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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 19 Dicembre 2011 |
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UNA NUOVA RIVOLUZIONE NEL CAMPO DELLE DIAGNOSI. NUOVE ANALISI ISTANTANEE DALLA GRAN BRETAGNA ANCHE SENZA ATTREZZATURE DA LABORATORIO |
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Lecce, 19 dicembre 2011 - Scienziati dell’Università di Swansea in Galles, hanno messo a punto una nuova striscia con anticorpi messi nell’inchiostro e stampati in una plastica speciale che consente di eseguire analisi di base immediate di sangue o di altro, anche senza attrezzature da laboratorio. Il progetto è stato sviluppato in due anni e gli scienziati sono al punto di poter facilmente stampare anticorpi in qualunque tipo di plastica. Con questo nuove cartine, i medici possono utilizzare sangue od urine da testare, in modo da avere risultati immediati leggendo il cambiamento di colore grazie ad un apparecchio portatile. La trovata potrebbe avere un forte impatto in campo sanitario e consentire di fornire diagnosi immediate. Inoltre i futuri pazienti potrebbero utilizzare questo sistema anche direttamente a casa risultando essere molto utile, per esempio, per lo screening del colesterolo oppure per una più semplice analisi del sangue . Secondo Giovanni D’agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti" questa rivoluzione nel campo delle diagnosi oltre a ridurre i costi del Servizio Sanitario Nazionale potrebbe risolvere molti problemi nelle situazioni di emergenza sanitaria o nelle aree più sperdute del pianeta. |
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FORMIGONI: MASSIMA CURA AI MALATI TERMINALI CELEBRAZIONI PER IL DECENNALE DELL´HOSPICE CABRINI DEL SACCO LA REGIONE E´ LEADER IN ITALIA PER LE TERAPIE DEL DOLORE |
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Milano, 19 dicembre 2011 - Saranno oltre 22.500 i malati terminali di cui il sistema sanitario regionale si prenderà cura nel 2012. È questo l´impegno che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, annuncerà all´evento di celebrazione del decennale dell´hospice Santa Francesca Cabrini dell´ospedale Sacco presso la casa di cura Columbus, il 16 dicembre al trentunesimo piano di Palazzo Pirelli. Cure Palliative Per I Pazienti Terminali - Le Regole 2012 della sanità lombarda - sottolinea Formigoni - prevedono come obiettivo per l´anno prossimo la presa in carico con percorsi di cure palliative di almeno il 75 per cento degli oltre 30mila pazienti terminali lombardi, a fronte di un target fissato su scala nazionale pari al 65 per cento. Di questi pazienti, inoltre, almeno il 20 per cento sarà assistito a livello domiciliare. La Struttura Di Regione - Regione Lombardia - sottolinea Formigoni - ´ha posto una specifica attenzione alla tematica del dolore e, in particolare, all´assistenza ai malati terminali, per rendere più confortevoli e meno gravose le ultime fasi di vita´. Questo impegno, iniziato diversi anni fa, rende la Lombardia la regione italiana più avanzata a livello nazionale anche nella realizzazione della rete per le cure palliative, come dimostrano i dati: 31 unità di cure palliative accreditate; 51 strutture dedicate ai malati terminali con 644 posti letto attivi. Sull´intero territorio regionale è attivo il servizio di cure palliative oncologiche domiciliari, che ha ottenuto nel 2009 un importante riconoscimento dalla Joint Commission statunitense. Questo servizio, sperimentato negli anni scorsi a Milano e a cui anche il Sacco ha preso parte da subito, coinvolge ormai quasi 40 strutture sanitarie, pubbliche e private, su tutte le 15 Asl della regione. L´impegno Del Sacco - In prima linea, in questo sforzo, c´è l´azienda ospedaliera Sacco e, in particolare, l´hospice Santa Francesca Cabrini nato 10 anni presso la casa di cura Columbus in via Buonarroti 48 a Milano. E proprio a questa esperienza - che vede protagonisti il dipartimento oncologico del Sacco diretto dalla dottoressa Elena Piazza, l´istituto religioso Columbus e i volontari dell´associazione Hospitale Santa Francesca Cabrini che da 10 anni gestiscono l´hospice - è dedicato il libro dal titolo ´Il grande campo della vita´ scritto da Fabio Cavallari. Al lancio del volume, edito da Lindau, si accompagna la raccolta di fondi per sostenere l´attività dell´hospice della clinica San Riccardo Pampuri di Asunción in Paraguay, con cui il Sacco ha avviato un gemellaggio di cooperazione internazionale. La Collaborazione Pubblico-privato ´Guardo a questa esperienza con soddisfazione e con particolare interesse - commenta Formigoni -. Essa infatti costituisce un esempio tra i migliori di ciò che da sempre Regione Lombardia ha voluto favorire e promuovere con forza, e cioè lo sviluppo di innovative forme di collaborazione tra pubblico e privato´. Una collaborazione, questa, che ´richiama quella secolare capacità dei soggetti della società civile e religiosa lombarda di auto-organizzarsi per far fronte ai problemi e ai bisogni´. |
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TOSCANA: “GRAZIE AGLI SCREENING RIDOTTA LA MORTALITÀ PER TUMORE” |
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Firenze, 19 dicembre 2011 – “Grazie alla diffusione sempre più ampia degli screening, la mortalità per tumore in Toscana si riduce costantemente. La capacità di diagnosticare, grazie agli screening, un elevato numero di lesioni ancora in fase iniziale ci consente di offrire alte probabilità di guarigione, e nello stesso tempo l’esecuzione di trattamenti non demolitivi, con ovvie ripercussioni positive sulla qualità di vita delle persone”. L’ha detto l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, nel presentare stamani il 12° Rapporto annuale dell’Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, e gli altri eventi che in questi giorni coinvolgono l’Istituto: oltre al convegno sui programmi di screening dell’Ispo, anche il convegno dell’Osservatorio Nazionale Screening, che si tiene a Firenze, e la firma di un accordo di collaborazione tra Istituto Superiore di Sanità e Ispo. Tutto tra ieri e oggi, all’Auditorium Al Duomo, in via Cerretani. “I tre eventi concentrati in questi due giorni – è il commento dell’assessore Scaramuccia – mettono in evidenza il livello qualitativo e quantitativo raggiunto dalla Toscana nel settore degli screening e della ricerca in campo oncologico. E anche il ruolo svolto, grazie a queste performance, nel panorama nazionale. Nel complesso, i risultati toscani confermano gli alti livelli raggiunti nella nostra regione. Ringrazio Ispo, che in questo momento attraversa una fase di rinnovamento nell’ambito del sistema sanitario regionale. La Regione Toscana l’ha identificato come strumento di sviluppo della prevenzione oncologica, sia come offerta di servizi di qualità per la popolazione toscana, sia per la ricerca nella prevenzione dei tumori”. “Questa due giorni serve a caratterizzare il nuovo profilo dell’Istituto per lo Studio e la Prevenzione oncologica – dice il direttore dell’Ispo Gianni Amunni – A livello regionale, con il miglioramento costante dei dati di estensione e adesione degli screening. A livello nazionale, come sede direttiva dell’Osservatorio nazionale. E sul versante della ricerca, dove Ispo si confronta con i grandi istituti di livello nazionale e internazionale. La collaborazione scientifica con l’Istituto Superiore di Sanità faciliterà l’azione congiunta dei due istituti su molti temi di ricerca e intervento, e permetterà di accrescere le opportunità di ricerca grazie al grande patrimonio di esperienza, qualità e competenza che è presente nell’insieme del servizio sanitario della Toscana”. Il Rapporto annuale dell’Ispo - I risultati di questo 12° Rapporto confermano la garanzia di offerta della mammografia e dei pap test a tutta la popolazione avente diritto (donne tra 50 e 70 anni per la mammografia e tra 25 e 64 anni per il pap test). Per il biennio 2009-2010 (l’offerta del test è biennale) l’estensione del programma di screening mammografico è del 93%. Mentre per il triennio 2008-2010 (in questo caso l’offerta del test è triennale), l’offerta dello screening per il tumore al collo dell’utero è del 97,5%. I dati evidenziano anche il netto miglioramento dell’estensione del programma per la prevenzione del tumore del colon-retto, che nel 2010 ha raggiunto l’83,7% della popolazione (uomini e donne tra 50 e 70 anni), con un aumento di 13 punti percentuali rispetto al 2009. Nel complesso, i risultati confermano gli alti livelli di performance della nostra regione, collocandola tra le più avanzate nel panorama nazionale. La Toscana, prima Regione italiana, dal 2012, in maniera progressiva e graduale, adotterà il test Hpv in sostituzione dell’attuale pap test, per le donne da 35 anni in su: rispetto al pap test, il test Hpv ha il vantaggio di essere più efficace, sicuro, e di avere validità quinquennale (anziché triennale come il pap test). La sostituzione inizierà nel 2012, nelle Asl che saranno pronte, e nell’arco di uno-due anni sarà completata in tutte le Asl toscane. I dati sui tumori - Nell’area del Registro tumori toscano (Firenze e Prato) il tumore alla mammella rappresenta il 24,8% di tutti i tumori femminili. Il trend mostra un aumento di incidenza (per effetto dei fattori di rischio, e in parte anche per i programmi di screening, grazie ai quali si individuano i tumori nello stadio iniziale), a fronte di una riduzione di mortalità di circa il 20% (in media – 1,2% annuo, nel periodo 1987-2008). La sopravvivenza a 5 anni è intorno al 90%. Le stime italiane indicano una sopravvivenza a 10 anni di oltre il 70%. Il tumore alla cervice uterina è una neoplasia rara, con incidenza in riduzione e mortalità stabile: la sopravvivenza a 3 anni è di oltre il 70%. In Toscana, il rischio per una donna di avere una diagnosi di tumore della cervice nel corso della vita è dell’8% (1 caso ogni 129 soggetti), il rischio di morire a causa di questa patologia è invece pari all’1% (1 decesso ogni 874 soggetti). Per il tumore al colon-retto, incidenza e mortalità sono in diminuzione, in particolare nelle fasce di età (50-70 anni) che rientrano nel programma di screening per la ricerca del sangue occulto fecale. E’ quindi verosimile che la riduzione di incidenza in questa fascia di età sia dovuta proprio all’invito attivo al programma di screening. L’osservatorio Nazionale Screening - E’ l’organismo incaricato formalmente fin dal 2005 dal Ministero della salute di monitorare e aiutare lo sviluppo dei programmi di screening su tutto il territorio nazionale. L’ons funziona come network delle migliori esperienze di screening italiane e ha la sua direzione presso l’Ispo di Firenze. Un recente decreto ministeriale ha riconfermato questo ruolo dell’Ispo, e il direttore dell’Ons è Marco Zappa. Nel 2010, in tutta Italia sono state spedite oltre 9 milioni di lettere di invito a sottoporsi a un test di screening: in seguito a questi inviti, sono stati eseguiti quasi 4.500.000 esami di diagnosi precoce. Grazie a questi esami, ogni anno vengono diagnosticati oltre 6.000 carcinomi della mammella, più di 4.000 lesioni della cervice uterina e oltre 2.500 carcinomi colorettali e quasi 14.000 adenomi avanzati del colon retto. Nel 2010, per quanto riguarda lo screening mammografico, la percentuale di donne tra 50 e 69 anni che hanno ricevuto un invito è sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (69%), con una grande variabilità tra Nord (89%), Centro (77%) e Sud (38%). Seguendo le indicazioni del Ministero, alcune Regioni (la Toscana lo farà nel 2012) stanno allargando la fascia di invito alle 45enni e alle ultrasettantenni. Per lo screening cervicale, la percentuale di donne in età target (25-64 anni) che effettivamente hanno ricevuto un invito secondo gli intervalli previsti (3 anni) supera i due terzi (67%), con un incoraggiante aumento di quattro punti percentuali rispetto al 2009. Non si osservano particolari differenze tra Centro, Nord e Sud. Quanto allo screening colorettale, nel 2010 la percentuale di persone in età target (50-70 anni) che hanno ricevuto un invito è aumentata, passando dal 40% al 51%. Al Nord si supera il 75%, al Centro si supera il 45%, al Sud ci si ferma sotto il 10%. L’accordo di collaborazione tra Iss e Ispo - Quella tra Istituto Superiore di Sanità e Ispo è una collaborazione ormai consolidata. I ricercatori dei due istituti collaborano da anni su obiettivi di comune interesse, anche con la partecipazione a progetti multicentrici nazionali e internazionali. L’accordo che si firma oggi tra il presidente dell’Iss Enrico Garaci e il direttore dell’Ispo Gianni Amunni conferma e rafforza questa collaborazione, individuando specifici obiettivi di ricerca che saranno al centro della collaborazione nei prossimi anni. L’istituto Superiore di Sanità ha tra le sue funzioni istituzionali rapporti di collaborazione scientifica con finalità di ricerca e sviluppo con le Regioni, e in questo processo la formalizzazione di un rapporto della Regione Toscana, attraverso Ispo in quanto istituto regionale, con l’Iss rappresenta un’importante esperienza di collaborazione istituzionale e una iniziativa che costituisce una nuova opportunità in campo nazionale. Questi gli obiettivi di ricerca che saranno al centro della collaborazione nei prossimi anni: monitoraggio attraverso i registri tumori per lo studio dei percorsi diagnostico-terapeutici, l’assistenza alle patologie neoplastiche “rare”, la valutazione dei costi e delle disuguaglianze; realizzazione di studi epidemiologici nel settore ambiente e salute (come gli studi Sentieri e Epic); studi di monitoraggio e di integrazione tra vaccinazione Hpv (papilloma virus) e screening per il cervicocarcinoma; lo studio Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), un sistema di sorveglianza nazionale su attitudini verso la prevenzione e condizioni di salute. |
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TUMORE DELL’OVAIO, “UNO SCONOSCIUTO” CHE SI PUÒ SCONFIGGERE SI MANIFESTA SPESSO QUANDO È IN FASE AVANZATA E L´UNICA TERAPIA POSSIBILE È L’INTERVENTO CHIRURGICO. MA GRAZIE A NUOVI FARMACI E AL GRUPPO DI RICERCA MITO È POSSIBILE AFFRONTARE IL TUMORE DELL’OVAIO CON TERAPIE PIÙ PERSONALIZZATE E MENO INVASIVE DISPONIBILI IN CENTRI SPECIALIZZATI CON ÉQUIPE MULTIDISCIPLINARI COME L’ISTITUTO NAZIONALE TUMORI DI NAPOLI. |
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Napoli, 19 dicembre 2011 - Arriva senza farsi sentire e spesso lo si scopre casualmente. Tra i fattori di rischio l´età, la maggior parte dei casi viene identificata dopo l´ingresso in menopausa, la menopausa tardiva e il non aver avuto figli ma anche la predisposizione familiare. Il carcinoma ovarico è un tumore che colpisce le ovaie. In Italia ogni anno si registrano 5.000 casi, ossia 1 donna su 97. È al nono posto tra le forme tumorali e costituisce il 2,9% di tutte le diagnosi di tumore. Si tratta di uno dei tumori femminili più pericolosi: circa il 70% delle diagnosi avviene in fase avanzata, perché rimane asintomatico per un lungo periodo. Eppure le italiane lo conoscono poco e fanno ancora meno per prevenirlo: 7 su 10 non ne conoscono i segnali e solo l’11% sa che l’ecografia transvaginale è fondamentale per la diagnosi. I sintomi di esordio della malattia sono spesso di lieve intensità, tali da essere confusi con le più banali e frequenti alterazioni dell’apparato gastrointestinale: sensazione di gonfiore addominale, difficoltà digestive, nausea, aumento della circonferenza addominale. “Questa è una delle malattie più difficili da controllare poiché non sono stati identificati strumenti efficaci di screening e di diagnosi precoce” spiega il dottor Sandro Pignata, direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica, Dipartimento Uroginecologico dell’Istituto Nazionale Tumori - Irccs “Fondazione Pascale” di Napoli. “Per quanto concerne lo screening, a differenza di quanto accade con il pap-test nei confronti del tumore del collo dell´utero, oggi non è disponibile un valido metodo di screening per una diagnosi precoce di carcinoma ovarico. Per questo motivo, le pazienti spesso arrivano in reparto quando la neoplasia è già in stato avanzato. Una visita ginecologica accurata ed effettuata con regolarità rimane il metodo migliore per lo screening del carcinoma ovarico”. L’istituto Nazionale Tumori di Napoli è uno dei centri all’avanguardia e tra i più qualificati a livello nazionale per il trattamento del tumore dell’ovaio. Il dipartimento ha sviluppato un percorso di cura specializzato per questa patologia, poiché la collaborazione stretta tra la struttura di Oncologia Medica e quella di Ginecologia permette una gestione della malattia completa e tempestiva. A causa della mancanza di avvisaglie chiare, solo in 1 caso su 4 questa neoplasia viene diagnosticata in una fase precoce, quando con un intervento chirurgico le possibilità di guarigione sono intorno al 80-90%. “Il primo passo è l’intervento chirurgico per la riduzione della massa tumorale, un aspetto fondamentale dal quale dipende l’intero percorso di cura” chiarisce il dott. Pignata. “L’intervento chirurgico viene eseguito dagli specialisti dell’Unità di Oncologia ginecologica, mentre la chemioterapia viene gestita dalla mia équipe”. In circa il 70% delle pazienti però il tumore si ripresenta dopo un certo periodo: capire il meccanismo che genera le recidive e individuare le pazienti a rischio di ricaduta è uno degli obiettivi dei ricercatori. “Le strutture funzionali del Dipartimento Uroginecologico collaborano con i ricercatori del nostro istituto per condurre protocolli di ricerca di tipo traslazionale. Questo tipo di collaborazione, oltre a sviluppare ricerca, offre vantaggi ai pazienti poiché permette di garantire un elevato standard di cura con l’uso di farmaci innovativi. Il nostro dipartimento coordina il Gruppo Mito, (Multicenter Italian Traials in Ovarian cancer), impegnato a sviluppare una collaborazione di ricerca in ambito di ginecologia oncologica. Secondo Pignata si può spostare in avanti la frontiera della qualità della vita attraverso terapie sempre più personalizzate, tecniche chirurgiche poco invasive e farmaci meno tossici. “Oggi in oncologia si parla molto di farmaci biologici, che rappresentano la nuova frontiera contro i tumori. Per la neoplasia dell’ovaio sono arrivati più tardi” conclude Pignata, “ma molti sono in via di sviluppo. Nel nostro centro diversi sono in fase di sperimentazione”. |
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PIANO DI RIENTRO, APPREZZATO LO SFORZO DELLA REGIONE PIEMONTE |
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Torino, 19 dicembre 2011 - I Ministeri dell’Economia e della Salute hanno preso atto dello sforzo che la Regione Piemonte ha saputo mettere in atto per sanare il disavanzo della sanità piemontese come richiesto con il Piano di rientro. Nel darne notizia l’assessore alla Sanità, Paolo Monferino, puntualizza che “siamo arrivati a ridurre il costo della sanità piemontese di circa 100 milioni di euro rispetto al 2010. Un risparmio notevole non solo sul piano quantitativo, ma anche perché per la prima volta si registra sul nostro territorio un segnale in controtendenza rispetto al passato. I rappresentanti dei due Ministeri hanno apprezzato i risultati delle misure messe in campo, spronandoci a proseguire su tale strada adottando tutti i provvedimenti necessari. Quindi andiamo avanti: il tutto senza in alcun modo influire sul numero e sulla qualità dei servizi che garantiscono al Piemonte un livello di qualità molto alto ”. “Per anni - aggiunge il presidente Roberto Cota - la sanità piemontese ha registrato segno negativo nei bilanci, aumentando i costi del 5% ogni anno, il che equivale a circa 400 milioni di euro in più ogni anno. Ora siamo riusciti a compiere un’importante operazione: non solo ai valori odierni la spesa non è aumentata, ma è diminuita di 100 milioni. Ciò è stato possibile intervenendo senza in nessuna modo depauperare i servizi. E’ la strada giusta e continueremo a percorrerla, fino al pareggio di bilancio”. |
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LUTTO NEL MONDO DELL’ONCOLOGIA IMPROVVISAMENTE SCOMPARSO IL PROF. MARCO VENTURINI DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA ALL’OSPEDALE “SACROCUORE DON CALABRIA” DI NEGRAR, ERA STATO ELETTO PRESIDENTE DELL’AIOM (ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA) IL 7 NOVEMBRE SCORSO |
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Roma, 19 novembre 2011 – È mancato questa mattina il prof. Marco Venturini, eletto il 7 novembre scorso Presidente Nazionale dell’Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), di cui aveva già ricoperto il ruolo di Presidente Eletto per il biennio 2009 – 2011. Nato a Carrara (Ms) il 6 settembre 1954, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1982 presso l’Università di Pisa e specializzato in Oncologia nel 1985 all’Università di Genova. Dal 1986 al 2006 ha ricoperto varie qualifiche all’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova. Dal 2006 era Direttore del Dipartimento di Oncologia all’ Ospedale “Sacrocuore Don Calabria” di Negrar (Vr). È stato Segretario Nazionale dell’ Aiom, Coordinatore del Gruppo Italiano del Carcinoma della Mammella (Gim) e del Gruppo Italiano del carcinoma Renale (Gir), Coordinatore delle Linee Guida Nazionali dell’ Aiom sul carcinoma mammario (dal 2002), Membro della commissione di esperti dell’Esmo (European Society of Medical Oncology) per il carcinoma mammario (dal 2001). È stato, inoltre, autore di oltre 170 articoli scientifici, relatore invitato a circa 345 corsi/congressi nazionali ed internazionali, titolare di 7 progetti di ricerca clinica finanziati da Airc, Cnr e Ministero Salute, Membro dell’Editorial Board di Annals of Oncology e di Tumori, Revisore per riviste internazionali quali: Annals of Oncology, Anti-cancer Drugs, Cancer Chemotherapy Pharmacology, Expert Review of Anticancer Therapy, Nature Clinical Practice, Oncology, Cancer Treatment Reviews. Proprio il 6 dicembre scorso aveva presentato, alla presenza del Ministro Renato Balduzzi, il volume “I numeri del cancro 2011”, all’Auditorium del Ministero della Salute. Lascia la moglie, dott.Ssa Lucia Del Mastro, e i due figli. La notizia della scomparsa del prof. Venturini ha profondamente sconvolto l’intera oncologia italiana, che si stringe intorno alla famiglia e all’Aiom. |
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CITTÀ DELLA SPERANZA. APRE CENTRO RICERCA CONTRO LE PATOLOGIE PEDIATRICHE |
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Padova, 19 dicembre 2011 - Sarà il più grande centro di ricerca europeo per la lotta contro le patologie pediatriche di ogni tipo. E’ l’Istituto di Ricerca Pediatrica della Fondazione Città della Speranza che, ricordando nella forma un angelo dalle ali socchiuse, si innalza nella zona industriale di Padova. A salutare la fine dei lavori dell’opera e il prossimo avvio delle attività d’indagine sulle malattie dei bambini, ha voluto essere presente il 16 dicembre lo stesso presidente del Veneto Luca Zaia, con il sindaco Flavio Zanonato, il presidente della Città della Speranza Andrea Camporese, al presidente onorario Franco Masello e il direttore dei lavori Giuseppe Clemente. Per la Giunta regionale c’erano anche il vicepresidente Marino Zorzato e gli assessori Elena Donazzan e Marino Finozzi. “Questa realizzazione è la dimostrazione di cosa significhino nel Veneto il volontariato e la sua azione – ha sottolineato Zaia – che qui si è tradotta in una testimonianza di altissimo valore scientifico. Come Regione non vogliamo limitarci ad un appoggio di tipo economico – ha annunciato il presidente del Veneto – ma stiamo lavorando per poter trasferire in questo centro la dottoressa Ilaria Capua”, virologa di caratura mondiale, assieme al suo staff del Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. La struttura, realizzata su progetto donato dall’arch. Paolo Portoghesi, è pronta ad ospitare fino a 445 ricercatori, dei quali 75 già stanno lavorando per la Città della Speranza, fondazione che da 17 anni opera senza fini di lucro per combattere le malattie dell’infanzia. Oggi è stata salutata da quanti, istituzioni pubbliche e private, imprese, singoli cittadini, hanno contribuito a realizzarla, con un corale gesto di generosità e di volontariato: fondatore e promotore è stata la Fondazione Città della Speranza, ma vi hanno partecipato anche il Comune e la Provincia di Padova, la Camera di Commercio, il consorzio Zip ha donato l’area sulla quale sorge l’edificio, mentre la Regione ha partecipato con 3 milioni con la formula dell’acquisto di una porzione dell’Istituto. L’università di Padova, l’Azienda Ospedaliera e la Regione Veneto hanno dal canto loro firmato un protocollo d’intesa per trasferire tutte le attività di ricerca pediatrica nel nuovo centro. L’angelo della ricerca si sviluppa su 11 piani complessivi, per una superficie complessiva di 20 mila. Per realizzarlo sono stati investiti 25 milioni di euro raccolti dalla Fondazione Città della Speranza grazie alla generosità della gente. |
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SANITÀ, 10% RICOVERI PER PAZIENTI FUORI REGIONE LOMBARDIA FORMIGONI: INDICE DI ASSOLUTA QUALITÀ DEL NOSTRO SISTEMA |
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Milano, 19 dicembre 2011 - I dati sull´attrattività sanitaria dei sistemi regionali confermano da ormai oltre 10 anni (1998-2009) l´indiscusso primato italiano della Lombardia, il cui saldo tra ingressi e uscite è stato nel 2009 (ultimo dato disponibile) di oltre 72.000 unità, cifra superiore di circa il 40% rispetto alla seconda regione, l´Emilia Romagna, e di quasi 4 volte rispetto alle terze, Lazio, Toscana, e Veneto. In Lombardia, la percentuale di ricoveri di pazienti provenienti da fuori regione (ricoveri ordinari per acuti e riabilitazione) è ormai costante intorno al 10% sul totale dei ricoveri. Anche sulla mobilità passiva (numero dei pazienti che escono da una regione per ricorrere ad altri sistemi sanitari) la Lombardia si conferma la migliore, con il dato più basso in assoluto, pari al 4,1% di cittadini che scelgono di farsi curare extra-regione, a fronte di una media nazionale del 13% con picchi che superano il 30% (Basilicata e Valle d´Aosta). Rapporto Aiop - Questi alcuni dei dati ricordati oggi dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni in occasione della presentazione del Rapporto 2011 di Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), che si è svolta oggi al Circolo della Stampa di Milano. ´La capacità di attrarre pazienti da altre regioni - ha spiegato Formigoni - e di trattenere i propri nella propria rete ospedaliera può essere assunta come misura obiettiva della qualità di ogni sistema sanitario regionale. Se questo dato viene appaiato alla capacità di mantenere i conti in equilibrio, si ottiene un indicatore complessivo di performance molto affidabile´. Rimborsi Extra Regione - ´Nella manovra correttiva dello scorso luglio - ha spiegato Formigoni - Regione Lombardia si è vista costretta a tagliare gli extra-rimborsi per i pazienti provenienti da fuori regione, uniformandoli alle tariffe nazionali´. Questo ha creato ´comprensibili difficoltà agli erogatori, pubblici e privati´, ulteriormente sotto pressione in questo contesto di generalizzata difficoltà congiunturale. ´Regione Lombardia - ha aggiunto Formigoni - è fortemente determinata a risolvere questa criticità intervenendo nella richiesta di specifiche integrazioni del Tuc (tariffa unica convenzionale) nazionale relativamente alle categorie attualmente più penalizzate, ovvero la protesica ortopedica e quella valvolare cardiaca. Riteniamo questa soluzione soddisfacente ed adeguata; prevediamo e ci stiamo impegnando a fondo affinché la conferenza Stato Regioni adotti questi provvedimenti entro i primi mesi del prossimo anno´. Pubblico E Privato - Stabile la presenza del privato nel sistema ospedaliero lombardo. Calcolata per numero di posti letto, è pari al 21,7% e si colloca al sesto posto, a pari merito con Piemonte e Sicilia, e dopo Calabria, Campania, Lazio, Emilia Romagna e Abruzzo, mantenendosi perfettamente allineata al livello medio nazionale (21,3%). La spesa per la sanità pubblica italiana corrisponda al 7,2% del Pil, dato che è tra i più bassi d´Europa. ´Nel caso della Lombardia - ha detto ancora il presidente - che sconta da sempre un sottodimensionamento del finanziamento pro-capite rispetto alla media nazionale, questo valore scende addirittura al 5,4% del Pil. Si tratta senza dubbio di un valore estremamente contenuto in senso assoluto. Considerandolo poi in relazione sia agli elevati volumi di prestazioni effettuate sia al loro indubbio standard qualitativo elevato, in alcuni casi elevatissimo, giungiamo quindi alla conclusione che in Lombardia è presente un sistema sanitario in grado di garantire un rapporto costi/benefici in assoluto tra i più migliori al mondo´. Appropriatezza - Sul capitolo dell´appropriatezza, il presidente ha poi ricordato che il tasso di ospedalizzazione in Lombardia è sceso dal valore di 176,7 per 1000 residenti nel 1997 al valore di 127 per 1000 residenti nel 2010, pari a un decremento di quasi il 30%. In particolare, dal 2007 al 2010 si registra un calo del numero totale di ricoveri (ordinari + day hospital) da 193mila a 158mila, pari al 18%. In accordo con questa tendenza di lunga durata, anche nel 2010 il numero dei ricoveri ospedalieri totali in Lombardia conosce una riduzione. ´Si tratta senza dubbio - ha concluso Formigoni - di un eccellente risultato a riprova dell´efficacia delle politiche regionali volte da sempre alla ricerca della massima appropriatezza e all´eliminazione di sprechi e inefficienze, anzitutto a vantaggio del benessere complessivo dei propri pazienti´. |
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ANCHE LE REGIONI VANNO A BERSAGLIO: LA VALUTAZIONE DEI SISTEMI SANITARI FATTA DAL MES |
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Firenze, 19 dicembre 20111 – La sanità delle Regioni a confronto, in maniera chiara e trasparente. Così come, ormai dal 2004, il laboratorio Mes, Management e Sanità, della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa, misura con il sistema dei bersagli le performance di tutte le aziende sanitarie toscane, nello stesso modo dal 2008 ha cominciato a farlo anche per altre Regioni. Il 15 dicembre, al convegno “Valutazioni e trasparenza dei risultati per governare il sistema sanitario: le Regioni a confronto”, svoltosi nell’Auditorium di Santa Apollonia, sono stati presentati i risultati del lavoro del Mes, alla presenza di amministratori e direttori generali delle aziende. La giornata si chiuderà con una tavola rotonda a cui hanno partecipato amministratori e direttori generali di alcune Regioni, anche esterne al network delle 8 Regioni oggetto di valutazione, per una riflessione nazionale sul ruolo e le prospettive di utilizzo della valutazione in sanità. Il presidente Enrico Rossi e il direttore del Mes Sabina Nuti hanno illustrato i risultati della valutazione ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa. Assente l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, perché convocata a Roma dal ministro Balduzzi per il Patto per la salute. “La Bce ha dato di recente indicazione al governo italiano di introdurre, quale strumento di risanamento e rilancio dell’economia del Paese, un sistema di indicatori per la valutazione dei risultati, in particolare nei servizi sanitari – dice il presidente Rossi – Dalla Relazione sullo stato di salute del Paese, presentata pochi giorni fa dal ministro Balduzzi, sono emerse grandi differenze tra le diverse regioni. Sono convinto che la valutazione e il confronto costante dei risultati può contribuire a ridurre notevolmente questa variabilità e a migliorare l’equità del sistema”. “Il lavoro fatto negli ultimi tre anni dal network di queste Regioni – osserva Sabina Nuti – dimostra la volontà di rendere sempre più trasparente e responsabile la gestione dei servizi sanitari regionali. Il futuro impone alle Regioni non solo uno sforzo continuo di miglioramento delle prestazioni per rispondere alle evoluzioni dei bisogni, ma anche una riduzione della variabilità per garantire davvero l’equità, obiettivo strategico del servizio sanitario pubblico”. La valutazione del Mes - Il lavoro di valutazione del Mes è partito nel 2004 per la Regione Toscana e nel 2008 si è esteso per la prima volta ad altre due Regioni: Liguria e Umbria. Nel 2010 il network si è ampliato, con Valle d’Aosta, Marche, Provincia autonoma di Trento, Provincia autonoma di Bolzano. Nel 2011 si è aggiunta infine la Basilicata. Queste 8 Regioni (e Province autonome) hanno concretizzato la volontà di utilizzare un sistema di valutazione delle performance del sistema sanitario attraverso il confronto di un set di indicatori condivisi. Il sistema, progettato dal Mes, è quello dei bersagli, lo stesso utilizzato dal 2004 per la valutazione delle aziende sanitarie toscane. Un processo di condivisione tra le Regioni ha portato alla selezione di 130 indicatori, di cui 80 di valutazione e 50 di osservazione, volti a descrivere e confrontare varie dimensioni della performance del sistema sanitario: lo stato di salute della popolazione, la capacità di perseguire le strategie regionali, la valutazione sanitaria, la valutazione dell’esperienza dei cittadini e dei dipendenti, e infine la valutazione della dinamica economico-finanziaria e dell’efficienza operativa. Il bersaglio è lo stesso utilizzato per le aziende toscane, con i cinque cerchi concentrici di colori diversi: al centro verde scuro, punteggio 4-5, performance ottima; verde chiaro, punteggio 3-4, performance buona; giallo, punteggio 2-3, performance media; arancio, punteggio 1-2, performance scarsa; rosso, la fascia più esterna, punteggio al di sotto di 1, performance molto scarsa. Alcuni esempi di valutazione - A titolo di esempio, si propongono 4 indicatori di valutazione in cui i sistemi regionali e aziendali differiscono anche notevolmente nel processo di erogazione dell’assistenza, e in cui ciascuno presenta proprie peculiarità e best practice, ma anche punti di debolezza e spazi di miglioramento. Percentuale di ricoveri ripetuti entro 30 giorni per la stessa patologia. Questo indicatore rileva l’efficacia delle cure del servizio ospedaliero, che nel breve termine non dovrebbe generare accessi ripetuti per lo stesso gruppo diagnostico. Rispetto a questo, i risultati delle Regioni del network differiscono di 1,4 punti percentuali, ma queste differenze aumentano se si osservano i singoli contesti aziendali, con percentuali che vanno dal 2,9% all’8%: quindi, con rilevanti spazi di miglioramento. Percentuale di ricoveri in day surgery. Questo è tra gli indicatori del Patto per la salute 2010-2012, e misura la percentuale di interventi chirurgici che dovrebbero essere erogati in day surgery. Tra le 8 Regioni c’è ampia variabilità nei risultati, una variabilità che si riflette anche nei comportamenti delle aziende, con valori che oscillano tra il 33% e l’89%. Capacità di integrazione tra territorio e ospedale. Grandi differenze all’interno del network. Toscana, Basilicata e Umbria fanno misurare performance con valutazioni ottime; scarse, invece, quelle di Liguria, Trento e Valle d’Aosta. Appropriatezza prescrittiva farmaceutica. Nel caso della prescrizione di statine, per esempio, farmaci per ridurre il colesterolo, efficaci solo se la terapia è protratta nel tempo, si registrano significative differenze nella percentuale di pazienti che abbandonano la terapia: dall’11% della provincia autonoma di Bolzano al 20% della Basilicata. Le best practice Regione per Regione - Queste le performance migliori registrate da ciascuna Regione: Provincia autonoma di Trento: riguardo allo stato di salute della popolazione, registra globalmente un’ottima performance sul tema degli stili di vita (attività fisica, nutrizione, consumo di alcol, abitudine al fumo), rilevati attraverso lo studio nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità Passi. Valle d’Aosta: nel perseguimento delle strategie regionali di prevenzione dei tumori, consegue i migliori risultati nell’estensione e adesione degli screening mammografico, della cervice uterina e colorettale. Provincia Autonoma di Bolzano: possibilità di intervenire tempestivamente ed efficacemente sulle fratture di femore: in questa realtà gli interventi avvengono infatti entro 2 giorni 87 volte su 100. Liguria: rispetto ai Livelli essenziali di assistenza oggetto del Patto per la Salute, la Regione nel 2010 ha realizzato il 61% degli interventi chirurgici con drg Lea in Day Surgery, riducendo i livelli di inappropriatezza a cui si rischia di tendere per queste procedure. Toscana: offre grandi spunti di riflessione sul tema della gestione delle patologie croniche; è infatti la Regione con il più basso tasso di ospedalizzazione per i pazienti scompensati e diabetici e che mostra la migliore integrazione tra territorio e ospedale, con la percentuale più bassa di ricoveri di durata superiore ai 30 giorni. Basilicata: attenzione al paziente e al corretto uso delle risorse si osserva per l’applicazione di alcune tecniche professionali quali la prostatectomia transuretrale, che viene applicata nel 90% dei pazienti sottoposti a prostatectomia. Umbria: presenta la migliore performance relativamente alle vaccinazioni, in particolare per il vaccino Mpr, grazie al quale è possibile prevenire morbillo, parotite e rosolia e viene effettuato ai bambini di 2 anni. Marche: dimostra la maggiore appropriatezza riguardo alla percentuale di Drg medici dimessi da reparti chirurgici, che devono essere contenuti il più possibile, per limitare un improprio assorbimento di risorse, visto che il costo letto in un reparto chirurgico è assai superiore a quello in un reparto medico. Il sistema di valutazione della performance del network delle Regioni è disponibile sul sito http://performance.Sssup.it/network , dove gli operatori dei sistemi sanitari regionali del network hanno la possiiblità di consultare i risultati conseguiti dalla propria Regione e dalle altre Regioni che hanno scelto di confrontarsi in un contesto multi-regionale. |
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SANITA: CON GARE CENTRALIZZATE CALA LA SPESA IN SICILIA |
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Palermo, 19 dicembre 2011 - "La Sicilia ha gia´ invertito il trend nell´acquisto di beni e servizi. Proprio in questi giorni il Censis ha documentato che la sanita´ siciliana ha contenuto la spesa piu´ di tutte le altre regioni, con un meno 10%. Siamo stati tra i primi a credere nello strumento delle gare centralizzate e gia´ nel 2009 abbiamo dato vita a una delle piu´ consistenti gare europee su piattaforma informatica per l´acquisto di farmaci ospedalieri che ha prodotto consistenti risparmi". Lo ha detto l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, al convegno dal titolo "I processi di acquisti accentrati di beni e servizi nelle aziende sanitarie: luci ed ombre nella fase di processo", ospitato a Palazzo Steri di Palermo al quale hanno partecipato il presidente del Cergas Universita´ Bocconi di Milano Elio Borgonovi, il direttore dell´Agenas Fulvio Moirano e il presidente nazionale di Assobiomedica Stefano Rimondi. "Abbiamo intuito la portata innovativa di questo strumento - ha proseguito Russo - prevedendo l´aggregazione delle aziende sanitarie in due grandi bacini per gestire al meglio la programmazione di beni e servizi ma anche per sviluppare e razionalizzare le attivita´ ospedaliere in rete. Adesso siamo consapevoli che lo strumento della gara centralizzata va ulteriormente affinato ed e´ proprio per questo che abbiamo voluto ospitare questo convegno, in collaborazione con il Cergas della Bocconi: e´ evidente che si tratta di un sistema che funziona e dal quale non e´ piu´ possibile tornare indietro ma bisogna sviluppare le opportune riflessioni per raggiungere il perfezionamento dei modelli di applicazione con un adeguato lavoro di coinvolgimento delle aziende sanitarie. Ad esempio, per far si´ che la sanita´ costituisca anche un volano per l´economia della nostra regione, stiamo studiando il modo per favorire la partecipazione delle aziende regionali - attraverso adeguamenti e aggregazioni - alle gare di appalto in forma centralizzata". Il direttore generale del dipartimento pianificazione strategica dell´assessorato della Salute, Maurizio Guizzardi, ha ricordato come lo scorso anno sia stato sottoscritto un protocollo d´intesa con le associazioni dei fornitori rappresentanti di categoria ed e´ stato istituito un tavolo permanente di confronto sugli acquisti per discutere i temi relativi al processo di centralizzazione in un´ottica di confronto con il mercato farmaceutico, biomedicale e diagnostico. "L´obiettivo - ha aggiunto Guizzardi - e´ la ricerca della riduzione del costo unitario di beni e servizi attraverso risparmi sulla base d´asta o sul prezzo storico o con un decremento del costo globale del processo dovuto ad esempio all´abbattimento dei costi di transazione. Sul versante organizzativo l´aggregazione consente un piu´ efficiente utilizzo del personale dedicato e una revisione generale dell´intero processo d´acquisto". Al convegno, organizzato dall´assessorato regionale della Salute, ha partecipato anche Fabio Amatucci che, insieme a Stefania Mele, ha pubblicato un volume sul processo di acquisto dei beni e servizi e sulla ricerca di soluzioni innovative. |
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SANITA´: PRONTO SOCCORSO, CHIODI LANCIA AUDIT CIVICO ABRUZZO PILOTA IN PROGETTO UMANIZZAZIONE CURE |
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Pescara, 19 dicembre 2011 - I cittadini entreranno nella "linea di produzione dei servizi sanitari" per constatarne qualità e adeguatezza alle risposte di salute, attraverso una campagna di ascolto (Audit civico), lanciato dal settore Sanità - Agenzia sanitaria regionale, in collaborazione con Cittadinanza attiva. Il nuovo progetto regionale di Audit civico, presentato il 16 dicembre a Pescara, partirà nel 2012, e prenderà in esame le aree del Pronto soccorso (rete emergenza-urgenza) e della Salute mentale. "Ad una fase di risanamento - ha spiegato il commissario per la Sanità, Gianni Chiodi, deve corrispondere un coinvolgimento più stringente e reale del cittadino paziente, che poi altro non è che il fruitore finale della programmazione politica. Crediamo quindi alla capacità ausiliatrice dei cittadini, ed in quanto tale, come risorsa da attivare, anche per restare nel solco del giusto equilibrio tra obiettivi di bilancio e aspetti di umanizzazione del servizio sanitario e di tutela dei diritti del cittadino e del malato". Non è un caso che l´Audit civico, come modalità di ascolto dei cittadini per migliorare i servizi sanitari cominci ad essere inserito strutturalmente nella programmazione degli organi decisori "non con l´obiettivo di stigmatizzare le criticità ma essenzialmente con la funzione di stimolo, con una evidente ricaduta d´immagine e d´apprezzamento dell´intero sistema sanitario". In questo caso, a differenza di altri Audit civici che, si erano genericamente rivolti ad analizzare i servizi per macroaree, l´intenzione della Regione è quella di valutare "in modo più stringente e puntuale" l´area del Pronto soccorso e della salute mentale. "Una scelta non casuale - ha aggiunto ancora il Commissario Chiodi - considerato che le reti sulle quali si basa il cambiamento sono quelle dell´emergenza-urgenza, degli ospedali e delle reti territoriali. In particolare la rete dell´emergenza-urgenza è l´architrave del sistema, garanzia della qualità delle prestazioni sanitarie. Le scelte - ha aggiunto Chiodi - sono quindi mirate a verificare la situazione nei Pronto soccorso, spesso impropriamente affollati, con conseguente tempi di attesa". Per il Commissario, il coinvolgimento del cittadino nei processi di miglioramento dei servizi sanitari "è in linea con le determinazioni del ministero della Salute che ha accelerato sul principio di umanizzazione dei servizi sanitari. Non è un caso - ha concluso Chiodi - se l´Abruzzo sia stata scelta come Regione pilota su controllo e umanizzazione delle cure". Alla presentazione del progetto di Audit civico hanno partecipato il direttore dell´Agenzia sanitaria regionale, Angelo Muraglia, il segretario regionale di cittadinanza Abruzzo, Aldo Cerulli, il direttore dell´Agenzia di valutazione civica di Cittadinanza attiva, Angelo Tanese, Vittorio Fonzo e Michela Liberti di Cittadinanza attiva, e numerosi operatori del Asl regionali e volontari dell´Associazione. |
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NEUROSTEMCELL FA PROGREDIRE LA RICERCA SULLA TERAPIA CON LE CELLULE STAMINALI |
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Bruxelles, 19 dicembre 2011 - Mediante una continua cooperazione tra ricercatori sperimentali e clinici è possibile massimizzare le speranze di successo per gli studi clinici sulla terapia con le cellule staminali per malattie neurodegenerative come la malattia di Huntington e il morbo di Parkinson. Il progetto Neurostemcell ("European consortium for stem cell therapy for neurodegenerative disease") sta portando avanti questo tentativo, e si stanno già ottenendo dei risultati positivi. Neurostemcell è supportato nell´ambito del tema Salute del Settimo programma quadro (7°Pq) dell´Ue con 11,9 milioni di euro. Sia la malattia di Huntington che quella di Parkinson sono innescate dalla degenerazione di specifici tipi di neuroni del cervello: neuroni striatali nella malattia di Huntington e neuroni dopaminergici nel morbo di Parkinson. Guidato dalla professoressa Elena Cattaneo dell´Università degli Studi di Milano in Italia, il consorzio Neurostemcell comprende 13 enti di ricerca e 3 piccole e medie imprese (Pmi) provenienti da 6 Stati membri dell´Ue, oltre che dagli Stati Uniti. L´obbiettivo finale è lo sviluppo di cellule e reagenti adatti all´uso clinico che siano sicuri e convalidati (appositamente per neuroni dopaminergici e striatali che possano essere trapiantati in dei pazienti) da utilizzare in studi clinici e, alla fine, anche per la scoperta di nuovi farmaci. Il loro lavoro si sta dimostrando fruttuoso sia per il team che per l´Europa. In questo loro ultimo progresso, il team di Neurostemcell ha ideato una nuova strategia per l´efficiente trasformazione di cellule staminali pluripotenti (Ips) umane in neuroni che producono dopamina. Questi neuroni possono essere impiantati in animali dove mostrano "ottime prestazioni" creando nuove connessioni e riuscendo a sopravvivere a lungo. Il risultato è il progresso nell´utilizzo delle Ips, aiutando così a sviluppare nuove terapie per le malattie neurodegenerative. I partner del progetto affermano che le questioni normative, etiche e sociali legate all´utilizzo delle cellule staminali per la terapia vengono prese in considerazione durante il cammino della scienza dal laboratorio al letto d´ospedale. Il team sottolinea come la malattia di Huntington e il morbo di Parkinson siano candidati ideali per terapie ristorative basate sulle cellule staminali. La patologia di entrambe le malattie progredisce lentamente; essa è caratterizzata dalla perdita preferenziale di un tipo di neurone, i neuroni Gabaergici di medie dimensioni con spine nella malattia di Huntington e i neuroni dopaminergici mesencefalci (mesDa) nel morbo di Parkinson. La strategia di ricambio cellulare prende di mira la sostituzione dei neuroni Gaba e mesDa perduti mediante l´impianto di nuove cellule funzionanti. Il progetto Neurostemcell si concentra sull´identificazione e sul confronto sistematico delle linee di cellule progenitrici con le caratteristiche più favorevoli per la differenziazione neuronale di mesDa e Gabaergici striatali. Queste linee cellulari sono derivate direttamente da cellule staminali embrionali (Es) umane, o da cellule staminali neurali (Ns) derivate da cellule Es o cerebrali fetali, o da cellule staminali pluripotenti indotte (iPs) o da progenitori neurali espansi in vitro a breve termine dal mesencefalo ventrale cresciuti come neurosfere (Vmn, neurosfere mesencefalo ventrale). La squadra che lavora al progetto sta eseguendo test rigorosi e sistematici sulle più importanti cellule candidate in appropriati modelli animali. I partner stanno individuando procedure e sistemi di sicurezza che permetteranno la completa eliminazione di cellule proliferative e/o tumorali dalle preparazioni di cellule trapiantate. Essi stanno anche applicando strumenti di imaging in vivo per il monitoraggio non invasivo della sopravvivenza e della crescita delle cellule trapiantate, e stanno sviluppando criteri, procedure e protocolli per la produzione riproducibile, sicura e su grande scala di cellule staminali e della loro progenie con standard adeguati all´uso clinico. Il team sta inoltre creando una scorta di cellule validate, certificate in termini di sicurezza e tracciabili per l´uso clinico, oltre a sviluppare protocolli clinici da usare in studi in fase-I su pazienti con la malattia di Huntington e con il morbo di Parkinson. Vengono stabiliti criteri etici e di sicurezza per guidare l´implementazione delle terapie con cellule staminali in ambito clinico, e il team sta inoltre sviluppando un´interfaccia con l´industria biologica e una strategia normativa specifica per il prodotto che sia compatibile con una futura autorizzazione per la commercializzazione. Ed infine, i partner di Neurostemcell stanno fornendo informazioni sia ai gruppi di pazienti che ai profani sui progressi nel settore, e riguardanti anche quali misure verranno adottate per garantire il successo. Il partner di Neurostemcell Lorenz Studer del Sloan-kettering Institute for Cancer Research Corporation negli Stati Uniti sottolinea che sebbene i risultati siano incoraggianti, è necessario lavorare ancora. "Noi ora ci stiamo attrezzando per produrre cellule dopaminergiche in condizioni che sarebbero adeguate per l´uso clinico," dice il dott. Studer. "Il processo richiede attenti adattamenti nella produzione delle cellule, il trasferimento su scala industriale e test di sicurezza. Noi prevediamo che questi studi verranno completati nei prossimi tre o quattro anni, il quadro temporale minimo necessario per iniziare possibili studi su pazienti umani. Noi siamo molto fortunati ad essere il solo membro che non fa parte dell´Ue di Neurostemcell ... Il mio laboratorio ha tratto grandi benefici dall´ambiente collaborativo e interattivo, e la missione condivisa ha aiutato a far progredire il progetto." Il consorzio Neurostemcell comprende esperti provenienti da Danimarca, Francia, Germania, Italia, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Neurostemcell: http://www.Neurostemcell.org/ Ricerca sulla salute nell´ambito del 7° Pq: http://cordis.Europa.eu/fp7/health/ |
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SANITA’: BANCO FARMACEUTICO DONA ANTIBIOTICI PER INDIGENTI VERONESI. |
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Verona, 19 dicembre 2011 - Sono antibiotici a largo spettro e mucolitici espettoranti di estrema importanza per gli enti socio assistenziali quelli donati il 16 dicembre presso la sede di Federfarma Verona alla Caritas Diocesana di Lungadige Matteotti dal Banco Farmaceutico Onlus e dalla Eg S.p.a. Laboratori Eurogenerici. Alla cerimonia di consegna era presente Luca Coletto, assessore alla sanità della Regione Veneto, che da anni offre il suo patrocinio alle iniziative della Fondazione Banco Farmaceutico onlus e in particolare alla Giornata di raccolta del farmaco che si tiene ormai da dieci anni nel mese di febbraio. Presenti, tra gli altri, l’assessore comunale alla protezione civile Marco Padovani, la direttrice sanitaria dell’ambulatorio Carits di Verona Maria De Gregori, il direttore commerciale della ditta donatrice Paolo Boscagin, il presidente di Federfarma Verona Marco Bacchini. La donazione effettuata oggi è per lo più composta da antibiotici (442 confezioni di amoxicillina, carbocisteina e piperacillina per un valore di 3.500 euro). Si tratta di farmaci etici che necessitano di prescrizione medica e che non possono rientrare nella giornata di raccolta del farmaco dove è possibile acquistare e poi donare solo farmaci da banco senza ricetta medica. “In questo sviluppo dell’iniziativa umanitaria, piace mettere in evidenza quello che meno appare: ovvero un professionista del farmaco che mette a disposizione il suo tempo e la sua cultura - ha detto Coletto - confrontandosi con gli enti assistenziali per fornire informazioni sui farmaci di cui gli enti hanno effettivamente bisogno, fornendo inoltre consulenze organizzative per la gestione di piccoli o grandi magazzini di enti assistenziali. Questi – ha aggiunto – sono farmaci preziosi, perché andranno ad aiutare i cittadini più in difficoltà”. “Donazioni come questa, da parte di aziende impegnate nel sociale, possono fare davvero tanto per le persone prive di mezzi. Tra i molti enti umanitari che assistono persone indigenti, senza fissa dimora o anche intere famiglie in difficoltà economica, è stata individuata la Caritas diocesana di Verona – ha detto Matteo Vanzan, coordinatore veneto Fondazione Banco Farmaceutico Onlus - che con i suoi 6.000 assistiti rappresenta il più grande ente assistenziale convenzionato con il Banco Farmaceutico nella provincia di Verona». La sede veronese mette a disposizione delle persone più povere della nostra comunità un attrezzato ambulatorio medico intitolato al Beato Carlo Steeb, che reggendosi sul l volontariato di medici e infermieri, ha effettuato oltre 4.000 visite nell’ultimo anno. “L’impegno dei farmacisti verso il sociale deriva dalla sensibilità del singolo, ma anche dalla fitta rete di solidarietà creata negli anni – ha aggiunto Bacchini. Lavorare in sintonia con grandi aziende che guardano oltre l’interesse commerciale è la dimostrazione che insieme si può fare molto per i meno fortunati, purtroppo in costante aumento anche a Verona”. |
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CALABRIA: LA GIUNTA HA APPROVATO UN PROGETTO D’INFORMATIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEGLI SCREENING ONCOLOGICI |
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Catanzaro, 19 dicembre 2011 - La Giunta regionale si è riunita convocata dal presidente, con l’assistenza del Dirigente generale Francesco Zoccali Su proposta del Presidente Scopelliti è stata approvata la convenzione con la Regione Piemonte per la costituzione, a titolo gratuito, del diritto di uso del programma applicativo informatico per la gestione degli screening oncologici nel campo del carcinoma mammario, della cervice uterina e del colon retto. Su proposta dell’Assessore al Bilancio Giacomo Mancini è stato approvato il Piano di valorizzazione ed alienazione degli immobili regionali per il 2012. Su proposta dell’Assessore all’Ambiente Francesco Pugliano è stato deliberato di costituire l’ osservatorio regionale per la biodiversità con un protocollo d’intesa tra Regione e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare. Su proposta dell’Assessore all’Agricoltura Michele Trematerra, di concerto con il Sottosegretario alla Presidenza, con delega alle Riforme, Alberto Sarra, sono stati approvati due Disegni di legge, uno concernente l’istituzione dell’Azienda regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura calabrese, avente natura di ente pubblico economico; l’altro, invece, prevede le misure utili per l’ammodernamento e lo sviluppo dell’agricoltura. I due provvedimenti passano, ora, all’esame del Consiglio regionale. |
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MARCHE: APPROVATO IL PIANO SANITARIO |
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Ancona, 19 Dicembre 2011 - Sara` l´appropriatezza il fulcro centrale su cui orientare l´azione nel settore della sanita` nel prossimo biennio. Lo hanno sottolineato piu` volte il 17 dicembre, nel corso di una conferenza stampa per illustrare il Piano sanitario regionale approvato ieri dal consiglio, il presidente della Regione Gian Mario Spacca, l´assessore alla Sanita` Almerino Mezzolani e il direttore del Dipartimento Salute Carmine Ruta. ´L´approvazione di ieri in Consiglio regionale e` un risultato straordinario: la Regione, ora, puo` infatti contare sul Piano degli investimenti, sul Piano di riorganizzazione e sul Piano socio sanitario. Nessun´altra regione in Italia puo` dire altrettanto. A questo punto l´intero sistema e` definito, abbiamo tutti i riferimenti e gli strumenti per poter proseguire con grande coraggio e determinazione l´azione di efficientamento, qualificazione ed equanimita` del sistema sociosanitario, con parita` di accesso di tutti i cittadini, in qualsiasi localita` essi vivano, ai servizi. La gran parte dei problemi del nostro sistema riguarda il sociosanitario: mentre sui posti letto per acuti le Marche sono al di sopra della media nazionale, per quelli sociosanitari, in particolare per la non autosufficienza, registriamo un forte deficit. Il Piano sociosanitario approvato riequilibra appunto, nel segno della massima appropriatezza, la dotazione di posti letto per acuti con quelli delle strutture a carattere sociosanitario. Incrementare la qualita` dei servizi pur a fronte di una forte riduzione delle risorse si puo`, a patto che, come sta avvenendo nelle Marche, lo si faccia con forti dosi di innovazione e di specializzazione intelligente´. Mezzolani ha ricordato che e` la prima volta che la Regione approva un Piano socio-sanitario, cioe` con una integrazione tra sanita` e servizi sociali. ´In questo modo ´ ha detto ´ si completa un percorso normativo che ci permettera` un´azione di riforma in continuita` con quanto fatto fino ad oggi. Abbiamo conquistato i vertici delle classifiche sulla sanita` nazionale per qualita` e sostenibilita` economica ed e` nostra intenzione continuare con coraggio e rapidita` su questa strada superando i campanilismi. Tutta la regione e` protagonista del cambiamento con l´unico scopo di dare risposte appropriate ai cittadini. Abbiamo confermato il modello organizzativo semplificato con le aree vaste per spostare risorse dagli apparati burocratici alla medicina sul territorio. L´appropriatezza nella sanita` consentira` di liberare risorse che faranno crescere il sociale´. Ruta scendendo nei particolari ha evidenziato la necessita` di una riforma strutturale per abbattere i ricoveri impropri a favore del rafforzamento della rete di lungodegenza. ´Altrettanto importante ´ ha aggiunto ´ e` l´innovazione. Grazie alle nuove tecnologie, in un futuro prossimo, potremo potenziare la prevenzione e la predizione, lavorando sulla genesi della malattia e risparmiando di conseguenza sulle cure. La nostra frontiera e` quella della medicina molecolare´. Alla conferenza stampa e` intervenuto anche il presidente della Commissione Sanita` in consiglio regionale Francesco Comi che ha commentato il voto in aula: ´Riorganizzare un sistema cosi` radicato sul territorio e` una sfida difficile che va affrontata con grande senso di responsabilita` e con la consapevolezza da parte dei consiglieri di essere rappresentanti dell´intera regione. Noi ci siamo riusciti, a differenza di altre regioni, che hanno rinunciato a priori ad un percorso di condivisione sulla programmazione, per il timore di non raggiungere il risultato´. |
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PROGRAMMA MARCHE 2020 SANITA´: LA REGIONE FIRMA L´INTESA CON L´ISSNAF, LA FONDAZIONE MARCHE E L´UNIVERSITA´ POLITECNICA DELLE MARCHE PER VALORIZZARE I GIOVANI TALENTI MARCHIGIANI E FAVORIRE LO SVILUPPO DELLA RICERCA SULLA MEDICINA MOLECOLARE. |
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Ancona, 19 Dicembre 2011 - Valorizzare i giovani talenti marchigiani, favorire la ricerca e gli scambi per potenziare l´innovazione tecnologica e la ricerca sulla medicina molecolare, creare nuove opportunita` per le imprese locali del settore. Sono gli obiettivi che si pone il Protocollo d´Intesa per la realizzazione del Programma Marche 2020 Sanita` sottoscritto il 16 dicembre tra la Regione, l´Universita` Politecnica delle Marche, la Fondazione Marche e l´Italian Scientists and Scholars in North America Foundation. All´incontro erano presenti per la Regione il presidente Gian Mario Spacca e il direttore del Dipartimento Salute Carmine Ruta; per l´Issnaf il presidente Vito Campese; per la Fondazione Marche il presidente Francesco Merloni e il vicepresidente operativo Mario Pesaresi; per l´Universita` il Rettore Marco Pacetti. ´Oggi sottoscriviamo un accordo importantissimo con straordinarie ricadute sul nostro territorio ´ ha detto il presidente Spacca - Con questa intesa operiamo sul lungo periodo, preparando alle nuove frontiere della scienza medica giovani che, questo l``impegno, rientreranno poi nelle strutture sanitarie marchigiane. L``importanza dell``atto e` ancora maggiore visto che la sottoscrizione avviene nel giorno in cui si approva il Piano socio sanitario regionale che organizza nella maniera piu` appropriata ed efficiente il servizio sanitario per il prossimo biennio. Un ringraziamento particolare va ai soggetti che con noi firmano l``intesa, perche` hanno scelto di investire insieme a noi sulle specializzazioni intelligenti. Le Marche per prime hanno interpretato la nuova frontiera della medicina molecolare e lo hanno fatto concretamente. Con l``intesa di oggi apriamo al futuro e alla speranza per tanti giovani´. Anche il presidente Campese ha voluto ringraziare i presenti ´per l´opportunita` di realizzare un progetto che in alcuni anni dara` vantaggi notevoli alle Marche. Apprezzo ´ ha proseguito ´ lo sforzo della Regione per aiutare i suoi giovani. E´ la prima volta che in Italia vedo una cosa del genere: politica, universita` e imprese insieme per migliorare la propria realta`´. Campese ha tenuto ad evidenziare la sensibilita` delle imprese marchigiane: ´Finalmente ´ ha aggiunto - troviamo imprenditori che capiscono l´importanza della ricerca e del progresso scientifico´. Il presidente Francesco Merloni ha sottolineato il grande interesse suscitato da questo progetto nell´ambito della Fondazione Marche che sosterra` economicamente l´iniziativa. ´Questa ´ ha dichiarato ´ e` un´occasione che poche volte si presenta. Siamo lieti di poter collaborare con l´Issnaf e speriamo che questa collaborazione possa estendersi anche ad altri settori. Siamo convinti che questo progetto favorira` le imprese locali che gia` lavorano nel settore della medicina molecolare e dara` un contributo vero allo sviluppo dell´occupazione che e` sempre il nostro primo pensiero´. ´Il nostro impegno ´ ha ricordato invece il Rettore Pacetti - e` preparare i giovani marchigiani ai massimi livelli e le opportunita` che troveranno negli Stati Uniti saranno straordinarie. L``intera comunita` regionale deve essere orgogliosa di questo´. A coordinare l´iniziativa sara` il dott. Ruta. A lui il merito di aver introdotto nelle Marche il concetto di medicina molecolare. ´E´ nostra intenzione ´ ha detto - applicare le nanotecnologie alle patologie del Dna. Lo faremo in particolar modo all´Inrca e al Salesi´ In base a questo accordo i quattro soggetti firmatari collaboreranno nello svolgimento di attivita` di natura strategica, prevalentemente nel settore biomedico e all´innovazione tecnologica, per sviluppare diverse aree di attivita`. In particolare: ´ Formazione scientifica: e` prevista l´assegnazione di borse di studio post-doc fellowship di durata biennale per la formazione di figure professionali altamente specializzate che dovranno operare sul territorio marchigiano e di borse di studio per lo svolgimento di un periodo estivo di internship di due mesi in centri di ricerca, istituzioni e laboratori nordamericani al fine di favorire la crescita professionale di studenti delle Marche prossimi alla laurea specialistica. ´ Alta formazione tecnica: verranno assegnate borse di studio per esperienze tecniche di alto livello nelle istituzioni operanti nella Silicon Valley in California della durata indicativa di tre mesi, con intership di ulteriori tre mesi nelle aziende nordamericane al fine di favorire sul territorio marchigiano la nascita di nuove realta` produttive ed il consolidamento e diversificazione di quelle gia` esistenti. ´ Networking: un roadshow annuale del patrimonio scientifico e d´innovazione della Regione Marche promuovera` nei centri di ricerca e nelle imprese nordamericani un portafoglio di progetti scientifici ed imprenditoriali del territorio marchigiano per facilitare la nascita di collaborazioni tra centri di ricerca ed imprese del territorio e nordamericane. Un programma di scambi tra ricercatori di aree strategiche per le Marche inoltre, facilitera` il trasferimento di conoscenze e lo sviluppo di partnership tra realta` marchigiane e nordamericane. ´ Comunicazione: le Marche con cadenza annuale ospiteranno una Conferenza per il confronto internazionale sul tema delle frontiere della ricerca sanitaria e sui nuovi modelli organizzativi e gestionali in Sanita` al fine di promuovere l´analisi di best practices realizzate in altre realta` e favorirne l´implementazione sul territorio marchigiano. Scheda Tecnica L´issnaf e` una fondazione non for profit statunitense che promuove l´interazione scientifica, accademica e tecnologica tra i ricercatori italiani attivi in Nord America e il mondo della ricerca italiana. Costituita nel 2008 sotto l´egida dell´ambasciata d´Italia a Washington da 37 ricercatori italiani fra cui dei premi Nobel quali il fisico Renato Dulbecco, il genetista Mario Capecchi, l´astrofisico Riccardo Giacconi, il biochimico Louis Ignarro. Oggi l´ Issnaf conta piu` di un migliaio di membri le cui competenze spaziano in tutti i settori della ricerca scientifica e tecnologica. Il network e` presente attraverso i propri membri in oltre 300 centri di eccellenza negli Stati Uniti e in Canada. Fondazione Marche non ha scopo di lucro; opera esclusivamente nell´interesse del territorio della Regione Marche con finalita` e iniziative di sostegno e promozione della ricerca e dell´innovazione tecnologica e scientifica e della connessa attivita` culturale e di formazione tecnica, professionale, scientifica e manageriale nell´interesse dello sviluppo del Territorio. |
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OSPEDALI A MISURA DI DONNA: IL VENETO ALL’AVANGUARDIA |
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Venezia, 19 dicembre 2011 - “Anche nell’attenzione da prestare alla donna ed alle sue esigenze di salute, la sanità veneta è al top in Italia. Per questo ringrazio tutti gli ospedali che ci hanno consentito di totalizzare ben 28 bollini rosa, ed in particolare quelli di Treviso, Oderzo, Thiene e l’Istituto Oncologico Veneto di Padova, che ne hanno ricevuti ben 3, il massimo possibile”. Con queste parole, l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto commenta i riconoscimenti assegnati il 15 dicembre dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna, che ha presentato a Roma la Guida 2012 della Sanità in Rosa. Nella “classifica” Il Veneto chiude al secondo posto dietro la Lombardia. “I criteri utilizzati – aggiunge Coletto – erano ben centrati e l’esito che ne scaturisce è estremamente significativo. Per il Veneto lo è in particolare, perché nell’attenzione alla donna si fondono aspetti di carattere prettamente clinico, di tipo organizzativo, e di tipo strutturale. Senza contare che questo aspetto ha grande attinenza anche con l’impegno per l’umanizzazione delle cure, che per noi è prioritario. Mentre mi complimento con chi ha già raggiunto l’obbiettivo – conclude Coletto - mi auguro, anzi sono certo, che nella prossima classifica le strutture sanitarie venete saranno ancora di più”. Gli ospedali veneti che hanno ottenuto il riconoscimento sono i seguenti: 3 bollini rosa a Treviso, Oderzo, Thiene e Iov di Padova; 2 bollini rosa a Belluno, Bassano, Arzignano, Vicenza, Conegliano, Mirano, Monselice, Adria, Legnago, Verona Aoui, Mestre, Camposampiero, Cittadella, Trecenta; 1 bollino rosa a Feltre, Castelfranco, San Donà di Piave, Venezia Civile, Abano, San Bonifacio, Vittorio Veneto, Montebelluna, Portogruaro, Dolo. |
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RAGGIUNTO ACCORDO SINDACALE UNITARIO SISTEMA SANITARIO REGIONALE DELLA BASILICATA |
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Potenza, 19 dicembre 2011 - E’ stato raggiunto il 15 dicembre l’accordo sulla dirigenza dell’area medica e veterinaria e sul personale del comparto sanità interessati alla riorganizzazione della rete ospedaliera. Dal 1 gennaio 2012 l’attività per acuti sarà svolta esclusivamente dall’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, dall’Irccs di Rionero in Vulture e dagli ospedali sede di Dea e di Pronto Soccorso attivo. Negli ospedali distrettuali sarà svolta soltanto l’attività sanitaria territoriale. Così nella previsione dell’Art. 20 della Legge regionale sull’Assestamento di Bilancio, che ha come conseguenza anche le modifiche degli assetti organizzativi. Le linee guida, sottoscritte questa mattina dall’assessore alla Salute Attilio Martorano, dal direttore generale Pietro Quinto, dai dirigenti di Asp, Asm, Irccs Crob e Azienda ospedaliera S. Carlo e dai sindacati del comparto sanità e della dirigenza medica e veterinaria, definiscono criteri omogenei per la mobilità del personale. Su tutti un principio: la totale ricollocazione dei dipendenti a tempo indeterminato all’interno del sistema, senza far ricorso alle procedure previste per la collocazione in disponibilità. Dopo la ricognizione delle piante organiche, le aziende procederanno alla ricollocazione del personale, coprendo i posti vacanti secondo i criteri stabiliti dalle linee guida. Vale l’obbligo di non assumere a tempo indeterminato fino alla ricollocazione di tutto il personale per i rispettivi profili. “Una certezza in più per i lavoratori della sanità – ha dichiarato l’assessore Martorano commentando l’accordo – che scaturisce dalla concertazione e dalla condivisione degli obiettivi con le Aziende e le organizzazioni sindacali. La sanità lucana è interessata da un profondo processo di riorganizzazione sia strutturale che organizzativa, sempre più necessario per offrire servizi migliori ai cittadini a costi sostenibili. Si tratta di trasformazioni che non mettono in discussione l’occupazione e consentiranno di ottimizzare i carichi di lavoro nei nostri ospedali. Non posso non riconoscere il particolare spirito di collaborazione offerto da tutte le sigle sindacali, con le quali si è potuto condividere un più ampio processo di riforma che potrà tornare utile anche alla valorizzazione delle tante competenze disponibili nel sistema sanitario”. |
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A FEBBRAIO VIA AI LAVORI DEFINITIVI PER L’OSPEDALE MAGALINI A VILLAFRANCA |
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Villafranca (Vr), 19 dicembre 2011 - Partiranno a febbraio i lavori che riporteranno in piena operatività ed efficienza l’ospedale Magalini di Villafranca, distrutto da un incendio nel 2003, con un investimento di circa 24 milioni di euro. La conferma è arrivata il 16 dicembre dall’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, nel corso di una cerimonia per la scopertura di una targa commemorativa in memoria di Antonio Magalini, il ricco benefattore che lasciò una cospicua eredità “al popolo di Villafranca” con la quale si costruì il primo ospedale. Con Coletto oggi c’erano il sindaco di Villafranca Mario Cordioli, sindaci di vari comuni dell’area, il commissario per la ricostruzione Antonio Canini, e tanti cittadini che hanno voluto essere presenti ad una cerimonia che ha anche voluto simboleggiare il passaggio dall’attività edilizia transitoria del “post-incendio” a quella programmata per dare il suo assetto definitivo alla struttura. “E’ stata dura, soprattutto per reperire gli ingenti fondi necessari a livello nazionale – ha detto Coletto – ma ce l’abbiamo fatta ed oggi è un giorno di festa, perché non c’è più alcuna incertezza sul futuro di un ospedale che è stato e sarà un punto fermo della rete ospedaliera veronese”. Coletto ha voluto ringraziare “i miei predecessori Tosi, Martini e Sandri che nel corso dei loro mandati hanno lavorato duro per arrivare dove siamo oggi”, il commissario Canini, “senza il quale avremmo fatto poca strada”, il sindaco Cordioli, “che non ha mai fatto mancare l’apporto del Comune operando sempre con grande responsabilità”. “Il nuovo Magalini – ha aggiunto Coletto – sarà un ospedale importante, che manterrà le funzioni attuali e ne aggiungerà di nuove per dare il giusto servizio ad un bacino d’utenza di almeno 100.000 abitanti. Sarà interamente antisismico come prevedono le più recenti norme in materia, e concepito con la più moderna filosofia realizzativa improntata alla massima flessibilità operativa”. Nella fase della transizione post-incendio sono stati realizzati il completamento della ristrutturazione del monoblocco, il nuovo avancorpo, le sale operatorie provvisorie e l’abbattimento della parte incendiata. Proprio su quest’area, con i lavori che partiranno a febbraio, saranno costruiti la nuova piastra con le sale operatorie e la terapia intensiva, il nuovo pronto soccorso e i reparti di degenza per ospitare 216 posti letto. |
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SANITÀ - SCLEROSI E SANITÀ TERRITORIALE: SARDEGNA LAVORA PER POTENZIARE ASSISTENZA |
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Cagliari, 19 dicembre 2011 - "La Regione presta massima attenzione ai pazienti affetti da sclerosi multipla, come dimostra la recente apertura, da parte della Asl 8, all´ospedale Binaghi di Cagliari del primo Centro isolano ed è pronta a migliorare l´assistenza per i malati, potenziando la sanità sarda anche nei territori, dopo che questi capiranno su quali priorità puntare". E´ il messaggio dell´assessore della Sanità, Simona De Francisci, intervenuta a Pattada all´incontro sulla sanità in Sardegna, organizzato dall´Amministrazione comunale, dove ha ascoltato richieste e problematiche sollevate da medici e politici di Logudoro e Goceano (tra i quali, il segretario regionale del Pd Silvio Lai e il consigliere regionale Idv Daniele Cocco) e ha annunciato la volontà di organizzare, insieme ad altre forze politiche di maggioranza e opposizione, una Conferenza regionale sulla sanità, auspicando anche analoghe iniziative su scala provinciale. "A livello regionale non ci sarà alcuna riduzione dell´assistenza ospedaliera o politico-sociale - ha spiegato l´Assessore - Semmai, la Giunta sta intervenendo coerentemente con il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera con l´obiettivo di potenziare la sanità nel territorio per migliorare l´efficienza e decongestionare gli ospedali". Sono stati illustrati anche i problemi e le aspettative sul futuro dell´ospedale di Ozieri ed in merito alla chiusura delle sale operatorie del reparto di ostetricia e ginecologia, la De Francisci ha spiegato che interesserà i vertici della Asl per trovare soluzioni adatte. Mentre sul futuro del nosocomio ha auspicato "una riflessione condivisa e bipartisan tra forze politiche e del territorio per capire insieme quali reparti e servizi della struttura potenziare". A fronte delle razionalizzazioni governative a tutti i livelli, ha fatto notare l´Assessore, per la Finanziaria 2012 la Regione ha confermato gli stanziamenti per la lotta alle povertà, per interventi a sostegno delle famiglie in difficoltà e per la legge 162 sulle disabilità gravi. Su quest´ultimo provvedimento in particolare, la De Francisci ha precisato che non è stato operato alcun taglio, ma sono stati adottati nuovi criteri, alcuni peraltro su indicazione del Consiglio regionale e delle associazioni dei malati: "Sarà fatta un´ulteriore ricognizione su eventuali nuovi interventi in materia di assistenza ai disabili, in attesa di una modifica sostanziale, per il prossimo anno, della legge 162 che metterà al centro il malato." Sul cosiddetto ´metodo Zamboni´ per la cura dei malati di sclerosi, l´Assessore ha aggiunto che la Regione farà le necessarie verifiche scientifiche unitamente al Ministero della Salute. |
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LAVORO DOMESTICO E DI CURA IN FAMIGLIA FORMAZIONE A DOMICILIO PER ASSISTENTI FAMILIARI QUINDICI LE PARTECIPANTI DI ORIGINE EXTRAEUROPEA AL CORSO PARTITO AL CENTRO ZANCA DI SACILE |
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Sacile, 19 dicembre 2011 - Formazione delle badanti direttamente al domicilio della persona assistita, posto esauriti al corso di formazione per assistenti familiari che si sta svolgendo a Sacile al Centro giovani Zanca. Nei giorni scorsi ha preso avvio il corso per assistenti familiari organizzato dalla Cooperativa sociale Itaca in collaborazione con l’Ambito distrettuale 6.1. Inserito all’interno del progetto pilota “Formazione in situazione, lavoro domestico e di cura in famiglia”, conta 15 donne partecipanti (su 15 posti disponibili) di provenienza extraeuropea, la maggior parte delle quali regolarmente impiegate come assistenti familiari presso famiglie italiane. L’innovazione del percorso, la cui conclusione è prevista a gennaio 2012, sta nella possibilità di formare le corsiste direttamente a domicilio per tutti i moduli che prevedono una sorta intervento a casa della persona accudita. Per i moduli pratici infatti ogni assistente sarà affiancata da un operatore qualificato nel settore. Il progetto - cofinanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi Terzi (Fei) 2007-2013 e dal Ministero dell’Interno - nasce in risposta all’aumento, sempre maggiore negli anni, dell’età media di vita, che ha portato ad una significativa crescita della popolazione anziana e quindi di coloro che presentano caratteristiche di non autosufficienza totale o parziale. A tale fenomeno si è di conseguenza aggiunto quello della crescente richiesta di assistenti familiari da parte delle famiglie che hanno sempre più difficoltà ad accudire i propri cari, al fine di evitare o al massimo procrastinare il ricovero in strutture socio assistenziali e sanitarie. Peraltro sempre più spesso vengono impiegate nell’attività di cura persone che, oltre ad essere straniere, la maggior parte delle volte non hanno le competenze necessarie per il lavoro di cura. La Cooperativa Itaca, che da anni opera nel settore dei servizi socio assistenziali e sanitari, ha ritenuto di poter offrire una risposta adeguata a tale situazione di bisogno attraverso il percorso di formazione per assistenti familiari. L’esperienza dei soggetti proponenti rivela infatti, come una delle maggiori criticità, l’impreparazione delle lavoratrici dal punto di vista professionale, provenienti spesso oltre che da Paesi diversi anche da percorsi lavorativi e scolastici differenti rispetto al settore dell’attuale impiego. Il corso è un’opportunità per acquisire conoscenze e suggerimenti pratici, interagire con esperti, scambiare esperienze e condividere percorsi. Servirà inoltre per migliorare e perfezionare le competenze professionali e linguistiche. L’obiettivo è quello di formare le assistenti familiari presenti sul territorio, dando la garanzia di una maggiore tutela per l’assistito in virtù delle competenze maturate dall’assistente familiare. Nelle 40 ore di formazione previste ci si pone tra i tanti obiettivi quelli di incentivare la permanenza nella propria casa delle persone non autosufficienti attraverso un servizio di cura di qualità, ma anche di favorire l’integrazione dei cittadini extracomunitari in un quadro di legalità e coesione sociale, mantenere e/o recuperare il benessere psicofisico dell’utente, cercando di ridurre i rischi di emarginazione ed isolamento. Attraverso i moduli formativi si propone inoltre di far acquisire alle partecipanti la capacità di identificazione dei bisogni e delle problematiche fisiche, psicologiche, assistenziali e curative delle persone anziane, migliorare le loro abilità comunicative, relazionali e sociali in modo da consentire un adeguato rapporto interpersonale con l’utente e, dove presente, con il nucleo familiare. Migliorare le loro abilità legate alla cura e igiene della persona e dell’ambiente approfondendo la loro conoscenza dei principi di educazione alimentare, nozioni di igiene personale e ambientale, elementi di pronto soccorso. Www.facebook.com/cooperativaitaca |
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TUMORE AL POLMONE, È BOOM DI CASI FRA LE DONNE: CRESCE DEL 2% L’ANNO AIOM: “MASSIMA ALLERTA, INVESTIAMO IN BORSE DI STUDIO E RICERCA” |
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Roma, 19 dicembre 2011 – Sempre più donne italiane con la sigaretta accesa (5,3 milioni), sempre più malate di tumore del polmone: sono 9.500 i nuovi casi al femminile nel 2011 (38.000 nei due sessi). Dal 1990 si registra una crescita costante del 2% l’anno, con un più 40% in un solo ventennio, direttamente proporzionale all’incremento delle fumatrici. Oggi questa neoplasia è la sola in aumento, al netto dell’invecchiamento della popolazione, con una sopravvivenza che invece non mostra miglioramenti significativi. “È una vera emergenza che deve vederci impegnati tanto sul fronte della ricerca che su quello della prevenzione - afferma il prof. Carmelo Iacono, presidente della Fondazione Aiom (Associazione Italiana Oncologia Medica) -, soprattutto nel contrasto al fumo. È infatti un fattore di rischio anche per altre importanti neoplasie, dal seno al colon retto. La sua diffusione fra le donne sta cambiando in parte l’epidemiologia dei grandi big killer che, rispetto a quando ci siamo formati noi, sono sempre più “rosa”. Per riuscire a vincere questa sfida di genere dobbiamo puntare sui giovani oncologi: per questo abbiamo promosso un progetto innovativo di borse di studio che, per la prima volta, preveda stage non all’estero ma nelle strutture di riferimento del territorio nazionale. Un modo per valorizzare quanto di meglio la nostra specialità esprime”. L’iniziativa, presentata oggi in un seminario nella sede dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) da Aiom e Fondazione Aiom è interamente “made in Italy” e prenderà il via da gennaio 2012. “L’ obiettivo è non far fuggire oltre confine i cervelli più brillanti ed offrire loro la possibilità di crescere e portare il loro contributo nei nostri centri – spiega il presidente Aiom, prof. Marco Venturini -. Nella penisola vi sono moltissime eccellenze, diffuse a macchia di leopardo in tutte le regioni. Il nostro compito è metterle in rete ed essere mediatori e facilitatori per favorire l´accesso alle nuove leve sia durante la formazione specialistica che dopo”. Le borse di studio verranno dedicate alle 3 più diffuse e letali neoplasie del nostro Paese, oltre a quella al polmone, mammella e colon retto, responsabili di oltre 68.000 decessi nel 2011 (il 39% del totale dei morti per tumore). Il programma potrà consentire inoltre di rafforzare gli organici oggi a rischio di sofferenza a causa dei tagli. “L’impegno di Aiom e Fondazione rappresenta un servizio per le Istituzioni e per sistema – afferma il presidente Aifa prof. Sergio Pecorelli - perché va nella direzione di sensibilizzare sempre più i medici all’appropriatezza degli interventi, con vantaggi immediati per i pazienti e risparmi notevoli: per i soli farmaci oncologici si sono spesi nel 2010 3.279 milioni di euro”. L’attenzione agli aspetti economici e sociali della malattia e soprattutto alla vita dopo il tumore rappresenta una componente essenziale dei compiti dell’oncologo medico di oggi. “La nostra Società scientifica sta attivando, fra le prime a livello mondiale, uno studio sul follow up nel tumore della mammella – spiega Venturini -. Da decenni nessuno ha affrontato in maniera approfondita cosa accade alle donne che superano la malattia, in termini di qualità di vita, effetti collaterali a lungo termine, tipo di sorveglianza, rischio di ricadute. Un’indagine di assoluto livello di cui siamo portabandiera”. “L’oncologia medica - aggiungono la prof.Ssa Stefania Gori e il prof. Giuseppe Tonini, membri del direttivo nazionale Aiom - è nata nel nostro Paese, da un maestro come il prof. Gianni Bonadonna, e siamo oggi terzi al mondo per numero e qualità delle pubblicazioni scientifiche. Un patrimonio che va difeso ed alimentato, anche offrendo nuove opportunità ed investendo risorse sulle nuove generazioni”. Il progetto “Borse di studio Italia”, realizzato grazie a un educational grant di Boehringer Ingelheim, offrirà ai più brillanti giovani una full immersion di 4 mesi in centri di eccellenza. “Le aziende del farmaco sono un importante attore del sistema – conclude Iacono –. Il loro ruolo è cresciuto: oggi rappresentano un interlocutore che in maniera trasparente e propositiva ci affianca in progetti ed iniziative educazionali. In questo caso, abbiamo attivato una collaborazione per investire nella formazione, una delle direttrici fondamentali della Fondazione, che guiderò per il prossimo biennio. Altro asse chiave è l’attenzione per i pazienti. Fra le prime azioni che intendiamo realizzare vi è un censimento delle Onlus locali che si occupano di malati di cancro, scattando così una “fotografia” del Paese. Una base fondamentale da cui partire per attivare sinergie sul territorio ed essere sempre più a fianco di chi combatte con il tumore e delle famiglie”. |
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CALABRIA: PER LA VICEPRESIDENTE STASI L’ESITO DEL TAVOLO MASSICCI È UN RISULTATO DI GRANDISSIMA IMPORTANZA |
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Catanzaro, 19 dicembre 2011 - La Vicepresidente della Regione Antonella Stasi in merito agli esiti dell’ultima riunione del “tavolo Massicci”, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Un risultato di grandissima importanza per tutti i calabresi. Le positive notizie giunte a conclusione dell’ultima riunione del “tavolo Massicci”- ha dichiarato la Vicepresidente Stasi - che ha sbloccato circa 220 milioni di euro per la sanità calabrese, dimostrano l’impegno serio e costante che il nuovo corso della Regione sta portando avanti grazie al lavoro del Presidente Scopelliti e di tutta la maggioranza di centro-destra. L’obiettivo di riformare il comparto della sanità calabrese, rendendolo finalmente competitivo e corrispondente alle esigenze dei cittadini, è stato il primo impegno che il Governatore Scopelliti ha affrontato con decisione. La somma che il “tavolo Massicci” ha deliberato - prosegue la Vicepresidente Stasi - oltre a certificare l’ottimo lavoro finora fatto dal Governatore e dal Dipartimento, restituisce la necessaria credibilità nei confronti di tutto il Paese, persa a seguito di una scellerata politica di sprechi e sperperi che hanno danneggiato non solo la nostra immagine, ma soprattutto un servizio fondamentale per la salute dei calabresi. Questo primo risultato ci offre quindi la necessaria conferma e fiducia che la strada intrapresa dal Presidente Scopelliti è quella giusta, ossia quella di dare finalmente una sanità di qualità a tutti i calabresi, restituendo la necessaria fiducia anche a tutti quei validi professionisti che operano nella nostra regione. L’esito del “tavolo Massicci” cancella, di fatto, tutte le critiche strumentali avanzate nell’ultimo anno e mezzo, da un centro-sinistra incapace di contribuire a vincere questa difficile sfida. Da ora – conclude la Vicepresidente Stasi - sarà possibile pianificare con più efficacia la rete dei servizi assistenziali sul territorio e potenziare le strutture sanitarie ed ospedaliere, garantendo quei processi di innovazione tecnologica ed organizzativi capaci di portare le strutture sanitarie regionali ai livelli delle migliori esperienze del resto d’Italia”. |
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VENDOLA: "LECCE.IL SERVIZIO TRASPORTO ASSISTENZA MALATI ONCOLOGICI CONTINUERÀ" |
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Bari, 19 dicembre 2011 - Il servizio trasporto e assistenza malati oncologici della Asl di Lecce continuerà. La proroga sarà di un mese, il tempo necessario per strutturare il servizio e adeguarlo in modo tale da essere configurato come un livello essenziale di assistenza. “Abbiamo trovato le risorse finanziarie per mantenere in piedi un’attività preziosa di assistenza ai malati onocologici perché non ci appartiene l’idea dell’abbandono” ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola annunciando la notizia della proroga. “Sono state tante - ha continuato Vendola - le richieste pressanti che ci sono arrivate in questi giorni proprio dai malati e dai loro familiari. Il danno morale e materiale che avremmo procurato con la sospensione del servizio e dell’assistenza a persone già in sofferenza sarebbe stato insopportabile. E allora, insieme con la direzione generale della Asl di Lecce e con lo staff dei tecnici e dei dirigenti dell’assessorato alla salute, siamo riusciti a trovare una soluzione immediata ad un problema urgente. La prospettiva futura resta però quella di adeguare i servizi ai livelli essenziali di assistenza”. I lavoratori interessati alla proroga sono circa un centinaio e svolgono questa attività, attraverso un progetto obiettivo, sin dal 2005. |
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ASP-A MELFI CONVEGNO "OSTEOPOROSI MALATTIA ANTICA-TERAPIA MODERNA |
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Potenza, 19 dicembre 2011 - Organizzato dall´ U.o.c. Ortopedia e Traumatologia Presidio ospedaliero Melfi, sabato 17 dicembre, si è tenuto a Melfi, nella sala convegni del Centro Culturale Nitti- Vicolo S.pietro, il convegno "Osteoporosi: Malattia antica-Terapia moderna”. La giornata di studio ha consentito ad esperti ed operatori di fare una riflessione a più voci su una delle patologie più diffuse tra gli anziani. I più recenti studi evidenziano che l’osteoporosi causa nel mondo una frattura ogni tre secondi. All’età di 50 anni, una donna su tre e un uomo su cinque rischiano di vedere il loro scheletro diventare sempre più fragile. Per le donne questo rischio è superiore a quello di tumore mammario, ovarico e uterino combinati insieme, mentre per gli uomini è più elevato rispetto quello di cancro della prostata. In particolare, in Italia quasi cinque milioni di persone sono state colpite dall’osteoporosi, con un’incidenza sulla popolazione totale dell’8%. Incidenza che sale per le donne al 12%, per un totale di circa quattro milioni di persone di sesso femminile colpite. Mentre per gli uomini l’incidenza è dell’4%, quasi 1,2 milioni di persone.Infine, le stime parlano di un consistente aumento del numero di fratture da osteoporosi. Previste é in costante aumento. "Gran parte dei costi sociali e sanitari conseguenti all’osteoporosi e alle sue complicanze (come le fratture) non sono legati ai costi farmacologici (pari al 20% dei costi totali) ma alle conseguenze di osteoporosi misconosciuta (invalidità transitoria e/o permanente, mortalità precoce e quindi evitabile, cura e riabilitazione…) e alla mancanza di un modello organizzativo, in grado di dare risposte complessive e non parcellizzate al cittadino utente- evidenzia Vito Mascolo, Direttore U.o. Ortopedia e Traumatologia Presidio ospedaliero Melfi- Di qui l’esigenza di elaborare già al momento dell’ingresso in Pronto Soccorso, un progetto unico, che evidenzi gli interventi dei singoli specialisti prevedendo la presa in carico da parte di tutta l’èquipe che interviene sul cittadino-utente. Ogni specialista non si deve limitare alla semplice consulenza, ma, al pari dell’ortopedico, deve sentirsi partecipe del raggiungimento del massimo risultato possibile del paziente, che si frattura il collo di femore e/o riporta una "frattura da fragilità". Solo così possiamo puntare ad ambiziosi obiettivi, come quello di abbattere quel 20% di mortalità ad un anno, e quel 30% che non ritorna a fare ciò che faceva prima della frattura". Per dare risposte nuove a una malattia antica, la giornata di studio mira a: 1- migliorare le conoscenze degli operatori sanitari nel campo della osteoporosi; 2- individuare un percorso diagnostico-terapeutico appropriato; 3- migliorare i rapporti di collaborazione integrazione tra i vari specialisti che intervengono sul cittadino-utente con fratture da osteoporosi “Dobbiamo mettere il cittadino-utente al centro della organizzazione sanitaria- conclude il Direttore Mascolo- modellando le prestazioni ai bisogni di chi si rivolge ai nostri servizi”. |
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50MILA EURO PER CURE PALLIATIVE PEDIATRICHE A PORDENONE |
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Pordenone, 19 dicembre 2011 - Le cure palliative pediatriche coordinate dall´Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone proseguiranno anche nel 2012 grazie al finanziamento di 50mila euro messo a disposizione dalla Regione attraverso un emendamento della Finanziaria proposto dal vicepresidente Luca Ciriani. "Sono felice di poter garantire questo importante sostegno - ha commentato Ciriani, che già lo scorso anno aveva sollecitato ed ottenuto i fondi necessari all´avvio di una sperimentazione per le cure palliative pediatriche nella stessa struttura - perché questo tipo di intervento domiciliare rappresenta un atto di amore verso i bambini che soffrono per malattie oncologiche o croniche e che, grazie a questa rete di assistenza, possono affrontare la malattia nell´ambiente della loro casa e non in quello estraneo dell´ospedale". "E´ un aiuto anche alle loro famiglie - ha aggiunto il vicepresidente - per provare a sopportare meglio il dolore e l´angoscia e per conciliare, per quanto possibile, gli impegni della vita quotidiana con quelli imposti da queste malattie". La sperimentazione avviata dall´Azienda Ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone nel 2011 in applicazione alla Lr 22/10 ha dato esito positivo: attorno ai bambini che hanno necessitato di queste cure si è creata una rete di operatori che comprende medici pediatri, infermieri e il mondo del volontariato con in prima linea l´Associazione Ail. "Nessuno deve sentirsi solo e abbandonato dalle istituzioni - ha concluso Ciriani - quando si trova nella condizione di dover ricorrere a questo protocollo di cure". |
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BILANCIO SERVIZI SOCIALI NELLE MARCHE: SCELTE STRATEGICHE IN PROGRAMMA NEL 2012 . |
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Ancona, 19 Dicembre 2011 - Importanti novita` nel settore dei Servizi sociali con la recente approvazione del Piano socio sanitario e le scelte di Bilancio adottate dalla Giunta per il 2012. Per quanto riguarda il Piano viene prevista una profonda riorganizzazione degli ambiti territoriali e sociali che dovranno coincidere nel tempo con i nuovi tredici distretti corrispondenti alle vecchie zone Asur. ´Questo processo pero` ´ spiega l´assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi - non sara` ne` coercitivo ne` imperativo ma il frutto di una attenta condivisione con gli enti locali volta a verificare la migliore organizzazione per l´erogazione di servizi condivisi e forniti in forma unitaria nei vari territori. L´obiettivo e` semplice: riuscire con le risorse a disposizione, che non potranno piu` crescere, a dare servizi al maggior numero di persone evitando soprattutto duplicazioni e diseguaglianze´. Altra previsione e` la realizzazione di un nuovo Testo Unico dei Servizi Sociali ´grazie al quale ´ continua Marconi - ripensare il welfare per evitare azioni di smantellamento selvaggio e di aggressione purtroppo gia` in atto e per assicurare cosi` la necessaria solidarieta` ai piu` deboli in un contesto civile di garanzia e tutela dei diritti fondamentali´. Particolare attenzione e` rivolta alla famiglia. ´Questa ´ afferma l´assessore ´ in quanto soggetto beneficiario centrale del welfare, viene presa in considerazione anche come soggetto attivo e sussidiario nell´assistenza dei minori, degli anziani e dei disabili. Quindi la famiglia insieme al Terzo Settore, attraverso il cosiddetto privato sociale, viene individuata come il fulcro della domiciliarita` dei servizi secondo l´ovvia considerazione che chiunque, finche` puo`, preferisce essere assistito e curato in casa piuttosto che in una struttura. Cio` non significa che la famiglia deve essere lasciata sola in quest´opera ma vuol dire che va continuamente seguita attraverso la presa in carico dei suoi soggetti piu` deboli e una organizzazione fondata sull´integrazione dei servizi socio-sanitari (ospedali, ambulatori, assistenza domiciliare integrata)´. Ulteriore elemento di novita` e` rappresentato dalla volonta` di rivedere l´Isee unitamente a quanto e` stato annunciato dal Governo e d´accordo con le altre Regioni. ´Prendere in maggiore considerazione il patrimonio e il carico dei figli ´ sostiene Marconi - sara` elemento di equita` e giustizia sociale ma anche la direttiva per perseguire l´obiettivo di un reddito minimo vitale che dovra` essere garantito alla famiglia sia attraverso la leva fiscale (piu` detrazioni) sia attraverso i normali canali di contribuzione e di assistenza (ad esempio assegni familiari o verifica dei benefici gia` erogati)´. Relativamente al Bilancio per i Servizi sociali si evidenzia in maniera chiara il grande impegno della Regione Marche a favore di questi e per i quali si conservano tutti gli stanziamenti previsti per il 2011 ed in alcuni casi, disabilita` e non autosufficienza, addirittura un aumento di spesa per un totale di circa 113 milioni, ai quali vanno aggiunti altri 180 milioni circa che i Comuni impegnano in compartecipazione sugli interventi regionali o in proprio, per loro specifiche iniziative. Va poi evidenziato che, a fronte di un intervento statale che sara` impegnato nel 2012 e che non raggiunge i 9 milioni di euro sul totale dei 113 milioni del bilancio sociale regionale, la gran parte di esso e` frutto di accantonamenti e residui, cioe` prudenziali risparmi operati dall´assessorato ai Servizi Sociali. ´Altra considerazione ´ precisa ancora Marconi - riguarda la notevole cifra che viene impegnata con i fondi della sanita` per l´integrazione socio-sanitaria a favore di anziani, disabili e dipendenze, per un importo pari a quasi 59 milioni. Infine, ultimo qualificante punto riguarda il modo attraverso il quale i fondi regionali vengono distribuiti: solo 7 milioni in forma diretta per progetti e contributi da parte dell´ente Regione; 61 milioni trasferiti ai Comuni a beneficio di famiglie, disabili, anziani e strutture erogatrici di servizi; 44 milioni alle residenze protette per non autosufficienti finalizzate all´abbattimento delle rette a carico degli assistiti e delle loro famiglie´. |
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SALUTE E AREE MILITARI SARDE, AL VIA IN SARDEGNA PRIMA E SISTEMATICA INDAGINE EPIDEMIOLOGICA |
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Cagliari, 15 Dicembre 2011 – Ha preso ufficialmente il via il 15 dicembre la prima e sistematica indagine epidemiologica sullo stato di salute della popolazione sarda residente nelle aree interessate da attività militari dell´Isola. L´annuncio è stato dato dall’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, dal presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull´uranio impoverito Rosario Giorgio Costa e dal direttore del Dipartimento Ambiente e prevenzione primaria dell´Istituto superiore di sanità Loredana Musmeci introducendo la giornata informativa organizzata dalla Regione per fare il punto sulle azioni in corso e programmare l’attività futura. Il presidente della Regione Ugo Cappellacci, impegnato a Roma per un incontro con il Governo, ha inviato un saluto auspicando che il lavoro coordinato delle istituzioni e l’indagine scientifica contribuiscano al più presto a fare chiarezza sullo stato di salute delle popolazioni. All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, il senatore e componente della Commissione parlamentare Giampiero Scanu, i sindaci e i vertici delle Asl di diversi Comuni adiacenti o che insistono su aree militari, i rappresentanti dell’Istituto zooprofilattico della Sardegna, gli esponenti del comitato Gettiamo le basi e delle associazioni sarde dei familiari delle vittime militari. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore De Francisci per l’unità di intenti dimostrata da Regione, Commissione parlamentare e Istituto superiore di sanità sulla questione: "L´indagine epidemiologica farà sintesi e aggiornerà precedenti dati, studi e piani del recente passato. Importante sottolineare che, come avevo chiesto in audizione in Commissione parlamentare, l’indagine, non solo riguarderà il Salto di Quirra, ma anche i poligoni militari di Capo Frasca e di Teulada. Si tratta di un primo e significativo passaggio che aiuterà a fare chiarezza e a stabilire l’eventuale nesso di causalità tra varie patologie e aree militari”. L’assessore ha poi annunciato che si sta lavorando sull’istituzione a breve del Registro regionale dei tumori, sul quale si lavora a un apposito disegno di legge in Consiglio regionale. Durante il workshop è stato costituito l´organismo scientifico che avrà la supervisione dell’indagine epidemiologica. Ne fanno parte: - Loredana Musmeci, direttore del Dipartimento Ambiente e Prevenzione primaria (Ampp) (coordinatore); - Stefania Salmaso, direttore del Centro nazionale di Epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute (Cnesps); - Pietro Comba, direttore del reparto di Epidemiologia ambientale del dipartimento Ampp; - Susanna Conti, direttore Cne - ufficio di statistica (Cnesps); - Annibale Biggeri, Dipartimento di Statistica dell’Università di Firenze; - Mario Usala, Airtum direttore Registro Tumori di Nuoro; - Antonello Antonelli, assessorato della Sanità e coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico regionale. |
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KITCHEN KERMESSE: A CENA PER RIDARE SORRISO ASSESSORE CUOCO PER UNA SERA.RACCOLTI FONDI PER BIMBI MALFORMATI |
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Milano, 19 dicembre 2011 - Kitchen kermesse è il nome della manifestazione a scopo benefico organizzata dalla Fondazione Operation smile alla quale il 15 dicembre ha partecipato l´assessore al Commercio, Turismo e Servizi della Regione Lombardia Stefano Maullu. Operation smile è un´organizzazione fatta di volontari medici, infermieri e altri operatori sanitari che assistono gratuitamente bambini poveri con malformazioni facciali correggibili in oltre 50 Paesi del mondo. Per far conoscere il progetto la Fondazione, voluta dallo stilista Santo Versace, ha organizzato una cena benefica, la prima a Milano. Gli chef sono suddivisi in sei squadre, ognuna delle quali capeggiata da un personaggio famoso e composta da sei squadre capeggiate da veri chef e da altrettanti personaggi famosi, tra i quali l´assessore regionale Maullu. Il ricavato della cena sarà interamente devoluto alla missione medica del Ghana. In Africa, medici specializzati interverranno con interventi di chirurgia plastica ricostruttiva per correggere gravi malformazioni facciali come labbro leporino, palatoschisi, esiti di ustioni o traumi. "Ho aderito con entusiasmo a questa iniziativa - ha detto l´assessore Maullu - non solo per far conoscere i sapori della Lombardia, ma soprattutto per ridare un sorriso, non solo sul viso ma anche nell´anima, a questi bambini con malformazioni facciali". La Fondazione Operation smile ha inaugurato a settembre, alla presenza del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e dell´assessore alla Sanità Luciano Bresciani, la prima Smile House, un centro ospitato all´interno dell´ospedale San Paolo di Milano in grado di curare piccoli pazienti con malformazioni congenite maxillo-facciali dalla fase preparatoria a quella operatoria, dalla riabilitazione alle sedute di logopedia e ortodonzia. La cena benefica verrà ripetuta ogni anno in occasione del Natale. "Natale è un momento particolare - ha concluso Stefano Maullu - per questo vogliamo regalare un sorriso a tutti i bambini che ne hanno bisogno". |
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LOMBARDIA PROMUOVE IL WELFARE BERGAMASCO OBIETTIVO 2012 CONFERMARE FONDI DI BILANCIO 2011 |
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Brembate di Sopra/Bg, 19 dicembre 2011 - La strada intrapresa dai sindaci della provincia di Bergamo di realizzazione di politiche di welfare plurale, sempre più aperto al contributo di diversi soggetti e servizi integrati e in rete "è quella giusta ed è l´unica possibile in questo momento". Lo ha detto il 15 dicembre l´assessore alla Famiglia, Conciliazione Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, intervenendo alla Conferenza dei sindaci dell´Asl della provincia di Bergamo, riunitasi a Brembate di sopra per discutere il tema ´Politiche sociali e sviluppo del welfare locale: il ruolo dei Comuni e delle istituzioni´. Welfare Plurale - Di fronte a una platea di 245 primi cittadini o loro delegati (il 70 per cento dell´intera provincia) e alla presenza, tra gli altri, di Mara Azzi (direttore generale Asl Bergamo) e Leonio Callioni (presidente della Conferenza dei sindaci), Boscagli ha sottolineato come, quello bergamasco, sia "un territorio che non aspetta delle elemosine dallo Stato centrale, ma si dà da fare con iniziative proprie". "Dobbiamo prendere atto - ha sottolineato l´assessore - che stiamo entrando in una fase di cambiamento radicale del sistema di welfare. La crisi che stiamo vivendo è reale e strutturale per tutto l´occidente e obbliga tutti quanti noi, dallo Stato fino ai piccoli Comuni, a ripensare complessivamente il nostro sistema di protezione sociale. L´esperienza dei sindaci è un segnale molto positivo e molto importante di come, partendo dal basso, si possa cominciare a pensare a una risposta che non può che essere plurale, coinvolgendo diversi soggetti, anche privati, come ad esempio le fondazioni". Apporto Dei Privati - "Come Regione - ha aggiunto l´assessore, delineando le linee fondamentali delle politiche di welfare lombarde - stiamo facendo il massimo per garantire, almeno in partenza, le stesse risorse che avevamo nel 2011. In ogni caso, viste le condizioni del Paese, le risorse andranno riducendosi nei prossimi anni. È quindi necessario pensare a un welfare che vede molti altri soggetti entrare in campo, ognuno per una sua parte, per garantire alle persone una risposta adeguata". Sull´apporto che i soggetti privati possono dare al sistema complessivo delle politiche sociali, Boscagli ha ricordato che, già oggi, interi pezzi di welfare siano garantiti da realtà non pubbliche o statali: "basti pensare al fatto che, delle oltre 650 Rsa presenti in Lombardia, solo una decina sono pubbliche, al ruolo fondamentale delle famiglie o, ancora, alle iniziative di molte aziende private (che hanno ad esempio realizzato asili nido) e alla contrattazione avviata in diverse imprese, per cui i dipendenti hanno rinunciato ad aumenti salariali in cambio di alcuni pezzi di welfare". Bisogni Delle Persone - "Stiamo gradualmente camminando - ha concluso Boscagli - verso una reimpostazione del welfare, che parta cioè dal bisogno della persona e da una sua valutazione fatta attraverso modalità nuove. Non ci occupiamo più soltanto di garantire un certo numero di residenze, ma cerchiamo di cominciare dalle persone e capire come rispondere. Abbiamo sperimentato dei voucher per risolvere questo problema. E´ un percorso in atto e credo che il futuro sia in questa direzione". |
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GENERE E MEDICINA: CRESCE LA RICERCA |
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Trento, 19 dicembre 2011 - In medicina uomini e donne vengono trattati nello stesso modo anche se spesso le patologie sono diverse, e cos¨¬ la risposta alle cure, il modo di reagire ai farmaci, alle terapie. E´ importante perci¨° studiare il perch¨¦ di queste differenze, sensibilizzando le persone e le istituzioni ai diversi aspetti della problematica "di genere". Questo lo scopo primario dell´incontro organizzato il 17 dicembre dall´ Armet (Associazione ricerca medica trentina) in collaborazione con la Lilt, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori ¨C Sezione provinciale di Trento - presso la Fondazione Caritro, dal titolo ¡°Genere (Uomo e Donna) e Medicina¡±, patrocinato dagli Assessorati alle Pari opportunit¨¤ e alla Salute della Provincia autonoma di Trento, dall´Azienda provinciale per i servizi sanitari e all´Aiac- Associazione italiana aritmologia e cardiostimolazione. All´incontro ha partecipato anche l´assessore provinciale Lia Giovanazzi Beltrami, che ha sottolineato come questa giornata rappresenti l´inizio di un cammino "sul tema dei rapporti fra genere e salute, genere e benessere. La proposta che facciamo ¨¨ quella di sviluppare, a partire da marzo, con tutti i soggetti che operano in questo campo, un percorso in vari luoghi del Trentino, per approfondire la nostra conoscenza delle differenze fra uomini e donne anche in campo sanitario." La medicina di genere si occupa dello studio, nelle scienze biomediche, delle differenze legate al genere (maschile/femminile) di appartenenza, non solo da un punto di vista anatomo/fisiologico, ma anche delle differenze biologiche, funzionali, psicologiche, sociali e culturali, oltre che di risposta alle cure. Differenze importanti, ma spesso sottovalutate o ignorate. L´armet, che come spiegato dal dottor Mario Cristofolini, si interessa alla ricerca medica trentina, cercando di coordinare le diverse iniziative che si sviluppano sul territorio, ha inteso puntare i riflettori su questa branca degli studi, per fare emergere quanto gi¨¤ si fa e quanto potrebbe essere approfondito ulteriormente. "Ci muoviamo su un terreno ancora in parte vergine, quindi ideale per l´attivit¨¤ di ricerca - ha detto a sua volta Giandomenico Nollo, che conduce attivit¨¤ di ricerca nel campo della biofisica medica per la Fbk e l´Universit¨¤ di Trento - : Stiamo andando progressivamente nella direzione di una medicina ´personalizzata´, sempre pi¨´ attenta alla specificit¨¤ rappresentata da ogni singolo paziente. In quest´ottica anche il genere conta." "E´ un percorso ancora in parte da costruire - ha spiegato a sua volta l´assessore Beltrami - e quindi ¨¨ necessario insistere, perch¨¦ un percorso che ci sta molto a cuore. Quando si avvia un´iniziativa nuova, sempre si fa fatica a farla passare. Ricordo quando abbiamo iniziato a parlare di dialogo interculturale, pi¨´ di 20 anni fa, anche utilizzando strumenti nuovi come un festival cinematografico, che proprio in questi giorni approda a Gerusalemme: c´erano pochissime persone. Oggi tutti ne parlano. Cos¨¬ ¨¨ per le problematiche di genere: si fa fatica a farle uscire, si fa fatica a fare penetrare nella nostra cultura nonostante si realizzino molte iniziative. Ma bisogna perseverare, mettendo in rete le risorse, le idee. Cos¨¬ i frutti maturano." Ivana di Camillo della Lega italiana per la lotta contro i tumori, gi¨¤ consigliera comunale a Trento, impegnata da sempre nel campo delle pari opportunit¨¤, ha a sua volta ribadito l´importanza di collegare fra loro tutti gli ambiti istituzionali. "Il mondo delle pari opportunit¨¤ ¨¨ gi¨¤ attivo su queste tematiche, ma deve allargarle a tutta la popolazione, anche con l´indispensabile coinvolgimento della parte maschile della popolazione." Nel corso della mattinata diversi esperti hanno poi affrontato le problematiche specifice riguardanti la diversit¨¤ di genere e l´approccio medico-sanitario e della ricerca nei confronti dell´universo femminile. Scheda: la Medicina di Genere - La Medicina di Genere si occupa dello studio, nelle scienze biomediche, delle differenze legate al genere (maschile/femminile) di appartenenza, non solo da un punto di vista anatomo/fisiologico, ma anche delle differenze biologiche, funzionali, psicologiche, sociali e culturali, oltre che di risposta alle cure. Una ampia serie di studi scientifici dimostra che la fisiologia degli uomini e delle donne ¨¨ diversa e che tale diversit¨¤ influisce sul modo in cui una patologia si sviluppa, viene diagnosticata, curata e affrontata dal paziente. Per questo medici, ricercatori, aziende farmaceutiche, ma anche istituzioni pubbliche devono preoccuparsi che assistenza e terapie siano adeguate alle caratteristiche della persona, incluse quelle di genere. Il concetto di ´diversit¨¤ tra generi´ serve a garantire a tutti, uomini o donne, il migliore trattamento auspicabile in funzione delle specificit¨¤ cosa che non avviene ancora in misura soddisfacente. Tale concetto dovrebbe servire a far s¨¬ che donne e uomini debbano essere uguali anche nel diritto alla salute e di fronte ai servizi socio©\sanitari e rientra nel pi¨´ ampio concetto di pari opportunit¨¤. Al contrario numerose evidenze scientifiche indicano come le donne in vari contesti clinici ricevano meno procedure diagnostiche e terapeutiche rispetto agli uomini, anche se i motivi di tale differenza sono ancora oggetto di studio. In generale uomini e donne sono colpiti dalle patologie in percentuali e fasi della vita diverse e rispondono ai farmaci in modo differente. Ad esempio dopo una certa et¨¤ le donne sono pi¨´ esposte al rischio di patologie cardiovascolari rispetto agli uomini? Nelle donne il sistema immunitario di risposta alle infezioni ¨¨ pi¨´ vigoroso rispetto a quello degli uomini? Le donne rispondono meno ad alcuni farmaci per l¡¯ipertensione arteriosa rispetto ai maschi. Le differenze sono numerose tra uomo e donna riguardo alla costituzione anatomica e fisiologica dei vari organi e della loro risposta agli stress: in particolare cuore e cervello sono stati studiati approfonditamente a questo riguardo. Le differenze di genere sono una realt¨¤ scientifica ormai consolidata, che la medicina deve saper valutare. Uomini e donne non possono essere assimilati: ciascun genere deve essere considerato nella sua specificit¨¤, non solo quando si tratta di valutare il modo in cui si sviluppa una patologia, ma anche nella ricerca e sperimentazione di nuove terapie farmacologiche. Il genere condiziona non solo la patologia, ma anche le terapie, e influenza sia il percorso dei farmaci all´interno dell´organismo umano sia il loro meccanismo d´azione (distribuzione nell¡¯organismo, eliminazione, concentrazione nel sangue¡.). Inoltre, donne e uomini rispondono diversamente ad alcuni tipi di farmaci ed esempi evidenti si hanno ad esempio nel trattamento dell´ipertensione e della depressione. A questo riguardo ad esempio si nota che nonostante la differente risposta alle terapie farmacologiche e sebbene le donne consumino circa il 40% di farmaci in pi¨´ rispetto agli uomini, fino a un recente passato gran parte dei nuovi farmaci venivano testati solo sugli uomini e molti principi attivi non sono mai stati sperimentati sulla popolazione femminile. Oggi negli Usa le donne sono obbligatoriamente inserite nei trial clinici e la Food and Drug Administration americana (Fda) ha istituito un ufficio che si occupa specificamente della salute delle donne e della loro partecipazione agli studi. In Italia: ¨¨ stata insediata nel 2007 presso il Ministero della Salute la ´Commissione Salute delle Donne´, nel 2008 l´Istituto Superiore di Sanit¨¤ ha dato avvio ad un progetto strategico incentrato sull´impatto delle terapie a seconda del genere manifestando una maggiore attenzione e considerazione della specificit¨¤ di genere. Le Istituzioni europee nel maggio 2010 a Bruxelles hanno proposto una legge, analoga a quella americana, che renda obbligatoria in Europa un´equa rappresentanza femminile (50%) nei trial dialcune patologie cardiovascolari e ictus. Cosa ¨¨ l¡¯Armet? L´armet ¨¨ una associazione di volontariato a carattere scientifico nata nel 2005 sulla spinta di 10 soci fondatori. Fanno parte dell¡¯associazione un centinaio di professionisti con professionalit¨¤ provenienti da varie discipline (principalmente medici ma anche biologi, fisici, chimici) impegnati nella ricerca o semplici cultori della materia. L¡¯impegno dell¡¯associazione ¨¨ volto in particolare a promuovere ed incoraggiare attivit¨¤ di ricerca, studio, aggiornamento e formazione in ambito scientifico, specificatamente biomedico, con particolare riguardo alla realt¨¤ provinciale. La necessit¨¤ di sviluppare la ricerca medica (anche puntando su partnership qualificate ed attraverso soluzioni innovative) ¨¨ ancor pi¨´ importante in una regione, come la nostra, priva della Facolt¨¤ di Medicina e Chirurgia. Altro tema generale ¨¨ l¡¯affrontare tematiche di attualit¨¤ sociale e politica, anche elaborando proposte e documenti ed organizzando seminari e gruppi di lavoro con il fine di indicare possibili soluzioni alle istituzioni. |
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L´ESCLUSIONE SOCIALE DI ANZIANI E LAVORATORI FUORI ORARIO |
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Bruxelles, 19 dicemrbe 2011 - Nel Regno Unito alcuni ricercatori hanno scoperto che le persone più anziane e gli impiegati che non lavorano nel tipico "orario d´ufficio", dalle 9 alle 5 ogni giorno, hanno maggiori probabilità di sentirsi esclusi dalla società. "Sentirsi parte della società di solito comporta la partecipazione a certe attività come sport, arte, volontariato o eventi sociali," spiega il coordinatore della ricerca, il dott. Matt Barnes del Centro nazionale di ricerca sociale del Regno Unito. "La nostra ricerca mostra che le persone più anziane e coloro che lavorano con un orario insolito hanno particolari difficoltà a partecipare a tali attività." Con un contributo dell´Esrc (Economic and Social Research Council) del Regno Unito, i ricercatori hanno scoperto che lo stato crede che la chiave per rafforzare il benessere fisico ed emotivo di un individuo sia il lavoro. Se non si prende parte a questa attività si va incontro a esclusione sociale e problemi legati al reddito basso. Lo studio però sottolinea anche che lavorare con un orario irregolare può influenzare le probabilità di una persona di partecipare e sentirsi integrato nella società. Circa il 66% dei lavoratori lavora con un orario insolito. Vari servizi e strutture hanno cominciato ad adattarsi agli impegni delle persone, ma chi appartiene alla categoria degli "orari insoliti" continua a vedere il proprio tempo dedicato allo svago costretto dalla disponibilità limitata di servizi e dalla mancanza di altre persone con le quali passare il tempo libero. Questi lavoratori hanno anche maggiori difficoltà a partecipare ad attività sociali e relazionali faccia a faccia rispetto alle persone che lavorano secondo gli orari standard, che secondo la definizione degli esperti vanno dalle 8:00 alle 19:00 dal lunedì al venerdì. Il problema si acuisce quando le persone devono lavorare la sera o durante il fine settimana. Chi lavora la sera di solito passa quasi sette ore in attività partecipative ogni settimana. Chi lavora la domenica normalmente passa oltre 5 ore in tali attività, mentre le persone che lavorano in orari "normali" passano oltre 8 ore in queste attività la settimana. "Facendo tenere alle persone un diario e analizzando il modo in cui passano il tempo in un periodo di 24 ore," dice il dott. Barnes, "abbiamo potuto capire come "partecipano" e cosa si potrebbe fare per creare una maggiore inclusione sociale." I risultati dello studio mostrano anche che le persone più anziane hanno maggiori problemi a partecipare alle attività. Oltre 1 milione di persone hanno problemi di relazioni sociali e di esclusione sociale. I ricercatori suggeriscono che le persone possono sviluppare reti sociali e avere un sostegno passando del tempo con gli amici. Questo è particolarmente importante per le persone anziane che stanno per andare incontro a esperienze come la malattia o il pensionamento. Tali esperienze possono far aumentare il rischio di sentirsi socialmente isolati. Le persone più anziane possono alimentare anche un senso di indipendenza se passano tempo con persone al di fuori delle proprie case, sostiene il team. In termini di differenze di genere, lo studio ha riscontrato che le probabilità che le donne passino tempo con gli amici a eventi sociali sono più alte rispetto agli uomini. Il loro tempo è però limitato da altre attività come i lavori domestici e le cure dedicate ai propri cari. "È chiaro che la partecipazione sociale è importante per una migliore qualità della vita, sia in età più avanzata che tra coloro che ancora lavorano," spiega il dott. Barnes. "Migliorare l´accessibilità ai trasporti pubblici e ad altre strutture e servizi sarebbe molto utile per migliorare l´inclusione sociale in Gran Bretagna." Per maggiori informazioni, visitare: National Centre for Social Research: http://www.Natcen.ac.uk/ Economic and Social Research Council (Esrc): http://www.Esrc.ac.uk/ |
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21º CONGRESSO NORDICO DI GERONTOLOGIA |
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Copenaghen, 19 dicembre 2011 - Il ventunesimo congresso nordico di gerontologia si terrà dal 10 al 13 giugno 2012 a Copenaghen, in Danimarca. In quasi tutti i paesi la percentuale di ultrasessantenni cresce più rapidamente di qualsiasi altra fascia di età. Questo invecchiamento della popolazione può essere visto come un successo delle politiche di sanità pubblica e di sviluppo socio-economico, ma rappresenta anche una sfida per la società di adeguarsi, al fine di massimizzare la capacità sanitaria e funzionale degli anziani nonché la loro partecipazione sociale e la loro sicurezza. Benché la maggior parte delle persone viva più a lungo, vi è una crescente polarizzazione della salute e delle condizioni di vita. La ricerca futura esaminerà i dilemmi tra una prospettiva orientata ai problemi e una basata sulle risorse, tra le conoscenze basate sull´evidenza e opzioni pratiche nella vita quotidiana, e tra la tecnologia e le risorse umane. L´evento offrirà a ricercatori del mondo accademico e dell´industria, professionisti, e tutte le parti interessate l´opportunità di discutere gli aspetti della gerontologia e geriatria, nonché di confrontare e discutere diverse soluzioni innovative per affrontare le sfide the worlds ageing population poses. Per ulteriori informazioni, consultare: http://www.21nkg.Dk/index.html |
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LA COLLEZIONE D´ARTE DEL PARLAMENTO EUROPEO È ON LINE |
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Bruxelles, 19 dicembre 2011 - Tutti hanno bisogno di un break dalla politica. Perché non fare una breve pausa culturale ed esplorare la collezione d´arte del Parlamento europeo? Ora è possibile osservare le opere dei giovani talenti europei riunite dal Parlamento negli ultimi trent´anni. Un luogo d´incontro di arte, politica e tecnologia. Tutto iniziò nel 1980. E oggi la collezione d´arte del Parlamento europeo comprende circa 500 quadri, sculture e altre opere di arte moderna provenienti dai 27 Stati membri. Fino ad ora si potevano vedere al Parlamento di Bruxelles, Strasburgo e in Lussemburgo. Nel 2009 la parlamentare Lidia Geringer de Oedenberg, questore responsabile degli eventi culturali ed artistici al Parlamento europeo, ha avviato la creazione di una galleria on line per dare la possibilità al grande pubblico di esplorare questa collezione. "La promozione di questa collezione ci dà l´opportunità di costruire un´immagine del Parlamento come istituzione con una faccia umana, impegnata nella cultura europea e nella promozione di giovani artisti", ha dichiarato Geringer de Oedenberg. In questo momento si possono ammirare le ultime acquisizioni da Malta, Slovacchia, Bulgaria e Romania, mentre le opere meno recenti seguiranno. "Le opere acquistate dal 2009 sono già disponibili nella galleria d´arte online. Altre opere saranno disponibili una volta che i diritti d´autore delle opere precedenti saranno stabiliti" spiega il questore. |
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ANFITEATRO ARTE RACCONTA SOTO I PORTEGHI 2 COLLETTIVA: GIUSEPPE BIASIO, LEO BORGHI, GIOACCHINO BRAGATO, PAOLO MENEGHESSO, FULVIO PENDINI. PADOVA DAL 17 DICEMBRE 2011 AL 21 GENNAIO 2012, |
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Padova, 19 dicembre 2011 - Anfiteatro Arte Via Ognissanti 33 dedica il suo racconto natalizio al proprio territorio con una mostra collettiva che ripropone titolo e artisti della mostra ospitata nella stessa sede a dicembre 2009. In mostra una quarantina di opere di Giuseppe Biasio, Leo Borghi, Gioacchino Bragato, Paolo Meneghesso e Fulvio Pendini. “Un viaggio che ci porta a conoscere meglio la nostra città e anche noi stessi, prendendo coscienza di chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. In una passeggiata immaginaria tra i tetti di Pendini, gli scorci di Bragato e le mura di Borghi, incontrando di tanto in tanto gli angeli di Meneghesso e portandoci inevitabilmente appresso il ricordo lasciato dalle tracce di Biasio.” Lalli Munari All’ingresso della mostra siamo accolti da un abbraccio caloroso di Paolo Meneghesso. A guardar bene più che braccia quelle che si allargano dal corpo e si allungano verso di noi sono proprio ali: trattasi infatti di Arcangelo, opera di straordinaria fattura realizzata nel 1967. Dinnanzi a questo ingresso appare chiara la cifra artistica del suo autore, negli anni in cui ha sapientemente unito la sua forte attrazione classica nei confronti della tematica sacra con una più moderna propensione linguistica vicina all’astrazione della figura, portandoci a immaginare ciò che si intravede senza poterlo realmente mai toccare. Una volta entrati nella prima sala, ci infiliamo in un singolare confronto tra due artisti che, in momenti diversi e con modi diversi, hanno riversato sulla tela lo stesso sguardo innocente e mai disincantato nei confronti della “loro” Padova. Con l’impressione di percorrere un viale nello spazio e nel tempo passeggiamo tra le opere di Gioacchino Bragato (nove dipinti realizzati tra il 1974, Natura morta, e il 2006, Casone di via Caovilla, Saonara) da un lato, e dall’altro le vedute cittadine, i paesaggi campestri e le nature morte di Fulvio Pendini (quattordici opere di cui quattro “tavolette”, realizzate tra il 1952, Maschere, e il 1972, Piazza dei Signori, Padova). Una sorta di passaggio del testimone tra la stilizzazione delle forme di Pendini e la poetica naif di Bragato che ci permette di scrutare Padova in momenti e luoghi diversi, dal 1952 al 2006. La passeggiata si conclude con due immagini figurative nuovamente di Paolo Meneghesso. Ancora angeli, questa volta più recenti e più vicini a una realtà volutamente tangibile. La Fortuna del 1995 e L’angelo del Compianto del 1998, ben occupano lo spazio delimitato dai caratteristici pannelli di legno della galleria, segnando la fine di una parte della mostra e, inevitabilmente, un nuovo inizio. Nella sala di mezzo trova spazio Giuseppe Biasio, con sei opere recenti realizzate tutte nel 2011. Di ritorno dal Sudan, l’artista ha iniziato un nuovo ciclo di opere realizzate con sacchi di iuta che vanno ad arricchire la sua poetica astratta e visionaria, fatta di sovrapposizioni e cancellature. Applicando con cura l’eterna regola del mettere per poi togliere, come dice Dostoevsky, si piega a una continua e inarrestabile ricostruzione di ciò che si è volutamente distrutto per ricominciare nuovamente daccapo. (Tra questi: Preghiera vietata, 2011 - opera in mostra anche ad Arte Padova 2011 - e Anticinese, 2011). La fine della mostra è scandita dalle opere di Leo Borghi. Dalle due esili colonne che si ergono dal centro della sala si apre un ventaglio di immagini che si raccoglie attorno allo spettatore circondandolo proprio come quelle mura che tanto ha amato e dipinto l’artista per tutta la vita. Qui è possibile ascoltare storie passate, di amori e di guerre. Racconti che col calore della pittura ci appaiono epici e romanzeschi. Altre volte invece rimangono semplici favole narrate dalla voce esperta di chi ha dipinto infinite volte l’amore per la nostra città e la nostra storia. (Guido Riccio da Fogliano, 2008 e Paolo e Francesca, 2005). |
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MONTECATINI ALLENA LA SQUADRA OLANDESE CHE CORRE “BIANCHI” |
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Montecatini (Pt), 19 dicembre 2011 – Hanno scelto la Toscana, e Montecatini, come sede del loro raduno invernale; e le inconfondibili biciclette azzurre di Fausto Coppi, le Bianchi, per correre. La squadra olandese Vacansoleil Dcm si sta allenando sulle strade che faranno da cornice ai Mondiali di ciclismo 2013, e vuole presentarsi agli sportivi toscani e italiani. 28 corridori, tecnici, accompagnatori; un’equipe affiatata che ha deciso di lasciare i circuiti spagnoli, cui erano abituati, e venire in Toscana. “Una scelta che ci onora in vista del grande evento del 2013 – ha affermato l’assessore regionale al turismo Cristina Scaletti visitando oggi le sede del ritiro a Montecatini - . I Mondiali di Ciclismo sono un’opportunità unica per accreditare definitivamente a livello internazionale la nostra regione a terra ideale del turismo in bici. Il nostro obiettivo è creare un’unica, grande pista che percorra le grandi città d’arte, attraversi le campagne e raggiunga la costa. Stiamo armonizzando tutte le piccole realtà presenti sul territorio per costruire una rete di strutture e servizi sempre più efficiente e funzionale. Un modo per assaporare la vera Toscana – ha concluso -, per vivere una vacanza lenta e scoprire quanto di bello offre la nostra regione. Questo è per noi il turismo sostenibile, un turismo lento, rispettoso dell’ambiente e delle tradizioni”. Una terra fatta per i ciclisti, la Toscana. Non a caso è la prima meta italiana e la seconda in Europa per il cycling, scelta da 260mila cicloturisti stranieri sull’oltre un milione che arriva ogni anno nel nostro paese. Che sia su strada, fuoristrada, a livello professionale o su percorsi Mtb, migliaia di tedeschi, olandesi, svizzeri, austriaci, danesi, francesi e inglesi viaggiano sulle nostre strade in bici; e il Chianti ospita ogni anno raduni di cicloturisti Usa di mezza età. Dove meglio che qui si potevano svolgere i Mondiali di ciclismo 2013, come ha ricordato l’assessore allo sport del Comune di Montecatini Stefano Pucci? Così sono arrivati quasi come una logica conseguenza il ringraziamento e la soddisfazione per la scelta fatta di venire a Montecatini e in Toscana da parte del mister della squadra olandese Van Poppel. |
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NASCERÀ SUL GARDA LA PRIMA UNIVERSITÀ DELLA VELA UNICA SUL TERRITORIO NAZIONALE, SARÀ ULTIMATA ENTRO IL 2012 |
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Milano, 19 dicembre 2011 - A Campione del Garda, la frazione a lago del Comune di Tremosine (Bs), sorgerà il primo centro italiano di preparazione federale per giovani velisti. Il progetto, nato nel 2007 dalla collaborazione fra il Comune di Tremosine e Tremosine Univela, sarà sostenuto da Regione Lombardia, che lo scorso 14 settembre lo ha inserito tra i propri obiettivi strategici per l´anno 2012. Con la delibera approvata mercoledì 14 dicembre, su proposta del presidente Roberto Formigoni, di concerto con gli assessori Stefano Maullu (Commercio e Turismo), Monica Rizzi (Sport e Giovani) e Raffaele Cattaneo (Infrastrutture e Mobilità), è stato fatto un ulteriore passo avanti ed è stata sancita l´ipotesi di Accordo di programma finalizzato alla realizzazione dell´università. La Struttura - Il centro si estenderà per circa 10400 mq, sarà dotato di tutte le attrezzature necessarie per l´allenamento e la pratica della vela agonistica per classi olimpiche e paraolimpiche e offrirà vitto e alloggio ad atleti e tecnici. Comprenderà inoltre una foresteria con 42 camere, palestre, piscine, spogliatoi, aula per lezioni tecniche, rimessaggio e alloggio delle imbarcazioni e strutture di servizio necessarie per l´allenamento e la pratica sportiva. La struttura, la cui disponibilità è prevista per maggio 2012, permetterà di sfruttare appieno le ottimali condizioni del vento che caratterizzano Campione del Garda e di agevolare l´organizzazione di eventi sportivi. Costi E Compiti - Il costo complessivo degli interventi è di 6,7 milioni di euro. Di questi, 4,7 milioni saranno di investimento privato (coperti da Campione Univela s.R.l., che realizzerà la parte su terra ferma, cioè la struttura e gli arredi interni, e da Tremosine Univela, che fornirà le attrezzature sportive) e 2 milioni di investimento pubblico (a carico del Comune di Tremosine, che si impegnerà a costruire la parte del progetto in acqua, cioè i frangiflutti). Regione Lombardia garantirà la realizzazione del programma e il coordinamento tra queste iniziative infrastrutturali e altre affini eventualmente già presenti sul territorio regionale. Comparto Di Eccellenza E Spinta Al Turismo - Il centro rappresenterà un valore aggiunto di prim´ordine per il turismo sportivo nel territorio lombardo. L´apertura dell´università, che sarà praticabile 330 giorni all´anno, consentirà inoltre di avviare il processo di destagionalizzazione del turismo, che è uno dei punti strategici per il Garda bresciano. Con quasi 6,3 milioni di presenze Riviera del Garda è stata, nel 2010, la seconda meta turistica regionale dopo la città di Milano. Nel settore della vela la Lombardia è regione leader in Italia e tra le prime al mondo con circa 550 imprese, pari al 25 per cento delle aziende italiane, e circa 3000 addetti. |
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SI TRATTEREBBE DI UN ARROGANTE ESPROPRIO SE TROVASSERO FONDAMENTO LE INDISCREZIONI GIORNALISTICHE CHE VEDONO LA NUOVA SEDE DELL’AMERICA’S CUP AL MOLO LUISE. |
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Napoli 19 Dicembre 2011. Il Presidente di Nauticsud Lino Ferrara, a seguito della notizia sullo spostamento dell’America’s Cup al Molo Luise dichiara : “Sono certo che si tratti di una pura indiscrezione giornalistica priva di fondamento, quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa circa il trasferimento al Molo Luise delle World Series America’s Cup. Confido nella correttezza istituzionale di tutti i componenti della società di scopo per la realizzazione dell’evento, primo fra tutti Paolo Graziano, viceversa si tratterebbe di una grossa caduta di stile.” Nel commentare la notizia il Presidente di Nauticsud sottolinea che “ Il Molo Luise è da sempre sede a mare di Nauticsud e viene riconfermato anche per la quarantatreesima edizione che si terrà a Napoli dal 14 al 22 Aprile 2012, nonostante la generosa offerta del Presidente Graziano, avallata dall’Assessore Regionale all’Urbanistica Marcello Taglialatela, di spostare la sede a Bagnoli nel campo regate dell’America’s Cup. Come ho già avuto modo di ribadire” dice il Presidente Ferrara “è un’offerta che non ho mai accettato in quanto non ho mai creduto in Bagnoli, perché fortemente ideologizzata, viceversa ho sempre preferito Mergellina nonostante i problemi dei vincoli paesistici. Le notizie apparse oggi sulla stampa hanno provocato qualche perplessità negli investitori di Nauticsud –grossi gruppi di cantieri nautici – che hanno contattato i nostri responsabili del marketing prima di procedere alla firma dei contratti per le aree espositive a mare. Ovviamente tali notizie, che non sono state precedute da ufficiali comunicazioni, hanno creato non pochi imbarazzi agli uffici organizzativi, oltre che alla mia persona, che si sta battendo nonostante le difficoltà dovute anche al Decreto Monti per la realizzazione di una manifestazione che da anni si rivela un importante strumento di marketing territoriale con forti capacità di attrazione, di decisori di spesa top profile, quali sono appunto i turisti nautici.” |
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I GRANDI CAMPIONI PRONTI A SBARCARE SULLA PAGANELLA È TUTTO PRONTO IN TRENTINO PER IL SECONDO «V PAY ALPINE ROCKFEST» |
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Trento, 19 dicembre 2011 - Il prossimo 23 dicembre i big del Circo Bianco si sfideranno sulla pista Olimpionica 2 di Andalo per un evento che vedrà la nostra provincia entrare nelle case di milioni di telespettatori in 59 paesi del mondo grazie alla diretta di Eurosport. Il «V Pay Alpine Rockfest» si annuncia come uno degli eventi sportivi più importanti dell´inverno trentino. Una stagione nella quale le Dolomiti offrono uno scenario bianco unico al mondo, ideale per ospitare appuntamenti sportivi di alto livello. Poter contare su grandi campioni quali Aksel Lund Svindal e Kjetil Jansrud, che da quest’anno si allenano con l’intera nazionale norvegese proprio sulle piste della Paganella, Bode Miller e Ted Ligety, i nostri Davide Simocelli e Christof Innerhofer, significa veicolare in Italia e nel mondo il nostro brand ma soprattutto le peculiarità della nostra offerta. Il novero dei big al via sarà completato dal campione in carica, il francese Cyprien Richard vincitore dell´edizione 2009, dallo svedere Jon Olsson, dallo svizzero Marc Berthod, dall´austriaco Philipp Schoerghofer e dal canadese John Kucera. Il vincitore si porterà a casa un premio di 60 mila euro. «Si tratta – ha commentato nel corso della conferenza stampa di presentazione dell´evento il direttore generale di Trentino Marketing, Paolo Manfrini – di un evento ideale per internazionalizzare sempre più quello che è il nostro turismo invernale. Puntiamo ad ottenere una grande visibilità, non solo in Italia ma anche all’estero, attraverso grandi eventi come questo, per presentare la ricca offerta del nostro territorio che, nel complesso, rappresenta il 15% del Pil provinciale. Lo scorso anno, infatti, sono stati due milioni e 200 mila i turisti arrivati in Trentino, per un totale di oltre 11 milioni di pernottamenti ed un valore complessivo di 1 miliardo e 300 milioni di euro di fatturato». La giornata del 23 dicembre sarà incentrata sul connubio fra sport, spettacolo e divertimento. Al cancelletto di partenza, infatti, ci saranno 12 superstar del Circo Bianco, che sfideranno altri quattro partecipanti selezionati da una fase eliminatoria con 20 giovani sciatori. I 16 atleti che si cimenteranno nella finalissima, poi, saranno protagonisti di una gara ad eliminazione che ne lascerà in corsa prima 8 e quindi 4, i quali si giocheranno nell´ultima discesa la vittoria finale. Partenza delle eliminatorie alle 9, alle 11 prenderà il via la finale che infine lascerà spazio ai due concerti in programma, quelli dei locali The Ducktails e Radiottanta. L´ingresso alla manifestazione sarà gratuito e la pista Olimpionica 2 si potrà raggiungere munendosi dello skipass, che, per l´occasione, sarà venduto al prezzo di soli 10 euro. Potranno invece entrare gratuitamente tutti i tesserati della Fisi. «L´obiettivo – ha aggiunto Gianmaria Toscana, presidente della società Skipass Paganella – Dolomiti – è portare il grande sci sulle nostre piste, permettendo a quante più persone possibili di entrare in contatto con le discipline invernali, per avvicinare questo mondo ai giovani. Si tratta di un progetto nato da una rete di realtà diverse, che, collaborando, hanno dato vita ad un appuntamento di portata internazionale». Un evento che sarà seguito in diretta dalle telecamere di Eurosport e diffuso in ben 59 paesi diversi, raggiungendo praticamente tutta l´Europa, con una serie di repliche che da gennaio permetteranno di superare le mille ore di trasmissione riservate al primo V Pay Alpine Rockfest nel 2009. Ulteriori informazioni sull´evento sono disponibili sul sito: www.Paganella.net |
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