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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Febbraio 2010
FONDAZIONE NANOMEDICINA, RICERCA FORMIGONI: INVESTIAMO 6,6 MILIONI PER COSTRUIRE IL FUTURO PROGETTO SULLA NEUROLOGIA GUIDATO DAL PROFESSOR STELLACCI  
 
Milano, 22 febbraio 2010 - Lo sviluppo di nuovi materiali e nuove tecnologie per migliorare la diagnosi e la cura delle malattie neurologiche è l´obiettivo del primo programma di ricerca del Centro Europeo di Nanomedicina, la Fondazione promossa e finanziata da Regione Lombardia che riunisce 10 istituti di ricerca pubblici e privati di primissimo piano. La Fondazione, nata nel luglio 2009, ha appunto l´obiettivo di ricercare e sviluppare soluzioni innovative per la prevenzione, la diagnosi e la cura di patologie tumorali, cardiovascolari e neurologiche. "Con l´attività della Fondazione per la quale abbiamo già investito 6,6 milioni di euro e l´avvio di questo progetto in particolare - ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni in una conferenza stampa - stiamo costruendo il futuro. Non a caso il settore biotech è considerato tra le 10 tecnologie che cambieranno il mondo e che sicuramente potrà rappresentare la forza economica del nostro Paese nei prossimi anni". "L´obiettivo - ha aggiunto - è dare vita la più grande hub europeo nel settore della ricerca biomedica. Dalla Lombardia parte un messaggio chiaro rivolto all´Europa: per far crescere l´economia e la società occorre promuovere la conoscenza e l´innovazione". Guiderà il progetto, attivato in collaborazione con l´Istituto Besta, il prof. Francesco Stellacci, docente al Mit di Boston e a Losanna, che lavorerà con il suo team di tre ricercatrici nel laboratori del Campus Ifom-ieo. "Torna in Lombardia - ha il 18 febbraio commentato Formigoni - uno dei nostri migliori cervelli". Il presidente ha ringraziato Stellacci per la "disponibilità e l´entusiasmo con cui ha accettato questa nuova sfida", ricordando di averlo conosciuto a Boston alcuni anni fa e di averlo già "catturato" nella rete di collaborazioni di Regione Lombardia. Nonostante la sua giovane età (è del 1973) Stellacci è già stato insignito di 12 premi internazionali. "Con questa importante iniziativa - ha proseguito Formigoni - ha deciso di tornare in Italia e di mettere a disposizione il suo know how. Questo risultato testimonia la capacità di attrazione del nuovo Centro". Il presidente ha sottolineato anche la "necessità della circolarità dei cervelli perché la conoscenza è un bene universale" e si è detto favorevole alla permanenza all´estero per alcuni anni dei nostri ricercatori così come l´arrivo in Lombardia e in Italia dei migliori ricercatori stranieri. Dal canto suo, Stellacci ha parlato della "realizzazione di un sogno" e cioè quello di "svolgere una ricerca al livello più alto possibile in Italia". Sono intervenuti alla conferenza stampa anche Carlo Borsani (presidente della Fondazione Irccs Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano), Adriano De Maio (presidente della Fondazione Centro Europeo di Nanomedicina) e Ferdinando Cornelio (direttore scientifico della Fondazione Irccs Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano). Ricerca In Lombardia - La nascita della Fondazione Centro Europeo di Nanomedicina si inserisce in una più ampia strategia di Regione Lombardia a favore della ricerca e dell´innovazione in tutti i campi, a cominciare da quello della salute. In Lombardia sono presenti 56 dipartimenti universitari delle facoltà di medicina, 17 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (42% del totale nazionale), 47 istituti e 32 centri di ricerca e 11 centri di eccellenza nei settori delle biotecnologie, della genomica e delle nanotecnologie promossi da Regione Lombardia. La Fondazione realizza pienamente l´esigenza di valorizzare l´eccellenza lombarda nel settore della ricerca: la Lombardia è la prima regione italiana per numero di addetti alla ricerca e sviluppo (37. 149) e anche per spese intra-muros (3. 623 milioni di euro); si spende più di un terzo degli investimenti nazionali dei 4284 brevetti italiani pubblicati dall´Epo nel 2007, 1. 363 sono lombardi (36%) la Lombardia, con 78 companies, è il principale biotech cluster italiano. Oltre alla nascita del Centro Europeo di Nanomedicina, Regione Lombardia sostiene la ricerca in tutti i campi. Tra le altre iniziative, Formigoni ha ricordato la Città della salute che nascerà a nord di Milano, il rilancio del centro ricerche di Nerviano, lo sviluppo del parco scientifico internazionale Cerba e il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, inaugurato lunedì scorso a Pavia. A queste iniziative si aggiungono i bandi aperti per un totale di 128 milioni, i fondi specifici come il fondo Seed e il fondo Next e gli accordi di collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali. Il primo progetto di ricerca della Fondazione Centro Europeo di Nanomedicina si svilupperà lungo diverse linee di ricerca: Lo sviluppo di nanoparticelle magnetiche e fluorescenti capaci di agire come agenti di contrasto nelle tecnologie di diagnosi riguardanti condizioni neurologiche. Permetteranno, in altre parole, di ancor meglio evidenziare anche eventuali piccolissime anomalie nel funzionamento cerebrale. Lo sviluppo di nano materiali che agiscano da vettori per farmaci e, in particolare, di nuovi vettori per farmaci genetici per la cura del cancro. Ovvero di micro veicoli che trasporteranno all´interno del corpo umano il farmaco fino al punto dove si trova la cellula ammalata, rilasciandolo in modo programmato a seconda del fabbisogno terapeutico. La creazione di micro sensori in grado di rilevare quantità molto piccole di Dna, proteine, enzimi o peptidi nell´attività, importanti, in particolare nella diagnosi precoce. La creazione di materiali auto assemblanti e nano strutturati capaci di aiutare la medicina rigenerativa, ossia la ricreazione di organi danneggiati, specialmente connessioni nervose lesionate. La Fondazione - La Fondazione "Centro europeo di Nanomedicina" nasce il 23 luglio 2009 dalla collaborazione di 10 centri di ricerca pubblici e privati lombardi con il patrocinio e il sostegno finanziario della Regione Lombardia: Fondazione Ifom (Istituto Firc di Oncologia Molecolare) - Fondazione Irccs "Ospedale Maggiore policlinico Mangiagalli e Regina Elena" - Fondazione "Scuola Europea di Medicina Molecolare" (Semm) - Genextra S. P. A. - Istituto Europeo di Oncologia" (Ieo) - Istituto Neurologico Carlo Besta - Politecnico di Milano - Stmicroelectronics S. R. L. - Università degli Studi di Milano - Università degli Studi di Pavia La Fondazione opera attraverso i suoi organi realizzando, promuovendo e sostenendo attività di ricerca, attraverso la stipula di convenzioni con enti pubblici e privati o la partecipazione ad altre associazioni, fondazioni, enti e istituzioni con obiettivi simili. Inoltre può promuovere e organizzare seminari, corsi di formazione, manifestazioni, convegni, incontri, oltre che gestire direttamente o indirettamente spazi e laboratori, istituire premi e borse di studio, ecc. Nanomedicina - La nanomedicina è un settore di estremo interesse, da cui ci si aspetta un radicale mutamento in campo di diagnosi e cura nel prossimo futuro, su cui esistono competenze di base, scientifiche, tecnologiche e industriali all´interno della nostra regione. E´ basata sull´applicazione delle nanotecnologie alle discipline mediche, in particolare per gli esami diagnostici e la somministrazione di farmaci. Con la nascita del Centro Europeo di Nanomedicina, potranno quindi essere sviluppate soluzioni avanzate per la diagnostica precoce e lo screening di massa per patologie tumorali e cardiovascolari, basate su analisi proteomiche, genomiche e metaboliche e per il rilascio controllato spaziale e temporale di terapie personalizzate.  
   
   
BUONE NOTIZIE PER I GIOVANI DIABETICI DI TIPO 2  
 
Bruxelles, 22 febbraio 2010 - Secondo una nuova ricerca, potrebbero esserci buone speranze per i giovani adulti che soffrono di diabete di tipo 2. In un articolo apparso sulla rivista Diabetes Care, i ricercatori provenienti da Irlanda, Spagna e Italia hanno analizzato come i meccanismi delle cellule muscolari potrebbero fare chiarezza sulla forte resistenza dell´organismo all´insulina. Essi hanno anche mostrato una ridotta risposta all´esercizio aerobico dei giovani pazienti obesi affetti da diabete di tipo 2. I risultati dello studio fanno parte del progetto Diabesity ("Novel molecular drug targets for obesity and type 2 diabetes") project, finanziato dall´Ue con 11,6 milioni di euro attraverso l´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). Il diabete di tipo 2 è la forma di diabete più diffusa nel mondo e riguarda quasi il 90% dei casi di diabete in Europa. I dati dell´Istituto di sanità pubblica in Irlanda indicano che il 4,3% della popolazione irlandese soffre di diabete di tipo 2. Il diabete di tipo 2 differisce da quello di tipo 1 in quanto emerge quando l´organismo non produce insulina a sufficienza e non riesce a usarla in maniera aseguata. L´insulina è un ormone prodotto dal pancreas. Il diabete di tipo 2 colpisce di solito con l´invecchiamento. Tuttavia, i ricercatori hanno notato un numero crescente di giovani affetti da questo disturbo. Gli specialisti dicono che spesso è causato da fattori legati allo stile di vita, come ad esempio l´obesità, la dieta e la mancanza di esercizio fisico. Il diabete di tipo 1 è anche conosciuto come diabete giovanile, perché di solito insorge durante l´infanzia o adolescenza, in seguito ad una distruzione auto-immune delle cellule produttrici di insulina. I diabetici di tipo 1, come anche alcuni pazienti di diabete di tipo 2, sono costretti ad iniettarsi giornalmente l´insulina per tenere sotto controllo i livelli di insulina. Con il passare degli anni, entrambe le malattie possono condurre a gravi complicazioni, se i livelli di glucosio ematico raggiungono ripetutamente livelli troppo alti. "Il diabete di tipo 2 si sta diffondendo anche tra le persone più giovani, di solito a causa di un´obesità giovanile o di una predisposizione familiare per il diabete", ha spiegato il coautore professor John Nolan del Dipartimento di clinica medica presso il Trinity College Dublin, capo del gruppo universitario di ricerca metabolica, e del St James´s Hospital di Dublino, entrambi in Irlanda. "Questi studi ci forniscono nuovi elementi sul modo in cui si sviluppa e progredisce il diabete in questi giovani pazienti. Nello studio in questione, abbiamo mostrato che i giovani pazienti obesi affetti da diabete di tipo 2, al contrario dei loro coetanei obesi non diabetici, hanno una funzione anomala di alcuni importanti geni e proteine mitocondriali. I mitocondri sono i centri energetici nelle cellule e queste anomalie contribuiscono alla resistenza all´insulina e alla brusca risposta all´esercizio fisico", ha aggiunto. "L´esercizio aerobico è molto efficace per prevenire e trattare il diabete di tipo 2 nelle persone di mezza età e anziane. Il diabete di tipo 2 è la più importante malattia cronica della società moderna e minaccia la salute di intere popolazioni, in particolare in Asia e nei paesi in via di sviluppo", ha continuato. "Per riuscire a sviluppare trattamenti specifici per il diabete di tipo 2 nelle persone giovani occorre una più precisa comprensione dei meccanismi cellulari di questa malattia. I nostri studi sulla funzione mitocondriale dei muscoli ci hanno permesso di concentrare gli studi i intervento su questi importanti meccanismi. Questa ultimissima ricerca aumenta la nostra conoscenza su come il diabete si sviluppa e progredisce nei giovani tra i 18 e 25 anni. I ricercatori ritengono che le loro scoperte condurranno allo sviluppo di trattamenti mirati migliorati per i giovani affetti da diabete di tipo 2. Hanno anche collaborato allo studio i ricercatori dell´Istituto spagnolo di ricerca biomedica (Irb Barcellona), l´Università di Barcellona e il Centro di ricerca biomedica in rete sul diabete e i disturbi metabolici associati (Ciberdem), nonché l´istituto di medicina interna della facoltà di medicina dell´Università Cattolica, in Italia. Il progetto Diabesity ha riunito 25 istituti di ricerca e attori industriali da Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Diabetes Care: http://care. Diabetesjournals. Org / Diabesity: http://www. Eurodiabesity. Org/ Trinity College Dublin: http://www. Tcd. Ie/ .  
   
   
SVELATA LA VERITÀ SU TUTANKHAMON GRAZIE ALLA GENETICA  
 
Bruxelles, 22 febbraio 2010 - Un team di scienziati di base in Egitto ha impiegato le tecniche genetiche più all´avanguardia per svelare la linea di discendenza del famoso faraone Tutankhamon e le malattie che lo affliggevano in vita, mettendo in evidenza che non fu vittima di un omicidio. I risultati dello studio sono stati pubblicati nella rivista Journal of the American Medical Association (Jama). Tutankhamon, il faraone bambino, è una figura che esercita grande fascino fin dal rinvenimento della sua tomba, avvenuto nel 1922 per mano dell´archeologo inglese Howard Carter. Le domande sulla breve vita del sovrano, sull´identità dei suoi genitori e sulle cause della sua morte precoce erano tuttavia rimaste irrisolte. La ricerca è stata coordinata dal dottor Zahi Hawass, del Consiglio supremo delle antichità egizie. Gli scienziati hanno trascorso due anni studiando in laboratorio - al Cairo - il Dna (acido deossiribonucleico), utilizzando le tecniche di ricerca più all´avanguardia, per analizzare il patrimonio genetico di 16 mummie. Il duro lavoro ha consentito ai ricercatori di rivelare che Tutankhamon era figlio del faraone Akhenaten, il cui corpo mummificato è stato rinvenuto in una delle tombe nella Valle dei Re, sulla sponda occidentale del Nilo. La madre di Tutankhamon sarebbe invece una mummia appartenente a una giovane donna trovata, sepolta con il corpo di una donna più anziana, in una tomba vicina. È la prima volta che gli scienziati riescono ad utilizzare test radiologici, forensi e genetici molto approfonditi sulle mummie. Il professor Albert Zinc, uno dei membri del team di ricerca, nonché antropologo presso l´Accademia Europea di Bolzano (Eurac), in Italia, ha affermato: "Con questo progetto abbiamo inaugurato una dimensione completamente nuova nel campo dell´egittologia medica e molecolare". Per ricostruire la linea di discendenza di Tutankhamon, gli scienziati hanno prelevato campioni di tessuto da 11 mummie legate da parentela con il faraone e da 5 che non lo erano. Lo scrupoloso lavoro di estrazione dei campioni ossei, così come l´attenta estrazione del Dna e la compilazione delle impronte genetiche, hanno richiesto due anni. "Abbiamo ripetuto le analisi molte volte e le abbiamo effettuate in modo indipendente in un secondo laboratorio", ha affermato il dottor Carsten Pusch dell´Università di Tubinga, in Germania. "L´abbiamo fatto in modo da evitare qualsivoglia contaminazione e la possibilità che il Dna estratto venisse in contatto con Dna dei nostri giorni". Le condizioni di conservazione del Dna erano sorprendentemente buone. I ricercatori postulano che l´ottimale stato di conversazione sia imputabile alle particolari tecniche di imbalsamazione riservate a faraoni e membri della famiglia reale. Il Dna ha consentito agli scienziati di ricostruire la linea genealogica di Tutankhamon per le cinque generazioni precedenti e di mettere in luce diverse malattie che affliggevano il re, tra le quali l´osteocondrosi di cui soffriva al piede sinistro, una rara patologia ossea che potrebbe avergli reso difficile la deambulazione. La scoperta spiega la quantità di bastoni rinvenuti nella tomba del re. Secondo molte teorie, il precoce decesso del re era avvenuto per omicidio: il team di ricerca afferma però che lo stesso potrebbe essere deceduto per malaria. "Sembra che Tutankhamon soffrisse della forma più grave di malaria, la malaria tropica", ha spiegato il dottor Pusch. "Questa affezione, aggravata da una necrosi ossea, potrebbe averne determinato il decesso". Commentando il lavoro svolto, il professor Zinc e il dottor Push - entrambi esperti dello studio delle mummie egiziane - hanno dichiarato: "La nostra fortuna è stata di riuscire a effettuare questi esperimenti singolari, che ci hanno consentito di risolvere il mistero centenario legato alla discendenza del famoso faraone Tutankhamon. Dobbiamo continuare il nostro lavoro: il prossimo progetto riguarda la regina Nefertiti. Abbiamo spostato la nostra ricerca a un livello nuovo e ancora inesplorato. Per maggiori informazioni, visitare: Journal of the American Medical Association (Jama): http://jama. Ama-assn. Org/ Accademia Europea di Bolzano (Eurac): http://www. Eurac. Edu/index_it Università di Tubinga: http://www. Uni-tuebingen. De/index. Html .  
   
   
BOLZANO: CONVEGNO ANNUALE AIRT SULLA MEDICINA DEI TRAPIANTI  
 
Bolzano, 22 febbrai0 2010 - Nell’ambito del Convegno annuale Airt sulla medicina dei trapianti, che si svolgerà a Bolzano dal 25 al 27 febbraio, saranno presentati i nuovi sviluppi scientifici e di natura sanitaria relativi alla medicina dei trapianti. Grazie al sostegno dell’Assessorato provinciale alla sanità ed alle politiche sociali l’annuale convegno dell’Associazione Interregionale Trapianti “Airt” si terrà dal 25 al 27 febbraio, presso la Libera Università di Bolzano. Nell’ambito del convegno si affronteranno, oltre alle tematiche strettamente sanitarie, anche gli aspetti etico – giuridici e terapeutici connessi alla donazione ed al prelievo di organi e tessuti. Nel corso del convegno sono previste, tra l’altro, le lezioni magistrali sull’etica laica e confessionale del dott. Martin Lintner di Bressanone, l’intervento del Magistrato dott. Kuno Tarfusser su problematiche legali e la presentazione dell’attività del gruppo “Transplant Sport – Club”, famoso a livello internazionale per i successi agonistici conquistati. La collaborazione con l’Assessorato provinciale ha come obiettivi l’incremento del numero dei prelievi e trapianti d’organi e tessuti, il corretto utilizzo degli stessi nonché la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’alto valore morale e sociale della donazione di organi. Nel corso della manifestazione esperti nel settore nazionali ed internazionali presenteranno i risultati della ricerca e i metodi d’intervento più innovativi. Parallelamente al convegno presso la facoltà di design ed arte si svolgerà un’esposizione sul tema dei trapianti e verrà presentato un progetto della facoltà di informatica sul coinvolgimento dei giovani nell’attività di volontariato. In questo settore assume una particolare importanza l’impegno dell’associazione Aido di Bolzano, che da anni si occupa della corretta informazione nei confronti di trapiantati e persone in attesa di trapianto. Il convegno è aperto a tutti. Per i colleghi giornalisti: per concordare appuntamenti per interviste con esperti in materia sarà a disposizione il signor Haimo Kaser dell’Ufficio Ospadali: tel 0471 41 80 57; E-mail: haimo. Kaser@provincia. Bz. It. .  
   
   
SANITA´. MANGIAGALLI, INAUGURATI DA FORMIGONI TRE REPARTI RINNOVATI DIAGNOSI PRENATALE, NIDO E CHIRURGIA PEDIATRICA ENTRO L´ANNO VIA A LAVORI NUOVO OSPEDALE MATERNO-INFANTILE  
 
 Milano, 22 febbraio 2010 - Nuova vita, dal 22 febbraio, per tre reparti della storica clinica Mangiagalli di Milano. Sono gli ambulatori di ostetricia della diagnosi prenatale, il nido Santa Caterina e il reparto degenze della chirurgia pediatrica presso il padiglione Alfieri, inaugurati questa mattina dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, affiancato dal presidente della Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, Giancarlo Cesana, e dai rispettivi direttori. Tre interventi conclusi "a tempo record" (3 mesi per la diagnosi prenatale, 2 per la chirurgia e 7 per il nido) che offrono un adeguato livello di degenza ai neonati, alla mamme che hanno appena partorito e, in particolare per quanto riguarda la chirurgia pediatrica, un ambiente confortevole, accogliente e colorato, così da restituire un po´ di serenità in un momento di dolore. La Centralita´ Della Persona - "Un´operazione - ha detto Formigoni nel suo intervento - che nasce dal riconoscere la centralità della persona all´interno del mondo ospedaliero. Centralità che fin dal mio primo insediamento alla presidenza della Regione ho voluto diventasse uno dei principali parametri da rispettare". "La ristrutturazione di questi tre reparti - ha aggiunto - testimonia chiaramente che tale obiettivo si è concretizzato. E´ diventato il metodo per sviluppare un nuovo modo di intendere la vita, il lavoro e la quotidianità all´interno degli ospedali. Penso, ad esempio, a tutti gli accorgimenti che avranno il merito di rendere più umano e confortevole il servizio per i bambini e i loro genitori". L´umanizzazione Dei Servizi - E´ questa, secondo Formigoni, una delle cartine di tornasole per misurare l´eccellenza della sanità lombarda. Umanizzare significa "accogliere le persone in strutture tecnologicamente avanzate, concepite non più solo in funzione dell´attività del personale medico, ma delle esigenze dei pazienti, bambini e genitori, che devono trovarsi a proprio agio e sentirsi accolti e in questa direzione vanno i nostri piani di edilizia sanitaria". I nuovi spazi sono stati dunque progettati e realizzati tenendo conto di tutto questo, non dimenticando le esigenze del personale sanitario ("se abbiamo raggiunto questo livello lo dobbiamo soprattutto a voi e al dialogo quotidiano che lega questa struttura all´amministrazione regionale") che è chiamato a svolgere sempre con maggiore efficacia e tranquillità le proprie mansioni. Il Ruolo Dei Privati - Formigoni ha anche lodato l´importante ruolo che privati e associazioni hanno avuto nel facilitare la realizzazione dei nuovi reparti, "che hanno riconosciuto come qualcosa di loro. E´ necessario riportare gli ospedali nella coscienza dei nostri cittadini". "E´ proprio per questo -ha spiegato Formigoni - che nel 2004 ho voluto che nascesse la Fondazione Irccs Ca´granda Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena affinché, grazie al contributo di tanti soggetti, potesse essere valorizzato questo gioiello della sanità lombarda". I Progetti Futuri - Il presidente lombardo ha promesso tempi brevi per la realizzazione del nuovo Ospedale Policentrico Materno-infantile di Milano, gestito dalla stessa Mangiagalli e dal Buzzi, "di cui posso già annunciare l´inizio dei lavori entro la fine di quest´anno". Per questo intervento, Regione Lombardia ha stanziato 50 milioni di euro, 10 dei quali, già deliberati dalla Giunta regionale, sono stati approvati dal Ministero della Salute per l´acquisto dei macchinari necessari alle cure dei bambini, mentre gli altri 40 sono in attesa di approvazione da parte del Ministero stesso. "Questa operazione - ha concluso Formigoni - è stata studiata per valorizzare e riqualificare i due più importanti centri specialistici del settore attualmente attivi, affinché possano ulteriormente implementare l´erogazione dei loro servizi dedicati diventando così Centro di riferimento regionale per patologie rare e complesse, molte delle quali richiedono un approccio multidisciplinare". Saranno, quindi, presenti, oltre ad un settore dedicato all´emergenza pediatrica e ostetrica, l´intera gamma delle specialità mediche e chirurgiche pediatriche, le cure intensive pediatriche e neonatali, i trapianti d´organo, l´ostetricia e la ginecologia, la neuropsichiatria infantile, la dialisi, i laboratori e tutti i necessari servizi clinici e diagnostici di supporto. Saranno garantiti, inoltre, idonei laboratori e spazi di studio per lo sviluppo di attività di ricerca clinica, nonché per l´insegnamento e la formazione. .  
   
   
CERNUSCO, INAUGURATE NUOVE STRUTTURE OSPEDALE  
 
Cernusco sul Naviglio/mi, 22 febbraio 2010 - L´assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani, ha inaugurato e visitato il 19 febbraio alcune nuove strutture del presidio ospedaliero di Cernusco sul Naviglio (Mi), che fa parte dell´Azienda ospedaliera Ospedale di Circolo di Melegnano. Si tratta del servizio medicina di laboratorio, del centro immuno - trasfusionale, del day hospital e dei poliambulatori. Il costo degli interventi è stato di 4 milioni di euro mentre si stanno avviando ulteriori lavori, per altri 7 milioni, che riguarderanno il servizio di diagnostica per immagini, la chirurgia generale, il dipartimento materno - infantile, la microbiologia, la fisioterapia, ecc. Presenti alla cerimonia anche il direttore generale dell´Azienda ospedaliera di Circolo di Melegnano, Claudio Garbelli, che ha letto un messaggio di saluto del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e il sindaco di Cernusco sul Naviglio, Eugenio Comincini. "Queste opere - ha detto Bresciani - fanno parte di un programma molto ampio promosso dalla Regione che comprende la realizzazione di dieci nuovi ospedali e circa 650 interventi di ristrutturazione e ammodernamento". "Stiamo ottenendo risultati straordinari - ha proseguito Bresciani - perché stiamo realizzando questo programma in tempi molto brevi. La logica è quella del miglioramento continuo della qualità, in base al principio che la sanità è dinamica perché deve continuamente seguire le conquiste della scienza e i cambiamenti socio - demografici e socio - economici". "L´obiettivo - ha sottolineato l´assessore - è dare agli operatori gli strumenti migliori per poter mettere la propria professionalità al servizio dei cittadini". Bresciani ha infine ricordato che la sanità lombarda ha i conti in pareggio - per l´ottavo anno di fila - grazie all´azione di contenimento dei costi impropri e ha indicato alcuni obiettivi per il futuro: la realizzazione di un network territoriale, provinciale e regionali tra ospedali, lo sviluppo delle cure per la cronicità e la non autosufficienza e l´investimento nelle nuove tecnologie. .  
   
   
SANITA’: RAPPORTO NAZIONALE “PASSI”, IL 67% DEI VENETI SI CONSIDERA IN BUONA SALUTE. “BENE SCREENING E PREVENZIONE, MA C’E’ DA LAVORARE SUGLI STILI DI VITA”  
 
Venezia, 22 febbraio 2010 - Il 67% dei veneti considera “buono” o “molto buono” il suo stato di salute, ed anche il 44% di chi ha almeno una patologia severa ha comunque una percezione positiva del suo stato di salute. I Veneti, però, fumano ancora troppo (almeno il 26%); mangiano e bevono troppo, cosicchè il 31% di loro è in sovrappeso e, di questi, il 10% è obeso; sono ancora poco attenti ad alcuni fattori di rischio, come quello cardiovascolare, quello legato all’alimentazione, all’abuso di alcol, agli infortuni domestici e al rispetto delle regole della sicurezza stradale. Molto attenti e attivi invece, i Veneti, rispetto agli screening contro il tumore dell’utero (l’85% delle donne ha effettuato almeno un pap test negli ultimi 3 anni, come raccomandato); contro quello della mammella (l’81% delle donne ha effettuato una mammografia negli ultimi 2 anni); e contro quello del colon retto (almeno la metà degli ultracinquantenni ha già eseguito un test specifico). Il quadro emerge dall’elaborazione dei dati veneti (a cura della Direzione Regionale Prevenzione su un campione di 4. 237 cittadini tra 18 e 69 anni in 17 Ullss) inseriti nell’ambito del sistema di sorveglianza nazionale “Passi” (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia a cura del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e delle Regioni), che valuta lo stato di salute nelle diverse Regioni italiane, e punta a stimare la frequenza e l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati a comportamenti individuali e alla diffusione delle misure di prevenzione. Gli esiti del Rapporto sono stati resi noti oggi dall’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri. “Il quadro generale soprattutto se rapportato con altri studi simili del passato – sottolinea Sandri – è assai positivo, perché il cittadino è il primo ‘sensore’ della sua salute, ed un 67% che dichiara di stare bene è un dato importante, a mio avviso raggiunto grazie anche ad una sanità pubblica che funziona, che ‘cura’ bene quando c’è da curare e garantisce un alto tasso di prevenzione”. “Riceviamo anche preziose indicazioni su quello che c’è ancora da fare – aggiunge Sandri – e su questo fronte è chiaro che bisognerà rafforzare ancor di più la promozione di corretti stili di vita e la lotta agli eccessi, siano essi legati al fumo, all’alcol o all’alimentazione”. In sintesi, seguono i principali risultati del Rapporto “Passi”. Percezione dello stato di salute: il 67% delle persone intervistate considera buono o molto buono il proprio stato di salute, mentre il 44% dei soggetti con almeno una patologia severa ha una percezione positiva del proprio stato di salute. Attività fisica: è completamente sedentario il 25% del campione ed il 29% aderisce alle raccomandazioni sull’attività fisica. In poco più di un terzo dei casi, i medici si informano e consigliano genericamente di svolgere attività fisica. Abitudine al fumo: il 26% si dichiara fumatore e il 20% ex fumatore. Quasi tutti gli ex-fumatori hanno smesso di fumare da soli e appena l’ 1% dichiara di aver avuto un aiuto da parte di un operatore sanitario. Il 92% delle persone intervistate dichiara che, sul luogo di lavoro, viene sempre, o quasi sempre, rispettato il divieto sul fumo, mentre il 14% dichiara che nelle proprie abitazioni è permesso fumare “ovunque” (2%) o in “alcune zone” (12%). Situazione nutrizionale e abitudini alimentari: iI 31% del campione veneto è in sovrappeso, mentre gli obesi sono il 10%. Le persone in eccesso ponderale dichiarano di seguire una dieta per perdere peso nel 23% dei casi e di praticare un’ attività fisica almeno moderata nel 73%. Il consumo di frutta e verdura risulta diffuso, anche se solo il 13% aderisce alle raccomandazioni internazionali consumandone cinque volte al giorno: un’abitudine scarsamente diffusa in particolare nelle persone tra i 18-34 anni, tra gli uomini e tra le persone con basso livello di istruzione. Consumo di alcol: si stima che circa i due terzi della popolazione tra 18 e 69 anni consumi bevande alcoliche ed il 25% abbia abitudini di consumo considerate a rischio (complessivamente l’ 11% beve fuori pasto, l’8% è bevitore “binge” ed il 13% è forte bevitore). Gli operatori sanitari si informano sulle abitudini dei loro pazienti in relazione all’alcol solo in un caso su cinque e consigliano raramente di moderarne il consumo. Sicurezza stradale: l’uso dei dispositivi di sicurezza risulta non è del tutto soddisfacente: l’ 89% delle persone intervistate dichiara di utilizzare con continuità la cintura anteriore, mentre la cintura di sicurezza sui sedili posteriori viene utilizzata solo dal 30% degli intervistati. Il 13% degli intervistati dichiara, inoltre, di aver guidato in stato di ebbrezza nel mese precedente all’intervista, mentre l’ 11% di essere stato trasportato da chi guidava in stato di ebbrezza. Infortuni domestici: nonostante la frequenza degli infortuni, la percezione del rischio infortunistico in ambito domestico, nel Veneto, non è elevata: il 93% degli intervistati, infatti, ritiene questo rischio basso o assente. La percentuale di intervistati che ha ricevuto informazioni sugli infortuni domestici è limitata al 27%: tra questi ultimi il 29% ha messo in atto misure per rendere più sicura la propria abitazione. Vaccinazione antinfluenzale: in media, solo il 23% delle persone tra i 18 e i 64 anni, con almeno una condizione a rischio per le complicanze dell´influenza (diabete, tumore, malattie cardiovascolari), si è vaccinata lo scorso anno. Vaccinazione antirosolia: il numero di donne potenzialmente suscettibili alla rosolia è ancora molto lontano dal 5% necessario per eliminare la rosolia congenita: infatti la percentuale di donne suscettibili o con stato immunitario sconosciuto è pari al 31%. Rischio cardiovascolare: si stima che sia iperteso un quinto della popolazione veneta, tra i 18 e i 69 anni; il 68% degli ipertesi è in trattamento farmacologico. Al 7% non è mai stata misurata la pressione arteriosa. Più di un quarto della popolazione dichiara di avere valori elevati di colesterolemia (27%) e, tra questi, il 22% dichiara di essere in trattamento farmacologico. Una persona su cinque (22%) dichiara di non aver mai misurato il colesterolo. La carta del rischio cardiovascolare è ancora scarsamente utilizzata da parte dei medici: solo il 9% degli ultraquarantenni intervistati riferisce di aver avuto valutato il rischio cardiovascolare dal proprio medico. Sintomi di depressione: in Veneto il 7 % delle persone intervistate riferisce di aver avuto, per almeno due settimane consecutive, nei 12 mesi precedenti l’intervista, sintomi di depressione. Le donne e le persone con difficoltà economiche o affette da patologie croniche sono i soggetti maggiormente a rischio. Screening neoplasia del collo dell’utero: l’ 85% delle donne tra 25 e 64 anni ha effettuato almeno un pap test negli ultimi tre anni come raccomandato. Screening neoplasia della mammella: l’ 81% delle donne tra 50 e 69 anni ha effettuato almeno una mammografia negli ultimi due anni come raccomandato. Screening tumore del colon retto: il 50% degli ultracinquantenni ha eseguito un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci negli ultimi due anni, o una sigmoidoscopia, o una colonscopia negli ultimi cinque anni a scopo preventivo. .  
   
   
CONFERENZA BIENNALE DELL´ASSOCIAZIONE EUROPEA PER LA RICERCA SULL´ADOLESCENZA  
 
Vilnius, 22 febbraio 2010 - Lituania Dal 12 al 15 maggio 2010 si terrà a Vilnius, in Lituania, la dodicesima confernza biennale dell´Associazione europea per la ricerca sull´adolescenza. L´evento sarà concentrato su vari aspetti della psicologia adolescenziale, tra cui la psicologia clinica, psicologia biologica, psicologia evolutiva, psicologia sociale e altre discipline impegnate a studiare l´adolescenza. I partecipanti avranno l´opportunità di discutere non soltanto gli ultimi sviluppi a livello teorico e metodologico, ma anche l´impatto dell´ambiente sociale ed economico sull´adolescenza. La conferenza intende riunire ricercatori e praticanti di varie discipline a livello europeo e mondiale. Capire gli adolescenti dei diversi paesi è estremamente importante, considerando il ruolo rivestito dalla cultura nella transizione verso l´età adulta. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Eara2010. Eu/ .  
   
   
FORMIGONI A MANTOVA: SANITA´, CASA E SVILUPPO- IL PRESIDENTE VISITA POMA, ALER, BORGOCHIESANUOVA E LUNETTA  
 
Mantova, 22 febbraio 2010 - Una visita all´ospedale Poma - "la sanità mantovana è una delle eccellenze del nostro sistema" - per poi spostarsi all´Aler di via Risorgimento e al quartiere Borgochiesanuova, con la consegna di 32 alloggi cofinanziati da Regione Lombardia. Un veloce sopralluogo al quartiere Lunetta (oggetto di un importante contratto di quartiere), la firma dell´Accordo quadro di sviluppo territoriale con il Comune, la Provincia e la Camera di commercio e un intervento al convegno "La centralità della persona: società e sanità". La giornata mantovana, 18 febbraio, del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, è stata caratterizzata dunque dai temi della sanità, della casa e dello sviluppo, tutti argomenti legati da un unico filo conduttore e cioè la centralità della persona nell´azione politica di Regione Lombardia. Ospedale Poma - Il più importante ospedale del territorio è stato dotato, dall´inizio di dicembre, dell´unico punto in Italia, completamente informatizzato e attivo 24 ore al giorno, per il ritiro dei referti di laboratorio. "Ne siamo molto orgogliosi - ha detto Formigoni ritirando i risultati dei suoi esami (perfettamente a posto come ha tenuto a sottolineare) - e proprio perché riteniamo quello mantovano un punto nevralgico del nostro sistema sanitario abbiamo voluto avviare la sperimentazione proprio da qui. Fra qualche tempo lo esporteremo anche nelle altre province lombarde". Il tutto, ovviamente, avviene nel massimo rispetto della privacy. Il presidente ha poi visitato i nuovissimi reparti di medicina nucleare (dove è operativa una Pec Tac di ultimissima generazione) e il nuovo blocco operatorio. "Un fiore all´occhiello - così l´ha definito Formigoni - dotato di sale spaziose e di tecnologia all´avanguardia e con un uso sapiente del colore per mettere a proprio agio i pazienti". Il presidente ha anche avuto modo di sostare davanti al plastico del nuovo reparto di pediatria assicurando "che sono previsti finanziamenti sia per il suo completamento che per quello del pronto soccorso, i cui lavori sono già previsti e in fase di assegnazione". "L´ospedale - ha concluso il presidente - è un organismo che cresce e si allarga e noi continueremo a essergli a fianco affinché rimanga sempre quel luogo eccellente che conoscono i cittadini". Temi che il presidente ha ribadito intervenendo al convegno "La centralità della persona: società e sanità" e che ha sintetizzato parlando di umanizzazione delle cure ("perché anche in ospedale sia possibile sentirsi a proprio agio"), di investimento sulle risorse umane e sulla professionalità dei medici e degli operatori socio-sanitari ("per questo Regione Lombardia ha recentemente investito oltre 8 milioni di euro") e di un nuovo modello di ospedale più vicino al paziente "che punti al superamento delle suddivisioni per funzioni e competenze (reparti specialistici) per dare spazio a una organizzazione per intensità di cure (aree a diversa complessità) e a una gestione per processi (percorsi di diagnosi e cura). Un nuovo modello che collochi appunto la persona al centro dell´attività e quindi "immaginando che la persona rimanga ferma e intorno a lei si muova l´organizzazione ospedaliera". Un modello che favorisca anche la multifattorialità, la polispecialità e l´interattività dell´ospedale. Aler - Il presidente ha voluto recarsi di persona nella sede dell´Aler locale per "ringraziare tutti del lavoro che quotidianamente svolgete per assicurare una risposta rapida al bisogno abitativo". "Siete una parte importante del sistema regionale allargato - ha detto il presidente Formigoni salutando tutti i membri del consiglio di amministrazione e il personale - e abbiamo bisogno che continuiate a svolgere questo compito importante che avete, con serietà e sollecitudine. L´inaugurazione degli alloggi di Borgochiesanuova nient´altro è che una testimonianza concreta della bontà del lavoro che state portando avanti". Formigoni ha anche sottolineato l´importanza e la strategicità delle Aler "che sono chiamate a mettere in pratica le linee guida della Regione in quell´ottica di collaborazione che ha già dato importanti risultati". "La forza di un sistema - ha concluso - sta esattamente in questa capacità di fare squadra". Borgochiesanuova - Formigoni ha consegnato ai nuovi inquilini 32 alloggi bilocali e trilocali, con ascensori o con accesso ai disabili, allacciati alla rete pubblica di teleriscaldamento, che rientrano all´interno del Programma di Recupero Urbano (Pru) cominciato nel 1999. Gli appartamenti, inseriti in un contesto di cinque piani fuori terra (al piano terreno ci sono spazi destinati ad attività commerciali e box) sono stati realizzati grazie ad un cofinanziamento regionale di 1,35 milioni di euro. Destinatari degli appartamenti, affittati a canone sociale, sono gli inquilini residenti in Via Loria che saranno spostati per i lavori previsti dal contratto. Quartiere Lunetta - Il presidente ha verificato di persona come procedono i lavori. Un intervento da 18 milioni di euro cofinanziato da Regione Lombardia e Ministero delle Infrastrutture che ha previsto la Manutenzione ordinaria di 655 alloggi, la costruzione ex novo di altri 142, la demolizione di 130 esistenti malmessi, la ristrutturazione della Scuola Media e del polo formativo, la riqualificazione e l´ampliamento della scuola elementare, la realizzazione di un nuovo asilo nido, il recupero dell´ex palazzetto dello Sport come Centro Socio-culturale, la sistemazione delle aree verdi, lo spostamento del mercato settimanale in un´area più vasta, la costruzione della rete di teleriscaldamento e la realizzazione del nuovo Centro parrocchiale Don Daniele Corridori e della Gesù Buon Pastore e di un centro servizi polifunzionale. .  
   
   
DAL MINISTERO IN ARRIVO IL FINANZIAMENTO PER L´OSPEDALE DI VENARIA E´ PARTITO IL CONTO ALLA ROVESCIA.  
 
Torino, 22 febbraio 2010 - Per l’ospedale di Venaria Reale è partito il conto alla rovescia. È di oggi, infatti, la notizia che il Ministero della Salute ha ammesso l’Asl To3 al finanziamento previsto nell’Accordo di Programma che la Regione Piemonte e il Ministero hanno sottoscritto il 22 aprile 2008 per il settore investimenti sanitari. La quota a carico dello Stato ammonta a quasi 7 milioni di euro a fronte di un impegno complessivo di spesa pari a 48 milioni di euro che saranno coperti dalla Regione per 31 milioni. Altri 5 milioni verranno invece stanziati dall’Asl To3 mentre i restanti 4 milioni e 283 mila euro deriveranno dalle alienzaioni dei beni della stessa Azienda sanitaria. Prossimo step, il bando di gara al quale sta lavorando la Scr (Società di Committenza Regionale). Successivamente l’aggiudicazione dell’appalto dovrà essere ultimata entro nove mesi dall’approvazione del Decreto ministeriale con il quale il Governo destina le risorse alla realizzazione dell’ospedale di via Don Sapino. A questo punto si potrà assistere alla posa della prima pietra, non oltre la fine dell’anno in corso, come conferma il vicepresidente della Regione Piemonte con delega all’Edilizia sanitaria il quale ci tiene a sottolineare che la Città di Venaria potrà finalmente avere il suo ospedale, dopo un lungo periodo d’attesa in cui più volte si era messa in dubbio la possibilità di riuscire a reperire le risorse per la costruzione della struttura. .  
   
   
FORMIGONI A MANTOVA: SANITA´, CASA E SVILUPPO-FIRMATO L´ACCORDO QUADRO DI SVILUPPO TERRITORIALE PROVINCIALE  
 
Mantova, 22 febbraio 2010 - Un miliardo di euro per 82 progetti, 60 dei quali in corso di realizzazione o già attivabili nel breve periodo. Quattro macroaree di intervento - infrastrutture, paesaggio e ambiente, territorio e tutela della persona - definite strategiche per il "decollo" dello sviluppo di Mantova e del suo territorio e per le quali convergeranno su questa fetta di Lombardia risorse regionali e statali. Sono questi in sintesi i punti attorno a cui si snoda l´Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale, che il presidente della Giunta regionale, Roberto Formigoni, ha firmato oggi nel capoluogo virgiliano insieme al sindaco Fiorenza Brioni, al presidente della Provincia, Maurizio Fontanili e al neoeletto presidente della Camera di commercio, Carlo Zanetti. "Questo Accordo - ha detto il presidente - è il frutto di quel continuo confronto che la Regione ha scelto di sviluppare, nelle ultime legislature, con le rappresentanze del territorio condividendo azioni prioritarie e strategiche. Collaborazione che va oltre le differenze politiche e continuerà anche in vista di Expo 2015, che dovrà essere occasione di crescita per tutti i territori provinciali". Uno "strumento dinamico", ha definito l´accordo il presidente, "che richiama tutti alle proprie responsabilità, individua progetti e azioni funzionali allo sviluppo del territorio, con gli enti locali protagonisti di importanti iniziative". Tra queste, gli Accordi di Programma dedicati al restauro dell´Abbazia di San Benedetto Po in Polirone, alla valorizzazione di Sabbioneta, agli interventi di edilizia ospedaliera al Poma, insieme agli altri Accordi di programma avviati e realizzati dal 2001 a oggi quando venne istituito il tavolo territoriale di confronto. Sono quattro gli ambiti strategici per il rilancio del territorio mantovano: Infrastrutture per la mobilità: comprende strade, ferrovie, ciclovie e navigazione. Trentanove progetti, tra cui di particolare significato quelli sul sistema delle idrovie. Paesaggio, ambiente rurale ed energia: 17 progetti di rinaturazione, sostegno allo sviluppo rurale, prevenzione del rischio idraulico, valorizzazione delle fasce fluviali e sperimentazione sulle fonti rinnovabili in agricoltura. Sviluppo e promozione del territorio: 19 progetti nei settori della cultura, del marketing territoriale e della competitività. Sviluppo e tutela della persona: 7 progetti di innovazione, politiche giovanili, edilizia residenziale ed ospedaliera. Formigoni ha ricordato, inoltre, lo sforzo compiuto in questi anni per migliorare il sistema dei trasporti ferroviari e tamponare le situazioni critiche: "un settore nel quale e per il quale - ha sottolineato il presidente - abbiamo voluto metterci la faccia, creando una società mista grazie alla quale abbiamo potuto intervenire direttamente. Sappiamo bene che molto c´è da fare, ma siamo già partiti, con oltre 250 corse messe in funzione in più per i pendolari lombardi". Impegno che per la provincia di Mantova significa migliorare la linea Codogno-cremona-mantova, l´eliminazione - già programmata - di 51 dei 71 passaggi a livello esistenti grazie anche a un cofinanziamento regionale di 3,4 milioni di euro, il raddoppio della linea Verona-bologna e l´elettrificazione della linea Parma Suzzara Poggiorusco. I Contenuti Dell´accordo - Gli 82 progetti dell´Accordo sono articolati in questo modo. - Progetti in piano d´azione: 29 interventi già approvati, avviati o sostanzialmente pronti per essere avviati, caratterizzati da una progettazione definita, totalmente o parzialmente finanziati. Fra questi l´autostrada regionale Cremona-mantova, il Ti. Bre. (Corridoio Tirreno-brennero) ferroviario, il porto fluviale commerciale di Mantova Valdaro, la conca di Valdaro, il polo di sviluppo di Carpaneta, il progetto Fo. R. Agri. Fonti rinnovabili in agricoltura, Mantova e Sabbioneta patrimonio mondiale dell´umanità dell´Unesco, la riqualificazione degli ospedali di Mantova, Asola e Bozzolo, i programmi di edilizia residenziale pubblica. - Progetti in piano integrativo: 31 interventi già con progetto preliminare, da finanziare, almeno in parte caratterizzati da uno studio di fattibilità o da un progetto preliminare: il corridoio plurimodale Tirreno-brennero - Ti. Bre. Autostradale; l´asse dell´Oltrepo mantovano Po. Pe. Poggio Rusco - Pegognaga; la sistemazione multifunzionale del fiume Po (tratto isola Serafini - foce Mincio) finalizzata ad innalzare l´attuale livello idrico di magra del fiume, creare un riequilibrio idraulico, garantire la navigabilità, stabilizzare le falde idriche e garantire maggior disponibilità di acqua nei periodi di siccità; i distretti culturali; gli ecomusei. - Progetti in piano laboratorio: 22 interventi tra cui la tangenziale di Roverbella, il sottopasso di Porta Cerese, la realizzazione del Piano provinciale delle piste ciclabili, l´isola Boschina (progetto centro studi sulla flora autoctona), il progetto Probitec per la produzione di biogas da biomasse vegetali e reflui zootecnici. Inoltre, il restauro della Basilica di Sant´andrea, il progetto per la valorizzazione della città murata a Sabbioneta e il restauro dell´abbazia di Polirone. "L´accordo firmato oggi - ha detto Formigoni - si inserisce coerentemente in un più ampio programma di interventi funzionali alla competitività della Lombardia e al processo di infrastrutturazione e qualificazione degli ambiti territoriali non contigui al sito di Expo 2015 ma in stretto collegamento tematico: tra questi figurano l´autostrada regionale Cremona-mantova, l´intermodalità tra idrovie e ferrovie, l´attuazione del piano di gestione Unesco di Mantova e Sabbioneta e la definizione del piano d´azione coordinato per lo sviluppo sostenibile del Quadrante Sud-est Lombardia, posto all´incrocio strategico dei corridoi europei 1 e 5". Vanno poi aggiunte le "azioni regionali di settore" che incidono più rapidamente sulla vita di cittadini e utenti: gli interventi a favore della mobilità sostenibile, tra cui il potenziamento del sistema idroviario padano-veneto e il nuovo assetto della pianificazione territoriale comunale e provinciale. "Per Mantova - ha concluso il presidente Formigoni - questo accordo, giunto al termine della legislatura, rappresenta un punto di arrivo importantissimo perché siamo riusciti a dare a questa Provincia uno strumento di programmazione in grado di orientare le strategie di sviluppo sul territorio. Ma è anche un punto di partenza per tutti gli attori locali, in particolare per i 70 comuni, che potranno far leva su questo strumento per fornire nuovi spunti progettuali in vista di Expo 2015". .  
   
   
BOLOGNA: INCONTRO SULLA SCLEROSI MULTIPLA  
 
Bologna, 22 febbraio 2010 - Si è tenuta il 19 febbraio pomeriggio una riunione nei locali dell’Assessorato politiche per la salute della Regione Emilia-romagna per proseguire il confronto sull’attività di ricerca in merito a nuove metodiche di diagnosi e terapia della sclerosi multipla portate avanti dal professor Paolo Zamboni (Azienda Ospedaliero-universitaria di Ferrara), in collaborazione con il dottor Fabrizio Salvi (Ospedale Bellaria, Azienda Usl di Bologna). All’incontro hanno partecipato esperti dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale e dell’Assessorato alle politiche per la salute, il professor Zamboni, il dottor Salvi, il presidente dell’Associazione italiana sclerosi multipla e il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Ferrara. Durante la riunione è stata condivisa la necessità di una sperimentazione clinica per verificare l’efficacia terapeutica del metodo proposto nei pazienti con sclerosi multipla. Le condizioni di fattibilità della sperimentazione saranno puntualmente verificate da un gruppo tecnico di esperti, identificati nel corso dell´incontro, nel tempo più breve possibile. .  
   
   
CLASSIFICA ASSOBIOMEDICA ´ UNA NUOVA CONFERMA DELLA VIRTUOSITA´ DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE DELLE MARCHE  
 
 Ancona, 22 Febbraio 2010 - Ancora una certificazione della qualita` della sanita` marchigiana. Rappresenta un´ulteriore conferma della virtuosita` del sistema sanitario regionale l´analisi di Assobiomedica sui debiti a carico delle Asl italiane resa nota oggi. Ebbene, in uno scenario definito fosco dall´associazione (che riunisce circa 300 aziende di tecnologia biomedicale e diagnostica) visto l´ammontare dei debiti insoluti da parte delle Asl nei confronti delle aziende fornitrici, spiccano le performance positive di sole quattro regioni. Tra queste figurano proprio le Marche, le cui Asl, si legge nello studio di Assobiomedica, rispettano in media i tempi stabiliti dalla legge per i pagamenti, attestandosi al di sotto della media nazionale con 106 giorni di attesa contro i 200 dell´Italia (dall´ultima rilevazione Assobiomedica, nel luglio dello scorso anno, l´attesa nelle Marche e` gia` scesa di ben 50 giorni). Una certificazione ´ dice il presidente della Regione ´ che conferma una volta di piu` la virtuosita` della sanita` marchigiana che dopo anni di deficit oggi ha i conti in ordine e che in tutte le classifiche ministeriali sulla qualita` dei sistemi sanitari regionali figura ai primissimi posti: al 2 posto dello Studio Cerm 2009 del Ministero della Salute e del Lavoro, al 4 nella classifica del Ministero della Pubblica amministrazione e Innovazione, al 3 nello studio del ministero del Welfare. . .  
   
   
DISABILI, “VERSO LA LUCE”: POSITIVO CORSO SU METODO JOULE  
 
Potenza, 22 febbraio 2010 - A conclusione del il percorso formativo per apprendere il metodo Joule che si è tenuto a Grumento Nova l’associazione di volontariato “Verso la luce” traccia un bilancio dell’iniziativa. L’esperta, dottoressa Mary Ruprecht, della Valpar I. C. – si legge in un comunicato - ha illustrato ad un gruppo di operatori della stessa Associazione il metodo nei suoi dettagli. Joule – spiega l’associazione di volontariato disabili - è uno strumento tecnico che, attraverso l’applicazione di test specifici volti alla misurazione delle capacità residue, valuta le reali possibilità inerenti il movimento, la forza, la tolleranza e la resistenza temporale mediante esercizi pratici. Simultaneamente l’attenta osservazione dell/degli operatore/i e la capacità di coinvolgere l’utente, senza condizionarlo, consentono di realizzare un report dal quale si evince la reale possibilità lavorativa con la specifica delle diverse attività che può svolgere. Il tempo richiesto per la realizzazione di una valutazione completa oscilla tra le 7/8 ore consecutive quando la persona disabile riesce a collaborare per tutta la durata; quando invece si rileva la stanchezza della persona, occorre sospendere per proseguire successivamente. I test, - sottolinea la nota - strutturati in numerosi protocolli, non necessariamente applicabili a tutti, permettono addirittura di individuare e creare protocolli personalizzati. Tutto ciò al fine di rispondere, anche, alle diverse richieste provenienti dai datori di lavoro, fra l’altro con l’opportunità di inserire indicazioni specifiche e congrue alla singola persona. In America e laddove viene già utilizzato, la valutazione viene richiesta prevalentemente dai datori di lavoro sulle specifiche esigenze aziendali. Joule prevede, infatti, anche un incontro tra operatore e situazione lavorativa (Job Analysis) in modo da individuare la persona più idonea nella specifica realtà lavorativa. Attraverso l’applicazione dei protocolli è possibile, fra l’altro, ricavare anche gli interessi e le attitudini delle singole persone disabili e ciò consente di dare risposte veramente qualitative non solo agli stessi disabili, quanto ai datori di lavoro. È chiaro che per realizzare l’incontro domanda – offerta di lavoro occorre creare un sistema, ad esempio come quello illustrato dal Presidente del Centro Studi Opera Don Calabria durante la Tavola Rotonda del 15 u. S. Nella Regione Veneto ed Emilia Romagna è già attivo da tempo: il Centro Studi, attraverso convenzioni con le Province, si occupa di fornire il bilancio delle competenze delle persone disabili alle aziende che si avvalgono dei Centri per l’Impiego, seguendo anche la fase del primo inserimento. Joule, che va oltre il bilancio delle competenze, - conclude l’associazione “Verso la Luce” - è una vera rivoluzione per il mondo dell’inserimento e per la qualità di esso, sempre se le Istituzioni, pubbliche e private, sono interessate a colmare un vuoto legislativo e costituzionale che continua a caratterizzare la nostra realtà lucana. Il servizio per le persone disabili e le I. P e le P. A. Interessate sarà funzionale dal mese di Aprile. .  
   
   
SALUTE FVG: INCONTRO SINDACI AREA VASTA PORDENONESE  
 
 Pordenone, 22 febbraio 2010 - "Il vostro contributo al dibattito sulla bozza di Piano sanitario 2010-2012 è importante e positivo. Da esso emergono le criticità del territorio e del sistema sanitario, ma in un´ottica propositiva di soluzioni condivisibili e frutto di un dibattito al vostro interno. Nasce così questo ´Modello Pordenone´ nel quale mi ritrovo per la sua metodologia volta al miglioramento dei servizi e dell´offerta". Questo il giudizio espresso dall´assessore regionale alla Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, che il 20 febbraio ha incontrato nel Municipio di Pordenone i sindaci dell´Area Vasta Pordenonese, che il 27 gennaio scorso avevano approvato all´unanimità e inviato alla Regione un Documento sulla proposta di Piano. Era presente anche il consigliere regionale Piero Colussi. Salutato dal sindaco del capoluogo, Sergio Bolzonello, che ha messo in evidenza "il carattere non ideologico ma di partecipazione del Documento pordenonese alle scelte della Regione", Kosic ha ascoltato gli interventi di vari amministratori locali che hanno toccato vari punti. Tra essi la necessità di dare risposte forti al territorio montano della provincia per offrire omogeneità di trattamento; il timore per la carenze di personale; l´esigenza di integrazione degli ospedali del territorio avendo nel nuovo ospedale di Pordenone il punto di riferimento; la ferma volontà di ribadire ruolo ed eccellenza del Cro; la necessità che qualsiasi processo di riorganizzazione e razionalizzazione sia accompagnato da precisi piani e obiettivi per poter veramente liberare risorse da ridistribuire. Per Kosic si tratta di osservazioni e proposte valide e utili. Su alcuni punti - nuovo ospedale e Cittadella della Salute - l´assessore ha riconfermato gli impegni assunti dalla Giunta regionale; sul Cro ritiene che le preoccupazioni siano infondate in quanto viene confermata l´attenzione e se necessario saranno introdotti chiarimenti nel Piano. Ha negato che vi sia un blocco del turnover dei dipendenti assicurando che il personale sanitario sarà integrato per il 40 per cento e il resto lo sarà su autorizzazione della Direzione centrale; sempre in tema di personale ha reso noto che sta procedendo il confronto per la perequazione dei dipendenti; ha pure ribadito l´impegno finanziario per alcuni settori del sociale come centri diurni, case di riposo, ecc. Nel merito del Documento dei sindaci, Kosic ha fatto riferimento in particolare - dicendosi favorevole - alla proposta di sperimentazioni in tre campi: l´Icf (Classificazione internazionale delle funzioni e delle disabilità); i Punti unici di accesso al sistema; la messa in rete di tutti i servizi. .  
   
   
SERRACAPRIOLA: A GIUGNO I LAVORI PER IL “DOPO DI NOI”  
 
Serracapriola, 22 Febbraio 2010 -“L’iter burocratico per la realizzazione del “Dopo di noi” a Serracapriola è stato completato” – ad annunciarlo è il Commissario Straordinario Michele Fabio Ferro -. “La struttura ospiterà 12 persone con gravi disabilità, che alla morte dei propri cari non avranno nessuno che possa curarli, guidarli e seguirli con la costanza e l’assiduità necessaria. Nasce da qui il bisogno di istituire il “Dopo di noi”. Al momento, sono già pervenute diverse richieste da parte dei familiari di persone con gravi disabilità attualmente ospitate fuori Regione. Il Centro “Dopo di noi” di Serracapriola sarà realizzato presso lo storico palazzo dell’Ipab “Sorelle Corroppoli”, sito in via Ugo Bassi, grazie ad un finanziamento di 800. 000 euro erogato dall’Assessorato alla Solidarietà della Regione Puglia ed alla sensibilità dell’Assessore Elena Gentile. La struttura, oltre a dare sostegno e speranza al mondo della disabilità, creerà nuove opportunità di lavoro per tanti giovani disoccupati dell’Alto Tavoliere. ” «La struttura con 12 posti letto per il “Dopo di noi” di Serracapriola - commenta l’Assessore Regionale Elena Gentile, - completa la progettualità relativa al distretto San Paolo di Civitate – Serracapriola – Chieuti. A San Paolo di Civitate è stato già finanziato e realizzato un centro diurno per i disabili a servizio dei tre comuni ed è stato finanziato un progetto di 995. 000 euro per la “Casa della solidarietà”, nella quale è prevista anche una casa famiglia per persone con disabilità non grave. A Chieuti è previsto l’ampliamento della struttura della “Casa di Riposo Maria Immacolata” e la trasformazione della stessa in Rssa. Questi sono investimenti sociali che ridanno dignità al territorio perché con gli stessi soldi che attualmente la Regione Puglia spende per le rette presso centri di altre Regioni si creeranno servizi per i cittadini in situazione di bisogno e posti di lavoro per le ottime professionalità pugliesi. » .  
   
   
MALATI PARKINSON. PRESENTATO A VERONA ILLASI NUOVO SERVIZIO OFFERTO DA CASA DI ACCOGLIENZA “BALDO SPREA”  
 
 Venezia, 22 febbraio 2010 - “E’ un apprezzabile servizio specialistico per i malati di Parkinson che testimonia l’alta qualità dei servizi sociosanitari offerti in questa zona della provincia di Verona. La casa di accoglienza “Baldo Sprea” mostra come si può interpretare al meglio la mission dei centri residenziali per persone non autosufficienti che devono diventare sempre di più, in tutto il Veneto, centri multifunzionali, aperti al territorio e rispondenti alle esigenze dei non autosufficienti e delle loro famiglie. Lo ha detto oggi a Illasi, l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Stefano Valdegamberi, intervenuto alla presentazione del nuovo servizio che consisterà in sedute riabilitative di gruppo dedicate ai malati di morbo di Parkinson nell’area est del veronese. Il nuovo servizio del centro “Baldo Sprea” è svolto di concerto con il dipartimento riabilitativo interaziendale dell’Azienda Ulss 20 di Verona e con il distretto n. 4 e l’Unione Parkinsoniani di Verona. Lo scopo di tali corsi, è stato detto, è di favorire nel malato l’apprendimento di esercizi motori da ripetere quotidianamente a casa propria e di norme di comportamento per favorire la vita quotidiana del malato. “La strategia che questa Ipab persegue – ha rilevato Valdegamberi – ben si integra nelle linee guida delle politiche regionali che vedono i centri residenziali per anziani e persone non autosufficienti come veri e propri presidi territoriali dell’assistenza sociosanitaria. Sono intervenuti alla presentazione di questi corsi riabilitativi, tra gli altri, la presidente della casa “Balbo Sprea” Maria Rita Calza, la presidente dell’Unione Parkinsoniani di Verona Mariella Origano. Il direttore del dipartimento riabilitativo interaziendale dell’Ulss n. 20 Gaspare Crimi e il direttore del Distretto n. 4 Roberto Burin. .  
   
   
NOMINATO IN SARDEGNA IL NUOVO DIRETTORE GENERALE ASSESSORATO SANITÀ  
 
Cagliari, 22 Febbraio 2010 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore Antonello Liori, ha nominato il nuovo direttore generale dell’Assessorato dell´Igiene e Sanità e dell´Assistenza sociale. Massimo Temussi - 39enne di Sassari, laureato in Economia e commercio - fino ad oggi era direttore amministrativo dell´Asl 6 di Sanluri. Negli anni passati ha ricoperto altri incarichi amministrativi nell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari e nel Formez, oltre ad aver già collaborato con la Regione in qualità di consulente. È tuttora rappresentante del Governo nel consiglio di amministrazione dell’Università di Sassari. .  
   
   
A VERONA CONFRONTO TRA COMUNITA´ TERAPEUTICHE PSICHIATRICHE ENTRO UN PAIO DI SETTIMANE IL VIA LIBERA AL PROGETTO OBIETTIVO SALUTE MENTALE  
 
Verona, 22 febbraio 2010 - “Le politiche di salute rivolte al malato psichiatrico in Veneto stanno per evolversi radicalmente e positivamente. Entro un paio di settimane, ottenuto il parere favorevole della Commissione del Consiglio, la Giunta regionale approverà infatti definitivamente il nuovo Progetto Obiettivo Salute Mentale, una delle scelte programmatorie più qualificanti di questo ultimo scorcio di legislatura”. Lo ha annunciato il 19 febbraio l´Assessore alla Sanità Sandro Sandri, intervenendo a Verona, al Centro Culturale Marani, al convegno “Le comunità terapeutiche in psichiatria: evoluzioni possibili tra cura e normativa”, organizzato dagli Istituti Civici di Servizio Sociale di Verona con il patrocinio della Regione, dell´Ulss 20 e dell´Università scaligera, e rivolto ad una sala gremita di oltre 350 operatori delle Comunità Terapeutiche veronesi. All´incontro partecipavano tra gli altri l´Assessore comunale Erminia Perbellini, il Preside della Facoltà di Medicina Michele Tansella, ed il Direttore dei Servizi Sociali dell´Ulss 20 Angelo De Cristan. “Il Progetto Obiettivo regionale – ha tenuto a sottolineare Sandri – è stato costruito con una grande lavoro di monitoraggio e valutazione dei nuovi bisogni e, in breve, costituirà una vera e propria rete di presa in carico totale del paziente che vedrà interagire l´ospedale, i servizi territoriali delle Ullss, il sistema dei medici di medicina generale, le Comunità terapeutiche e le famiglie dei pazienti, verso le quali è assolutamente necessario alleviare le difficoltà che spesso devono affrontare. La Rete ha tutte le caratteristiche per dare tutte le risposte attese – ha aggiunto Sandri – partendo dalla prevenzione, passando per la cura, e arrivando al reinserimento sociale al termine del percorso”. Particolare attenzione verrà anche posta ai nuovi bisogni emersi prepotentemente nell´ultimo periodo: i disturbi alimentari, le problematiche adolescenziali, l´esordio precoce delle psicosi, le psicopatologie nell´anziano, le ricadute psicopatologiche degli abusi di sostanze. Il recentissimo Rapporto sulla Salute Mentale in Veneto indica che i cittadini veneti con patologie psichiatriche sono quasi 70. 000 (il 58% donne) con un´età media di 51,9 anni. I Servizi Psichiatrici Territoriali hanno curato 62. 600 utenti. Gli ospedali hanno fatto registrare in un anno 20. 065 ricoveri, riferiti a 14. 500 persone. .  
   
   
RUBENS A COMO A VILLA OLMO. I CAPOLAVORI DEL MAESTRO FIAMMINGO  
 
Como, 22 febbraio 2010 - La più importante rassegna italiana dedicata a Pieter Paul Rubens negli ultimi vent’anni, presenta a Como un percorso espositivo con 25 opere di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, provenienti dalla Gemäldegalerie dell’Accademia di Belle arti e dal Liechtenstein Museum di Vienna, oltre a 40 lavori di pittori fiamminghi del Seicento quali Anton Van Dyck, Jacob Jordaens, Gaspar de Crayen, Pieter Boel, Theodor Thulden. Per il settimo anno consecutivo, Como organizza un grande evento d’arte. I successi delle mostre dedicate a Mirò, Picasso, Magritte, agli Impressionisti, a Klimt e Schiele, e ai maestri dell’Avanguardia russa Chagall, Kandinsky e Malevic, visitate da oltre 500. 000 persone per una media annuale di circa 90. 000 visitatori, hanno fatto del capoluogo lariano uno dei punti di riferimento del circuito espositivo nazionale. Le sale della settecentesca Villa Olmo sono ora pronte per aprirsi dal 27 marzo al 25 luglio 2010 al genio di Pieter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640), maestro del Barocco. La mostra Rubens e i Fiamminghi, curata da Sergio Gaddi, assessore alla cultura del Comune di Como e da Renate Trnek, direttrice della Gemäldegalerie dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, con 25 capolavori del maestro fiammingo provenienti dalle collezioni della Gemäldegalerie dell’Accademia di Belle arti e dal Liechtenstein Museum di Vienna, presenta uno dei nuclei numericamente più importanti finora mai esposti in Italia. Ad essi, si affiancano anche 40 opere di pittori della sua cerchia, quali Anton Van Dyck, Jacob Jordaens, Gaspar de Crayen, Pieter Boel, Theodor Thulden. “La mostra di Villa Olmo - commenta il curatore Sergio Gaddi - celebra la genialità e la modernità di uno dei maestri assoluti della pittura, una personalità che dopo quattrocento anni continua a sorprendere per la potenza grandiosa ed esuberante del segno che ha reso universale il Barocco europeo. Rubens è sempre contemporaneo perché fissa nel tempo l’ideale della bellezza classica e riesce a dare la vita alle sue figure attraverso la luce e il colore. La sua pittura è una festa per l’anima e per gli occhi, e le opere esposte a Como raccontano la ricerca della perfezione nell’esperienza rubensiana e permettono al visitatore un viaggio appassionante nell’epoca d’oro della pittura fiamminga del Seicento”. “Con Rubens e i suoi epigoni fiamminghi - sostiene il sindaco di Como, Stefano Bruni - Como si appresta a vivere un’altra straordinaria stagione di grandi eventi, un ulteriore passo di un percorso ambizioso iniziato nel 2004 e che a pieno titolo ci ha già inserito nel circuito delle città d’arte, con importanti benefici per il territorio, per la naturale vocazione turistica e per il prestigio della nostra città. Dopo sette anni, continuo quindi a sostenere e a credere nella straordinaria forza propulsiva delle mostre e nella loro capacità attrattiva”. Il percorso espositivo, suddiviso nelle nove sale di Villa Olmo, si snoda attraverso i temi caratteristici della pittura di Rubens, come i soggetti sacri, i riferimenti alla storia e al mito, e contempla alcuni dei maggiori capolavori del maestro fiammingo. Tra questi, le Tre Grazie (1620-1624), vero manifesto dell’ideale bellezza femminile del tempo e che Rubens rappresenta sul modello del gruppo scultoreo ellenistico ritrovato a Roma nel Xv secolo. Rubens dipinse o disegnò il motivo delle Tre Grazie diverse volte, come soggetto singolo o inserito in un contesto più ampio. In questo caso, i tre personaggi femminili sono impersonati nella figura delle dee greche delle stagioni, vestite solo di un leggerissimo velo, che reggono un cesto di fiori, donando loro uno straordinario movimento circolare e un naturale ed elegante intrecciarsi di braccia e gesti delle mani. Borea rapisce Orizia (1615), straordinario capolavoro e immagine guida della mostra, rappresenta il rapimento, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi, della ninfa Orizia, da parte del barbuto e alato Borea, personificazione del vento del nord. Rubens fonde i due corpi in un avvolgente e fluttuante abbraccio, catturando il momento di transizione che dalla paura e violenza del rapimento conduce a un’estasi di amore e fantasia. Il corpo di Orizia, come quello di tutte le figure femminili di Rubens, è reso con un incarnato talmente realistico e vivo da far domandare a Guido Reni: “ma questo pittore mescola il sangue ai colori?” Il satiro sognante, una delle opere più insolite del maestro fiammingo, dipinta tra il 1610 e il 1612 poco dopo il suo ritorno in Italia, colpisce, oltre che per la sua imponenza, per l’architettura della composizione che contrappone il gruppo composto da Bacco, dal satiro ubriaco e dalla menade, a una traboccante natura morta, composta da un prezioso vasellame dorato e da un’infinità di coppe per bere. Particolarmente importanti sono le due tele, di oltre tre metri di dimensione, che raffigurano Vittoria e Virtù e Il trofeo di armi, appartenenti al ciclo che Rubens dedicò al console Publio Decio Mure (1616-1617). Il tema dei quadri è ispirato alle vicende dell’eroico condottiero romano vissuto nel Iv secolo a. C. , la cui storia è stata tramandata da Tito Livio. I compiti di portata tanto vasta hanno sempre stimolato l’artista, tanto da fargli dire, in una lettera del 1621 indirizzata a William Trumbull: “Confesso che una dote innata mi ha chiamato a eseguire grandi opere piuttosto che piccole curiosità. Il mio talento è siffatto che nessuna impresa, per quanto grande e multiforme nell’oggetto, ha mai sconfitto la fiducia che ripongo in me stesso”. La ricerca della perfezione nell’esperienza rubensiana passa dall’analisi accurata della fisicità, e l’idea pittorica coincide perfettamente con la sua esecuzione pratica. A tal proposito, sono da ricordare, tra le altre, La circoncisione di Cristo (1605), che risponde a precise indicazioni iconografiche dettate dalla Controriforma, e la Madonna della Vallicella (1608), due straordinari modelli per le pale d’altare della Chiesa dei Gesuiti a Genova e di Santa Maria della Vallicella a Roma, nelle quali l’impostazione teatrale della luce e l’atmosfera cromatica rivelano l’influsso dei grandi pittori veneziani del Cinquecento, che Rubens aveva studiato durante il soggiorno a Venezia del 1600. Un’assoluta rarità è Il giudizio di Paride (1605-1608), una delle sole quattro opere che Rubens realizza su tavola di rame, un supporto inconsueto per un tema che invece rappresenta un motivo ricorrente nella pittura del maestro, più volte ripreso fino al famoso quadro del 1638-39 commissionato dal re di Spagna Filippo Iv, ora al Prado di Madrid. È questo uno dei più incantevoli ‘poemi’ dipinti da Rubens, in cui tutto, dall’insieme della composizione, alle figure al paesaggio, al cielo che le sovrasta, si risolve nel colore, nella pittura pura stesa con pennellate fluide, fondendo in un unico indissolubile sia le figure che l’ambiente che le circonda. Il dipinto raffigura la competizione tra le dee Giunone, Minerva e Venere per il titolo di donna più bella dell’Olimpo, giudicate da Paride. Di notevole pregio, alcuni piccoli oli su tavola di soggetto sacro, dipinti da Rubens come studi preparatori per i 39 dipinti commissionatigli nel 1620 per il soffitto della Chiesa dei Gesuiti di Anversa, in cui è possibile incontrare più che mai la mano autografa dell’artista, che realizzava personalmente i bozzetti preparatori, affidandosi poi alla collaborazione della bottega per il perfezionamento dell’opera finale. Accanto a questi capolavori di Rubens, la mostra di Villa Olmo propone 40 tele realizzate da pittori fiamminghi della sua cerchia, in particolare di Anton Van Dyck, amico del maestro e certamente l’allievo di maggior talento – di cui è presente, tra gli altri, il famoso Autoritratto all’età di quindici anni - oltre che Jacob Jordaens, Gaspard de Crayer e Theodor Thulden. Tra i fiamminghi spiccano, per particolare pregio e minuzia del dettaglio, le nature morte di Pieter Boel, Jan Fyt e Jan De Heem in cui è possibile incontrare quella commistione di naturalismo, esotismo e artificialità tipica delle raccolte nobiliari delle kunstkammern tanto di moda nei Paesi Bassi del Xvii secolo. E’ il caso di Natura morta con mappamondo, tappeto e cacatua di Pieter Boel o Natura morta con frutta e scimmia di Jan Fyt, o ancora Sontuosa natura morta con pappagallo di Jan Davidsz de Heem. Una variante della natura morta, molto apprezzata nelle Fiandre intorno alla metà del Seicento è quella delle scene di cacciagione, ben rappresentate in mostra da opere come Il pavone bianco di Jan Weenix (1693), o le due Natura morta con cacciagione, rispettivamente di Jan Fyt e Melchior Hondecoeter. Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale. .  
   
   
ANGELO MONICO LA POESIA DEL SILENZIO IN MOSTRA A LODI PER BIPIELLE ARTE  
 
 Lodi, 22 febbraio 2010 - La poetica del silenzio è la vera essenza della pittura di Angelo Monico, schivo e austero protagonista della scena artistica lodigiana del secondo dopoguerra, al quale viene ora dedicato un ricordo significativo - a quindici anni dalla scomparsa - dal critico, amico e collezionista Tino Gipponi, curatore di una mostra monografica allestita fino al 18 aprile 2010 presso lo spazio Bipielle arte di Lodi, gestito da Villaggio Globale International. A promuovere l’evento, che raccoglie la quasi totalità della produzione di Monico, con 37 dipinti, 30 disegni e diversi bozzetti di collezioni private, è la Banca Popolare di Lodi - con il patrocinio del Comune e della Provincia di Lodi – sensibile alla valorizzazione di una figura che, pur nella ritrosia a mettersi in luce, a esporre i propri lavori, a cercare in vita apprezzamenti da parte del mercato e della critica, era divenuto punto di riferimento e sensibile animatore di quell’ambiente culturale che rendeva fervida e stimolante la città lombarda. I lodigiani tuttavia non parvero comprendere la pittura dell’artista, “trepida e sommessa”, “matura e persuasivamente affascinante” fin dalle sue prime esperienze, inducendo Monico - formatosi prima presso lo studio del pittore-decoratore Silvio Migliorini e poi a Brera - a un orgoglioso, testardo e sofferto isolamento, in cui la pittura divenne questione privata, arte per l’arte, pura riflessione interiore e “onesta poesia”. Fu una vita sobria quella di “Angioletto”, come lo chiamavano gli amici: ovvero lo stesso Gipponi, lo scultore Giovanni Vigorelli - simile a Monico per temperamento e per analoghi pudori e di cui in mostra è proposto un ritratto in bronzo del pittore - Gaetano Bonelli, Benito Vailetti e altri. Vita e arte di sentimenti controllati e di solitudine pensosa. Nello scambio dell’arte con la vita e viceversa “Monico aveva scelto un itinerario teso all’ascolto di se stesso, accompagnando il culto della perfezione e della capacità tecnica con l’arte della “moderanza”, dell’ordine esigente e misurato: non c’è espressione di un’idea religiosa, sociale o politica nei suoi lavori, “perché con questa identità – come commenta Tino Gipponi nel suo partecipato ricordo dell’artista - la ricerca sarebbe apparsa come distrazione o scarto dalla propria non occasionale interiore verità“. La sua raffigurazione pittorica custodisce la verità delle virtù semplici, dimesse, di un mondo domestico sostenuto dalla vivida luce della poesia. “La ricerca tonale, con la calda sensualità del colore, e un modo rifinito di dipingere, paziente nel ripassare le immagini con sovrapposizioni di stesure e velature di pigmenti per irrobustire il tono, vengono consacrati nella loro aristocratica povertà”. Nelle opere di Monico - insicuro, costantemente e assurdamente insoddisfatto, al punto da lasciare incompiute decine e decine di tele nelle quali si era arrovellato senza soluzione, “quanti quadri ripensati e rielaborati o distrutti da determinato autolesionista” scrive Gipponi nel catalogo edito da Skira per l’occasione - aleggiano temi e memorie legati alla casa, alle atmosfere degli interni, alle persone e agli oggetti del quotidiano in essi ambientati. E un senso di sospensione e d’elegiaca attesa ammanta il tutto: un “poetico silenzio pari a quello scelto in vita, rifiutandosi di esporre e di confrontarsi, in attesa di qualcosa o di qualcuno. Ecco allora i tanti i ritratti con posa impassibile della madre, Teresa Lucchini, fissata nelle diverse età: figura archetipo e contrappunto di tonalità affettiva, “sublimazione del mito materno di una vigile custode“; e ancora il notevole dipinto “Bambina alla porta”, “capolavoro assoluto del periodo di guerra”, che ritrae in una luce calda e avvolgente, nell’immobilità dell’ambiente, la nipote Tanina seduta su una sedia, “le cui gambe di legno richiamano, stilizzate e volutamente rinsecchite, quelle della fanciulla”. Ecco le nature morte, in particolare l’affascinante “Natura morta con statua” ove il pittore riesce a non negare la luce, imbevendola nella densità delle cose e svelando la loro smaltata lucidità di vetro soffiato e – ancora – i “Tetti”, misurata sintesi compositiva dei piani, sinfonismo coloristico della materia, densa e accaldata nel meriggio di alta estate. .  
   
   
GIOVANNI LAMI 100.000 FILTERS. AREA PROGETTO, GALLERIA CIVICA DI MODENA  
 
Modena, 22 febbraio 2010 - Inaugura sabato 20 marzo 2010 alle ore 18. 30 a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103 a Modena, l´installazione di Giovanni Lami dal titolo 100. 000 filters, settimo appuntamento della nuova edizione di Area Progetto, iniziativa dedicata alla creatività giovanile emergente promossa dalla Galleria Civica di Modena in collaborazione con l´Ufficio Giovani d´Arte del Comune di Modena, a cura di Silvia Ferrari, Serena Goldoni e Ornella Corradini, che a partire dal 2009, grazie alla collaborazione con il Gai, Associazione per il Circuito Giovani Artisti Italiani, interessa tutto il territorio nazionale. Giovanni Lami è stato proposto per la selezione dall´Ufficio Giovani d´Arte del Comune di Ravenna, partner della rassegna. 100. 000 filters di Giovanni Lami, a cura di Silvia Ferrari, è un´installazione fotografica che pone l´accento sul fenomeno della progressiva perdita di una visione incontaminata del cielo da parte dell´uomo: l´immagine pura e primitiva della volta celeste si sta riducendo e offuscando a causa dell´inquinamento luminoso delle nostre città e insieme ad essa anche la relazione profonda dell´uomo con l´idea di assoluto, quella tensione verso l´infinito che è parte della nostra stessa identità e ne mette in dubbio la centralità dell´universo. Questi temi sono sviluppati attraverso una serie di fotografie di grande formato sospese come un grande tetto sulla testa degli spettatori, con l´immagine visibile soltanto dal lato opposto al loro passaggio; la visione delle fotografie è infatti consentita soltanto dalla balconata superiore rispetto al tetto, un espediente che dovrebbe indurre alla presa di coscienza di come la percezione del cielo notturno sia ormai un fenomeno distante dall´uomo e necessiti di un artificio per ritrovarne la purezza. Visioni del cielo notturno contaminato dalle luci artificiali, immagini di cieli osservati da planetari, la presenza umana che funge da anonimo osservatore, paesaggi urbani illuminati da lampioni, come contrappunto al cielo stellato: nelle fotografie del giovane autore romagnolo, in cui è chiara la matrice paesaggistica del suo lavoro, la relazione tra natura e artificio si esprime in un progetto di grande intensità poetica, capace di far trasparire una presa di posizione anche critica. La mostra, che inaugura in concomitanza con Pagine da un bestiario fantastico, sarà aperta al pubblico fino al prossimo 16 maggio. Il progetto è accompagnato da una brochure di mostra con testo critico di Silvia Ferrari e immagini a colori. .  
   
   
ARTE, 40ANNI IN MOSTRA A MILANO LISSONE E BERGAMO PERCORSO ARTISTICO CHE VA DAL DOPOGUERRA ALLA CADUTA DEL MURO  
 
Milano, 22 febbraio 2010 - Una grande mostra per descrivere e interpretare quarant´anni di storia italiana. Avendo nell´arte il punto focale, inserendo però le espressioni artistiche nel contesto culturale, sociale ed economico di decenni rivelatisi cruciali per l´Italia: quelli dal 1947 al 1989, dall´immediato dopoguerra alla caduta del muro di Berlino. Gli anni della ricostruzione dopo una guerra tra le più devastanti, ma anche del celebrato "miracolo italiano", gli anni della contestazione e del terrorismo, gli anni complessi della Guerra fredda. Anni comunque fondamentali anche per capire l´Italia di oggi, nell´economia, nella politica e anche nell´arte. Per la prima volta in modo organico una grande mostra cerca di fare il punto su quel periodo contraddittorio e vivo come pochi, tentando di verificare come nel corso di quei quarant´anni l´arte abbia influenzato la società. Sono questi i caratteri distintivi della rassegna: "Il Grande Gioco. Forme d´arte in Italia 1947 - 1989", presentata oggi in Regione dall´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, insieme all´assessore milanese alla Cultura, Massimiliano Finazzer Flory. Una rassegna dove il "grande gioco" evoca ruoli, richiama esperienze, suggerisce relazioni, ma soprattutto sottolinea come il divenire della storia e dell´arte non possano essere affrontate per comparti, ma debba essere letto nelle interazioni e nelle rispettive e reciproche influenze. Per realizzare una rassegna così importante tre realtà hanno unito gli sforzi: il Comune di Lissone con il suo Museo d´arte contemporanea, il Comune di Bergamo con la Gamec - Galleria d´Arte Moderna e Contemporanea - e il Comune di Milano - settore Cultura - con i suoi spazi della Rotonda di via Besana, strettamente affiancate dall´assessorato regionale alle Culture. L´ideazione del progetto e la cura delle mostre sono di Luigi Cavadini, Bruno Corà e Giacinto Di Pietrantonio. "Il Grande Gioco. Forme d´arte in Italia 1947-1989 - spiega Zanello - fa il punto sulla ricchezza di ricerche ed esiti conseguiti nel quarantennio corrispondente al periodo ormai universalmente definito della Guerra fredda mediante la sperimentazione di nuovi mezzi e di nuovi territori estetici da parte dell´arte e le relazioni, le confluenze e le influenze instauratesi in molti casi con architettura, cinema, design, editoria, economia, industria, fotografia e fotogiornalismo, società, teatro e televisione. Si tratta di una trasversalità che recupera, ravvivandola a partire dal secondo dopoguerra, la ricchezza dell´esperienza futurista, che intendeva entrare nei vari campi espressivi e sociali della realtà". Negli anni dell´immediato dopoguerra gli artisti cercano di riprendere percorsi spesso interrotti dalla loro partecipazione al conflitto o, comunque, di ravvivare la propria ricerca e di dare ad essa una nuova visibilità. Dei due percorsi figurazione-astrazione il filone figurativo, stando agli effetti prodottisi nei decenni successivi al dopoguerra, non sembra avere sbocchi fecondi nella società alla quale peraltro ambiva, mentre la ricerca astratta si va espandendo e ramificando in vari filoni. "Proprio su questa ´storia´ - ha proseguito Zanello - si soffermano le mostre, per la sua diversificata evoluzione, per le conseguenze decisamente ampie che avrà sulla ricerca dei decenni successivi e per le relazioni che si instaurano con i vari aspetti della cultura e della società e dell´economia dell´epoca. Le forme dell´arte e delle neoavanguardie si diffondono nella realtà, diventano vita, anche se la maggior parte delle persone non ha consapevolezza da dove quelle forme provengano". La mostra si articola sui tre spazi espositivi secondo una successione temporale che assegna al Museo d´arte contemporanea di Lissone le opere degli anni dell´immediato dopoguerra fino al 1958 (inaugurazione domenica 21 febbraio ore 11. 00), alla Rotonda di via Besana di Milano le opere del periodo 1959-1972 (lunedì 22 febbraio ore 18. 30) e alla Gamec di Bergamo quelle degli anni più recenti, dal 1973 al 1989 (martedì 23 febbraio ore 18. 30). E´ prevista, infine, un´estensione a compendio della mostra, che si terrà a partire dal 3 luglio fino al 26 settembre 2010 presso la sede del Museo d´Arte di Lugano. .  
   
   
XIV BIENNALE DONNA. MEMORIE VELATE ARTE CONTEMPORANEA DALL’IRAN A FERRARA, PALAZZO MASSARI PAC  
 
Ferrara, 22 febbraio 2010 - “Memorie velate. Arte Contemporanea dall´Iran” è la mostra collettiva scelta per la Xiv edizione della Biennale Donna, promossa dall’Udi – Unione Donna in Italia di Ferrara, in collaborazione con le Gallerie d´Arte Moderna e Contemporanea e i Musei Civici di Arte Antica del Comune di Ferrara, in programma dal 18 aprile al 13 giugno 2010 al Padiglione d´Arte Contemporanea di Ferrara. La mostra ripercorre l´esperienza di sei artiste contemporanee iraniane già affermate a livello internazionale: Shirin Fakhim, Ghazel, Firouzeh Khosrovani, Shadi Ghadirian, Mandana Moghaddam e Parastou Forouhar. Sei donne che oltre ad aver vissuto un tormentato passato, a partire dalla Rivoluzione Islamica del 1979, fino alla guerra Iran-iraq (1980-1988), portano soprattutto la testimonianza della gravosa condizione della donna in uno dei Paesi mediorientali più conservatori. Nella cultura iraniana la discriminazione della donna è infatti ancora un argomento prioritario e anche se tentativi di cambiamento sono stati fatti, la donna iraniana è tuttora collocata nei gradini più bassi della scala sociale, considerata come una cittadina di “seconda classe”. Filo conduttore della mostra sono le memorie di un passato ed un presente ancora in bilico fra desiderio di modernizzazione e volontà di salvaguardia delle tradizioni culturali e religiose islamiche, in un delicato ma altrettanto articolato percorso visto dagli occhi di coraggiose donne, instancabili portavoci di una realtà che vuole essere raccontata. L´indagine che ne consegue ritrae volutamente l´esperienza di artiste che hanno seguito percorsi diversi, presentando le riflessioni sia di chi ha scelto di rimanere in Iran, sia di chi già da anni ha deciso l’esilio, in uno stato di nomadismo geografico obbligatorio che però non dimentica la forte identità culturale. La rassegna ripercorre temi quali il ruolo sociale e familiare della donna nel mondo islamico, il legame con il proprio Paese e la speranza di un cambiamento verso un futuro più democratico, il tutto proposto con ampia varietà di linguaggi espressivi: dalla video arte all’installazione, dalla fotografia ad opere site specific realizzate appositamente per la Biennale, fino ad arrivare al documentario, un genere che sta vivendo in Iran un importante sviluppo espressivo. La mostra si apre con la presentazione di alcuni dei più significativi lavori mai esposti in Italia della giovane Shirin Fakhim, sculture a grandezza naturale che con audacia ed evidente provocatorietà affrontano il tema del grande aumento di prostitute a Teheran, triste risultato del ripudio, degli abusi domestici o della vedovanza subiti da donne che “perdono la propria dignità” come previsto da regole religioso-sociali. La rassegna prosegue con la complessa video-installazione di Ghazel, artista già affermata a livello internazionale che porta alla Biennale un’opera in esclusiva italiana, un intimo diario quotidiano fortemente autobiografico che racconta gesti, atteggiamenti e parentesi di vita di una donna dalla multipla e complessa identità. L’unico documentario presente in mostra, quello della giovane giornalista e documentarista Firouzeh Khosrovani, riporta invece la concezione del corpo femminile dalla Rivoluzione Islamica fino ad oggi, quando anche i manichini femminili nelle vetrine dei negozi di Teheran diventano oggetto di attive controversie che sfociano nell’inverosimile decisione di mutilarne le forme femminili. La privata riflessione sull’individualità femminile trova una giusta espressione nelle opere della fotografa Shadi Ghadirian, originali e suggestivi scatti che evidenziano le contraddizioni dell’Iran odierno rivelandone le incoerenze e sostenendo che dopo la modernizzazione della tecnologia deve arrivare quella dei valori. Di grande impatto visivo e tipicamente concettuali sono i lavori composti da cemento, capelli veri e specchi di Mandana Moghaddam, installazioni dalla forte tensione creativa che giocano sull’inaspettabile bilanciamento fra la forza maschile e quella femminile, resa con una finezza caratteristica predominante del percorso artistico di Moghaddam. A chiudere la mostra le opere di Parastou Forouhar, controversa artista che ha vissuto in prima persona la violazione dei diritti umani a causa della brutale uccisione dei suoi genitori, all’epoca oppositori politici in Iran. L’arte di Forouhar, indubbiamente influenzata da una dolorosa storia personale, si concentra infatti su temi quali la libertà di pensiero e la lotta per i diritti delle donne. La mostra curata da Silvia Cirelli, è organizzata da un comitato scientifico composto da Lola Bonora, Anna Maria Fioravanti Baraldi, Dida Spano, Anna Quarzi, Ansalda Siroli, Antonia Trasforini, Liviana Zagagnoni, ed è sostenuta da Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara e Regione Emilia-romagna. In occasione della esposizione sarà edito un catalogo bilingue italiano ed inglese che contiene le riproduzioni di tutte le opere esposte e apparati biografici, unitamente a contributi critici della curatrice Silvia Cirelli e della critica d’arte Rose Issa. Alla Biennale Donna verranno poi affiancate una serie di iniziative collaterali strettamente legate al filo conduttore della mostra, come una rassegna cinematografica, presentazioni letterarie e dibattiti. .  
   
   
DA BRAQUE A KANDINSKY A CHAGALL. AIMÉ MAEGHT E I SUOI ARTISTI A FERRARA, PALAZZO DEI DIAMANTI  
 
Ferrara, 22 febbraio 2010 - Palazzo dei Diamanti dedica la mostra di primavera ad una figura chiave della scena artistica del secondo Novecento. Amico di maestri come Bonnard, Matisse, Léger, Braque, Chagall, Miró, Calder e Giacometti, Aimé Maeght fu un editore di fama e soprattutto il fondatore a Parigi di una delle gallerie più innovative del secolo, nonché, a Saint-paul de Vence, della Fondazione Marguerite e Aimé Maeght, un tempio dedicato alla creazione artistica e un crocevia internazionale di pittori, scultori, scrittori, musicisti e intellettuali. Aimé Maeght promosse l´attività di maestri affermati e contribuì alla nascita di una nuova stagione della loro arte incoraggiandoli a utilizzare, oltre alla pittura, altri linguaggi. Nello stesso tempo si dimostrò attento alle ricerche delle generazioni più giovani, dando prova di saper competere con le gallerie americane protagoniste del rinnovamento artistico del secondo dopoguerra. Inoltre, la sua instancabile attività di editore attrasse grandi personalità del mondo artistico e intellettuale, dal cui confronto nacquero straordinarie creazioni collettive. Per approfondire la conoscenza di questo affascinante capitolo della vita artistica e culturale del secondo dopoguerra, Ferrara Arte organizza la mostra Da Braque a Kandinsky a Chagall. Aimé Maeght e i suoi artisti, la prima in Italia dedicata alla Galleria Maeght e alle vicende che ne hanno segnato la storia. L´esposizione, a cura di Tomàs Llorens e Boye Llorens, è anche l´occasione per studiare un aspetto della storia dell´arte del Novecento fino ad oggi poco indagato ma assolutamente fondamentale: il mercato dell´arte e i suoi principali animatori, i mercanti e i galleristi. Oltre cento opere, soprattutto dipinti, ma anche sculture, ceramiche, disegni, incisioni, fotografie d´epoca e volumi illustrati delle Edizioni Maeght, permettono di ripercorre il ventennio d´oro che va dall´apertura della galleria parigina nel 1945 all´inaugurazione della Fondazione nel 1964. La rassegna è suddivisa in sezioni tematiche, legate tra loro dai numeri della rivista Derrière le miroir, le cui uscite accompagnavano ogni esposizione con funzione di catalogo, coniugando creazioni letterarie e litografie originali. Il tema della prima sezione della mostra è l´amicizia che univa Aimé e la moglie Marguerite ai propri artisti, un legame nutrito anche dalla sensibilità e dall´ospitalità che la donna seppe sempre dimostrare loro. Ne sono testimonianza i ritratti di Marguerite realizzati da Matisse nel 1944 e da Giacometti nel 1961, due icone che ne esaltano l´una il fascino della maturità, l´altra l´autorevolezza dell´età avanzata, nonché il bellissimo dipinto di Bonnard, Fanciulla distesa del 1921, che Marguerite custodiva nella propria camera. Tramite la figlia di Matisse, Marguerite, nel 1945, Aimé conobbe Braque con il quale nacquero un´amicizia profonda e uno scambio fecondissimo. Il mercante incoraggiò l´artista a riaccostarsi alla litografia e acquistò la sua intera produzione, tra cui i grandi pannelli decorativi con motivi mitologici del 1931 e uno dei celebri Ateliers del 1950-51, considerati uno dei suoi vertici espressivi. La terza sezione della rassegna è dedicata ad uno degli episodi che fecero più scalpore nella storia della galleria, l´esposizione Le Surréalisme en 1947 organizzata da André Breton e Marcel Duchamp. Vengono riproposti il catalogo con la provocatoria copertina ideata da Duchamp, su cui è applicata una protesi di seno femminile in gomma, e la celebre tela Superstizione - Serpente di Miró, una successione di motivi arcaicizzanti dipinti su una lunga striscia di tessuto. In quell´occasione Aimé iniziò a collaborare con Giacometti, che, anche grazie alle mostre della Galleria Maeght, divenne una delle figure più rappresentative dell´arte del dopoguerra. I bronzi riuniti nella quarta sezione della rassegna, tra i quali La foresta del 1950 e tre delle celebri Femme de Venise del 1956, sono rivelatori della capacità dell´artista svizzero di trasmettere, con un linguaggio inedito, il senso di precarietà dell´esistenza umana. Tra i grandi nomi che la Galleria Maeght rappresentò in esclusiva vi era anche Chagall. Aimé fu probabilmente affascinato dalla capacità dell´artista russo di esplorare tecniche diverse per dare forma al proprio mondo poetico: vedute parigine, il pittore con la tavolozza, coppie di amanti, galli fantastici, asini alati, violinisti e fiori provenzali sono i protagonisti delle ceramiche, delle incisioni, delle gouaches e dei dipinti presentati in mostra, tra cui il famoso Sole giallo del 1958. A differenza della maggior parte delle gallerie dell´epoca, che sostenevano un´unica tendenza artistica, Maeght spaziò dall´arte figurativa a quella astratta, seguendo una propria poetica personale e una ricerca instancabile della qualità. È con questo spirito che in mostra vengono accostate due personalità molto diverse come Kandinsky e Léger: del primo sono presentate sia opere della fase del Bauhaus, inconfondibili nell´astrazione geometrica, sia un dipinto del periodo parigino, Nodo rosso del 1936, giocato sull´armonia di linee e forme fluide; del secondo spicca il trittico Grandi code di comete del 1930, che evoca il movimento del corpo celeste, richiamando tanto la sfera dell´immaginario quanto l´ambito scientifico. Segue una raffinata sezione dal titolo Bianco e nero, che rende omaggio alla sensibilità di Maeght per le ricerche incentrate sull´economia dei mezzi espressivi. Ne è un esempio emblematico il grande Cespuglio realizzato su carta da Matisse nel 1951, un´immagine ad un tempo semplice e monumentale. Lo affiancano, per analogia, le litografie del più giovane americano Ellsworth Kelly, ispirate al giardino di Saint-paul de Vence, e una scultura mobile di Calder, In piedi del 1972, in sintonia per forza ed essenzialità con il capolavoro di Matisse. Calder era, assieme a Miró, uno degli artisti più vicini ad Aimé. Un legame confermato, tra l´altro, dal dono di nozze che lo scultore fece a suo figlio Adrien, il bellissimo Sommacco V del 1953, presentato in mostra assieme ai due singolari uccelli modellati in fil di ferro. L´amicizia con Miró è a sua volta testimoniata dalla tecnica mista Per i 70 anni di Aimé, esposta assieme a gouaches e olii, tra i quali Gioia di una fanciulla davanti al sole del 1960, che rivela il rapporto dell´artista catalano con le ricerche degli espressionisti astratti. Nel giro di pochi anni la Galleria si era imposta come il principale punto di riferimento delle figure riconosciute come maestri del movimento moderno. Al contempo aveva scelto di rappresentare artisti meno noti, quali Pierre Tal-coat e Bram van Velde, o talenti emergenti, come Kelly e Chillida, discostandosi ulteriormente, in questo, dall´orientamento prevalente nelle gallerie dell´epoca. Per tale ragione, la mostra propone un affascinante confronto generazionale, accostando opere di Léger e Chillida che trovano una comune fonte d´ispirazione negli elementi naturali: forme organiche per il primo, la terra per l´artista basco. La rassegna si chiude con un´ampia sezione dedicata alla Fondazione, creata da Aimé e Marguerite in memoria del figlio Bernard morto prematuramente: una sorta di "opera d´arte totale", dove i diversi linguaggi espressivi dialogano tra loro. Una selezione di affascinanti foto storiche racconta la nascita e momenti della vita del complesso, che vide la stretta collaborazione dell´architetto catalano Josep Lluís Sert con Aimé e la sua cerchia di artisti, e le Nuits de la Fondation Maeght, animate dalla partecipazione di grandi nomi della musica e della danza contemporanea, da Duke Ellington a Karlheinz Stockhausen a Merce Cunningham. Accanto alle foto, a ricreare la straordinaria suggestione del luogo, vi sono i bozzetti di alcune delle sculture di Miró che popolano il labirinto da lui realizzato nel giardino, capolavori di Giacometti come Il cane del 1957, Donna in piedi I e Uomo che cammina I del 1960 e la spettacolare scultura mobile di Calder I tre soli gialli del 1965. .  
   
   
GIOVANNI CERRI, L’INQUIETO ESISTERE ALLA GALLERIA CORTINA ARTE DI MILANO  
 
Milano, 22 febbraio 2010 - Si inaugura martedì 16 marzo alle 18,30 presso la galleria dell’Associazione Culturale Renzo Cortina di via Mac Mahon, 14/7 a Milano, la personale di Giovanni Cerri dal titolo L’inquieto esistere. La mostra presenta una selezione di oltre venti opere dell’artista milanese, tutte realizzate a partire dal 2001, anno in cui la sua pittura viene espressa sul supporto della carta di quotidiano. In esposizione lavori di grande dimensione, nei quali si evidenzia soprattutto la tematica urbana, i chiaro-scuri del paesaggio post-industriale, della periferia, delle sue tipiche città fantasma, ma anche dei volti che la popolano. Strade e percorsi, confini e orizzonti, fabbriche dimesse e figure in lotta: questi i soggetti trattati dall’artista, con un linguaggio pittorico vicino al neo-espressionismo, ma non dimentico del realismo esistenziale, qui rivisitato e rivissuto con tematiche contemporanee. Per Giovanni Cerri i fogli di giornale non sono materiali sostitutivi su cui dipingere, ma più semplicemente sono le sue Tele. La carta viene prima sporcata, calpestata e sottoposta a un degrado veloce, e poi imbrattata con colori a olio. Solo così Giovanni Cerri rende giustizia alle immagini delle sue città invisibili, anch’esse stracciate, e abbandonate ai loro colori cupi. Stralci urbani su cui l’artista lavora con assiduità, mettendo in evidenza pochi elementi, a volte simboli di una città che una volta conosceva la vita. La mostra è accompagnata da un catalogo Galleria Palmieri – Cortina Arte Edizioni con testi di Stefano Cortina, Stefano Crespi, Antonio D’amico e Raul Montanari. .