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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Novembre 2009
Politica
UE, INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO: AUMENTO GLOBALE NEL 2008, CON LE IMPRESE UE IN TESTA DAVANTI A STATI UNITI E GIAPPONE  
 
Bruxelles, 18 novembre 2009 - Secondo il Quadro di valutazione 2009 degli investimenti industriali europei in R&s (ricerca e sviluppo) pubblicato il 16 novembre, gli investimenti industriali per la ricerca e lo sviluppo su scala mondiale sono aumentati del 6,9% nel 2008, nonostante la crisi economica. Con un incremento dell’8,1%, la crescita degli investimenti in R&s delle imprese Ue (cioè delle imprese aventi la sede principale nell’Unione europea) è molto superiore, per il secondo anno consecutivo, a quella delle imprese statunitensi (che hanno fatto registrare un + 5,7%) e a quella delle imprese giapponesi (+ 4,4%). Due imprese europee figurano fra le prime dieci: Volkswagen al 3° posto con 5,93 miliardi di euro di investimenti in R&s e Nokia all’8°. Il maggior investitore del mondo in R&s è stata la Toyota, con 7,61 miliardi di euro. La relazione mostra inoltre che sono le imprese dei Paesi emergenti quelle che hanno registrato la maggiore crescita degli investimenti in R&s. Il commissario europeo per la scienza e la ricerca Janez Potočnik ha dichiarato “È una buona notizia che nel 2008, in un contesto di crisi economica, le imprese dell’Ue abbiano mantenuto il loro livello di investimenti per la ricerca e lo sviluppo: è la strategia migliore per uscire più forti della crisi. Dobbiamo sostenere gli sforzi delle imprese dell’Ue e concedere incentivi volti a rafforzare i settori europei ad alta intensità di ricerca. Costruire uno spazio di ricerca veramente europeo fa parte della risposta alla crisi, così come ne fanno parte gli interventi comunitari destinati a promuovere investimenti intelligenti in R&s. Mi rallegro anche per l’aumento degli investimenti in R&s delle imprese Ue operanti nell’ambito delle tecnologie a basso tenore di carbonio, che rappresentano nuove fonti di crescita e di occupazione nell’Ue”. Il Quadro di valutazione degli investimenti industriali europei in R&s della Commissione europea indica che, nonostante la crisi economica, gli investimenti industriali in ricerca e sviluppo delle imprese in tutto il mondo sono ancora cresciuti del 6,9%, rispetto al 9,0% del 2007. Con un tasso di crescita dell’8,1% rispetto all’8,8% del 2007, le imprese dell’Ue sono riuscite a mantenere quasi invariato il loro livello di crescita degli investimenti in R&s, mentre per le imprese statunitensi il livello di crescita è sceso dall’8,6% del 2007 al 5,7% del 2008. Le imprese con sede nelle economie emergenti hanno continuato a registrare la crescita più elevata nella R&s, guidate dalla Cina con il 40%, seguita dall’India (27,3%), da Taiwan (25,1%) e dal Brasile (18,6%). Se l’impatto della crisi non si riflette ancora del tutto negli investimenti industriali in R&s, è però più visibile in altri indicatori raccolti dal Quadro di valutazione, quali gli utili di gestione delle imprese, che sono calati del 30,5% per le imprese Ue e del 19,1% per quelle degli Stati Uniti. Tendenze delle imprese Fra i 10 maggiori investitori in ricerca e sviluppo troviamo 2 imprese europee, Volkswagen e Nokia, 5 imprese statunitensi, fra cui Microsoft, General Motors e Pfizer, e un’impresa giapponese, Toyota, al 1° posto. Fra i 50 maggiori investitori in ricerca e sviluppo vi sono 16 imprese europee e 18 statunitensi, in entrambi i casi due in meno rispetto al 2007, mentre il Giappone è rappresentato nell’elenco da 13 imprese, quattro in più del 2007. Tuttavia le imprese Ue che figurano fra le prime 50 hanno registrato un’intensità media di investimenti in R&s (investimento in R&s come percentuale delle vendite) più elevata delle imprese non Ue: il 7,8% rispetto al 6,8%. Tendenze del settore - Negli Stati Uniti la crescita della R&s è dominata dai settori ad alta intensità di R&s, quali il settore farmaceutico, la biotecnologia e l’informatica, mentre la crescita della R&s nell’Ue è più uniformemente ripartita fra tutti i settori. Le imprese statunitensi hanno rafforzato la loro posizione dominante nel settore ad alta intensità di R&s, aumentando negli ultimi quattro anni gli investimenti del 35%, contro soltanto il 13,6% di aumento registrato dalle imprese dell’Ue. Mentre il totale del settore ad alta intensità di R&s negli Usa, in termini di investimento nella R&s, è il doppio di quello europeo, le imprese Ue del settore registrano risultati simili a quelli dei concorrenti statunitensi in termini di R&s e di indicatori connessi. Le imprese dell’Ue sono in testa nei settori ad intensità di R&s medio-alta e medio-bassa, quali i settore auto e componenti, apparecchiature elettroniche ed elettriche e prodotti chimici. Il settore farmaceutico e quello della biotecnologia consolidano la loro posizione come i maggiori investitori in R&s, sia a livello mondiale che negli Stati Uniti, con percentuali, rispettivamente, del 18,9% e del 25,0%. Molte industrie farmaceutiche hanno registrato un forte aumento degli investimenti in R&s, come, ad esempio, Takeda Pharm. (+ 42,7%), Boehringer Ingelheim (+ 21,9%), Schering-plough (+ 20,6%). Nondimeno Merck (Usa), Johnson & Johnson e Pfizer hanno diminuito gli investimenti in R&s di una percentuale tra l’1 e il 2%. Il settore delle auto e componenti è il terzo a livello mondiale, con un incremento degli investimenti del 17,1%, ma è il primo nella Ue ed in Giappone, con percentuali rispettivamente del 25,0% e del 27,0%. Pur essendo questo il settore maggiormente colpito dalla crisi economica, l’anno scorso alcune imprese automobilistiche hanno registrato una crescita di R&s a due cifre: Volkswagen (+ 20,4%), Peugeot (+ 14,4%) e Fiat (+ 14,1%). Altre invece hanno considerevolmente ridotto gli investimenti in R&s, ad esempio Renault (−9,2%), Daimler (−9,1%), Bmw (−8,9%), Ford Motor (−2,7%) e General Motors (−1,2%). Il Quadro di valutazione di quest’anno conferma la forte attività in R&s delle imprese operanti nelle tecnologie per l’energia rinnovabile. Le sei imprese Ue di questo settore hanno registrato una crescita impressionante degli investimenti in R&s nel corso degli ultimi tre anni. Contesto - Il Quadro di valutazione 2009 degli investimenti industriali europei in R&s fornisce informazioni sulle 1 000 maggiori imprese dell’Ue e sulle 1 000 maggiori imprese non Ue che hanno investito in R&s nel corso dell’ultimo anno di riferimento. Il Quadro di valutazione è pubblicato ogni anno dalla Commissione europea. Il Quadro di valutazione e le altre relazioni Irma (Industrial Research Investment Monitoring and Analysis: monitoraggio e analisi degli investimenti nella ricerca industriale) si possono scaricare all’indirizzo http://iri. Jrc. Ec. Europa. Eu/. . . .  
   
   
UE: ECOLOGIA ED ECONOMIA DEVONO DIVENTARE UN BINOMIO INSEPARABILE  
 
Bruxelles, 18 novembre 2009 - "Finanza e cambiamento climatico", ovvero: come può l´attuale sistema economico sostenere la creazione di modelli di vita più equi e più rispettosi delle risorse naturali? La risposta degli economisti e degli esperti della "green economy" la settimana scorsa in un´audizione della commissione industria al Parlamento europeo. Aggravamento della povertà, moltiplicazione dei conflitti per le risorse naturali, scarsità, migrazioni climatiche. Ecco qualche effetto del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. E la lista potrebbe continuare. Razionalizzare l´uso delle risorse, garantirne una distribuzione più equa, ripensare il modello economico per dare spazio ai partenariati pubblico-privato e sostenere le nuove iniziative economiche mirate a creare posti di lavoro e colmare i divari. Ecco alcune delle risposte emerse nell´audizione del 10 novembre. Jacqueline Mcglade, direttrice dell´Agenzia Europea per l´Ambiente, è intervenuta evidenziando la necessità di alternativi e più efficienti modi di "generare, conservare e usare" l´energia. Riduzione dello spreco d´acqua, nuove soluzioni per il trasporto, città efficienti, riciclaggio dei materiali industriali: questi sono secondo lei gli investimenti necessari in tecnologia e innovazione. Maggiori responsabilità per i paesi industrializzati - Accordo dei relatori sul fatto che la responsabilità di agire ricade principalmente sui paesi più sviluppati e industrializzati. "I Governi che oggi negano o sono riluttanti ad assumersi le loro responsabilità rispetto al clima, sono gli stessi che pochi mesi fa non hanno esitato nemmeno un istante a soccorrere il settore finanziario con investimenti milionari", ha attaccato la socialista greca Anni Podimata, che moderava il dibattito. "E´ inaccettabile che i leader politici non abbiano la stessa prontezza quando si tratta della salvezza del pianeta. La responsabilità di fronte alle generazioni future è enorme". Clima: il ruolo di ognuno di noi - Il Parlamento ospiterà un grande evento sul clima il 3 dicembre, appena pochi giorni prima del Summit di Copenaghen. Il presidente del panel di scienziati sul clima dell´Onu Rajendra K. Pachauri e Paul Mccartney in veste ambientalista presenteranno la loro campagna per la riduzione del consumo di carne come strumento di lotta al cambiamento climatico, per sensibilizzare al ruolo che ognuno di noi deve giocare in questa battaglia epocale. .  
   
   
DEPUTATI EUROPEI CHE VIVONO SOTTO MINACCIA  
 
Bruxelles, 18 novembre 2009 - Fare politica può essere un mestiere pericoloso. Non solo in Italia, a causa dell´inquietante minaccia mafiosa. Ma anche in Spagna, dove l´Eta ha ucciso decine di politici, o in qualsiasi altro Paese dove ci siano estremisti che rispondano alla politica con la violenza. Che cosa significa convivere con una minaccia di morte? La risposta di tre europarlamentari: l´ex sindaco di Gela Rosario Crocetta, il basco Carlos Iturgaiz, e una greca che, 2 settimane fa, si è ritrovata una bomba sotto casa. Non è una minaccia, è una condanna a morte", puntualizza l´ex-sindaco antimafia di Gela Rosario Crocetta (Pd, S&d). E ci racconta che la prima minaccia l´ha ricevuta il primo giorno di insediamento al Comune: "avevano capito che facevo sul serio". In pochi mesi la sua battaglia antimafia ha toccato molti interessi: "Per ricostruire la filiera mafiosa, ho iniziato a chiedere l´informativa antimafia di tutte le imprese che partecipavano alle gare, ho revocato grossi contratti, ho cominciato a controllare tutti i sub-appalti. Abbiamo scoperto che c´erano 200 Milioni di € legati alle cosche intorno al petrolchimico a Gela. Ho perfino interrotto la costruzione del Palazzo di Giustizia, un appalto da 50 Milioni, perché avevo scoperto infiltrazioni". La risposta non si fa attendere. Dopo solo nove mesi di mandato, la polizia informa il Sindaco di avere intercettato una telefonata in cui un imprenditore di Gela s´accordava con un ´collega´ lituano per farlo fuori. Ma la paura non lo ferma: "Abbiamo creato un´associazione antiracket a cui hanno aderito più di 120 imprenditori e commercianti, che hanno iniziato a denunciare le estorsioni", contribuendo all´arresto di oltre 950 mafiosi. "Ma il peggiore affronto per loro è stato quando ho scoperto che al Comune lavorava la moglie di un boss, e l´ho licenziata". Crocetta racconta che le minacce non sono mai finite, anzi. "L´8 febbraio 2008, era il giorno del mio compleanno, ho ricevuto una chiamata. Era la procura che m´informava del terzo tentativo di disfarsi di me. L´ultimo risale ad aprile di quest´anno. Stavano comprando le armi per eliminarmi a Milano quando li hanno presi". Anche se non è più sindaco, l´europarlamentare si sente ancora vulnerabile, soprattutto quando viene in Belgio: " Le autorità belghe ritengono che io non sia in pericolo quando sono qui. Spero che abbiano ragione, ma il problema è che la mafia è un´organizzazione internazionale e ha la memoria lunga. Io comunque ho scelto di continuare a fare il mio dovere". "Non è facile vivere con questo pensiero", ammette. "Non puoi avere una vita normale, non puoi andare a mangiare un gelato, io vivo a 300 metri dal mare e non posso più andare a farmi il bagno. Non posso nemmeno affacciarmi sul balcone. E´ un pensiero talmente costante, che mi sono quasi abituato all´idea". Ma Crocetta non ha smesso di lottare contro la mafia, e appena nominato al Parlamento europeo ha chiesto di istituire una commissione d´inchiesta "per fare il punto sulle mafie in Europa". Specialmente in tempo di crisi, spiega, perché "il problema per le imprese normali è il credito. Le imprese mafiose hanno una straordinaria disponibilità di liquidi, quindi possono spazzare fuori dal mercato le imprese legali. Si stanno specializzando a fare affari legali con sistemi illegali". Carlos Iturgaiz: "Eta non perdona. E noi non perdoniamo loro" "Ho vissuto per molti anni sotto la minaccia dell´Eta. Sono assassini che minacciano chiunque non danzi alla loro musica, specialmente quanti di noi sono contro l´indipendenza dei paesi baschi e contro i loro metodi criminali" - ci racconta Carlos Iturgaiz, oggi deputato europeo, un tempo segretario del Partito Popolare Spagnolo nei Paesi baschi. "Non vogliono sentir parlare di democrazia, libertà, diritti umani. Per cui siamo tutti ´obiettivi´". Sono 15 anni che vive con la scorta: "ho realizzato di essere in pericolo quando ho visto comparire il mio nome in un bersaglio sui muri del Paese". "Hanno provato a uccidermi varie volte. Io sono informato di due: la prima, durante una manifestazione contro un rapimento di Eta. Ero nel mirino ma poi una persona è passata in mezzo, e hanno preferito non sparare". La seconda volta è stata la più traumatica: "C´era una bomba nel vaso di fiori sulla tomba di un compagno morto. Ogni anno io e un gruppo di colleghi andavamo al cimitero per rendere omaggio a sette amici del Ppe uccisi da Eta. Ma una delle mie guardie del corpo aveva un apparecchio di sicurezza, che ha individuato la bomba. Siamo andati via, ed è arrivata la polizia, ma non ha trovato niente perché la bomba era nascosta nel vaso. Dopo qualche ora, Eta l´ha fatta scoppiare. E´ stata una scena dantesca, con le ossa dei morti che saltavano in aria". Anche se oggi Iturgaiz è parlamentare europeo, la minaccia non si estingue mai: "Eta non perdona. E noi non perdoniamo loro. Ma non puoi vivere in un castello circondato dai coccodrilli. Allora, per vivere una vita pseudo-normale, devi cambiare sempre le tue abitudini. Non puoi andare sempre allo stesso bar, quando vai al ristorante devi stare attento a dove ti siedi, devi cambiare strada ogni mattina, non puoi uscire alla stessa ora tutti i giorni. Sfortunatamente, è così la vita. Non è facile per la famiglia, sono loro i più colpiti da quest´assenza di normalità. Per esempio mi ricordo che quando mia moglie ha partorito, i primi a farle gli auguri sono stati le mie guardie del corpo. Erano loro che l´avevano portata all´ospedale. In una famiglia normale, i genitori vanno ai giardini con i bambini, o li vanno a prendere alla fermata dell´autobus. Io non sono mai potuto andare. Non potevo mettere in pericolo la vita dei miei figli e quella degli altri bambini. " "Non aver paura è la risposta", secondo l´ex-ministro dell´istruzione Giannakou - Come reagire quando una televisione e un giornale ricevono una telefonata che le informa che c´è una bomba a casa tua? Pare si debba restare calmi. E´ quello che ci racconta l´eurodeputata greca Marietta Giannakou: "Alle 4:20 di mattina del 29 ottobre (di quest´anno, ndr) la polizia ha suonato il campanello. Ci ha detto che c´era una borsa dal contenuto sospetto sulla porta. Ci hanno chiesto di uscire, io ho detto che era meglio che restassimo dentro, perché la bomba poteva esplodere al nostro passaggio. In due minuti è successo tutto: quattro esplosioni consecutive, che hanno frantumato tutte le finestre e danneggiato la porta blindata. Finora sono state arrestate quattro persone, e altre sono indagate". Ma perché una minaccia così? Secondo la deputata del Partito Popolare la vicenda risale ai tempi in cui era Ministro per l´Istruzione e le questioni religiose, dal 2004 al 2007: "Con 21 leggi in totale, ho modernizzato il sistema educativo greco e ho introdotto standard europei per le nostre università". La sua permanenza in politica è considerata un affronto dai terroristi, che altro non sono che "una continuazione" dei gruppi dell´estrema sinistra, "oggi mobilizzati facilmente via internet". Ma l´ex-ministro non ha paura, e continua la sua vita come prima. "I politici sono personaggi pubblici, è normale che ispirino simpatie o odio da parte di qualcuno che ha interessi o ragioni diverse dalle tue. Io sono fiera di quello che ho fatto e continuerò. " Chiaramente la preoccupazione maggiore è per i suoi cari: "Ho una mamma di 91 anni e una figlia di 17. Ma la prima ha un carattere forte e non ha paura di niente, e la seconda subito dopo la bomba è andata a scuola come se niente fosse". L´unica risposta al terrorismo, conclude la Giannakou, è "non aver paura". . .  
   
   
8 COSE DA NON DIMENTICARE SULLA SCORSA SETTIMANA AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 18 novembre 2009 - L´evento che scandito il ritmo della settimana scorsa è stato la celebrazione della caduta del Muro di Berlino, con una serie di mostre, incontri e commemorazioni fra i corridoi e le sale del Parlamento. A nessuno è sfuggito il toccante intervento in Aula dell´ex-presidente ed ex-dissidente ceco Vacláv Havel. Ma c´´è stato tempo anche per occuparsi anche di altro. Come la relazione sul morbo di Alzheimer, i rapporti con la Russia, e le poltrone europee ancora vacanti. Il muro di Berlino a Bruxelles: per tutta la settimana, 30 pezzi di Muro facevano capolino davanti all´ingresso del Parlamento, ricordando quei giorni mitici a passanti e visitatori. Václav Havel al Parlamento: Una seduta solenne per commemorare i 20 anni della caduta della Cortina di ferro. E guardare avanti, con il discorso ispiratore di quella che Jerzy Buzek ha definito "una guida spirituale" per tutti quelli che hanno lottato e ancora oggi lottano per la libertà. Mia cara Mosca: Mentre l´inverno si avvicina e si accendono i riscaldamenti, i deputati guardano al gigante dell´est e dicono sì alle relazioni commerciali fra Ue e Mosca, ma chiedono più fermezza da parte dell´Ue sulla dolente nota dei diritti umani. I leader europei incontreranno quelli russi il 17 e 18 novembre per siglare un accordo di cooperazione. Alzheimer e Parkinson, una battaglia da vincere insieme: Oltre 7 milioni di europei soffrono di Alzheimer o di simili malattie senili. Una cifra che potrebbe raddoppiare da qui al 2020, se si tiene conto dell´invecchiamento della popolazione. I deputati chiedono ai Paesi Ue di mettere in comune le risorse a disposizione per la ricerca, al fine di accelerare sui risultati. Chi occuperà le super-poltrone europee? Il premier svedese ha annunciato al Parlamento che si terrà questa settimana un vertice speciale per nominare il presidente del Consiglio Ue e l´Alto rappresentante per la politica estera, due nuove figure previste dal Trattato di Lisbona. Sui nomi vige ancora l´incertezza. Mediatore europeo, questo sconosciuto: forse prossimamente sarà più facile depositare una denuncia al Mediatore europeo. Il Parlamento chiede la creazione di un sito europeo che rimandi all´istituzione competente di rispondere alle loro proteste. Nuovi poteri sul bilancio: i deputati vogliono pesare sul bilancio comunitario. E chiedono che i nuovi poteri del Parlamento previsti dal Trattato di Lisbona entrino in vigore immediatamente. Bosnia e Albania, accelerate sulle riforme: perché i cittadini possano entrare in Europa senza visto per i soggiorni brevi, come già avviene per quelli di Serbia, Montenegro e Fyrom Macedonia. .  
   
   
RELAZIONE MASIS ACCENDE I RIFLETTORI SULLE ATTIVITÀ DELLA SCIENZA NELLA SOCIETÀ IN EUROPA  
 
Bruxelles, 18 novembre 2009 - Da molto tempo l´Europa ha riconosciuto l´importanza di assicurare che la ricerca europea sia saldamente radicata nella società e risponda ai suoi bisogni. Gli sforzi fatti dal Settimo programma quadro (7° Pq) per rafforzare la dimensione sociale della ricerca sono indirizzati attraverso il programma "Scienza nella società" (Sis). Il programma Sis sostiene le attività orientate alla governance del sistema della ricerca, l´etica e la responsabilità della ricerca, impegno del pubblico nella ricerca, le donne nella scienza e la promozione dell´istruzione e della comunicazione scientifica. Ora il gruppo di esperti Masis (Monitoring Activities of Science in Society in Europe) ha redatto un´analisi dei trend emergenti e delle questioni trasversali riguardanti la scienza nella società in Europa. La relazione è rivolta ai responsabili delle politiche e ai ricercatori, ed è progettata per contribuire alla realizzazione dello Spazio europeo della ricerca (Ser). Uno dei più importanti trend individuati dal gruppo è l´apparente delinearsi di un modello europeo di scienza nella società. "Anche se l´obiettivo non dovrebbe essere l´uniformità, c´è la possibilità che le tendenze, gli esperimenti e l´apprendimento reciproco si adatteranno al modello europeo per la scienza nella società", si legge nella relazione. "L´europa è più avanzata di altri paesi e regioni, e in questo senso offre un modello alternativo: non per essere diversa dal resto del mondo, ma per il fatto che riveste un ruolo di guida. "Le istituzioni europee tendono ad attribuire un ruolo più attivo e creativo al pubblico e - di conseguenza - incoraggiano una tale capacità sociale", si legge nella relazione. Secondo gli esperti, i programmi Sis dell´Ue "possono e devono" avere un ruolo nel sostenere l´esplorazione di queste idee. In un altro punto della relazione si fa notare che molte discussioni sulla scienza nella società girano intorno alla domanda di quale ruolo la scienza dovrebbe ricoprire nella società. Il dibattito dovrebbe continuare e dovrebbero essere svolti degli esperimenti per affrontare le tensioni in questo campo, consigliano gli esperti. Contemporaneamente, la scienza riflette sempre di più sul proprio ruolo e sul proprio impatto. Gli autori del documento fanno notare che mentre i responsabili delle politiche giustamente danno peso al collegamento tra scienza, innovazione e qualità della vita, "sono importanti anche la dimensione politica [. ] e quella culturale e intellettuale". Sulla questione della governance della scienza nella società, si fa notare che stanno emergendo nuove forme di governance, che includono discussioni sullo sviluppo responsabile, la crescente importanza attribuita all´etica e ai codici di condotta, nonché gli esperimenti che coinvolgono il pubblico. "Ciò si svolge non senza tensioni, ma tutto sembra indicare che non bisogna tornare alle forme tradizionali di governance", si legge nella relazione. Una parte del dibattito sulla scienza nella società riguarda le risorse umane. Le donne continuano ad essere sottorappresentate in molti campi della scienza e molti giovani brillanti scelgono di non intraprendere una carriera in campo scientifico. "Apprezzare la diversità e fare spazio al contesto sociale circostante può aiutare a rafforzare il potenziale", recita il documento. Una nota positiva riguarda il settore dedicato alla comunicazione scientifica. Benché i mass media tradizionali rimangano i maggiori canali per sensibilizzare il pubblico riguardo alla scienza, Internet agevola sempre di più l´accesso alle informazioni scientifiche. Nella prefazione della relazione, il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik commenta: "Sono convinto che questa relazione spingerà alla riflessione e fornirà la base per idee innovative sul modo in cui le società europee interagiscono e plasmano la scienza nel contesto di uno Spazio europeo della ricerca effettivo. " Per maggiori informazioni e per scaricare la relazione, visitare: http://cordis. Europa. Eu/fp7/sis/home_en. Html .  
   
   
A MILANO LA PRIMA CONFERENZA MONDIALE “SCIENCE FOR PEACE”  
 
Milano, 18 novembre 2009 - Milano per due giorni capitale della Scienza per la Pace. È questo l’intento della prima edizione della Conferenza Mondiale “Science for Peace”, il movimento internazionale promosso dalla Fondazione Umberto Veronesi che ha come duplice obiettivo la diffusione della cultura di pace e la riduzione delle spese militari. Premi Nobel, uomini di scienza e di cultura si riuniranno il 20 e 21 novembre nell’aula magna dell’Università Bocconi e presenteranno al mondo le loro proposte concrete di pace. Tra i partecipanti, Luc Montagnier (Nobel per la medicina 2008), Shirin Ebadi (Nobel per la pace 2003) e Claude Cohen-tannoudji (Nobel per la fisica 1997). Il programma di Science for Peace prevede, parallelamente alla Conferenza Mondiale, seminari, eventi e rassegne con lo scopo di sensibilizzare i giovani e approfondire tecnicamente alcune tematiche. Per l’occasione, l’Assessorato alla Cultura del Comune promuove la mostra “Ombre di guerra”, curata da Contrasto, che aprirà al pubblico venerdì 20 novembre alla Rotonda di via Besana. Ottantaquattro grandi icone della fotografia per offrire al pubblico una meditazione ragionata sul significato e il potere simbolico delle immagini. Un percorso visivo doloroso, capace però di richiamare l’attenzione sulla follia della guerra. “Facile dire che la storia non è cronaca. Difficile dire la storia senza la cronaca. Quando quest’ultima testimonia la verità. Verità che abbacina chi non vuol vedere o sentire – spiega l’assessore Massimiliano Finazzer Flory -. Ma ogni luce ha la sua ombra. Il male fisico e morale, i conflitti, la violenza attraversano questa raccolta di fotografie che in 84 scatti intendono con forza dire basta al dramma della guerra. Nomi importanti, come Robert Capa, Stuart Franklin, Henri Bureau per citarne soltanto alcuni, raccontano per immagini, crude, intense, intrise di tragico lirismo, i principali scontri che hanno segnato il Novecento e che in alcuni casi esplodono o si protraggono fino ai nostri giorni”. .  
   
   
INCONTRO TRILATERALE DELLE GIUNTE DELLA REGIONE DEL VENETO, DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA E DEL LAND CARINZIA PER LE ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA E LA REALIZZAZIONE DEL GECT/EUROREGIONE  
 
Venezia, 18 novembre 2009 - Si è tenuto ieri mattina a Venezia, presso la sede della Giunta regionale del Veneto a Palazzo Balbi, alla presenza dei Presidenti Galan, Doerfler e Tondo, il terzo Incontro Trilaterale delle Giunte delle tre Regioni – Veneto, Friuli Venezia Giulia e Carinzia – da tempo impegnate nella realizzazione dell´Euroregione, oltre che in molteplici altre attività di cooperazione. Il progetto dell´Euroregione, che nasce il 17 ottobre 2005 con la "Dichiarazione di intenti" sottoscritta a Villa Manin di Passariano (Ud) - da cui il nome "Euroregione Villa Manin" con cui il progetto è comunemente conosciuto - è stato inizialmente ostacolato dal Governo italiano, che contestava la non procedibilità dell´iniziativa alla luce della disciplina allora vigente. L´iter per la realizzazione dell´Euroregione ha subìto poi un nuovo impulso con la sottoscrizione del "Protocollo di collaborazione Trilaterale", l´ 11 gennaio 2007 a Klagenfurt, e con l´entrata in vigore del Regolamento comunitario n. 1082/2006, istitutivo del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gect), lo strumento oggi più idoneo per dare vita alla nuova Istituzione. Proprio al fine di valutare le opportunità offerte dal nuovo Regolamento, le Regioni italiane e la Carinzia hanno concluso, nel corso di un incontro svoltosi nel giugno 2007 sempre a Villa Manin, un accordo per la costituzione di un Gruppo di lavoro con il compito principale di studiare il Regolamento sul Gect e verificare la possibilità di costituire l´Euroregione quale Gect. Successivamente il 29 novembre 2007, durante la prima seduta Trilaterale delle Giunte a Duino (Ts), si è dato atto di una prima ampia condivisione tra le Parti della bozza di Statuto del Gect/euroregione, elaborata dal Gruppo di lavoro interregionale; in tale atto si riportava la scelta dei Presidenti di stabilire la sede dell´Euroregione a Trieste, con l´importante conseguenza (prevista dallo stesso Regolamento Ce) dell´applicazione del diritto italiano al Gect in via di costituzione. Lo schema di Statuto restava tuttavia "sospeso", in attesa che lo Stato italiano adottasse la richiesta normativa di attuazione del Regolamento comunitario n. 1082/2006: dopo il Land Carinzia, che vi ha provveduto con propria legge (Kkntner Evtz-gesetz) il 18 dicembre 2008, l´Italia ha finalmente approvato, dopo varie vicissitudini, la legge n. 88 del 7 luglio 2009, legge comunitaria per il 2008 (articoli 46, 47 e 48 riguardanti il Gect). I Governi regionali ieri riuniti in seduta congiunta hanno, pertanto, affrontato prioritariamente la questione dell´approvazione, in particolare, di un nuovo schema di Statuto per il funzionamento del Gect/euroregione, resosi necessario per adeguare le precedenti previsioni di Duino alla disciplina appena varata con la citata legge comunitaria. Quanto all´approvazione della bozza di Convenzione, questa è stata rinviata per la necessità di effettuare talune verifiche ed approfondimenti, sia nel merito che in riferimento più specifico all´assunzione degli impegni finanziari connessi alla dotazione del Fondo patrimoniale del Gect/euroregione. In particolare, è stata sottolineata la possibilità che in futuro altri Partner partecipino all´Euroregione, in particolare la Slovenia e le due Contee croate Istriana e Litoraneo-montana, che hanno seguito fin dai primi passi il progetto Euroregione. E´ stato quindi proposto, al fine di accelerare i tempi, attesa la difficoltà di procedere ad una nuova convocazione delle tre Giunte, di approvare lo schema di Convenzione mediante uno scambio di note tra le tre Presidenze, entro la fine dell´ anno. A conclusione della discussione sulle questioni dell´Euroregione, l´Assessore Vendemiano Sartor ha illustrato i risultati di uno Studio appositamente commissionato sull´argomento alla Bak-basel, già presentato nel corso del Seminario dal titolo "Euroregione e cooperazione transfrontaliera: i territori a confronto", svoltosi a Feltre lo scorso 6 novembre. Nel prosieguo dell´Incontro si è passati alla trattazione di altri importanti punti all´ordine del giorno, legati sempre ad interventi di cooperazione tra le due Regioni italiane e il Land austriaco, dei quali alcuni già in fase di progettazione altri con evidenti caratteri di novità. Dopo l´esame di alcune proposte progettuali di comune interesse dei Partner -presentati dai competenti Assessori delle tre Regioni – il Presidente Dòrfler ha illustrato lo Stato dell´arte della Rete Ten: l´asse di trasporto Baltico-adriatico è considerato, infatti, un corridoio strategico per l´Europa centrale ed è di collegamento agli Stati europei dell´est per il rafforzamento di questa area centrale di grande importanza. .  
   
   
EUROREGIONE: NASCE ´SENZA CONFINI´ CON SEDE A TRIESTE  
 
Venezia, 18 novembre 2009 - Veneto, Friuli Venezia Giulia e Carinzia hanno confermato ieri a Venezia il comune impegno alla costituzione di un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale/euroregione concordando il percorso che, entro pochi mesi, porterà all´approvazione finale della Convenzione per la costituzione del Gect, nella quale è compresa la possibilità di ulteriori adesioni, in particolare della Slovenia e delle Contee croate Istriana e Litoraneo-montana. I presidenti Giancarlo Galan, Renzo Tondo e Gerhard Doerfler, hanno guidato le rappresentanze dei tre governi regionali nell´incontro Trilaterale a Palazzo Balbi, sede della Regione Veneto. Per il Friuli Venezia Giulia hanno partecipato il vicepresidente Luca Ciriani e gli assessori alle Relazioni internazionali Federica Seganti, all´Ambiente e Sport Elio De Anna ed alla Cultura Roberto Molinaro. Il recepimento da parte della legislazione italiana, nel luglio di quest´anno, del regolamento comunitario sui Gect ha consentito una accelerazione al progetto di Euroregione avviato con la Dichiarazione di intenti sottoscritta a Villa Manin di Passariano il 17 ottobre 2005 e confermato nei successivi incontri della Trilaterale. Il Gect, che avrà personalità giuridica di diritto pubblico, ha il compito di favorire lo sviluppo equilibrato e sostenibile dell´area e potrà utilizzare Fondi europei per la realizzazioni di programmi coerenti con obiettivi di coesione economica, sociale e culturale del territorio. Il testo dello Statuto del Gect, che prevede la denominazione ´´Senza Confini´´ e la sede a Trieste, è stato approvato ieri, mentre la Convenzione, documento costitutivo, sarà approvata entro fine anno con lo scambio di note tra le tre Presidenze. .  
   
   
EUROREGIONE SENZA CONFINI. A VENEZIA APPROVATO NOME UFFICIALE E STATUTO  
 
 Venezia, 18 novembre 2009 - Euroregione Senza Confini. Questo è il nome ufficiale dell’euroregione - che riunisce il Veneto, il Friuli e il Land Carinzia - deciso ieri a Palazzo Balbi dall’incontro trilaterale che ha riunito i presidenti Giancarlo Galan, Renzo Tondo e Gerhard Doerfler con le rispettive giunte. I governi regionali, in seduta congiunta, hanno approvato lo statuto che fissa il funzionamento del Gect (gruppo europeo di collaborazione territoriale)/Euroregione, per adeguarlo alla disciplina varata a livello nazionale e comunitario. Invece, la convenzione tra gli enti membri dell’euroregione, sarà formalizzata entro la fine dell’anno mediante uno scambio di note tra le tre presidenze, stante la necessità di effettuare alcune verifiche ed approfondimenti, sia nel merito sia nell’assunzione degli impegni finanziari di dotazione del Fondo patrimoniale Gect/euroregione. Tutti e tre i presidenti hanno sottolineato l’importanza storica del momento. Galan ha affermato che l’Euroregione mette insieme, esempio unico, i tre grandi centri d’ Europa: il mondo slavo, quello tedesco e quello latino; Tondo ha detto che si è iniziato un percorso rilevante e che l’euroregione e uno strumento messo a disposizione delle comunità; Doerfler ha spiegato che si sono create le basi per creare una piccola Europa nell’area altoadriatica. Nel corso dei lavori ci si è più volte soffermati sul fatto che, in futuro, altri partner parteciperanno all’Euroregione, in particolare la Slovenia e le due Contee croate Istriana e Litoraneo-montana, che hanno seguito fin dai primi passi il progetto. Questo di Venezia è stato il terzo incontro trilaterale delle Giunte delle tre Regioni – Veneto, Friuli Venezia Giulia e Carinzia – da tempo impegnate nella realizzazione dell’Euroregione, oltre che in molteplici altre attività di cooperazione. Il progetto dell’euroregione prese avvio nel 2005 con la “Dichiarazione di intenti” sottoscritta a Villa Manin di Passariano (Ud) - da cui il nome “Euroregione Villa Manin” con cui il progetto era prima conosciuto. Inizialmente l’Euroregione è stata ostacolata dal Governo italiano, che contestava la non procedibilità dell’iniziativa alla luce della disciplina allora vigente. C’è stata successivamente la sottoscrizione del “Protocollo di collaborazione Trilaterale” l’11 gennaio 2007 a Klagenfurt, e l’entrata in vigore del Regolamento comunitario n. 1082/2006, istitutivo del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gect), lo strumento oggi più idoneo per dare vita alla nuova istituzione. Il 29 novembre 2007, durante la prima seduta Trilaterale delle Giunte a Duino (Ts), è stata condivisa la bozza di statuto del Gect/euroregione. Il Land Carinzia ha provveduto con propria legge nel dicembre 2008 ad adottare il regolamento comunitario mentre l’Italia lo ha fatto nel 2009 con la legge n. 88 del 7 luglio. A conclusione della discussione sulle questioni dell’Euroregione, l’Assessore veneto alle attività produttive Vendemiano Sartor ha illustrato i risultati di uno studio commissionato sull’argomento alla Bak-basel, che presenta il profilo economico e infrastrutturale comparato dell’Euroegione, e sono stati poi esaminati gli interventi di cooperazione tra le due Regioni italiane e il Land austriaco. Dopo l’esame di alcune proposte progettuali di comune interesse dei partner - presentati dai competenti Assessori delle tre Regioni – il Presidente Dörfler ha illustrato lo stato dell’arte della Rete Ten: l´asse di trasporto Baltico-adriatico considerato un corridoio strategico per rafforzare l´Europa centrale. .  
   
   
"L´AMERICA LATINA NEL NUOVO SCENARIO MONDIALE"  
 
Milano, 18 novembre 2009 - Il prossimo 3 dicembre alle ore 9. 00 Ispi e Rial (Rete Italia - America Latina), - nell´ambito della Iv Conferenza Nazionale Italia-america Latina e Caraibi - organizzano una Tavola Rotonda dal titolo: "L´america Latina nel nuovo scenario mondiale" L´incontro, che si svolgerà a Palazzo Clerici (Via Clerici, 5 - Milano), www. Ispionline. It .  
   
   
SLOVACCHIA, CONVEGNO A GENOVA SUGLI INVESTIMENTI  
 
Genova, 18 novembre 2009 - L`italian Business Center, insieme a Confindustria di Genova, a Ubi Banca / Banco di San Giorgio, a Liguria International e a Wtc World Trade Center Genoa, organizza un Convegno a Genova per la presentazione delle opportunità di investimento nella Repubblica Ceca e nella Repubblica Slovacca dal titolo: "Le nuove sfide del Centro-est. 1989-2009. A 20 anni dalla rivoluzione di velluto, investire in Repubblica Ceca e Slovacchia: scenari e prospettive per le imprese. " Il convegno, informa l´Ice, avrà luogo il 19 novembre presso la Camera di Commercio di Genova e offrirà una presentazione dello scenario economico dei due Paesi, insieme a un quadro delle strategie comunitarie per l´Europa Centro-orientale a interessanti testimonianze di imprenditori italiani. Tra i relatori che interverranno al Convegno, Andrea Moltrasio, in qualità di Vicepresidente della Confindustria per l´Europa, Michele Pasca-raymondo, Direttore Generale aggiunto della Direzione Generale Politica regionale della Commissione Europea e Franco Mosconi, titolare della "Cattedra Jean Monnet" all´Università di Parma. In occasione dell´evento sarà a disposizione un desk Ice che fornirà informazioni e documentazione sui Programmi Operativi dei Fondi Strutturali Ue nei due Paesi. .  
   
   
UNGHERIA, PREVISIONI ECONOMICHE DEL GKI  
 
Praga, 18 novembre 2009 - - In base a un rapporto dell´Istituto di ricerca economica Gki, il Pil ungherese cadrà del 6-7 per cento nell´anno in corso, mentre la bilancia commerciale farà registrare grossi miglioramenti. La crescita, aggiunge l´Ice riprendendo gli stessi dati, comincerà a riprendere a partire dal quarto trimestre. La disoccupazione raggiungerà un picco dell´11 per cento entro la fine dell´anno e i salari reali subiranno un declino del 4-5 per cento. Il deficit di bilancio sarà del 3,9 per cento nel 2009 e del 3,8 per cento nel 2010. .  
   
   
BULGARIA, CALANO I CONTRATTI DI LAVORO  
 
Praga, 18 novembre 2009 - Secondo un report preliminare rilasciato dall´Agenzia di Stato per l´occupazione, in Bulgaria durante il terzo trimestre del 2009 sono presenti 2,34 milioni di lavoratori sotto contratto, il 2,7 per cento in meno rispetto al secondo trimestre. Il dato in calo, dovuto principalmente agli effetti della crisi sul mercato del lavoro, è attribuibile soprattutto ad alcuni settori industriali, quali quello alberghiero o delle costruzioni. A oggi, il settore che assorbe il maggior numero di lavoratori si conferma essere quello manifatturiero, dove è impiegato quasi un quarto della popolazione attiva bulgara. .  
   
   
RIFORMA DELLA PA, UN PORTALE PER SEGUIRNE L´EVOLUZIONE  
 
Roma, 18 novembre 2009 - Trasparenza, meritocrazia, valutazione e performance sono le parole chiave per comprendere la portata innovativa della riforma della pubblica amministrazione targata Brunetta - il cui decreto attuativo è entrato in vigore il 15 novembre scorso. Per conoscere, seguire e partecipare alle fasi del processo di implementazione del nuovo sistema organizzativo - che ruota intorno al ciclo della performance - dal 16 novembre è on line un sito web interamente dedicato all´attuazione della riforma. Ben quattro i premi istituiti dal decreto legislativo n. 150 del 27 ottobre 2009 destinati a remunerare l´efficienza dei dipendenti pubblici e tre i soggetti istituzionali aventi il compito di gestire l´intero ciclo delle performance pubbliche. Fulcro centrale della riforma è la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l´integrità delle amministrazioni pubbliche, che opera in piena autonomia e ha titolo per definire modelli e valori di riferimento. Accanto alla Commissione operano gli organismi indipendenti di valutazione che prendono il posto, in ogni amministrazione, dei servizi di controllo interno. Infine, la responsabilità che spetta agli organi di indirizzo politico-amministrativo va oltre l´amanazione delle direttive generali contenenti gli indirizzi strategici. A questi spetta di definire, in collaborazione con i vertici dell´amministrazione, il Piano e la Relazione sulla performance; verificare il conseguimento effettivo degli obiettivi strategici; definire il Programma triennale per la trasparenza e l´integrità con gli eventuali aggiornamenti annuali. Il Decreto legislativo 27 ottobre 2009 n. 150 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 31 ottobre scorso ed in vigore dal 15 novembre di attuazione della legge delega n. 15/2009 era stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 9 ottobre scorso. La riforma ha l´obiettivo di migliorare l´organizzazione del lavoro pubblico e la qualità delle prestazioni erogate, adeguare i livelli di produttività e riconoscere finalmente i meriti e i demeriti dei dipendenti e dei dirigenti pubblici. Una “riforma positiva” l’ha definita il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa del 9 ottobre al termine del Consiglio dei Ministri. “Perfettibile ma non perfetta e se qualcosa non va siamo aperti a cambiare in corso d´opera” ha aggiunto il ministro della pubblica amministrazione e l´innovazione, Renato Brunetta. Una riforma che coinvolge tutto l’apparato pubblico e che nei prossimi mesi sarà sperimentata nei comuni sulla base di un Protocollo d´Intesa che il ministro ha firmato con l’Anci il 9 ottobre scorso e che consentirà l´attuazione coerente della riforma in tutti i settori dei servizi pubblici dal centro alla periferia. Si allunga intanto l´adesione di singoli comuni (link esterno) alla riorganizzazione del ciclo lavorativo. L´obiettivo è aumentare la produttività del lavoro pubblico dal 20 al 50 per cento. “Una rivoluzione nel funzionamento della pubblica amministrazione che è una grande spinta per la modernità del Paese - ha dichiarato il premier che ha voluto ribadire i principi della riforma: maggiore trasparenza, risposte più rapide, meno assenteismo e più cortesia e qualità dei servizi, una amministrazione realmente al servizio dei cittadini. Il ministro Brunetta, autore della riforma l’ha definito un “provvedimento all´insegna del segno più: più trasparenza, più rapide risposte alle esigenze dei cittadini, più qualità, più lotta alla corruzione, più merito, più dignità e reputazione per i lavoratori, più responsabilità per i dirigenti, più produttività. Una riforma organica, dunque, non per tagliare risorse ai dipendenti pubblici - ha detto ancora Brunetta - ma per farli lavorare meglio. Una riforma fatta per 60 milioni di cittadini e anche per i 3 milioni e 600mila dipendenti. La grande novità del provvedimento è l’istituzione dell’agenzia di valutazione. "Una grande novità – ha affermato Brunetta - che ci porta a livello europeo per standard, controlli e valutazioni. La realizzeremo nelle prossime settimane al più alto livello possibile". E’ la prima volta nella storia della Repubblica che una legge così articolata e rilevante per il rilancio dell’efficienza e della produttività economica nel Paese viene approvata in poco più di 15 mesi. .  
   
   
LAVORO E SICUREZZA: PROVVEDIMENTO DI SOSPENSIONE DELL´ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE  
 
Roma, 18 novembre 2009 - Cambiano le regole per la sospensione delle imprese che non rispettano le norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro o che abbiano lavoratori “in nero”. Dal ministero del Welfare è stata infatti emanata una circolare che fornisce chiarimenti per l’applicazione corretta del Testo Unico sulla sicurezza, che ha modificato significativamente la disciplina intera e anche il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale. Adesso dunque, la circolare n. 33 del 10 novembre 2009 è l’unico documento cui riferirsi per la corretta applicazione del potere di sospensione, e devono ritenersi superate le indicazioni di precedenti circolari già fornite in materia dal Ministero del lavoro. Il provvedimento di sospensione ha il fine di “far cessare il pericolo per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”, e prevede anche sanzioni legate all´impiego di “personale non risultante dalla documentazione obbligatoria” e alla violazione “in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro” gravi e reiterate. Cambiano innanzitutto i soggetti affidatari del potere di sospensione: la competenza non sarà più dei funzionari che applicano la sospensione, ma dell’Ufficio da cui dipendono i funzionari. Vale a dire, è l’Ufficio che, in virtù del rapporto interorganico, esercita tale potere mediante il proprio personale ispettivo. La competenza del personale ispettivo è individuata nei seguenti ambiti: attività del settore delle costruzioni edili o di genio civile; lavori mediante cassoni in aria compressa e lavori subacquei; ulteriori attività lavorative comportanti rischi particolarmente elevati. Il personale ispettivo delle Aa. Ss. Ll. , inoltre, in virtù di una competenza di carattere generale in materia di salute e sicurezza, può adottare il provvedimento di sospensione anche in ogni altro ambito o settore merceologico. La nuova disciplina mantiene la natura discrezionale del provvedimento, si legge infatti “gli organi di vigilanza possono adottare provvedimenti di sospensione” ma, di norma, la sospensione va adottata ogni qual volta ne siano accertati i presupposti. La discrezionalità risiede nella valutazione di circostanze particolari, cioè “laddove la sospensione dell’attività possa determinare una situazione di maggior pericolo per l’incolumità dei lavoratori o di terzi è opportuno non emanare alcun provvedimento”,(la circolare n. 33 riporta alcuni esempi, come la sospensione di uno di un lavoro di rimozione di materiali nocivi). Sui presupposti per l’adozione del provvedimento, abbiamo già detto della presenza di lavoratori in nero, che “deve essere in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro”, dove il lavoratore in nero è “sconosciuto alla P. A. ”, cioè non è stato impiegato con la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro, e prescinde dalla tipologia di lavoro nell’impresa. Le “gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro” si riferisce a “violazione della stessa indole”, espressione che indica violazioni della medesima disposizione. Disposizioni diverse sono individuate nell’Allegato I. Brevemente, segnaliamo gli altri paragrafi della circolare, che riguardano gli “effetti del provvedimento”, “l’adozione del provvedimento su segnalazione”, la “revoca del provvedimento", il “provvedimento di sospensione e sequestro penale” (qualora emergano le condizioni cautelari per l’adozione del provvedimento penale, il provvedimento amministrativo non deve essere adottato), e le sanzioni previste per “l’inottemperanza del provvedimento”, che prevede la possibilità di arresto da tre a sei mesi e il pagamento di un’ammenda. La prescrizione consisterà nel sospendere l’attività imprenditoriale sino ad avvenuta regolarizzazione dei lavoratoti interessati. Oltre alla “possibilità di ricorso avverso il provvedimento di sospensione”, è previsto, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - per gli aspetti di rispettiva competenza – “l’emanazione di un provvedimento interdittivo alla contrattazione con le pubbliche amministrazioni ed alla partecipazione a gare pubbliche”. .  
   
   
ACQUISTI VERDI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE  
 
Roma, 18 novembre 2009 - È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale del 9 novembre 2009, n. 261 il decreto del Ministro dell´ambiente e della tutela del territorio e del mare del 12 novembre 2009 che adotta i "Criteri ambientali minimi" relativi all´acquisto da parte delle Pubbliche Amministrazioni di ammendanti e carta in risma. I criteri ambientali minimi sono gli elementi che qualificano una procedura di appalto "verde". Il concetto di Acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (Green Public Procurement, o Gpp) è stato definito dalla Commissione europea come "l´approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali nelle fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull´ambiente lungo l´intero ciclo di vita". Già nel 2003 la Commissione Europea invitava gli stati membri ad adottare dei Piani d´azione nazionali (Pan) sul Gpp. L´italia ha provveduto con il Decreto interministeriale 11 aprile 2008, n. 135. Il Piano prevede l´adozione di misure volte all´integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni competenti, sulla base dei seguenti criteri: riduzione dell´uso delle risorse naturali; sostituzione delle fonti energetiche non innovabili con fonti rinnovabili; riduzione della produzione di rifiuti; riduzione delle emissioni inquinanti; riduzione dei rischi ambientali. Il Pan Gpp individua 11 categorie di prodotti e servizi per le quali sono individuati "criteri ambientali minimi" relativamente a ciascuna tipologia di acquisto, che riportano indicazioni generali per indirizzare l´ente a perseguire una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti e forniscono le "considerazioni ambientali" propriamente dette, collegate alle diverse fasi delle procedure di gara volte a qualificare ambientalmente forniture e affidamenti durante il ciclo di vita ambientale. .  
   
   
LOMBARDIA/USA. RICEVUTO DA FORMIGONI NUOVO AMBASCIATORE  
 
 Milano, 18 novembre 2009 - L´imminente Word Regions Forum, ma anche la situazione economica mondiale, le prospettive del federalismo in Italia ed Expo 2015 sono stati gli argomenti al centro del colloquio, ieri al Palazzo Pirelli, fra il Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e il nuovo ambasciatore Usa per l´Italia, David Thorne, che era accompagnato dal console generale Caril Perez (mentre Formigoni era affiancato dal delegato per i Rapporti internazionali, Robi Ronza). "E´ stato il primo incontro ufficiale - ha riferito Formigoni - ed ho illustrato all´ambasciatore Thorne le caratteristiche della Lombardia e di Milano, che lo hanno colpito per la loro industriosità, lo sviluppo del commercio e anche per la qualità delle università e delle realtà scolastiche e formative". "L´ambasciatore - ha proseguito Formigoni - si è anche informato sul World Regions Forum che organizzeremo nei prossimi giorni con il Ministero degli Esteri per strutturare al meglio la partecipazione delle varie delegazioni americane. Ha apprezzato lo scopo di approfondire e valorizzare il ruolo dei Governi subnazionali nel mondo globalizzato". "Con l´ambasciatore Thorne - ha concluso Roberto Formigoni - abbiamo parlato anche di Expo, di federalismo, dell´Unione europea e dei rapporti tra Unione europea, Usa e Cina". .  
   
   
ACCORDO INTERREGIONALE PER RICERCA E INNOVAZIONE : NUOVE OPPORTUNITA` DALLA COLLABORAZIONE FRA ISTITUZIONI  
 
Ancona, 18 Novembre 2009 - Rafforzare la collaborazione interregionale nei settori della ricerca e dell´innovazione. E` l´obiettivo dell´accordo che le Regioni Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Campania e Puglia sottoscriveranno nelle prossime settimane. La Giunta regionale delle Marche ha approvato lo schema dell´intesa e delegato la firma all´assessore al Lavoro, Fabio Badiali. La cooperazione tra le Regioni si sviluppera` attraverso il confronto delle rispettive conoscenze maturate nelle due materie. In particolare saranno condivise le esperienze legislative, i programmi congiunti, le informazioni disponibili che agevolino il trasferimento dei risultati alle istituzioni e alle imprese. Il confronto puntera` ad armonizzare gli strumenti di promozione, il coordinamento dei programmi regionali, l´attivazione di specifici strumenti di ricerca e di diffusione delle conoscenze. La collaborazione verra` ricercata anche per favorire sinergie reciproche, la condivisione dei sistemi di valutazione, la promozione dei Centri di ricerca, delle Universita` e delle imprese in ambito europeo. L´intesa prevede, poi, la costituzione di un Comitato tecnico di indirizzo che favorira` la realizzazione dell´accordo. ´La collaborazione tra le Regioni ´ sottolinea l´assessore Badiali ´ in coerenza con il Quadro strategico nazionale 2007/2013, punta a rafforzare la filiera della ricerca e della cooperazione per sostenere la diffusione e l´utilizzo delle nuove tecnologie e dei servizi avanzati, innalzando il livello delle competenze e delle conoscenze scientifiche nel sistema produttivo e nelle istituzioni. Obiettivi verso i quali le Marche sono gia` proiettate attraverso le azioni previste nel Por 2007/2013 e con il Piano delle attivita` artigiane e industriali 2007/2009. La competitivita` del sistema produttivo marchigiano richiede un innalzamento del processo innovativo. Una esigenza condivisa dalle altre Regioni e che ora le Marche intendono rafforzare con questo importante strumento di cooperazione interregionale´. .  
   
   
RAPPORTO BANKITALIA: ECONOMIA DELLA PUGLIA  
 
Roma, 18 novembre 2009 - “Pur nel contesto generale di una crisi drammatica, assistiamo a cominciare da maggio ad un miglioramento del clima di fiducia da parte delle imprese, che mostrano aspettative positive anche per i prossimi mesi. Ce lo rivela oggi la Banca d’Italia ed è questo l’aspetto che voglio sottolineare, perché ritengo che le politiche regionali abbiano inciso in maniera decisiva su questo trend in crescita”. Con queste parole la Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone ha commentato i dati sull’economia della Puglia nel primo semestre del 2009, illustrati questo pomeriggio a Bari dalla sede dell’Istituto in corso Cavour. La numero due di Vendola che è intervenuta ieri pomeriggio alla presentazione del rapporto, ha voluto sottolineare così il lavoro svolto dalla Regione Puglia. “Abbiamo costruito – ha detto – il più articolato pacchetto di sostegno pubblico all’economia messo a punto da una Regione italiana. La nostra manovra anticrisi con gli ultimi incrementi è arrivata a mettere a disposizione del sistema produttivo più di 708milioni di risorse pubbliche che hanno il potere di mobilitare prestiti per 1miliardo e di generare investimenti per più di 1miliardo 500milioni, pari al 2,5% del Pil pugliese. È questo l’impatto sul tessuto produttivo delle nostre misure anticicliche, che hanno due risvolti: da un lato puntano ad aumentare la competitività delle nostre imprese sui mercati italiani ed esteri, dall’altro hanno una funzione significativa sul tessuto sociale perché incentivano l’occupazione. Queste misure si rivolgono tra l’altro davvero a tutti: imprese grandi, medie e piccole, cassaintegrati, donne, giovani, disoccupati, precari, a chi è sul punto di perdere il posto di lavoro, senza dimenticare il commercio nelle aree disagiate. “Le risorse pubbliche sono peraltro già totalmente a disposizione del sistema delle imprese, attraverso 11 bandi, tutti attivati, per i quali sono ad oggi sono 1599 le proposte presentate dalle aziende. La Giunta, nell’ambito dei Contratti di Programma e Programmi integrati di agevolazione, ha già dichiarato ammissibili investimenti per 507. 993. 400 euro che produrranno un incremento occupazionale di 887 unità e per i quali le agevolazioni previste ammontano a 170. 280. 846. Grazie agli aiuti le imprese realizzeranno progetti finalizzati all’innovazione e alla competitività: amplieranno i propri stabilimenti con opere strutturali, acquisteranno macchinari innovativi, investiranno in ricerca e in internazionalizzazione. “Non è un caso – ha continuato Loredana Capone – se proprio questo rapporto della Banca d’Italia, parlando delle costruzioni sottolinea come nel corso del primi sei mesi del 2009 il valore dei bandi pubblicati in Puglia sia cresciuto del 39% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Uno dei nostri avvisi quello per le infrastrutture nelle zone industriali aperto il I settembre e chiuso il 30 ottobre 2009, ha registrato un vero e proprio boom di domande: 131 proposte per 390milioni di investimenti programmati con una richiesta di circa 310milioni di contributo pubblico. È ancora un segno della volontà del territorio di uscire presto dalla crisi, della fiducia delle imprese e dell’impegno della Regione per accompagnare e incentivare questi dinamiche positive. “Un’ultima cosa – ha concluso la Vice Presidente – mi preme sottolineare oggi in questa sede: il ruolo fondamentale delle banche nella crisi che stiamo attraversando. Tutti gli attori sociali indicano nel rapporto banche-piccole imprese il maggiore punto di crisi della nostra economia. L’assessorato allo Sviluppo economico ha voluto contribuire a sciogliere questo nodo, puntando sui Confidi e alimentando la concorrenza tra le banche attraverso la trasparenza. Con la manovra anticrisi è stato pubblicato l’ Avviso per la presentazione di domande per l’accesso ai contributi a favore di Cooperative di Garanzia e Consorzi Fidi per la dotazione di fondi rischi diretti alla concessione di garanzie a favore di operazioni di credito attivate da piccole e medie imprese socie. Il bando è finalizzato ad aiutare le azienda ad ottenere un mutuo. Sono stati messi a disposizione 50 milioni di euro, che possono attivare prestiti per un miliardo. Si tratta di un primato assoluto. La Puglia è la prima Regione d’Italia ad erogare un contributo così grosso per i Consorzi Fidi e le Cooperative di Garanzia. La Regione Lombardia ha di recente guadagnato la prima pagina del Sole 24 Ore per una misura simile, che mette in campo però risorse inferiori a quelle della Puglia (40milioni di euro). “E non basta: la Regione Puglia ha voluto lanciare agli istituti di credito una sfida unica nel suo genere. Sul portale dell’Assessorato allo Sviluppo economico www. Sistema. Puglia. It è stata creata una pagina dinamica che permette di vedere in tempo reale il lavoro Banche e dei Confidi con gli incentivi regionali. “Il giorno in cui è stata messa in rete le pratiche in lavorazione erano complessivamente 190, per oltre 37milioni 500mila euro di investimenti programmati. Le imprese si erano rivolte a 23 istituti di credito di cui 15 Bcc, le tre Banche Popolari e Artigiancassa. Spiccavano alcune assenze illustri. A poco più di due mesi da quel 29 luglio, nonostante le ferie agosto, alcuni assenti erano entrati a far parte dell’elenco mentre gli investimenti programmati dalle imprese apparivano raddoppiati. “Oggi, 17 novembre 2009, le pratiche in carico tra Banche e Confidi sono 478, mentre gli investimenti programmati sfiorano i 93milioni di euro. Il rapporto della Banca d’Italia infatti recita: ‘Un inasprimento delle condizioni di offerta del credito nei sei mesi terminanti ad ottobre scorso è stato segnalato dal 35 per cento delle imprese, percentuale in diminuzione rispetto al corrispondente periodo del 2008’. “Siamo consapevoli del fatto che c’è ancora molto da fare per combattere la crisi. Ma sappiamo che continueremo a lottare senza tentennamenti, senza cedimenti, intensificando ulteriormente il grande impegno e l’immenso lavoro di questi anni”. .  
   
   
GENOVA: DICHIARAZIONE DELL´ASSESSORE GIANCARLO CASSINI IN MERITO ALL´INCHIESTA SUI FONDI EUROPEI  
 
 Genova, 18 Novembre 2009 - "Ieri mattina ho trovato gli agenti della Polizia Giudiziaria incaricati di eseguire una perquisizione nel mio ufficio in riferimento al procedimento penale aperto in materia di turbative di gare volte all´assegnazione di Fondi Europei di pertinenza del Fondo Sociale Europeo e del Fondo di Sviluppo Regionale. In merito all´assegnazione dei fondi europei Fondo Sociale europeo (Fse) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) ricordo che: il mio Assessorato è competente per il Fondo Europeo della Pesca (Fep) e il Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (Feasr) che non sono oggetto dell´indagine; per quanto riguarda i due Fondi interessati dall´indagine voglio precisare come né il sottoscritto né gli uffici del mio Assessorato hanno avuto un qualsiasi ruolo nella formazione dei bandi, nella valutazione delle domande, nell´approvazione delle graduatorie e nella predisposizione delle Delibere di approvazione delle graduatorie stesse. Preciso inoltre che le norme comunitarie vietano espressamente che attraverso il Fse e il Fesr siano finanziati progetti agricoli. È per queste ragioni che non ho compreso il motivo del mio coinvolgimento nell´indagine. Sono comunque sereno e tranquillo. Mi auguro pertanto che l´inchiesta conduca al più presto a un positivo chiarimento della vicenda". .  
   
   
SARDEGNA: TASSE LUSSO - CAPPELLACCI, PRIMI DIFENSORI LEGALITÀ E RISPETTO REGOLE  
 
Cagliari, 18 Novembre 2009 - La Giunta regionale ha fatto del principio di legalità e del rispetto delle regole, a cominciare da quelle comunitarie, uno dei cardini della sua azione politico-amministrativa. L´ha sottolineato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ricordando che uno dei primi atti del nuovo esecutivo è stato quello di cancellare con la Finanziaria 2009 la tassa introdotta dalla precedente Giunta che ieri è stata bocciata formalmente dalla Corte di Giusitizia Europea. "L´abolizione di quella che impropriamente è stata definita tassa sul lusso è stato uno dei primi provvedimenti che abbiamo adottato - ha ricordato il Governatore - non solo perché si trattava di un balzello palesemente illegittimo, come tanti giuristi avevano subito segnalato, ma soprattutto perché in evidente e netto contrasto con la nostra idea di accoglienza, di libertà di circolazione e di rilancio dell’economia turistica nell’Isola". "Un´imposta - ha concluso il presidente della Regione - che lungi dal sortire effetti benefici per la nostra Sardegna, si era rivelato un vero e proprio boomerang, non certo un buon biglietto da visita per attirare i tanti amanti del nostro mare e delle nostre bellezze naturali e paesaggistiche". .  
   
   
A FIRENZE IL 19 E 20 NOVEMBRE AL SASCHALL SI CONCLUDE IL PRIMO ANNO DI SPERIMENTAZIONE FILIGRANE, GRAN FINALE CON PAOLA TURCI, NICCOLÒ FABI E PAOLO RUFFINI INTERVENGONO ANCHE IL PRESIDENTE MARTINI E GLI ASSESSORI SALVADORI E ROSSI  
 
Firenze, 18 novembre 2009 - ´Filigrane 2009. Giovani connessioni di comunità´ è il titolo scelto per la due giorni (19 e 20 novembre), che si terrà al Saschall e in altri luoghi di Firenze, durante i quali verrà tracciato bilancio del primo anno di attività del nuovo processo di politiche giovanili della Regione. Ci saranno personaggi del mondo del cinema e della musica, in grado di attirare l´attenzione dei ragazzi. Dai cantanti Paola Turci e Niccolò Fabi all´attore e padre del ´Nido del Cuculo´ Paolo Ruffini, dai calciatori del Siena Codrea e Vergassola al comico e presentatore Gianfranco Monti. Ci sarà anche spazio per il confronto con esponenti del mondo politico, come il membro del cda Rai Giorgio Van Straten, il presidente della Regione Claudio Martini, gli assessori Enrico Rossi e Gianni Salvadori. Interverrà anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Il 20 novembre al Saschall si terrà la I Conferenza regionale sulle politiche giovanili. ´Stati Giovanili 2009´ sarà il momento centrale della manifestazione, quello in cui i protagonisti dell´evento, i giovani, potranno confrontarsi ed aprire un dialogo con istituzioni ed esperti per verificare e riprogrammare le politiche che li riguardano da vicino. Oltre alla parte istituzionale (gli assessori Rossi e Salvadori, il sindaco Renzi e Andrea Sergio Fantoma, capo dipartimento del Ministero della gioventù) ci saranno Niccolò Fabi, Paola Turci ed il Tavolo dei giovani, delle istituzioni e delle reti. La conduzione è affidata a Gianfranco Monti. Sempre il 20 novembre, alle 17, Paolo Ruffini e il presidente Claudio Martini daranno vita a ´Fili e grane. Colloquio sul futuro´, un divertente faccia a faccia in cui punti di vista diversi cercheranno di affrontare i dubbi, le preoccupazioni e le perplessità che caratterizzano il mondo dei giovani. L´apertura della due giorni è affidata a ´Generazioni 2009´, la mattina del 19 novembre, una tavola rotonda che sarà ospitata presso la Facoltà di Scienze Politiche (al polo di Novoli), durante la quale verranno commentati i risultati della nuova ricerca Iard sui giovani in Toscana e presentato il percorso di politiche giovanili della Regione. Il saluto verrà dato dall´assessore Gianni Salvadori. Il programma al Saschall invece si aprirà il pomeriggio, alle 15. All´interno del denso programma (consultabile su www. Regione. Toscana. It/filigrane) spazio per tanti altri eventi. Con cantieri e laboratori d´attivazione (il 20 novembre) è possibile, all´interno di vari temi (teatro, musica, sport, volontariato, cittadinanza ed altro ancora), cimentarsi e offrire la propria competenza ed esperienza al servizio di altri giovani. Aperti alla partecipazione e alla collaborazione di giovani, educatori, operatori, formatori, rappresentanti delle istituzi oni e delle associazioni ed amministratori, i cantieri sono dedicati ai ragazzi delle scuole superiori e prevedono attività interattive. Container (entrambi i giorni) offre una serie di spazi in cui associazioni, giovani ed istituzioni possono presentare i loro progetti e attività. Il Villaggio delle sperimentazioni permette di assistere, in giro per Firenze la mattina del primo giorno, a performance, laboratori, letture e incontri a tema. La sera del 19 novembre al Saschall largo ad alcune interessanti esperienze di musica, teatro, letture ed installazioni artistiche a cura di vari gruppi e band giovanili. Il 20 invece, sempre al Saschall, la Giornata regionale del servizio civile, organizzata da Regione e Crescit. E ancora il Mediacenter, realizzato in collaborazione con Toscana Notizie e intoscana. It, We. Com, confronto tra Giorgio Van Straten e la giornalista Monica di Sisto, Eppur si muovono!, il racconto in video dei progetti giovanili. Su www. Intoscana. It streaming delle due giornate: il 19 a partire dalle 18, il 20 tutto il giorno. .  
   
   
TERZA INDAGINE IARD SULLA CONDIZIONE GIOVANILE IN TOSCANA  
 
Firenze, 18 novembre 2009 - Hanno meno fiducia in generale e sono più individualisti. Hanno però più voglia di partecipare e di essere protagonisti. Mostrano maggior interesse per la politica ma non si fidano di banche, tv e giornali. É un breve affresco dei giovani toscani secondo la nuova ricerca Iard illustrata ieri mattina dall´assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori durante la conferenza stampa di presentazione di Filigrane 2009, il 19 e 20 novembre al Saschall a Firenze. «Sono dati sui quali riflettere. Ciò che emerge da questa analisi è una generazione affascinante, una somma di caratteri anche molto contraddittori tra loro. Accanto all´inquietudine e all´incertezza, causati da un notevole abbassamento della fiducia negli altri, si scopre il recupero della voglia di protagonismo, di partecipare, di contare. Anche di fare politica. Da un lato – pro segue Salvadori - dicono di non aver molta voglia di impegnarsi socialmente mentre dall´altro salta fuori il desiderio di dedicarsi al volontariato, al proprio territorio. Inoltre non sono così tele-dipendenti: i giovani toscani sembrano non subirla, la tv. Il valore dell´amicizia è in caduta, e questo è senza dubbio un fatto non positivo: si cerca di uscire fuori da determinate situazioni individualmente, senza ricorrere all´aiuto degli amici». Secondo l´assessore i dati della ricerca offrono spunti interessanti per chi deve prendere le decisioni. «Da tutto questo spaccato la considerazione immediata da fare è che i giovani vanno messi al centro delle strategie politiche. Alla fine della due giorni del Saschall, i ragazzi e le ragazze presenteranno un documento che conterrà tutta una serie di proposte per la società toscana. Sono molto curioso, nient´affatto preoccupato». Due giorni che chiudono una prima fase, con l´obiettivo di rilanciarne una seconda. «Facciamo il bilancio del primo anno di attività di Filigrane – conferma Salvadori - Ho avuto modo di vedere tanti dei ragazzi impegnati nei 143 progetti realizzati attraverso Filigrane e posso confermare che i progetti partoriti sono stati interessantissimi, ideati e curati con una passione insospettabile. E non si tratta di poche centinaia di ragazzi, ma di alcune migliaia. Credo sia arrivato il momento di uscire dallo stereotipo e dall´ovvietà del giovane sballato o avvolto nel disagio. Il giovane che ho avuto modo di vedere all´opera – conclude - è una persona creativa, motivata, positiva. Piena di complessità. Noi adulti dobbiamo avere il coraggio di accompagnare il loro percorso di crescita, senza porci come quelli che possono soltanto insegnare, facendogli calare le cose dall´alto». Qualche dato sulla ricerca Iard. La terza indagine sulla condizione giovanile in Toscana &eg rave; stata fatta su un campione di 600 giovani, sotto i 34 anni, residenti nel territorio toscano ed è stata condotta nel primo semestre 2009. Vengono messi a confronto i dati relativi alla rilevazione 1999. Il livello di fiducia. É in generale calo. Ad esempio nei confronti delle banche 10 anni prima era al 59%, adesso è al 24. Idem per la tv: quella pubblica passa dal 53% al 23, quella privata dal 47% al 23. I giornali passano dal 51 al 36%, gli industriali dal 48 al 38%, i sacerdoti dal 48 al 32%. Rapporti sociali. Giù anche l´amicizia che dall´83% scende al 67. Mantengono valori alti la famiglia (da 89 a 80), l´amore (82-76), la libertà (77-79). Scende la cultura (42- 37). Stabili ma molto basse la religione (11-12) e l´impegno sociale (21-19). La voglia di impegno politico sale dal 3 al 16%. Soddisfazione di sé e della vita. I giovani sembrano essere più tranquilli psicologicamente (da 20 a 25), meno soddisfatti degli amici (48-39), più capaci di prendere decisioni (18-26) e di concentrarsi (15-23), hanno un miglior rapporto con gli insegnanti (8-15). In Toscana si vive bene. Lo sostengono l´85% degli intervistati (contro l´89 del ´99). Il 78% ritiene inoltre i toscani tolleranti (contro il 73). Secondo il 7% in più (57-50) ci sono più opportunità di lavoro e secondo il 18% in più (60-42) i servizi pubblici funzionano. Lo fanno almeno una volta la settimana. Diminuiscono quelli che dichiarano di ubriacarsi (da 43 a 12) ma anche quelli che fanno sport (da 40 a 12) o vanno al cinema (17-7). Aumentano invece quelli che vanno a casa da amici (17-29) o che ci passano il tempo sul classico ´muretto´ (13-24). In leggero aumento anche quelli che comprano libri (8-12). Partecipazione. In calo quella ad associazioni sportive (da 45 a 62). In aumento invece quella a partiti e sindacati (68-95), organizzazioni impegnate nella difesa dell´ambiente (78-9 3), band e gruppi musicali (76-86), organizzazioni per la difesa dei diritti o umanitarie (73-97), associazioni di volontariato (67-85) e culturali (60-82). Riscoperta della politica. Circa il 51,7% (contro il 45,1) ha dichiarato di tenersi al corrente della politica, senza però parteciparvi personalmente. Il 17% ha invece espresso disgusto per la politica (contro il 20,8%). L´11,8% (a differenza del 3,4%) si considera politicamente impegnato. Media. Aumentano quelli che, tutti i giorni o quasi, guardano un tg nazionale (63-50) o locale (34-15) e che leggono quotidiani (39-28). .  
   
   
VENDOLA: NO A LEGGE NAZIONALE PER PRIVATIZZAZIONE ACQUA  
 
Bari, 18 novembre 2009 - “La privatizzazione dell’acqua è una bestemmia contro Dio”. Così il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha commentato la fiducia che è stata posta dal Governo sulla conversione in legge del decreto sulla privatizzazione dell’acqua dopo i numerosi emendamenti presentati dalle opposizioni in Parlamento. “Ancora una volta – ha dichiarato Vendola – il governo Berlusconi dà prova di debolezza per aver negato il dibattito sulla materia, creando così anche i presupposti per una lesione costituzionale. I federalisti a giorni alterni dimenticano come si tratti di questioni anche di competenza regionale, legittimando ancora una volta lo scontro politico e istituzionale. E oggi infatti la Regione Puglia ha deliberato in giunta di ricorrere alla Corte costituzionale contro il decreto legge e lo farà anche contro l’eventuale legge”. “La Puglia invece – ha concluso Vendola – sta facendo tutto il contrario del Governo nazionale. Ha deciso di pubblicizzare il servizio idrico, dichiarando l’acqua bene comune e presentando una propria legge regionale che impedisca il furto, da parte di aziende private alla ricerca di profitti, dell’acqua pubblica. In questa direzione intendiamo muoverci, senza voltarci indietro”. .  
   
   
UN MILIONE DI EURO DA PARTE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI PER IL PROGRAMMA REGIONALE DI AIUTI UMANITARI PER GAZA  
 
Bologna, 18 novembre 2009 – Un milione di euro per realizzare quattro progetti regionali di cooperazione internazionale nella striscia di Gaza. Il Ministero degli Affari esteri italiano (Mae) ha approvato quattro interventi cofinanziati dalla Regione e affidati a Ong del territorio, per i quali quintuplicherà lo stanziamento dell’Emilia-romagna mettendo a disposizione circa un milione di euro. Le risorse statali provengono dal fondo di quattro milioni di euro per la striscia di Gaza che il Ministero ha destinato alla realizzazione di progetti sanitari, idrici, agricoli e sociali all’interno del Programma di Emergenza “Aid 9310”. I quattro progetti fanno parte di un “Piano di aiuto a Gaza”, realizzato con il coinvolgimento di tutto il Tavolo di coordinamento regionale Palestina per far fronte ai bisogni di una popolazione ancora profondamente colpita dagli effetti dell’operazione “Piombo Fuso”. L´iniziativa vede impegnate le Ong emiliano-romagnole presenti nei Territori Palestinesi che hanno già acquisito grande esperienza sul campo nei settori considerati come prioritari sia dalla Regione che dalle linee guida ministeriali. L’emilia-romagna è attualmente l’unica regione che opera nell’area di Gaza: collabora concretamente sul posto con l’unità tecnica locale, l’ufficio ministeriale che si occupa di cooperazione allo sviluppo all’interno della rappresentanza diplomatica italiana a Gerusalemme. E’ un esempio importante di collaborazione attiva tra la cooperazione allo sviluppo realizzata a livello statale e quella decentrata, da tempo auspicata anche dallo stesso Ministero, per ottimizzare le risorse e valorizzare le reciproche competenze. I quattro progetti a Gaza - Ammonta a un milione 272. 517 euro il costo complessivo dei quattro progetti cofinanziati a Gaza, di cui 220mila a carico della Regione. Il progetto più significativo, realizzato dalla Ong Gvc, ha l’obiettivo di ripristinare le infrastrutture irrigue distrutte dall’incursione israeliana per facilitare la ripresa delle attività agricole degli abitanti di Gaza. Il costo del progetto è di 480mila euro, di cui 380mila finanziati dal Ministero degli Affari Esteri e 100mila stanziati dalla Regione. Sempre sul fronte agricolo anche il progetto, in carico alla Ong Overseas, che mira a sostenere lo sviluppo di un’agricoltura integrata nel nord della Striscia di Gaza, attraverso interventi di sostegno al capitale agricolo (costo totale del progetto 215mila euro, di cui 190mila dal Ministero e 20mila dalla Regione). Si indirizzano invece al settore sociale gli altri due progetti: l’Ong Educaid, in collaborazione con Nexus, Cisp, Anpas realizzerà un intervento socio-educativo in aiuto ai bambini vittime della guerra nel governatorato del nord della striscia di Gaza (per un costo totale 341. 517 euro, di cui 252mila da parte del Mae e 60mila dalla Regione), mentre Cospe, in collaborazione con l’Associazione Orlando e la Rete Women,- women of Mediterranean, east and south European Network, creerà un centro per le donne a Gaza (finanziamento complessivo di 236mila euro, di cui 196mila euro di risorse ministeriali e 40mila di risorse regionali). .  
   
   
TRENTO: CRISI, DALLA TERAPIA D´URTO ALLA STRATEGIA D´USCITA  
 
Trento, 18 novembre 2009 - La situazione dell´economia trentina, le misure adottate per fronteggiare la crisi e, soprattutto, il futuro della politica industriale in Trentino. Questi i tre aspetti toccati da Alessandro Olivi, assessore all´industria, artigianato e commercio della Provincia autonoma di Trento nella relazione che ha introdotto - oggi pomeriggio, nella sala Winkler di piazza Dante - i lavori del tavolo per la valorizzazione delle politiche industriali. Di seguito, nel dettaglio, i passaggi più significativi della relazione dell´assessore Olivi. La Situazione Economica - Dal punto di vista delle dinamiche occupazionali, ha esordito Olivi, nei primi sei mesi del 2009 si rileva un miglioramento: rispetto al primo semestre del 2008, prosegue la crescita dell’occupazione e, seppur di poco, diminuisce anche la disoccupazione. In valori, la prima arriva a toccare quota 228. 600 lavoratori, mentre i disoccupati calano di 500, attestandosi nei primi sei mesi del 2009 poco sopra le 8. 000 unità. Nei primi sei mesi del 2009 il tasso di occupazione sale dal 66,2% al 66,6%, mentre quello di disoccupazione cala di tre decimi di punto portandosi al 3,4%. "Queste dinamiche appaiono ancor più soddisfacenti - sottolinea Olivi - se si considera che nel medesimo intervallo il tasso medio di occupazione nel Nord-est diminuisce di quasi un punto percentuale (dal 67,8% al 66,9%), mentre quello di disoccupazione sale dal 3,7% al 4,5%". Tuttavia, a crescere nella prima parte del 2009 è la sola occupazione del terziario (+6. 300 unità). Prosegue invece la caduta di lavoratori nel secondario: circa 2. 200 lavoratori in meno rispetto allo stesso periodo del 2008, di cui 1. 800 attribuibili al comparto delle costruzioni e «soltanto» 400 all’industria manifatturiera. Le assunzioni registrate nel primo semestre 2009 subiscono una forte riduzione rispetto allo stesso periodo del 2008: da un totale di 63. 222 nel 2008 si passa alle 54. 790 del 2009, per una perdita di 8. 432 assunzioni, corrispondente a una diminuzione del 13,3%. La riduzione di assunzioni nel secondario è dovuta principalmente al manifatturiero, per 2. 731 assunzioni in meno, ma in misura significativa anche alle costruzioni (-1. 102 assunzioni) e alI’estrattivo (-208 assunzioni); anche in valori percentuali il calo più marcato è quello del manifatturiero (-39%), ed è invece sotto la media del settore quello nelle costruzioni (-22,0%). Tuttavia, l’attenuazione dell’andamento negativo nel secondo trimestre fa sperare in qualche spiraglio di ripresa in particolare nei comparti turistico-alberghiero e delle costruzioni. La Cigs (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) continua a rappresentare un dato non allarmante, reagendo timidamente alla crisi. Per quanto riguarda il primo semestre, l’Istituto di previdenza ha concesso complessivamente circa 138. 000 ore, meno delle 192. 000 che erano state autorizzate nella prima parte del 2008. Soltanto il comparto poligrafici e carta ha registrato un aumento di richieste in questo periodo, a fronte di una generale diminuzione di tutti gli altri. Per quanto riguarda la mobilità, l’andamento delle iscrizioni nel corso dei primi nove mesi dell’anno conferma lo stato di difficoltà che sta attraversando anche il sistema trentino (3. 989 iscritti, con un aumento di 1. 219 unità rispetto a settembre 2008: +44%). Non va peraltro dimenticato, ha aggiunto Olivi, per un inquadramento "storico" dei ragionamenti, che la struttura dell´occupazione nel secondario appare sostanzialmente stabile da almeno un quarto di secolo: nel 1982, ad esempio, avevamo in Trentino 57 mila addetti nel secondario, di cui 32 mila nell´industria; nel 2007 gli addetti erano saliti a 63 mila, di cui 33 mila nell´industria. Quanto alla Cigs, anche rapportando ad anno i valori rilevati ad oggi, "notiamo come questo ammortizzatore sia su livelli lontani da quelli raggiunti nei primi anni Ottanta. Basti pensare che nel 1985 furono autorizzate 7,5 milioni di ore di Cigs!" L´assessore ha poi analizzato i dati sull´economia: "in chiusura di un primo semestre del 2009, iniziato con valori decisamente allarmanti, la congiuntura economica esibisce dati sempre negativi ma meno di quanto lo fossero ad inizio d’anno. L’indagine della Camera di Commercio, evidenzia, per il periodo aprile-giugno, cali di valore del 15,7% nella produzione e del 15,4% nel fatturato, rispetto al medesimo periodo del 2008. La diminuzione ha riguardato tutti i settori, con la sola eccezione dei servizi alle imprese e ha colpito di più il trasporto merci, l’industria manifatturiera, il commercio al dettaglio e le costruzioni. Continuano a soffrire di più i settori considerati più dinamici e avanzati, mentre tengono in misura maggiore quelli più tradizionali". Per quanto riguarda la situazione delle aziende, le crisi aziendali rimangono circoscritte a situazione puntuali. "In sintesi - ha detto Olivi concludendo la prima parte della sua relazione - la crisi si fa sentire, anche se i dati, per il momento, delineano un quadro in chiaroscuro, che appare nel complesso non drammatico. Nei prossimi mesi è presumibile un appesantimento della situazione, specie sul profilo occupazionale, che il sistema locale potrà affrontare, grazie alle sue riconosciute potenzialità". Le Misure Adottate Per Fronteggiare La Crisi - "La manovra anticongiunturale della Provincia ha attenuato gli effetti della crisi in modo sensibile, come dimostrano i recenti confortanti dati sull’occupazione e sul gettito fiscale locale. Nella misura in cui fatturato e liquidità sono subito apparse come le due emergenze principali, la Provincia ha cercato subito di dare risposte se non decisive certamente molto concrete, attraverso i mutui di riassetto finanziario per le imprese". Alla fine, con questa misura d´emergenza - una delle più forti per numero di imprese coinvolte - saranno state accompagnato 3. 200 imprese per seicento milioni di mutui. L´altro specifico intervento «anticrisi» è il cosiddetto «Fondo Olivi» volto alla difesa dell´occupazione di medie e grandi aziende con significativi cali di fatturato. È un intervento finanziariamente importante (16 milioni di euro stanziati - comprendendo i 3 milioni aggiuntivi che la Giunta provinciale si appresta a prelevare dal Fondo di riserva anticrisi) che ha visto 83 richieste, 77 accolte, 9. 633 dipendenti coinvolti e 8. 742 quelli con prospettiva di mantenimento del posto di lavoro. Per quanto invece riguarda gli incentivi a sostegno della domanda di investimento, si è registrata una sostanziale tenuta delle richieste, in tutti i settori economici, tra il primo semestre 2008 e il primo semestre 2009). Qui probabilmente si raccoglie il risultato del maggior sostegno accordato nel 2009 agli investimenti a priorità generica, in tutti i settori (10% per le medie imprese e 15% per le piccole imprese, rispetto al 7,5% originariamente stabilito). Va segnalato - come sintomo positivo - che nel 2009 sono stati siglati 8 accordi per attività sostitutive, che vedono coinvolti a regime 472 lavoratori. Olivi ha poi affrontato le azioni a favore del contesto. "Su questo versante diamo conto di un´azione molto efficace e di dimensioni importanti. Pur trattandosi di interventi non nuovi, come l´acquisizione al patrimonio pubblico di strutture produttive e di partecipazioni azionarie, ovvero azioni di animazione economica, essi sono stati riorientati a fini recessivi. Si noti che il piano triennale 2008-2010 di Trentino Sviluppo raggiunge l´entità di 453 milioni (l´anno scorso arrivava a 241 milioni)" La Politica Industriale In Prospettiva - L´assessore ha ribadito la necessità di "una vigile attenzione sulla concreta evoluzione della crisi". E ha detto: "per la politica industriale il presente è il momento di raccordo fra la «terapia d’urto», volta ad arginare i pesanti effetti della crisi, e la «strategia d’uscita», orientata al rafforzamento strutturale del tessuto economico. Il bilanciamento delle due prospettive dell’azione pubblica non potrà non tener conto della concreta evoluzione congiunturale, tenendo pronti gli strumenti per entrambe le finalità". Una doppia constatazione ci conforta, ha aggiunto Olivi: "anzitutto le misure attuate dalla politica economica provinciale. La grande concretezza degli interventi di emergenza, aggiunti al costante sostegno assicurato ai progetti aziendali, alla finanza d’impresa, all’innovazione, e ad un flusso massiccio di investimenti pubblici, hanno di certo fornito un energico supporto al rafforzamento della base produttiva. La seconda nota positiva deriva dalle potenzialità del sistema, che oggi più che mai appaiono al tempo stesso la ragione e l’effetto delle politiche suddette. Nonostante le immancabili situazioni di difficoltà puntuale e il generale clima di incertezza, una sostanziale «tenuta» degli equilibri socio-economici suffraga la convinzione che il sistema trentino abbia in sé le risorse imprenditoriali ed istituzionali per affrontare anche le ventate più gelide della stagione economica". Ne deriva che questo è anche il momento di "concepire interventi non ripiegati esclusivamente sulla crisi, ma attenti agli aspetti strutturali del sistema. Poiché questi ultimi rappresentano il vero problema della «ripartenza», questa attenzione è anche la logica portante della manovra finanziaria per il prossimo anno". E sulla manovra così si è espresso l´assessore provinciale all´industria: "Non viene riproposto alcuno specifico stanziamento per le due azioni che hanno connotato l’originale e tempestiva risposta «trentina» alla crisi: i mutui di riassetto finanziario e il cosiddetto «fondo Olivi» visti come contributi straordinari a sostegno di progetti di riorganizzazione aziendale per la salvaguardia dell’occupazione. Interventi certo efficaci e pienamente motivati in un contesto recessivo, per dare alle imprese di maggiori dimensioni più forti ragioni di radicamento sul territorio, con un non illusorio ritorno in termini di coesione sociale, perdono infatti di senso man mano che ci si allontana dall’epicentro della crisi. Ciò non significa che la relativa strumentazione normativa non possa essere riattivata a fronte di specifiche e motivate esigenze, cui si potrà peraltro far fronte attraverso le risorse già assegnate nel corso del 2009. Un «minibando» Fondo Olivi sul 2010 potrebbe rimettere a disposizione delle imprese ulteriori 1-2 milioni di euro in aggiunta ai 16 milioni indicati in precedenza". Ecco invece, ricorda Olivi, che "l´obiettivo del riposizionamento competitivo del sistema imprenditoriale torna ad ispirare la politica di bilancio, secondo le linee di importanza del «Patto per la qualità sociale, per la qualificazione delle spese correnti e per la creazione di valore con azioni di sistema tra la Provincia autonoma di Trento, le parti sociali ed economiche» proposto in occasione della manovra finanziaria del governo provinciale. E saranno "le politiche d’incentivo il principale arbitro di questa tensione riformatrice" ha detto Olivi, secondo linee strategiche oggi ribadite. Perché "l’obiettivo ultimo ed unificante della manovra finanziaria per il 2010 non può che essere uno: la competitività del sistema in tutte le sue declinazioni". Olivi ha quindi delineato come si intenda rafforzare l’efficacia del sistema provinciale degli aiuti alle imprese. Lo farà agendo su tre livelli. Le clausole sociali. "Nonostante le non concordi opinioni su questi vincoli atipici, non piegati alle logiche di mercato, oggi, in periodo di crisi, la comunità si sta invece rendendo conto della loro importanza. Per questo le «clausole sociali» continueranno a rappresentare il primo baluardo dell’efficacia delle politiche d’incentivazione, nella speranza, tutt’altro che infondata, che le potenzialità del sistema economico le rendano di fatto superflue. Sarà tuttavia studiata la possibilità di spingere le clausole sociali verso obiettivi più coerenti con i nodi attuali del sistema. I fini dell’agevolazione, rispetto all’impresa. "Immaginiamo fin d’ora di superare la logica dei vincoli, evitando di appesantire i procedimenti concessori, puntando invece su ragionate verifiche ex post circa gli esiti del progetto agevolato rispetto allo sviluppo aziendale, non già per confermare o meno gli aiuti già concessi, quanto piuttosto per discriminare il futuro accesso a nuovi canali agevolativi. Le procedure. "Per evitare che un eccessivo automatismo si ripercuota negativamente sulla selettività, stiamo studiando lo sdoppiamento dei canali agevolativi, dedicando le procedure «a sportello», che rappresentano l’orgoglio della nostra politica degli incentivi, per l’insita snellezza procedurale, alle sole iniziative prioritarie, e prevedendo per le altre procedure a «bandi», in grado di selezionare maggiormente le risorse disponibili". Sburocratizzazione - "La nuova Agenzia provinciale per l’incentivazione delle attività economiche - ha ricordato Olivi - ha prontamente assorbito la mole di lavoro attribuita, in sintonia con le esigenze di tempestività della manovra anticrisi. Con l’A. P. I. A. E. Stiamo creando un polo di specializzazione tecnica in grado di seguire l’evolversi dell’economia e delle politiche europee, semplificando le procedure, e coordinando a livello intersettoriale gli aiuti alle imprese, per provvedere poi ad un effettivo controllo di efficacia. Favoriremo anche la libera scelta dell’organismo istruttore (confidi o banche) da parte delle imprese istanti, dopo un ulteriore periodo di «rodaggio» (la scadenza delle convenzioni è stata infatti allineata alla data unica del 30 giugno 2011). Accompagneremo poi, attraverso il fondo per la finanza d’impresa, la storica trasformazione dei tre confidi provinciali in intermediari vigilati dalla Banca d’Italia, cui la Provincia guarda infatti con notevole interesse, consapevole che l’assoggettamento degli enti di garanzia alle nuove regole selettive dell’attività bancaria, alla lunga, risulterà benefico per tutto il sistema imprenditoriale. Sarà inoltre introdotta a breve la possibilità di presentare le domande di contributo in via telematica, e saranno ridotte al minimo le istruttorie per il sostegno di iniziative già positivamente valutate dalle banche". Trentino Sviluppo - "Le linee riformatrici fin qui enunciate - ha detto Olivi - intercettano l’operatività di Trentino Sviluppo, nel suo poliedrico ruolo di braccio operativo della politica economica provinciale. Un ruolo che a sua volta presenta almeno tre aspetti: gestore di politiche di sistema; erogatore di servizi alle imprese; modello di snellimento amministrativo. Sotto il primo profilo, Trentino Sviluppo, soprattutto attraverso il ricorso allo strumento del leaseback su importanti compendi industriali e con l’apprestamento di aree produttive, si sta rivelando un formidabile strumento della politica economica in chiave antirecessiva. I relativi piani d’intervento hanno in effetti raggiunto un volume originariamente imprevisto, anche rispetto alle forme innovative di reperimento delle risorse. Lo strumento del leaseback, di evidente impatto in periodo di bassa congiuntura, dovrà gradualmente essere riportato al suo originario significato di intervento straordinario, avente il fine complementare ma non secondario di ampliare il controllo della proprietà pubblica su compendi immobiliari strategici per un razionale utilizzo del territorio a fini produttivi. I nuovi indirizzi impartiti dalla Giunta provinciale ridisciplinano invece la tipologia di intervento più problematica, per l’esposizione a rischio della finanza pubblica: le partecipazioni azionarie, che sempre più dovranno avvicinarsi alla logica dell’investitore privato. Stiamo perciò approfondendo la praticabilità di un nuovo regime di aiuti, da condividere con la Commissione europea, per l´attivazione di un fondo misto, in cui i privati conferiscano una quota significativa delle risorse, combinando i fini della politica economica con un minimo di garanzia di ritorno degli investimenti azionari. Sarà anche valutata l’opportunità di una gestione separata degli interventi a finalità turistica". Finanza d’impresa - L´ultimo aspetto toccato dall´assessore Olivi. "Uno dei momenti nevralgici dell’intervento provinciale a favore dell’economia, nell’attuale contesto, è il rafforzamento patrimoniale delle imprese. La Provincia sosterrà sia l’apporto di capitale da parte di terzi (private equity) sia l’apporto di nuove risorse da parte del proprietario. Un´impresa ben capitalizzata dispone infatti di più risorse per la propria attività e soprattutto per gli investimenti, senza essere oberata dagli oneri finanziari; è un´impresa pronta a crescere, protagonista ideale di quel «patto per la produttività» che con la manovra finanziaria 2010 abbiamo proposto. L´aiuto della Provincia abbatte il costo degli interessi passivi del prestito, fino ad un massimo del 15 per cento che le aziende potranno richiedere fino alla primavera 2010 (sei mesi dalla pubblicazione della delibera, in corso). Per questo intervento si è infatti scelta la forma «a bando», mettendo a disposizione un plafond di mutui pari complessivamente a 100 milioni di euro. "In prospettiva - ha concluso Olivi - contiamo infine di realizzare un più stretto raccordo fra politiche industriali e del lavoro, per sostenere le soluzioni organizzative aziendali premianti rispetto alla partecipazione dei lavoratori alla vita dell´azienda; alla solidarietà fra lavoratori; alla formazione continua. Su queste importanti prospettive di intervento, intendiamo aprire specifici momenti di approfondimento e confronto". .  
   
   
PRESENTATO A MILANO IL PGT ALLE PARTI SOCIALI. MORATTI: “QUESTO INCONTRO È UN IMPORTANTE MOMENTO DI CONDIVISIONE”  
 
 Milano, 18 novembre 2009 - “L’incontro di oggi vuole essere un importantissimo momento di condivisione – ha spiegato il sindaco Letizia Moratti in occasione della presentazione a Palazzo dell’Arte del nuovo Piano di Governo del Territorio –. Il nostro intento è quello di dare a Milano un futuro in cui il verde possa tornare a essere una priorità. Penso ad una città che cresca e si sviluppi, partendo, per esempio, dalla riqualificazione di aree degradate. Oltre al verde anche infrastrutture e servizi. Milano, infatti, sarà dotata di una rete integrata di trasporto pubblico e servizi, che ci equiparerà alle grandi capitali internazionali”. “Milano è in grado di guidare in modo nuovo il suo futuro”. E’ il messaggio espresso da Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del territorio, alla platea di rappresentanti di tutte le parti sociali della città invitati dall’Amministrazione a discutere, condividere, riaffermare o modificare gli elementi essenziali di questo nuovo piano. “Due anni fa – ha aggiunto l’assessore Masseroli – abbiamo coinvolto la città per la prima volta per parlare della Milano del futuro. Oggi, dopo un periodo di operatività sotterranea ma proficua, presentiamo un piano dove si prevede un futuro capace di creare nuove condizioni di vivibilità. Un futuro nel quale costruire non significherà più consumare suolo pubblico e dove il verde tornerà ad essere una caratteristica della città. Un futuro – ha concluso Masseroli – in cui lo sviluppo immobiliare sarà collegato all’offerta di adeguati servizi pubblici”. Nel corso dell’incontro, definito dall’assessore Masseroli: “un tassello del grande laboratorio di idee per reinventare lo spazio pubblico”, sono state illustrate le linee guida dello sviluppo e della trasformazione di Milano fino al 2030. Il documento andrà in Giunta nei primi giorni di dicembre; recepirà i pareri delle Zone e approderà all’aula del Consiglio comunale. L’approvazione finale, seguendo l’iter burocratico previsto dalle legge urbanistica regionale, dovrebbe avvenire nella seconda parte del 2010. Obiettivi strategici del Pgt, elementi e documenti, diffusione dei servizi si trovano sul sito: www. Milanoperscelta. It .  
   
   
ANCI LOMBARDIA. MORATTI: "I COMUNI GENERANO RICCHEZZA"  
 
Milano, 18 novembre 2009 - “Il raccordo stretto tra Governo e Comuni costituisce ormai un laboratorio di esperienze irrinunciabile, perché, senza questo confronto serrato, i problemi del Paese non si riescono a risolvere”. Così il Sindaco e vicepresidente di Anci Letizia Moratti alla Fiera Forum Risorse Comuni, la mostra-convegno promossa da Anci Lombardia, durante il suo intervento al Direttivo aperto di Anci Lombardia dal titolo “Ripartiamo dai Comuni. Autonomia, responsabilità, riforme”. Ai lavori del Direttivo hanno partecipato il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, il presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana e i vicepresidenti Giorgio Oldrini, Giulio Gallera, Lorenzo Guerini, rappresentante Anci alla Conferenza Stato-città, e Ivana Cavazzini, Presidente Dipartimento Piccoli Comuni di Anci Lombardia. Letizia Moratti, dopo aver ringraziato il Ministro Maroni per i poteri affidati ai Sindaci e il Governo per il rapporto positivo instaurato con i Comuni in tema di sicurezza, ha affrontato alcune questioni aperte, come quella del federalismo fiscale. “Il federalismo fiscale – ha sottolineato il Sindaco - è la vera sfida verso la modernizzazione, a condizione che sappia premiare i Comuni virtuosi e che, nel rispetto della perequazione che andrà fatta, lasci al territorio parte delle risorse da questo prodotte”. “Gli attuali patti di stabilità – ha concluso Letizia Moratti - sono insostenibili perché i Comuni hanno una minor capacità di spesa e perché questi criteri del Patto ci penalizzano. Inoltre va considerato che il 70-75% degli investimenti pubblici passa dai Comuni, che devono quindi essere messi nella condizione di poter spendere risorse proprie”. .  
   
   
SICUREZZA IN LOMBARDIA: OPERAZIONE SMART IN 28 COMUNI  
 
Milano, 18 novembre 2009 - Partirà a dicembre l´operazione Smart (Servizio monitoraggio aree a rischio del territorio), che coinvolge comandi di polizia locale, forze dell´ordine ed enti locali per interventi in 28 Comuni della Provincia di Milano, caratterizzati da problematiche di sicurezza urbana. Il protocollo d´intesa tra Regione Lombardia e i Comuni "capofila" di Legnano, Magenta e Corsico è stato siglato questa mattina. Tra gli interventi che verranno messi in atto, il contrasto alle stragi del sabato sera con un pattugliamento particolarmente capillare nelle sere prefestive e festive e negli orari che vanno dalle 18 alle 2 di notte. "Si tratta di un importante tassello - ha spiegato l´assessore regionale alla Protezione civile, Prevenzione e Polizia locale, Stefano Maullu - del mosaico lombardo della sicurezza urbana. La Polizia locale della Lombardia ha svolto, con le sue 9. 482 unità, attività di controllo e repressione delle azioni criminali, contribuendo al progressivo calo della criminalità sul nostro territorio". Nell´area del milanese i 5. 210 agenti della Polizia locale hanno operato con azioni di prevenzione e contrasto della criminalità in stretto raccordo con la Polizia di Stato, l´Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza. "La sicurezza - ha proseguito Maullu - rappresenta un diritto primario dei cittadini. Questo diritto va assicurato nel modo migliore, non soltanto in relazione ai fenomeni di criminalità organizzata, ma anche in rapporto a quella criminalità diffusa e, più in generale, al settore dell´illegalità. Il contributo della Regione Lombardia e quello offerto dalla Polizia locale è significativo e tangibile". Per l´attuazione degli interventi ad ogni Comune capofila sarà riconosciuta una somma fino a 20. 000 euro, con un contributo massimo complessivo quindi di 60. 000 euro. Ecco l´elenco dei Comuni interessati: - Magentino: Magenta (Comune capofila), Cornaredo, Marcallo con Casone, Consorzio Parco Lombardo del Ticino, Vittuone, Corbetta, Boffalora, Sedriano, Bernate Ticino; - Legnanese: Legnano (Comune capofila), Pogliano Milanese, Rescaldina, San Vittore Olona, Parabiago, Canegrate, Lainate, San Giorgio su Legnano, Nerviano; - Sudo Ovest di Milano: Corsico (Comune capofila), Assago, Bubbiano, Casarile, Casorate Primo, Cesano Boscone, Lacchiarella, Trezzano sul Naviglio, Vernate, Zibido San Giacomo. .  
   
   
VALLE D’AOSTA: SIGLATO UN PROTOCOLLO CON A.B.I. PER CONTRASTARE IL FENOMENO DELLE RAPINE  
 
 Aosta, 18 novembre 2009 - La Presidenza della Regione informa che ieri, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, nell’esercizio delle attribuzioni prefettizie, Marco Iaconis, responsabile dell’Ufficio Sicurezza Anticrimine dell’Associazione Bancaria Italia-abi e i rappresentanti degli Istituti di Credito operanti in Valle d’Aosta, hanno siglato un protocollo per contrastare il fenomeno delle rapine in banca. Il documento, in linea con altri atti analoghi già stipulati tra Prefetture e Abi, ha avuto l’avvallo delle Forze dell’Ordine e del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. In particolare, il protocollo prevede un impegno da parte delle banche firmatarie ad attivare un flusso di informazioni su specifiche situazioni di rischio, quali guasti dei sistemi relativi al controllo degli accessi, movimenti sospetti all’interno o all’esterno delle dipendenze bancarie, ecc. , con le Forze dell’Ordine che consenta a queste ultime di valutare gli interventi da compiere in modo rapido e efficace. Le banche firmatarie si impegnano inoltre a dotarsi di un numero congruo e diversificato di sistemi di sicurezza e, obbligatoriamente, della videoregistrazione con tecnologia digitale ad alta definizione. Ruolo del Presidente della Regione, nell’esercizio delle attribuzioni prefettizie, coordinare le Forze dell’Ordine sul territorio per risolvere le problematiche riguardanti la sicurezza bancaria. .  
   
   
IL DALAI LAMA IERI A TRENTO CHIEDE L´AUTONOMIA PER IL TIBET TAVOLA ROTONDA ASSIEME AI PRESIDENTI DI TRENTINO E ALTO ADIGE DELLAI E DURNWALDER  
 
Trento, 18 novembre 2009 - Tenzin Gyatso, il Xiv Dalai Lama, leader ad un tempo spirituale e politico del popolo tibetano, premio Nobel per la Pace 1989, in esilio dalla sua terra fin dal 1959, ha parlato ieri a Trento, su invito della Provincia autonoma di Trento e dell´associazione Italia-tibet, in chiusura di un convegno internazionale dedicato alle varie forme di autonomia regionale del mondo. Nel suo intervento pungente, a volte caustico nel denunciare l´incapacità della Cina di comprendere la cultura e la spiritualità tibetane, il Dalai Lama ha pronunciato un forte appello in favore dell´autonomia del Tibet, un´autonomia che consenta ai tibetani di tutelare e valorizzare la propria lingua e le proprie tradizioni religiose e civili, nel rispetto dei confini della Repubblica popolare cinese e della stessa Costituzione cinese. Il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai ha presentato per l´occasione la "Carta di Trento per il Tibet", un documento che il Trentino e l´Alto Adige/südtirol si impegnano a far sottoscrivere alle altre regioni autonome del mondo, in appoggio alla causa tibetana e al Memorandum che il Governo tibetano in esilio ha consegnato recentemente alla Cina, come base per il dialogo. Per la terza volta questo pomeriggio, dopo le precedenti visite del 2001 e 2005, l´auditorium Santa Chiara di Trento ha ospitato il Dalai Lama, invitato a partecipare ad una tavola rotonda in chiusura del convegno dedicato all´esame di alcuni dei più importanti esempi di autonomia regionale al mondo, dal Trentino Alto Adige al Quebec, dalla Catalogna alla Scozia alle isole Aaland, organizzato in collaborazione con l´Università degli studi di Trento e l´Accademia europea di Bolzano. Hanno preso la parola in apertura anche Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento, Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bolzano-alto Adige/südtirol, Bernat Joan, segretario della politica linguistica della Generalitat de Catalunya, Elisabeth Nauclér, deputata al Parlamento Finlandese per le isole Aaland, Roberto Pinter, dell´associazione Italia-tibet di Trento e Roberto Toniatti, giurista dell´Università di Trento. Grande era l´attesa per le parole che avrebbe pronunciato il Dalai Lama, giunto in mattinata nel Palazzo della Provincia di Trento provenendo da Bolzano. Nel suo discorso pubblico, così come nel breve incontro avuto con la stampa trentina assieme al presidente Dellai, il Dalai Lama ha sottolineato innanzitutto la distanza esistente fra terre come il Trentino e l´Alto Adige, che godono di un´autonomia "reale", e che dispongono degli strumenti giuridici per tutelare i propri diritti, e il Tibet. "Se in Italia i diritti costituzionali sono veramente garantiti, in Cina non è così. Noi non possiamo ricorrere ad un giudice o a una corte per vederci riconosciuto ciò che in teoria la costituzione cinese ci riconosce. Quando descrivo la situazione del Tibet sotto il dominio cinese, solitamente non parto dalle questioni ideologiche. Dico che noi abbiamo un ospite non invitato, che è entrato nel nostro paese con le armi e si è messo a controllare tutto. Un ospite che ci dice cosa mangiare, come dormire, cosa sognare. Un ospite che sostiene di averci liberati. Quando noi tibetani sentiamo dire questo ci chiediamo: ma da che cosa? Il Tibet ha una storia millenaria, una propria cultura, una propria tradizione spirituale. I tibetani hanno sempre avuto una grande fiducia in se stessi, una grande dignità. Siamo gente fiera e orgogliosa. Sul piano culturale, linguistico, della tradizione storica, siamo alla pari dei cinesi, se non più avanti. E comunque, il Buddismo è arrivato in Tibet dall´India, non dalla Cina. La nostra lingua è mutuata dal sanscrito, non dal cinese. Che il Tibet sia cosa diversa dalla Cina lo provano le semplici espressioni verbali che la gente usa per definirci. Io sono definito il Dalai Lama del Tibet, non della Cina. La gente dice ´buddismo tibetano´, non ´tibetano-cinese´. Non siamo stati noi ad inventare tutto questo, è la nostra storia, la nostra eredità millenaria. Il comunismo cinese si è rivelato di strette vedute e di limitato pensiero. All´inizio le idee che proponeva erano positive, ma il risultato che noi oggi vediamo è che sei milioni di tibetani sono privi di ogni diritto. " Da dove partire, allora, per cambiare le cose? Per il Dalai Lama dall´informazione libera, dall´abolizione della censura. "Molti cinesi pensano che i tibetani sono degli ingrati. Sono stati presi sotto l´ala protettrice della Cina, e non le sono riconoscenti. Questo avviene perché non dispongono di informazioni corrette. E´ il momento che ci sia finalmente in Cina libertà di informazione. Un miliardo e trecento milioni di cinesi hanno diritto di sapere le cose come stanno. Anche la democrazia è importante, ma qui il discorso si fa più delicato. Non è interesse di nessuno creare il caos con un cambiamento radicale. Pensiamo sia preferibile un cambiamento graduale. Il problema è che il nostro ´ospite´, come l´abbiamo definito, non è molto brillante; pensa solo al controllo. Pensa sia sufficiente dare cibo, dare una casa ai tibetani. Ma non è così: abbiamo la nostra civiltà i nostri valori, non ci basta mangiare e dormire Abbiamo una spiritualità che i cinesi non comprendono e che temono. " Se questo è il quadro, la soluzione è una sola: una forte autonomia, un´autonomia che consenta alla civiltà tibetana non solo di sopravvivere, ma di valorizzarsi, anche passando attraverso i necessari cambiamenti rispetto al passato, come quello che nel 2001 ha introdotto le elezioni degli organi politici rappresentativi della comunità tibetana in esilio (che hanno sede com´è noto a Dharamsala, in India). Un´autonomia che inoltre consenta una migliore tutela dell´ambiente, una distensione nei rapporti fra Cina e India e una progressiva smilitarizzazione dell´altopiano tIbetano. Un´autonomia, infine, che porti anche benessere. Che l´autonomia del Tibet possa giovare anche alla Cina, era stato peraltro sottolineato dagli stessi relatori che hanno preceduto il Dalai Lama. Il ragionamento è semplice. La repressione genera inevitabilmente ribellione, mentre un´autonomia vera, un´autonomia che soddisfi le esigenze della minoranza che la richiede, rappresenta una tutela per lo stesso Stato che la concede, nei confronti dei pericoli di una secessione violenta. Esempi come quello della Scozia, del Quebec, ma anche del Trentino e dell´Alto Adige/sudtirol sono lì a dimostrarlo. Autonomie siffatte, come sottolineato nel suo intervento dal presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, sanno che in virtù di quanto sono riuscite a conquistare negli anni portano oggi una responsabilità in più nei confronti di popoli come quello tibetano. "Noi trentini - ha detto Dellai - abbiamo sofferto quando eravamo una minoranza italiana in seno all´Impero austroungarico, i sudtirolesi hanno sofferto molto di più quando si sono ritrovati ad essere una minoranza tedesca sotto l´Italia, durante gli anni del fascismo. Nel Secondo dopoguerra abbiamo ottenuto finalmente un´ampia autonomia che oggi si proietta in una più grande dimensione transfrontaliera, a cavallo fra Italia e Austria, in seno all´Europa unita. Forti di questa consapevolezza, vogliamo dare un contributo concreto alla causa dei popolo tibetano; per questo abbiamo varato quella che ho definito ´Carta di Trento´, un documento di appoggio all´autonomia del Tibet che nelle prossime settimane chiederemo di sottoscrivere ad altre regioni autonome dell´Europa e del mondo. Perchè siamo convinti che sul piano internazionale non siano solo gli stati a contare, che anche le regioni e le comunità che le abitano possono e devono fare sentire la propria voce. " Risoluzione Delle Regioni Autonome In Supporto Al Tibet Nel marzo 2008 il mondo intero si indignò per la violenta repressione operata dal governo cinese nei confronti dei monaci e dei civili tibetani che a Lhasa, come in tante parti del Tibet, protestavano per la negazione dei loro diritti. Alla vigilia delle olimpiadi la causa tibetana diventò di dominio dell’opinione pubblica mondiale. All’indomani i rappresentanti del Governo tibetano in esilio hanno presentato alla delegazione cinese un memorandum contenente le richieste per arrivare ad una genuina autonomia per il Tibet. Il memorandum esprime la disponibilità dei tibetani ad accettare la sovranità cinese purché sia riconosciuta una effettiva autonomia. Una richiesta con la quale, in coerenza con i principi della Costituzione cinese, si chiede il rispetto dell’identità e della cultura tibetana. L’iniziativa del memorandum permette una discussione nel merito di un diritto che dal 1951 è stato solo formalmente riconosciuto (con l’Accordo dei 17 punti prima, e con l’istituzione della Regione autonoma, dopo), ma in realtà negato, dal 1959, con l’occupazione cinese e con l’immigrazione che sta riducendo i tibetani ad essere una minoranza nella loro terra. L’autonomia delle Province e Regioni che noi rappresentiamo è la dimostrazione che i conflitti possono avere una soluzione non violenta rispettosa dei diritti di tutte le parti, che è possibile conservare le identità e le culture dei popoli anche se minoritari attraverso forme di autonomia e di autogoverno, che i diritti delle minoranze sono pienamente compatibili con la sovranità di uno Stato e con l’unità dello stesso. Per queste ragioni riconosciamo la decisione del Dalai Lama e del parlamento e del governo tibetani in esilio, di aver scelto, al posto della lotta per l’indipendenza, la via dell’autodeterminazione interna. La proposta contenuta nel Memorandum dell’autonomia per tutte le regioni del Tibet, è il modo più adeguato per ottenere il riconoscimento dei diritti del popolo tibetano all’autogoverno, e la conservazione della loro lingua, cultura, religione, nonché della salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali. Considerando le esperienze concrete delle tante regioni autonome che in tutto il mondo hanno permesso di prevenire o superare i conflitti rispettando i diritti fondamentali delle minoranze linguistiche ed etniche e lasciando loro di esercitare il diritto all’autogoverno, pur nel rispetto dell’unità statale. Chiediamo al governo cinese: di prendere atto della realtà e della storia di tali Regioni autonome e di valorizzare la loro capacità di superare i conflitti e di mantenere un dialogo istituzionale costruttivo tra i governi centrali e le autorità autonome; di avviare una trattativa, con il Dalai Lama e con il parlamento e il governo tibetano in esilio, sulla base del “Memorandum per una genuina autonomia”; chiediamo al governo cinese, al Dalai Lama e al governo e al parlamento tibetano in esilio: di attivare immediatamente un confronto vero nel merito del memorandum e l’avvio di un percorso che permetta di raggiungere una effettiva attuazione dell’autonomia del popolo tibetano prevenendo l’aggravarsi dei conflitti; chiediamo all’Onu, ai governi nazionali dei suoi stati membri di impegnarsi per gli obiettivi contenuti in questa mozione che sono in coerenza con le risoluzioni dell’Onu; Come realtà territoriali che hanno ottenuto il riconoscimento all’autonomia e all’autogoverno ci rendiamo disponibili a supportare il percorso per il raggiungimento di una giusta e condivisa autonomia delle regioni del Tibet; Offriamo come utili punti di riferimento la nostra storia, i nostri statuti e ordinamenti, che possono essere esempi tenendo conto delle diverse identità territoriali ed etniche e delle diverse costituzioni nazionali in modo da essere utili soluzioni nell’interesse di tutte le parti; Offriamo anche la disponibilità delle nostre risorse giuridiche ed amministrative per ogni lavoro di supporto alla definizione di soluzioni normative - ordinamentali adeguate alla complessità e specificità cinese; Facciamo appello a tutte le realtà regionali autonome affinché condividano questa mozione e affinché chiedano ai rispettivi Stati di supportare la ricerca di una giusta e condivisa soluzione di autonomia che permetta al popolo tibetano, nel rispetto della costituzione cinese, di godere di una genuina autonomia e di avere un futuro di pace. .  
   
   
PRESENTAZIONE PUBBLICAZIONE SU VIOLENZA ALLE DONNE  
 
 Trieste, 18 novembre 2009 - "Il silenzio è il tuo nemico - uscire dalla violenza si può", è il titolo della pubblicazione che, in occasione del 25 novembre, giornata internazionale per l´eliminazione della violenza sulle donne, la Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna presenterà in tutti i capoluoghi di provincia del Friuli Venezia Giulia. Non si tratta di un saggio di elaborazione concettuale sull´argomento, ma di un libretto di facile consultazione contro la violenza alle donne, un vademecum a scopo pratico che, in modo chiaro e sintetico, evidenzia il problema analizzandone gli aspetti salienti, indicando l´iter da seguire per ricorrere ad aiuti concreti mediante l´appello a istituzioni e a centri competenti. La Commissione si propone di sensibilizzare coloro i quali ricoprono posizioni istituzionali e che, in considerazione del vincolo che li legala al territorio, possono contribuire a diffondere una corretta cultura del rispetto del mondo femminile. Per questo l´invito a partecipare all´iniziativa è rivolto a tutti consiglieri regionali, comunali e provinciali, in particolare gli uomini, in quanto il tristissimo fenomeno della violenza potrà essere eliminato soltanto con la consapevolezza, il coinvolgimento e la collaborazione di ognuno. Un primo incontro avrà luogo presso la sala Tessitori al pian terreno del palazzo di piazza Oberdan 5 a Trieste, mercoledì 18 novembre alle 16. 30, con interventi di esperti nell´attività di prevenzione e di aiuto nei casi di violenza contro le donne. Analoghi incontri si terranno, sempre alle 16. 30, nelle sale dei Consigli provinciali di Gorizia (giovedì 19 novembre), Udine (martedì 24 novembre) e Pordenone (mercoledì 25 novembre). .  
   
   
RAPPORTO NAZIONALE 2009 SULLE “CONDIZIONI ED IL PENSIERO DEGLI ANZIANI: UNA SOCIETÀ DIVERSA”  
 
Roma, 18 novembre 2009 - È stato presentato a Roma l’11 novembre 2009 presso la Camera dei Deputati, alla presenza del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, il “Rapporto Nazionale 2009 sulle Condizioni ed il Pensiero degli Anziani: una società diversa”. Il Rapporto evidenzia gli aspetti demografici del fenomeno invecchiamento in Italia e nel mondo, ma soprattutto analizza gli aspetti legati al rapporto tra anziani e condizioni di salute, assistenza dentro e fuori la famiglia, invecchiamento e attività lavorativa. Il Rapporto nasce da una collaborazione fra Federsanità Anci, Ageing Society-osservatorio Terza Età e Irccs Inrca - Agenzia Nazionale per l’Invecchiamento, si tratta di uno strumento aggiornato a 360 gradi sulle condizioni della popolazione anziana, un’analisi scientifica di dati ma anche una visione ragionata dei problemi e delle strategie per risolverli. Vengono presi in considerazione tutti gli aspetti della vita di una fascia di popolazione che in Italia diventa sempre più importante per il numero e il peso che ha sui servizi sanitari e sociali. Ma non solo, poiché l’allungamento della vita unito al miglioramento della qualità della stessa produce effetti nuovi anche sul lavoro, sui consumi, sulle condizioni abitative, sul turismo, ecc. Del Paese. L’aspettativa di vita è uno degli indicatori più diffusi per valutare lo stato sociale, ambientale e sanitario in cui vive una popolazione e quindi lo stato di sviluppo complessivo e di benessere di un sistema paese. Negli ultimi 50 anni, la speranza di vita nei paesi sviluppati è cresciuta ad un ritmo sorprendente, tanto che alcuni scienziati hanno parlato di “broken limits to life-expectancy”, sostenendo che non sia più ipotizzabile l’esistenza di limiti fisiologici all’invecchiamento umano. L’incremento della aspettativa di vita, tuttavia, non può considerarsi di per sé come un fatto positivo, se assieme agli anni di vita aumenta anche il periodo vissuto in condizioni di malattia o disabilità. Pertanto, allo scopo di valutare gli effettivi benefici del processo di invecchiamento demografico si fa riferimento all’aspettativa di vita in buona salute (Hly – Healthy Life Years), un indicatore che misura la vita residua libera da disabilità e malattie. La vera sfida dei prossimi anni è ridurre al massimo il divario tra i due indicatori, adottando strategie e politiche in grado di incidere sulla qualità dell’invecchiamento; le strategie di prevenzione finalizzate a ridurre i comportamenti e stili di vita insalubri presso la popolazione (ad esempio il fumo, l’alimentazione scorretta, la sedentarietà), così come le campagne di educazione sanitaria, tendono, secondo questa logica, ad incrementare il potenziale dell’invecchiamento Aspetti demografici del fenomeno invecchiamento Nel mondo - Se si confronta la composizione per fasce d’età nel 2008 con le previsioni al 2030, si rileverà una riduzione relativa delle nascite e un aumento della percentuale degli anziani in rapporto alla popolazione globale. Secondo le stime, gli over 60 passeranno dai circa 765,4 milioni attuali a oltre 1 miliardo e 400 milioni nel 2030, più che raddoppiando in meno di un quarto di secolo. Inoltre, è possibile rilevare, comparando il 2008 col 2030, come aumenterà l’incidenza relativa delle fasce d’età a partire dai 40-44 anni e come questa incidenza diventerà più consistente dopo i 55 anni, sfiorando un +2% tra i 60 e i 64 anni. Inoltre, per lo stesso lasso di tempo si prevede, in particolare, una crescita della percentuale relativa degli ultra 80enni (+1,2%). In Europa - L’invecchiamento demografico dell’Unione Europea è un fenomeno epocale. È previsto un aumento della popolazione dell’ Ue27 da 495 milioni del 1° gennaio 2008 a 521 milioni nel 2035 e, successivamente un graduale calo a 506 milioni nel 2060. Si prevede che Il numero annuo di nascite scenderà nel periodo 2008-2060, mentre allo stesso tempo il numero annuale di decessi si prevede in aumento. La popolazione anziana nell’Ue 27 sarà in continua crescita, con la quota di popolazione di età compresa tra 65 e oltre che passerà dal 17,1% del 2008 al 30,0% del 2060, e quelli di età compresa tra 80 e oltre dal 4,4% al 12,1% nel corso dello stesso periodo. La popolazione dell´Ue27 diverrà la più anziana in tutto il periodo considerato, in particolare a causa della persistente bassa fertilità e ad un numero sempre maggiore di over 65. Questo processo di invecchiamento si verifica in tutti gli Stati membri. In Italia - Il 20% della popolazione è rappresentata da individui con più di 65 anni, ma in ben 12 capoluoghi di regione, tale percentuale è ampiamente superata fino a raggiungere punte che vanno dal 26% di Venezia al 28% di Trieste. Altro elemento significativo è rappresentato dalla percentuale della componente femminile nel contesto degli over 65. Il dato nazionale distingue i generi in 41,8% di maschi e 58,2% di femmine con un delta di 16,4% di donne in più rispetto alla componente maschile. I cambiamenti demografici che la società italiana sta attraversando lasciano intravedere un quadro nuovo della condizione anziana per l’immediato futuro. Negli ultimi due decenni l’invecchiamento della popolazione ha registrato una accelerazione senza precedenti: in soli 17 anni (1991-2008) l´indice di vecchiaia è incrementato con la stessa intensità del trentennio 1961-1991 (rispettivamente +50,3% Vs. +53,4%). L’aumento dell’aspettativa di vita, la riduzione della mortalità e la bassa natalità stanno lentamente ma progressivamente rivoluzionando i legami sociali e familiari. Pensiamo, per esempio, all’allungamento della catena familiare verticale (genitori, nonni, bisnonni) che vede coinvolte spesso tre o più generazioni diverse all´interno di una stessa famiglia ed alla contemporanea diminuzione dei rapporti orizzontali (fratelli, cugini). Il welfare italiano necessita dunque di urgenti interventi per adeguarsi ai bisogni di queste nuove generazioni di anziani. Uno dei più importanti nodi da affrontare riguarda le misure per la conciliazione tra responsabilità famigliari e professionali. .  
   
   
VARESE: CONSULTA FEMMINILE PROVINCIALE: TRENTENNALE  
 
Varese, 18 novembre 2009 - La nuova presidente della Consulta Femminile, Fiora Cappa ha condotto la serata del 16 novembre dedicata ai trent’anni dalla nascita dell’organismo, che si pone l´obiettivo di promuovere una più consapevole partecipazione delle donne alle decisioni che riguardano la collettività. “La Provincia è da sempre vicina alla vostra organizzazione e lo sarà sempre anche nei prossimi anni, riconoscendo l’importanza di tutte le iniziative che danno possibilità di intervento e contributo nei confronti del genere femminile – ha sottolineato il Presidente della Provincia di Varese, Dario Galli, evidenziando durante il suo intervento anche i notevoli progressi della condizione femminile negli ultimi decenni e anche il significativo inserimento nella società”. La Presidente Cappa, introducendo l’intervento dell’Assessore alle Politiche Sociali, Christian Campiotti, ha rimarcato la sintonia con l’intero settore, che ha permesso la puntuale organizzazione della serata: “Dobbiamo riconoscere alle donne la grande capacità di fare sintesi – ha commentato l’assessore Campiotti, ricollegandosi anche ad alcune riflessioni del Presidente Galli – Dobbiamo pensare al nostro futuro e alla sfida rispetto alle culture differenti dalla nostra, che devono capire l’importanza del ruolo della donna”. L’assessore Campiotti, a chiosa del suo intervento, ha segnalato l’impegno fattivo dell’ente a disposizione di tutte le molte realtà difficili del territorio. L’ultimo intervento era riservato all’autorità più importante presente: una donna, sua eccellenza il Prefetto, Dr. Ssa Simonetta Vaccari, che ha subito risposto ad una sorta di ‘provocazione del Presidente Galli, preoccupato della diminuzione di ruoli maschili a favore di quelli femminili’: “Rincuoro il Presidente Galli, che mai si verificherà la sopraffazione delle donne sugli uomini, perché non è nella natura femminile esercitare questo tipo di modalità. Come Prefettura vogliamo fare una rete sul tema della violenza – ha proseguito il Prefetto Vaccari – dobbiamo riscoprire il sentimento della solidarietà per avere le stesse opportunità degli uomini”. Il sentito intervento della Signora Prefetto si è concluso con un “vogliamoci un po’ più di bene e impariamo a rispettare per prime noi stesse”. La serata è proseguita con un momento di silenzio in memoria di due presidenti di consulta già decedute e con la consegna di un omaggio a tutte le presidenti di consulta che si sono succedute dal 1979 ad oggi; un riconoscimento è stato rivolto anche a tutte le amministratrici politiche che, negli anni, sono state presenti a Villa Recalcati. .