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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Giugno 2006
FUTURO DELL’EUROPA/INTEGRAZIONE EUROPEA: L´EUROPA È ANCORA AL BIVIO?  
 
 Bruxelles, 5 giugno 2006 - Gli eurodeputati dibattono col Primo ministro belga sul futuro dell´Europa Il Parlamento europeo continua a contribuire al dibattito sul futuro dell´Unione europea. A seguito dell´incontro dell´8 e del 9 maggio con i membri dei parlamenti nazionali, e che sarà ripetuto a dicembre, gli eurodeputati hanno dato inizio a una serie di dibattiti con i capi di governo. Il primo di questi incontri è stato con il Primo Ministro belga Guy Verhofstadt che ha recentemente illustrato le proprie idee sul futuro dell´Europa in un libro intitolato "Gli Stati Uniti d´Europa". Il Primo Ministro belga Guy Verhofstadt si è detto onorato di avviare un ciclo di dibattiti in seno al Parlamento europeo che testimonia del suo impegno e con il quale si assume nuovamente le sue responsabilità per tracciare il futuro dell´Europa. Il Premier ha poi voluto ricordare come una svolta nella storia dell´Europa la data del 1° maggio 2004, che ha sancito «la vera fine della Seconda Guerra mondiale». Ha quindi respinto le idee di chi afferma che l´Ue si è ampliata troppo velocemente oppure che avrebbe raggiunto i suoi confini naturali e sorpassato le sue capacità di assorbimento. Ha respinto anche la posizione di chi pone in alternativa l´ampliamento e l´approfondimento dell´Ue perchè il «corso della storia seguirà una sola direzione: l´Unione deve proseguire il suo ampliamento». Poiché ciò è la sola garanzia che, un domani, nell´insieme dei Balcani non riesploda la guerra. I due principi sono entrambi indispensabili e occorre porre fine al periodo di immobilità che ha colpito l´Europa che è in realtà iniziato prima dei no ai referendum francese e olandese. Non bisogna nemmeno opporre l´Europa economica all´unione politica, ha aggiunto. Se l´Europa vuole ancora contare nel nuovo ordine mondiale sul piano economico, politico e militare, «l´unione politica è la sola via d´uscita», poiché nessuno Stato, da solo, «può illudersi di pesare sull´attualità mondiale». Non si tratta, ha spiegato, di sapere se l´Unione muterà in un´entità più federale e politica ma, piuttosto, di sapere «quando ciò accadrà o, meglio, se accadrà in tempo». Lo «schiaffo» provocato dal no ai due referendum, ha aggiunto, ha seminato confusione in Europa portando a una situazione che, dopo un anno, non è ancora stata risolta. Il periodo di riflessione non ha portato a nessun risultato, mentre il futuro dell´Europa è stato circondato da «un silenzio assordante». Qualcuno ha parlato dell´Europa dei progetti, ha aggiunto, «quando è del contrario di cui abbiamo bisogni: un progetto per l´Europa». Per il Primo Ministro, anche l´intenzione di salvare parte della Costituzione potrebbe scontrarsi contro un nuovo no. Ricordando poi che il Consiglio europeo prolungherà il periodo di riflessione, ha criticato l´abitudine di attendere i risultati delle elezioni in qualche Stato membro o l´avvicendarsi delle Presidenze per iniziare i negoziati. Per il Primo Ministro occorre invece agire, anche tenuto conto delle difficoltà economiche e dell´indebolimento dell´influenza europea sullo scacchiere mondiale, mentre la potenza militare non è all´altezza. Il Premier ha quindi affermato che tra le ragioni della disaffezione dei cittadini nei confronti del progetto europeo figura l´abitudine dei leader politici di attribuire all´Ue la responsabilità delle difficoltà interne e di accaparrarsi i meriti dei successi. Ma anche di un´Europa che non reagisce alle critiche anche più grottesche, come quelle relative alla «burocrazia kafkiana» o all´elevato costo del bilancio comunitario. In proposito, ha ricordato che i 24. 000 funzionari delle istituzioni rappresentano un numero ben inferiore agli addetti di una qualsiasi delle capitali europee, mentre il bilancio europeo - nettamente inferiore a quello degli Usa - costa 5 euro a settimana per ogni cittadini «in cambio di 50 anni di pace e di prosperità». Ma la ragione principale di questo distacco dei cittadini, ha spiegato, è il sentimento che l´Europa non fornisca le risposte alle loro preoccupazioni, come la disoccupazione, la delocalizzazione delle imprese e la criminalità transfrontaliera. Così come è adesso, ha quindi aggiunto, l´Unione non è abbastanza forte per proporre risposte efficaci e univoche. «Finché l´Europa non si avvierà definitivamente verso una vera federazione, dove la regola dell´unanimità sarebbe abolita o limitata al minimo, sarà privata degli strumenti che le permettono di affrontare rapidamente ed energicamente le nuove sfide». A 50 anni dal lancio dell´Unione «è giunto il momento di fare scelte definitive: confederazione o federazione, approccio intergovernativo o comunitario, un direttorio di alcuni Stati membri o una democrazia europea rafforzata sostenuta da una Commissione attiva e un Parlamento degno di questo nome». Per il Primo Ministro la sfida principale è la modernizzazione economica ed ha quindi paragonato alcuni dati economici europei con quelli di Usa, Cina, India e Giappone, decisamente migliori. A tale proposito, pur condividendo gli obiettivi della Strategia di Lisbona, ha criticato il metodo adottato per conseguirli che «manca d´efficacia», visto il suo carattere intergovernativo e dato che confina il ruolo delle istituzioni europee «all´elaborazione di classifiche e tabelle». Intanto, quasi tutti gli Stati membri sono in recessione soprattutto a causa della mancanza di riforme comuni. Secondo il Premier, invece, occorre una politica socio-economica comune per l´Europa di cui l´Unione traccia le linee direttrici delle riforme necessarie». Queste riforme, ha spiegato, esigono interventi sul piano dell´industria, dell´innovazione, della ricerca, della fiscalità, ma anche del mercato del lavoro, del sistema pensionistico e della sicurezza sociale e sanitaria. Non si tratta, ha aggiunto, di procedere a «un´armonizzazione cieca», bensì di promuovere la convergenza entro limiti minimi che impediscano il dumping sociale e limiti massimi per dare impulso alle riforme. La Strategia di Lisbona va quindi rafforzata attraverso un metodo maggiormente vincolante ed «esplicitamente comunitario». Un tale approccio, ha sostenuto il Primo Ministro, è ancora più indispensabile per l´Eurozona, in quanto la moneta unica e l´Unione monetaria non potranno sopravvivere se non sono sostenute da «un approccio comune alle sfide sociali e economiche». In proposito ha quindi sottolineato la necessità di rafforzare l´Uem, intesa come gli Stati che hanno già l´euro ma anche quelli che sono chiamati a adottarlo, suggerendo alcune soluzioni: preparazione congiunta del Vertice di Primavera, redazione frequente di relazioni e raccomandazioni, fissazione di punti di partenza macroeconomici al momento della definizione dei bilanci nazionali, elaborazione di criteri di convergenza in materia sociale, fiscale e economica, convocazione di riunioni tra i ministri del lavoro, degli affari sociali e della politica scientifica e, infine, rappresentazione autonoma negli organismi finanziari internazionali. Più in generale, il Premier, ritiene che occorre più Europa nel campo della giustizia e della sicurezza per ottimizzare la lotta contro l´immigrazione illegale, la criminalità e il terrorismo, m anche in materia di ricerca e sviluppo con l´adozione del brevetto europeo e, infine, nella politica estera sostenuta da una difesa europea. In proposito, ha precisato che solo quando si svilupperanno degli strumenti comuni, come un esercito e una diplomazia europei, l´Unione parlerà con una sola voce e sarà capace di reagire in tempo alle crisi internazionali. Anche perché la Nato diventerà sempre di più una rete di sicurezza internazionale nel quadro di una nuova cooperazione mondiale in cui la difesa europea dovrà essere integrata come pilastro autonomo. Per il Primo Ministro, poi, l´Europa «non può presentarsi come la coscienza morale del mondo intero senza disporre di un contrappeso militare» e non è nemmeno possibile che l´Unione si rivolga sempre agli Usa non appena è confrontata a una crisi sul proprio continente, come in Bosnia e in Kossovo. Passando poi alla Costituzione, il Primo Ministro ha scartato la possibilità di mantenere lo status quo, così come l´opzione del "pick and choose" e, a maggior ragione, quella del "roll back", ossia di limitare il progetto europeo a una zona di libero scambio. Da un punto di visto pratico e politico, ha quindi affermato, «si presenta una sola opzione: proseguire il processo di ratifica di questa Costituzione». A suo parere, infatti, non sarebbe democratico non tenere conto del fatto che, a fronte di due "no", sono quindici gli Stati membri che l´hanno ratificata. Quegli Stati membri che hanno sospeso la ratifica, ha insistito, hanno il dovere di riprendere il processo, rispettando così quanto convenuto con la dichiarazione 30 allegata al progetto di trattato. Non è infatti utopico che 4/5 degli Stati membri procedano alla ratifico entro due anni dalla firma e, così facendo, «si aprirebbero nuove prospettive». Nel frattempo, ha precisato, «nessun ostacolo potrà impedire il proseguimento dell´integrazione». Occorre quindi aprire una seconda pista, parallela alla ratifica, che non impone una modifica dei trattati e che associ tutti quei paesi che desiderano intraprenderla. E´ solo così, ha spiegato che si potrà progredire «senza perdere tempo». Il Primo Ministro belga ha quindi concluso ricordando che al momento del fallimento della Comunità europea di difesa i dirigenti europei di allora non hanno avuto bisogno di un periodo di riflessione, di consultazioni o di sondaggi: «hanno negoziato per due anni e poi sono andati a Roma a creare la Comunità economica europea». E´ quindi «venuto il tempo di fare un grande passo avanti e rimettere l´Europa in carreggiata». Occorre il coraggio politico di cui hanno dato prova Jean Monnet, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Paul-henri Spaak e Robert Schumann, «il coraggio di raddrizzarsi dopo una terribile disavventura, di rialzare la testa e di continuare ad avanzare». Interventi in nome dei gruppi politici Hans-gert Poettering (Ppe/de, De) ha esordito sottolineando che nell´Ue vivono 455 milioni di cittadini - «molti di più che negli Usa» - che presto diventeranno 500 milioni. Ha quindi messo in risalto la molteplicità culturale dell´Europa, ma anche la difficoltà di governarla. Per il suo gruppo, ha proseguito, «Nizza non è la base per il futuro dei cittadini europei» e si è quindi augurato che alla fine del processo di riflessione l´Unione ne esca rafforzata. Pur ammettendo che il termine Costituzione è apparso ad alcuni troppo ambizioso, ha ribadito che i popolari vogliono andare oltre i trattati attuali. Il deputato ha poi stigmatizzato l´atteggiamento dei capi di governo che criticano continuamente l´Unione europea e si stupiscono poi che i cittadini boccino la Costituzione. In proposito, ha sottolineato la tendenza a vedere soprattutto gli aspetti negativi dell´Ue, sminuendo quelli positivi. Come l´ampliamento del 2004 che ha riportato in Europa i paesi che hanno patito la dittatura comunista e l´introduzione dell´euro che ha permesso ai diversi Stati di far fronte alla globalizzazione senza svalutazioni competitive. Occorre poi affrontare problemi importanti, come quelli legati all´immigrazione e all´asilo, trovando delle soluzioni nel rispetto dei principi e della sostanza della Costituzione. Sostenendo poi che il processo di ratifica deve proseguire, il leader dei popolari ha sottolineato che il suo gruppo è favorevole alla solidarietà a tutti i livelli - comunale, regionale, nazionale e europeo - riservando alle competenze comunitarie quei campi che non possono essere affrontati dai singoli Stati singolarmente. Martin Schulz (Pse, De), definendo «coraggioso» e «franco» il discorso del Premier belga, ha sottolineato che «la crisi europea è la crisi dei capi di Stato e di governo europei, meno Juncker e Verhofstadt». Questi ultimi due, ha infatti aggiunto, vogliono approfondire l´integrazione e proseguire l´allargamento e, inoltre, rispettano gli impegni presi. Secondo il deputato non appare utopistico che 20 Stati membri ratifichino la Costituzione che, comunque, «non è morta» e non bisogna quindi rinunciarvi. Ha poi sottolineato che molti cittadini olandesi e francesi sono favorevoli all´Europa ma che è la depressione economica che ha spinto la maggioranza a votare contro la Costituzione. Il leader socialdemocratico ha poi affermato che in Europa «manca il coraggio di difendere le proprie convinzioni mettendo in gioco il proprio destino politico» e, come eccezione, ha citato nuovamente il Primo Ministro lussemburghese. Ha quindi concluso affermando che «se in Europa ci fossero più Verhofstadt, si farebbero molti passi avanti». Graham Watson (Alde/adle, Uk), definendo il Primo Ministro belga «un dei maggiori architetti della riforma dell´Ue», ha sottolineato l´esigenza di ricollegare l´Europa ai cittadini. Nel fare poi riferimento ad un recente sondaggio, ha affermato di avere ancora la speranza in quanto i cittadini hanno più fiducia nelle istituzioni comunitarie che in quelle nazionali per fare fronte alle sfide mondiali. Ha inoltre sostenuto che «l´Europa dei progetti non può decollare se gli Stati membri non spiegano ai cittadini la sua azione» e se non si dota l´Unione dei poteri e dei fondi necessari. Per il deputato occorre quindi superare il sistema dell´unanimità. A suo parere, nel periodo di riflessione, bisogna proseguire e intensificare i dibattiti, soprattutto a livello nazionale. Il processo, inoltre, «non è morto» e ciò è anche dimostrato dall´impegno di molti leader europei come Angela Merkel, Romano Prodi e Guy Verhofstatd. Il futuro è quindi più roseo di quanto appaia ma occorre ancora molto lavoro, anche perché le sfide a livello mondiale non possono essere affrontate dai singoli Stati. Monica Frassoni (Verdi/ale, It) ha innanzitutto ringraziato il Premier belga per la sua presenza «in questo periodo di siesta generalizzata presa dalla Commissione e dal Parlamento» ed ha espresso l´auspicio che «il suo sforzo generoso aiuti a portare un minimo di luce in questa continua crisi». Dicendosi quindi «abbastanza d´accordo» sulla sua visione istituzionale e condividendo quanto detto su Lisbona e sul fatto che le ratifiche devono continuare, ha tuttavia affermato che «non si potranno portare la Francia e l´Olanda a pronunciarsi sullo stesso testo» mentre la doppia strategia «cade sulla debolezza delle risposte politiche». Per la leader dei Verdi, «se l´Unione europea deve essere amata dai suoi cittadini, deve dimostrare di funzionare», ma in questi ultimi anni «nessuna grande iniziativa è stata presa sulla questione dell´ambiente, sulla questione del lavoro, sulla pace, sullo sviluppo, sui diritti umani, sull´integrazione dei nuovi cittadini». Notando come le istituzioni e le politiche siano «indissolubilmente legate», ha quindi affermato che non si può conquistare la maggioranza dei cittadini all´idea di un´unione federale, democratica e pacifica affidandosi «ad esempi assolutamente preoccupanti come quello americano, cinese o indiano», che creano «povertà, consumo e spreco di risorse». La deputata ha quindi notato che, nel suo discorso, il Premier non ha menzionato neanche una volta le grandi sfide ambientali ed ecologiche. Inoltre, ha sostenuto che parlare di esercito europeo «è forse una fuga in avanti, eccessiva che non condividiamo», soprattutto «in una situazione in cui come europei balbettiamo nella maggior parte delle crisi e siamo obbligati a seguire gli americani» e dove la nostra credibilità su tutte le questioni dei diritti umani e sulla questione della pace perde velocità. Affermando poi che una costituzione europea è necessaria e che occorre trovare i modi per conquistare i cittadini, ha concluso affermando che «non è sicuramente con più mercato, più liberalizzazioni, più armi che noi lo potremmo fare», bensì «cambiando davvero le politiche dell´Europa verso una maggiore sostenibilità». Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) si è innanzitutto lamentato dell´impossibilità di poter rispondere a un discorso di tre quarti d´ora con solo tre minuti a disposizione. Ha poi affermato di non condividere molto di quanto affermato dal Premier. Come il fatto di addebitare la crisi dell´Unione a una questione di metodo, non abbastanza federale, «tralasciando le scelte economiche e sociali». L´idea, ad esempio, di fissare dei criteri di convergenza massimi in materia sociale in nome di una governance socioeconomica va nella direzione sbagliata, così come l´integrazione nella Nato. In merito al divario tra i cittadini e l´Europa, il deputato ha sottolineato come sia proprio sulle tematiche sociali che i cittadini attribuiscono alle istituzioni europee un giudizio insufficiente. Ai loro occhi, infatti la mondializzazione rappresenta una minaccia per il modello sociale e il mercato unico non è vissuto come una risposta a questo problema di fondo e non è certo il progetto di mercato transatlantico che potrà tranquillizzarli. Ha quindi concluso affermando che è solo accettando dei veri cambiamenti, non solo istituzionali, ma anche nell´orientamento economico, sociale e politico, «che si avrà la possibilità di far rinascere il sogno europeo». Per Nigel Farage (Ind/dem, Uk) «è una farsa chiamare questo un dibattito sul futuro dell´Europa». Si tratta infatti di un´elite politica che «parla a se stessa». Inoltre, ha criticato il fatto che il Premier belga «dica agli altri 24 Stati membri cosa devono fare», quando «farebbe meglio a guardare in casa propria» dove il 51% delle popolazione delle Fiandre chiede l´indipendenza. Ha poi stigmatizzato le affermazioni del Primo Ministro riguardo alla necessità di andare oltre la volontà dei cittadini, sostenendo che ciò «minaccia il principio dell´autodeterminazione». Brian Crowley (Uen, Ie) ha incentrato il suo intervento sulla necessità o meno di «più Europa». A suo parere la questione non deve essere posta in questi termini. Facendo riferimento a quanto ha potuto constatare nel suo collegio elettorale, ha osservato che i suoi elettori sono effettivamente favorevoli all´intervento dell´Ue in alcuni ambiti, come la pesca, ma sarebbero assolutamente contrari ad affidare all´Europa una competenza fiscale o la costituzione di un esercito. La via federale, ha quindi concluso, «non è necessariamente la migliore». Interventi dei deputati italiani Per Antonio Tajani (Ppe/de, It), l´Europa «è un grande ideale, è la nostra storia, è il nostro futuro». L´europa, ha aggiunto, è anche «la nostra cultura, i nostri valori», è «la civiltà occidentale che crede nella libertà, nella tolleranza, nella centralità della persona e nella pace» e, pertanto, «non può rinunciare alle sue radici cristiane». Perché, a suo parere, non si può pensare che l´Unione «sia soltanto burocrazia lontana dai cittadini ed un´istituzione preoccupata solo di dettare regole su tante piccole questioni». Per «coinvolgere le coscienze dei popoli», ha quindi spiegato, occorre «un´Europa che dia risposte alle esigenze più importanti dei cittadini, come prevede il trattato costituzionale sottoscritto a Roma», e per superare la crisi attuale, «l´Unione ha bisogno di un trattato che avvicini l´Europa alla gente». Ha quindi affermato di riporre grande fiducia nel semestre a guida tedesca «per raggiungere una meta per la quale tutti lavoriamo». L´europa, ha proseguito, ha bisogno di rafforzarsi «in uno scenario di irrinunciabili rapporti transatlantici» ed ha anche bisogno di un´unità politica per affrontare alcune grandi sfide. Al riguardo ha quindi citato la lotta al terrorismo «per costruire la pace in Medio Oriente e nei Balcani» e la crescita e lo sviluppo «senza violare alcune regole alle quali deve assoggettarsi anche la scienza e favorendo in fretta la liberalizzazione dei servizi». Ma anche il confronto economico e commerciale con Cina e India, «due grandi paesi emergenti che stanno però preparando un´alleanza fra loro». Vi è poi la sfida della questione energetica, «pensando anche al nucleare», quella legata all´immigrazione e all´emergenza Africa e, infine, la sfida dell´allargamento dei confini a Romania, Bulgaria e Croazia «senza chiudere le porte ad altri paesi candidati». Ha quindi concluso che «vinceremo queste sfide soltanto se riusciremo a trasformare l´Europa, oggi troppo condizionata dalla burocrazia, nell´Europa dei cittadini, della politica e dei valori». Replica del Primo Ministro Guy Verohfstadt ha affermato che l´Europa deve attenersi al suo destino e seguire il corso della storia. Possiamo pensare che sia troppo veloce o troppo lento, ha spiegato, «ma la storia ha già mostrato cosa succede quando siamo divisi». Ha definito egoista, il voler lasciare fuori i Balcani dallo spazio di pace e di stabilità europeo e ha sostenuto che l´adesione della Turchia è stata strumentalizzata in uno spirito di chiusura. Ha poi sottolineato la coerenza della sua condotta e delle sue affermazioni, sia al Consiglio che al Parlamento. La cosa importante, ha aggiunto, è che al Vertice di giugno si decida come continuare il processo. Dicendosi poi d´accordo sul proseguire il periodo di riflessione, sul convocare una nuova Cig o qualsiasi altra iniziativa per ridefinire l´assetto istituzionale, ha sottolineato nuovamente l´importanza della strategia del doppio binario per rispondere alle aspettative dei cittadini con politiche concrete, perché non si può perdere del tempo nel fornire una risposta alla globalizzazione. Sarebbe, infatti, «un grave errore» non agire subito, senza modificare i trattati. In seguito, ha riaffermato la validità della dichiarazione 30 allegata al trattato costituzionale, ricordando che in origine si pensava che, ottenuti i 4/5 delle ratifiche, si sarebbe dovuti adottare il testo. Questa opzione è stata però respinta da alcuni governi. Infine, ha insistito nuovamente sulla necessità di definire una strategia per la governance socioeconomica, visto che sono tali questioni che hanno portato alla bocciatura della Costituzione e che un ulteriore perdita di tempo porta al rischio di fare scemare ancora di più il consenso dei cittadini. .  
   
   
UE: SÌ ALL´ACCORDO SULLE PROSPETTIVE FINANZIARIE 2007-2013  
 
Bruxelles, 5 giugno 2006 - Il Parlamento europeo ha approvato il bilancio comunitario per i prossimi sette anni. I deputati hanno tuttavia indicato talune lacune che intendono correggere nel corso della revisione del 2009. Pur accogliendo con favore i 4 miliardi di euro aggiuntivi destinati ai programmi considerati come prioritari, hanno anche ricordato che quanto proposto dal Parlamento nel 2005 avrebbe permesso un finanziamento migliore delle politiche Ue. E´ poi ribadito che ogni futuro quadro finanziario dovrà durare 5 anni. Dopo l´adozione a larga maggioranza dell´accordo definito il 4 aprile scorso con il Consiglio sulle prospettive finanziarie 2007-2013, il Presidente del Consiglio Wolfgang Schüssel ha voluto ringraziare il Parlamento per il lavoro svolto. Ha anche sottolineato che la proposta della Presidenza lussemburghese non era tanto diversa dal quadro di bilancio siglato quest´oggi e, per tale ragione, ha voluto rendere omaggio a Jean-claude Juncker che «avrebbe meritato di vivere questa giornata». Ha poi affermato che, comunque, la crisi sul bilancio è stata risolta dal Consiglio e dal Parlamento assieme e che ora l´Ue, per i prossimi sette anni, si è dotata di maggiori risorse per attuare la Strategia di Lisbona e per l´adesione di Romania e Bulgaria. Il Presidente Josep Borrell ha dichiarato che quest´accordo riafferma il ruolo del Parlamento in quanto autorità di bilancio che ha voce in capitolo in merito alle prospettive finanziarie. Ha poi ricordato che l´accordo raggiunto rappresenta il massimo che il Parlamento poteva concedere ma anche il minimo per poter far funzionare l´Ue. Rivolgendosi al Cancelliere austriaco, ha poi affermato che il Parlamento accoglie con favore l´iniziativa di rivedere il sistema delle risorse proprie dell´Ue, anche perché le prossime prospettive finanziarie «non potranno certamente essere negoziate con il metodo finora utilizzato». Assieme alla commissaria responsabile del bilancio, Dalia GrybauskaitĖ, i due Presidenti hanno quindi firmato l´accordo. Adottata con 440 voti favorevoli, 190 contrari e 14 astensioni, la relazione di Reimer Böge (Ppe/de, De), riafferma anzitutto la determinazione del Parlamento a definire un quadro finanziario pluriennale sostenibile, «che preveda mezzi finanziari sufficienti per far fronte alle esigenze politiche negli anni a venire, nonché strumenti e riforme idonei al fine di migliorare l´esecuzione». Al riguardo, ricorda poi che il Parlamento europeo è stato l´unica istituzione che ha sviluppato una strategia globale e che - a differenza dell´approccio del Consiglio, «basato su massimali e percentuali» - ha effettuato un´analisi approfondita e completa dei fabbisogni al fine di individuare le priorità politiche. E´ poi rammentato che, per la prima volta dall´entrata in vigore delle prospettive finanziarie, il Parlamento ha deliberato per oltre otto mesi in seno a una commissione temporanea ad hoc e ha approvato una posizione negoziale globale basata su tre pilastri, intesa a conciliare priorità politiche ed esigenze finanziarie, ammodernare la struttura del bilancio e migliorare la qualità dell´esecuzione del bilancio dell´Unione europea. Le conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2005, è anche precisato, sono state respinte poiché non permettevano all´Unione di dotarsi dei mezzi quantitativi e qualitativi necessari per far fronte alle sfide future. In proposito è anche sottolineato il disappunto sul modo in cui l´accordo era stato raggiunto in seno al Consiglio europeo, «dal momento che il punto centrale dei negoziati sono stati i singoli interessi nazionali, anziché gli obiettivi comuni europei». Per i deputati, d´altra parte, l´accordo raggiunto dalle tre istituzioni il 4 aprile 2006, «ha rappresentato l´unico compromesso per un bilancio pluriennale che il Parlamento poteva raggiungere», al fine di assicurare la continuità della legislazione dell´Unione europea, di garantire una sana gestione finanziaria dei fondi comunitari e di conservare i propri poteri legislativi e di bilancio nel corso del prossimo periodo. Con l´accordo, infatti, si sono realizzati dei progressi nel quadro dei tre pilastri della posizione negoziale del Parlamento. Tuttavia, il Parlamento sottolinea che alcuni problemi non sono stati risolti nell´ambito dei negoziati e dovranno quindi essere affrontati in occasione del riesame 2008-2009 e, se possibile, nel quadro delle procedure di bilancio annuali. Per i deputati, in particolare, è «urgentemente necessario» riformare il sistema delle risorse proprie e il versante della spesa, anche per evitare il ripetersi, in occasione delle prossime prospettive finanziarie, «della dolorosa esperienza di un mercanteggiamento all´insegna degli interessi nazionali». In ogni caso, rammenta che la posizione adottata dal Parlamento nel giugno 2005 «rimane l´obiettivo atto a garantire un livello ottimale di finanziamento e ulteriori riforme, al fine di realizzare le ambizioni dell´Unione europea». Inoltre, con la relazione di Sérgio Sousa Pinto (Pse, Pt) - adottata con 418 voti favorevoli, 187 contrari e 15 astensioni - i deputati accolgono con favore la decisione di procedere a una revisione ampia e completa di tutti gli aspetti delle spese e delle risorse dell´Ue. In proposito, ribadiscono che il Parlamento intende partecipare a questa revisione allo scopo di raggiungere un accordo su un nuovo sistema finanziario globale «che sia equo, generoso, progressivo e trasparente» e che fornisca all´Unione «la capacità di equilibrare le sue aspirazioni con le risorse proprie piuttosto che con i contributi da parte degli Stati membri». E´ infine confermata l´idea che ogni futuro quadro finanziario sia fissato per un periodo di cinque anni, compatibilmente coni mandati del Parlamento e della Commissione. Degli emendamenti volti a respingere l´accordo sono stati bocciati a larga maggioranza dall´Aula. I termini dell´Accordo In base ai tre pilastri della posizione del Parlamento, la prima relazione sottolinea i punti dell´accordo cui si è giunti con il Consiglio. Conciliare priorità politiche ed esigenze finanziarie: un incremento di 4 miliardi di euro per le politiche decise dal Consiglio europeo del dicembre 2005, da destinare direttamente ai programmi nell´ambito delle rubriche 1a, 1b, 2, 3b e 4, un aumento sostanziale della riserva della Bei di 2,5 miliardi di euro, importo che deve essere stanziato dagli Stati membri nel quadro di un nuovo sistema di cofinanziamento tra la Bei e il bilancio dell´Unione europea, al fine di potenziare l´effetto leva del bilancio comunitario nei settori della ricerca e dello sviluppo, delle Ten e delle Pmi, sino a un totale di 60 miliardi di euro, il finanziamento di fabbisogni non programmati, quali la riserva per gli aiuti di emergenza (1,5 miliardi di euro) e il Fondo di solidarietà dell´Unione europea (fino a 7 miliardi di euro) al di fuori del quadro finanziario, mediante risorse supplementari richieste eventualmente agli Stati membri, il finanziamento del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (fino a 3,5 miliardi di euro) mediante il riutilizzo degli stanziamenti soppressi al di fuori del quadro finanziario. Migliorare la struttura del bilancio mediante una maggiore flessibilità: il mantenimento di un importo complessivo di 1,4 miliardi di euro destinato alla flessibilità nel corso del periodo, finanziato, in caso di utilizzo, mediante risorse supplementari richieste agli Stati membri con la possibilità di riportare l´importo annuale (200 milioni di euro) in caso di non utilizzo ai due esercizi successivi e l´introduzione della possibilità di ricorrere allo strumento di flessibilità per gli stessi fabbisogni per oltre un anno, la possibilità per il Parlamento neoeletto di valutare il funzionamento dell´Accordo interistituzionale e delle prospettive finanziarie entro la fine del 2009 sulla base di una relazione che la Commissione si è unilateralmente impegnata a presentare, accompagnata se necessario da proposte. Migliorare la qualità dell´esecuzione dei finanziamenti comunitari e preservare le prerogative del Parlamento: l´inclusione nel nuovo regolamento finanziario dei principi della proporzionalità e del ricorso a procedure di facile utilizzo, la responsabilità degli Stati membri nelle attività in gestione comune ai fini di un migliore controllo interno dei finanziamenti comunitari, la necessità di introdurre un meccanismo di cofinanziamento con la Bei per potenziare l´effetto leva delle politiche comunitarie, la partecipazione del Parlamento europeo alla programmazione finanziaria e il finanziamento di nuove agenzie senza pregiudicare i programmi operativi, la piena partecipazione del Parlamento a una revisione approfondita, una maggiore partecipazione del Parlamento al processo decisionale Pesc e un più forte controllo democratico delle azioni esterne. .  
   
   
2007 - “ANNO EUROPEO DELLE PARI OPPORTUNITÀ PER TUTTI” I TEMI CHIAVE: DIRITTI, RAPPRESENTANZA, RICONOSCIMENTO E RISPETTO  
 
 Bruxelles, 5 giugno 2006 - La Commissione ha dato il benvenuto alla decisione del Consiglio e del Parlamento europeo di designare il 2007 “Anno europeo delle pari opportunità per tutti”. Questa iniziativa servirà a rendere i cittadini Ue consapevoli del proprio diritto a non essere discriminati, a promuovere le pari opportunità in campi quali il lavoro e l´assistenza sanitaria, e per dimostrare come la diversità renda l´Europa più forte. L´"anno europeo delle pari opportunità per tutti” sarà articolato intorno a quattro temi principali: i diritti; la rappresentanza; il riconoscimento; il rispetto. "I cittadini hanno il diritto di godere di un uguale trattamento e di vivere una vita libera da qualsiasi discriminazione. L´"anno europeo delle pari opportunità per tutti", che inizierà il primo gennaio del 2007, intende garantire che tutti gli europei ne siano consapevoli," ha detto Vladimìr Spidla, commissario europeo per occupazione, affari sociali e pari opportunità. "Per un anno intero, insisteremo sulle pari opportunità e sui benefici per l´Europa di una società fondata sulla diversità. Molti nell´Unione sono ancora troppo poco utilizzati e non possiamo permettercelo. " L´anno europeo 2007 si concentrerà sulla lotta alle discriminazioni basate sul genere, la razza o l´origine etnica, sulla religione o la diversità di opinione, sulla disabilità, sull´età o sugli orientamenti sessuali. Il budget totale per 12 mesi di iniziative sarà di 15 milioni di euro e servirà a finanziare - tra le altre cose - una campagna di informazione su scala europea, un nuovo sondaggio di Eurobarometro sulla discriminazione e centinaia di iniziative nazionali come i concorsi di scrittura per le scuole sul tema del rispetto e della tolleranza, o premi per le imprese che forniscono la formazione più efficace sulla diversità. Sarà inoltre organizzato un "Summit sulle pari opportunità" - il primo di questo genere - , che riunirà ministri, enti che si occupano di pari opportunità, membri della società civile e partner sociali. La maggior parte delle attività saranno coordinate a livello nazionale in modo che siano organizzate il più vicino possibile ai cittadini. I 7,6 milioni di euro destinati alle iniziative nazionali, locali e regionali saranno intergrati da cofinanziamenti pubblici e privati. L´"anno europeo delle pari opportunità per tutti" cade esattamente dieci anni dopo l´"Anno europeo contro il razzismo" e l´introduzione, nel trattato Ce, dell´articolo 13, che vieta all´interno dell´Unione europea ogni forma di discriminazione. .  
   
   
RICORDO DI ALTIERO SPINELLI – MILANO 31 MAGGIO 2006  
 
 Milano, 5 giugno 2006 - L’europa può ripartire soltanto dalla lezione di Altiero Spinelli e l’Italia ha un ruolo essenziale oggi più che mai nel processo di costruzione e nella creazione dell’identità europea. Messaggi chiari e ad alto contenuto politico ribaditi dalle più alte cariche istituzionali nelle ultime settimane, e approfonditi dal convegno dedicato a Spinelli e tenutosi a Milano. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha riconosciuto il ruolo ispiratore di Spinelli dedicandogli la prima visita ufficiale a Ventotene il 15 maggio scorso. Romano Prodi, dal canto suo, ha effettuato il primo viaggio all’estero da capo del governo a Bruxelles, per ribadire al Presidente della Commissione Barroso il ruolo incondizionato e tradizionale di motore dell’Italia nel rilancio del processo istituzionale europeo. Secondo Prodi, la costituzione europea dovrebbe addirittura essere migliorata, attraverso un ricorso più ampio del metodo comunitario a scapito del criterio dell’unanimità che blocca di fatto i progressi nella costruzione dell’Europa. Sta emergendo la convinzione che l’Italia e la Germania saranno i motori di questo processo. Roma e Berlino condividono l’idea che occorre rilanciare al più presto il processo costituzionale in Europa, partendo dalle ratifiche già ottenute in 15 paesi su 25, con altri pronti a seguire entro il 2006 (Svezia, Portogallo, Irlanda). Prodi ha deciso di recare visita al Cancelliere tedesco Angela Merkel il giorno prima del prossimo Consiglio Europeo di metà giugno, che dovrebbe rilanciare il dibattito sul futuro della costituzione. Merkel e Prodi andranno insieme da Berlino a Bruxelles, un viaggio dall’alto significato simbolico che dovrebbe trovare compimento ancora in Germania, durante il semestre di Presidenza tedesco nella prima parte del 2007. Su questi temi di grande attualità hanno discusso i partecipanti al convegno dedicato a Spinelli, in occasione del ventesimo anniversario della sia scomparsa, tenutosi a Milano il 31 maggio e promosso dalla Rappresentanza a Milano della Commissione Europea e dal centro Spinelli di cultura politica. La vicenda umana e politica di Spinelli, che elaborò il primo “Manifesto per un’Europa Libera e Unita” durante il confino a Ventotene imposto dal regime fascista, è stata ricordata dal professor Piero Graglia dell’Università Statale, biografo di Spinelli, e dal suo collega Antonio Padoa-schioppa. Entrambi hanno sottolineato la capacità di mobilitazione e di azione che possedeva Spinelli, che ha perseguito senza sosta l’obiettivo di creare gli “Stati Uniti d’Europa”. Dal canto suo, il direttore della Rappresentanza della Commissione a Milano Roberto Santaniello ha ribadito l’attualità dell’Europa di Spinelli come garante non solo della pace e della democrazia, ma anche delle regole di un’economia di mercato efficace e solidale. .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ORGANIZZERÀ UN SEMINARIO SUI DEPOSITI DIGITALI  
 
Bruxelles, 5 giugno 2006 - L´8 e 9 giugno si terrà a un seminario organizzato dalla Commissione europea sullo sviluppo di infrastrutture per i depositi di informazioni scientifiche. L´obiettivo del seminario è valutare il ruolo dei depositi digitali nella futura infrastruttura europea di ricerca, analizzando in particolare come tali depositi potrebbero costituire una parte efficace dell´infrastruttura elettronica. Saranno discussi, tra gli altri, i seguenti argomenti: pareri sulle infrastrutture della conoscenza e loro impatto in vari settori scientifici della ricerca e dell´istruzione; verifica dell´uso e dello scopo di vari aspetti (tecnologico, operativo e organizzativo) dell´infrastruttura della conoscenza; insegnamenti tratti dalle iniziative condotte in vari Stati membri dell´Ue e in altre regioni, e come essi potrebbero contribuire a configurare iniziative paneuropee. Il seminario è organizzato in previsione del Settimo programma quadro (7Pq), per il quale la Commissione sta conducendo numerose iniziative di valutazione di impatto riguardanti il settore dei depositi digitali e delle infrastrutture della conoscenza in quanto base delle sue future attività politiche. Http://cordis. Europa. Eu/ist/rn/ri-cnd/wshop-080606. Htm .  
   
   
AVVIARE UN DIALOGO INNOVATIVO, GUARDANDO AL FUTURO DA UNA PROSPETTIVA GLOBALE  
 
Bruxelles, 5 giugno 2006 - Innovazione è un termine di moda ormai da tempo nei corridoi europei: l´innovazione, ci dicono, è la strada da seguire per consentire all´economia comunitaria di sopravvivere contando solo sulle sue forze e per garantire la nostra prosperità a lungo termine. Tuttavia, come evidenziato dal numero interminabile di relazioni e conferenze sul tema, le persone amano molto parlare di innovazione ma, in pratica, come si fa a innovare? Il dottor Roland Strauss ha avuto un´idea: occorre far dialogare tra loro le società innovative e utilizzare l´insieme delle conoscenze a vantaggio di tutti. "In passato ho avuto clienti di settori innovativi, e volevano tentare di individuare aziende di altri paesi dell´Ue con interessi simili ", ha dichiarato il dottor Strauss in un´intervista con il Notiziario Cordis. "Pertanto abbiamo riunito le principali parti interessate che costituivano tale ecosistema dell´innovazione", ha dichiarato. Ciò ha posto le basi per alimentare, attraverso il dialogo, l´innovazione all´interno dell´Europa, inducendo società innovative a diversi livelli a comunicare tra loro. Il dottor Strauss ha presentato per la prima volta le sue idee alla comunità imprenditoriale europea in occasione del lancio da parte della sua società del dialogo sull´innovazione europea (Eid), tenutosi a Bruxelles nel dicembre 2005; le ha poi successivamente ribadite in una presentazione al Parlamento europeo lo scorso gennaio. Ciò è avvenuto poco prima della pubblicazione della relazione del gruppo autorevole di esperti sull´innovazione, presieduto dall´ex primo ministro finlandese Esko Aho - un progetto di prosperità tramite l´innovazione. Tuttavia, le ragioni che hanno spinto il dottor Strauss a perseguire l´innovazione sono scaturite da un´osservazione più semplice: uno sguardo alle prospettive che attendono le generazioni future. "A dire il vero penso ai miei figli", ha affermato. "Sono stato l´ambasciatore tedesco dell´Ue in materia di normazione, pertanto ho un´idea precisa della competitività globale. La chiave consiste nel guardare al futuro da una prospettiva globale. La competitività, la crescita e l´occupazione dell´Unione dipendono dal saper capitalizzare sull´innovazione, dal mantenere elevati gli standard di vita. Si tratta di un aspetto fondamentale per il ritorno economico dell´Unione", ha osservato. Roland Strauss, socio della Platte Strauss Partners con sede a Bruxelles, ha sviluppato l´idea dell´Eid, vale a dire incoraggiare l´innovazione stimolando la comunicazione tra partner innovativi. L´idea dell´ecosistema è essenziale per l´Eid. L´innovazione può produrre risultati solo se fa parte di un ecosistema di innovazione sano. Di conseguenza, se mancano i protagonisti, l´innovazione non può prosperare. "Se l´ecosistema non è completo, l´innovazione non avrà luogo", ha affermato semplicemente. Il dottor Strauss auspica che l´Eid possa diventare il lubrificante in grado di far funzionare gli ingranaggi e mettere in moto un ambiente orientato all´innovazione, e il modo migliore per conseguire tale obiettivo è incoraggiare il dialogo. "La dimensione principale dell´Eid consiste nel colmare il divario tra la politica ad alto livello in sede nazionale, di Ue, o di strategia di Lisbona, e l´operatore locale, che si scontra con difficoltà quotidiane per promuovere efficacemente l´innovazione. Esistono legami tra questi due livelli, ma vogliamo ridurre tale divario", ha spiegato. Il dialogo può avvenire anche ad altri livelli, fa notare Strauss. Ad esempio, le singole città possono essere propulsori di innovazione, e la città finlandese di Oulu sponsorizza la prossima manifestazione dell´Eid, la prima di una serie di iniziative regionali incentrate sull´innovazione. Oulu ha alle spalle una storia importante di sviluppo "dell´ecosistema dell´innovazione", ed è disponibile a condividere le esperienze acquisite. La prima iniziativa regionale si svolgerà a Budapest dal 21 al 23 giugno, e usufruirà del forte sostegno del governo ungherese. "Volevamo riunire operatori dell´innovazione per discutere come l´innovazione possa promuovere la crescita economica in Ungheria", ha dichiarato Strauss, che spera che ciò venga tradotto in pratica, attraverso quattro iniziative che coinvolgano esperti. La prima tenterà di individuare la politica che possa permettere all´innovazione di prosperare in Ungheria. Il secondo gruppo di esperti studierà le modalità per finanziare adeguatamente l´innovazione. Il terzo, un gruppo dedicato alle migliori prassi, comprenderà esperti provenienti da Oulu o da imprese innovative che condivideranno le loro esperienze, e infine ci sarà la tavola rotonda sul piano d´azione, il cui obiettivo è tentare di riunire le conoscenze dei primi tre gruppi di esperti per elaborare una ricetta per l´innovazione ungherese. Un problema che il dottor Strauss ha dovuto inizialmente affrontare è stato il coinvolgimento delle piccole e medie imprese (Pmi), che di solito non hanno i fondi per conferenze di tale portata. "è difficile coinvolgere le Pmi a causa della mancanza di risorse", ha osservato. Si tratta di un ostacolo non irrilevante, in quanto le società innovative sono spesso Pmi, che rappresentano quasi il 60 per cento del Pil dell´Ue. "Tentiamo pertanto di coinvolgere le Pmi nella fase precedente la conferenza, inducendole a partecipare alle sessioni informative. Saremo in grado di offrire incontri bilaterali, organizzati dal sito Internet della conferenza. Questa soluzione offre alle Pmi la possibilità di trattare con funzionari dei governi nazionali e regionali questioni quali il programma quadro, la proprietà intellettuale, il trasferimento di tecnologia, le sovvenzioni Ue e così via", ha affermato. Le Pmi avranno pertanto l´opportunità di avviare dialoghi con le aziende di maggiori dimensioni. Ancora una volta, si tratta di comunicare e di aprire linee di accesso. Roland Strauss è convinto che, dopo qualche incontro, le imprese più grandi scopriranno di avere spazio per alcuni degli operatori minori come parte della loro strategia di innovazione. Saranno presenti rappresentanti del governo per rispondere alle domande dei delegati del pubblico, ad esempio riguardo alle misure da adottare per aiutare le imprese. In pratica, è questo il modo in cui Strauss vuole immaginare il futuro dei propri figli - in un ambiente che incoraggia l´innovazione. "Riportiamo tutto al livello di base, una cosa che la Commissione non può fare", ha dichiarato. Per ulteriori informazioni consultare il sito Internet dell´Eid, cliccando http://www. Innovationdialogue. Eu/ .  
   
   
BUDAPEST - DIALOGO EUROPEO SULL´INNOVAZIONE  
 
 Bruxelles, 5 giugno 2006 - Dal 21 al 23 giugno si svolgerà a Budapest (Ungheria) il primo Dialogo europeo sull´innovazione (European Innovation Dialogue - Eid) a livello regionale. L´obiettivo dell´iniziativa è aprire canali di comunicazione tra le aziende innovative e tra queste ultime e i responsabili politici a qualsiasi livello. La manifestazione, che può contare su un forte sostegno del governo ungherese, concentrerà la propria attenzione in particolare sulle piccole e medie imprese (Pmi). L´iniziativa offrirà ai delegati l´opportunità di operare connessioni commerciali e di comprendere in maniera più approfondita l´elaborazione delle politiche europee e nazionali, tra cui il Settimo programma quadro (7Pq), e come essa influenza le aziende. La manifestazione è rivolta agli operatori delle aziende innovative e a quanti desiderano accrescere il proprio potenziale innovativo. Http://www. Innovationdialogue. Eu/ .  
   
   
SECONDO LA COMMISSIONE EUROPEA , I SISTEMI DI BREVETTO DEVONO ESSERE BASATI SULLA PRATICA E NON SULLA TEORIA  
 
Bruxelles, 5 giugno 2006 - David White, direttore della Politica dell´innovazione della Dg Imprese e industria della Commissione europea, ha invitato i governi nazionali e le istituzioni europee a compiere maggiori sforzi per aiutare le imprese a sfruttare al massimo i sistemi di brevetto europei esistenti. White è intervenuto il 22 maggio a Praga alla conferenza annuale della Patlib, la rete europea dei centri d´informazione sui brevetti, e in questa occasione ha fatto riferimento ai dati recenti riportati nell´analisi comunitaria sull´innovazione da cui risulta che le imprese europee, in particolare le Pmi, sono tuttora restie a fare ricorso ai brevetti e preferiscono affidarsi alla segretezza. "Se le imprese sono riluttanti ad utilizzare un sistema, dobbiamo chiederci: è perché non sono a conoscenza dei vantaggi del sistema? O piuttosto perché sono consapevoli delle imperfezioni del sistema?", ha chiesto. Le differenze per quanto riguarda i costi per ottenere un brevetto e soprattutto le lunghe procedure nei casi di contenzioso sono stati soltanto alcuni degli "ostacoli" citati dal direttore, il quale ha affermato che "[. ] se alla fine le controversie sui brevetti non possono essere risolte con celerità ed equità, qual è il valore del diritto tutelato da un brevetto?". "La tutela della proprietà intellettuale mira a difendere il bene pubblico e l´innovazione. Non possiamo accettare l´idea che il loro valore dipenda meno dal loro contenuto intrinseco che dalla forza finanziaria di una o dell´altra parte in causa nel contenzioso", ha aggiunto. David White ha proseguito affermando che non era sufficiente creare strumenti per aiutare le imprese a proteggere i loro diritti di proprietà intellettuale (Dpi). Spetterebbe piuttosto ai governi nazionali, alle istituzioni europee e agli uffici nazionali dei brevetti adoperarsi con maggiore impegno per cambiare la situazione: "Dobbiamo anche garantire che le imprese comprendano quali sono i loro punti di forza, come usarli e quando non usarli. Al riguardo, dobbiamo capire le modalità di utilizzo da parte delle imprese degli strumenti a loro disposizione". A tal fine, White ha invitato i rappresentanti dei centri nazionali d´informazione sui brevetti presenti alla conferenza a condividere gli esempi di utilizzazione dei brevetti. "La pratica può essere molto diversa dalla teoria", ha affermato. "Le imprese non partecipano necessariamente allo stesso gioco dei politici. È il loro gioco che conta. Dobbiamo capire il loro gioco. [. ] Perché sono le imprese a fare innovazione, non i burocrati!". David White ha descritto l´iniziativa Dip della Commissione europea, annunciata nell´ottobre 2005 nell´ambito di una nuova politica industriale tesa alla creazione di migliori condizioni generali per le industrie manifatturiere in Europa. L´iniziativa si basa su una serie di elementi, fra cui una relazione statistica sui motivi che spingono le imprese ad avvalersi o meno dei diritti di proprietà intellettuale, e sulle eventuali misure politiche da adottare in merito. "Riusciremo a capire i diversi modi di utilizzazione dei brevetti in vari settori, ad esempio: concessione di licenze con l´aiuto di agenzie dell´innovazione, ricerca di partenariati con grandi partner; o comproprietà di brevetti da parte di incubatori", ha spiegato. Un´altra componente dell´iniziativa è uno studio di analisi comparativa dei servizi di sostegno Dip finanziati pubblicamente, che sin dal suo avvio nel gennaio 2006 ha già individuato 150 misure di assistenza adottate dagli Stati membri. "Lo studio valuterà adesso la loro efficienza e individuerà le buone pratiche", ha affermato White. "Tutto questo, ci auguriamo, ci aiuterà a individuare le aree in cui le imprese incontrano difficoltà, a capire se le misure pubbliche affrontano tali problemi e dove sia possibile intervenire per apportare miglioramenti". A livello europeo, la Commissione proseguirà a sostenere la solida attività dell´Ipr Helpdesk, che fornisce gratuitamente assistenza di base alle imprese, e della rete dei Centri relais d´innovazione, che individua le esigenze tecnologiche e collabora con l´Helpdesk, offrendo assistenza nelle discussioni contrattuali e inerenti alla proprietà intellettuale fra potenziali partner economici. David White ha anche annunciato la creazione di un ulteriore strumento dal titolo "formare i formatori" a sostegno dei Dip. Il progetto, diretto dall´Ufficio europeo dei brevetti (Ueb), sarà teso a collegare gli esperti in materia di proprietà intellettuale e le imprese. White ha concluso affermando che la Commissione cercherà di rafforzare la sua cooperazione con gli uffici nazionali dei brevetti e di incoraggiare lo sviluppo di una rete degli uffici nazionali dei brevetti, al fine di creare uno "sportello unico" per le imprese europee nella loro lingua. Secondo le previsioni, la Commissione dovrebbe formulare raccomandazioni sulla politica relativa ai Dip entro la fine del 2006. Per maggiori informazioni sull´Ipr Helpdesk consultare: http://www. Ipr-helpdesk. Org/index. Html  Per saperne di più sulla nuova politica industriale integrata dell´Ue, http://ec. Europa. Eu/enterprise/enterprise_policy/industry/index_en. Htm .  
   
   
FIRST RELEASE OF EURO AREA ACCOUNTS FOR INSTITUTIONAL SECTORS (1999-2004)  
 
Frankfurt, 5 June 2005 - The European Central Bank (Ecb) and Eurostat, the Statistical Office of the European Communities, are publishing for the first time a set of annual European accounts for institutional sectors covering the period 1999 – 2004. The Ecb is publishing integrated non-financial and financial accounts, including financial balance sheets, for the institutional sectors in the euro area (households, non-financial corporations, financial corporations and government). The accounts provide comprehensive information on the economic activities of euro area households and corporations. These new statistics will allow a further deepening of the economic and monetary analyses of the euro area. Eurostat is publishing the non-financial accounts for the euro area, the European Union and the individual Member States. The accounts for the institutional sectors follow the methodology of the European System of Accounts 1995 (Esa 95). They provide a comprehensive overview of the euro area/European Union as a single economy and allow for a wide-ranging analysis of the interactions among households, non-financial corporations, financial corporations and government. The accounts also show interactions between these sectors in the euro area/European Union and the rest of the world. The euro area/European Union accounts are based on, but are not the simple sum of, the national accounts of the Member States. All transactions between institutional sectors have been grouped into economically meaningful categories, such as compensation of employees, interest payments, taxes on income, and consumption expenditure, as well as transactions in financial assets and liabilities such as deposits, loans and shares. In turn, these transaction categories have been grouped into a coherent and comprehensive system of interlinked accounts. The euro area accounts incorporate financial balance sheets for the institutional sectors, including their claims on and liabilities to non-residents of the euro area. These balance sheets show the outstanding amounts of financial assets and liabilities for each sector at the beginning and end of the year, valued at market prices and broken down by financial instrument. The changes in financial balance sheets in the course of a year stem from the acquisition of financial assets, the incurrence of liabilities and other changes, mainly revaluations due to changes in the market prices of financial instruments. The resulting net financial wealth (financial assets minus liabilities) of households, non-financial corporations, financial corporations and government is also shown. The external account corresponds to the euro area international investment position and the balance of payments. In summary, the annual accounts include the value of goods and services each institutional sector produced, how its income was earned, whether the income was spent or saved, whether the sector was in deficit or surplus, how its borrowing needs were met and which financial assets it acquired. The external account shows the relationship between the euro area/European Union and the global economy. The accounts include key macroeconomic indicators, such as gross value added or gross domestic product, operating surplus, disposable income, saving and net lending/net borrowing. The availability of annual euro area/European Union accounts is in itself a milestone in the development of European statistics. These accounts will be followed by the regular publication of quarterly euro area/European Union accounts from spring 2007, which will provide structural information on the European economy and give a better insight into the business cycle. The euro area accounts are available at http://www. %20ecb. %20int/  (Ecb) and can be downloaded as tables (pdf files) and csv files. Non-financial accounts for the euro area, the European Union and the Member States can be downloaded from http://ec. %20europa. %20eu/eurostat  (Eurostat). More detailed information about this first release produced jointly by the Ecb and Eurostat is available on the same websites. . .  
   
   
NOMOS&KHAOS: SICUREZZA, QUESTIONE EUROPEA PRESENTATO A ROMA IL SECONDO RAPPORTO DELL’OSSERVATORIO SUGLI SCENARI STRATEGICI E DI SICUREZZA DI NOMISMA  
 
Roma, 5 giugno 2006 - Un mondo a più teste dove l’Europa, se vuole contare davvero, deve riprendere il cammino dell’unificazione, cementando non solo l’unione economica, ma anche una linea politica comune. In questo contesto l’Italia può svolgere un ruolo determinante, ponendosi alla guida di un nuovo processo di aggregazione. Fra gli obiettivi per il vecchio continente, che è la prima forza economica del globo, c’è una politica comune di difesa. Sono queste alcune delle riflessioni proposte da Nomos&khaos, il rapporto Nomisma 2005 sulle prospettive economiche e strategiche, realizzato grazie al contributo di Finmeccanica, Fincantieri ed Elettronica. Il lavoro, curato dal Generale Giuseppe Cucchi e dall’analista strategico Alessandro Politi, si avvale della collaborazione di una trentina di studiosi, fra cui l’Ambasciatore Ludovico Incisa di Camerana. Il volume è stato presentato a Roma, alla Camera dei Deputati. All’appuntamento hanno partecipato il Presidente e Amministratore Delegato di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini; il Direttore dell’Osservatorio Strategico di Nomisma, Generale Cucchi; il Direttore della rivista Limes Lucio Caracciolo; il Direttore generale dei Programmi Internazionali dell’Aspen Institute Marta Dassù; il Presidente dell’Enel Piero Gnudi; l’Information Officer Italy Nato, Daniele Riggio; il Vice Presidente di Nomisma Gualtiero Tamburini; l’Analista strategico Osint Politi. Il rapporto ha l’ambizione di tracciare un affresco della situazione globale con dati aggiornati, mettendo a fuoco aree e temi caldi e rapportando il quadro internazionale alla crescita economica e al ruolo dell’Italia e dell’Europa nel contesto globale. Un nuovo protagonismo internazionale dell’Italia e dell’Europa appare oggi indispensabile, sostiene Nomisma, per non compromettere le potenzialità di sviluppo espresse dai sistemi economici mondiali. Secondo le previsioni dell’Imf (International Monetary Found) il Pil mondiale aumenterà del 4% l’anno anche nel biennio 2006-2007. Una crescita solida sostenuta da nuovi attori. Nella classifica dell’indice di competitività dei Sistemi-paese però l’Italia è scivolata dalla 26sima posizione del 2001 alla 47sima del 2005. Contestualmente altri sono saliti e sono entrati nella Top 30, fra cui Paesi Arabi come Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Lo sviluppo globale porta inoltre frizioni economiche inedite, cui potrebbero legarsi nuove tensioni geopolitiche, come i ritardi europei sulla crescita del Pil, le sfide sui tassi di cambio, la debolezza del dollaro e, soprattutto, la rincorsa alle materie prime. Si pensi al rialzo dell’oro (battuto a più di 660 $ all’oncia in maggio 2006), al petrolio cresciuto nel 2006 di oltre 40 dollari rispetto al 2004 (con stime di medio periodo che toccano i 100 dollari al barile), ai prezzi dell’uranio che hanno registrato un balzo superiore al 100% negli ultimi due anni. In questo complesso scacchiere svetta la questione energetica e da questo problema, secondo Nomisma, occorre partire per interpretare e prevedere i nuovi scenari geo-politici. Energia come risorsa per produrre ricchezza, ma anche come strumento di difesa e offesa. In quest’ambito illuminanti sono i saggi di Achille Albonetti e Davide Tabarelli. Se gli impegni previsti dal Tnp di disarmo nucleare generale e controllato “dovessero fallire – scrive Albonetti – l’unica soluzione possibile per l’Italia e per l’Europa sarebbe la costruzione di una forza atomica e spaziale europea davvero credibile”. Più strettamente economico, ma non meno rilevante per risvolti politici, il saggio di Tabarelli: “Non esistono alternative al petrolio - afferma Tabarelli – capaci di fornire la stessa quantità di energia a un costo così basso e con così pochi problemi di stoccaggio e consumo”. Tabarelli ricorda gli straordinari profitti realizzati dalle compagnie petrolifere in questi anni grazie alla crescita della domanda (sostenuta dalla Cina) e, paradosso industriale, dall´assenza di investimenti. Investire poco vuol dire estrarre meno materia prima e mantenere il rapporto domanda offerta sbilanciato. Ma un altro aspetto viene messo in luce dal ricercatore: l’indifferenza alla crescita dei prezzi dimostrata dal mondo occidentale che legittima l’aspettativa di ulteriori rialzi. L’opera curata da Cucchi e Politi è suddivisa in tre parti: un quadro d’insieme della Geopolitica delle grandi aree, offerto dai curatori e da Incisa di Camerana; i Temi e le Aree, dal terrorismo, all’agroalimentare, dai Balcani alla Cina; l’Economia, con interventi su commercio estero, valute e infrastrutture. Sicurezza, insicurezza ed economia sono in questo lavoro temi strettamente intrecciati. L’insicurezza fa traballare le Borse, rallenta i consumi, deprime l’economia, ma sviluppa anche ricchezza. Negli Stati Uniti – ricorda il saggio di Gualtiero Tamburini e Andrea Giardini - i profitti dell’industria della sicurezza sono quasi sempre cresciuti a due cifre dopo l’11 settembre e per il 2005 la crescita stimata è del 12,8%, per un valore complessivo di 22 miliardi. Difesa, innovazione e sviluppo non sono dunque poli antitetici, ma si intrecciano in molti chiaroscuri. Esiste altresì una “forma di correlazione fra l’investimento in ricerca militare e crescita”, come dimostra l’indagine di Carmine Gianluca Ansalone, anche se Europa e Italia a questo proposito “accusano un forte ritardo in termini di governance dei processi e di investimento”. Un’ampia riflessione infine è dedicata ai rapporti con l’Islam, alla guerra in Iraq e alla deriva terroristica. “La guerra sta per finire – osserva Politi – è il momento di riprenderci lo sviluppo e la libertà che il terrorismo aveva tentato di sottrarci”. Se un messaggio emerge da Nomos&khaos, spiegano Cucchi e Politi, è il passaggio a questa nuova fase. “Al-qa’eda e la galassia jihadista – concludono i due analisti - possono ancora riservare dolorose sorprese e non vanno sottovalutate, ma perdono quotidianamente consensi nel mondo arabo-mussulmano, il quale cerca altre soluzioni ai suoi problemi. Non sono riuscite a creare lo scontro di civiltà nemmeno in Iraq e non possono essere l’orizzonte su cui le democrazie avanzate concepiscono il proprio futuro. Sinora si sono privilegiati la stabilità allo sviluppo, la sicurezza alla libertà, la conservazione alla creazione, per scelte politiche, emotive e talvolta obbligate. Invece un quadro strategico in grande movimento dall’America Latina, alla Cina, all’India, al Golfo, all’Africa stessa richiede un approccio dinamico, se si vogliono cogliere le occasioni positive di una globalizzazione che sta tornando ad un assetto multipolare, relativamente destrutturato nel prossimo futuro. L’italia ha l’opportunità, falliti i semplicistici tentativi di leadership riduttiva, d’inserirsi nel gruppo di testa di un mondo più libero ed aperto, in cui diversi modelli di sviluppo coesistono e si stimolano tra di loro. Il Paese può prendere l’iniziativa dell’integrazione europea con nuove idee modalità e partnership, promuovendo il proprio capitale d’innovazione e creatività e proponendo nuove sintesi tra libertà, sostenibilità e creazione di valore”. .  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE - MAGGIO 2006: DATI E COMMENTO  
 
 Roma, 5 giugno 2006 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica che il fabbisogno del mese di maggio 2006 è determinato provvisoriamente in circa 14. 700 milioni di euro a fronte di un disavanzo di 14. 396 milioni di maggio 2005. Nei primi cinque mesi del 2006 si è registrato complessivamente un disavanzo di circa 49. 000 milioni, mentre nell´analogo periodo 2005 si era avuto un disavanzo pari a 54. 979 milioni. Il fabbisogno del mese appena concluso risulta sostanzialmente in linea con quello dell´analogo periodo dello scorso anno. Nella scomposizione del dato, si registra, da una parte, un buon andamento delle entrate e, dall´altra, la concentrazione in maggio di vari pagamenti, alcuni slittati da aprile a maggio e altri invece anticipati rispetto al mese di giugno. .  
   
   
NUOVA LEGGE 488, AL VIA I BANDI CON IL NUOVO ITER: BPU BANCA CON LE SUE BANCHE RETE E CENTROBANCA A FIANCO DELLE AZIENDE PER ACCEDERE ALLE AGEVOLAZIONI.  
 
Bergamo, 5 giugno 2006 – Sono stati aperti l’ 1 giugno i bandi relativi alla importante riforma della Legge 488/92, riforma che – come è noto – prevede la parziale sostituzione dell´attuale contributo a fondo perduto concedibile con un finanziamento a tasso agevolato a cui si affianca un finanziamento a tasso ordinario o un leasing, di uguale importo e affida alle banche il ruolo centrale di concedere il credito valutando il merito creditizio delle imprese in relazione al programma di investimento per il quale viene richiesta la specifica agevolazione. Proprio in previsione di questa apertura, il Gruppo Bpu ha strutturato un’offerta per assistere le aziende del territorio interessato dal bando, tramite le sue banche rete – tradizionalmente vicine al territorio (Banca Popolare di Bergamo, Banca Popolare di Ancona, Banca Popolare di Todi, Banca Popolare Commercio e Industria e in particolare Carime, Banca fortemente radicata nel mezzogiorno d’Italia) - e tramite Bpu Leasing ed Esaleasing e Centrobanca, quest’ultima banca concessionaria convenzionata con il Ministero delle Attività Produttive e fra i principali player del mercato. Da oggi, per tutte le aziende che hanno necessità di effettuare investimenti e cogliere le opportunità della Legge 488, è possibile presentare domanda di agevolazione. La chiusura dei bandi è prevista al sessantesimo giorno di presentazione iniziale. Il Gruppo Bpu Banca con le sue banche rete fa riferimento su un’area del territorio italiano a cui sono destinati oltre il 70% dei fondi stanziati dalla Legge 488. Proprio grazie a questa posizione privilegiata di vicinanza ai territori interessati, di forte legame con il territorio e con le sue espressioni associative nonchè di grande competenza specifica fornita da Centrobanca, il Gruppo Bpu ha deciso di accompagnare la propria offerta di assistenza alle imprese con azioni di informazione e di formazione per le imprese a livello territoriale sulle novità e sulle opportunità contenute nel nuovo dispositivo di legge realizzate in collaborazione con le associazioni del territorio e ordini professionali. Inoltre sul sito www. Centrobanca. It all’indirizzo http://agevolazioni. Centrobanca. It/ sono a disposizione informazioni dettagliate sulla normativa. .  
   
   
BPU BANCA; AL VIA IL PROGETTO DELL’ORARIO PROLUNGATO SPORTELLI DI BPU BANCA. APERTURA IN PAUSA PRANZO E TARDO POMERIGGIO PER 12 FILIALI  
 
Bergamo, 5 giugno 2006 - Bpu Banca lancia il progetto orario prolungato sportelli per permettere alla clientela di accedere comodamente ai servizi bancari del Gruppo anche oltre gli orari consueti. Il progetto – ora avviato in fase sperimentale – coinvolge 12 filiali del Gruppo situate in zone centrali, centri direzionali, quartieri residenziali, ovvero: 6 filiali di Banca Popolare di Bergamo, 3 di Banca Popolare Commercio e Industria, 2 di Banca Popolale di Ancona e 1 filiale di Banca Carime. Due le soluzioni previste: l’apertura durante la pausa pranzo dal lunedì al venerdì e l’apertura durante la pausa pranzo nonché fino alle 18. 30 il martedì e il giovedì. Ecco in dettaglio le filiali interessate:
Banca Indirizzo Soluzione I: Dal lunedì al venerdì – apertura in pausa pranzo Soluzione Ii: Martedì e giovedì – apertura in pausa pranzo e fino alle 18. 30
Bpb Bergamo: P. Zza V. Veneto, 7 X
Varese: Via V. Veneto, 2 X
Milano: Via Manzoni, 7 X
Brescia: Via Gramsci, 39 X
Torino: C. So Matteotti, 15 X
Roma: Via dei Crociferi, 44 X
Bpci Milano: Via Borgogna, 2/4 X
Varese: Via Battistero, 2 X
Luino: Via Piero Chiara, 7 X
Bpa Ancona: C. So Stamina, 14 X
Napoli: Via Mergellina, 33/34 X
Carime Reggio Calabria: C. So Garibaldi, 144 X
Obiettivo dell’iniziativa, ancora una volta, è offrire alla clientela un servizio che vada incontro il più possibile alle sue specifiche esigenze, accrescendo l’accessibilità allo sportello: un servizio completo (negli orari sopra citati verranno svolte sia attività di cassa che di consulenza), ma soprattutto disponibile in orari strategici per la maggior parte delle persone. Il tutto in un’ottica di avvicinamento della banca alla clientela per lo sviluppo di una migliore relazione. Durante gli orari prolungati, le Banche offriranno alla propria clientela e ai nuovi clienti una offerta commerciale di prodotti e servizi bancari a condizioni vantaggiose. In più, nelle filiali che hanno adottato i nuovi orari è prevista una intensa attività di comunicazione e marketing innovativa per il settore bancario (angolo caffè per i clienti, promoters nelle piazze, street marketing, consegna di gadgets). Dopo questa prima fase di sperimentazione, i risultati del progetto di apertura prolungata sportelli verranno analizzati al fine di valutarne la messa a regime, tenendo conto di quelle modalità che nella fase test si sono rivelate più corrispondenti alle esigenze della clientela. .
 
   
   
BENI STABILI: RIMBORSO OBBLIGAZIONI  
 
Roma, 6 giugno 2006 - Ad esito dello studio di fattibilità intrapreso lo scorso febbraio, Beni Stabili comunica che, in data odierna, Imser Securitisation (società consolidata integralmente nel Bilancio di Gruppo Beni Stabili) ha pubblicamente annunciato il proprio intendimento di procedere nel prossimo mese di giugno al rimborso anticipato totale dei titoli a tasso variabile emessi nell´ambito della cartolarizzazione dalla stessa realizzata nel 2002, così come consentito dal Regolamento del prestito. Ii rimborso di tali titoli, pari a circa € 882 milioni, dovrebbe avvenire attraverso l´emissione di nuovi titoli a tasso variabile muniti di rating identico a quello dei titoli rimborsati, con spread e piano di ammortamento coerenti con le attuali condizioni di mercato. L´operazione di rifinanziamento è coordinata da Lehman Brothers in veste di arranger dell´operazione. Ii rimborso anticipato dei titoli a tasso variabile dovrà essere comunicato al mercato in via definitiva ed irrevocabile entro il 14 giugno 2006 subordinatamente al verificarsi di alcune condizioni sospensive, in linea con il citato Regolamento. L´operazione originaria era stata realizzata nel novembre 2002 mediante l´emissione di titoli obbligazionari Cmbs per un importo totale pari a € 1. 168,2 milioni. .  
   
   
CONCLUSO IL COLLOCAMENTO MEDIANTE ACCELERATED BOOKBUILDING DELLE AZIONI ORDINARIE RCS MEDIAGROUP FISSATO IL PREZZO DI COLLOCAMENTO PER AZIONE A EURO 4,51  
 
Lodi, 5 giugno 2006 – Banca Popolare Italiana Soc. Coop. P. A. (“Banca Popolare Italiana”) comunica che Credit Suisse Securities (Europe) Limited (“Credit Suisse”), in qualità di Sole Bookrunner, ha concluso entro la giornata del 31 maggio 2006 il collocamento di n. 108. 782. 870 azioni ordinarie Rcs Mediagroup S. P. A. (“Rcs”), pari al 14,847% del capitale sociale ordinario di Rcs, originariamente costituite in pegno a favore di Banca Popolare Italiana da Magiste International S. A. E Garlsson Real Estate S. A. Il prezzo di collocamento delle azioni Rcs, unico per tutti gli investitori istituzionali acquirenti, è stato fissato da Credit Suisse in Euro 4,51 per azione. All’esito del collocamento, Banca Popolare Italiana è risultata assegnataria di n. 33. 215. 924 azioni Rcs pari al 4,53% del capitale ordinario di Rcs. Le restanti n. 75. 566. 946 azioni, pari al 10,31% del capitale ordinario di Rcs, sono risultate assegnate a terzi investitori istituzionali o comunque ricadenti nella definizione di operatori qualificati ai sensi della disciplina applicabile. Il trasferimento delle azioni ai rispettivi acquirenti sarà perfezionato il 5 giugno 2006. .  
   
   
BANCA POPOLARE DI INTRA : NOMINA DEL CONSIGLIERE RAFFAELE BRUNI ALLA CARICA DI PRESIDENTE DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO  
 
Verbania Intra, 5 giugno 2006 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Intra, riunitosi il 31 giugno sotto la presidenza del sig. Luigi Terzoli, in relazione alle più recenti vicende che hanno interessato la governance aziendale ed in attesa degli esiti della procedura di aggregazione con un partner bancario in corso, ha adottato le seguenti decisioni: rafforzamento del ruolo e delle funzioni del Comitato Esecutivo, che sarà composto oltre che dal Presidente sig. Luigi Terzoli e dal Vice Presidente sig. Marco Fortis, dai Consiglieri sig. Ra Paola Balzarini, sig. Giuliano Marini e sig. Lanfranco Vivarelli; nomina del Consigliere Raffaele Bruni alla carica di Presidente del Comitato per il Controllo Interno in sostituzione del dimissionario sig. Francesco Amendola; del Comitato per il Controllo Interno faranno parte anche i Consiglieri sig. Marco Ubertini e sig. Antonio Zacchera; affidamento temporaneo al Vice Direttore Generale Vicario sig. Gianni Mezzetti dell’incarico di sostituto pro-tempore del Direttore Generale. Non verrà dato seguito alla recente nomina alla carica di Vice Direttore Generale del sig. Giuseppe Caruso. .  
   
   
FINANZIAMENTI AGEVOLATI ALLE IMPRESE LOCALI 700.000 EURO DI INCENTIVI A SOSTEGNO DI GIOVANI, DONNE E NUOVI IMPRENDITORI  
 
Milano, 5 giugno 2006 - Favorire le nuove realtà in crescita grazie all’abbattimento dei costi di finanziamento e di leasing: nel quadro delle proprie iniziative istituzionali, la Camera di Commercio di Milano promuove uno stanziamento complessivo di 700. 000 euro, finalizzati alla riduzione dei tassi di d’interesse di 1,5 punti e di 2 punti per le imprese giovani e a partecipazione femminile o di nuova costituzione. Il bando “Iniziativa a sostegno delle piccole e medie imprese della provincia di Milano per la realizzazione di programmi di investimento” prevede un’agevolazione su finanziamenti di durata dai 36 ai 60 mesi di un importo compreso tra 13. 000 e 300. 000 euro. Il finanziamento e i contratti di leasing dovranno essere garantiti da uno dei Consorzi e Cooperative Fidi. “L’accesso al credito – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano - rappresenta uno dei fattori principali per lo sviluppo delle imprese. A partire da quelle più piccole. Ecco perché la Camera di commercio è attiva attraverso diverse iniziative rivolte proprio a questo importante fattore, ci siamo mossi da tempo in questa direzione. Occorre un impegno condiviso, a partire dalla collaborazione tra le istituzioni, il mondo associazionistico e imprenditoriale per rafforzare la partecipazione al credito, per favorire gli investimenti, per un tessuto economico più solido e competitivo”. Modalità di partecipazione: le imprese devono aver stipulato un finanziamento bancario o un contratto di leasing in un periodo compreso tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2006, di durata pari almeno a 36 mesi. É necessaria la garanzia di un consorzio o cooperativa Fidi. Bisogna presentare domanda di partecipazione al bando al consorzio/cooperativa garante. In allegato andrà il piano investimenti corredato di obiettivi da realizzare e voci di spesa. É il consorzio/cooperativa a dovere presentare la richiesta alla Camera di Commercio entro e non oltre il 28 febbraio 2007. Le domande potranno essere consegnate o inviate alla Camera di commercio di Milano - ufficio protocollo – via S. Vittore al Teatro 14 – 20123 Milano o presso le sedi decentrate sul territorio. Soggetti beneficiari: piccole e medie imprese o imprese artigiane, di tutti i settori, che abbiano sede legale e/o unità operativa nella provincia di Milano. Quali progetti? Il contributo andrà a finanziare piani di investimento rivolti a: avvio di attività imprenditoriale e acquisto attività preesistente; realizzazione di progetti aziendali innovativi connessi a introduzione di qualificazione e di innovazione di prodotto, tecnologica o organizzativa; incremento e/o miglioramento della capacità produttiva attraverso l’ammodernamento, l’ampliamento dei processi aziendali e delle strutture operative; miglioramento organizzativo e gestionale attraverso l’adeguamento strumentale e tecnologico del sistema informativo. Ulteriori informazioni: Il bando di concorso e i moduli di iscrizione sono scaricabili sul sito della Camera di commercio di Milano http://www. Mi. Camcom. It. .  
   
   
BIC LAZIO: AL VIA LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE PER IL NUOVO BANDO SEED & START UP CAPITAL  
 
 Roma, 5 giugno 2006 - Dall’ 1 giugno 2006 è aperto il bando Seed & Start Up Capital, il nuovo bando di Bic Lazio che offre alle imprese la possibilità di ottenere da 30. 000 a 80. 000 euro di finanziamenti a fronte della instaurazione di partnership finanziarie con soggetti interessati ad investire in nuove iniziative imprenditoriali. Obiettivo della misura è favorire la capitalizzazione e la crescita dimensionale delle micro-imprese laziali attraverso la diffusione degli strumenti di ingegneria finanziaria ed il ricorso alla finanza innovativa. Il bando si rivolge alle imprese in fase di Seed Capital (inteso come primo stadio della vita di un’impresa, in cui, accanto alle prime necessità finanziarie e di investimento, si manifestano bisogni di assistenza tecnica e di supporto) e di Start Up Capital (momento in cui si manifestano più chiaramente i fabbisogni finanziari). L’intervento consiste in un contributo concesso nella forma di sovvenzione in conto capitale, così differenziato: fino a 30. 000 euro, a copertura del 60% delle spese ammissibili, per il ricorso al Seed Capital; fino al 40% delle spese ammissibili, per un importo massimo di 80. 000 euro, per lo Start Up Capital. In virtù di un accordo sottoscritto da Bic Lazio con Bcc Roma (Banca di Credito Cooperativo di Roma), le imprese beneficiarie delle agevolazioni previste da Seed & Start Up Capital potranno inoltre accedere a finanziamenti a medio e lungo termine a condizioni privilegiate. Bic Lazio in collaborazione con Iban, la rete italiana dei Business Angels, ed in qualità di gestore della rete regionale Ban (Business Angels Network), è impegnato nel promuovere la diffusione di investimenti che rappresentino una possibile fonte finanziaria alternativa per le imprese in fase di avvio. Il nuovo bando prosegue la sperimentazione già avviata con l’attivazione della misura “Seed Capital” (bando chiuso il 31 maggio 2006), che ha visto, in termini di risultati, l’avvio di 7 nuove partnership finanziarie fra imprese laziali ed investitori informali (Business Angels). Il bando con la relativa modulistica sono pubblicati sul sito internet di Bic Lazio www. Biclazio. It. Le domande per la richiesta delle agevolazioni devono essere spedite con raccomandata A/r a Bic Lazio Spa – Bando Seed & Start Up Capital – Via Casilina 3/T – 00182 Roma. .  
   
   
ARRIVA “CONNETTIMPRESA” PER NUOVE IMPRESE FORMAZIONE GRATUITA CON SOLUZIONI INFORMATICHE D’AVANGUARDIA L’UTILIZZO DELL’INFORMATION TECHNOLOGY? PER LAVORO. INTERNET E POSTA ELETTRONICA I PIÙ GETTONATI IDENTIKIT DELL’ASPIRANTE IMPRENDITORE? GIOVANE, COLTO E DONNA IN CRESCITA DEL +1,7% LE IMPRESE LOMBARDE IN UN ANNO  
 
Milano, 5 giugno 2006 - Gli imprenditori usano gli strumenti informatici prevalentemente per lavoro (72,9%) e nel tempo libero (43,4%). Internet e la posta elettronica i più gettonati per il 90,5% degli intervistati. Ritengono utili gli strumenti informatici nell’avvio di un’impresa soprattutto per la ricerca di informazioni (per il 68,8%), per la promozione e la comunicazione (il 54,3%), per la gestione dei contatti (il 47,1%), per la pianificazione della gestione (il 37,1%) e per il controllo finanziario (il 24,4%). Ma chi usa l’Ict tra gli intervistati? I giovani (il 65,6% ha tra i 25 e i 39 anni), diplomati (il 33,5%) o universitari (29,9%). Tante le donne (il 50,7%). Nel 38,5% dei casi hanno un’occupazione e nel 34,4% sono imprenditori o lavoratori autonomi. La loro idea imprenditoriale è spesso in fase di definizione (nel 38% dei casi) o di realizzazione (23,5%). Il settore scelto è prevalentemente quello del commercio (36,7%). Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine di Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano sull’uso dell’Ict da parte degli utenti Punto Nuova Impresa. E secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al primo trimestre 2006 sono 797 mila le imprese lombarde, il 15,6% del totale italiano, in crescita del +1,7% in un anno. Si concentrano a Milano (42,3% sul totale lombardo), Brescia (13,3%), Bergamo (10,4%), Varese (7,8%). Crescono di più a Lodi (+2,7%) in un anno, e in uguale misura a Milano, Brescia e Pavia (+1,9%). Se ne è parlato in occasione della presentazione del progetto “Connettimpresa - strumenti e conoscenze per l’avvio della tua impresa” l’innovativo progetto completamente gratuito promosso da Camera di commercio di Milano e Hewlett-packard Italiana e realizzato da Formaper. “Siamo convinti che le nuove tecnologie possano contribuire all’avvio e alla crescita competitiva delle nostre imprese, ma anche che debbano rispondere in maniera coerente ai bisogni che esse esprimono - ha dichiarato Renato Borghi, Presidente Formaper, azienda speciale Camera di Commercio di Milano. La Camera di Commercio di Milano è impegnata per la crescita dell’economia a partire dalle nuove imprese anche con progetti come questo di formazione imprenditoriale e con l’utilizzo di tecnologie e strumenti innovativi”. “Valutiamo il nostro lavoro anche in base al contributo di Hp alla crescita economica del Paese e, al contempo, all’impulso che l’azienda offre allo sviluppo globale delle comunità in cui opera”, ha commentato Nicola Aliperti, Amministratore Delegato di Hewlett-packard Italiana. “In un momento di mercato così difficile, il nostro compito è quello di promuovere iniziative e progetti innovativi attraverso azioni concrete in grado di affrontare e risolvere complesse sfide sociali quali l’occupazione e il digital divide. Sostenere lo sviluppo della microimpresa attraverso attività di formazione e l’utilizzo delle tecnologie informatiche è tra i fattori fondamentali per dare nuovo slancio alla competitività in Italia. L’impegno nella realizzazione di questi obiettivi rappresenta per noi il modo più utile e efficace di“fare impresa”. Hewlett-packard e il Progetto “Connettimpresa”. Realizzato con la Camera di commercio di Milano e Formaper, è parte del programma internazionale Hp Map (Microenterprise Acceleration Program), avviato nel 2005 con l’obiettivo di rendere le tecnologie Ict più facilmente accessibili alle microimprese (aziende con meno di dieci dipendenti). A questo scopo, Hewlett-packard ha instaurato a livello internazionale rapporti di collaborazione con le principali aziende leader nel settore della formazione e ha creato 38 Map Learning Center in 12 Paesi. Presso questo centri i partecipanti avranno l’opportunità di disporre delle soluzioni Hp più all’avanguardia e di seguire corsi pratici volti a promuovere un utilizzo della tecnologia finalizzato all’espansione della propria attività. I centri Map sono in Egitto, Finlandia, Francia, Germania, Iralanda, Israele, italia, Malta, Nigeria, Portogallo, Russia e Stati Uniti. Connettimpresa. E’ un progetto che unisce formazione imprenditoriale e soluzioni informatiche d’avanguardia. Un corso di tre giornate – completamente gratuito e aperto a tutti - che fornisce le conoscenze per l’avvio dell’impresa; sviluppa le capacità tecniche per l’utilizzo di sistemi informatici; offre elementi di pianificazione per la valutazione di fattibilità del business; mette in grado di valutare le capacità e le competenze per l’avvio dell’attività. Il tutto con flessibilità perché è personalizzato sulle specifiche esigenze dei partecipanti, efficacia e concretezza perché è di immediata applicabilità. Il progetto già avviato a livello internazionale in 35 centri di 11 Paesi Emea (Europa, Middle East e Africa) e in 35 centri Usa, coinvolge soggetti (enti e istituzioni) che si impegnano a sviluppare il sostegno e l’accelerazione della microimpresa. Il corso prevede 3 edizioni: a Milano il 15/16/17 giugno, a Monza il 20/21/22 settembre e a Legnano il 23/24/25 ottobre 2006. Per informazioni: segreteria corsi Formaper – azienda speciale della Camera di commercio di Milano Tel. 02 8515. 5385, segreteria. Corsi@formaper. It  - www. Formaper. It  .  
   
   
AL VIA L’EDIZIONE 2006 DELL’ERNST & YOUNG WORLD ENTREPRENEUR OF THE YEAR AWARD: L’ITALIANO SOAVE (SOCOTHERM) TRA I MIGLIORI IMPRENDITORI DEL MONDO  
 
 Milano, 5 giugno 2006 - I principali imprenditori di tutto il mondo si riuniranno a Montecarlo dal 6 all´11 giugno in occasione dell´Entrepreneur Of The Year World Summit, che culminerà con l´assegnazione del titolo 2006 Ernst & Young World Entrepreneur Of The Year. Per l’Italia, candidato al titolo finale, ci sarà Zeno Soave, Presidente e Amministratore Delegato Socotherm, proclamato Vincitore Nazionale del Premio Ernst & Young L’imprenditore dell’Anno 2005 per l’eccellente capacità di presidiare il mercato e per i costanti investimenti in Ricerca e Sviluppo. "Rappresentare l´Italia ad un evento internazionale così prestigioso, è per me motivo d´orgoglio nonché importante occasione di confronto con imprenditori tra i migliori al mondo. Credo che la storia mia personale e della mia azienda sia comune a molte storie imprenditoriali italiane, fatte di spirito d´iniziativa, creatività, innovazione continua e coscienza territoriale e sociale. E´ quello che vorrò rappresentare alla manifestazione monegasca” afferma Zeno Soave. "Socotherm è oggi il secondo gruppo mondiale del settore, ma il primo nel campo del "Deep Water", quello della ricerca e produzione petrolifera a 1000/3000 mt di profondità, dove sono richiesti i sistemi di isolamento più tecnologicamente avanzati a livello mondiale. Un successo suggellato l´anno scorso dal Premio Ernst & Young L´imprenditore dell´Anno ed oggi dalla partecipazione alla sua edizione mondiale. Sono convinto che sia una storia in costante evoluzione, con gli ultimi riconoscimenti idealmente collegati al premio per l´innovazione che, nel 1881, l´allora Ministro delle Finanze Quintino Sella volle attribuire al mio bisnonno Zenone Soave, fondatore della nostra azienda circa vent´anni prima". Frattanto, in Italia, è già scattata la corsa alle iscrizioni per la nuova edizione italiana del premio Ernst & Young L’imprenditore dell’Anno, i cui termini scadranno il prossimo 7 luglio. Il World Summit è un’occasione esclusiva per gli imprenditori di ogni parte del mondo che possono incontrarsi, definire strategie e pianificare nuove azioni di successo. Alla manifestazione sono attesi circa 1. 000 partecipanti, inclusi i vincitori delle passate edizioni del premio Ernst & Young Entrepreneur Of The Year nonché esperti ed innovatori che affronteranno importanti temi globali di business per aiutare a capire come trasformare il mondo in un posto migliore. James S. Turley, Chairman e Ceo di Ernst & Young, commenta: "Nel 2006 festeggiamo il ventesimo anniversario del nostro programma Entrepreneur Of The Year, che riconosce e promuove la capacità imprenditoriale in tutto il mondo. La crescita e la longevità di questo programma sono un´ulteriore prova dell´incredibile importanza del ruolo imprenditoriale quale motore di crescita non solo per l´economia globale ma anche per le comunità locali e la società nel suo complesso". Al centro del World Summit di quest´anno saranno le opportunità offerte dall´Europa Centrale e Orientale, sempre di più parte integrante delle strategie di crescita globale delle aziende: saranno così approfonditi temi specifici e applicazioni pratiche per chi vuole fare business in queste regioni. Ma altre sessioni saranno invece dedicate, ad esempio, alle opportunità del mercato asiatico, alla Corporate Social Responsibility, alla creazione di ricchezza e alla gestione della crescita. Tra le personalità che interverranno Stelios Haji-ioannou, fondatore di easyJet, Daniel Thorniley di The Economist Group, Pierluigi Collina, ex arbitro di Serie A e della Fifa, l´on. Lord Patten of Barnes Ch, ex Governatore di Hong Kong e commissario Ue, Wayne Huizenga, 2005 World Entrepreneur Of The Year, e Terry Jones, fondatore di Travelocity. Com. Il World Summit si concluderà sabato 10 giugno con un galà nel quale i 32 vincitori nazionali del titolo Entrepreneur Of The Year si sfideranno per ottenere la palma di World Entrepreneur Of The Year 2006. Nati negli Stati Uniti nel 1986, per premiare le attività business di successo, gli Entrepreneur Of The Year Award nell´edizione 2006 saranno assegnati in 32 Paesi e si stima addirittura in oltre 40 nel 2007. Nel 2005 le nomination al premio erano state oltre 10. 000. Come ha spiegato Gregory K. Ericksen, Global Vice Chairman of Ernst & Young´s Strategic Growth Markets: "Nell´assegnare il titolo di World Entrepreneur Of The Year ricerchiamo candidati che abbiano avuto un impatto positivo sul loro business, sui loro clienti e sulle loro comunità locali. La selezione di quest´anno coinvolge imprenditori provenienti da esperienze e settori molto diversi, ma tutti uniti dalla stessa motivazione ad innovare ed avere successo". Per candidarsi, gli imprenditori devono possedere o gestire una società privata o pubblica, essere direttamente responsabili delle recenti performance dell´azienda ed essere tuttora attivi nel suo top management. Una prestigiosa giuria indipendente, composta da importanti esponenti del mondo del business e da precedenti vincitori del titolo Entrepreneur Of The Year, hanno già iniziato a valutare i finalisti dell´edizione di quest´anno del titolo World Entrepreneur Of The Year. World Entrepreneur Of The Year: i vincitori delle passate edizioni 2005: Wayne Huizenga, Chairman di Huizenga Holdings Inc. Wayne è l´unica persona ad aver avuto la responsabilità di sei società quotate sul New York Stock Exchange e ad aver fondato tre società Fortune 500. Wayne ha costituito Waste Management Inc. , Republic Industries, Blockbuster Entertainment, Autonation, ed è stato proprietario di tre squadre sportive professionistiche statunitensi; attualmente è proprietario dei Miami Dolphins, squadra che milita nella National Football League. 2004: Tony Tan Caktiong, Presidente di Jollibee Foods Corporation Da quando ha fondato Jollibee nel 1975, le dimensioni, l´espansione e la rilevanza della società sono cresciute esponenzialmente: da qualche negozio 26 anni fa fino a 1. 185 punti vendita in nove Paesi alla fine del 2004. La Far Eastern Economic Review ha proclamato Jollibee The Most Admired Company nelle Filippine negli ultimi sei anni. 2003: Narayana Murthy, fondatore e Chairman di Infosys Technologies Limited Fondata nel 1981 in India, Infosys Technologies si è evoluta in una realtà globale che conta oggi 25. 000 addetti e progetta software avanzati per l´e-commerce e le telecomunicazioni e produce soluzioni end-to-end per la consulenza software. 2002: Stefan Vilsmeier, Presidente e Ceo di Brainlab Ag I prodotti per la chirurgia di Stefan hanno stabilito un nuovo standard per le terapie tumorali non invasive ed economicamente convenienti. Brainlab opera in quindici Paesi e si è affermata quale leader mondiale nella tecnologia medica avanzata. 2001: Paolo della Porta, Presidente, Chairman e Group Ceo di Saes Getters S. P. A. Da oltre quattro decenni Saes Getters è il leader mondiale nelle tecnologie impiegate per creare e mantenere ambienti sotto vuoto o sotto gas purificati. Ai prodotti della società è attribuita la capacità di estendere di 100 volte la vita di schermi televisivi e monitor di computer. http://www. %20ey. %20com/eoy/worldsummit . .  
   
   
2°CONVEGNO NAZIONALE “CHANGE MANAGEMENT CHE INNOVA” 5-6 GIUGNO 2006 ALL’UNIVERSITÀ CARLO CATTANEO - LIUC  
 
Castellanza (Va, 5 giugno 2006 - Dopo l’indirizzo di saluto da parte di Giovanni Sgalambro, presidente di Assochange, Gianfranco Rebora, rettore della Liuc, e Federico Butera, direttore di Studi Organizzativi, la prima giornata dei lavori sarà incentrata su un workshop dal tema “Il Change Management nelle Imprese e nelle Amministrazioni Pubbliche”, al quale parteciperanno tra gli altri Ehrard Friedberg, direttore del Centre de Sociologie des Organisations di Parigi, e Anna Grandori, ordinario di Organizzazione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano. Successivamente, l’attività si svilupperà in una serie di sessioni parallele di presentazione e discussione dei paper, che si protrarranno anche alla mattinata del giorno 6 giugno. Le sessioni saranno presiedute dai membri del Comitato Scientifico del Workshop: Giovanni Costa, Giorgio de Michelis, Bruno Dente, Riccardo Mercurio, Dario Romano. Nella seconda parte della mattinata del 6 giugno, saranno avviati i lavori del secondo Convegno Nazionale Assochange, con una presentazione dell’Ibm Ceo Study 2006: spunti di riflessione su innovazione e cambiamento, da parte di Giovanni Sgalambro. Salvatore Merando, tesoriere di Assochange informerà i partecipanti delle principali iniziative di Assochange. Seguirà l’intervento di Elio Catania, presidente e Ad di Fs (“Il Change Management che innova: quale contributo alla competitività del sistema paese?”), seguito dalla presentazione di casi aziendali di studio: Sas, Whirlpool, Inps. Dopo la presentazione dello stato di avanzamento dei tre gruppi di lavoro (Gdl) in cui si articola nel corso dell’anno l’attività di Assochange – Workforce Ageing (Gdl1), Change Management Intelligence (Gdl2), Aspetto psicologico del Change Management e cambiamento individuale (Gdl3), il Convegno sarà concluso da una Tavola Rotonda presieduta da Massimo Merlino (Università di Bergamo), sul tema: “Il punto di vista dei leader aziendali sui processi del Change Management”. Interverranno Andrea Pontremoli, presidente e Ad di Ibm, Carlo Colaiacovo, Ad di Colacem, Federica Guidi, vice presidente Giovani Imprenditori di Confindustria, Andrea Moneta, vice direttore generale di Unicredit. .  
   
   
PIÙ FRINGE BENEFIT E FORMAZIONE PER TRATTENERE I DIPENDENTI TRE AZIENDE SU QUATTRO ORMAI AVVERTONO LA RIPRESA E AUMENTERANNO GLI INCENTIVI PER NON PERDERE I LAVORATORI PIÙ QUALIFICATI  
 
Milano, 5 giugno 2006 – Negli ultimi due anni, le aziende italiane hanno investito soprattutto in fringe benefit e formazione per evitare che i dipendenti dessero le dimissioni: lo rivela un’indagine condotta da Robert Half Executive Search, società internazionale di ricerca di personale qualificato, che ha coinvolto 2. 700 manager europei, di cui 200 italiani. I benefit straordinari erogati dalle aziende sono stati giorni di ferie aggiuntivi, coperture assicurative e buoni pasto, oltre all’auto aziendale per i profili più elevati. Al secondo posto, tra gli incentivi, la formazione e l’avanzamento di carriera. Soltanto al terzo posto gli aumenti di stipendio. Nel resto d’Europa, invece, sono nettamente al primo posto formazione e carriera (58%). Di seguito le risposte dei direttori risorse umane e direttori amministrativi interpellati, alla domanda “Quali strumenti avete utilizzato negli ultimi due anni per fidelizzare i dipendenti?”:
Italia Europa (media)
Fringe benefit straordinari 52% 45%
Opportunità di formazione e sviluppo di carriera 45% 58%
Adeguamenti salariali 40% 35%
Coinvolgimento nei processi decisionali aziendali 37% 37%
Altro 2% 5%
Fonte: Robert Half Executive Search, aprile 2006. (Nb: era possibile fornire più di una risposta) L’indagine rivela anche che le imprese europee iniziano a prepararsi alla ripresa economica: infatti, il 75% del campione dichiara che sta definendo o ampliando le strategie di fidelizzazione dei collaboratori più qualificati, per evitare di perderli una volta consolidata la ripresa. “Per fidelizzare i dipendenti, soprattutto quelli di maggior talento, le aziende tendono a utilizzare un insieme di strumenti”, spiega Vittorio Villa, responsabile per l’Italia di Robert Half Executive Search. “In questo mix, è normale che prevalgano gli elementi non monetari, come i fringe benefit o i corsi di specializzazione, che, tra l’altro, hanno un trattamento fiscalmente più vantaggioso, e permettono al dipendente di percepire l’intero investimento stanziato dall’azienda”. . .
 
   
   
ELECTROLUX: GAVA; “DISSIDENTI INTELLIGENTI”  
 
Venezia, 5 giugno 2006 - “Se un gruppo molto numeroso di lavoratori di una grande azienda dimostra disponibilità a ragionare senza preconcetti su un aumento di produttività vuol dire che le cose nel nostro sistema economico e del lavoro stanno davvero cambiando ed assumendo un taglio positivo ed incoraggiante. Io non li definirei ‘dissidenti’, ma ‘intelligenti’”. Lo sottolinea l’Assessore alle Politiche Economiche della Regione Veneto Fabio Gava, in relazione alle vicende dell’Electrolux di Conegliano, e al documento firmato da centinaia di lavoratori che chiedono di riaprire la trattativa con l’Azienda sull’ipotesi di passare da 75 a 80 frigo prodotti l’ora, ipotesi respinta da un referendum interno. “Con questo – precisa Gava – non voglio entrare nel merito delle relazioni sindacali, ma segnalare un fatto che per certi versi mi sembra storico e indice di un cambio di approccio culturale: c’è la reale possibilità di una concreta alleanza tra impresa e lavoratori che non potrà che recare effetti positivi per l’una e per gli altri, rappresesentando un’ottimo esempio di come si possa conciliare esigenze solo apprentemente opposte. Questi lavoratori stanno portando avanti un ragionamento nel quale ognuno pensa come l’imprenditore di sé stesso, e mi auguro davvero che la loro posizione venga tenuta in considerazione nei successivi passaggi della vicenda”. Gava tiene anche a sottolineare tra l’altro come la possibile svolta all’Electrolux costituisca tra l’altro una risposta incredibilmente tempestiva alle indicazioni giunte dalla relazione di ieri del Governatore di Bankitalia Mario Draghi, “che ha avuto – sottolinea l’Assessore veneto – consensi pressochè unanimi e trasversali”. “Proprio ad una prospettiva come questa – conclude Gava - mi riferivo quando parlai, all’inizio del mio mandato, della necessità di fare squadra nel mondo dell’economia e di puntare, dove possibile, a produrre di più come contributo all’abbattimento dei costi e al conseguente aumento della competitività sui mercati. Alcuni ambienti sindacali mi subissarono di critiche scambiando questo ragionamento come un sostegno ai cosiddetti padroni. Questi lavoratori dell’Electrolux ora vogliono diventare padroni del loro lavoro e del loro futuro, ed hanno tutta la mia stima e, se serve, il mio appoggio”. .  
   
   
CONVEGNO, LA RIFORMA DEL DIRITTO FALLIMENTARE: DALLA LEGGE 80/2005 AL D. LGS. 5/2006  
 
 Bergamo, 5 giugno 2006 - Mercoledì 7 giugno 2006 presso il Centro Congressi Giovanni Xxiii Viale Papa Giovanni Xxii, 106 In collaborazione con Ordine dei Dottori Commercialisti di Bergamo e con Collegio dei Ragionieri di Bergamo si terrà il convegno sul tema: “La riforma del diritto fallimentare: dalla Legge 80/2005 al D. Lgs. 5/2006”. Il Programma prevede il seguente svolgimento: ore 13. 30 Apertura segreteria e registrazione partecipanti; ore 14. 30 Saluto ed apertura dei lavori avv. Carlo Fratta Pasini Presidente del Banco Popolare di Verona e Novara; ore 14. 45 Introduzione dei lavori dott. Luigi Bitto - Moderatore Presidente del Tribunale di Bergamo; ore 15. 00” L’organizzazione della sezione fallimenti e cenni sul nuovo assetto dei poteri degli organi preposti al fallimento alla luce della riforma del Diritto Fallimentare” dott. Bartolomeo Quatraro Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano; ore 15. 45 “Cenni sulla riforma delle azioni revocatorie fallimentari” avv. Giorgio Tarzia Avvocato in Milano; ore 16. 30 “Il Nuovo Concordato Preventivo, le novità della riforma e prime applicazioni giurisprudenziali” dott. Massimo Gaballo Giudice Delegato alle Procedure Concorsuali presso il Tribunale di Bergamo; ore 17. 30” Le novità processuali della riforma del fallimento” prof. Achille Saletti Ordinario di Diritto Processuale Civile Università di Milano Avvocato in Milano; ore 18. 15 “Le novità della riforma del Diritto Fallimentare con riferimento alle imposte dirette” dott. Giuliano Buffelli Professore a contratto di Tecnica Professionale, Università degli Studi di Bergamo, Dottore Commercialista e Pubblicista in Bergamo. Ore 19. 00 Dibattito e chiusura dei lavori. La partecipazione al convegno consente di ottenere credito formativo per i rispettivi Ordini Professionali. L’ingresso è gratuito previa conferma/prenotazione alla Segreteria del convegno presso Tel. 035 236 435 - Fax 035 236 474 E-mail: infocon@congresscenter. Bg. It .  
   
   
CRESCE LA “VOGLIA” DI RESPONSABILITÀ SOCIALE NELLE IMPRESE È IL TEMA DEL CONVEGNO “PIÙ RESPONSABILITÀ, PIÙ CRESCITA. 7 GIUGNO, PRESSO L’AUDITORIUM DI ASSOLOMBARDA, IN OCCASIONE DELL’EVENTO DI PREMIAZIONE DELLA QUARTA EDIZIONE DEL SODALITAS SOCIAL AWARD  
 
Milano, 5 giugno 2006 – Cresce la “voglia” di responsabilità sociale nelle imprese italiane: una maggiore attenzione ai bisogni degli stakeholder e della comunità fa crescere le imprese italiane? Una ricerca Sodalitas-eurisko, che sarà presentata da Paolo Anselmi, offrirà un contributo significativo all’interpretazione di questa realtà, mettendo in luce quali siano le aspettative dei consumatori rispetto alle attività di Responsabilità Sociale delle imprese. In occasione del convegno “Più responsabilità, più crescita. Un’alleanza per lo sviluppo. ”, che si terrà il prossimo 7 giugno alle ore 9. 30, presso l’Auditorium di Assolombarda, imprenditori ed economisti si confronteranno sul tema, offrendo testimonianze del loro impegno nelle attività di Csr. A seguito di un saluto di benvenuto da parte di Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia* e di Filippo Penati, Presidente della Provincia di Milano, interverranno, tra gli altri, Federico Falck, Presidente di Sodalitas; Diana Bracco, Presidente di Assolombarda; Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università Cattolica di Milano; Genevieve Bess, in rappresentanza di Vladimir Spidla Commissario Europeo per l’Occupazione, affari sociali e pari opportunità; Maurizio Costa, Amministratore Delegato di Mondadori; Lorenzo Mazzali, Presidente di Mazzali; Roberto Mazzotta, Presidente di Banca Popolare di Milano; Anna Segatti, Presidente e Amministratore Delegato di Avon Italia; Aldo Sortino, Vicepresidente e Amministratore Delegato di L’oreal Italia; Dino Tabacchi, Presidente di Salmoiraghi & Viganò. Durante la giornata, verranno assegnati i riconoscimenti per le migliori iniziative di responsabilità sociale, presentate alla quarta edizione del Sodalitas Social Award. 210 i progetti in concorso, da 191 aziende iscritte nelle sette categorie del premio: processi interni aziendali, partnership nella comunità, marketing sociale, finanza socialmente responsabile, iniziative realizzate da Pmi, innovazione di prodotto o servizio socialmente e ambientalmente rilevante, iniziativa realizzata da ente locale e/o istituzione pubblica. Al termine della manifestazione sarà distribuito “Il libro d’oro della responsabilità sociale”, pubblicazione che raccoglie tutti progetti candidati e che rappresenta il punto di riferimento sul tema della Csr. .  
   
   
PREZZI A MILANO. IN UN MESE + 0,1 %  
 
Milano, 5 giugno 2006 - Nel mese di maggio l´Indice Generale dei Prezzi al Consumo per l´Intera Collettività Nazionale (N. I. C. ) è risultato in aumento (+0,1%) rispetto al mese precedente. Il tasso tendenziale annuo si attesta a +2,1% (-0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente). Il tasso di core inflation segnala un +1,4%.
Indice di Core Inflation Media Troncata Ponderata –5% (N. I. C. Con tabacchi, Tend. Annuo %)
Gen. 1,2 Feb. 1,4 Mar. 1,5
Apr. 1,5 Mag. 1,4 Giu.
Lug. Ago. Set.
Ott. Nov. Dic.
L’analisi generale dei capitoli di spesa evidenzia una crescita per: Servizi sanitari e spese per la salute: aumentano le visite ginecologiche, oculistiche e cardiologiche, i servizi ospedalieri e la retta giornaliera in clinica privata; Altri beni e servizi: sale il prezzo degli anelli nuziali d’oro, degli occhiali da sole, l’estetista, il taglio capelli da donna, l’assicurazione del ciclomotore; Trasporti: incrementi anche per benzina verde, gasolio per auto, trasporto marittimo di auto, navigazione passeggeri, pneumatici auto. In diminuzione vi sono i capitoli: Comunicazioni: diminuiscono i telefoni cellulari e gli apparecchi di telefonia; Ricreazione, spettacoli e cultura: cala il prezzo di fiori rosa e gerbera, personal computer, pacchetto vacanza. Di minor entità o nulli gli aumenti e le diminuzioni dei restanti capitoli. Prodotti con variazioni ponderate più significative - Variazioni positive: benzina verde +0,0524 punti percentuali, patate +0,0421 p. P. , fede in oro +0,0293 p. P. , retta clinica +0,0177 p. P. , servizi ospedalieri – parto cesareo +0,0154 p. P. Variazioni negative: viaggio aereo europeo -0,0287 punti percentuali . , gas per riscaldamento -0,0256 p. P. , telefoni cellulari -0,0200 p. P. , fiori - rosa -0,0190 p. P. , ortaggi prezzo perequato -0,0184 p. P. .
 
   
   
ASSOFRANCHISING HA PRESENTATO I DATI UFFICIALI DEFINITIVI 2005 SUL SETTORE DEL FRANCHISING IN ITALIA: + 7,5 % IL GIRO D’AFFARI IL VOLUME DI RICAVI HA SUPERATO I 18 MILIARDI DI EUR  
 
Milano, 5 giugno 2006 - Come da tradizione in questo periodo dell’anno Assofranchising, l’associazione di riferimento per l’intero settore, ufficializza i dati definitivi sull’andamento annuale del comparto, in collaborazione con l’istituto di ricerca Quadrante. I dati del 2005 confermano la vitalità del franchising in Italia, in controtendenza con il delicato momento di transizione che l’economia italiana, e con essa il commercio, stanno conoscendo in questo periodo. Gli indicatori principali che attestano la crescita rispetto al 2004, in un contesto di continuo trend positivo che dura da molti anni, sono un ulteriore aumento del giro d’affari del 7,5% per complessivi 18 miliardi di Euro (18. 178), del numero dei franchisor (insegne) del 3,8%, del numero dei franchisee (affiliati) del 4,3% e del numero del personale occupato del 2,2% (in fondo al comunicato è presente un breve prospetto riassuntivo). In un quadro in cui le forme di commercio tradizionale soffrono di un andamento dei consumi da tempo stagnanti, se non calanti, il franchising conferma le sue elevate potenzialità anche in presenza di situazioni congiunturali negative, mostrando altresì che l’innovazione e un approccio di partenariato imprenditoriale è premiante in termini di performances commerciali. Si conferma con questi dati la solidità del processo storico di consolidamento del franchising in Italia. A partire dagli anni Settanta, e ancor più durante la convulsa crescita nel corso degli anni Ottanta e Novanta, il settore si è ritagliato uno spazio di sempre maggiore rilievo affermandosi oggi come un comparto fondamentale per l’intero sistema distributivo italiano. La crescita del franchising sta a dimostrare la capacità di innovazione e di modernizzazione delle reti distributive, e rappresenta al tempo stesso uno degli indici tangibili del graduale cambio di mentalità che il mondo del commercio nel suo insieme sta sperimentando. Attraverso la modalità dell’affiliazione gli operatori commerciali affrontano oggi in termini più organici le criticità della sfida imprenditoriale, così come le aziende stanno maturando la consapevolezza che il franchising rappresenta un modello distributivo agile e particolarmente efficace da adottare in mercati sempre più vasti e mutevoli. Da questo punto di vista la capacità di reazione del sistema italiano si sta rivelando in linea con le esigenze di trasformazione della nostra economia e il divario con i principali mercati europei è decrescente rispetto al passato. Per la prima volta il rapporto statistico elaborato consente un confronto con i dati internazionali del franchising; in particolare rispetto a Francia e Germania, se per numero di insegne e di affiliati l’Italia è ormai su livelli analoghi, il volume del giro d’affari è assai inferiore (circa la metà sia per la Germania che per la Francia). Va peraltro precisato che questo divario trova ragione soprattutto nel fatto che la Gdo in quei Paesi è molto più sviluppata che in Italia, con una conseguente incidenza di rilievo sia sul numero di punti vendita in franchising che sul volume di ricavi. I dati del 2005 rispetto al 2004 registrano una crescita più contenuta rispetto a quella esponenziale degli anni precedenti, fatto che può essere considerato fisiologico se si valutano due fattori principali. Il primo è rappresentato dall’entrata in vigore della Legge sul Franchising, che come è noto è stata approvata nel 2004 e ha comportato una prima organica sistematizzazione del settore, sia normativa che culturale. L’introduzione di un contesto legislativo che apportasse ordine era una forte esigenza avvertita dai più qualificati operatori in ragione di un’ espansione che rischiava di divenire poco controllata in termini di qualità, garanzia e coerenza giuridica, e dunque di affidabilità nei confronti dell’universo dei potenziali affiliati (franchisee). In tale contesto nel breve periodo la legge può avere reso meno immediato e più ponderato il varo di nuove insegne, introducendo una fase di maggiore approfondimento progettuale, non inopportuna se propedeutica a uno sviluppo strategico elaborato su basi sempre più solide e professionali. Il secondo fattore è rappresentato dal naturale assestamento in corso in alcuni segmenti maturi di mercato, in attesa che altri esprimano appieno le loro potenzialità distributive in franchising. In questo processo di consolidamento del franchising in Italia, Assofranchising è protagonista di una forte crescita a riprova della crescente compiutezza con cui l’intero settore affronta i mercati nelle sue molteplici implicazioni, anche istituzionali e di organismi di rappresentanza. Gli associati Assofranchising sono infatti più che raddoppiati dal 2003 a oggi, registrando un incremento da 65 ai 143 soci attuali per oltre il 20% delle insegne esistenti, ma con un “peso” di oltre il 50% sul settore nel suo complesso, rispetto al giro d’affari, al numero di affiliati e al numero di personale occupato delle reti. Sulla base dei dati di benchmark elaborati internamente dall’Associazione per quanto concerne esclusivamente i propri iscritti, l’incremento del giro d’affari raggiunge l’8,5%, con una percentuale di rinnovi dei contratti di affiliazione in prima scadenza del 90,6% (l’indicatore più significativo per la capacità di successo sui mercati dei brand iscritti). Nel periodo considerato hanno avuto luogo adesioni di grande prestigio, fra le quali spiccano marchi di valore internazionale come Mcdonald’s e Subway, oltre a marchi di Pmi in fase di crescita. L’accordo stipulato con Confcommercio per l’attivazione di una rete di “Sportelli sul Franchising” presso le Ascom locali continua il suo processo di graduale radicamento sul territorio e può contare oggi su 17 sportelli già attivati (Messina, Sassari, Roma, Perugia, Parma, Modena, Unione Regionale dell’Emilia Romagna (9), Torino, Vercelli) e 6 in corso di attivazione. L’associazione ha rafforzato la propria azione di supporto alla formazione con seminari e moduli dedicati e ha affiancato le aziende con consulenze mirate alla corretta applicazione della nuova legge. Il franchising è dunque sempre più al centro dell’attenzione degli operatori economici e delle istituzioni. Il Presidente di Assofranchising Graziano Fiorelli ha indicato che “i dati positivi del franchising dimostrano che il settore della distribuzione sta facendo la sua parte per colmare il divario di efficienza e di modernità del sistema-Italia con le principali economie europee e per avvicinarsi alle migliori caratteristiche del modello statunitense. L’approccio al commercio da parte degli operatori rivela una crescente maturità imprenditoriale, così come l’approccio alle politiche distributive da parte delle aziende mostra come il franchising sia sempre più considerato una modalità funzionale ad un’efficace strategia di sviluppo e di ricerca di una maggiore produttività. E’ importante più in generale sottolineare che il franchising rappresenta dunque una delle leve principali su cui fare affidamento non solo per consentire a numerosi operatori commerciali indipendenti di salvaguardare la propria presenza sul mercato, reso sempre più competitivo dall’avanzare della Gdo, ma anche per la nascita di nuove imprese e per l’accompagnamento dei giovani verso l’attività in proprio: il franchising può dunque essere un ambito per efficaci politiche pubbliche che rimuovano ostacoli e impedimenti di varia natura, rendendo agile e dinamico il processo imprenditoriale”. E’ in questo contesto di consolidamento del settore che il prossimo 18 settembre Assofranchising promuove e organizza, in collaborazione con Camera di Commercio di Milano, la prima Conferenza Nazionale del Franchising, al cui interno avrà luogo il 6° meeting annuale di Assofranchising. L’iniziativa è volta a “fare il punto” annuale del settore attraverso un momento di incontro tra franchisor, franchisee e aziende fornitrici di servizi. Interverranno esponenti delle istituzioni di riferimento e specialisti del settore. L’obiettivo è mettere a disposizione del settore un momento istituzionale annuale di riferimento che possa essere funzionale sia alla definizione di accordi, sia al confronto con le diverse istituzioni pubbliche interessate, fra cui il commercio estero, l’educazione, gli affari sociali, le attività produttive e il sistema scolastico e universitario.
Pro Spetto Sintetico Dei Dati Definitivi 2005
I dati di confronto aggregati con il 2004 sono i seguenti:
Giro D’affari + 7,5% 18 miliardi Euro (18. 177. 757. 000,00)
Insegne (Franchisor) + 3,8% 735
Affiliati (Franchisee) + 4,3% 46. 337
Personale Occupato + 2,2% 120. 340
Alcuni approfondimenti: Il Giro D’affari I principali setori sono:
Grandi Magazzini - Gdo 18,6% 3. 379. 850. 000
Alimentari e supermercati 12,3% 2. 231. 390. 000
Abbigliamento Uomo/donna 9,2% 1. 664. 500. 000
Le Insegne I principali se tori sono:
Abbigliamento Uomo/donna 12,0% 88
Prodotti e Servizi specialistici 9,4% 69
Agenzie immobiliarilmediazione creditizia 7,3% 54
I Punti Vendita In Franchising I principali setori sono:
Agenzie immobiliarilmediazione creditizia 17,2% 7954
Abbigliamento Uomo/donna 10,7% 4966
Prodotti e Servizi specialistici 8,0% 3729
I Punti Vendita Italiani All’estero I principali setori sono:
Abbigliamento Uomo/donna 1103
Agenzie immobiliari/mediazione creditizia 929
Intimo 697
Il Personale O Ccupato Nelle Reti I principali setori sono:
Agenzie immobiliari/mediazione creditizia 19,6% 23. 533
Abbigliamento Uomo/donna 9,2% 11. 128
Ristorazione 8,7% 10. 417
La Distribuzione Geografica (Aree Nielsen) I principali setori sono:
Nord Ovest 44% 317
Nord Est 23% 166
Centro 18% 134
Sud e Isole 15% 111
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FINCERAMICA – MARAZZI GROUP APPROVATO ACQUISTO DI AZIONI DI MARAZZI GROUP S.P.A. DA PARTE DI FINCERAMICA S.P.A.  
 
Milano, 5 giugno 2006 - Il Consiglio di Amministrazione di Finceramica s. P. A. Ha preso atto dell’ottimo andamento del bilancio della consociata Marazzi Group s. P. A. Al 31/12/2005 che ha registrato un incremento del 19,8% dei ricavi ed un incremento del 50,5% del Ebitda. I risultati, inoltre, del primo trimestre 2006 mostrano un significativo incremento rispetto al 2005. In data odierna, il Consiglio di Amministrazione di Finceramica s. P. A. , attualmente proprietaria di n. 49. 693. 794 azioni rappresentanti il 48. 61% del capitale sociale di Marazzi Group s. P. A. , ha deliberato di procedere all’acquisto sul mercato entro il 31 dicembre 2006, in una o più volte, di un quantitativo di azioni di Marazzi Group s. P. A. Tale da consentire a Finceramica s. P. A. Di detenere almeno il controllo di diritto, ai sensi dell’art. 2359, primo comma n. 1 del Codice Civile, e pertanto di acquistarne un numero non inferiore a 1. 606. 206 azioni della Marazzi Group s. P. A. , ad un prezzo unitario non inferiore alla media del prezzo di riferimento degli ultimi 10 giorni di borsa aperta antecedenti il giorno dell’acquisto diminuito del 5% e non superiore alla media del prezzo di riferimento degli ultimi 10 giorni di borsa aperta antecedenti il giorno dell’acquisto aumentato del 5%. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione di Finceramica s. P. A. Ha deliberato di procedere – successivamente al raggiungimento del rapporto di controllo di diritto e per tutta la durata in carica del presente consiglio di amministrazione, e pertanto fino alla data di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2007 – ad acquistare sul mercato fino ad un massimo di n. 1. 000. 000 azioni di Marazzi Group s. P. A. Ad un prezzo unitario non inferiore alla media del prezzo di riferimento degli ultimi 10 giorni di borsa aperta antecedenti il giorno dell’acquisto diminuito del 5% e non superiore alla media del prezzo di riferimento degli ultimi 10 giorni di borsa aperta antecedenti il giorno dell’acquisto aumentato del 5%. Nello stesso periodo, Finceramica s. P. A. Potrà alienare le azioni di Marazzi Group s. P. A. Così acquistate ed eccedenti la partecipazione di controllo di diritto di Finceramica s. P. A. Su Marazzi Group s. P. A. , pari a n. 51. 300. 000 azioni, ad un prezzo unitario non inferiore alla media del prezzo di riferimento degli ultimi 10 giorni di borsa aperta antecedenti il giorno della vendita diminuito del 5% e non superiore alla media del prezzo di riferimento degli ultimi 10 giorni di borsa aperta antecedenti il giorno della vendita aumentato del 5%. Le operazioni di acquisto e/o di alienazione potranno essere effettuate sia per un efficiente impiego della liquidità societaria, sia per intervenire nell’eventualità di oscillazioni delle quotazioni delle azioni al di fuori delle normali variazioni legate all’andamento del mercato azionario. .  
   
   
IN VISTA DELLE OLIMPIADI RALLENTA LA LOCOMOTIVA CINESE LAPIDEO: PRESENTATO A CARRARAMARMOTEC L’ANNUARIO STATISTICO STONE SECTOR SUL COMMERCIO MONDIALE. OGNI ANNO SI SCAVANO MATERIALI PARI A UNA MONTAGNA DI 450 METRI CON UN PERIMETRO DI 1500  
 
Carrara, 5 giugno 2006 – Oltre 100 milioni di tonnellate di marmi e graniti, travertini e pietre. L’equivalente di oltre 25 milioni di metri cubi, pari a una montagna con un perimetro superiore al chilometro e mezzo e alta circa 450 metri. E’ quanto nel 2005 si è scavato nel mondo per alimentare l’industria delle costruzioni e dell’arredamento. La cifra è emersa oggi nel corso di Carraramarmotec, la fiera mondiale del marmo in corso fino al 3 luglio, alla presentazione di Stone Sector, l’annuario statistico curato da Silvana Napoli, responsabile dell’ufficio studi dell’Internazionale Marmi e Macchine (Imm). Il volume, come noto, raccoglie tutti i dati del 2005 relativi alla produzione e al commercio mondiale della pietra, rielaborati su base Istat. Secondo l’annuario, l’anno scorso l’Italia ha esportato oltre 4,7 milioni di tonnellate (+1,1) di marmi, graniti e pietre per 1,77 miliardi di euro (-0,5%), e ne ha importate 3 milioni (+1,3%) pari a 552 milioni di euro (+ 4,08%). Il trend dell’export nazionale è molto diversificato, con 3,1 milioni di tonnellate per le sole voci più importanti: marmi + 6,7%, graniti, sia in blocchi che in lastre, +1,1%. A questo aumento delle quantità corrisponde però un ribasso del valore (1,69 miliardi di euro delle voci di maggior pregio): -2,8% per il marmo, -14,2% per i graniti. Un calo solo parzialmente equilibrato dal granito lavorato (+3,3 %). “Risultati inferiori alle aspettative”, ha sottolineato il vice presidente di Imm Loris Barsi nel corso della presentazione, “Da qualche mese, stiamo però registrando un’inversione di tendenza che fa sperare in una ripresa, anche se timida. Dallo scacchiere internazionale emergono opportunità che le aziende sfruttare perché le chance competitive del sistema lapideo italiano restano forti in molte aree importanti”. Le novità riguardano essenzialmente la Cina, protagonista da anni di exploit esponenziali anche nel settore delle costruzioni. Con oltre 22 milioni di tonnellate di materiali estratti resta il primo produttore mondiale, seguita, nell’ordine, da Italia, India e Iran. Negli ultimi mesi la Cina mostra però un visibile rallentamento. “Due i fattori essenziali”, ha ricordato la dottoressa Napoli, “Il primo è l’accresciuta attenzione delle autorità cinesi per un territorio a lungo saccheggiato. Contemporaneamente si sta concludendo il massiccio piano di opere pubbliche realizzate per le olimpiadi del 2008”. Quanto al modo di produrre italiano si è stabilizzato ed è diventato modello operativo per molti Paesi nei confronti dei quali la ditta Italia mantiene una leadership di alto profilo organizzativa e culturale. L’italia, in sostanza, svolge funzione di tutor e aiuta questi nuovi Paesi produttori a collocarsi sul mercato internazionale. E’ soprattutto la globalizzazione che impone una rete commerciale molto complessa di cui solo l’Italia, fra i grandi produttori, dispone e che ha necessità di una continua ricerca e aggiornamento tecnologico, vera chiave di volta nella competizione. Nel quadro italiano emerge inoltre la tendenza alla riscoperta di materiali antichi, qualche volta poco apprezzati, ma che oggi incontrano nuovi favori e attenzioni dei progettisti. Grazie a questa tendenza il calo nella produzione dei materiali più conosciuti è bilanciato dalla riscoperta delle vecchie produzioni. .  
   
   
PRESENTATO CONCORSO PREMIO “AZIENDA SANA, LA SALUTE IN AZIENDA 2006”  
 
Venezia, 5 giugno 2006 - La terza edizione del Concorso Premio “Azienda sana, la salute in azienda”, che promuove la sicurezza nei luoghi di lavoro premiando progetti di qualità in materia di formazione, sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro, promozione della salute e responsabilità sociale di impresa, è stato presentato a Palazzo Balbi di Venezia nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte l’assessore regionale alle politiche sanitarie, Flavio Tosi, il Direttore Generale dell’Inail, Maurizio Castro, il vicepresidente di Unindustria Venezia, Fabrizio Bettiol e il Direttore dello Spisal dell’Ulss 12 veneziana, Giancarlo Magarotto. “Questo concorso premio - ha spiegato Tosi - rientra nelle iniziative che la Regione del Veneto sta promuovendo negli ultimi anni per favorire ed accrescere la più ampia diffusione della cultura e delle buone pratiche per la sicurezza e la tutela della salute e del benessere sul lavoro, nelle aziende e tra i lavoratori. Occorre estendere il più possibile iniziative di questo genere affinché anche altre realtà territoriali possano essere coinvolte”. “Sull’attività di prevenzione - ha aggiunto Tosi - la Regione investe circa il 5 per cento (350 milioni di euro) della dotazione finanziaria della sanità. La sicurezza e la salute dei lavoratori sono un obiettivo fondamentale per migliorare la loro qualità di vita, per il successo economico delle aziende e, in prospettiva, anche per ridurre i costi sanitari causati da infortuni sul lavori e malattie professionali”. “Il Veneto - ha detto Maurizio Castro - rappresenta uno degli attori chiave per il successo competitivo del sistema Italia. Proprio per questo, esige un presidio innovativo anche sullo speciale terreno della sicurezza e della prevenzione, vera cartina di tornasole per testare le capacità di una comunità di riposizionarsi nei segmenti più qualitativi della competizione internazionale fra sistemi regionali, coniugando le ragioni della convenienza economica con quelle dello sviluppo civile. E gli ultimi dati relativi agli andamenti infortunistici regionali dimostrano che in Veneto questa capacità davvero esiste: tra il 2004 e il 2005 gli infortuni sono mediamente diminuiti di circa il 6 per cento, ben oltre la media nazionale (- 2,8), e con punte in alcune province che addirittura superano l’8 per cento”. “Per il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione degli infortuni sul lavoro - ha affermato Giancarlo Magarotto - l’attività dei Servizi pubblici Spisal delle Aziende Ulss della Regione si è orientata a coniugare l’attività di vigilanza con l’attività di assistenza e di supporto alle aziende stesse per favorire lo sviluppo e il mantenimento di sistemi di gestione aziendale e la responsabilità sociale di impresa, in partecipazione con tutti gli altri soggetti, Enti, istituzioni ed associazioni che ne condividono obiettivi e valori”. “Quella lanciata oggi - ha concluso Fabrizio Bettiol - è la terza edizione del concorso, per cui registriamo un’interesse e un successo crescenti. Da una partecipazione di 20 aziende nel 2002 siamo passati a 54 aziende nel 2004 e il numero aumenterà ancora. Iniziative come questa premiano le aziende che investono in salute e sicurezza e dimostrano la sensibilità dell’imprenditoria veneta verso la cultura della prevenzione di qualità”. .  
   
   
LORENZO BENEDETTO È IL NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO DI NEOPOST ITALIA  
 
Milano, 5 giugno 2006 – Lorenzo Benedetto è il nuovo Amministratore Delegato di Neopost Italia, filiale italiana del gruppo francese gestore della corrispondenza e dei documenti. Nato a Milano nel 1964, laureato in Ingegneria Elettronica con indirizzo in Automatica presso il Politecnico di Milano, Lorenzo Benedetto approda in Neopost dopo una serie di esperienze manageriali in aziende di primaria importanza. In precedenza, infatti, Benedetto ha lavorato in Getronics, dove ha ricoperto per 3 anni la carica di Direttore della Divisione Networking e di Global Alliance Director occupandosi delle alleanze strategiche dell’azienda per il Centro e Sud Europa e l’America Latina, in Unisys, dove è stato Country Sales Manager, e in Global One Communication come Major Account Manager. “Il mio principale impegno – ha dichiarato Lorenzo Benedetto – sarà di proseguire il percorso di crescita che Neopost Italia ha intrapreso negli ultimi anni, confermando quindi la sua leadership a livello nazionale, di conquistare nuove quote di mercato e di posizionare l’azienda tra le più innovative nella gestione globale della corrispondenza”. .  
   
   
UE: PIEBALGS, L’ITALIA PUÒ DIVENTARE HUB DEL GAS PER L’EUROPA IN UNA INTERVISTA A MONDOEDISON, IL COMMISSARIO EUROPEO ALL’ENERGIA SOTTOLINEA LA NECESSITÀ DI POTENZIARE LE INFRASTRUTTURE E DI AVERE UN MERCATO TRASPARENTE DEL GAS  
 
Milano, 5 giugno 2006 – Per il Commissario Europeo all’Energia Andris Piebalgs “l’Italia ha sicuramente l’opportunità di diventare un hub del gas per l’Europa”. Intervistato in esclusiva da Mondoedison, la rivista del Gruppo Edison, il Commissario ha evidenziato come “per trasformare questa potenzialità l’Italia in realtà dovrebbe innanzitutto potenziare le infrastrutture, costruendo terminali di rigassificazione, nuovi gasdotti e impianti di stoccaggio. In secondo luogo, è necessario completare il recepimento della direttiva sul mercato del gas e sulla sicurezza degli approvvigionamenti, oltre a promuovere una profonda attuazione dei Regolamenti sulle condizioni di accesso alla rete di trasporto del gas”. “Se un Paese intende divenire un hub”, ha aggiunto Piebalgs, “deve avere un mercato trasparente e competitivo ed è quindi auspicabile che l’Italia vada oltre le richieste minime previste nelle direttive”. “Edison è attiva in questi campi e per questo sta avendo un ruolo importante”, ha concluso il Commissario. Edison sta costruendo il primo rigassificatore off-shore italiano, che è previsto sia operativo nel 2008 al largo di Rovigo e che, con una capacità di 8 miliardi di metri cubi all’anno, costituirà una fonte di approvvigionamento strategica e affidabile per i prossimi anni. Il Gruppo è inoltre impegnato nei progetti di un secondo terminale a Rosignano, in Toscana, e di due nuovi gasdotti: l’“Igi” fra Italia e Grecia, che renderà disponibile a tutta l’Europa le riserve gasiere del Caspio, e il “Galsi” che collegherà l’Algeria alla Sardegna e alla Toscana. .  
   
   
ACSM S.P.A. BILANCIO D´ESERCIZIO AL 31 DICEMBRE 2005 RICAVI COMPLESSIVI DEL GRUPPO: +9,4% RISPETTO AL 31.12.2004 E PARI A 107,2 ML. €  
 
Como, 5 giugno 2006 - l´Assemblea Ordinaria degli azionisti di Acsm S. P. A. , presieduta da Giorgio Bordoli, ha approvato. Lo scorso 31 maggio, il Bilancio d´Esercizio al 31 dicembre 2005. Nella stessa riunione è stato presentato il bilancio consolidato riferito al medesimo periodo è già oggetto di approvazione da parte del C. D. A. Della società. All´assemblea hanno partecipato n° 15 azionisti portatori di n° 21. 305. 204 azioni ordinarie pari al 56,82% del capitale sociale. Rispetto al corrispondente periodo dell´esercizio precedente, a partire dalla relazione Semestrale al 30 giugno 2005, ma con effetto contabile dal 10 gennaio 2005, si segnala l´esclusione dall´area di consolidamento della società Acsm Ambiente S. R. L. , attiva nel settore della raccolta dei rifiuti e dell´igiene urbana. Acsm S. P. A. Ha infatti ritenuto di avviare un processo di razionalizzazione delle proprie attività nel settore ambientale privilegiando il comparto dello smaltimento, nel quale opera da tempo attraverso il proprio impianto di termovalorizzazione dei rifiuti, e riducendo la propria partecipazione in Acsm Ambiente S. R. L. A seguito di tale operazione e della cessione di una quota pari al 40% del capitale sociale in data 23 maggio 2005, Acsm S. P. A. Detiene ora una partecipazione minoritaria del 20%. Il contributo di Acsm Ambiente La gestione operativa consolidata al termine dell´esercizio 2005 evidenzia quindi un margine operativo lordo ante partite non ricorrenti pari a €/000 18. 341, in decremento dell´11% circa rispetto al corrispondente periodo dell´esercizio precedente (€/000 20. 577). Considerando un perimetro di consolidamento omogeneo, e quindi scorporando l´apporto della società Acsm Ambiente S. R. L. Dal margine operativo al 31 dicembre 2004, il decremento si riduce all´8% circa. La marginalità operativa lorda si rafforza nel settore incenerimento e cogenerazione per le ragioni esposte; è sostanzialmente stabile nel teleriscaldamento e nella distribuzione di acqua ad usi civili ed industriali, mentre risulta in flessione nel settore della distribuzione e vendita di gas principalmente a causa dell´impatto derivante dalla applicazione della delibera 170/04 rispetto al precedente sistema tariffario. Va peraltro rilevato che Acsm S. P. A. Ha presentato ricorso avanti al T. A. R. Di Lombardia contro la delibera stessa e che tale ricorso è stato accolto il 16 febbraio 2005. Ciò ha portato I´aeeg a ritenere opportuno un intervento di sostanziale modifica dei contenuti della delibera oggetto di ricorso che tuttavia non ha avuto effetti significativi sugli ambiti gestiti da Acsm S. P. A. L´utile netto del Gruppo al 31 dicembre 2005, dopo le detrazioni relative alle imposte ed alla quota di utile degli azionisti di minoranza, risulta pari ad €/000 2. 670, in decremento del 33% rispetto al dato del corrispondente periodo del 2004 (€/000 3. 974). Come commentato relativamente alla marginalità lorda ante partite non ricorrenti, se si considera il dato al netto delle partite non ricorrenti e dell´effetto del deconsolidamento di Acsm Ambiente S. R. L. , il dato dell´esercizio 2005 risulta in flessione del 8% circa. Per quanto riguarda la capogruppo, i principali risultati di Acsm S. P. A. Sono: Margine operativo lordo pari a 12,6 milioni di €uro (12,2 milioni di €uro al 31 dicembre 2004) in incremento del 3%; Margine operativo netto pari a 5,5 milioni di €uro (4,8 milioni di €uro al 31 dicembre 2004) in incremento del 15%; Risultato netto pari a 4,1 milioni di €uro (1,7 milioni di €uro al 31 dicembre 2004) in incremento del 141%. Ha commentato il Presidente di Acsm spa, Giorgio Bordoli: "Le utilities, come /a nostra Acsm, vengono sollecitate a raggiungere risultati progressivi in un quadro oggettivamente complicato; occorre mettere in campo a/ tempo stesso intraprendenza e misura. Lo sforzo profuso dallo staff dirigenziale ha permesso di rafforzare i/ posizionamento su/ mercato e selezionare gli investimenti. I/ tutto rimanendo saldi su/ territorio e contemporaneamente allargandosi su nuovi orizzonti" L´assemblea ha approvato di destinare l´utile netto pari ad € 4. 060. 978,25 a: - Euro 203. 048,91 pari al 5% a riserva legale; Euro 1. 233. 174,34 a riserva straordinaria; Euro 2. 624. 755,00 come dividendo alle 37. 496. 500 azioni ordinarie pari ad € 0,07 ciascuna. Il predetto dividendo sarà esigibile a partire dal 6 luglio 2006 contro il ritiro della cedola 7 (data di stacco cedola 3 luglio 2006) secondo il calendario di Borsa. .  
   
   
IL 4 GIUGNO RIAVVIATA LA PRODUZIONE DEGLI IMPIANTI NORD DELLA RAFFINERIA ISAB ALL’80%  
 
Genova 5 giugno 2006 - Le strutture tecniche di Erg Raffinerie Mediterranee S. P. A. (Gruppo Erg) hanno predisposto, concordandolo con i tecnici nominati dalla Procura, il programma di ripresa della produzione degli Impianti Nord della Raffineria Isab. Con il parere favorevole all’esercizio in “assetto parziale” degli Impianti Nord, espresso in data 30/5/2006 dalla Commissione ex art 48 del Codice della Navigazione, sono iniziate le attività degli Impianti Nord della Raffineria Isab. Pertanto, dopo il riavviamento della centrale termoelettrica, verranno riattivati gli impianti secondo l’assetto previsto: Topping, Vacuum e Visbreaking. La produzione programmata, è partita il 4 giugno sarà di 120. 000 barili al giorno di grezzo, pari all’80% della capacità degli Impianti Nord (circa il 30% dell’intera capacità della Raffineria Isab). Seguendo l’iter autorizzativo già definito, si prevede di avere tutti gli Impianti Nord della raffineria in marcia alla massima capacità, compresa la linea Fcc, entro la fine del mese di giugno 2006. .  
   
   
OGGI ALLA FAST DI MILANO SI PARLA DI: ENERGIA PER L’EUROPA  
 
Milano, 5 maggio 2006 - La partecipazione al convegno di lunedì 5 giugno Energia per l’Europa, organizzato da Fast e Aeit a Milano in p. Le R. Morandi 2, con la collaborazione di Aper e Ati Lombardia, offre l’opportunità di avere in sole 4 ore la più completa e aggiornata informazione su contenuti, risorse, modalità di accesso dei programmi di ricerca e sviluppo della Commissione europea relativi al tema. Il convegno è gratuito, ma chi intende partecipare deve iscriversi. Si raccomanda la puntualità, poichè sono previsti numerosi interventi. L´idrogeno fa strada è il titolo del workshop gratuito del 9 giugno organizzato da H2it con la collaborazione di Fast. Il 31 maggio è l’ultimo giorno per iscriversi, a condizioni di favore, a Livinluce ed Enermotive, la nuova Intel dal 7 al 10 febbraio 2007. E’ ancora possibile aderirire dal 20 al 23 settembre 2006 alla settimana della tecnologia con ben 5 rassegne specializzate per l’industria, tra cui la Bias, che celebra il Cinquantenario. Tutte le informazioni: www. Fieremostre. It .  
   
   
BANCA SELLA FINANZIA GLI IMPIANTI AD ENERGIA SOLARE IL PROGETTO ENERGIA PULITA VA A SOSTENERE L’ACQUISTO DI SISTEMI FOTOVOLTAICI DA PARTE DI PRIVATI, IMPRESE ED ENTI PUBBLICI  
 
Biella, 5 giugno 2006 – Si chiama Finanziamento Energia Pulita il nuovo strumento pensato da Banca Sella a sostegno delle energie rinnovabili e della diffusione dei sistemi fotovoltaici promossa con l’istituzione del Conto Energia da parte del Ministero delle Attività Produttive per l’incentivazione dell’energia solare. Destinatari i privati, le imprese (incluse quelle agricole) e gli enti pubblici che presenteranno domanda di finanziamento per la realizzazione di un impianto fotovoltaico. La richiesta alla Banca dovrà essere accompagnata dalla comunicazione di accoglimento della domanda da parte del Gestore del Sistema Elettrico - l’ente che in Italia si occupa anche dell’incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili - dal progetto dell’impianto (preliminare e definitivo) corredato da analisi tecnico-finanziaria e dal piano dei lavori appaltati con le tempistiche di realizzazione. La forma tecnica potrà essere quella del finanziamento o del leasing. Nel primo caso, l´importo finanziabile potrà coprire fino al 100% delle spese da sostenere (compresi i costi di progettazione) con una durata massima del finanziamento pari a 12 anni. Il rimborso della rata potrà avere cadenza mensile, trimestrale, semestrale mentre il tasso di interesse applicato farà riferimento all´indice Euribor 1-3-6 mesi maggiorato di uno spread del 1,50%. Nel secondo caso, invece, la durata massima del finanziamento sarà di 10 anni mentre le condizioni applicate sui tassi di interesse varieranno a seconda della durata del finanziamento : tasso variabile per durate fino a 6 anni: Euribor +1,50%, tasso variabile fino a 10 anni: Euribor +1,75%; tasso fisso: Irs +1,50%. .  
   
   
FEDERLAZIO SU CIVITAVECCHIA: SI AL DIALOGO MA SUBITO VIA AI LAVORI  
 
Roma, 5 giugno 2006 - “La sentenza del Tar del Lazio che accoglie il ricorso dell’Enel contro il blocco dei lavori della centrale elettrica di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia ci rende sicuramente molto soddisfatti - ha commentato il Direttore Generale della Federlazio Giovanni Quintieri -, ma ora è indispensabile che i lavori riprendano al più presto”. “Ci auguriamo che questa ennesima prova superata – prosegue Quintieri – riesca a mettere una volta per tutte la parola fine al dibattito ideologico creato intorno alla riconversione a carbone della centrale e che si vada avanti con la realizzazione dell’opera. Tutta l’area di Civitavecchia, dalle imprese ai lavoratori ai cittadini, ha bisogno di far partire al più presto questo importante progetto, di fondamentale aiuto a tutta la nazione in questo particolare momento di congiuntura energetica”. “Noi per primi, comunque, chiediamo che vengano monitorati in maniera costante i livelli delle emissioni, in modo che sia sempre garantita a tutti i cittadini la sicurezza sullo stato ambientale della zona. Ora ci aspettiamo – ha concluso Quintieri – la disponibilità di tutti i soggetti interessati, a cominciare dalle imprese ma anche da parte dell’Enel e della Regione Lazio, e riavviare un dialogo in maniera costruttiva, augurandoci però che nessuno colga da questo il pretesto per voler rallentare ancora una riconversione attesa ormai da anni. E’ indispensabile diversificare le fonti energetiche e il carbone pulito di Civitavecchia darà finalmente il contributo che tutti si aspettano”. .  
   
   
CONVEGNO "INVESTIRE SULLE PERSONE. IL CAPITALE UMANO, RISORSA STRATEGICA NELLE UTILITIES"  
 
Roma, 5 giugno 2006 - Domani 6 giugno si svolgerà il Convegno “Investire sulle persone. Il capitale umano, risorsa strategica nelle Utilities”. L’incontro si svolgerà a partire dalle ore 9. 30, a Roma presso la Sala Tevere della Regione Lazio, in Via Cristoforo Colombo 212. Nel corso della giornata, cui prenderanno parte – insieme ai Presidenti di alcune delle maggiori aziende capitoline di servizi – anche l’Onorevole Mariella Gramaglia e l’Assessore Regionale al Lavoro, alle Pari Opportunità e alle Politiche Giovanili, Alessandra Ribaldi, sarà illustrata la ricerca ”Competenze per competere. Analisi dei bisogni professionali nelle imprese di servizio pubblico locale di Roma e del Lazio” e verrà presentato il sito internet www. Progetto-varco. Net.  
   
   
PORTARE LA GESTIONE FORESTALE IN AFRICA CENTRALE  
 
Bruxelles ,5 giugno 2006 - Oltre ad essere riserve d´ossigeno, gli alberi proteggono gli habitat naturali e quindi la biodiversità. Un programma amministrato dal Cirad, il centro francese di cooperazione internazionale nella ricerca agronomica per lo sviluppo, ha esteso il programma di gestione forestale attivo in Repubblica centrafricana al 90 per cento delle foreste di produzione. In Repubblica centrafricana è il governo ad essere responsabile del finanziamento dei programmi di gestione forestale, e l´attività pratica è realizzata da imprese private, mentre nei paesi limitrofi il governo lascia che gli industriali finanzino e amministrino autonomamente i propri programmi. Il governo della Repubblica centrafricana ha attivamente cercato varie strade per tener fede agli impegni assunti nel 1999 in occasione del vertice di Yaoundé, in cui i firmatari hanno dichiarato le foreste una risorsa da preservare per il bene delle loro popolazioni. Dal 2000 si avvale di Parpaf, un´organizzazione posta sotto la supervisione del Cirad, per realizzare gli aspetti tecnici della gestione forestale. Il numero delle foreste di cui oggi si occupa Parpaf è quindi aumentato del cinque per cento, per un impegno pari al 90 per cento delle concessioni. L´approccio di Parpaf è accurato e si concentra in particolar modo sulla conservazione della biodiversità. I rappresentanti dell´organizzazione realizzano un controllo della superficie boschiva cominciando dagli alberi per poi passare alla fauna selvatica. In questo modo Parpaf ottiene il "potenziale ecologico" dell´area ed è in grado di calcolare rapidamente la quantità di alberi che possono essere abbattuti garantendo la sostenibilità. Alle imprese che operano nella zona vengono distribuite mappe e tabelle che riportano in dettaglio le aree in cui è possibile procedere all´abbattimento e, ciò che è più importante, quelle in cui non è possibile farlo. Le imprese attive nel territorio sottoscrivono un contratto con lo Stato e finanziano il 30 per cento dei costi di gestione. Le attrezzature utilizzate sono controllate scrupolosamente al fine di garantire che non vengano abbattuti più alberi del necessario. Sinora il programma si è rivelato un successo, ed è stato prorogato per due anni fino al 2006. La fase successiva prevede il monitoraggio e la gestione forestale a lungo termine per i prossimi 30 anni. La cura che contraddistingue l´attività di Parpaf ha permesso di formare una nuova generazione di operatori del settore della gestione forestale sostenibile. La Repubblica centrafricana ha quindi oggi in custodia un nuovo patrimonio: le foreste gestite in modo sostenibile a beneficio delle generazioni future. Http://www. Cirad. Fr/ .  
   
   
IL CONSIGLIO "COMPETITIVITÀ" RINNOVA L´ACCORDO UE-USA NEL SETTORE DELL´ISTRUZIONE SUPERIORE  
 
Bruxelles, 5 giugno 2006 - Il 29 maggio il Consiglio "Competitività" ha approvato la conclusione di un accordo di cooperazione tra l´Unione europea e gli Stati Uniti nei settori dell´istruzione superiore e dell´istruzione e della formazione professionali. L´accordo, che sostituisce il programma di cooperazione tra le due regioni del 2000, mira a promuovere la comprensione culturale, nonché a migliorare la qualità della preparazione delle risorse umane in entrambe le regioni favorendo, tra l´altro, l´acquisizione delle competenze necessarie per rispondere alle sfide dell´economia globale basata sulla conoscenza. L´accordo offre ai consorzi del settore, su entrambe le sponde dell´Atlantico, l´opportunità di istituire titoli riconosciuti di primo livello, congiunti o doppi, denominati "Transatlantic degree" (Laurea transatlantica). I consorzi europei e statunitensi riceveranno un sostegno finanziario per istituire e gestire i "Transatlantic degree", nonché per offrire borse di studio per la mobilità transatlantica a studenti e studiosi. Gli studenti che partecipano ai programmi di laurea avranno l´opportunità di ottenere due titoli distinti (o un titolo congiunto) in minor tempo e a costi inferiori rispetto a quanto sarebbe necessario per completare i programmi separatamente. Le istituzioni partecipanti confronteranno, verificheranno e adegueranno i loro corsi e uniranno le loro migliori risorse scolastiche utilizzando i rispettivi punti di forza per concretizzare un´offerta di corsi più ampia e di migliore qualità per gli studenti. La legislazione garantirà che i consorzi congiunti prevedano una rappresentanza equilibrata di istituti appartenenti a quanti più Stati membri possibile. L´accordo ha una validità di otto anni e può essere prolungato o modificato tramite un accordo scritto reciproco. Per quanto riguarda altri ambiti, il Consiglio "Competitività" ha raggiunto un accordo sul progetto di legislazione relativo all´apertura del mercato interno dei servizi. La proposta di direttiva, nuovamente inviata in Parlamento per la seconda lettura, è ritenuta uno degli elementi fondamentali della strategia dell´Ue per la crescita e l´occupazione. Http://ec. Europa. Eu/education/programmes/eu-usa/call_en. Html .  
   
   
UNIV. SAN RAFFAELE. LA RELIGIONE: EVANESCENZA O PERENNITA´  
 
Milano, 5 maggio 2006 - Nell’ambito del ciclo di incontri L´intelligenza e la fantasia: prove di letture, l´Università Vita-salute San Raffaele di Milano, la Fondazione Corriere della Sera e l´Istituto Italiano di Cultura di Parigi invitano alla serata-evento: « La Religione: Evanescenza O Perennita’ » Lunedì 5 giugno, ore 21. 00, presso il Teatro Studio, via Rivoli 6 Milano. Martedì 6 giugno, ore 20. 00 Presso Istituto Italiano di Cultura, 73 rue de Grenelle Parigi In che modo religione influenza la società europea contemporanea? E quanto è importante oggi nel Vecchio Continente, anche in confronto al ruolo che ha avuto in epoche storiche passate quando ne permeava la cultura? A cavallo tra psicologia, politica e filosofia, una risposta a queste domande proverà a darla il filosofo francese Régis Debray, attraverso una serie di brani da lui commentati e tratti da alcuni dei più importanti testi della produzione culturale europea degli ultimi due secoli. A dare voce e corpo ai brani sarà l’attore francese Jean Sorel, che leggerà, tra gli altri, di come Sigmund Freud ritenesse la religione necessaria al nostro vivere o Alexis de Tocqueville la vedesse come fondamento della Costituzione americana. Per arrivare poi, passando per Nietzsche, Rousseau e Vattimo, alla “religione della scienza” come la intendeva il padre del positivismo Auguste Comte e al punto di vista dello stesso Debray, alla sua riflessione sul significato vero della parola “religione” e ciò che a livello sociale vi si nasconde dietro. Con La religione: evanescenza o perennità si chiude il ciclo di serate-evento L´intelligenza e la fantasia: prove di letture, che ha visto alternarsi sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano gli attori Adriana Asti e Jean Sorel e che ha coinvolto esponenti della cultura europea contemporanea come Pierre Nora, Roberto Mordacci, Sergio Givone, Michele Di Francesco e per questo ultimo appuntamento Régis Debray. Regis Debray – Filosofo e saggista. Presidente onorario dell’Institut Européen en Sciences des Religions e direttore della rivista Médium, transmettre pour innover da lui fondata nel 2005. Tra il 1981 e il 1985 lavora come responsabile di politica internazionale per la Presidenza della Repubblica francese. Nel 1996, fonda i Cahiers de médiologie che si occupano di studiare il funzionamento dei media. Tra il 1998 e il 2002, diventa direttore di ricerca presso il Collège international de philosophie e Presidente del Conseil scientifique de l’Ecole nationale supérieure des sciences de l’information et des bibliothèques. Dal 2002 al 2004, è presidente dell’Institut Européen en Sciences des Religions de Paris e lavora presso l’Ecole Pratique des Hautes Etudes de Paris. Principali pubblicazioni: Dieu, un itinéraire. Matériaux pour l’histoire de l’Éternel en Occident, Odile Jacob, 2001; Le Feu sacré. Fonctions du religieux, Fayard, 2003; Ce que nous voile le voile. La République et le sacré, gallimard, 2004. Jean Sorel – E’ nato a Marsiglia da una famiglia di nobili origini, si è dedicato alla recitazione all’inizio degli anni ’60, dopo aver abbandonato gli studi che lo avrebbero portato a intraprendere la carriera diplomatica. Ha recitato sia in teatro sia al cinema lavorando con registi come Luis Bunuel, Roger Vadim, Mauro Bolognini, Dino Risi e Luchino Visconti. Ingresso libero Milano: per informazioni chiamare il numero verde 800 33 90 33 Parigi: prenotazione obbligatoria al numero 00331 44394939 .  
   
   
SCUOLA E LAVORO/ L’INDAGINE DEL “PROGETTO O.R.O.” SU 1500 GIOVANI UMBRI SVELA LA CRISI DI MOTIVAZIONI E IL BISOGNO PRIMARIO DI ORIENTAMENTO.  
 
Perugina, 5 maggio 2006 - - La maggior parte degli allievi degli istituti superiori umbri non percepisce la dimensione europea come opportunità di crescita personale e professionale; per quanto attiene ad un progetto di sviluppo professionale, gli sguardi si concentrano soprattutto sul conteso locale ed emerge una visione più idilliaca che concreta del mondo del lavoro; inoltre, è diffusa tra i gruppi degli allievi delle classi più vicine all’uscita dal percorso scolastico, la convinzione che il conseguimento del diploma possa aprire le porte ad un’occupazione “sicura” presso l’Ente Pubblico, mentre le aspirazioni convergono al posto fisso senza che vengano considerati i fattori, oggi più che mai diffusi, della precarietà e della flessibilità. E’ questo il quadro abbastanza preoccupante emerso questa mattina da un’indagine condotta negli ultimi due anni scolastici presso alcuni istituti superiori della provincia di Perugia, finalizzato a individuare interventi di prevenzione alla dispersione scolastica. Un progetto che vale oro, si potrebbe dire riprendendone la sigla (O. R. O. , ovvero Orientamento, Recupero, Occupazione), dal momento che l’associazione temporanea d’impresa (Ati) formata da Sfcu – Sistemi Formativi Confindustria Umbria, la cooperativa sociale Frontiera Lavoro di Perugia e l’Ial Cisl Umbria ha saputo ben interpretare da una parte le esigenze dei giovani e dall’altra le finalità della Provincia di Perugia che ha finanziato l’iniziativa. L’assessore provinciale alle politiche del lavoro e alla pubblica istruzione, Giuliano Granocchia, ha tuttavia sottolineato come “nel territorio provinciale perugino non ci sia una vera e propria emergenza in materia di dispersione scolastica facendo risultare una delle percentuali più basse rispetto ai dati nazionali. Tuttavia cominciano ad emergere alcune criticità, come per esempio la visione distorta che si ha rispetto all’integrazione con l’accresciuta presenza di extracomunitari anche nelle scuole, di fronte alle quali è necessario orientare sempre di più i giovani. Per questo la Provincia di Perugia intende riconfermare l’impegno a destinare ampie risorse su questi temi”. Il tratto comune, trasversale per età e per ambito territoriale, che caratterizza tutti gli studenti incontrati (presente una delegazione delle scuole perugine coinvolte), è la mancanza di motivazioni, attraversata anche da una profonda sfiducia in se stessi, nelle proprie potenzialità e dalla mancanza di vissuti di esperienze responsabilizzanti. Dalle circa 1500 testimonianze raccolte tra i ragazzi in vari comprensori (Media Valle del Tevere, Assisiate, Perugino, Lago Trasimeno, Valnerina, Foligno), attraverso una capillare articolazione di interventi, si individua una forte crisi di motivazioni già al momento della scelta scolastica (influenzata spesso da pressioni familiari, amicizie, comodità) ma anche nella presa di coscienza dei potenziali sbocchi lavorativi. Problemi emergono di fronte all’incapacità di analisi della propria realtà, all’attitudine al contesto locale, alla scarsa cooperazione tra scuole e famiglie, alla non abitudine a responsabilizzarsi nei vari contesti formativi, alla scarsa conoscenza del mondo del lavoro e delle lingue straniere. Ecco allora che subentra lo strumento dell’orientamento, fondamentale anche alla luce dei dati finali del progetto, inteso come sostegno alla motivazione nello studio e come stimolo culturale però estraneo alla scuola. La strategia diventa dunque quella di tutorare i curricula degli studenti, non obbligarli a scelte premature sugli studi da compiere, offrire loro occasioni per sperimentarsi come protagonisti in contesti collettivi, associare esperienze di cittadinanza attiva a percorsi di orientamento, far loro conoscere la realtà cui vanno incontro, trasferendo fiducia nella possibilità di cambiare. In questo senso l’attività di orientamento diventa strategica per favorire e contenere non solo gli insuccessi scolastici, ma anche per incoraggiare processi decisionali, scelte consapevoli e ponderate che incideranno su tutta la vita scolastica e professionale degli studenti. La Provincia di Perugia ha ben compreso l’importanza di tale attività, investendo risorse, know how e professionalità per rafforzare l’offerta di servizi volti alla prevenzione della dispersione scolastica e dell’abbandono, in linea con le più recenti indicazioni della Comunità Europea su tale fronte. Il “Progetto O. R. O. ” è un esempio di come strumenti e servizi innovativi, che utilizzano anche le nuove tecnologie, adattate e personalizzate ai bisogni specifici dei singoli studenti, possa intervenire in maniera efficace. .