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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Giugno 2007
UNA NUOVA RICERCA METTE IN DISCUSSIONE LE CONOSCENZE SUL GENOMA UMANO  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - I risultati di uno straordinario esperimento a livello internazionale, inteso a individuare gli elementi funzionali del genoma umano, mettono in discussione tesi consolidate in merito al funzionamento del genoma. Tra le altre cose, il concetto di «Dna spazzatura» sembrerebbe superato, in quanto dallo studio emerge che la maggior parte dei geni ha una funzione di qualche tipo. La ricerca, finanziata da una serie di partner tra cui l´Unione europea, è stata pubblicata dalla rivista «Nature», con 28 articoli complementari sulla rivista «Genome Research». Lo studio è stato condotto nel quadro del progetto Encode (Encyclopedia of Dna Elements), che ha dedicato gli ultimi quattro anni a individuare e catalogare gli elementi funzionali dell´1% del genoma umano. Il genoma umano è stato sequenziato nell´aprile del 2003. Insieme, i tre miliardi di coppie base («lettere») del genoma contengono tutte le informazioni necessarie per trasformare una cellula uovo fecondata in un essere umano adulto. Se abbiamo nozioni delle parti del genoma che codificano le proteine, la funzione della restante parte di genoma rimane un mistero. «Il problema è che è scritto in un linguaggio che stiamo ancora tentando di decifrare», ha affermato Francis Collins, direttore del National Human Genome Research Institute (Nhgri). L´obiettivo del progetto Encode è studiare il genoma al fine di scoprire quali sono la sua funzione e il suo scopo. Questa fase iniziale pilota è stata incentrata su 30 000 coppie base, l´equivalente dell´1% del genoma nel suo complesso. La metà di esse è stata individuata in regioni del genoma che sono relativamente ben caratterizzate, mentre l´altra metà è stata scelta in maniera casuale. Scienziati di 80 organizzazioni di 11 paesi e specializzati in discipline diverse hanno eseguito una serie di test sulle sequenze di Dna prescelte, condividendo informazioni, tecnologia e dati durante il periodo di ricerca, da cui hanno ricavato oltre 200 serie di dati e più di 600 milioni di punti di misura. «Questo è stato il primo esempio della collaborazione scientifica nella sua forma migliore», ha commentato il dottor Collins. «Nessuno di questi dati sarebbe stato altrettanto ricco se non ci fosse stata una condivisione di informazioni». «I nostri risultati hanno rivelato importanti principi relativi all´organizzazione degli elementi funzionali nel genoma umano, offrendo inoltre nuove prospettive su tutto ciò che riguarda la trascrizione del Dna nell´evoluzione dei mammiferi», ha dichiarato Ewan Birney del Laboratorio europeo di biologia molecolare, che ha condotto il lavoro di analisi dei dati. «In particolare, abbiamo ottenuto informazioni approfondite sulle sequenze di Dna che non codificano proteine, e di cui finora sapevamo poco». Una delle scoperte più sorprendenti consiste nel fatto che la maggior parte del Dna nelle nostre cellule è in qualche modo attiva, mettendo così in discussione l´idea che il genoma sia costituito da geni attivi che codificano proteine, circondati da una gran quantità di geni inattivi, noti come «Dna spazzatura». Inoltre, molte di queste sequenze che non codificano proteine si sovrappongono alle sequenze codificanti proteine. «La spazzatura non è spazzatura. È attiva e svolge diverse funzioni», ha affermato il dottor Birney. Molte aree che una volta erano ritenute spazzatura, si sono rivelate sequenze regolatrici, che indicano cioè ai geni il modo e il luogo in cui essere attivi. Queste scoperte avranno implicazioni anche nella medicina, in quanto molte mutazioni genetiche associate a patologie si trovano in zone regolatrici. Un altro aspetto sorprendente per gli scienziati è stata l´individuazione di sequenze «neutre», che vengono copiate attivamente ma non procurano vantaggi né costituiscono un problema per l´organismo. Tali sequenze neutre non sono state conservate nel corso dell´evoluzione. I ricercatori hanno ipotizzato che in futuro potrebbero dare origine a nuove variazioni genetiche. «Sono come cianfrusaglie in soffitta», ha spiegato il dottor Collins. «Non si buttano mai perché un giorno potrebbero servire. » Uno degli obiettivi del progetto era sviluppare gli strumenti di analisi e garantire la fattibilità del progetto, che prevedeva la definizione di norme che consentissero di confrontare adeguatamente dati provenienti da diversi laboratori e diversi processi sperimentali. «Adesso siamo in grado di progredire in questa ricerca», ha dichiarato il dottor Collins. «Siamo pronti a passare dall´1% all´intero sistema. » «L´obiettivo per i prossimi cinque anni è quello di acquisire una maggiore capacità di comprensione dell´intero genoma», ha aggiunto il dottor Birney. «Il progetto pilota Encode è il primo passo verso il conseguimento di questo obiettivo. » Encode: http://www. Genome. Gov/encode/ «Nature»: http://www. Nature. Com/nature/focus/encode/index. Html Ricerca sul genoma: http://www. Genome. Org/ Tutti gli articoli sono ad accesso libero .  
   
   
PERUGIA CAPITALE NELLA LOTTA AL TUMORE DEL RENE LA NUOVA FRONTIERA È LA TERAPIA COMBINATA NELLA CITTÀ UMBRA, 150 ESPERTI A CONFRONTO SUGLI APPROCCI PIÙ INNOVATIVI IL CENTRO ITALIANO COINVOLTO NEI PIÙ IMPORTANTI STUDI A LIVELLO MONDIALE, OLTRE 200 PERSONE CURATE NEGLI ULTIMI 24 MESI. LA MALATTIA COLPISCE CIRCA 8.500 ITALIANI L’ANNO  
 
Perugia, 18 giugno 2007 - Il tumore del rene oggi fa meno paura. I risultati presentati all’Asco 2007, il più importante congresso mondiale di oncologia che si è recentemente concluso a Chicago, confermano che i nuovi trattamenti antiangiogenici hanno modificato radicalmente la possibilità di controllo della malattia. E nuove speranze si attendono dagli studi che stanno esplorando la possibilità di utilizzare questi farmaci in combinazione. Ricerche che vedono l’Italia grande protagonista: Perugia è infatti considerata, a livello internazionale, una delle “capitali” per la cura di questa patologia “Negli ultimi due anni abbiamo assistito più di 200 pazienti con carcinoma renale avanzato e siamo coinvolti nei più importanti studi condotti a livello mondiale. Di alcuni siamo noi stessi i promotori” spiega il dr. Sergio Bracarda, Dirigente Medico di I livello dell’ Oncologia Medica dell’Ospedale regionale Santa Maria della Misericordia dell’Umbria e Presidente del Congresso “Approcci innovativi al trattamento del carcinoma renale avanzato”, svoltosi il 15 e 16 giugno a Perugia -. La nuova frontiera è studiare se è possibile utilizzare questi farmaci in maniera combinata, dal punto di vista della fattibilità, della tossicità e dei costi. Per questo si sta lavorando soprattutto su fattori predittivi alla risposta che, come è già avvenuto nel cancro della mammella, potrebbero rendere questo approccio più realistico e accessibile anche nella prospettiva di un’ oculata gestione delle risorse sanitarie, uno dei maggiori problemi con cui oggi l’oncologia più avanzata deve fare i conti”. Il Convegno, che vede coinvolti 150 esperti, è patrocinato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e presieduto, oltre che dal dr. Bracarda, dal dr. Lucio Crinò, Direttore dell’oncologia medica dell’ Azienda Ospedaliera di Perugia. I nuovi approcci combinati prevedono di utilizzare questi farmaci associati fra loro o con trattamenti preesistenti, per verificare se in questo modo aumentino le possibilità di guarigione. L’obiettivo è il controllo della malattia, che potrebbe poi tradursi, in una certa percentuale di pazienti in una remissione completa e stabile. “All’asco sono stati presentati alcuni studi preliminari di combinazione con tutti i nuovi agenti studiati da più tempo per questa patologia, bevacizumab, sorafenib e sunitinib, associati o meno ad interferone – continua Bracarda – Il nostro centro ha preso parte a tutte queste ricerche, i cui risultati, in termini di remissione completa e controllo di malattia sono molto incoraggianti. Inoltre, si sta studiando l’effetto dell’integrazione fra questi farmaci e tecniche chirurgiche e radioterapiche innovative. L’obiettivo è andare sempre più nella direzione di un approccio multidisciplinare. Grazie ai nuovi risultati ottenuti con questi farmaci si possono, ad esempio, rivalutare interventi come la chirurgia delle metastasi, che fino a poco tempo fa erano scelte dettate dalla mancanza di alternative e che invece oggi diventano programmabili, un valore aggiunto per il controllo globale della malattia”. Il tumore del rene rappresenta il 2-3% di tutte le neoplasie maligne. In Italia colpisce ogni anno circa 8. 500 persone. Si tratta di un tumore difficile da diagnosticare perchè spesso rimane silente, in particolare nelle prime fasi della malattia. Prevale nel sesso maschile (con un rapporto di 2 a 1) colpisce soprattutto le persone di età superiore a 60 anni. Questa neoplasia sembra verificarsi più frequentemente nelle aree urbane rispetto alle rurali, ma le cause non sono ancora spiegate. “Fortunatamente oggi il tumore del rene è un nemico meno temibile – conclude il dr. Bracarda -. Abbiamo a disposizione molte risorse e si cominciano, inoltre, ad intravedere aspetti differenziali fra i vari farmaci che consentiranno di stabilire in maniera più precisa e mirata quali siano le opzioni migliori per ciascun paziente”. .  
   
   
TERAPIE FARMACOLOGICHE CHE AGISCONO INTERFERENDO SUI RECETTORI. UN’INCOGNITA A LUNGO TERMINE  
 
Milano, 18 giugno 2007 - La Fondazione Iret, specializzata in studi e ricerche sul cervello, ha realizzato un’indagine su questo tipo di terapie che solleva parecchi dubbi, soprattutto per quel che riguarda gli effetti a lungo termine. La medicina negli ultimi decenni si è sempre più spostata verso un approccio riduzionistico che mira a identificare i meccanismi di malattia attraverso i suoi determinanti molecolari. A questa impostazione ha fortemente contribuito il programma genoma umano con lo straordinario scenario culturale aperto dalla sua decodificazione. In questa nuova ottica si cercano di comprendere anche funzioni complesse dell’organismo e il comportamento umano. Le neuroscienze non sono estranee a questa rivoluzione. Negli ultimi decenni, la struttura stessa del cervello è stata reinterpretata in funzione delle molecole in esso rappresentate, ed in particolare in relazione alla distribuzione nelle diverse aree cerebrali dei neurotrasmettitori, le molecole responsabili della trasmissione del segnale nervoso da una cellula alla successiva. Il neurotrasmettitore viene infatti rilasciato da una cellula nervosa quando attivata, si libera nello spazio sinaptico (spazio che separa due cellule nervose), per raggiungere la cellula successiva dove si lega ad altre molecole specifiche, i recettori, secondo un meccanismo di complementarietà strutturale ben rappresentato dall’esempio della chiave (neurotrasmettitore) nella rispettiva serratura (recettore). Il quadro è naturalmente molto più complesso, a partire dal fatto che per ciascun neurotrasmettitore esistono molti, talora moltissimi recettori, capaci di “aprire porte cellulari” diverse, mediando cioè funzioni cellulari diverse. E’ così nata la neuroanatomia chimica, che ha descritto il percorso di alcune informazioni all’interno del cervello attraverso la mappatura dei neurotrasmettitori e dei rispettivi recettori. L’approccio riduzionistico a cui si accennava precedentemente, ha portato ad una grande suggestione: quella cioè di poter associare funzioni e disfunzioni del cervello ad una molecola della catena della neurotrasmissione. Così è stato ad esempio per la malattia di Parkinson, in origine interpretata come semplice difetto di dopamina; così per la demenza di Alzheimer originariamente associata solo al difetto di acetilcolina; così è stato per l’illusione di avere strumenti molecolari potenti e definitivi per il controllo del dolore, come è stato per gli oppioidi. Questa suggestione ha coinvolto anche il controllo di comportamenti estremamente complessi, quali l’assunzione di cibo, il tono dell’umore, il piacere, fino al capitolo della dipendenza (da farmaci, droghe, nicotina etc. ). Questa impostazione culturale ha prodotto uno straordinario sforzo mirato a correggere difetti attraverso molecole capaci di intervenire opportunamente nel sopraccitato meccanismo chiave/serratura. Esempi di interventi sulla “chiave” sono la terapia con levo-dopa per la malattia di Parkinson, finalizzata a ripristinare i livelli cerebrali di dopamina; gli inibitori delle esterasi dell’acetilcolina, per aumentare la disponibilità di acetilcolina e correggere i difetti di memoria nella malattia di Alzheimer. Se invece è la “serratura” il bersaglio, la possibilità di disegnare a tavolino o, meglio, a computer nuove molecole attive sui recettori fornisce possibilità straordinarie. Anni di studio, ma anche di trattamenti terapeutici basati su questi assunti, hanno però indicato che la biologia del cervello è molto più complicata, e l’approccio riduzionistico da solo non è in grado di descrivere comportamenti complessi. Uno degli aspetti di tale complessità è rappresentato dall’adattamento a cui il sistema neurotrasmettitore-recettore, e tutta la cascata di funzioni cellulari che questa interazione controlla, subisce nel corso della patologia o come adattamento fisiologico ad un’abitudine protratta nel tempo, quale l’assunzione di sostanze da abuso (farmaci, nicotina, etc. ). In particolare, i recettori modificano la loro “resa funzionale” quando il sistema è sovrastimolato, cioè vengono regolate in sequenza tutte le funzioni cellulari a valle del recettore (enzimi citoplasmatici, proteine strutturali, altri recettori, fino al controllo dell’espressione genica). Attraverso questo meccanismo si ritiene possano svilupparsi anche gli effetti collaterali da improvvisa cessazione dell’assunzione di tali sostanze, quando cioè il recettore è liberato improvvisamente del suo legante, rendendo incontrollati i percorsi molecolari prima controllati. Il “vizio del fumo” è dagli esperti considerato una delle dipendenze più tenaci, cioè più difficili da vincere. Infatti la nicotina inalata attraverso il fumo agisce sui recettori specifici e uno degli effetti conseguenti è l’attivazione del sistema dopaminergico che presiede alla sensazione di piacere e gratificazione. La zona mediale del mesencefalo (area tegmentale ventrale) contiene i neuroni che utilizzano la dopamina come neurotrasmettitore e che proiettano ad una regione specifica dei gangli della base chiamata nucleo accumbens. Il grado di soddisfazione che il fumatore prova è direttamente proporzionale ai livelli ematici e cerebrali di nicotina ottenuta dal fumo. La nicotina così assunta, arriva lentamente alla sinapsi delle zone del piacere, a concentrazioni molto basse, e questo provoca una riduzione non fisiologica della sensibilità del recettore, che il cervello cerca di compensare aumentando il numero di recettori. Un fumatore cronico si ritrova con un numero maggiore di recettori, ma meno funzionanti. Quest’area del cervello è cruciale nella percezione del piacere, e le sostanze di abuso, compresa la nicotina, ne aumentano l’attività. Questa alterazione dei recettori colinergici è stato il razionale per l’approvazione da parte della Food and Drug Administration dei prodotti che forniscono nicotina con modalità alternativa a quella ottenibile dal fumo di sigaretta (Tns: terapia nicotinico sostitutiva). L’obiettivo di questo approccio è quello di abbassare progressivamente nel tempo la sensibilità di questi recettori per ottenere la stessa piacevole sensazione riducendo i livelli di nicotina ed evitare i sintomi dell’astinenza. Questo metodo offre anche un’opportunità in più alla forza di volontà dei fumatori, che riuscendo a gestire meglio il craving situazionale, sono più stimolati a combattare l’abitudine al fumo. Tutto questo richiede tempo (circa un anno) e la contemporanea disattivazione di una serie di comportamenti collaterali che definiscono la “ritualità” del fumatore (gestualità, sensibilità delle mucose orofaringee, etc. ), anch’esse partecipi del fenomeno della dipendenza. Al contrario di quanto si potrebbe comunemente pensare, l’uso di Tns non deve sembrare una sorta di capitolazione. In effetti, la potenza dell’assuefazione alla nicotina, soprattutto nei forti fumatori, fa sì che agire con la sola “forza della volontà” sia quasi sempre un insuccesso. Infatti secondo gli studi solo il 3% dei fumatori, che si affidano solo alla forza della propria decisione, riescono a smettere. Con la Tns le possibilità di successo possono raddoppiare e dalla metanalisi dei diversi studi, emerge che l’effetto è dose dipendente, vale a dire che garantendo livelli più elevati di nicotina, e soprattutto una copertura completa nell’arco della giornata, crescono le probabilità di mantenere l’astinenza. Un altro più recente approccio alla dipendenza da nicotina è l’azione diretta su uno dei recettori nicotinici con una molecola definita “agonista parziale”. Questa molecola mira ad una regolazione più lenta e progressiva del neurone dopaminergico, per ridurre il forte desiderio e i sintomi di astinenza . I primi studi clinici sono incoraggianti, anche se va notato che mancano ancora i dati a lungo termine (ndr: trial in conclusione alla fine del 2006, dati non ancora disponibili) e quelli che deriveranno dalla pratica clinica. Solo questi daranno informazioni circa il rischio di ricaduta nella dipendenza, e di eventuali effetti collaterali, quest’ultimi sempre imprevedibili per nuove molecole che possono dimostrarsi attive anche su altri recettori, come recentemente dimostrato in pazienti che facevano uso di due diverse molecole della classe dei dopamino-agonisti: un farmaco aumentava il rischio di danno valvolare cardiaco, l’altro no. L’azione farmacologica sul recettore è certamente una via diretta per la regolazione della funzione sinaptica, ma i recettori sono molecole di straordinaria potenza biologica. Attivarli o disattivarli direttamente con un farmaco, in particolare quando il loro assetto funzionale e gli eventi intracellulari che essi mediano, è stato modificato nel tempo, può causare effetti collaterali non prevedibili, come ci insegnano ad esempio le terapie antidolorofiche con agonisti dei recettori per gli oppioidi, che giustificano gli effetti collaterali anche importanti (stipsi, depressione respiratoria, rilassamento muscolare, rallentamento ideazione, ecc) per l’elevatissima valenza etica della terapia medesima. La lunga storia della terapia del morbo di Parkinson, che ha prima individuato la chiave (dopamina), quindi la serratura (agonisti parziali dopaminergici) come bersagli dell’azione farmacologica, insegna che molto difficilmente una singola molecola è risolutiva di quadri sintomatologici complessi in tutti i pazienti. E la dipendenza da nicotina, “rinforzata” da stimoli comportamentali che definiscono la gestualità del fumatore e richiamano a situazioni ad esempio associate alla “prima volta”, deve essere considerata a tutti gli effetti un quadro sintomatologico complesso. Anche per altre situazioni complesse (ad esempio la depressione) nelle quali l’approccio molecolare ha trainato vent’anni di progresso terapeutico, la Food and Drug Administration raccomanda che la somministrazione di farmaci non sia disgiunta da un più ampio approccio al paziente ad esempio attraverso tecniche comportamentali e psicoterapiche. .  
   
   
I RISULTATI DELLO STUDIO CLINICO CONDOTTO SU REVLIMID (LENALIDOMIDE), PRESENTATI AL 12º CONGRESSO DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA DI EMATOLOGIA, EVIDENZIANO UN ALLUNGAMENTO DEL TEMPO DI SOPRAVVIVENZA NEI PAZIENTI CON DIAGNOSI RECENTE DI MIELOMA MULTIPLO  
 
Milano, 18 giugno 2007 - Del 91% la percentuale di sopravvivenza totale con follow-up a 2 anni e regime di buona tollerabilità. Celgene Corporation (Nasdaq: Celg) ha annunciato che durante un intervento al Xii Congresso dell’Associazione Europea di Ematologia (European Hematology Association – Eha) tenutosi a Vienna, sono stati presentati dati clinici derivati da uno studio di Fase I/ii sull’associazione di Revlimid (lenalidomide) con melfalan e prednisone (R-mp) in pazienti anziani con diagnosi recente di mieloma multiplo. I dati aggiornati hanno evidenziato che, dopo due anni, la percentuale di sopravvivenza totale (Overall Survival - Os) risultava pari al 91% (p < 0. 05), con una percentuale del 75% (p < 0,034) di sopravvivenza libera da eventi (event-free survival- Efs). I dati aggiornati dello studio hanno evidenziato che dopo nove cicli di trattamento con R-mp tutti i pazienti rispondevano alla terapia, in assenza di progressione dei sintomi della patologia. «Si tratta di risultati paragonabili agli outcome del trapianto autologo di cellule staminali associato a chemioterapia ad alte dosi. I risultati dello studio in corso potrebbero modificare la strategia di trattamento se confermati da uno studio di fase Iii, condotto valutando il trattamento con Revlimid (lenalidomide) rispetto al trapianto» ha affermato il Professor Mario Boccadoro, Direttore del Dipartimento di Ematologia della Facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il Mieloma Multiplo è il secondo tipo di tumore più comunemente diagnosticato nell´ambito delle neoplasie ematologiche. In base ai datidell’Imf (International Mieloma Foundation), sono circa 750. 000 attualmente i pazienti affetti da mieloma multiplo nel mondo. In Europa, al momento più di 85. 000 persone, tra uomini e donne, sono sottoposte a trattamento per il mieloma multiplo e si calcola che, nel 2007, 25. 000 persone andranno incontro a morte a causa di questa neoplasia ematica. «Questo studio di Fase Ii è molto promettente ed è già in corso uno studio di Fase Iii per confermare questi risultati. In caso affermativo, l’associazione Rmp diventerà la terapia standard per i pazienti anziani con diagnosi recente» ha affermato il Prof. Antonio Palumbo, docente presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il Revlimid (lenalidomide) ha ottenuto la denominazione di Farmaco Orfano negli Usa, in Europa e in Australia per il trattamento del Mieloma Multiplo, ed è già stato approvato dall´Fda (ente americano di autorizzazione dei farmaci su scala mondiale) per l´utilizzo nella terapia associata al desametasone, per i pazienti affetti da mieloma multiplo precedentemente trattati. Benché il Revlimid (lenalidomide) non sia ancora stato approvato nell’Unione Europea, la stessa indicazione ha ottenuto una raccomandazione per l’approvazione da parte del Agenzia Europea del Farmaco del Comitato per i Prodotti Medicinali per Uso Umano (Committee for Medicinal Products for Human Use - Chmp); Il farmaco dovrebbe comunque essere approvato nell’immediato futuro dalla Commissione Europea. Il Revlimid è stato, inoltre, approvato negli Usa dalla Fda, ma non nella Ue, per il trattamento di pazienti affetti da anemia da trasfusione dovuta a sindromi mielodisplasiche (Mds) a rischio basso o intermedio 1, associate ad anomalia citogenetica con delezione 5q o in assenza di ulteriori anomalie citogenetiche. Nella Ue la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio è attualmente al vaglio del Chmp. Questo studio di fase I/ii multicentrico, a dosi scalari e in aperto, è stato strutturato in maniera tale da valutare il dosaggio, la sicurezza e l’efficacia dell’Rmp in pazienti sintomatici affetti da mieloma multiplo di recente diagnosi di età maggiore o uguale a 65 anni. I pazienti sono stati trattati con nove cicli di lenalidomide (5-10 mg/die per 21 giorni ogni 4-6 settimane) più Mp (melfalan 0,18-0,25 mg/kg e prednisone 2 mg/kg per 4 giorni ogni 4-6 settimane). Sono stati testati quattro differenti dosaggi e a tutti i pazienti è stata somministrata una profilassi antitrombotica a base di Aspirina. A quarantatre pazienti (età media 71 anni, range 57-77) è stato somministrato almeno un ciclo di lenalidomide. Con i dosaggi 1 e 2 non sono stati rilevati Dlt, mentre con il dosaggio 3 un paziente ha evidenziato un Dlt (neutropenia di grado 4 di durata > 7 giorni). Con il dosaggio 4, tre pazienti hanno manifestato Dlt (1 paziente febbre neutropenica e tossicità cutanea di grado 3, 1 paziente embolia polmonare e ciclo 2 ritardato a causa di neutropenia, 1 paziente ciclo 2 ritardato per tossicità ematologica). Dopo 9 cicli di R-mp, nel 24% dei pazienti si è osservata una Cr, nel 24% una Vgpr e nel 33% una Pr. Fenomeni di tossicità ematologica di grado 3/4 hanno incluso: neutropenia (52,4%), trombocitopenia (23,8%) e anemia (4,8%). Fenomeni di tossicità non ematologica di grado 3/4 sono stati: rash cutaneo (9,5%), infezioni (9,5%) e tromboembolia (5,7%); tuttavia, su 3 eventi tromboembolici, 2 si sono verificati per interruzione della prevenzione con Asprina. Sulla base di questi risultati, Celgene has avviato uno studio randomizzato multicentrico contollato verso placebo di Fase Iii (Mm-015) con l’obiettivo di valutare la terapia associata per via orale con lenalidomide Più melfalan e prednisone (Mp) in pazienti con recente diagnosi di mieloma multiplo e che non siano candidati al trapianto di cellule staminali. I risultati dello studio sono attesi per il 2008 .  
   
   
È ALLARME ‘FEGATO GRASSO’ GLI ESPERTI: ATTENZIONE AL SOVRAPPESO NON SOLO L’OBESITÀ, ANCHE QUALCHE SEMPLICE CHILO DI TROPPO PUÒ PROVOCARE STEATOSI  
 
Bergamo, 18 giugno 2007 – Non è solo un fatto estetico: quando l’ago della bilancia segnala l’abbandono del proprio peso forma si rischia la salute, in particolare la steatosi epatica. ‘Sorvegliati speciali, quindi, non devono più essere solo gli obesi, i diabetici o chi ha contratto l’epatite C: secondo gli ultimi studi tutti coloro che seguono un’alimentazione scorretta e fanno poca attività fisica possono incappare nella patologia, un accumulo di bolle di grasso nel fegato, spesso scoperta per caso durante un’ecografia. Pochi chili in più, dunque, bastano a far soffrire il fegato. “È necessario tenere d’occhio l’ago della bilancia soprattutto nei bambini – spiega il dottor Stefano Fagiuoli, Direttore dell’Unità Operativa di Gastroenterologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo - esposti a una cattiva alimentazione e sempre più sedentari. Da tempo il fegato grasso, che interessa il 25% della popolazione, non è più considerata una condizione innocua, ma la spia di una eventuale malattia. ” Il danno epatico, spiega infatti lo specialista, segue un meccanismo di evoluzione ben preciso. “I vari fattori di rischio, quali alcol, virus, obesità, dislipidemia, deficit congeniti, seguendo strade diverse, confluiscono tutti insieme in una sorta di imbuto. Il risultato? In primo luogo la steatosi, una sorta di spia di iniziale sofferenza del fegato, che in presenza di cofattori del danno epatico può evolvere in steatoepatite, una forma di infiammazione del fegato associata alla presenza di grasso. A lungo andare - continua Fagiuoli – è ormai assodato che al danno segue un tentativo di riparazione, efficace solo se questo è lieve e se la causa viene rimossa, altrimenti può evolvere in fibrosi, fino a cirrosi, con le sue complicanze, ed epatocarcinoma”. Nonostante l’elevata prevalenza nella popolazione generale e il fatto che in Italia sia la causa più comune di epatopatia cronica, di statosi epatica si parla ancora poco. Oltre al 25-30% della popolazione adulta normale, la condizione riguarda il 20% dei bambini sovrappeso, il 40-100% dei diabetici di tipo 2, il 20-80% delle persone con elevati livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue, il 30-70% degli individui affetti da epatite C. La steatosi è inoltre strettamente correlata alla sindrome metabolica e all’insulino-resistenza, disordini particolarmente diffusi e temuti per le possibili complicanze anche vascolari. “Per affrontare questa patologia – spiega ancora il gastroenterologo – non esiste una terapia standardizzata. Le cause del fegato grasso sono soprattutto l’obesità e la scarsa attività fisica. In questi casi le persone hanno solo bisogno di presidi semplici, quali un’alimentazione equilibrata e un incremento del movimento, per osservare una significativa riduzione del problema e una normalizzazione degli esami clinici. ” Ma nei casi di individui con propensione al diabete di tipo 2, è opportuno l’utilizzo di farmaci che contrastano la resistenza insulinica. Esistono anche integratori, come l’associazione di silibina, fosfolipidi e vitamina E, stabilizzatori naturali di membrana e anti-ossidanti naturali, in grado di ‘depurare’ il fegato grasso e rallentare il danno, riequilibrando l’assetto metabolico del fegato- conclude il dottor Fagiuoli. - È ancora da dimostrare su ampia scala se la loro attività sia semplicemente di tipo cosmetico o se queste sostanze siano in grado di incidere chiaramente sulla storia della malattia, anche se è necessario sottolineare la mancanza di effetti collaterali avversi. I dati clinici, ad oggi, hanno dimostrato alcune regressioni della steatosi e in alcuni casi una normalizzazione degli indici bioumorali, quali le transaminasi Alt e gamma-Gt. ” . .  
   
   
TOPI MUTANTI INSENSIBILI ALLA COCAINA DA UNO STUDIO SUL RECETTORE GPR37 DELL’IBC-CNR UN MODELLO ANIMALE MENO SENSIBILE AGLI EFFETTI STIMOLANTI PRODOTTI DALLE DROGHE D’ABUSO. UNA STRADA PER LA POSSIBILE PRODUZIONE DI LORO ANTAGONISTI FARMACOLOGICI  
 
Roma, 18 giugno 2007 - Un recettore presente nel cervello dei mammiferi, chiamato Gpr37, può provocare una maggiore sensibilità, sia a sostanze tossiche legate al morbo di Parkinson, sia agli effetti stimolanti della cocaina e di altre droghe. Lo sostiene un gruppo di ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare (Ibc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Monterotondo, guidato dal direttore, prof. Glauco Tocchini-valentini, in uno studio pubblicato sull’ultimo numero di Pnas, Proceedings of the National Academy of Sciences of the Usa. La ricerca ha dimostrato come il recettore di membrana Gpr37, presente nei neuroni dei mammiferi, riesca a modulare l’attività del trasportatore della dopamina (Dat), che è il principale regolatore del livello di dopamina nelle sinapsi neuronali. La dopamina è un neurotrasmettitore della famiglia delle catecolamine, che viene rilasciato nel cervello dei mammiferi a livello della substatia nigra, ed agisce come regolatore fondamentale di tutte le principali risposte motorie ed emotive dell’organismo ai più svariati stimoli ambientali. Il gruppo di Monterotondo ha inoltre prodotto topi geneticamente modificati in cui è stato rimosso il gene che produce il recettore Gpr37. “In questi topi, l’assenza di Gpr37 provoca un aumento dell’attività della proteina Dat e quindi una diminuzione generale delle risposte motorie dell’animale”, spiegano i ricercatori. “In particolare, i topi mancanti di Gpr37 sono nettamente meno sensibili agli effetti stimolanti della cocaina e costituiscono perciò un nuovo modello per lo studio in vivo degli effetti della somministrazione e dipendenza da droghe d’abuso di grandissimo impatto sociale e per la possibile produzione di loro antagonisti farmacologici”. Questa ricerca è stata svolta presso il Campus “A. Buzzati-traverso” di Monterotondo, creato nel 1996 dal Cnr, con l’obiettivo essenziale di sviluppare ed internazionalizzare la ricerca biologica e biomedica italiana. A Monterotondo è stata infatti costituita l’infrastruttura in rete dell´Archivio Europeo dei Mutanti (Emma), unica in Europa, realizzata dal Cnr con il sostegno finanziario dei Programmi Quadro dell´Unione Europea. “Presso Emma sono già disponibili oltre 1000 ceppi mutanti, modelli ad hoc di malattie umane, in particolare per quanto riguarda malattie complesse multifattoriali, e si prevede l’archiviazione e la distribuzione di 300-500 nuovi ceppi all’anno”, dice Tocchini-valentini. Emma, in collaborazione con le altre Istituzioni presenti a Monterotondo, si pone come paradigma per le nuove infrastrutture di ricerca Europee, la cui importanza essenziale è stata recentemente ribadita anche in una lettera alla rivista Nature (pubblicata il 24 maggio u. S. ) da parte di Iain Mattaj (Direttore Generale di Embl) e Tocchini-valentini. Il Campus di Monterotondo – che ospita oltre 150 ricercatori e tecnici specializzati, di cui circa 70 di provenienza internazionale - è federato con il “Jackson Laboratory”, la principale Istituzione a livello mondiale operante nel campo della biologia e della genetica dei mammiferi, e con l´Università di California a Davis, con la Harvard Medical School di Boston e con l’Università del Manitoba a Winnipeg, tramite accordi con l’Istituto di biologia cellulare che permettono un fattivo coordinamento e sviluppi complementari delle attività di ricerca e formazione. .  
   
   
AUTILIO (IDV): ACCELERARE PROGRAMMI PER SECONDO POLO OSPEDALIERO DELL’ASL 2 A VILLA D’AGRI  
 
Potenza, 18 giugno 2007 - “L’intervento di chirurgia oncologica, di alta specializzazione, effettuato il 13 giugno nell’Ospedale di Villa d’Agri, è un primo positivo ed incoraggiante passo verso la completa attuazione del progetto di polo ospedaliero dell’Asl 2, dopo il San Carlo, che ha bisogno di affrontare e risolvere rapidamente problemi strutturali, infrastrutturali, di organizzazione dei servizi, di adeguamento e potenziamento del personale medico, infermieristico e tecnico”. Ad affermarlo è il presidente del gruppo “Italia dei Valori” in Consiglio regionale, Antonio Autilio, il quale sottolinea, anche, che “la delicata operazione effettuata nella struttura ospedaliera della Val d’Agri, intanto, testimonia l’alta professionalità del personale chirurgico e tecnico-infermieristico che è in grado di svolgere un ruolo, decisamente maggiore, di prestazioni qualificate per un bacino di utenza non solo limitato a quello della Val d’Agri ma più ampio in quanto comprende anche comuni e aree del Vallo di Diano in provincia di Salerno”. Nel ricordare che “il progetto di rilancio dell’ospedale di Villa d’Agri fa parte di un’efficace concertazione tra Regione, Asl e Azienda ospedaliera San Carlo, condivisa e sostenuta da Idv”, Autilio sostiene che “gli impegni che attendono, in tempi ravvicinati, la direzione generale dell’Asl 2 sono l’avvio dell’operatività per l’Unità di Rianimazione, sempre più indispensabile per rilanciare il polo ospedaliero, e dell’Unità Coronarica, oltre al potenziamento dei servizi e unità operative già in funzione. Anche i dati forniti dalla direzione sanitaria dell’ospedale di Villa d’Agri, in occasione dell’intervento di chirurgia oncologica – afferma ancora Autilio – sono positivi perché al di là della statistica e, quindi, dell’aumento dei ricoveri, dell’indice operatorio e dei ricavi, si registra un’ulteriore tendenza positiva che riguarda l’atteggiamento dell’utenza del Servizio sanitario regionale che si rivolge con maggiore fiducia all’ospedale. E’ un atteggiamento – conclude - che va incoraggiato per limitare al “fisiologico” il ricorso ad altre strutture ospedaliere, ed in primo luogo al San Carlo, per quegli interventi di cosiddetta “normale prestazione ospedaliera” e per potenziare i servizi della sanità e la tutela della salute sul territorio”. .  
   
   
PIU´ FARMACIE E PIU´ SERVIZI CON LA NUOVA LEGGE REGIONALE TOSCANA  
 
Firenze, 18 giugno 2007 - Con la nuova legge appena approvata dal Consiglio regionale la rete delle farmacie toscane si espanderà con l´apertura di circa 60 ´proiezioni´ delle attuali sedi, in pratica nuove farmacie. L´offerta di questo servizio crescerà di oltre il 5%, considerato che attualmente le sedi farmaceutiche sono 1115, di cui 208 comunali. Lo sviluppo sarà rapido, perché saranno drasticamente ridotti anche i tempi burocratici per l´apertura. Attualmente possono passare anche 5 anni, con la nuova legge il tempo necessario si ridurrà a un anno. ´Anche la farmacia, come tante altre parti del nostro sistema sanitario sta cambiando – commenta l´assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi, promotore del provvedimento - Noi vogliamo che questo servizio sia sempre più vicino ed accessibile, soprattutto per le fasce deboli della popolazione; più qualificato, attrezzato a garantire non solo una adeguata distribuzione dei farmaci, di ausili e presidi medici, ma a coprire anche una vasta gamma di servizi, prenotazioni di prestazioni sanitarie e diagnostiche, consegna a domicilio dei farmaci, partecipazione attiva alle campagne di informazione ed educazione alla salute´. Primo obiettivo della legge è lo snellimento delle procedure per l´assegnazione delle sedi farmaceutiche, con il ricorso a un concorso unico regionale. Il sistema del concorso svolto presso la sede di ciascuna provincia comportava tempi spesso lunghissimi e dal momento istitutivo della sede alla effettiva apertura della farmacia potevano passare anche cinque anni. Ora si calcola che l´attesa non supererà i 12 mesi. La nuova legge affronta quindi il problema delle insufficienze della rete distributiva (in larga parte legate all´arcaico sistema dei dispensari farmaceutici), della copertura del servizio in zone poco popolose e decentrate, e prevede la possibilità di apertura di farmacie in aree di particolare transito quali aeroporti, porti, stazioni ferroviarie e aree di servizio autostradale. Vengono introdotti criteri più flessibili per la istituzione di farmacie in relazione alle necessità locali e alla natura del territorio e si avvia il superamento dell´attuale sistema dei dispensari farmaceutici ´annuali´, che venivano attivati nelle sedi farmaceutiche istituite in deroga al criterio demografico, per assicurare il servizio in località disperse o gravemente disagiate. La legge introduce un nuovo istituto, quello ´proiezione´, che si differenzia nettamente dai dispensari per due motivi: innanzitutto non incontra i limiti caratteristici del dispensario (apertura al pubblico con orari ridotti, minore disponibilità di prodotti, ecc. ); in secondo luogo prescinde dall´esistenza di una ´sede´ (in pianta organica) nella località dove si intende aprire la farmacia. .  
   
   
PRIMI PASSI DELLA RETE MALATTIE RARE DELL’” AREA VASTA” VENETO, FRIULI, TRENTINO E ALTO ADIGE IL SANTA CHIARA IDENTIFICATO COME STRUTTURA PROVINCIALE DI RIFERIMENTO  
 
Trento, 18 giugno 2007 - Regioni e province autonome del Nord-est unite per la creazione di una rete territoriale per la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle malattie rare. La decisione assunta oggi dalla Giunta provinciale – su proposta dell’assessore alle politiche per la salute Remo Andreolli – sostanzia l’accordo di collaborazione siglato nell’agosto 2004 fra Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino e Alto Adige per la creazione di un’”area vasta” in tema di malattie rare. Con questo atto il Trentino identifica nell’Ospedale Santa Chiara di Trento la propria struttura di riferimento all’interno del network che si è venuto a creare, e che comprende 19 centri, con diverse specializzazioni, che lavoreranno in maniera integrata per garantire ai pazienti prestazioni diagnostiche e terapeutiche ai più alti livelli possibili e nel più breve tempo possibile. Le ragioni che hanno portato alla sottoscrizione dell’Accordo interregionale e, ora, alla creazione della rete dei centri di riferimento, sono facilmente intuibili: le malattie rare, essendo per definizione poco frequenti, e spesso meno conosciute a livello specialistico rispetto a patologie più diffuse, possono essere meglio trattate solo se si uniscono le forze e si crea quella “massa critica” di cui i singoli territori difficilmente possono disporre. L’obiettivo che le regioni si pongono ora con la creazione della rete dei centri di riferimento è duplice: da un lato accorciare i tempi della diagnostica, in modo tale che la malattia rara venga individuata il prima possibile; dall’altro mantenere il paziente quanto più possibile vicino alla sua zona di residenza, durante la fase della cura. Le 19 strutture individuate quali sedi dei Centri interregionali di riferimento sono così distribuite: 5 nel territorio della Regione Friuli Venezia Giulia: Azienda Ospedaliera di Udine, Azienda Ospedaliera S. Maria degli Angeli-pordenone, Ospedali Riuniti di Trieste, Irccs Burlo Garofolo di Trieste, Irccs Centro di Riferimento Oncologico – Cro - di Aviano (Pn); 12 nel territorio della Regione del Veneto: Azienda Ospedaliera di Padova, Ospedale S. Antonio di Padova, Azienda Ospedaliera di Verona, Ospedali di Belluno, Vicenza, Conegliano, Castelfranco Veneto, Treviso, Venezia, Mestre, Camposampiero, Rovigo; 1 nel territorio della Provincia Autonoma di Trento: Ospedale di Trento – Presidio Santa Chiara; 1 nel territorio della Provincia Autonoma di Bolzano: Ospedale Centrale di Bolzano. I compiti dei Centri di Riferimento di area vasta sono in sintesi: la definizione della diagnosi e la relativa certificazione; il trattamento del paziente attraverso la definizione delle terapie, degli interventi di riabilitazione e quanto utile al miglioramento delle condizioni cliniche, della qualità di vita e dell’evoluzione del quadro sintomatologico della patologia rara di cui egli è affetto; la stesura del piano assistenziale e per ciascun controllo delle epicrisi del paziente preso in carico; la partecipazione alla definizione delle linee guida diagnostico-terapeutiche per gruppo di Malattia Rara di propria competenza. Scheda: la Rete dei centri di riferimento di area vasta La Rete dei Centri di riferimento di area vasta per le malattie rare, è costituita dall’insieme dei Centri di Riferimento selezionati, ognuno per uno specifico gruppo di malattie rare, a partire dagli ospedali, università e Ircss facenti parte dei servizi sanitari delle Regioni e Province autonome firmatarie del succitato accordo, in base alla loro esperienza e competenza scientifico-assistenziale. Il Centro di riferimento è individuato all’interno del presidio ospedaliero ed è composto da una o più unità operative che concorrono nel definire diagnosi e trattamento del paziente per gruppo di malattia rara. La realizzazione dei percorsi assistenziali predisposti dal Centro di riferimento prevede nella maggior parte dei casi, che riguardano patologie a decorso cronico, il coinvolgimento di altri servizi e funzioni che non sono compresi nella rete di area vasta, ma che sono parte dei sistemi sociosanitari delle Regioni e Province autonome, formati dai Presidi ospedalieri e servizi territoriali per la presa in carico dei pazienti e la realizzazione concreta dei loro piani assistenziali. Per assicurare il coordinamento della rete provinciale per le malattie rare ed il raccordo della medesima con la rete di area vasta, sarà valutata la creazione, di un apposito “Centro provinciale di coordinamento per l’accesso alla rete interregionale delle malattie rare” al quale affidare i compiti di seguito elencati: informare i cittadini e orientarli nella rete di servizi loro dedicata per le malattie rare (per la diagnosi, la certificazione di malattia, la terapia, l’esenzione dalla compartecipazione della spesa sanitaria, la fruizione degli altri benefici loro riconosciuti dalla legislazione vigente; gestire direttamente (in termini di prenotazione, organizzazione e logistica) gli accessi dei pazienti ai servizi dedicati; informare ed orientare i professionisti (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici ospedalieri ed altri operatori sanitari) in merito all’organizzazione dei servizi dedicati alle malattie rare; gestire i rapporti con le associazioni di pazienti; assicurare le altre funzioni, che nelle fasi di realizzazione, saranno ritenute utili all’efficace funzionamento del sistema definito. .  
   
   
DISABILI, CONVEGNO IN REGIONE CON LE ASSOCIAZIONI ABELLI: LA NOSTRA LEGGE NE VALORIZZA IMPORTANZA E RUOLO SOCIALE  
 
 Milano, 18 giugno 2007 - Sono 3 milioni in Italia, quasi 500. 000 in Lombardia, i disabili (ciechi, sordi, mutilati e invalidi civili, del lavoro, per servizio), oltre alle famiglie dei caduti e dispersi in guerra, che fanno riferimento, alle loro sei associazioni nazionali, quelle che anche la Regione Lombardia, con la legge n. 24 del 1993, ha espressamente riconosciuto e delle quali sostiene l´attività con un contributo che oscilla sui 700. 000 euro all´anno. E proprio del rapporto fra Regione e associazioni in relazione alla legge regionale si è parlato il 15 giugno al convegno "Disabilità e sussidiarietà in Lombardia. Legge 24/93 - bilancio e prospettive", svoltosi all´auditorium Gaber del palazzo Pirelli. "La Lombardia - ha detto l´assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale, Gian Carlo Abelli, concludendo i lavori - è stata tra le prime Regioni in Italia a dotarsi di una legge ed è tuttora una delle poche che aiuta, anche finanziariamente e in misura così consistente, queste associazioni, riconoscendone l´importanza e il ruolo sociale" "A pieno titolo quindi - ha proseguito Abelli - possiamo parlare di una vera e propria partnership tra ente Regione e associazioni che, con questa legge, ha assunto uno status di ordine superiore rispetto alla convenzione o al semplice censimento in albi o registri. La nostra è una collaborazione destinata a durare nel tempo: una collaborazione che è anche condivisione di valori e che, in modo concreto, mette in rete conoscenze, risorse e strumenti". "Certamente - ha detto ancora l´assessore regionale - le sei associazioni sono chiamate ad un salto di qualità, dal momento che la legge n. 24 non deve essere intesa come semplice trasferimento di risorse economiche ma piuttosto come possibilità per le associazioni di ampliare il loro raggio d´azione. E per far ciò hanno bisogno di mettersi insieme per svolgere attività che diversamente non potrebbero svolgere da sole: formazione, informazione, ricerca tecnologica ecc. " L´assessore Abelli ha quindi letto un messaggio del presidente della Regione Roberto Formigoni, il quale ha ricordato che la legge regionale è stata inserita all´interno del Testo Unico sul Terzo settore in via di approvazione dal Consiglio regionale. Con questo intervento legislativo si intende dare dignità giuridica alle realtà presenti nel Terzo Settore, proprio come le associazioni dei disabili, realtà che partecipano attivamente alla programmazione, alla realizzazione e allo sviluppo della rete dei servizi sociali e socio-sanitari. "La Regione Lombardia - comunque - conclude il messaggio del presidente - intende continuare a promuovere il mondo associativo al quale voi appartenete. In questi anni, grazie alla nostra azione, le cooperative sociali sono cresciute del 30%, il volontariato del 22%, l´associazionismo del 109%, le associazioni famigliari sono decuplicate. Oltre 60 milioni di euro sono stati investiti per sostenere più di 3500 progetti del privato sociale". Ù All´incontro erano presenti anche: Nicola Stilla dell´Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, Francesco Bassani dell´Ente Nazionale Sordi, Attilio Schemmari dell´Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili, Walter Ferrari dell´Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro Onlus, Santo Meduri dell´Unione Nazionale Mutilati per Servizio, Franco Vallesani dell´Associazione Nazionale delle Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra, e il Presidente della Fand regionale (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) Franco Bettoni e Giorgio Fiorentini, docente all´Università Bocconi di Milano. .  
   
   
DISAVANZO SANITARIO: IN UNA DICHIARAZIONE, L´ASSESSORE ALLA SALUTE TEDESCO SOTTOLINEA COME IL DISAVANZO SANITARIO PUGLIESE AMMONTI, COME GIÀ DETTO, A € 210.811  
 
 Bari, 18 giugno 2007 - In relazione alle notizie di stampa ed alle dichiarazioni di alcuni parlamentari circa il disavanzo di esercizio della gestione del Servizio Sanitario della Puglia per l’anno 2006 si ribadisce formalmente che tale disavanzo, inizialmente quantificato in €. 291 milioni 890 mila circa è stato definitivamente accertato in €. 210 milioni 811 mila, giusto Decreto n. 1/2007 del 30 maggio 2007 del Commissario ad acta. Il Ministero della Salute, in data 31 maggio 2007 ha trasmesso tali risultanze contabili al tavolo di verifica degli adempimenti, di cui all’art. 12 dell’Intesa Stato-regioni del 23 marzo 2005, che ne ha preso atto. Tanto ci auguriamo possa servire a chiarire definitivamente la vicenda e le posizioni correttamente espresse sia dalla Regione Puglia che dal Ministero della Salute. .  
   
   
APPARECCHI ELETTROMEDICALI: NEL 2006 IL MERCATO HA REGISTRATO UNA CONTENUTA CRESCITA  
 
Milano, 18 giugno 2007 - La riduzione dei finanziamenti del Servizio Sanitario Nazionale destinati all’acquisto di apparecchiature e il condizionamento delle elezioni politiche, ha infatti determinato un aumento del mercato del 2,8% decisamente inferiore a quello registratosi nel 2005 (+6,4%). L’andamento positivo del mercato è sostanzialmente da attribuire alla crescita dell’area delle bioimmagini (+4,0%) che ha registrato risultati positivi nella maggior parte dei segmenti, con l’eccezione della Medicina nucleare e della Osteodensitometria. Gli incrementi più interessanti si sono registrati nei segmenti Radiologia dentale, Pacs e Pet; il principale mercato, quello degli Ultrasuoni ha registrato una crescita superiore a quella del mercato totale. L’area dell’elettromedicina ha registrato un andamento quasi stazionario (-0,8%) rispetto al 2005 per la forte discesa della Neurologia e la flessione contenuta della Cardiologia; in modesta crescita Monitoraggio e Fisiopatologia respiratoria, quasi stabile l’Anestesia/rianimazione. Praticamennte stazionaria l’area della terapia (-0,3%) per la leggera riduzione del mercato della Radioterapia dopo l’eccezionale 2005. Nel 2007 è prevista complessivamente una contenuta crescita del mercato; l’incremento delle vendite, determinato dal processo di sostituzione delle apparecchiature obsolete sarà del 3% e la crescita più significativa si avrà nell’area delle bioimmagini. I segmenti che conseguiranno i maggiori vantaggi da queste trasformazioni sono la Pet/tac e la risonanza magnetica che manterranno delle buone performance di vendita; gli altri segmenti che registreranno dei trend positivi saranno quelli degli ultrasuoni e degli osteodensitometri. L’area dell’elettromedicina registrerà invece un andamento praticamente stazionario essendo ormai diventato un mercato di sostituzione. I prodotti di quest’area sono inoltre quelli maggiormente interessati al meccanismo introdotto dalla Finanziaria 2007 che punta alla standardizzazione/centralizzazione degli acquisti ed ha come criterio di scelta il prezzo più basso. Nell’area della terapia i maggiori incrementi si avranno nei segmenti della radioterapia grazie alla maggiore diffusione di tecniche più moderne e sofisticate (tomoterapia) e dei defibrillatori, grazie all’utilizzo, al di fuori dalle strutture ospedaliere dei defibrillatori semiautomatici. Nel breve termine le esportazioni registreranno un’ulteriore crescita. Dati Di Sintesi, 2006
Numero di imprese 70
Numero di addetti(a) 3. 800
Numero di addetti per impresa 54
Valore della produzione (Mn. Euro) 360,4
Variazione media annua della produzione 2006/2002 (%) 4,5
Valore produzione e importazione (Mn. Euro) 1. 000,4
Fatturato (produzione e importazione) per addetto (‘000 euro) 263,3
Valore aggiunto (Mn. Euro)(b)(c) 266,5
Valore aggiunto per addetto(b)(c) (‘000 euro) 70,1
Quota della produzione prime 4 imprese (%) 65,9
Export/produzione (%) 68,7
Import/consumo (%) 85,0
Valore del mercato (Mn. Euro):
· Totale 1. 177,0
· Prodotti 752,7
· Service 924,3
Variazione media annua del mercato 2006/2002 (%)(c) 3,2
Quota di mercato prime 4 imprese (%):
· Totale 65,5
· area bioimmagini 71,1
· area elettromedicina 56,2
· area terapia 63,3
Previsione di sviluppo del mercato:
· 2007/2006 (%) +3,0
· tendenza di medio periodo crescita
a) - addetti specifici b) - comprese le imprese che commercializzano prodotti importati c) - escluso il service Fonte: Databank * Data di chiusura della ricerca: Maggio 2007 .
 
   
   
NEL SEGNO DELLA MATERIA PITTURA INFORMALE EUROPEA E AMERICANA CASTELBASSO (TERAMO) PROGETTO CULTURA EDIZIONE VII SETTORE ARTI VISIVE - DAL 14 LUGLIO AL 26 AGOSTO CATALOGO EDIZIONI GABRIELE MAZZOTTA  
 
 Milano, 18 giugno 2007 - L’arte informale è una matrice fondamentale di tutta l’esperienza artistica contemporanea. Contestando tutti gli schemi del passato, la poetica dell´arte informale realizzò – tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’60 - l´identificazione dell´artista con la propria opera mediante il gesto stesso del dipingere. La poetica informale risente del portato culturale delle esperienze Dada, surrealiste ed espressioniste, esprimendosi come rifiuto della cultura, ascolto dell´inconscio ed esplosione dell´immagine dal profondo dell´io. La linea, il colore, la figura perdono significato e vengono sostituiti dal segno e dalla materia. Nell’ambito dell’informale è possibile distinguere tre correnti principali: la linea gestuale (che trova la sua massima espressione nel dripping di Jackson Pollock), la linea segnica (Tobey, Capogrossi), la linea materica (il cui massimo esponente è Burri). La mostra in programma dal 14 luglio al 26 agosto per l’Edizione 2007 di Castelbasso Progetto Cultura – curata da Silvia Pegoraro - vorrebbe tracciare un profilo abbastanza esaustivo della pittura informale attraverso un centinaio di opere storiche (anni ’50-primi ’60) di numerosi dei suoi principali protagonisti (italiani, europei e americani), molte delle quali inedite e difficilmente visibili in quanto parte di collezioni private. Un obiettivo importante della mostra è anche individuare e valorizzare personalità di grande rilievo ma non ancora sufficientemente conosciute e apprezzate (come Luigi Boille, Mario De Luigi, Sergio Romiti o Piero Ruggeri). Importante la collaborazione con il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (Milano), noto sin dagli anni ’50 per il celebre Premio Lissone (fra i più importanti in Europa) che ha consentito al Museo stesso di acquisire una serie di fondamentali opere, fra cui alcuni capolavori dell’informale. L’attuale direttore del Museo, Luigi Cavadini, ha concesso per la mostra di Castelbasso il prestito di dieci importanti opere di anni cruciali per l’informale : Appel (1956), Dorazio (1959), Feito (1959), Moreni (1957), Perilli (1959), Romiti (1963), Scanavino (1953-57), Schneider (1958), Tápies (1956), Vedova (1958-59). Nel catalogo – Edizioni Gabriele Mazzotta – testi della curatrice e di Luigi Cavadini. Fra gli artisti presenti: Afro, Appel, Baj, Bellegarde, Boille, Brüning, Burri, Capogrossi, Crippa, De Luigi, Dova, Dubuffet, Fautrier, Fontana, Francis, Gallizio, Hartung, Jorn, Kline, Manzoni, Marca-relli, Mathieu, Michaux, Moreni, Morlotti, Novelli, Pace, Perilli, Pollock, Riopelle, Romiti, Ruggeri, Sanfilippo, Santomaso, Scanavino, Schneider, Schumacher, Scialoja, Soulages, Tal Coat, Tápies, Tobey, Turcato, Twombly, Vedova, Wols. .  
   
   
VISIONI & ILLUSIONI. IL REALISMO VISIONARIO NELLA PITTURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA ALL’AQUILA, CASTELLO CINQUECENTESCO DAL 30 GIUGNO AL 20 SETTEMBRE DAL 30 GIUGNO AL 20 SETTEMBRE SI TERRÀ AL CASTELLO SPAGNOLO DELL’AQUILA LA MOSTRA  
 
Milano, 18 giugno 2007 - Visioni e Illusioni. Il realismo visionario nella pittura italiana moderna e contemporanea, ideata e curata da Silvia Pegoraro. La mostra è realizzata dalla Regione Abruzzo, in collaborazione con il ministero dei Beni Culturali e il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del progetto Sensi Contemporanei, promosso dalla Darc (Direzione per l’Arte e l’Architettura Contemporanee del Ministero dei Beni Culturali). L’organizzazione dell’evento e la cura degli allestimenti sono affidate all’Accademia dell’Immagine dell’Aquila. La mostra coinvolge 51 artisti, per un totale di 100 opere, molte delle quali inedite (tra gli inediti anche dipinti di Michetti, De Chirico, Savinio, De Pisis, Sironi, Guttuso, Musič) suddivise in una sezione storica e in una sezione contemporanea, comprendente opere di artisti attualmente operativi. Nella pittura italiana del Novecento si può individuare una linea, che si sviluppa sino a questo inizio di Xxi secolo, la quale si pone in netto contrasto con la linea più fredda, oggettiva e minimale della cosiddetta avanguardia. Questo è ormai un dato di fatto, certo e acquisito, ma ciò che ancora è stato poco studiato e analizzato è l´insorgere di quella che andrebbe definita come una vera e propria linea di nuova visionarietà: una pittura che affonda le sue radici in un ritrovato rapporto con la coscienza profonda, con quell´inconscio di cui si credeva ormai spenta la forza propulsiva dopo cento e più anni di psicoanalisi. I più recenti sviluppi di questa linea pittorica non guardano, come il resto della pittura odierna, alla realtà mediale, alle immagini dei giornali, della televisione, del cinema o del fumetto, ma tornano ad affidare il proprio potere di creazione di immagini e di forme più o meno compiute a quel libero “fluire dell´immaginazione creatrice” di cui parlava Giuliano Briganti nel suo libro I pittori dell´immaginario: quello “spostarsi dell´attenzione dall´oggettivo al soggettivo”, che porta gli artisti ad elaborare “un nuovo senso del mito che affiora dal profondo sino alle soglie della coscienza, e che è identificabile con la genesi stessa delle immagini, cioè col determinarsi di una realtà linguistica e simbolica”. Una tendenza pittorica che si potrebbe definire, con espressione ossimorica - ma proprio per questo carica di promesse e contraddizioni, slanci imprevedibili e spunti dialettici - Realismo Visionario. Questa mostra - ideata e curata da Silvia Pegoraro - vorrebbe documentare proprio tale tendenza, individuandone le radici nelle opere di grandi pittori del ‘900, e gli sviluppi più recenti nel lavoro di artisti delle ultime generazioni. Cento opere – di cui molte inedite – a documentare una pittura che non cancella i fantasmi del reale, l’eterna ossessione della referenzialità, ma li immerge nel magma dell’immaginario individuale, di una visione che è sguardo verso il reale, ma è sempre anche sogno, immaginazione, allucinazione: da Michetti a De Chirico, da Savinio a De Pisis, da Sironi a Guttuso, da Musič a Pirandello, da Guarienti a Guccione, sino ad arrivare ad alcuni fra i più interessanti pittori figurativi delle giovani generazioni, come Federico Guida, Mauro Di Silvestre, Giovanni Manfredini, Luca Pace, Nicola Samorì o Alberto Zamboni. Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta – Milano .  
   
   
“ARTE PER MARE: DALMAZIA, TITANO E MONTEFELTRO TRA PRIMO CRISTIANESIMO E RINASCIMENTO” REPUBBLICA DI SAN MARINO, MUSEO DI SAN FRANCESCO, CITTÀ DI SAN LEO, MUSEO DI ARTE SACRA DAL 22 LUGLIO ALL’11 NOVEMBRE  
 
Milano, 18 giugno 2007 - Davvero una mostra meravigliosa che parte dalle splendide testimonianze del primo Cristianesimo in Dalmazia e a Rimini per arrivare alle splendide oreficerie e pagine miniate, dipinti e sculture a partire dal secolo Xiii fino al Rinascimento, di artisti di entrambe le sponde. I dalmati Marino e Leone, i due protagonisti, secondo la tradizione giungono sulla costa romagnola alla fine del terzo secolo, lavorano a Rimini come maestri d’ascia per poi scegliere la vita contemplativa tra Titano e Montefeltro, dando qui origine ad uno sorta di movimento eremitico che trasformò il territorio boscoso e selvaggio tra Adriatico e Appennino in una piccola Tebaide. Ma la mostra “Arte per mare. Dalmazia, Titano e Montefeltro dal primo Cristianesimo al Rinascimento” non si limita a ricostruire l’ambiente di questo primo viaggio, ma sceglie invece di sviluppare, in modo ampio e con una straordinaria ricchezza di testimonianze artistiche, il continuo passaggio, da una all’altra costa del medio Adriatico, di arte e artisti lungo le frequentatissime antiche “autostrade del mare”. Il periodo storico (e conseguentemente artistico) che la grande esposizione prende in esame è quello tra il primo Cristianesimo, epoca di arrivo di Leo e Marino, e il Rinascimento. Due le sedi scelte per questa ampia mostra che durerà sino all11 novembre: il Museo di Arte Sacra nella Città di San Leo e il Museo di San Francesco nella Repubblica di San Marino. “Arte per mare” è stata promossa dalla Diocesi di San Marino-montefletro in collaborazione con la Repubblica di San Marino e la Città di San Leo, ed è coordinata da Giovanni Gentili e Alessandro Marchi. Nell’antico Palazzo Medici di San Leo, sede della prima sezione della rassegna, vengono presentate splendide testimonianze del primo Cristianesimo in Dalmazia e, in parallelo, a Rimini. I reperti dalmati provengono prevalentemente da Salona, la più importante città della Dalmazia romana, sorta a due passi dal celebre palazzo imperiale di Diocleziano, a Spalato. Dalle numerose chiese paleocristiane, basiliche, battisteri e necropoli di quella città giungono plutei, capitelli, frammenti di ciborio e altri elementi architettonici, che in mostra vengo raffrontati con analoghi elementi provenienti dall’antica Ariminum e che parlano un linguaggio comune, diffuso in età altomedievale attraverso il mare. Nodi, intrecci, fogliami, rilievi con animali reali o di invenzione decorano le superfici: un insieme fantastico, a volte “barbaro” nel tratto e nella esecuzione e di grande effetto cromatico. Completa questa sezione una ampia scelta di oggetti di uso quotidiano e liturgico di grande bellezza, sempre provenienti dalle due sponde del mare. Di eccezionale interesse il reliquiario in argento del quinto secolo ritrovato a Rimini, all’interno di un altare marmoreo. Chiude questa prima sezione della mostra la monumentale Croce dipinta per il Duomo di San Leo e databile intorno all’undicesimo secolo, qui esposta per la prima volta dopo un lungo restauro che ha portato alla luce, sotto ridipinture recenti, uno splendido volto del Cristo Trionfante. All’esterno della sede espositiva, il percorso della mostra prosegue idealmente lungo le stradine di San Leo sino al Duomo, splendida costruzione romanica riaperta al culto nell’estate del 2006 e la vicina Pieve romanica, sorta su un più antico edificio di culto strettamente relato alla presenza del Santo fondatore. Verso il mare, in lontananza, appare il monte Titano, terra della Repubblica, dove è ospitata la seconda parte della mostra, nel Museo di San Francesco, nel cuore del centro storico. Pittura e scultura per lo più, insieme a splendide oreficerie e a pagine miniate di rara bellezza, documentano il legame plurisecolare esistente tra le due sponde dell’Adriatico a partire dal secolo Xiii fino al Rinascimento, tramite una produzione artistica di notevole livello dovuta all’ingegno e alla mano di maestri spesso attivi su entrambe le coste del mare. Sono anonimi pittori bizantineggianti – come l’autore della celebre Madonna con il, Bambino della Pinacoteca di Forli; o quello della Madonna col Bambino e i ss. Nicola e Francesco del Museo della Città di Spalato. Ai francescani capillarmente presenti fin dai tempi di Francesco nelle terre bagnate dal mare si deve la committenza di Croci e Madonne e di quei Volti Santi o Imagines Pietatis, tipici dell’area adriatica, destinati a grande fortuna specie nel Trecento e Quattrocento. Anche i commerci veneziani trascinano arte e artisti dall’una all’altra sponda del mare. Ne dà testimonianza anzitutto Paolo Veneziano insieme ai suoi discepoli, diretti o indiretti, le cui opere si ritrovano un po’ ovunque sulle due sponde e negli immediati entroterra: nei pressi di Cesena è lo spesso Paolo a firmare nel 1347 il suo primo capolavoro giunto fino a noi, la famosa Madonna con il Bambino ora al Museo Diocesano di Cesena e a realizzare, probabilmente con l´aiuto dei figli il Polittico di Arbe/rab, in Dalmazia, (per altro città natale dei nostri Leone e Marino); mentre a San Leo e altrove nel Montefeltro giungono via mare preziose tavole dipinte di Catarino Veneziano e a Santarcangelo di Romagna Jacobello di Bonomo invia da Venezia quel capolavoro assoluto che è il Polittico conservato nella chiesa collegiata, ancora integro nella sua fastosa, splendida cornice. Per non dire di Jacobello del Fiore, presente a Pesaro e a Spalato con testimonianze pittoriche di alta qualità. Sono opere, quelle citate, che in mostra "dialogano" anche con preziosi documenti propri dell´arte della "terraferma", quali tavole dipinte dovute alla mano di celebri artisti della Scuola riminese del Trecento e opere - tempere, ricami, oreficerie - di maestri nordici documentati su entrambe le coste dell´Adriatico e che suggeriscono altre vie dell´arte che fanno di questa area adriatica un "melting pot" culturale senza pari in quell´epoca. L’arte passa anche attraverso le “bocche” montane che collegano le Marche e la Romagna al mare. Di qui transitano pittori e scultori fiorentini in pieno Quattrocento, attratti dal polo di Urbino ma anche la creatività geniale dei dalmati Laurana – Francesco lo scultore e Luciano l’architetto – , di Giorgio da Sebenico e di Giovanni Dalmata. Uno scambio continuo e prolifico coinvolge scultori quali Nicolò di Giovanni Fiorentino, Andrea Alessi, Giorgio di Matteo Dalmata, e pittori come Giorgio Schiavone, Carlo e Vittore Crivelli e i tre fratelli Vivarini. Le loro opere, presenti sulle due coste, segnalano le profonde novità che si andavano allora affermando in senso rinascimentale, senza tradire fino in fondo, però, l’amore e la passione tutte adriatiche per i colori dell’oro e per le luci del mare, retaggio orientale per nostra fortuna duro a morire. E di tutto questo la ricca sezione sanmarinese della mostra dà ampiamente conto. “Arte Per Mare. Dalmazia, Titano e Montefeltro tra primo Cristianesimo e Rinascimento” Repubblica di San Marino, Museo di San Francesco Città di San Leo, Museo di Arte Sacra, Catalogo Silvana Editoriale. Mostra promossa dalla Diocesi di San Marino-montefeltro in collaborazione con il Dicastero per l´Istruzione e la Cultura, Repubblica di San Marino e la Città di San Leo. A cura di Josko Belamarić, Giovanni Gentili e Alessandro Marchi. .  
   
   
FRANCA GHITTI. PERCORSI SCULTURE E INSTALLAZIONI A LOVERE DAL 7 LUGLIO AL 9 SETTEMBRE  
 
 Lovere, 18 giugno 2007 - Sabato 7 luglio nella suggestiva cornice dell’Accademia Tadini di Lovere (Bergamo) si inaugura Franca Ghitti. Percorsi, la mostra d’arte contemporanea che vede protagoniste le sculture e le installazioni dell’artista lombarda. L’esposizione rappresenta una nuova tappa del percorso di Franca Ghitti, che, dopo la mostra al Museo Diocesano di Milano nel 2005, lo scorso anno ha toccato l’Università Cattolica di Brescia, il Politecnico di Milano, le sedi produttive del Gruppo Industriale Lucefin e, all’estero, il College of Architecture dell’Università di Houston in Texas. Mentre sono in preparazione la mostra a l’Ecole d’Architecture de Paris La Villette (novembre 2007) e quella alla O. K. Haris Gallery di New York (febbraio 2008). Il percorso espositivo curato da Marco Albertario, conservatore della Galleria dell’Accademia Tadini, si articola in più sedi. La Tadini ospita nell’atrio gli Alberi-vela, sette segni per sette giorni, due meridiane e i segni dell’acqua e del vento. Nelle sale dell’atelier della Tadini, il percorso parte da Wald, il grande bosco, dodici elementi verticali in legno protetti da una rete metallica. Il segno dell’albero rimanda ai Libri chiusi, dodici opere in legno, che assieme alle preziose edizioni curate e illustrate da Franca Ghitti, compongono un omaggio alla figura del “piccolo grande editore” Vanni Scheiwiller. Tra le opere presenti: Il viandante invisibile di Italo Calvino del 1981, La neve di Andrea Zanzotto del 1991, e Poesie e frammenti dell’albero di Ezra Pound del 1983. Concludono la rassegna le Pagine Chiodate, una preziosa anticipazione che seleziona alcuni esemplari dal nuovo ciclo di opere che verranno esposte nel prossimo febbraio alla O. K. Harris Gallery di New York. Il Comune di Lovere ha curato inoltre l’installazione all’aperto di alcune opere della Ghitti legate alla memoria del ferro e della pietra e di una grande Vela metallica, alta oltre 4 metri, montata su zattera, che si proietta leggera sul lago. Franca Ghitti intende la scultura come un alfabeto che tenta di ricreare una comunicazione dispersa con gesti di raccolta e composizione di pezzi sparsi. L’artista lombarda lavora dagli Anni Sessanta, realizzando un tipo di scultura che costruisce per aggregazioni - “per luoghi”, mirando a ricomporre l’immagine di uno spazio quasi arcaico dove penetrano forme, usanze e dimensioni del territorio umano. La scultura è prima di tutto per la Ghitti un’esperienza concettuale per gestire un patrimonio di forme e contenuti. Partita dalla “geometria della corda” e dalle antiche culture materiali, cariche di consapevolezza antropologica, l’artista approda a una dimensione della scultura che si misura con le tecnologie ed i linguaggi seriali del mondo contemporaneo, evocando varie “organizzazioni del tempo”, tra culture contadine, artigiane e civiltà metropolitane e tecnologiche. Le installazioni e le opere presenti a Lovere danno vita a un percorso ove sono visibili i grandi paesaggi mentali realizzati dall’artista lombarda: dal Bosco, ai Libri chiusi, alle Meridiane, agli Alberi-vela, alla Vela metallica, alle Pagine chiodate. Franca Ghitti reinventa gli Altri Alfabeti in un ordine progettuale che non perde il contatto materico con le cose che hanno segnato l’esperienza collettiva e che, avendo una storia d’uso, facevano già parte di una rete di comunicazione di cui l’artista si riappropria mentre ripensa il concetto di scultura come attraversamento di un cosmo volutamente periferico ed essenziale. .  
   
   
A REGGIO EMILIA NUOVE DATE PER LA MOSTRA SUI CAPOLAVORI DELLA COLLEZIONE KERSTAN L’APERTURA È FISSATA PER DOMENICA 8 LUGLIO 2007 L’ESPOSIZIONE SI CONCLUDERÀ IL 9 SETTEMBRE 2007  
 
Reggio Emilia, 18 giugno 2007 - Dall’8 luglio al 9 settembre 2007, si terrà la mostra che presenterà, per la prima volta, capolavori e opere importanti della collezione Dr. Charlott e Tistou Kerstan. In Palazzo Magnani, 250 opere (su circa 400 dell’intero corpus) testimonieranno la ricchezza e la varietà di questa raccolta, in grado di raccontare la storia del gusto collezionistico di grande raffinatezza dei coniugi Kerstan, in un percorso che comprende grafiche, dipinti, sculture, disegni e acquerelli di alcuni dei maggiori artisti del Novecento, da Picasso a Beckmann, da Kandinskij a Gabriele Münter, da Alexej von Jawlenskij a Marianne von Werefkin, da Dix a Kirchner, da Heckel a Nolde, da Rodin a Modigliani, da Cézanne a Renoir e a Toulouse-lautrec, da Feininger a Baumeister, e a molti altri. L´esposizione, curata da Sandro Parmiggiani e promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo di Fondazione Pietro Manodori e Ccpl di Reggio Emilia, si inserisce nella linea d’indagine delle collezioni private, iniziata con la mostra “Parole disegnate, parole dipinte. La collezione Mingardi di libri d´artista”, e proseguita con “Senza di loro, nemmeno io. La collezione Pierre Borhan di fotografie”, in un luogo come Palazzo Magnani, il cui nome si lega a uno dei più sensibili collezionisti italiani del Novecento, Luigi Magnani. Se i capisaldi della collezione sono una raccolta di incisioni e di litografie di Pablo Picasso (circa sessanta fogli, compresa l´incisione d´esordio dell´artista spagnolo, Le repas frugal, 1904) e di Max Beckmann (circa ottanta incisioni, tra cui tutta la serie dei più famosi autoritratti), non mancano i pezzi unici (dipinti, acquerelli, disegni, sculture). Tra le opere pittoriche, si potrà ammirare un grande dipinto su carta di Max Beckmann, Operai sul tetto, e una serie di importanti lavori dell´Espressionismo tedesco. Nel percorso espositivo si incontrerà un dipinto di Vasilij Kandinskij del 1908, otto tele di Gabriele Münter, realizzate tra il 1908 e il 1934, sei opere di Alexej von Jawlensky (1911-1935), due lavori di Marianne von Werefkin (1907-1908) - alla quale Palazzo Magnani ha dedicato una vasta antologica nel 2001 -, uno di Franz Marc del 1906, due di August Macke (1910-1911), due di Emil Nolde (1913-1930), due di Lovis Corinth (1917-1922), uno di Rudolf Möller (1913). Le sale di Palazzo Magnani accoglieranno inoltre alcuni acquerelli di Paul Signac (1863-1935), di Otto Müller (1926-27), di Ernst Ludwig Kirchner (1930), di Erich Heckel (1935), di Karl Hofer (1948), tre acquerelli e due disegni di Lyonel Feininger (1909-1934), quattro dipinti di Willi Baumeister (1927-1947), uno di Suzanne Valadon (1922), due di André Lhote (1927-1948), tre acquerelli "erotici" di Auguste Rodin (1895-1900) - cui Palazzo Magnani aveva dedicato una mostra nel 2003 -, otto tra dipinti e disegni di Adolf Hoelzel (1898-1930), due opere di Oskar Schlemmer, e due di Ida Kerkovius (1956-1960). La collezione Kerstan vanta pure alcune importanti sculture. A Reggio Emilia ne verranno presentate venticinque, tra cui quelle di Amedeo Modigliani (1908), Pierre-auguste Renoir (1916), Ernst Barlach (1912-1931), Wilhelm Lehmbruck (1917-1960), Ivan Mestrovic (1917-1918), Renée Sintenis (1926-1953), Georg Kolbe (1927), Ilse Fehling (1931), August Gaul (1932), Kurt Zimmermann (1935), Fritz Klimsch (1936), Käthe Kollwitz (1943), Gerhard Marks (1957-1969). Non mancano una quarantina di memorabili fogli di grafica, tra i quali ricordiamo: due Vasilij Kandinskij, cinque Otto Dix, un Ernst Ludwig Kirchner (Ritratto di Ludwig Schames, 1918), sei Ernst Barlach (1909-1932), tre Erick Heckel (tra cui il Bambino in piedi, 1910), due Karl Schmidt-rottluff (1916-1918), quattro Käthe Kollwitz (1920-1930), quattro Paul Klee (1918-1925), due Otto Müller (1922-1926), un Paul Cézanne (la celebre litografia acquarellata Les Baigneurs, 1896-97), un Henri de Toulouse-lautrec (Le Jockey, 1899), un Heinrich Campendonk (Adamo e Eva, 1925), un Jean Wiegers (Im Caffee, 1925), due Henri Matisse (1924-1950). .  
   
   
LA CITTÀ SI ILLUMINA. MILANO OSPITA LODOLANDIA DI MARCO LODOLA 3 LUGLIO – 16 SETTEMBRE 2007 SALA VISCONTEA DEL CASTELLO SFORZESCO – P.ZZA CASTELLO, MILANO  
 
Milano, 18 giugno 2008 - Lunedì 2 luglio alle ore 18. 30, nell’ambito de La Bella Estate dell’arte 2007, inaugurerà Lodolandia, mostra personale di Marco Lodola che proseguirà fino al 16 settembre 2007. Il Castello Sforzesco (Sala Viscontea) ospiterà una trentina di opere, sculture luminose, plastiche, dime su tela e disegni che racconteranno l’arte di Lodola, nata dalle esperienze del neo-futurismo e della pop-art americana affinatasi poi con le lunghe sperimentazioni sull’impiego di materiali di uso quotidiano, luci e nuove tecnologie. Una ventina di sculture luminose realizzate in lamiera di metallo e lastre di policarbonato disegneranno invece un percorso tra le strade della città, da via Dante a corso Vittorio Emanuele, passando attraverso piazza dei Mercanti e piazza Duomo, per giungere infine in piazza San Babila. Il mondo di Lodola, popolato da figure senza volto, ballerini, sportivi, musicisti e animali, scheletri a neon, un universo immateriale fatto di contorni e luci, cavi e materie plastiche, entrerà nel cuore di Milano per dialogare con la città, con le sue pubblicità luminose, con le insegne dei bar e l’arredo urbano. Lodolandia, il cui allestimento è curato dall’architetto Carlo Golgi, è un pianeta mentale, virtuale, ma anche uno strumento attraverso cui attuare un programma di “cosmesi urbana”, come dichiara l’artista stesso, in modo che l’arte possa arrivare a tutti, entrare concretamente nel quotidiano. Lodola si rivolge allo stesso pubblico del cinema, della televisione, della pubblicità e della musica, ricercando la contaminazione con le diverse discipline artistiche per trarne ogni volta nuovi impulsi e stimoli creativi e cercando di adeguare tempi e modi dell’arte a quelli della vita contemporanea. In ambito musicale ha collaborato con i Timoria, con gli 883 di Max Pezzali, Jovanotti, Andy dei Bluvertigo e in quello letterario, tra gli altri, con Marco Lodoli, Tiziano Scarpa e Aldo Busi… Marco Lodola ha inoltre partecipato a progetti per importanti industrie, per le quali ha curato l’immagine, disegnato manifesti e loghi. La mostra sarà corredata da un catalogo edito da Electa, che illustra il percorso espositivo che l’artista ha pensato per Milano. Con un’introduzione di Vittorio Sgarbi, un testo critico di Luca Beatrice, il volume conta inoltre diversi contributi tra cui quelli di Jovanotti, Renzo Arbore, Max Pezzali, Renato Barilli, Aldo Busi, Gillo Dorfles, Marisa Vescovo ed altri ancora. A Luca Beatrice, che ne cura l’introduzione critica, Marco Lodola ha detto: “Nell’arte cerco l’immediatezza come nel rock’n’roll…ho sempre odiato gli artisti che hanno bisogno del libretto di spiegazioni da affiancare al loro lavoro…”. .  
   
   
LA GRANDE CULTURA TORNA A VILLA BARDINI  
 
Firenze, 18 giugno 2007 - – Il Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Edoardo Speranza e il Vicepresidente Michele Gremigni, in veste di Segretario Generale della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, hanno presentato i restauri di Villa Bardini appena ultimati e le quattro istituzioni che l’Ente ha voluto fossero presenti nello splendido edificio: la Fondazione Roberto Capucci (che lascia così Roma per Firenze), il Museo Piero Annigoni, la Società Toscana di Orticultura (Sto) e la stessa Fondazione Bardini e Peyron, che è strumento operativo dell’Ente e ha la concessione del complesso. Alla presentazione hanno partecipano anche la Soprintendente ai Beni Architettonici e del Paesaggio Paola Grifoni, lo stilista Roberto Capucci, lo storico dell’arte Carlo Sisi, Curatore del Museo Annigoni, e Sergio Orsi, Presidente della Sto. Nella circostanza è stata presentata un’anteprima delle collezioni Capucci e Annigoni che saranno poi esposte nei rispettivi musei. Dopo mezzo secolo di abbandono e di degrado, la Villa è adesso pronta a proporsi come centro culturale di prima grandezza, per vivere una nuova vita che si annuncia nel segno dell’arte, dunque della continuità: nel primo Novecento le straordinarie collezioni del celebre antiquario Stefano Bardini; oggi quelle di Capucci, scultore di abiti e femminilità, come Michelangelo lo fu di muscoli e di corpi; di Annigoni, epigono contemporaneo dei grandi del Rinascimento; la Società Toscana di Orticultura, che dall’Ottocento studia e produce fiori, frutta, ortaggi, bellezze del verde e piacere della tavola. E inoltre mostre, concerti, convegni sui paesaggi e sui giardini, conferenze. Cinque anni di lavori e quasi 13 milioni di euro. Tanto l’Ente Cassa di Risparmio ha investito nei restauri del parco (da tempo completati) e della Villa. Oggi è dunque restituito alla sua straordinaria completezza il vasto complesso monumentale, attiguo al Forte di Belvedere, che dalla sommità di Costa San Giorgio domina il sottostante quartiere di San Niccolò, offrendo del centro di Firenze un panorama mozzafiato. “E’ un magnifico giorno per l’Ente e per Firenze”, ha detto Speranza, “Siamo orgogliosi di restituire alla città un monumento così importante arricchito dalla presenza, da noi voluta, di quattro prestigiose istituzioni. Con la Fondazione Capucci, in particolare, Firenze acquista un patrimonio di creatività, che contribuirà a vitalizzare ulteriormente un settore di eccellenza qual è quello della moda, che l’Ente sta sostenendo da anni”. Sessanta stanze e saloni per un totale di 3800 metri quadri disposti su 4 livelli, la Villa ha, come noto, origini trecentesche: una semplice casa di campagna poi ristrutturata e ampliata nel Seicento dall’architetto Gherardo Silvani per l’amico Francesco Manadori (da cui il nome di Villa Manadora o Villa Belvedere in omaggio allo stupefacente panorama). Bardini la portò infine alle attuali dimensioni. I 4 ettari di parco includono biglietteria e book shop di via dei Bardi (200 metri quadri), la loggetta del Belvedere (100 mq) e due limonaie (300 mq) ora trasformate in sale per esposizioni e convegni. Al primo livello la Villa ospiterà un magazzino espositivo dei reperti archeologi del giardino e un ristorante di alta qualità a disposizione dei visitatori (350 mq più due terrazze di 250 mq) affidato in gestione alla società Moba di Firenze. Al secondo livello è stata invece realizzata una vasta sala polivalente per convegni (100 posti) e mostre (inaugurazione il 12 luglio con Vincenzo Cabianca, la civiltà dei Macchiaioli). Stesso livello per gli uffici della Fondazione Bardini e Peyron, quelli della Fondazione Capucci e della Società Toscana di Orticultura. Poi una biblioteca e l’abitazione del custode. Il terzo livello sarà diviso tra Museo Annigoni (350 mq, inaugurazione nella primavera del 2008) e Museo Capucci che occuperà anche l’intero quarto piano per un totale di 400 mq. L’impegno dell’Ente per il restauro e la valorizzazione del complesso Bardini, realizzato nei tempi previsti, rientra nell’indirizzo di potenziamento del turismo di qualità, cioè di un ruolo internazionale di Firenze per l’educazione culturale. Il parco Bardini rappresenta infatti il punto di arrivo di un itinerario nel verde storico entro le mura trecentesche a sud della città, da Porta Romana a Pitti, attraverso Boboli, Giardino del Cavaliere, fino al Forte di Belvedere. E quindi alla recuperata Villa Manadora, poi Bardini. Un itinerario che, nell’intenzione dell’Ente, dovrà essere vivo di eventi e di iniziative. A questo impegno seguirà quello per la valorizzazione del complesso di Villa Peyron - Fontelucente sulla collina tra Fiesole e Settignano. .  
   
   
TRE SERATE CON GIOVANI ARTISTI DI SUCCESSO PER INIZIARE L´ESTATE DEGLI "INCONTRI ASOLANI" ASOLO, DAL 20 GIUGNO AL 2 LUGLIO 2007  
 
Asolo, 18 giugno 2007 - Il Xxix Festival Internazionale di Musica da Camera “Incontri Asolani” ripropone - così come nell´edizione 2006 - una duplice stagione per offrire un maggior numero di concerti ma anche per dedicare tre serate ad altrettanti appuntamenti con giovani musicisti italiani, oltre che ad altri straordinari interpreti internazionali che, come ogni anno, giungono ad Asolo sul finire dell’estate. Così mercoledì 20 giugno saranno il Trio Broz e Leonora Armellini ad inaugurare l´estate musicale nella suggestiva Chiesa di San Gottardo di Asolo: tre fratelli trentini (Barbara al violino, Giada alla viola e Klaus al violoncello) di poco più di vent´anni con già un glorioso passato alle spalle ed una pianista padovana, Leonora Armellini, che già aveva inaugurato con grande successo la stagione asolana 2006,con la maturità artistica raggiunta, allora, a soli 14 anni. Il programma prevede musiche di Robert Schumann e Ludwig van Beethoven, ma soprattutto la chiarezza interpretativa di quattro giovani destinati a diventare protagonisti della grande musica di domani. Venerdì 29 giugno appuntamento straordinario con Grazia Doronzio, giovane soprano marchigiana che dopo aver vinto il Xx Concorso Internazionale di Musica Vocale da Camera "Città di Conegliano", si prepara a partire per il Metropolitan di New York, dove è stata chiamata da James Levine per una lunga stagione di perfezionamento e concerti: per la sua serata di Lieder - accompagnati al pianoforte da Francesco Fraboni - sarà ad Asolo anche Ugo Pagliai, per coniugare la forza della poesia in musica a quella di una maestria di recitazione che non ha bisogno di aggettivi. Lunedì 2 luglio, infine, sarà di scena Vincenzo Maltempo, pianista beneventano ventiduenne vincitore del Premio Venezia 2006, con un programma dedicato a Schumann e Liszt, per esprimere quella che i critici hanno spesso definito una sua straordinaria capacità comunicativa. Interpreti giovani, sì, ma giù autorevoli, che si sono già distinti su grandi palcoscenici e che sono stati premiati in concorsi prestigiosi. Perché Asolo Musica Veneto Musica, si sa, ha sempre offerto una selezione particolare e molto preziosa di musicisti e programmi ed anche in questa occasione non smentisce la sua capacità di proporre, tra i "cento orizzonti" asolani, i nuovi orizzonti della grande musica. Www. Asolomusica. Com .  
   
   
PALCOSCENICI MARCHIGIANI, L´EMOZIONE SI RINNOVA PRESENTATA LA CONFERENZA PROGRAMMATICA SPETTACOLO DAL VIVO CHE SI TERRA` A CALDAROLA IL 3 LUGLIO  
 
 Ancona, 18 giugno 2007 - L´assessore alla Cultura Luigi Minardi ha presentato questa mattina nella sede regionale la Conferenza programmatica dello Spettacolo dal vivo, una giornata di studi dedicata allo spettacolo che si terra` a Caldarola il prossimo 3 luglio. ´A Caldarola daremo una risposta concreta ad un impegno preso col il settore dello spettacolo gia` a Fiastra nel 2006 ´ ha esordito Minardi ´ Un settore assolutamente strategico per la cultura marchigiana che rappresenta anche un importante comparto produttivo che da` lavoro a circa 3 mila persone´. Affiancato da Mariano Landi, dirigente del servizio cultura e turismo, Alessandro Leon, Presidente dell´Osservatorio, da Gian Mario Raggetti dell´Universita` Politecnica delle Marche, da Stella Righettini, dell´Universita` di Urbino e dal sindaco di Caldarola, Fabio Lambertucci, Minardi ha spiegato che l´obiettivo della Regione Marche e` concorrere a sviluppare concretamente le potenzialita` culturali del territorio. ´Il settore puo` crescere per la forte vitalita` e potenzialita` che sta dimostrando e per l´incremento del consumo culturale delle famiglie marchigiane che rendono la Regione Marche seconda in Italia per la questo´. Una grande vitalita` dimostrata nella disponibilita` all´aggregazione che porta a raggiungere risultati eccellenti come la costituzione di reti di associazioni, nate dall´imput di Fiastra, come il network per il Jazz, per la musica e per la lirica. Tutte le principali associazioni hanno per la prima volta elaborato un progetto unitario del valore di 6 milioni di euro che ora attende l´approvazione del Ministero, che ha gia` espresso il suo gradimento. L´assessore Minardi, rivolgendosi al sindaco di Caldarola, ha rivolto un plauso al piccolo centro del maceratese. La scelta di tenere la conferenza a Caldarola, non e` infatti casuale, sottolinea l´attenzione che la Regione riserva a tutti i Comuni, sia piccoli che grandi ed evidenzia il gradimento per la politica di collaborazione tra istituzioni, Comuni, privati che ha permesso la realizzazione di un evento che hai piu` sembrava impensabile e che nel territorio regionale sta diventando sempre piu` diffusa. Inoltre la scelta sancisce l´integrazioni tra i vari interventi che la Regione fa nel territorio, dai grandi e diffusi interventi di restauro che hanno interessato in maniera formidabile il Comune di Caldarola, al supporto agli eventi culturali come nel caso della fortunata mostra dedicata a Simone De Magistris. La Conferenza programmatica nasce in un momento particolarmente importante per la realta` regionale e nazionale: recentemente il Ministero per i Beni e le Attivita` culturali ha presentato una proposta di legge sullo spettacolo dal vivo attualmente oggetto di consultazioni; e anche la Regione Marche e` impegnata nella redazione di una proposta di legge sullo spettacolo dal vivo. La conferenza di Caldarola sara` aperta da una relazione introduttiva dell´Assessore Luigi Minardi seguita dall´intervento di Alessandro Leon, Presidente dell´Osservatorio regionale della Cultura dedicato alle proposte di leggi nazionali in materia di spettacolo e a alle leggi regionali vigenti in Italia in questo settore; le conclusioni della mattina, dopo il dibattito, saranno a cura di Pietro Folena, presidente della Commissione Cultura della Camera. Nel pomeriggio sono previste relazioni sull´analisi finanziaria dei maggiori enti delle Marche di Gian Mario Raggetti seguita dall´esposizione del Bilancio sociale dello Spettacolo nelle Marche di Maria Stella Righettini, entrambi membri membro dell´Osservatorio regionale della Cultura; l´assessore regionale alle Politiche comunitarie Paolo Petrini portera` un contributo sui fondi comunitari per la cultura mentre Renzo Quaglia, Direttore organizzativo Settori Danza, Musica e Teatro della Biennale di Venezia relazionera` sulla promozione e sulla comunicazione dello spettacolo dal vivo. .  
   
   
DAL 22 GIUGNO CASTELLAMMARE DI STABIA DIVENTERÀ CAPITALE DELLA MUSICA CLASSICA CON IL QUISISANA FESTIVAL  
 
Castellammare di Stabia, 18 Giugno 2007 - Tempo di grandi concerti nella cittadina campana che, dal 22 giugno al 3 agosto per l’edizione 2007 del “Quisisana Festival”, si trasformerà nella capitale della musica classica calamitando, per più di un mese, nella "città delle acque" appassionati provenienti da ogni angolo del globo. Location d´eccezione sarà il Parco della Reggia di Quisisana, suggestiva dimora estiva dei Borboni, che farà da scenario ai cinque concerti della rassegna, da quest´anno entrata a far parte dei Grandi Eventi 2007 della Regione Campania. La rassegna è stata organizzata con il sostegno dell’Assessorato al Turismo della Regione Campania guidato da Marco Di Lello e dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Castellammare di Stabia amministrata da Annamaria Boniello, in collaborazione con il Comune della città stabiese guidato dal Sindaco Salvatore Vozza. A presentare il cartellone del Festival, questa mattina, nella sala riunioni dell´Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo partenopea di Palazzo Reale in un’affollata conferenza stampa l´Amministratore dell´Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Castellammare Annamaria Boniello, il Sindaco di Castellammare di Stabia Salvatore Vozza, l´Assessore al Turismo e alla Cultura Massimo de Angelis e il direttore artistico del Quisisana Festival Maria Libera Cerchia. “Il Quisisana Festival – ha dichiarato l´Amministratore dell´Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Castellammare Annamaria Boniello- rappresenta un’importante occasione per far scoprire le bellezze di Castellammare di Stabia ai tanti appassionati di musica classica che verranno da tutto il mondo per seguire i concerti. Con quest’evento, realizzato grazie ad una ormai collaudata sinergia con la Regione Campania ed il Comune, si apre il cartellone dell’Estate a Stabia 2007 che vedrà anche quest’anno decine di iniziative per i turisti presenti in città. ” “Il Quisisana Festival- ha detto in conferenza stampa il sindaco di Castellammare di Stabia Salvatore Vozza- ha acceso i riflettori sul Palazzo Reale, il cui restauro sarà completato entro il 2007. La Reggia diventerà sede della Scuola Nazionale di Alta Formazione per il Restauro, sotto l’egida dell’Istituto centrale per il restauro. Stiamo lavorando affinché ospiti anche il Museo Archeologico e una serie di funzioni culturali che la trasformino in un grande polo di attrazione turistica”. “Tre anni fa-ha dichiarato l’assessore alla Cultura e al Turismo di Castellammare di Stabia Massimo de Angelis- siamo partiti con una scommessa. Oggi siamo davanti a una realtà. Nell’estate 2005 il concerto del Teatro San Carlo, nel parco della Reggia di Quisisana, fece riscoprire a tanti un luogo negato per anni. I riflettori hanno continuato a illuminare i sette concerti dell’estate 2006 e oggi il Quisisana Festival rientra a pieno titolo nei Grandi Eventi della Regione Campania. E’ un bel risultato raggiunto grazie alla caparbietà di chi ha creduto in questo sogno e alla collaborazione tra enti e istituzioni diverse”. Nel corso della conferenza stampa, alla quale hanno partecipato non solo giornalisti ma anche personaggi del mondo della cultura come gli artisti Lello Esposito ed Enzo Ruju e la scrittrice Annella Prisco Saggiomo, c’è stato poi un collegamento telefonico con il grande artista bulgaro Moni Ovadia che con il suo concerto il 22 giugno aprirà il Quisisana Festival. E la sera del 22- ha sottolineato Moni Ovadia- sarà una doppia performance. Nella prima parte dello spettacolo, "Through roses" di Marc Neikrug, in versione recital-concerto, Ovadia sarà accompagnato dal violinista Pavel Vernikov e dall´Ensemble de I Virtuosi Italiani diretti da Danilo Grassi. Nella seconda parte della piece, dal titolo "Ah! Odessa", l’artista presenterà invece musiche tratte dalla tradizione di questa mitica città, culla del genio artistico e dell´umoristico ebraico, e una parte recitata costruita su aneddoti, storie, leggende e motti di spirito dello sterminato patrimonio narrativo odessita. Il secondo appuntamento del Festival è per il 15 luglio con il recital pianistico di Giuseppe la Licata, che proporrà brani indimenticabili di Clementi, Rossini e Chopin, mentre, il 20 dello stesso mese sarà la volta delle "Notti di musica d´insieme" di Alain Meunier, uno degli ultimi veri eredi della prestigiosa scuola violoncellistica francese. L´1 agosto, riflettori puntati sull´Orchestra da Camera della Campania, diretta da Luigi Piovano, e sulla pianista stabiese Laura De Fusco, che si cimenteranno con il "Concerto per pianoforte e orchestra in mi minore op. 11" di Chopin e con "I love cinema", collage dei brani più suggestivi "ascoltati" sul grande schermo. Da Moon River a Over the rainbow passando per Beautiful that way, il Postino e Stars Wars. Chiuderà il Festival, il 3 agosto, il Philharmonia Chorus di Londra, diretto da Jan Latham-könig, protagonista dei "Carmina Burana", in assoluto la più celebre e fortunata composizione di Carl Orff. Basati su testi profani del Xiii secolo in un misto di latino maccheronico, francese e tedesco antico, i Carmina rappresentano un goliardico e sfrenato inno alla vita, governata dai capricci della Fortuna. Tutti i concerti della rassegna sono a ingresso gratuito. Gli inviti sono disponibili fino ad esaurimento posti presso l’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo in piazza Matteotti (per informazioni 081-8711334). .  
   
   
SANTARCANGELO 07 INTERNATIONAL FESTIVAL OF THE ARTS 5 – 15 LUGLIO TEATRO, MUSICA, DANZA, ARTI VISIVE, INSTALLAZIONI E PERFORMANCES SI FONDONO SULLA SCENA DELLA 37^ EDIZIONE IMPEGNATA A COGLIERE I SEGNI DEL PRESENTE  
 
 Milano, 18 giugno 2007 - Prosegue lungo il solco tracciato lo scorso anno la 37^ edizione del festival di Santarcangelo - International Festival of the Arts, firmata da Olivier Bouin con la condirezione di Paolo Ruffini, in programma dal 5 al 15 luglio 2007 a Santarcangelo di Romagna e in sei Comuni limitrofi. In maniera sempre più evidente danza, musica, teatro, arti visive, performance, cinema e letteratura diventano la partitura di spettacoli transdisciplinari che caratterizzano questa edizione. Come una fotografia istantanea il festival racconta il presente attraverso il lavoro di artisti italiani e internazionali, affermati ed esordienti, che fanno della convergenza tra i segni espressivi la cifra del proprio sguardo. Italiani, francesi, greci, norvegesi, canadesi, olandesi, svizzeri, portoghesi, belgi, israeliani, tailandesi, tedeschi, americani, gli artisti ospiti di Santarcangelo_07 lasciano tracce ad alto tasso ironico, mescolando atmosfere da horror film o da videogiochi a fatti di cronaca, in bilico tra finzione e realtà, tra rappresentazione, sogno, immaginazione, sempre pronti a mettere in scacco le nuove icone della società contemporanea. Tra le novità di questa edizione l’inaugurazione di Santarcangelo dei bambini, una sezione del festival nata per il pubblico dei più piccoli, Santarcangelo on/off, due spazi nella piazza Ganganelli aperti ad eventi fuori programma e al dopofestival con video e dj set, e una collaborazione con la rivista Art’ò per la realizzazione di uno Speciale Santarcangelo_07 denso di approfondimenti. Inoltre il Premio Scenario avrà le sue finali durante il festival, il 9 e 10 luglio. Drammaturgie. Guest star del festival è uno degli autori/registi tedeschi più apprezzati a livello europeo, René Pollesch (7 e 8 luglio), direttore artistico dal 2002 del Prater della Volksbühne am Alexander Platz di Berlino, che presenta in prima nazionale la sua nuova opera creata a Berlino nel gennaio 2007 Tod eines Praktikanten, indagine spietata della globalizzazione che domina ormai tutti gli ambiti della vita quotidiana, dal lavoro all’economia, dai sentimenti alla sfera sessuale, senza sconti per nessuno. Dalla Francia arrivano due prime nazionali di grande livello in cui pagine della letteratura internazionale trovano un’affascinante interpretazione sulla scena: Life is but a dream#1 della regista e scenografa Patricia Allio e Si Carrie White n’était pas une héroïne de Stephen King, elle serait terroriste dello scrittore, musicista e performer Christophe Fiat. Patricia Allio (8 e 9 luglio), drammaturga/regista multimediale, si tuffa nell’immaginario dell’icona newyorkese degli anni ’90, Kathy Acker, regina della letteratura punk e post punk, e parte dal suo "Blood and guts in high school" (1984), autentico manifesto della generazione "trash", per intraprendere una traversata nella geografia e nella storia della città di New York, intrecciando le vicende apocalittiche, audaci e sovversive narrate della Acker con testimonianze contemporanee, canzoni, inserti di film e video. Il risultato è uno spettacolo che si compone secondo la tecnica del collage, per una performance che è un po’ teatro, un po’ concerto e un po’ film. Christophe Fiat (15 luglio), cantore e poeta dell’attualità, classe 1966, è considerato dalla critica francese uno degli “scrittori mutanti”, appartenente a quella nuova generazione di autori che importano in campo letterario tecniche compositive rubate dalla musica, dall’arte contemporanea o dal mondo dei video. A Santarcangelo, subito dopo Avignone dove è in scena con due spettacoli, presenta un lavoro sulla violenza che si infila nell’intimità del quotidiano prendendo spunto da una delle eroine di Stephen King. Sulla scena è lui stesso come voce recitante accanto ad una cantante lirica e dei video. Edit Kaldor (14 e 15 luglio), drammaturga/regista ungherese formatasi a New York e che lavora oggi tra Bruxelles e Amsterdam, porta in prima nazionale, “Point Blank”. Il suo nuovo progetto, creato a maggio 2007 nell’ambito del Kunstenfestival di Bruxelles, svela un mondo fatto di immagini che un’adolescente ha rubato alla realtà con lo stile dei paparazzi, scattando per anni foto di nascosto, ora proiettate in sequenza e a grandezza naturale per raccontare frammenti di quotidianità. Sempre in prima assoluta, è una coproduzione di Santarcangelo_07, “Assedio”, un atto unico scritto e diretto da Mariano Dammacco (11 e 12 luglio) per Teatro Kismet che, con un linguaggio contemporaneo e tuttavia fedele a Omero, racconta frammenti della vita di Achille in viaggio tra i fantasmi, le paure e le ossessioni che lo assediano e ne fanno una figura incredibilmente contemporanea. Una prima assoluta anche per Accademia degli Artefatti (5 e 6 luglio) che presenta “Ab-uso”, terza incursione nella drammaturgia contemporanea d’oltremanica (dopo Sara Kane e Martin Crimp). Questa volta il regista Fabrizio Arcuri si tuffa nel mondo di Tim Crouch, ironico e graffiante performer londinese, proponendo i due testi “My arm” e “An oak tree”. La sua investigazione sul linguaggio si apre ancor più al divenire estemporaneo affiancando ogni sera ad un attore della compagnia un attore che ignora completamente il testo e lo scopre durante lo spettacolo. Prodotta in collaborazione con Santarcangelo_07, arriva al festival l’ultima creazione di Motus (13 e 14 luglio) “X (ics) Racconti crudeli della giovinezza”, un percorso tra azione scenica e video sulle “generazioni x dei nostri giorni”, vittime dei tranelli del consumismo che invita ad essere corpi perfetti e ben confezionati, pronti a divenire merce di scambio. Ormai considerato uno dei più interessanti gruppi del nuovo panorama underground romano, Santasangre (14 e 15 luglio), ensamble formato da artisti che lavorano nell’ambito di body art, teatro, installazioni sonore e meccaniche, è al festival con “’84. ’06. ”, un richiamo a “1984” di Orwell e alla contemporaneità, fra manipolazione del pensiero e trasformazione della realtà viste attraverso il corpo di un uomo racchiuso in una scatola di vetro, spiato e condizionato nelle sue azioni e nei suoi pensieri. Lo spettacolo vede la sinergia fra Santarcagelo_07 e Short Theatre. Performance/installazioni/arti visive Alexandra Bachzetsis (5-6 e 9-10 luglio), di origini greche e svizzere, classe 1974, presenta al festival in prima nazionale due lavori curiosi “Murder Mysteries/same difference”, in cui guarda il mondo attraverso gli occhi di una telecamera e disegna pregnanti atmosfere da genere thriller indagando gli stereotipi della vita femminile e “Mainstream” con Yan Duyvendak che racconta ironicamente la nascita e la fine di un amore secondo i clichet del cinema di largo consumo. Yan Duyvendak (7 e 8 luglio), olandese ormai svizzero d’adozione, è protagonista di due divertenti performances: “My Name is Neo (for fifteen minutes)” in cui prende spunto dal protagonista del film Matrix per metterne in ridicolo le evoluzioni stupefacenti frutto di effetti speciali e “You’re dead!” in cui s’immerge in un videogioco abolendo in apparenza le barriere tra finzione e realtà. Cosmesi (5 e 6 luglio), formazione italiana tra le più innovative per la capacità di lavorare attorno ad una drammaturgia dello spazio, elabora per Santarcangelo_07 in prima assoluta “Lo sfarzo nella tempesta”, che prevede la creazione di un enorme megafono in cui entrano performer e spettatori. Zimmerfrei (13 luglio), nome collettivo di un gruppo di artisti che uniscono attività di performer, videomaker e sound designer, realizza installazioni sonore e video con performance che segnano l’incontro di cinema, musica, teatro. Per Santarcangelo_07 realizza particolari installazioni in alcuni punti della cittadina, per creare curiose connessioni tra il festival e gli spazi aperti. Altri ancora sono gli artisti presenti con installazioni di vario genere, dal tailandese Arin Rungjan al francese Emmanuel Lagarrigue e poi Enrico Ghezzi con una presentazione di un blob video della durata di 100 ore in diversi luoghi di Santarcangelo e le giovani artiste romane Goldiechiari con vari oggetti curiosi che abitano gli spazi della cittadina romagnola. Danza. Yasmeen Godder (11 e 12 luglio), giovane talento della nuova coreografia israeliana, ha ottenuto premi e riconoscimenti tra i più prestigiosi ed è stata in tournée in tutto il mondo, dall’Europa all’America all’Oriente. Con “I’m mean, I am” ricrea con humor e raffinata crudeltà l’atmosfera di un film horror da lei diretto con vero talento. In un crescendo di tensione, istinti demoniaci e aggressività si liberano in un rituale sadico e paradossale dove non è difficile ritrovare la cronaca quotidiana. Thomas Hauert (9 e 10 luglio), coreografo svizzero tra i più originali, presenta “Drum and Dance”, un processo di creazione in cui si misura e dialoga con un batterista, attraverso linguaggi differenti, dalla modernità al folklore al jazz, per un match tra corpo che danza e corpo che produce musica. Vincenzo Carta e Benjamin Vandewalle (11 e 12 luglio), intelligente realtà italo-belga, in prima assoluta con “Unspoken (Working title)”, progetto sostenuto da Santarcangelo_07, si spingono ai limiti della ricerca di un grado zero della comunicazione fisica ottenuto a partire da un rigoroso esperimento che li vede chiusi per dieci giorni in uno studio di danza senza poter mai parlare né uscire. Francesca Proia e Danilo Conti (5 e 6 luglio) presentano in prima assoluta “Uno. Assolo danzato primo studio”, un lavoro legato allo Yoga che va alla ricerca di un principio primo, di un’Origine in cui il respiro si riscopre come pulsazione originaria capace di aprirsi ad uno scambio con gli spettatori. Anche Paola Bianchi (13 e 14 luglio) è a Santarcangelo in prima assoluta con un nuovo lavoro dal titolo “Visioni irrazionali 2 3 5 8 13. Come conigli” che sonda le visioni da cui nasce la creazione artistica suggerita dalla perfezione dei rapporti numerici presenti in natura scoperti da Fibonaci a partire dalle osservazioni su una coppia di conigli. Due prime assolute anche per Sonia Brunelli (8 luglio), a Santarcangelo come vincitrice del concorso Giovani Danz’autori ma in scena con un nuovo lavoro sullo spazio dal titolo “A Nn A” e Roberto Castello (11 – 12 e 15 luglio), in coproduzione con Santarcangelo_07, in “Il Duca delle Prugne” dal promettente sottotitolo “varietà del piacere” che illustra il carattere della serata in cui lo spettatore, immerso nel clima seducente di un night, dopo essere stato “coccolato” con massaggi, drink e baci può assistere ad un brillante susseguirsi di balletti, numeri comici e strip tease. Kinkaleri (13 e 14 luglio) è di scena con “Paso doble” live performance e video installazione sul tema dell’arte come capacità di mimesi e riproduzione realizzata in una stanza vuota dove una danzatrice di fronte ad una videocamera esegue un’improvvisazione di circa 5 minuti. Successivamente collega la videocamera ad un monitor e in tempo reale ricostruisce la frase di movimento, imparandola a memoria così che il movimento improvvisato viene trasformato in composizione coreografica. Ooffouro (8 e 9 luglio), giovane formazione guidata da Alessandro Carboni in prima assoluta, dopo un lungo percorso di studi preparatori, con “Abq. Mechanical extention in four arithmetic operations” parte dall’universo beckettiano per creare un incontro fra la cultura occidentale e quella orientale lavorando, intorno alla matematica, alla danza tradizionale indiana e alla ricerca di una relazione danza-spazio-numero. Vincitore del Premio Moving_movimento ’07, un progetto realizzato da Fabbrica Europa e Santarcangelo_07, il giovane gruppo Nanou (13 luglio) è in prima assoluta al festival con “Studio per tracce verso il nulla. Sulla conoscenza irrazionale dell’oggetto “piccola scatola blu cobalto””. Santarcangelo dei bambini. Una novità di questa 37^ edizione è l’apertura di una sezione di eventi rivolti ai più piccoli, ai quali il festival propone incontri con 5 artisti internazionali che hanno dedicato una tappa del loro cammino al mondo dell’infanzia: Tiago Guedes, Paola Chiama, Tpo, Karstein Solli e Niconote. Karstein Solli (7 e 8 luglio), con il suo “See my dress”, prima nazionale, riunisce un danzatore, un musicista, un performer, un designer e un compositore con cui crea un vivace dialogo con dei bambini, spettatori privilegiati di questo lavoro per metà istallazione fissa e per metà creazione che si anima al contatto del pubblico. Il lavoro di Tpo (7 e 8 luglio) “Il giardino dipinto. Ccc [children cheering carpet]” è invece un viaggio sensoriale in quattro giardini interattivi in cui si sperimentano suoni, colori e atmosfere che vanno dal blu marino al rosso dell’amore mentre Paola Chiama (14 e 15 luglio), a metà fra teatro, danza e video, propone uno spettacolo intrigante dal titolo “Dietro la porta, il sogno”. Tiago Guedes (14 e 15 luglio), esponente di spicco della danza portoghese, in prima nazionale con “Matrioska”, invita piccoli spettatori dai 6 ai 10 anni alla riscoperta dell’Altro e di significati differenti celati nelle cose che abitualmente ci circondano. Niconote (10 – 13 luglio) invece si trasforma in una irresistibile Tata che legge fiabe della tradizione italiana ed europea in una dimensione raccolta e magica. Musica. Il programma musicale, che si avvale della consulenza del giovane critico francese David Sanson, propone progetti con una forte connotazione internazionale e un grande interesse per la sperimentazione a partire da Pierre-yves Macé (6 luglio) che utilizza un’insolita folla di apparecchi di diffusione passando dal grammofono al computer, per arrivare all’esplosiva esibizione dei The John Venture (14 luglio) che ricorrono alle immagini e ai costumi per sottolineare l’energia della musica hip hop, fino alla performance elettronico-visiva del berlinese Alva Noto (14 luglio). Sotto il segno della sperimentazione è anche la performance degli statunitensi Lucky Dragons (14 luglio) il cui concerto è un misto di disegno, musica, video, installazioni canto e danza. Dalla California arrivano i Matmos (6 luglio), tra i più apprezzati esponenti dell’avanguardia elettronica, che propongono la declinazione scenica del loro ultimo concept album, mentre dall’Italia sono ospiti il cantautore Moltheni (9 luglio), l’ex Tiromancino Riccardo Sinigallia (7 luglio) e un progetto che vive del connubio tra musica elettronica e videoarte, realizzato dal musicista Emanuele Errante con l’artista visivo Mattia Casalegno (11 luglio). Il pianista Daan Vandewalle (12 e 13 luglio) interpreta, in anteprima assoluta, il ciclo di pinoforte “Inner cities” del grande compositore americano Alvin Curran. Non mancano performance concepite esclusivamente per Santarcangelo, come quella del famoso musicista canadese Tim Hecker accompagnato per la prima volta dalla video artista Alina Boghden (11 luglio). Un’intera serata sarà dedicata all’etichetta musicale svedese Häpna label (10 luglio) che è ospite del Festival attraverso due artisti, l’italiano Giuseppe Ielasi e gli italo-tedeschi 3/4 Had Been Eliminated. Www. Santarcangelofestival. Com .  
   
   
MANTOVA CITTA’ DEI FESTIVAL NELL’ARTE, NEL TEATRO, NELLA MUSICA, NELLA LETTERATURA, NELL’INFANZIA - II EDIZIONE TEATRO ARLECCHINO D’ORO FESTIVAL EUROPEO DEL TEATRO DI SCENA E URBANO  
 
 Milano, 18 giugno 2007 - 21 giugno 2 luglio 2007. Ritorna il festival teatro, la rassegna internazionale di teatro di scena e di strada della città di Mantova: oltre dieci i palcoscenici per più di 40 spettacoli che durante i 12 giorni del Festival faranno scoprire i luoghi più belli della città. Il tema sarà quello della “risata”: tra gli ospiti il Cirque invisibile di Victoria Chaplin e Jean Baptiste Thierree, Enrico Bonavera con il suo nuovo spettacolo su Arlecchino, Ugo Chiti con la “prima” di Decamerone, un inedito testo di Fernanda Pivano dedicato a Fabrizio De André, Mimmo Cuticchio, Xarxa teatre e molti altri. Inizio con il magico Solstizio d’estate nel Cortile d’onore e nelle stanze di Palazzo Te. All’interno del coordinamento dei festival mantovani (letteratura, musica, teatro e infanzia), prosegue per il secondo anno il progetto Teatro- Arlecchino d’Oro, festival europeo del teatro di scena e urbano, una rassegna che si terrà dal 21 giugno all’ 2 luglio 2007. I grandi numeri dell’edizione scorsa (35. 000 spettatori) e l’inaugurazione nell’edizione 2007 di nuovi spazi cittadini come palcoscenici straordinari di particolare bellezza (Cantine di Vincenzo a Palazzo Ducale, Piazza Alberti, Lungorio, Fruttiere di Palazzo Te) consolidano il prestigio che Mantova va acquisendo nell’ambito europeo dei Festival di teatro urbano e non solo: Teatro infatti unisce in un unico cartellone le proposte del Teatro di scena, erede delle cinque edizioni del Festival Arlecchino d’oro fondato nel 2001 da Umberto Artioli, con una sezione di Teatro urbano che si ricollega ad altri grandi appuntamenti europei. L’idea è quella di portare il teatro anche fuori dalla sua concezione tradizionale, rendendolo più immediato per un pubblico che diventa esso stesso protagonista. Nel periodo estivo si potranno così attraversare le bellezze artistiche ed architettoniche della città e scoprirle nuovamente grazie agli allestimenti e alle suggestioni sceniche proposte da importanti compagnie locali, italiane e internazionali che interagiscono tra loro. Teatro farà convivere le due anime dell’antico teatro della Commedia dell’Arte, quella di strada e quella di corte, all’interno di un appuntamento di qualità, nella magia di un centro rinascimentale che rivive in forma di spettacolo aperto nelle notti estive del solstizio. Il tema della rassegna 2006 sarà “La risata” declinata in tutte le sue sfumature. Tra gli ospiti si annunciano già presenze importanti, come quella di Victoria Chaplin e Jean Baptiste Thierree con il loro Cirque invisibile; l’arlecchino Enrico Bonavera, di cui il Festival produce il nuovo spettacolo Arlecchino all’inferno da un canovaccio inedito curato per la parte filologica da Siro Ferrone; Mimmo Cuticchio che sarà presente quale premiato nella sezione Premio Hystrio–teatro Festival in collaborazione con la rivista Hystrio; il gruppo internazionale di teatro urbano Xarxa teatre, presente con due spettacoli: Notte magica e Il fuoco del mare; la prima assoluta di Decamerone di Ugo Chiti, l’inedito testo La guerra di Piero di Ferdinanda Pivano la cui messa in scena vedrà la partecipazione straordinaria di Judith Malina e, in contemporanea con il debutto ad Asti Teatro, Edipo e la Pizia con Lucia Poli. Il tutto per dodici giorni di festival con oltre 40 spettacoli in dieci diversi palcoscenici, divisi tra “la corte” di Palazzo Te, il palazzo di San Sebastiano, la reggia gonzaghesca di Palazzo Ducale e i vari luoghi di piazza della bellissima città del Mantegna. .  
   
   
MAFALDA ARNAUTH E NOA A PADOVA: DUE STAR INTERNAZIONALI PER "I VOLTI DELLA MUSICA 2007"  
 
 Padvoa, 18 giugno 2007 - "I volti della Musica - incontri ed occasioni d´ascolto" ospita a Padova due star internazionali: Mafalda Arnauth e Noa, invitate a raccontare attraverso la loro musica altri due "volti" di un´arte che è anzitutto comunicazione, ma anche contaminazione, nonché espressione di appartenenza, oppure desiderio di "meticciato". E molto altro ancora. Mafalda Arnauth sarà a Padova il 26 giugno (ore 21. 15 - Teatro Mpx) con il suo Fado tradizionale e intenso, anche se ha abbandonato quasi completamente la fatalità, la sofferenza, che caratterizzano il fado più classica, affiancandogli invece sonorità sudamericane e rivisitazioni di brani celebri. Noa porterà la sua voce cristallina ai giardini dell´Arena Romana il 15 luglio (ore 21. 15) per fondere le sonorità jazz con suggestioni mediorentali reinterpretando canzoni degli autori jazz più significativi grazie alla sue capacità improvvisative, ma anche proponendo alcuni brani originali. Entrambi i concerti saranno introdotti, la sera precedente al concerto stesso, con un incontro con l´artista che dialogherà con i giornalisti e con pubblico nella Corte dell´Istituto Petrarca (ore 21. 15, ingresso libero). .  
   
   
MARCHING SHOW BANDS,A BUSTO IV CAMPIONATO ITALIANO  
 
Milano, 18 giugno 2007 - Si terrà a Busto Arsizio (Va) dal 30 giugno al 1° luglio il Iv campionato italiano di "Marching Show Bands", presentato alla stampa nel corso di una conferenza tenutasi a Palazzo Pirelli e alla quale hanno preso parte l´assessore regionale alle Culture, Identità e Autonomie, Massimo Zanello, il presidente dell´Associazione italiana delle "Marching Bands", Felice Cattaneo, e l´assessore al Territorio della Provincia di Varese, Claudia Colombo. "Siamo orgogliosi di aver contribuito come Regione Lombardia all´organizzazione di questo evento - ha dichiarato Zanello - che è una vera e propria competizione a livello nazionale, per di più inserita nell´ambito delle qualificazioni ai campionati mondiali 2009-2010 di questa disciplina. Un´iniziativa che coniuga la passione lombarda per la musica bandistica alla tradizione e all´amore per lo spettacolo, in un processo di valorizzazione delle nostre radici più nobili". Le esibizioni delle bande italiane e straniere presenti, che verranno giudicate da una giuria di livello internazionale, si svolgeranno sul prato dello stadio "Carlo Speroni" nella giornata di domenica, mentre sabato alle 21 si terrà la cerimonia di apertura della manifestazione, con la sfilata di tutti i complessi partecipanti per le vie cittadine e una grande esibizione collettiva in centro al paese. .  
   
   
GOLF : ALESSANDRO NAPOLEONI HA VINTO IL MEMORIAL OLIVIER BARRAS (ALPS TOUR) SENIORS TOUR: COSTANTINO ROCCA SI CLASSIFICA QUARTO IN GALLES  
 
 Milano, 18 giugno 2007 - Alessandro Napoleoni ha ottenuto la prima vittoria stagionale italiana nell´Alps Tour dominando il Memorial Olivier Barras sul percorso di Crans sur Sierre in Svizzera. Il ventinovenne pro di Tarquinia (Vt), che si era già imposto nello stesso torneo nel 2002, ha condotto una gara di testa concludendo con lo score di 206 (66 70 70), distanziando di tre colpi il francese Julien Grillon (209 - 72 69 68) e di quattro lo svizzero André Bossert e l´altro transalpino Ilya Goroneskoul. Il trionfo italiano è stato completato dal quinto posto di Gregory Molteni (211 - 73 70 68), insieme a Gary Marks, Robert Wiederkehr ed Emilien Chamaulte, e dal nono di Michele Reale (212 - 73 70 69), alla pari con altri quattro contendenti. A premio anche Lorenzo Gagli, 23° con 216 (69 72 75), Matteo Delpodio (219 - 73 73 73) e Andrea Zanini (219 - 70 72 77) entrambi 33. I. , Fernando Pasqualucci, 44° con 222 (71 73 78) e Simone Brizzolari, 46° con 223 (76 68 79). Napoleoni ha iniziato con un 66 (9 birdie, 3 bogey), ma ha preso solo un colpo di margine su Goroneskoul e due su Victor Riu. Nel secondo turno ha girato in 70 colpi (4 birdie, 1 bogey, 1 doppio bogey) e con 136 ha mantenuto l´esiguo margine sullo stesso Goroneskoul, raggiunto dal connazionale Bertrand Coathalem. Nel giro finale Napoleoni ha ripetuto il 70 prendendo margine tra la settima e la tredicesima buca quando ha messo a segno tre dei quattro birdie di giornata (contro due bogey). Hanno tentato, senza fortuna, di tenergli testa Bossert, che è saltato per un doppio bogey, e Goroneskoul, che ha infilato quattro bogey nelle ultime cinque buche, a fronte di un birdie, e ha perso anche la seconda posizione. Napoleoni, è nato come detto a Tarquinia il 28 gennaio 1978. Da dilettante ha vinto il tricolore juniores (1995) e due volte il Campionato Match Play (1996-1997). Professionista dal 1998 ha ottenuto nel 2001 il primo titolo nell´Alps Tour (Niederosterreich Open), poi nel 2002 ho colto altri due titoli nel circuito (il ricordato Memorial Barras e il Memorial Antonio Roncoroni) e si è imposto nell´ordine di merito. Tra i suoi risultati migliori il secondo posto nel Challenge de España (2004) nel Challenge Tour. Seniors Tour: Costantino Rocca Quarto In Galles - Costantino Rocca (213 - 70 71 72) si è classificato quarto, alla pari con l´irlandese Des Smyth, nel Ryder Cup Wales Seniors Open, torneo del Seniors Tour che si è svolto al Conwy Gc di Conwy in Galles. Ha conseguito il 15° titolo nella categoria l´inglese Carl Mason (210 - 73 68 68) che in un combattuto finale ha avuto ragione dello scozzese Ross Drummond (212 - 73 70 69) e dello spagnolo Juan Quiros (212 - 75 64 73), entrambi secondi, e dello stesso Rocca, in lotta per il titolo fino alla 15ª buca, dove il quartetto si è trovato alla pari. Poi Mason alla 16ª ha messo a segno il quarto birdie in sei buche e ha preso il largo approfittando dei bogey di Drummond e Quiros (alla 17ª) e dei due di Rocca (16ª e 18ª). Sotto tono la prestazione di Giuseppe Calì, 60° con 229 (77 75 77). Let: Veronica Zorzi 14ª Nel Catalonia Masters - Veronica Zorzi ha chiuso al 14° posto con 218 colpi (72 70 76) il Catalonia Ladies Masters (Ladies European Tour) sul percorso del Club de Golf Masia Beach a Barcellona, in Spagna, torneo al quale sono state ammesse le prime trenta classificate nell´ordine di merito e dieci invitate dagli sponsor. In ombra Sophie Sandolo, 37ª con 231 (83 73 75), gravata di un devastante 83 iniziale. Ha vinto Ashleigh Simon (208 - 70 68 70), da tempo ritenuta la Michelle Wie sudafricana, passata al professionismo il 12 maggio scorso, il giorno dopo aver compiuto il diciottesimo compleanno, con nel palmares i successi in alcune gare pro del tour femminile di casa e con la partecipazione alla World Cup insieme a Laurette Maritz. La Simon ha lasciato a due colpi la gallese Becky Brewerton (210 - 70 68 72) e l´inglese Kirstry Taylor (68 69 73), in vetta per due giri. Quarta con 211 Trish Johnson, quinta con 212 Paula Marti, sesta con 213 Gwladys Nocera. Nel 76 della Zorzi due birdie, quattro bogey, un doppio bogey; nel 75 della Sandolo un birdie, quattro bogey. European Tour: Primo Titolo Per Carl Suneson - Il quarantenne spagnolo Carl Suneson (276 - 67 70 70 69) si è imposto nell´Open de Saint Omer, torneo "double bagde" ossia organizzato insieme da European Tour e Challenge Tour e disputato sul percorso dell´Aa St. Omer Gc a Lumbres in Francia. Ha regolato il francese François Chalmels, l´australiano Peter Fowler e l´inglese Marcus Higley, al secondo posto con 279. Al quinto con 280 lo svedese Mickael Lundberg. Si è classificato 46° con 291 colpi Paolo Terreni (71 68 81 71), che dopo un bell´inizio è incappato in un 81 nella terza frazione. Quasi in coda Alessio Bruschi, 78° con 299 (73 72 75 79). Non ha superato il taglio per un colpo Edoardo Molinari, 82° con 146 (74 72). Per Suneson è il primo titolo nel circuito continentale dopo cinque successi nel Challenge Tour. .  
   
   
GOLF - US OPEN: L´AUSTRALIANO AARON BADDELEY SALE IN VETTA MA TIGER WOODS E SECONDO A DUE COLPI  
 
Milano, 18 giugno 2007 - La leadership di Aaron Baddeley e la riscossa di Tiger Woods hanno caratterizzato la terza giornata dell´U. S. Open Championship, il secondo major stagionale che si sta conclude con la disputa dell´ultimo turno sul terribile percorso dell´Oakmont Country Club a Oakmont in Pennsylvania. L´australiano ha preso il comando con 212 colpi (72 70 70), mentre Woods si è portato in seconda posizione con 214 (71 74 69), dopo un eccellente giro in cui sicuramente la qualità del suo gioco non è stata premiata dal responso numerico. Al terzo posto con 215 Stephen Ames, Paul Casey, Justin Rose e Bubba Watson, al settimo con 216 Jim Furyk, Steve Stricker e Angel Cabrera, in vetta dopo due turni e destabilizzato da un 76. I giocatori citati sono tutti in lotta per il titolo, ma hanno qualche chance anche Stuart Appleby, Niclas Fasth e David Toms, decimi con 217. Difficile che possa rientrare Vijay Singh, 13° con 218, e ormai fuori gioco Mike Weir, 17° con 219, Chris Dimarco, 30° con 222, Ernie Els, 35° con 223, Michael Campbell, 45° con 225, e Zach Johnson, 50° con 226. Woods è apparso subito in grande spolvero e ha messo a segno due birdie (3ª e 4ª), che lo hanno portato nelle prime posizioni, poi non ha sbagliato nulla fino alla buca 17, ma ha collezionato una serie impressionante di putt (almeno sei) con palla che ha danzato attorno alla buca. In sostanza ci potevano stare almeno un paio di birdie in più, poi dall´ultimo tee ha mancato per la prima volta il fairway ed è stato bogey, sempre con palla che non è voluta entrare per questione di centimetri. Quando Woods è arrivato in club house, Baddeley aveva tre colpi di vantaggio su di lui e su Stephen Ames, Justin Rose, Angel Cabrera e Bubba Watson, tutti a "+4". A quel punto Baddeley ha avuto un momento di sbandamento e il suo margine si è ridotto a un solo colpo. Contemporaneamente si sono gravati di un bogey tutti gli altri, a parte Cabrera che ne ha segnati due. Così Woods è rimasto solitario in seconda posizione, ma a due colpi da Baddeley, che si è ripreso in extremis realizzando un bel birdie alla 18 (il quarto nelle seconde nove buche con cinque birdie e cinque bogey totali). Sembrerebbe un torneo tutto in favore di Woods, a giudicare da coloro che sono in corsa per il successo i quali hanno tutti accusato pause di gioco e vanno generalmente in bambola quando sono in vetta alla classifica. Sotto questo aspetto Watson ha perso letteralmente la testa alla buca nove con un triplo bogey e Cabrera ha sbandato sin dall´inizio. Anche Baddeley è andato fuori giri nel momento in cui il suo nome ha campeggiato in cima al leaderboard, ma ha mostrato carattere prima recuperando un paio di situazioni disperate e poi con il birdie finale. L´impressione è che se Woods si ripeterà nel gioco ci sia poco da fare per gli altri. Ha tuttavia contro la statistica: i dodici major nel suo palmares li ha vinti tutti partendo dalla prima posizione dopo tre giri, mentre nelle altre 28 occasioni in cui non lo era gli è andata male. E´, però, vero che le tradizioni negative prima o poi si interrompono. Alps Tour: Napoleoni Mantiene La Leadership In Svizzera - Alessandro Napoleoni ha mantenuto la prima posizione con 136 colpi (66 70), grazie a un turno in 70, nel Memorial Olivier Barras, gara dell´Alps Tour che si conclude sul percorso di Crans sur Sierre, in Svizzera. E´ seguito con 137 dai francesi Ilya Goroneskoul e Bertrand Coathalem e con 138 da Peter Lepitschnik e da Emilien Chamaulte. Buona prestazione di Lorenzo Gagli, nono con 141 (69 72), e di Andrea Zanini, 12° con 142 (70 72), quindi 16. I con 143 Michele Reale (73 70) e Gregory Molteni (73 70), 27. I con 144 Fernando Pasqualucci (71 73) e Simone Brizzolari (76 68), 38° con 146 Matteo Delpodio (73 73). Campionati Europei Seniores In Portogallo: Marina Buscaini Si Classifica Terza - Marina Buscaini si è classificata al terzo posto con 228 colpi (74 79 75) nel Campionato Europeo Seniores Femminile, disputato all´Oceanico Old Course di Vilamoura, in Portogallo. Il titolo è stato appannaggio della francese Virginie Burrus (220 - 76 75 69), che ha preceduto la connazionale Cecilia Mourgue d´Algue (223 - 75 75 73). Al quarto posto con 229 la danese Else Kalstad e al quinto con 230 la svedese Viveka Hoff. E´ terminata 19ª Françoise Colmant con 239 (84 75 80), mentre non ha concluso la gara Clotilde Costa. Nel campionato maschile, sul tracciato dell´Oceanico Pinhal, successo dello statunitense Norman Swenson (216 - 73 68 75) davanti all´irlandese Maurice Kelly (219 - 73 71 75) e allo spagnolo Miguel Preysler De La Riva (221 - 73 74 74). Buone prestazioni di Federico Lang, nono con 227 (77 70 80) e di Vanni Mandelli, 11° con 228 (76 79 73). Bassa classifica per Francesco Ghirardi, 52° con 238 (78 80 80) e per Cesare Castellini, 62° con 240 (78 80 82). .  
   
   
G.P. DI FAENZA “CITTÀ DELLE CERAMICHE” 10.A PROVA CAMPIONATO DEL MONDO DI MOTOCROSS - CLASSI MX1 / MX2 FAENZA, 14 / 15 LUGLIO 2007, CROSSODROMO INTERNAZIONALE “MONTI CORALLI”  
 
Faenza, 18 giugno 2007 - La storia è ormai nota e si può quindi facilmente sintetizzare: a causa del mancato arrivo di finanziamenti pubblici, il Sud Africa è costretto a rinunciare all’organizzazione della 10. A prova del mondiale di motocross, in programma il 15 luglio. Così, mentre raggiunge con gli organizzatori africani un accordo che gli garantirà i gran premi in quel lontano paese dal 2008 al 2012, Giuseppe Luongo, patron di Youthstream (la società che, su incarico della Fim, gestisce il campionato) si da da fare per “riempire il buco” e confermare le 15 date in calendario per il 2007. I contatti sono frenetici ma la soluzione, grazie all’impegno della Federmoto e della Dbo, si trova in Italia e proprio nelle ore del G. P. Di Mantova dove, a sorpresa – ma non troppo – il Presidente Sesti e Danilo Boccadolce annunciano che la gara si farà nel nostro paese ed esattamente a Faenza. Si chiamerà Gran Premio di Faenza “Città delle Ceramiche”, denominazione che sottintende anche l’impegno del principale (e fiorente) comparto economico presente su quel territorio. Il Presidente del moto club romagnolo, Gianluca Frattini, racconta di aver dovuto prendere una decisione in 48 ore ma, più che timore o incertezza, nelle sue parole si leggono orgoglio e voglia di fare. Subito dopo iniziano i lavori: il bel crossodromo comunale dei Monti Coralli (con una storia gloriosa alle spalle ed un presente fatto di attività costante ad alto livello) ha bisogno di alcuni ritocchi e di rifiniture che, oltre al tracciato vero e proprio (che dai 1. 905 metri di sviluppo si presenterà nella configurazione – mondiale da 1. 600), riguardano la viabilità, i parcheggi, il paddock e le strutture per pubblico, piloti e addetti ai lavori. Insomma, un intervento a tutto tondo, su un impianto già pronto per un impegno di così alto livello, per garantire all’evento un’adeguata cornice. La proverbiale efficienza dei romagnoli (che a settembre riavranno anche il motomondiale a Misano) non si smentisce neppure in questo caso e dunque c’è da giurare che per il 15 luglio sarà tutto a posto e che gli appassionati italiani potranno godersi una nuova tappa del mondiale cross, magari bissando l’esperienza di Mantova, entusiasmante non solo per il risultato sportivo ma anche per partecipazione, spettacolo e coinvolgimento. Invariati i prezzi dei biglietti rispetto al mondiale mantovano: sabato, intero 15,00 euro, ridotto 10,00; domenica, intero 40,00 euro, ridotto 35,00. Anche in questa occasione gli Under 13 dovranno pagare il prezzo simbolico di 1 euro, il biglietto ridotto sarà accordato ai tesserati Fmi ed alle donne. La Pista Di Faenza - Dai primi anni ’70 ad oggi, il Moto Club Faenza ha organizzato sulla pista Monte Coralli oltre 100 manifestazioni titolate regionali, nazionali ed internazionali ed almeno altrettante non titolate (trofei, 2 ore a coppie). Inoltre ha ospitato numerose gare mondiali, nel 1979 (classe 500), 1982 (classe 125), 1985 (classe 125), 1989 (classe 125), 1993 (classe 500) e 2006 (Mx3). Tra le caratteristiche principali del tracciato faentino vi sono i saliscendi naturali che si snodano in ben 7 ettari di parco alberato. Proprio in vista del mondiale Mx3 dello scorso anno furono realizzati un nuovo impianto di lavaggio moto (che attinge ad un laghetto artificiale), ulteriori strutture di servizio mentre è stato potenziato l’impianto di irrigazione che copre tutta l’estensione del tracciato. Da notare che nel 2007 il Moto Club Faenza ha già organizzato ai Monti Coralli la gara d’apertura del campionato italiano minicross e che l’8 e 9 settembre ospiterà anche la 14. A ed ultima prova del mondiale Mx3. Non c’è che dire, per Frattini & C. Sarà davvero un anno indimenticabile… .