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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Dicembre 2007 |
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GLI SCIENZIATI OSSERVANO IL TESSUTO UMANO CON IL MASSIMO GRADO DI DETTAGLIO MAI OTTENUTO (SIMILE AL VELCRO) |
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Bruxelles, 11 dicembre 2007 - Gli scienziati del Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) hanno pubblicato la prima immagine tridimensionale (3D) a risoluzione molecolare della pelle umana. L´immagine rivela la struttura molecolare simile al velcro che collega le cellule epiteliali. Fino ad oggi, gli scienziati non erano riusciti a esaminare le proteine nel loro ambiente naturale, né le interazioni all´interno delle cellule. I metodi precedenti utilizzavano immagini a bassa risoluzione o richiedevano di trattare il tessuto con sostanze chimiche o di ricoprirlo con uno strato di metallo, interferendo con lo stato naturale del campione. Avvalendosi di una tecnica di microscopia avanzata nota come tomografia crioelettronica, Achilleas Frangakis e la sua équipe sono stati in grado di congelare un tessuto nel suo stato naturale, per poi esaminarlo con un microscopio elettronico. Le immagini del campione non trattato vengono riprese da diverse angolazioni e assemblate a computer per creare un´immagine 3D accurata. «È una vera conquista per due motivi», afferma il dott. Frangakis. «Mai prima d´ora era stato possibile effettuare un´osservazione tridimensionale di un tessuto così vicino al suo stato naturale con una risoluzione così elevata. Ora siamo in grado di vedere i dettagli ad una scala di alcuni milionesimi di millimetro. In questo modo abbiamo ottenuto una nuova prospettiva sulle interazioni molecolari alla base dell´adesione cellulare nei tessuti, un meccanismo di cui si discute da decenni. » L´équipe ha già utilizzato questa tecnica per osservare proteine fondamentali per il funzionamento di tessuti e organi, quali la pelle e il cuore, che svolgono anche un ruolo importante nella proliferazione cellulare. Queste proteine, note come caderine, si trovano all´interno delle membrane cellulari e interagiscono per avvicinare le cellule e collegarle strettamente tra loro. Ashraf Al-amoudi, membro dell´équipe del Dott. Frangakis, ha spiegato: «Siamo riusciti a osservare direttamente l´interazione tra le due caderine e questo ci ha permesso di scoprire da dove deriva la forza della pelle umana. Il trucco è che ciascuna caderina si lega due volte: una prima volta ad una molecole della cellula giustapposta e una seconda volta alla sua vicina. Il sistema funziona un po´ come un velcro specializzato e stabilisce un contatto molto stretto tra le cellule. » La ricerca è stata pubblicata sulla rivista «Nature» il 6 dicembre. Per maggiori informazioni, consultare: http://www. Nature. Com/nature http://www. Embl. Org . |
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GLI SVIZZERI LANCIANO UN´INIZIATIVA SULLA BIOLOGIA DEI SISTEMI |
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Berna, 11 dicembre 2007 - La Svizzera ha annunciato il suo obiettivo di diventare leader mondiale nel campo della biologia dei sistemi. Per raggiungere questo traguardo, sta investendo 400 Mio Chf (243 Mio Eur) lungo un periodo di quattro anni a favore di un´iniziativa chiamata Systemsx. Ch. Questo livello di investimento in un unico campo della ricerca è senza precedenti in questo paese. Il consorzio Systemsx. Ch riunisce otto università, tre istituti di ricerca, agenzie di finanziamento della ricerca e l´industria. «Una cooperazione di simile portata tra le università è senza precedenti e, sotto molti aspetti, rappresenta il modo in cui i progetti dovrebbero essere affrontati e coordinati tra gli istituti svizzeri in futuro», ha commentato Charles Kleiber, segretario di stato svizzero per l´Istruzione e la ricerca. La biologia dei sistemi viene definita dalla Fondazione europea della scienza (Fes) come «lo studio del funzionamento dei prodotti delle reti biologiche a livello di cellule, organi e corpo». Essa intende basarsi sulle nostre conoscenze in materia di sequenze genomiche, studiando il significato di tali sequenze. Gli scienziati sperano che essa possa portare a importanti svolte nella ricerca sulla biotecnologia e sulla salute. Questa ricerca, tuttavia, è così costosa che la collaborazione tra università e istituti di ricerca è un prerequisito per il successo. Inoltre, la materia richiede una collaborazione tra gli scienziati di varie discipline, tra cui la biologia, la fisica, la chimica, la matematica, l´informatica e l´ingegneria. Nel mese di settembre la Fes ha chiesto un maggiore coordinamento della ricerca sulla biologia dei sistemi in Europa. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Snf. Ch/ . |
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SOSTITUZIONE DELL’ANCA: UNA NUOVA MOLECOLA RIDUCE DI OLTRE 2/3 IL RISCHIO DI TROMBOEMBOLISMO |
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Atlanta, Georgia (Usa) 11 dicembre 2007 - - Un nuovo farmaco anticoagulante di ricerca Bayer è in grado di ridurre di oltre 2/3 il rischio di tromboembolismo venoso, pericoloso soprattutto perché può dare origine a embolia polmonare in chi è sottoposto a intervento chirurgico di sostituzione dell’anca. Il Rivaroxaban si assume per via orale una volta al giorno e agisce direttamente inibendo il fattore Xa della coagulazione che serve all’attivazione della trombina, in un punto centrale quindi della cascata che porta alla coagulazione. “La ricerca sui farmaci antitrombotici ha fatto negli ultimi anni un notevole cammino – afferma il prof. Raffaele Landolfi, Professore ordinario di medicina interna Università Cattolica di Roma -. Un cammino fatto di tanti piccoli progressi costituiti quasi sempre da un buon miglioramento in termini di efficacia ottenuto al prezzo di un certo aumento del rischio di emorragie. Questi studi con il Rivaroxaban costituiscono invece un progresso notevole poiché con questo farmaco un netto aumento dell’efficacia non viene pagato in termini di aumentato rischio emorragico”. Gli studi randomizzati, in doppio cieco, presentati al 49° Meeting Annuale dell’American Society of Hematology (Ash) in corso ad Atlanta in Georgia, hanno confrontato il rivaroxaban con l’enoxaparina, lo standard attuale di cura, per la prevenzione del tromboembolismo venoso in pazienti sottoposti a interventi di ortopedia maggiore: sostituzione protesica d’anca e ginocchio. In particolare gli studi Record 1 e 2, appena completati, hanno valutato il rivaroxaban nella sostituzione d’anca e il Record 3 in quella del ginocchio. “I risultati osservati in chirurgia ortopedica maggiore con Rivaroxaban – commenta il prof. Prof Walter Ageno, professore associato di medicina interna dell’Università dell’Insubria Varese) - sono di notevole interesse clinico sia per questo stesso ambito sia per futuri sviluppi della molecola in altri ambiti”. Bayer ha recentemente presentato all’Emea il dossier registrativo del rivaroxaban e il suo arrivo è previsto in Italia nel 2009. Il Record 1 è stato condotto su più di 4. 500 pazienti sottoposti a sostituzione d’anca cui sono stati somministrati enoxaparina (la sera prima dell’intervento) o rivaroxaban (6-8 ore dopo l’operazione) – entrambi i trattamenti per 5 settimane - per valutare l’efficacia nel prevenire la trombosi venosa profonda (Tvp), l’embolia polmonare (Ep) non fatale, e la mortalità associata . I risultati indicano una maggiore efficacia del rivaroxaban: il 70% di riduzione di rischio relativo di Tvp, Ep non fatale e di tutte le cause di decesso rispetto ai pazienti trattati con enoxaparina, e l’88% di riduzione del rischio complessivo di andare incontro a Tvp, Ep o decesso per tromboembolismo venoso. Il rischio di complicanze emorragiche è simile e molto contenuto. Il Record 2 ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di un protratto utilizzo di rivaroxaban (6-8 ore dopo l’intervento e per 5 settimane) rispetto al trattamento breve con enoxaparina (dalla sera prima dell’intervento per 10-14 giorni, seguiti da placebo) in più di 2. 500 pazienti sottoposti a sostituzione d’anca. Il risultato è che il trattamento protratto con il rivaroxaban è significativamente più efficace rispetto alla terapia preventiva breve, con l’enoxaparina. La riduzione del rischio relativo di Tvp, Ep non fatale e di tutte le cause di decesso rispetto ai pazienti trattati con enoxaparina è stata in questo caso del 79% e si è registrato l’88% di riduzione del rischio complessivo di andare incontro a Tvp, Ep o decesso per tromboembolismo venoso. Il rischio di complicanze emorragiche anche in questo studio è identico per i due farmaci. Nel Record 3 i due farmaci sono stati somministrati per 2 settimane a più di 2. 500 pazienti sottoposti a sostituzione completa del ginocchio. Lo studio mostra, per il rivaroxaban, una riduzione del 49% del rischio relativo di Tvp, Ep non fatale e di tutte le cause di decesso rispetto ai pazienti trattati con l’enoxaparina. “Nello studio Record 3, condotto in pazienti sottoposti a protesica di ginocchio, del quale ho avuto il piacere di far parte dello steering committee internazionale, abbiamo ottenuto una riduzione significativa degli eventi tromboembolici totali e, cosa importante, anche di quelli sintomatici, clinicamente di maggior rilievo – aggiunge il prof. Ageno - Questo senza alcuna differenza in termini di eventi emorragici, spesso un prezzo da pagare quando si migliora l’efficacia. I più recenti studi sulla protesi d’anca, presentati per la prima volta a questo congresso, confermano e quindi corroborano i risultati della protesi di ginocchio. Oltre al vantaggio in termini di beneficio clinico, la somministrazione per via orale offre un ulteriore vantaggio in pazienti che necessitano di una profilassi per diversi giorni, spesso oltre il mese” Con il rivaroxaban c’è inoltre una riduzione del 66% del rischio di tromboembolismo venoso sintomatico, rispetto ai pazienti trattati con l’enoxaparina. Infine, ancora una volta il rischio di complicanze emorragiche è risultato sovrapponibile. Ulteriori risultati con il Rivaroxaban si avranno nel 2008 dallo studio Record 4. “Certo è presto per dire che abbiamo trovato l’antitrombotico ideale - conclude il prof. Landolfi - perché i farmaci antitrombotici vanno provati in tante condizioni compreso naturalmente il trattamento oltre che la prevenzione della trombosi, ma certamente siamo sulla strada giusta”. . |
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IL PROGETTO NAZIONALE E.R.ME.S. PER I NET (TUMORI NEUROENDOCRINI) E AGGIORNAMENTI E NOVITÀ SULLA DIAGNOSI E SULLA PRATICA CLINICA DEI TUMORI NEUROENDOCRINI : UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE E NUOVI FARMACI MIRATI MIGLIORANO LA CURA |
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Palermo, 11 dicembre 2007 - “I Nets- (tumori neuroendocrini) ”, sottolinea il Prof. Emilio Bajetta, Direttore della S. C. Oncologia 2 della Fondazione Irccs - Istituto Nazionale dei Tumori, Presidente Aiom - Associazione italiana di oncologia medica , “sono una patologia rara, poco conosciuta, di difficile approccio diagnostico e terapeutico . Per questo si terrà a Palermo un importante convegno intitolato ‘I tumori neuroendocrini e la pratica clinica’. Si farà il punto sul progetto nazionale E. R. Me. S. - (Educational Regional Meetings on Somatostatin Analogues in Oncology) che prevede incontri e convegni informativi e formativi sul territorio nazionale, e , in particolare, sulla diagnosi , la terapia e sulla pratica clinica dei Net (tumori neuroendocrini)”. Progetto Nazionale E. R. Me. S. (Educational Regional Meetings on Somatostatin Analogues in Oncology) 12 Dicembre 2007 Convegno nazionale- Palermo: Ore 9. 00-17. 00 Facoltà di medicina e chirurgia - Aula Radiologia Via del Vespro 129 “I Net, tumori neuroendocrini e la pratica clinica”. Contenuti: Cosa sono i Net e come oggi si curano meglio in Italia e in Europa; Cos’è il Progetto Nazionale Ermes; La Sicilia : dati e ricerche per la diagnosi , terapia e pratica clinica dei Net-tumori neuroendocrini benigni e maligni. . |
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QUANDO L’ERRORE NASCE DALLA PAURA DI SBAGLIARE TROPPI MEDICI NON INTERVENGONO. E CAUSANO DANNI. DA UNO STUDIO DI 1286 SENTENZE DELLA CASSAZIONE L’INIZIATIVA DELLA PUGLIA PER MIGLIORARE LA SICUREZZA DEI PAZIENTI |
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Bari, 11 dicembre 2007 – Otto errori medici su dieci sono dovuti a inadeguata o omessa prestazione. E nel 34% i danni provocati sono di tipo neurologico. È quanto emerge dall’esame di 1286 sentenze della Corte di Cassazione (dal 1995 al 2006) condotto dall’Università di Bari, da cui si evince che la specialità più colpita è l’ostetricia (32%), seguita da ortopedia (9. 5%), chirurgia generale (8,5%), anestesia (7,5%) e terapia d’urgenza (6,5%). “L’omessa prestazione – spiega Alessandro Dell’erba, Professore Associato di Medicina Legale all’Università degli Studi di Bari – trova spesso la propria causa in un atteggiamento ‘difensivo’ da parte del medico, che, per il timore di sbagliare, evita di intervenire. Ma in tal modo commette un errore. Abbiamo svolto quest’analisi come primo tassello del ‘Progetto Clinical Risk Management’ della Puglia, di cui sono coordinatore scientifico. Nella nostra Regione non esiste né un sistema di monitoraggio né una rete regionale per la gestione del rischio clinico: la nostra iniziativa, nell’ambito della quale è auspicabile coagulare tutte le Regioni del Sud, mira ad un sistema organico per la rilevazione dei sinistri e degli eventi sentinella che avvengono nelle unità del Servizio Sanitario Regionale. Si potranno in tal modo evidenziare tempestivamente le criticità ed elaborare le azioni correttive specifiche”. L’obiettivo è quello di incrementare la sicurezza dei pazienti e degli operatori, migliorando la qualità e l’efficienza del Servizio Sanitario Regionale e riducendo i costi assicurativi. E proprio la Puglia ha ospitato dal 6 al 7 dicembre a Bari, il convegno “Risk management in Sanità: gestione e prevenzione del rischio”, con 500 iscritti, per confrontare le migliori esperienze nazionali con le iniziative locali e per proporre e far conoscere il progetto integrato di gestione del rischio clinico pugliese. Al centro del dibattito anche il ruolo delle Società Scientifiche, dei professionisti e delle Istituzioni, con interventi dei massimi esperti del settore. “Dal nostro studio – continua il prof. Dell’erba - si può rilevare come la ritardata prestazione (5%), l’errata prescrizione, trascrizione e somministrazione di un farmaco (1,5%) si attestino su percentuali decisamente più basse rispetto all’inadeguata (43,2%) o omessa prestazione (39,7%). Il numero dei sinistri è aumentato in dieci anni dai 9. 484 del 1994 ai 27. 953 del 2004. Anche il numero degli incidenti denunciati a carico dei medici è aumentato passando da 3. 154 nel 1994 a 11. 932 nel 2004 (fonte: Ania, ‘Competenze Medico-legali in Clinical Risk Management’, Milano, 2007). La risposta a questi dati risiede in un cambio di mentalità: solo la consapevolezza della possibilità di errore da parte del singolo medico e di tutto il sistema può portare ad un miglioramento. È necessario superare l’assioma per cui errore significa sempre colpa o danno. La condivisione della fallibilità, che va oltre la prospettiva personale, consente di identificare le zone a rischio dei sistemi assistenziali. Se la Puglia riuscisse a coagulare intorno a sé anche altre aree del Sud nella realizzazione del nostro Progetto di Gestione del Rischio Clinico potremmo davvero giungere ad un sistema ampiamente condiviso. Non va però dimenticato il ruolo essenziale delle Istituzioni, senza le quali non sarebbe attuabile un’iniziativa così importante”. E gli amministratori pugliesi si sono finora dimostrati sensibili a questi temi. Il tragico episodio di Castellaneta ha infatti segnato un punto di svolta per la sanità della Regione. “In quel caso – conclude il prof. Dell’erba – se ci fosse stato un sistema efficiente di gestione del rischio, dopo il primo decesso ‘non chiaro’, si sarebbero attivati i meccanismi per individuarne tempestivamente le cause. Evitando le conseguenze che sappiamo”. Nello specifico, l’iniziativa pugliese, di durata triennale, prevede che, con il coordinamento regionale, in ciascuna azienda sanitaria venga introdotto un gruppo multidiscipinare detto Unità Gestione del Rischio Clinico (Ugr), a cui si affiancherà un Comitato Valutazione Sinistri (Cvs) con valenza medico-legale. Tra i compiti del primo la formazione degli operatori, l’individuazione degli strumenti e delle azioni per ridurre il contenzioso legale e i danni al paziente e agli operatori, e la predisposizione di piani per contenere i costi assicurativi. Il Comitato Valutazione Sinistri dovrà invece gestire i sinistri e i rapporti con i danneggiati. . |
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STILI DI VITA, 1 RAGAZZO SU 3 A RISCHIO SOVRAPPESO O OBESITÀ LA RICETTA PER PREVENIRE IL FENOMENO: ALMENO 5 ORE DI ATTIVITÀ FISICA ! A SETTIMANA |
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Firenze, 11 dicembre 2007 - Almeno 5 ore di sport alla settimana per scongiurare il rischio obesità in età adulta, rischio che in Toscana riguarderebbe 1 ragazzo su 3 in età compresa tra gli 11 e i 13 anni. Un quadro abbastanza preoccupante quello che emerge dalla ricerca condotta su quasi 3000 alunni delle I medie toscane dalla Direzione regionale del Ministero della pubblica istruzione insieme all’Università degli Studi di Firenze per la Regione. Lo studio (che verrà presentato domani nel corso di un convegno che si terrà all’Educandato Ss. Annunziata, in via del Poggio Imperiale) ha analizzato le abitudini alimentari, la condizione fisica e le capacità motorie, la pratica spontanea e organizzata di attività sportive, le ore mediamente dedicate allo studio, alla Tv, al computer. Insomma un’osservazione a tutto campo sugli stili di vita dei nostri ragazzi per indi! viduare il ruolo che soprattutto scuola, ma anche famiglia e c! omunit&a grave; in generale, possono giocare per promuovere tra i più giovani la cultura della prevenzione. «Questa ricerca – ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali e allo sport Gianni Salvadori - è il risultato del progetto ‘Pegaso a scuola’, un progetto che nell’arco di circa 6 anni ha coinvolto più di centomila giovani, soprattutto delle scuole elementari e medie. Lo scenario che ne è venuto fuori non è confortante ma vorrei ricordare che è proprio grazie a queste iniziative che siamo riusciti a fare passi avanti rilevanti nella realizzazione di strategie e proposte tese a migliorare il benessere dei giovani e della popolazione toscana in generale». «L’obiettivo dell’indagine – ha spiegato Fabrizio Balducci, uno dei curatori dello studio insieme a Marco Petranelli - è di individuare le problematiche e le necessità della scuola affinché! ; sia possibile intervenire nella prevenzione del fenomeno. Dopo questa indagine appare chiaro che per la creazione di una cultura motoria e fisica che possa portare ad una corretta cultura di movimento e sport, sia necessaria nella scuola primaria una presenza sistematica di docenti qualificati di educazione motoria». Il campione preso in considerazione dalla ricerca è composto da 2845 studenti che hanno frequentato la I media nell’anno scolastico 2005-2006: 1466 femmine e 1379 maschi, il 15% circa degli studenti compresi tra gli 11 e i 13 anni (anche se la stragrande maggioranza del campione appartiene alla fascia 11-12 anni). I dati sono stati raccolti attraverso un questionario, che ha indagato il profilo alimentare, quello familiare e le abitudini motorie e sportive di ciascun ragazzo, ed una scheda dove sono stati riportati i risultati di tre test motori standard, quelli solitamente utilizzati per misurare flessibilità-mobilità ar! ticolare, agilità-coordinazione e resistenza. Veni! amo ai r isultati. Per quanto riguarda lo stato nutrizionale (misurato in base all’Indice di Massa Corporea), il 68,9% dei ragazzi è risultato normopeso, il 23,8% a rischio sovrappeso ed il 7,2% a rischio obesità. Dati abbastanza in linea con quelli ottenuti da ricerche analoghe. I maschi però presentano una situazione peggiore: il 27,5% e l’8,2% sono rispettivamente a rischio sovrappeso e obesità (contro il 20,4% e il 6,5% delle femmine). Circa il 20% dei ragazzi ha evidenziato una condizione fisica insufficiente non riuscendo a superare la soglia minima accettabile in due o più delle prove motorie a cui si sono sottoposti. In particolare il 19% dei maschi e quasi il 23% delle femmine non hanno superato il livello minimo nella prova di resistenza, quella che più degli altri associa una buona condizione fisica ad un buono stato di salute. Dall’analisi delle abitudini quotidiane è arrivata la conferma che il rischio so! vrappeso e obesità è strettamente connesso ad uno stile di vita sedentario, qualora le ore dedicate alle attività motorie siano ridotte e prevalgano invece quelle trascorse a guardare la tv e a giocare con il computer. I valori medi registrati dall’indagine hanno ricostruito la giornata tipo (non festiva) di uno studente di I media: 8,5 ore di sonno, 6 ore di scuola (compreso il trasferimento), 2,5 ore di studio pomeridiano, 2,5 ore di gioco, sport o ricreazione, 3 ore davanti al computer e alla tv. Carne, pane, pasta, salumi e insaccati e frutta sono gli alimenti più graditi dai ragazzi che li consumano quasi tutti i giorni. Verdura, legumi, riso, pesce, formaggio sono invece assunti 2-3 giorni la settimana, risultando quindi i cibi meno amati. L’analisi ha confermato anche il collegamento positivo tra il regolare consumo giornaliero della prima colazione (63% dei ragazzi e 69% delle ragazze) ed il corretto Indice di Massa Corpo! rea. Un altro risultato confermato dall’indagine è! ; che la prima causa del sovrappeso non è l’assunzione di maggiori quantità di calorie ma piuttosto la mancanza di movimento. Non sono tanto le attività motorie o sportive organizzate a mancare quanto piuttosto quelle spontanee, quelle praticate nel tempo libero. Il risultato è che soltanto circa 2 giovani su 10 va a camminare, a ballare, in bicicletta ecc. Con una certa frequenza e che lo stesso numero non ci va mai o quasi mai. Le attività sportive organizzate sono invece molto praticate: 8 ragazzi su 10; poi per vari motivi (studio, divergenze con i genitori, costi, incomprensioni con allenatori e compagni, infortuni, noia) arriva l’abbandono per ricominciare successivamente in altri contesti e con altre modalità. 2 ragazzi su 10 praticano una seconda disciplina e un esiguo gruppetto anche una terza. Per quanto riguarda gli sport, i maschi preferiscono il calcio (6 ragazzi su 10) seguito da nuoto, basket, karate e tennis. Le r! agazze scelgono nuoto, danza, pallavolo e ginnastica. Infine, per quanto riguarda l’influenza della famiglia, i risultati della ricerca hanno confermato che esistono maggiori probabilità per i figli di essere soprappeso, qualora uno o entrambi i genitori lo siano già, e l’esistenza di una correlazione negativa tra stato nutrizionale e titolo di studio dei genitori stessi. . . |
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FRIULI VENEZIA GIULIA: GRATIS DA GENNAIO FARMACO CONTRO IPOGONADISMO |
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Trieste, 11 dicembre 2007 - In base ad una decisione della Giunta regionale del 30 novembre scorso, le pomate in gel a base di testosterone dal 1 gennaio 2008 saranno erogate a titolo gratuito ai pazienti affetti da ipogonadismo grave. Fino ad ora tale farmaco era a totale carico del paziente, poiché inserito in classe C. La delibera, approvata su proposta dell´Assessore alla Salute e protezione sociale, Ezio Beltrame, inserisce questo farmaco tra i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) regionali. In tal modo, anche il Friuli Venezia Giulia si allinea ad altre regioni come Toscana, Piemonte, Marche e Veneto che hanno autorizzato l´ erogazione di tali farmaci a carico del servizio sanitario. L´ipogonadismo grave maschile è una patologia che ha gravi ricadute sul piano sanitario e sociale, poiché comporta la riduzione della massa muscolare e della densità ossea ed un aumento dell´infertilità. Le associazioni e società scientifiche che avevano chiesto alla Regione di riconoscere tale malattia, inserendola nei Lea, hanno espresso soddisfazione per la decisione che recepisce le istanze dei pazienti, al fine di offrire loro una migliore assistenza. Si tratta di un farmaco costoso, ha dichiarato l´Assessore Beltrame, che non veniva garantito dal Servizio Sanitario e che d´ora in poi sarà prescritto dai centri specializzati regionali che abbiamo già identificato. I pazienti affetti, si tratta di un centinaio in regione, riceveranno il medicinale direttamente e gratuitamente dalle aziende sanitarie. . |
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MARRAZZO FIRMA ACCORDO CON ISRAELE E PALESTINA PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE SANITARIE |
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Roma, 11 dicembre 2007 - Un sistema globale per la gestione delle emergenze sanitarie che coinvolga tutti i Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Questo l´obiettivo della dichiarazione di intenti firmata il 6 dicembre dal presidente Marrazzo e dai ministri della Salute di Israele, Yaacov Ben Yizri, e dell´Autorità Nazionale Palestinese, Fathi Abu Moghli. Il documento, sottoscritto a villa Piccolomini, prevede la formazione di personale medico e infermieristico (da impiegare nei territori controllati dall´Autorità Nazionale Palestinese) presso il ´´Centro mediterraneo di formazione per la gestione dei traumi e delle maxiemergenze´´, istituito dalla Regione lo scorso marzo, avrà sede presso l´ospedale San Giovanni di Roma. “Una politica di pace e integrazione – ha precisato Marrazzo - deve costruire percorsi da condividere. Vedere oggi seduti a uno stesso tavolo il ministro palestinese e quello israeliano dimostra che il dialogo è possibile e che il processo di pace è più forte di qualsiasi difficoltà. Questo progetto dimostra che il Lazio è una Regione con la testa in Europa e i piedi nel Mediterraneo”. I progetti formativi sono affidati a Laziosanità, agenzia di sanità pubblica del Lazio e all´associazione Monte Sinai. . |
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LA GIUNTA DELLA CAMPANIA APPROVA IL PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA SANITARIA PER 12.600 EX ESPOSTI AD AMIANTO |
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Napoli, 11 dicembre 2007 - Su proposta del Presidente Antonio Bassolino e dell´Assessore alla Sanità Angelo Montemarano, la Giunta regionale della Campania ha approvato oggi il Programma di Sorveglianza Sanitaria per i lavoratori ex esposti ad amianto. In base a questo programma, verranno seguiti e controllati in modo sistematico dalle strutture sanitarie regionali gli oltre 12 mila e 600 lavoratori che in Campania sono stati esposti all´amianto in questi anni. La delibera stanzia 5 milioni di euro, con i quali verrà data attuazione alle azioni finalizzate alla tutela della salute, in applicazione del Piano regionale Amianto. A tal fine vengono costituite 6 Unità Operative Amianto, così dislocate: U. O. A. N. 1,presso la Seconda Università di Napoli; U. O. A. N. 2, presso la Asl Napoli 2 (comprenderà anche la Napoli 3); U. O. A. N. 3, presso la Asl Caserta 2 (comprenderà anche la Caserta 1); U. O. A. N. 4, presso la Asl Napoli 5 (comprenderà anche la Napoli 4); U. O. A. N. 5, presso la Asl Avellino 2 (comprenderà anche le Asl Avellino 1 e Benevento 1; U. O. A. N. 6, presso la Asl Salerno 1 (comprenderà anche Salerno 2 e Salerno 3). Le sei unità individuate, che coprono l´intero territorio regionale, svolgeranno sia le attività di prima indagine per gli ex esposti nel territorio di residenza, sia quelle relative al coordinamento del percorso diagnostico - terapeutico - medico legale che si dovesse rendere necessario per ogni singolo caso. Verranno messe a punto ed attuate le più recenti metodiche di biomonitoraggio precoce, coordinate dal Dipartimento di Medicina Sperimentale della Ii Università di Napoli, per la diagnosi tempestiva delle patologie correlate alla esposizione ad amianto. Ad esse viene affidato sia il controllo dell´esposizione all´amianto, sia quello di esposizione "extra professionale". Il coordinamento scientifico delle attività delle Unità Operative Amianto è affidato al "Registro Mesoteliomi della Campania", che, al termine del 2008, con la collaborazione dell´Osservatorio Epidemiologico Regionale, l´Istituto Superiore di Sanità e il Registro Nazionale Mesoteliomi, farà un bilancio dell´attività svolta e dei risultati raggiunti, e proporrà il protocollo aggiornato per il proseguimento delle attività sulla base dei risultati ottenuti, delle indagini effettuate e dei bisogni. Sulla base degli ultimi dati noti, riferiti al 2004, le percentuali più alte di ex esposti riguardano i territori facenti capo alle Asl Napoli 1, Napoli 2 e Napoli 5, dove insiste complessivamente l´82% degli interessati. Nelle stesse realtà sono stati registrati nel periodo 1988 - 2002 483 casi di mesoteliomi sugli 889 complessivi. In dettaglio, i 12. 600 ex esposti saranno affidati alle seguenti Unità Operative Amianto: 4. 797 per la U. O. A. N. 1, 4. 240 per la U. O. A. N. 2, 459 per la U. O. A. N. 3, 2. 772 per la U. O. A n. 4, 213 per la U. O. A. N. 5 e 141 per la U. O. A. N. 6, per un totale complessivo, al 2004, di 12. 622 casi sul territorio regionale. "Abbiamo varato un programma importante, dedicato in modo specifico a garantire il diritto alla salute dei lavoratori esposti al rischio amianto" ha dichiarato il Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. "Le persone interessate - ha continuato - potranno avvalersi di un monitoraggio costante e di assistenza socio-sanitaria presso le nostre strutture regionali. Si tratta di un ulteriore tassello del sistema di welfare che stiamo costruendo in Campania, nel quale la salute del lavoratore assume un ruolo di primo piano e dev´essere garantita e assicurata con tutti i modi e gli strumenti possibili" ha concluso Bassolino. . |
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SANITA’. MARTINI: “IL VENETO E’ LA MASSIMA AMBIZIONE PER LA SANITA’ ITALIANA” |
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Vicenza 11 dicembre 2007 - “Sono qui oggi per inquadrare nel sistema della sanità regionale le nuove strutture del V lotto dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. Un progetto che conferma la qualità delle prestazioni che sappiamo erogare e l’innovazione gestionale che siamo in grado di assicurare ai cittadini. La testimonianza dei percorsi di eccellenza che riusciamo a garantire per la terapia, la cura, la diagnosi. La dimostrazione dell’innovazione tecnologica, della modernità dei luoghi di ricovero, della professionalità di medici ed infermieri. ” Così ha parlato l’assessore alle Politiche sanitarie, Francesca Martini, il 7 dicembre all’inaugurazione stamattina del V lotto dell’ospedale San Bortolo di Vicenza: 7. 000 metri quadrati, 5 unità operative, un eliporto, una sezione rinnovata con 26 posti letto per la terapia intensiva, 12 posti letto per le degenze private, con un investimento di 44. 700. 000 euro. Spiega Martini: “ visitando il San Bortolo ho trovato conferma dell’attuazione dei punti cardine del mio mandato: la centralità del paziente, l’umanizzazione delle cure, la continuità assistenziale. Voglio ricordare qui che con i codici di priorità di tutte le prestazioni e con l’istituzione del Cup manager si rinnova il patto fiduciario siglato con i veneti in nome della trasparenza, della certezza dei tempi delle prestazioni, della personalizzazione del percorso di cura. La sanità veneta resta per questo la massima ambizione per i cittadini italiani. Per il futuro si dovrà continuare a lavorare per il controllo, la qualità, la quantità, la differenziazione e l’elevazione dell’offerta. ” Conclude Francesca Martini: “ le tre indicazioni che mi sento di suggerire alle Aziende sanitarie venete sono la protezione massima del paziente al momento del ricovero e della dimissione, la certezza della continuità assistenziale una sempre migliore umanizzazione delle cure. ” . |
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"SISTEMI DIAGNOSTICI"SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA |
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Milano, 11 dicembre 2007 - Nel 2006 il mercato italiano della diagnostica in vitro (Ivd) è cresciuto del 3,3%; esso ha raggiunto i 1. 540 milioni di euro registrando un rallentamento rispetto alla media del quinquennio (+4,2%). Per il 2007 è prevedibile una crescita del valore del mercato Italia della diagnostica in vitro attorno all’1-2%. Si accresce la tendenza alla centralizzazione degli acquisti (Toscana, Romagna, Campania ecc. ) che porta a una ricerca del risparmio senza valutare i benefici che una migliore qualità dei prodotti comporta. Aumenta in questo senso il rischio di considerare i sistemi diagnostici come commodities. Il consolidamento delle gare con bandi sempre più articolati, in cui talvolta vengono inseriti anche interventi di ristrutturazione dei laboratori, e la necessità delle imprese di mantenere/migliorare le proprie quote di mercato favoriscono la tendenziale discesa dei prezzi. Inoltre la dinamica dei tempi di pagamento non accenna a migliorare: il Dso a luglio è risalito a 340 giorni. La domanda dei laboratori privati risulta penalizzata dai tagli tariffari intervenuti nel 2007, che creano grosse difficoltà soprattutto alle piccole strutture al centro-sud. La richiesta di automazione e di nuovi test (molecular, urgenze ecc. ) continua comunque a favorire l’innalzamento del valore medio del mix. Dati di sintesi, 2006 (a)
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Export/produzione(b) (%) |
61,9 |
Import/consumo(b) (%) |
89,4 |
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) (a) |
1. 514 |
Variazione media annua del mercato 2006/2002(b) (%) |
4,5 |
Quota di mercato prime 4 imprese(b) (%) |
40,5 |
Previsione di sviluppo della domanda: |
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· 2007/2006(c) |
Leggero incremento |
· tendenza di medio periodo(c) |
Discreta crescita |
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| a) - i dati riportati comprendono reagenti, consumabili, strumenti ed assistenza tecnica b) - in valore c) - in termini reali . |
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FIERA MILANO IL CDA DA’ MANDATO PER NEGOZIARE LA CONCLUSIONE ANTICIPATA DELLA JOINT VENTURE CON IL GRUPPO REED |
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Milano, 11 dicembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione di Fiera Milano Spa ha esaminato la proposta per la conclusione anticipata della joint venture con il Gruppo Reed nella società Fiera Milano International, dando mandato all’Amministratore Delegato, Claudio Artusi, di negoziare e concludere un accordo per lo scioglimento dei rapporti esistenti nell’attuale struttura societaria e contemporaneamente concludere nuove intese di natura contrattuale, destinate a meglio efficientare il futuro delle rispettive relazioni d’affari. Fiera Milano International S. P. A. Nasce dalla joint venture esistente fin dal 1994 con Blenheim Group Plc. , società britannica specializzata nell´organizzazione di manifestazioni fieristiche, e successivamente acquisita dal gruppo anglo-olandese Reed Elsevier Plc. L´accordo di joint venture, così come aggiornato in data 8 novembre 2002, disciplina in particolare, oltre agli aspetti relativi alla gestione di Fiera Milano International S. P. A. , l’apporto in gestione alla società da parte dei soci di alcuni marchi di loro proprietà, tra cui Macef e Mostra Convegno Expocomfort. L´accordo prevede per tali contratti di gestione la possibilità di recesso al 31 dicembre 2012 ovvero in caso di estinzione dell´accordo di joint venture. Fiera Milano S. P. A. Detiene il 53% del capitale sociale di Fiera Milano International S. P. A. , mentre il rimanente 47% è posseduto da Reed Exhibitions Italia S. R. L, società totalmente controllata dal Gruppo Reed Elsevier Plc. . |
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IL PRESIDENTE NAPOLITANO INAUGURA LA MOSTRA ´ANNUNCIAZIONE´ DI GUIDO RENI A NEW YORK |
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Ancona, 11 dicembre 2007 - Le Marche saranno protagoniste a New York il 13 dicembre per l´inaugurazione della mostra ´L´annunciazione´ di Guido Reni, all´Istituto italiano di Cultura. Il taglio del nastro sara` affidato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L´esposizione, che sara` aperta al pubblico dal 14 dicembre, sara` accompagnata dalla presentazione della stagione lirica e da varie iniziative di promozione del sistema Marche a livello integrato, in presenza di autorita` e personalita` del mondo artistico, culturale ed economico, critici d´arte ed esperti. La mostra restera` aperta fino al 10 gennaio 2008, poi il dipinto, prima del suo rientro ad Ascoli Piceno, si spostera` all´Universita` di Yale. In occasione dell´inaugurazione, al presidente Napolitano sara` consegnato il volume Marche, gente e terra, presentato questa mattina dal presidente Spacca, frutto della collaborazione tra la Regione e Banca Marche. Il testo - ha detto Spacca - rappresenta ´un´operazione che rafforza il senso di identita` e permette di far conoscere le Marche nel mondo´. . |
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A MONZA ASSEGNATI I PREMI DELLA BIENNALE GIOVANI MONZA ‘07 SERRONE |
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Monza, 11 dicembre 2007 - Sono stati assegnati i premi della biennale giovani Monza ’07 – Serrone, iniziativa che si è tenuta fino al 9 dicembre al Serrone della Villa Reale di Monza, promossa dai Rotary Club di Monza con le associazioni culturali monzesi e con la collaborazione del Comune di Monza, che rientra in un progetto pluriennale che si lega alla storica Mostra Nazionale di Pittura Città di Monza nata nel 1951, ripresa lungo gli anni Ottanta e nel 2002, infine completamente rinnovata nella formula nel 2005, con cadenza biennale e caratterizzata da una decisa apertura ai giovani critici e agli artisti delle ultime generazioni. I riconoscimenti, sotto forma di premio acquisto, sono andati alle opere di otto artisti, Metà-morfosi di Nicola Console, Pan troglodytes e Macaco di Ericailcane, Rizomantica di Dacia Manto, Nella stanza l’aria è ferma di Elena Modorati, Voliera per umani txt 35/2007 di Fabrizio Musa, Heavy Brain di Cristiana Palandri, Piscina nera di Marco Perroni, Camminando sulla 25^ strada di Nicola Villa. I lavori, selezionati da una commissione composta da composta da Giuseppe Iannaccone, collezionista, Daniele Astrologo Abadal, critico d’arte, Dario Cimorelli, direttore editoriale Silvana Editoriale, Massimo Di Carlo, presidente dell´Associazione Nazionale Gallerie d´Arte Moderna e Contemporanea, Gianni Berengo Gardin, fotografo, Alfonso Di Lio, Assessore alla Cultura del Comune di Monza, verranno acquisiti dalle Raccolte d’arte della Città di Monza, e andranno ad affiancarsi a quelle di artisti storici come Pirandello, Zigaina, Radice, Turcato, Birolli, Vago, Raciti, Uncini, Bonalumi, Olivieri e altri, protagonisti delle precedenti edizioni della Mostra Nazionale di Pittura Città di Monza. Secondo Daniele Astrologo Abadal, presidente della commissione scientifica, “Sottolineo l’importanza che il Serrone Biennale Giovani Monza può assumere nel corso del tempo. È insolito trovare oggi in Italia un’iniziativa che dia una simile fiducia a giovani critici: questo costituisce un elemento prezioso di distinzione nei confronti di altre manifestazioni. Allo stesso modo è lungimirante la formula ereditata dal Premio Città di Monza: non si vuole stilare una classifica dei vincitori, si preferisce piuttosto adottare una logica flessibile che selezioni il maggior numero di opere meritevoli in relazione alle risorse disponibili. Le scelte della giuria sono state guidate innanzitutto dalla qualità delle opere: siamo convinti che le acquisizioni individuate daranno forza e prestigio alle collezioni di Monza. Il Serrone Biennale Giovani Monza è un’operazione culturale di rara intelligenza, che va a vantaggio dell’intera collettività. Ci auguriamo quindi che possa stimolare l’Amministrazione comunale a rendere al più presto fruibili non solo le ultime opere acquisite, ma tutte quelle conservate attualmente nei depositi e che meritano di prendere nuovamente vita”. Carla Mattii, con la duplice scultura in polvere di nylon sintetizzato dal titolo St1 e St2, si è aggiudicata il Premio Speciale Rottapharm. Il criterio di scelta si è basato sull’apporto innovativo dell’artista e le sculture della Mattii esprimono alla perfezione questa valenza, poiché sono realizzate attraverso una interessante contaminazione fra tecnica manuale e lavorazione di tipo tecnologico. Con questo premio, Rottapharm vuole sostenere e valorizzare le giovani risorse creative contribuendo inoltre all´arricchimento del patrimonio culturale della città di Monza, cui l´azienda donerà l´opera premiata. Serrone - biennale giovani Monza ’07 presenta trenta artisti selezionati da un pool di cinque critici – Cecilia Antolini, Matteo Galbiati, Chiara Gatti, Carlo Ghielmetti, Lorenzo Giusti – che hanno dato voce a una pluralità di linguaggi che vanno dalla pittura all’installazione, dalla scultura al video, all’arte multimediale. Gli artisti invitati per serrOne 2007 sono: Gabriele Arruzzo, Emanuele Becheri, Simone Bergantini, Blu, Mario Bottinelli Montandon, Marco Campanini, Benny Chirco, Nicola Console, Gehard Demetz, Ericailcane, Sergio Lovati, Marco Luzi, Dacia Manto, Maria Carla Mattii, Elena Modorati, Matteo Montani, Gianni Moretti, Fabrizio Musa, Patrizia Novello, Katia Orgiana, Cristiana Palandri, Marco Perroni, Nada Pivetta, Fabrizio Pozzoli, Ferdinando Sacco, Susy Blu, Walter Trecchi, Giovanni Turria, Nicola Villa, Nicola Vinci. . |
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LOOKING FOR THE BORDER UNA LINEA CONCETTUALE DELL’ARTE ITALIANA E BELGA TRA L’ICONICO E L’IRONICO ALLA FONDAZIONE STELLINE DI MILANO DAL 13 DICEMBRE 2007 AL 3 FEBBRAIO 2008 |
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Milano, 11 dicembre 2007 - Dal 13 dicembre 2007 al 3 febbraio 2008, alla Fondazione Stelline di Milano si terrà la mostra Looking for the Border, che prende il nome dall’omonimo progetto internazionale che lega due pesi europei da sempre attenti alle dinamiche e agli sviluppi dell’arte contemporanea, quali l’Italia e il Belgio. L’iniziativa, curata da un pool di quattro critici – due italiani, Roberto Pinto e Francesca di Nardo, e due belgi, Luk Lambrecht e Koen Leemans – col patrocinio e il contributo del Comune di Milano – Assessorato allo Sport e Tempo Libero, coinvolge la Fondazione Stelline di Milano e due istituzioni belghe, il De Garage di Mechelen e il Cultuurcentrum di Strombeek, che ospiteranno momenti espositivi in tempi diversi. Looking for the Border. Una linea concettuale dell’arte italiana e belga tra l’iconico e l’ironico è una mostra di confronto e di approfondimento, che permette di leggere le nuove proposte creative italiane e belghe, attraverso le opere di 8 artisti (Rossella Biscotti, Dafne Boggeri, Michael Fliri, Geert Goiris, Sophie Nys, Matthieu Ronsse, Luca Trevisani, Sarah Vanagt), presentate in rapporto a figure artistiche importanti del passato prossimo di entrambi i Paesi, quali Alighiero Boetti e Marcel Broodthaers, Cesare Pietroiusti e Guillaume Bijl. Come ricorda Giovanni Terzi, Assessore allo Sport e Tempo Libero del Comune di Milano, il progetto Looking for the Border è “un’occasione per ampliare le nostre relazioni internazionali e favorire lo sviluppo della creatività giovanile italiana sul territorio e all’estero, nella convinzione che ogni singola azione in questo senso possa un domani coniugarsi in possibilità lavorative”. Questo progetto illustra quella linea della ricerca artistica italiana e belga che ha origine dalle opere di due importanti figure di riferimento, una italiana e una belga — Alighiero Boetti e Marcel Broodthaers — i cui lavori sono di stringente attualità e costituiscono, soprattutto per le giovani generazioni, materiale di studio e di confronto vitale. La loro influenza e visione, infatti, sono ancora fortemente propositive e le loro riflessioni critiche sull’arte e la sua funzione, sul ruolo dell’artista, sui confini di questa disciplina, accompagnate sempre da una lucidità intellettuale e da una dimensione ironica, si sono rivelate col passare del tempo centrali nel dibattito e nella ricerca artistica. A essi sono affiancati, come figure di riferimento e di collegamento con la produzione più contemporanea, due artisti viventi: Cesare Pietroiusti e Guillaume Bijl, che più di altri nei rispettivi Paesi hanno indagato gli ambiti e i confini di cosa sia o non sia l’arte, e quali siano gli intrecci che si instaurano tra la messa in scena e la sfera del reale. Le installazioni di Bijl sono spesso incentrate sulla costruzione di ambienti distanti dal contesto artistico (come negozi, stanze di ospedale, agenzie di viaggio, ecc. ), assolutamente credibili — tanto da creare un forte senso di straniamento nello spettatore — quanto falsi. L’ironia e lo smascheramento della simulazione sono le sue armi. Armi che possiamo ritrovare anche nel lavoro di Cesare Pietroiusti che attraverso performance, installazioni o video, si pone continuamente l’interrogativo di come entrare in comunicazione con il pubblico, in modo da stabilire una relazione che non si limiti a far vedere delle cose o a spiegarle; si genera così un processo che non smette di domandarsi quali siano i meccanismi di costruzione del pensiero e i pregiudizi che ognuno porta con sé. Come evoluzione successiva del percorso proposto sono stati individuati quattro artisti belgi e quattro artisti italiani, dell’ultima generazione - Rossella Biscotti, Dafne Boggeri, Michael Fliri, Geert Goiris, Sophie Nys, Matthieu Ronsse, Luca Trevisani, Sarah Vanagt - che con la loro opera possano interpretare e indagare i temi sopra evidenziati. Tali artisti, scelti di comune accordo dal team curatoriale, costituiscono un campione rappresentativo e già internazionalmente riconosciuto dell’arte dei due Paesi. Le loro opere permettono di analizzare come si è trasformata e declinata, a volte in modi diversi e contraddittori, questa linea analitica dell’arte italiana e belga, che ha costituito negli anni una caratteristica forte e distintiva di entrambe le culture figurative, ma non sempre è stata analizzata e approfondita sia a livello teorico che espositivo. Il progetto è accompagnato da un catalogo in inglese/italiano/fiammingo, con testi critici dedicati all’opera di Marcel Broodthaers e Alighiero Boetti, Guillaume Bijl e Cesare Pietroiusti, e pagine su ognuno dei giovani artisti, con interviste appositamente realizzate. Tra gli eventi collaterali è in progettazione un breve ciclo di incontri e conferenze, sia in Italia e in Belgio, sull’argomento chiave del progetto espositivo: una particolare indagine sugli ambiti e i confini di cosa sia o non sia l’arte, e quali siano gli intrecci che si instaurano tra la messa in scena e sfera del reale. . |
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MICHELANGELO PISTOLETTO MUSEO MADRE E PIAZZA DEL PLEBISCITO |
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Napoli 22 dicembre 2007 – 25 febbraio 2008 Napoli, 11 dicembre 2007 - L’annuale appuntamento che vede protagonista Piazza del Plebiscito si apre quest’anno il 22 dicembre, alle ore 16,30, con l’intervento di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933), esponente di spicco dell’Arte Povera negli anni ’60-’70 e oggi tra i protagonisti riconosciuti della scena artistica internazionale. L’evento è organizzato dalla Fondazione Donnaregina con i contributi di Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli. Chiamato a interpretare gli spazi monumentali della piazza ottocentesca, Pistoletto presenterà qui un nuovo lavoro: una grande superficie che riproduce la silhouette dei Paesi che affacciano sul Mediterraneo e un altro importante intervento che trasforma l’immagine della basilica di San Francesco di Paola in un manifesto collettivo di amore per le differenze. L’opera approfondisce e amplia l’idea di una possibile, armonica convivenza tra i popoli espressa nel progetto Love Difference - Movimento Artistico per una Politica Intermediterranea. Nato nel 2002 all’interno di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto di Biella, con la realizzazione di un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, il progetto è stato presentato nel 2003 alla 50a Biennale di Venezia, dove l’artista ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera, e risponde a un più ampio intendimento dell’artista, avviato sin dal 1994 con un manifesto programmatico che pone l’arte al centro di una trasformazione socialmente responsabile (Progetto Arte). Da qui l’organizzazione di incontri, manifestazioni e mostre e, nel 1998, la nascita di Cittadellarte. Questa edizione della rassegna napoletana riserva però una novità importante. La presenza di Pistoletto a Napoli non si limiterà a Piazza del Plebiscito, ma si estenderà anche agli spazi espositivi del museo Madre , creando un collegamento ideale all’interno del tessuto cittadino. Nella sua doppia veste di direttore del museo, nonché ideatore e curatore della manifestazione di Piazza del Plebiscito sin dalla sua nascita, nel 1995, Eduardo Cicelyn ha infatti invitato l’artista a esporre al Madre tre lavori di grandi dimensioni, significativi nell’evoluzione della sua ricerca e per il valore ideale che racchiudono. Contestualmente alla tradizionale installazione che interesserà la piazza sarà perciò possibile ammirare, negli ambienti ridisegnati dall’architetto Álvaro Siza, Luogo di raccoglimento e Il Terzo Paradiso in una nuova versione in alluminio riciclato, allestiti, rispettivamente, nella Sala polivalente/Auditorium e nel Cortile interno. Il primo, inaugurato nel 2000 nell’Istituto Oncologico Paoli-calmettes di Marsiglia, propone la creazione di uno spazio di meditazione multiconfessionale e laico, anzitutto umano più che religioso. Il secondo appartiene, invece, alla fase più recente del lavoro di Pistoletto, incentrata sul Nuovo segno d´infinito creato dall’artista nel 2003 per rappresentare la nascita di un nuovo mondo e di un nuovo pensiero, dove la contrapposizione che si è andata sviluppando tra il Paradiso Terrestre retto dalla natura e il Paradiso Artificiale governato dalla tecnologia arriverà a sanarsi, aprendo finalmente la strada a una soluzione costruttiva per la sopravvivenza dell’uomo. La chiesa di S. Maria Donnaregina vecchia sarà invece la suggestiva cornice della famosa Venere degli stracci, esposta per la prima volta nel 1968 in occasione della mostra storica Arte Povera+azioni Povere, organizzata da Marcello Rumma e dal critico Germano Celant ad Amalfi, negli spazi dell’Arsenale dell’Antica Repubblica. Note Biografiche La ricerca di Michelangelo Pistoletto è programmaticamente contraria a ogni schema formale precostituito, a ogni aspettativa codificata e si sviluppa all’interno di una continua, serrata dialettica fra arte e vita, oggetto e comportamento. Partita dai quadri specchianti del 1962, che includono direttamente nell´opera lo spettatore e il presente del tempo in divenire, dal 1966 prende corpo nella concretezza dello spazio reale con gli Oggetti in meno: oggetti eterogenei, “poveri” e pseudo-funzionali, caratterizzati da valenze imprevedibili e ironiche; con installazioni (La Venere degli Stracci, 1967-68) e performance realizzate con il gruppo dello Zoo (1968-70). Questi lavori preparano e, in qualche modo, segnano la nascita dell´Arte Povera, il movimento artistico teorizzato da Germano Celant nel 1967. La collaborazione tra artisti di diverse discipline è subito riconosciuta da Pistoletto come fondamentale per una libera ricerca. Affermata in modo programmatico nel Manifesto della collaborazione del 1968, darà vita nel 1978 a Creative Collaboration, un’esperienza di collaborazione artistica estesa a tutta la città di Atlanta (Usa), riproposta nel 1979 in Italia in diversi luoghi. Il carattere concettuale che, in parte, ha l’indagine di Pistoletto sull’oggetto e sui materiali (Plexiglas, 1964) ritorna nei lavori scuri e anonimi del ciclo Arte dello squallore: intesi quali concretizzazioni del nulla che contiene il tutto, dell’universo che contiene le stelle (1985) e, soprattutto, in Anno Bianco, dove la manualità viene nuovamente abbandonata a favore di un’opera fatta di spazio e di tempo: un’opera che è durata un anno, il 1989, di cui trattiene le tracce degli avvenimenti più significativi. . |
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LA MEMORIA DELLA CERAMICA IN MOSTRA AL MUSEO INTERNAZIONE DELLE CERAMICHE IN FAENZA 22 DICEMBRE 2007 – 20 GENNAIO 2008 |
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Faenza, 11 dicembre 2007 - Sulla produzione ceramica si sono misurati tutti i popoli fin dalle origini, tanto da rendere quest´arte un linguaggio espressivo-funzionale di valore e diffusione universale. Il bacino Adriatico, nella sua dimensione sociale, storica e artistica ha costituito una storia nella storia e continua ancora oggi il suo ruolo di “contenitore privilegiato” di siti dedicati alla ceramica, con punte di produzione di elevatissima qualità artistica, conservate in raccolte pubbliche e private, diffuse a livello urbano o inserite nell´edilizia monumentale, espresse nell´oggettistica più varia fino all´uso della materia costitutiva ceramica nelle più avanzate tecnologie. Centro documentativo e attivo laboratorio sotto ogni aspetto della ceramica è il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, luogo di conservazione di manufatti e indicatore di valori connessi ad ogni esperienza ceramica. Fanno parte del Museo gli archivi interni (catalografico, bibliografico, iconografico e conservativo) storicamente supportati da ricerche e costanti rilevazioni, basilari per la costituzione di un ambizioso Archivio internazionale della Ceramica da incentivare con importanti linee di lavoro. Una di queste è rappresentata dalla realizzazione del progetto Sistema Ceramico Adriatico (S. C. A. ), parte del Nuovo Programma di Prossimità Adriatico Interreg/cards-phare, il cui momento conclusivo a dimostrazione delle attività svolte è la mostra La conservazione della memoria nell’arte della ceramica, allestita al Mic di Faenza dal 22 dicembre al 20 gennaio 2008. L’inaugurazione aperta al pubblico è fissata per le ore 17 di venerdì 21 dicembre. All’inaugurazione saranno presenti i rappresentanti dei soggetti partner del progetto che coinvolge, oltre al museo manfredo: Museum of Applied Arts di Belgrado (Serbia), Museum of Art and Crafts di Zagabria (Croazia), Museo di Grottaglie, Accademia delle Arti - Facoltà di Arti Figurative di Tirana (Albania), Provincia di Ravenna, Museo d’Arte della città di Ravenna, Facoltà di Archeologia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Dipartimento di Economia Istituzioni Territorio dell’Università di Ferrara, Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-romagna, Soprintendenza di Bologna. Il percorso espositivo della mostra – che sarà itinerante e verrà successivamente ospitata anche a Belgrado dal 12 febbraio al 12 marzo, a Zagabria dall’8 al 28 aprile e a Grottaglie dal 15 maggio al 30 giugno - è costituito da una ventina di pannelli didattici che illustrano sinteticamente e spiegano il progetto e gli obiettivi raggiunti, e da una selezione di materiali ceramici (circa una cinquantina di opere) provenienti, oltre cha dal Mic, anche dagli altri Paesi partecipanti al progetto a testimonianza della specificità delle singole aree geografico-culturali e delle differenti collezioni musueali. Visibili: piatti, anfore, coppe, mattonelle, sculture, istallazioni, vasi datati fra il Xiv° e il Xx° Secolo. . |
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“TRENTO IERI, OGGI, DOMANI”, APRE LA MOSTRA MULTIMEDIALE ASSESSORE COGO: “PENSIAMO UNA CITTÀ ANCORA MIGLIORE” A TORRE MIRANA, LA STORIA DEL CAPOLUOGO RACCONTATA CON VIDEO E FOTO |
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Trento, 11 dicembre 2007 – Sala Falconetto, di palazzo Geremia, ha ospitato il 7 dicembre la presentazione di “Trento. Ieri, oggi, domani”, iniziativa del Rotary Club Trentino Nord in collaborazione con la Provincia autonoma e il Comune di Trento, che attraverso una mostra multimediale e un concorso di idee vuole rivivere la storia del capoluogo con uno sguardo aperto sul futuro. “La mostra – come ha ricordato il presidente del Rotary, Pier Renato Maschio - offre un’immagine delle crescita e della trasformazione di Trento”. Fotografie, disegni, ricostruzioni virtuali ricompongono un panorama della città a partire dall’età romana. I principali interventi in progetto o in fase di costruzione sono ricomposti in una visione di insieme che prefigura la Trento di domani. “La città e il suo sviluppo – ha sottolineato l’assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo – rappresentano buona parte della storia del nostro Trentino. Trento deve mantenere anche per il futuro questo ruolo ed è per questo che il suo sviluppo non può essere considerato una variabile trascurabile. Tutti noi siamo chiamati a pensare una città ancora migliore ed è per questo che dobbiamo uno sguardo attento sulla città, la sua storia, i suoi luoghi e i progetti che ne caratterizzeranno il futuro”. “Trento. Ieri, oggi, domani” è la mostra – inaugurata stamani e che rimarrà aperta fino a fine anno presso gli spazi di Torre Mirana di via Belenzani - che offre un panorama su più di duemila anni di trasformazioni della città, dalla fondazione romana sino alla Trento che si sta disegnando e costruendo in questo inizio secolo. La storia, ripercorre i secoli mettendo a confronto iconografia storica e fotografie d’archivio, in un continuo salto di scala tra architetture e città. Visitare Torre Mirana significa iniziare un viaggio che ripercorre i luoghi trasformati dalle ”grandi opere” di ieri, oggi e domani in una lettura che ha privilegiato il costruito alla pianificazione. All’inaugurazione di stamani hanno preso parte, tra gli altri il presidente del Rotary Club Trentino Nord, Pier Renato Maschio, l’assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo e il vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di Trento, Alessandro Andreatta. “Nel suo tessuto vivente – ha esordito l’assessore Cogo - Trento riporta ancora le tracce di un lungo passato. Da una città romana ordinata secondo i più collaudati schemi urbanistici dell’Impero si passa a una città medievale con maggiori “deroghe edilizie” ma comunque chiusa nelle sue mura, entro le quali per secoli si era stabilito un equilibrio di luoghi e di funzioni, scosso solo dai lavori di regimentazione delle acque e dalle ambizioni di decoro urbano di qualche vescovo e, al più, trasbordante extra moenia per la moda delle ville suburbane. E’ nell’Ottocento che si progetta una città moderna, svincolata dalla costrizione delle mura e delle sue porte, divenute anguste per un traffico veicolare in accrescimento, liberata dall’ingombrante presenza di un fiume considerato non più utile ma invece dotato di un alveo che interessava al tracciato della nuova ferrovia. E così è stato per gran parte del Novecento con le operazioni di sventramento e “riordino” urbano non indenni da traumatiche ricadute sul senso di appartenenza ai luoghi da parte di intere fette di popolazione e la ferita delle zone distrutte dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale”. L’assessore ha ricordato il successivo boom edilizio della seconda metà del Novecento – “Solo in parte pilotato da esempi di sicura efficacia architettonica ed urbanistica” – con la saturazione progressiva delle aree ancora libere e le nuove direttrici di espansione. Infine la fisionomia attuale della città con le operazioni di arredo urbano, interventi di decoro e di rinnovata sorveglianza sul patrimonio edilizio del centro, con l’arrivo dell’Università, non senza incertezze ed errori. “Nel giro di un decennio – annuncia l’assessore Cogo - giungeranno a compimento tutte le grandi opere che in questa mostra vengono illustrate attraverso schizzi progettuali e ricostruzioni virtuali, e che hanno richiesto uno sforzo a tutto campo di pianificazione del territorio seguendo parametri che sono stati raccolti con osservazioni di ampia scala. Si fornisce così la città, ormai “metropolizzata”, di un riordino di funzioni destinate a tramutarsi in strumenti perfettamente adeguati ai requisiti di una vita moderna, e capaci di seguirne per un buon segmento temporale la sua veloce evoluzione, mentre una nuova sfida sarà quella di riscoprire i tratti di quel ‘genius loci’ che faceva di Trento un vero e proprio luogo di cerniera fra due mondi culturali”. I progetti più importanti che interessano la città sono, infine, ricomposti in una inedita immagine d’insieme che, a partire dalla vista dall’alto, offre un quadro d’insieme su quella Trento che le scelte dell’oggi stanno prefigurando. In questo contesto si inserisce il video, prodotto da Emmedue per la regia di Mario Rigoni e la voce narrante di Andrea Castelli. Il viaggio delle immagini consente di comprendere le mutate dimensioni di Trento, dal primo insediamento, alla città murata, sino a quella rapidissima, quanto apparentemente caotica, crescita che ha trasformato il nucleo urbano medievale, quasi immutato sino all’Ottocento, in una valle urbanizzata che si estende, per ora, da Mattarello a Lavis. Il quadro che si compone è l’immagine di una città sulla quale si sono stratificate strutture e idee, una città che ha vissuto grandi trasformazioni alternando occasioni perdute e letture critiche a studi e progetti di ampia portata e valore. “Quanto esposto offre – concludono gli organizzatori - l’occasione per confrontare progetti ed immaginare nuovi scenari anche alla luce delle straordinarie possibilità date alla città dalla riorganizzazione delle aree industriali e militari con un necessario ripensamento della mobilità a scala provinciale”. . |
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CON NEXT IL TEATRO PROTAGONISTA PER TRE GIORNI A COMO, MILANO E CREMONA IN SCENA 40 DIVERSE COMPAGNIE |
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Milano, 11 dicembre 2007 - Una maratona di tre giorni pensata come kermesse per "gustare" in anteprima assoluta le novità, i progetti e le produzioni teatrali che troveranno forma compiuta nei prossimi mesi. E´ Next, il progetto speciale di Oltre il Palcoscenico che, tra mercoledì 12 e venerdì 14 dicembre, farà tappa a Milano, Como e Cremona. "Next - spiega l´assessore regionale alla Culture, Identità e Autonomie Massimo Zanello, sottolineando che la manifestazione che ha ricevuto il sostegno del Ministero dei Beni e Attività Culturali - avrà come filo conduttore la valorizzazione del ricco patrimonio artistico lombardo attraverso la fruizione di momenti di spettacolo che abbracciano tutti i campi della cultura. Con un obiettivo molto chiaro: coinvolgere veramente tutti, famiglie, anziani, uomini e donne di ogni età con spettacoli adatti ad ognuno". Il progetto, dunque, rappresenta un´occasione unica per vedere riuniti, in una ricca e vasta anteprima, ben quaranta compagnie teatrali che, con ritmi serrati, sfoggeranno il meglio del proprio repertorio. Si inizia mercoledì 12 a Como, dove nella Sala Bianca del Teatro Sociale: a partire dalle 10. 45 si alterneranno 11 compagnie (Arteatro, Aia Taumastica, Bottega dei mestieri Teatrali, Teatro Burattini di Varese, Teatro del Buratto, Teatro città Murata, Erbamill, Pandemonium, Teatri Possibili, Scarlattine Progetti e Teatro Tascabile Bergamo). Giovedì 13, invece, al Teatro Litta di Milano, si esibiranno ben 17 compagnie: Almà Rosè, Teatro Arsenale, Atir, Teatro Blu, Crt-centro di Ricerca per il Teatro, Elsinor, Teatro Filodrammatici, Teatro I, Teatro Invito, Teatro Litta, Milano Oltre, Teatro delle Moire, Outis, Teatro Out Off, Piccolo Parallelo, Piccolo Teatro di Milano, Quelli di Grock. Ultima tappa, venerdì 14 al Teatro Ponchielli di Cremona, dove sul palco della sua settecentesca sala si alterneranno 12 compagnie: La Baracca di Monza, Teatro Carcano, Teatro Franco Parenti, Teatro degli Incamminati-filarmonica Clown, Teatro Inverso med-uovo Projet, Motoperpetuo, Teatro Prova, Tangram, Il Telaio, Teatridhitalia, Teatro Del Vento. "Dunque - conclude Zanello - una grande occasione per far riscoprire le bellezze della Lombardia, ma soprattutto un altro importante segnale dell´eccellenza che anche in questo settore abbiamo raggiunto. Un settore, quello della cultura, sempre più traino dell´economia, grazie alle connessioni che lo legano al turismo, alle politiche sociali, al marketing e alla formazione". . |
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LIRICA, PRESENTATA LA III STAGIONE DI POCKET OPERA IN 8 TEATRI LA CENERENTOLA (ROSSINI)E DON PASQUALE (DONIZETTI) |
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Milano, 11 dicembre 2007 - "La Cenerentola" di Gioacchino Rossini e "Don Pasquale" di Gaetano Donizetti sono i due capolavori della lirica che saranno rappresentati, a partire dall´8 gennaio 2008, in otto teatri e luoghi storici della Lombardia nell´ambito della terza edizione di "Pocket Opera", il circuito regionale di opere di repertorio "in formato tascabile". Il progetto - promosso e finanziato anche quest´anno dalla Regione Lombardia e realizzato da As. Li. Co (Associazione Lirico Concertistica) in collaborazione con il Circuito Lirico Lombardo e l´Associazione Teatri Storici - è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti l´assessore regionale alle Culture, Identità e Autonomie, Massimo Zanello, e il presidente di As. Li. Co, Carlo Peruchetti, alla presenza dei rappresentanti dei Comuni e dei teatri che ospiteranno la rassegna. A partire dall´8 gennaio e fino al 27 giugno 2008, "La Cenerentola" e "Don Pasquale" saranno allestiti e prodotti "in formato tascabile", ridotti cioè nell´impianto e nell´organico orchestrale, in otto teatri e luoghi storici della Lombardia: il Teatro Comunale di Casalpusterlengo (Lo), che ospiterà la prima, il Teatro Lirico di Magenta (Mi), il Teatro della Società di Lecco, il Teatro Sociale "Honoris" di Montichiari (Bs), il Teatro Condominio "Gassman" di Gallarate (Va), il Teatro Sociale di Stradella (Pv), la Piazzetta Grandini di Campione (Co) e il Cortile del Palazzo Municipale di Ostiglia (Mn). "Sono orgoglioso di presentare un´iniziativa stupenda come questa - ha dichiarato Zanello - che è arrivata alla terza edizione dopo aver fatto il tutto esaurito nelle due precedenti. L´idea di dar vita a un progetto come questo nasce dal fatto che la Regione Lombardia crede e investe tantissimo nella lirica, e Pocket Opera rappresenta la volontà di realizzarla a costi sostenibili offrendola a prezzi ridotti con un´altissima qualità artistica, oltre a essere un modo per valorizzare e far conoscere tanti piccoli teatri della nostra regione". Un aspetto quest´ultimo confermato da alcuni dei sindaci e dei rappresentanti dei Comuni e dei teatri che ospitano le rappresentazioni di Pocket Opera. Teatri che in alcuni casi, come a Stradella, sono stati restaurati e riportati a nuova vita negli anni scorsi proprio grazie ai contributi dell´assessorato regionale alle Culture (finanziamento Frisl di oltre 300. 000 euro). . |
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APRE IL TEATRO ROMANO DI MILANO VOCI, ODORI, IMMAGINI DELL’ANTICA ROMA RIVIVONO A MILANO DALLE FONDAMENTA DELLA CAMERA DI COMMERCIO RIAFFIORANO I RESTI DEL TEATRO DEL I SEC. A.C., ORA MUSEO SENSIBILE L’INGRESSO PER IL PUBBLICO PARTE DAL 1° FEBBRAIO ED È LIBERO E GRATUITO |
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Milano, 11 dicembre 2007 - La Camera di commercio di Milano ha aperto ieri il museo sensibile e ridà vita ai resti del teatro romano del primo secolo a. C. Che si trova sotto le sue fondamenta. Tra odori, visioni e suoni ha inizio un viaggio nella vita dell’antica Mediolanum che coinvolge tutti i sensi. Il percorso dà infatti la possibilità al visitatore di provare varie essenze che si respiravano normalmente nel periodo della Roma imperiale, dal profumo di rosa a quello di zafferano, dal vino dolce all’odore umano e animale, di addentrarsi tra luci e ombre su una passerella trasparente che mette in evidenza i resti degli spalti, con la musica creata ad hoc per il museo che evoca i suoni e i rumori di quell’epoca passata, osservando la videoproiezione che ricostruisce il sistema di fondazione del teatro e lasciandosi guidare nell’atmosfera dello spettacolo dalla voce di Giorgio Albertazzi che declama in latino i versi di un’opera di Plauto. Tutto il percorso è stato ricostruito per evocare e restituire al pubblico di oggi suggestioni della vita milanese di quel tempo. Il progetto di recupero è stato promosso dalla Camera di commercio di Milano e realizzato grazie al contributo scientifico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il percorso multimediale e sensoriale è a cura dell’architetto Ettore Lariani. Oggi inaugurato il teatro romano di Milano, diventato museo sensibile, in Camera di commercio in occasione dell’annuale incontro con le rappresentanze diplomatiche presenti a Milano. Sono intervenuti tra gli altri, Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano, Benito Andiòn, decano del Corpo Consolare, Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Francesco Alberoni, presidente del Centro sperimentale di cinematografia, Giorgio Albertazzi, attore, Luciano De Crescenzo, saggista, Carla Di Francesco, soprintendente Beni culturali e paesaggistici Regione Lombardia. Al termine dell’incontro si sono svolte le visite guidate al sito archeologico e il banchetto dell’antica Mediolanum. Il teatro romano - museo sensibile: apre al pubblico dal 1° febbraio. L’ingresso è libero e gratuito, basta prenotarsi: lo si può fare già da gennaio mandando una e-mail all’indirizzo teatroromano@mi. Camcom. It. I resti del teatro e l’accesso al museo si trova sotto le due sedi della Camera di commercio di Palazzo Turati e Palazzo Mezzanotte (sede della Borsa), con ingresso da via San Vittore al Teatro 14, di fianco a piazza Affari (a pochi passi dalla Mm Cordusio). E per saperne di più…durante l’incontro e ai visitatori del museo verrà distribuito l’opuscolo gratuito “Alla scoperta del teatro romano di Milano” realizzato dalla Camera di commercio di Milano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Contiene informazioni e illustrazioni sul teatro romano in generale e su quello milanese in particolare e un glossario dei termini antichi usati. Infine il banchetto…Il “banchetto dell’antica Mediolanum” con zuppa di legumi, insalata d’anatra, cinghiale, tortino di riso e altre pietanze che ripropongono alcuni sapori tipici dell’epoca romana è stato offerto grazie alla collaborazione di Agrimercati, Agricoltura Territorio Ambiente e Mercati, società partecipata della Camera di commercio di Milano. "La Camera di commercio ha voluto promuovere il recupero di questo tesoro per tutelarlo e restituirlo rinnovato nel suo inestimabile valore – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano -. Il teatro romano è ora visitabile da tutti e rientra a pieno titolo nel patrimonio culturale milanese. Per la valorizzazione dei resti storici abbiamo creato un percorso suggestivo, culturale e educativo, un contributo in più per facilitare la fruizione e la funzione conoscitiva di questa visita e per renderla più piacevole per tutti: famiglie, esperti, turisti. Un museo sensibile, che colpisca i sensi, grazie anche alla lettura di Albertazzi che anima i preziosi spazi ed offre un ulteriore spunto culturale che coniuga antico e moderno, agli odori dell’antica Roma che si possono provare per immergersi nell’atmosfera di allora, all’alternanza di luce e buio per creare suggestione e per lasciare spazio all’immaginazione e alla ricostruzione delle atmosfere del passato. Offriamo così un nuovo punto di attrazione di valore storico nel cuore di Milano. È infatti importante per una istituzione come la Camera di commercio che guarda al futuro di Milano, a partire dall’economia e dalle imprese, valorizzare le radici culturali del territorio: la capacità di Milano è quella di proiettarsi in avanti nella sfida competitiva e internazionale senza perdere di vista le proprie radici e di continuare a costruire sulle solide e antiche basi culturali della città". Il teatro. È tra i più antichi edifici pubblici di Milano: il teatro romano risale al primo secolo a. C. (età augustea). Di pianta semicircolare, alto quasi 20 metri, con una cavea di circa 95 metri di diametro e con una capienza di 7/8. 000 spettatori. Rimasto in uso come teatro fino al Iv sec. D. C. , fu utilizzato anche in età medioevale (fino al Xii secolo), nella cavea infatti si riuniva il Senato cittadino. Si colloca al centro di un’area che racchiude importanti testimonianze della civiltà romana, come il tratto di selciato in lastroni di pietra sotto Palazzo Affari ai Giureconsulti, il resto del Palazzo Imperiale di età costantiniana in via Brisa e quelli del circo del Iii sec. D. C. , tra via Ansperto e via Circo. Il teatro romano di Milano è contemporaneo ai primi teatri in pietra di Roma. I ritrovamenti dei resti. Nel corso degli anni, gli scavi hanno permesso di portare alla luce i resti del pavimento e i tratti murari in ciottoli e mattoni. I primi reperti furono ritrovati nel 1880, durante gli scavi per la costruzione di Palazzo Turati; nel 1929, durante i lavori per la costruzione del nuovo Palazzo della Borsa, vennero alla luce altre fondazioni. L’interesse per la valorizzazione dei resti del teatro è ripreso alla fine degli anni quaranta, con alcuni progetti che permisero di portare alla luce altri elementi della costruzione romana. Gli ultimi rinvenimenti risalgono al 1978 e infine al 2000 con i lavori di ristrutturazione di palazzo Turati della Camera di commercio. L’opuscolo. L’opuscolo gratuito “Alla scoperta del teatro romano di Milano”, realizzato dalla Camera di commercio di Milano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, contiene tante informazioni e notizie corredate di illustrazioni sul teatro romano, suddivise in sezioni. La prima è dedicata al teatro romano in generale: come veniva concepito, chi erano gli attori e quali le rappresentazioni preferite, l’importanza della “maschera”, quali erano i giorni dell’anno dedicati agli spettacoli e come venivano organizzati, quali le regole che doveva seguire il pubblico per assistere. La seconda parte approfondisce la storia del teatro romano di Milano: il quartiere in cui era inserito, le fasi della scoperta, le caratteristiche dell’edificio, le fasi di costruzione delle fondamenta, chi erano gli attori più famosi, le trasformazioni subite dalla struttura nel corso del Medioevo. In conclusione, un glossario dei termini antichi più usati. Il menù degli antichi romani… Grazie ai grandi raccolti e alla facilità nella conservazione i cereali e i legumi, usati per zuppe, pappe e focacce, rivestivano un ruolo fondamentale nell’alimentazione degli antichi romani. E mentre gli uccelli da cortile erano presenti durante i banchetti lussuosi, i ceti meno abbienti si nutrivano di carne ovina, bovina e di roditori (essenzialmente conigli). Tutti bevevano il vino: caldo a colazione per contrastare le malattie da raffreddamento, durante il pasto principale e la notte mentre si tenevano le lotte dei gladiatori. I numerosi servitori portavano piatti e coppe sulle tavole senza tovaglie e senza forchette, gli schiavi aiutavano nelle frequenti abluzioni. … e il menù di oggi. Il “Banchetto dell’antica Mediolanum” si avvicina a quello di un tempo con la zuppa contadina di legumi e cereali, l’insalata d’anatra e le cipolline in agrodolce. Si continua poi con il cinghiale marinato e il salame crudo crespone. Si conclude con il tortino di riso, il bis di creme con pane speciale e la quiche con zucca. È questo il menu offerto oggi dopo l’inaugurazione e realizzato grazie alla collaborazione di Agrimercati, società partecipata della Camera di commercio di Milano. . |
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GOLF - CHALLENGE TOUR: GRANDE PROVA DI LORENZO GAGLI, TERZO IN ARGENTINA |
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Roma 11 dicembre 2007 - Grande prova del toscano Lorenzo Gagli (280 - 75 64 72 69), che si è classificato terzo nel 102° Abierto Visa de la Republica, seconda prova del Challenge Tour 2008 organizzata in partnership dall´European Tour e dal Tour de Las Americas. Ha vinto a sorpresa il paraguaiano trentatreenne Marco Ruiz (275 - 71 69 66 69), che nel giro finale ha approfittato dell´inattesa defaillance di Angel Cabrera, in vetta per 54 buche e penalizzato da un 76, giunto terzo anch´egli con Gagli e con Eduardo Romero e Alexandre Rocha. In seconda posizione l´argentino Daniel Vancsik (277 - 70 70 68 69), che si è dovuto arrendere ai due birdie decisivi di Ruiz alle buche 15 e 16. Non ha brillato Andres Romero, 17° con 275. Gagli aveva iniziato male, all´84° posto con un 75, poi nel secondo turno con un gran 64, miglior score di giornata, è balzato al settimo che ha mantenuto nella frazione successiva per poi salire al terzo con un parziale di 69 (due birdie, un bogey). Il ventiduenne toscano di Bagno a Ripoli ha conquistato la "carta" per il Challenge Tour con la quarta piazza nell´ordine di merito dell´Alps Tour, dove ha vinto tre gare. Ruiz, rimasto fermo nei primi sette mesi della stagione per un´ernia del disco che ha rischiato di compromettere la sua carriera, non ha nascosto la sua gioia per il titolo: "Mi sembra un sogno - ha detto - e non credevo certo di poter vincere. Cabrera era il gran favorito e aveva due colpi di vantaggio. Chissà, forse ha accusato la pressione per l´attenzione che aveva addosso da parte di tutti. Io non avevo nulla da perdere, così ho giocato tranquillo e questo credo sia stato l´elemento decisivo. Il successo mi apre le porte per poter accedere all´European Tour: è la mia seconda occasione e non voglio fallirla". Alla gara hanno preso parte anche altri quattro italiani, che sono usciti al taglio: Matteo Delpodio 69° con 147 (75 72) e un colpo oltre il limite, Gregory Molteni 85° con 149 (74 75), Marco Crespi 105° con 151 (79 72) e Andrea Rota 134° con 157 (80 77). Fuori anche il paraguaiano Nilson Cabrera, 98° con 150 (79 71), che esercita la sua professione in Italia. . |
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