Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 23 Marzo 2010
NUOVO SLANCIO ALLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ: L´UE E GLI STATI ACP RIVEDONO L´ACCORDO DI PARTENARIATO DI COTONOU  
 
Bruxelles, 23 marzo 2010 - La Commissione europea e il gruppo di 79 Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Acp) hanno concluso la seconda revisione dell’accordo di partenariato di Cotonou. La cooperazione Acp-ue viene così adattata alle sfide attuali, come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e l’efficacia degli aiuti. Il nuovo accordo riconosce inoltre l’importanza dell’integrazione regionale per assicurare ai Paesi Acp una crescita economica sostenibile. L’accordo sarà rivisto ogni cinque anni fino al 2020. Il commissario europeo per lo sviluppo Andris Biebalgs ha dichiarato: “L’accordo di partenariato di Cotonou è il nostro strumento chiave nella lotta contro la povertà negli Stati Acp. L’accordo rivisto promuove un dialogo aperto e un approccio partecipativo per ridurre e infine sradicare la povertà favorendo l’integrazione regionale, affrontando sfide planetarie come il cambiamento climatico e aiutando i Paesi Acp a raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio. Con questo nuovo accordo l’Ue e gli Stati Acp si sono dati gli strumenti per combattere la povertà in modo più efficace e per rafforzare le loro relazioni politiche.” L’accordo di Cotonou concluso nel 2000 è il più vasto accordo di partenariato tra i Paesi in via di sviluppo e l’Ue. La prima revisione dell’accordo, effettuata nel 2005, ha preparato il terreno per il quadro finanziario 2007-2013 relativo agli aiuti a favore dello sviluppo. Questa seconda revisione adatta il partenariato ai cambiamenti intervenuti nell’ultimo decennio, con particolare riferimento ai seguenti punti: Viene riconosciuta la crescente importanza dell’integrazione regionale nei Paesi Acp e nella cooperazione Acp-ue per favorire la pace e la sicurezza, promuovere la crescita e affrontare i problemi transfrontalieri. Per quanto riguarda i Paesi dell’Africa, viene riconosciuta anche la dimensione continentale della cooperazione: l’Unione africana diventa infatti parte nella relazione Ue-acp. Il nuovo accordo evidenzia l’interdipendenza tra sicurezza e sviluppo puntando sulla costruzione della pace e sulla prevenzione dei conflitti. Per affrontare le situazioni di fragilità statale è previsto un approccio che combina diplomazia, sicurezza e cooperazione allo sviluppo. Il nuovo accordo affronta le principali sfide che i partner Acp devono superare per conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio: sicurezza alimentare, lotta contro l’Hiv-aids e sostenibilità della pesca. Si sottolinea l’importanza di ciascuno di questi settori per lo sviluppo sostenibile, la crescita e la riduzione della povertà. Per la prima volta, la lotta al cambiamento climatico viene riconosciuta come un punto importante del partenariato Ue-acp. Le parti si impegnano a far sì che la questione del cambiamento climatico abbia maggiore rilievo nell’ambito della cooperazione allo sviluppo; inoltre, nei Paesi Acp verranno sostenuti gli sforzi per attenuare gli effetti del cambiamento climatico e per agevolare l’adattamento a tali effetti. L’accordo tiene conto dei nuovi rapporti commerciali Ue-acp e della scadenza delle preferenze alla fine del 2007. Esso riafferma il ruolo degli accordi di partenariato economico per rafforzare lo sviluppo dei Paesi Acp e la loro integrazione nell’economia mondiale. L’accordo rivisto sottolinea l’importanza delle strategie di adattamento commerciale e degli aiuti al commercio per consentire ai Paesi Acp di integrarsi meglio nell’economia mondiale dopo il venir meno delle preferenze. L’ue ha promosso un partenariato con gli Stati Acp che sia ampio ed inclusivo. Il nuovo accordo riconosce chiaramente il ruolo dei parlamenti nazionali, delle autorità locali, della società civile e del settore privato. Questa seconda revisione contribuisce in modo decisivo ad attuare i principi internazionali diretti a garantire l’efficacia degli aiuti, a cominciare dal coordinamento tra i donatori. Inoltre, al fine di ridurre i costi di transazione, l’accordo prevede di “svincolare” gli aiuti Ue ai Paesi Acp, vale a dire di non imporre condizioni quanto all’origine o alle modalità di fornitura di tali aiuti. Per la prima volta, viene riconosciuto il ruolo di altre politiche Ue nel promuovere lo sviluppo dei Paesi Acp e l’Ue s’impegna a migliorare la coerenza di tali politiche. Il 19 marzo scorso il commissario Andris Piebalgs (in rappresentanza dell’Ue) e il ministro dell’economia del Gabon Paul Bunduku-latha (in rappresentanza dei Paesi Acp) hanno formalmente concluso i negoziati e siglato i testi rivisti. Una volta approvato dal Consiglio dell’Ue, il nuovo accordo dovrebbe essere firmato ufficialmente dai 79 Stati Acp e dai 27 Stati membri dell’Ue durante il Consiglio Ue-acp che si svolgerà nel giugno 2010 a Ouagadougou (capitale del Burkina Faso). Dopodiché l’accordo dovrà essere ratificato da tutti gli Stati Acp e da tutti gli Stati Ue, oltre a dover essere approvato dal Parlamento europeo (come prevede il trattato di Lisbona).  
   
   
CONFERENZA SULLA "COOPERAZIONE EUROPEA PER LO SVILUPPO 2020 - POST-COPENAGHEN: CONSEGUENZE PRATICHE PER L´EUROPA"  
 
Bruxelles, 23 marzo 2010 – Oggi si tiene a Bruxelles, in Belgio, una conferenza intitolata "European development co-operation to 2020 - post-Copenhagen: practical consequences for Europe". L´obiettivo dell´evento è di fornire a parlamentari e responsabili delle politiche informazioni sulle conseguenze pratiche della Conferenza di Copenaghen sul cambiamento climatico (Cop15) e sulle politiche internazionali in atto in materia di cambiamenti climatici da una prospettiva europea. La conferenza sarà concentrata sul ruolo dell´Unione europea nel processo globale, tenendo presenti l´attuazione di recenti cambiamenti nei processi politici e l´evoluzione delle politiche in altri campi della politica estera. I temi riguarderanno tra l´altro: un´analisi dei risultati di Cop15 e uno sguardo in avanti al prossimo incontro, Cop16, che si terrà in Messico, una panoramica del ruolo dell´Europa nel processo globale, l´individuazione delle ripercussioni sulla politica estera dell´Ue, soprattutto riguardo alla cooperazione per lo sviluppo. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Edc2020.eu/39.0.html    
   
   
TELECOMUNICAZIONI: LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA NORME PER FACILITARE L´USO DEI TELEFONI CELLULARI A BORDO DELLE NAVI NELLE ACQUE EUROPEE  
 
Bruxelles, 23 marzo 2010 - La Commissione europea ha adottato nuove norme per facilitare l´uso dei telefoni cellulari per chiamare e inviare o ricevere Sms da parte dei passeggeri e degli equipaggi delle navi che operano nelle acque territoriali della Ue quando si trovano al di fuori della portata delle reti telefoniche mobili terrestri. Le nuove regole armonizzano le condizioni tecnico-giuridiche relative ai servizi di comunicazione mobile a bordo delle navi e aprono la strada ad applicazioni innovative quali il controllo a distanza dei container stivati a bordo. Le nuove norme garantiscono la certezza del diritto e opportunità economiche ai fornitori di servizi che vogliano offrire una connettività mobile continua transfrontaliera nelle acque europee. La Commissaria dell´Ue responsabile per l´agenda digitale, Neelie Kroes, ha dichiarato: "Grazie alle nuove norme adottate dalla Commissione dieci milioni di persone che viaggiano o lavorano a bordo delle navi operanti nelle acque territoriali europee saranno in grado di usare il telefono cellulare senza problemi di interferenze". Le nuove norme dovrebbero mettere fine al coacervo di 27 differenti legislazioni nazionali in materia di copertura dei telefoni cellulari a bordo delle navi da crociera, dei mercantili e dei traghetti operanti nelle acque territoriali europee. Le norme in parola garantiscono la certezza del diritto agli operatori delle telecomunicazioni che intendano offrire servizi mobili marittimi ai loro clienti. I servizi di comunicazione mobile di bordo operano mediante piccole stazioni di base installate a bordo delle navi ("picocelle") che collegano via satellite i terminali dei viaggiatori alle stazioni delle reti terrestri. I servizi di comunicazione a bordo delle navi garantiscono la connettività degli utenti tramite le reti di telecomunicazione mediante un normale telefono cellulare. Una decisione adottata di recente dalla Commissione garantisce la disponibilità delle frequenze radio Gsm della banda 900 Mhz e/o 1800 Mhz per i servizi di comunicazione a bordo delle navi in condizioni tecnico operative armonizzate. Essa garantisce inoltre che i servizi mobili di bordo non interferiscano con quelli terrestri in modo che gli utilizzatori di servizi mobili che si trovano nelle zone costiere non siano inavvertitamente collegati alle stazioni montate a bordo delle navi. Parallelamente la Commissione ha adottato una raccomandazione che invita gli Stati membri della Ue a liberalizzare i rispettivi regimi di autorizzazione in modo che qualsiasi operatore di servizi di bordo autorizzato a operare in un paese possa fornire servizi nelle acque territoriali di altri paesi della Ue senza doversi munire di ulteriori licenze. L´effetto combinato di queste due misure permetterà ai viaggiatori e agli equipaggi delle navi di rimanere in contatto con famigliari e amici utilizzando i propri telefoni cellulari. La connettività marittima continua consentirà inoltre un monitoraggio in tempo reale – grazie a telesensori – delle merci trasportate. Ad esempio sarà possibile monitorare a distanza la temperatura e l´umidità di un container per verificare in ogni momento la qualità delle merci stivate in una nave. Gli Stati membri della Ue dispongono ora di 12 mesi per liberare le bande dello spettro radio destinate ai servizi di comunicazione mobile a bordo delle navi e adeguare le rispettive legislazioni nazionali per conformarle alla decisione. Gli Stati membri dovranno inoltre accertarsi che i consumatori siano adeguatamente informati sui termini e le condizioni per l´uso dei servizi di comunicazione mobile a bordo delle navi. Contesto - I servizi di comunicazione mobile a bordo delle navi (servizi Mcv) sono servizi di telecomunicazione transfrontalieri che fino ad oggi erano disponibili in Europa solo in misura limitata e, di solito, al di fuori delle acque territoriali degli Stati membri (in acque internazionali). Da un punto di vista tecnico i telefoni dei viaggiatori sono collegati a stazioni di base cellulari montate a bordo delle navi che utilizzano le bande di frequenza 900 Mhz e 1800 Mhz (spesso indicate come "frequenze Gsm") a loro volta collegate via satellite a reti di base terrestri, consentendo di comunicare mediante un normale telefono cellulare con gli utenti di tutte le reti di comunicazione. Da un punto di vista commerciale, i sistemi Mcv a bordo delle navi garantiranno la stessa gamma di servizi normalmente assicurati dalle reti terrestri mobili (chiamate vocali, Sms) ma a costi più elevati (dovuti all´uso del satellite) e con capacità inferiore per servizi avanzati come la trasmissione dati. Uno degli aspetti che più preoccupava i fornitori di sistemi e servizi Mcv era la diversità dei regimi regolamentari in vigore negli Stati membri della Ue, sia in termini di condizioni tecnico-operative per l´utilizzo dello spettro radio che di tipologia delle autorizzazioni, soprattutto per quanto riguardava la fornitura di servizi Mcv nelle acque territoriali degli Stati membri. Nell´aprile 2008 la Commissione ha adottato un insieme di norme armonizzate (decisione e raccomandazione) sui servizi di comunicazione mobile a bordo degli aeromobili (servizi Mca) (Ip/08/537) per venire incontro alla domanda dei passeggeri che desiderano utilizzare i propri telefoni mobili durante i voli. Si veda anche Memo/10/88 per ulteriori dettagli al riguardo.  
   
   
NORVEGIA E UNIONE EUROPEA D´ACCORDO SULLA VISIONE PER IL 2020 DEL SER  
 
Bruxelles, 23 marzo 2010 - In un articolo del Consiglio norvegese della ricerca si legge che l´Ue e la Norvegia devono raddoppiare i loro sforzi per riuscire a superare gli ultimi ostacoli e realizzare la visione dello Spazio europeo della ricerca (Ser) per il prossimo decennio di aumentare la mobilità di ricercatori, conoscenze e tecnologie. Parlando nel corso del recente forum norvegese del Ser, alti funzionari della Commissione europea e del Consiglio norvegese della ricerca hanno sottolineato l´importanza della cosiddetta "quinta libertà" europea, per promuovere una maggiore collaborazione e mobilità dei ricercatori nel Ser. "Per raggiungere l´obiettivo della libera circolazione dei ricercatori e della conoscenza in Europa entro il 2020, lo sviluppo del Ser dev´essere notevolmente accelerato rispetto a ciò che abbiamo visto finora", avrebbe detto Anneli Pauli, vice direttore generale della direzione generale della Ricerca della Commissione europea. La Pauli ha continuato lodando l´impegno e l´approccio della Norvegia verso il Ser, soprattutto non essendo uno Stato membro. Arvid Hallen, direttore generale del Consiglio di ricerca ha ribadito questo punto di vista, suggerendo che la Norvegia non vuole rimanere indietro nella ricerca. "Non vogliamo essere lasciati sul binario mentre il treno lascia la stazione. La nuova strategia [della Norvegia] per la cooperazione internazionale ci permetterà di adottare un approccio più proattivo", ha affermato sul sito Internet del consiglio. In ciò che il paese scandinavo chiama "l´internazionalizzazione della [sua] ricerca e politica di ricerca", un maggiore coinvolgimento nel Ser è anche visto come un´arma essenziale per affrontare alcune delle sfide più urgenti - come ad esempio l´ambiente, l´energia sostenibile, la sicurezza alimentare, ecc - da parte della comunità scientifica e dalla società. Il Ser ha una grande influenza su diverse aree di lavoro del Consiglio di ricerca - secondo il rapporto pubblicato dopo il Forum -, dalla programmazione e il finanziamento, alla definizione delle priorità per i progetti di infrastrutture nazionali in Norvegia. Infatti, i progetti di grandi infrastrutture di ricerca possono essere troppo costosi e complessi per essere creati e gestiti da un solo paese, e "... Essendo un paese piccolo, la Norvegia deve collaborare con gli altri in materia di ricerca", ha fatto osservare Kyrre Lekve, sottosegretario di stato per il ministero dell´Istruzione e della ricerca. "Dobbiamo motivare i nostri ricercatori a lavorare temporaneamente presso istituzioni estere e a riportare l´esperienza e le prospettive internazionali in Norvegia", ha aggiunto. Ecco dove entra in gioco il Ser, che fornisce condizioni vantaggiose ed efficaci, e una governance efficiente, per fare ricerca e investire nei settori ad alta intensità di ricerca e sviluppo in Europa. Il Ser crea un forte valore aggiunto, promuovendo una concorrenza scientifica sana a livello europeo, garantendo al contempo un adeguato livello di cooperazione e di coordinamento. La Commissione europea ha avviato numerose iniziative per aiutare il Ser a raggiungere la sua visione per il 2020. Queste fanno parte del processo di Lubiana per una migliore governance del Ser, lanciato dalla Commissione europea e dal Consiglio nel maggio 2008. La Norvegia partecipa a molte di queste attività comuni, che includono programmi per le infrastrutture di ricerca europee, sistemi per aumentare la mobilità dei ricercatori (carriere e mobilità), programmi congiunti europei su larga scala e meccanismi di cooperazione internazionale di ricerca. Il Consiglio norvegese della ricerca e il ministero dell´Istruzione e della ricerca della Norvegia organizzano l´annuale forum norvegese del Ser, per tenere le parti coinvolte e i responsabili delle decisioni informati sulle opportunità offerte dallo Spazio europeo della ricerca.  
   
   
UE: ALLARME INQUINAMENTO: ATLANTICO E IL PACIFICO COPERTI DI PLASTICA  
 
Bruxelles, 23 marzo 2010 - Anna Rosbach, danese, 63 anni, lancia l´allarme sulla zuppa di plastica galleggiante Negli Oceani galleggia una "zuppa di plastica" grande 4 volte e mezzo l´Italia. E´ la conseguenza dell´inquinamento dei mari, che finisce per concentrarsi in alcune zone dell´oceano, e delle reti da pesca abbandonate in acqua. Anna Rosbach denuncia nel suo rapporto sulla protezione dell´Atlantico Nord-orientale: "è un problema di cui non si parla abbastanza". Nel Pacifico c´è un vortice che attira tonnellate e tonnellate di spazzatura proveniente da tutto il mondo. E l´Atlantico è sempre più infestato da vecchie reti di pesca abbandonate, che intrappolano e uccidono indiscriminatamente pesci e mammiferi. A lanciare l´allarme è la deputata danese del gruppo "Europa per la Libertà e la Democrazia" Anna Rosbach, che si è occupata per il Parlamento della raccomandazione sull´accordo e per la protezione delle coste e delle acque dell´Atlantico Nord-orientale contro l´inquinamento. "L´acqua è la cosa più importante al mondo", dice la Rosbach, "se la inquiniamo troppo, avremo problemi gravissimi". Una discarica planetaria - Secondo lei la "zuppa di plastica" è causata soprattutto da Cina e Giappone, ma, purtroppo, anche dall´Ue. Il cumulo di spazzatura, che si estende a macchia dalle coste del Giappone fino alle Hawaii, è dovuto all´effetto delle correnti sottomarine, che "attraggono" i rifiuti di tutto il mondo in quest´area, già vasta ed in continua espansione. "Non possiamo misurarne la grandezza esatta" - spiega la relatrice - "Sono come isole di plastica, e diventano sempre più profonde e numerose." Zuppa avvelenata per pesci e mammiferi - Nella coperta di spazzatura restano intrappolati pesci, piccole balene e altri mammiferi. La Rosbach racconta che perfino gli squali si affogano, perché rimangono incastrati nelle vecchie reti da pesca e non possono più muoversi. E siccome è il movimento che li fa respirare, muoiono annegati. "E´ una cosa da pazzi trovare pesci e delfini morti con la pancia piena di giocattoli di plastica. E´ una situazione gravissima, e sta peggiorando. Paesi come la Cina e gli Stati Uniti guardano dall´altra parte, fanno finta di non sapere". Ripulire e riciclare - La risposta? Prima di tutto bisogna pulire quello che oggi infesta gli Oceani. " Non si può prendere un peschereccio normale e fargli fare un po´ di raccolta di rifiuti. Servono imbarcazioni e mezzi speciali. Bisogna trovare società specializzate, che vogliano esplorare un nuovo settore di attività". La seconda cosa è imparare a riciclare. Per la deputata del "Partito popolare danese", con la plastica si possono fare tante cose e tanti soldi: "Ho sentito di un pescatore danese, che era stanco di vedere tutti i pezzi di rete abbandonati nel mare. E ha trovato un sistema per sminuzzarle e riciclarle per fare nuove reti. Poi ha creato un brevetto, ed è diventato milionario in un solo anno!" La responsabilità parte da sé stessi - "Se si comincia da sé, dalla propria famiglia, diventa tutto più semplice! Credo che dipenda dal proprietario di ogni singola barca, che può dire ´no, non pulisco il mio serbatoio in mare aperto. Non voglio inquinare le spiagge dove io e i miei figli andiamo al mare" - conclude Rosbach.  
   
   
SARDEGNA-EUROPA: CON DUE TAVOLI TECNICI AVVIATO IL CONFRONTO A BRUXELLES  
 
Cagliari, 23 Marzo 2010 - Due tavoli tecnici ieri mattina hanno dato inizio a Bruxelles alla prima giornata di lavori nel confronto tra le istituzioni europee e quelle regionali, nell’ambito della vertenza Sardegna. L’iniziativa, nata da una proposta delle organizzazioni sindacali confederali e dal sistema delle autonomia locali, vede impegnato in prima linea anche il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, che non è voluto mancare alla serie di incontri con alcuni rappresentanti del Parlamento e della Commissione europea, del Comitato economico e sociale, del sindacato europeo e degli emigrati sardi. Al primo tavolo hanno partecipato Francesco De Rose (Commissione Politiche regionali), Daniela Planchensteiner (Commissione Sviluppo rurale) e Alberto Piazzi (direttore generale Politiche regionali della Commissione europea), che hanno fatto un riepilogo del quadro di sostegno 2007-2013. Tutti hanno posto l’accento sulla lentezza della spesa regionale nella prima parte del periodo e sulla necessità di un cambiamento di marcia immediato, per non perdere altre opportunità. È stato pure sottolineato che il 22 per cento della popolazione sarda è al di sotto della soglia di povertà, dunque le politiche sociali rivestono un’importanza ancora più accentuata rispetto ad altre aree. Planchensteiner ha precisato che il Programma di sviluppo rurale della Sardegna è uno dei migliori in Italia, e anche ben finanziato, ma la spesa ancora non è a livelli ottimali. I sindacati hanno posto l’accento sul gap di sviluppo legato all’insularità, che costringe le imprese sarde ad un aggravio di spesa quantificato nel 15-20 per cento. Tra le richieste avanzate c’è quella della necessità di incidere su trasporti ed energia con provvedimenti ad hoc. I tavoli tecnici non possono risolvere un problema di natura politica, dunque sarà fondamentale l’incontro di domani pomeriggio con il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani. Piazzi ha spiegato che la Sardegna deve imprimere un’accelerazione nella spesa delle risorse e mostrare i risultati ottenuti con tali interventi: le risorse non sono poche, ma non possono restare immobilizzate. È stata data la disponibilità ad incontrarsi a giugno, in occasione della riunione del Comitato di sorveglianza, che potrebbe essere allargata alla partecipazione delle parti sociali ed economiche. Al secondo incontro hanno preso parte Daniele Rossini e Michelle Laine, della Commissione Fondo sociale europeo, i quali hanno sostanzialmente ribadito gli stessi concetti e si sono detti disponibili a discutere dell’esigenza di rimodulare il programma di sostegno per la Sardegna, sempre che la Regione avanzi una proposta ufficiale in tale direzione. L’assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, ha posto l’accento sull’unità delle forze politiche, sociali e imprenditoriali della Sardegna giunte a Bruxelles. “Chiediamo il riconoscimento di una realtà oggettiva, non vogliamo privilegi e neppure ulteriori risorse”, ha detto. Manca ha sottolineato gli sforzi compiuti dalla Regione negli ultimi mesi del 2009 nella spesa delle risorse europee. Ieri pomeriggio si è svolto un incontro con Mario Sepi, presidente del Comitato economico e sociale europeo.  
   
   
THAILANDIA 4 ANNI DI CRISI. E ORA?  
 
Milano, 23 marzo 2010 – Oggi alle ore 17.30, l´Ispi ospiterà una Tavola Rotonda dal titolo: Thailandia 4 anni di crisi. E ora? L´evento, che si svolgerà a Palazzo Clerici (Via Clerici, 5 - Milano). Segreteria (tel.: 02 86 93 053, e-mail: ispi.Eventi@ispionline.it  sito: www.Ispionline.it/ )  
   
   
REPUBBLICA CECA, INFLAZIONE IN RALLENTAMENTO  
 
Bratislava, 23 marzo 2010 - L´inflazione in Repubblica Ceca ha inaspettatamente subito un rallentamento durante il mese di febbraio 2010 a causa di una diminuzione dei prezzi dei prodotti petroliferi, che ha controbilanciato l´incremento dei costi in bevande e del settore immobiliare. Il tasso annuo è così calato dallo 0,7 per cento di gennaio all´attuale 0,6 per cento, come confermato dall´Istituto Nazionale di Statistica di Praga nel proprio sito web. Stando alle recenti considerazioni della Banca Centrale, l´inflazione dovrebbe mantenersi sotto i target previsti fino al marzo del prossimo anno.  
   
   
ABI-AIFI: SIGLATO L’ACCORDO PER FAVORIRE LA CRESCITA DELLE IMPRESE PROMUOVERE STUDI E INTERVENTI CONGIUNTI DI BANCHE, OPERATORI DI PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL PER ACCELERARE LA CRESCITA E MIGLIORARE LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE ANCHE ATTRAVERSO LA QUOTAZIONE DELLE IMPRESE IN BORSA, AVVIARE INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SULLE OPPORTUNITÀ DELL’USO DEL CAPITALE DI RISCHIO. QUESTI I PRINCIPALI OBIETTIVI DELL’ACCORDO  
 
 Roma, 23 marzo 2010 - L’associazione Bancaria Italiana (Abi) e l’Associazione italiana del Private equity e venture capital (Aifi) hanno siglato ieri un accordo con l’obiettivo di sostenere la crescita delle imprese tramite iniziative volte a sviluppare il mercato del private equity e più in generale l’investimento nel capitale di rischio delle imprese, anche in prospettiva della quotazione sui mercati. In una fase economica caratterizzata dall’esigenza di aumentare i livelli di capitalizzazione delle imprese, di sostenerne gli investimenti e i processi di crescita, Abi e Aifi considerano di particolare importanza e di utilità reciproca la collaborazione volta a favorire rapporti di sinergia tra finanziatori e operatori di private equity. L’accordo in particolare mira a promuovere analisi e forme di intervento congiunto di banche, operatori di private equity e venture capital facilitando tra l’altro lo scambio di informazioni. L’intesa è diretta anche a monitorare e valorizzare il ruolo delle banche nel private equity, ad avviare iniziative di sensibilizzazione a livello locale sulle opportunità derivanti dall’investimento nel capitale di rischio al fine di sostenere la crescita delle piccole e medie imprese e delle giovani aziende tecnologiche. “In un’ottica di diversificazione delle fonti di finanziamento e di accelerazione dei processi di crescita delle pmi, l’accordo con Aifi rappresenta un passo importante – ha commentato Giovanni Sabatini, il Direttore generale dell’Abi - L’associazione bancaria, nell’ambito delle iniziative a sostegno della patrimonializzazione delle imprese, intende così valorizzare il ruolo delle banche italiane come finanziatori ed investitori nel capitale di rischio di società non quotate, continuando ad offrire un aiuto concreto ai settori produttivi anche in vista della quotazione in Borsa. L’accordo - ha continuato Sabatini – costituisce un elemento di continuità con altre iniziative promosse dall’Abi a sostegno del rafforzamento patrimoniale delle imprese, per accelerarne la crescita e migliorarne la competitività. Si pensi in particolare al Fondo italiano d´investimento per le pmi appena costituito, partecipato da soggetti pubblici e privati”. “Questo accordo consentirà un impegno congiunto di Abi e Aifi su più fronti, con l’obiettivo comune di perseguire il rafforzamento patrimoniale delle imprese, attraverso un maggiore ricorso al capitale di rischio a sostegno delle strategie di crescita delle Pmi – ha commentato Giampio Bracchi, Presidente Aifi - Da tempo c’è un mutuo scambio di informazioni tra le due Associazioni che si sono interfacciate in passato su diversi tavoli di confronto. Con questo accordo le sinergie tra i due ambiti di attività vengono esplicitate in modo più netto e si fissano aree destinate al comune approfondimento. Mai come in questo momento in Italia la logica del fare-rete può essere premiante per favorire lo sviluppo e la competitività delle nostre imprese”. Di seguito i principali punti operativi del progetto: promuovere analisi ed interventi che favoriscano la crescita dimensionale ed il ricambio generazionale delle imprese; favorire la collaborazione tra operatori di private equity e venture capital e banche finanziatrici per facilitare lo scambio di informazioni e coordinare le modalità di intervento congiunto per il sostegno alle imprese; collaborare nella definizione di meccanismi di collaborazione pubblico-privato a livello nazionale e locale per favorire l’investimento nel capitale di rischio di pmi; favorire la quotazione delle imprese in Borsa, in particolare sui mercati dedicati alle pmi al fine di sviluppare un importante canale di way out per gli operatori di private equity nonché organizzare incontri con investitori nel capitale di rischio per stimolare le strategie di exit tramite quotazione e l’investimento da parte dei fondi small cap in sede di Ipo; avviare una rilevazione statistica periodica sull’attività di private equity svolta dagli operatori di matrice bancaria, sia in termini di investimenti diretti nel capitale di imprese non quotate sia di investimenti indiretti (attraverso sottoscrizione di fondi di private equity); organizzare a livello locale, anche utilizzando l’articolazione delle Commissioni Regionali Abi, attività formative e informative per sensibilizzare banche e imprese sulle caratteristiche delle operazioni di private equity e sulle opportunità derivanti.  
   
   
NORD AFRICA, SUD AMERICA, RUSSIA E CINA LE AREE PIÙ CONVENIENTI PER INVESTIRE E DELOCALIZZARE. TRA I PAESI AD ECONOMIA AVANZATA, SPICCANO GLI STATI UNITI UNO STUDIO ASSOCAMERESTERO-UNIONCAMERE STILA LA CLASSIFICA DI COMPETITIVITÀ DI 48 PAESI ESTERI SECONDO UN INDICE SINTETICO DEI COSTI DI MANODOPERA ED ENERGIA  
 
Roma, 23 marzo 2010 – Egitto, Tunisia e Russia sul podio dei mercati più competitivi per costi di produzione, con un indice pari rispettivamente a 27,4, 42,6 e 44,5 (posta pari a cento la media dei Paesi). Questi i risultati emersi da uno studio Assocamerestero-unioncamere, che analizza la capacità competitiva dei 48 Paesi in cui operano le Ccie in base al costo dei fattori produttivi “chiave”: lavoro ed energia. Il Brasile mostra un indice di poco superiore alla media, pari a 101,4, mentre il dato sorprendente riguarda i Paesi ad economia avanzata, tra cui primeggiano gli Stati Uniti con un indice pari ad appena 87,3. Tassazione favorevole, una divisa nazionale più debole rispetto alle altre valute principali e un’attenta politica estera di approvvigionamento delle materie prime sono i fattori vincenti della performance americana. Analizzando il solo costo complessivo del lavoro, i Paesi che consentono il risparmio più consistente sono quelli in via di sviluppo del Sud America, come il Nicaragua (8,4) e l’Argentina (19,3), capaci di attrarre le multinazionali che concentrano nell’economicità della forza lavoro la propria capacità produttiva. Emblematico è il caso della Cina, che, con un valore pari a 19,4, occupa la terza posizione e risulta essere il principale catalizzatore di investimenti soprattutto per quel che riguarda le attività dell’industria manifatturiera. Altro fattore importante per un’impresa è il costo dell’energia, il cui impatto appare ridotto in Nord Africa e Sud America, con picchi particolarmente bassi in Egitto (32), Tunisia (49,9), Venezuela (34,9) e Argentina (62). Mostrano costi abbastanza contenuti anche Stati Uniti (50,8), e Russia (45,7). Quest’ultima deve l´elevata competitività dei costi dei prodotti energetici alla presenza di numerosi giacimenti petroliferi e di materie prime ad uso energetico. “Come questo studio dimostra, le Camere di Commercio Italiane all’Estero, grazie alla loro natura di associazioni imprenditoriali binazionali e all’inserimento all’interno delle business communities locali, hanno acquisito una capacità di lettura dei mercati che consente loro di individuare le realtà che offrono maggiori vantaggi competitivi e in cui risulta più conveniente collocarsi. – afferma Augusto Strianese, Presidente di Assocamerestero – Con la loro attività di promozione e assistenza, le Ccie favoriscono infatti il posizionamento delle produzioni Made in Italy in quei territori che permettono al nostro sistema imprenditoriale di migliorare la qualità o l’economicità della propria offerta”. “Per essere competitivi sui mercati mondiali, occorre puntare non solo sulle tradizionali modalità di internazionalizzazione, bensì strutturare l’attività all’estero attraverso accordi di partenariato per lo scambio di beni ma soprattutto di conoscenze, e l’inserimento in reti di imprese internazionali che permettano di ottimizzare le risorse investite nei processi produttivi. – sottolinea Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere – Processi complessi come questi richiedono un’assistenza articolata e qualificata, che è quella che il sistema camerale, italiano e italiano all’estero, offre alle imprese per “guidarle” in un percorso che le porti ad affermarsi grazie a partnership ad elevato valore aggiunto”. I 48 Paesi presi in considerazione dallo studio sono stati suddivisi in quattro categorie per analizzarne le potenzialità attrattive e le produzioni favorite in termini di competizione sui mercati internazionali: I. Price Competitiveness: in cui rientrano i Paesi con indici di costo di lavoro e prodotti energetici inferiori alla media generale, che attirano produzioni tradizionali (soprattutto le prime fasi del processo produttivo) chiamate a competere su mercati altamente standardizzati. Si tratta dei Paesi dell’America del Sud, dell’Africa, Cina e India. Tra quelli europei, solo la Russia risulta presente per via di una maggior competitività dei prodotti energetici. Ii. Energy Competitiveness: comprende Paesi ad alto tasso di sviluppo, caratterizzati dalla presenza di numerosi giacimenti di materie prime, quali Stati Uniti, Canada e Australia, che hanno una forte competitività di costo per i prodotti energetici, mentre hanno un indice di costo del lavoro superiore a 100. In questo caso, il vantaggio è “interno” ai Paesi stessi e legato alla competitività delle produzioni locali sui mercati esteri, piuttosto che orientato all’attrazione di capitali. Iii. Labour Competitiveness: in cui si posizionano Paesi con un’elevata competitività di costo del lavoro e una scarsa competitività sul fronte del fattore energetico. Tra questi troviamo Paesi ad economia in via di transizione del continente europeo (Repubblica Ceca, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Serbia, etc.), che attirano produzioni tradizionali come i beni per la casa e la persona. Iv. Strategic Competitiveness: l´ultima categoria comprende Paesi ad economia avanzata del continente europeo – come Francia, Belgio e Svizzera – ma anche Giappone, Israele e Hong Kong, con una struttura di costi lavoro ed energia superiore alla media. Sono Paesi competitivi a livello internazionale non per i costi di produzione, ma grazie alla qualità delle produzioni e ai servizi avanzati che offrono.  
   
   
RICEVE IN VENETO DELEGAZIONE ARGENTINA DELLA PROVINCIA DI CORDOBA  
 
Venezia, 23 marzo 2010 - L’assessore alle Politiche Economiche e Attività Produttive della Regione del Veneto, Vendemiano Sartor, ha ricevuto ieri a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale a Venezia, una delegazione della Provincia argentina di Cordoba. La delegazione del paese latinoamericano era guidata dal Governatore della Provincia, Juan Schiretti e composta da rappresentanti del governo provinciale e del mondo economico - produttivo, oltre al senatore della Repubblica Italiana Esteban Caselli. La delegazione veneta, oltre all’Assessore Sartor e ai segretari e dirigenti dei settori economico produttivi, era composta dal Vice Presidente del Centro Estero delle Camere di Commercio del Veneto, Paolo Doglioni e dal responsabile della Direzione Area promozione e Marketing dello stesso ente camerale. Sartor, dopo aver salutato gli ospiti anche a none del Presidente della Regione Giancarlo Galan, ha ricordato il forte legame sociale, culturale ed economico che lega tra loro Italia e Argentina, paese, quest’ultimo, dove risiedono circa venti milioni di cittadini di origine italiana. La provincia di Cordoba, seconda tra le 23 province argentine per numero di abitanti, è una delle più importanti del paese da un punto di vista economico, contribuendo al Pil nazionale per circa l’8% del totale. L’economia provinciale è basata sui servizi, sull’industria e sull’agricoltura. In ambito industriale i settori più importanti sono quello automobilistico e quello alimentare, legato soprattutto alla trasformazione dei prodotti dell’allevamento. La provincia costituisce uno dei principali centri di immigrazione italiana in Argentina; nel capoluogo provinciale ha sede una delle principali realtà industriali argentine, il Gruppo Roggio, che deriva dalla società fondata nel 1908 da Benito Roggio, nato nel 1881 a Meduna di Livenza (Tv) e arrivato in Argentina nel 1889. Il gruppo è una multinazionale specializzata nelle costruzioni e nello sviluppo immobiliare, nei trasporti, nel turismo, nei servizi sanitari, ecc., ed è presente in molti Paesi del continente americano. Con la Provincia di Córdoba la Regione del Veneto ha firmato a ottobre 2001 un “atto di mero rilievo internazionale”, mentre nel paese sudamericano ha attivato, con la collaborazione del Centro Estero Veneto, la Veneto House Argentina, un desk operativo dedicato al supporto delle iniziative di collaborazione commerciale ed industriale delle Pmi venete interessate al mercato latino americano. Sartor, al termine dell’incontro, nel ribadire i legami e i rapporti già in essere tra Italia e Argentina in ambito economico commerciale, si è detto certo che nel corso della prossima legislatura il Veneto sottoscriverà con la provincia di Cordoba un accordo di collaborazione.  
   
   
IL PATTO DI STABILITÀ SI AVVIA A DIVENTARE REGIONALE TUTTI D´ACCORDO GLI ENTI LOCALI. MINORI PROBLEMI A PAGARE LE AZIENDE IERI ANCI, UPI E UNCEM TOSCANE HANNO SIGLATO UN´INTESA CON LA REGIONE  
 
Firenze, 23 marzo 2010 - Patto di stabilità interno, dal 2010 si cambia. I paradossi dell´accordo imposto agli enti locali per ridurre la spesa pubblica sono noti e sotto gli occhi di tutti. Per rispettare quel patto Comuni e Province più volte hanno dovuto rinviare opere da fare e in qualche caso ritardare di mesi i pagamenti alle aziende di lavori già fatti, pur avendo in cassa i soldi per farlo. Se il patto diventasse regionale, molto potrebbe cambiare. E´ l´uovo di Colombo su cui si sono trovati d´accordo Province, Comuni e Uncem della Toscana che hanno firmato stamani con la Regione un primo accordo. In attesa di una legge regionale - Per dar vita al patto di stabilità territoriale occorrerà una legge regionale: se ne riparlerà la prossima legislatura. Ma il meccanismo è già stato messo a fuoco e chi teme ch e la spesa pubblica cresca puòstare tranquillo. Non un centesimo in più di quello precedentemente autorizzato uscirà infatti complessivamente dagli enti locali. Si tratta solo, spiega l´assessore al bilancio della Regione, di fare squadra ottimizzando la spesa. I conti sul comparto nel suo complesso - Oggi il patto di stabilità si misura per ogni ente: in futuro l´indicazione è quella di guardare all´aggregato regionale del comparto. Non conta se il singolo Comune o Provincia centrano l´obiettivo, ma se l´obiettivo in tutta la Toscana viene raggiunto. In questo modo gli enti che ne abbiano necessità potranno essere autorizzati a superare il limite imposto dal patto, bilanciati dai migliori risultati di altri enti. Regia e verifiche intermedie affidate alla Regione - Naturalmente perché i conti alla fine dell´anno tornino occorreranno un´attenta regia e verifiche intermedie: un ruolo che gli enti locali hanno convenuto di affidare alla Regione. Con il patto di stabilità territoriale, aggiunge l´assessore al bilancio, i risultati in termini di equilibrio della finanza pubblica potrebbero addirittura essere migliori, riducendone però i paradossi. Il precedente dei 100 milioni l´anno scorso - L´intesa siglata oggi tiene conto della positiva esperienza che alla fine dell´anno scorso ha permesso alla Regione di cedere 100 milioni della propria quota di liquidità agli enti locali, facendo sì che 32 Comuni e una Provincia potessero superare, per altrettanti milioni, il limite imposto dal patto di stabilità interno. Altrimenti quei 100 milioni sarebbero rimasti tutti nelle casse pubbliche e le prime ad essere penalizzate sarebbero state le imprese, che in un momento di crisi hanno ancora più bisogno di liquidità per pagare i lavoratori ma anche altri fornitori.  
   
   
BERLUSCONI NON SI CONFRONTA CON BERSANI MENTRE IL PRESIDENTE DEL FVG TONDO PARTECIPA A CONGRESSO CIGL: "CONFRONTO FRANCO, AL DI LÀ DELLE CONTRAPPOSIZIONI DI MANIERA".  
 
Zugliano, 23 marzo 2010 - "Partecipo a questo congresso senza attendermi applausi, abbiamo forse idee diverse ma credo nella correttezza del rapporto che si è instaurato con il sindacato e ritengo che nel rispetto di queste idee e lontano dalle ideologizzazioni troveremo la strada per uscire da questo momento di crisi". Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, ha rilanciato ieri alla platea degli iscritti alla Cigl riuniti al centro "E.balducci" di Zugliano per l´undicesimo congresso regionale, le ragioni di un "confronto franco, al di là delle contrapposizioni di maniera". "Se sono mancate le occasioni di confronto potremo fare meglio", ha detto Tondo, dopo aver iniziato il suo intervento con un ringraziamento per quanto fatto finora dall´assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, in prima fila a Zugliano a fianco del segretario regionale del Pd, l´europarlamentare Debora Serracchiani. Sono tre i fronti principali di conflitto aperti con la Giunta regionale - i diritti degli immigrati, il piano socio sanitario e il comparto unico - per superare i quali il segretario regionale della Cgil, Franco Belci, ha chiesto proprio oggi al presidente della Regione Renzo Tondo di condividere un nuovo corso di rapporti, "per una Regione senza trattino". E allo slogan Belci ha fatto seguire l´appello. "E´ necessario che il Friuli Venezia Giulia sia finalmente scritto senza il trattino, che se ne faccia un sistema integrato che recuperi una dimensione verticale che dal mare arrivi alla montagna: occorre contrapporre l´ottica della coesione a quella del frazionamento istituzionale, o peggio, identitario". Un´idea che sta in piedi "solo se vi è la disponibilità della Giunta". Anzi, "di questa Giunta - ha precisato Belci - perché nessuno è in grado di attendere appuntamenti elettorali: la crisi è qui e ora". Belci ha ammesso che "con Tondo non ci sono stati solo conflitti, ogni volta che ci ha convinto sul merito ci sono stati accordi. E non sono mancati - ha aggiunto il segretario Cigl - terreni di comunicazione anche su questioni generali, quali la laicità dello Stato: abbiamo apprezzato la posizione sobria, ferma ed equilibrata assunta nella vicenda di Eluana Englaro". Ma ciò che manca è "una relazione strutturata". "I rapporti personali con il presidente e qualche assessore - ha notato Belci - non possono surrogare l´esigenza di un confronto improntato sulla pari dignità". Nel condividere questa impostazione, Tondo ha ricordato che in merito ai nodi sollevati - immigrazione, comparto, sanità -, occorre avere serenità di giudizio. "Abbiamo vinto le elezioni in base ad un programma elettorale frutto di un confronto con i cittadini e le parti sociali. Ora non si può pretendere dalla Giunta un atteggiamento coerente solo sulle questioni che fanno comodo al sindacato", ha affermato Tondo. "Siamo stati coerenti con quanto dichiarato in campagna elettorale sulla questione Insiel, sulla revisione della legge del commercio per le aperture domenicali, ora siamo coerenti anche sulla questione dei migranti: avevamo posto, infatti, come prioritaria la lotta alla clandestinità", ha precisato il presidente. Aprendo all´invito della Cgil a rivedere le misure per l´accesso dei lavoratori migranti agli istituti del welfare, Tondo ha però esortato ad un approfondito ragionamento. Sul tema dei migranti, a cui è dedicato il congresso di quest´anno, Tondo, appena rientrato dal viaggio in Argentina ove ha visitato la comunità friulana di Colonia Caroya, si è detto convinto che "il pilastro della migrazione non sia l´integrazione ma la rotazione delle persone in paesi diversi, ognuno con la sua esperienza, il suo bagaglio di conoscenze e di abilità da offrire e da cogliere". Infine, Tondo ha toccato i temi della riforma dei sistemi finanziari regionali e quella del pubblico impiego. "Mi auguro - è stato l´auspicio del presidente - che l´assessore Garlatti chiuda la partita del comparto unico, che ho sempre considerato un errore, fatto a suo tempo solo per conquistare il consenso dei lavoratori del pubblico impiego, ma senza una reale prospettiva dei costi e dei benefici per l´intera comunità".  
   
   
COPERTURA CON FONDI PROPRI DELL’ADEGUAMENTO DELLE TARIFFE SOCIO-ASSISTENZIALI, PROGETTI DI RICERCA SULLE TECNOLOGIE DELL’IDROGENO E LE CELLE A COMBUSTIBILE, NUOVE NORME PER IL RISCALDAMENTO E IL CONDIZIONAMENTO DEGLI EDIFICI, BUONE PRATICHE PER LA PROGETTAZIONE EDILIZIA E LA PIANIFICAZIONE DELLA QUALITÀ PAESAGGISTICA DEGLI INSEDIAMENTI SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI AFFRONTATI DALLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONE DURANTE LA RIUNIONE DI IERI  
 
Torino, 23 marzo 2010 - Uno stanziamento di 6.485.000 euro proposto dagli assessori alla Sanità e al Welfare consentirà di coprire l’adeguamento delle tariffe per l’assistenza residenziale/semiresidenziale socio-sanitaria e socio-assistenziale, in conseguenza degli intervenuti rinnovi contrattuali. Le imprese, le Università ed i centri di ricerca potranno accedere, su proposta degli assessori all’Innovazione e ai Trasporti, ad una nuova misura che finanzierà con 5 milioni di euro a fondo perduto i progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nel settore delle tecnologie dell’idrogeno e delle celle a combustibile, con particolare relazione alle attività previste nell’ambito del programma di attività del Sistema Piemonte Idrogeno per il periodo 2010-2015. Una apposita cabina di regia sosterrà, su iniziativa dell’assessore ai Trasporti, l’avvio del processo di liberalizzazione del servizio ferroviario regionale, in considerazione della necessità di governare i processi di integrazione tra i lotti ed i servizi di volta in volta messi a gara e quelli ancora gestiti tramite affidamento diretto, la piena efficienza del sistema, le ricadute occupazionali, la tutela dei diritti e lo sviluppo del lavoro ferroviario. La cabina di regia avrà, tra gli altri, il compito prioritario di definire e attivare tutte le iniziative necessarie a garantire l’occupazione e i diritti dei lavoratori attualmente impiegati nell’ambito dei servizi di trasporto ferroviario di competenza della Regione Piemonte, nonché nell’ambito dei servizi accessori ad esso direttamente collegati. Il 1° aprile 2010 entrerà in vigore lo stralcio di piano per il riscaldamento e il condizionamento degli edifici, che contiene anche disposizioni per il rendimento energetico nell’edilizia. Scopo precipuo della disciplina presentata dall’assessore all’Ambiente è contribuire a raggiungere gli obiettivi di qualità dell’aria fissati dalla normativa comunitaria vigente mediante interventi significativi sulle strutture esistenti, in quanto è al momento insufficiente il contributo derivante dalla semplice e fisiologica sostituzione delle apparecchiature e dalla riqualificazione degli involucri edilizi conseguente alle opere di ristrutturazione. Vengono pertanto definite prescrizioni per l’adeguamento dei generatori di calore agli standard emissivi ed energetici e per la riqualificazione energetica degli edifici caratterizzati da un fabbisogno per la climatizzazione invernale particolarmente elevato che mirano a: privilegiare gli interventi in grado di favorire la riduzione dei consumi a beneficio del cittadino; incrementare il ricorso alle migliori tecnologie disponibili, a vantaggio della competitività del sistema produttivo piemontese ed italiano e di un miglioramento ambientale inteso come occasione di sviluppo e non come mero strumento di controllo e di repressione. Le buone pratiche per la progettazione edilizia e la pianificazione della qualità paesaggistica degli insediamenti, due documenti presentati dall’assessore alle Politiche territoriali, intendono concorrere a indirizzare le trasformazioni del territorio piemontese fornendo indirizzi e supporti a più livelli: il primo elaborato tratta la dimensione edilizia e gli aspetti caratterizzanti l’inserimento nel contesto; il secondo la pianificazione alla scala dei piccoli centri e degli strumenti urbanistici esecutivi. L’integrazione ai criteri e modalità per la presentazione dei progetti per la qualità paesaggistica, proposta sempre dall’assessore alle Politiche territoriali, prevede che si potranno proporre sia interventi che ricadono solo su aree pubbliche o assoggettate ad uso pubblico (sistemazione vegetazionale, collocazione di reti o pareti frangisole lungo le strade d’accesso agli edifici e alla viabilità pubblica), che possono beneficiare del finanziamento regionale, sia opere di mitigazione degli edifici e delle aree di pertinenza dei fabbricati da parte dei privati (verde interno, riqualificazione dei prospetti principali, eliminazione/sostituzione di elementi e materiali incongrui, applicazione di cromatismi smaterializzanti), che potrebbero trovare altre forme di accordo e/o di contributo economico con il Comune o l’ente pubblico che propone l’intervento. Saranno considerate prioritarie le sinergie pubblico-privato per valorizzare e recuperare i caratteri identitari dei luoghi, così da migliorare la qualità della vita delle popolazioni, e realizzare mascheramenti capaci di stabilire una connessione con la vegetazione circostante con l’impiego di specie autoctone e caratteri storicamente connotanti il paesaggio. Sono stati inoltre approvati: - su proposta della presidente, l’adesione della Regione alle finalità del comitato organizzatore della 15a. Conferenza di Ilga Europe (International lesbian and gay association) che si terrà a Torino nel 2011 e uno stanziamento di 100.000 euro come quota di finanziamento per quest’anno e per il prossimo; - su proposta della presidente e degli assessori al Patrimonio e all’Istruzione, gli schemi di accordo di programma con la Provincia di Cuneo per il completamento dell’istituto Bertoni di Saluzzo e con la Provincia di Biella per interventi negli istituti Sella e Rubens e nel Liceo scientifico Avogadro; - su proposta della presidente e degli assessori al Patrimonio e ai Trasporti, lo schema di accordo di programma con la Provincia di Biella per la progettazione e realizzazione di interventi vari sulla viabilità per la valorizzazione della valle dell’Oro; - su proposta della presidente e degli assessori al Patrimonio e al Turismo, lo schema di accordo di programma con la Provincia di Vercelli e la Comunità montana Valsesia per lo sviluppo del circuito di piste ciclabili per mountain bike; - su proposta dell’assessore alla Sanità, la costituzione della rete assistenziale per le persone in stato vegetativo e in stato di minima coscienza, con la creazione di posti letto dedicati dove i pazienti possano essere ricoverati e adeguatamente seguiti, e, nell’ambito del contrasto alle dipendenze, il piano regionale di potenziamento dei servizi di bassa soglia e riduzione del danno, finanziato con un milione di euro; - su proposta dell’assessore ai Trasporti, lo schema di accordo di programma per la riqualificazione della ferrovia Torino-ceres (tratta Madonna di Campagna-dora) e del nodo di Torino Dora.  
   
   
INTERSCAMBI TRA IMPRENDITORI VENETI NEL MONDO  
 
Venezia, 23 marzo 2010 - Nell’ambito delle iniziative finanziate con un recente provvedimento della giunta regionale a favore dei corregionali all’estero figura anche il progetto “Veneto2mercosur”, proposto da Unioncamere, che offre a imprenditori di origine veneta operanti nel Mercosur (Mercato comune del Sudamerica) l’occasione di svolgere un periodo di collaborazione di durata da uno a tre mesi presso un’impresa veneta e la medesima possibilità viene offerta a imprenditori che dal Veneto intendano recarsi presso un’impresa veneta del Mercosur. La Regione partecipa al finanziamento del progetto con un importo massimo di 45 mila euro. “Lo scopo dell’iniziativa – spiega l’assessore ai flussi migratori – è quello di promuovere all’estero l’imprenditorialità di origine veneta e la nascita di solide relazioni di partenariato e di business tra imprenditori accumunati dalle stesse radici e con l’obiettivo di contribuire alla crescita dell’internalizzazione del Veneto. Unioncamere Veneto avvierà i necessari contatti con le Camere di commercio italiane presenti nei Paesi del Mercosur, cioè di Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay, Cile e Venezuela, e quindi coordinerà il progetto in tutte le fasi di definizione e realizzazione”. A “Veneto2mercosur” potranno partecipare imprenditori con cittadinanza italiana la cui impresa, attiva da almeno un anno e rispondente alla definizione di piccola e media impresa dell’Unione Europea, abbia sede legale e operativa nel Veneto. Analogamente, l’iniziativa è rivolta a imprenditori con cittadinanza italiana discendenti dei veneti fino alla terza generazione la cui impresa, attiva da almeno un anno e rispondente alla definizione di piccola e media impresa dell’Ue, abbia sede legale e operativa in uno dei Paesi del Mercosur.  
   
   
DURNWALDER IN COMMISSIONE DEI 12: ATTUARE ACCORDO DI MILANO  
 
Bolzano, 23 marzo 2010 - I diversi ambiti di applicazione dell’accordo sul nuovo sistema di finanziamento dell’autonomia raggiunto tra lo Stato e la Provincia sono stati al centro dell’incontro che il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha avuto ieri pomeriggio 22 marzo a Trento con i membri della Commissione dei Dodici. "Abbiamo avviato i chiarimenti per dare attuazione all´accordo di Milano, con norme di attuazione o altri interventi", ha detto Durnwalder. Durnwalder ha elencato nel vertice al Commissariato del governo di Trento i punti da chiarire e le priorità da affrontare per dare attuazione all´accordo di Milano del 30 novembre scorso che ridisegna il sistema del finanziamento dell´autonomia speciale. "Abbiamo avviato la discussione sulle modalità per aggiornare l´autonomia e sulle norme di attuazione necessarie", ha spiegato Durnwalder che ha concordato sull´esigenza primaria di una norma di attuazione che regoli e traduca concretamente il nuovo ordinamento finanziario dell´autonomia e i trasferimenti statali. Il Presidente ha rappresentato nell´incontro la posizione e le tematiche definite in mattinata nella riunione della Giunta provinciale. Ha ricordato che in merito al rispetto del patto di stabilità, l’accordo di Milano prevede la competenza della Provincia nello stabilire gli obblighi relativi al contenimento della spesa pubblica e provvedere al coordinamento degli enti locali, dei propri enti strumentali e agli altri organismi che la stessa Provincia finanzia in via ordinaria. La Provincia dovrà quindi vigilare su tali obiettivi e esercitare il controllo successivo sulla gestione, dando notizia degli esiti alla Corte dei conti. "Dobbiamo chiarire per quali istituzioni questa regolamentazione sia applicabile nel dettaglio", ha detto Durnwalder. Con le Commissioni si è discusso anche di nuove competenze. Il nuovo modello finanziario prevede infatti che la Provincia concorra al riequilibrio della finanza pubblica con l’assunzione di oneri relativi all’esercizio di funzioni statali, anche delegate, definite d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché con il finanziamento di iniziative e di progetti per i territori confinanti. La somma complessiva a bilancio è di 100 milioni, a decorrere dal 2010: "Deleghe - ha ricordato Durnwalder - sono previste in tema di università, conservatorio, convenzione Rai, spedizione e recapito delle Poste, finanziamento di strutture di competenza dello Stato, come il carcere di Bolzano. Si tratta di definire le priorità anche in questo senso." Si è parlato anche della necessitá di una norma sugli ammortizzatori sociali e degli indirizzi per i controlli fiscali, "cercando la forma migliore di collaborazione nell´accertamento delle imposte e nella relativa modalità", secondo Durnwalder. La prossia seduta della Commissione dei 12 è in programma tra 15 giorni. Il presidente Mario Malossini ha confermato che tra le norme di attuazione in arrivo figurano quella sul trasferimento dell´Archivio di Stato alle due Province e quella del passaggio a Bolzano e Trento dell´assistenza socio-sanitaria nelle strutture penitenziarie.  
   
   
CALABRIA: PUBBLICATE LE GRADUATORIE DEI BENEFICIARI DELL’AVVISO PUBBLICO PER LA CONCESSIONE DI INCENTIVI ALLE IMPRESE PER LA CONCILIAZIONE TRA I TEMPI DI VITA E TEMPI DI LAVORO  
 
Reggio Calabria, 23 marzo 2010 - Sul sito della Regione Calabria, all’interno del portale Calabria formazione e lavoro, sono state pubblicate le graduatorie dei beneficiari dell’avviso pubblico per la concessione di incentivi alle imprese per la conciliazione tra i tempi di vita e tempi di lavoro. I beneficiari dei finanziamenti potranno introdurre nelle loro aziende servizi e/o attività finalizzate alla conciliazione tra vita familiare e professionale per le dipendenti attraverso programmi di baby-parking, ludoteche, nursing. Sono previsti anche servizi rivolti a disabili e anziani non autosufficienti mediante attività di accompagnamento presso medici o presso altre risorse del territorio. “Questo è stato possibile – ha dichiarato l’assessore Mario Maiolo - grazie al recupero di risorse comunitarie della programmazione 2000-2006, allo scopo, non solo, di incidere nella creazione di occupazione e raggiungere l’obiettivo di un mercato del lavoro di qualità e di un sistema regionale competitivo, ma anche, di consentire l’accesso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro attraverso l’attuazione di strategie innovative per la promozione dell’occupazione femminile. È evidente – ha proseguito Maiolo - che la Regione Calabria ha scelto di investire sul lavoro delle donne per lo sviluppo reale di un territorio storicamente segnato da ritardi che ne hanno frenato la crescita economica e sociale, attuando vere e proprie politiche di genere e conciliative”.  
   
   
PALERMO APPROVA LA PROPOSTA DI ISTITUIRE IL CONSIGLIO REGIONALE DELLE AUTONOMIE LOCALI, CON UN MANDATO DI 5 ANNI. PROSSIMA SEDUTA IL 24 MARZO  
 
Palermo, 23 marzo 2010 - Il Consiglio della Provincia di Palermo ha detto si´ alla proposta di istituzione del Consiglio regionale delle Autonomie locali, organo di consultazione fra la Regione e gli Enti locali, avanzata dall´Esecutivo dell´Urps (Unione regionale province siciliane). Si sono espressi a favore del documento, per appello nominale, 20 consiglieri dell´Udc, Mpa, Pdl, Pdl Sicilia, An-pdl, mentre hanno votato contro i sei rappresentanti delle opposizioni Pd, Idv, Rifondazione comunista e Sinistra e Libertà con l´astensione del consigliere Enzo Di Trapani (An-pdl). ´´E´ stato compiuto un passo fondamentale - ha sottolineato il presidente della Provincia, nonche´ presidente dell´Urps, Giovanni Avanti, che ha illustrato la proposta in aula - verso la riforma delle autonomie locali anche in Sicilia, cosi´ come si sta effettuando a livello nazionale. L´organismo che si andrà a costituire prevede la rappresentanza dei 9 Presidenti delle Province e di 9 Sindaci dei comuni capoluogo, ma con la cospicua presenza anche di 18 consiglieri comunali ed altrettanti consiglieri provinciali. Si potranno determinare così le scelte di politica regionale sul territorio e restituire dignità alle autonomie locali. Un segnale forte per la Regione affinché si possa affrontare in tempi brevi anche nell’Isola il tema della riforma delle autonomie locali”. La bozza del disegno di legge, che per approdare all´Ars dovrà essere approvata da almeno tre Consigli provinciali della Sicilia, prevede la costituzione del Consiglio regionale delle Autonomie locali che resterà in carica per cinque anni. Nell’iniziativa legislativa si evidenzia, tra l’altro, che l’organismo esprime pareri obbligatori sulle proposte di legge all’Ars, nonché sulle proposte di legge per l’attribuzione di nuove funzioni e compiti alle Province e ai Comuni, sul trasferimento delle risorse, sulla istituzione o soppressione di soggetti pubblici o società a prevalente capitale pubblico. Prevista pure una propria sede, uffici e adeguato personale. Con la stessa votazione l’aula ha invece respinto una pregiudiziale dei rappresentanti delle opposizioni, Gaetano Lapunzina e Teresa Piccione (Pd), Antonio Marotta (Rifondazione comunista), Giusy Scafidi (Idv), in cui si rilevavano alcune perplessità sulla proposta dell’Urps che risultava a loro giudizio “carente, in quanto non abroga la Conferenza Regioni-enti locali, non quantifica le risorse necessarie per l’istituzione dell’organismo, non delinea le procedure elettorali dei componenti, non specifica le unità necessarie del personale, prevede indennità di funzioni e gettoni di presenza da stabilire con il regolamento interno votato dallo stesso Consiglio violando, in sostanza, le norme statutarie della Regione”. La proposta avanzata era dunque quella di rinviare nelle Commissioni consiliari l’atto e di apportare le modifiche di alcuni punti. Per la maggioranza sono intervenuti in aula, a sostegno del disegno di legge, il Vice Presidente dell’Urps e consigliere provinciale Antonino Angelo e Vito Lanza del Pdl. Il Consiglio è stato riconvocato dal Presidente Mercello Tricoli per il 24 marzo, alle 16.  
   
   
IVA DA RIMBORSARE AI CITTADINI, SPIEGATECI COME ANCIVENETO SOLLEVA LA QUESTIONE DI FRONTE AL GOVERNO  
 
Roma, 23 marzo 2010 - Chiarezza e provvedimenti legislativi urgenti sulle differenze tra Tia e Tarsu. Lo chiede al Governo il presidente di Anciveneto Giorgio Dal Negro, in considerazione del termine per l´approvazione dei bilanci comunali fissato al 30 aprile prossimo. La Tia sta infatti per Tariffa sull´Igiene Ambientale e come tutte le tariffe richiede il pagamento dell´Iva da parte dell´utente. La Tarsu sta per Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani e come tutti i tributi rientra nei bilanci comunali. Dopo che la sentenza 238/2009 della Corte Costituzionale ha stabilito l´illegittimità della Tia a favore della Tarsu, restano fondamentali nodi da risolvere: chi deve rimborsare l´Iva pagata dagli stessi cittadini, in moltissimi casi pagata a gestori privati -come far rientrare a bilancio e, conseguentemente, nel patto di stabilità questo nuovo tributo, con tutti i problemi di contabilità che comporta -come riorganizzare la gestione del servizio in tempi così brevi, soprattutto nei casi in cui era demandato in tutte le fasi al privato <Da sei mesi che è stata pubblicata la sentenza, non hanno ancora chiarito ai comuni come comportarsi> spiega Dal Negro <Visti i tempi che stringono urge rimedio, altrimenti è il caos>.  
   
   
ANCI BASILICATA: FIRMATO PROTOCOLLO CON AGENZIA ENTRATE  
 
Potenza, 23 marzo 2010 - Sottoscritto dall’Anci Basilicata e dalla Direzione regionale della Basilicata dell’Agenzia delle Entrate un protocollo d’intesa al fine di potenziare l’azione di contrasto all’evasione fiscale, in attuazione dei principi di economicità, efficienza e collaborazione amministrativa, che prevede la partecipazione dei Comuni all’accertamento fiscale dei tributi statali, riconoscendo una quota pari al 30 per cento delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo. L’anci Basilicata e la Direzione Regionale dell’Agenzia per le Entrate, tenendo conto della distinzione dei ruoli, delle competenze e dei rispettivi poteri istituzionali - si legge in una nota - collaboreranno al fine di rendere più efficiente ed efficace a livello locale la partecipazione dei Comuni al recupero dell’evasione fiscale dei tributi statali. Prevista la definizione di programmi locali di recupero dell’evasione ed una collaborazione al fine di acquisire una migliore conoscenza del territorio, indispensabile per rendere maggiormente efficace l’analisi della realtà socio-economica locale finalizzata alla individuazione di soggetti a rischio sia per l’Agenzia delle Entrate che per i Comuni, nell’obiettivo condiviso di sviluppare efficaci forme di collaborazione per il contrasto all’evasione, in attuazione dei principi di economicità, efficienza e collaborazione amministrativa. I Comuni parteciperanno all´attività di accertamento fiscale nell´ambito dell´ordinario contesto operativo di svolgimento delle proprie attività istituzionali, fornendo informazioni suscettibili di utilizzo ai fini dell´accertamento dei tributi statali, diretti ed indiretti. I settori di intervento sono prioritariamente quelli del commercio e professioni, dell’urbanistica e territorio, della proprietà edilizia e patrimonio immobiliare, delle residenze fittizie all’estero, della disponibilità di beni e di servizi di rilevante valore, indicativi di capacità contributiva.  
   
   
RICOSTRUZIONE, COMMISSARIO: COSTANTE LA PRESENZA DEL GOVERNO L´AQUILA VINCERA´ LA SFIDA  
 
 L´aquila, 23 marzo 2010 "Sono qui oggi in qualità di Commissario delegato per la ricostruzione e voglio testimoniare che il governo nazionale continua da essere presente a L´aquila, attraverso me ed il vice commissario. L´intervento realizzato nel nosocomio aquilano è finalizzato a migliorare ciò che già in precedenza esisteva. La città avrà il suo ospedale preesistente ma notevolmente migliorato sia da un punto di vista tecnologico, tutte le sale operatorie sono da ora cablate in rete, sia per quanto riguarda l´adeguamento ai criteri antisismici ed infrastrutturali". Lo ha dichiarato il Commissario per la ricostruzione e Presidente della Regione in occasione della consegna del nuovo Pronto Soccorso che da ieri ha razionalizzata ulteriormente la propria funzionalità, con la suddivisone delle aree a codice rosso rispetto agli altri codici, per una maggiore rapidità nelle prestazioni di primo soccorso. Il Commissario ha sottolineato che "il lavoro per la ricostruzione sta proseguendo. Sono felice di constatare che ogni giorno esiste un tassello che viene riattivato, grazie anche al contributo ed alla solidarietà di tutti. L´aquila vincerà la sua sfida e tornerà ad essere quel che era". "Ringrazio inoltre Fater ? ha proseguito - perché come impresa privata ha svolto un ruolo fondamentale. Le imprese hanno una importante funzione da un punto di vista sociale. Ringrazio inoltre tutti gli operatori per la dedizione dimostrata sin dal primo giorno del sisma. Tutte le volte che sono stato a L´aquila li ho visti sacrificarsi e lavorare da soli, senza avvalersi di aiuti esterni". Per quanto riguarda l´assessore alla Sanità, presente alla cerimonia che ha riguardato anche la consegna di otto sale operatorie ampliate e degli ambulatori per la riabilitazione: "Sin da subito - ha affermato - abbiamo maturato la scelta di non costruire un nuovo ospedale ma di intervenire prontamente con lavori di alta qualità; le sale avevano riportato solo danni infrastrutturali alle colonne. L´ospedale di L´aquila è stata la prima struttura pubblica a tornare in funzione sin sa subito. La nostra prossima sfida sarà la neonatologia di terzo livello". "Inoltre il primo pronto soccorso pediatrico in Abruzzo sorgerà a breve qui nel capoluogo. Le critiche -ha concluso - ci saranno sempre ma i nostri obiettivi li abbiamo raggiunti".  
   
   
25 MARZO, FESTA DEL POPOLO VENETO  
 
Venezia, 23 marzo 2010 - Il 25 marzo ricorre la “Festa del Popolo Veneto”, istituita dalla Legge Regionale n. 8 del 2007 per la “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto”. E’ una data simbolo perché, secondo la tradizione, proprio il 25 marzo del 421 sarebbe il giorno di fondazione della città di Venezia, avvenuta con la posa della prima pietra della prima chiesa di Rivoalto, o Rialto: quella di San Giacometo. La Festa – ha ricordato il vicepresidente della giunta – è finalizzata a favorire la conoscenza della storia del Veneto, a valorizzarne l’originale patrimonio linguistico, a illustrarne i valori di cultura, di costume, di civismo, nel loro radicamento e nella loro prospettiva, nonché a far conoscere adeguatamente lo Statuto e i simboli della Regione. L’identità veneta non è un retaggio del passato – ha aggiunto – ma esprime un senso di appartenenza che si riconosce nel comune modo di essere, di pensare e di agire, che non ha che fare con l’anagrafe ma che rappresenta le nostre radici, solide fondamenta per guardare allo sviluppo futuro. La sua celebrazione avverrà con un programma ricco di iniziative dedicate ai ragazzi della scuole primarie del Veneto e ai loro insegnanti, con attività pratiche e di laboratorio in sette località, una per ciascuna provincia della Regione. Nell’occasione sarà presentata a cartoni animati la storia creata dagli alunni della scuola primaria “Vittorino da Feltre” di Feltre, vincitori del concorso “Un leone molto animato” indetto dalla Regione nell’ambito dei percorsi in lingua veneta, propedeutico alla Festa del Popolo Veneto. Le manifestazioni si svolgeranno contemporaneamente, con inizio alle ore 10, nelle seguenti sedi: Provincia di Belluno: Museo Etnografico di Seravella, Via Seravella, 1, Cesiomaggiore; Provincia di Padova, Palazzetto dello Sport, Via Torino, 2, Albignasego; Provincia di Rovigo, Teatro Comunale Ballarin, Via Giambattista Conti, 4, Lendinara; Provincia di Treviso, Parco degli Alberi Parlanti di Villa Margherita, Viale Felissent, 56, Treviso; Provincia di Venezia, Villa Widmann Rezzonico Foscari, Via Nazionale, 420, Mira; Provincia di Verona, Teatro Parrocchiale in Piazza Nuova, 3, Bussolengo; Provincia di Vicenza, Villa Cordellina Lombardi, Via Lovara, 36, Montecchio Maggiore.  
   
   
BOLZANO: DEPOSITO DEI CONTRASSEGNI ELETTORALI PER LE ELEZIONI COMUNALI  
 
Bolzano, 23 marzo 2010 - Venerdì 2 e sabato 3 aprile i partiti o raggruppamenti politici che intendono presentare una propria lista alle prossime elezioni comunali del 16 maggio possono depositare alla Presidenza della Giunta provinciale i rispettivi contrassegni. Non si tratta di un obbligo ma solamente di un´operazione facoltativa, con nessuna influenza sulla partecipazione alla tornata elettorale, avente lo scopo di proteggere il proprio contrassegno. I contrassegni elettorali possono essere depositati a Bolzano all´Ufficio Affari di Gabinetto (Palazzo Widmann, via Crispi 3, terzo piano) venerdì 2 aprile dalle 8 alle 17 e sabato 3 aprile dalle 8 alle 16. Depositando i contrassegni si può sfruttare l´opportunità di dare tutela giuridica ai contrassegni stessi, evitando così che altre liste possano utilizzare lo stesso contrassegno. I contrassegni depositati verranno poi esposti sui manifesti secondo l´ordine dettato dal successivo sorteggio. Il deposito deve essere effettuato dal segretario provinciale o regionale, oppure dal presidente provinciale o regionale del partito o raggruppamento politico organizzato. La definizione “organizzato” esclude che il deposito del contrassegno possa essere effettuato da gruppi formatisi ad hoc che siano attivi soltanto nell’area di un singolo Comune, anche se nelle diverse elezioni utilizzino lo stesso contrassegno. Se i partiti sono attivi a livello nazionale, va presentata un mandato del rispettivo segretario o del presidente a livello nazionale, autenticato da notaio. Se il partito invece è attivo solo sul territorio provinciale, il rispettivo segretario o il presidente provinciale deve dichiararsi tale con estratto dal verbale di nomina. Il contrassegno, colorato e riprodotto su foglio bianco formato A4, deve essere presentato in triplice copia e anche in formato digitale. Non è ammessa la presentazione di contrassegni identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ed ammessi al deposito, così come non è ammessa la presentazione di contrassegni con immagini o soggetti di carattere religioso. Si evidenzia che il termine ultimo per il deposito coincide con il Venerdì santo e il sabato vigilia di Pasqua, per cui si invita a predisporre per tempo tutta la necessaria documentazione. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all´Ufficio provinciale Affari di Gabinetto: telefono 0471-412130, indirizzo di posta elettronica kabinett@provincia.Bz.it    
   
   
GLI SPORTELLI PER GLI ATIPICI SI APRONO AI CASSINTEGRATI FORMAZIONE E ALTRI SERVIZI PER CHI USUFRUISCE DI AMMORTIZZATORI IN DEROGA UN PROTOCOLLO D´INTESA FRA REGIONE TOSCANA, PROVINCE E CGIL, CISL E UIL  
 
Firenze, 23 marzo 2010 - Si allargano le funzioni svolte dagli sportelli Prometeo, la rete per i lavoratori atipici gestita dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil d´intesa con la Regione. Grazie a un nuovo protocollo, firmato ieri dall´assessore regionale all´istruzione formazione e lavoro, dalle Province e dalle tre organizzazioni sindacali, gli sportelli Prometeo diventeranno punto di riferimento anche per i lavoratori in cassa integrazione in deroga. L´intesa stabilisce che i 56 sportelli già attivi sul territorio regionale stabiliscano una stretta collaborazione con il sistema dei centri per l´impiego di ciascuna Provincia, mettendo a disposizione dei lavoratori tutti gli strumenti di cui dispongono per la costruzione di un percorso di reinserimento dei lavoratori nel mercato del lavoro. Le modalità saranno stabilite da successi accordi su base territoriale, che terranno conto delle specifiche esigenze delle varie zone della regione. Il perdurare della crisi, come ricorda l´assessore all´istruzione, formazione e lavoro in occasione della firma, impone un´azione a tutto tondo per garantire non soltanto il reddito ma anche e soprattutto opportunità di riqualificazione e reimpiego ai lavoratori colpiti. Una formazione mirata e forme di tutoraggio individuali sono alcune delle risposte ritenute più efficaci in questa fase. La collaborazione fra i servizi per l´impiego, gestiti dalle Province e gli sportelli Prometeo, prevede l´attivazione di servizi di informazione, orientamento, assistenza, formazione di base e trasversale, formazione continua e a distanza, consulenza e tutoraggio, percorsi di occupabilità e tecniche di ricerca del lavoro. La Regione ha finanziato l´ultima fase del progetto Prometeo con 5 milioni e 400 mila euro, tratti dal Programma operativo del Fondo sociale europeo per il periodo 2008-2013. I lavoratori che attualmente sono in cassa integrazione in deroga in Toscana sono oltre 18.000, per un totale di quasi 10 mila domande.  
   
   
PARMA: RIPARTIRE INSIEME DAL LAVORO, PRESENTATE IN PROVINCIA LE MISURE PER AIUTARE LE PERSONE E LE IMPRESE A VINCERE LA CRISI. DA DOMANI AL VIA LE INIZIATIVE DI FORMAZIONE GRATUITA E I PERCORSI PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE. PIÙ DI 2 ML DI EURO L’INVESTIMENTO.  
 
 Parma, 23 marzo 2010 - Ripartire insieme. E’ con questo impegno a non lasciare nessuno solo che la Provincia di Parma continua a difendere il territorio da una crisi che ben lungi dall’essere passata. In 12 mesi sono spariti 3438 posti di lavoro e ad oggi sono più di 4000 le persone senza ammortizzatori sociali in cerca di lavoro. “Anche se Parma è toccata in modo diverso rispetto ad altre zone, siamo consapevoli che gli effetti negativi della crisi continueranno anche per il 2010. Ci preoccupa particolarmente il fatto che sta per scadere il periodo degli ammortizzatori sociali e questo rischia di aggravare ulteriormente la situazione. Per questo siamo scesi in campo a fianco dei lavoratori e delle imprese con strumenti che hanno l’obiettivo di creare nuove opportunità”. E’ uno scenario ancora di difficoltà quello che il presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli ha descritto questa mattina nell’’incontro di presentazione del pacchetto anticrisi per il 2010. In esso sono contenuti strumenti di intervento per oltre 2 ml di euro, messi a punto con un Protocollo di Intesa, coordinato dalla Provincia e sottoscritto fra istituzioni locali, Camera di Commercio, associazioni di impresa, organizzazioni sindacali, e con il sostegno di Fondazione Cariparma. Dieci misure per guardare avanti, a come uscire dalla crisi e allo stesso tempo per rispondere ai bisogni delle persone, sempre più toccate dai processi di espulsione dal mercato del lavoro. Per questo le nuove misure per il 2010 sono in particolare mirate alla valorizzazione del lavoro attraverso la formazione e la riqualificazione professionale. Un’azione concreta e tempestiva come ha spiegato l’assessore provinciale al Lavoro e Formazione professionale Manuela Amoretti: “ basata a offrire a persone alla ricerca di occupazione, strumenti utili e nuovi per muoversi nel mercato locale del lavoro. Una specializzazione diversa o nuove competenze tali da permettere sia di cambiare lavoro ma anche di passare da un settore ad un altro. A Parma questo è possibile”. Dunque un impegno forte, che si concretizza in assegni formativi (voucher) per partecipare ai corsi (500mila euro), in sostegno a progetti aziendali per la formazione del personale ( 300mila euro), in nuovi corsi gratuiti per formare figure particolarmente richieste dal mercato del lavoro locale (400mila euro), nella messa a disposizione di una indennità di frequenza per permettere la partecipazione a corsi e tirocini a chi non percepisce al momento reddito, nella conferma di iniziative quali il prestito d’onore e l’anticipazione sociale, entrambi resi più aderenti alle nuove necessità. L’obiettivo è “Ripartire insieme” come recita lo slogan che è anche il sito (www.Ripartireinsieme.parma.it) realizzato con tutte le informazioni sulle opportunità messe a disposizione. “Il tema è come fare emergere dalla nostra società le risorse umane che ci possono permettere di affrontare il futuro – ha ricordato il presidente di Fondazione Cariparma Carlo Gabbi - pensare a risollevarci insieme imprese, lavoro e istituzioni per creare nuove opportunità per una ripresa che ci deve vedere di nuovo protagonisti”. Che il 2010 sarà segnato profondamente dalla crisi lo hanno sottolineato tutti gli interventi. Dal presidente della Camera di Commercio Andrea Zanlari che spiega come “la scelta di sostenere le persone è una scelta necessaria e doverosa perché le difficoltà stanno spegnendo certe opportunità e noi dobbiamo fare in modo di mantenere viva la competitività del territori”. “I sindaci sono spesso termometro della situazione - ha detto il sindaco di Fidenza Mario Cantini - e sempre più vediamo persone che ci chiedono aiuto per risolvere il problema del lavoro e della casa”. “I prossimi mesi saranno i più drammatici dal punto di vista occupazionale - ha ricordato Paolo Bertoletti della Cgil – occorre difendere il lavoro e la qualità del patrimonio occupazionale che abbiamo”. Sull’efficacia del pacchetto anticrisi Mario Miano della Uil ha sottolineato che “deve essere d’esempio ad altri contesti e in altri luoghi” mentre Daniela Incerti della Cisl ha richiamato i presenti sulla necessità di un monitoraggio “in modo da poter seguire quello che succede e agire di conseguenza”. Un richiamo particolare alle esigenze delle imprese in questo momento di difficoltà è venuto da Paola Pellegri, dell’Upi. Gli interventi per ripartire insieme - Formazione gratuita. A partire dal 23 marzo sarà possibile per chi vuole frequentare un corso di formazione accedervi gratuitamente. Vengono infatti messi a disposizione voucher formativi (per un finanziamento di 500.000 euro) prioritariamente rivolti a lavoratori con contratto di lavoro non a tempo indeterminato e a giovani che hanno visto il proprio contratto di lavoro non rinnovato. I corsi disponibili sono quelli sul catalogo su www.Emiliaromagnasapere.it/  . I destinatari sono giovani dai 18 ai 25 anni e laureati fino a 29 anni che hanno perso il lavoro prima del 1° gennaio 2009, lavoratori con contratti di lavoro “flessibile” o con diritto al congedo formativo. Si accede presentando la propria candidatura il lunedì e il giovedì, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17, al Servizio formazione professionale della Provincia, a Parma in viale Martiri della Libertà n. 15. Il modulo di candidatura e il bando sono disponibili sul sito www.Ripartireinsieme.parma.it/  oppure ai Centri per l’Impiego e all’Urp della Provincia. Criteri di assegnazione: in ordine di presentazione delle domande, fino a esaurimento delle risorse. Progetto “Innovazione contro la Crisi”, con cui vengono finanziati ( 300mila euro da fondi nazionali per la formazione professionale) percorsi mirati per la formazione del personale, lavoratori e lavoratrici anche interessati da procedure di sospensione in Cassa Integrazione, proposti da aziende sul territorio provinciale, che intendano investire in processi di innovazione, internazionalizzazione e rafforzamento dei processi di qualità. Le aziende del territorio accedono partecipando col proprio progetto di formazione aziendale al bando “Innovazione nelle aziende” disponibile dal 22 marzo 2010 su www.Ripartireinsieme.parma.it/  o rivolgendosi agli enti di formazione del territorio. Criteri di assegnazione: i progetti risultati ammissibili saranno approvati e finanziati in ordine di presentazione delle domande e fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Progetto “Help for Job”, ovvero nuovi corsi gratuiti per figure particolarmente richieste dal mercato del lavoro locale. L’iniziativa prende le mosse dalla proposta di costituzione di un tavolo operativo con le associazioni di impresa, con la funzione di identificare i profili professionali maggiormente richiesti dalle aziende. Riguarderà percorsi di formazione al lavoro (per un finanziamento di 400.000 euro dal Fondo sociale Europeo) per persone in stato di disoccupazione, iscritti ai Centri per l’Impiego della Provincia. Si accede presentando domanda d’iscrizione ai corsi dal 26 aprile al 7 maggio, direttamente agli enti di formazione. I corsi disponibili, che partiranno nella seconda metà di maggio, saranno pubblicati sul sito www.Ripartireinsieme.parma.it. Criteri di assegnazione: Se le richieste saranno superiori ai posti disponibili gli enti di formazione effettueranno una selezione in base a criteri specificati nel bando. Esperienze formative sul campo, volte a offrire azioni di formazione individualizzata attraverso lo strumento dei tirocini formativi in un’azienda del territorio. Si accede iscrivendosi a uno dei Centri per l’Impiego della Provincia di Parma e dando la propria disponibilità. Gli interessati vengono coinvolti in progetti di tirocinio sulla base del proprio curriculum professionale e delle richieste pervenute dalle aziende, che provvederanno alla selezione dei candidati. Indennità di frequenza - Per i partecipanti alle iniziative di qualificazione professionale mediante voucher, alle iniziative di formazione al lavoro per persone disoccupate e ai partecipanti a tirocini promossi dai Centri per l’Impiego, che non siano percettori di alcun ammortizzatore sociale, sarà resa disponibile un´indennità di frequenza per la partecipazione a queste attività che potrà arrivare fino ad un massimo di 400 euro mensili (attraverso risorse poste a disposizione dalla Fondazione Cariparma, per un totale di 540.000 euro di investimento). Le altre misure previste dal Protocollo di Intesa - Messa a disposizione degli strumenti di anticipazione sociale e di prestito d’onore, già attivati nell’Accordo provinciale anticrisi del 2009. Chi ha bisogno di un sostegno economico per superare un periodo di difficoltà può chiedere un prestito senza interessi oppure la Provincia anticipa la cassa integrazione, l’indennità di mobilità o di disoccupazione. I destinatari sono lavoratori posti in cassa integrazione dopo il 31 dicembre 2008; disoccupati iscritti, dopo la stessa data, ai Centri per l’Impiego della Provincia di Parma. Si accede inviando o consegnando la domanda e i documenti richiesti all’Ufficio protocollo della Provincia di Parma, viale Martiri della Libertà 15/a, 43123 Parma. La domanda è disponibile sul sito www.Ripartireinsieme.parma.it, ai Centri per l’Impiego della Provincia di Parma e ai patronati di Cgil , Cisl e Uil. Criteri di assegnazione: secondo l’ordine di presentazione delle domande ammissibili, fino a esaurimento delle risorse dedicate. Prosecuzione del servizio di monitoraggio dei fenomeni di crisi volto all’analisi e diffusione dei dati congiunturali sull’andamento del mercato del lavoro che la crisi economica globale sta determinando, al fine di aumentare la capacità di prevenzione e di programmazione dei decisori locali; Integrazione al Maxifondo Anticrisi per le aziende con difficoltà di accesso al credito, istituito da Camera di Commercio e Provincia di Parma e gestito attraverso le cooperative di garanzia, con un finanziamento di 800mila euro di cui 200mila messi a disposizione dalla Provincia di Parma. La realizzazione del sito www.Ripartireinsieme.parma.it , oltre a materiale informativo sul pacchetto anti-crisi, che la Provincia, d’intesa con la Fondazione Cariparma, ha prodotto sui principali interventi messi in campo dal Pacchetto Anti-crisi. Il totale delle somme a disposizione con il nuovo Protocollo di interventi ammonta a 2.126.500 euro.  
   
   
BOLZANO: FRAI PROVVEDIMENTO DELLA SEDUTA DELLA GIUNTA PROVINCIALE DEL 22 MARZO CARTA DEL CITTADINO”, RIMBORSO DI CONTRIBUTI EROGATI ERRONEAMENTE DALLA PROVINCIA  
 
Bolzano, 23 marzo 2010 - Oltre alla presentazione dello studio di fattibilità del Minimetro tra Caldaro e Bolzano la Giunta provinciale si è occupata anche dell’imminente incontro con la Commissione dei Sei e dei Dodici. Sono state inoltre adottate decisioni in merito all’assestamento di bilancio, ad una “Carta del cittadino”, al rimborso di contributi erogati erroneamente dalla Provincia ed all’Erbario di Rupert Huter conservato presso il Vinzentinum di Bressanone. Incontro con le Commissioni dei Sei e dei Dodici: finanze, le Poste e la crisi economica. Nel corso del pomeriggio di ieri il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, si è incontrato a Trento con i rappresentanti della Commissione dei Sei e dei Dodici. Al centro dell’incontro di ieri ci sono stati temi di particolare importanza che riguardano in primo luogo l’accordo finanziario raggiunto tra la Provincia e lo Stato. Il presidente sottolinea l’importanza di chiarire nel corso dell’incontro quali aspetti della realizzazione dell’accordo dovranno essere regolamentati con apposite norme d’attuazione. Un esempio citato dal presidente Durnwalder riguarda, ad esempio, la messa in pratica della nuova regolamentazione del Patto di stabilità che prevede la competenza della Provincia per il controllo dell’osservanza del Patto di stabilità nei confronti degli enti e delle istituzioni ad essa sottoposte. Ne consegue che queste istituzioni devono più rendere conto allo Stato del loro operato bensì alla Provincia. Un altro tema al centro dell’incontro di ieri riguarda il chiarimento delle future competenze della Provincia e della Corte dei Conti. “L’accordo finanziario prevede che è la Provincia a controllare le proprie istituzioni e le proprie società e che è quindi tenuta a comunicare alla Corte dei Conti riguardo ai controlli effettuati. Deve però essere chiarito nel dettaglio per quali istituzioni valga questa regolamentazione” ha sottolineato il presidente Durnwalder. Sarà discussa con le Commissioni anche l’acquisizione di nuove competenze, soprattutto quelle riguardanti le Poste ed il finanziamento della Rai di Bolzano, la prosecuzione delle misure per il superamento della crisi economica come il sostegno per le famiglie colpite e la futura regolamentazione del trasporto dei rifiuti speciali, in base alla quale, finché in alto Adige è valida la legge nazionale, potrà essere effettuato solamente da parte di ditte specializzate. In base a questa normativa piuttosto restrittiva rileva Durnwalder “Nessuno può conferire tre bombolette spray al centro di riciclaggio se non è iscritto nell’elenco delle ditte specializzate”. L’ordine del giorno dell’incontro prevede inoltre questioni riguardanti la competenza per l’elevazione di multe con l’Autovelox, l’utilizzo delle case cantoniere dell’Anas che non sono passate alla Provincia, il passaggio delle competenze dallo Stato alla Provincia nel campo dei controlli igienici e nel campo dell’ecologia ed infine e per quanto riguarda la competenza per la gestione del registro delle patenti a Bolzano invece che a Roma. Carta unificata per i servizi digitali - È iniziata ieri la discussione da parte della Giunta provinciale per la realizzazione di una Carta unificata per i servizi digitali. “Grazie a questa Carta unificata per i servizi digitali sarà possibile effettuare tutta una serie di servizi elettronici che consentiranno di semplificare l’accesso del cittadino ai servizi” afferma Durnwalder. In questa carta, a seconda del microchip adottato, potranno essere unificati servizi che spaziano dal bancomat, all’entrata nei musei, dalla carta valore per i trasporti pubblici, allo skipass. Questa decisione che sta per essere adottata dalla Giunta provinciale è motivata da fatto che sta per scadere la validità dell’attuale tessera sanitaria il cui rinnovo costerà circa 1,5 milioni di euro e potrebbe essere sostituita con una nuova carta dotata di maggiori potenzialità. Inoltre con la realizzazione di questo “Progetto pilota” la Provincia potrebbe contare su di un contributo finanziario da parte dell’apposito Fondo dell’Unione Europea per lo sviluppo regionale. Regolamentazione semplificata per la restituzione dei contributi erogati erroneamente - Attualmente, rileva il presidente Durnwalder, per ottenere la restituzione di contributi europei o provinciali erogati erroneamente non è sufficiente una procedura semplificata e spesso si deve fare ricorso ad un procedimento giudiziario con notevoli costi e lunghe procedure. Allo scopo di evitare queste problematiche la Giunta provinciale sta valutando la possibilità di richiedere al beneficiario al momento dell’erogazione del contributo la sua disponibilità a restituire le somme ricevute se dovessero essere accertate successivamente delle irregolarità. Per il 2010 nessun assestamento del bilancio di previsione - Quest’anno non vi sarà alcun assestamento del bilancio di previsione. La Giunta provinciale ha preso oggi questa decisione in considerazione dell’esiguità della somma rimasta. La Giunta ha, infatti, verificato che dei 162 milioni di euro non utilizzati l’anno scorso già 154 sono confluiti nel bilancio di quest’anno e che quindi vi sono solamente 8 milioni di euro ancora disponibili. Questa somma, ha sottolineato Durnwalder, non giustifica una manovra d’assestamento del bilancio e verrà quindi fatta confluire nel prossimo bilancio provinciale. Passa alla Provincia per 99 anni l’erbario del botanico Rupert Huter - L’erbario del botanico Rupert Huter, conservato presso il Vinzentinum di Bressanone, è una delle raccolte più importanti di questo tipo dell’arco alpino e comprende circa 120.000 piante. La Provincia ha raggiunto un accordo con il Vinzentinum di Bressanone in base al quale la raccolta viene acquisita dall’ente pubblico per 99 anni. L’acquisizione è gratuita ma la Provincia si impegna al restauro ed all’esposizione al pubblico dell’importante raccolta del botanico Rupert Huter. Probabilmente l’erbario, il cui valore è stato valutato intorno ai quattro milioni di euro, sarà esposto presso il Museo di Scienze Naturali di Bolzano.  
   
   
ALLUVIONE DI NATALE, PRONTO IL PIANO CON LE RICHIESTE A BERTOLASO TOSCANA, LIGURIA ED EMILIA GLI HANNO CHIESTO UN INCONTRO URGENTE  
 
Firenze, 23 marzo 2010 - E’ ormai pressoché ultimato il Piano degli interventi necessari alla messa in sicurezza del territorio toscano in seguito alla devastante ondata di maltempo che l’ha colpita tra Natale e l’Epifania. E la stima dei danni si è confermata intorno ai 520 milioni di euro. Lo ha confermato il commissario per il superamento dei danni dall´alluvione ha presieduto ieri presso la Provincia di Prato la seconda riunione del tavolo istituzionale, composto dalle Province di Pisa, Lucca, Massa Carrara, Pistoia e Prato, da Anci e Uncem e convocato per compiere un’ulteriore ricognizione delle richieste provenienti dai territori colpiti e per condividere il documento da inviare alla Protezione civile nazionale. Dalla rimodulazione delle cifre sono emersi lievi scostamenti nelle varie voci che hanno portato ad un lieve rialzo del totale. La novità è l’annunciata stima da parte di Salt (la Società autostrada ligure toscana) dei danni subiti dalla A12 nei pressi di Migliarino, pari a circa 5 milioni di euro. Gli interventi effettuati in somma urgenza e già conclusi nelle nove province toscane colpite, ammontano a circa 26,3 milioni di euro. Le somme urgenze ancora da concludere a 44 milioni. Gli interventi urgenti ammontano a 278 milioni. I danni subiti dalle imprese sono pari a 116 milioni (ma per legge quelli ammissibili sono soltanto la metà) mentre il valore dei prodotti danneggiati è di 34,7 milioni, di cui solo il 30% è rimborsabile. Ammontano a 12,4 milioni i danni ai privati. Il commissario ha annunciato di aver richiesto, insieme ai due colleghi di Liguria ed Emilia, un incontro urgente al capo dipartimento Guido Bertolaso per affrontare le questioni ancora in sospeso. Tra gli aspetti che verranno posti all’attenzione della Protezione civile nazional e c’è prima di tutto l’insufficienza degli stanziamenti stabiliti fin qui e l’evidente sproporzione tra necessità e disponibilità. Il commissario chiederà poi l’esclusione dai vincoli del Patto di stabilità delle spese (ad oggi pari a 26,3 milioni di euro soltanto per ciò che riguarda gli interventi in somma urgenza) che gli enti locali toscani stanno sostenendo per la messa in sicurezza dei loro territori e di quelle che sosterranno nei prossimi mesi e per le quali le necessità ammontano a 316 milioni Con una lettera inviata a Bertolaso il commissario ha già chiesto che anche alle imprese pistoiesi e pratesi sia concessa la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi dell´assicurazione obbligatoria contro gli infortuni, così come è stato permesso ai titolari delle aziende di Pisa, Lucca e Massa Carrara. A questa sarà aggiunta una nuova richiesta, quella di estendere la possibilità di sospensione dal pagamento dei contributi anche alle aziende che non siano state dichiarate inagibili. Al momento infatti l´ordinanza 3856 del 10 marzo, firmata dal presidente del Consiglio dei ministri, concede questa possibilità soltanto alle imprese dichiarate inagibili cioè, in pratica, a pochissime attività tutt´ora sospese, ma la esclude per la stragrande maggioranza di quelle che pure hanno subìto danni consistenti e stentano a ripartire finanziariamente.  
   
   
SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE: OFFICINA MEDIO ORIENTE: PARLANO LE DONNE DELLA PACE  
 
Trento, 23 marzo 2010 - Sei donne dal Medio Oriente, diverse per storia personale, per cultura e religione di appartenenza, accomunate da alcune caratteristiche di fondo: un rapporto con la tradizione che non è rifiuto generalizzato ma neanche accettazione acritica, una tenace volontà di cambiare la propria vita e al tempo stesso quella della loro comunità, un livello di istruzione elevato. Soprattutto, il loro essere, come donne, come madri, come educatrici, portatrici di pace in una delle aree più complesse e travagliate del pianeta. Perché, come detto da una di esse, "nulla è veramente impossibile se davvero lo si vuole". Tutto questo ieri per l´ultima tavola rotonda dell´iniziativa Officina Medio Oriente, coordinata dall´assessorato alla solidarietà internazionale assieme ad una quindicina di associazioni trentine. E alle 12, al parco Santa Chiara, un gesto di simbolico di grande forza, nella sua semplicità: la posa di un ulivo donato a Trento dalla città di Gerusalemme. Si chiamano Suha Ibrahim, Adina Bar Shalom, Nuha Farran, Faten Zenaty, Basima Halabi, Angelica Calò Livnè: donne dal Medio Oriente, che di quella terra contesa e magnifica rappresentano la varietà delle religioni e delle culture: ebraica, arabo-musulmana, cristiana, drusa, beduina... Sono state loro ad animare, ieri , nel palazzo della Regione, l´ultima tavola rotonda organizzata nell´ambito dell´iniziativa Officina Medio Oriente, che si concluderà stasera al teatro Cuminetti di Trento con uno spettacolo della compagnia "Beresheet Lasalom", curato dalla stessa Calò Livné, romana d´origine ed israeliana d´adozione (vive da 35 anni un kibbutz). "Donne - ha detto l´assessore provinciale Lia Giovanazzi Beltrami, nell´introdurre l´incontro - impegnate nel cammino del dialogo e della pace, e che al tempo stesso si interrogano sulla condizione femminile all´interno delle rispettive società." Donne, ha detto una di queste testimoni d´eccezione portate a Trento per un evento che ha mobilitato anche il Ministero degli esteri (vi ha partecipato in veste di osservatore anche Pasquale Ferrara, capo unità di analisi politica del Ministero degli esteri italiano), le quali, ad un certo punto della loro vita, hanno sentito una spinta interiore, una voce che diceva: "Devo fare qualcosa per cambiare le cose attorno a me, non posso vivere solo nel mio metro e mezzo quadrato". Ma cambiare cosa? Quali sono i problemi e i conflitti con i quali queste donne si confrontano quotidianamente? Perché in Medio Oriente c´è innanzitutto il sanguinoso conflitto arabo-israeliano, certo; ma ci sono anche altre situazioni, altre sfide. Quelle poste dalle rispettive religioni e dalle rispettive culture, ad esempio, che a volte relegano la donna in una posizione di inferiorità; ci sono le sfide poste dal rapporto uomo-donna; ci sono le problematiche connesse all´educazione dei figli; c´è la grande questione della multiculturalità, perché poche aree del mondo concentrano tante "differenze" come questa, ed in uno spazio tanto ridotto (specie se pensiamo a Israele e ai territori palestinesi). Adina Bar Shalom, che è anche membro del consiglio direttivo del Yachad Council che si occupa di promuovere la riconciliazione tra gli haredi ultra-ortodossi e gli ebrei laici, ha parlato della condizione femminile in relazione alla sfera dell´ortodossia ebraica (all´interno della quale la donna è quella che veramente manda avanti la famiglia, lasciando agli uomini il tempo di dedicarsi allo studio della Torah). Nuha Farran, cristiano-ortodossa che vive a Gerusalemme, ha spiegato che anche fra i cristiani c´è molta strada da fare, sia per valorizzare più pienamente il ruolo della donna sia, in generale, per contribuire alla costruzione di una società più aperta e plurale. Suha Ibrahim, arabo-israeliana, ha raccontato il suo percorso dal villaggio all´università di Gerusalemme, per fare ciò che non aveva potuto fare sua madre, studiare, per cambiare la sua vita e poi anche quella degli altri. E tutto questo senza rinunciare ad un briciolo della sua identità di donna e di araba. Basima Hallavi, proveniente da un villaggio Druso vicino Haifa, ha svelato le contraddizioni esistenti fra ciò che in teoria una donna può fare (ad esempio divorziare dal marito, e ricevere una parte dei beni della famiglia) e ciò che veramente la società in cui è inserita le consente di fare. "Non occorre pensare a delle rivoluzioni - ha però ammonito - ; per cambiare basta iniziare dal proprio piccolo". Faten Zenaty, araba, coordinatrice del centro di mediazione culturale di Ramale, esperta di dialogo multiculturale, si è presentata come "una donna che vive all´interno di un conflitto che ha molte facce: linguistico (quale lingua parlare? Arabo o ebraico?), identitario (sono araba, ma posso definirmi anche palestinese o israeliana?); di genere (sono una donna musulmana ma non mi sento rappresentata da tutti gli stereotipi sulla donna musulmana oppressa e chiusa in casa)". Insomma, tante storie, come dicevamo, tante vicende che si intrecciano, accomunate da alcuni elementi fondamentali: un impegno pubblico in favore del dialogo e della reciproca comprensione (in genere coordinando progetti, scuole o altre realtà educative orientate a questi scopi) e una forte coscienza di ciò che le donne rappresentano e di ciò che possono dare all´interno della società mediorientale. "Non in contrapposizione all´uomo - è stato anche precisato - ma camminando assieme all´uomo". Fra tensioni irrisolte e prove di dialogo, antichi pregiudizi e post-femminismo, la realtà emersa anche da quest´ultimo appuntamento si è rivelata molto più complessa e variegata di quanto non si possa essere portati a credere osservando le cose attraverso le lenti della sola cronaca (che anche in questi giorni ci parla di un riacutizzarsi del conflitto fra israeliani e palestinesi). Il contributo del Trentino, nell´organizzare questo evento, è stato dunque importante e, come spiegato dall´assessore Beltrami, non si esaurisce qui, ma continua da domani attraverso gli sforzi delle realtà che operano in quegli scenari con progetti di solidarietà internazionale e di cooperazione allo sviluppo. La mattinata si è conclusa con la posa di un ulivo donato dalla città di Gerusalemme al parco Santa Chiara di Trento.