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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Aprile 2011
Politica
ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO: I DEPUTATI SUGGERISCONO DI SCEGLIERE UN EXTRA DI 25 DEPUTATI DALLE LISTE IN TUTTA L´UE  
 
Strasburgo, 20 aprile 2011 - Ieri la Commissione Affari Costituzionali ha detto che per incrementare legittimazione popolare del Parlamento europeo, d´ora in poi dovrebbero essere eletti da liste a livello europeo alle elezioni del Parlamento europeo, ulteriori 25 deputati europei. Nelle elezioni europee, ciascun elettore ha due schede, una per le liste nazionali e l´altra per quelli a livello Ue. Le proposte devono essere messi al voto della plenaria di giugno. "Stiamo cercando di sfruttare per la prima volta i nuovi poteri che abbiamo come conseguenza del trattato di Lisbona, a migliorare la legittimazione popolare di questa Assemblea. Abbiamo una grande opportunità di stabilire una modernizzazione coerente del procedimento elettorale", ha detto Andrew relatore Duff (Alde, Uk), in un dibattito il Lunedi. Il suo progetto di relazione è stata approvata in commissione il Martedì con 20 voti a favore e 4 contrari. Liste transnazionali - I partiti politici dell´Ue avranno il compito di redigere le liste transnazionali, con 25 candidati di ciascuna lista. I candidati devono provenire da almeno un terzo degli Stati membri dell´Ue, i deputati dire. Ogni elettore ha due schede, una per le liste nazionali e una per quelle transnazionali. Le autorità nazionali avrebbero il compito di contare i voti in tutta l´Ue, oltre a quelli nazionali, e si sarebbero riportati i risultati di una autorità dell´Ue nuova legge elettorale che dovrebbe essere creato per supervisionare le elezioni in tutta l´Ue. I 25 deputati eletti nella liste transnazionali avrebbero aderito 751 deputati scelti tra quelli nazionali, per cui il numero di deputati passerebbe ad un totale di 776. Altre proposte - La commissione propone di portare il calendario delle elezioni europee in avanti da giugno a maggio. Così facendo ogni nuovo Parlamento più tempo per prepararsi per l´elezione del presidente della Commissione europea nel mese di luglio. Una data anteriore significherebbe anche che le elezioni non si svolgono durante le vacanze estive nel nord degli Stati membri. Inoltre, i deputati chiedono alla Commissione di proporre i modi per rendere più facile per i cittadini dell´Ue che vivono fuori del loro paese a prendere parte alle elezioni europee. Altri suggerimenti comprendono l´aggiornamento del protocollo sui privilegi parlamentari europei ´e le immunità, per eliminare materiali obsoleti, come le date testo attuale dal 1965. Progetto di relazione originale Duff ha compreso anche una formula matematica proposta di ridistribuzione dei seggi in Parlamento europeo. Questa formula è stata abbandonata - invece, i deputati propongono un dialogo con gli Stati membri dell´Ue a livello europeo, del Consiglio di valutare se una tale formula può essere trovato. Contesto e procedure - Il Trattato di Lisbona richiede deputati di avviare una decisione sulla composizione del Parlamento. Alcune delle proposte di cui sopra implicano una modifica del trattato Ue, che a sua volta richiederebbe una conferenza intergovernativa e ratifica da parte di tutti i 27 Stati membri. Del 1976 sulle elezioni per il Parlamento europeo avrebbe bisogno di essere modificata, e altre norme di attuazione dovrebbe essere messo in atto. Il voto in plenaria su questa relazione si terrà a giugno. L´obiettivo è quello di avere la nuova normativa in vigore al momento delle prossime elezioni europee del 2014.  
   
   
UNA GOVERNANCE ECONOMICA PIÙ SEVERA ED EFFICACE  
 
Strasburgo, 20 aprile 2011 - Il "pacchetto" sulla riforma della governance economica ha ricevuto martedì il voto positivo della commissione affari economici. Le modifiche principali dei deputati, che saranno oggetto di negoziati con la Presidenza del Consiglio, sono: maggior ruolo per la Commissione, più trasparenza nelle decisioni, nuove sanzioni, misure più severe per riduzione del debito e nuove regole per limitare la possibilità d´interpretazione politica da parte dei governi, senza soffocare la spesa per la crescita. Le maggioranze che hanno approvato alcuni testi sono risultate più risicate che di norma, durante la sessione di votazioni di martedì. I gruppi politici hanno assunto posizioni diverse su quanta importanza dare all´austerità fiscale da un lato e il bisogno di regole che permettano ai governi nazionali di continuare con investimenti pubblici che favoriscono la crescita dall´altro. Dopo il voto, il gruppo S&d ha sottolineato che si dovrà fare di più per quanto riguarda la questione degli investimenti per la crescita. La difficoltà maggiore che hanno dovuto affrontare i deputati è stata quella di trovare il giusto equilibrio fra inserire un certo livello di automaticità nel regime di misure e sanzioni da applicare nel caso di uno Stato membro restio a fare riforme, e la necessità di non ostacolare la spesa per investimenti che potrebbe risultare benefica nel lungo termine. I testi approvati rendono più severe le regole sulla spesa "irresponsabile" rispetto alla proposta originale, ma allo stesso tempo chiedono alla Commissione di tenere in maggiore considerazione la spesa "buona" nel giudicare gli forzi intrapresi da un governo. I deputati della commissione affari economici hanno aumentato i casi di ricorso al sistema di votazione con "maggioranza qualificata invertita", in particolare sui casi di vigilanza multilaterale, quando bisogna valutare i programmi nazionali di stabilità e eventualmente proporre miglioramenti o deciderne l´insufficienza a raggiungere la giusta disciplina fiscale. Questo sistema di votazione renderà più difficile per gli Stati membri nel loro complesso nascondere problemi, poiché per far ciò avrebbero bisogno di prendere una decisone formale in senso contrario alle proposte della Commissione europea, una scelta politicamente non facile. D´altro canto, i testi approvati dai deputati introducono una serie di regole che richiedono che ogni valutazione prenda in considerazione gli investimenti pubblici che mirano a stimolare la crescita, l´occupazione e altri benefici socio-economici. A tal scopo, i piani di riforme nazionali dovrebbero specificare le misure per la crescita e l´occupazione per evitare che siano piani mirati esclusivamente all´austerità. Un ruolo più forte della Commissione europea nell´architettura complessiva della nuova governance europea restringe lo spazio interpretativo dei singoli governi nazionali e garantisce maggior uniformità nell´applicazione delle nuove regole, secondo i deputati in commissione economica. Per esempio, in molti casi sarà la Commissione a giudicare gli sforzi di uno Stato membro e decidere se emettere avvertimenti nei suoi confronti, piuttosto che il Consiglio, come previsto dalla proposta originale. In altri casi, la Commissione avrà gli stessi poteri del Consiglio, nei casi in cui nella proposta originale era previsto un ruolo solo per quest´ultimo. Tali regole dovrebbero restringere la possibilità, per i governi nazionali, di ignorare i problemi degli altri stati. I testi approvati migliorano considerevolmente il livello di trasparenza del nuovo sistema di governance. La mancanza di trasparenza è infatti vista da tempo come il maggior difetto di questi primi 10 anni di unione economica e monetaria, da chi si occupa della questione nel Parlamento. Le votazioni del Consiglio su decisioni che impongono sanzioni dovrebbero tenersi in pubblico, ad eccezioni di momenti di crisi quando le decisioni possono essere prese a porte chiuse, propongono i deputati. Tutte le decisioni prese, da Consiglio e Commissione, dovrebbero essere comunque rese pubbliche. La commissione affari economici offre inoltre al Parlamento il ruolo di forum di discussione per migliorare la trasparenza, con la predisposizione di una serie di dialoghi strutturati fra governi, Presidente dell´Eurogruppo e Commissione con lo scopo di spiegare le decisioni prese ai deputati, i cosiddetti "dialoghi economici". I testi approvati martedì confermano in sostanza le proposte della Commissione, con qualche nuovo elemento inserito, come la nuova sanzione ´una tantum´ pari allo 0.5% del Pil per i paesi che hanno mentito sui conti. Tale sanzione sarebbe approvata con il sistema di votazione a maggioranza qualificata invertita, cosi com´è il caso per gli altri tipi di sanzioni. Seconda novità, le sanzioni potrebbero essere introdotte più velocemente, rispetto alle proposte della Commissione, per i paesi che hanno ignorato le raccomandazioni ricevute per correggere le iniquità macroeconomiche. Nel momento in cui il Consiglio decidesse che un governo nazionale non è riuscito a predisporre le giuste misure correttive, potrebbe essere imposto un deposito con interessi dello 0.1% del Pil, mentre nel testo originale tale sanzione scatta solo nel caso che uno Stato membro abbia ignorato le raccomandazioni per due volte consecutive. Terza proposta, nel caso di grave e deliberata inadempienza a questo tipo di raccomandazioni, le sanzioni potrebbero essere aumentate dallo 0.1 allo 0.3% del Pil. Il gettito raccolto con queste multe e con gli interessi dei depositi dovrebbe, suggeriscono i deputati, andare ad alimentare il meccanismo permanente di stabilità e, aspettando che questo entri in vigore, la Banca europea degli investimenti, piuttosto che finire nel bilancio dei paesi con deficit eccessivo, come proposto dalla Commissione. Sulla questione della riduzione del debito, i deputati della commissione propongono che uno Stato membro che si trova con un livello di debito pubblico superiore al 60% del Pil debba necessariamente ridurlo con una media del 5% annuo su un periodo triennale, mentre la Commissione aveva proposto un 5% fisso, sui 3 anni. Per i paesi membri della zona euro, i deputati chiedono regole più severe sulla disciplina fiscale. Prossime tappe Con un voto in commissione affari economici tenutosi mercoledì mattina, i deputati hanno deciso di iniziare immediatamente i negoziati con la Presidenza ungherese del Consiglio. La decisione è stata presa con 26 voti a favore e 14 contrari. I deputati contrari a tale decisione sostengono che le maggioranze risicate che hanno sostenuto alcuni dei testi approvati martedì suggeriscono che sarebbe più opportuno passare prima per il voto della plenaria. I negoziati sono cominciati mercoledì 20 aprile alle 13.00.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO/COMMISSIONE: UN REGISTRO COMUNE DI LOBBISTI E ALTRI GRUPPI DI INTERESSE  
 
Strasburgo, 20 aprile 2011- I piani del Parlamento europeo per un registro dei lobbisti e altri gruppi di interesse sono stati avallati ieri dalla Commissione Affari Costituzionali. Il comitato spera che il Consiglio dei ministri, partecipi a questo "registro trasparenza". I deputati aggiungono che tutti i lobbisti devono essere iscritti al registro, ma anche sollecitano che i loro scambi con i deputati di sorveglianza devono essere elencati in una "impronta legislativa", allegata alle relazioni parlamentari. "Questo è un passo avanti, ma ovviamente dovremo prendere altri dopo questo", ha affermato il relatore Carlo Casini (Ppe, It), in un dibattito il Lunedi. Le sue relazioni sono state approvate all´unanimità in commissione il Martedì. I deputati sostengono un registro comune delle due istituzioni migliorerà la trasparenza, in quanto i cittadini troveranno tutte le informazioni sulle persone che parlano alle istituzioni dell´Ue in un unico luogo. Questo "one-stop shop" il sistema dovrebbe inoltre facilitare la registrazione dei rappresentanti di interessi specifici. Il registro "lobby" sarebbe stata ribattezzata la "trasparenza" registro per rendere più facile per le organizzazioni non commerciali, come i gruppi di riflessione e di chiese, di aderire. La registrazione non sarebbe obbligatorio, anche se questo è ciò che molti deputati vorrebbero. Il comitato sottolinea tuttavia che l ´"accordo costituirà un forte incentivo per l´iscrizione in quanto comporta l´impossibilità per chiunque di procurarsi un badge che dà accesso al Parlamento senza prima registrazione". Allo stesso tempo, il Comitato ribadisce la sua richiesta di registrazione obbligatoria di tutti i lobbisti nel registro trasparenza comune. I deputati chiedono inoltre al Consiglio dei ministri a partecipare il registro comune nel più breve tempo possibile, e con favore il fatto che il Consiglio ha indicato lo farà. Un gruppo di lavoro presieduto dal Presidente del Parlamento europeo Buzek sta anche lavorando sul rafforzamento di codici di condotta per i lobbisti e parlamentari europei. Il Comitato sostiene inoltre progetti per una "impronta legislativa", allegato alle relazioni redatte dai deputati. Questo allegato sarebbe elencare tutti i gruppi di pressione che i relatori incontrato durante l´elaborazione delle loro relazioni. Il nuovo registro congiunta fornirà anche informazioni aggiuntive, come ad esempio il numero di individui coinvolti in tutte le attività relative al registro, e il livello delle risorse Ue ricevuti dal dichiarante. Sarà inoltre chiarire con precisione quali attività sono coperte dal registro, e stabilisce le procedure per la gestione di reclami e sanzioni. In un rapporto separato sulle regole del Parlamento, la commissione ha proposto che i deputati dovrebbero aggiornare le loro dichiarazioni finanziarie "non appena si verifichino dei cambiamenti", e almeno una volta all´anno. Il Parlamento ha avuto una registro delle lobby dal 1996 e la Commissione a partire dal 2008. Il Parlamento ha approvato una risoluzione nel 2008 chiedendo un registro comune, compreso il Consiglio dei ministri. Parlamento e la Commissione ha poi istituito un gruppo di lavoro che hanno accettato nel novembre 2010 sulle disposizioni per un registro comune. Il Parlamento deve ora formalmente approvare l´accordo sulla "trasparenza" registro, in votazione in plenaria previsto per maggio. Il registro comune è programmato per essere disponibile online nel mese di giugno 2011.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: AMPIO CONSENSO SULLA PROSPETTIVA EUROPEA DEI BALCANI OCCIDENTALI  
 
Strasburgo, 20 aprile 2011 - Il parlamento congiunto Meeting (Jpm), sui Balcani occidentali si è concluso il 14 aprile con un accordo generale tra i partecipanti che le prospettive di adesione all´Unione europea dei Balcani occidentali sono la strada giusta per garantire le necessarie riforme nei paesi della regione. Relazione del giorno precedente due gruppi di lavoro, Doris Pack (Ppe / De, De) ha parlato degli effetti positivi che ci si aspetta da recenti accordi di liberalizzazione dei visti con i paesi dei Balcani occidentali. Ha anche detto che "in un certo senso, la radice di ogni male è che il funzionamento di un ordine sociale non può essere stabilita in paesi con gravi condizioni di povertà economica". Mihály Balla (Parlamento ungherese) ha sottolineato che per l´integrazione europea abbia successo, "l´integrazione dei cittadini è altrettanto importante come l´integrazione politica dei paesi nell´Unione europea". "Isolato argomenti nazionale di allargamento non sono utili a questo proposito", ha aggiunto, "abbiamo bisogno di forum multilaterali come queste per ottenere progressi." In nome della Presidenza del Consiglio, primo ministro ungherese Viktor Orban ha annunciato che i Balcani occidentali costituiscono "una sorta di enclave all´interno del territorio dell´Unione europea. Abbiamo la sensazione che si tratti di lavoro incompiuto". Egli ha avvertito che "non possiamo lasciare questa buca clamorosa in Europa," e che "se non integrare questa regione, gli altri: ci sono un sacco di potenziali pretendenti alla porta." "L´europa deve essere aperta all´allargamento, ed i paesi della regione devono fare i compiti", ha concluso. Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha inoltre sottolineato che "l´Europa considera i Balcani occidentali come membri della famiglia delle nazioni europee". Egli ha anche sottolineato l´importanza di discutere tali questioni nelle sedi parlamentari, in particolare uno come il Jpm, che riunisce deputati e parlamentari nazionali. "L´ue non è solo Bruxelles e Strasburgo, è quello che facciamo nei parlamenti nazionali", ha concluso.  
   
   
OPERAZIONI DI COMMERCIO PIÙ FACILI TRA L´UNIONE EUROPEA E I PARTNER DEL SUD DEL MEDITERRANEO E DEI BALCANI OCCIDENTALI  
 
 Bruxelles, 20 aprile 2011 - Il Consiglio dell´Ue ha deciso di avviare il processo della firma di una Convenzione regionale sulle regole pan-euro-mediterranea di origine preferenziale. La convenzione ha lo scopo di superare le difficoltà nella gestione della attuale rete di circa 60 protocolli bilaterali sulle norme di origine tra i paesi o territori della zona pan-euro-mediterranea. Venerdì 15 aprile 2011, il Consiglio dell´Unione europea ha adottato una decisione che autorizza la firma della convenzione regionale sulle pan-mediterraneo preferenziale norme Euro di origine da parte della Commissione a nome dell´Unione europea. La Convenzione sostituirà l´attuale -Euro-mediterraneo sistema pan di norme di origine sulla base di singoli protocolli in vigore tra due paesi partner, con un unico strumento giuridico nella forma di una convenzione regionale sulle norme di origine preferenziale. Le parti contraenti della Convenzione sono l´Unione europea, le Isole Faroe, gli Stati Efta, la Turchia, i partner del sud del Mediterraneo che partecipano al "Processo di Barcellona", e nei Balcani occidentali. Il 24/25 marzo 2011 e in linea con l´8 ° marzo comunicazione intitolata Un partenariato per la democrazia e prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale, il Consiglio europeo ha chiesto di essere rapidamente portati avanti per sviluppare un nuovo partenariato con la regione, fondata sulla maggiore integrazione economica, l´accesso al mercato più ampio e una più stretta cooperazione politica. Chiede, in particolare, per rapidi progressi da effettuare sulle proposte on-Euro-mediterraneo norme pan di origine. Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Stefan Fule ha dichiarato: " Accolgo con favore la decisione presa dal Consiglio lo scorso Venerdì che spiana la strada per la firma da parte dell´Ue della ´ Convenzione-euro-mediterraneo norme pan di origine ´. Questo può sembrare un molto questione tecnica, ma in realtà questo apre la porta ad una semplificazione del modo in cui l´Ue può scambi con i paesi del Sud del Mediterraneo e dei Balcani occidentali. Esso contribuirà a sviluppare la crescita e la prosperità economica per la regione e faciliterà l´integrazione regionale , contribuendo così alla generale stabilità dell´intera regione ". Commissario Šemeta incaricati della fiscalità, unione doganale, lotta antifrode e di revisione ha dichiarato: "Questo accordo doganale agevoli gli scambi commerciali a livello regionale e gli scambi commerciali tra i paesi partner e l´Unione per il bene delle loro imprese e cittadini ".  
   
   
ITALIA-GEORGIA: MSE, UN BUSINESS FORUM IN AUTUNNO CON PMI ITALIANE  
 
Roma, 20 aprile 2011 - Un Business Forum da organizzare in Georgia in autunno per accreditare le imprese italiane in un territorio che offre grandi opportunità di investimento. È quanto hanno deciso il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani e il primo ministro della Repubblica di Georgia, Nika Gilauri, nel corso di un incontro che ha fatto il punto sui rapporti bilaterali tra i due Paesi. Più in particolare, i temi al centro dell’incontro sono state le prospettive per rilanciare con decisione l’interscambio commerciale e gli investimenti italiani nella regione caucasica, oltre la collaborazione nel settore delle infrastrutture e in quello energetico. Su quest’ultimo fronte infatti, la Georgia offre prospettive interessanti nella costruzione e nello sviluppo di centrali elettriche idriche. È stata inoltre menzionata l’importanza della Georgia in quanto nodo strategico sulle rotte di approvvigionamento energetico per l’Europa nell’ambito del corridoio Sud. Per quanto riguarda il settore delle infrastrutture e degli investimenti, il ministro Romani ha mostrato interesse per le zone economiche di libero scambio che la Georgia sta creando, in particolare per quella esistente presso il porto di Poti, sul Mar Nero, una delle quattro in via di definizione nel paese. Le aree in questione infatti offrono numerosi vantaggi per gli investitori stranieri e dunque per le stesse imprese italiane: tariffe agevolate per l’affitto di terreni e magazzini, possibilità di esenzione fiscale sui profitti e loro libero rimpatrio, piena convertibilità valutaria.  
   
   
FORMIGONI: IL FEDERALISMO DI CATTANEO STRUMENTO DI LIBERTÀ  
 
 Milano, 20 aprile 2011 - Il federalismo come ´unica possibilità teorica, cioè traduzione ndr., della libertà´. Ricorda questa frase di Carlo Cattaneo il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni concludendo la mattinata di studio di ieri sul pensiero del ´gran lombardo´, intitolata proprio ´Per la libertà´, con cui ha fatto il suo debutto pubblico Eupolis Lombardia, il nuovo l´ente di ricerca formazione e statistica regionale presieduto da Stefano Bruno Galli. ´Il federalismo - ha spiegato Formigoni -, prima di essere un meccanismo istituzionale, è uno strumento di garanzia per le libertà civili e politiche´ e che ´proprio per questo unisce e non divide´. La sua attualità è tanto più evidente di fronte al ´rischio che allo Stato provvidenziale subentri oggi una sorta di anarco-liberalismo´. Formigoni ha parlato, in questa prima convention della ´corpored university lombarda, dopo gli interventi di Antonio Padoa Schioppa, Ettore Adalberto Albertoni, Alberto Cova, Giovanni Bognetti, Alberto Martinelli e Roberto Ghiringhelli. ´Non è la prima volta - ha ricordato Formigoni - che la Lombardia omaggia questo suo figlio tra i più noti. A partire soprattutto dal 2001, bicentenario della nascita, la Regione ha avviato una serie di importanti convegni e iniziative editoriali´. Poi c´è stato un ulteriore, autorevolissimo suggerimento, che Formigoni e la Regione hanno raccolto: quello del capo dello Stato Giorgio Napolitano, che, nella recente visita a Bergamo, il 2 febbraio, ha osservato che ´Carlo Cattaneo non ha avuto finora nelle celebrazioni uno spazio di attenzione e riflessione adeguato e mi auguro che possa averlo presto´ . ´Accettare la sfida del Capo dello Stato sulla figura del ´gran lombardo´ - ha sottolineato Formigoni - è stato quindi un modo di assumerci la responsabilità di essere Lombardia. La responsabilità di chi è consapevole di aver contribuito in maniera decisiva alla costituzione dello Stato, al suo consolidamento democratico e, oggi, al processo di necessaria riforma in senso federalista e sussidiario´. Attualita´ - ´L´idea di Cattaneo - ha detto Formigoni - del federalismo come ´unica possibil teorica della libertà´ conserva una straordinaria attualità: si eviterà il caos e si potranno ridefinire i rapporti tra Stato e società in modo non conflittuale. Nell´italia di oggi l´eredità di Carlo Cattaneo non può che stimolare un cambio di marcia´. Per Formigoni, occorre oggi ´realizzare un nuovo Risorgimento, che possa riuscire dove non poterono i padri della Patria 150 anni fa: nella costruzione di uno Stato federalista, per rifondare le istituzioni e la politica, ma anche la socialità. Il federalismo che stiamo costruendo deve diventare la nuova forma dell´Unità d´Italia per mettersi, oggi come allora, al passo con la storia. Deve essere un federalismo della sussidiarietà, come riconosciuto dalla Costituzione, fondato sul protagonismo della gente e della società, poiché è la società - non dimentichiamolo - che ha costruito la nostra identità nazionale´. Conclusioni - La stessa ricorrenza dei 150 anni dell´Unità d´Italia, è l´occasione - secondo Formigoni - ´per fare nostro il valore dell´unità e non della fusione; per rinascere come unione di popoli responsabili, capaci di valorizzare, premiare e sostenere le responsabilità della società, di riconoscere il primato della creatività e libertà delle persone e dei corpi intermedi; quegli ingredienti, in fondo, che hanno reso possibile la straordinaria e secolare identità nazionale, il respiro universale, che rende l´Italia e gli Italiani speciali e preziosi agli occhi di tutto il mondo e i Lombardi speciali e preziosi agli occhi dell´Italia´.  
   
   
CATTANEO,GIBELLI:RICONSEGNARE STORIA ALLA STORIA ATTACCHI A LOMBARDIA PER PAURA DEL CONFRONTO  
 
 Milano, 20 aprile 2011 - ´E´ gettare uno sasso in uno stagno per recuperare l´idea di un Risorgimento non monocorde ma assolutamente a più voci tra cui spicca quella di Carlo Cattaneo. Non è un problema di revisionismo storico ma di dare alla storia ciò che alla storia appartiene´. E´ quanto ha detto ieri Andrea Gibelli, vicepresidente della Regione Lombardia, aprendo il convegno ´Per la Libertà. Contributi dal pensiero di Carlo Cattaneo´, organizzato alla sala Pirelli da Eupolis Lombardia, l´Istituto superiore per la ricerca e la formazione. Gibelli, nel corso del suo intervento, è tornato a sottolineare i tre livelli del pensiero politico di Carlo Cattaneo sul governo, ´quello del popolo, quello dello stato e quello della comunità internazionale. Livelli che sono stati la base su cui si è costruito il sistema nelle democrazie´. ´Di fatto - ha detto il vicepresidente - manca nei nostri tempi quello che è stato il governo dei popoli. Un´assenza che ha spinto verso unificazioni che hanno fatto venir meno le storie diverse di quei popoli´. ´Oggi - ha detto ancora Gibelli - bisogna evitare gli errori del passato. La lezione che ci viene trasmessa non è una provocazione: è l´idea di federalismo dentro la sussidiarietà´. ´Tra i due temi - ha appuntato l´assessore - non c´è contraddizione: sussidiarietà verticale e orizzontale sono complementari. A fronte di una società molto lontana dal vertice, come avviene in uno stato centralismo, nel federalismo ci sono, invece, tanti palchi e tanti livelli di governo dove la società si deve inserire´. ´L´attualizzazione di Carlo Cattaneo - ha spiegato Gibelli - è proprio sul ruolo della società lombarda e sulla sua capacità di rapportarsi a questi livelli di governo. Qui federalismo e sussidiarietà sono già applicati quotidianamente a Costituzione invariata. C´è la responsabilità coniugata al buon governo´. ´I recenti attacchi al modello lombardo - ha concluso il vice presidente - sono stati compiuti da chi vuol evitare il paragone tra la Lombardia e altre realtà. Attacchi compiuti da chi pretende sempre di vivere attraverso forme di assistenzialismo´.  
   
   
FORMIGONI INCONTRA SINDACI E PRESIDENTI DI SONDRIO E BRESCIA ACCESSO AI FONDI DI TRENTO E BOLZANO PER PROGETTI DI SVILUPPO  
 
Milano, 20 aprile 2011 - ´Regione Lombardia è da subito a disposizione dei ´Comuni confinanti´ (con le Province di Trento e Bolzano, ndr.), per sostenerli e aiutarli a fare sistema in modo da cogliere le opportunità di finanziamento a progetti infrastrutturali di sviluppo´. Lo ha assicurato ieri il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ai sindaci interessati e ai presidenti delle Province di Brescia e di Sondrio, di cui i Comuni fanno parte, nel corso di un incontro di lavoro nel quale Formigoni era affiancato dal delegato regionale per la Montagna Roberto Baitieri. Il monte delle risorse al cui utilizzo partecipare è di 80 milioni all´anno per 5 anni. Si tratta di risorse statali, pari a 40 milioni annui, nella disponibilità della Provincia autonoma di Trento e altrettanti di quella di Bolzano, che la legge vuole siano usate per il finanziamento di progetti per la valorizzazione, lo sviluppo economico e sociale, l´integrazione e la coesione dei territori dei Comuni confinanti di Lombardia e Veneto. La scadenza per presentare i progetti, che possono anche essere pluriennali, è il 30 giugno; per le annualità 2010 e 2011 sono disponibili 160 milioni. ´Questo Fondo - ha detto Formigoni - che va a finanziare in modo così importante le politiche di perequazione e solidarietà tra le province di Trento e Bolzano e i Comuni delle regioni confinanti, rappresenta un segnale di grande importanza nei confronti di una parte così rilevante del territorio italiano e lombardo e così ricca di eccellenze naturali e ambientali. Cito, ad esempio, il Parco dello Stelvio, il Parco dell´Adamello, il lago di Garda, il lago d´Idro)´. ´Il Fondo - sono sempre parole di Formigoni - rappresenta un´opportunità unica per sostenere e finanziare interventi, che non devono essere spezzettati, localistici e scoordinati, ma di sistema, in modo da avere solide ricadute positive sul territorio´. E come ottenere il miglior risultato possibile per i nostri territori? Quale la strada su cui lavorare insieme? Per Formigoni ci sono due leve: ´una visione strategica di sviluppo complessivo (quella che ispira la programmazione regionale, condivisa con le Province e le Autonomie locali), e in secondo luogo la capacità di fare rete per ottenere tutti insieme lo stesso risultato´. ´E non va certo dimenticato - ha ammonito il presidente lombardo - che le zone di confine, in particolare quelle della Lombardia, sono tutte zone di alto pregio ambientale per la ricchezza di laghi, parchi, montagne. Per questo ogni intervento deve essere pensato e visto sotto tutti i possibili profili, anche dell´impatto ambientale e della risonanza che l´intervento stesso potrebbe avere in ambito nazionale e comunitario´. ´In un´ottica di piena sussidiarietà - ha concluso Formigoni - e per assicurare una uniformità e una qualità delle progettualità espresse dai territori lombardi, Regione Lombardia vuole perciò mettersi a disposizione delle comunità locali, coordinando e accompagnando il processo di individuazione dei progetti più significativi attraverso il supporto delle sue Sedi territoriali e della struttura ´Montagna´ della Presidenza, affidata appunto al delegato Roberto Baitieri.  
   
   
IL PRESIDENTE VENDOLA INCONTRA AMBASCIATORE KOSOVO: "INTERLOCUTORE NATURALE"  
 
 Bari, 20 aprile 2011- “La regione Puglia sosterrà sicuramente la richiesta di fondare una Camera di commercio italo kosovara perché i commerci aiutano a costruire la confidenza, la conoscenza, l’amicizia, la contaminazione tra i popoli. Occorre abbattere sempre i muri della paura. E il popolo dei commercianti in più occasioni ci ha aiutato ad abbattere le barriere. La nostra disponibilità è dunque massima nel darvi una mano per raggiungere questo obiettivo”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola nel corso dell’incontro, svoltosi ieri mattina presso il Consiglio regionale pugliese, con l’Ambasciatore della Repubblica del Kosovo in Italia S. E. Albert Prenkaj. “Con i paesi dei balcani - ha continuato Vendola - abbiamo intensissimi rapporti politici, istituzionali, culturali, economici e commerciali. Siamo l’interlocutore naturale non solo di tutta l’area balcanica, ma anche della costa sud del mediterraneo. Per noi ovviamente i processi di democratizzazione che riguardano l’area balcanica sono molto importanti e per questo cercheremo di fare la nostra parte. Più cresce un clima di pace, di sviluppo e di dialogo nei balcani, più la Puglia, che è il dirimpettaio principale di tutta l’area, ne può essere beneficiata. Il Kosovo è una regione giovanissima – ha continuato il Presidente - nasce sulle ceneri e sulle macerie di un conflitto. Da oggi comincia un percorso di conoscenza, di scambio e di cooperazione che riguarda anche questo paese con il quale abbiamo bisogno di scambiare competenze per quanto riguarda il settore agroalimentare, quello dei beni culturali, dei sistemi universitari, della sanità, quello dell’industria energetica, tutti temi che oggi vengono affrontati, in tutta l’area dei balcani, alla luce della modernità”. Anche il Presidente del consiglio regionale Onofrio Introna, presente all’incontro con la delegazione del Kosovo, ha voluto dare il benvenuto in Puglia a nome di tutto il consiglio regionale impegnato oggi nella discussione su un tema, quello dell’acqua, che potrebbe essere proprio “uno degli argomenti sul quale confrontarsi e avviare una collaborazione tra i due paesi”. “Siamo tutti impegnati sullo stesso mare, il mare adriatico – ha detto Introna – siamo impegnati a costruire generazione allevate nel mito della pace ma lavoriamo anche affinchè i popoli che si affacciano sul mediterraneo siano condannati, in senso positivo, a vivere in pace e a collaborare tra di loro. La Puglia viene definita una terra di pace e il popolo pugliese, un popolo che ama aprirsi al migrante e a colui che è in giro per il mondo. Insomma – ha concluso Introna - con il Kosovo la Puglia può avviare una intensa e proficua fase di collaborazione”. All´incontro ha partecipato anche l´assessore all´agricoltura Dario Stefàno mentre la delegazione del Kosovo era composta dal rappresentante della Camera di Commercio del Kosovo Samir Lleshi e dal Direttore del Dipartimento della Collaborazione economica Internazionale al Ministero degli Affari Esteri Agron Maloku.  
   
   
IMPRENDITORIALITÀ NEI COMUNI: INTESA TRA REGIONE SARDEGNA, ANCI, UNCEM E ASEL PER UTILIZZO 10 MILIONI DI EURO  
 
 Cagliari, 20 Aprile 2011 - Accordo raggiunto tra assessorato regionale del Lavoro e Anci, Uncem e Asel per l´utilizzo di 10 milioni di euro che andranno a sostenere le politiche del lavoro attive e l´imprenditorialità a vantaggio soprattutto dei piccoli Comuni della Sardegna. Nei giorni scorsi a Cagliari, l´assessore del Lavoro Franco Manca ha incontrato i vertici regionali delle Associazioni dei Comuni, dell´Unione delle Comunità montane e degli enti locali per discutere delle modalità operative da attuare per i Programmi operativi per l´imprenditorialità comunale (Poic) e per il Fondo piccoli Comuni. Su ognuno di questi due interventi, sono disponibili 5 milioni di euro a valere sul Por Fse (Fondo sociale europeo) 2007-2013, per complessivi 10 milioni. “Si tratta di provvedimenti innovativi e complementari tra loro - commenta l’assessore Manca - che si inquadrano nella più ampia strategia che la Regione sta mettendo in campo per favorire la nascita di nuove imprese e combattere la disoccupazione soprattutto nei Comuni al di sotto dei 3mila abitanti. L’incontro con i rappresentanti di Anci, Uncem e Asel è stato prezioso per mettere a punto insieme le procedure amministrative, nell’ottica di un confronto costante che la Regione ha con i vari territori della Sardegna". I Poic, d´intesa con le amministrazioni interessate e attraverso agevolazioni fiscali e incentivi finanziari, hanno l’obiettivo di promuovere competitività, imprenditorialità e nuove opportunità lavorative per disoccupati e inoccupati, sostenendo la creazione di impresa. Il Fondo piccoli Comuni è, invece, uno strumento rotativo e prevede l’erogazione di incentivi al quale potranno accedere per attuare iniziative, concordate con la Regione, per lo sviluppo sociale ed economico del territorio.  
   
   
REGIONE CAMPANIA: RIUNITO TAVOLO PARTENARIATO SU GRANDI PROGETTI  
 
Napoli, 20 aprile 2011 - "Ventidue Grandi Progetti che sono stati presentati ma che ancora devono essere ratificati a livello nazionale ed europeo ed è chiaro che attorno a questi progetti più è forte la coesione e la condivisione delle Parti Sociali e maggiore sarà la loro capacità di realizzazione." Così ha aperto Luciano Schifone, Presidente del Tavolo Regionale del Partenariato Economico e Sociale, la riunione il 18 aprile dell´organismo partenariale con il presidente della Giunta Regionale. "Progetti, in perfetta coerenza con il Piano Sud - ha sottolineato il governatore Caldoro nell´illustrare i contenuti della delibera relativa ai Grandi Progetti - che mettono in gioco un investimento complessivo di 7 mld di euro con un cronoprogramma da applicare a ciascun grande progetto che consenta di dare esecutività alla relativa delibera in duecentoquaranta giorni. Se siamo partiti soltanto adesso - ha continuato - è perché solo il 31 Marzo 2011 siamo rientrati dallo sforamento del patto di stabilità con la comunicazione al Ministero dell´Economia e delle Finanze del rispetto dei parametri e quindi abbiamo riaperto la strada per riattivare gli investimenti. Prima non ci sarebbe stato possibile attivare alcuna procedura per impossibilità di spesa consequenziale allo stato di sforamento. Abbiamo condiviso una parte delle vecchia programmazione rispettando le priorità e le risorse divise per asse come già concordate con questo Tavolo nella precedente programmazione." Hanno sottolineato dal Tavolo ribadendo l´importanza di confrontarsi con le Parti Sociali. Il Tavolo del Partenariato Economico e Sociale riveste una grande importanza - è stato sottolineato unanimemente durante i lavori - in quanto momento di confronto fra interessi diversi e nel quale ogni dialettica diventa portatrice di sviluppo e di crescita. Il Tavolo ha e deve avere una funzione di stimolo e di sollecitazione all´attività progettuale della Giunta Regionale. Una sollecitazione che permetta la programmazione delle risorse disponibili anche non attinenti ai Grandi Progetti. Nel corso dell’incontro è stato ribadito a chi accusa di aver tagliato di 100 milioni di euro che la delibera dei Grandi Progetti non mette in discussione assolutamente i Più Europa sui quali c´è una riflessione in corso e per quanto attiene i Più Europa relativi a Napoli possono essere ricompresi nel Grande Progetto Forum delle Culture.  
   
   
REGI LAGNI REGIONE CAMPANIA APPROVA PROGETTI PER 1 MILIONE E 173MILA EURO. ASSESSORE ROMANO: "UN GRANDE IMPEGNO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE"  
 
Napoli, 20 aprile 2011 - L´assessorato Ambiente della Regione Campania ha ammesso a finanziamento una serie di progetti presentati dai Comuni che rientrano nell´area vasta dei Regi Lagni per l´importo complessivo di 1 milione 173mila euro. In particolare, 552mila euro serviranno a sostenere l´attuazione delle Agende 21 locali di 23 Comuni, i cui progetti per lo sviluppo sostenibile sono stati ritenuti idonei. Ad ognuno di essi andranno 24mila euro. Gli altri 621mila 778 euro serviranno invece a finanziare 45 progetti di valorizzazione energetica e installazione di impianti fotovoltaici e, in generale, per la produzione di calore da fonti rinnovabili in edifici pubblici, tra cui spiccano diverse scuole medie, elementari e materne. "Si tratta - ha dichiarato l´assessore all´Ambiente di Palazzo Santa Lucia, Giovanni Romano - di interventi che testimoniano l´impegno della Regione Campania rispetto alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione delle risorse naturali, anche nell´ottica del risparmio energetico. Un´azione che, tra l´altro, rappresenta anche un´attenzione verso un´area, quale quella dei Regi Lagni, particolarmente critica dal punto di vista ambientale e che è già al centro delle politiche della Giunta grazie al grande progetto relativo proprio al risanamento e alla valorizzazione ambientale di quel territorio". L´elenco completo dei progetti ammessi e dei relativi importi è disponibile sul Burc n. 24 del 18 aprile scorso, ed è consultabile sul Portale www.Regione.campania.it/  sezione Burc.  
   
   
CALABRIA: REGIONE INCONTRA UNA DELEGAZIONE DELL’UNIONE DEI COMUNI DI ISCA SULLO JONIO  
 
Catanzaro, 20 aprile 2011 - L’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali Francescantonio Stillitani ha incontrato i rappresentanti dell’Unione dei Comuni di Isca sullo Ionio, Domenico Criniti, Renzo La Rocca e Patrizia Raschi. “La gestione del Welfare in ambito locale – ha sottolineato Stillitani – deve passare attraverso l’Unione dei Comuni. Un nuovo meccanismo di collaborazione estremamente valido che rappresenta il futuro dell’aggregazione dei servizi da sostituire al sistema degli ambiti territoriali. Gli ambiti, che contano in media 50mila abitanti, sono strutturati in maniera troppo grande ed eterogenea e le risorse messe a loro disposizione non vengono sfruttate adeguatamente. In alcuni casi i Comuni capofila si limitano solo ad una distribuzione proporzionale delle risorse tra i Comuni, senza proporre alcun progetto di servizi sovra comunale. L’esigenza è, invece, quella di creare all’interno di ogni singolo distretto, a cui sono destinanti mediamente solo per la gestione delle politiche sociali del fondo di non autosufficienza un milione di euro, in sottoambiti, che dovrebbero gestire in maniera coordinata e capillare il settore del Welfare”. Secondo le intenzioni dell’Assessore si dovrebbe trattare di unioni volontarie tra Comuni, che per continuità territoriale e popolazione decidono di aggregarsi e condividere la gestione dei servizi da erogare sul territorio. “Attualmente – ha aggiunto Stillitani - l’esempio realizzato dai Comuni di Badolato, Cardinale, Davoli, Guardavalle, Isca sullo Ionio, San Sostene, Sant’andrea apostolo dello Ionio e Santa Caterina dello Ionio, che contano assieme più di 23mila abitanti, sta producendo degli ottimi risultati non solo sul piano assistenziale. Il modello, avviato in via sperimentale nel 2002 sulla base della già esistente Comunità montana, ha iniziato a funzionare per la gestione comune dei tributi. Il meccanismo si è poi evoluto fino ad arrivare a comprendere attualmente la gestione di 52 servizi diversi. L’intenzione del mio assessorato – ha rassicurato ancora Stillitani – è quella di venire incontro alle esigenze dell’Unione e di estendere il nuovo sistema organizzativo su tutto il territorio regionale. Il primo passo è quello di sollecitare la formazione di sottoambiti dove è possibile. Intanto stiamo già lavorando su due direttrici: sollecitare la presentazione dei Piani di zona, che tengono conto dei sottoambiti da una parte e stimolare i Comuni, attraverso, strutture regionali, ad aggregarsi in Unioni”. L’assessore Stillitani, a margine della riunione, ha ribadito anche la sua volontà di non finanziare progetti presentati dai Comuni capofila che mirano esclusivamente ad una redistribuzione proporzionale delle risorse tra i Comuni rientranti in ogni singolo ambito, senza proporre servizi coordinati da erogare alle categorie svantaggiate della popolazione.  
   
   
PATTO TERRITORIO TERNI-NARNI: REGIONE UMBRIA CHIEDE A GOVERNO AVVIO PROCEDURE RINNOVO  
 
 Perugia, 20 aprile 2011 - La Presidente della Regione Umbria, come anticipato nei giorni scorsi insieme all´Assessore regionale allo Sviluppo economico, con una lettera al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, ha chiesto "anche a nome delle istituzioni locali" l´avvio delle procedure per il rinnovo del Patto di territorio dell´area Terni-narni. "Il Protocollo d´intesa per lo sviluppo dei comuni di Terni e Narni siglato nell´agosto 2005 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - scrive la Presidente - è risultato un elemento essenziale, in grado di assicurare la continuità e lo sviluppo delle produzioni della Thyssen Krupp nell´area. Tuttavia - sottolinea - alla luce della gravissima situazione di crisi che investe il Polo Chimico di Terni, riconfermando la centralità del polo siderurgico, si rende necessario rimodulare alcune delle azioni e delle iniziative previste nell´intesa, e peraltro ad oggi non realizzate". Per la Regione Umbria, il Patto "opportunamente aggiornato, dovrà rappresentare la cornice istituzionale e programmatica funzionale alla visione dello sviluppo dell´area e dell´intera Umbria, nell´ambito di una politica industriale che individua obiettivi di crescita condivisi, strumenti e risorse adeguate". "Dopo la disponibilità al confronto già manifestata nelle scorse settimane dal ministro Romani - sottolinea l´assessore regionale allo Sviluppo economico - l´auspicio è che si possa procedere al più presto all´aggiornamento e alla revisione delle misure e degli strumenti per il rilancio industriale dell´area Terni-narni e dei suoi livelli occupazionali, tanto più urgente dopo l´evolversi della complessa vicenda della Meraklon e degli ultimi avvenimenti che hanno interessato i vertici del gruppo Thyssen Krupp".  
   
   
PROTOCOLLO D´INTESA REGIONE MOLISE -PREFETTURA, UN OSSERVATORIO PERMANENTE PER OBIETTIVI COMUNI  
 
Campobasso, 20 aprile 2011 - «La firma di questo Protocollo d´intesa consente una crescita comune e qualifica l´attività amministrativa e legislativa della Regione consentendole di migliorare il rapporto con gli Enti Locali e ridurre, se non eliminare, ogni forma di contrasto con il Governo centrale. L´intesa di oggi è ancor più rilevante se si pensa siamo in regime di Federalismo in cui le Regioni si trovano a dover gestire materie esclusive e concorrenti; diviene quindi strategico fare una verifica preventiva con le strutture della Prefettura per evitare eventuali contrasti con l´attività del Governo centrale». Lo ha detto il Presidente della Regione, Michele Iorio, nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la Giunta regionale con il Prefetto di Campobasso Stefano Trotta. Nella conferenza è stato firmato ufficialmente il Protocollo d´intesa tra Regione e Prefettura (ed in particolar modo tra l´Ufficio del Rappresentante dello Stato della Prefettura di Campobasso ed il Servizio Avvocatura Regionale, Affari legislativi e giuridici della Giunta regionale) per la costituzione di un Osservatorio permanente per il "conseguimento di obiettivi di interesse comune, anche propedeutici al corretto esercizio dell´attività di legislazione concorrente ed esclusiva della regione, quale la trattazione di tematiche di rilevanza generale che richiedono l´apporto di competenze e conoscenze di diversi livelli di governo". Il Prefetto Trotta ha invece evidenziato come si tratti del primo accordo del genere tra strutture dello Stato e strutture di un´Amministrazione regionale. «Un esperimento - ha detto - i cui risultati, che auspico saranno positivi, potranno incoraggiare altre regioni a seguire questo esempio di qualità nella produzione amministrativa». In particolare l´Osservatorio avrà i seguenti compiti: promuovere la creazione di reti interistituzionali, attraverso la costituzione di tavoli di confronto, su temi di interesse generale e per la condivisione di esperienze e conoscenze tra amministrazioni periferiche statali e autonomie territoriali; fornire un supporto collaborativo di carattere tecnico-giuridico all´attività preordinata all´iniziativa legislativa di competenza della Giunta regionale promuovendo, ove necessario, il raccordo con le amministrazioni periferiche e con gli enti locali e sub regionali interessati; costituire un utile riferimento per tutte le istituzioni statali, regionali e locali che ne richiedano l´intervento per l´esame e il superamento di questioni e procedimenti complessi coinvolgenti più ambiti di competenza, allo scopo di assicurare una trattazione univoca delle questioni di rilevanza che investono il territorio regionale; condividere processi di valorizzazione e accrescimento di competenze e risorse specializzate mediante il sostegno alla realizzazione di interventi coordinati di formazione e aggiornamento su temi di maggior interesse oggetto di riforme legislative.  
   
   
GIOVEDÌ A MILANO SI PARLERÀ DELLE ECCELLENZE CALABRESI PER L’EXPO DEL 2015  
 
 Catanzaro, 20 aprile 2011 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti concluderà, giovedì ventuno aprile prossimo, nella Sala Colonne di Palazzo Giureconsulti a Milano, il convegno sul tema “Le eccellenze calabresi per l’Expo 2015”. I lavori saranno aperti, alle ore diciassette, dal Presidente della “Fondazione dei Calabresi nel mondo” Giuseppe Galati. “Portare il <made Calabria> - ha detto Galati - all’Expo per rilanciare e promuovere i suoi pregiati tesori che sono la spettacolare natura (mare e montagna), l’arte che attraversa i secoli della storia, e fa della Calabria un crogiolo di culture, il patrimonio legato al settore agroalimentare, l’intraprendenza dell’artigiano locale e la sua ospitalità, è questa la sfida che intendiamo lanciare per dare impulso al brand Calabria. Insomma, l’Expo può essere uno straordinario strumento per esibire i valori che attraversano questo lembo di spettacolare terra affacciata sul Mediterraneo”. Al convegno interverranno anche il Consigliere regionale Alfonsino Grillo, il Commissario Governo Shangai 2010 Beniamino Quintieri, l’Amministratore Delegato Expo 2015 Giuseppe Sala, il Presidente dell’Associazione Italiana Giuristi Ambientali Salvatore Stivala, il Presidente della Federazione italiana Associazioni e Circoli calabresi Amedeo Vilardo, il Presidente della Fondazione Altagamma Santo Versace ed il Presidente del Comitato Nazionale Italiano permanente per il microcredito Mario Baccini. Interverrà, inoltre il Sindaco di Milano Letizia Moratti. Per Galati “C’è un brand che si chiama Calabria e che deve presentarsi in un contesto internazionale come l’Expo di Milano con tutte le sue più vitali, operose e rappresentative energie, il reale cambiamento che questa regione ha intrapreso con serietà attraverso il Presidente Scopelliti. La Calabria vuole far ripartire le sue eccellenze attraverso la vetrina dell’Expo del 2015”.  
   
   
SICLIA: ISTITUITO IL PROFILO DI ISPETTORE DEL LAVORO  
 
 Palermo, 20 aprile 2011 - Il Dirigente Generale del Dipartimento Lavoro, Alessandra Russo, ha firmato ieri il decreto con il quale viene istituito il profilo professionale di "Ispettore del Lavoro" nell´ambito del Dipartimento Lavoro dell´assessorato. "Si tratta - ha detto la Russo - di un passaggio obbligato considerato che, in materia di vigilanza, il Dipartimento Lavoro si deve avvalere di figure professionali specifiche. Queste figure professionali, in forza presso i servizi Ispettorati del Lavoro della Regione siciliana, che gia´ svolgono funzioni di vigilanza, o di nuovi soggetti in servizio presso gli uffici del lavoro, saranno istruiti da percorsi formativi ad hoc".  
   
   
IMMIGRATI IN VENETO. ZAIA  
 
 Venezia, 20 aprile 2011 - “Al momento abbiamo dato ospitalità a 156 immigrati; un centinaio arrivati sabato, una cinquantina giunti in Veneto ieri”. Lo ha comunicato il presidente della Regione Luca Zaia nel corso del consueto Punto Stampa al termine della seduta della Giunta. Zaia ha pure spiegato che la partita è direttamente seguita dal prefetto di Venezia, al quale la Regione offre la sua collaborazione per il tramite del responsabile della Protezione Civile del Veneto. “Per la stragrande maggioranza – ha aggiunto Zaia – si tratta di persone che se ne vogliono andare in Francia, principalmente a Nizza, e molti lo hanno già fatto. Prima ancora di chiedere la disponibilità di un alloggio della Caritas, domandano dov’è la stazione e sono libere di muoversi, con un permesso di soggiorno temporaneo. Confermiamo la disponibilità ad una ospitalità diffusa – ha detto ancora il presidente della Regione – ma c’è un fatto nuovo che si sta concretizzando anche da noi: queste persone vogliono andarsene in altri paesi. La pressione degli immigrati in Veneto è insomma tendente a zero rispetto a nuovi arrivi, anche se il problema non può certo dirsi risolto. Stamani ci sono stati a Lampedusa 750 sbarchi, ma c’è un vero e proprio popolo in marcia che si sposta dalla Libia verso la Tunisia: abbiamo la necessità che l’accordo con quel Paese tenga”. “La tensione con la Francia ha ragione di esistere – ha detto ancora Zaia rispondendo alle domande dei giornalisti – visto che i francesi si sono posti in maniera negativa nei nostri confronti. Hanno fatto quel che si dice un ingresso a gamba tesa. Aprano le loro frontiere: vogliamo ricordare che i confini nell’area Schengen non esistono più”.  
   
   
MIGRANTI: IL MODELLO TOSCANO PRONTO A RISPONDERE A NUOVE EMERGENZE  
 
 Firenze, 20 aprile 2011 – Il modello di accoglienza toscano funziona, e ora è pronto ad affrontare, se richiesto, l’eventuale “emergenza” dell’arrivo dei profughi di guerra dalla Libia. “La quota concordata per la Toscana con il Ministero degli interni è di circa 3500 persone, sulle 50mila previste da distribuire in tutto le regioni, che godranno di uno status particolare e riconosciuto da precise norme internazionali – ha affermato il presidente Enrico Rossi incontrando con l’assessore al sociale Salvatore Allocca gli amministratori dei Comuni grandi e piccoli e delle Province che hanno rappresentato, con il volontariato, la struttura portante del sistema ricettivo dei 500 migranti tunisini accolti in Toscana -. L’esperienza in corso consiglia una distribuzione ancora più diffusa sul territorio nel rispetto delle diverse caratteristiche locali, dalle dimensioni comunali alla collocazione territoriale. Occorre considerare che la tipologia degli arrivi sarà molto diversa dall’attuale; sono previsti interi nuclei familiari, una suddivisione per fasce d’età più ampia, più bambini, più anziani, più donne. Ma sono convinto che sapremo rispondere con efficacia anche a questa nuova prova”. Rossi ha ringraziato gli amministratori per la disponibilità dimostrata e la rapidità con cui hanno saputo rispondere all’emergenza dell’arrivo dei migranti tunisini, in mezzo all’indifferenza di troppe altre regioni, che ancora non hanno accolto nessuno: “Tramite vostro – ha aggiunto – voglio naturalmente ringraziare anche i cittadini toscani, che non sono venuti meno anche in questa occasione al tradizionale senso di ospitalità, da sempre nota caratteristica della nostra terra”. Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto sulla situazione attuale dopo la distribuzione dei permessi di soggiorno per 3mesi+3mesi: quanti migranti hanno lasciato le strutture, quanti restano, quanti è previsto partano nei prossimi giorni. Comune è stata la considerazione, anche in vista del futuro, che occora rafforzare la progettualità per corsi di lingua e di formazione da offrire soprattutto a chi intende restare, o anche valutare l’inserimento in progetti di lavori socialmente utili. “Credo che sia utile – ha concluso il presidente – la costruzione progettuale di percorsi di integrazione, che sono facilitati dalla distribuzione diffusa che abbiamo messo in campo, per dare un senso alla permanenza anche transitoria nella nostra regione. Ho investito l’assessore al lavoro e alla formazione Gianfranco Simoncini del problema, e sono certo che le risposte arriveranno rapidamente”.  
   
   
LOMBARDIA: BENE VARO CONSIGLIO PARI OPPORTUNITÀ  
 
Milano, 20 aprile 2011 - ´La nascita del Consiglio per le Pari Opportunità, sancita ieri in Consiglio regionale, è una tappa fondamentale del percorso verso la piena e concreta attuazione del principio di uguaglianza e pari opportunità tra uomini e donne; con l´istituzione di questo organismo di vigilanza sul rispetto e la promozione delle norme anti discriminazione Regione Lombardia dà un segnale importante, che conferma la necessità di una democrazia compiuta ed effettiva´. Lo ha detto l´assessore regionale allo Sport e Giovani Monica Rizzi, unica donna presente in Giunta, commentando la nascita del nuovo organismo statutario istituito oggi dal Consiglio regionale, che avrà il compito di valutare l´applicazione delle norme antidiscriminatorie, la coerenza degli strumenti di programmazione e legislazione ai principi di pari opportunità, verificandone l´effettiva attuazione. ´La Lombardia - sottolinea l´assessore Rizzi - è l´unica Regione ad aver inserito nel proprio statuto una norma, l´articolo 11, di democrazia paritaria tra uomini e donne. Molta strada è stata fatta da quando, seduta tra i banchi del Consiglio regionale, ho votato questa norma, tuttavia la piena applicazione di questo principio statutario richiede ancora molto lavoro. Lo sanno bene tutte le associazioni impegnate su questo fronte, che ringrazio per la loro quotidiana attività. Un impegno significativo che da oggi avrà, nel Consiglio delle Pari Opportunità, un nuovo importante alleato´.  
   
   
GUARISCHI: PARI OPPORTUNITÀ, OGGI GRANDE PASSO  
 
Milano, 20 aprile 2011 - E´ stato istituito ieri dal Consiglio regionale il Consiglio per le Pari opportunità ´Da oggi - ha detto la delegata alla presidenza della Regione Lombardia Monica Guarischi - un nuovo organismo vigila affinché in nessun modo e con nessun provvedimento o atto amministrativo siano discriminate le donne che vivono in Lombardia´. Il nuovo organismo, previsto dallo Statuto di Autonomia della Lombardia, avrà il compito di vigilare che le leggi e i programmi della Regione rispettino il principio di pari opportunità fra uomini e donne. Sarà composto da 7 persone eletti dall´assemblea e scelti sulla base di titoli di studio in ambito giuridico ed economico o di comprovata esperienza almeno quinquennale, maturata in associazioni, organizzazioni, enti o aziende pubbliche o private. Durerà in carica per tutto l´arco di una legislatura e i suoi componenti potranno essere rieletti una sola volta. La presidenza e la vicepresidenza dovranno garantire, inoltre, la rappresentanza della minoranza. ´Sono particolarmente lieta della nascita di questo nuovo Consiglio - ha aggiunto Monica Guarischi - non più un organismo che rappresenta le differenti forze politiche, ma un organo tecnico, le cui competenze e sensibilità sapranno sollecitare la Regione a una sempre maggiore attenzione alle politiche dirette alle cittadine. Ritengo importante - ha concluso la delegata Guarischi - che alla Giunta siano rimasti in capo due strumenti essenziali per la realizzazione delle pari opportunità sul territorio: l´Albo delle associazioni femminili, a cui sono iscritte ben 311 associazioni, e il Centro risorse regionale, che valorizza le donne impegnate negli enti locali per lo sviluppo delle pari opportunità´. La nuova realtà sarà operativa entro 120 giorni.  
   
   
UN PONTE TRA PARMA E TIRANA AL VIA DA MAGGIO IL PROGETTO DI COOPERAZIONE GUIDATO DALLA PROVINCIA. AL CENTRO LE DONNE.  
 
 Parma, 20 aprile 2011 – Saranno due mondi a confronto, due modi di pensare e di comportarsi, soprattutto riguardo alle donne. Parma e Tirana saranno le due realtà protagoniste del progetto di cooperazione internazionale “I giovani nell’area adriatica: convivenza e integrazione delle differenze, con particolare attenzione alle giovani donne di Tirana”, cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna, di cui è capofila la Provincia di Parma insieme a diversi partner: l’Associazione centro antiviolenza di Parma (Acav), l’Istituzione biblioteche di Parma, l’associazione di albanesi a Parma Scanderbeg, il Forum indipendente delle donne albanesi (Fida) e la Municipalità 2 di Tirana. L’obiettivo è quello di promuovere spazi di ricerca, interventi, approfondimenti e momenti di confronto, in modo da contribuire a creare una cultura orientata al rispetto della diversità e alla valorizzazione dei principi di uguaglianza nelle giovani generazioni. Giovani che saranno chiamati ad avere un ruolo attivo proprio nell’ambito nel progetto: sono infatti tre gli istituti secondari di secondo grado coinvolti, il Liceo scientifico Marconi e il Liceo artistico Toschi di Parma, e il Liceo linguistico Asim Vokshi di Tirana. “L’intento è quello di favorire uno scambio su temi importanti, come la differenza di genere e la prevenzione della violenza sulle donne, ma anche di produrre “fatti concreti”, come la creazione del “Centro donna” e il potenziamento dello spazio-biblioteca collegato al Liceo di Tirana - ha detto l’assessore provinciale alle Pari Opportunità e alla Solidarietà internazionale Marcella Saccani, presentando il progetto questa mattina in Provincia -. A loro porteremo le nostre buone prassi, il nostro bagaglio di conoscenze e di esperienze: possiamo quindi dire che andiamo a casa loro per fare delle cose con loro”. L’iniziativa rientra nella “Progettazione integrata per la cooperazione nei Balcani” della Regione Emilia Romagna, coordinata dal Comune di Forlì, che viene portata avanti da quattro enti locali con singole progettualità, dedicate a tematiche specifiche e rivolte a Paesi diversi: la Provincia di Parma in Albania sulle donne, la Provincia di Ravenna in Bosnia Erzegovina sulle differenze generazionali, il Comune di Reggio Emilia in Serbia sulle differenze culturali e disabilità, e il Comune di Modena in Serbia sulle differenze sociali e focus sul centro Hiv. “L’emilia Romagna ancora una volta dà un esempio straordinario di coesione: i protagonisti di questo progetto sono infatti enti locali, associazioni, enti di formazione del nostro territorio che sono riusciti a fare un lavoro di squadra - ha affermato Gian Marco Minardi della Regione Emilia Romagna -. Realtà che insieme hanno dato vita a un’iniziativa importante, un esempio straordinario di sussidiarietà, nonostante la fase difficile di crisi che stiamo attraversando”. Il progetto parmigiano, della durata di un anno, sarà avviato a maggio e prevede diverse azioni a Parma e a Tirana. Sono previsti laboratori didattici con gli studenti delle scuole coinvolte, che potranno comunicare tra loro attraverso web-tv e videoconferenze; seminari di approfondimento per esperti e cittadini da realizzare nel “Centro Donna” di Tirana, che sorgerà all’interno dello spazio-biblioteca già attivo e funzionante. Spazio che, grazie al progetto, verrà implementato con attrezzature informatiche, con un fondo librario specifico e con il supporto gestionale dell’Istituzione Biblioteche di Parma. Inoltre, sempre all’interno del Centro Donna, sarà attivato uno sportello informativo con servizi di ascolto e consulenza alle giovani donne. Infine, sono previsti scambi di buone pratiche sui temi della prevenzione della violenza di genere e della salute riproduttiva, e verranno organizzati eventi culturali e di sensibilizzazione ad hoc, con il supporto dell’associazione di albanesi Scanderbeg. Gli scambi saranno monitorati con la supervisione e il coordinamento della Provincia di Parma e il supporto del personale della Regione Emilia-romagna operativo a Bologna e Tirana. “Per noi questo progetto rappresenta una sfida e uno stimolo: avremo infatti la possibilità di lavorare su un territorio lontano da Parma e di avere un contatto diretto con una cultura diversa dalla nostra - ha sottolineato la presidente del Centro antiviolenza di Parma Samuela Frigeri –. Un’opportunità per le donne di due Paesi vicini, ma apparentemente lontani, che avranno la possibilità di collaborare, confrontarsi e imparare le une dalle altre”. Sull’importanza di questo progetto come occasione di confronto tra due realtà si è soffermato anche il direttore di Istituzione Biblioteche di Parma Giovanni Galli: “Sarà un’occasione per allargare le nostre esperienze e per fare confrontare due culture, quella italiana e quella albanese. Un progetto che ci permette anche di trasferire le nostre competenze tecniche”. “Si tratta di un’iniziativa di co-sviluppo più che di cooperazione – ha aggiunto Adele Tonini, esperta in salute, sessualità e intercultura – Riusciremo a parlare di cultura della donna da vari punti di vista: un momento di confronto importante non solo per le donne albanesi ma anche per noi”. Le scuole coinvolte Tre le scuole coinvolte: due di Parma, il Liceo scientifico Marconi e il Liceo artistico Toschi, e una di Tirana, il Liceo linguistico Asim Vokshi. In particolare, i ragazzi del Liceo scientifico Marconi di Parma e del Liceo linguistico Asim Vokshi di Tirana lavoreranno, insieme ai docenti, sui temi della prevenzione della violenza di genere, della salute della donna e dell’intercultura, realizzando anche momenti di confronto sul lavoro di ricerca, attraverso collegamenti in videoconferenza. “Grazie a questo progetto i ragazzi approfondiranno diverse tematiche e potranno conoscere un’altra cultura, un’altra città e scambiarsi esperienze”, ha osservato la docente del Marconi Maria Grazia Rossi. Tre ragazzi del Liceo artistico Toschi, formati sull’utilizzo di strumenti per web-tv, grazie alla collaborazione degli educatori del Centro di aggregazione giovanile del Comune di Langhirano che gestiscono una web tv, si recheranno invece a Tirana per raccogliere testimonianze dirette.  
   
   
PREMIO FAMIGLIALAVORO – PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI SEGRATE4YOU È IL MIGLIOR SISTEMA INTEGRATO DI CONCILIAZIONE  
 
Segrate, 20 aprile 2011 – Venerdì 15 aprile, il Sindaco del Comune di Segrate, Adriano Alessandrini, ha ricevuto da Roberto Formigoni e Giulio Boscagli (Assessore alla Famiglia e Conciliazione della Regione Lombardia) il premio Famiglialavoro per il progetto Segrate4you, miglior sistema integrato di conciliazione, nella categoria delle Pubbliche Amministrazioni. Il prestigioso premio, giunto alla terza edizione, è un appuntamento annuale ideato e promosso da Regione Lombardia e Altis - Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha l’obiettivo di far conoscere e valorizzare realtà lombarde family friendly, che si sono distinte per aver progettato e realizzato iniziative a vantaggio del work-life balance. 125 gli enti partecipanti (imprese, P.a. E, novità di quest’anno, non profit) e tra i premiati figurano ben 4 realtà segratesi: oltre al Comune, la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, la Roche (che ha una sede anche a Segrate) e la Microsoft, che ha avuto una menzione speciale e che sulla conciliazione fa scuola da anni. “Siamo onorati di ricevere questo importante riconoscimento che premia un lavoro nel campo dei servizi di conciliazione iniziato con l’approvazione del Piano Territoriale degli Orari nel 2006”, dichiara il Sindaco. “Abbiamo capito da subito la strategicità di queste tematiche e, in pochi anni – continua Alessandrini – grazie anche al contributo e al supporto di Regione Lombardia, abbiamo posto in essere servizi di conciliazione prima di tutto per i cittadini. Tra i nostri fiori all’occhiello figura l’azzeramento delle liste d’attesa negli asili nido. Negli ultimi anni, poi, abbiamo esteso i nostri servizi anche a chi viene a lavorare a Segrate”. “Uno degli ambiti del progetto riguarda le pari opportunità – commenta Maria Assunta Ronchi, Assessore alle Politiche dei Tempi e Pari Opportunità – per questo abbiamo ripensato l’accessibilità fisica e oraria di spazi e servizi: il nostro Sportello al Cittadino (S@c), che è aperto tutti i giorni, sabato compreso, e gestisce un’ottantina di servizi di front office, è una best practice lombarda”. “Segrate4you – spiega Paola Malcangio, Dirigente e responsabile del progetto – è un sistema che abbraccia 4 ambiti di intervento: Famiglia, Opportunità, Uso della città, Responsabilità (Four). Per ogni target abbiamo studiato servizi specifici, alcuni già in essere, altri in partenza: camp estivi e invernali per aiutare le famiglie a gestire i difficili giorni di chiusura delle scuole, convenzioni con realtà del territorio per far risparmiare tempo e denaro ai dipendenti (un servizio di tintoria direttamente in Comune, centri di fisioterapia, benessere ed estetici, ristoranti/pizzerie), ampliamento degli orari di apertura di Biblioteche e Museo cittadino, un nuovo sportello sanitario in Comune per prenotare visite, esami e ritirare referti e, infine, progetti per sostenere le pari opportunità anche nei paesi meno fortunati del nostro”.