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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Dicembre 2008
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE BARROSO SUL CONSIGLIO EUROPEO DELL´11-12 DICEMBRE 2008  
 
 Bruxelles, 18 dicembre 2008 - L´accordo sulla lotta ai cambiamenti climatici e sull´energia concluso ieri riveste un´importanza epocale. I Capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri dell´Unione europea si sono impegnati a collaborare per trasformare l´Europa in un´economia a bassa emissione di Co2, ad adoperarsi fattivamente per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici in Europa e a porre l´Europa all´avanguardia nello sviluppo delle tecnologie di domani. L´accordo è il frutto di due anni di duro lavoro della Commissione, del Parlamento europeo e del Consiglio. In quest´occasione l´Unione europea ha saputo mostrarsi al meglio: capace di assumere decisioni coraggiose e lungimiranti, di discutere i problemi e di trovare compromessi, e, infine, di proporre un accordo incisivo, che non esprime solo un impegno politico, ma è un testo giuridicamente vincolante che garantisce risultati effettivi. Nei prossimi anni le Istituzioni europee perfezioneranno l´accordo. Un voto positivo del Parlamento europeo la prossima settimana sigillerà un accordo memorabile. Come Presidente della Commissione sono fiero che le proposte da noi avanzate meno di un anno fa stiano riscontrando un forte sostegno. La spinta per questo successo è stata la determinazione dell´Ue di non perdere mai di vista la finalità principale: gli obiettivi 20-20-20 entro il 2020, ovvero una riduzione del 20% nelle emissioni di gas serra, una quota del 20% di energie rinnovabili e un incremento dell´efficienza energetica del 20%. L´impegno a conseguire questi obiettivi rimane inalterato. Dal 2013 il livello delle emissioni concesse all´industria diminuirà progressivamente. Le imprese che non riusciranno a conformarsi dovranno pagare di più. L´europa ha già mostrato che il mercato può essere utilizzato per stimolare il cambiamento – i tagli progressivi delle emissioni consentite serviranno da incentivo per ridurne il livello. Tutto ciò avverrà secondo una modalità ben congegnata volta a ripartire i costi in tutta l´Unione nel modo più equo possibile, nonché ad attirare occupazione e investimenti nel campo delle tecnologie di domani. L´accordo concluso oggi è la più significativa dimostrazione possibile del fatto che l´Europa è pronta ad aprire la strada e guidare gli sforzi internazionali nella lotta ai cambiamenti climatici. L´europa è il primo degli attori sullo scenario mondiale che si è impegnato ad una riduzione del 20% entro il 2020 e il primo ad accettare norme vincolanti per il conseguimento di questo obiettivo. Saremo lieti di lavorare di concerto con l´amministrazione statunitense per cogliere quest´occasione e costruire un mercato transatlantico - e mondiale - del carbonio che agisca da motore e imprima una spinta concertata a livello internazionale per combattere i cambiamenti climatici. Stiamo inviando ai paesi emergenti e in via di sviluppo il segnale che il nostro sistema è specificamente inteso a mobilitare risorse aggiuntive per aiutarli affinché possano apportare il loro contributo. E ora l´Europa ha presentato un´offerta chiara in base alla quale si impegna – se si raggiungerà un accordo a Copenaghen l´anno prossimo al termine delle trattative Onu, ad andare anche oltre e ridurre le emissioni fino al 30%. Molto lavoro rimane ancora prima di poter affermare che il mondo sta prestando al fenomeno dei cambiamenti climatici l´attenzione che merita. Ma quest´accordo è il passo più concreto è più significativo che sia stato fatto in questa direzione dopo l´Accordo di Kyoto. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: APPROVATO IL PACCHETTO CLIMA-ENERGIA, OBIETTIVO: 20/20/20  
 
Strasburgo, 18 dicembre 2008 - Dopo undici mesi di lavoro legislativo, il Parlamento ha approvato il pacchetto clima-energia volto conseguire gli obiettivi che l´Ue si è fissata per il 200: ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti e rinnovabili. Il pacchetto comprende provvedimenti sul sistema di scambio di quote di emissione e sui limiti alle emissioni delle automobili. Le sei proposte legislative sul pacchetto clima-energia sono state adottate nel quadro della procedura di codecisione, che pone il Parlamento su un piede di parità rispetto al Consiglio nell´attività legislativa. Per poter concludere i lavori entro il 2008 era necessario trovare un accordo tra i due co-legislatori sin dalla prima lettura. A tal fine, dopo le votazioni da parte delle commissioni per l´ambiente e per l´industria, i relatori del Parlamento europeo e la Presidenza francese hanno avviato una serie di negoziati informali volti a trovare un compromesso sull´insieme dei testi. I voti in Aula hanno confermato l´accordo raggiunto. Sistema di scambio delle emissioni di gas a effetto serra (Ets) - Sulla base di un compromesso negoziato con il Consiglio dalla relatrice Avril Doyle (Ppe/de, Ie), il Parlamento ha adottato una direttiva volta a perfezionare ed estendere il sistema comunitario di scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra con l´obiettivo di ridurre le emissioni dei gas serra del 21% nel 2020 rispetto al 2005. A tal fine prevede un sistema di aste, dal 2013, per l´acquisto di quote di emissione, i cui introiti andranno a finanziare misure di riduzione delle emissioni e di adattamento al cambiamento climatico. Tuttavia le industrie manifatturiere che sono a forte rischio di delocalizzazione, a causa dei maggiori costi indotti dal sistema, potranno beneficiare di quote gratuite fino al 2027. Nel 2010 si procederà a un riesame del regime. Per approfondire l´argomento si veda l´articolo specifico più avanti. Ripartizione degli sforzi per ridurre le emissioni - Sulla base di un compromesso negoziato con il Consiglio dalla relatrice Satu Hassi (Verdi/ale, Fi), il Parlamento ha adottato una decisione che mira a ridurre del 10% le emissioni di gas serra prodotte in settori esclusi dal sistema di scambio di quote, come il trasporto stradale e marittimo o l´agricoltura. Fissa quindi obiettivi nazionali di riduzione (per l´Italia 13%), prevedendo anche la possibilità per gli Stati membri di ricorrere a parte delle emissioni consentite per l´anno successivo o di scambiarsi diritti di emissione. Dei crediti sono anche previsti per progetti realizzati in paesi terzi. In caso di superamento dei limiti sono previste delle misure correttive. Per approfondire l´argomento si veda l´articolo specifico più avanti. Cattura e stoccaggio geologico del biossido di carbonio - Sulla base di un compromesso con il Consiglio negoziato dal relatore di Chris Davies (Adle, Uk), iI Parlamento ha adottato una direttiva che istituisce un quadro giuridico per lo stoccaggio geologico ecosostenibile di biossido di carbonio (Co2) con la finalità di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Fino a 300 milioni di euro, attinti dal sistema di scambio di emissione, finanzieranno 12 progetti dimostrativi, mentre le grandi centrali elettriche dovranno dotarsi di impianti di stoccaggio sotterraneo. Per approfondire l´argomento si veda l´articolo specifico più avanti. Accordo sulle energie rinnovabili - Sulla base di un compromesso negoziato con il Consiglio dal relatore Claude Turmes (Verdi/ale, Lu), il Parlamento ha approvato una direttiva che stabilisce obiettivi nazionali obbligatori (17% per l´Italia) per garantire che, nel 2020, una media del 20% del consumo di energia dell´Ue provenga da fonti rinnovabili. Nel calcolo, a certe condizioni, potrà essere inclusa l´energia prodotta nei paesi terzi. La direttiva fissa poi al 10% la quota di energia "verde" nei trasporti e i criteri di sostenibilità ambientale per i biocarburanti. Il riesame delle misure nel 2014 non dovrà intaccare gli obiettivi generali. La direttiva, inoltre, detta norme relative a progetti comuni tra Stati membri, alle garanzie di origine, alle procedure amministrative, all´informazione e alla formazione, nonché alle connessioni alla rete elettrica relative all´energia da fonti rinnovabili. Per approfondire l´argomento si veda l´articolo specifico più avanti. Riduzione del Co2 da parte delle auto - Sulla base di un compromesso negoziato con il Consiglio dal relatore Guido Sacconi (Pse, It), il Parlamento ha approvato un regolamento che fissa il livello medio di emissioni di Co2 delle auto nuove a 130 g Co2/km a partire dal 2012, da ottenere con miglioramenti tecnologici dei motori. Una riduzione di ulteriori 10 g dovrà essere ricercata attraverso tecnologie di altra natura e il maggiore ricorso ai biocarburanti. Il compromesso stabilisce anche un obiettivo di lungo termine per il 2020 che fissa il livello medio delle emissioni per il nuovo parco macchine a 95 g Co2/km. Sono previste "multe" progressive per ogni grammo di Co2 in eccesso, ma anche agevolazioni per i costruttori che sfruttano tecnologie innovative e per i piccoli produttori. Per approfondire l´argomento si veda l´articolo specifico più avanti. Riduzione dei gas a effetto serra nel ciclo di vita dei combustibili - Sulla base di un compromesso negoziato con il Consiglio dalla relatrice Dorette Corbey (Pse, Nl), il Parlamento ha adottato una direttiva che, per ragioni di tutela della salute e dell´ambiente, fissa specifiche tecniche per i carburanti. Stabilisce inoltre un obiettivo di riduzione del 6% delle emissioni di gas serra prodotte durante il ciclo di vita dei combustibili, da conseguire entro fine 2020 ricorrendo, ad esempio, ai biocarburanti. L´obiettivo potrebbe salire fino al 10% mediante l´uso di veicoli elettrici e l´acquisto dei crediti previsti dal protocollo di Kyoto. Il tenore di zolfo del gasolio per macchine non stradali, come i trattori, andrà ridotto. La direttiva, che dovrà essere trasposta nel diritto nazionale entro il 31 dicembre 2010, si applica a veicoli stradali, macchine mobili non stradali (comprese le navi adibite alla navigazione interna quando non sono in mare), trattori agricoli e forestali e imbarcazioni da diporto. Per approfondire l´argomento si veda l´articolo specifico Per approfondire l´argomento si veda l´articolo specifico più avanti. Sistema di scambio di quote di emissione - Il Parlamento ha adottato una direttiva volta a ridurre le emissioni dei gas serra del 21% nel 2020 rispetto al 2005. A tal fine prevede un sistema di aste, dal 2013, per l´acquisto di quote di emissione, i cui introiti andranno a finanziare misure di riduzione delle emissioni. Tuttavia le industrie che sono a forte rischio di delocalizzazione, a causa dei maggiori costi indotti dal sistema, potranno beneficiare di quote gratuite fino al 2027. Nel 2010 si procederà a un riesame del regime. Sulla base di un compromesso negoziato con il Consiglio dalla relatrice Avril Doyle (Ppe/de, Ie), il Parlamento ha adottato - con 610 voti favorevoli, 60 contrari e 29 astensioni - una direttiva volta a perfezionare ed estendere il sistema comunitario di scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra. Questo regime, avviato nel 2005, limita il livello globale delle emissioni autorizzate permettendo al contempo di acquistare o vendere delle quote, a seconda delle necessità, in moda da ridurre le emissioni in modo più efficace. Si tratta di uno strumento essenziale per realizzare l´obiettivo dell´Ue consistente nella riduzione delle sue emissioni di gas serra di almeno il 20% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, o del 30% in caso di un accordo internazionale su questo obiettivo. Attualmente copre più di 10. 000 impianti che, nei settori energetici e industriali, sono collettivamente responsabili di circa la metà delle emissioni di Co2 nell´Ue e del 40% del volume globale delle emissioni di gas serra dell´Ue. Il sistema attuale riguarda, ad esempio, le centrali energetiche, le raffinerie e i cementifici, le vetrerie, le cartiere e le industrie della ceramica. La Commissione ha proposto di estendere la portata a altre industrie, quali quelle dell´alluminio, ammoniaca e petrolchimici) e ad altri gas (protossido di azoto e idrocarburi perfluorati). Sulla base del compromesso, la direttiva, che si applicherà dal 2013 al 2020, ha lo scopo di ridurre le emissioni dei gas a effetto serra del 21% nel 2020 rispetto ai livelli del 2005. Il numero di permessi concessi ogni anno nell´Ue si ridurrà in maniera lineare in modo da portare a una diminuzione del livello globale di emissioni ogni anno. Un sistema di aste a partire dal 2013, ma con molte eccezioni - Nei primi due periodi del sistema di scambio, la grande maggioranza dei diritti di emissione sono stati attribuiti a titolo gratuito. Il compromesso prevede che un sistema integrale di aste sia, in principio, applicato a partire dal 2013 (come lo auspicavano la Commissione e i deputati della commissione ambiente del Parlamento), prevedendo però numerose eccezioni richieste dal Consiglio europeo. Più precisamente, il sistema integrale di aste dovrà essere introdotto progressivamente nel settore manifatturiero che si vedrà attribuire l´80% delle quote a titolo gratuito nel 2013. Questa percentuale sarà via via ridotta fino al 30% entro il 2020 per giungere, nel 2027, a un sistema totalmente basato sulle aste (7 anni dopo rispetto alla proposta della Commissione e dei deputati). Tuttavia, a seguito dell´accordo raggiunto dai capi di Stato e di governo (accettato dai deputati), è stata introdotta un´ampia deroga per i settori esposti al rischio di "fuga di carbonio", ossia di delocalizzazione della produzione verso paesi terzi che applicano una politica ambientale meno rigorosa, aumentando così le emissioni di Co2 in questi paesi. Un settore è considerato a rischio elevato di fuga di carbonio se l´applicazione della direttiva comporta un aumento dei costi diretti e indiretti che alza i costi di produzione in una determinata misura oppure se il valore complessivo delle sue esportazioni e delle sue importazioni diviso per quello del volume d´affari e delle importazioni raggiunge una determinata soglia. In tali casi, fino a che non sarà concluso un accordo internazionale, questi settori potranno ricevere il 100% di quote gratuite fino al 2020, a determinate condizioni. Secondo la Commissione, il 90% delle emissioni del settore manifatturiero potrebbe beneficiare di questa deroga. La Commissione dovrà comunque individuare entro il 31 dicembre 2009 i settori o i sotto-settori delle industrie ad alta intensità energetica che potrebbero essere esposti ad una rilocalizzazione delle emissioni. Gli Stati membri potranno inoltre escludere dal sistema gli impianti che hanno comunicato all´autorità competente emissioni per un valore inferiore a 25. 000 tonnellate di Co2 equivalente e che, nei casi in cui effettuano attività di combustione, hanno una potenza termica nominale inferiore a 35 Mw, escluse le emissioni da biomassa. A condizione, però, che a questi impianti si applichino misure finalizzate ad ottenere un contributo equivalente alle riduzioni delle emissioni. Il compromesso prevede inoltre che la Commissione analizzerà le conseguenze, per la distribuzione del quantitativo di quote da mettere all´asta tra Stati membri, della concessione di quote gratuite aggiuntive ai settori industriali esposti a un rischio elevato di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Le relative proposte, da presentare al Consiglio e al Parlamento nel giugno 2010, dovranno tenere conto dell´esito del negoziato internazionale e degli eventuali effetti redistributivi. Utilizzare gli introiti per adattarsi ai cambiamenti climatici - Il compromesso stabilisce il principio secondo cui almeno il 50% degli introiti derivanti dalla vendita all’asta delle quote (la Commissione proponeva il 20%) sia destinato all’abbattimento delle emissioni dei gas a effetto serra, all’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici, al finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo sulla riduzione delle emissioni e sull’adattamento, allo sviluppo delle energie rinnovabili, nonché al conseguimento dell’obiettivo di aumentare l’efficienza energetica. Ma anche a favore della cattura e dello stoccaggio geologico ecocompatibile dei gas a effetto serra, al contributo al Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili e al Fondo di adeguamento ai mutamenti climatici, a misure finalizzate a evitare la deforestazione e favorire l’adattamento nei paesi in via di sviluppo e ad affrontare problematiche sociali come l’incidenza del possibile aumento del prezzo dell’elettricità sui redditi medio-bassi. Solidarietà per alcuni Stati membri - Gli Stati membri il cui reddito procapite risulta sensibilmente inferiore alla media comunitaria e le cui economie stanno recuperando un ritardo rispetto a quelli più prosperi beneficeranno di maggiori quote da poter scambiare: il 10% del totale sarà ridistribuito a 19 Stati membri ("vecchi" e "nuovi"), mentre il 2% sarà attribuito a 9 "nuovi" Stati membri. Utilizzazione dei crediti nei paesi in via di sviluppo - Gli Stati membri potranno "compensare" le loro emissioni, ossia acquistare dei crediti ottenuti da progetti realizzati in paesi terzi in base al meccanismo di sviluppo pulito (Cdm) delle Nazioni Unite allo scopo di rispettare i loro limiti alle emissioni di gas a effetto serra. Il compromesso stabilisce che non più del 50% delle riduzioni delle emissioni comunitarie durante il periodo dal 2008 al 2020 potranno essere ottenute da questi crediti. Su richiesta dei deputati è precisato che i progetti in questione comportano «riduzioni di emissioni effettive, verificabili, supplementari e permanenti, presentino vantaggi evidenti in termini di sviluppo sostenibile e non abbiano ricadute negative di rilievo a livello ambientale o sociale». Emissioni dell´aviazione e del settore marittimo - Il compromesso non riapre la questione dell´inclusione del settore del´aviazione nella direttiva sulla scambio di quote di emissione. La situazione rimane quindi invariata e il settore riceverebbe 85% delle quote a titolo gratuito sull´insieme del periodo. Non è quindi passata la linea dei deputati secondo i quali tale percentuale dovesse essere ridotta progressivamente, fino a scomparire, tra il 2013 e il 2020. Per quanto riguarda il trasporto marittimo internazionale, in caso di mancata approvazione di un accordo internazionale che includa le sue emissioni nei suoi obiettivi di riduzione nel quadro dell´Imo, e/o di mancata approvazione di un siffatto accordo, nel quadro dell´Unfccc, da parte della Comunità entro il 31 dicembre 2011, la Commissione formulerà una proposta tesa ad includere le emissioni del trasporto marittimo internazionale, sulla base di modalità uniformi, nell´obiettivo comunitario di riduzione in vista della sua entrata in vigore entro il 2013. Queste proposte, precisa il compromesso, «dovrebbero limitare al massimo eventuali incidenze negative sulla competitività dell´Unione europea, tenendo conto delle potenziali ricadute positive per l´ambiente». Un accordo internazionale sulla deforestazione - Il compromesso impegna l´Unione europea a porre in essere un sistema riconosciuto a livello internazionale per contenere il fenomeno della deforestazione e potenziare le attività di afforestazione e di rimboschimento, a sostegno dell´obiettivo di sviluppare meccanismi finanziari, nell´ambito di un accordo sul clima post 2012 da concludersi a Copenaghen. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: ORARIO DI LAVORO: NON PIÙ DI 48 ORE SETTIMANALI  
 
Strasburgo, 17 dicembre 2008 - Il Parlamento europeo si è pronunciato sulla revisione dei requisiti minimi in materia di organizzazione dell´orario di lavoro. Chiede di limitare a un massimo di 48 ore la durata media settimanale di lavoro in tutti gli Stati membri, respingendo la possibilità di derogarvi (opt-out) sostenuta dal Consiglio. Propone poi di considerare come orario di lavoro anche i periodi di guardia "inattivi", ammettendo però che siano calcolati in modo specifico ai fini dell´osservanza del massimale settimanale. La direttiva 2003/88/Ce1 stabilisce requisiti minimi in materia di organizzazione dell´orario di lavoro, tra l´altro, in relazione ai periodi di riposo quotidiano e settimanale, di pausa, di durata massima settimanale del lavoro e di ferie annuali, nonché relativamente a taluni aspetti del lavoro notturno, del lavoro a turni e del ritmo di lavoro. La stessa direttiva prevede una clausola di revisione cui si è attenuta, nel 2003, la Commissione. Il Parlamento si è pronunciato in prima lettura nel 2005, ma il Consiglio non è stato in grado di definire una propria posizione in materia fino allo scorso mese di settembre (con il voto contrario di Spagna e Grecia e l´astensione di Belgio, Cipro, Malta, Portogallo e Ungheria). Seguendo la linea suggerita dal relatore, Alejandro Cercas (Pse, Es), il Parlamento ha approvato a larga maggioranza una serie di emendamenti (già sostenuti nel corso della prima lettura) che respingono l´impostazione del Consiglio, in particolare, per quanto riguarda la possibilità di derogare al tetto massimo di 48 ore lavorative settimanali e il rifiuto di considerare come lavoro il tempo speso in periodi di guardia. L´esito della votazione è stato salutato da un largo applauso dell´Aula e molti deputati si sono complimentati personalmente con il relatore. Quest´ultimo ha esortato il Consiglio a considerare questa votazione come «un´opportunità per rendere la nostra agenda simile a quella dei cittadini europei». Dovrà quindi essere convocato il comitato di conciliazione con l´incarico di trovare un accordo tra i due rami legislativi. In precedenza, la proposta della Gue/ngl di respingere la proposta di direttiva è stata bocciata dall´Aula con 118 voti favorevoli, 521 contrari e 27 astensioni. Non più di 48 ore di lavoro a settimana A suo tempo il Regno Unito aveva ottenuto l´introduzione di una clausola di opt-out che, a certe condizioni, permette di non rispettare la limitazione di 48 ore lavorative settimanali. Attualmente sono 15 gli Stati membri che ricorrono a questa possibilità: Bulgaria, Cipro, Estonia, Malta e Regno Unito consentono l´opt-out in tutti i settori, mentre Repubblica ceca, Francia, Germania, Ungheria, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Spagna lo consentono solo nei settori in cui vi è un esteso ricorso ai periodi di guardia. Con l´accordo raggiunto lo scorso settembre, il Consiglio ha confermato questa possibilità precisando che, in ogni caso, il consenso a lavorare più del massimo consentito non può superare 60 ore come media trimestrale o 65 ore, sempre come media su tre mesi, in assenza di un contratto collettivo e se "il periodo inattivo del servizio di guardia è considerato orario di lavoro". Con 544 voti favorevoli, 160 contrari e 12 astensioni, il Parlamento ha respinto la possibilità di ricorrere a questa deroga, considerando che, in media, l´orario massimo di lavoro non deve comunque superare le 48 ore settimanali. Con 421 voti favorevoli, 273 contrari e 11 astensioni, il Parlamento concede tuttavia agli Stati membri un periodo transitorio di 36 mesi durante il quale sarebbe possibile superare questo limite. Questa facoltà, in ogni caso, resta sottoposta a rigorose condizioni volte a garantire una protezione efficace della salute e della sicurezza del lavoratore. Prima fra tutte, occorre il consenso del lavoratore stesso che, precisano i deputati, è valido non più di sei mesi, rinnovabili, contro un anno sostenuto dal Consiglio. Nessun lavoratore, inoltre, deve subire un danno per il fatto di non essere disposto ad accettare di lavorare più del massimo consentito o per aver revocato la sua disponibilità a farlo. Il consenso dato all´atto della firma del contratto individuale, durante il periodo di prova o entro le prime quattro settimane di lavoro va poi considerato «nullo e non avvenuto». Le 48 ore di lavoro settimanali sono in principio calcolate su un periodo di riferimento di 4 mesi. I deputati accettano la proposta di poter derogare a tale disposizione imponendo un periodo di riferimento non superiore a 12 mesi mediante un contratto collettivo o un accordo sottoscritto dalla parti sociali o per via legislativa, previa consultazione delle parti sociali. Tuttavia, precisano che la deroga per via legislativa è possibile solo qualora i lavoratori non siano coperti da contratti collettivi o da altri accordi e purché lo Stato membro adotti le misure necessarie affinché il datore di lavoro informi i suoi dipendenti e provveda a porre rimedio a ogni rischio per la salute e la sicurezza connesso all´organizzazione dell´orario di lavoro proposta. I periodi di guardia vanno considerati orario di lavoro Nell´attuale direttiva manca una definizione del periodo di servizio di guardia. D´altra parte, diverse sentenze della Corte di giustizia hanno stabilito che il periodo di guardia doveva essere incluso nell´orario di lavoro. I deputati non contestano le definizioni di "servizio di guardia" e di "periodo inattivo di servizio di guardia" introdotte dal Consiglio nella posizione comune. Il primo è «il periodo durante il quale il lavoratore è obbligato a tenersi a disposizione sul proprio luogo di lavoro al fine di intervenire, su richiesta del datore di lavoro, per esercitare la propria attività o le proprie funzioni». Il secondo è invece definito come il periodo durante il quale il lavoratore è di guardia . Ma non è chiamato dal suo datore di lavoro ad esercitare di fatto la propria attività o le proprie funzioni». Contrariamente al Consiglio, però, il Parlamento ritiene che l´intera durata del servizio di guardia, «incluso il periodo inattivo», deve essere considerata orario di lavoro, ribadendo così quanto sostenuto in prima lettura. Concede tuttavia la possibilità che i periodi inattivi siano «calcolati in modo specifico, sulla base di contratti collettivi o di altri accordi tra le parti», oppure mediante disposizioni legislative e regolamentari, per quanto riguarda l´osservanza della durata massima settimanale della media dell´orario di lavoro. Periodi di riposo e conciliazione della vita professionale e familiare L´attuale direttiva prevede un periodo minimo di riposo giornaliero di 11 ore consecutive, un periodi di riposo settimanale ininterrotto di 24 ore e almeno 4 settimane di ferie annuali retribuite, nonché norme sulla durata del lavoro notturno. Tuttavia, contempla anche la possibilità di derogare a tali disposizioni sulla base di contratti collettivi o accordi con le parti sociali e purché ai lavoratori siano accordati periodi equivalenti di "riposo compensativo". Se il Consiglio propone di precisare che queste compensazioni devono essere concesse entro "un termine ragionevole", il Parlamento chiede che il periodo di riposo segua quello trascorso in servizio, conformemente alla legislazione applicabile oppure a un contratto collettivo o altro accordo. Delle disposizioni specifiche in materia sono stabilite per i lavoratori mobili e attività offshore» e per i lavoratori a bordo di pescherecci. I deputati condividono la posizione del Consiglio riguardo all´invito rivolto agli Stati membri di incoraggiare le parti sociali a concludere accordi volti a conciliare meglio la vita professionale con quella familiare. Con 539 voti favorevoli, 158 contrario e 10 astensioni, precisano tuttavia che i datori di lavoro debbono informare i dipendenti «con congruo anticipo» di ogni modifica del ritmo di lavoro. Inoltre, conferiscono ai lavoratori il diritto di chiedere modifiche del loro orario e ritmo di lavoro, lasciando però libero il datore di lavoro di respingere la richiesta se ciò comporta inconvenienti organizzativi «sproporzionalmente maggiori» del beneficio per i lavoratori. .  
   
   
OLTRE IL GIARDINO  
 
Roma, 18 dicembre 2008 - Molti delle nostre lettrici e dei nostri lettori ricordano la performance di Peter Sellers nella parte di un povero giardiniere che ha trascorso tutta la vita in una dimora patrizia e che, travolto da una macchina e poi inserito in una vita normale, giudica il mondo esterno con la visuale ridotta del "suo" giardino. La storia, come si sa, è a lieto fine per Peter Sellers perché i "poteri forti" lo impongono come capo del governo. L´immagine di Peter Sellers viene un mente quando si scorrono le agenzie dopo le riunioni del Consiglio europeo quando capi di Stato o di governo si rivolgono alle loro opinioni pubbliche nazionali senza guardare "oltre il giardino" nazionale. Nel Consiglio europeo che ha concluso la presidenza di Nicolas Sarkozy, capi di stato o di governo dovevano mettere ordine nel giardino comune per rendere il funzionamento dell´Unione europea più efficace e più democratico [il trattato di Lisbona], trovare i mezzi per uscire dalla crisi finanziaria [il piano di rilancio presentato da Barroso], assicurare gli strumenti della sicurezza comune [il progetto francese di difesa europea], confermare gli obiettivi energetici e ambientali [la strategia 20/20/20 entro il 2020]. Globalmente, i risultati del Consiglio europeo sono positivi per il giardino comune perché il trattato di Lisbona potrebbe entrare in vigore entro l´autunno 2009, i governi hanno accolto le proposte della Commissione per un impegno globale [Stati membri/Unione europea] pari all´1. 5 % del Pil europeo, il progetto della sicurezza e della difesa europea ha trovato un nuovo slancio e la lotta al cambiamento climatico è stata confermata secondo gli obiettivi fissati nel 2007 e ribaditi nel 2008. Certo, gli impegni comuni sono tutti ad referendum perchè gli irlandesi devono tornare a votare sul trattato di Lisbona, i governi devono essere coerenti con gli impegni presi nel piano di rilancio dell´economia [ma i fallimenti del piano Delors negli anni novanta e della strategia di Lisbona nei primi cinque anni del nuovo secolo destano legittime preoccupazioni], la difesa europea sarà sottoposta alla prova del fuoco fortunatamente non di un conflitto internazionale ma dell´era Obama e la lotta al cambiamento climatico dovrà fare i conti con il gap fra paesi virtuosi e paesi viziosi. Alcuni si sono presentati a Bruxelles come Peter Sellers, incapaci di guardare oltre il giardino di casa propria e considerando il confronto politico europeo come una strana Champions League dove l´arbitro [la Commissione] starebbe in campo per giocare contro i giocatori ed ogni giocatore deve giocare contro tutti gli altri. Sarà utile leggere le conclusioni del Consiglio europeo per sapere quel che è stato effettivamente deciso dai capi di Stato e di governo in tema di energia e lotta al cambiamento climatico. Il Consiglio europeo si premura di precisare che il pacchetto adottato assicurerà l´applicazione degli impegni ambiziosi presi nel 2007 e nel 2008 in particolare per quanto riguarda la riduzione del 20% delle emissioni di gas ad effetto serra nel 2020. Il Consiglio europeo conferma poi l´obiettivo dell´efficienza energetica, della promozione dei prodotti "verdi" e l´azione per il rafforzamento della sicurezza energetica. Come molti sanno, l´impegno dell´Unione europea nella lotta contro il cambiamento climatico è considerato come uno strumento essenziale per convincere gli altri paesi industrializzati ed i paesi emergenti a procedere con lo stesso impegno nella stessa direzione. Avendo confermato la strategia 20/20/20 per il 2020, l´Unione europea può dunque confermare il suo impegno ad una riduzione del 30% delle emissioni di gas dopo il 2012 nel caso in cui questo obiettivo venga adottato a livello internazionale al vertice Onu di Copenaghen del dicembre 2009. Con buona pace dei paesi "viziosi" la clausola di revisione accolta dal Consiglio europeo per il 2010 non è al ribasso ma al rialzo e quest´obiettivo è stata ricordato con chiarezza dal presidente Barroso nella conferenza stampa di chiusura del Consiglio europeo. Il Consiglio europeo ha poi discusso del contenuto delle proposte legislative che sono attualmente esaminate nel quadro del cosiddetto "trilogo" dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione. Come molti sanno, le proposte devono essere adottate nell´ambito della procedura di codecisione dove il Consiglio vota a maggioranza qualificata [i voti ponderati sono 340, la maggioranza è di 255 voti e l´Italia ne ha 29] ed il Parlamento a maggioranza assoluta dei suoi membri. Consiglio, Parlamento e Commissione hanno deciso di ricercare un accordo su tutto il pacchetto energia/ambiente entro la fine dell´anno puntando alla conclusione del negoziato già durante la cosiddetta prima lettura della procedura di codecisione. Un mancato accordo politico nel Consiglio europeo a causa dell´opposizione di uno o più paesi membri non avrebbe impedito alla procedura di codecisione di andare avanti mettendo i governi divisi in una posizione di debolezza di fronte ad un Parlamento europeo che ha già trovato, con saggezza politica, un equilibrio fra le esigenze ambientali e le diverse realtà produttive nei paesi membri. La partita europea non si è chiusa fortunatamente con la vittoria di qualcuno su altri ma con un risultato consensuale che facilita e non ostacola il cammino decisionale dell´Unione europea. Oltre i giardini nazionali. Pier Virgilio Dastoli .  
   
   
EUROPA, PUBBLICATO IL BANDO CIUDAD  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2008 - L´ufficio di cooperazione della Commissione europea Europeaid ha pubblicato il bando Ciudad (Cooperation in Urban Dialogue and Development) nell´ambito di Enpi, strumento finanziario a sostegno della politica di Vicinato. Il bando pubblicato dall´Ufficio di cooperazione della Commissione europea Europeaid ha come obiettivo il miglioramento delle capacità di governo locali e regionali dei Paesi Enpi e da particolare enfasi all´utilizzo dei principi di buon governo per il raggiungimento di una pianificazione dello sviluppo urbano sostenibile, integrata e di lungo periodo. Ciudad finanzia progetti nei seguenti settori: 1) Sostenibilità ambientale ed efficienza energetica; 2) Sviluppo economico sostenibile e riduzione delle disparità sociali; 3) Buon governo e pianificazione sostenibile dello sviluppo urbano Il bando, il cui budget complessivo ammonta a 11. 000. 000 di euro, è diviso in tre lotti: 1) Lotto Enpi Sud Le attività devono essere realizzate in almeno due dei seguenti Paesi: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Territori Occupati Palestinesi, Siria, Tunisia Disponibilità finanziaria indicativa: Euro 5. 500. 000 2) Lotto Enpi Est Le attività devono essere realizzate in almeno due dei seguenti Paesi: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia, Ucraina, Federazione Russa. Disponibilità finanziaria indicativa: Euro 3. 500. 000 3) Lotto Enpi Interregionale Le attività devono essere realizzate in almeno uno dei seguenti Paesi: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Territori Occupati Palestinesi, Siria, Tunisia e in almeno uno dei seguenti: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia, Ucraina, Federazione Russa. Disponibilità finanziaria indicativa: Euro 2. 000. 000 I progetti selezionati riceveranno un finanziamento comunitario che potrà variare tra un minimo di 400. 000 Euro ed un massimo di 650. 000 Euro a copertura di non più dell’80% del totale delle spese eleggibili del progetto. La restante quota dovrà essere finanziata da fondi propri dei partner o da risorse non provenienti dal bilancio comunitario e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale La procedura di selezione è a due fasi. La scadenza per la presentazione dei concept note dei progetti è il 27 febbraio 2009. I candidati selezionati saranno poi successivamente inviatati a presentare il formulario di candidatura completo. Il 22 gennaio 2009 è prevista a Bruxelles una giornata d’informazione sul bando. .  
   
   
AL VIA IL CORSO SUL VII PROGRAMMA QUADRO A FIRENZE  
 
Firenze, 18 dicembre 2008 - Sebbene il numero di progetti italiani presentati nell’ambito del Vii Programma Quadro sia fra i più alti in Europa, non sempre le proposte offrono livelli qualitativi di eccellenza. Per alzare il livello qualitativo dei progetti, Firenze Tecnologia – Azienda Speciale della Camera di Commercio organizza il corso "Come proporsi con successo nel Vii Programma Quadro: suggerimenti per la presentazione di idee progettuali". Il corso si tiene nelle giornate 21-22-23 gennaio 2009, nella sede di Firenze Tecnologia, Volta dei Mercanti 1, a Firenze. Nel corso delle tre giornate sono affrontati i vari step di una proposta progettuale: dall’idea alla definizione degli obiettivi, dalla costruzione del partenariato alla predisposizione della modulistica, fornendo suggerimenti e utili consigli per la presentazione di proposte progettuali di alto livello qualitativo. Il percorso formativo è completato dall’analisi di un bando specifico, scelto sulla base delle esigenze specifiche dei partecipanti, e da esercitazioni pratiche di gruppo su un’idea progettuale. Particolare attenzione sarà rivolta alla partecipazione delle Pmi e ai loro possibili ruoli nei progetti europei. Il corso è a pagamento. Per iscriversi è necessario far pervenire la scheda di adesione compilata, scaricabile da www. Firenzetecnologia. It , entro il 16 gennaio 2009, al numero di fax 055 2661030. .  
   
   
MUTUI: ABI, 50.000 MUTUATARI HANNO ADERITO A CONVENZIONE ABI-ECONOMIA 5 MILIARDI DI EURO IL CONTROVALORE DELLE RINEGOZIAZIONI EFFETTUATE  
 
 Roma, 18 dicembre 2008 - Sono stati circa 50. 000 i clienti, alla fine di novembre 2008, che hanno deciso di sfruttare le opportunità di rinegoziazione della Convenzione tra il Ministero dell’Economia e l’Associazione bancaria. È il dato fornito dall’Abi relativo all’andamento delle operazioni definite nell’ambito della Convenzione per la rinegoziazione dei mutui a tasso variabile. Il controvalore dei mutui rinegoziati con tale modalità è pari ad oltre 5 miliardi di euro. Al raggiungimento di questo obiettivo ha contribuito il 92,22% del sistema bancario in termini di sportelli sul territorio che hanno aderito alla convenzione, informato 2. 000. 000 di clienti e gestito 107. 000 contatti. Appare raggiunto, pertanto, il risultato atteso di un’iniziativa pensata per dare sostegno alle famiglie in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo a causa dell’andamento dei tassi di interesse sui mercati finanziari internazionali. Le 50. 000 famiglie beneficiarie, fissando l’importo della rata al valore determinato dai tassi nel 2006, hanno potuto così stabilizzare le proprie uscite mensili, senza però rinunciare alle opportunità di risparmio derivanti dagli eventuali andamenti favorevoli dei tassi di interesse per il prossimo futuro. Alle 50. 000 famiglie che hanno optato per la rinegoziazione in base alla Convenzione tra l’Abi e il Ministero dell’Economia, inoltre, vanno aggiunte le circa 130. 000 operazioni di rinegoziazione individuale effettuate a partire dal 2007 e le oltre 15. 000 operazioni di portabilità realizzate da giugno 2008. Ciò significa che dall’inizio della crisi dei mercati finanziari, circa 195. 000 famiglie hanno trovato una soluzione adeguata al proprio mutuo cogliendo le varie opportunità presenti sul mercato. .  
   
   
SERVIZIO DI TESORERIA REGIONE VENETO A UNICREDIT BANCA  
 
Venezia, 18 dicembre 2008 – - Il servizio di Tesoreria della Regione del Veneto è stato ufficialmente affidato a Unicredit Banca con la firma del relativo contratto, avvenuta questa mattina a Palazzo Balbi a Venezia, alla presenza dell’assessore alle Politiche di Bilancio Marialuisa Coppola e del Direttore Generale di Unicredit Banca Rodolfo Ortolani. L’istituto di credito si è infatti aggiudicato la gara per l’affidamento del questo servizio per i prossimi 5 anni, dal 1 gennaio 2009 al 31 dicembre 2013. La Regione ha circa tremila dipendenti e una movimentazione finanziaria annua di oltre 36 miliardi di euro per un numero che si aggira sui 135. 000 ordinativi di entrata e uscita. L’assessore Coppola ha sottolineato che il servizio di Tesoreria concordato tra Regione del Veneto e Unicredit Banca si contraddistingue per l’elevato livello di informatizzazione. La Regione opera insieme al Tesoriere Unicredit Banca attraverso l´ordinativo informatico a firma digitale, una modalità di gestione dei processi di spesa e di incasso completamente automatica che consente l´applicazione della firma digitale da parte dei responsabili della Regione e la trasmissione, in modo sicuro e tracciabile, al sistema informativo del Tesoriere. Sicurezza, riduzione dei tempi di pagamento e eliminazione del cartaceo sono tra i vantaggi offerti da questa procedura. Saranno inoltre potenziati e resi operativi nuovi collegamenti telematici ed internet con l’istituto di credito per tutte le attività informative e dispositive relative a incassi e pagamenti della Regione. Tra i vantaggi – ha detto l’assessore - sarà possibile mantenere aggiornata on line in tempo reale la situazione di cassa e contabile del bilancio della Regione. Per l’assessore Coppola il servizio di tesoreria rappresenta un anello fondamentale del rapporto con le imprese, le famiglie e, in definitiva, con il “sociale” a cui la Regione guarda sempre con grande attenzione, e in questo troverà il sopporto di Unicredit capillarmente diffusa sul territorio veneto. Da parte sua Ortolani ha ricordato che uno degli obiettivi di Unicredit è di essere a fianco degli enti pubblici, delle aziende e delle famiglie, soprattutto in momenti difficili come quello attuale. E una delle responsabilità del sistema creditizio è di trovare misure per dare nuovo slancio all’economia e strumenti per restare sul mercato, in particolare per un sistema di piccole e medie imprese come quello veneto. In questo senso – ha detto Ortolani – anche il valore della internazionalizzazione che Unicredit è in grado di mettere in campo può risultare utile all’imprenditoria veneta. Proprio in relazione alla crisi finanziaria in atto, l’assessore Coppola ha concluso affermando che le Regioni sono investite di una doppia responsabilità: da un lato contribuire a individuare gli strumenti adeguati per affrontare la situazione, dall’altro vigilare sul rapporto tra imprese e banche. .  
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, EXPORT IN RALLENTAMENTO MA L´ITALIA MANTIENE LE PROPRIE POSIZIONI IN EUROPA LE VENDITE DELLE AZIENDE ITALIANE CRESCONO NEI PRIMI DIECI MESI DEL 2008 DEL 3,1% IN GERMANIA E DEL 2,5% IN FRANCIA  
 
Roma, 18 dicembre 2008 - Si avvertono gli effetti della difficile situazione internazionale anche sull’andamento del nostro interscambio con l’estero, sebbene l’economia italiana continui a tenere posizioni sui mercati internazionali. I dati riferiti all’andamento delle esportazioni nel mese di ottobre 2008 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente segnalano una riduzione sul mercato europeo del 4,4% e nel complesso delle vendite all’estero dell’1,3%. "Se guardiamo però ai primi dieci mesi dell’anno risulta ancora la tenuta delle nostre esportazioni - commenta Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero - in quanto sui mercati dell’Ue registriamo comunque una crescita del 2,1% e su quelli extra Ue del 4,3%". Pur in una situazione di forte rallentamento dell’economia mondiale le nostre imprese fanno registrare posizioni di rilievo: nel periodo gennaio-agosto 2008 l’Italia si colloca al terzo posto tra le grandi economie europee per crescita delle esportazioni complessive con un aumento del 4,6% (dopo Germania e Francia, rispettivamente del 6,2% e 5%) precedendo Spagna e Regno Unito. Inoltre l’Italia è l’unico tra i grandi esportatori europei che quasi raddoppia il proprio surplus dei conti con l’estero verso l’Ue nel periodo gennaio-agosto 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007, passando da 4,8 miliardi a 9,2 miliardi di euro. Pur in un clima di deciso rallentamento rispetto alle performances dello scorso anno è significativo rilevare che la crescita delle esportazioni sui nostri primi due mercati di sbocco, Germania (+3,1%) e Francia (+2,5%), è superiore in entrambi i casi al dato medio di crescita delle esportrazioni verso l’Ue pari al 2,1%negli ultimi dieci mesi . "Tali valori, sebbene pari a circa un terzo di quelli registrati nello spesso periodo dello scorso anno, - sottolinea Esposito - dimostrano la capacità di presidio delle imprese italiane anche in questa difficile congiuntura internazionale, in particolar modo delle aziende di dimensioni minori che in Italia contribuiscono per il 56% all’export complessivo, contro il 41% della Germania e il 17% della Francia". .  
   
   
LOMBARDIA: APPROVATO BILANCIO "ANTICRISI" DA 25 MILIARDI FORMIGONI E COLOZZI: AIUTI ALLE FAMIGLIE E CREDITI ALLE IMPRESE CONFERMATI INVESTIMENTI PER 1,25 MILAIRDI SENZA AUMENTATE TASSE  
 
 Milano, 18 dicembre 2008 - Approvato in Consiglio regionale il bilancio di previsione 2009 e quello triennale 2009-2011. Il presidente della Regione, Roberto Formigoni e l´assessore alle Risorse e Finanze, Romano Colozzi, sottolineano che "nonostante il difficile momento economico nazionale e internazionale, nel triennio sono previsti cospicui investimenti (1,250 miliardi di euro) e misure straordinarie anticrisi, sia per il sostegno del credito alle piccole e medie imprese, sia per interventi di emergenza per sostenere le famiglie meno abbienti. A questo proposito 8 milioni sono stati stanziati per aiutare a pagare i mutui casa. Tutto ciò senza aumentare minimamente il livello di pressione fiscale". Quello approvato stasera è un bilancio da 25 miliardi di euro, 16 dei quali (pari al 74,3%) destinati al Servizio sanitario regionale, per il quale è prevista la continuazione, a livello di sistema, del pareggio economico-finanziario, senza intaccare, anzi, migliorando i servizi. Da rilevare - come ha fatto Colozzi - che ben 3. 500 milioni (il 15% delle entrate) sono destinati al Fondo di solidarietà interregionale (al quale la Lombardia contribuisce per più del 50%). "La razionalizzazione della spesa corrente - ha detto Colozzi - realizzata da anni, agevola l´impegno per gli investimenti, che viene quindi confermato nella manovra. Viene messo in campo un forte e innovativo impegno per favorire l´accesso al credito delle piccole e medie imprese. E nessuna tassa in più". Il bilancio si inquadra in una manovra triennale (2009-2011) da 67 miliardi di euro di risorse regionali destinate alla realizzazione delle politiche e degli obiettivi previsti dal Dpefr (Documento di Programmazione Economica Finanziaria), i cui ambiti principali sono: persona, capitale umano e patrimonio culturale; competitività; sanità, famiglia e casa; ambiente, territorio e infrastrutture; sicurezza. "L´apprezzamento ricevuto pochi giorni fa dalla Corte dei Conti per la Lombardia - notano Formigoni e Colozzi - per il lavoro svolto dalla Regione a livello di impostazione del bilancio 2007, basso indebitamento e rispetto del Patto di stabilità, continuerà ad avere i suoi effetti positivi e migliorerà negli anni successivi". Il rispetto del Patto di Stabilità è un altro degli elementi fondamentali nell´impostazione della manovra finanziaria regionale. Esso comporta l´impossibilità ad impegnare spese correnti, al netto delle spese sanitarie, in misura superiore all´importo minimo del triennio precedente e l´impossibilità a contrarre debiti per gli investimenti. Condizioni che Regione Lombardia ha sempre rispettato e continuerà a rispettare. Tutto ciò senza aumentare le tasse: Regione Lombardia ha scelto di non usufruire degli ulteriori margini fiscali disponibili per aumentare il proprio gettito. Ad esempio non reintroduce l´addizionale regionale sul gas metano (a differenza di altre Regioni), mentre riconferma la riduzione dell´addizionale regionale all´Irpef dello 0,3% per i redditi fino a 15. 493,71 euro introdotta nel 2008 (l´aliquota minima passa dall´1,2% del 2007 allo 0,9% nel 2008 e nel 2009). Per ridare ossigeno alle imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, Regione Lombardia ha accorciato i tempi medi di pagamento con l´obiettivo di portarli a 90 giorni, portandoli a circa 120 giorni rispetto ai 175 del 2007, con un risparmio sui costi per interessi passivi ed evidenti benefici per le aziende. "Il modello a cui si ispira Regione Lombardia - ha aggiunto l´assessore Colozzi - tiene alla prova dei fatti. I dati ci stanno dicendo che il binomio sussidiarietà ed efficienza delle istituzioni è vincente perché cerca di valorizzare fino in fondo le risorse del privato sociale senza far ricadere oneri sulle istituzioni né interferenze sui campi di competenza. Regione Lombardia non deve arretrare sulle sue responsabilità ma portare le proprie competenze verso l´eccellenza". "Uno Stato che riconosce il primato della società - ha proseguito l´assessore regionale - è in grado di raggiungere l´eccellenza nelle funzioni specifiche e proprie che la Costituzione gli attribuisce". Ecco, in dettaglio, i principali capitoli della manovra. Persona, Capitale Umano E Patrimonio Culturale - Le risorse complessivamente stanziate per l´area "Persona, capitale umano e patrimonio culturale" ammontano a circa 750 milioni nel triennio. La prevalente destinazione riguarda il sistema educativo e di formazione professionale, cui vanno circa 200 milioni. La programmazione 2009 conferma il "sistema della dote" (70 milioni) per sostenere la scelta della persona in base ai propri bisogni, insieme al diritto allo studio universitario (80 milioni). Rimarchevole l´aumento delle risorse per la cultura ("quelle che di solito sono le prime ad essere tagliate", ha sottolineato l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello), da 29,7 milioni nel 2008 a 36,2 milioni per il 2009. Competitività - A disposizione delle politiche per le imprese, ci sono nel 2009 101 milioni di risorse proprie della Regione, su 244 nel triennio, cui si aggiungono risorse da Fondo Unico Nazionale (132 milioni), Fondo unico regionale (47), Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale - 532 milioni per il periodo 2007/2013). L´attuale crisi dei mercati finanziari ha richiesto un intervento regionale straordinario per favorire l´accesso delle piccole e medie imprese al credito e concedere loro la liquidità necessaria a superare il momento di crisi nonché gli investimenti in innovazione. Il bilancio recepisce le forme di intervento già individuate, su cui si stanno attivando sinergie con il sistema bancario, con Bei e con le Camere di Commercio. Esse riguardano il rafforzamento del sistema delle garanzie attraverso i Confidi di 1° e 2° grado, il rifinanziamento del Fondo di rotazione per l´imprenditorialità (Frim), l´attivazione del Fondo Made in Lombardy e altro ancora, per una mobilitazione complessiva di risorse per circa 4 miliardi. "In un momento così difficile per l´economia internazionale - ha detto l´assessore all´Industria, Piccola e Media Impresa e Cooperazione, Romano La Russa - poniamo particolare attenzione a quello che ci chiedono le nostre imprese. Ma un grande risultato l´abbiamo già raggiunto: la conferma degli impegni presi nello scorso bilancio e per il futuro". Sanità, Famiglia E Casa - Per l´area "Sanità, famiglia e casa" sono previste risorse per 49 miliardi nel triennio (90% delle quali per la Sanità). Alcune priorità per la sanità riguardano: sviluppo dell´assistenza territoriale; nuove modalità di assistenza domiciliare per pazienti terminali, affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica ed in stato vegetativo persistente; avvio a regime dell´Azienda Regionale Emergenza Urgenza (Areu); pieno utilizzo del progetto Crs-siss con conseguente estensione anche del servizio Call Center e ulteriore miglioramento dei tempi di attesa; mantenimento equilibrio della spesa sanitaria; previsti 10 milioni per la realizzazione e completamento dei nuovi ospedali. Alcune priorità per quanto riguarda il welfare sono: sostegno alla maternità e alla famiglia (risorse statali per 55,8 milioni nel triennio; risorse Fnps per 13,7 milioni, risorse regionali per 2,7 milioni e 14,7 milioni) politiche socio-sanitarie per il sostegno alle persone fragili, in particolare anziani e disabili (Fondo non autosufficienti per 14,6 milioni, Fsr per 1. 398 milioni) politiche per il disagio e le nuove povertà (2 milioni Fnps su Contratti di Quartiere, 2,8 milioni sul servizio di custodia socio-sanitaria e sociale; risorse regionali 0,7 milioni) interventi di politica abitativa (sostegno affitti, ecc. ) "Tutti gli interventi previsti dal Piano regionale per l´edilizia residenziale pubblica (Prerp) 2007-2009 - ha sottolineato l´assessore alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti - trovano copertura finanziaria nel bilancio approvato. Ma questo non significa che non si possa ricorrere anche ad altri strumenti, come il Programma di Riqualificazione Urbana da poco presentato, per dare ulteriore spinta alla realizzazione di nuove case da affittare a canone moderato". Ambiente, Territorio E Infrastrutture - L´area "Ambiente, territorio e infrastrutture" beneficia di uno stanziamento che nel triennio supera i 3 miliardi di euro. Il Trasporto Pubblico Locale ha rappresentato uno dei comparti più critici del bilancio regionale 2009. Per mettere a disposizione risorse adeguate al ridisegno del sistema lombardo, la Regione si è impegnata con circa 130 milioni aggiuntivi di risorse autonome rispetto alle previsioni iniziali; Infrastrutture prioritarie: le risorse autonome (156 milioni) sono destinate in parte agli investimenti sul materiale rotabile, ad integrazione delle risorse statali (50 milioni 2009 anticipazione Fas) e in parte agli interventi prioritari sulla rete stradale di interesse regionale, le cui risorse integrano la programmazione ex D. Lgs 112/98; - Servizi di Pubblica Utilità: in questo comparto emergono progetti energetici, tutela e uso delle acque; si conferma l´impegno regionale (96 milioni programmati) per l´attuazione dell´Accordo di Programma Quadro Tutela delle acque, valorizzazione del territorio (14,4 milioni destinati alla difesa del suolo). Inoltre circa 12 milioni sono destinati ad interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, tutela e valorizzazione delle aree protette: 25 milioni nel triennio; Lotta all´inquinamento atmosferico: con 30 milioni saranno finanziate alcune misure antismog condivise con le Regioni del bacino padano (incentivi per sostituire i veicoli inquinanti e gli impianti di riscaldamento, potenziamento della rete di rilevamento della qualità dell´aria, ecc). Sicurezza - Nel corso dell´esercizio 2009 per l´area "Sicurezza" sono stanziati 22 milioni di euro circa, destinati a interventi urgenti in caso di calamità, sistema regionale di protezione civile, sicurezza urbana e potenziamento del sistema delle Polizie Locali (compresa l´attuazione del "numero unico"). .  
   
   
EMILIA ROMAGNA: APPROVATO IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA IL BILANCIO 2009. ERRANI: "INVESTIAMO PER SOSTENERE FAMIGLIE ED IMPRESE, PER COGLIERE LE SFIDE E LE OPPORTUNITÀ CHE QUESTA CRISI CI PROPONE"  
 
 Bologna, 18 dicembre 2008 - In relazione alla approvazione del bilancio 2009 da parte della Assemblea legislativa regionale, avvenuta ieri pomeriggio, il Presidente della Regione Vasco Errani ha commentato: “Sono soddisfatto della approvazione di questo bilancio, che si inserisce in un contesto di crisi diffusa. Sappiamo di doverci muovere in un contesto difficile, ma i risultati raggiunti ci permettono di parlare non solo delle difficoltà ma anche delle opportunità che ci sono in un periodo di crisi. Per questo, con il bilancio 2009, seguiamo alcune direttrici importanti. Innanzitutto ci impegniamo a mantenere stabili, per quanto di nostra competenza, imposte e tariffe. Parallelamente, risparmiamo sul funzionamento dell’Ente e ottimizziamo le spese. Questo ci consente di mettere in campo un ampio ventaglio di interventi. Penso al sociale e alla sanità, alle famiglie e a chi lavora: settori che sosteniamo attraverso il fondo per la non-autosufficienza e per l’affitto, le misure per l’integrazione degli stranieri, gli interventi su formazione e qualità del lavoro, l´aiuto alle imprese che creano lavoro, grazie allo stanziamento che abbiamo previsto (50 milioni di euro) per il sostegno del credito alle imprese stesse. Presteremo la massima attenzione alle conseguenze della crisi sull’occupazione e, conseguentemente, sulle famiglie. E lo faremo attivando misure sociali e di formazione per sostenere le fasce di popolazione più deboli, a partire da chi ha lavori precari. Inoltre ci impegniamo a tenere alto il valore degli investimenti (che screscono del 10% rispetto al 2008), puntando ai comparti più innovativi come l’economia verde, le energie sostenibili, l’ambiente, la ricerca e l´innovazione. Continueremo a investire scommettendo sui giovani, sulle nuove imprese e sulla formazione. Così sarà possibile valorizzare la nostra comunità e quella coesione sociale che oggi viene messa a dura prova dalla crisi”. .  
   
   
GIUNTA DEL LAZIO: 14,4 MILIONI DI EURO PER LA LOTTA ALLA POVERTÀ  
 
Roma, 18 dicembre 2008 - La Giunta regionale del Lazio ha approvato il Piano di Azione Regionale 2008 che stanzia 14,4 milioni di euro per la lotta alla povertà, all’esclusione sociale e per il sostegno alle persone anziane in difficoltà di oltre 200 comuni del Lazio. “Un intervento concreto – ha affermato il Presidente Marrazzo - che guarda alle richieste dei comuni, di quegli enti che conoscono meglio il territorio e la realtà delle singole famiglie residenti. Soldi a sostegno delle persone in difficoltà, particolarmente importanti in un momento economico tanto difficile. La Regione Lazio si fa dunque trovare pronta accanto ai cittadini e con il sostegno degli enti locali arriva direttamente nelle case delle persone”. Si tratta – ha aggiunto l’assessore regionale alle Politiche Sociali Anna Salome Coppotelli – di un segnale importante versoi quei cittadini più esposti alle conseguenze dell’attuale situazione economica. Migliaia di persone potranno contare su un sostegno effettivo per le proprie esigenze fondamentali” ha concluso la Coppotelli. I 201 comuni interessati sono distribuiti sull’intero territorio regionale. Per la provincia di Roma sono 47 i comuni interessati, con un investimento di 5,9 milioni di euro. 2,3 milioni di euro sono invece previsti per i 44 comuni in provincia di Rieti, 2,5 milioni di euro per i 59 comuni in quella di Frosinone, oltre 1,7 milioni per i 33 comuni in quella di Viterbo e, infine, quasi 1,8 milioni di euro per i 18 comuni della provincia di Latina. .  
   
   
APPROVATO IL BILANCIO REGIONALE 2009 DELL MARCHE, SPACCA: ´BILANCIO ANTI-CRISI, EQUO E SOLIDALE: CONTI IN ORDINE E RATING POSITIVI´..  
 
 Ancona, 18 Dicembre 2008 - La Regione Marche si presenta con i conti in ordine, i rating positivi e un´attenzione speciale alle fasce deboli della popolazione, alle famiglie, alle piccole imprese. Il Bilancio regionale 2009 si caratterizza, infatti, per una specifica finalita` anticiclica e anticrisi, a tutela del lavoro, della coesione sociale e dello sviluppo. ´Possiamo guardare al 2009 con maggiore fiducia ´ ha commentato il presidente Gian Mario Spacca questa mattina nel corso di una conferenza stampa - anche grazie ad un bilancio regionale anti-crisi, equo e solidale. L´approvazione immediata del bilancio e` stato un segnale chiaro e netto di attenzione verso la comunita` marchigiana, di coesione della maggioranza regionale e di responsabilita` da parte della minoranza. Era fondamentale mettere velocemente disposizione delle Marche le risorse del bilancio 2009, per aiutare cittadini, famiglie e piccole imprese ad affrontare un ´annus horribilis´. La maggioranza e` riuscita in tale risultato approvando il bilancio con un solo giorno di votazioni. E´ la prima volta da inizio legislatura. E´ un segnale di fiducia ´ ha proseguito Spacca - per l´intera comunita` marchigiana, che potra` contare su risorse incrementate rispetto all´anno scorso e su nuovi strumenti di intervento per tutelare le fasce deboli della popolazione e le piccole imprese: Fondo di solidarieta`, Fondo sociale, Fondo ammortizzatori sociali in deroga. Tali interventi si sviluppano in un quadro di conti in ordine: il debito si riduce; le tasse sono congelate ed anzi le entrate tributarie manovrabili si abbassano; il disavanzo della sanita` e` azzerato. ´ Sulla stessa lunghezza d´onda l´assessore al bilancio Pietro Marcolini:´di fronte ad un anno che si prospetta pieno di difficolta` come non mai ´ ha detto - l´approvazione del bilancio di previsione permette alla Regione di avviare senza soluzione di continuita` la gestione finanziaria 2009; infatti gli interventi previsti, a partire da quelli per le imprese e le famiglie, potranno diventare immediatamente operativi. Il dibattito consiliare ha ulteriormente arricchito la manovra di bilancio rafforzando le misure in grado di contrastare il negativo trend economico in atto. Il bilancio di previsione ´ ha aggiunto Marcolini - deve diventare lo strumento per contrastare la crisi, condiviso dalle istituzioni locali, dalle associazioni economiche, che possa in tempi rapidi riorganizzare una quota ampia delle risorse disponibili, comprese quelle di provenienza comunitarie (1287 milioni nel periodo 2007-2013)´. Presente alla conferenza stampa anche il presidente del Consiglio regionale Raffaele Bucciarelli che ha voluto sottolineare ´l´impegno responsabile e concreto dell´assemblea per la rapida approvazione del bilancio considerata la straordinaria situazione e la diminuzione della spesa dell´aula stessa. Rispetto allo scorso anno ´ ha spiegato ´ abbiamo ridotto i costi della politica di un ulteriore 3% riducendo le consulenze, le missioni e le auto di servizio. Attualmente le Marche vantano in questo settore la spesa piu` bassa d´Italia´ La Manovra Il profilo generale della manovra finanziaria 2009 della Regione puo` essere cosi` riassunto: Risorse regionali - Aumentano le risorse complessive a disposizione della comunita`, da 592 a 608 milioni di euro. Fondi di solidarieta`: ´ 5 milioni per il Fondo sociale su affitti, mutui e precariato, integrabile con apporti delle Fondazioni bancarie; ´ 5 milioni per il Fondo per il lavoro che contro garantisce nuovi finanziamenti richiesti dalle Pmi per evitare impatti occupazionali della crisi finanziaria. Complessivamente il plafond di finanziamenti agevolati dal Fondo potra` ammontare a circa 200 milioni di euro; ´ 47 milioni euro per il fondo per gli ammortizzatori sociali in deroga per le imprese con meno di 15 addetti; ´ prosecuzione del progetto contro il carovita ed il blocco dei prezzi. Pressione fiscale - I tributi manovrabili si riducono di -2,95%; 2 cittadini marchigiani su 3 continuano a non pagare l´addizionale Irpef in nome deI principi di equita` e progressivita`. Debito - Viene ridotto ulteriormente, da 1. 277 a 1. 272 milioni di euro. Il controllo rigoroso della spesa pubblica regionale si ripercuote positivamente anche sul debito: si liberano cosi` risorse prima vincolate a onorare spese improduttive, come quelle per interessi. Sanita` - Si consolidano i conti in ordine, con un disavanzo azzerato secondo i report 2008 del Ministero dell´Economia. Un risultato ancora piu` significativo perche` e` stato ottenuto senza comprimere i livelli di produzione sanitaria, ovvero i servizi diretti al cittadino. Rating - Standard&poor´s conferma A+ stabile, massimo tra le Regioni, uguale al livello dell´Italia. Le motivazioni che hanno condotto alla conferma del rating, si legge nel comunicato ufficiale di Standard&poor´s, sono principalmente legate ´al moderato livello di indebitamento, ai risultati finanziari e manageriali raggiunti dalla sanita` marchigiana e alle considerevoli risorse nazionali e comunitarie per gli investimenti´. Evasione - Recuperati 57 milioni di euro dal 2005 Le Tre Priorita´ Del Piano Anticrisi Della Regione: Lavoro, Liquidita´ E Investimenti Il Bilancio regionale 2009 si inserisce nel Piano predisposto dalla Regione per fronteggiare la difficilissima congiuntura internazionale e nazionale, che prevede per l´anno prossimo tre linee di intervento complementari: 1. Tutela del lavoro e della coesione sociale: sostegno al reddito ed al potere di acquisto di lavoratori, famiglie e soggetti deboli, con i fondi di solidarieta`, per il sociale, per gli ammortizzatori in deroga. 2. Massima liquidita` per le Marche: sostegno finanziario alle piccole imprese attraverso il Fondo di solidarieta` e garanzia, per facilitare l´accesso al credito e limitare impatti occupazionali negativi, e con l´attivazione di nuovi finanziamenti Bei, Fei, Feg. 3. Investimenti strategici: oltre 7 miliardi di euro di investimenti programmati ed in corso - le dimensioni sono quelle di una Finanziaria nazionale - in infrastrutture viarie e di trasporto, in reti immateriali a banda larga, in innovazione e ricerca, in infrastrutture sanitarie e scolastiche, in interventi del Piano-casa regionale. .  
   
   
MISURE ANTICRISI NEL PIEMONTE BAIRATI E MIGLIASSO INCONTRANO I SINDACATI  
 
Torino, 18 dicembre 2008 - Un aggiornamento sulla situazione di crisi in Piemonte e sulle prossime azioni che la Giunta regionale intende intraprendere per il sostegno alla domanda interna, sia sul versante della competitività sia su quello dell’innovazione: questo l’obiettivo dell’incontro che si è svolto oggi in Regione tra gli assessori al Lavoro, Teresa Angela Migliasso e all’Industria, Andrea Bairati (intervenuti anche in rappresentanza della Presidente, Mercedes Bresso) e i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, Vincenzo Scudiere, Gianni Vizio, e Lorenzo Cestari. Nel corso dell’incontro gli assessori hanno espresso l’intenzione di agire sulla domanda interna, anche attraverso investimenti per l’acquisto di flotte pubbliche per il trasporto collettivo e individuale a bassissimo impatto energetico e ambientale e l’incremento della quantità e qualità delle risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga. Regione e sindacati hanno inoltre convenuto sulla necessità di ottenere un rapido sblocco dei fondi Fas e altri finanziamenti che rispondano ai bisogni del sistema produttivo piemontese. La Presidente Bresso ha affermato: "E´ importante continuare ad agire ad ogni livello per fare in modo che le conseguenze della crisi non ricadano esclusivamente sui lavoratori: non è soltanto una questione di giustizia sociale, che sarebbe già di per sé una motivazione sufficiente, ma anche un’azione necessaria per evitare che l´impoverimento diffuso peggiori la situazione generale". Hanno aggiunto gli assessori Bairati e Migliasso: “Per quel che riguarda i fondi Fas abbiamo sottolineato la necessità di sbloccarli, in quanto fondamentali per una rapida ripresa dell´economia. In particolare, riteniamo necessario poter programmare il loro utilizzo nel 2009, per far fronte alla crisi. La Regione solleciterà inoltre il Governo a garantire risorse certe per il potenziamento degli ammortizzatori sociali, in particolare per coloro che oggi ne sono privi, in assoluto i più esposti al rischio di disoccupazione e di perdita del reddito”. “Il quadro della situazione economica piemontese è sempre più preoccupante - hanno dichiarato le organizzazioni sindacali - ed ha bisogno di misure efficaci, ai vari livelli istituzionali, che affrontino presto e bene i problemi che riguardano lavoratori e imprese. Per questo Cgil-cisl-uil piemontesi ritengono indispensabile lo sblocco immediato delle risorse nazionali da parte del Governo per consentirne l´uso fin dall´inizio del 2009”. .  
   
   
LA GRANDE LUCANIA VERSO MOVIMENTO CIVICO FEDERATO DEL SUD  
 
 Potenza, 18 dicembre 2008 - Il Movimento politico “La Grande Lucania”, simbolicamente costituito a Grassano, il paese dove negli anni cinquanta l’originale personaggio Michele Mulieri diede vita alla cosiddetta Repubblica Indipendente di Piani Sottani, non è frutto del caso”. Lo afferma, in un comunicato stampa, lo stesso movimento. “Esso affonda le radici nel pensiero federalista di grandi studiosi meridionali del passato ma raccoglie anche le esperienze significative più recenti dell’iniziativa politica di tipo territoriale che con caparbietà e coerenza sono state portate avanti in Basilicata dai candidati Presidenti alle Province di Potenza e Matera, Nicola Manfredelli e Leonardo Pinto. “Se finora tutte le formule politiche sperimentate, da quelle a forte impronta ideologica a quelle basate sul centralismo di uno strano bipolarismo nostrano, hanno miseramente fallito, rivelandosi inadeguate a fronteggiare i problemi ed a rispondere efficacemente ai bisogni ed alle aspettative della gente – puntualizza Manfredelli – bisogna riconoscere la bontà dell’intuizione, già nel 2004, di far nascere un Movimento locale indipendente, di rappresentanza e partecipazione, come “Lucania Viva”, che può essere considerato uno punto dei punti di partenza delle innovazioni politiche che si stanno rafforzando in tutto il paese dopo l’accelerata in senso federalista dell’assetto istituzionale italiano. Non a caso anche nelle regioni dell’Italia settentrionale è molto intenso il dibattito sull’opportunità di organizzare un Partito Territoriale del nord, capace di interpretare e difendere gli interessi del territorio”. “La Basilicata – si legge nella nota - dovrà essere protagonista primaria di questo processo in quanto è chiamata da un lato a riappropriarsi delle proprie risorse, attraverso la rinegoziazione degli accordi sul petrolio e sull’acqua e, dall’altro, ad evitare lo spopolamento del proprio territorio, da tempo nelle mire dei grandi interessi nazionali e mondiali. La mortificante vicenda della crisi politica alla Regione, che si continua a consumare nelle stanze delle segreterie dei partiti, indifferenti alla deriva economica e sociale che investe l’intera comunità, è il segno più evidente del fallimento del disegno di potere su cui si è basata la politica regionale degli ultimi quindici anni. Alla base delle finalità del Movimento “La Grande Lucania” vi sono i principi del Federalismo, dell’Autonomia, della Solidarietà e della Legalità che devono consentire di superare la pratica del “lucanismo” becero e arraffone conosciuto negli ultimi anni per recuperare l’orgoglio e la dignità della “lucanità” che ha contrassegnato l’operato dei grandi uomini di questa terra ricca di storia e di cultura”. .  
   
   
SARDEGNA: L´ESERCIZIO PROVVISORIO NON PARALIZZA LA REGIONE  
 
Cagliari, 18 Dicembre 2008 - "L´esercizio provvisorio non porta a nessuna sospensione di spesa, né tantomeno alla paralisi dell’attività dell’amministrazione". E´ il commento dell´assessore regionale della Programmazione e Bilancio, Eliseo Secci, in merito alle polemiche sul possibile ricorso della Regione all´esercizio provvisorio e sulla mancata approvazione della Finanziaria entro i tempi prestabiliti. "Ogni capitolo di spesa - spiega l´assessore Secci - viene diviso per dodici e in ogni mese di esercizio provvisorio si può spendere, per spese obbligatorie e per investimenti, un dodicesimo della somma complessiva stanziata. Per essere chiari, l’esperienza ci dice che, normalmente, i livelli di spesa maggiori si concentrano nel secondo semestre, per attingere picchi rilevanti negli ultimi mesi". "Credo - conclude Secci - che il rispetto dei tempi previsti dalla legge per l’approvazione della manovra di bilancio sia un obbligo e un valore . Ma lo è sempre. Non mi pare che quanti oggi drammatizzano oltre misura e paventano il baratro, si siano stracciati le vesti per i tre mesi di esercizio provvisorio che, ´normalmente´, negli ultimi quindici anni sono stati necessari per approvare la manovra finanziaria". .  
   
   
BOLZANO, PATTO DI STABILITÀ: PROPOSTE DELLA PROVINCIA DISCUSSE A ROMA  
 
 Bolzano, 18 dicembre 2008 - Esenzione dal patto di stabilità dei capitoli di sanità e scuola, in cui la Provincia ha competenza diretta, e del finanziamento dei Comuni: è quanto prevede la proposta elaborata dalla Provincia per disciplinare il patto di stabilità da siglare con lo Stato, discussa a Roma dall´assessore Werner Frick. "Negli ultimi anni siamo riusciti a garantire nei macrosettori in cui la Provincia esercita una competenza diretta, come la scuola e la sanità, quantomeno un adeguamento all´inflazione", sottolinea l´assessore Werner Frick. Lo schema prospettato dalla Provincia per il patto di stabilità 2009 con lo Stato ha visto lo stesso Frick e il direttore della Ripartizione provinciale Bilancio Eros Magnago impegnati a Roma nell´incontro con il direttore generale competente nel Ministero dell´economia. "A differenza degli anni scorsi, il Ministero richiede che la Provincia di Bolzano rispetti il principio degli obiettivi di risparmio fissati dallo Stato anche nei settori finora esentati", sottolinea Frick illustrando la difficoltà della trattativa. Un problema ancora da risolvere riguarda l´ambito delle disponibilità finanziarie extrabilancio, come ad esempi i fondi per l´edilizia abitativa, per la tutela della non autosufficienza e la promozione dell´economia. "Lo Stato resta sulla sua posizione - spiega Frick - e impone che questi significativi mezzi di finanziamento si richiamino alla tesoreria unica". Inoltre il tempo stringe, in quanto il patto di stabilità interno tra la Provincia e lo Stato va definito già entro dicembre. "Se la tabella di marcia non viene rispettata, anche in Alto Adige saranno applicate le direttive statali in materia, che sono più rigide", conclude Frick. La trattativa continua. .  
   
   
MILANO, FONDAZIONE SCUOLE CIVICHE. UN CICLO DI INCONTRI CON ENZO JANNACCI  
 
Milano, 18 dicembre 2008 - L’assessore alle Politiche del Lavoro e dell’Occupazione Andrea Mascaretti è intervenuto oggi a Palazzo Marino alla presentazione del progetto “La Canzone - 8 incontri con Enzo Jannacci“. L’iniziativa, organizzata dall’Accademia Internazionale della Musica (Fondazione Scuole Civiche di Milano) in collaborazione con l’Associazione Musica, è stata illustrata questa mattina dallo stesso Jannacci e dal responsabile dei civici corsi di jazz, Enrico Intra. Gli incontri si terranno tutti i martedì, dal 3 febbraio al 24 marzo, dalle 17. 30 alle 19. 30, all’Auditorium Lattuada di corso di Porta Vigentina 15/a. Il progetto nasce dall’esperienza di un grande cantautore che vuole mettere in contatto la comunità di studenti, studiosi e appassionati con il linguaggio espressivo della canzone. Un linguaggio, quello di Jannacci, da sempre di grande impatto emotivo e sociale e vicino alle tematiche del lavoro, al suo ruolo formativo e agli aspetti della vita quotidiana. “Al centro delle sue canzoni Jannacci ha posto temi importanti, come il lavoro e la vita quotidiana – ha detto Mascaretti -. Oggi, grazie a questa iniziativa, darà ancora una volta prova del suo carisma, insegnando a scrivere canzoni e comunicando un’esperienza artistica, unica nel suo genere, nella quale formare significa anche aiutare a prendere coscienza di se stessi e di quanto ci circonda, ma soprattutto impegnarsi in prima persona e vivere nel rispetto degli altri. Una formazione ‘alta’, svincolata dalla didattica corrente eppure in grado di offrire un livello di conoscenza importante, basata sul carisma eccezionale di chi la propone”. Ai partecipanti, un gruppo di studenti e uno di uditori, Jannacci racconterà se stesso, spiegherà come sono nate e nascono le sue canzoni, come si sta sulla scena e ci si rapporta col pubblico. Lo farà con il suo stile colloquiale e diretto, aiutando i partecipanti a riflettere su se stessi, sulla società, sulla vita e a trasformare i pensieri in canzoni. . .  
   
   
LE IMPRESE TOSCANE ´DANNO CREDITO´ ALLE BANCHE A PALAZZO STROZZI SACRATI A FIRENZE PRESENTATO IL RAPPORTO ANNUALE IRPET SODDISFATTE SETTE AZIENDE SU DIECI, MA DIMINUISCONO DEPOSITI E MUTUI E UN´IMPRESA SU DUE DICHIARA DI NON AVERE RAPPORTI CON GLI ISTITUTI BANCARI  
 
Firenze, 18 dicembre 2008 - Le imprese toscane hanno un buon rapporto con gli istituti bancari. Almeno così era fino a luglio, prima che la crisi finanziaria e economica esplodesse con fragore. E tra una grande banca ed una piccola, radicata nel territorio, prediligono decisamente queste ultime: più duttili e capaci di offrire condizioni migliori nei tassi, ma minori quantità di prestiti. Quel che semmai le imprese chiedono alle banche è un maggior sforzo di informazione sugli strumenti per agevolare il credito, che dunque sono ritenuti determinanti. E´ quanto emerge da un´indagine dei mesi scorsi su un campione di 1900 imprese della regione, i cui risultati sono stati sintetizzati nel rapporto annuale sul sistema del credito in Toscana, curato dalla ricercatrice Renata Caselli dell´Irpet in collaborazione Andrea Taddei, che è stato presentato stamani ai giornalisti a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze alla presenza dell´assessore al bilancio Giuseppe Bertolucci. Sette aziende su dieci si dichiarano soddisfatte del loro rapporto con le banche. Le aziende toscane dimostrano di apprezzare pure il protocollo che la Regione ha firmato con gli istituti bancari maggiormente presenti e diffusi sul territorio, il quale, anche a fronte delle garanzie concesse dalla Regione tramite Fidi Toscana e dal sistema regionale dei Confidi, fissa condizioni particolarmente vantaggiose per le imprese: il 44 per cento delle aziende dichiara di conoscere il protocollo e il 38% sa cosa sono i consorzi di garanzia. Più di duemila imprese, quasi tutte di piccole dimensioni, hanno usufruito nel 2007 degli strumenti previsti dall´accordo: chi ha chiesto di accedere al fondo unico di garanzia lo ha fatto per lo più per finanziamenti di microcredito o per rilanciare e consolidare la propria azienda. Numerosi, circa quattrocento, sono stati gli interventi anche a favore delle imprese femminili. Un´azienda su due, tra le 1900 del campione dell´indagine, dichiara comunque di non avere rapporti con le banche. E il 21 per cento se ne lamenta. Struttura del sistema bancario - Il 2007 è stato un anno importante per l’assetto bancario del paese: tante fusioni e acquisizioni, che hanno coinvolto anche istituti stranieri e che in Toscana hanno riguardato due dei principali istituti di credito regionali. La Cassa di Risparmio di Firenze ha ceduto il 32% del suo azionariato al gruppo Intesa-san Paolo e il Monte dei Paschi di Siena ha rafforzato il suo posizionamento di mercato acquistando Banca Antonveneta e divenendo la terza banca italiana per capitalizzazione. La Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno, già controllata da Banca Popolare Italiana, è confluita invece nel nuovo Banco Popolare. Le imprese toscane, con alcune eccezioni sulla costa e nel nord della Toscana, continuano comunque a preferire le piccole banche. I numeri Erano 123, nel 2007, le banche che operavano in Toscana: una in più rispetto al 2006. La metà hanno sede nella regione (63 banche) e tra queste 37 sono banche di credito cooperativo, 22 banche commerciali e 3 banche popolari. Anche gli sportelli sono in crescita, passati in un anno da 2. 376 a 2. 458. Su 287 comuni di tutta la Toscana, solo 11 non hanno una banca sul loro territorio. Le banche di Credito cooperativo sono quelle che più vedono crescere impieghi e sportelli, a riprova di come i toscani prediligano banche con un forte radicamento sul territorio. Sono cresciute comunque anche le quote di impieghi e sportelli delle banche che non hanno sede in Toscana. Composizione Del Mercato Bancario Toscano. 2004-2007 Quote percentuali
2004 2005 2006 2007
Quote d i sportelli
Banche Regionali 76,3 76,4 77,0 76,1
S. P. A. 60,5 60,6 60,9 59,6
Bp 4,8 4,7 4,9 4,8
Bcc 11 11,1 11,2 11,7
Banche Extraregionali 23,7 23,6 23,0 23,9
Quote di prestiti
Banche Regionali 64,6 63,5 63,5 63,1
S. P. A. 52,7 51,5 51,6 51
Bp 3,5 3,6 3,6 3,3
Bcc 8,3 8,4 8,3 8,8
Banche Extraregionali 35,4 36,5 36,5 36,9
Quote di raccolta
Banche Regionali 79,8 79,5 79,8 77,8
S. P. A. 64 62,9 62,8 60,9
Bp 4,6 4,6 4,6 4,4
Bcc 11,2 11,9 12,3 12,5
Banche Extraregionali 20,2 20,5 20,2 22,2
Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) Depositi in calo Ha subito invece una battuta di arresto la crescita dei depositi, che era iniziata nel 2001 e fino all´anno scorso non si era mai arrestata. Nel 2007 la media regionale registra un modesto +0,1%, quand o invece in tutta Italia la crescita è stata del 3,1. In quattro province il segno è stato addirittura negativo: Firenze (-2,3%), Grosseto (-0,5%), Lucca (-3,9%) e Prato (-0,6%). Letta assieme ai prestiti in crescita per il credito al consumo e ai mutui sulla casa in cala può essere la fotografia di una generale impoverimento della società. Depositi Bancari Nelle Province Toscane. 2007 Valori in milioni di euro, incidenza e variazioni e percentuali
2007 Var. % 2007/06 Inc. % 2007
Arezzo 3. 780 1,7 8,4
Firenze 14. 256 -2,3 31,8
Grosseto 2. 080 -0,5 4,6
Livorno 3. 218 3,5 7,2
Lucca 4. 595 -3,9 10,3
Massa Carrara 1. 965 3,6 4,4
Pisa 4. 621 4,2 10,3
Pistoia 3. 081 2,9 6,9
Prato 3. 267 -0,6 7,3
Siena 3. 919 2,4 8,8
Toscana 44. 783 0,1 100
Italia 749. 406 3,1 6,0
Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) I depositi delle famiglie toscane, che pesano per il 64% su tutti i depositi, sono diminuiti dello 0,5%: in un anno sono 145 milioni in meno, che si somma ai 152 milioni persi sui depositi delle imprese. Il motivo sta probabilmente, appunto, nella necessità di una maggiore liquidità. La perdita è stata comunque compensata dal consistente aumento dei depositi delle società finanziarie e assicurative. Prestiti in crescita: ´importatori´ di risparmio Nonostante la congiuntura negativa, sono comunque aumentate le risorse erogate nel territorio dalle banche: nel 2007 gli impieghi sono infatti cresciuti del 9,7%, in linea con il trend degli ultimi anni. Il credito alle imprese &egra ve; cresciuto del 10,1% e ha interessato soprattutto le aziende di medio-grande dimensione. I prestiti destinati alle famiglie sono cresciuti del 5,9. Gli impieghi sono stati superiori alla raccolta sul territorio, il che è come dire che la Toscana è ´importatrice di risparmio´. Impieghi Bancari Totali Per Provincia In Toscana. 2006-2007 Valori in milioni di euro e percentuali
2007 Var. % 2007/06 Inc. % 2007
Arezzo 7. 390 5,7 7,2
Firenze 32. 017 10,1 31,2
Grosseto 4. 239 7,5 4,1
Livorno 6. 813 11,2 6,6
Lucca 13. 189 13,2 12,8
Massa Carrara 3. 528 11 3,4
Pisa 9. 193 11,9 8,9
Pistoia 6. 864 8,1 6,7
Prato 7. 700 6,8 7,5
Siena 11. 814 8,4 11,5
Toscana 102. 747 9,7 100
Italia 1. 500. 616 9,7 6,8
Fonte: Elaborazioni su dati Banca d’Italia (2008) Meno mutui sulla casa Già nel 2007 si acquistavano meno case: o almeno di meno sono stati i mutui accesi per comprarle, sintomi di un raffreddamento del mercato immobiliare il cui livello di consistenze, in Toscana, rimane alto. Bassi anche i tassi di crescita dei finanziamenti destinati all’acquisizione di macchinari ed attrezzature. L´indice che misura la rischiosità del sistema è diminuito, ma pesa di più nel settore industriale. Tassi in aumento Naturalmente sono cresciuti, nel 2007, i tassi di interesse. Nell’estate 2007, la crisi dei sub prime e la conseguente crisi di liquidità ha determinato fenomeni generalizzati di credit crunch, prima negli Stati Uniti e, a distanza di poco tempo, anch e in Europa. Il risultato è stato un inasprimento generalizzato delle condizioni di credito con ripercussioni anche in Toscana, interrompendo una diminuzione che nel 2005 aveva portato il tasso a breve termine praticato dalle banche (5,6%) al di sotto della media nazionale (5,8%). Alla fine del 2007, per la forte impennata dell´Euribor, il tasso a breve risultava pari al 7,3%, a fronte di un livello medio nazionale del 7,2%: tassi che sono rimasti per lo più invariati fino a giugno 2008, che è l´ultimo dato disponibile. L’andamento dei tassi a medio-lungo termine è analogo e in linea con la dinamica nazionale: alla fine del 2007 era il 5,72% (contro il 5,71% della media italiana). On line sul sito di Toscana Notizie, www. Regione. Toscana. It, è disponibile il rapporto integrale. .
 
   
   
EMERGENZA ECONOMICA DEL MONDO DELLE IMPRESE PISTOIESI  
 
Pistoia, 18 dicembre 2008 - Dalla Camera di Commercio di quasi quattro milioni di euro per andare incontro all’emergenza economica del mondo delle imprese pistoiesi. La Giunta della Camera di commercio pistoiese ha approvato all’unanimità e stanziato 3. 770. 400,00 euro di cui 575. 000,00 euro destinati alla promozione del territorio, una parte consistente ed esattamente 300. 000,00 euro saranno destinate al sostegno del credito per favorire i necessari investimenti delle nostre imprese, 1. 670. 000,00 euro dedicati alla promozione e internazionazionalizzazione, 430. 000,00 euro per innovazione e formazione, 130. 000,00 euro per la governance, 40. 000,00 euro per la tutela della concorrenza e del mercato e 130. 000,00 euro per il miglioramento della qualità dei servizi erogati e riduzione dei tempi di attesa. .  
   
   
MORTI SUL LAVORO: PRONTO IL REGOLAMENTO PER IL CONTRIBUTO ALLE FAMIGLIE APPROVATO DALLA GIUNTA REGIONALE TOSCANA A TEMPO DI RECORD  
 
Firenze, 18 dicembre 2008 - Approvato a tempo di record lo schema di regolamento di attuazione della legge regionale che istituisce un Fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro. Lo ha licenziato nel corso della sua ultima seduta la giunta regionale, su proposta dell´assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi. «La legge, da tempo in gestazione, è stata approvata rapidamente, dopo che la Toscana, l´ottobre scorso, aveva vissuto il dramma di ben quattro morti nei cantieri in poche ore – dice l´assessore Enrico Rossi - Non si ricordava un giorno così tragico per il mondo del lavoro toscano e questa tragedia ha fatto in modo che si bruciassero le tappe. Sull´onda di questa stessa spinta è stato messo a punto il regolamento attuativo. Sappiamo che si tratta di un intervento parziale, che risarcisce solo in man iera minima la ferita irreparabile che la morte sul lavoro provoca in una famiglia e in tutta la società e che la priorità è la battaglia per far crescere la cultura della sicurezza. Ma almeno possiamo fare in modo che le ristrettezze economiche e l´angoscia del futuro pesino meno sulle spalle di chi ha già dovuto subire una perdita gravissima». Finalità della legge (la n. 57 del 27 ottobre) è assicurare il contributo alle famiglie delle vittime entro 60 giorni dalla data di presentazione della domanda. Il regolamento disciplina le modalità di presentazione della domanda stessa alle Asl nel cui territorio si è verificato l´incidente, le modalità di svolgimento dell´istruttoria necessaria per accertare che la morte del lavoratore sia avvenuta proprio a seguito di un infortunio sul lavoro, i controlli e le modalità di recupero del contributo qualora manchino le condizioni previste. La legge regional e istituisce un fondo di solidarietà i cui beneficiari possono essere il coniuge o il convivente della vittima di incidente mortale avvenuto sul luogo di lavoro nel territorio regionale dal 1 gennaio 2008, i figli legittimi, naturali riconosciuti, adottivi e affiliati, oppure, in mancanza di questi, gli ascendenti fiscalmente a carico, oppure, in mancanza di questi, i fratelli e le sorelle minori di età o fiscalmente a carico. Gli oneri sono stimati in 600. 000 euro per l’anno 2008 e 1. 000. 000 di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010. .  
   
   
“LAVORO PIÙ SICURO”: LA GIUNTA TOSCANA FINANZIA CON 815 MILA EURO IL PROGETTO PER LA LUCCHINI INTERVENTO STRAORDINARIO PER LA SICUREZZA DEI GRANDI IMPIANTI  
 
Firenze, 18 dicembre 2008 - Si intensificano gli interventi di prevenzione per la sicurezza nel comparto siderurgico. Sui proposta dell´assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi la giunta regionale ha infatti approvato nella sua ultima seduta il Piano di controllo straordinario nel settore siderurgico per il “Lavoro più sicuro” e il “Piano programmatico di interventi per la sicurezza nello stabilimento delle acciaierie Lucchini di Piombino per gli anni 2008-2010”, finanziandoli con 815 mila euro. «Non da oggi – afferma l´assessore Rossi – abbiamo affrontato con interventi specifici il problema della sicurezza nei grandi impianti industriali e soprattutto nelle strutture della siderurgia, concentrate nell´area livornese. Il nostro obiettivo è oggi quello di aumentare ancora l´attenzione e la vigilanza in un settore particolarmente interessato ai fenomeni dell´esternalizzazione e dell´appalto, situazioni che moltiplicano i fattori di rischio. Per questo abbiamo deciso di potenziare ed estendere l´attività dell´Unità funzionale grandi impianti della Val di Cornia, individuando indicatori e obiettivi precisi, chiamando l´impresa a una maggiore responsabilità e avvalendoci anche della fattiva collaborazione del Comune di Piombino». Al primo posto tra le attività previste dal progetto, elaborato dalla Asl 6 di Livorno, si colloca l´analisi dei livelli di sicurezza per la prevenzione degli incendi nei reparti dello stabilimento Lucchini e nelle ditte che operano al suo interno. L´analisi non prevede soltanto un controllo dei documenti predisposti ma soprattutto la verifica della applicazione pratica delle misure di sicurezza. Sarà incrementata l´attività di vigilanza e ispezione all´interno di tutte le aree dello stabilimento Lucchini (Cokeria, Ghisa, Acciaier ia e Laminazione), delle imprese appaltatrici stanziali all´interno del perimetro industriale e dei cantieri di manutenzione e installazione impianti eventualmente aperti. Il progetto prevede poi la realizzazione di una nuova campagna di monitoraggio per la valutazione del rischio dovuto alla esposizione dei lavoratori ad agenti cancerogeni. Verrà realizzato uno studio completo su un gruppo di 60 lavoratori delle Batteria del reparto Cokeria, per verificare l´esposizione potenziale e reale a sostanze come gli idrocarburi policiclici aromatici e il benzene e al rischio biologico. Altre attività comprese nel progetto prevedono una verifica dell´organizzazione del primo soccorso, assistenza e vigilanza sulle problematiche legate all´assunzione di droghe e alcol in alcune categorie di lavoratori, la verifica della qualità della sorveglianza sanitaria, la mappatura della presenza di fibre artificiali nei grandi stabilimenti in sostituzione dell´amianto. < br />Confermata l´unità funzionale attualmente attiva e composta da un ingegnere, un medico del lavoro e 3 tecnici della prevenzione, che verrà dotata di nuove attrezzature. .  
   
   
SICUREZZA SUL LAVORO:APPROVATA LA CONVENZIONE TRA REGIONE,INAIL E UNIVERSITA`` POLITECNICA DELLE MARCHE .  
 
Ancona, 18 Dicembre 2008 - La Giunta Regionale ha approvato, su iniziativa dell´assessore regionale alla sanita` Almerino Mezzolani, la convenzione con l´Inail e l´Universita` Politecnica delle Marche relativa all´ampliamento della ricerca conoscitiva sul ruolo e sulle esigenze dei rappresentanti dei lavoratori che svolgono funzioni di sorveglianza e prevenzione degli infortuni all´interno delle aziende marchigiane. ´L´obiettivo - precisa l´assessore - e` sviluppare progetti comuni di ricerca scientifica volti al miglioramento della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro´. Di qui la necessita` di sostenere e consolidare, d´intesa tra istituzioni e organizzazioni sindacali, il percorso di conoscenza dei bisogni e di aggiornamento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza iniziato nel 2007. Dalla ricerca, condotta su un campione di aziende di piccola e piccolissima dimensione, erano emerse difficolta` nel reperire i rappresentanti dei lavoratori che, per legge, svolgono un compito fondamentale nella sicurezza aziendale. Di qui la decisione di promuovere ulteriori attivita` conoscitive, estendendo la ricerca ad un campione di aziende con piu` di 15 dipendenti ed ampliando la fase di elaborazione statistica. Sempre in materia di sicurezza sul lavoro, la Giunta regionale ha approvato l´atto di intesa tra la Regione Marche, l´Inail e l´Universita` degli Studi di Urbino per l´implementazione e il consolidamento dell´Osservatorio Olympus per il monitoraggio permanente della legislazione e della giurisprudenza. .  
   
   
ACCORDO CLAUSOLE SOCIALI PER GLI APPALTI DEL COMUNE DI BOLZANO  
 
Bolzano, 18 dicembre 2008 - È stato firmato ieri presso il Comune di Bolzano l’accordo sul tema delle cosiddette “clausole sociali” da inserire in tutti i capitolati di appalto dei bandi del Comune, Seab e Assb (Azienda Servizi Sociali Bolzano). Le parti firmatarie sono il Comune stesso e le associazioni delle cooperative e i sindacati. Essi compongono il comitato paritetico per le cooperative sociali (Cpcs) Alto Adige Südtirol, costituito tra Agci, Confcooperative, Lega delle Cooperative e Raiffeisenverband e le organizzazioni sindacali Cgil/agb, Asgb, Sgb/cisl e Uil/sgk. Lo scopo è quello di introdurre in tutte le gare d’appalto condizioni che valorizzino la qualità del lavoro, la congruità dei prezzi e la responsabilità sociale delle cooperative e l’accordo di oggi getta le basi per migliorare i servizi ai cittadini e garantire un lavoro dignitoso a tutte le collaboratrici e i collaboratori delle cooperative sociali. Le parti firmatarie esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto che va nell’interesse di tutta la comunità locale. Clausole Sociali Da Inserire Nei Capitolati Di Appalti E Affidamenti Di Servizi Nel Comune Di Bolzano, Assb e Seab 1. Superamento dell’utilizzo prevalente nelle procedure di appalto del criterio di aggiudicazione dell’offerta al massimo ribasso, preferibilmente a vantaggio di quello improntato all’offerta economicamente più vantaggiosa con prevalenza al punteggio assegnato ai parametri tecnico-organizzativo e di qualità dell’offerta rispetto a quello economico. 2. Obbligo di applicare nei confronti dei lavoratori condizioni contrattuali normative e retributive non inferiori rispetto a quelle derivanti dall’applicazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali in vigore per il settore e nella Provincia Autonoma di Bolzano comprensive di eventuali accordi integrativi territoriali stipulati dalle Oo. Ss. Maggiormente rappresentative sul territorio provinciale. 3. Obbligo di considerare, nella costruzione delle basi d’asta, nel momento della verifica della congruità dell’offerta economica – rendendo evidente e distinto il costo del lavoro e della sicurezza da tutte le altre voci, almeno i seguenti elementi: a. Costo del lavoro riferito ai contratti di lavoro del comparto di attività oggetto di appalto; b. Eventuali costi di coordinamento; c. Costi di ammortamento dei mezzi e delle attrezzature e dei prodotti necessari all’espletazione del servizio; d. Costi generali; e. Eventuali costi di formazione ed aggiornamento del personale; f. Considerazione di un utile di impresa. 4. Valorizzazione della positiva partecipazione dell’impresa sociale nell’attività di elaborazione degli indirizzi di programmazione sociale per conto del Comune di Bolzano: a) Valorizzazione, nella determinazione dei criteri di aggiudicazione dell’appalto, di precedenti prestazioni positive con il Comune di Bolzano, rese da imprese o cooperative locali e non, nell’ottica di mantenere un saldo rapporto con la comunità e i suoi bisogni, con l’assegnazione di un punteggio di max 5 punti nell’offerta tecnico-organizzativa (vedasi sentenza del Consiglio di Stato, sez. Iv, 26 giugno 2007 nr. 5476): b) Gestione della comunicazione quotidiana di base in lingua italiana e tedesca, per i servizi alla persona oppure previsione di piani formativi atti ad acquisire e migliorare tale ambito di competenza c) Garanzia di reperibilità o di presenza fisica entro un certo lasso di tempo, in quanto presupposto ritenuto necessario dall’Amministrazione comunale ai fini della garanzia di un servizio accurato. 5. Durata pluriennale degli appalti e/o affidamenti adeguata a garantire la qualità degli interventi e/o degli eventuali investimenti tale da consentire alle società aggiudicatrici o affidatarie una idonea programmazione del servizio e della formazione degli operatori e ammortamenti degli investimenti fatti, (salvo casi particolari nonchè art. 5 Legge 381); 6. Previsione, nei contratti o nelle convenzioni, di meccanismi di adeguamento di revisione dei prezzi (art. 115 D. Lgs 12 aprile 2006) in ossequio alla normativa nazionale e provinciale. 7. L’attività di volontariato, che rappresenta una risorsa importante e strumento di partecipazione sociale, non potrà mai essere sostitutivo del lavoro delle imprese, ma rappresentare casomai un valore aggiunto. 8. In caso di ricorso al subappalto l’impresa aggiudicataria deve indicare in fase di redazione dell’offerta la parte del servizio che intende subappaltare e, provvedere al deposito del contratto di subappalto presso la stazione appaltante almeno venti giorni prima della data di effettivo inizio dell’esecuzione delle relative prestazioni; 9. Obbligo per l’impresa aggiudicataria di risultare in regola con i versamenti contributivi dei propri dipendenti e di certificare l’avvenuto pagamento dei contributi assicurativi e previdenziali e la regolare corresponsione delle retribuzioni ai lavoratori, pena la sospensione in misura proporzionale all’entità dell’inadempienza del pagamento delle fatture e, nei casi di inottemperanza reiterata, la risoluzione unilaterale del contratto. 10. Obbligo per le stazioni appaltanti di attivare tutti gli strumenti previsti di controllo e di verifica del rispetto dei versamenti dei contributi assicurativi e previdenziali, sia in fase preliminare che in concomitanza dell’esecuzione dell’appalto o dell’affidamento, nonché di verificare il rispetto del progetto tecnico e gli obiettivi prefissati a scadenza semestrale. La Pubblica Amministrazione osserva l´articolo 1676 del codice civile che prevede il c. D. "pagamento diretto" dei lavoratori dell´appaltatore fino alla concorrenza del debito del committente verso l´appaltatore. .  
   
   
LA PROVINCIA DI POTENZA INCONTRA I VERTICI DI POSTE ITALIANE  
 
 Potenza, 18 dicembre 2008 - A seguito dell’accordo stipulato lo scorso anno per il mantenimento dei servizi nei piccoli comuni, la Provincia di Potenza ha incontrato Poste Italiane al fine di rinnovare l’impegno a collaborare per evitare ogni ulteriore ridimensionamento e disservizio. Lo rende noto la Provincia di Potenza. Con l’obiettivo di valutare eventuali forme di rinnovo della convenzione, dai vari incontri tenuti nei giorni scorsi l’assessore provinciale al Bilancio, Vito Summa ha posto alla direttrice dell’azienda in Basilicata, Loredana Forno, una serie di problematiche oggetto delle preoccupazioni di molti sindaci. “Si tratta – ha riferito Summa – di soluzioni che mirano a non penalizzare ulteriormente quelle realtà che oggi fanno i conti già con una spoliazione continua e su queste azioni concrete Poste ha garantito la propria disponibilità. La garanzia ottenuta, come punto di partenza iniziale, è che la situazione attuale non verrà ulteriormente modificata. Dunque nessun ridimensionamento per quegli uffici non ancora interessati da provvedimenti di Poste Italiane e, soprattutto, nessuna chiusura di sportelli o uffici. Anche gli sportelli - ha proseguito - che sono stati già destinatari di azioni di ridimensionamento beneficeranno di interventi di miglioramento, come il mantenimento del servizio normale per l’intera prima settimana del mese, interessata da particolari esigenze della popolazione (innanzitutto le pensioni), riducendo così la riduzione ai soli giorni delle restanti settimane. Miglioramento del servizio si avrà, inoltre, nei cosiddetti “uffici di polo” dei comuni in cui è necessario potenziare l’ufficio principale con una unità aggiuntiva. La Provincia di Potenza – ha concluso Summa – sta pienamente svolgendo il suo compito di intermediazione in favore delle comunità locali ed auspichiamo che, grazie a questa ulteriore forma di disponibilità reciproca con Poste, possano essere consolidate le basi per un prolungamento dei rapporti di collaborazione finalizzati tanto ad evitare l’impoverimento quanto tesi a migliorare la qualità della vita dei cittadini”. .  
   
   
ALTO ADIGE: 18 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DELLA MIGRAZIONE  
 
Bolzano, 18 dicembre 2008 - Nel 2000 l’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) ha proclamato il 18 dicembre "giornata internazionale della migrazione", per fare appello alla tutela dei diritti di tutti i lavoratori migranti e delle loro famiglie. Mai prima d’ora nella storia dell’umanità così tante persone avevano abbandonato la loro patria per stabilirsi altrove. Secondo le stime Onu, nel 2005 erano più di 190 milioni coloro che abitavano in un paese diverso da quello d’origine, quasi il doppio rispetto a 25 anni prima. L’europa ospita con 64 milioni il maggior numero di immigrati, che costituiscono circa il 9% della popolazione totale. Secondo i dati del Ministero degli Interni, vivono all’estero 3. 649. 377 cittadini italiani, di cui 57. 056 provengono dalla regione Trentino-alto Adige (situazione al 31. 12. 2007). Considerando la sola provincia di Bolzano, sono 29. 221 le persone - appartenenti a 17. 134 famiglie - iscritte all’A. I. R. E. (Anagrafe degli italiani residenti all´estero). Dai primi anni ’90 le immigrazioni in provincia di Bolzano hanno superato le emigrazioni e soprattutto negli ultimi anni è aumentato repentinamente il saldo mi gratorio con l’estero: la differenza tra gli immigrati in Alto Adige provenienti da tutto il mondo e gli emigrati all’estero ammonta dalla fine del millennio a oltre 18. 000 unità. Al 31. 12. 2007 risiedevano in provincia di Bolzano 32. 945 cittadini stranieri. 13. 911 erano le famiglie con intestatario straniero, pari al 7,1% del totale delle famiglie residenti. Evidentemente vi è una maggior concentrazione percentuale nelle città ed in alcuni comuni lungo l’asse di transito dove sono maggiori le opportunità di casa e lavoro, ma anche in quelle località a basso costo abitativo. A Brennero, Fortezza, Merano, Ponte Gardena, Rio di Pusteria e Salorno le famiglie immigrate rappresentano oltre il 10% del totale delle famiglie residenti. Nella maggior parte dei comuni (96) la quota è inferiore alla media provinciale (7,1%) e in 16 di essi tale fenomeno è irrilevante (meno del 2%). .  
   
   
FESTA DELLA LEGALITÀ: IL PROGRAMMA E I PROTAGONISTI 18 E 19 DICEMBRE PROSEGUE LA TERZA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE LA KERMESSE ENTRA NEL VIVO CON DUE GIORNI DI APPUNTAMENTI A FIRENZE  
 
 Firenze, 18 dicembre 2008 - La quattro giorni di appuntamenti ed iniziative per la terza edizione della Festa della Legalità continua; domani e venerdì la manifestazione si sposta a Firenze. Il 18 e 19 dicembre si moltiplicano i momenti preziosi per mettere a confronto protagonisti, idee, esperienze sul terreno della cultura della legalità e della lotta alla criminalità. “Da parte mia non posso che esprimere un sincero sentimento di gratitudine nei confronti di questi artisti e di tutti coloro che anche quest´anno hanno contribuito alla realizzazione di una nuova edizione della Festa della Legalità - sottolinea il vicepresidente della Regione, Federico Gelli –. Questa manifestazione è la dimostrazione che la battaglia contro le mafie e per la legalità è sentita e condivisa da mondi diversi, cultura, associazionismo, istituzioni, musica e spettacolo e che proprio da qui possono partir e messaggi importanti». Oggi 18 dicembre, i lavori prevedono, dalle ore 15:30 presso il Ridotto del Teatro Comunale, un incontro del tavolo regionale sulla violenza su donne e bambini che proporrà una valutazione della legge regionale sulla violenza contro le donne ad un anno dalla sua entrata in vigore. Dalle ore 17, presso la stessa sede, la senatrice Vittoria Franco, Nicoletta Livi Bacci, Paola Poli, Eleonora Selvi ed Anna Meli, moderate dalla giornalista Betty Barsantini, discuterrano sulla comunicazione contro la violenza. La giornata si concluderà con la messa in scena dello spettacolo teatrale “Articolo femminile. Analisi illogica della carta stampata” con Daniela Morozzi. Nella giornata del 19 dicembre, la festa avrà inizio alle ore 10 con la lectio magistralis della Costituzione, in ricordo dei 60 anni del documento, da parte del giudice Ugo de Siervo, cui interverranno anche gli studenti delle scuole che hanno partec ipato al bando della Legalità 2008 promosso dalla Regione sul tema “Leggere la costituzione”. A seguire l´attenzione sarà concentrata sulle mafie e la lotta alla criminalità; verrà infatti presentata la ricerca sull´infiltrazione delle mafie in Toscana a cura della Commissione nazionale antimafia ed ampliata la discussione, moderata da Piergiorgio di Cara, con la partecipazione del prof. Enzo Ciconte, Cosimo Basile, fratello del carabiniere ucciso dalla mafia, Andrea Campinoti, presidente nazionale associazione Avviso Pubblico nata in Toscana e poi ampliatasi in tutta Italia, la giornalista Rosaria Capacchione, Don Luigi Ciotti, i magistrati Alfonso Sabella e Pier Luigi Vigna. Nel pomeriggio, insieme a personaggi come Rita Borsellino, Salvatore Calleri della Fondazione Caponnetto, il magistrato Gherardo Colombo, Elisabetta Caponnetto, i Modena City Ramblers e tanti altri ospiti si illustreranno i risultati del secondo anno del progetto “Educare alla legalità”, che prevede la sperimentazione di modelli di intervento didattico proprio sul tema della legalità. Di sera, dalle 21. 30, al Palazzo dei congressi, dopo il saluto dei ragazzi della carovana Antimafia toscana 2008 ci sarà uno spettacolo, a cui, tra gli altri parteciperà l´orchestra Bandao, i Magicaboola Brass Band, l´Orchestra di fiati dell´Istituto Musicale Mascagni di Livorno e le Riffe di Raffa. La serata sarà presentata da Daniela Morozzi e Gianfranco Monti. .  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ FVG: 12 PROGETTI CONCILIAZIONE VITA LAVORO  
 
Trieste, 18 dicembre 2008 - Sono dodici i progetti sperimentali di azioni positive finanziati dal Servizio Pari Opportunità della Regione Friuli Venezia Giulia, volti ad aiutare i genitori a conciliare l´attività lavorativa con la cura dei figli iscritti alle scuole primarie di primo e secondo grado, attraverso iniziative di varia natura. Lo ha annunciato l´assessore regionale al Lavoro, con delega alle Pari Opportunità, Alessia Rosolen, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti degli enti pubblici e delle associazioni, autori dei progetti che hanno ottenuto il sostegno dell´amministrazione regionale. Come ha ricordato l´assessore Rosolen, il bando 2008, definito "prima azione che abbiamo voluto concretizzare in merito alla nuova politica sulle pari opportunità", si è posto l´obiettivo di dar vita ad iniziative educative, ludiche, culturali e di aggregazione sociale in momenti della giornata o in periodi extrascoloastici in cui attualmente questi servizi sono carenti o del tutto assenti. Un modo importante, insomma, per aiutare ad esempio quei genitori che sono impegnati in lavori con orari difficili e turni festivi. In risposta al bando erano state presentate complessivamente 62 domande. Un numero doppio rispetto a quello precedente, per "un risultato al di sopra di ogni aspettativa", ha commentato Rosolen, a dimostrazione del positivo impatto di una "proposta uscita da precedenti schemi", in cui tra l´altro l´attenzione della Regione si concentrava esclusivamente sui genitori con figli molto piccoli, mentre ora "il bando ha previsto di dare risposte articolate alle esigenze anche di chi ha figli più grandi, stimolando una serie di proposte molto interessanti, frutto anche di grande fantasia". Il tutto secondo priorità che terranno conto anche del reddito dei genitori e della composizione del nucleo familiare, oltre che della condizione lavorativa. I 12 progetti sperimentali che sono stati accolti riceveranno complessivamente risorse per un milione e 158 mila euro e dovranno essere realizzati nel corso del 2009, anno in cui "contiamo di riproporre il bando, adeguandolo alle necessità che potranno emergere", ha concluso l´assessore. Ecco l´elenco degli enti locali e dei soggetti di diritto pubblico o privato che hanno ottenuto il finanziamento sul bando 2008 in materia di pari opportunità, con l´indicazione del progetto sperimentale per la conciliazione vita lavoro. In parentesi l´importo assegnato. Comune Di Monfalcone: "Io Lavoro. Tu Impari": progetto rivolto al potenziamento dell´offerta educativa, ludica e culturale gia esistente sul territorio, in fasce orarie carenti di proposte e alla realizzazione di tavoli di lavoro e partecipazione condivisi. Tra le varie proposte se ne segnalano alcune: "S. O. S. Compiti"; "A zonzo per la città in sicurezza"; "Al lavoro con mamma e papà". (121. 500 euro). C. O. S. M. Consorzio Operativo Salute Mentale Scarl: "Con. Di Vi. Tempo (Ambito di Tarcento): progetto che parte dall´analisi dei bisogni delle famiglie al fine di sostenere i nuclei più bisognosi e dalla programmazione degli interventi nell´ambito socio assistenziale di Tarcento. E´ prevista la creazione di servizi di conciliazione, quali ad esempio laboratori teatrali, musicali, anche al fine di diffondere le esperienze che verranno realizzate. (135. 000). Comune Di San Leonardo: "I Bambini Dell´a. R. C. A. ": progetto rivolto ai territori circoscritti delle Valli del Natisone, con l´obiettivo di creare un´offerta educativa attraverso attività formative flessibili e differenziate. Interessanti "area dell´ascolto, aree dell´educazione, percorsi di attività motoria e di scelte alimentari". (54. 720). Societa´ Cooperativa Sociale "L´albero Azzurro": "Come Te": il progetto nasce all´interno del "5° Reggimento Aves Rigel" di Casarsa della Delizia (Pn) ed è finalizzato al benessere di uomini e donne impegnati nell´esercito e delle loro famiglie, tramite la realizzazione a titolo di esempio, di attività sportive, accompagnamento scolastico, punto verde estivo. (133. 800). Circolo Didattico Di Tarvisio: "La Famiglia Al Centro": progetto rivolto alla realtà territoriale della Valcanale che dopo una fase di rilevazione di bisogni vuole creare attività di aggregazione sociale, corsi di sci e pattinaggio per migliorare la qualità della vita in un territorio montano. (26. 820). Citta´ Di San Daniele Del Friuli: "Intersezioni": progetto che nasce dalla necessità di condividere una progettualità comune di quattro comuni tramite la creazione di laboratori cineforum ragazzi e teatrali, veri e propri "cantieri" realizzativi di interessi. (133. 650). Citta´ Di Casarsa Della Delizia: "Mai Soli Al Sole": progetto innovativo che desidera offrire un sostengo scolastico in aggiunta ad attività ludiche e creative, con azioni volte a migliorare la fruibilità di aree verdi pubbliche mediante l´impegno diretto dei ragazzi nel ripensare tali aree per svolgervi varie attività laboratoriali. (135. 000). I Bambini Di Trieste: "Impariamo Questo Mondo": il progetto mira a favorire l´integrazione dei bambini e dei genitori tramite lavori di squadra, sviluppare le attitudini artistiche grazie al teatro la musica, e stimola la conoscenza dell´ educazione civica e della storia della città. (90. 000). Comune Di Codroipo: "Il Posto Gi. U. Sto-gioco Studio Sorrido Contento: il progetto mira ad attivare la ricerca di volontari sul territori per implementare le azioni progettuali, propone attività ludico-ricreativa, ed implementa il servizio di pre-accoglienza e di dimissioni dei ragazzi, anche durante il periodo dei centri estivi. 20. 700). Lega Nazionale:"centro Didattico Per Studenti Delle Scuole Primarie E Secondarie Di Primo Grado: il progetto propone un percorso attento allo studio e scoperta della storia e delle tradizioni locali del territorio giuliano,veneto ed istriano tramite l´istituzione di laboratori e di uno sportello informativo, al fine di ampliare i tempi di conciliazione. (129. 500). Scuola Media Statale Pier Paolo Pasolini: " Schol´e´ Piu´ Tempo Alle Necessita´": il progetto vuole offrire un tempo scuola più disteso e completo, tramite una didattica del fare, di interazione sociale ed articolato in laboratori espressivo-creativi, sensibile anche a situazione di disagio nell´apprendimento. (56. 205). Comune Di Osoppo: "In Aiuto Di Mamma E Papa´": il progetto vuole realizzare una ludoteca per attività ricreative, educative, e culturali , l´organizzazione di corsi per il rafforzamento dello studio delle lingue straniere e della lingua italiana per i ragazzi stranieri, senza trascurare anche la cura della salute fisica. (121. 500). .  
   
   
LE DONNE SD DICONO NO A PROPOSTA GOVERNO SU ETÀ PENSIONABILE  
 
Potenza, 18 dicembre 2008 - “L’ennesima burla del Governo Berlusconi questa volta riguarda l’età pensionabile delle donne, prendendo a pretesto la sentenza della Corte di giustizia europea che condanna l’Italia perché manda in pensione le donne prima degli uomini violando l’articolo 141 del trattato Ue che riguarda la parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore e ne chiede invece l’equiparazione a 65 anni”. E’ quanto si legge in una nota a firma delle donne della Sinistra Democratica. “Questo improvviso interesse – prosegue la nota - nei confronti di una norma che l’Europa considera discriminatoria perché come ha ripetuto lo stesso Brunetta danneggia le donne nella progressione di carriera e nei livelli di pensione che sono naturalmente più bassi, forse nasconde qualcos’altro. È davvero strano che non si colga invece l’occasione per ricordare che questo diritto è già sancito dalla legge 903 del 1977 che permette alle donne, se vogliono, di lavorare fino a 65 anni esattamente come gli uomini. Naturalmente l’intento è un altro altrimenti si sarebbe messo mano da tempo alla questione più vasta delle discriminazioni che subiscono le donne nel mondo del lavoro, cercando di risolvere innanzitutto il problema delle retribuzioni e della difficile conciliazione di carriera, maternità e lavoro. E’necessario – riferisce la Sd - ribadire che le pensioni delle donne sono più basse, non perché lavorano per meno anni, ma perché oltre ad entrare e uscire dal mercato del lavoro, fanno lavori meno pagati e dunque il problema è la differenza salariale tra le retribuzioni maschili e quelle femminili. Le donne oltre al lavoro produttivo svolgono un lavoro di cura che consente alle famiglie di questo Paese di crescere i figli ( solo il 18 per cento di bambini sta negli asili nido ed in Basilicata la percentuale scende al 3-4 per cento) e di accudire gli anziani ed i non autosufficienti in assenza di servizi pubblici. Invece – conclude la nota - esattamente come per altre vicende si strumentalizza un diritto, che tra l’altro è già garantito, semplicemente per risparmiare denaro facendo slittare di qualche anno il momento per andare in pensione per molte, cominciando dal pubblico impiego. In una regione come la nostra dove le donne il lavoro non lo cercano neanche più, dove le donne sono le prime ad essere espulse, dove le donne sono le meno tutelate perché fanno lavori atipici, dove le aziende, le poche ancora aperte, mettono in cassa integrazione o in prepensionamento parlare di allungamento dell’età pensionabile delle donne come una conquista di parità è una vera beffa. Le donne di Sinistra democratica rifiutano quest’idea di parità a perdere propria di una cultura patriarcale e autoritaria, che parla d’Europa senza agire in Italia per rendere questo Paese più amico delle donne, più generoso di servizi, meno “sessista” nella rappresentanza”. .  
   
   
INFANZIA: 348 CASI DI ABUSI SU MINORI IN SICILIA. SIGLATA CONVENZIONE TRA L’ASSESSORATO PER LA FAMIGLIA E “SOS TELEFONO AZZURRO”  
 
Palermo, 18 dicembre 2008 - Ieri, nella “sala gialla” di Normanni, l’assessore per la Famiglia, Francesco Scoma e il professore Ernesto Caffo, presidente di “S. O. S. - Il Telefono Azzurro Onlus”, hanno firmato la convenzione con la quale si ufficializza la collaborazione ad operare nel superiore interesse dell’integrità psicofisica dei minori. Il 114 è un numero di emergenza al quale rivolgersi tutte le volte che un bambino è in pericolo e c’è bisogno di un intervento immediato. È attivo 365 giorni all’anno, sette giorni su sette, 24 ore su 24, ed è gratuito. Chiunque, ragazzo o adulto, può chiamare il 114 per denunciare un´emergenza che coinvolge un bambino o per segnalare immagini, messaggi e dialoghi che possono nuocere ai ragazzi diffusi attraverso televisione, internet, radio e carta stampata. Il servizio è gestito da Telefono Azzurro ed è nato sotto l’egida del Ministero delle Comunicazioni in collaborazione con il Ministero della Solidarietà Sociale, il Dipartimento Politiche per la Famiglia, il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità. Il servizio 114 Emergenza Infanzia, i cui costi attuali sono solo parzialmente coperti dallo Stato, si basa sull´attività di due centrali operative, una a Palermo (la sede con il maggior numero di operatori) e una a Milano. I due poli di risposta telefonica sono stati predisposti per funzionare in maniera indipendente l´uno dall´altro e comunque in sinergia fra loro, in modo da assicurare una copertura continua 24 ore su 24 di tutto il territorio nazionale. La convenzione firmata oggi ha proprio la finalità di implementare le potenzialità del 114, che in questi anni ha fornito un servizio di utilità fondamentale per l’intervento in emergenza in situazioni di disagio riguardanti l’infanzia e l’adolescenza. Erano presenti, inoltre: l’onorevole Sandra Ciuffi, l’assessore alle Politiche sociali del comune di Palermo, Stefano Santoro, l’assessore alle Politiche sociali della Provincia di Palermo, Carola Vincenti. Scoma. “Quando si parla di emergenza infanzia”, ha dichiarato l’Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali della Regione Siciliana, Francesco Scoma, “le istituzioni devono porsi in prima linea: per questo, riconoscendo nell’operato del 114 emergenza infanzia una grande utilità sociale ed una esperienza consolidata, abbiamo creduto opportuno sviluppare un sistema di collaborazione che possa risultare vincente nell’ottica di una sinergia fra istituzioni e privato sociale contro l’abuso all’infanzia ed all’adolescenza. Ne guadagnerà sia il servizio 114 che la Regione, in termini di know-how, e di interscambio fra le strutture attualmente dedicate al settore e le associazioni che vi operano, ma soprattutto a guadagnarci saranno i bambini ed i ragazzi”. Caffo. “Il numero delle emergenze è sempre crescente”, ha dichiarato il professor Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro, “ed è necessario da una parte potenziare i numeri per l’intervento in emergenza, dall’altra cogliere per tempo i segnali che possano indicare il cronicizzarsi di situazioni di disagio. L’emergenza inoltre richiede interventi integrati e non sovrapposti, ed in questo senso il “fare rete” con le istituzioni assume un’importanza fondamentale. La firma di questa convenzione è un ulteriore riconoscimento ad una linea, il 114, che ha già fatto molto, ma che può fare di più con il giusto sostegno per poter monitorare, assistere ed intervenire nel delicato campo della tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. I Numeri. Nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2006 (data dell’estensione del servizio all’intero territorio nazionale dopo una fase iniziale di sperimentazione) e il 1° dicembre 2008, il 114 Emergenza Infanzia ha gestito complessivamente 4. 775 situazioni di emergenza per bambini e adolescenti: 348 i casi segnalati dalla regione Sicilia, al quarto posto dopo Lazio, Lombardia e Campania. Di questi casi, il 31% proviene da Palermo, il 24,4% da Catania, il 12, 1% da Messina. A seguire le altre province. Il 56, 7% riguarda maschi, il 43,3% femmine. Per quanto riguarda le classi d’età, quella da 0-10 anni è la più numerosa con il 63,3% delle segnalazioni. Per quanto concerne le tipologie di segnalazione, fra quelle riscontrate spiccano l’abuso fisico ( 9,6%), l’inadeguatezza genitoriale (12, 6%) e la violenza domestica (7,5%). Per quanto riguarda la tipologia del presunto responsabile della situazione di pregiudizio/pericolo per il minore le madri (50,3%) superano i padri (33,1%). La Convenzione. Questi alcuni dei punti della convenzione: innanzitutto verrà creato un Comitato di coordinamento presieduto dall´Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali, o da un suo delegato e composto da due rappresentanti del dipartimento della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali e da due rappresentanti del Telefono Azzurro. Telefono Azzurro segnalerà nel caso in cui si ravvisassero condizioni di rischio per il minore, le problematiche riscontrate ai servizi di emergenza e di pubblica utilità competenti del territorio regionale. Inoltre predisporrà attività di reportistica e formazione sulle procedure di intervento in situazioni di disagio ed emergenza che coinvolgono bambini e adolescenti rivolte ad operatori dell’area psico-socio-assistenziale della Regione, e collaborerà nella creazione di percorsi formativi comuni. La Regione favorirà la conoscenza del servizio tramite gli spazi informativi di cui dispone. Promuoverà la collaborazione fra servizi pubblici e privati e unità di offerta dedicate ai minori, dislocati sul territorio regionale, con il servizio 114; Inoltre favorirà la presenza del Gestore del servizio 114, con un ruolo consultivo, in quei tavoli di lavoro e iniziative riguardanti infanzia e adolescenza e si impegnerà a riconoscere di centrale importanza la presenza del Gestore del Servizio 114 nei tavoli di lavoro e nelle iniziative pubbliche regionali che abbiano ad oggetto l’ambito di intervento del Servizio 114. .  
   
   
ILARIA CAPUA. GALAN E DONAZZAN: “E’ LA DONNA PIU’ ERETICA CHE ABBIAMO CONOSCIUTO. UNA MENTE CREATIVA CHE HA SCELTO IL VENETO”  
 
 Roma, 18 dicembre 2008 - Lavora a Padova all’Istituto zooprofilattico delle Venezie, con una squadra di sessanta giovani, in gran parte precari. Pubblica sulla prestigiosa rivista “Nature”. Crede nella condivisione delle informazioni genetiche e nella collaborazione tra medici e veterinari. E, quel che più conta, mette a disposizione di tutti, gli studi della sua equipe sui virus dell’aviaria e degli animali in genere con una banca dati che è punto di riferimento per gli scienziati di ogni parte del pianeta. Ilaria Capua è direttore del Centro di referenza mondiale per l’influenza aviaria e per la malattia di newcastle e della Struttura Ricerca e Sviluppo dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie. Il presidente della Regione del Veneto, Giancarlo Galan, e l’assessore ai Servizi veterinari, Elena Donazzan, hanno incontrato stamattina nella nostra sede romana Ilaria Capua. Il presidente e l’assessore hanno sottolineato il suo ruolo “rivoluzionario” svolto nell’ambito della ricerca. “E’ una studiosa che ha rotto gli schemi, che sconfigge i luoghi comuni, che non ha gelosie o il miraggio del business. E come tale – ha detto Galan - è la donna più eretica che io abbia mai conosciuto. E, si sa, le eresie di oggi sono le ortodossie di domani…”. Il presidente della Regione del Veneto ha ringraziato la ricercatrice per non aver abbandonato, come tanti, l’Italia e per aver scelto, oltretutto, di operare in una struttura pubblica. Un Istituto, che da quando è passato dallo Stato alla Regione, ha incrementato le ricerche e portato gli utili da 157 milioni di lire a 2 milioni e 600 mila euro. “Ilaria Capua dunque è un esempio per la ricerca in Italia”, ha concluso Galan. Della figura e dell’impegno della virologa padovana ha parlato anche l’assessore Donazzan, sottolineando il fatto che la virologa ha voluto mettere a disposizione di tutti la proprietà intellettuale personale. L’assessore ha inoltre annunciato che la Regione fornirà alla d. Ssa Capua e all’Istituto zooprofilattico un contributo economico per l’acquisto di attrezzature d’avanguardia, quale segno di riconoscimento per il lavoro svolto. Infine, Ilaria Capua ha chiarito che l’attuale impegno del Centro da lei diretto è proteso a studiare e capire i meccanismi attraverso i quali avviene il passaggio di specie, dal momento che il 70% degli agenti patogeni che minacciano l’uomo hanno origine in ambito animale. .