato a Palazzo Chigi nell´incontro con il premier Renzi. L´esito dei lavori tra le Regioni lascia soddisfatto il presidente Arno Kompatscher. Sulla riforma del Titolo V in relazione alle autonomie speciali, nel corso della seduta è stato ricordato che già la riforma del 2001 conteneva una "clausola di maggior favore" per preservare le competenze dell´autonomia: "Nel nuovo testo di riforma costituzionale - sottolinea Kompatscher - riteniamo necessario proporre un´indicazione che va in quella direzione, vale a dire la specificazione che le nuove disposizioni si applicano alle autonomie speciali solo per le parti in cui prevedono competenze più ampie rispetto a quelle già attribuite." Le osservazioni sulla bozza di riforma costituzionale riguardano anche la composizione della futura Camera delle autonomie che sostituirà il Senato: i Presidenti delle Regioni ribadiscono l´obiettivo di garantire un equilibrio fra Stato e Regioni e quindi chiedono al Governo un sistema in grado di bilanciare l´esercizio della potestà legislativa con riferimento alle rispettive competenze. Alle 8 a Palazzo Chigi il presidente Kompatscher partecipa con gli altri governatori all´incontro con il premier Renzi e a seguire avrà un primo colloquio con il nuovo ministro degli affari regionali, Maria Carmela Lanzetta.  
   
   
L’ASSESSORE CALABRIA HA INCONTRATO A ROMA IL PRESIDENTE DELL’ICE PER DISCUTE SUL PIANO EXPORT SUD  
 
 Catanzaro, 20 marzo 2014 - L´assessore all´internazionalizzazione Luigi Fedele ha incontrato a Roma il presidente dell´Ice-agenzia per la promozione all´estero e l´internazionalizzazione delle imprese italiane Riccardo Monti per fare il punto sullo stato di attuazione del Piano export Sud, il programma straordinario per la promozione dei prodotti italiani sui mercati internazionali destinato alle imprese delle Regioni convergenza. Nel corso della riunione, alla quale ha preso parte anche il coordinatore dello Sprint Calabria Alessandro Dattilo, sono stati illustrati gli interventi in fase di attivazione a beneficio della Regione Calabria, tra cui spicca il progetto triennale per la promozione della Zona Economica Speciale del Porto di Gioia Tauro che prevede interventi finalizzati a identificare il piano di sviluppo della Zes nell´area di Gioia Tauro anche a supporto della attività previste in tal senso nell´Apq Gioia Tauro. “Il processo di rilancio dell´economia regionale - ha dichiarato l´assessore Fedele - è strettamente connesso al grado di internazionalizzazione delle nostre imprese. Gli interventi a sostegno dell´export sono una priorità ineludibile e sulla quale investire maggiormente in futuro, sia in termini di impegno che di risorse finanziarie. In questo senso – ha messo in evidenza l’assessore regionale -, l´incontro con il presidente Monti è stato molto positivo in quanto dimostra la lungimiranza della Giunta Scopelliti nell´istituire un apposito assessorato che, attraverso il settore internazionalizzazione e lo Sprint, ha realizzato numerose iniziative e progetti a beneficio delle nostre aziende. Al contempo, l´ampia disponibilità e sensibilità dimostrata dal presidente Monti, per dare vita a interventi congiunti, rafforza – ha infine rilevato Fedele - il convincimento che è necessaria una forte azione sinergica tra le istituzioni nazionali e regionali per ottenere risultati importanti”. Il piano sarà costruito sulla base di attività di benchmarking con i protagonisti di iniziative di successo per quanto concerne lo sviluppo di Zes in paesi come Marocco e Emirati Arabi. Nello specifico, l´evento di lancio delle attività avverrà il 14 aprile a Reggio Calabria nella sede del Consiglio regionale alla presenza dei vertici regionali, di Ice Agenzia e dei principali protagonisti nazionali e internazionali del settore della logistica e del terziario avanzato. L´assessore Fedele e il presidente Monti, in uno spirito di piena collaborazione, hanno espresso reciproca soddisfazione per la stretta sinergia attivata tra il settore internazionalizzazione della Regione Calabria guidato dalla dirigente Saveria Cristiano, lo Sprint Calabria e le strutture Ice coinvolte nella gestione del Piano export Sud. A seguito della riunione romana, inoltre, è stato deciso di avviare già dal mese di maggio l´azione Export Lab che prevede percorsi formativi, di tutoraggio e incubazione per circa 30 aziende calabresi; azioni di formazione al personale di Pmi, start-up, parchi universitari e tecnologici sulla gestione della Proprietà Intellettuale; seminari tecnico-formativi e di primo orientamento ai mercati internazionali. La presentazione dell´Export Lab avverrà il 15 maggio presso la Fondazione Terina e sarà l´occasione per illustrare nel dettaglio gli interventi previsti anche sul versante promozionale attraverso la partecipazione a numerose manifestazioni fieristiche internazionali. Al termine dell´incontro l´assessore Fedele e il presidente dell´Ice hanno concordato l´avvio di una importante sinergia operativa a beneficio del tessuto produttivo regionale, da svilupparsi sulla programmazione dei fondi strutturali 2014-2020, al fine di sfruttare al meglio il bagaglio conoscitivo e di esperienze posseduto dalla rete di uffici esteri dell´Ice.  
   
   
AIUTI DI STATO:CHIODI, PER ABRUZZO VA RIVISTA QUOTA ABITANTI RICHIESTA A GOVERNO E REGIONI. IL NODO DEL CRATERE SISMICO  
 
L´aquila, 20 marzo 2014 - La Regione Abruzzo chiederà al Governo di rivedere la proposta di riparto della popolazione per l´individuazione delle aree ammissibili al regime degli aiuti di Stato nel periodo 2014/2020. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, che precisa: "In sede di tavolo tecnico la Regione ha già formalizzato questa richiesta e dal punto di vista politico ho direttamente interessato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. La questione - aggiunge il presidente Chiodi - è di rilevante importanza in quanto c´è in gioco la deroga agli aiuti di Stato in de minimis per le grandi aziende. In passato tale misura era conosciuta come art. 87. 3C ed ora, dal prossimo giugno, assumerà una nuova veste con l´articolo 107 del nuovo regolamento". Per ridefinire la carta degli aiuti di Stato per il periodo 2014/2020, l´Unione europea ha fissato per l´Italia il tetto massimo di popolazione di 2 milioni 700 mila abitanti, cambiando anche i criteri di individuazione delle aree. In precedenza la scelta veniva fatta su ambiti censuari, ora diversamente, le aree vengono individuate in base agli abitanti per comune. "La nostra proposta fatta in sede di tavolo tecnico - chiarisce Chiodi - è di espungere dal plafond dell´Unione europea gli abitanti del cratere sismico pari a 150 mila unità. Al Governo e alle Regioni chiediamo che per calcolare il riparto regione per regione venga prima detratta la quota dei 150 mila abitanti dei comuni del cratere sismico e successivamente procedere al riparto secondo i criteri individuati dal tavolo tecnico delle Regioni".  
   
   
BOLZANO: LIMITE DEI MANDATI PER TUTTE LE CARICHE ELETTIVE E PER I CDA PUBBLICI  
 
Bolzano, 20 marzo 2014 - E´ stato fissato a 3 mandati consecutivi, per un massimo di 15 anni, il limite di tutte le cariche elettive in Alto Adige: dai sindaci al Presidente della Provinca, sino agli assessori comunali e provinciali. Limite di 3 mandati, inoltre, per tutti i membri di Cda e organi di controllo di società, agenzie ed enti controllati dalla Provincia. La decisione è stata presa (18 marzo) dalla Giunta provinciale, che ha innanzitutto approvato la delibera riguardante il riassetto organizzativo degli enti dipendenti dalla Provincia come le società controllate e partecipate e le agenzie. "E´ stato fissato un limite di 3 mandati consecutivi, per un totale di 9 anni per i membri dei consigli di amministrazione e degli organi di controllo - ha spiegato il Presidente Arno Kompatscher - senza contare che i Cda potranno essere composti da un minimo di 3 ad un massimo di 6 persone, mentre sindaci e revisori dei conti dovranno essere al massimo 3". In aggiunta a ciò, va anche ricordato che tutte le nomine future verranno effettuate tramite la pubblicazione di bandi (i primi sono già apparsi sui quotidiani locali) che inviteranno le persone in possesso dei requisiti necessari ad avanzare la propria candidatura. Dall´apparato amministrativo a quello politico, anche in questo ambito si è puntato sul limite dei 3 mandati consecutivi, per un totale di 15 anni. "Si è deciso di elaborare una norma che fosse trasparente e uguale per tutti - ha aggiunto Kompatscher - e che comprendesse ogni tipo di carica elettiva e di governo. Il limite dei mandati, dunque, sarà valido per i sindaci, per gli assessori comunali, per gli assessori provinciali e per il Presidente della Provincia".  
   
   
ROSSI, VIA ALL´ANTICIPAZIONE DI 82 MILIONI DI FONDI EUROPEI  
 
Firenze, 20 marzo 2014 - Avanti tutta con i fondi europei. 82 milioni di euro entreranno presto nel "circuito" dell´economia toscana. La giunta regionale ha infatti approvato la delibera con cui si dà avvio alla gestione in anticipazione dei Fondi Strutturali del ciclo finanziario 2014 – 2020 che prevede l´immediata attuazione degli interventi dei Por Fse, Por Fesr e Feasr. "Con questa decisione – commenta il presidente Enrico Rossi, che ha fortemente voluto questo colpo di acceleratore – superiamo il rischio del blocco degli interventi per un anno a causa del ritardo nei tempi del negoziato, che non dipende certo da noi. La Regione Toscana è la prima regione italiana ad aver assunto una tale decisione. Grazie alle nostre anticipazioni, potremo partire con i bandi a maggio, garantendo così continuità all´azione regionale e immettendo risorse nell´economia regionale". Oltre ad assicurare la copertura delle risorse necessarie per effettuare questa operazione, nella delibera sono definiti in modo puntuale gli interventi che saranno attuati in anticipazione con l´indicazione dell´importo, della tipologia del beneficiario destinatario del finanziamento, della procedura adottata per l´assegnazione delle risorse e della relativa tempistica, per un ammontare totale pari a 82 milioni di euro così ripartiti: 28 milioni di euro al Fesr, 34 milioni di euro al Fse e 20 milioni di euro al Feasr, in una logica di trasversalità e concentrazione delle risorse. Le autorita´ di gestione dei programmi operativi regionali Por Fesr, Por Fse e Piano di Sviluppo Rurale vengono impegnati dalla delibera ad attuare tutte le procedure necessarie per garantire l´avvio della gestione in anticipazione degli interventi, nel rispetto dei tempi e delle procedure previste, tenuto conto degli esiti delle verifiche con la Commissione Europea ed il Governo. Nella stessa seduta di giunta, su iniziativa dell´assessore Gianfranco Simoncini, è stata anche concordata l´ ipotesi di ripartizione delle risorse: 806 milioni di euro per il Fesr e 745 per il Fse.  
   
   
PERSONALE REGIONALE: NESSUNO SPRECO, PUGLIA REGIONE VIRTUOSA  
 
Bari, 20 marzo 2014 - “Non siamo spendaccioni, e non abbiamo eccedenze di personale”. Lo conferma l’assessore al Lavoro, Leo Caroli, commentando i servizi sulla situazione del personale regionale. “Sorprendono le polemiche sul personale, che ormai da molti anni è uno dei motori delle politiche di sviluppo della Regione. Infatti la Puglia è tra le regioni più virtuose d’Italia per le politiche del personale, per la sua efficienza e per le spese connesse. A fronte di una previsione in pianta organica di 3.902 unità, la Puglia ha dunque in carico sul bilancio autonomo 2.682 tra dipendenti e dirigenti: questi ultimo sono solo 146, con un rapporto di uno a 16. E’ evidente quindi un sottodimensionamento dell’organico di 1.220 unità. Nonostante il sottodimensionamento, i risultati sono importanti in termini di efficienza e efficacia per la gestione dei servizi e della programmazione, ed anzi ci impegnano a migliorare ancora. Per questo occorrono nuove assunzioni per categorie qualificate, in modo da calibrare meglio i carichi di lavoro. In questo contesto si collocano sia il nuovo concorso per 200 unità di categoria “D”, che lo sblocco delle assunzioni per gli ottanta vincitori di concorso di categoria “C”, stante l’imminente termine del blocco delle assunzioni determinato dalle sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità nel 2012. La spesa per il personale è scesa dal 2010 al 2012 da 177 milioni di euro annui agli attuali 151, con un incidenza sul bilancio complessivo della Regione inferiore al 10%. Inoltre la spesa pro capite media per ogni cittadino residente in Puglia per il personale è di 36 euro all’anno: molto al di sotto della spesa media nazionale e ai vertici delle regioni più virtuose (siamo secondi dopo la Lombardia)”. “Non spese allegre, non eccedenze, ma buona amministrazione”, conclude Caroli.  
   
   
TOSCANA; GLI ATTI APPROVATI DALLA GIUNTA NELLA SEDUTA DI LUNEDÌ 17 MARZO  
 
Firenze, 20 marzo 2014 - Si è tenuta nella sala Pegaso di Palazzo Sacrati Strozzi la seduta della Giunta regionale. In particolare sono stati approvate queste delibere: • Programmazione e anticpazione delle risorse per gli eventi alluvionali del nocvembre 2012 (da 0´00´´ a 1´3´´ e da 5´41" a 7´00") • Anticipazione per l´anno 2014 dei programmi regionali Fse, Fesr, Fears ciclo 2014-2020 (da 1´30" a 5´40") Archivio Video Giunta http://www.Regione.toscana.it/regione/giunta/archivio-video  Atti Approvati Vai alla pagina degli atti approvati dalla Giunta regionale.  
   
   
ASSESSORE CALABRIA AL CONSIGLIO REGIONALE:" ACCELERARE LA SPESA 2007-2013 E PROGRAMMARE AL MEGLIO I NUOVI FONDI COMUNITARI"  
 
Catanzaro, 20 marzo 2014 - L´assessore al Bilancio e alla Programmazione nazionale e comunitaria, Giacomo Mancini, eÌ intervenuto al Consiglio regionale a Reggio Calabria nel corso della seduta dedicata ai fondi comunitari. “Apriamo subito con un buona notizia - ha esordito Mancini – La Commissione europea ha approvato il Grande progetto sulla Ss106 Jonica. I lavori del tratto interessato sono giaÌ a buon punto e contiamo di chiuderli entro fine anno. In generale - ha continuato l’assessore - per la Programmazione 2007-2013 gli obiettivi sono ora la salvaguardia del Por Fesr e l’accelerazione della spesa. Abbiamo sempre rispettato i target di spesa, non abbiamo perso neanche un euro. Il ministro Trigilia ha infatti espresso il suo plauso per il lavoro fatto in Calabria. A partire dal 2012, abbiamo riprogrammato risorse importanti e dato vita a una serie di azioni strategiche per gli edifici scolastici, la banda ultra-larga, la Cassa integrazione in deroga, lo sviluppo del turismo e le Zone franche urbane. Ma adesso pensiamo a cioÌ che resta da fare. Dobbiamo produrre spesa per piuÌ di un miliardo di euro. Occorre ridistribuire le risorse in base alla reale capacitaÌ di spesa. Tutte le Regioni Convergenza in difficoltaÌ hanno riprogrammato: la Calabria non eÌ la sola e non perderaÌ risorse, percheì il cofinanziamento nazionale distolto andraÌ tutto nel Piano ordinario Convergenza. Anche se non scordiamo che il tempo perso a inizio programmazione ha condizionato tutto, oggi abbiamo un numero di impegni giuridicamente vincolanti impensabile fino a due anni fa. Per i Grandi Progetti, i lavori della Ss106 sono in ottimo stato di avanzamento, i bandi della Metro di Catanzaro e della Gallico/gambarie sono in fase di valutazione, e quello della Metro di Cosenza saraÌ pubblicato nuovamente entro marzo. E’ stata indetta la gara per la Banda Ultra Larga, che si chiuderaÌ questo mese. Per il nuovo aeroporto di Lamezia Terme, la societaÌ di gestione si eÌ impegnata a bandire la gara entro aprile. Abbiamo anche avviato una forte assistenza ai beneficiari, per chiudere piuÌ operazioni possibili in tempo utile, e delineato le azioni per aumentare la capacitaÌ di spesa del Programma. In alcuni settori abbiamo avuto risultati particolarmente positivi, tra cui l’“energia” e il “sistema scolastico”. E soprattutto la Progettazione integrata. I Pisu hanno impresso un’accelerazione all’intero Por. Adesso potenzieremo l’assistenza per aiutare le CittaÌ negli interventi piuÌ delicati. Per i Pisl, abbiamo giaÌ firmato il 90% delle convenzioni per le infrastrutture, e siamo al 50% delle gare indette dai beneficiari, di cui quasi la metaÌ aggiudicate. Entro maggio, prevediamo di arrivare al 95% con i bandi e al 65% con le aggiudicazioni. Per gli Aiuti alle imprese, sono partiti due Avvisi per gli incentivi al turismo, e un terzo bando usciraÌ entro marzo. Tutto cioÌ in meno di un anno dagli Accordi di Programmazione, e a soli due anni e mezzo dall’avviso Pisl. La cooperazione con gli Enti locali e l’assistenza in loco stanno garantendo risultati difficilmente immaginabili. Nessun’altra Regione ha investito cosiÌ tanto nella Progettazione integrata, e con questi risultati”. “Passiamo adesso alla nuova programmazione - ha proseguito Mancini -. I Regolamenti sono approvati, il negoziato tra Italia e Commissione Ue eÌ nella fase cruciale, il Ministero ha trasmesso a Bruxelles la bozza dell’Accordo di Partenariato. Non voglio dilungarmi su questi aspetti, desidero solo richiamare i punti strategici: attuazione e risultati, responsabilitaÌ attuative, accessibilitaÌ e diffusione dei dati, partenariato esteso, territorialitaÌ delle politiche, concentrazione delle risorse verso pochi obiettivi. Ed ecco le somme disponibili per la nuova programmazione. Le risorse comunitarie assegnate all’Italia ammontano a 33 miliardi di euro, di cui 31 miliardi per “Crescita e Occupazione”. A queste si aggiungono un cofinanziamento nazionale di 24 miliardi, il cofinanziamento regionale per i Por, e le risorse del Fondo sviluppo e coesione (55 miliardi di euro). Le risorse comunitarie (Fesr e Fse) per le cosiddette “regioni meno sviluppate” (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Basilicata) sono pari a oltre 22 miliardi. La Calabria per il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 potraÌ disporre, complessivamente, di 11 miliardi di euro. Per dirla con il vecchio conio: oltre 20 mila miliardi di vecchie lire. Una cifra straordinariamente grande. In particolare, le simulazioni del Ministero ci dicono che 1 miliardo 588 milioni saranno sul Fesr e 533 milioni sull’Fse, cifre che raddoppieranno grazie al cofinanziamento nazionale e regionale, raggiungendo cosiÌ in totale quota 4 miliardi e 244 milioni. A questi si aggiungono 1 miliardo e 103 milioni per il Psr (Feasr) e 5 miliardi e 650 milioni del Fondo di Sviluppo e Coesione. Per un totale, appunto, di 10 miliardi 997 milioni di euro. A livello regionale, oggi eÌ in avanzata fase di stesura il Documento di orientamento strategico (Dos). Ci stiamo preparando per assicurare immediatezza di azione, chiarezza nelle competenze e nelle responsabilitaÌ, e attenzione massima all’attuazione e ai risultati. Semplificando, stiamo preparando Programmi Operativi che siano un po’ ‘meno programmi’ e molto ‘piuÌ operativi’”. “Davanti a noi abbiamo tanti ambiziosi traguardi - ha concluso l’assessore - Le risorse comunitarie sono l’unica grande opportunitaÌ della Calabria, e per questo, mentre spingiamo l’acceleratore per spendere tutte le risorse giaÌ messe in campo e centrare tutti gli obiettivi, siamo giaÌ impegnati in pieno nella nuova programmazione. Abbiamo l’ambizione di rendere la Calabria una regione migliore, cogliendo le sfide dell’Unione Europea e avendo ben chiare quali sono le criticitaÌ. Ci avviciniamo quindi con ottimismo e determinazione al nuovo ciclo di fondi comunitari. In questi anni abbiamo fatto molto e lo abbiamo fatto bene. Adesso tutti quanti dobbiamo spingere insieme nella stessa direzione per dare un contributo determinante alla crescita della nostra amata Calabria”.  
   
   
LAVORO, MARONI: STUDIAMO UN MODELLO PER INNOVARE  
 
Milano, 20 marzo 2014 - "Una proposta importante, che io vorrei estendere, per creare un modello da applicare al mercato del lavoro nel suo complesso". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, commentando positivamente la proposta di un tavolo sul lavoro per Expo, avanzata dal segretario lombardo della Cisl durante il convegno organizzato, , per ricordare l´attualità del pensiero di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo di 12 anni fa. ´Jobs Act´ Deludente - "E´ importante che questo invito sia arrivato, nell´anniversario del tragico assassinio di Marco", ha sottolineato il presidente, proponendo di andare anche oltre le questioni contrattuali legate all´Esposizione universale del 2015. "La riforma Biagi è incompiuta, non si è ancora fatto quello ´Statuto dei lavori´ che era la novità assoluta e la svolta vera nel mondo del lavoro. Il ´Jobs act´ è deludente da questo punto di vista e io voglio raccogliere la sfida lanciata dalla Cisl lombarda: facciamo un tavolo per innovare, non solo per Expo, ma per creare un modello che possa servire al mondo del lavoro italiano che possa renderlo più competitivo, più inclusivo, con maggiori opportunità". "Ne parleremo già venerdì - ha anticipato - in occasione del confronto che ho voluto organizzare con le parti sociali sul primo anno della mia Giunta".  
   
   
MARONI: IL GOVERNO GARANTISCA LA CIG O SARÀ RIVOLUZIONE  
 
Milano, 20 marzo 2014 - "Sulla Cassa integrazione in deroga abbiamo fatto più di quanto prevede la legge, anticipando le somme stanziate dal Governo. Non possiamo però sostituirci all´Esecutivo, perché la legge non lo consente. Purtroppo stiamo pagando la cassa del 2013 con le risorse del 2014, perché mancano gli stanziamenti da parte del Governo. Anche il ministro Poletti ha riconosciuto che per il 2014 manca un miliardo. Questa è un´altra delle richieste che avanzerò al presidente del Consiglio: garantisca la copertura della cassa integrazione in deroga, altrimenti scoppia la rivoluzione". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, parlando a margine del convegno organizzato dalla Cisl Lombardia in ricordo di Marco Biagi.  
   
   
TRENTO: : LE NUOVE SFIDE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE  
 
 Trento, 20 marzo 2014 - Ruolo della formazione professionale nel quadro più vasto del rapporto scuola-lavoro e delle politiche in favore dei giovani; un forte investimento sullo strumento dell´apprendistato, accessibile anche a chi ha 15 anni; ridefinizione dell´offerta formativa secondo filiere o poli omogenei; semplificazione burocratico-normativa e attenzione ai risultati e alla valutazione dell´efficacia delle proposte; costruzione di un sistema formativo omogeneo e raccordo più stretto fra istituti tecnici e di formazione: sono questi alcuni dei principali temi emersi stamani nel corso di un incontro fra il presidente della Provincia autonoma di Trento e assessore all´istruzione Ugo Rossi, insieme ai dirigenti e ai tecnici del settore, e i direttori e presidenti degli enti e degli istituti professionali, pubblici e parificati. Il tutto, con l´obiettivo di "dar vita ad un atto di indirizzo con il quale spiegare ai ragazzi e alle loro famiglie come vogliamo orientarci a partire dal prossimo anno", e nella consapevolezza che in realtà a noi vicine, dalla Germania all´Alto Adige, è anche dagli istituti professionali che sono partite, con buoni risultati, le azioni contro la disoccupazione giovanile. Attualmente la formazione professionale trentina interessa quasi un terzo dell´offerta complessiva di istruzione e formazione. Quest´anno i nuovi iscritti sono stati 1440, a fronte dei circa 1900 degli istituti tecnici e dei 2480 dei licei. "Il sistema scolastico e formativo è un´opportunità fondamentale per i nostri giovani, in tutte le sue articolazioni. In termini organizzativi abbiamo fatto all´interno dell´amministrazione delle scelte forti, e vogliamo continuare su questa strada, se necessario introducendo gli opportuni correttivi normativi. Centrale il tema dell´apprendistato, mentre sul quinto anno stiamo ragionando sulle reali aspettative per poter dare le migliori risposte". Questi alcuni dei passaggi dell´intervento del presidente Rossi, in apertura di un incontro molto atteso nel corso del quale tutti gli intervenuti hanno avuto modo di confrontarsi e di avanzare proposte, che saranno oggetto nei prossimi mesi di un lavoro serrato assieme ai tecnici dell´amministrazione. Un Tavolo, peraltro, è già al lavoro per mettere a fuoco i fabbisogni formativi e cercare di produrre proiezioni utili per il futuro, intercettando i bisogni reali del territorio. Al centro dell´attenzione, ha sintetizzato la dirigente Livia Ferrario, la necessità di fare un passo "più in là" nel campo dell´alternanza scuola-lavoro, potenziando l´orientamento e l´intermediazione fra domanda e offerta e utilizzando le risorse europee della "Garanzia giovani". Riguardo all´apprendistato, esso dovrà essere introdotto in forma stabile per il diploma tecnico professionale, a conclusione del triennio, e per l´ottenimento della qualifica professionale , a conclusione del primo/secondo anno (anche per contrastare l´abbandono scolastico). Andranno individuate con il contributo delle organizzazioni datoriali le imprese disposte all´assunzione con questo tipo di contratto; le stesse aziende dovranno essere adeguatamente supportate nella definizione del "profilo formativo" dell´apprendista. Parallelamente verrà dato impulso anche alle esperienze di autoimprenditorialità. Analoga attenzione dovrà essere riposta nelle altre forme di transizione o di accompagnamento al mondo del lavoro e nei tirocini nei periodi di lavoro estivo durante tutto l´iter formativo. Un incontro proficuo, insomma, quello di stamani, conclusosi con l´impegno a lavorare a fondo nei prossimi mesi per ridefinire esigenze e priorità di un settore considerato strategico, anche alla luce dell´importanza che esso riveste nella lotta alla disoccupazione giovanile in un momento di crisi quale è quello attuale.  
   
   
BOLZANO: FORMAZIONE E RIQUALIFICAZIONE LAVORATORI, PRIMI RISULTATI CONCRETI  
 
 Bolzano, 20 marzo 2014 - "Tutti gli uffici provinciali stanno collaborando fra di loro per offrire corsi gratuiti in grado di dare nuove prospettive ai lavoratori colpiti dalla crisi". Lo ha ribadito (18 marzo) l´assessore provinciale Philipp Achammer, il quale non solo ha ricordato che "si sta facendo il possibile per aiutare i lavoratori", ma ha anche aggiunto che "si vedono i primi risultati concreti di queste iniziative". L´assessore Philipp Achammer, che coordina le iniziative messe in campo dagli uffici provinciali che fanno capo alle Ripartizioni lavoro, formazione professionale e orientamento scolastico, ha parlato in maniera particolare della Hoppe di San Martino in Passiria. "Grazie anche alle iniziative formative gratuite che abbiamo offerto ai 120 lavoratori in mobilità - ha spiegato - 44 di loro hanno già trovato una nuova occupazione a pochi mesi di distanza dalla perdita del proprio precedente posto di lavoro. Ciò significa non solo che la Provincia sta facendo tutto il possibile per dare un aiuto e un sostegno a chi si trova in difficoltà, ma anche che le iniziative organizzate con la collaborazione delle scuole professionali provinciali presenti sul territorio stanno dando qualche concreto risultato". Achammer ha inoltre annunciato che nel mese di marzo prenderanno il via le iniziative riservate ai lavoratori in esubero della Sunedison, mentre in aprile sarà la volta di quelli della Zh. "I corsi vengono organizzati in maniera congiunta dalle tre Ripartizioni coinvolte - ha concluso l´assessore provinciale - sono assolutamente gratuiti, e spaziano fra i temi più disparati. In questo modo la Provincia vuole dare nuove prospettive occupazionali e di vita a coloro che sono stati duramente colpiti dalla crisi economica"  
   
   
PARMA, LA PROVINCIA METTERE IN PIAZZA LA LEGALITÀ  
 
Parma, 20 marzo 2014 - Il 19 marzo è il giorno della morte di Don Giuseppe Diana e nel pomeriggio a Parma ci sarà la fiaccolata di Libera per ricordare lui e tutte le vittime di mafia, appuntamento che anticipa la Xix "Giornata della memoria e dell´impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che avrà luogo a Latina il 22. Intanto a parlare di mafia, di come ingloba le persone quando lo Stato le abbandona e di quello che possiamo – tutti - fare, sono state le ragazze della 5° O dell’Istituto Giordani. Si diplomeranno a giugno in tecnico dei servizi sociali, un mestiere in cui la relazione e il sostegno alle persone sono basilari. Ma forse, scherzano, faranno le attrici dopo l’esperienza vissuta nel laboratorio teatrale della cooperativa Giolli realizzato nell’ambito del progetto finanziato da Provincia di Parma e Regione Emilia Romagna “Dare un Nome al Mondo ovvero il cammino della legalità”. La loro performance, ideata e interpretata dalle 14 studentesse con l’aiuto di Massimiliano Filoni e Vania Buzzini, ha occupato per una mattinata intera le vie del centro città: prima piazza Garibaldi, poi via Garibaldi nei pressi del Parma Point, poi piazza Ghiaia dentro il mercato settimanale. Flore, Laura, Giulia, Stefania, Alessia, Maria Chiara, Martina, Carola, Vanessa, Chiara, Irma, Elisa, Maria Chiara e Erjone, con la loro insegnante Paola Errico, hanno messo in scena una storia di quotidiano abbandono. Lo Stato, interpretato da una ragazza-manifesto vestita con il testo dell’articolo 4 della Costituzione, è indifferente alle richieste di aiuto di una persona. La stessa verrà soccorsa da un esponente della mafia entrando in questo modo nel circuito perverso dell’illegalità. Filoni scandisce frasi di Giovanni Falcone: “la mafia è un fenomeno umano - scriveva il giudice - dobbiamo vincerla con la forza delle istituzioni migliori”. Ancora: “dove ci sono miseria e povertà domina la logica del favore che è la negazione del diritto”. Al termine dell’animazione teatrale si discute con le persone che via via si fermano e vogliono sapere cosa significa la rappresentazione. La domanda infatti è per tutti: cosa possiamo fare? Resistere, dice un passante. Continuare la lotta, dice un altro. Parlarne a scuola, aggiunge una donna. “Con questo piccolo teatro vogliamo farci sentire – dicono le studentesse del Giordani – diciamo che lo Stato è spesso indifferente nei confronti delle difficoltà dei cittadini e che nel vuoto che lascia si inserisce la criminalità. La mafia è un problema di tutti non solo del sud, tutto il paese ne soffre”. “Sono passati 20anni dall’omicidio di Don Giuseppe Diana – ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali Marcella Saccani – il lavoro che stiamo facendo nelle scuole non è solo sensibilizzazione ma un percorso di formazione e educazione che guarda al tema della legalità come tratto fondante di nuove donne e nuovi uomini. La crisi non giustifica il silenzio ”.  
   
   
BOLZANO: NUOVE MISURE DI SOSTEGNO A DISOCCUPATI E CASSAINTEGRATI  
 
Bolzano, 20 marzo 2014 - Dalla scorsa settimana le persone che hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione possono contare su due nuove prestazioni economiche erogate dalla Provincia autonoma di Bolzano. Nella seduta dell´11 marzo la Giunta provinciale ha infatti approvato i nuovi "Criteri di concessione dell´indennità integrativa dell´Assicurazione sociale per l´impiego (Aspi) e misure anticrisi" che si aggiungono agli ammortizzatori sociali erogati dallo Stato tramite l´Inps e danno concreta attuazione ad una legge regionale approvata lo scorso anno (legge n. 2/2013). La prima delle due prestazioni, l´integrazione all´Aspi, si rivolge alle persone licenziate da imprese industriali e cooperative di produzione e lavoro di piccole dimensioni (aventi non più di 15 dipendenti) oppure da imprese commerciali con non più di 50 dipendenti. In queste situazioni lo Stato riconosce dallo scorso anno una nuova prestazione, l´Aspi, che sostituisce la precedente indennità di disoccupazione. L´aspi può avere una durata variabile da 8 a 12 mesi. La Provincia, grazie alla nuova prestazione, concede alle persone disoccupate un assegno fino a 850 € lordi per un massimo di 4 mesi che spetta a conclusione del periodo in cui i lavoratori disoccupati hanno percepito l´Aspi oppure l´indennità di disoccupazione agricola. È importante precisare che i disoccupati che ricevono l´indennità statale di mobilità dall´Inps (si tratta di lavoratori di imprese industriali con più di 15 dipendenti) non possono accedere alla prestazione provinciale. Il secondo intervento di sostegno economico di nuova istituzione si rivolge invece a coloro che cessano il rapporto di lavoro o vengono sospesi dallo stesso (i cassaintegrati) per ragioni riconducibili alla crisi economica. Anche in questo caso l´indennità può essere erogata fino a 4 mesi ed arrivare fino ad 850 € mensili in caso di licenziamento. Per coloro che sono in cassa integrazione il contributo è orario e può essere pari ad un massimo di 1.056 € nell´arco di un triennio. "La crisi economica ha indubbiamente colpito anche la nostra provincia. Molte persone hanno perso il posto di lavoro e sono in grande difficoltà nel trovare una nuova occupazione. Attraverso i nuovi interventi cerchiamo, andando oltre a quanto previsto dai sostegni statali, di rendere possibile alle persone coinvolte il superamento di una fase molto critica della propria esistenza" ha sottolineato l´Assessora al lavoro e alle politiche sociali Martha Stocker. Per entrambe le prestazioni i cittadini interessati devono rivolgersi ai patronati presenti sul territorio provinciale che li aiuteranno nella compilazione della domanda che verrà poi inoltrata dai patronati all´Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico (Asse) che ne curerà il pagamento. Sulle pagine web dell´Agenzia Asse all´indirizzo http://www.Provincia.bz.it/asse/temi/disoccupazione.asp  sono già adesso disponibili utili informazioni sulle nuove prestazioni con i riferimenti anche delle persone che gestiscono le domande. Per coloro che hanno perso il lavoro nel periodo dal 1° gennaio 2013 alla data di entrata in vigore dei criteri le domande per le indennità integrativa all´Aspi e "anticrisi" possono essere presentate fino al 30 giugno 2014.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: IL DIRITTO DELL’UNIONE NON IMPONE CHE UNA MADRE COMMITTENTE, CHE ABBIA AVUTO UN FIGLIO MEDIANTE UN CONTRATTO DI MATERNITÀ SURROGATA, ABBIA DIRITTO A UN CONGEDO DI MATERNITÀ O EQUIVALENTE  
 
 Lussemburgo, 20 marzo 2014 - La sig.Ra D., impiegata in un ospedale nel Regno Unito, e la sig.Ra Z., insegnante che lavora in Irlanda, si sono avvalse ciascuna di una madre surrogata per avere un figlio. La sig.Ra D. Ha stipulato un contratto di maternità surrogata ai sensi del diritto britannico. Il figlio è stato concepito con spermatozoi del suo compagno e l’ovocita di un’altra donna. Alcuni mesi dopo la nascita, un tribunale britannico ha conferito alla sig.Ra D e al suo compagno, con il consenso della madre surrogata, la definitiva e piena potestà genitoriale sul bambino, conformemente alla normativa britannica sulla gestazione per conto terzi. La sig.Ra Z. Soffre di una rara patologia per effetto della quale, pur avendo ovaie sane ed essendo peraltro fertile, è priva di utero e quindi non è in grado di sostenere una gravidanza. Lei e il marito hanno avuto un figlio grazie a un contratto stipulato con una madre surrogata in California. Dal punto di vista genetico, il figlio proviene dalla coppia e sul suo certificato di nascita americano non vi è alcuna menzione dell’identità della madre surrogata. Conformemente al diritto californiano, la sig.Ra Z. E suo marito sono considerati i genitori del bambino. Le due donne hanno chiesto un congedo retribuito equivalente a un congedo di maternità o a un congedo di adozione. Le loro richieste sono state respinte con la motivazione che esse non erano mai state incinte e che i bambini non erano stati adottati dai genitori. I giudici nazionali ai quali si sono rivolte le due madri committenti chiedono se un simile rifiuto sia contrario alla direttiva sulle lavoratrici gestanti o se esso costituisca una discriminazione fondata sul sesso o sull’handicap (discriminazioni vietate, rispettivamente, dalla direttiva 2006/54/Ce e dalla direttiva 2000/78/Ce ). Nelle odierne sentenze, la Corte di giustizia dichiara che il diritto dell’Unione non riconosce alle madri committenti il diritto a un congedo retribuito equivalente a un congedo di maternità o di adozione. Per quanto riguarda la direttiva 92/85/Cee sulle lavoratrici gestanti, la Corte ricorda che il suo scopo è quello di promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento, considerate come un gruppo esposto a rischi specifici. In questa direttiva, la disposizione sul congedo di maternità si riferisce espressamente al parto e ha l’obiettivo di proteggere la madre nella peculiare situazione di vulnerabilità derivante dalla sua gravidanza. La Corte aggiunge che, sebbene il congedo di maternità sia volto anche ad assicurare la protezione delle particolari relazioni tra la donna e il suo bambino, tale finalità riguarda tuttavia soltanto il periodo successivo «alla gravidanza e al parto». Ne deriva che il riconoscimento di un congedo di maternità sulla base di tale direttiva presuppone che la lavoratrice interessata sia stata incinta e abbia partorito. Pertanto, una madre committente che per avere un figlio si sia avvalsa di una madre surrogata non ricade nell’ambito di applicazione della direttiva, nemmeno quando dopo la nascita possa allattare al seno o di fatto allatti al seno il bambino. Di conseguenza, gli Stati membri non sono tenuti, sulla base di detta direttiva, a riconoscere a una tale lavoratrice il diritto al congedo di maternità. Tuttavia, la Corte aggiunge che, poiché la direttiva persegue l’obiettivo di stabilire prescrizioni minime per proteggere le lavoratrici gestanti, gli Stati membri sono liberi di applicare alle madri committenti disposizioni più favorevoli. Quanto alla direttiva 2006/54/Ce sulla parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione, la Corte dichiara che il rifiuto di riconoscere un congedo di maternità a una madre committente non costituisce una discriminazione fondata sul sesso, in quanto neppure un padre committente ha diritto a beneficiare di un tale congedo e il diniego non sfavorisce in modo particolare i lavoratori di sesso femminile rispetto ai lavoratori di sesso maschile. Peraltro, il diniego a una madre committente di un congedo retribuito equivalente a un congedo di adozione non rientra nell’ambito di applicazione della direttiva sulla parità di trattamento. Questa lascia gli Stati membri liberi di accordare o meno un congedo di adozione. Essa si limita a prevedere che, qualora un siffatto congedo venga riconosciuto, le lavoratrici interessate debbano essere tutelate contro il licenziamento e abbiano il diritto di riprendere il loro impiego o un impiego equivalente. Infine, riguardo alla direttiva 2000/78/Ce, che vieta qualsiasi discriminazione fondata sull’handicap in materia di occupazione e di lavoro, la Corte osserva che è innegabile che l’incapacità di procreare possa causare a una donna grande sofferenza. Tuttavia, la nozione di «handicap» ai sensi di tale direttiva presuppone che la limitazione di cui soffre la persona, in interazione con barriere di diversa natura, sia in grado di ostacolare la sua piena ed effettiva partecipazione alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori. Ebbene, l’incapacità di procreare naturalmente non costituisce di per sé, in via di principio, un impedimento per la madre committente ad accedere a un impiego, a svolgerlo o ad avere una promozione. In tale contesto, la Corte dichiara che l’impossibilità di avere un figlio non costituisce un «handicap» ai sensi della direttiva 2000/78 che, di conseguenza, non è applicabile alla presente fattispecie.  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE: STANZIATI DALLA GIUNTA REGIONALE FONDI PER LA GESTIONE DEL PACCHETTO FAMIGLIA E PREVIDENZA SOCIALE  
 
Trento, 20 marzo 2014 - La Giunta regionale, con due distinte delibere, ha stanziato oggi 68.000.000 di euro per le Province autonome di Trento e Bolzano, per l’attuazione degli interventi previsti dalle normative sul Pacchetto famiglia e previdenza sociale. In particolare le risorse saranno utilizzate per la gestione dell’assegno al nucleo familiare. I fondi sono equamente ripartiti fra le due Province autonome.  
   
   
VARESE - CONGEDI PARENTALI: IN CRESCITA LA PARTECIPAZIONE MASCHILE  
 
Varese, 20 marzo 2014 - Alla vigilia della festa del papà di mercoledì 19 marzo emergono dati che - elaborati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio col suo portale statistico www.Osserva-varese.it  - fanno emergere un’accresciuta partecipazione maschile alla vita famigliare anche a livello locale. Sul territorio varesino sono stimati quasi 500 congedi parentali all’anno presi dai papà per la cura dei figli, un dato che conferma la crescita nazionale e lombarda. Complessivamente in Italia i congedi parentali richiesti dai padri sono infatti arrivati a una quota pari all’11% del totale (89% donne), partendo dal 7,5% del 2008. Sul totale italiano di 31.201 congedi parentali, sono 5.091 quelli richiesti dai papà lombardi che hanno così usufruito di un’opportunità offerta loro dalla legge 53 in vigore dall’anno 2000: il dato regionale assorbe ben il 17,3% del totale nazionale. Ritornando a Varese, sempre l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio permette di scoprire che l’età media paterna al momento della nascita del primo figlio è ora di 35,1 anni, quattro in più rispetto alle madri. Così, coerentemente con questi dati, la fascia d’età maggiormente interessata dai congedi parentali al maschile è quella compresa tra i 35 e i 44 anni (63% del totale). Intanto la famiglia varesina continua a diventare sempre più piccola: nell’arco di dieci anni si è passati da una composizione media di 2,5 unità nel 2003 a 2,3 nel 2012. Il numero medio di figli per donna, poi, esprime una differenza fra italiane (1,29) e straniere (2,56).  
   
   
NOVARA - IMPRESE ROSA: AL VIA IL PROGRAMMA DI INIZIATIVE PER IL 2014  
 
Novara, 20 marzo 2014 - Partirà martedì 25 marzo la prima iniziativa del ricco programma di attività promosso dal Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Novara. “Donne Made in Italy – Storie di imprenditoria femminile tra vita privata e lavoro” è il titolo dell’appuntamento, che si svolgerà presso l’Arengo del Broletto alle ore 18. All’incontro, organizzato in collaborazione con Comune e Provincia di Novara, parteciperanno le imprenditrici Paola Naggi (Caffè Ristorante Impero s.N.c.), Katia Paracchini (rubinetteria Elka) Cristina Poirè (micronido La Tartaruga Isa) e Cinzia Vallaro (allevamento di cavalli La Pasqualina s.S.). Le testimonianze, introdotte dalla giornalista Barbara Bozzola, saranno accompagnate dalla lettura di brani di letteratura femminile, interpretati dalle allieve della Scuola “Teatro Zerotredueuno” di Chiara Petruzzelli. L’upgrading sarà dunque il filo conduttore delle iniziative messe a punto dal Comitato per il 2014 che includono un ciclo di workshop dedicati a e-commerce e web marketing, con un approfondimento sugli aspetti logistici e legali del commercio elettronico, ed un corso di business english, che prenderà avvio con il modulo Phone call and e-mail. Particolare attenzione verrà dedicata a chi desidera mettersi in proprio, attraverso un percorso formativo mirato a far conoscere gli adempimenti necessari per l’avvio di un’attività imprenditoriale, le agevolazioni finanziarie e fiscali disponibili, le modalità di gestione del rapporto con gli istituti bancari e la redazione di un Business Plan. I partecipanti saranno inoltre coinvolti in un´attività di coaching che andrà ad integrare le giornate di formazione in aula. Alle agevolazioni sarà poi dedicato un apposito seminario, durante il quale verranno approfondite le misure promosse a livello regionale a favore di imprese femminili e giovanili; in quell’occasione verrà anche presentata la Sezione Speciale “Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità” del Fondo di Garanzia per le Pmi, misura nazionale dedicata alle imprese femminili. Non mancherà, infine, una nuova edizione del “Premio Impresa: Femminile Singolare”, iniziativa che prevede tre riconoscimenti per imprese femminili particolarmente meritevoli sotto il profilo dell’innovazione, dell’internazionalizzazione, della tutela ambientale o della conciliazione dei tempi di vita e lavoro, andando inoltre a premiare due imprese non femminili che siano distinte per la miglior manager donna e per efficaci politiche di worklife balance. Ulteriori informazioni sulle iniziative sono disponibili nella sezione “Appuntamenti” del sito www.No.camcom.gov.it  o possono essere richieste alla Segreteria tecnica del Comitato (tel. 0321338265; e-mail: servizi.Imprese@no.camcom.it ; fax 0321338289).  
   
   
RIPARTO DEL FONDO SOCIALE: CIRCA 52 MLN DI EURO PER L’EMILIA-ROMAGNA  
 
Bologna, 20 marzo 2014 - Novità per la programmazione sociale 2014. Dopo un periodo (il 2008-2012) caratterizzato dal taglio dei trasferimenti statali, la Regione Emilia-romagna, con la quota che le è stata assegnata quest’anno dal Fondo nazionale per le politiche sociali, ha riconfermato il proprio impegno finanziario per il settore e deliberato la ripartizione complessiva di circa 52 milioni di euro: +20% rispetto al 2013. Con risorse per le famiglie, per il carcere (queste ultime aumentate di 200mila euro), e un Fondo sociale locale che cresce del 24%. Per la prima volta, inoltre, vengono destinate risorse specifiche per il contrasto alla violenza di genere e per la prevenzione del rischio in adolescenza. “Sino dall’inizio della crisi, come Regione ci siamo impegnati, attraverso un ‘patto’ con i territori, affinché venissero salvaguardati i servizi alla persona – ha sottolineato , in conferenza stampa, l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . Nel perdurare delle difficoltà e dei tagli, fino allo scorso anno, da parte del governo al Fondo nazionale, la giunta ha scelto invece di sostenere l’intervento sociale. Non è mai venuto meno l’aiuto alle famiglie, non sono state toccate le spese per i nidi. Con questo riparto – ha aggiunto l’assessore – valorizziamo ulteriormente, rispetto al 2013, il Fondo sociale locale, per i distretti. Voglio sottolineare inoltre – ha concluso Marzocchi – il sostegno straordinario al contrasto della violenza di genere e intrafamiliare, in coerenza con le nuove Linee di indirizzo regionali, e alla promozione del benessere e della prevenzione del rischio in adolescenza”. L’assessore ha annunciato anche il seminario di venerdì 21 marzo in Regione, in cui verrà presentato il rapporto “Fotografia del sociale”: tutto il settore a trecentosessanta gradi, con gli ultimi dati disponibili: servizi per l’infanzia, famiglie, consultori, immigrazione, persone non autosufficienti, adulti in difficoltà. Un quadro completo della situazione in Emilia-romagna, che comprende anche dell’impatto della crisi sulle famiglie. Il riparto del Fondo sociale - Per quanto riguarda il rifinanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali, l’intesa – raggiunta in sede di Conferenza Unificata – prevede per l’Emilia-romagna21,240 milioni di euro. Per integrare le risorse statali, anche per il 2014 la Regione compie uno sforzo importante per garantire continuità ai servizi destinati ai cittadini, sostenendo l’impegno dei territori nell’affrontare le emergenze legate alla crisi economica: contribuisce infatti con un proprio finanziamento di 22,848 milioni di euro. Nella programmazione sono compresi anche i 7,250 milioni che la Regione assegna per i nidi, a cui aggiunge 400mila euro per la realizzazione di percorsi di consolidamento della qualità degli stessi. La cifra complessiva per il sociale ammonta quindi a 52,070milioni di euro. Il Programma annuale 2014 della Regione Emilia-romagna punta alla conferma e al potenziamento del finanziamento al Fondo sociale locale (41,760 milioni, +24%rispetto all’anno precedente) riconoscendo il ruolo centrale dell’ambito distrettuale nella programmazione e regolazione del sistema degli interventi sociali e sanitari. Vengono mantenute le risorse a favore delle famiglie – attraverso il consolidamento, l’ampliamento e lo sviluppo della rete dei Centri per le famiglie (700mila euro) – e dei fondi a sostegno dei programmi di assistenza temporanea e integrazione per le vittime di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù (210mila euro). C’è un potenziamento delle risorse (550mila euro) destinate agli interventi per le persone sottoposte a limitazioni della libertà personale, promossi dai Comuni sede di carcere: tutto questo in un’ottica di accompagnamento e sostegno del Protocollo operativo tra il Ministero della Giustizia e la Regione Emilia-romagna per “l’attuazione di misure volte all’umanizzazione della pena e al reinserimento sociale delle persone detenute”, approvato a gennaio 2014. Viene sostenuta, con 500mila euro, la programmazione in ambito distrettuale per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere eintrafamiliare, in modo da attuare le Linee di indirizzo regionali (recentemente adottate dalla giunta) per l’accoglienza di donne vittime di violenza di genere. Altri 500mila euro vanno alla programmazione in ambito distrettuale per l’attuazione delle Linee di indirizzo per la promozione del benessere e la prevenzione del rischio in adolescenza.