Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Marzo 2009
SVILUPPO DI NANO-MATERIALI BIOLOGICI NELL´ELETTRONICA  
 
Bruxelles, 9 marzo 2009 - Un nuovo progetto finanziato dall´Ue ha lo scopo di mettere l´Europa all´avanguardia per quanto riguarda i nuovi sviluppi nell´applicazione di nano-materiali nei settori dell´elettronica e della fotonica biologiche. Il progetto One-p ("Nano-materiali biologici per elettronica e fotonica: progettazione, sintesi, caratterizzazione, trattamento, fabbricazione e applicazioni") ha ricevuto uno stanziamento di 18 Mio Eur nell´ambito del Tema "Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione" (Nmp) del Settimo programma quadro (7°Pq). Il progetto conta 28 partner provenienti da 10 Stati membri dell´Ue. Attualmente, la maggior parte dell´elettronica si basa su semi-conduttori a base di silicio. Questi conduttori hanno alti costi di realizzazione e la loro fabbricazione richiede molta energia e genera un grande volume di rifiuti. L´industria dei semi-conduttori in silicio è però molto affermata. Il progetto One-p lavorerà sul settore, in rapida crescita, dei semi-conduttori biologici a base di carbonio. A differenza della loro controparte a base di silicio, questi semi-conduttori hanno costi di fabbricazione bassi e la loro produzione è molto più rispettosa dell´ambiente, in quanto richiede meno energia e genera meno rifiuti. Il Sesto programma quadro (6°Pq) ha finanziato molti progetti di successo nel campo dell´elettronica biologica, i quali hanno sviluppato un´ampia gamma di nuove tecnologie ed hanno contribuito a consolidare la posizione dell´Europa in quanto leader mondiale in questo campo. Esistono tuttavia ancora degli ostacoli all´ulteriore sviluppo e ad una più ampia applicazione di queste nuove tecnologie, ed è qui che entra in gioco il progetto One-p. Nell´ambito di questo progetto triennale, i ricercatori svilupperanno nuovi nano-materiali da usare in pannelli fotovoltaici, rivelatori fotoelettrici e diodi emettitori di luce biologici (Oled), tra le altre cose. Se tutto andrà secondo i piani, i materiali sviluppati durante il progetto saranno stabili, facili da lavorare, a basso costo e non nocivi per l´ambiente. "La responsabilità degli scienziati consiste nello sviluppare tecnologie sostenibili che riducano l´impatto ambientale e migliorino, allo stesso tempo, il benessere delle persone," ha commentato il coordinatore del progetto, il professor Yves Geerts dell´università libera di Bruxelles (Ulb), in Belgio. Usando come esempio l´illuminazione, ha spiegato che una lampadina tradizionale emette circa 20 lumen per watt, mentre le odierne lampadine a risparmio energetico emettono quasi 80 lumen per watt. Nel mondo dell´elettronica biologica, ci sono già Oled in grado di eguagliare tranquillamente l´efficienza delle lampadine a risparmio energetico e, con ulteriori ricerche, queste nuove fonti di luce saranno presto in grado di fornirci gli stessi livelli di luce delle lampadine normali per una frazione dell´energia. I risultati del progetto dovrebbero rappresentare un´opportunità invitante per gli affari; il consorzio One-p comprende sei aziende ad altro profilo, che sperano di trasformare i risultati del progetto in prodotti e servizi commerciali, creando in questo modo posti di lavoro e ricchezza. Per ulteriori informazioni, visitare: One-p project: http://www. One-p. Eu/ Ricerca sulle nanotecnologie nell´ambito del 7°Pq: http://cordis. Europa. Eu/fp7/cooperation/nanotechnology_en. Html .  
   
   
TELECOM ITALIA: NASCE “WORKING CAPITAL” PER IL RILANCIO DELL’INNOVAZIONE IN ITALIA LE MIGLIORI IDEE IMPRENDITORIALI IN AMBITO WEB 2.0 E NUOVA INTERNET POTRANNO USUFRUIRE DELLE INFRASTRUTTURE EVOLUTE E DEL KNOW-HOW TECNOLOGICO  
 
Milano, 9 marzo 2009 - Nasce Working Capital, il progetto con cui Telecom Italia intende sostenere le migliori iniziative imprenditoriali nell’ambito del web 2. 0 e delle nuove frontiere di Internet. Lo ha annunciato oggi l’Amministratore Delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, in occasione dell’incontro “Dialogo sull’Innovazione, sul potere delle idee e la promozione della qualità come motore di un nuovo concetto d’impresa” che si è svolto a Milano alla presenza di Paolo Barberis, Presidente di Dada. Net, Gianluca Dettori, fondatore di Dpixel, Ivan Lo Bello, Presidente di Confindustria Sicilia, e Riccardo Luna, Direttore di Wired Italia. Working Capital si propone come uno strumento concreto per il rilancio dell’innovazione tecnologica in Italia e si avvale di un investimento complessivo equivalente a 5 milioni di euro in due anni. Un comitato composto dal top management di Telecom Italia e da autorevoli esperti del settore avrà infatti il compito di individuare progetti d’impresa in settori come ad esempio i social media, le web tv, la musica digitale ed il digital marketing. Le migliori idee d’impresa tra quelle che verranno proposte anche attraverso il sito www. Workingcapital. Telecomitalia. It potranno usufruire delle infrastrutture evolute e del know-how tecnologico di Telecom Italia, che diventerà loro partner tecnico e concorrerà all’effettivo sviluppo di servizi innovativi a favore della comunità, coerentemente con l’obiettivo dell’azienda di contribuire alla promozione dell’innovazione e alla modernizzazione del sistema Paese. “Telecom Italia guarda con estrema attenzione agli sviluppi del mondo Internet in Italia, e vuole dare un contributo a questo processo anche mettendo a disposizione dei soggetti più meritevoli risorse e competenze”, ha dichiarato Franco Bernabè. “Siamo infatti convinti che il rinnovamento economico e sociale del nostro Paese possa essere facilitato da una generazione di nuovi promettenti imprenditori che sappiano interpretare il futuro della comunicazione digitale”. .  
   
   
FIRENZE: INVESTIRE IN NUOVI PRODOTTI E NUOVI MERCATI  
 
Firenze, 9 marzo 2009 - Accordo tra Firenze Tecnologia e Federmanager Toscana per agevolare le imprese a innovare attraverso un servizio qualificato firm to firm incentrato sui bandi di finanziamento regionali. Le risorse regionali per l’innovazione ci sono. Occorre mobilitare le conoscenze di sistema per mettere in contatto ogni impresa acquirente con ogni impresa fornitrice. Nel campo dell’innovazione tecnologica questo servizio di trait-d’union altamente specializzato, grazie alle basi dati che riportano chi sa fare che cosa, spetta a Firenze Tecnologia. L’accordo siglato con Federmanager Toscana apre all’azienda speciale per il trasferimento tecnologico della Camera di Commercio di Firenze il campo semi-inesplorato dei servizi impresa. “Bisogna mettere a sistema le molte risorse disponibili, individuando e valorizzando competenze, pubbliche e private, per favorire l’investimento in ricerca e innovazione”, dichiara Vincenzo Bonelli, Consigliere Delegato di Firenze Tecnologia. L’accordo con Federmanager Toscana fornisce alle imprese del territorio assistenza e servizi qualificati per l´innovazione tecnologica e organizzativa, andandoli a scegliere nello stesso patrimonio innovativo delle Pmi toscane. Ogni Pmi toscana, con la mediazione di Firenze Tecnologia, diventa al contempo consulente e fornitore di innovazione mirata per le altre Pmi. Federmanager Toscana mette in campo un patrimonio di esperienze che può rispondere alle esigenze qualificate di professionalità e di servizio rilevate da Firenze Tecnologia nel costante contatto con le imprese, per favorire i processi di innovazione. In questo modo si sviluppa ulteriormente la collaborazione già avviata nel 2008 nell’ambito di un progetto di supporto strategico alla commercializzazione di prodotti di alta tecnologia. I firmatari dell’accordo ne sottolineano l’importanza, “perchè giunge in un periodo particolarmente difficile per l´economia, e rappresenta un’opportunità per avviare processi di innovazione in azienda necessari per reagire con vigore alla crisi internazionale”- evidenziano entrambi. Questa iniziativa è un’occasione ulteriore per estendere l’utilizzo delle risorse finanziarie, già destinate dalla Regione Toscana alle piccole e medie imprese, per il sostegno a progetti d´investimento innovativi immateriali. In particolare la collaborazione fra Federmanager Toscana e Firenze Tecnologia faciliterà per le Pmi l´acquisizione di servizi ad alta specializzazione e qualificati finalizzati alla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, alla razionalizzazione dei processi produttivi e distributivi, all’esplorazione di nuovi mercati e alla nascita di nuove imprese. .  
   
   
SEGRATE PRESENTA IL PROGETTO DI COPERTURA DEL TERRITORIO CON WIMAX IL 9 E 10 MARZO A SEGRATE LA RIUNIONE ANNUALE DEL GLOBAL CITIES DIALOGUE IN CITTÀ, IL MINISTRO SEGRETARIO DI STATO ALLA FUNZIONE PUBBLICA DEL GOVERNO FRANCESE ANDRÈ SANTINI  
 
Segrate, 9 marzo 2009 - Il 9 e 10 marzo 2009 la Città di Segrate ospita la riunione annuale del Direttivo del Global Cities Dialogue (Gcd), l´associazione di 194 città di tutto il mondo che cooperano tra loro sui temi della Società dell’Informazione e, in particolare, sull’utilizzo delle nuove tecnologie Ict (Information and Communication Technology). Segrate è tesoriere e vicepresidente per l’Europa del Gcd e ha già ospitato la riunione del Comitato direttivo nel 2006. Alla riunione annuale del Direttivo del Global Cities Dialogue interverrà il presidente Andrè Santini, Ministro Segretario di Stato alla Funzione Pubblica del governo francese e sindaco di Issy-les- Moulineaux. La città vicepresidente generale Rufisque (Senegal) sarà rappresentata dal vicesindaco Mohamed Khalifa Gassama. La città di Guro (Seul), vicepresidente per l’Asia, sarà presente con i due direttori Mr. Dong Uk Choi e Mr. Byung Nam Yun. La città di Viña del Mar (Cile), vicepresidente per l’America Latina, sarà presente con la sindaca Virginia Reginato Buzzo. Per Helsinky sarà presente il vicesindaco Pekka Korpinen e lo sherpa Tuomo Karakorpi. Tante le adesioni straordinarie delle altre città socie. Tra quelle già confermate: la città di Jun (Spagna), che sarà presente con il sindaco José Antonio Rodríguez Salas, e la città di Metz (Francia). Lunedì 9 marzo alle ore 19. 30 presso l’Accademia di Brera, la città congolese di Dolisie siglerà il suo ingresso nel Global Cities Dialogue. Nel corso della riunione del direttivo, in programma il 10 marzo dalle ore 9. 00 (Palazzo Comunale - Via I Maggio), le città partecipanti presenteranno lo stato di avanzamento dei progetti del Gcd sul contrasto alla “frattura digitale”, la gestione a livello cittadino del cambiamento climatico e i nuovi servizi al cittadino tramite piattaforme ‘mobile’. Segrate illustrerà il nuovo progetto di copertura del territorio tramite Wimax. .  
   
   
FVG: COSTITUITA ASDI DISTRETTO TECNOLOGIE DIGITALI  
 
Trieste, 9 marzo 2009 - La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato - su proposta del vicepresidente e assessore alle Attività produttive, Luca Ciriani - la delibera di riconoscimento dell´Agenzia per lo Sviluppo del "Ditedi - Distretto industriale delle Tecnologie Digitali". Seguirà il decreto del presidente della Regione e la sua pubblicazione sul Bur. In base alle leggi regionali 27/1999 (sullo sviluppo dei Distretti industriali) e 4/2005 (interventi a sostegno delle Pmi) nel corso del 2008 veniva costituito il "Ditedi - Distretto Industriale delle Tecnologie Digitali" con sede a Tavagnacco (Udine). Ora è stata costituita l´Agenzia per lo sviluppo del Distretto. .  
   
   
IL LAB ID DELLA LIUC DI NUOVO IN PRIMA LINEA NELL’EDIZIONE 2009 DELL’RFID ITALIA AWARD  
 
Varese, 9 marzo 2009 - Sarà ancora il Lab Id dell’Università Carlo Cattaneo - Liuc ad affiancare il Cedites (Centro Studi per la Divulgazione della Tecnologia e della Scienza) nell’Rfid Italia Award 2009, il premio per i migliori progetti Rfid realizzati in Italia, nato con l’obiettivo di incrementare la diffusione e la conoscenza delle applicazioni Rfid evidenziando il loro contributo nella creazione di valore per le organizzazioni in cui sono utilizzate. Un obiettivo che si sposa perfettamente con la mission del Lab Id, il laboratorio Rfid nato all’interno della Facoltà di Ingegneria dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc grazie al contributo della Camera di Commercio di Varese e della Regione Lombardia e la collaborazione dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, che hanno voluto mettere a disposizione delle imprese uno strumento per il trasferimento tecnologico sui sistemi Rfid. Il successo della prima edizione del premio, culminata nella premiazione dei vincitori in un convegno tenutosi lo scorso 10 aprile, presso la sede dell’Università Cattaneo a Castellanza, ha portato a rinnovare il sodalizio tra Cedites e Lab Id anche per il 2009. Sarà così il professor Luca Mari, Direttore del laboratorio Rfid della Liuc a presiedere e coordinare ancora una volta il Comitato Scientifico. Per la giornata di premiazione è stata scelta la splendida location di Ville Ponti a Varese (Piazza Litta, 2). E’ qui che il prossimo 10 giugno saranno presentati i finalisti e i vincitori delle diverse categorie del premio, nel corso di un convegno organizzato con il contributo della Camera di Commercio di Varese e della Regione Lombardia, in collaborazione con l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e con il sostegno del Centro di Assistenza Fiscale Assocaaf. La scadenza per l’invio delle candidature all’Rfid Italia Award 2009 è il 15 aprile 2009. Per informazioni, visitare i siti labid. Liuc. It e www. Rfiditalia. Com o contattare la Segreteria Organizzativa Tel 02. 89655411 award@rfiditalia. Com .  
   
   
TELECOM ITALIA: INIZIATIVA IN FAVORE DEI LAVORATORI DEL GRUPPO OGGETTO DI RACCOLTA ILLECITA DELLE INFORMAZIONI PERSONALI  
 
Milano, 9 marzo 2009 - Telecom Italia comunica di aver intrapreso un’iniziativa in favore dei propri lavoratori che, nell’ambito del procedimento penale in corso presso il Tribunale di Milano, a carico di diverse persone, tra cui alcuni ex-dipendenti del Gruppo, sono risultati oggetto di raccolta illecita di informazioni personali. E’ stata inviata il 6 marzo ai circa 250 lavoratori coinvolti una comunicazione con la quale l’Azienda esprime profondo rammarico per quanto accaduto ed offre un contributo economico come gesto di solidarietà tangibile. Con questa iniziativa Telecom Italia, parte lesa nel procedimento penale, conferma la propria attenzione alle vicende che coinvolgono i lavoratori del Gruppo e la propria volontà di superare - anche attraverso un gesto tangibile - gli avvenimenti passati. .  
   
   
BOLZANO: LE TECNOLOGIE DELL´INFORMAZIONE SONO LA VIA PER USCIRE DALLA CRISI  
 
Bolzano, 9 marzo 2009 - Investire nelle nuove tecnologie dell´informazione rappresenta una della occasioni per uscire dalla crisi internazionale. Ne è convinta l´assessore provinciale all´informatica Barbara Repetto, che lo ha ribadito durante un convegno al Tis. "Dobbiamo assegnare incarichi alle imprese locali - ha spiegato la Repetto - sostenere progetti innovativi e sviluppare la tecnologia all´interno della pubblica amminstrazione". Durante il convegno "Run It - Technology Day" svoltosi quest´oggi (venerdì 6 marzo) al Tis, l´assessore Repetto ha sottolineato l´importanza delle tecnologie dell´informazione per l´economia. "Circa un terzo del mercato dipende direttamente dal settore software - ha sottolineato l´assessore - e l´informatica non si limita a mantenere gli attuali livelli occupazionali, ma continua a creare nuovi posti di lavoro. Per questo motivo la giunta provinciale sosterrà con sempre più impegno tutte le iniziative legate a questo settore estremamente innovativo". L´assessore provinciale all´informatica ha delineato tre scenari di sviluppo possibili in Alto Adige, sui quali puntare con decisione. Il primo riguarda gli incarichi da assegnare alle imprese locali che si occupano di tecnologie dell´informazione, a partire dalla diffusione sul territorio locale dell´accesso a banda larga. "Si tratta di investimenti strategici - ha spiegato la Repetto - in quanto consentono uno sviluppo di tutto il tessuto imprenditoriale della zona, che può contare sulle infrastrutture necessarie per compiere il salto di qualità". Un altro scenario proposto dalla Repetto riguarda il sostegno della Provincia ai progetti maggiormente innovativi, "sia sottoforma di consulenza, rivolgendosi a strutture come il Tis, sia sottoforma di contributo finanzario, attingendo ad esempio ai fondi europei per lo sviluppo delle piccole e medie imprese". Un altro modo per incentivare lo sviluppo di un settore tanto innovativo e importante per il futuro della nostra economia, è poi quello di convertire in maniera sempre più massiccia la pubblica amministrazione all´E-government. "Grazie alle tecnologie dell´informazione - ha concluso la Repetto - possiamo offrire ai cittadini e alle imprese i nostri servizi in maniera più snella, efficiente e veloce, garantendo un risparmio di tempo e di denaro sia ai privati che alla stessa pubblica amministrazione". .  
   
   
SWISSCOM CONCEDE IN OUTSOURCING A JOHNSON CONTROLS L’AMMINISTRAZIONE DI EDIFICI  
 
Berna, 9 marzo 2009 - Dal 1° aprile 2009 Swisscom concede in outsourcing a Johnson Controls l’amministrazione di edifici. Circa 270 collaboratori passeranno da Swisscom a Johnson Controls. L’intervento di outsourcing non comporta alcuna riduzione di personale. Con questa soluzione, Swisscom e Johnson Controls sono convinti di poter offrire migliori prospettive per il futuro alle collaboratrici e ai collaboratori interessati dal trasferimento. Il facility management, servizio di gestione e amministrazione di edifici e impianti, non fa parte del core business di Swisscom. È per questo motivo che Swisscom ha deciso di affidare in outsourcing il proprio servizio interno di facility management. In Johnson Controls l’azienda ha trovato un partner ideale. Johnson Controls è uno dei principali fornitori di servizi di facility management in Svizzera. Jürg Rötheli, presidente del Consiglio di amministrazione di Swisscom Immobili Sa: “Questa soluzione ci consente di raggiungere tre obiettivi: buone prospettive per i nostri collaboratori del settore facility management, una significativa riduzione dei costi interni di facility management e la garanzia della sicurezza di esercizio e della continuità del servizio, specialmente nei centri di calcolo e nelle sedi aziendali”. Sono circa 270 i collaboratori di Swisscom Immobili Sa responsabili del management degli edifici che saranno trasferiti a Johnson Controls. Circa 90 resteranno in Swisscom, dove si occuperanno della gestione del portafoglio di immobili e veicoli e di Johnson Controls. Il facility management fa parte del core business di Johnson Controls. L’azienda, che occupa già una posizione di rilievo nel mercato svizzero, intende rafforzarla ulteriormente nei prossimi anni. “Acquisendo il facility management di Swisscom, la nostra posizione iniziale migliora notevolmente”, dichiara Rico Domenig, dirigente regionale di Johnson Controls Svizzera. “I nuovi collaboratori portano alla nostra azienda un know-how completo da settori specifici del facility management e dal settore telecomunicazioni. Inoltre adesso siamo presenti su tutto il territorio svizzero”. L’intervento di outsourcing è soggetto alla condizione sospensiva che la Commissione della concorrenza approvi la transazione. .  
   
   
PROVINCIA DI MATERA: ADOTTA E PROMUOVE E-PROCUREMENT  
 
Matera, 9 marzo 2009 - La Provincia di Matera, nell’ambito delle attività del Centro Servizi Territoriale per l’e-Government, ha presentato, ai sindaci e agli operatori dei Comuni e altri Enti locali, la piattaforma tecnologica per l’e-procurement. La piattaforma permetterà, anche ai Comuni e alla Comunità montane, di gestire le gare on line, e sarà messa a disposizione di tutte le pubbliche amministrazioni che la richiederanno. La Provincia di Matera è tra i primissimi enti locali del centro e sud Italia a dematerializzare procedure “cartacee” così rilevanti. La Piattaforma, che permetterà la gestione di tutte le fasi delle gare, produrrà vantaggi in termini di costi e di tempo sia per gli operatori economici che parteciperanno alle gare, che per la pubblica amministrazione. Quest’ultima, infatti, otterrà molteplici benefici, perché, da un lato vedrà ridursi i prezzi delle forniture e, dall’altro, dematerializzando le procedure, risparmierà tempo. “L’adozione di questa piattaforma – ha precisato il direttore generale della Provincia e dirigente del Cst Di Palma – non intaccherà minimamente i livelli attuali di autonomia e responsabilità operativa dei Comuni, e delle pubbliche amministrazioni che la richiederanno. La Provincia ha inteso e intende per questa, come per altre vie, valorizzare il suo ruolo di assistente tecnico amministrativo al sistema pubblico territoriale. ” La Provincia provvederà, per quanti lo richiederanno, a formare il personale che le Pa impiegheranno per la utilizzazione del servizio. “Oggi, l’innovazione tecnologica – ha sottolineato il presidente della Provincia di Matera Carmine Nigro - ci impone di rivedere i modelli di gestione della cosa pubblica, non possiamo più prescindere da un dato così rilevante che, oltre a segnare il livello di progresso di una pubblica amministrazione, viene percepita dai cittadini come segnale di cambiamento della stessa. Noi della Provincia di Matera abbiamo creduto sin dall’inizio nell’innovazione, e il Centro Servizi per l’e-Government ne è l’esempio lampante. Un Centro deputato alla promozione delle tecnologie informatiche e telematiche negli enti locali. Adesso, - ha proseguito il presidente Nigro – grazie a questo nuovo importantissimo progetto della dematerializzazione delle procedure di gara, abbiamo una nuova possibilità: risparmiare lavorando insieme. Perché proprio grazie alla sinergia che si svilupperà tra Provincia, Comuni e le altre Pa che adotteranno questa soluzione, potremo evitare inutili duplicazioni di costi, mettendo in campo, tra l’altro, procedure molto più avanzate in termini di qualità. Noi come Provincia – ha concluso Nigro – siamo soddisfatti di avere messo in campo un nuovo esempio di buona prassi amministrativa". .  
   
   
MBNEWS.IT LA FUTURA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA SUL WEB  
 
 Arcore, 9 marzo 2009 - Mbnews è il primo quotidiano online che offre una panoramica di quanto accade nei Comuni della futura Provincia di Monza e Brianza: www. Mbnews. It . Edito dalla società Monza Brianza News srl e diretto da Matteo Riccardo Speziali Mbnews si avvale di una redazione giovane e dinamica e di un team di agenti commerciali esperti e motivati. Il progetto anticipa fortemente i tempi dando una notevole spinta all’informazione online non ancora fortemente radicata in terra brianzola. Mbnews nasce dall’esperienza della free press “Monza la Città”, giornale fondato a Monza nel 2006, diventato negli ultimi due anni della sua esistenza anche un sito internet www. Monzalacitta. It. Mbnews racconterà della ricchezza, della varietà territoriale della Brianza, che si sta organizzando in vista dell’autonomia istituzionale, che coinvolge più di 800mila abitanti e oltre 70mila imprese. Non sarà però una mera cronaca, ma un racconto dei progetti e dei temi del quotidiano selezionati in base ad alcuni macro argomenti che risulteranno strategici per la comunità: la linea editoriale vuole uscire dagli schemi della contrapposizione politica e della retorica sociale, tanto di moda nei massmedia italiani, per approdare alle questioni legate allo sviluppo economico, alla tutela della salute e del territorio, alla sicurezza, in una espressione, ai temi vicini alla sostenibilità del vivere che mettano in luce lo sviluppo futuro dato dalle imprese private, pubbliche, dal mondo del sociale e dal mondo del no-profit. Per questo non troveranno spazio la cronaca nera o la politica fatta di contrasti, urla, sgambetti; ma per esempio si troveranno invece notizie aggiornate direttamente dalla Comunità Europea. Www. Mbnews. It ha l’obiettivo ambizioso di uscire dagli stereotipi dell’informazione più tradizionale e approdare ad un giornalismo capace di individuare novità, buone prassi e soluzioni innovative che puntano allo sviluppo del territorio e a migliorare la qualità della vita. Uno sviluppo sostenibile di cui parleremo attraverso le proposte nate in ambito culturale, economico e sociale avvalendoci della possibilità di poter aggiornare in tempo reale le notizie attraverso gli strumenti versatili del web. .  
   
   
OLTRE LA SCUOLA: PARTIRÀ A METÀ MARZO IL PROGETTO FORMATIVO CONGIUNTO SISSA E ICGEB, UNA SERIE DI INCONTRI ONE TO ONE TRA GIOVANI TALENTI E BRILLANTI MENTI SCIENTIFICHE  
 
Trieste 9 marzo 2009 - Giovani e talentuosi studenti interessati al mondo della scienza, brillanti menti scientifiche, un ciclo di lezioni individuali e un problema fisico-matematico da risolvere. Sono gli ingredienti del progetto /Oltre la Scuola/, iniziativa congiunta della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) e del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb), che prenderà il via a metà marzo. Il progetto nasce per dare la possibilità a 8 studenti dell’ultimo anno di 4 scuole superori di Trieste di seguire corsi individuali di matematica, fisica, biologia e genetica; lezioni /one to one/ su argomenti diversi e che mettano in condizione lo studente di risolvere un problema scientifico. “Oltre la scuola” propone un’offerta formativa che, attraverso corsi e attività di laboratorio, mostra il legame tra gli insegnamenti scolastici e la ricerca scientifica che si fa all’interno dei centri di ricerca e delle università. Il progetto nasce dalla convinzione che esiste un numero, seppure ridotto, di studenti delle scuole superiori interessato a corsi scientifici che vadano al di là dei programmi scolastici: studenti altamente motivati, curiosi e protesi verso il mondo della scienza e che abbiano voglia di mettere alla prova le proprie capacità e accettare nuove sfide. <<Oltre la Scuola si rivolge proprio a questi giovani e brillanti talenti – spiega Stefano Fantoni, direttore della Sissa – vuole offrir loro la possibilità di conoscere alcuni aspetti della scienza moderna, della ricerca scientifica e gli sviluppi culturali a essa connessi. Stiamo organizzando dei incontri, rigorosamente /one to one/, per incentivare la capacità progettuale e creativa dei singoli studenti, sia con attività di laboratorio che con lezioni teoriche>>. Gli incontri, che si terranno presso le sedi della Sissa e dell’Icgeb, avranno carattere multidisciplinare: oltre a soffermarsi su alcuni dettagli tecnici, necessariamente disciplinari, ingloberanno aree scientifiche limitrofe ed eventuali presenti e future applicazioni tecnologiche. Quindi non solo scienza ma anche *sviluppo tecnologico*, *etica delle ricerca* e *comunicazione*. I corsi daranno inoltre l’opportunità agli studenti di avvicinarsi alle istituzioni scientifiche del territorio e alle opportunità formative e di carriera che esse offrono. <</Oltre la scuola/ è un’iniziativa concreta che vuole avvicinare alcune delle realtà scientifiche di eccellenza internazionale ai giovani di questa regione, offrendo quindi loro possibilità reali per coltivare talenti e passioni>> afferma Mauro Giacca, direttore dell’Icgeb. Infatti, la partecipazione ai corsi non prevede l’assegnazione di crediti scolastici e/o il rilascio di attestati di frequenza e di profitto agli studenti partecipanti, ma vuole incrementare l’offerta formativa propriamente scolastica per quegli studenti spinti da vera curiosità e interesse per la scienza. E soprattutto, e non per ultimo, il progetto si prefigge di *offrire agli studenti un tutor che li segua non solo durante la durata del progetto, ma anche nelle successive fasi della loro carriera scientifica*. <<Per noi è molto interessante mantenere un collegamento con studenti talentuosi - conclude Stefano Fantoni - La Sissa del resto non può che essere a favore di iniziative finalizzate a incentivare l’interesse dei giovani per la ricerca e la formazione scientifica>>. .  
   
   
“WOMEN AT WORK”: PRESENTATA GUIDA PER ORIENTAMENTO AL LAVORO STUDENTESSE SCUOLA SUPERIORE SECONDO GRADO  
 
Perugia, 9 marzo 2009 - Aiutare le ragazze che frequentano gli ultimi anni di scuola superiore di secondo grado ad orientarsi nei percorsi di ingresso al mondo del lavoro, informandole sulle opportunità, gli strumenti e i servizi offerti dalle istituzioni locali, nazionali ed europee: sono questi gli obiettivi di “Women at work”, la guida realizzata dall’assessorato alla Formazione e alle Politiche attive del lavoro della Regione Umbria che è stata presentata il 5 marzo a Perugia in una conferenza-stampa dall’assessore Maria Prodi e da Antonietta Petetti del Servizio Politiche attive del lavoro della Regione Umbria. La pubblicazione (con una tiratura di 10mila copie che saranno distribuite dai prossimi giorni in tutte le scuole umbre interessate) spiega il significato di diversi strumenti delle Politiche attive del lavoro, a partire da “Europass” al “Bilancio di competenze” alla “Certificazione delle competenze acquisite”, da “Empowerment” e “Work experience” a “Voucher formativo” e “Voucher o bonus di conciliazione”. La guida illustra anche le possibilità offerte da “Ploteus” (il portale realizzato dall’Unione europea per dare informazioni sui luoghi dove studiare o fare formazione) e da “Eures” (la rete di sportelli che, tra le altre cose, dà notizie sulle opportunità di lavoro in Europa). Nel sottolineare l’utilità del lavoro (“quasi una guida-manifesto, agile, chiara e completa di informazioni, a partire dalla proposta di un test strutturato in modo giocoso e volutamente ironico”), l’assessore regionale Maria Prodi ha ricordato che “l’‘universo femminile’, pur avendo capacità e competenze per confrontarsi con attività da sempre considerate prerogativa degli uomini, non è ancora del tutto valorizzato nel mondo del lavoro. La società italiana - ha aggiunto - dovrebbe fondarsi sul merito, ma non è ancora consapevole che esaltare le diversità di genere è di vitale importanza per l’innovazione e l’arricchimento delle nostre comunità”. Questa guida - ha sottolineato Antonietta Petetti - non è una iniziativa sporadica, ma si colloca sullo sfondo delle linee di intervento della Regione per favorire l’occupazione femminile (in particolare attraverso il “progetto caratterizzante” del Dap 2008-2010 ‘Misure a sostegno dell’occupazione intellettuale e femminile) e per creare la rete integrata regionale dei servizi di orientamento. .  
   
   
PER I CENTRI STORICI DELL’UMBRIA ARRIVA UN MANAGER  
 
Perugia, 9 marzo 2009 – Si chiamerà “Town center manager” e avrà il compito di produrre idee per l’avvio di politiche di promozione e valorizzazione dei centri storici. La nuova figura professionale sarà operativa anche in Umbria grazie ad un master previsto in un bando nell’ambito del progetto “Il Centro al Centro. Il centro storico di Perugia al centro di politiche di rilancio e di crescita delle competenze in un’ottica di rete” e realizzato da Ats Associazione Forma. Azione, Iter-innovazione Terziario scarl, in collaborazione con Comune di Perugia, Confcommercio, Confesercenti, Collegio Arti e Mestieri. L’iniziativa è stata presentata il 5 marzo a Perugia durante un incontro al quale erano presenti l’assessore regionale alla Formazione e alle Politiche attive del lavoro Maria Prodi, l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Perugia Ilio Liberati, il presidente di Confcommercio di Perugia Sergio Mercuri, il presidente del Collegio Arti e Mestieri di Perugia Giovanni Caso, Anna Schippa dell’associazione Forma. Azione. Il Bando di iscrizione al master, cofinanziato dall’Unione europea nell’ambito del Por Umbria Fse 2007/2013 Ob. 2 - “Competitività regionale e occupazione”, è riservato a 10 allievi inoccupati e disoccupati. Il corso avrà la durata di 300 ore suddivise in 100 ore di teoria e 200 di pratica e successivi 6 mesi di “work experiences” in cui ai partecipanti verrà riconosciuta una borsa di studio finanziata dalla Regione Umbria. La selezione sarà effettuata sulla base della valutazione del curriculum vitae e professionale e un colloquio motivazionale. “Si tratta di una figura professionale con compiti di coordinamento tra le attività commerciali e di servizi, i vari assessorati, le associazioni di categoria – hanno spiegato gli organizzatori - al fine di risolvere i problemi e i ritardi che possono manifestarsi nei piccoli o grandi centri storici. Il ‘Town center manager’ deve essere in grado inoltre di produrre idee per l’avvio di politiche di promozione e di valorizzazione”. Durante l’incontro è stato presentato il logo che caratterizzerà il progetto per lanciare il centro storico di Perugia che potrà essere esportato anche in altre realtà. Obiettivi principali sono: sperimentare processi di partecipazione, dotare i commercianti di competenze specifiche, rafforzare le competenze professionali degli operatori, sperimentare nuove strategie di promozione, accrescere l’attrattività dell’area commerciale dove le imprese sono localizzate, formare esperti, dare opportunità occupazionali ai giovani. In proposito l’assessore Prodi ha evidenziato che, con le nuove misure europee, Perugia può rientrare in gioco visto che il Fondo sociale prevede lo sviluppo tramite le risorse umane. “Sarebbe opportuno – ha detto – incrociare l’artigianato con la formazione e l’occupabilità dei giovani e, di conseguenza, costruire azioni per favorire nei centri storici l’avvio di queste attività”. “Perugia è la quarta città d’arte in Italia – ha detto l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Perugia Ilio Liberati – E non è la città del turismo mordi e fuggi come si è detto negli ultimi anni, perchè la permanenza media nella città è di 2,88 giorni, attratti dall’arte e dalla storia della città. Due novità – ha concluso Liberati - la prossima settimana aderiremo alla Rete europea delle città per il turismo sostenibile. Si pensa per il futuro di individuare una figura di riferimento per il centro storico”. .  
   
   
GIORGIO GABER ENTRA NELLE SCUOLE ITALIANE. A INVITARLO È LO STESSO MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA, IN OCCASIONE DEL SETTANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SUA NASCITA.  
 
Milano, 9 marzo 2009 - “Progetto Gaber”, promosso insieme alla Fondazione a lui dedicata, vuole incoraggiare i giovani a confrontarsi con un artista straordinario che, con la sua opera, ha lasciato alla cultura del nostro Paese un patrimonio di inestimabile valore in grado di offrire agli studenti italiani importanti spunti di riflessione quanto mai attuali. Nella conferenza stampa a Palazzo Marino, sarà lo stesso Ministro dell’ Istruzione, Mariastella Gelmini, a presentare il Progetto. Con Lei interverranno Ombretta Colli, promotrice della Fondazione; Dalia Gaber; Enzo Iacchetti, l’Assessore Giovanni Terzi in rappresentanza del Comune di Milano e Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. “Progetto Gaber” prevede come prima iniziativa il concorso “Giorgio Gaber, parole per pensare”, rivolto alle scuole secondarie superiori statali e paritarie. L’iniziativa proporrà agli studenti 12 brani dell’opera gaberiana, selezionati dalla Fondazione, con i quali gli studenti stessi potranno confrontarsi, rielaborandone il contenuto attraverso varie forme espressive (testo, audio, video, grafica ecc. ). Lo scopo è quello di stimolare i giovani a confrontarsi con l’opera del Teatro Canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini. “La figura di Gaber e la sua opera possono insegnare moltissimo ai nostri ragazzi – spiega il Mariastella Gelmini, Ministro dell’Istruzione - per questo motivo abbiamo accolto con interesse l’invito della Fondazione Gaber per portare a conoscenza degli studenti, che mai hanno avuto la fortuna di vederlo a teatro dal vivo, il lavoro di un artista che tramite il suo sforzo intellettuale ha insegnato a pensare, al di là degli schemi e delle ideologie. ” Affinché lo studio di Gaber mantenga la vivacità intellettuale che caratterizza i suoi testi, il Progetto prevede anche lezioni nelle scuole tenute da studiosi ed artisti in grado di arrivare al cuore dei giovani. Il primo appuntamento si è svolto lo stesso 2 marzo alle ore 11. 00 al Teatro dell’Arte di Milano dove oltre 450 studenti degli istituti secondari superiori della provincia hanno partecipato ad un incontro con il Signor G. : un percorso nella sua opera, tenuto secondo le modalità della Lezione - Spettacolo da Andrea Pedrinelli con la partecipazione straordinaria di Gioele Dix, che ha proposto una sintesi del suo recital dedicato al repertorio gaberiano, in tournée dall’estate prossima. Quello al Teatro dell’Arte sarà il lancio di un progetto pluriennale di iniziative nel quadro di un protocollo d’intesa triennale sottoscritto dal il Ministero dell’ Istruzione, Università e Ricerca e la Fondazione Gaber. “Raccontare Gaber alle giovani generazioni - dichiara il presidente Paolo Dal Bon - rientra nelle nostre priorità istituzionali, tutte rivolte alla divulgazione della figura e dell’opera di Giorgio Gaber”. Tutto inizia l’estate scorsa, quando in occasione dell’annuale Festival Gaber a Viareggio, Enzo Iacchetti lancia un invito al ministro Gelmini: “Gaber bisognerebbe insegnarlo a scuola”. La provocazione innesca immediatamente un acceso dibattito sulla stampa nazionale. La risposta del ministro è quanto mai tempestiva: “Mi piacerebbe pensare a dei progetti per far conoscere la sua grandezza agli studenti”. A spiegare la portata di questa importante iniziativa è Dalia Gaber: “Sogno che i miei figli possano studiare l’opera di mio padre nei loro libri di scuola. Sogno che possa entrare a far parte della storia della cultura di questo Paese. ” “Il pensiero di Giorgio Gaber è sempre stato orientato in avanti. Numerose canzoni scritte negli anni ´70 e ´80 risultano oggi essere estremamente attuali - ha spiegato Ombretta Colli, moglie di Giorgio Gaber e promotrice della Fondazione -. Portare il pensiero di Giorgio nelle scuole è una grande opportunità per i ragazzi che hanno voglia di crescere e di riflettere sulla vita e su ciò che sta loro intorno. E´ stato commovente ed emozionante leggere i commenti di alcuni studenti delle scuole medie che hanno mostrato una grande sensibilità verso argomenti difficili e profonde: sono una speranza nuova per tutti". .  
   
   
SCUOLA TOSCANA: SI SCALDANO I MOTORI DELLA PARTECIPAZIONE DEI GENITORI  
 
Firenze, 9 marzo 2009 - Informazione e formazione sono le parole d’ordine per il rilancio della partecipazione dei genitori nelle scuole. Così hanno stabilito i 140 genitori ‘esperti’ che hanno partecipato al seminario “Genitori a scuola di partecipazione: il modello toscano” che si è tenuto sabato 7 marzo a Firenze per iniziativa dell’Ufficio Scolastico Regionale e del Forum Regionale dei Genitori (Fo. R. A. G. S. ) della Toscana. I genitori si sono mostrati soprattutto interessati ad avere strumenti per muoversi in modo competente all´interno del complicato universo scuola: il proprio ruolo all’interno della scuola, diritti e doveri e un po’ di normativa sono state le richieste più gettonate. Una formazione mirata che potrà essere svolta dai Forum provinciali dei genitori, di prossimo rinnovo da parte delle Associazioni riconosciute dal Ministero dell’Istruzione (A. Ge. , A. Ge. S. C. , C. G. D. E Mo. I. Ge. ). Dalla ricca messe di metodi, strategie e suggerimenti emersi nei gruppi di lavoro sarà tratta una sorta di vademecum che sarà diffuso ai genitori impegnati nei consigli di classe e di istituto delle scuole toscane. Il documento conterrà tutti i suggerimenti che nascono dalla concreta esperienza dei genitori, come ad esempio quello di installare nelle scuole una bacheca per le comunicazioni dei genitori, creare una mailing list interna oppure tenersi in contatto fra membri del Consiglio di istituto via Sms o e-mail. L’aspetto più corposo riguarda però il modo stesso di rapportarsi con la scuola e con gli altri genitori, a partire dalle strategie di comunicazione e di coinvolgimento, che vanno dalla classica pizza di fine anno ad aspetti un po’ nuovi come l’esigenza di documentare il lavoro fatto per lasciarne memoria, anche qui spaziando dal classico verbale fotocopiato e diffuso a mano, per giungere a foto, filmati e documenti caricati in pagine apposite del sito web della scuola. Dopo la lettura del messaggio che il Ministro Mariastella Gelmini ha voluto rivolgere ai partecipanti, il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana Cesare Angotti ha introdotto così i lavori: “Vi saluto veramente con affetto, perché appartenete alla parte più bella del mio lavoro. Siamo infatti tutti qui per il miglior apprendimento dei nostri giovani”. Elio Satti, dirigente dell’Ufficio Pubblica Istruzione della Regione Toscana, ha portato il saluto dell’assessore Gianfranco Simoncini, il suo apprezzamento per la presenza dei genitori e delle loro associazioni sui vari aspetti che riguardano la scuola e infine il suo invito: “Stateci vicini”. “Il tavolo per l’applicazione del Titolo V della Costituzione porta una nuova idea di scuola –ha dichiarato Satti- Si tratta di un momento delicato ed è importante che ci siano i genitori. La sfida si vince se la vinciamo insieme”. “Grazie ai genitori che hanno animato i dieci incontri preparatori a livello provinciale e grazie ai partecipanti al seminario di oggi –ha concluso Rita Manzani Di Goro, coordinatrice del Forum Regionale delle Associazioni dei Genitori- abbiamo gettato le basi di una rete che aiuterà a recuperare il ritardo di trent’anni di scarsa partecipazione dei genitori a scuola”. .  
   
   
IL BUON ORIENTAMENTO NEGLI STUDI E’ UN NODO STRATEGICO PER IL SUCCESSO  
 
Venezia, 10 marzo 2009 - “Sono orgogliosa di aver sentito che a livello nazionale il Veneto è considerato un modello d’avanguardia”. Lo ha dichiarato, il 5 marzo, Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, durante il seminario l’orientamento per il futuro in corso all’Hotel Terme Alexander Palace di Abano Terme (Pd) e ha aggiunto: “rappresentanti di Banca d’Italia e di Confindustria nel loro intervento, di fronte al ministro all’Istruzione Maria Stella Gelmini, hanno riconosciuto quale ricchezza di successi e di esperienza siano rappresentati dal modello veneto”. “Proprio l’orientamento - ha aggiunto Donazzan - rappresenta il nodo strategico per il successo, sia nel percorso di studi che nel lavoro, e l’ambiente culturale del Veneto, fatto di forte sinergia tra istituzioni, mondo del lavoro e mondo della scuola, ne è il dato caratteristico principale”. Al margine del convegno, confrontandosi con alcuni dirigenti scolastici, l’assessore ha avuto modo di ribadire che l’incontro con la Gelmini che doveva tenersi lo scorso martedì, in occasione del Convegno di Abano Terme, e che è poi saltato, non era dovuto, era bensì frutto della disponibilità del ministro stesso a seguito di una richiesta specifica. “Se il Veneto - ha commentato quindi Donazzan - è considerato da tutti un’eccellenza, sotto l’aspetto sia dell’organizzazione scolastica che dei risultati ottenuti, dobbiamo fare in modo che questa venga salvaguardata anche in un momento di gravissima difficoltà per la spesa pubblica”. “La rassicurazione - ha concluso l’assessore del Veneto - avuta dal ministero, su indicazione del Ministro Gelmini, di riconoscere le caratteristiche e le esigenze del Veneto, impongono innanzitutto alla Regione di avere un quadro preciso delle risorse disponibili e delle eventuali razionalizzazioni per essere credibili nel momento in cui formalizzeremo le nostre richieste”. .  
   
   
FORMAZIONE, IL 9 MARZO A RIPOSTO (CT) NUOVO CONFRONTO CON IL MONDO DELLE PROFESSIONI SUI FABBISOGNI FORMATIVI  
 
Palermo, 9 marzo 2009 – Continua lunedì 9 marzo, a Riposto (Ct) il confronto tra assessorato regionale al Lavoro e rappresentanti delle professioni, per individuare i fabbisogni formativi del comparto professionale siciliano, sui quali la Regione investirà attraverso il finanziamento di adeguati corsi di formazione. Lunedì 9 marzo, nella sala congressi dello Yachting hotel di Riposto (Ct), l´assessore Carmelo Incardona parteciperà al secondo di una serie di incontri, organizzati da Confprofessioni, con gli ordini professionali e le associazioni sindacali delle professioni, durante i quali saranno indicate la qualità e la quantità di figure professionali richieste dagli studi professionali in Sicilia. A Riposto parteciperanno i rappresentanti degli ordini professionali e delle associazioni sindacali di categoria delle province di Catania e Messina “Questi incontri - spiega Incardona – come ha dimostrato la riunione della settimana scorsa, a Enna, sono estremamente importanti e utili perché i professionisti siciliani possono evidenziare direttamente e in prima persona le loro esigenze relativamente alle figure professionali di cui hanno necessità. Su quelle potremo predisporre, attraverso il Catalogo regionale dell´offerta formativa, dei corsi specifici. Questa intesa è, in assoluto, il primo accordo del genere stipulato in Italia. Un percorso innovativo per la nostra Regione, che conto di ripetere anche con le altre associazioni di categoria del sistema imprenditoriale siciliano, per una formazione efficace e utile allo sviluppo della Sicilia e un più efficiente impiego delle risorse finanziarie disponibili”. A dicembre, Incardona ha firmato con il presidente nazionale di Confprofessioni, Gaetano Stella, un protocollo d’intesa per la predisposizione di corsi di formazione diretti a dipendenti, collaboratori, con o senza partita iva, e tirocinanti degli studi dell’intero comparto professionale siciliano. Confprofessioni è l´organismo nazionale di rappresentanza delle 16 principali organizzazioni delle quattro macroaree professionali (economico amministrative, giuridiche, tecniche sanitarie e sociali). Il programma prevede altri 3 incontri, dopo Enna e Riposto: il 16 marzo a Vittoria (Rg), il 23 marzo ad Agrigento e il 30 marzo a Palermo. .  
   
   
ABRUZZO: INVESTIRE CON CONVINZIONE AL VIA I BANDI PER BORSE DI STUDIO. OLTRE 2 ML EURO DAL FSE  
 
L´aquila, 6 mar. "L´alta formazione e la stretta relazione fra i centri di ricerca d´eccellenza e il mondo produttivo sono le direttrici da privilegiare per consentire all´Abruzzo di farsi trovare pronto a competere nel nuovo sistema economico che il mondo vivrà al termine di questa crisi globale". L´assessore alla Formazione, Paolo Gatti ha commentato così, il 6 marzo, l´iniziativa "Gran Sasso in rete" che, nell´ambito degli obiettivi fissati nella Strategia di Lisbona e perseguiti dalla Regione Abruzzo, muove i primi passi, in questi giorni, con la pubblicazione dei bandi per borse di studio riservate a laureati e diplomati. Ammontano infatti a 2 milioni 395. 783 euro le risorse, provenienti dal Fondo Sociale Europeo (Fse), che i Laboratori del Gran Sasso dell´Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn) e la Regione Abruzzo potranno impiegare in due anni per attività connesse, tra l´altro, alla formazione di altissima qualità di giovani laureati e diplomati. All´interno del progetto è prevista, tra l´altro, la istituzione di un Centro di eccellenza formativa e informativa nel campo della fisica astroparticellare (Fisica del Neutrino, della Materia Oscura, della Radiazione Cosmica e delle Onde Gravitazionali) con il coinvolgimento delle Università dell´Aquila e di Roma Tor Vergata. Il Progetto Speciale Multiasse "Gran Sasso in rete" vuole innescare processi di convergenza stabili tra il sistema produttivo e i Laboratori nazionali del Gran Sasso quale Centro di eccellenza nel territorio. Il "training on the job", alternanza tra periodo di formazione presso i Laboratori del Gran Sasso e stage nelle aziende, sperimentato per la prima volta ai Laboratori del Gran Sasso tra il 2007 e il 2008, ha coinvolto in un anno 20 giovani, il 75% dei quali, a fine 2008, ha trovato occupazione nelle imprese presso le quali ha svolto il periodo formativo. Nel novembre 2008 Infn e Regione hanno siglato un protocollo d´intesa per avviare un nuovo progetto nel Por 2007/2013. Continuerà quindi, la sperimentazione della modalità di formazione e-learning, in collaborazione con il Consortium Garr, destinata a manager, imprenditori e tecnici del tessuto produttivo regionale. Uno degli interventi formativi, ha sottolineato il direttore dei Lngs, Eugenio Coccia, "è nel settore dell´analisi chimica inorganica a livello delle ultra-tracce: a tale scopo è stato acquisito in leasing uno spettrometro di massa ad alta risoluzione con sorgente di ionizzazione al plasma che permette l´identificazione di quantità infinitesime di sostanze. In termini pratici, coloro che saranno formati per interagire con tale strumentazione, potranno operare nel settore industriale, per migliorare un prodotto specifico o per la ricerca e lo sviluppo di nuovi progetti, supportare Enti pubblici nelle tematiche ambientali (acque dolci, acque marine, suolo), partecipare al monitoraggio della radioattività naturale, alla certificazione di prodotti alimentari e a studi di sistemi idrogeologici. " L´intervento si appoggia su una rete della quale fanno parte l´Università de L´aquila e l´Università di Milano Bicocca. Altro importante intervento formativo è "Conoscere giocando" che coinvolgerà le scuole abruzzesi: la finalità è rafforzare il sistema dell´istruzione mettendo a disposizione la rete di ricerca dei Laboratori del Gran Sasso per avviare processi di innovazione sia nella metodologia didattica nell´insegnamento delle materie scientifiche sia nella divulgazione scientifica. Tramite queste, che sono solo alcune delle azioni previste, obiettivo del protocollo d´intesa siglato tra Regione Abruzzo e Infn-laboratori Nazionali del Gran Sasso nel Piano 2007/2008 è rendere permanente la sinergia tra Regione e Centri di eccellenza nell´alta formazione e nella formazione continua per innescare un ciclo virtuoso di sviluppo basato sulla valorizzazione del capitale umano, che possa acquisire conoscenze e trasferire poi competenze nell´apparato produttivo. .  
   
   
PRESENTATI IN CALABRIA I RISULTATI DEI PROGETTI “CAMPI SCUOLA” E “SCUOLE ALL’ESTERO”  
 
Reggio Calabria, 9 marzo 2009 - Sono circa cinquemila gli studenti, appartenenti a Istituti di ogni ordine e grado, che hanno partecipato ai “Campi scuola” e oltre tremila quelli che hanno preso parte alle “Scuole all’estero” finalizzati all’apprendimento delle lingue straniere. Complessivamente sono stati più di ottomila i ragazzi che hanno partecipato ai progetti promossi dalla Regione Calabria nell’ambito del Por Fse 2000-2006 e realizzati nell’anno scolastico 2007/2008. Le risorse investite 16 milioni di euro (5 milioni per i campi scuola ed 11 milioni per i viaggi all’estero), mentre il costo medio ad alunno è stato di 1. 138 euro per i campi e di 2. 788 euro per il progetto scuole all’estero. I Campi scuola hanno interessato 67 istituti scolastici e 45 associazioni culturali non profit per un totale di 112 progetti. Nei viaggi all’estero sono stati coinvolti 98 istituti scolastici e 10 associazioni non profit, per un totale di 108 progetti. Le cifre sono state rese note questa mattina nel corso di un incontro promosso dalla Vice Presidenza della Giunta regionale e dal dipartimento Istruzione e svoltosi a Lamezia Terme presso il Centro Agroalimentare al quale hanno partecipato i dirigenti scolastici degli Istituti, i responsabili dei progetti e le associazioni partner delle scuole partecipanti. Un confronto, che, partendo dall’esperienza dello scorso anno, ha approfondito da un lato i punti di criticità ed i limiti dei progetti, evidenziandone, dall’altro, le eccellenze e gli indicatori positivi. Ciò al fine di migliorare la qualità e l’efficacia delle politiche didattiche per l’anno scolastico 2008/2009. L’incontro di questa mattina ha fatto registrare una massiccia partecipazione dei dirigenti scolastici degli istituti coinvolti e dei rappresentanti delle associazioni partner, in totale oltre 400. Ad introdurre l’iniziativa è stato il vicepresidente della Giunta regionale Domenico Cersosimo. “Una fiammata c’è stata - ha esordito Cersosimo commentando le cifre della partecipazione ai campi scuola e ai viaggi all’estero - ma forse si poteva fare di più, considerando che non tutta la disponibilità finanziaria è stata effettivamente utilizzata”. Per Cersosimo “la scuola deve poter funzionare alimentata da due motori: il primo deve essere la mente, cioè la conoscenza, le cosiddette competenze monocognitive; l’altro motore è dato dalle competenze metacognitive, le curiosità e le dinamiche relazionali che scattano in classe”. Complessivamente secondo il vicepresidente “il risultato finale per i campi scuola ed i viaggi all’estero è buono “perché - ha affermato Cersosimo - è scattata una scintilla formativa nuova. I ragazzi hanno scoperto un altro mondo e non la solita gita tout-court, perché dietro a molte di queste nuove esperienze ci sono importanti e intenzionali progetti formativi”. Tra i punti di eccellenza dei viaggi all’estero Cersosimo ha ricordato l’importanza di realizzare la formazione linguistica dello studente direttamente nel contesto del Paese dove si parla la lingua studiata. “È tutta un’altra storia - ha puntualizzato Cersosimo- perché i ragazzi respirano un’aria diversa, si trovano in un altro ambiente e sono costretti a fare i conti con una quotidianità che non è quella solita. Una sprovincializzazione salutare, perché si torna a casa più robusti, ma anche più curiosi e perspicaci”. Se per il vicecresidente della Giunta il bilancio finale delle due esperienze è positivo, qualche preoccupazione Cersosimo l’ha espressa nel rimarcare il dato che riguarda il numero di studenti (50, pari all’1%) che hanno scelto l’apprendimento all’estero della lingua tedesca. “C’è ancora una forma di imperialismo anglofono - ha spiegato Cersosimo - considerato l’elevato numero di studenti che hanno scelto l’inglese (il 77%) seguiti dal 17% che ha scelto il francese e dal 4% che ha preferito lo spagnolo. Siamo pronti, comunque, per la seconda vampata che deve essere però più ragionata. Speriamo di poter lasciare un solco abbastanza profondo. Ci piacerebbe se questi progetti contribuissero a cambiare in meglio e permanentemente la vita dei bambini e delle bambine”. Numerosi gli interventi dei dirigenti scolastici e dei rappresentanti delle associazioni che hanno supportato la realizzazione dei progetti. Nel complesso sono stati espressi lusinghieri apprezzamenti per i buoni risultati delle esperienze, sia quelle maturate nei campi scuola che quelli maturate durante i viaggi all’estero. Tra gli indicatori di segno positivo, i segnali di cambiamento di una scuola che offre agli studenti nuove opportunità e tra queste quella di venire a contatto con organizzazioni scolastiche che rappresentano delle eccellenze, come i college inglesi, il rafforzamento nei ragazzi dell’autostima, la scoperta di sé ed il contesto educativo completamente diverso. Lo scambio di idee di questa mattina a Lamezia ha consentito ai dirigenti scolastici di porre l’accento anche sulle criticità. Da alcuni partecipanti è venuta la sollecitazione ad articolare le esperienze su un progetto minimo di tre settimane che consentirebbe un approccio più organico e specialistico. Altri hanno sottolineato la necessità di dare continuità ai progetti e su questo Cersosimo ha fornito ampie assicurazioni precisando che i nuovi bandi sono quasi pronti e che con ogni probabilità i tempi di pubblicazione saranno anticipati. Tra gli altri indicatori di qualità, l’elevato indice di gradimento riscontrato nei ragazzi che, a giudizio di alcuni rappresentanti delle associazioni partner, dovrebbero essere seguiti, nei campi scuola, sempre da personale altamente specializzato. .  
   
   
APPROVATO DALLA GIUNTA IL PIANO TERRITORIALE TRIENNALE PER L´ISTRUZIONE E LE FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE  
 
Roma, 9 marzo 2009 - Si avvierà, nel Lazio, la sperimentazione degli istituti di istruzione tecnica superiore (Its), previsti dal decreto del Governo Prodi di gennaio 2008 e concordati con le Regioni per dare una risposta stabile di formazione terziaria non accademica con futuri diplomi di istituti tecnici superiori. La Giunta regionale ha approvato il 6 marzo , su proposta dell’Assessore all’Istruzione, diritto allo studio e formazione, Silvia Costa, il Piano territoriale triennale per l’istruzione e la formazione tecnica superiore, che dà organicità a tale offerta, consolidando ulteriormente l’esperienza dei 13 Poli formativi di istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) ed introducendo l’istruzione tecnica non accademica post diploma, che sarà offerta dagli Its. Questi i ‘numeri’ del Piano regionale: 15 milioni di euro, per 16 corsi in Ifts e 33 corsi per i Poli formativi. “Questo organico piano di programmazione – ha detto l’Assessore Costa – rappresenta una strategia molto significativa e condivisa con le Province e le parti sociali per dare una risposta alle imprese in termini di competenze specialistiche, sempre più richieste, e ai giovani diplomati o laureati per inserirsi in modo qualificato nel mondo del lavoro. ” “Una risposta – ha concluso l’Assessore – che assume una particolare valenza in una fase di crisi economica e occupazionale come questa". .  
   
   
CRESCONO LE FATTORIE DIDATTICHE DEL VENETO – 228 ISCRITTE NELL’ELENCO REGIONALE  
 
Venezia, 5 marzo 2009 - Continua a crescere in Veneto l’attenzione nei confronti delle Fattorie Didattiche, sia da parte delle imprese agricole sia da parte della comunità regionale, che coglie in queste strutture una forte opportunità di riscoperta delle civiltà rurale e delle radici stesse della propria identità. Sulla base delle nuove domande di adesione presentate e accolte positivamente, e tenuto conto delle naturali rinunce, il decreto regionale di aggiornamento dell’apposito Registro regionale ha riconosciuto l’iscrizione al 31 dicembre scorso di 228 aziende: 9 in più rispetto all’anno precedente. “E’ un trend in costante aumento – ha commentato il vicepresidente della giunta regionale Franco Manzato – da quando nel 2003 la Regione istituì l’Elenco, cui risultavano iscritte 52 aziende. Le Fattorie Didattiche sono aziende agricole “normali”, pienamente inserite nel sistema produttivo – ha ricordato Manzato – che però si sono rese disponibili a svolgere funzioni di “insegnamento”, accoglienza, spiegazione e divulgazione su produzione, organizzazione, lavoro del settore agricolo. Per questo hanno realizzato i necessari adeguamenti anche strutturali, mentre i titolari si sono formati professionalmente in modo da avere i requisiti per spiegare come funziona un’azienda agricola e i segreti del territorio”. Per l’iscrizione all’elenco regionale, le Fattorie Didattiche, devono infatti rispondere alla cosiddetta “Carta della Qualità”, che individua le caratteristiche minime per poter svolgere questa funzione. “Che è fondamentale sotto il profilo anzitutto culturale – ha sottolineato il vicepresidente – per avvicinare gli abitanti della città alla campagna e ai prodotti del territorio, in un’epoca dove soprattutto i più giovani non sanno che alimenti come il pane e la pasta, il latte, la frutta e i formaggi nascono nelle aziende agricole e dal lavoro degli agricoltori e la loro qualità è strettamente legata al luogo dove si producono, alle stagioni e all’esperienza dell’uomo”. Le 228 Fattorie Didattiche del Veneto sono distribuite in tutto il territorio regionale. Tra breve verrà pubblicata la Nuova Guida, aggiornata e completa di riferimenti operativi e didattici, mentre altre informazioni sono reperibili nel sito internet: http://www. Regione. Veneto. It/economia/agricoltura+e+foreste/agroalimentar
e/fattorie+didattiche/  .
 
   
   
L´INFLUENZA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SUGLI INCENDI  
 
Bruxelles, 9 marzo 2009 - Recenti dati e modelli di simulazione hanno evidenziato che il cambiamento climatico antropogenico può favorire l´attività del fuoco, mentre i dati relativi alla situazione climatica passata ci permettono di comprendere quanto precedentemente accaduto. Utilizzando questi dati, un team internazionale di scienziati ha scoperto che un cambiamento repentino del clima in coincidenza di una fase di espansione forestale può scatenare violenti incendi. Queste scoperte sono state recentemente pubblicate online negli atti della National Academy of Sciences (Pnas). Gli scienziati del Center for Bio-archeology and Ecology (ovvero Cnrs/université Montepellier 2/Ecole Pratique des Hautes Etudes de Paris) hanno esaminato le variazioni negli incendi violenti mettendole in relazione al repentino cambiamento climatico avvenuto circa 13. 000/11. 000 anni fa. Gli scienziati hanno analizzato il periodo compreso tra 15. 000 e 10. 000 anni fa e hanno evidenziato che quel particolare periodo è stato caratterizzato da un imponente cambiamento a livello climatico, non dissimile dai cambiamenti climatici odierni. Per meglio comprendere quanto accaduto, gli scienziati hanno ricostruito la storia degli incendi verificatesi nel lasso di tempo preso in esame. Gli scienziati hanno utilizzato come riferimento 35 campioni di carbone di legno sedimentario e di polline, ottenendo risultati interessanti. Gli scienziati hanno spiegato che, grazie allo studio dei campioni di polline fossile, hanno scoperto che la quantità di biomassa bruciata è andata gradualmente aumentando fino all´inizio del periodo definito "Dryas recente". Mentre esistono prove di incendi significativi per il periodo compreso tra i 12. 900 e gli 11. 700 anni fa, non vi sono evidenze di una tendenza analoga per questo periodo. I dati raccolti dimostrano tuttavia che il numero di incendi violenti cresciuto successivamente al Dryas recente, si è ridotto fortemente con l´inizio dell´Olocene, che secondo gli esperti comprende anche il periodo attuale. È importante notare che il cambiamento climatico repentino si è verificato a intervalli di 13. 900, 13. 200 e 11. 700 anni, favorito da un´imponente attività del fuoco. Secondo gli scienziati ci sono prove evidenti della correlazione esistente tra i cambiamenti climatici e l´attività del fuoco. Gli autori dello studio affermano che la tempistica dei cambiamenti "non è coincisa con le variazioni verificatesi nella densità della popolazione umana o con il momento dell´estinzione della cosiddetta megafauna," e non sarebbe nemmeno confermata la teoria secondo la quale sarebbe collegata a un bombardamento di meteoriti. Questi fattori, spiegano gli scienziati, possono aver contribuito ai cambiamenti del regime del fuoco, in luoghi e epoche diverse, ma aggiungono che i dati relativi al carbone dimostrano una significativa influenza del cambiamento climatico sull´attività dello stesso. Questo è particolarmente palese nei cambiamenti rapidi di questa ultima attività. Gli scienziati hanno inoltre sottolineato che i risultati forniscono informazioni cruciali su quelle che saranno le future tendenze degli incendi violenti. Quest´ultimo studio è di poco successivo a uno studio pubblicato in ottobre su Nature Geoscience, nel quale si indicava che nel corso dei secoli, fino all´avvento della rivoluzione industriale, il clima ha rivestito un ruolo importante nel regime del fuoco. In poche parole, le scoperte dello studio in questione suggeriscono che gli incendi indotti dal clima potrebbero aumentare a causa di un surriscaldamento climatico continuo e dell´espansione delle foreste, causando nuovi rischi ambientali e sociali, come avvertono gli scienziati. Per ulteriori informazioni, visitare: Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas): http://www. Pnas. Org/ Cnrs: http://www. Cnrs. Fr/ .  
   
   
AMBIENTE: CRITERI PIANI COMUNALI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA  
 
Trieste, 9 marzo 2009 - La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato in via definitiva - su proposta dell´assessore all´Ambiente e ai lavori pubblici, Vanni Lenna - i criteri e linee guida per la redazione dei Piani comunali di classificazione acustica del territorio, così come previsto dalla Lr 16 del 2007. Si tratta di un provvedimento che - tenendo conto del parere e delle raccomandazioni espressi dal Consiglio delle Autonomie locali - "rappresenta - fa notare l´assessore Lenna - il primo strumento a disposizione dei Comuni per attestare le criticità presenti sul territorio in ordine all´inquinamento acustico". La legge regionale 16/2007 (Norme in materia di tutela dall´inquinamento atmosferico e dall´inquinamento acustico), in attuazione della Legge quadro nazionale sull´inquinamento acustico (447/95) e dei relativi decreti attuativi, individua nei comuni i soggetti maggiormente vocati a governare le tematiche del rumore ambientale, sia in termini di pianificazione che di controllo del rispetto dei dettami della normativa di settore. L´operazione più importante che i comuni sono chiamati a svolgere, per dare avvio all´intero procedimento finalizzato a contenere l´inquinamento acustico, è la classificazione del proprio territorio in zone acustiche omogenee. Affinché tale zonizzazione venga effettuata secondo metodologie standard, le Regioni sono tenute a emanare i criteri e le linee guida, in base ai quali, i Comuni provvederanno alla redazione del Piano comunale di classificazione acustica. L´operazione di classificazione in zone è un processo che avviene sostanzialmente in due fasi. La prima, di natura più "automatica", si fonda su informazioni urbanistiche generalmente già disponibili. La seconda fase si basa sugli effetti acustici che le varie attività esercitano sul territorio, sulle interazioni tra le diverse sorgenti e sulle previsioni urbanistiche che modellano lo sviluppo territoriale. Il testo approvato dalla Giunta regionale, allora, detta i criteri per la raccolta dei dati e degli elementi di partenza, per la caratterizzazione dello stato di fatto del territorio, per l´individuazione delle Unità Territoriali, per la definizione della Zonizzazione Parametrica. Quindi i criteri per la definizione della Zonizzazione Aggregata, per la caratterizzazione delle aree prospicienti le infrastrutture di trasporto, per la stesura della Zonizzazione Intergrata, la stesura della Zonizzazione Definitiva e i criteri per la raccolta dei dati fonometrici. .  
   
   
ARTA, STATI ASSICURA: SOSPESE TUTTE LE PROCEDURE CONCORSUALI  
 
L´aquila, 9 marzo 2009 - "Dal 1 gennaio 2009 nessun concorso è stato approvato dall´Arta, né si è provveduto ad alcuna programmazione di fabbisogno di personale. Tutte le procedure concorsuali sono sospese". La precisazione è dell´assessore all´Ambiente dell’ Abruzzo, Daniela Stati, in merito alla situazione dei concorsi banditi dall´Arta (Agenzia regionale per la tutela dell´ambiente). Come preannunciato nel corso dell´ultimo consiglio regionale, l´assessore ha trasmesso ai consiglieri e agli assessori regionali una nota che riassume la situazione che si è venuta a verificare all´Arta. In particolare specifica che, "come attestato dalla nota inviata ai presidenti di commissione dal Direttore generale dell´Agenzia, tutte le procedure sono sospese". In realtà, nelle scorse settimane, l´assessore Stati ha avuto diversi incontri con i dirigenti dell´Arta in cui ha ribadito la necessità di sospendere tutte le procedure in corso. Ha inviato anche una nota alla direzione Arta chiedendo spiegazioni su quanto accaduto. "Ritengo - ha aggiunto l´assessore Stati - che, proprio per ragioni di chiarezza e di massima trasparenza nei confronti dei cittadini, sia necessario fare queste precisazioni. In un momento così particolare, dove c´è una grave crisi occupazionale, una difficoltà di trovare lavoro per tanti giovani laureati e non, è necessario fornire informazioni precise e puntuali anche per evitare false attese e, soprattutto, per fornire certezze ai cittadini abruzzesi". .  
   
   
TRENTO, RIFIUTI: LA PROVINCIA FA LA DIFFERENZIATA ANCHE AL GIULIA  
 
Trento, 9 marzo 2009 - La Provincia fa la raccolta differenziata all´interno dei suoi ufficio: ogni postazione è dotata di due bidoni, uno per la plastica e uno per le altre tipologie di rifiuti, che generalmente, in un ufficio, sono poca cosa (bicchieri di plastica o simili, ed escludendo ovviamente i rifiuti speciali come toner e quant´altro). Ciò vale anche per gli uffici di Palazzo Giulia, complesso che la Provincia peraltro condivide con altre realtà fra cui una mensa e degli esercizi commerciali. La precisazione si rende d´obbligo a seguito di un articolo comparso oggi su un quotidiano locale che indica la Provincia come una "cattiva maestra". Non è vero che la Provincia non effettua la raccolta differenziata della carta. Quanto segnalato il 5 marzo da un quotidiano locale circa la gestione dei rifiuti nel complesso di Palazzo Giulia a Trento merita un approfondimento. E´ vero che nel compendio la raccolta dei rifiuti sta riscontrando alcune difficoltà, dovute fra le altre cose alla "convivenza" nello stesso luogo di famiglie, esercizi commerciali, una mensa con bar, un laboratorio, vari uffici e così via. Tutti portano i rifiuti in un unico punto che da qualche tempo è difficilmente raggiungibile dai camion della nettezza urbana vista la decisione di montare delle cancellate per rendere più sicuro il luogo durante le ore notturne. Per quanto riguarda quel che sta facendo in particolare la Provincia autonoma di Trento, però, va detto che esiste da tempo una direttiva, che viene fatta rispettare con frequenti controlli, per separare la carta dagli altri rifiuti. In ogni ufficio o scrivania infatti sono presenti due cestini. Succede così anche a Palazzo Giulia: la carta, regolarmente depositata dal dipendente provinciale in uno dei due cestini che ha in dotazione, viene raccolta dal personale della ditta incaricata delle pulizie e convogliata negli appositi contenitori gialli di piano. Due volte la settimana il personale dell’impresa di pulizia porta i contenitori gialli sul marciapiede, affinché Trenta spa li possa a sua volta svuotare nei mezzi di raccolta. Per quanto riguarda i restanti rifiuti, vengono depositati nel secondo cestino per essere successivamente raccolti dalla ditta di pulizie e depositati, all’interno di sacchi, negli appositi contenitori verdi esclusivamente a disposizione della Provincia: sono bidoni muniti di lucchetto e posizionati nel cortile dove accedono tutti. Negli ultimi tempi si è constatato che questi contenitori sono effettivamente insufficienti e la Provincia ha già effettuato un sopralluogo congiunto con Trenta spa evidenziando questo problema: nel frattempo il residuo viene depositato dai dipendenti in alcuni di quei sacchi neri che si vedono nella foto, e che solo in minima parte appartengono agli uffici provinciali. Appena Trenta spa fornirà nuovi contenitori la questione sarà risolta: contestualmente si chiederà all´amministratore del condominio di individuare un luogo dove depositare esclusivamente i rifiuti provinciali. Infine, va tenuto presente che si sta attendendo l´avvio del sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta che costringerà ad un totale ripensamento del sistema di gestione dei rifiuti prodotti dagli uffici provinciali, nel segno di un ulteriore miglioramento della differenziata. .  
   
   
“RIFIUTI SPECIALI”, CRESCE L’ESPORTAZIONE: + 60% IN 3 ANNI  
 
 Roma, 9 marzo 2009 – Cresce a ritmo sostenuto l’esportazione dei rifiuti speciali (da attività produttive) inviati all’estero per l’assenza sul territorio nazionale di adeguati impianti di trattamento e per le condizioni di smaltimento economicamente vantaggiose offerte da alcuni Paesi; cresce, pur se gradualmente, anche il fenomeno dell’importazione dei rifiuti speciali, utilizzati come materie prime nell’industria del recupero, non soddisfatta dalle raccolte differenziate nazionali, attualmente però alle prese con una forte inversione di tendenza dovuta alla globalizzata situazione di crisi dei mercati. Sono queste le principali tendenze emerse stamane nel corso della presentazione del primo Rapporto su “Il movimento transfrontaliero dei rifiuti”, presentato a Roma da Fise Assoambiente, l’Associazione che in Confindustria rappresenta le aziende che operano in campo ambientale. Dal Rapporto, il primo mirato su importazione ed esportazione di rifiuti, emerge come nel 2005 (ultimi dati Mud disponibili su import/export) siano state esportate dall’Italia 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (+60% vs le 1. 144 mila tonnellate del 2002). Nello stesso anno l’Italia ne ha importati circa 1,4 milioni di tonnellate (nel 2002 erano 890mila). Il trasporto di questi rifiuti, in entrata ed uscita dai confini nazionali, riguarda complessivamente il 3% dei rifiuti speciali gestiti nel 2005 (il 2,7% dei rifiuti non pericolosi e circa il 10% di quelli pericolosi). Negli ultimi anni le esportazioni dei rifiuti speciali sono cresciute soprattutto grazie all’aumento dei flussi di “pericolosi”, passati dalle 116. 000 tonnellate del 2002 a circa 573. 000 tonnellate nel 2005 (+350%): si tratta, in particolare, di rifiuti prodotti da trattamento meccanico, fluff, ceneri/scorie e apparecchiature fuori uso. Dallo studio emerge la differente capacità di gestione dei rifiuti speciali da parte dei Paesi europei, con nazioni come la Germania che presenta un’alta capacità di smaltimento e costituisce la meta di gran parte dei rifiuti speciali italiani esportati (542mila tonnellate l’anno). “L’esportazione di rifiuti speciali”, osserva Margherita Gorio, Presidente del Settore Rifiuti Industriali di Assoambiente, “è un fenomeno strutturale, dovuto, da una parte, alla carenza sul territorio nazionale di impianti di smaltimento per alcune tipologie di rifiuti speciali, ma anche a situazioni di ‘dumping’ del mercato internazionale che offre condizioni di trattamento non omogenee che rendono più economica la scelta di far viaggiare oltre confine i nostri rifiuti”. In Germania, ad esempio, gran parte dei rifiuti speciali viene utilizzata per la messa in sicurezza (riempimento) delle miniere di sale. “Sarebbe, quindi, auspicabile”, conclude Gorio, “un maggior allineamento dei livelli di efficacia ambientale dei sistemi di trattamento a livello europeo e un’esportazione dei rifiuti destinati a smaltimento condizionata alle disponibilità impiantistiche di trattamento nazionale, analogamente a quanto avviene in altri Paesi europei ”. I dati di questo primo Rapporto sono gli ultimi disponibili e relativi al 2005, ma negli ultimi anni l’assenza di uno sviluppo significativo delle infrastrutture lascia intendere come tali tendenze siano tuttora corrispondenti all’attuale situazione di mercato per quanto attiene lo smaltimento. A livello territoriale, il 60% dei rifiuti esportati parte dal Nord, il 6% dal Centro e il 32% dal Sud. In particolare, anche per aspetti connessi all’industrializzazione, la Lombardia è la regione che raggiunge i più alti livelli di esportazione dei rifiuti speciali (32% del totale) e i più alti livelli di importazione (919. 000 tonnellate su un totale italiano di 1,4 mln di tonnellate). Sintesi del Rapporto -- Il Rapporto descrive e analizza le dinamiche connesse al movimento transfrontaliero dei rifiuti speciali tra l’Italia e gli altri Paesi, europei e non. Per rifiuti speciali si intendono tutti i rifiuti che non rientrano nella categoria degli urbani: si tratta, quindi, di rifiuti che provengono quindi, ad esempio, da attività produttive. Il movimento transfrontaliero di questi rifiuti e delle materie recuperate costituisce un importante indicatore per valutare criticità e potenzialità della gestione dei rifiuti a livello nazionale ed internazionale; lo testimonia la tendenza italiana, accentuatasi negli ultimi anni, a cercare soluzione alle problematiche legate alla gestione dei rifiuti nell’esportazione degli stessi all’estero. Dallo studio emerge la differente capacità di gestione dei rifiuti speciali da parte dei Paesi europei, con casi come la Germania che presenta un’alta capacità di smaltimento impiantistica e morfologica (miniere) e agevola la movimentazione di diversi flussi di rifiuti (materiali recuperati e rifiuti speciali pericolosi) non solo all’interno dell’Europa, ma anche tra Europa e altri continenti (Africa e Asia) L’analisi è stata condotta sulla base dei dati confrontabili desunti dagli ultimi Mud - Modello Unico di Dichiarazione Ambientale - dal 2002 al 2005. Come evidenziato anche da altri rapporti, nel triennio 2005-2007 non si è registrato uno sviluppo significativo delle infrastrutture, il che lascia intendere che dati e tendenze registrati in questo rapporto siano riferibili, con marginali adattamenti, all’attuale situazione di mercato. Dal Rapporto emerge come nel 2005 siano state esportate dall’Italia oltre 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e circa 573. 000 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, per un totale di 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti. Nello stesso anno l’Italia ha importato circa 1,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e circa 33. 000 tonnellate di rifiuti pericolosi. Rispetto alla produzione nazionale di rifiuti speciali, il trasporto transfrontaliero, in entrata ed uscita dai confini nazionali, riguarda complessivamente il 3% dei rifiuti speciali gestiti nel 2005 (il 2,7% dei rifiuti non pericolosi e circa il 10% di quelli pericolosi). La tendenza registrata evidenzia una forte crescita, soprattutto per i rifiuti speciali pericolosi, la cui esportazione è cresciuta, dal 2002 al 2005, di oltre il 350%. I flussi di esportazione e di importazione si muovono su due binari ben distinti: da una parte si esportano rifiuti provenienti da processi produttivi per il trattamento finale (ceneri, scorie, polveri) e, dall’altra, si ricorre all’importazione di materie prime seconde destinate all’industria del recupero (legno, vetro, plastiche, metalli). L’esportazione dei rifiuti Oltre il 90% dei rifiuti speciali sono esportati in Paesi europei e in particolare in Germania dove, nel 2005, è stato trasferito il 47% dei rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi), e la quasi totalità dei rifiuti speciali pericolosi. Nella specifica graduatoria dei Paesi che accolgono i rifiuti speciali italiani, la Germania è seguita da Grecia (18% dei rifiuti italiani esportati), Regno Unito (10%), Cina (8%) e Francia (4%). La necessità di esportare rifiuti speciali all’estero è legata all’insufficiente presenza sul territorio nazionale di impianti in grado di smaltire alcuni quantitativi e tipologie di rifiuti e ai loro costi di gestione: in Germania, ad esempio, questi rifiuti vengono smaltiti attraverso l’utilizzo per la messa in sicurezza delle miniere di sale che mette fuori gioco ogni competizione tecnologica. Negli ultimi anni le esportazioni dei rifiuti speciali sono cresciute grazie all’aumento dei flussi dei “non pericolosi” (+30% dal 2002 al 2005), ma soprattutto di quelli “pericolosi”, passati dalle 116. 000 tonnellate del 2002 a circa 573. 000 tonnellate nel 2005. Tale sostanziale incremento ha coinvolto soprattutto i rifiuti prodotti dal trattamento meccanico, il fluff, le ceneri/scorie e le apparecchiature fuori uso. Andamento nazionale delle esportazioni dei rifiuti speciali Infatti, su un totale di 1,350 milioni di tonnellate di rifiuti speciali esportati, 723. 000 tonnellate (quasi il 50%) derivano da esportazioni di ceneri e scorie da processi termici provenienti dalle attività produttive; 257. 000 tonnellate (20%) sono legate all’esportazione di ceneri e scorie da trattamento dei rifiuti. Le rimanenti 367. 000 tonnellate sono per la maggior parte costituite da rifiuti del consumo finale, apparecchiature fuori uso e pneumatici (132. 000 tonnellate), imballaggi e materiali vari (112 mila tonnellate), materiali ferrosi da costruzioni e demolizioni (68. 000 mila tonnellate) e 55. 000 tonnellate da rifiuti non differenziati. Oltre 276. 000 tonnellate di rifiuti pericolosi sono esportati e sono composti da terra e rocce, vetro, plastiche e legno contenenti sostanze pericolose e rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione. Un’importante frazione dei rifiuti pericolosi esportati (206. 000 tonnellate) è rappresentata da rifiuti contenenti sostanze pericolose, stabilizzati, rifiuti da filtrazione fumi, da fanghi e da ceneri. Ammonta a oltre 80. 000 tonnellate l’esportazione dei rifiuti da processi chimici, oli e catalizzatori. Esportazione di rifiuti speciali per Paese di destinazione (2005) Il Paese in cui si esporta la maggior parte di rifiuti pericolosi è la Germania (542. 000 tonnellate). Sul piano territoriale, dalle regioni del Nord si esporta complessivamente quasi il 60% del totale e, in particolare, quasi l’80% dei rifiuti speciali pericolosi. Dal Centro si esporta il 6% del totale dei rifiuti, mentre dal Sud arriva il 32% del totale dei rifiuti esportati. Anche per aspetti connessi alla industrializzazione, il primato regionale spetta alla Lombardia che produce il 32% del totale esportato, seguita dalla Puglia con il 22%, dal Piemonte con l’11% e dal Veneto con il 7%. In particolare, dalla Lombardia nel 2005 sono state esportate oltre 389. 000 tonnellate di rifiuti non pericolosi, composti prevalentemente da apparecchi fuori uso (66. 000 tonnellate in Cina), rifiuti da trattamento meccanico (65. 000 tonnellate in Germania) e ceneri (61. 000 tonnellate in Germania) prodotte dalle attività di termovalorizzazione. Sono stati, inoltre, esportate 229. 000 tonnellate, di cui in Germania 125. 000 tonnellate di rifiuti pericolosi (terra e rocce contenenti sostanze pericolose). Contestualmente, sono stati esportati in Germania 188. 000 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi mentre in Cina sono arrivate 108. 000 tonnellate (tutti materiali recuperabili o riciclabili). L’importazione di 1,4 milioni di tonnellate l’anno di rifiuti speciali è dovuta quasi esclusivamente agli “speciali non pericolosi” provenienti dalla Germania (25%), dalla Svizzera (23%), dalla Francia (21%) e, in ugual misura per il 6%, dalla Slovenia e dall’Austria. La tipologia di rifiuto maggiormente importato è il legno, il cui flusso discontinuo di quantitativi movimentati provoca di anno in anno evidenti fluttuazioni nel trend generale: 861. 000 tonnellate di rifiuti importati nel 2002, 900. 000 tonnellate nel 2004, 1,2 milioni di tonnellate nel 2003 e 1,4 milioni di tonnellate nel 2005. A differenza dei flussi di rifiuti esportati (ceneri, scorie, polveri), l’importazione di rifiuti speciali non pericolosi riguarda soprattutto materie prime seconde dirette agli impianti di riciclaggio italiani: 734. 000 tonnellate di legno (per la maggior parte verso impianti di produzione di pannelli truciolati), 198. 000 tonnellate di metalli, 129. 000 tonnellate di vetro e 350. 000 tonnellate di altri materiali (plastica, metalli, veicoli fuori uso, imballaggi). L’importazione di rifiuti speciali è quindi legata alla esigenza di materie prime seconde per i settori produttivi interessati che, nonostante gli sforzi di incremento della raccolta differenziata, hanno richiesto il supporto di materiale dall’estero. Le importazioni di tali rifiuti (per la maggior parte non pericolosi) hanno interessato principalmente la Lombardia, che nel 2005 ha importato 919. 000 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, dei quali circa 580. 000 tonnellate di legno, 76. 000 tonnellate di vetro e 210. 000 tonnellate di metalli non ferrosi. Per quanto riguarda i Paesi di provenienza dei rifiuti importati, anche in questo caso la Germania conferma la leadership con 158. 000 tonnellate di legno, oltre 100. 000 tonnellate di metalli, imballaggi e plastica esportate in Italia. Segue la Svizzera con 240. 000 tonnellate circa di legno, oltre 50. 000 tonnellate di vetro e metalli vari. Dalla Francia si importano circa 180. 000 tonnellate di legno, 36. 000 tonnellate di imballaggi in plastica, metalli (10. 000 tonnellate) e altri materiali quali vetro e plastiche. Per quanto concerne le importazioni di rifiuti pericolosi, su 33. 000 tonnellate importate ben 14. 000 provengono dall’Australia e si tratta di materiali provenienti dalle lavorazioni metallurgiche. Vi sono, inoltre, 6. 000 tonnellate di rifiuti solidi dovuti al trattamento dei fumi e, con percentuali ridotte, a sostanze in genere legate ad attività chimiche e di lavaggio. In particolare la dinamica import – export dei rifiuti recuperabili riscontra oggi, a differenza delle attività di smaltimento, una sostanziale inversione di tendenza dovuta da una parte agli sviluppi delle raccolte differenziate nazionali e dall’altra alla forte attuale contrazione dei mercati di sbocco dei rifiuti recuperati e delle materie prime seconde. La normativa Il trasporto transfrontaliero dei rifiuti, normato dal Regolamento (Ce) n. 1013/2006 che dal 12 luglio 2007 ha sostituito il precedente Regolamento (Cee) n. 259/93, rappresenta un riferimento importante per comprendere le caratteristiche e le potenzialità di trattamento di un Paese, nonché del mercato “globalizzato” dei rifiuti. Se è vero, infatti, che molto spesso dietro queste movimentazioni si celano aspetti di economicità del sistema (costi di trattamento più bassi connessi a condizioni ambientali, normative o strutturali – come la messa in sicurezza delle miniere di sale in Germania – che non consentono una competizione tecnologica), è opportuno anche evidenziare che i rifiuti sono altresì trasferiti per sostituire risorse naturali in processi produttivi. Il nuovo Regolamento, necessario per allineare la normativa europea in materia alle disposizioni della convenzione di Basilea (in merito al controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento) e a quelle dell´Ocse (sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti destinati ad operazioni di recupero), mira a rafforzare, semplificare e precisare le attuali procedure per la sorveglianza del movimento transfrontaliero dei rifiuti. Sarebbe auspicabile un maggior allineamento dei livelli di efficacia ambientale dei sistemi di trattamento a livello europeo e un’esportazione dei rifiuti destinati a smaltimento condizionata alle disponibilità impiantistiche di trattamento nazionale, analogamente a quanto avviene in altri Paesi europei. .