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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Gennaio 2010
PREMIO EUROPEO PER IL GIORNALISMO 2010, ISCRIZIONI APERTE!  
 
Bruxelles, 25 gennaio 2010 - Nel 2010 verrà assegnato il Premio europeo per il giornalismo, giunto alla sua terza edizione. Potranno concorrere per il premio i giornalisti che si saranno occupati di tematiche europee o che promuoveranno la comprensione delle Istituzioni e delle politiche della Unione europea. È previsto un vincitore per ogni categoria: stampa scritta, radio, Tv, internet. Il premio per ogni vincitore sarà di 5. 000 euro. Al concorso potranno partecipare singoli o gruppi di giornalisti (fino a un massimo di cinque), autori di articoli o reportage pubblicati in una delle lingue ufficiali dell´Unione europea tra il 1° maggio 2009 e il 31 marzo 2010. Saranno ammessi solo i giornalisti iscritti all´Albo e provenienti da uno dei 27 Paesi membri o ivi residenti. Le candidature potranno essere presentate tra il 15 gennaio 2010 e il 31 marzo 2010. Il premio sarà assegnato nell´ottobre 2010. Http://www. Eppj. Eu/view/it/introduction. Html .  
   
   
ADICONSUM SCRIVE A MEDIASET E MINACCIA UN’AZIONE INIBITORIA - MEDIASET PREMIUM L’AUMENTO DI 2 EURO RICHIESTO AI CLIENTI DI MEDIASET PREMIUM È CONTRARIO ALLA LEGGE.  
 
Roma, 25 gennaio 2010 - Dal 1° febbraio Mediaset innalza il costo dell’abbonamento Easy Pay di Mediaset Premium di 2 euro al mese per la visione di 2 nuovi canali dedicati al cinema “Premium Cinema Emotion” e “Premium Cinema Energy”, gratuito fino al 31 gennaio. Mediaset, per comunicare l’aumento, ha scelto di inviare nelle case dei propri clienti un depliant informativo che, fra varie notizie, informa anche che dal 1° febbraio 2010 i due nuovi canali dedicati al cinema (ora gratuiti) resteranno attivi sulla tessera con maggiorazione di un esborso economico di 2 €, salvo disdetta che il cliente ha l’onere di inviare mediante lettera raccomandata A/r oppure tramite telefonata ad numero verde di cui peraltro non è prevista la tracciabilità e che spesso risulta occupato. La procedura usata è contraria al Codice del Consumo che all’art. 57 dispone: “Il consumatore non è tenuto ad alcuna prestazione corrispettiva in caso di fornitura non richiesta. In ogni caso l’assenza di risposta non implica consenso del consumatore”. La posizione di Mediaset viene aggravata dal 2° comma dello stesso articolo che specifica come tale procedura costituisca pratica commerciale scorretta. Occorre anche precisare che le informazioni contenute nel depliant “Premium per Te” riguardanti la modifica/integrazione delle Condizioni Generali di Fornitura del Servizio Mediaset Premium non contengono le indicazioni circa le specifiche clausole contrattuali oggetto di modifica, rendendo impossibile o estremamente difficile al consumatore esercitare eventualmente il proprio diritto di recesso totale dall’abbonamento senza costi. Adiconsum ha chiesto a Mediaset di adeguarsi immediatamente alla legge, altrimenti provvederà a tutelare l’interesse dei consumatori con un’azione inibitoria. Adiconsum consiglia quindi i consumatori che non vogliono i due nuovi canali dedicati al cinema di non fare nulla. Mediaset non può procedere al prelievo di 2 euro, se non ha ottenuto da parte dei suoi clienti l’espressa volontà ad acquistare i nuovi canali. Se ciò dovesse avvenire, Adiconsum rimane a disposizione di tutti i consumatori che vorranno segnalare eventuali prelievi per l’attivazione di servizi non richiesti sulla card Mediaset Premium. .  
   
   
BASILICATA: DISTRETTO HABITAT RUPESTRE, CONCORSO IDEE PER LOGO  
 
Potenza, 25 gennaio 2010 - il Comitato Tecnico Scientifico del Progetto "Il Distretto dell´Habitat Rupestre della Basilicata" cofinanziato dalla Fondazione per il Sud con capofila la Fondazione Zétema di Matera, bandisce un concorso di idee per la realizzazione del logo istituzionale del Distretto. Il progetto mira alla conservazione, alla tutela e alla valorizzazione dei presidi culturali del Distretto dell´Habitat Rupestre lucano costituitosi nel maggio del 2003, non solo nell´intento di conservare le testimonianze dell´inestimabile patrimonio culturale del distretto ma soprattutto per renderlo fruibile alle nuove generazioni in un´ottica di sviluppo socio-economico sostenibile. Il concorso, già previsto tra le attività progettuali, intende coinvolgere i creativi, gli artisti e i professionisti della comunicazione che vivono e operano nei territori del Distretto, estendendo la partecipazione ai residenti nella Comunità Europea; gli obiettivi sono principalmente due: il coinvolgimento delle comunità rientranti nelle aree del Distretto e la promozione di questo vasto patrimonio culturale sia all´interno che fuori dai suoi confini territoriali. Il vincitore del concorso vedrà premiata la sua creatività in quanto il logo sarà utilizzato quale immagine ufficiale del Distretto; riceverà inoltre un premio in denaro di 2. 500 euro. Copia del bando e della domanda di partecipazione al concorso possono essere consultati e scaricati dal sito www. Zetema. Org; il concorso scade il 06 marzo 2010. .  
   
   
CINEMA, IN USCITA IL DVD DEL FILM "GENOVA" DI MICHAEL WINTERBOTTOM, CON COLIN FIRTH  
 
Genova, 25 Gennaio 2010 - E´ in uscita il dvd del film "Genova", di Michael Winterbottom, con Colin Firth (recente vincitore della Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia 2009) Catherine Keener, Hope Davis, Willa Holland, Perla Haney-jardine. "Genova" si potrà noleggiare in tutti i negozi a partire da mercoledì prossimo, 27 gennaio. La versione di "Genova" completa di contenuti extra ( fra cui l´intervista a Colin Firth in italiano e la conferenza stampa di Michael Winterbottom alla Casa del Cinema di Roma promossa dalla società di distribuzione Officine Ubu con la Regione Liguria, l´Agenzia di Promozione Turistica "In Liguria" e la Genova Liguria Film Commission, sarà in vendita da martedi´ 23 febbraio. Il film "Genova" è stato girato nel capoluogo ligure e in diverse località della riviera di Levante. Il film racconta la storia di una famiglia- un padre e due figlie - che ricomincia la vita da zero, in una città estranea per inglesi vissuti fino a ieri negli Usa. Con tanta voglia di trovare, in poco tempo, la forza di affrontare una nuova esistenza , dopo una tragedia familiare su una strada ghiacciata di Chicago. La città è Genova, la famiglia è quella del professore Colin Firth con le sue due giovani figlie che dopo la morte della moglie in un incidente stradale, accetta una cattedra all´Università del capoluogo ligure. Un film molto intenso sull´elaborazione di un lutto e sulla forza di rinascere che trova in Genova ( e dintorni) una compiacente ambientazione. Moltissime le location, cominciare dal centro storico, con gli appartamenti in Canneto il Lungo e salita Santa Brigida, l´Università in via Balbi, Palazzo Rosso in via Garibaldi, piazza Cavour, Matteotti, De Ferrari, San Donato, piazza dell´Annunziata, la chiesa di Cosma e Damiano. E poi Quinto, Sestri Ponente, l´aeroporto Cristoforo Colombo. Nel Levante la troupe ha girato molte scene ai bagni Sillo di Sori , sulla scogliera di Capo Pino, nel porticciolo di Camogli, nel Parco del Monte di Portofino, alla stazione di Camogli, ai bagni Letizia di Moneglia, sul lungomare e nella baia di Portobello a Sestri Levante. Sostenuto nella campagna di lancio da Genova-liguria Film Commission e dall´assessorato al Turismo della Regione Liguria, "Genova" è uscito nelle sale italiane nell´ottobre scorso. All´affollata anteprima romana a Villa Borghese venne inserita nelle cartelline stampa una bustina di semi di basilico genovese, buoni per farsi un metro quadrato di orto sul terrazzo di casa e assicurarsi un buon pesto nei mesi invernali. Trovata molto apprezzata dal regista inglese che poi ha posato per i fotografi davanti a un mortaio, pronto a fare il pesto. Come accade nel film. .  
   
   
I GIOVANI LETTORI DIVENTANO CRITICI LETTERARI COINVOLTI PIÙ DI 2.500 RAGAZZI DELLA PROVINCIA DI TRENTO, 16 BIBLIOTECHE E 6 PUNTI DI LETTURA  
 
Trento, 25 gennaio 2010 – La presentazione del Premio "Critici in erba 2010", è avvenuta il 21 gennaio, a Palazzo Calepini, Trento. Vi hanno partecipato Franco Panizza, assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione della Provincia autonoma di Trento (che ha sottolineato l´importanza di coinvolgere i ragazzi in un processo di lettura e di critica che li renda cittadini liberi e consapevoli); Daniela Dalla Valle, direttore dell’Ufficio per il Sistema Bibliotecario Trentino; Meri Malaguti, direttore Organizzativo di Fondazione Aida; Massimo Lazzeri, direttore de Il teatro delle quisquilie ed Enrico Franco, direttore de Il Corriere del Trentino. Ed è già un record di ragazzi per la prima edizione in Trentino del Premio attarverso il quale giovani lettori diventano critici letterari e decretano i 3 migliori scrittori della letteratura per l’infanzia e la gioventù. La premiazione finale è in programma al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano dal 18 al 20 maggio. Più di 2500 ragazzi della Provincia di Trento, 77 laboratori, 16 biblioteche, 6 punti di lettura, 15 pubblicazioni del settore della letteratura per l’infanzia selezionate da un comitato di 12 esperti. Questi gli ultimi dati della prima edizione del “Premio Critici in Erba” ideato e organizzato dalla Provincia autonoma di Trento - Servizio Attività Culturali – Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino, Il teatro delle quisquilie, Fondazione Aida, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e la collaborazione delle biblioteche di: Ala, Aldeno, Andalo, Arco, Cembra, Dimaro, Folgaria, Lavarone, Malè, Ossana, Pejo, Riva del Garda, Tesero, Tione, Vermiglio, Vezzano e dei punti di Lettura di: Cavedago, Fai della Paganella, Giovo, Mezzana, Molveno, Spormaggiore. Il “Premio Critici in erba” intende promuovere la cultura del libro e l’interesse per la lettura tra i ragazzi dai 9 ai 14 anni e si prefigge di favorire e consolidare il processo di lettura autonoma e critica nei ragazzi-lettori coinvolgendo gli operatori interessati alla promozione della lettura, in prima istanza docenti e bibliotecari. Per affinare le tecniche di critica delle opere i ragazzi, oltre a leggere i testi in maniera autonoma, parteciperanno tra febbraio e marzo, a laboratori guidati dagli operatori di Fondazione Aida presso le biblioteche e i punti di lettura che aderiscono al progetto. Tra aprile e maggio, i giovani lettori valuteranno le 15 opere (5 per ogni fascia d’età), decreteranno i 3 autori vincitori e assegneranno loro il “Premio Critici in Erba” durante la cerimonia finale in programma nei giorni 18, 19 e 20 maggio presso il Teatro Valle dei Laghi a Vezzano. Gli obiettivi del progetto sono quindi quelli di: promuovere la lettura nelle giovani generazioni, incentivare l’autonomia e la capacità di giudizio critico nella lettura da parte dei ragazzi e la capacità di discussione e valutazione delle opere, diffondere metodologie educative, mettere in rete istituzioni culturali come il sistema delle biblioteche e il mondo della scuola. Critici in erba in cifre: Il “Premio Critici in Erba” ha coinvolto: 16 Biblioteche; 6 Punti di Lettura; 2782 Ragazzi; 3 Fasce d’età (classi Iv-v scuola primaria; classi I-ii scuola secondaria di I°; classe Iii scuola secondaria di I°); 12 Esperti del comitato scientifico; 2 Operatori; 77 Laboratori in biblioteca; 15 Autori; 15 Libri in concorso (5 per ogni fascia d’età); 9 Case editrici. Fasi del progetto: Il progetto si articola nelle seguenti fasi: Scelta dei testi da parte del comitato scientifico e presentazione dei libri Da aprile ad agosto 2009 il comitato scientifico ha selezionato i 15 libri del settore della letteratura per l’infanzia (5 per ogni fascia d’età) pubblicati in lingua italiana nel 2008. I libri selezionati - Per gli studenti delle classi Iv e V della scuola primaria i libri selezionati sono: Pennino Finnegan e la fabbrica di baci di Nicola Brunialti (Lapis), La banda dei gelsomini di Zita Dazzi (Il Castoro), Nero di Renzo Di Renzo (Einaudi Ragazzi), La macchia nera di Anna Lavatelli (Piemme), Il libraio sotterraneo di Guido Quarzo (Salani). I libri selezionati per gli studenti delle classi I e Ii della scuola secondaria di I grado sono: Il principe della città di sabbia di Pierdomenico Baccalario (Mondadori), Camilla che odiava la politica di Luigi Garlando (Rizzoli), La banda degli scherzi di Anna Parola e Alberto Arato (Rizzoli), Luci di Mezzanotte di Angela Ragusa (Piemme), Alice e i Nibelunghi di Fabrizio Silei (Salani) . I libri selezionati per gli studenti della classe Iii della scuola secondaria di I grado sono: Acqua tagliente di Giovanni Del Ponte (De Agostini), Ti chiami Lupo gentile di Luisa Mattia (Rizzoli), Mistral di Angela Nanetti (Giunti), Le città parallele di Luca Randazzo (Salani), Camminare, correre, volare di Sabrina Rondinelli (El). Il comitato è formato dai responsabili delle Biblioteche di Ala, Aldeno, Tesero, Lavarone, Tione, Giovo, Andalo, Pejo, Riva del Garda e dal Sistema bibliotecario della Provincia di Trento, da Fondazione Aida e Teatro delle Quisquilie. Laboratori per promuovere la lettura Da febbraio a marzo 2010 i libri saranno presentati agli studenti presso le biblioteche e i punti di lettura. Sono in programma 77 laboratori tenuti dagli operatori di Fondazione Aida, Marta Zanetti e Massimo Lazzeri, che hanno l’obiettivo di stimolare e facilitare la curiosità e la lettura autonoma. Valutazione e recensione - A conclusione del periodo laboratoriale e di quello preposto per la lettura autonoma, ciascuna classe condividerà commenti e opinioni e ciascun ragazzo compilerà una scheda di votazione al fine di stilare una graduatoria e decretare i libri e gli autori vincitori. Ogni gruppo raccoglierà le proprie opinioni in una recensione. Il Premio - Il “Premio Critici in Erba” porterà alla segnalazione di 3 opere letterarie per ragazzi. Gli autori saranno premiati durante la cerimonia finale in programma i giorni 18, 19 e 20 maggio presso il Teatro Valle dei Laghi a Vezzano (Tn) alla quale parteciperanno tutti i referenti del progetto e i ragazzi che hanno aderito al progetto. Divulgazione del progetto - Da luglio 2010 sarà distribuito a tutte le biblioteche e punti di lettura che aderiscono al progetto il libretto e il Dvd girato dagli operatori durante i laboratori al fine di promuovere il progetto. .  
   
   
IL GRANDE FRED - FRED BUSCAGLIONE, UNA VITA IN MUSICA DI MAURIZIO TERNAVASIO  
 
Torino, 25 gennaio 2010 - Buscaglione è stato un personaggio indimenticabile. La sua musica e la sua maschera si sono fissate per sempre nella storia dello spettacolo italiano. Le sue canzoni hanno lasciato una traccia indelebile nel costume e nella cultura popolare del nostro Paese e attraverso la sua vicenda artistica rivive l’Italia che si era appena lasciata alle spalle la guerra e gli anni più difficili e si apprestava a compiere il grande balzo in avanti verso il benessere e la modernità. Quegli anni costituiscono una miniera di bei ricordi e di grandi personalità, ancora oggi vivi nell’immaginario di molti italiani. Mancava una biografia accurata del «grande Fred», capace di ricostruirne, sin nei dettagli più minuti, la parabola umana e artistica. Attraverso ricerche e testimonianze inedite Ternavasio traccia un ritratto di Buscaglione ricco e sfaccettato, in grado di restituire al meglio la grandezza di un artista indimenticabile, per molti versi unico nella storia della musica popolare italiana. Questa biografia è un’occasione preziosa e unica per rivivere l’esistenza e i successi di un artista la cui lezione – ironica, provocatoria, surreale – risuona ancora nelle voci di tanti cantautori. L´autore - Maurizio Ternavasio, nato a Torino nel 1961, giornalista pubblicista, lavora al quotidiano «La Stampa». Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo il volume Carlo Mollino. La biografia (Lindau 2008) e Felice Casorati. La biografia (Lindau 2009). Dal libro 3 febbraio 1960, all’alba. - Le strade della capitale, in quella maledetta alba di metà inverno, erano pressoché deserte. D’altronde alle sei e venti di un mercoledì qualsiasi i più sono ancora a letto o, al massimo, si stanno pigramente preparando per la giornata che va a cominciare. A quell’ora invece Fred, il grande Fred, stava apprestandosi ad andare a dormire dopo una delle tante notti che non arrivavano mai alla fine, divenute ancora più frequenti da quando si era separato dalla moglie Fatima, e aveva lasciato definitivamente la sua Torino per stabilirsi in una camera doppia al secondo piano dell’Hotel Rivoli, ai Parioli, dove viveva solo come un cane. «Che notte, che notte quella notte! / Se ci penso mi sento le ossa rotte», si potrebbe dire, parafrasando una delle sue più celebri canzoni, di quell’ultima, maledetta e interminabile serata. Dopo aver cenato con un gruppo di amici alla Taverna degli Artisti di via Margutta, il trentottenne cantante torinese s’intrattenne prima con un agente teatrale e poi con Mina – l’astro nascente di Sanremo, che insieme agli Hippy Boys aveva inciso nel ’58 il primo disco con il nome di Baby Gate. Quindi fece un salto alla Rupe Tarpea, famoso night-club dei paraggi, per un rendez-vous con i componenti dell’orchestra diretta dal pianista Paolo Zavallone; con loro si recò poco dopo nella trattoria notturna del Terminal dell’Aeritalia, in via Giolitti, dove venne avvicinato da Hanna Rasmussen, una giovane molto bella che faceva parte della comitiva, la quale lo aveva non poco corteggiato. Stavano quasi per scoccare le sei, quando Buscaglione uscì in compagnia di due orchestrali ai quali aveva offerto un passaggio verso il loro albergo, nelle vicinanze di piazza Barberini. Intanto aveva deciso che, nonostante fosse già giorno da un pezzo, si sarebbe riposato almeno per qualche ora. In tarda mattinata, infatti, avrebbe dovuto recarsi prima a Castelfusano, per girare le scene finali di A qualcuno piace Fred, il film che sarebbe uscito nelle sale dopo la sua morte con il ben più rassicurante titolo di Noi duri (1959, di Camillo Mastrocinque). Quindi sarebbe andato all’Istituto Luce, dove era atteso per provare il doppiaggio di alcuni cortometraggi pubblicitari di una birra (a fianco di Anita Ekberg) e dello sciroppo Fabbri, e infine a Cinecittà, per visionare alcuni spezzoni di un’altra pellicola cui aveva recentemente preso parte. Ma, si sa, qualche volta all’alba giungono a termine le storie d’amore e spesso svaniscono i miti. Non per nulla Buscaglione si era ispirato proprio alle primissime ore della mattina per una strofa di Cielo dei bars, una delle sue ultime, struggenti melodie: «Ci vediamo al fondo di un bicchiere / fino a quando l’alba in cielo tornerà / e nell’alba disperata / sarà triste rincasare / per attendere la notte / e poterti ritrovare / al fondo di un bicchiere / nel cielo dei bars». Edizioni Lindau, pp. 160, euro 10,33. .  
   
   
CORSO PER LETTORI E FACILITATORI DELLA COMUNICAZIONE PER STUDENTI IPOVEDENTI  
 
Trento, 25 gennaio 2010 - L´i. Ri. Fo. R del Trentino - Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione, organizza il "Corso base per lettori e facilitatori della comunicazione e dell´integrazione scolastica" finalizzato alla formazione di personale qualificato a sostenere i bisogni educativi speciali di alunni ipovedenti e non vedenti. Le iscrizioni, presso la sede dell´I. Ri. Fo. R, in corso 3 Novembre 132 (tel. 0461-915990, e-mail: info@irifor. It) scadono domani - venerdì 22 gennaio - ma per i "ritardatari" c´è ancora posto. Il corso inizierà il 5 febbraio alle 14. 30; le lezioni occuperanno un totale di 150 ore, distribuite in due appuntamenti settimanali, dalle 14. 30 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 18. I. Ri. Fo. R del Trentino - Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione, organizza il "Corso base per lettori e facilitatori della comunicazione e dell´integrazione scolastica" finalizzato alla formazione di personale qualificato a sostenere i bisogni educativi speciali di alunni ipovedenti e non vedenti. La figura del facilitatore, introdotta nel 2003 in collaborazione fra l´ I. Ri. Fo. R. E il Servizio Istruzione della Provincia autonoma di Trento, rappresenta, insieme al consolidato ruolo del lettore domiciliare, la risposta ad una lunga osservazione inerente l´inclusione e l´integrazione scolastica di alunni con disabilità visiva. Nello specifico il facilitatore opera nella scuola, segue il percorso scolastico dell´alunno e garantisce continuità didattica favorendo lo sviluppo dell´autonomia personale, sia nel processo di apprendimento e di studio che negli aspetti relazionali e sociali. Il lettore, invece, rafforza e consolida l´acquisizione di competenze e autonomie attraverso un lavoro svolto in ambiente domestico ed insieme al facilitatore è trait d´union tra scuola, famiglia ed I. Ri. Fo. R del Trentino. Le iscrizioni sono aperte a tutti coloro che abbiano conseguito la laurea triennale. La formazione terminerà con un esame scritto e orale. .  
   
   
A POTENZA LA MOSTRA FOTOGRAFICA "DONNE STRAPPATE"  
 
 Potenza, 25 gennaio 2010 - Nella mattinata di lunedi 25, alle ore 11:00, nella Sala dell´Arco del Palazzo di città si terrà la conferenza stampa di presentazione della mostra fotografica "Donne Strappate" . L´attualità riporta e racconta delle donne, delle violenze fisiche e psicologiche che subiscono e che spesso tacitano. A volte non si percepisce nemmeno il “lato oscuro” delle belle immagini di donne e dei loro corpi sui manifesti, come modelli/merce e sirene pubblicitarie; questo è lo spunto per un ragionamento e una provocazione dove le immagini diventano ambiti di riflessione e considerazioni politiche, economiche, culturali e sociali. L´obiettivo della macchina fotografica è un mezzo che, grazie all´intuizione e professionalità di Leonardo Nella, coglie questo aspetto che ha permesso di realizzare, all´interno delle scale mobili di via Ermellini una esposizione di "scatti" che rappresentano il risultato di una ricerca sulla contaminazione comunicativa dei manifesti strappati, da cui “Donne strappate”, affiancati e sovrapposti. La mostra - evento in programma dal 27 a domenica 31 gennaio prossimi, non a caso, ospiterà momenti diversi di “comunicazione” grazie al lavoro che ha coinvolto anche Umberto Gasperini, per le architetture dell’istallazione, l´Associazione Tumbao, la Linearte, comunicazione e design, Domenico Tedone design, il giornalista Vito Verrastro, con la partecipazione involontaria degli autori delle fotografie originali utilizzate sui manifesti. La manifestazione è stata promossa dalla Commissione regionale Pari Opportunità del Consiglio regionale , nella persona del presidente Antonietta Botta con il patrocinio dalla Provincia , dal Comune e dalla Biblioteca provinciale. La stessa trova l´adesione di Telefono Donna, dell´Associazione Libera, delle Federcasalinghe e della Consigliera di parità della Provincia. .  
   
   
STATO, REGIONE, BANCHE: ACCORDO A TRE PER GOVERNARE LA CULTURA PREVISTI SETTE INTERVENTI A FIRENZE, CORTONA, PONTREMOLI, PISA, PORTOFERRAIO SIGLATO UN PATTO – IL PRIMO CON QUELLO DELL´EMILIA ROMAGNA - PER VALORIZZARE BENI CULTURALI  
 
Firenze, 25 gennaio 2010 - Un accordo fra Stato e Regione Toscana, con l´adesione delle Fondazioni bancarie, per valorizzare e promuovere patrimoni culturali sul territorio toscano; una firma a tre che significa 27 milioni di finanziamenti già impegnati per un costo totale di quasi 46 milioni su 7 interventi; “un passo avanti significativo – questo il commento dell´assessore toscano alla Cultura, Paolo Cocchi – e una metodologia di lavoro nuova verso un moderno sistema di governance nei beni culturali”. E´ il protocollo d´intesa - tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana e Consulta delle Fondazioni di origine bancaria della Toscana – siglato il 22 gennaio a Firenze nella presidenza di Regione Toscana: oltre all´assessore hanno firmato il capo dell´Ufficio Legislativo del ministero, Mario Luigi Torsello e, per le Fondazioni bancarie, Luciano Barsotti. Per adesso soltanto due Regioni (Toscana ed Emilia Romagna) hanno raggiunto questo tipo di nuova intesa attuando per prime una specifica norma contenuta nel Codice dei beni culturali. L´accordo ha durata quinquennale e prevede anche un patto di consultazione e verifiche periodiche oltre alla possibilità di stipulare, in sede locali, ulteriori accordi fra i tre soggetti inserendo anche nuove azioni. 17,5 milioni (di cui 7,5 provenienti dai fondi Fas destinati alla Toscana dal Cipe) sono a carico del bilancio della Regione Toscana; 5 milioni vengono dallo Stato (Ministero Beni Culturali) mentre i restanti 4,5 milioni sono finanziati dai soggetti attuatori. Altre risorse arriveranno dallo Stato con i successivi esercizi finanziari e dalle Fondazioni bancarie. L´intesa ha individuato sei ambiti. Il primo ambito ha due azioni: il nuovo allestimento del Museo Archeologico Nazionale di Firenze (sarà recuperato e valorizzato il Palazzo della Crocetta all´interno della più vasta operazione relativa al polo museale di piazza Santissima Annunziata che comprende il museo degli Innocenti e il museo di San Marco) e il piano di recupero e valorizzazione degli ambienti monumentali nell´Istituto degli Innocenti (dove è avviato il Mudi, Museo degli Innocenti). Questi gli altri ambiti: la totale fruizione dell´area archeologica del Sodo (Cortona); l´adeguamento funzionale del Museo delle Statue Stele lunigianesi nel castello del Piagnaro a Pontremoli (nel principale museo della Lunigiana sarà costruito un ascensore, scavato nella collina, che metterrà in comunicazione il paese con il castello, oggi raggiungibile solo con una lunga salita a piedi); il recupero del complesso monumentale degli Arsenali Medicei a Pisa dove allestire il museo e creare un percorso espositivo sulle navi antiche nonché un Centro per il restauro del legno bagnato; il restauro e la destinazione a pubblica fruizione della villa medicea di Careggi (Firenze ) dove la Regione, proprietaria dell´immobile, intende localizzare il costituendo Centro Europeo per lo Studio del Paesaggio; la valorizzazione delle testimonianze napoleoniche a Portoferraio (Elba) con interventi conservativi e di riallestimento del Museo Napoleonico. Per quanto riguarda i costi totali delle singole azioni, al top della classifica un ex-aequo: 10 milioni è il costo sia per il Mudi che per la Villa Medicea di Careggi; seguono 9 milioni e 450 mila euro per il museo delle navi antiche a Pisa; 7 milioni e 144 mila euro per le testimonianze napoleoniche all´Elba; 6 milioni e 730 mila euro per l´Archeologico nazionale a Firenze; un milioni e mezzo per le statue stele della Lunigiana; un milione per l´area archeologica di Cortona. “Non si tratta – sottolinea Paolo Cocchi – tanto di un semplice co-finanziamento quanto di individuare obiettivi comuni e di essere tutti corresponsabili sui risultati raggiunti”. E a proposito di obietti vi, il protocollo – per il quale ha svolto un ruolo importante Maddalena Ragni, direttore regionale del Mibac per la Toscana - ne individua cinque: garantire conservazione, recupero e valorizzazione dei beni individuati; progettare e realizzare specifici percorsi turistici; realizzare strumenti innovativi di conoscenza, documentazione ed educazione; promuovere attività formative; migliorare l´accessibilità e le infrastrutture di collegamento. .  
   
   
DAL 6 FEBBRAIO A PECHINO UNA MOSTRA SULLE ORME DEL GRANDE INTELLETTUALE MARCHIGIANO CHE CREÒ IL PRIMO PONTE CULTURALE TRA LA CINA E L’OCCIDENTE: MATTEO RICCI INCONTRO DI CIVILTÀ NELLA CINA DEI MING  
 
Macerata, 25 gennaio 2010 - La Regione Marche, nella logica di realizzare strategie di internazionalizzazione attiva per penetrare il mercato cinese, ha ideato e promosso il Progetto Padre Matteo Ricci (Macerata 1552 – Pechino 1610), con il quale s’intendono tutte le iniziative promosse dalla Regione Marche, in collaborazione con il Comitato Promotore delle Celebrazioni del Iv Centenario della morte di Padre Matteo Ricci, da realizzarsi durante il triennio 2009-2011. In questo contesto è stata ideata la mostra Matteo Ricci. Incontro di civiltà nella Cina dei Ming che, per la prima volta in Cina, ricostruisce gli eventi e ripercorre le orme di Matteo Ricci, gesuita marchigiano, eroe della storia culturale del mondo: il primo uomo che stabilì un solido ponte culturale fra Occidente e Cina, aprendo al mondo il grande Paese sul finire della dinastia Ming. Promossa e realizzata grazie all’impegno eccezionale della Regione Marche, terra natale di Ricci, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con il patrocinio del Ministero per gli Affari Esteri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La rassegna è curata da Filippo Mignini, direttore dell’Istituto Matteo Ricci per le relazioni con l’Oriente e già responsabile di tre esposizioni su Ricci: Macerata 2003, Roma (Vittoriano) 2005 e Berlino 2005 ed è organizzata nelle tre tappe di Pechino, Shanghai, e Nanchino. Nel Iv centenario della morte, l’esposizione documenta il primo significativo incontro tra la civiltà europea e la civiltà cinese ricostruendo il complesso viaggio, fisico, culturale e spirituale, compiuto da Ricci e dai suoi compagni, in collaborazione con un’ampia cerchia di intellettuali cinesi. La rassegna presenta una selezione di 200 opere, provenienti dalle maggiori Istituzioni museali italiane e cinesi, tra cui capolavori del Rinascimento italiano (Raffaello, Tiziano, Lotto, Barocci) che saranno per la prima volta esposti in Cina accanto a preziosi documenti dell’arte e della cultura dell’impero dei Ming. “Il nostro intento, in occasione del 400^ anniversario della morte di padre Matteo Ricci – spiega il presidente della Regione Gian Mario Spacca - è quello di ricordare la forza delle idee, la cultura, la ricchezza intellettuale di questo gesuita maceratese che riuscì a fare breccia nella corte imperiale cinese e ricevette l’onore mai concesso prima ad uno straniero, di essere seppellito lì. La sua opera è infatti ancora oggi apprezzata, ricordata e studiata nel Paese che lo accolse, la Cina, mentre è poco conosciuta in Italia. Pochi lo sanno, ma fu proprio lui l’ispiratore, durante la guerra fredda, della ‘diplomazia del ping pong’. Nel 1971 il Segretario di Stato americano Henry Kissinger che aveva approfondito gli studi sull’abilita diplomatica e la grande conoscenza dei cerimoniali della corte imperiale cinese di Padre Matteo Ricci, fu promotore nell’ambito del 31° Campionato Mondiale di Tennis in corso in Giappone di uno scambio di visite tra giocatori di ping pong di Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese. L´evento costituì un momento di distensione nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti d´America, che aprì la via alla visita del Presidente americano Richard Nixon alla Cina nel 1972. Questa capacità – prosegue Spacca - di aprire un dialogo, di creare un confronto con una civiltà così lontana, di integrarsi e di integrare, rappresenta per noi marchigiani un’importante lezione che dobbiamo tenere bene a mente anche oggi per incrementare la nostra capacità di realizzare progetti innovativi nella dimensione globale. Matteo Ricci infatti insieme al proprio bagaglio di studi, in Cina portò anche lo spirito della sua terra natale, le sue peculiarità che percepiva come un valore aggiunto tanto da teorizzare che non esiste ‘vera unità senza differenze’, un principio sacro, che vale in tutte le manifestazioni del vivere quotidiano. Se quindi, la cultura fu per Matteo Ricci la ricchezza per conquistare buone relazioni e dialogare, non c’è modo migliore di una mostra importante per simboleggiare il suo messaggio e per rendere omaggio a un genio, così come è percepito in Cina e in tutto l’estremo Oriente”. Nel momento di massima apertura della Cina sul mondo, la mostra si propone quindi di narrare la grande impresa congiunta di quegli intellettuali europei e cinesi che, all’inizio dell’età moderna, posero le basi di questa apertura, nel duplice segno della conoscenza e dell’amicizia. I due mondi fino ad allora reciprocamente ignari l’uno dell’altro vennero da Ricci messi in contatto e nelle sue opere si riconobbero come le due metà di un intero. L’importanza di questo scambio e la grandezza dell’uomo che ne fu all’origine furono espresse dai cinesi, che pur nutrivano grande diffidenza nei confronti degli stranieri, nel titolo assolutamente inusitato di Xitai, “il maestro dell’estremo Occidente”, conferito a Padre Matteo Ricci. I risultati dell’opera di Ricci in Cina furono di enorme portata: primo fra tutti fu aver conquistato la fiducia del popolo cinese e di averlo reso attento e curioso verso il mondo: in termini di efficacia e durata, un evento dalla portata incalcolabile e tale da giustificare, da solo, la perenne gratitudine della Cina al suo Li Madou (traslitterazione del nome “Ricci Matteo” in cinese). Per non parlare delle innovazioni scientifico-tecnologiche, filosofiche e religiose, letterarie e artistiche che elevarono Ricci nell’olimpo dei grandi della Cina: l’unico occidentale, insieme a Marco Polo, ricordato a Pechino nel grande monumento agli eroi cinesi del secondo millennio. Tuttavia, mentre Marco Polo ha soltanto fatto conoscere all’Europa il Catai dei Tartari, Matteo Ricci ha compiuto una profonda e duratura comunicazione nelle due direzioni, svelando la Cina all’Europa e trasmettendo documenti fondamentali della civiltà europea alla Cina. Per dimostrare lo stato avanzato raggiunto dalla tecnologia europea, mostrò nei suoi incontri con i letterati confuciani e le personalità importanti un orologio automatico e la carta geografica del globo. Avendo trovato delle somiglianze tra la cultura filosofica dei mandarini e la filosofia greca, Ricci fece conoscere ai cinesi alcune opere fondamentali del pensiero greco. Tradusse in cinese il Manuale di Epitteto, intitolandolo “Venticinque sentenze" e parafrasandone in senso cristiano molti passi. Nel 1607 Ricci, insieme con il matematico cinese cattolico Xu Guangqi, tradusse i primi sei libri degli Elementi di Euclide in cinese. Inoltre Ricci si dedicò alla realizzazione di un atlante mondiale in cinese, curando personalmente la traduzione dei nomi europei nella lingua locale. Molti dei nomi da lui coniati in ambito geografico, ma anche in altri ambiti come nella tecnologia degli orologi, sono usati tutt´oggi in Cina. Ricci, inoltre, rese per la prima volta disponibili all’Europa conoscenze ed informazioni di prima mano sull’intera civiltà cinese. .  
   
   
TEATRO IN LOMBARDIA: VIA AD ARCHIVIO STORICO ATTORI  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Un archivio degli attori lombardi che hanno lavorato nella regione tra il ´400 e il ´900, 250 voci che dalla fine del 2010 saranno consultabili online. E´ il nuovo progetto di Regione Lombardia, finanziato con un contributo di 40. 000 euro, presentato il 21 gennaio nel Palazzo della Regione dall´assessore alle Culture, Identità e Autonomie, Massimo Zanello. L´archivio multimediale degli attori lombardi è realizzato in collaborazione con l´Università del Sacro Cuore di Brescia e l´Università degli Studi di Firenze con la partecipazione dell´Università Statale di Milano, l´Università degli Studi di Bergamo, di Pavia e il Centro Studi "Umberto Artioli" Mantova Capitale dello Spettacolo. Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, Siro Ferrone dell´Università di Firenze e l´attore Franco Branciaroli, inserito anch´egli nell´archivio multimediale. "Con questo progetto - ha sottolineato l´assessore Massimo Zanello - abbiamo voluto concentrarci sulla storia del teatro del nostro territorio, un passato importante formato da grandi personaggi che abbiamo voluto ricordare e valorizzare attraverso questo lavoro di ricerca. La Lombardia è la prima regione d´Italia che ha aderito a questo progetto, altre regioni vi prenderanno parte; l´obiettivo finale è quello di avere, fra qualche anno, un archivio di tutti gli attori italiani". Il patrimonio culturale dell´archivio raccoglie informazioni su attori e attrici che, nati in Lombardia tra il Xv e il Xx secolo, hanno esercitato la propria professione nel teatro di prosa, d´opera, nella danza, nel cinema, nella radio e nella televisione. Per ciascun attore l´archivio offre all´utente un facile accesso a voci biografico -artistiche e una selezione di dati sulla carriera dell´artista con la possibilità di consultare e visualizzare documenti, immagini e materiale multimediale sia video che audio. Durante la presentazione del progetto sono state mostrate alla stampa le schede di due attori, il mantovano Tristano Martinelli (1557 - 1630), inventore della maschera di Arlecchino, e il contemporaneo Franco Branciaroli. "Il teatro - ha ricordato Zanello - è una delle forme più importanti dello spettacolo del nostro paese come se fosse un´opera ´live´: ogni giorno va in scena ma al mattino non c´è più, finisce con la sua esecuzione; per questo è importante costruire archivi che tengano viva la memoria degli artisti che lo interpretano. Con questo progetto Regione Lombardia dimostra, ancora una volta, di saper investire in cultura con un impegno non fine a se stesso o dedicato alla valorizzazione dell´effimero ma dedicato concretamente alla rivalutazione della nostra storia che è base del nostro futuro". L´archivio sarà consultabile al sito www. Actores. It .  
   
   
AL PICCOLO TEATRO STREHLER TORNA UTE LEMPER CON LAST TANGO IN BERLIN VIAGGIO MUSICALE DA BRECHT A PIAZZOLLA, DA BERLINO A BUENOS AIRES. UNA LEZIONE DI STORIA E DI MULTICULTURALITÀ IN MUSICA.  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Torna al Piccolo con un nuovo, raffinatissimo recital – al Teatro Strehler, dal 2 al 7 febbraio 2010 – Ute Lemper, attrice, cantante, artista completa e cosmopolita e da sempre ospite gradita del Piccolo. Con Last Tango in Berlin il pubblico milanese verrà accompagnato in un viaggio musicale denso e affascinante nell´universo del tango, da Brecht a Piazzola, dai fumosi cabaret di Berlino alle tinte lussureggianti di Buenos Aires attraverso il groviglio multiculturale delle strade di New York e il lirismo struggente dei vicoli di Parigi. Accompagnata al pianoforte da Vana Gierig, al bandoneon da Tito Castro, al contrabbasso da Steve Millhouse e alla batteria da Todd Turkisher, Ute Lemper dedica un omaggio al tango da tutto il mondo, ai suoi racconti d’amore, di vita, di morte, di fatalità e passione, intrecciando le diverse sonorità dello spagnolo, del portoghese, del francese, dell’inglese e del ‘suo’ tedesco. I brani di Brecht e Weill, le canzoni di Edith Piaf, di Jacques Brel, il tango di Astor Piazzola, la musica di Nino Rota, insieme anche alla tradizione yiddish, compongono uno straordinario, suggestivo mosaico musicale. “Le canzoni tedesche degli anni ’20 e ’30 si adattano perfettamente alla musica del tango”, spiega l’artista, “una musica ossessionante e triste, un’oscura interpretazione esistenziale della notte e dell’umanità”. Stephen Golden del New York Times descrive la performance come “una surreale, multiculturale, multilinguistica lezione di storia”. Ute Lemper ha calcato per la prima volta il palcoscenico del Piccolo nel 1991 con I sette peccati capitali dedicato a Kurt Weill. Altri concerti nel 1997, nel 2000 e nel 2002. L’ultima sua performance, sempre nella grande sala dello Strehler, è del 2007 quando portò in scena un doppio recital, Voyage e Angels over Berlin. .  
   
   
AL PICCOLO TEATRO STUDIO, IN PRIMA NAZIONALE ALICE, TRA MERAVIGLIE E PARADOSSI  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - In scena una compagnia di giovani attori del Piccolo, diretti da Emiliano Bronzino Prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, l´intramontabile classico per bambini (ma non solo) di Lewis Carroll approda al Teatro Studio dal 26 gennaio al 28 febbraio. Il regista, Emiliano Bronzino, pensa ad un´Alice letta "come un´antifiaba, un capovolgimento di tutti gli elementi della tradizione: Alice non impartisce alcuna morale, non vuole dare risposte né offrire soluzioni. La nostra eroina commette un errore dopo l´altro, si lancia con tragica incoscienza in ogni sorta di pericolo. Sembra quasi che il reverendo Carroll abbia voluto insegnare ai bambini ad essere ´sovversivi´ e a sviluppare un personale punto di vista sulle cose. Nel discorso rientrano anche i paradossi logico-scientifici disseminati nel testo, attraverso i quali Carroll fu precorritore di temi poi oggetto della ricerca scientifica. Essi valorizzano il guizzo di intelligenza e di curiosità che solo i bambini sembrano possedere. Qual è il ´paese delle meraviglie´ per un ragazzino di oggi? Cosa sognano i coetanei contemporanei della nostra eroina vittoriana? Spero si riconosceranno in lei. Per me al paese delle meraviglie corrisponde il palcoscenico, ispirato alle medesime regole del sogno, dell´immaginazione e della follia". Ideale chiusura e coronamento dell’edizione 2008-2009 di Teatroscienza, nella cornice dello Studio, una giovane compagnia di attori del Piccolo darà vita alla storia della ragazzina che insegue il coniglio bianco con il panciotto e si trova a fronteggiare cappellai matti e lepri marzoline, un gatto che tende a sparire sul più bello, un’iraconda regina di cuori e un bruco vagamente tossicodipendente. .  
   
   
AL TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI IL SISTINA PRESENTA GIANLUCA GUIDI NELLA COMMEDIA MUSICALE SCRITTA DA GARINEI E GIOVANNINI “AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA”  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - In occasione dei 60 anni del teatro Sistina e a 35 anni dal suo debutto, torna in scena, prodotto dal Sistina, “Aggiungi Un Posto a Tavola”, uno degli spettacoli più amati di Garinei e Giovannini. Diventata oramai un classico del teatro italiano, questa commedia musicale, nata dalla penna di Garinei e Giovannini con la collaborazione di Jaja Fiastri e dalla partitura di Armando Trovajoli, è stata rappresentata per la prima volta nel 1974. E’ uno spettacolo unico e particolarissimo che deve il suo successo, oltre che alle invenzioni del testo e delle musiche, alla perfetta macchina teatrale inventata da Giulio Coltellacci che firmò scene e costumi. La canonica, la piazza con il sagrato, l´Arca si succedono in maniera continua grazie ai due girevoli che danno vita a cambiscena che spesso hanno strappato l’applauso a “scena aperta”. In questa versione ritroviamo le coreografie di Gino Landi, tra i più apprezzati e conosciuti coreografi italiani e storico collaboratore della ditta G&g e autore delle coreografie originali. La regia è quella originale di Garinei e Giovannini rimessa in scena da Johnny Dorelli. Fin dalla sua prima rappresentazione “Aggiungi Un Posto a Tavola” ha conquistato il cuore del pubblico che ha applaudito i suoi personaggi in ogni angolo del mondo. Lo spettacolo è un rarissimo caso di commedia diventata veramente internazionale: è infatti stata rappresentata in oltre 50 versioni dalla Russia all’Inghilterra, dal Brasile alla Cecoslovacchia, dall’Austria all’Argentina e poi in Messico, in Perù e in Spagna. La storia, liberamente ispirata a “After me the deluge” di David Forrest, narra le avventure di Don Silvestro e del suo paese, scelti da Dio per costruire una nuova arca e salvarsi dal secondo diluvio universale. In questa edizione Gianluca Guidi, attore e cantante di talento che il pubblico italiano ben conosce e apprezza, indosserà la tonaca di Don Silvestro garantedogli la sua innata simpatia e comunicatività. Nel ruolo del sindaco Crispino torna Enzo Garinei con la sua inarrestabile verve. Consolazione avrà la simpatia, la carica vitale e ironica di Marisa Laurito, beniamina del pubblico che da sempre la segue nelle sue performance televisive e teatrali. Marco Simeoli, che il pubblico teatrale ricorda sicuramente nelle ultime due stagioni a fianco di Gigi Proietti in “Di Nuovo Buonasera”, sarà l’ingenuo e focoso Toto. Valentina Cenni vestirà gli innamorati panni di Clementina mentre Titta Graziano interpreta Ortensia la “severa” moglie del sindaco Crispino e Andrea Carli quelli dell’austero Cardinale Consalvo. Uno spettacolo che sarà ancora una volta capace di “rapire” gli spettatori per portarli in un fantastico mondo fatto di musica e risate. .  
   
   
AL TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI “IL PIANETA PROIBITO ROCK MUSICAL”  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Un viaggio nel futuro che inizia dal foyer del teatro, uno spettacolo unico e interattivo, un intreccio visionario e divertente dove il genio di William Shakespeare incontra i miti del rock; è questa la nuova ed originale versione de “Il Pianeta Proibito Rock musical” di Bob Carlton, riadattato e diretto da Luca Tommassini, che ha unito un grande team creativo e un cast artistico d’eccezione: prima fra tutti Lorella Cuccarini, regina incontrastata del musical italiano, al suo atteso ritorno sulle scene, affiancata da Attilio Fontana in un’inedita versione rockabilly. I due protagonisti saranno affiancati da Pietro Pignatelli e dai grandi talenti delle tre edizioni italiane di X Factor: Chiara Ranieri, Antonio Marino, Enrico Nordio, Francesca Ciampa e Ilaria Porceddu Lo spettacolo sara’ arricchito dalla partecipazione virtuale di Morgan, Mara Maionchi e Francesco Facchinetti e dalla partecipazione amichevole di Rosanna Vaudetti. Partendo dall’originale musical dell’88, un inedito e sperimentale mix di citazioni shakespeariane e trascinanti successi rock degli anni ´50 e ´60, la nuova versione diretta da Tommassini, accettata e condivisa da Carlton, riprende non solo i grandi classici del rock, arrangiati in una veste rinnovata ed insolita, ma attinge anche alle nuove sonorità contemporanee. Da Elvis Presley a Bjork, dai Beach Boys a Michael Jackson, da Jerry Lee Lewis a Coolio, dai Rolling Stones ai Prodigy, un eclettico mondo musicale riproposto in modo assolutamente originale grazie agli arrangiamenti di Roberto Tucciarelli. Innovative e sorprendenti anche le soluzioni sceniche, grazie alle proiezioni in 3D, per la prima volta utilizzate in uno spettacolo italiano, una tecnologia di ultima generazione capace di animare la scena di presenze virtuali. Irrompono così nello spettacolo Morgan, che si materializza come una forza oscura del male cantando una versione da lui arrangiata appositamente per lo spettacolo di Sympathy for the Devil dei Rolling Stones, Mara Maionchi nelle vesti della prima donna presidente degli Stati Uniti e Francesco Facchinetti, moderno narratore shakespiriano, che come in Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann, diventa giornalista delle news. Il Pianeta Proibito è un viaggio emozionale, un´avventura spaziale che vede coprotagonista anche il pubblico, passeggero di questa strana crociera; un viaggio a bordo di un´astronave ipertecnologica che, imbarcati anche gli spettatori, viene risucchiata dal misterioso pianeta di Shakespiria. L’astronave è condotta da Capitan Tempesta (Attilio Fontana), divertente comandante di un singolare equipaggio: Roxy (Francesca Ciampa),donna risoluta e suo fedele braccio destro, Maya (Ilaria Porceddu) svampita, sexy e civettuola, il mozzo Cookie (Antonio Marino), cuoco e rozzo factotum di servizio, e l’Ufficiale Scientifico (Chiara Ranieri), donna energica e femminista. Creato dalla mente del folle scienziato Prospero (Pietro Pignatelli), Shakespiria è il luogo più romantico in assoluto, ispirato alle atmosfere del teatro dell’ottocento oltre che a Shakespeare, un posto che ritrova i tratti più poetici del passato. Il pianeta è abitato solo dallo scienziato Prospero, genio pazzo ignaro della potenza della propria invenzione, un tipo eccentrico, un po’ dott. Jekyll e Mr. Hyde, da sua figlia Miranda (Lorella Cuccarini), pura e innocente creatura cresciuta sola con il padre e da Ariel (Enrico Nordio) un robot, fedele servitore di Prospero. L’incontro fra questi due strani gruppi diventa l’occasione per intrecci d’amore, vendette e rivelazioni. I personaggi, sospesi fra toni poetici e sfumature della commedia, danno vita a momenti di grande intensità così come a situazioni esilaranti. Un divertimento che coinvolge anche il pubblico chiamato, sin dal foyer, ad essere passeggero di questa crociera spaziale che culmina in una festa finale con tutto il cast per festeggiare il ritorno sulla terra. La nuova versione de “Il Pianeta Proibito”, prodotta dalla Murciano e Borraccini srl, è il frutto del lavoro di un team creativo d‘eccezione, professionalità atipiche per un musical come Carmelo Giammello, acclamato scenografo di Prosa e Opera, Valerio Tiberi light designer, Francesca Schiavon costumista, Luca Tommassini e Jonathan Redavid coreografi, Clonwerk e Ivimap a cui è affidata la realizzazione dei contributi grafici e delle proiezioni 3D, Roberto Tucciarelli direttore musicale e Gianluca Merolli che ha curato la traduzione dei testi delle canzoni e che firma il tema originale del musical affidato alla voce di Lorella Cuccarini. “Il Pianeta Proibito” di Bob Carlton, ispirato all’omonimo film cult del 1956 diretto da Wilcox, nasce a Londra nel 1988 da un gruppo di teatro sperimentale per poi essere trasferito, grazie al successo ottenuto, nel West End dove rimane in scena fino al 1993. Per due anni di seguito vince il prestigioso “Oliver Award” come miglior musical, battendo un kolossal come “Miss Saigon” e ottiene un enorme successo nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in varie parti del mondo. Il Pianeta Proibito Rock Musical é dal 24 Febbraio al Teatro degli Arcimboldi di Milano e in tournèe nelle maggiori città italiane per tutto il 2010. .  
   
   
PENE D’AMOR PERDUTE IN PRIMA NAZIONALE AL PICCOLO TEATRO GRASSI RESTAURATO: INAUGURA LA STAGIONE CON LEV DODIN. UNO SHAKESPEARE FRESCO E DIVERTENTE FIRMATO DA UN GRANDE MAESTRO DEL TEATRO E DA UN GRANDE AMICO DEL PICCOLO  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Il grande regista russo Lev Dodin torna a Milano con la più fresca e divertente tra le commedie di Shakespeare, Pene d’amor perdute, in scena al Piccolo Teatro Grassi, in prima nazionale, dal 28 gennaio al 7 febbraio 2010. La sede storica di via Rovello 2, completamente rinnovata, era stata aperta alla cittadinanza il 12 dicembre 2009, quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana. Per l’occasione, era stato presentato al pubblico il chiostro del palazzo, dove un restauro conservativo ha riportato alla luce fregi rinascimentali, un soffitto a cassettoni e altre meraviglie architettoniche. Con Lev Dodin, direttore del Maly Teatr di San Pietroburgo - teatro ‘gemello’ - e affezionato amico e ospite del Piccolo da quasi vent’anni (nella sala di via Rovello presentò Re Lear nel 2006), il Grassi riprende, con una quindicina di spettacoli, una programmazione artistica di respiro internazionale. Il maestro russo sceglie un titolo che rivela uno Shakespeare frizzante, abile a giocare con le parole per descrivere l’amore nell’età della giovinezza, un sentimento pieno di freschezza e passione, di intemperanze e malinconie. Per non tradire il senso dell’opera, ha scelto come protagonisti i giovani attori del Maly Teatr (gli stessi che recitarono in Vita e destino nel 2008 quando ancora erano allievi), così vicini all’età dei personaggi shakespeariani da poter ritrovare dentro di sé le stesse emozioni: vitalità, energia, passione, quel gettarsi a capofitto nella vita, quella ricerca di “assoluto” che sono tipici della giovinezza. “Pene d’amor perdute è un titolo meraviglioso che solo un grande poeta poteva creare”, spiega Dodin. “Spesso mi sono domandato se il mio desiderio di mettere in scena quest’opera non fosse legato proprio al suo nome. In realtà questo testo è ‘ubriaco’ di giovinezza, pazzia, arguzia, ingenuità, follia, disperazione, sfacciataggine, felicità, scoperte, fallimenti, successi, energia… e potrei andare avanti all’infinito. Un testo che trasuda l’amore, come lo si vive da giovani. E tutti questi tesori sono incastonati nella splendida prosa e negli incantevoli versi di Shakespeare”. Il testo racconta la storia del Re di Navarra e dei suoi amici, Biron e Longueville; hanno giurato di dedicare tre anni allo studio, dimenticando il “gentil sesso”. Sopraggiungono però, per importanti questioni diplomatiche, la Principessa di Francia e le sue dame. I www. Piccoloteatro. Org .  
   
   
DONA FLOR E I SUOI DUE MARITI SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO MANZONI DI MILANO  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - “Al braccio del marito, felice mortale, Dona Flor sorride affabile: ah quella mania di Vadinho di accompagnarla per strada toccandole il seno, svolazzandole intorno come se fosse la brezza del mattino. Di un mattino lavato di domenica, in cui passeggia Dona Flor, lieta della sua vita, soddisfatta dei suoi due amori… “ Dopo una settimana di repliche di rodaggio a Cagliari dove lo spettacolo ha debuttato con grande successo il 6 gennaio, è iniziata la tournée di “Dona Flor e i suoi due mariti” tratto dal romanzo di Jorge Amado che vede come protagonista Caterina Murino nel ruolo di Flor, Paolo Calabresi nei panni del secondo marito Teodoro e Pietro Sermonti, il compianto e desiderato primo marito Vadinho. Le musiche dell’orchestra Bubbez sono eseguite dal vivo, la regia e l’adattamento drammaturgico sono di Emanuela Giordano. Allo spettacolo si accompagna nel foyer la mostra fotografica “Le donne di Amado” di Patrizia Giancotti, antropologa e amica di Amado. Sino al 24 gennaio lo spettacolo è ospite del teatro Diana di Napoli; dopo la permanenza al Teatro Manzoni la tournée proseguirà fino al 30 marzo toccando numerose città tra cui Genova (12-13 marzo) e Torino (23-28 marzo). Dona Flor è una dolce e pudica creatura bahiana che convola in prime nozze con un adorabile mascalzone, giocatore e sciupa femmine, Vadinho. Alla morte del primo marito, dopo un anno di vedovanza, si risposa con un affettuoso, devoto e morigerato farmacista, Teodoro. Grande maestra di cucina, Dona Flor, natura onesta e schiva, scopre che il suo appetito d’amore non si può saziare con un solo marito, ce ne vogliono due. Per un idillio perfetto occorre mettere insieme il meglio di entrambi: onestà e premure da una parte, fantasia ed erotismo dall’altra. Lo spiritello vivace del primo amore si intrufolerà nel letto del secondo legittimo marito, regalando a Dona Flor l’illusione di una pienezza altrimenti irraggiungibile. “Più di quarant’anni fa – dichiara la protagonista Caterina Murino – lo scrittore descriveva un ménage à trois dove una volta tanto non era un uomo ad aver bisogno di due donne per essere soddisfatto, ma una donna! La virtù di Dona Flor è minacciata dal desiderio del primo marito che le compare come un allegro fantasma e pretende di averla come e quando erano sposati. Che fare? Cedere al desiderio o tenere fede al contratto matrimoniale con il nuovo sposo? Quello di Dona Flor è un percorso di crescita – prosegue l’attrice - alla fine raggiunge la quadratura del cerchio. La morale della storia è che per un idillio perfetto occorre mettere insieme tenerezza ed erotismo…ci vogliono proprio due mariti”. “Il capolavoro di Amado sprigiona incandescente ilarità e poesia visionaria – dichiara la regista Emanuela Giordano - Non è traducibile per intero sulla scena, tanti sono i personaggi che si affollano nelle case, per i vicoli del Pelorinho, quartiere popolare di Bahia, dove la vita si consuma tra la gente. La nostra trasposizione teatrale, fedele, crediamo, allo spirito dell’autore, immagina un luogo che abbiamo nella memoria. Bahia, che ho conosciuto e amato enormemente, resta Bahia ma diventa anche una Genova, una Napoli, o una Palermo dei primissimi anni sessanta. Una città di mare, solare e segreta al tempo stesso, dove il quartiere è ancora teatro della vita. Morti, matrimoni, amori e tradimenti riguardano tutti, con una morbosa, affettuosa, indecente partecipazione di cui ora sentiamo, forse, la mancanza. Dona Rosilda, madre di Dona Flor, nata con la vocazione di matrigna, dispotica “regina” piccolo borghese, nella sua protervia ha il compito di dire scomode (e comiche) verità che riguardano il matrimonio e le sue ragioni sociali. Alle tre amiche di Dona Flor è affidato il compito di coro, regista e al tempo stesso spettatore della vicenda: Gisa, Dinora e Norma sono voci, consigli, chiacchiere, dicerie, calunnie, illazioni, riti magici, cordogli ed esultanze. Sono gli sguardi sfacciati che si impicciano senza pudore, per abitudine, quasi per obbligo, nella necessità di condividere nel bene o nel male la vita altrui. Vadinho e Teodoro, primo e secondo marito, non cadranno nello stereotipo di una caratterizzazione forzata, di entrambi scopriremo debolezze e meraviglie che ce li renderanno umani e necessari come necessari sono alla loro devota moglie. Metteremo in scena il candore di Flor - conclude la regista - la sua sprovveduta predisposizione all’amore senza calcolo, fino alla maturazione che, dopo la vedovanza e il secondo matrimonio, le consente di accettare uno spregiudicato e imprevedibile ménage à trois, raggiungendo l’appagamento e la completezza che tutti noi segretamente abbiamo sempre sognato. ” .  
   
   
MILANO: LETTURE, TUTTO ESAURITO PER I PROMESSI SPOSI ALLA SCALA  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Tutto esaurito per lo spettacolo “I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni”, in programma lunedì 25 gennaio, alle ore 20. 00, al Teatro alla Scala. La serata rientra nel cartellone della rassegna “L’eredità di Francesco De Sanctis – Un viaggio tra i capolavori della letteratura italiana”, giunta quest’anno alla seconda edizione. Nella prestigiosa cornice del Piermarini, Fondazione De Sanctis e Comune di Milano propongono la lettura di alcune delle pagine più belle tratte da I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni affidata alla voce di Massimiliano Finazzer Flory, alla quale faranno da contrappunto interventi di Sergio Romano. “Francesco De Sanctis fu uno straordinario critico letterario e Alessandro Manzoni un grande scrittore. Ma l’uno e l’altro furono in realtà molto di più – commenta Sergio Romano –. De Sanctis scrisse una Storia della letteratura italiana che dette agli italiani, da poco cittadini di uno stesso Stato, la coscienza della loro antica unità culturale. E Alessandro Manzoni scrisse un romanzo, I promessi sposi, che non è soltanto un capolavoro della letteratura europea, è anche un grande affresco storico dove alcune generazioni di italiani hanno trovato, in un grande intreccio di vicende umane, il riflesso dei loro sentimenti, delle loro tradizioni, delle loro virtù e dei loro difetti. De Sanctis e Manzoni possono essere onorati insieme perché hanno contribuito in modi diversi a meglio definire il profilo storico dell’identità italiana”. In occasione della serata, la Casa del Manzoni di via Gerolamo Morone 1, a pochi passi dal Teatro alla Scala, sarà aperta al pubblico dalle ore 21. 30 alle ore 24. 00. Sarà così possibile ammirare una delle più recenti acquisizioni, il Ritratto di Alessandro Manzoni di Giuseppe Bossi (1815), un carboncino su carta che rappresenta uno dei vertici della ritrattistica neoclassica. Le sale del Museo saranno inoltre arricchite con le dodici oleografie a colori del pittore cremonese Gallo Gallina che illustrano episodi dei Promessi sposi, e con altri ritratti e documenti inediti. Una sezione verrà dedicata ai documenti d’archivio relativi alla vendita della Casa del Manzoni, dopo la morte dello scrittore, quando venne acquisita dal conte Bernardo Arnaboldi Gazzaniga (12 novembre 1874). . .  
   
   
AL TEATRO SMERALDO TEO TEOCOLI SHOW  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Arriva il nuovo show teatrale di Teo: “La Compagnia dei Giovani”, dove solo l’esperienza ed il coraggio di Teocoli possono trasformare in comici artisti di tutt’altra estrazione. Un one man show basato - come sempre - sull’arte dell´improvvisazione, di cui Teo è maestro ed artefice, giocata sull´ironia inconfondibile, per un un teatro che diverte e sorprende. Solo sulla ribalta, con i suoi monologhi, le sue “maschere storiche”, le canzoni e, di volta in volta, "spalleggiato" da “comici improbabili”, artisti di una lunga carriera di successo: a sorpresa, sul palco si avvicenderanno, in ordine streattamente anagrafico, Armando Celso detto "Ossario", Tony Dallara e Mario Lavezzi. Gli show di Teocoli sono un "viaggio" nel cabaret di qualità, in quello degli anni d´oro del "Derby" (storico locale milanese della comicità italiana, di cui Teo è stato una delle figure più note, ed oggi è direttore artistico dell´originale "Progetto Derby", sempre a Milano, che sta rinvigorendo i "fasti" degli anni ´70 ed ´80) ma è anche un richiamo costante per il pubblico alla "memoria collettiva" (di un´Italia che è stata) attraverso i suoi racconti esilaranti, interrotti continuamente dalle risate del pubblico sugli aneddoti più divertenti della vita dell´artista milanese. Un Teo “unico ed irripetibile”, come non lo si vede in tv perchè la frequenta poco, nel suo 5° “one man show” di Teo in 6 anni consecutivi in teatro (gli altri show, tutti campioni d’incassi, sono stati "Dal Derby al Nuovo" - in scena nella scorsa stagione; “Spettacolo a richiesta” – in scena dall’inizio del 2007; “Non ero in palinsesto” - tra il 2006 e il 2007; e il “Sono tornato normale show” - dal 2003 al 2005): ogni volta, da nord a sud, ogni sera, è un misurarsi con la sua arte, con la sua capacità di fare dei suoi monologhi un momento di grande comicità, di uscire ed entrare nei tanti personaggi che ha reso famosi (dal surreale “Felice Caccamo” fino al “Presidente Moratti”, il suo più recente "cavallo di battaglia"!). Sul palco, alle spalle di Teo la Doctor Beat, la band con sezione fiati, che da anni lo accompagna in tour. .  
   
   
AL TEATRO FRANCO PARENTI ANTONIO E CLEOPATRA ALLE CORSE DI ROBERTO CAVOSI CON ANNAMARIA GUARNIERI - LUCIANO VIRGILIO, REGIA DI ANDRÉE RUTH SHAMMAH  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Un uomo e una donna “drogati” dal gioco si tormentano, si amano e si divertono. Un gioco di coppia che mescola vita, amore, scommesse. Una storia tragicomica, insolita e appassionante per il nuovo spettacolo di Andrée Ruth Shammah. Un marito e una moglie, ai giorni nostri, in una qualsiasi nostra città, lui senza soldi, lei senza sole, che si chiamano Bambino e Bambina. Lei ha una malattia rara, non può esporsi alla luce. Vivono in uno spazio travestito da sala corse, immersi nel gioco e perdono senza tregua. Lui vincerebbe ma non punta mai. Lei gioca sempre cavalli perdenti. Lui vaga di bar in bar, ruba noccioline e torna ogni volta da lei con storie e immagini della vita di fuori. Ricordano, scherzano, si insultano, ballano, si cercano, si respingono, si fanno domande, non si rispondono. Come in una danza ritmata dalla voce surreale di un commentatore ippico, tenerezza, ironia, crudeltà si intrecciano e sovrappongono alla ricerca di una via di salvezza, per sottrarsi alla minaccia della fine. Www. Teatrofrancoparenti. It .  
   
   
AL TEATRO ARSENALE L’ORCHESTRA “IL SEGNO DEL SUONO” PRESENTA VERSO I PERSIANI – I. 1° CONCERTO DEL LABORATORIO DI MUSICA ELETTRONICA ED IMPROVVISAZIONE IL SEGNO DEL SUONO  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - L’appuntamento che apre il tris di concerti con l’Orchestra Il Segno del Suono – nata nel 2009 con l’omonimo Workshop – segna il primo passo verso la produzione di musiche per I Persiani di Eschilo, spettacolo teatrale che si terrà il giugno prossimo in collaborazione con Arsenale-lab. Tema centrale di questo primo lavoro musicale sarà l’esplorazione del suono nella sua componente timbrica: un concerto di colori musicali costruiti attraverso l’approfondimento del timbro tipico di ciascuno strumento. Al lavoro, di carattere prettamente strumentale, si aggiungerà poi l’utilizzo dello strumento informatico che amplifica e trasforma il suono originale. Al pubblico si prospetta quindi un viaggio all’interno del suono alla scoperta di un panorama sonoro inedito e alternativo alla banalità musicale. .  
   
   
AL TEATRO CIAK /FABBRICA DEL VAPORE RHYTH.MIX, UNO SPETTACOLO DI BARBARA CARDINETTI  
 
 Milano, 25 gennaio 2010 - Dopo il successo riscosso al “Fiorello Show” in onda su Sky, arriva nei teatri italiani Rhyth. Mix, uno spettacolo tutto al femminile, in cui ritmo, sincronismo, bellezza ed eleganza sono estetizzati in una perfetta armonia di tecnica e danza, di musica e colori: atlete dai corpi stupendi che interagiscono con un mondo di luci e scenografie fantastiche. Forte della ventennale esperienza nella creazione e produzione di spettacoli in cui il movimento estremo è innalzato a vera forma d’arte, Agr Associati realizza un nuovo spettacolo in cui sport e danza si incontrano per dar vita a una nuova creazione visiva ed emozionale unica al mondo. Nell’ambito della Ginnastica Ritmica, il Team della Nazionale Italiana ha raggiunto, negli ultimi anni, traguardi internazionali altissimi. Parte da qui l’idea di realizzare uno spettacolo in cui l’eleganza e la femminilità di corpi perfetti, allenati a sostenere ed eseguire i movimenti più estremi con stupefacente armonia ed espressività, diventano musa per una creatività visiva originale e innovativa, dove coreografia, scenografia e musica disegnano uno spazio fantastico, fatto di luci e suoni, di immagini ed emozioni. La natura stessa della Ginnastica Ritmica ha in sé l’esaltazione del movimento unito all’utilizzo di attrezzi specifici: i cerchi, le funi, i nastri, la palla e le clavette. L’utilizzo di questi attrezzi sarà il punto di partenza per un’inedita interazione tra la disciplina sportiva, la danza e la scenografia, finalmente intese come un’unica grande forma espressiva, punto d’incontro tra sport ed arte. Ritmo, sincronismo ed eleganza saranno alla base dello spettacolo: i tre elementi caratteristici della Ginnastica Ritmica (che la contraddistinguono da qualsiasi altro sport) saranno estetizzati in una perfetta armonia di tecnica e danza, di musica e colori, corpi flessibili che interagiscono con il mondo fantastico che li circonda. La musica, grazie al suo potere evocativo, aggiungerà forza narrativa ed espressiva, delineando tempi e ritmi di questo nuovo universo incantato, a metà strada tra immaginario classico e contemporaneo. Soluzioni scenotecniche multimediali sorprendenti sottolineeranno l’aspetto contemporaneo dello spettacolo, volto ad ottenere effetti inattesi e coinvolgenti. Il cast artistico e tecnico è garanzia di un livello qualitativo eccezionale. Lo spettacolo, infatti, si avvale della consulenza di professionisti di fama internazionale, tra cui spicca Emanuela Maccarani, Ctn artefice dei grandi successi olimpionici della Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica. Nel cast anche Laura Vernizzi (argento ad Atene e oro al Campionato del Mondo del 2005) e Fabrizia D’ottavio (argento ad Atene, oro al Campionato del Mondo del 2005, oro al Campionato Europeo del 2008 e partecipazione alle Olimpiadi di Pechino). .  
   
   
AL TEATRO CIAK IL BARBIERE DI SIVIGLIA DI G. ROSSINI  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Dopo il debutto nazionale di “Aida” di G. Verdi a gennaio, sul palco del Teatro Ciak, Teatro dell’Opera di Milano prosegue la stagione invernale con un altro titolo molto amato: “Il Barbiere di Siviglia” di G. Rossini nella regia e ideazione scenica di Mario Riccardo Migliara. Dalle note di regia: “Un Barbiere che dà voce alla follia presente nel libretto e nella musica di Rossini, al gioco inaspettato del caso ed al costante colpo di teatro. Tutto, all’interno di quest’opera, è ineccepibilmente, quasi cronometrato in una misurazione strana, assurda, quasi che il metro delle cose siano il gioco e una pazzia gioiosa. Tutto varia con la stessa velocità con la quale Figaro crea condizioni favorevoli, equivoci e trucchi. L’umorismo di questa opera viene rimarcato da movimenti semplici e essenziali e così, anche nelle scenografie, che ricalcano un antico palco della commedia dell’arte, il quale, a seconda delle scene, si trasforma in balcone, disimpegno o interno casa di don Bartolo. La rappresentazione si mantiene fedele al’immaginario presente ne “Il Barbiere di Siviglia”, ma spiccheranno, in particolar modo le burle, le gag e l’estrema energia dettata dall’amore e da quello spirito vitale giovanile che tutta l’opera sprigiona. ” Per questo è stato scelto un cast di attori cantanti che agiranno in particolari ambientazioni. La piazza di Siviglia è composta da giganteschi ventagli, uno dei quali è il balcone da cui Rosina manda i suoi messaggi al Conte d’Almaviva. La casa di Bartolo, con il balcone visto dall’interno è una gigantesca sala giochi dove cavalli a Dondolo, pezzi di domino, fionde e varie frivolezze tengono Bartolo nel suo sogno, alla Peter Pan, di possedere tutto e tutti. Un alchimista in un mondo senza tempo, dove l’orologio viene mosso al contrario da due bambole meccaniche che tutto osservano e commentano. I Pupet Mecanique, oggetto ludico tipico del periodo settecentesco, corrispondente a bambole meccaniche di altezza umana, saranno così utilizzati: statua il primo tempo, nella piazza di Siviglia e bambole meccaniche nel secondo tempo, in casa di Bartolo. Il loro contraddittorio comico sarà la vera natura dei personaggi, con quello che veramente pensano, ma che non rivelano. Troneggia su tutto un gigantesco orologio che funziona al contrario, quasi a dire come Rossini “e il cervello poverello si riduce ad impazzar”. Molti gli artefici e i motori nascosti della girandola di situazioni che renderanno questo Barbiere imprevedibilmente ed estrosamente comico, accompagnati da classicità e armonia che garantiscono una “sazietà dei sensi”. Come avrebbe detto Rossini a Parigi “ C’est fou“. Anche quest´anno viene riproposta La Lirica dei Sensi, grazie alla collaborazione con Culti, produttore di essenze e aromi che rappresentano le miscele mediterranee delle piazze a Siviglia. . .  
   
   
AL TEATRO CIAK – FABBRICA DEL VAPORE É ATTESO ANTONIO ALBANESE IN “PERSONAGGI”  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Che cosa hanno in comune i mille volti con i quali Antonio Albanese racconta il presente? L’umanità. La realtà diventa teatro attraverso Epifanio, L’ottimista, il Sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico e Perego, maschere e insieme prototipi della nostra società, visi conosciuti che si ritrovano nel vicino di casa, nell´amico del cuore, in noi stessi. Lo spettacolo "Personaggi" riunisce alcuni tra i volti creati da Antonio Albanese: dall´immigrato che non riesce a inserirsi al Nord, all´imprenditore che lavora 16 ore al giorno, dal sommelier serafico nel decantare il vino, al candidato politico poco onesto, dal visionario Ottimista “abitante di un mondo perfetto” al tenero Epifanio e i suoi sogni internazionali. "Personaggi" appunto che in questi anni abbiamo imparato a conoscere e ad amare, dove la nevrosi, l´alienazione, il soliloquio nei rapporti umani e lo scardinamento affettivo della famiglia, l´ottimismo insensato e il vuoto ideologico contribuiscono a tessere la trama scritta da Michele Serra e Antonio Albanese. In scena uomini del Sud e del Nord, uomini alti e bassi, grassi e magri, ricchi e poveri, ottimisti e qualunquisti. Maschere irriverenti e grottesche specchio di una realtà guardata con occhio attento a carpirne i difetti, le abitudini e i tic. Una galleria di anti-eroi che svelano un mondo fatto di ossessioni, paure, deliri di onnipotenza e scorciatoie, ma dove alla fine anche la poesia trova posto. Un recital che racconta, con corrosiva comicità e ritmo serrato, un mondo popolato da personaggi tipici del nostro tempo, dal pensiero contemporaneo interpretato con dirompente fisicità. "Vorrei che dopo un mio spettacolo tutti si sentissero un po´ meno soli, un po´ più allegri, un po´ più forti, vorrei abbracciarli tutti. La risata è un abbraccio, un bisogno che ci sarà sempre. " Antonio Albanese .  
   
   
LA CAGNOTTE AL TEATRO LEONARDO DA VINCI  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - La cagnotte è un brillante, dinamico e divertente spettacolo teatral-musicale che Eugène Labiche creò nel 1864 nel genere allora di grande successo noto con il nome di vaudeville. La regia di Claudio Orlandini tratteggia con maestria le atmosfere parigine di Labiche grazie a una mostra allestita nel foyer, camerini a vista che svelano al pubblico la trasformazione degli interpreti, ma soprattutto dando grande enfasi alla musica con un’orchestra che suona dal vivo e accoglie gli spettatori fin dall’inizio. La trama de La cagnotte è presto raccontata: i protagonisti, una combriccola di borghesi che si annoiano a morte, decidono di partire per Parigi, la capitale, con una cassa piena zeppa di sogni “… Io vorrei del tartufo, io vorrei vedere le stelle, io vorrei un amore anche piccolo ma un amore solo per me…”. Del resto l’unica cosa che conta è divertirsi, litigare per divertirsi, viaggiare per divertirsi, divertirsi per non morire. In scena gli attori si tuffano dentro le maschere dei personaggi per lasciarcene scorgere un tratto, e poi subito via, di nuovo nella musica del quotidiano. Come va a finire lo sappiamo subito: non ci resta che assistere incantati al labirinto di eventi, scoppi, musiche che il gioco del teatro regalerà. La cagnotte è un capitombolo continuo, un esercizio per funamboli senza filo. E il pubblico dove si mette? Assiste incredulo alla crudele commedia della vita, vede restituita sulla scena la clowneria stanca e rituale delle chiacchiere, delle risate, degli stratagemmi e delle trappole che come poveri uomini ordiamo alle spalle dei nostri simili, alle spalle di noi stessi. “Scegliamo di mettere, come ci piace, tutto in mano agli attori, che giocano con una teatralità fortemente espressiva; senza psicologismi o relazioni sfumate, come in Brecht, tutto è subito dichiarato. Gli attori si presentano, raccontano al pubblico ‘il salotto di provincia’, lo stato sociale, i loro guai, i vizi e i loro gusti. La scena quasi non esiste, i quadri si compongono e si disfano grazie alle immagini che il corpo dell’attore ricrea. Attori, non personaggi: ‘Maschere Borghesi’, ritratti esasperati, che vivono all’interno di storie semplici, amori mancati e seccature della vita. Sono come noi, e sono mostri. L’attore fa perdere così al personaggio la connotazione realistica, muovendosi su un doppio piano: da un lato la virtù, dall’altro il vizio; da un lato ciò che si fa, dall’altro ciò che si vuole fare apparire. ” (dalle note di regia di Claudio Orlandini). Www. Quellidigrock. It www. Comteatro. It . .  
   
   
PROTOCOLLO PER MUSEO SUL CARSO GORIZIANO  
 
 Trieste, 25 gennaio 2010 - Il più grande museo d´Europa dedicato alla Prima guerra mondiale, un museo unico, realizzato all´aperto con tecniche interattive per promuovere il turismo sul Carso goriziano come luogo unico in cui si fondono valori storici ma anche ambientali e paesaggistici. Lo prevede il Protocollo d´intesa siglato il 22 gennaio a Trieste tra la Regione Friuli Venezia Giulia, il ministero della Difesa, la Provincia e la Camera di commercio di Gorizia, i Comuni del Carso isontino. Il documento è stato sottoscritto dal sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga, dal presidente della Regione Renzo Tondo, dal presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta, da quello della Camera di commercio Emilio Sgarlata e dai sindaci dei sei Comuni interessati (Doberdò del Lago, Fogliano Redipuglia, Monfalcone, Sagrado, Savogna d´Isonzo, Ronchi dei Legionari). Alla firma erano presenti anche il prefetto di Gorizia Maria Augusta Marrosu, il commissario generale Onoranze ai Caduti in Guerra generale Vittorio Barbato e il sindaco del capoluogo isontino Ettore Romoli. "Il ministero della Difesa - ha detto il sottosegretario Cossiga - ha il compito di tutelare la memoria e la sacralità dei luoghi. Crediamo che l´accordo firmato oggi sia di estrema importanza, lo consideriamo anzi un modello su come realizzare nel migliore dei modi questo obiettivo". Il presidente Tondo ha sottolineato come i luoghi della memoria, di cui il Friuli Venezia Giulia è ricco, rappresentino un patrimonio storico da trasmettere alle nuove generazioni ma anche un´occasione di promozione turistica e quindi di sviluppo per l´intera regione. Siamo di fronte a un progetto condiviso da tutte le istituzioni che, ha rilevato ancora il presidente, ha mobilitato energie, risorse umane e finanziarie. Per il presidente della Provincia di Gorizia Gherghetta "oggi si realizza un sogno". La Provincia, che secondo il Protocollo avrà il ruolo di Ente coordinatore, intende lanciare un bando di idee su scala europea. L´obiettivo è portare a termine il progetto entro il 2011, con un investimento stimato in 4,8 milioni di euro. L´idea del museo all´aperto parte dalla constatazione che il territorio del Carso si presenta come un ambiente naturale suggestivo ma poco curato, come un sito storico di grande interesse ma non ancora sufficientemente valorizzato e adeguatamente conosciuto dai turisti. Per far scoprire e riscoprire il Carso si punta quindi alla sistemazione organica dei luoghi e delle testimonianze della memoria della Prima guerra mondiale, per "metterli a sistema" e raccordarli poi in percorsi tematici che sappiano valorizzare la storia e nello stesso tempo l´ambiente circostante. Di questi luoghi della memoria un elemento centrale è proprio la zona monumentale del Monte San Michele, sottoposto all´alta sorveglianza del Commissariato generale Onoranze dei Caduti in guerra. . .  
   
   
ACCORDO SICILIA – CAMPANIA: INSIEME ALL’INSEGNA DELLA CULTURA  
 
Palermo 25 gennaio 2010 - “Due grandi regioni come Sicilia e Campania dotate di uno straordinario patrimonio artistico e storico debbono consolidare l´alleanza per valorizzare i propri beni culturali”. Lo ha affermato il 22 gennaio, a Napoli, l´assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Gaetano Armao, inaugurando la mostra ´Il relitto della baia di Pantelleria´ al Museo Civico del Maschio Angioino. “L’iniziativa di oggi - ha aggiunto l´assessore - che consente di portare fuori dalla Sicilia splendidi reperti archeologici recuperati dalla Soprintendenza del mare, si pone nel solco della collaborazione sancita dall’accordo stipulato tra il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, e il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino”. “La collaborazione tra Sicilia e Campania - ha concluso Armao - deve poter espandersi anche ad altri settori. Penso alle celebrazioni del 150° anniversario dell´Unita´ d´Italia, che dovranno rappresentare pienamente anche la metamorfosi che ha percorso, in tutti questi anni, i nostri territori lasciando irrisolta, nonostante i lustri passati, la sempre più attuale questione meridionale”. . . .  
   
   
FVG: PRIMO "OK" A STATUTO DELL´ISTITUTO DI VILLA MANIN  
 
Trieste, 25 gennaio 2010 - E´ stato approvato il 21 gennaio in via preliminare lo statuto dell´Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia di Villa Manin di Passariano. La bozza, proposta dall´assessore regionale alla Cultura, Roberto Molinaro, passerà ora in Consiglio regionale per l´acquisizione del parere della Vi Commissione. Ente funzionale della Regione, aperto anche alla partecipazione dello Stato, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia scientifica, organizzativa, amministrativa e finanziaria, l´Istituto subentra nell´esercizio delle funzioni e dei compiti svolti dall´Amministrazione regionale per mezzo del Centro regionale di catalogazione e restauro dei beni culturali. Il nuovo ente - i cui organi funzionali saranno il direttore, il Comitato di consulenza scientifica e il revisore contabile - svolgerà compiti di catalogazione, restauro, cooperazione internazionale, studi e consulenza a supporto delle istituzioni archivistiche, bibliotecarie e museali del territorio. Oltre alle attività catalografiche, l´Istituto si occuperà della gestione dei sistemi informativi, dei laboratori di documentazione fotografica e delle attività di ricerca archeologica e, per quel che riguarda il restauro, coordinerà le attività didattiche e formative della Scuola regionale nonché lo svolgimento delle funzioni di tutela dei beni librari. L´istituto dovrà anche assicurare, per quanto di competenza dell´Amministrazione regionale, le funzioni di segreteria del Comitato paritetico permanente per la valorizzazione del patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, istituito con il decreto legge di attuazione dello Statuto speciale del Friuli Venezia Giulia in materia di beni culturali e paesaggistici. .  
   
   
GRANDI MAESTRI DEL JAZZ ITALIANO E OSPITI INTERNAZIONALI A VENETO JAZZ WINTER  
 
Venezia, 22 gennaio 2010 - Le migliori espressioni del jazz italiano e internazionale saranno protagoniste della tredicesima edizione di Veneto Jazz Winter. La rassegna, realizzata in collaborazione con la Regione del Veneto, tra gennaio e aprile coinvolgerà i teatri di Conegliano, Chioggia, Vicenza, San Giorgio delle Pertiche, Castelfranco Veneto, Quinto di Treviso, Mira, Mirano, e Jesolo. Il direttore artistico, Giuseppe Mormile, ha presentato il 22 gennaio il programma a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto: tra i maestri italiani ci saranno i trombettisti Enrico Rava (teatro Accademia di Conegliano) e Paolo Fresu (teatro Accademico di Castelfranco, 6 marzo). Il tour Nightbook del celebre pianista Ludovico Einaudi farà tappa al teatro Comunale di Vicenza (20 febbraio). Ancora il piano sarà protagonista negli spettacoli di Riccardo Arrighini (29 gennaio, auditorium San Nicolò, Chioggia) e di Carlo Balzaretti e Enrico Intra (12 marzo, auditorium San Nicolò, Chioggia). Spazio ai compositori italiani come Remo Anzovino con il suo live che commenta sequenze cinematografiche (6 febbraio, teatro Accademia, Conegliano) e Gegè Telesforo (24 febbraio, teatro Comunale, Mirano). Non mancano alcuni protagonisti della storia del jazz, come il contrabbassista Eddie Gomez (9 aprile, teatro Giardino, San Giorgio delle Pertiche) e lo storico sassofonista Phil Woods (10 aprile,Teatro Vivaldi, Jesolo). I virtuosismi manouche del chitarrista Bireli Lagrene saranno in scena al teatro Accademia di Conegliano il 12 marzo, mentre il batterista Hamid Drake sarà il 5 febbraio al teatro Villa dei Leoni di Mira. Infine, grandi voci femminili per la prima rassegna organizzata all’Hotel Bhr di Quinto di Treviso che ospiterà Sarah Jane Morris (13 febbraio), gli echi africani di Saba (27 marzo) e la “Janis Joplin del jazz” Térez Montcalm (1 aprile). Sarah Jane Morris e Saba saranno anche all’auditorium di Chioggia rispettivamente il 12 febbraio e il 20 marzo. La rassegna è organizzata da Veneto Jazz e sostenuta, oltre che dalla Regione del Veneto, anche dalla fondazione Antonveneta. .  
   
   
OPERA SHOW DI MITCH SEBASTIAN IN TOUR MONDIALE PER APPRODARE IN PRIMA ASSOLUTA IN ITALIA AL TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI  
 
 Milano, 25 gennaio 2010 - E’ partito da Buffalo (Ny, Center of the Arts) il lungo viaggio internazionale di Opera Show, il grande spettacolo sulla musica lirica che sarà, in esclusiva per l’Italia, a Milano al Teatro degli Arcimboldi dal 20 al 25 Aprile. Opera Show è uno spettacolare ed esuberante concerto del ventunesimo secolo. La produzione di Mitch Sebastian è fresca e sorprendente, in pieno stile Mtv. Uno show fantasmagorico, eccentrico e anticonvenzionale di straordinaria qualità. Opera Show ha debuttato in Inghilterra nell’estate del 2000. Tra Gennaio e Febbraio sarà negli Stati Uniti, mentre dal 6 Marzo approderà in Europa, debuttando a Heming (Danimarca), per poi proseguire il 7 Marzo a Malmo (Svezia) e di seguito in altre città europee. Opera Show è opera di una compagnia eterogenea di artisti di teatro, stilisti, designers e di musicisti provenienti dagli ambienti della musica classica, del pop e del rock. Sul palco, un cast di cinque cantanti, cinque ballerini e otto musicisti, tutti di altissimo livello. Lo spettacolo, in tre atti, prende spunto da arie d’opera ben conosciute, presentate al di fuori del loro contesto narrativo e intrecciate in una trama di allegorie visive che - a ritmo vertiginoso - illuminano il palcoscenico come un brillante fuoco d’artificio. Atto Primo. Il primo atto si apre su un mondo imparruccato, un immaginario palazzo italiano popolato da aristocratici improbabili . La scena e la musica si ispirano all’origine barocca dell’opera reinventandola in una girandola di stili musicali che lascia allegramente spazio a Handel e Purcell, a Mozart e a Rossini senza escludere qualche hit della tradizione napoletana. Atto Secondo Siamo nel 1940. Il palcoscenico è diviso tra uno studio di registrazione sopra e la modesta casa di una famiglia della classe lavoratrice sotto. Al primo piano un gruppo di musicisti e cantanti lirici si prepara alla registrazione in studio. La puntina sul disco, parte la musica e i suoni della registrazione arrivano fino alla stanza sottostante. E’ l’inizio di una serie di coreografie che coinvolge l’intera compagnia. Puccini e Catalani danno cuore e anima. La donna e’ mobile di verdi, la canzone del torero di bizet e libiamo dei lieti calici di verdi sono proposte nella prospettiva dell´umorismo mentre habanera da carmen chiude l’atto con un finale gioioso e celebrativo. Atto terzo. Nel terzo atto lo spettacolo alimenta se stesso, prende energia dalla moda futuristica, con effetti speciali e orchestrazioni digitali. L´astronave del Rock and Roll sbarca sul pianeta Opera. In questo mondo fantascientifico tutto può succedere: una ballerina danza sulle punte prima di Song To Moon di Rusalka; un violinista e un ballerino di tip tap duellano in Toccata E Fuga di Bach in Do minore mentre una chitarra elettrica e un soprano di coloratura rock danno vita alla Queen Of The Night di Mozart. Www. Theoperashow. Com .  
   
   
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI PER BEETHOVEN  
 
Milano, 25 gennaio 2010 - Luca Lombardi: Aubade, omaggio a Hans Werner Henze. Beethoven: Due romanze per violino e orchestra op. 40, op. 50 Schumann: Fantasia per violino e orchestra op. 131 Beethoven: Sinfonia n. 1 op. 21 Ricorrendo nel 2010 l’anniversario della nascita di Robert Schumann (Zwickau, 1810) I Pomeriggi Musicali dedicano nel corso di questa stagione numerosi concerti al compositore. Questo concerto accosterà la Fantasia per violino e orchestra op. 131, a due partiture di Beethoven e ad una pezzo di Luca Lombardi. A dirigere il concerto sarà Noam Zur, classe 1981, attualmente direttore stabile dell’Opera di Haidelberg, mentre il violinista solista sarà il giovanissimo Serge Zimmermann (1991). La Prova Generale aperta al pubblico si terrà giovedì 4 febbraio alle ore 10. Www. Dalverme. Org .