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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Luglio 2012
AGENDA DIGITALE- LA COMMISSIONE EUROPEA CONSULTA SU UNA FUTURA RETE E DI SICUREZZA DELL´UE INIZIATIVA LEGISLATIVA DELL´INFORMAZIONE  
 
Bruxelles, 24 luglio 2012 - La Commissione europea sollecita il parere dei governi, imprese, cittadini sulle loro esperienze e le possibili risposte dell´Ue agli incidenti informatici che causano disagi alla rete essenziale e Sistemi Informativi (Nis), tra cui Internet. La Commissione ha avviato questa consultazione per aiutarla a preparare una proposta legislativa sulla sicurezza delle reti e dell´informazione, che sarà un elemento importante della strategia dell´Ue in materia di sicurezza prossimo Cyber. Commenti ricevuti aiuteranno la Commissione a elaborare un approccio alla gestione dei possibili rischi futuri obblighi di segnalazione e di sicurezza violazione che influenzano le imprese in particolare. La consultazione è aperta fino al 12 ottobre 2012. Fondo Incidenti informatici sono sempre più frequenti. Nel 2011, attacchi basati sul Web è aumentato del 36% su un anno e ci fu un aumento di cinque volte in società di reporting degli incidenti di sicurezza, con un impatto finanziario tra il 2007 e il 2010 (5% -20%). E il rischio è in crescita. Nel prossimo decennio vi è un rischio del 10% di un incidente rilevante le infrastrutture critiche informatizzate causando più di $ 250 miliardi di dollari in danni economici, secondo il World Economic Forum. Cyber ​​incidenti possono essere attivati ​​da eventi naturali, come incidenti, errori umani, guasti tecnici o da altre cause sinistri come gli attacchi maligni, allo spionaggio economico, il terrorismo e sponsorizzata dallo stato di attività. Possono anche avere gravi conseguenze per la società e l´economia, quando colpisce settori critici come la finanza, salute, energia e trasporti ed erodono la fiducia del pubblico per le attività online in generale. Questa è anche una sfida globale, dal momento che molti incidenti informatici e attacchi di origine al di fuori dell´Ue. Entro la fine dell´anno la Commissione europea e Alto rappresentante dell´Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza intende presentare una strategia comune sulla sicurezza informatica. L´obiettivo generale della strategia è quello di garantire un ambiente sicuro e affidabile digitale in cui vengono promossi i diritti fondamentali dell´Unione e valori fondamentali, e protetti. Per quanto riguarda i sistemi delle reti e dell´informazione sono interessati, l´obiettivo sarebbe quello di migliorare la preparazione, rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche, nonché di promuovere una cyber-cultura della sicurezza nella Ue. La Commissione sta valutando l´introduzione di un obbligo di adottare pratiche di gestione del rischio e di segnalare violazioni della sicurezza che interessano le reti e sistemi di informazione che sono fondamentali per la fornitura dei principali servizi economici e sociali (ad esempio finanza, energia, trasporti e sanità) e per il funzionamento di Internet (e-commerce, social networking). L´unico settore in cui le aziende sono attualmente imposta dalla normativa Ue ad adottare pratiche di gestione del rischio e di riferire incidenti di sicurezza è il settore delle comunicazioni elettroniche (telecomunicazioni operatori e Internet Service Provider) ai sensi dell´articolo 13 a) e b), della direttiva 2002/21 . Link utili Il link per la consultazione pubblica: http://ec.Europa.eu/yourvoice/ipm/forms/dispatch?form=securitystrategy2    
   
   
AGENDA DIGITALE: LA COMMISSIONE EUROPEA AVVIA CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLA CONSERVAZIONE DELLA INTERNET APERTA (LA NEUTRALITÀ DELLA RETE)  
 
Bruxelles, 24 luglio 2012 - La Commissione europea ha lanciato ieri una consultazione pubblica alla ricerca di risposte a quesiti in materia di trasparenza, di commutazione e certi aspetti della gestione del traffico internet, in vista il suo impegno a preservare il carattere aperto e neutrale di Internet. Queste domande sono emersi come temi chiave del "Net Neutrality", dibattito che ha avuto luogo in Europa negli ultimi anni, comprese le recenti scoperte della Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni europea (Berec). Contributo è richiesto da tutte le parti interessate pubbliche e private, tra cui fornitori di servizi Internet fissi e mobili di servizio, di contenuti e fornitori di applicazioni Internet (compresi i siti di confronto), produttori di apparecchiature, fornitori di transito, investitori, autorità pubbliche, consumatori e loro associazioni. Le risposte a questa consultazione sarà cruciale di ingresso per le raccomandazioni previste dalla Commissione annunciate dal vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes, il 29 maggio 2012 (vedi Memo 12/389 ) Neelie Kroes ha dichiarato: "Oggi c´è una mancanza di scelta dei consumatori efficace quando si tratta di offerte internet userò questa consultazione per aiutare. Raccomandazioni preparano in grado di generare scelte più reali e terminare il gioco Net Neutrality in Europa in attesa di input da questa consultazione. Vi aiuterà a trasformare le scoperte del Berec in raccomandazioni pratiche . " In particolare, la Commissione intende raccogliere opinioni su: gestione del traffico internet, compresa la gestione della congestione, servizi gestiti e problemi di privacy; trasparenza, in particolare per quanto riguarda le prestazioni effettive internet (velocità e qualità) e le restrizioni di prodotti di accesso a Internet; la possibilità per i consumatori di cambiare operatore e problemi di interconnessione tra operatori di rete internet. Il documento di consultazione e ulteriori informazioni sono disponibili all´indirizzo: http://ec.Europa.eu/information_society/digital-agenda/actions/oit-consultation/index_en.htm  Le risposte alla consultazione pubblica dovranno essere inviate entro il 15 ottobre 2012.  
   
   
UE: COMMISSARIO SOSTIENE LA RICERCA A UN EVENTO A DUBLINO PER IL LANCIO DI UN NUOVO INVITO DEL 7° PQ  
 
Bruxelles, 24 luglio 2012 - In occasione di una speciale sessione informativa, tenuta in Irlanda l´11 giugno dalla rappresentanza delle Commissione europea, il commissario per la ricerca, l´innovazione e la scienza, Máire Geoghegan-quinn, ha presentato l´ultimo e il più grande invito a presentare proposte del Settimo programma quadro (7° Pq). All´evento di Dublino hanno partecipato importanti attori del mondo della ricerca, del mondo accademico, dell´industria, dei media e del governo nonché un gran numero di partecipanti del 7° Pq. "La chiave della competitivià di qualsiasi economia del mondo in questo momento è la conoscenza e questo significa ricerca e innovazione," ha detto il commissario Geoghegan-quinn. "Per l´Europa la ricerca e l´innovazione sono fondamentali. Per l´Irlanda, un´economia europea piccola e aperta, questo vale ancora di più. Se l´Europa vuole continuare a essere competitiva nel 21° secolo, dobbiamo sostenere la ricerca e l´innovazione che genereranno crescita e posti di lavoro." Ha continuato: "Sono fiera di annunciare 8,1 miliardi di euro per i nuovi progetti di ricerca dell´Ue, con finanziamenti che vanno a tutti i tipi di organizzazioni di ricerca, ricercatori singoli e aziende innovative, comprese le piccole e medie imprese (Pmi). Questo invito finale del 7° Pq, che funge da ponte verso Orizzonte 2020 (il prossimo programma di finanziamento per la ricerca dell´Ue che sarà in vigore dal 2014 al 2020), vede 1,2 miliardi di euro accantonati per le Pmi, compresi 970 milioni di euro disponibili nell´ambito del tema "Cooperazione" e 250 milioni di euro per il programma dedicato alle Pmi "Ricerca a beneficio delle Pmi". L´evento ha visto inoltre il lancio ufficiale della mostra "Ricerca in azione", uno speciale evento che ha presentato progetti di ricerca finanziati nell´ambito del 7° Pq. Diversi coordinatori irlandesi e partner dei progetti di ricerca finanziati dal 7° Pq hanno incontrato il commissario per discutere il loro lavoro e come il sostegno del 7° Pq ha fatto la differenza. Uno dei progetti presentati era Rubicon ("Robotics Ubiquitous Cognitive Network"), che ha ricevuto 2.507.767 euro nell´ambito del tema delle Tic del 7° Pq. Coordinato dal University College di Dublino, Irlanda, il progetto ha lo scopo di sviluppare un´ecologia robotica capace di imparare fatta di dispositivi robotici, sensori wireless e attuatori integrati negli ambienti quotidiani, che collaborano per lo svolgimento di compiti complessi come aiutare una persona anziana a vivere in modo indipendente. Un´ecologia capace di imparare che può adattarsi ai cambiamenti delle esigenze degli utenti o dell´ambiente con un bisogno minimo di supervisione umana porterà a soluzioni robotiche più economiche, più intelligenti e più utili. Un altro progetto valuterà il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2: i ricercatori che lavorano al progetto Dexlife ("Mechanisms of prevention of type 2 diabetes by lifestyle intervention in subjects with pre-diabetes or at high-risk for progression"), che ha ricevuto 5,5 milioni di euro in finanziamenti nell´ambito del tema "Salute" del 7° Pq, stanno lavorando per identificare nuovi biomarcatori diagnostici e predittivi in grado rilevare in modo più che efficiente la progressione verso il diabete negli individui ad alto rischio. Inoltre, questi biomarcatori prevederanno la risposta individuale agli interventi sullo stile di vita con lo scopo di ridurre le probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 conclamato. Altri progetti presenti all´evento stanno lavorando sulle sfide sociali come il modo in cui i livelli di zucchero sono usati per sviluppare test diagnostici affidabili e veloci per la diagnosi precoce del cancro, il modo in cui funziona un nuovo convertitore di energia delle onde e dove trovare maggiori informazioni su una barriera di corallo scoperta al largo della costa occidentale dell´Irlanda. La mostra ha funzionato dal 9 al 20 luglio ed era aperta al pubblico. Per maggiori informazioni, visitare: Rappresentanza della Commissione europea in Irlanda: http://ec.Europa.eu/ireland/about_us/index_en.htm    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE I NOMINATIVI DEI PAESI DESTINATI AD OSPITARE LE CAPITALI DELLA CULTURA DOPO IL 2019  
 
Bruxelles, 24 luglio 2012 - La Commissione europea ha adottato il 20 luglio una proposta per il proseguimento dell´iniziativa delle capitali europee della cultura. Il programma attuale termina nel 2019 e la nuova proposta contiene l´elenco, esteso fino al 2033, dei paesi chiamati a designare le città che si fregeranno di tale titolo. Oltre ai due Stati membri che condividono ogni anno il titolo, la proposta suggerisce che i paesi candidati o candidati potenziali possono anch´essi designare ogni tre anni una capitale europea della cultura. Il piano sarà ora discusso dal Parlamento europeo e dal Consiglio che dovrebbero prendere una decisione finale sulle programmazioni future entro la fine del 2013. Androulla Vassiliou, commissario europeo responsabile per l´Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha affermato: "Quella delle capitali europee della cultura è una delle iniziative più visibili e riuscite che l´Ue ha avviato. Oltre a promuovere la meravigliosa diversità e ricchezza culturale dell´Unione europea l´iniziativa è servita da catalizzatore per la trasformazione delle città a vantaggio sia dei cittadini che dei visitatori. La competizione all´interno degli Stati membri per potersi fregiare del titolo è più rovente che mai – ciò sta a dimostrare che l´iniziativa mantiene intatto il suo valore e la sua attrattiva." La proposta della Commissione mantiene le grandi linee e la struttura del programma attuale. Essa suggerisce in particolare di continuare ad assegnare il titolo in base al sistema a rotazione tra gli Stati membri (cfr. L´allegato). I criteri per la selezione sono stati modificati in modo da fornire un orientamento più dettagliato alle capitali potenziali, migliorando così anche il processo generale di selezione e di monitoraggio delle città interessate. Verrà dato inoltre maggior peso all´effetto sinergico dell´iniziativa per quanto concerne la sua capacità di stimolare la crescita e lo sviluppo urbano nel lungo periodo, nonché alla dimensione europea dell´evento e alla qualità del contenuto artistico e culturale dell´anno. Contesto L´attuale programma di capitali europee della cultura (Decisione 1622/2006/Ce) arriva al termine nel 2019. Poiché la competizione per potersi fregiare del titolo è indetta con sei anni di anticipo, in modo da dare alle città tempo sufficiente per prepararsi, la decisione relativa al nuovo ciclo deve essere adottata dal Parlamento e dal Consiglio nel 2013. La proposta della Commissione fa seguito a diverse valutazioni del sistema attuale e ad una consultazione pubblica condotta dall´ottobre 2010 al gennaio 2011, integrata poi da una riunione pubblica tenutasi a Bruxelles nel marzo 2011. Ne è emerso chiaramente che l´iniziativa “Capitali europee della cultura” reca molti vantaggi alle città e alle regioni: pur restando un evento culturale, ha anche notevoli ripercussioni socioeconomiche, soprattutto se inserito in una strategia di sviluppo a lungo termine trainata dalla dimensione culturale. Dalla creazione di questo titolo nel 1985 sono state finora 46 le città prescelte quali capitale europea della cultura. Le capitali europee della cultura per il 2012 sono Guimarães (Portogallo) e Maribor (Slovenia). Per ulteriori informazioni: Le capitali europee della cultura: http://ec.Europa.eu/culture/news/201207201-capitals-beyond-2019_en.htm    
   
   
INCONTRO GOVERNATORE SARDEGNA CAPPELLACCI CON AMBASCIATORE GIAPPONE  
 
Cagliari, 24 Luglio 2012 - Si è svolto ieri a villa Devoto l’incontro tra il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e l’ambasciatore del Giappone, Masaharu Kohno, giunto in visita istituzionale in Sardegna. Al centro del colloquio, al quale ha partecipato anche il vicepresidente e assessore alla Programmazione, Giorgio La Spisa, le politiche della Regione in materia di ricerca e innovazione e le possibili collaborazioni in campo scientifico tra l’isola e il paese nipponico. "Durante la sua visita – ha affermato il presidente Cappellacci, rivolto al diplomatico - avrà modo di conoscere le eccellenze della nostra isola e le potenzialità offerte da un sistema economico sociale che può contare su un patrimonio inestimabile dal punto di vista ambientale, paesaggistico, culturale e tradizionale". "La nostra isola – ha aggiunto il Presidente - che vanta un primato internazionale sulla longevità, vuole diventare una vera e propria "fabbrica" della qualità della vita, promuovendo un modello di sviluppo che, attraverso soluzioni innovative e compatibili con i nostri valori, sappia coniugare i benefici economici con il rispetto del nostro sistema". Al termine del confronto il presidente e l’ambasciatore hanno concordato di far seguire alla visita istituzionale in Sardegna un incontro operativo finalizzato a esaminare le azioni tese a tradurre in concreto le possibili interazioni tra la Sardegna e il Giappone in materia scientifica.  
   
   
SARDEGNA - BIELORUSSIA: OGGI INCONTRO CON DELEGAZIONE MINSK E SEMINARIO CON IMPRESE  
 
Cagliari, 24 Luglio 2012 - Da oggi la Regione Sardegna ospita una delegazione della Repubblica di Belarus, con cui sono vivi rapporti di collaborazione internazionale nel campo economico, sociale, scientifico e culturale. La rappresentanza bielorussa - composta dal consigliere commerciale dell´Ambasciata della Repubblica Belarus in Italia, dal Vice Presidente della Regione di Minsk e dai quadri dirigenti del parco scientifico e tecnologico, della Camera di Commercio, del Centro Relazioni Internazionali del Ministero dell’Istruzione e del Settore Rapporti internazionali del Comitato Economia della Giunta Regionale di Minsk - sarà impegnata in una serie di incontri con rappresentanti delle istituzioni sarde e con il mondo delle imprese. La visita istituzionale fa seguito a quella effettuata dal Presidente Cappellacci lo scorso marzo che ha portato alla sottoscrizione dell’intesa tra la Regione Autonoma della Sardegna e la Regione di Minsk, ponendo le basi programmatiche per dare continuità ai già esistenti rapporti di carattere imprenditoriale, culturale e sociale che legano la Sardegna e la Bielorussia. Inoltre è in programma una intera giornata di lavori presso il Parco Scientifico e Tecnologico di Pula in cui saranno presentati i distretti e i laboratori a maggiore contenuto di innovazione e ricerca, insieme alle imprese localizzate nel Parco che operano nelle piattaforme tecnologiche. Domani, martedì 24 luglio, si terrà invece un seminario, aperto agli imprenditori, dedicato alle opportunità di investimento nel mercato bielorusso. Un focus sarà dedicato alla collaborazione nel settore dell’alta tecnologia, della ricerca e dei parchi scientifico-tecnologici. Per ulteriori informazioni circa la partecipazione al seminario è possibile contattare la Direzione Generale della Presidenza ai numeri di telefono 070 606 2313 / 2231.  
   
   
REGIONE UMBRIA E PROVINCIA SHANDONG (CINA) SOTTOSCRIVONO PROTOCOLLO DI COOPERAZIONE  
 
Perugia, 24 luglio 2012 – “Promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale delle rispettive comunità e instaurare rapporti di amicizia e collaborazione tra le rispettive popolazioni”. E’ quanto si propone il protocollo d’intesa (memorandum of understanding) sottoscritto il 20 luglio nella città di Jinan (oltre 6 milioni di abitanti), capitale della Provincia di Shandong, tra la Regione Umbria e la Provincia della Repubblica Popolare di Cina e firmato dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, ed dal governatore della Provincia, Jiang Daming, al termine di una giornata densa di incontri tra la delegazione umbra e esponenti sia dell’istituzione cinese, sia del mondo economico ed imprenditoriale locale. La Provincia di Shandong (95 milioni di abitanti) è una provincia costiera situata lungo la regione più orientale della Cina. Ha una industrializzazione abbastanza diffusa, tra cui si ricorda il Gruppo Shandong Heavy Industries, che ha recentemente acquisito la quota di maggioranza dell’azienda nautica Ferretti. Il numero di imprese private è passato da 175.000 (2002) a 363.000 (2006). Il Pil di questa provincia è pari a 550 miliardi di euro. Sono presenti circa 40 aziende italiane (particolarmente del settore metalmeccanico-autoveicoli), tra cui Meccanotecnica Umbra, con sede a Qingdao, che sarà visitata dalla presidente Marini nella giornata di domani. “Le Parti, – si afferma nel primo articolo del protocollo d’intesa - nell’ambito delle loro competenze istituzionali ed in conformità alle leggi della Repubblica Italiana, della Regione Umbria, della Repubblica Popolare Cinese e della Provincia dello Shandong, si impegnano a sostenere e promuovere iniziative volte a favorire la collaborazione, con particolare riferimento ai seguenti ambiti: sviluppo di rapporti tra istituzioni scientifiche e tecnologiche e della formazione; lo sviluppo di rapporti tra Università e centri di ricerca, per un confronto di conoscenze ed esperienze nel settore della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica e per lo scambio di ricercatori nei diversi settori; l’insegnamento della lingua e cultura italiana in Cina e della lingua e cultura cinese in Italia”. Gli altri ambiti nei quali il protocollo prevede la possibilità di creare scambi riguardano prima di tutto le attività produttive, con particolare riferimento le piccole e medie imprese, e lo scambio di conoscenze ed esperienze nel campo dell’innovazione tecnologica nell’industria e nei servizi. In considerazione delle comuni tradizioni agricole l’Umbria e lo Shandong intendono anche promuove una concreta cooperazione nel settore dell’agricoltura, dell’agroindustria, delle tecnologie agricole e della sicurezza alimentare. Regione Umbria e Provincia di Shandong auspicano collaborazione anche negli ambiti delle tecnologie ambientali e delle energie rinnovabili, nel settore della valorizzazione dell’ambiente, della gestione delle risorse idriche e del loro utilizzo; urbanistica e dei sistemi di governo del territorio; il campo sanitario e delle cure mediche; del turismo, dello sport e degli scambi giovanili. Infine, si prevede lo scambio di conoscenze ed esperienze nel campo della cultura, dalla tutela, valorizzazione e restauro dei beni culturali, delle tecnologie per i beni culturali e i sistemi museali, dell’interscambio tra le grandi manifestazioni culturali. “Le Parti – si afferma nel documento, anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni esistenti nei rispettivi ambiti, si impegnano a sostenere le attività previste in applicazione della presente Intesa sia attraverso fondi propri, sia mediante contributi nell’ambito della programmazione dell’Unione Europea e di altre fonti di finanziamento internazionali, ove disponibili”. Dopo il forum sulla sicurezza delle produzioni agroalimentari tenutosi nella mattina, si è svolto un incontro tra la delegazione umbra e quella della provincia cinese sui temi di possibile reciproco interesse. “Temi ha sottolineato la Presidente Catiuscia Marini – che coinvolgono l’interesse diretto delle imprese della meccanica, dell’aerospazio, dell’agro alimentare, con prospettive di interesse anche per le imprese del tessile e dell’arredo casa. Si stanno infatti da parte governativa attuando politiche tese a riequilibrare la bilancia commerciale e a favorire rapporti commerciali improntati alla reciprocità soprattutto per quanto riguarda l’importazione in Cina di prodotti tecnologici e del made in Italy.” “Ulteriori campi di comune interesse sono stati individuati nel campo del turismo anche in considerazione dell’elevatissimo numero di cinesi che annualmente si recano al di fuori dei confini e che quest’anno hanno superato i 60 milioni” “Un accordo, ha concluso la presidente Marini, che valutiamo molto positivamente alla luce delle prospettive che può aprire per le nostre imprese nei confronti di un economia che si avvia ad essere la prima al mondo e che deve rappresentare un nuovo grande mercato sul quale investire. Noi faremo la nostra parte sia in termini di relazioni istituzionali sia attraverso gli strumenti di promozione a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese”.  
   
   
ROSSI, “LA TOSCANA HA I CONTI IN REGOLA: DAL MINISTERO UN PREMIO DI 2,7 MILIONI”  
 
Firenze, 24 luglio 2012 – “In Toscana i conti sono a posto. Da tempo lavoriamo sulla revisione della spesa con l’obiettivo di liberare risorse da reinvestire per il mantenimento e il potenziamento dei servizi: dal trasporto pubblico alla scuola, dagli interventi a favore dell’economia e del lavoro alle politiche sociali fino ai servizi sanitari”. Lo ha affermato il 21 luglio il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Nel corso degli ultimi 3 anni – continua Rossi – abbiamo ridotto di ben 80 milioni le spese di funzionamento. Una riduzione ottenuta grazie ai risparmi sul personale con il blocco del turn over, una drastica riduzione di consulenze e collaborazioni, la riduzione di enti e indennità ai membri dei Cda, la centralizzazione degli acquisti, la riorganizzazione delle sedi con un risparmio sugli affitti di 3 milioni”. “La conferma della buona gestione arriva dallo stesso ministero delle finanze che ha indicato 5 regioni italiane, e tra queste la Toscana (insieme a Lombardia, Veneto, Luguria ed Emilia), con il più basso rapporto tra spesa per il personale e spesa corrente e per questo ci riconoscerà una premialità di 2,7 milioni. Finalmente un segnale positivo per le regioni virtuose, con un significativo riconoscimento agli sforzi fatti che, oltre a farci molto piacere, ci aiuta anche a far quadrare i conti”. “Ovviamente – sottolinea Rossi – siamo disponibili a proseguire questo lavoro sulla revisione della spesa, verificando il bilancio voce per voce. Sapendo che tagliare la spesa pubblica si può fare, ma solo fino a un certo punto. Ad esempio il trasporto pubblico andrà pure finanziato, altrimenti si fermano bus e treni. Lo stesso vale per tutti gli altri servizi. L’unica alternativa parrebbe quella di ridurli, ma questa non è la nostra volontà. La Toscana non può e non vuole rinunciare al proprio welfare”. “Trovo poi sbagliato, da tutti i punti di vista, presentare le Regioni come se fossero tutte ‘sprecone’: non è così e lo dimostrano i fatti”, conclude il presidente Rossi. “Ci sono differenze profonde, tra Regione e Regione: l’assemblea regionale siciliana costa 175milioni, sei volte più di quella Toscana; la Sicilia ha 20mila dipendenti mentre la Toscana 2.854. Detto questo, ritengo che tutti, nessuno escluso, né al centro né in periferia, abbiamo bisogno di passare in rassegna i conti, di eliminare gli sprechi. Regioni ed enti locali sono quelli che hanno contribuito di più al risanamento. Per esempio sui ministeri e sulle strutture centrali si è tagliato molto meno che alle regioni. Tutto ciò dimostra che i tagli lineari sono sbagliati, non incentivano l’efficienza. Anzi le penalizzano”.  
   
   
SPENDING REVIEW, L´ALLARME DELL´UPI: A RISCHIO SERVIZI ESSENZIALI "CON QUESTI TAGLI A BILANCI GIÀ APPROVATI A RISCHIO LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE"  
 
Roma, 24 luglio 2012 - "Le Province subiranno, a causa della spending review, un taglio di 500 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro per il 2013 perché il Governo considera come consumi intermedi un totale di 3,7 miliardi di euro: in realtà questa cifra include voci di bilancio delle Province che non sono consumi intermedi aggredibili, bensì servizi". E´ L´allarme lanciato ieri nel corso di una conferenza stampa dal Presidente dell´Upi, Giuseppe Castiglione, dal presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e dal presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza. Dati alla mano, che trovate nel dossier allegato, i presidenti hanno spiegato come "i parametri scelti dal Governo per definire i costi aggredibili sono sbagliati, perchè si considerano come consumi intermedi anche servizi essenziali come la manutenzione delle scuole, delle strade, la formazione professionale. Se togliamo questi, che non sono costi ma servizi ai cittadini, l´ammontare totale della spesa aggredibile delle province scende dai 3,7 miliardi stabiliti dalla spending review a 1,3 miliardi. "Parametrando 1,3 miliardi ai 500 milioni previsti dalla spending, il taglio reale che dovrebbe spettare alle Province - ha detto stamane Castiglione - è pari a 176 milioni di euro per il 2012 invece dei 500 milioni previsti e 352 milioni di euro per il 2013 invece del miliardo previsto". "Non siamo in grado di garantire che i 5000 edifici scolastici che gestiamo possano iniziare l´anno scolastico", ha lanciato l´allarme Saitta, secondo cui inoltre "se il Governo non dovesse cambiare idea la metà delle province andrà in dissesto finanziario: il commissario Bondi non ha considerato che noi svolgiamo funzioni che non sono tagliabili". Per Lacorazza "i tagli avranno un impressionante impatto umano. Inoltre non si può tagliare sulle manutenzioni di strade e scuole ad anno già iniziato. Tecnicamente siamo già al dissesto". "Perché invece non si riesce ad intaccare le 3.127 società ed enti partecipati regionali che costano 7 miliardi l´anno? - si è chiesto Castiglione -. Due miliardi e mezzo è il costo dei soli Consigli di amministrazione". A confermare l´errore è una email inviata dal Ministro Giarda al Presidente Saitta, nella quale il Ministro scrive "Caro Presidente, ho cercato invano di far cambiare quella norma. E´ contraria a tutto quello che ho sempre pensato in materia di finanza locale. Speriamo che il Senato sia più saggio del Governo". L´allarme è stato confermato e rilanciato dai Presidenti delle Province del nord, riuniti in Veneto. Tra le dichiarazioni rilasciate il presidente dell´Upi Veneto, Muraro ha sottolineato l´importanza del fatto che: “Oggi, per la prima volta i territori provinciali del Nord (Veneto, Lombardia e Piemonte) si sono riuniti ad un tavolo unico per discutere le istanze del nord da presentare al Governo. Queste tre Regioni, insieme, rappresentano interessi e numeri importanti che vanno ad influire a livello nazionale. Parlando di Pil rappresentiamo il 38,2 % del valore nazionale, il 32% della popolazione italiana vive nelle tre Regioni, infine le nostre esportazioni sono pari al 51% di quelle nazionali. Riteniamo che questi territori debbano essere non solo rappresentanti, ma anche tutelati di fronte alle prossime azioni che intraprenderà il Governo, inserite nella spending review. Due, a mio avviso, i punti determinanti: la richiesta del mantenimento dell´elezione diretta degli organi amministrativi degli enti di area vasta che resteranno e la definizione di competenze certe e tributi propri. Oggi a Verona abbiamo discusso quali le azioni possibili da intraprendere come segnale ´eclatante´: innanzittutto, lo sfratto di quegli Enti statali in affitto dalle Province che in base alla spending review non verseranno più l´affitto. Ma altre sono le proposte fatte dai presidenti che hanno fatto emergere tutto il malessere e le difficoltà di queste rappresentanze territoriali di fronte a certe scelte del Governo. Credo che questo sia solo l´inizio della sinergia fra enti del nord e auspico il coinvolgimento anche delle Regioni interessate. Perchè questa è una battaglia per la collettività!” Ha aggiunto il Presidente Upi Piemonte - Nobili: “Qui non c´è in gioco tanto il futuro delle Province, quanto soprattutto quello dei servizi per la cittadinanza. Entro fine anno, infatti, si rischia di non garantire importanti attività per i cittadini come ad esempio la manutenzione delle scuole e delle strade,il trasporto scolastico, senza dimenticare la gestione dei rifiuti, tema di grande attualità. Non siamo qui per difendere i nostri ruoli, ma l´erogazione di questi servizi. Ci auguriamo che i cittadini comprendano la nostra battaglia e ci supportino. Se su questi tagli lineari non si interverrà con maggiore cognizione di causa i bilanci di tutte le Province – senza aspettare il riassetto che non ci trova concordi nelle modalità con cui questo sta avvenendo – porterà al disavanzo dei bilanci nel corso di questo esercizio, e al dissesto nel prossimo”. “Come Upp – ribadisce Nobili - abbiamo dimostrato grande volontà nell’intervenire in un riordino che produca reali risparmi e insieme reale efficienza, ma chiediamo che restino enti di primo grado con competenze e funzioni ben definite, eliminando organismi di secondo grado che in questi anni hanno svolto compiti di cui le Province possono benissimo farsi carico in prima persona”. Infine, il Presidente Upi Lombardia – Sertori ha ribadito: “I tagli che il Governo vuole portare avanti vanno a ´premiare´ le Regioni che hanno gestito male finora i fondi stanziati e vanno invece a penalizzare le Province virtuose come le nostre che hanno sempre agito con lungimiranza e capacità. È necessario che le elezioni del Presidente e degli organi provinciali rimangano dirette per garantire il principio di rappresentatività democratica, salvaguardare l´indipendenza dei territori e il contatto diretto con i cittadini. Una delle principali funzioni delle Province, infatti, rimane quella di essere enti in grado di fare sintesi tra comuni e Regioni”. I tagli alle Province regione per regione: http://www.Upinet.it/docs/contenuti/2012/07/i%20tagli%20previsti%20dalla%20spending%20review.pdf    
   
   
PROVINCE: LA RIFORMA DEL GOVERNO È UNO SFREGIO PER LA TOSCANA, LA REGIONE CHIEDERA’ MODIFICHE  
 
Firenze, 214 luglio 2012 - “La riforma governativa delle Province stravolge la storia e l’economia della Toscana e fa della Regione un colabrodo”. Lo dice Riccardo Nencini, assessore della Toscana ai rapporti con gli enti locali, che, pur ribadendo con convinzione “l’assoluta necessità di una riforma delle province, non solo per abbattere i costi della burocrazia ma soprattutto per disegnare un assetto istituzionale autorevole e tale da fronteggiare la globalizzazione”, elenca i rischi e le “pericolose storture” che potrebbero scaturire se la norma approvata dal Consiglio dei Ministri dovesse restare immutata nei termini stabiliti dal Governo. Il primo rischio, secondo l’assessore, riguarda l’obbligo di costruire ‘mega-province’ dall’accorpamento di parti del territorio poco compatibili fra di loro. “Penso al rischio – spiega – di vedere Prato e Pistoia, che hanno gravitato e gravitano sulla Toscana centrale obbligatoriamente accorpate al nord della regione”. L’altro aspetto ritenuto rischioso riguarda l’obbligo di far coincidere l’area metropolitana fiorentina con l’attuale provincia: “Difficile considerare ‘città’ – prosegue l’assessore – almeno due terzi dei comuni dell’attuale provincia di Firenze, dalla Valdelsa empolese all’alto Mugello, fino al Chianti estremo”. La Toscana così, annuncia Nencini, non starà a guardare e chiederà formalmente al Governo modifiche al decreto che ha appena iniziato il proprio iter istituzionale, prima dell’approvazione da parte del Parlamento. “Non per avere un numero più alto di province – chiarisce e conclude – ma per costruire una riforma istituzionale della Toscana che non sia uno sfregio alla sua storia e alla sua identità e soprattutto che non rappresenti un ostacolo per il suo futuro sviluppo socio-economico”.  
   
   
FVG, STATO-REGIONE: TONDO IN PARITETICA, MANCA INTERLOCUZIONE CON GOVERNO  
 
Trieste, 24 luglio 2012 - Continua l´iniziativa del presidente della Regione Renzo Tondo per riaffermare l´autonomia speciale del Friuli Venezia Giulia davanti ad interventi governativi che non ne tengono conto. Ieri ha partecipato, a Roma, alla riunione della Commissione paritetica Stato-regione Friuli Venezia Giulia, presieduta dall´on. Manlio Contento, per illustrare "una situazione dei rapporti con lo Stato che desta preoccupazione per la mancanza di interlocuzione con il governo". "Mi pare opportuno che questa commissione, che non ha carattere politico ma comunque ha compiti riferiti all´attuazione dello statuto di autonomia - ha spiegato Tondo - sia portata a conoscenza di una situazione in cui vengono lesi i diritti costituzionali del Friuli Venezia Giulia". Riferendosi al decreto sulla revisione della spesa, il presidente Tondo ha rilevato il contrasto tra quanto stabilito dallo Statuto e quanto invece previsto dal governo sia in merito al prelievo di risorse alla fonte che sulle modalità di attuazione di obiettivi di risparmio pur condivisibili. "Non contestiamo la necessità di mettere in ordine i conti dello Stato - ha ribadito - ma dove abbiamo competenze primarie dobbiamo decidere noi che strada percorrere per raggiungere i risultati. La riforma degli enti locali, per esempio, non ci può essere imposta con un decreto; occorre una interlocuzione dalla quale derivino scelte condivise. Ma come si fa se non si riesce a parlare con il governo?". "La Corte costituzionale, già in diverse recenti occasioni - ha ricordato Tondo - ha ribadito le prerogative delle specialità, ma non possiamo governare aspettando sentenze; occorre un dialogo che non smettiamo di chiedere al governo nel rispetto della Costituzione".  
   
   
RIODINO PROVINCE: TONDO, IN FVG TUTTE O NESSUNA  
 
Rivignano (Ud), 24 luglio 2012 - "Non credo che per la nostra comunità abbia senso cancellare le Province di Gorizia e di Pordenone. Credo che il Consiglio regionale possa fare una scelta coraggiosa: o difenderle tutte e quattro o superale". Lo ha detto il 21 luglio il presidente della Regione, Renzo Tondo, commentando la decisione di ieri del Consiglio dei ministri sui criteri per l´accorpamento delle Province, nel corso dell´incontro pubblico, a Rivignano, promosso per avviare la fusione tra quel Comune e il vicino Comune di Teor. "Porterò all´attenzione della mia maggioranza e del Consiglio regionale una proposta", ha precisato Tondo, rispondendo ad una precisa domanda in questo senso del direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier, che ha moderato l´incontro pubblico. "Pensare oggi di accettare sic et simpliciter l´ipotesi del Governo che di fatto eliminerebbe le Province di Pordenone e Gorizia significherebbe sostanzialmente creare un grande Friuli e la città metropolitana di Trieste. E a questo punto la domanda che mi farei è quale senso possa avere la Regione. Finiremmo per essere un po´ come il Trentino Alto Adige, che ha due Province autonome, con la conseguenza che lì di fatto la Regione non esiste". Di conseguenza per il presidente del Friuli Venezia Giulia "a questo punto credo che si possa anche cominciare a ragionare, con determinazione, sul superamento delle Province". In Friuli Venezia Giulia l´organizzazione degli enti locali, e quindi delle stesse Province, è di competenza esclusiva della Regione, come previsto dallo Statuto di autonomia che ha rango di norma costituzionale.  
   
   
PRENDE CORPO LA SPENDING REVIEW TRENTINA : APPROVATO IL PIANO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE  
 
Trento, 24 luglio 2012 - L’amministrazione provinciale è impegnata da diversi anni in un continuo processo di efficientamento della propria struttura e delle proprie procedure. Quello approvato ieri in seduta straordinaria dalla Giunta è però qualcosa di più: è un vero e proprio Piano di miglioramento della pubblica amministrazione, con il quale prende corpo la Spending review trentina, che come spiegato dal presidente Lorenzo Dellai, non si basa tanto su tagli lineari ma su interventi selettivi che consentono alle strutture già efficenti di continuare ad esserlo e a quelle meno efficenti di migliorare le proprie performances, pur in presenza di un calo delle risorse. Ciò si tradurrà, a regime, in un risparmio di 120 milioni all´anno per le spese di back office (o di funzionamento dell´amministrazione), pari al 4,2% della spesa corrente del bilancio della Provincia, quindi di fatto maggiore di quanto si propone di fare lo Stato con la spending review nazionale (riduzione del 2,2%). Ma questo risparmio avverrà attraverso decisioni assunte dalla comunità trentina, non imposte dall´esterno; nel rispetto dunque delle prerogative dell´Autonomia speciale. Fra gli obiettivi attesi da qui al 2016: un miglioramento della produttività del lavoro pubblico di almeno il 25% (per le attività di back office) e una riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese del 25%, una riduzione del 50% dei tempi medi di almeno la metà dei procedimenti amministrativi (tanto verso le imprese quanto verso i cittadini) e comunque la riduzione del 30% dei tempi medi di tutti i procedimenti; una riduzione del 35% del numero dei procedimenti amministrativi. Le decisioni assunte oggi dalla Giunta affondano le loro radici nella manovra finanziaria per il 2012, che già prevedeva un rilevante intervento di riorganizzazione delle strutture provinciali. La modernizzazione del sistema pubblico costituisce infatti un intervento cruciale, considerato che i servizi offerti dalla pubblica amministrazione rappresentano il 15% del Prodotto interno lordo provinciale (in totale, come si legge nella relazione di accompagnamento al Piano, il 72% del Pil provinciale deriva dal settore servizi in generale). Tenuto conto che la competizione avviene sempre più a livello di sistemi territoriali, un’amministrazione più moderna ed efficiente costituisce un indubbio fattore di vantaggio competitivo per il territorio. Non si tratta, quindi solamente di far fronte alla crisi economica internazionale e di confermare quell´atteggiamento solidale e responsabile che il Trentino ha sempre tenuto nei confronti del resto del Paese; si tratta di introdurre riforme che avranno effetti anche sul lungo periodo, e che renderanno il Trentino più moderno e più competitivo, nonché più solidale, soprattutto con chi ha di meno, perché l´efficienza dell´amministrazione si riflette anche sul complesso delle misure di welfare. "L’obiettivo ambizioso - si legge ancora nella relazione di accompagnamento - è, pertanto, quello di coniugare rigore nei conti pubblici e rilancio della crescita, al fine di sostenere, con il concorso di tutti, la ripresa economica su un percorso di sviluppo duraturo, sostenibile ed equilibrato, che crei benessere per le imprese e per i cittadini e, nel contempo, garantisca nuove fonti finanziarie per l’Autonomia. Ciò è di particolare rilievo, in considerazione dello stretto legame esistente fra l’andamento dell’economia locale e la finanza pubblica provinciale, a seguito della riforma dell’ordinamento finanziario, avvenuta con la modifica del Titolo Vi dello Statuto di Autonomia." Tutto ciò quali effetti avrà sulla comunità trentina nel suo complesso? Ecco alcune cifre: - miglioramento della produttività del lavoro pubblico del 25% (per le attività di back office); - riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese del 25%; - riduzione del 50% dei tempi medi di almeno la metà dei procedimenti amministrativi (tanto verso le imprese quanto verso i cittadini) e comunque riduzione del 30% dei tempi medi di tutti i procedimenti; - riduzione del 35% del numero dei procedimenti amministrativi; - riduzione complessiva delle spese di funzionamento della Provincia e degli altri enti e organismi del sistema pubblico provinciale di almeno il 10%, pari a 120 milioni di euro annui, ovvero al 4,2% della spesa corrente totale della Provincia. Quest´ultima voce si articola in questo modo: - risparmio del 12% della spesa relativa al personale di back office; - risparmio dell’8% della spesa “aggredibile” per acquisto di beni e servizi; - graduale riduzione di circa il 5% dei trasferimenti ad enti e soggetti esterni al sistema pubblico provinciale, interessati da analoghi processi di modernizzazione. Il Piano è stato messo a punto dalla Conferenza dei Dirigenti generali assieme al Comitato guida per il miglioramento dell’amministrazione provinciale. È previsto, inoltre, che analoghe azioni siano realizzate anche da agenzie ed enti strumentali, secondo specifiche direttive, e da parte di Comuni e Comunità, d’intesa con il Consiglio delle autonomie locali. Riepiloghiamo gli obiettivi del Piano, come indicati nella legge provinciale 10 del 31 maggio 2012, “Interventi urgenti per favorire la crescita e la competitività del Trentino”: a) riorganizzazione del sistema pubblico provinciale; b) semplificazione amministrativa; c) iniziative per l´amministrazione digitale; d)analisi e monitoraggio della spesa pubblica e individuazione delle misure di razionalizzazione e qualificazione e dei processi erogativi al fine di contenere le spese di funzionamento, di migliorare i processi di produzione dei servizi pubblici e di rimuovere spese eccedenti e improduttive, prevedendo inoltre specifici criteri di riduzione delle spese per incarichi di consulenza e di collaborazione; e) orientamento del sistema dei controlli anche agli obiettivi di cui al comma 1; f) interventi per la trasparenza; g) rilevazione della soddisfazione degli utenti; h) sistemi di incentivazione e valutazione della dirigenza e del personale orientati al conseguimento degli obiettivi del piano; i) coinvolgimento del privato nell´offerta e nella gestione di servizi e di attività attualmente collocati nell´area pubblica; Il Piano approvato oggi affronta ognuno di questi punti, prevedendo per ciascuno di essi tutta una serie di azioni specifiche e i relativi tempi di realizzazione. Qualche esempio: alla voce "riorganizzazione" si parla della creazione di centri di servizio unitari per le attività che richiedono alta specializzazione, (come la realizzazione di opere pubbliche o la gestione di appalti e contratti), di gestione del turn over (nel prossimo quinquennio il personale provinciale che raggiungerà l´età pensionabile è stimato essere attorno al 15%); della riorganizzazione delle società di sistema. Alla voce "semplificazione amministrativa", troviamo la realizzazione del Piano straordinario per la riduzione di almeno il 25% degli oneri amministrativi a carico delle imprese o interventi quali l´informatizzazione totale della modulistica rivolta al cittadino e la riorganizzazione degli sportelli unici periferici. Alla voce "iniziative per l´amministrazione digitale" tutta una serie di misure innovative rese possibili anche dalla diffusione della banda larga. Ed ancora: alla voce "Analisi e monitoraggio della spesa pubblica" abbiamo ad esempio tutta una serie di misure relative alla centralizzazione degli acquisti, al contenimento delle spese discrezionali, ed anche azioni già avviate recentemente dall´amministrazione come l´adozione del car sharing per il personale provinciale (partita lo scorso 27 giugno) o la diffusione del telelavoro. E così via. Il Piano ha durata quinquennale. Entro il 31 ottobre saranno approvate le misure di attivazione, emanate le direttive e adottati gli atti necessari per l’individuazione degli interventi da attuare da parte degli altri soggetti del sistema pubblico provinciale (Enti, società controllate, Fondazioni). Su queste linee generali nei prossimi giorni ci sarà anche un confronto con le organizzazioni sindacali. A questo proposito, l´assessore Mauro Gilmozzi ha riconfermato l´impegno al finanziamento del Foreg utilizzando una quota parte dei risparmi ottenuti. In questo senso, la cifra del 120 milioni e´ da considerarsi al netto di ulteriori risparmi che saranno utilizzati per finanziare il Foreg.  
   
   
FIRENZE SPENDING REVIEW, OGGI SEMINARIO IN PROVINCIA  
 
Firenze, 24 luglio 2012 - Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto 6 luglio 2012, n. 95 "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini" (Spending review), la Provincia di Firenze organizza un seminario per approfondire le novità previste per la Province ed in particolare relativamente alla politica del Personale ed alla situazione dei Bilanci, argomenti su cui si è evidenziata urgentemente da più parti l’esigenza di avere informazioni e delucidazioni. Il seminario è stato convocato dall´Assessore Tiziano Lepri, Coordinatore Assessori al Bilancio e Personale Upi Toscana, per martedì 24 luglio 2012 alle ore 10,00 presso la sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, in via Cavour 1 a Firenze, con questo programma: dalle ore 10 alle ore 12 illustrazione del Decreto 6 luglio 2012, n. 95 "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini" (Spending review) (sessione dedicata ai Presidenti di Giunta e Consiglio, a tutti gli Assessori, ai Consiglieri e ai Dirigenti delle Province della Toscana). Interverranno: 1. Dott. Cesare Cava, Commercialista Esperto di Finanza Locale: L’incidenza sui bilanci degli enti locali del Dl 95/2012 “Revisione della spesa pubblica”. 2. Dott. Giuliano Palagi, Direttore Generale della Provincia di Pisa: le modifiche normative in materia di spesa del Personale. 3. Avv. Prof. Paolo Carrozza, Ordinario Scuola Superiore Sant’anna – Pisa: le novità ordinamentali del dl 95/2012. 4. Dott. Rocco Conte, Dirigente Servizi Finanziari Provincia Firenze: effetti della spending review sui bilanci delle province toscane. I lavori proseguiranno dalle ore 12 alle ore 14 ca. Con la riunione degli Assessori al Bilancio e al Personale e dei Dirigenti ai servizi finanziari ed al Personale.  
   
   
FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: PATTO DI STABILITÀ INTERNO, PIANO DELLE DIPENDENZE, FORMAZIONE PROFESSIONALE, RISPARMIO ENERGETICO NEGLI EDIFICI, CARTA DI CREDITO DELLA CULTURA, FINANZIAMENTI PER IL PATRIMONIO CULTURALE  
 
 Torino, 24 luglio 2012 – Di seguito alcuni dei principali argomenti esaminati il 23 luglio dalla Giunta regionale. La riunione è stata coordinata dal presidente Roberto Cota. Patto di stabilità interno. Agli enti locali piemontesi soggetti al Patto di stabilità interno viene messo a disposizione, su proposta dell’assessore Giovanna Quaglia, un primo plafond di 100 milioni di euro che sarà ripartito secondo le modalità ratificate dal Consiglio delle autonomie locali nella seduta del 9 luglio scorso. Sarà possibile accelerare i pagamenti delle spese di investimento di Comuni e Province, migliorare la dotazione di infrastrutture pubbliche e favorire così la crescita dell’economia. Piano delle dipendenze. Il Piano di azione regionale sulle dipendenze 2012-2015, presentato dall’assessore Paolo Monferino, si propone di avviare una serie di azioni come lo sviluppo degli interventi di prevenzione selettiva rivolti ai giovani ed alle fasce di popolazione a rischio, di diagnosi e il trattamento precoce, di cura e prevenzione delle patologie correlate (incremento degli eroinomani soggetti a programmi di trattamento e continuità assistenziale nelle varie fasi di intervento), di riabilitazione e reinserimento (adeguamento dell’offerta di trattamenti residenziali e semiresidenziali, sperimentazione di percorsi assistenziali flessibili e integrati con le varie fasi terapeutiche), di monitoraggio e valutazione (aumento dell’appropriatezza dei percorsi assistenziali e dei percorsi integrati di cura ad alta intensità e ad alto rischio per la salute). Formazione professionale. Le Province, su proposta dell’assessore Claudia Porchietto, sono autorizzate ad avviare il procedimento per la ripetizione durante l’anno 2012-13 di tutte le attività formative finalizzate ad assolvere l’obbligo di istruzione e il diritto-dovere, a qualificare gli adolescenti in uscita dal sistema scolastico ai fini della loro occupabilità, a recuperare la dispersione scolastica e formativa, ai percorsi sperimentali per il rilascio del diploma professionale di tecnico. Risparmio energetico e riduzione delle emissioni. Stanziati su proposta dell’assessore Roberto Ravello 3,1 milioni di euro per incentivare gli interventi di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni in atmosfera, destinati ai proprietari di edifici, agli amministratori condominali, alle imprese di gestione energetica. I nuovi criteri intendono migliorare la fruibilità e l’efficacia dell’attuale bando, anche in considerazione del fatto che la crisi economica sta condizionando fortemente l’accesso al credito. In particolare, si è ritenuto necessario affiancare anche la facoltà di usufruire di una specifica garanzia che faciliti il finanziamento bancario, che riveste particolare importanza soprattutto per i condomini. E’ stata inoltre considerata l’opportunità di dedicare parte delle risorse disponibili agli interventi sulla termoregolazione e contabilizzazione del calore separata per unità abitativa (la scadenza per l’introduzione delle valvole termostatiche negli edifici con riscaldamento centralizzato anteriori al 1991 è stata prorogata al 1° settembre 2014) e di interventi ad essa funzionalmente integrati, come la riqualificazione del sistema di generazione del calore e/o la coibentazione di parti dell’involucro edilizio. Innovazione nel commercio. Le piccole e medie imprese dei settori commerciale e somministrazione di alimenti e bevande potranno, su proposta degli assessori William Casoni e Massimo Giordano, ottenere contributi a fondo perduto per adottare tecnologie e soluzioni informatiche innovative capaci di semplificare e migliorare la gestione aziendale, le relazioni con i fornitori ed i clienti, il marketing e la comunicazione. Le risorse disponibili per il periodo 2012-13 ammontano a 2 milioni di euro e derivano dalla parte del programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale dedicata all’adozione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per l’innovazione e la transizione produttiva. Recupero finanziamenti Finpiemonte. Con riferimento ai procedimenti di revoca avviati nei confronti di beneficiari di contributi erogati su alcune misure dei fondi europei 2000-2006 ed ora sottoposti a procedimento penale, su proposta dell’assessore Massimo Giordano si autorizza Finpiemonte s.P.a. Alla transazione nei seguenti casi e termini: se il beneficiario ha restituito integralmente il contributo, si rinuncia a pretendere ogni ulteriore somma, interessi inclusi, ed a costituirsi parte civile nel processo penale; se il beneficiario ha restituito la parte di contributo percepito indebitamente (in quanto non giustificato da spese effettivamente sostenute e non contestate), qualora l’importo reale dell’investimento realizzato sia pari o superiore al minimo richiesto nei bandi si rinuncia a pretendere ogni ulteriore somma, compresi la quota di contributo debitamente percepito e gli interessi nonché a costituirsi parte civile; nei casi di beneficiari di contributi percepiti per le fiere, si transige nel limite non inferiore all’80%, sempre con rinuncia agli interessi e alla costituzione di parte civile. La Regione, per il tramite di Finpiemonte, proseguirà invece nelle azioni di recupero (comprensive della richiesta degli interessi) in tutti gli altri casi, in particolare per quelli in cui i beneficiari non hanno proceduto o non hanno manifestato l’intenzione di procedere alla restituzione del contributo. Carta di credito della cultura. Definito, su proposta dell’assessore Michele Coppola, il primo elenco delle istituzioni culturali maggiormente rappresentative del territorio piemontese possibili beneficiarie del fondo di finanziamento legato alla carta di credito della cultura. Si tratta di Fondazione per il Libro, Biblioteca nazionale universitaria, Centro studi piemontesi, Istituto per i beni musicali, Museo di Anatomia, Museo del Cinema, Museo del Risorgimento, Museo della Resistenza, Museo della Montagna, Museo regionale di Scienze naturali, Circolo dei Lettori, Galleria d’arte moderna, Fondazioni Film Commission, Teatro Stabile, Teatro Piemonte Europa, Teatro Ragazzi e Giovani, Teatro Regio (per il Regio itinerante) di Torino, Fondazione Teatro Coccia di Novara, Fondazione Teatro Regionale Alessandrino, Fondazione Circuito teatrale del Piemonte, Teatri municipali del Piemonte, Consorzio La Venaria Reale, Castello di Rivoli, Castello di Racconigi, Forte di Exilles, Settimane musicali di Stresa, Torino Città Capitale Europea per il Gran Tour e l’Abbonamento musei, festival Acqui in palcoscenico e Asti Teatro, Accademia Montis regalis di Mondovì, Sistema ecomuseale regionale. Si tratta di una lista esemplificativa e non esaustiva, che ogni anno potrà essere modificata sulla base delle indicazioni provenienti dal territorio e dai titolari della carta. Patrimonio culturale e naturale. Il programma operativo di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale viene integrato, su proposta degli assessori Massimo Giordano e Michele Coppola, con l’inserimento del finanziamento di una serie di nuovi interventi per un totale di circa 15 milioni di euro. Vittime della pedofilia. Confermati, su proposta dell’assessore Paolo Monferino, i criteri per l’accesso al Fondo regionale a sostegno delle vittime della pedofilia, in base al quale i soggetti gestori delle funzioni socio-assistenziali possono presentare domanda di contributo per i casi relativi al periodo luglio 2011-giugno 2012. Parrucche. Il programma di erogazione del contributo di 250 euro per l’acquisto di parrucche a favore di bambine, adolescenti e donne affette da alopecia a seguito di chemioterapia proseguirà, su proposta dell’assessore Paolo Monferino, anche per tutto il 2012. Lo stanziamento approvato è di 520.000 euro. Promozione turistica. Il programma di azioni di promozione, informazione e accoglienza turistica presentato dall’assessore Alberto Cirio stanzia 2 milioni di euro per la partecipazione a fiere e borse turistiche in Italia e all’estero, l’organizzazione di momenti informativi per giornalisti, azioni ed interventi di co-marketing nei mercati di particolare interesse. Sono inoltre stati approvati: su proposta dell’assessore Barbara Bonino, il testo del protocollo d’intesa tra Regione Piemonte, Provincia di Cuneo e Comune di Mondovì per la costituzione di una cabina di regia per la realizzazione del polo logistico intermodale provinciale; su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, il piano particolareggiato dell’area di via Mazzini e la contestuale variante al piano regolatore generale di Cameri (No); su proposta dell’assessore William Casoni, un disegno di legge con cui si sposta al 27 novembre 2012 il termine di sospensione della presentazione delle domande per nuove aperture commerciali e trasferimento di sede di esercizi di vendita superiore a mq. 4500, un altro disegno di legge che intende uniformare le disposizioni che disciplinano i requisiti per l’esercizio dell’attività commerciale di vendita e di somministrazione di alimenti e bevande, il regolamento regionale per la conservazione dello scoiattolo rosso e il controllo dello scoiattolo grigio; su proposta dell’assessore Alberto Cirio, l’assegnazione al Comune di Perrero (To) di 100.000 euro per l’adeguamento sismico dell’edificio sede della scuole elementari e medie; su proposta dell’assessore Paolo Monferino, il regolamento sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti; su proposta dell’assessore Roberto Ravello, il nuovo regolamento sul volontariato della Protezione civile, che ne aggiorna la disciplina, l’attività e l’organizzazione; su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, la proroga al 31 dicembre 2012 della scadenza dell’accordo di programma con la Provincia di Novara per il sostegno alla rete irrigua.  
   
   
CITTÀ METROPOLITANA, LE COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI ISTITUZIONALI DEL COMUNE DI FIRENZE SPINI E DELLA VICEPRESIDENTE GIULIANI  
 
 Firenze, 24 luglio 2012 - "Ancora oggi tanti, troppi campanilismi" Questa la comunicazione di Valdo Spini presidente della Commissione Affari istituzionali e coordinatore delle commissioni consiliari competenti dei comuni capoluogo interessati all’istituzione della città metropolitana: "Siamo di fronte ad un decreto legge vigente che è attualmente all’attenzione del Parlamento per la sua conversione che riguarda in modo molto incisivo i poteri locali. In prima battuta si procederà ad un accorpamento delle province. In relazione a tale decreto il Consiglio dei Ministri di venerdì 20 u.S. Ha definito i criteri per il riordino delle Province affermando che i nuovi enti dovranno avere almeno 350.000 abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2.500 km quadrati. Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle Autonomie locali (Cal) perché formuli le sue proposte. La proposta finale sarà trasmessa da Cal e regioni interessate al Governo il quale provvederà all’effettiva riduzione delle province promovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura. Sostanzialmente in Toscana questo costringerebbe all’accorpamento tutte le province eccettuata quella di Firenze. In una seconda fase, cioè a partire dal 1 gennaio 2014, la stessa provincia di Firenze cesserà di esistere e al suo posto verrà istituita la città metropolitana con la medesima estensione territoriale. Quest’ultima avrà i poteri che il Decreto “Salva Italia” attribuiva alle province più quelle che il decreto “Spending review” attribuisce alle città metropolitane si tratta di poteri molto interessanti ed incisivi. Questo il quadro legislativo attuale, naturalmente fermo restando il potere del Parlamento di introdurvi delle modifiche in sede di conversione del provvedimento. Tale conversione è prevista prima della pausa ferragostana. Faccio osservare che il tema dell’istituzione della città metropolitana è stato preso sul serio dalla nostra Commissione fin dal convegno che organizzammo l’11 febbraio 2010. Non solo, ma proprio per la nostra iniziativa, cominciarono a svolgersi a livello nazionale riunioni delle commissioni consiliari competenti delle città interessate all’istituzione della città metropolitana. Tali riunioni si sono svolte a Firenze il 1 marzo 2012, ancora a Firenze il 17 maggio 2012 e a Venezia il 17 luglio u.S.. Siamo quindi fra i non molti che hanno cercato di mettere in moto un processo che non venisse solo dall’alto ma anche dal basso. Oggi ci troviamo di fronte ad un decreto che, a ventidue anni di distanza dalla prima previsione legislativa in materia, a 11 anni di distanza dall’inserimento delle città metropolitane in Costituzione, decide di istituirle. E’ un’occasione che non vogliamo perdere e quindi a Venezia abbiamo tutti insieme richiesto l’approvazione del decreto, naturalmente rispettosi delle modifiche che il Parlamento vorrà apportarvi. Se mai, visto che il decreto parte istituire in giugno 2013 le città metropolitane di Genova (attualmente la Provincia è commissariata) e di Roma (la Provincia avrebbe dovuto votare nel 2013) si potrebbe consigliare di anticipare a quella data la costituzione di tutte le città metropolitane in modo da rendere omogenea la partenza iniziale. In tal senso, non appena il decreto verrà convertito, rivolgeremo anche un invito alle Commissioni consiliari competenti di tutti i comuni della provincia per un primo confronto libero ed aperto sulle tematiche inerenti all’attuazione del decreto stesso. Non vogliamo infatti in nessun modo dare l’impressione di un comune capoluogo che voglia prevaricare o emarginare nessuno ma al contrario coinvolgere tutti in un dibattito che ci auguriamo fecondo e produttivo. Quello che ci attendiamo dalle città metropolitane è riduzione delle spese; più semplificazione nelle decisioni (oggi troppo frammentate), più efficienza e più democrazia. Sì più democrazia perché vogliamo che i cittadini possano determinare sulle decisioni che di fatto vengono prese a livello intercomunale. Da tale punto di vista mi pronuncio con chiarezza per l´elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitani". L´intervento della vice presidente della commissione Affari istituzionali Maria Federica Giuliani: "Nel sottolineare l’importanza ed il ruolo che il coordinamento delle città metropolitane ha svolto, vorrei sottolineare le parole del sindaco di Venezia Orsoni portavoce e coordinatore Anci delle Città metropolitane che ha ben evidenziato la necessità di ridefinizione dei nostri comuni in funzione delle comunità e non tanto a quelle delle istituzioni. L’accelerata sulla concreta attuazione della riforma che vede l’istituzione delle Città metropolitane, che alla luce delle esperienze odierne risultano essere casi così rari da essere finora citati comunemente fra gli addetti ai lavori solo quali best practices, ha travolto la riflessione e trovato concretezza nel decreto legge n.95 varato dal governo il 6 luglio scorso. Nella grande famiglia della pubblica amministrazione si deve costatare che resistono ben radicati ancora oggi tanti, troppi campanilismi, accompagnati spesso dall’insano meccanismo dell’autoreferenzialità ancora eccessivamente diffuso per consentire vere forme di collaborazione fra istituzioni non solo in Toscana, ma in tutto il paese. E’ stato acutamente osservato che la creazione della Città metropolitane avrà sviluppi fondamentali per l’economia e la gestione urbana, poiché come sostiene il prof. Fabio Totaro “rappresenta un traguardo complesso ed impegnativo, ma realmente conseguibile solo attraverso un percorso culturale, sociale e politico che, pare corretto dire, difficilmente potrà svolgersi compiutamente se tra i cittadini e le istituzioni non riuscirà ad affermarsi il diffuso convincimento di un’effettiva appartenenza a comunità più estese di quelle originarie, condividenti problematiche di più ampia portata, e per questo necessitanti, in ossequio ai principi di differenziazione ed adeguatezza, di un livello istituzionale di governo nuovo, forte di accresciuti poteri ma nel contempo rispettoso dell’identità di base”. E questo è uno snodo non trascurabile e che non si può bypassare, le Città metropolitane comportano infatti due principali problemi : la prima non trascurabile è proprio la formazione di un’identità sociale consolidata, la seconda la determinazione di una governance equilibrata e rappresentativa dei territori. Senza andare a scavare troppo addietro nel tempo mi preme ricordare che già nel 2000 la Regione Toscana con delibera del Consiglio Regionale della Toscana aveva ricercato una via per la costituzione della città metropolitana con la delibera n.130 del 29.03.2000 che individuava l’Area metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia, quell´area toscana formata dal territorio delle province di Firenze, Prato e Pistoia con la seguente dicitura: l’Area Metropolitana Fiorentina, di cui all’art. 17, comma 2 della legge 8.6.1990, n. 142 come modificato dalla legge n. 265/1999, è costituita dall’intero territorio delle province di Firenze, Prato e Pistoia". Lo stesso decreto sottolineava altresì: "nell’ambito dell’Area Metropolitana gli enti locali interessati promuoveranno, d’intesa tra loro, le opportune forme di cooperazione e integrazione". Questo territorio andava così a comporsi da un totale di 73 comuni, esteso per 4.844 chilometri quadrati, comprendente circa 1.540.034 abitanti residenti con una densità di 311 ab/km², di cui il 24% corrispondente alla popolazione di Firenze. Questa previsione come è noto è rimasta una valenza esclusivamente statistica, infatti non è stato mai previsto alcun Ente pubblico, come invece era previsto, che comprendesse l´intero territorio in questione. Il Consiglio Comunale di Firenze si espresse a favore di tale previsione normativa e con propria delibera n. 121/23 del 14.02.2000 e ratificò l’ "Adesione del Comune di Firenze all’ipotesi di perimetrazione dell’area metropolitana nei confini delle Provincie di Firenze, Prato, Pistoia”. Le sfide cui le grandi aree urbane devono far fronte e le loro ambizioni sono quindi in larga misura le stesse. I punti deboli di uno sviluppo equilibrato delle aree metropolitane risied allora principalmente nella mancanza di identità e nell´assenza di una governance adeguata che il decreto per sua natura e genesi, non tiene in debita considerazione. Con la nuova previsione normativa di necessità ed urgenza forse più di risparmio che di revisione della spesa, all’art.18 il decreto legge del governo sulla spending review individua ora nuova forma di Città metropolitana rispetto a quanto il legislatore aveva originariamente ipotizzato e soprattutto diversa rispetto alla strutturazione del disposto dell’art.114 Cost., si è, in definitiva, alla presenza di un ente locale territoriale del tutto identico, sotto il profilo della qualificazione giuridica, a Comuni e Provincia, ma nuovo e distinto in rapporto alle funzioni che esso sarà destinato ad esercitare sul territorio che corrisponde all’attuale provincia in via di soppressione, le cui funzioni saranno poi declinate con successivi decreti attuativi, sempre che si arrivi entro i sessanta giorni alla conversione tout court e senza modifiche da parte del Parlamento. Inoltre ai sensi dell’art.114 della Costituzione, Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato hanno pari dignità costituzionale, e gli enti del governo territoriale "sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione", viene quindi da chiedersi se un decreto legge possa spingersi fino ad una diversa interpretazione del dettato costituzionale. Discutere insieme su quale forma di municipalità organizzare diventa quindi sempre più cogente e fondamentale, rispetto sia al sistema elettorale che non può banalmente trasformarsi in un’elezione di secondo grado con un così esiguo numero di consiglieri, dodici che non avrebbero la forza dell’elezione diretta e non coprirebbero sufficientemente neanche i territori rappresentati; sia per quanto attiene al sentire comune dei cittadini che già vivono la città metropolitana e si sentono parte di essa, coinvolgendoli e rendendoli partecipi su come guidare il processo di trasformazione della Provincia nel nuovo ente e se questa sarà la scelta finale, della Città Metropolitana e con quali tempi e su quali basi, in un’ottica di efficentamento. Ecco allora che la Città Metropolitana potrà diventare una grande metropoli al passo con le moderne città del mondo anziché 44 città, non più con 44 sistemi informativi, 44 siti, 44 pagine sociali, 44 notiziari istituzionali tutto questo solo se saprà coinvolgere al cambiamento tutti i territori coinvolti superando gli atavici localismi. Una folla di messaggi e di sistemi coordinati potranno guidare al meglio il cittadino e non farlo perdere nella selva delle diverse attribuzioni e competenze offrendo nell’era dei servizi online e della tecnologia a portata di tutti, chiarezza e usabilità dei sistemi e dei servizi che potranno essere armonizzati e soprattutto ottimizzati. (Alessia Tronchi) Il tema della resilienza, quello che in psicologia è intesa come capacità di trarre un’esperienza positiva da un’avversità, non è più avvertito come un fatto puramente individuale, ma diventa così un aspetto collettivo. La forzatura verso la città metropolitana dettata dalla necessità di ottimizzare risorse e sostanze trova allora nella comunità resiliente la vera evoluzione per una pubblica amministrazione davvero proiettata al futuro: la città resiliente richiede solo visione, disponibilità, apertura, ed è così immediatamente realizzabile E’ quindi imperativa l’esigenza di mettersi urgentemente a capo di questi processi, non solo con l’intento di governarli o regolamentarli, ma principalmente per coordinare e stimolare le comunità coinvolte con i loro rappresentanti, il come lo decideremo insieme. In questo momento storico per le nostre comunità sentiamo forte la necessità di scrivere assieme, le regole per i futuro nostro e dei nostri figli, non ritenendo esaustiva la discussione limitata alle pur qualificate sedi di commissioni istituzionali. “The content is the king”, afferma efficacemente Bill Gates, alla fine, è sempre il contenuto il vero re, lo è ancor più per il decreto nella revisione della spesa"  
   
   
UMBRIA, DECRETO SPENDING REVIEW: RIUNONE CABINA DI REGIA REGIONE, PROVINCIE, ANCI, UPI E CONSIGLIO AUTONOMIE  
 
Perugia, 24 luglio 2012 – Si è svolta ieri pomeriggio a Perugia, nella sede di palazzo Donini, la riunione della Cabina di regia regionale convocata dall’assessore regionale alle riforme istituzionali, Gianluca Rossi e presieduta dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, nel corso della quale si è discusso in maniera approfondita del decreto “spending review”, con particolare riferimento all’articolo del decreto governativo che stabilisce i criteri per la soppressione delle Provincie. Alla riunione hanno preso parte i presidenti delle Provincie di Perugia e Terni, Marco Vinicio Guasticchi e Feliciano Polli, ed i sindaci di Perugia e Terni, Wladimiro Boccali e Leopoldo Di Girolamo, in rappresentanza rispettivamente dell’Anci Umbria e del Consiglio delle autonomie locali. L’art. 17 del decreto legge - relativo alla “soppressione e razionalizzazione delle Provincie e loro funzioni” - ed i relativi criteri indicati, creerebbe per la Regione Umbria l’anomala situazione, dove la riduzione ad una sola Provincia equivarrebbe a determinare una perfetta coincidenza tra il territorio e la popolazione di ambito regionale e quello della provincia unificata. Ciò in base a criteri individuati nella deliberazione del Consiglio dei Ministri che per il riordino delle Province stabiliscono i due parametri relativi ad estensione del territorio e popolazione residente. Le istituzioni umbre, dunque, hanno espresso l’auspicio che Governo e Parlamento impediscano il verificarsi di una tale ipotesi che creerebbe oltretutto anche una profonda confusione rispetto al ruolo che le due istituzioni dovrebbero svolgere. Difficile, se non impraticabile - nell’ipotesi di una unica provincia in Umbria – anche la politica di decentramento regionale. Attualmente, infatti, le Provincie in Umbria svolgono funzioni già oggi trasferite dalla Regione in materia di politiche ambientali, trasporti, urbanistica, scuola, formazione e lavoro, etc. Nel verificarsi quindi della anomala condizione di coincidenza dei due ambiti, quello regionale e quello provinciale, di fatto si svuoterebbe il ruolo dell’istituzione provinciale, venendo meno così il decentramento stesso. In considerazione di tutte queste anomalie i rappresentanti delle istituzioni umbre auspicano una modifica sostanziale dell’articolo 17 ed esprimono condivisione e sostegno alle ipotesi di emendamenti presentati in Senato, tesi ad impedire una riforma che determini la coincidenza tra l’intero territorio regionale e l’unico ambito provinciale. La “cabina di regia” istituzionale tornerà in ogni caso a riunirsi non appena il decreto sarà convertito in legge da parte del Parlamento, per la conseguente analisi della situazione istituzionale che si sarà determinata.  
   
   
UNCEM TOSCANA, PROVINCE, OK RIDURLE MA IN UN QUADRO DI RIFORME GENERALI PRIMA CHIARIRE RUOLO E FUNZIONAMENTO E POI DECIDERE  
 
Firenze, 24 luglio 2012 - Sebbene ancora non si veda con chiarezza il risultato finale, sembra che il governo voglia procedere alla riduzione delle province in base al numero di abitanti e all´estensione territoriale. In Toscana, Firenze a parte (che comunque diventerà area metropolitana comprendendo anche comuni come Marradi e Firenzuola!!!) nessuna provincia possiede i numeri per restare in piedi. Quindi si andrà verso una serie di accorpamenti che potrebbero portare, nella nostra regione, a tre macro aree. Questa soluzione può anche essere sottoscrivibile ma il problema è un altro. Siamo sicuri che sia questo il miglior modo di procedere, cioé decidere in base ai parametri di abitanti e territorio e, soprattutto, decidere all´interno del meccanismo della cosiddetta "spending review"? Io credo che sia necessario e utile ridisegnare i confini delle province ma prima ancora serve chiarirne i compiti. E sciogliere un nodo essenziale: questi enti servono, e allora vanno preservati pur in un quadro di revisione, oppure no, e allora possiamo anche procedere alla loro totale abrogazione. Una riforma importante come quella delle province non può essere realizzata solo all´interno di un piano di riduzione e contenimenti dei costi. Quando si parla di riforme dovremmo sempre avere un quadro generale chiaro e definito e procedere al suo interno. Non si possono ridurre le province senza ripensare il ruolo di comuni, regioni e altri enti intermedi: a questo proposito è positivo che il governo abbia delegato ai Consigli delle autonomie locali (Cal) la ridefinizione dei nuovi organismi. Prima di decidere quali e quante province tagliare e, dunque, procedere agli accorpamenti, dovremmo avere ben chiaro il loro ruolo e il loro funzionamento. Altrimenti si rischia di mischiare un´esigenza vera e sacrosanta, la riduzione delle spese superflue nel settore pubblico, con un rimedio che rischia di non portare i risultati sperati.  
   
   
PATTO DI STABILITÀ: IN PIEMONTE 100 MILIONI AGLI ENTI LOCALI PER SBLOCCARE I PAGAMENTI  
 
Torino, 24 luglio 2012 - Sono stati ripartiti tra 117 Comuni e 8 Province i 100 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Piemonte sul Patto di stabilità regionalizzato per il 2012. Lo annunciano il presidente Roberto Cota e l’assessore regionale al Bilancio, Giovanna Quaglia, dopo l’approvazione nella seduta di Giunta del 23 luglio della delibera che prevede un primo intervento a sostegno degli enti locali soggetti al Patto di stabilità interno. Oltre alle Province, le risorse assegnate che permetteranno di non sforare il Patto di stabilità e di sbloccare i pagamenti alle aziende sono state così suddivise: ad Alessandria 9 Comuni per 4.257.000 euro, ad Asti 6 Comuni per 3.373.000 euro, a Biella 5 Comuni per 1.609.000 euro, a Cuneo 23 Comuni per 7.194.000 euro, a Novara 9 Comuni per 3.999.000 euro, a Torino 52 Comuni per 29.372.000 euro, nel Vco 7 Comuni per 2.315.000 euro, a Vercelli 6 Comuni per 3.582.000 euro. “Governare una Regione - osserva Cota - significa trovare soluzioni pratiche per il territorio soprattutto nel momento del bisogno. Con la crisi che stiamo vivendo, abbiamo ritenuto doveroso non limitarci ad amministrare l’ente, ma ci siamo impegnati fin dal primo giorno nel riformarlo. E così oggi, grazie alla regionalizzazione del Patto di stabilità da noi introdotta, possiamo cominciare a dare le prime risorse ai Comuni, mitigando così in parte gli effetti negativi delle politiche economiche sbagliate messe in campo dallo Stato centrale soprattutto nell’ultimo periodo. Se si vuole far ripartire l’economia, occorre dare ossigeno alle imprese, che sono da sempre la locomotiva del sistema produttivo”. “In questa fase di sofferenza per gli enti locali e per l’intero sistema produttivo - prosegue Quaglia - dobbiamo trovare le soluzioni più idonee per impedire che, a causa dei vincoli del patto, Comuni e Province si ritrovino nell’assurda situazione di avere risorse in cassa senza poterle utilizzare, rallentando di fatto gli investimenti. L’obiettivo per tutti è l’accelerazione dei pagamenti alle imprese: la cosiddetta regionalizzazione del Patto intrapresa dal Piemonte, che consente l’ottimizzazione degli spazi finanziari a disposizione dei diversi Enti, ha dimostrato che stiamo percorrendo la strada giusta”. La novità per il 2012 riguarda alcuni criteri di ripartizione del plafond, che sono stati redatti insieme ai rappresentanti delle autonomie locali indicati dal Cal. Per la suddivisione si è tenuto conto principalmente della quota dei residui passivi dei Comuni, ma anche degli investimenti fermi nell’edilizia scolastica e della quantità di risorse bloccate sui fondi per le aree sottoutilizzate. “Un metodo condiviso - precisa Quaglia - frutto di un proficuo confronto con i rappresentanti degli enti locali. Continuiamo a lavorare in questa direzione: a settembre è previsto un monitoraggio dei pagamenti effettuati, in base al quale potremo procedere ad una eventuale redistribuzione delle eccedenze”.  
   
   
BEI, BANCO DI SARDEGNA E SINLOC: 33 MILIONI PER INVESTIMENTI NELL´ISOLA  
 
Cagliari, 24 Luglio 2012 - Una grande opportunità, una sfida che in tempi di spending review, nei quali si deve razionalizzare la spesa, vogliamo raccogliere orientando le risorse verso interventi che generino ricchezza e sviluppo. Con la firma del 20 luglio vengono fissati i principali termini e condizioni che dovranno regolamentare le modalità di gestione del Progetto Jessica ed in particolare delle risorse afferenti all´Asse V - Fondo di Rigenerazione Urbana del Por Fesr Sardegna 2007-2013”. E’ quanto affermato dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione Giorgio La Spisa, sovrintendendo oggi alla firma dell’Accordo Operativo tra Bei (Banca Europea degli Investimenti), Banco di Sardegna e Sinloc per la gestione del fondo Jessica. "In base all´Accordo Operativo - ha spiegato il vice presidente della Regione - la Bel eroga al Fsu, Banco di Sardegna, un finanziamento condizionato a lungo termine per un importo pari a Euro 33.110.0001, ai sensi del quale il Banco, si impegna a realizzare il Progetto Jessica, attraverso, in particolare, l’erogazione di finanziamenti e investimenti in conto capitale in favore dei Progetti che fanno parte di Progetti Integrati di Sviluppo Urbano o altri strumenti di pianificazione integrata giudicati ammissibili dall’Autorità di Gestione del Por Fesr”. Il Banco di Sardegna, insieme a Sinloc, è risultato il soggetto che ha presentato l’offerta più soddisfacente a seguito della pubblicazione dell´invito a Manifestare Interesse lanciato dalla Bei per l’individuazione di uno o più gestori di Fondi di Sviluppo Urbano (Fsu) in Sardegna nell´ambito della selezione prevista per il lotto 1, finalizzato ad iniziative nello sviluppo urbano, di cui all´Asse V del Por Fesr 2007 - 2013. "Quasi un dovere per il Banco partecipare a questa iniziativa - ha sottolineato Giuseppe Cuccurese, direttore del Banco di Sardegna - abbiamo già creato un team da distaccare sui territori per fornire assistenza tecnica a comuni e imprese”. L´iniziativa Jessica assicura la sostenibilità a lungo termine della sua azione attraverso il carattere rotativo del contributo dei Fondi Strutturali: la restituzione dei contributi veicolati attraverso i Fsu consentirà una ricostituzione automatica delle risorse messe a disposizione dalle Adg, con un conseguente effetto moltiplicativo. "E´ necessario individuare linee strategiche che siano il volano per investimenti che creino sviluppo - ha sottolineato Andrea Tinagli, responsabile Bei per l’Italia - progetti validi che siano finanziabili in modo da poter sfruttare l’effetto leva. Per questo è fondamentale la collaborazione dei territori". Concetto ribadito dall´amministratore delegato di Sinloc: "Abbiamo sempre creduto nella progettualità di Jessica - ha detto Antonio Rigon - e siamo fortemente motivati a sostenere azioni di sviluppo locale che aiutino la crescita della Sardegna".  
   
   
EMILIA ROMAGNA: FUSIONE DEI COMUNI DELLA VALSAMOGGIA, VIA LIBERA DALLA GIUNTA  
 
Bologna, 24 luglio 2012 – La Giunta regionale ha approvato il progetto di legge per la fusione dei 5 Comuni della Valsamoggia. Si tratta di uno dei passaggi dell’iter che potrà portare alla nascita di unico nuovo Comune da 30 mila abitanti, che unirà le amministrazioni e i cittadini che oggi vivono a Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno. “La frammentazione territoriale è uno dei principali problemi del nostro Paese. Per la prima volta in Italia, in Emilia-romagna stiamo assistendo alla nascita di un nuovo grande Comune che superi queste frammentazioni e sia in grado di compattare un territorio importante come la Valsamoggia”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-romagna. “Il progetto del nuovo Comune è nato dai territori e dai loro amministratori, la Regione lo ha accompagnato e continuerà a lavorare a fianco dei Sindaci lungo tutto il processo di sviluppo del nuovo Ente”. “Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto dalla Regione Emilia Romagna che ringraziamo”, sottolineano i sindaci Elio Regillo (Bazzano), Michela Zanna (Castello di Serravalle), Alfredo Parini (Crespellano), Daniele Ruscigno (Monteveglio) e Augusto Casini Ropa (Savigno). “Questo è un progetto che intende preservare la qualità della vita delle nostre comunità mantenendone i servizi: senza aumentare la già pesante imposizione fiscale, creando quindi le condizioni strutturali per dare le risposte anche ai cittadini di domani. I contenuti del progetto evidenziano l´importanza strategica del processo di innovazione amministrativa avviato sul nostro territorio che intende semplificare la pubblica amministrazione per impiegare le risorse economiche nei servizi alla popolazione”. Il nuovo Comune, che avrà un territorio di 178 Km quadrati, potrà contare su istituzioni robuste, servizi efficienti, minori spese di funzionamento e maggiori possibilità di investimenti e sviluppo. Nei suoi primi 15 anni di vita, il nuovo ente - tra contributi statali e regionali - potrà infatti godere di risorse pubbliche aggiuntive pari a 19 milioni di euro e manterrà le agevolazioni previste per i Comuni di montagna dall’Ue e dalle leggi statali e regionali. In particolare le risorse pubbliche che la Regione Emilia-romagna metterà a disposizione per i primi 15 anni di vita del nuovo Comune ammonteranno a quasi 9 milioni di euro di investimenti. A questi fondi andrà a sommarsi a una cifra quasi analoga che, nei primi 10 anni, arriverà dallo Stato centrale. Tra le novità più importanti previste dal progetto di legge che istituisce il nuovo Comune della Valsamoggia, c’è anche la norma che prevede che, nei suoi primi due anni, la nuova istituzione sarà esclusa dai vincoli del patto di stabilità e avrà così a disposizioni maggiori risorse per interventi a favore, tra l’altro, del tessuto produttivo della zona. La proposta di legge ora passerà all’esame dell’Assemblea legislativa e, nel frattempo, i cittadini dei cinque Comuni interessati avranno modo di esprimersi attraverso un referendum consultivo che sarà anche l’occasione per scegliere il nome del nuovo Comune all’interno di una rosa che comprende Valle del Samoggia, Valsamoggia, Samoggia e Samodia (con riferimento all’antico nome del fiume Samoggia).  
   
   
FVG, ENTI LOCALI: AVVIATO ITER PER FUSIONE RIVIGNANO-TEOR  
 
Rivignano (Ud), 24 luglio 2012 - "Teor e Rivignano hanno fatto una scelta importante. Una decisone che consolida la coesione della comunità, favorisce un miglior utilizzo delle risorse e rappresenta un esempio da seguire per le altre comunità". Con queste parole il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha commentato la volontà dei due Paesi della provincia di Udine che si affacciano sul fiume Stella di avviare formalmente, attraverso un incontro pubblico che si è tenuto il 21 luglio a Rivignano, l´iter che dovrebbe portare all´inizio del prossimo anno alla formale unificazione, con l´istituzione di un nuovo Comune denominato "Rivignano Teor", realtà da circa 6.400 abitanti con una superficie di 47 chilometri quadrati. All´incontro, che si è tenuto nella sala consiliare del Comune di Rivignano, accanto al presidente Tondo, presente assieme all´assessore Riccardo Riccardi, sono intervenuti i due primi cittadini, Mario Anzil (Rivignano) e Fabrizio Mattiussi (Teor), assessori e consiglieri comunali, rappresentanti delle associazioni locali, molti cittadini. Il dibattito è stato moderato dal direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier. Dopo aver condiviso per sei anni, assieme a Pocenia, l´esperienza dell´Unione dei Comuni "Cuore dello Stella", le due comunità sono pronte al passo successivo. Una decisione che di fatto spetta ai cittadini, i quali entro la fine dell´anno saranno chiamati ad esprimersi attraverso un referendum, che sarà indetto dallo stesso presidente della Regione. Già nelle prossime sedute dei rispettivi consigli comunali, le due amministrazioni approveranno formalmente la delibera con cui chiederanno alla Regione di indire il referendum. Per il primo cittadino di Rivignano, Anzil, "la grande partecipazione all´incontro pubblico dimostra che le due comunità sono pronte ad unirsi". Una fusione che "non solo determinerà un risparmio di risorse, da reimpiegare in maggiori servizi per i cittadini, ma creerà ulteriori occasioni di sviluppo, mettendo assieme due territori da ripensare in una diversa ottica". Secondo Mattiussi, sindaco di Teor, "l´unione fa la forza, non tanto per sconfiggere la crisi economica, ma per trovare le risorse e le energie per dare nuovi stimoli a un territorio ricco di opportunità. Il ruolo di un buon amministratore, oltre a razionalizzare la spesa, consiste nell´avere idee e dar vita a progetti che possano sostenere una comunità ove operano tanti imprenditori dalla grande vitalità". In sostanza, come hanno sottolineato sia Tondo che Riccardi, Rivignano e Teor hanno scelto di gestire il futuro anziché subirlo, individuando un percorso di sviluppo in una fase difficile, sotto il profilo istituzionale ed economico. "Ho visto i due sindaci, i loro assessori, le loro comunità motivate in questa scelta. Oggi ci danno una dimostrazione che anche cose apparentemente complicate si possono fare", ha sottolineato Riccardi, spiegando che "la loro ricetta è quella di non aver mai avuto diffidenza l´uno dell´altro. Un merito che va riconosciuto e preso a modello. Sono convinto che la loro unione consentirà di estendere questo successo anche ad altre realtà". Del resto "quando la crisi finirà potremo essere un passo più avanti degli altri se sapremo gestire il cambiamento, se avremo dato vita ad un apparato più snello", ha spiegato Tondo, riferendosi al percorso di riorganizzazione istituzionale avviato dalla Regione. Un contesto in cui quello di Teor e Rivignano rappresenta certamente "un esempio da seguire, anche in montagna, dove i comuni sono più sparpagliati, più distanti. Una fusione diventa forse più difficile per certi aspetti ma inevitabile per altri. E´ evidente che le Unioni dei Comuni montani con il tempo dovranno trasformarsi in fusioni".  
   
   
A LODI: OPERE CHE PRODUCONO SISTEMA PRESENTATI NOVE PROGETTI EMBLEMATICI  
 
 Lodi, 24 luglio 2012 - "Regione Lombardia guarda con grande attenzione l´azione delle province che vogliono costruire opere non autoreferenziali ma che si inseriscono all´interno di un progetto per il territorio". Lo ha detto il 20 luglio a Lodi Andrea Gibelli, vice presidente e assessore all´Industria e all´Artigianato di Regione Lombardia, partecipando alla presentazione dei nove progetti finanziati dalla Fondazione Cariplo a favore della provincia di Lodi per un importo di sette milioni di euro. I Nove Progetti - Nel comune di Casalpusterlengo la realizzazione di un centro per la cura della disabilità in villa Terzaghi Vittadini. Nel comune di Lodi: insediamento di un centro residenziale polifunzionale a supporto delle attività di ricerca e di formazione connesse al trasferimento a Lodi della facoltà di Medicina Veterinaria; progetto di realizzazione del Polo Universitario; creazione di biblioteca, sala concerto, un archivio, per la Regione, per l´Italia, per l´Europa. Nel comune di Sant´angelo Lodigiano la realizzazione della residenza per i sacerdoti all´interno della Casa di Riposo ´Madre Cabrini´. Nel comune di Guardamiglio il recupero e la riqualificazione dell´ex palazzo Zanardi Landi. Nel comune di Villanova del Sillaro il risanamento conservativo del complesso abbaziale degli Olivetani. E ancora un contributo alla Diocesi di Lodi per il Fondo di solidarietà per le Famiglie nonché il progetto di completamento e sviluppo del Piano Integrato d´Area. Territori Sentono Esigenza Di Fare Sistema - Gibelli, nel corso del suo intervento, ha voluto evidenziare come "la provincia di Lodi sia riuscita a far uscire questi progetti dallo stretto ambito territoriale. Ed è questo che è fondamentale per portare ulteriore beneficio al territorio stesso". "I nostri territori - ha proseguito Gibelli - sentono la necessità di mettere a sistema tutte le opere che arrivano sul territorio stesso". Via Francigena Grande Esempio - Il vice presidente di Regione Lombardia ha voluto citare come esempio di queste opere che fanno sistema la via Francigena: "Questa permette di far conoscere al pellegrino non solo i monumenti della fede, ma anche i sapori di questo territorio, l´ambiente e le tradizioni culturali". Guzzetti: Si Danno Risposte A Bisogni Reali - Alla presentazione dei progetti è stato presente anche Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo, che ha ribadito come "in questi anni nella sola provincia di Lodi sono stati finanziati 700 progetti per un importo di oltre 120 milioni di euro. Si è dato risposta a un bisogno sociale reale ancor più in un momento di crisi in cui le istituzioni faticano a dare risposte. Lo abbiamo fatto, soprattutto nel terzo settore, attraverso il volontariato".  
   
   
PUGLIA, PRIMA TRA REGIONI CONVERGENZA PER FONDI. VENDOLA: "PREMIA NOSTRO LAVORO"  
 
 Bari, 24 luglio 2012 - “È un risultato che ci inorgoglisce e che premia la faticosa stagione di lavoro compiuta in questi anni". Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commentando l´ottima performance della Regione Puglia che risulta essere la prima regione, tra le regioni del Sud obiettivo convergenza, come capacità di utilizzo delle risorse comunitarie. La classifica, pubblicata in questi giorni, riguarda le Regioni che risultano essere più in ritardo sull´utilizzo dei Fondi Ue sviluppo regionale 2007/2013. "Sono numeri - ha proseguito Vendola - che raccontano di una Puglia in controtendenza rispetto al Mezzogiorno d´Italia. È un traguardo che abbiamo ottenuto mettendo in campo misure di contrasto alla crisi destinate ai giovani, alle donne e al sistema d´impresa". "Intendiamo - ha concluso il Presidente della Regione Puglia - affrontare la sfida alla quale siamo chiamati: da un lato, contribuire a costruire un nuovo sistema che superi la precarietà e riconsegni diritti e prospettive di futuro alle nuove generazioni e, dall´altro, promuovere anche in Puglia una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva".  
   
   
AUTONOMIE LOCALI: ETTORE ROMOLI CONFERMATO PRESIDENTE CAL FVG  
 
 Udine, 24 luglio 2012 - Il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, è stato confermato alla presidenza del Consiglio Autonomie Locali (Cal) del Friuli Venezia Giulia nel corso della votazione di ieri (19 voti favorevoli, 1 astenuto) che ha determinato anche l´unanime riconferma alla vicepresidenza dell´organo consultivo di Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia di Trieste. Eletti pure i cinque componenti dell´ufficio di presidenza del Cal, ovvero i sindaci di Trieste (Roberto Cosolini, 17 voti), Maniago (Andrea Carli, 18), Montereale Valcellina (Pieromano Anselmi, 16), Tarvisio (Renato Carlantoni, 18) e Cividale (Stefano Balloch, 18). "Questa presidenza - ha commentato Romoli - non è mai stata una passeggiata ed ancora meno lo sarà d´ora in poi, soprattutto in considerazione delle difficoltà oggettive che tutti dovremo affrontare in un contesto generale estremamente impegnativo. Con Anci e Upi - ha proseguito il sindaco goriziano - il Cal dovrà avere un ruolo da protagonista rispetto alle inevitabili quanto ineludibili riforme che saremo chiamati ad attuare nei prossimi mesi". Terminata la sezione elettorale, il Cal ha espresso parere favorevole (con l´astensione del solo Comune triestino di Muggia) rispetto alla dichiarazione preliminare di interesse strategico sui lavori di costruzione della variante alla Sp 80 nei comuni di Porpetto e San Giorgio di Nogaro. Stessa sorte, ma all´unanimità, per il parere sulle modifiche al regolamento per l´attuazione della carta famiglia e della genitorialità, mentre il Cal ha deliberato di non esprimere parere favorevole (10 sì, 7 astenuti, 3 no) relativamente allo schema di regolamento per la concessione degli assegni una tantum correlati alle nascite e alle adozioni di minori avvenute dall´ 1 gennaio 2007. Infine, con 9 voti contro i 7 (3 gli astenuti) raccolti dal vicepresidente della Provincia di Trieste, Igor Dolenc, l´assessore della Provincia di Gorizia, Sara Vito, è stata designata quale rappresentante del Cal in seno al Comitato di sorveglianza del programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-slovenia 2007-13.  
   
   
AGGIORNATO IL PIANO DI TRENTINO SVILUPPO  
 
Trento, 24 luglio 20122 - La Giunta provinciale ha approvato il 20 luglio, su proposta dell´assessore all´industria, artigianato e commercio, Alessandro Olivi, l´aggiornamento del Piano triennale di attività 2011-2013 di Trentino Sviluppo. Si tratta di un passaggio necessario ad evidenziare gli interventi che concretamente daranno attuazione agli assi strategici d´intervento fissati dalla Giunta stessa nel piano originario. Questo strumento contempla interventi di sostegno alle attività produttive, interventi territoriali di contesto e private equity per complessivi 215 milioni di euro, ai quali si devono aggiungere gli imprevisti e gli oneri fiscali; altri 127 milioni di euro sono relativi agli interventi “inseribili”, in relazione al reperimento di ulteriori risorse. In questo delicato momento per l´economia, non solo trentina ma internazionale: "La presenza della proprietà pubblica - ha commentato l´assessore Olivi - si focalizzerà con più attenzione su alcuni elementi, ossia green innovation e manifatturiero innovativo. Dobbiamo puntare sempre più su edilizia sostenibile, energie rinnovabili e tecnologie ambientali, dobbiamo innovare e fare rete, internazionalizzare. L´emergenza non è finita - ha aggiunto Olivi - ma gli investimenti di Trentino Sviluppo ora si devono concentrare su aziende che propongono piani industriali di crescita. La liquidità dovrà servire per investire. Chiederemo poi impegni più stringenti sull´occupazione". Nel Piano poi, una particolare attenzione viene data agli interventi territoriali di contesto: "Si è concentrata l´attenzione - ha spiegato a sua volta l´assessore Tiziano Mellarini - alla valorizzazione dell´offerta turistica e al potenziamento della mobilità integrata, con alcune scelte precise sulle stazioni sciistiche, privilegiando le soluzioni con prospettive di redditività dell´investimento o che possano far crescere la sostenibilità e la qualità del territorio". L’aggiornamento del Piano considera soltanto le iniziative già previste in via di massima nel Piano originario. Vi sono indicati gli interventi (in parte in corso di esecuzione e in parte pronti per essere «cantierati») che sono stati selezionati, sulla base delle risorse impiegabili, tenendo conto degli indirizzi generali impartiti dalla Giunta provinciale e dei seguenti criteri di priorità: rapporto spesa/occupati e durata dei vincoli; coinvolgimento finanziario privato nei programmi d’investimento; durata complessiva delle operazioni, privilegiando quelle a breve termine; prospettive di redditività dell’investimento per l’impresa; ricadute economiche generali degli interventi nel settore turistico; rilevanza delle operazioni individuate rispetto a progetti di rilevante interesse per lo sviluppo e l’innovazione dell’economia provinciale. Gli interventi, se riferiti a specifiche imprese, risultano proporzionati alla rispettiva ricaduta sociale (applicando di norma un limite di spesa pari a 50 mila euro per occupato, elevato a 80 mila euro per attività situate lungo l’asta dell’Adige, salvo progetti di particolare interesse generale o esigenze di rilancio di aree territoriali con svantaggi per la localizzazione d’impresa) con conseguente applicazione di obblighi occupazionali quinquennali e di termini di realizzazione. Per quanto riguarda le attività produttive e per la finanza d´impresa - pari a 137 milioni di euro - l’intervento provinciale si concentrerà in particolare su alcuni ambiti tematici: l’edilizia sostenibile, le energie rinnovabili e le tecnologie ambientali (54 milioni di euro); il manifatturiero innovativo e il polo meccatronico (25 milioni di euro); i poli tecnologici e le filiere (17 milioni di euro); la valorizzazione della produzione agroalimentare (quasi 11 milioni di euro); le attività produttive in fase di rilancio o in aree decentrate, i centri di servizio e altri interventi di sistema. Gli interventi territoriali di contesto, che corrispondono a 78 milioni di euro, comprenderanno iniziative per la valorizzazione dell’offerta turistica e per la mobilità integrata. Fra questi sono previsti interventi di completamento di investimenti presso alcune stazioni sciistiche (Polsa San Valentino, Peio, Monte Bondone, ecc.), ovvero nuovi investimenti come la funivia Molveno - Pradel. Contestualmente è stata aggiornata l´area di inseribilità, che per gli interventi territoriali di contesto ammonta a 83 milioni di euro e ricomprende interventi subordinati al reperimento delle necessarie risorse finanziarie. Le imprese interessate agli interventi sono evidenziate in relazione alla sostenibilità patrimoniale, economica e finanziaria risultante dall´istruttoria di Trentino Sviluppo.  
   
   
PUGLIA: RICOLLOCAZIONE DIPENDENTI IAL FORMAZIONE PROFESSIONALE  
 
Bari, 24 luglio 2012 - L’assessore alla Formazione professionale, Alba Sasso, ha diffuso la seguente nota: “Ancora un buon risultato per la ricollocazione dei lavoratori degli Enti di formazione professionale. In seguito a una riunione della Task force regionale per l’occupazione, la contrattazione tra rappresentanze degli Enti e sindacati ha ricollocato tutti i dipendenti Ial, dislocati presso i centri per l’impiego, presso altri Enti a tal fine disponibili. I diciotto dipendenti dello Ial vanno a sommarsi ai 133 dell’Enaip già ricollocati nelle scorse settimane, mentre continua l’azione della Task force che lo scorso 18 luglio ha affrontato la questione dei dipendenti Enaip in cassa integrazione. Il percorso è stato avviato con impegni assunti da parte della Regione (premialità sui bandi, intervento presso le Province per sollecitare celerità dei pagamenti) e con disponibilità degli altri Enti a farsi carico di questi lavoratori. E ci sono già alcune risposte positive. Inoltre, si sta studiando un nuovo possibile esodo per alcune e alcuni, mentre è partito il corso di riqualificazione per gli amministrativi, che potrebbero a breve transitare nei centri per l’impiego. Ancora un ringraziamento alla Task force, agli Enti ed ai sindacati per l’impegno costante e tenace nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori”.  
   
   
FIRMATO ACCORDO QUADRO TRA REGIONE MARCHE E ITALIA LAVORO S.P.A..  
 
Ancona, 24 luglio 2012 - Molteplici finalità che confluiscono nella prioritaria tutela dei lavoratori e nell’inserimento nel mercato del lavoro. A questi principi si ispira l’Accordo Quadro firmato oggi dall’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti e dal Presidente di Italia Lavoro S.p.a., Paolo Reboani. “Prosegue una collaborazione fruttuosa che ha già dato negli anni risultati soddisfacenti ed efficaci – ha sottolineato l’assessore Luchetti ed ha aggiunto: “Con questo nuovo accordo si sanciscono una rinnovata sinergia e un comune impegno tra Regione e Italia Lavoro per supportare le politiche del lavoro e lo sviluppo del territorio in un’ottica di sostenibilità, mantenendo alta l’attenzione sugli effetti della crisi e cercando di integrare risorse finanziarie di diversa natura.” “In vista della nuova riforma del Lavoro – ha proseguito l’assessore - questo accordo rappresenta uno strumento già avanzato di concretezza e applicabilità delle misure più urgenti da adottare. Proseguiamo quindi nell’impegno di favorire i giovani e il loro ingresso nel mercato del lavoro attraverso l’Apprendistato, nella tutela delle fasce ancora più indebolite – donne, disabili e immigrati – da questa particolare fase congiunturale. Inoltre vanno potenziati i servizi pubblici per l’impiego valorizzando le migliori modalità operative.” L’accordo quadro stipulato oggi avrà durata fino a tutto il 2014, e in base ad esso la Regione e Italia Lavoro svilupperanno un’azione coordinata. “I buoni risultati già ottenuti negli anni passati dalla collaborazione tra Italia Lavoro e Regione Marche grazie al lavoro portato avanti insieme all’Assessorato al Lavoro – ha detto Paolo Reboani, presidente di Italia Lavoro – ci consentono oggi di proseguire con un accordo triennale che contiene i punti fondamentali da affrontare in questa regione durante e dopo la crisi economica:occupazione giovanile, reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato, qualificazione dei servizi per l’incontro domanda/offerta di lavoro. Quindi, in concreto, promozione dell’apprendistato – sul quale abbiamo sottoscritto un’intesa proprio qui ad Ancona a dicembre 2011 che sta dando i suoi frutti – sviluppo degli uffici di placement universitari e sostegno al raccordo atenei-imprese, misure di conciliazione per favorire l’occupazione femminile, sostegno e assistenza tecnica alla Regione per potenziare i Ciof, solo per dirne alcuni”. Significativi i risultati già ottenuti tra il 2009 e il 2011 e nei primi mesi del 2012, con azioni che proseguono grazie alla firma dell’accordo quadro. Alcuni esempi: 445 assunzioni tra i destinatari dell’Azione di sistema Welfare to work (donne in reinserimento lavorativo, giovani, over 50, percettori ammortizzatori ordinari e in deroga); le 4 Università marchigiane (Urbino, Ancona, Macerata e Camerino) aderenti al programma Fixo Scuola&università già inserite nell’albo informatico di Cliclavoro dei soggetti abilitati all’intermediazione domanda/offerta di lavoro; 511 assunzioni con contratto di apprendistato incentivate dal programma Amva e 7 domande da parte delle imprese per diventare “bottega artigiana”. Uno dei principali obiettivi del nuovo accordo, è promuovere e qualificare l’inserimento lavorativo di giovani , diffondere le opportunità derivanti dall’apprendistato, potenziare il raccordo tra istruzione, formazione e lavoro. Particolare attenzione ai giovani diplomati e laureati e a alle esigenze delle imprese valorizzando il capitale umano e il ricambio generazionale. Tra le molte altre iniziative, rafforzare l’assistenza tecnica alla programmazione delle Politiche attive del lavoro, istruzione, formazione e sviluppo produttivo, sviluppare modelli di analisi dei dati, supportare la migliore definizione della rete dei servizi, qualificare il raccordo scuola-università/formazione/lavoro, mediante la promozione e l’attivazione di azioni a supporto degli uffici di placement universitari e scolastici, promuovendo e incentivando l’inserimento lavorativo di giovani diplomati, laureati, dottori di ricerca, rafforzare la cooperazione transnazionale.  
   
   
FARE LOBBY DI FRONTE ALLA CRISI  
 
Torino, 24 luglio 2012 - Fare lobby per il Piemonte di fronte alla crisi proponendo strumenti politici e di concertazione innovativi è l’invito che il presidente della Regione, Roberto Cota, ha rivolto ai parlamentari piemontesi che ha voluto incontrare il 20 luglio a Torino insieme all’assessore al Lavoro e Formazione professionale, Claudia Porchietto. “Li abbiamo voluti incontrare lontano dalle telecamere per consegnare loro i numeri e i dati della situazione lavoro in Piemonte - ha dichiarato al termine Cota - Non ci interessava polemizzare col Governo o fare uno spot giornalistico, quanto piuttosto fornire a deputati e senatori gli strumenti utili per fare lobby a Roma nell’interesse della nostra Regione. E’ stato un incontro proficuo, propositivo e di grande condivisione, a cui ne seguiranno altri, pensiamo ogni due mesi, aperti anche agli europarlamentari. Perché è davvero inutile in un momento così difficile divedersi per colore politico e alla fine non portare nulla a casa da Roma o da Bruxelles. Noi come Regione abbiamo fatto tutto il possibile in tema di ammortizzatori sociali ed incentivi ad imprese e lavoro. Ma ovviamente non può bastare, viste le nostre attuali limitate competenze. Occorre un cambio di rotta subito, almeno sull’eccessiva pressione fiscale su imprese, lavoro e famiglie. Spero che su questo fronte ci possa essere un impegno comune, perché l’obiettivo è far ripartire l’economia del nostro territorio e dare una prospettiva concreta di lavoro a migliaia di piemontesi”. “Il Piemonte ha forti potenzialità inespresse - ha detto Porchietto - Dobbiamo imparare a lavorare insieme in un modo diverso perché le peculiarità del nostro sistema territoriale possano diventare le vere leve del cambiamento. Vogliamo combattere gli effetti di una crisi devastante che sta attaccando il Piemonte con una violenza inaudita. Ma possiamo individuare soluzioni concrete solo evidenziando le differenze. Non esistono soluzioni che possano andare bene contemporaneamente per il nord o per il sud. Lo abbiamo detto ai nostri parlamentari con la speranza che l’esigenza di difendere il territorio sia per loro una vera priorità, al di là e indipendentemente dai singoli schieramenti. Per questo motivo vogliamo costituire uno strumento nuovo e importante: si tratta dell’Unità Regionale di Crisi, ispirata ad un modello analogo francese, che ci permetterà, a costo zero, di essere più incisivi ed efficienti sui tavoli delle crisi aziendali del nostro Piemonte”. Nel corso dell’incontro Cota e Porchietto hanno illustrato i dati della crisi del sistema piemontese. “La crisi economica sta mordendo in modo feroce la nostra regione - ha detto Cota - ed è bene che tutti i rappresentati politici del territorio ne siano coscienti nel modo più preciso possibile Così come nel passato il Piemonte è stata una vera locomotiva del progresso industriale, così oggi è tra i territori che pagano il prezzo più alto in termini di occupazione e di aziende in difficoltà. La Regione con il Piano Lavoro, il Piano Competitività, il Piano Giovani e il Piano per l’Internazionalizzazione - complessivamente un miliardo di euro di misure - sta facendo il massimo. Ed anche per quanto riguarda tavoli di crisi ed ammortizzatori sociali, grazie al lavoro dell’assessore Porchietto, sta facendo tutto il possibile ed anche di più. Occorre però ora un segnale chiaro anche dal Governo su queste tematiche che coinvolgono tante famiglie e tanti lavoratori piemontesi ”. Porchietto ha messo a disposizione dei parlamentari piemontesi un nuovo strumento di informazione: “Non solo vorremmo rendere periodico questo tipo di incontri, ma vi confermiamo fin d’ora la disponibilità totale del nostro staff di comunicazione e documentazione per fornirvi, ogni volta che voi ne abbiate bisogno e ogni volta che emergano novità significative, tutti i dati o i dossier che possano esservi utili per la vostra attività parlamentare. Vi terremo aggiornati, con un sistema rapido e sintetico di alert, delle novità più rilevanti (positive o negative) della crisi industriale e occupazionale del nostro territorio”. Infine, l’assessore ha illustrato la proposta di un’Unità regionale di crisi. “Non costerà un euro ed è stata disegnata sul modello francese e le cui caratteristiche sono sintetizzabili con alcune parole chiave: Riservatezza, Responsabilità, Trasparenza, Condivisione e Compatibilità. Da questo modello di lavoro, che serve per affrontare con maggiore efficienza i tavoli di crisi, ne deriva una opportunità politica che non possiamo fare finta di non vedere. Il laboratorio politico e amministrativo, che abbiamo aperto in questi mesi e che con la vostra collaborazione potrà crescere e svilupparsi sempre di più, è l’anticamera per un’iniziativa politica nuova dal forte valore strategico, non solo per il nostro territorio ma anche per il Paese”.  
   
   
RIFORMA LAVORO, LOMBARDIA: GIOVANI PENALIZZATI  
 
 Milano, 24 luglio 2012 - "I giovani lombardi meritano molto di più. Una regione virtuosa e laboriosa come la Lombardia, che vanta moltissime eccellenze mondiali in molteplici settori, che vanno dall´industria, ai prodotti agroalimentari, allo sport, all´arte e alla cultura, non può accettare che lo Stato centrale privi di futuro i suoi giovani". Lo ha detto l´assessore regionale allo Sport e Giovani Luciana Ruffinelli a proposito della legge di riforma del mercato del lavoro. "La riforma del lavoro del ministro Fornero - ha spiegato l´assessore - è stata bocciata persino dal Financial Times, soprattutto per quanto riguarda le politiche giovanili. La Lombardia vanta i primi posti in Europa nel sistema dell´istruzione e i nostri giovani ottengono in molti casi una preparazione superiore alla media dei paesi dell´Ue". "Questo significa - ha sottolineato l´assessore - che la Lombardia e i nostri giovani investono moltissimo nella loro formazione e specializzazione, con livelli qualitativi elevati. Ovviamente, tutti questi investimenti, in termini economici di studio e di fatiche, sono finalizzati al futuro della Lombardia e dei suoi giovani nella nostra regione". "Non è più accettabile - conclude l´assessore - che le insufficienze centrali compromettano il nostro futuro. Per questo auspico che si ponga rimedio, fin da subito, alle carenze rilevate, a scapito dei giovani, alla riforma ministeriale".  
   
   
BOLZANO: APPRENDISTATO, DECISA LA DURATA DEI PERCORSI  
 
Bolzano, 24 luglio 2012 - Tre nuovi profili che hanno portato il totale da 105 a 108 professioni, la decisione relativa alla durata triennale o quadriennale dei percorsi. La Giunta provinciale, dopo l´adeguamento dell´ordinamento alla nuova norma statale, è tornata ad occuparsi il 23 luglio di apprendistato approvando i primi regolamenti di esecuzione che daranno concreta applicazione alla legge. Il presidente Luis Durnwalder ha annunciato che, "su precisa richiesta del mondo economico", la Giunta provinciale ha ampliato lo spettro dei profili professionali per i quali è necessario l´apprendistato, che sono passati da 105 a 108. "Le nuove professioni che abbiamo aggiunto - ha spiegato Durnwalder - sono il meccatronico, il tecnico di impianti a fune e l´esperto in pulizia di edifici". La discussione più intricata ha riguardato però il regolamento di esecuzione sulla durata dell´apprendistato, che può essere triennale o quadriennale. "Abbiamo dovuto mediare tra due spinte opposte - ha proseguito Durnwalder - da un lato quella dei datori di lavoro che puntano ad un apprendistato lungo per poter godere dei benefici contributivi, dall´altro quella degli stessi apprendisti e delle loro famiglie, che invece chiedono un accesso più rapido alla professione". Alla fine la Giunta ha deciso di prevedere un apprendistato di 4 anni per 47 professioni, e di 3 anni per altre 58 professioni. Dei tre nuovi profili, inoltre, due (meccatronico e tecnico di impianti a fune) prevedono l´apprendistato quadriennale e uno l´apprendistato triennale. "Sul tavolo - ha spiegato il presidente dell´esecutivo di Palazzo Widmann - c´erano alcune questioni ancora aperte: abbiamo deciso di portare da 3 a 4 anni il periodo di apprendistato per le professioni legate al metallo, le 7 professioni edili sono state divise in due categorie con apprendistato rispettivamente quadriennale (4) e triennale (3), mentre per le professioni legate ai prodotti alimentari come macellaio, pasticciere e panificatore è stato deciso di fissare un periodo di apprendistato di tre anni". Il nuovo ordinamento provinciale dell´apprendistato prevede - come indicato dalla normativa nazionale - tre tipi di formazione: il modello già noto, vale a dire l´apprendistato per conseguire una qualificazione professionale e un diploma professionale, a cui si aggiungono il cosiddetto apprendistato professionalizzante e l´apprendistato di alta formazione e ricerca. Oltre a recepire la mutata tipologia dell´apprendistato (formazione dopo le medie, per i diplomati delle superiori, per laureati o universitari), la nuova legge provinciale semplifica anche alcune procedure burocratiche a carico dei datori di lavoro.  
   
   
TRENTO: RICHIESTA DI ESPULSIONE DAL PROGETTO DI ACCOGLIENZA DELLA PROVINCIA PER GLI IMMIGRATI RESPONSABILI DEI RECENTI DISORDINI  
 
Trento, 24 luglio 2012 - Espulsione dal progetto di accoglienza messo a punto dal Governo dopo l´inizio degli sbarchi di profughi in Italia, provenienti dalle coste libiche, per i richiedenti asilo politico coinvolti nei gravi atti di violenza avvenuti il 21 luglio a Trento. E´ quanto richiesto ieri sera dal presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e dall´assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, nell´ambito dell´incontro svoltosi presso il Commissariato del Governo, alla presenza delle massime autorità territoriali di pubblica sicurezza. Come già avvenuto per altri quattro casi in passato che hanno portato all´espulsione dal Trentino di altrettanti immigrati, si torna a chiedere che chi viola le regole del vivere civile che la comunità si è data e attenta alla sicurezza dei cittadini venga definitivamente allontanato. "Non possiamo accettare il mancato rispetto delle regole che la nostra comunità si è data da parte di gruppi di persone che sono ospiti del Trentino - ha detto Dellai - . Il diritto all´accoglienza e alla protezione non può e non deve tradursi nello stravolgimento della nostra convivenza e nella minaccia alla sicurezza dei cittadini di questo territorio. Quello alla sicurezza è un diritto fondamentale: chi lo viola deve essere espulso dal Trentino. Quello che abbiamo chiesto oggi al Prefetto e al Questore è che si attivino in questo senso, in coerenza con quando da noi concordato nel momento dell´inizio del progetto di accoglienza delle quote di profughi assegnato dal Governo al nostro territorio."  
   
   
FVG, IMMIGRAZIONE: INTEGRAZIONE SOCIO-ECONOMICA RICHIEDENTI PROTEZIONE  
 
Udine, 24 luglio 2012 - La Regione predisporrà nuovi interventi per favorire l´integrazione socio-economica dei richiedenti o dei titolari di protezione internazionale, non appartenenti a categorie vulnerabili, nei settori della casa, della salute, dell´istruzione-formazione, e del lavoro. Lo annuncia l´assessore regionale all´Istruzione, Cultura, Università e Ricerca, Roberto Molinaro, riferendosi al progetto Fer Fvg, che si avvale di un finanziamento del Fondo europeo per i rifugiati 2008 - 2013, Azione I, di oltre 212 mila euro, di un contributo statale di quasi 170 mila euro, e di un cofinanziamento della Regione di 43 mila euro, per una spesa complessiva di oltre 425 mila euro. Gli interventi del progetto Fer Fvg saranno rivolti a soggetti che hanno già beneficiato di servizi base per l´accoglienza, e per i quali saranno realizzati percorsi individuali e personalizzati. Il progetto, che si è inserito al terzo posto nella graduatoria tra quelli presentati dalle realtà italiane, è stato proposto dal Coordinamento degli interventi in materia di promozione delle attività dei servizi di accoglienza e integrazione sociale degli immigrati della Direzione centrale Istruzione, Università, Ricerca. Vi collaborano, in veste di partner, l´Associazione Nuovi Cittadini Onlus di Udine, il Consorzio Italiano di Solidarietà (Ics) Onlus di Trieste, la Caritas Diocesana di Trieste, il Centro Caritas Diocesana di Gorizia Onlus, l´Associazione Nuovi Vicini Onlus di Pordenone. L´azione d´integrazione stimolata dal progetto Fer Fvg prenderà in considerazione anche eventuali misure specifiche d´intervento, di carattere culturale, sportivo e sociale, che dovranno prevedere la realizzazione di interventi ´ad personam´, di carattere socio-economico, anche residenziali. Specificamente, il progetto dovrà assicurare ai destinatari i servizi informativi, attraverso la strutturazione di punti di contatto presenti sul territorio delle quattro province del Friuli Venezia Giulia, e di sostegno a percorsi di cura e riabilitazione straordinari, che si rendessero eventualmente necessari. Dovrà inoltre prevedere la progettazione di percorsi personalizzati d´inserimento socio-economico di richiedenti e titolari di forme di protezione internazionale, attraverso corsi di apprendimento della lingua italiana e progetti laboratoriali e di formazione. Sempre secondo il progetto, i richiedenti e i titolari di forme di protezione internazionale dovranno essere sostenuti e affiancati nei percorsi di inserimento lavorativo, e nella creazione di un sistema territoriale che faciliti e favorisca l´inserimento lavorativo. Andranno formulati programmi, individuali e condivisi, di accompagnamento all´autonomia abitativa di rifugiati e protetti. E´ infine prevista la costituzione di un tavolo tecnico regionale.  
   
   
AD ANZANO DEL PARCO (CO) PROVE DI FATTORE FAMIGLIA  
 
Como, 24 luglio 2012 - Centralità della famiglia, passaggio dall´offerta alla domanda e ´Fattore famiglia´. Sono questi i tre pilastri alla base del Nuovo Patto per il Welfare, presentato presso la sede territoriale della Regione Lombardia a Como, dall´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, in una consultazione con istituzioni locali, sindacati associazioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del volontariato e cooperative. La consultazione itinerante delle province, arrivata alla settima tappa, serve per stabilire principi e azioni per una riforma complessiva del sistema di welfare lombardo. Limiti Dell´attuale Welfare - "Se vogliamo mantenere un sistema di welfare universalistico - ha spiegato l´assessore Boscagli - dobbiamo ripensarlo profondamente, perché non perda le sue caratteristiche di equità, soprattutto nella prospettiva delle generazioni più giovani. Sono tre, infatti, i limiti più evidenti dell´attuale sistema di protezione sociale: la grave crisi finanziaria mondiale, che si ripercuote sui singoli Paesi, portando a gravi tagli di spesa; l´invecchiamento della popolazione, con il conseguente squilibrio demografico; l´eccessiva burocratizzazione e centralizzazione delle risorse. In Lombardia, su 11 miliardi dedicati alle politiche di welfare, 8 sono amministrati direttamente dall´Inps, mentre solo 3 possono essere gestiti dal territorio, per rispondere direttamente ai bisogni che vengono dal basso". Pilastri Della Nuova Proposta - "Per tutte queste ragioni - ha detto l´assessore Boscagli - è necessario ripensare al sistema di welfare. I pilastri da cui partire sono quindi tre: la centralità della famiglia, sempre più ridotta di numero e con un aumento di separazioni e divorzi, ma che resta il nucleo fondamentale da cui ripartire; il passaggio dall´offerta alla domanda, per garantire libertà di scelta, attraverso un accompagnamento delle persone, a partire da un analisi multidimensionale del bisogno; l´introduzione del ´Fattore famiglia lombardo´. In provincia di Como, la sperimentazione avviene nel Comune di Anzano del Parco. Grazie al ´Fattore famiglia´ avremo una modalità di compartecipazione più equa rispetto a quella dell´Isee, in grado di fotografare la reale situazione economica delle famiglie sia per quanto riguarda il numero di figli sia della presenza di disabili o anziani ma anche della situazione lavorativa". Impegno Costante - L´assessore Boscagli, in conclusione, ha sottolineato come, nonostante i tagli governativi, Regione Lombardia continui a fare la propria parte, tutelando il welfare lombardo. "Da parte del Governo - ha detto - le risorse sul sociale difficilmente vedranno un aumento, mentre in Lombardia c´è un impegno costante nel mantenere i livelli attuali. Quest´anno, infatti, sono stati stanziati 70 milioni di euro come gli anni passati". All´incontro, oltre l´assessore Boscagli, hanno partecipato, tra gli altri, i consiglieri regionali Gianluca Rinaldin, Luca Gaffuri, Dario Bianchi e Paola Camillo, il direttore generale dell´Ao Sant´anna Marco Onofri e il direttore generale dell´Asl di Como Roberto Bollina.  
   
   
DAL TRENTINO ALLA PUGLIA LE BUONE PRATICHE PER LE FAMIGLIE  
 
Trento, 24 luglio 2012 - Prende corpo il gemellaggio per lo sviluppo sul territorio pugliese del modello trentino del "Distretto famiglia". Con la deliberazione approvata il 20 luglio dalla Giunta provinciale, su proposta del presidente Lorenzo Dellai e dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, si è dato il via libera al Progetto di gemellaggio "Pon Governance e assistenza tecnica 2007-2013" per il trasferimento di buone pratiche finalizzato al rafforzamento del sistema dei servizi e delle iniziative destinate alle famiglie” tra la Provincia autonoma di Trento e la Regione Puglia. "Credo che ci sia un forte legame fra il benessere della famiglia e lo sviluppo della società e fra il rafforzamento delle politiche famigliari e lo sviluppo economico - ha commentato l´assessore Ugo Rossi -. Per questo, da tempo, come Amministrazione provinciale abbiamo messo al centro della nostra azione la famiglia avviando numerose iniziative che vanno dai piani di intervento in materia di politiche familiari, ai voucher di conciliazione, dall´assegno di mantenimento al prestito sull´onore, dall´estate giovani alle vacanze al mare a misura di famiglia. Vanno ricordati anche lo standard "Family Audit", per favorire la conciliazione famiglia lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private, che è stato esteso a livello nazionale, e i Distretti Famiglia previsti dal Libro Bianco sulle politiche familiari e per la natalità del 2009, che si stanno via via creando in Trentino e che qualificano i territori amici della famiglia, ovvero accoglienti ed attrattivi per le famiglie. Proprio su questi ultimi - sono state le conclusioni dell´assessore Rossi - abbiamo approvato oggi il progetto di gemellaggio, che ci consentirà di trasferire il modello dei Distretti Famiglia trentini alla regione Puglia". L´attivazione di gemellaggi fra amministrazioni pubbliche per trasferire buone pratiche riguardanti la conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura, i servizi socio educativi per la prima infanzia, l´assistenza domiciliare e interventi a sostegno della famiglia è prevista proprio in un protocollo siglato fra il Dipartimento per le politiche della famiglia e il Dipartimento per lo Sviluppo e Coesione Economica - Ministero dello Sviluppo Economico. In particolare il Dipartimento per le politiche della famiglia ha svolto il ruolo di propulsore per individuare da un lato i fabbisogni specifici del territorio della Puglia nel settore dei servizi per le famiglie e dall´altro la Provincia autonoma di Trento quale amministrazione offerente per il trasferimento delle "buone pratiche". La Provincia autonoma di Trento – Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili e la Regione Puglia, Servizio politiche Benessere sociale sono state così coinvolte nella proposta di Gemellaggio per trasferire le buone pratiche e rafforzare così il sistema dei servizi e delle iniziative destinate alle famiglie. Gli obiettivi del progetto riguardano in particolare il trasferimento del know how per la creazione dei Distretti territoriali e per raggiungere l´accreditamente del Family Audit. La collaborazione con la Regione Puglia rientra tra gli obiettivi previsti anche dalla legge provinciale del 2011 sulla promozione del benessere familiare e della natalità che, proprio all´articolo 32 intende favorire il trasferimento in altri territori delle competenze relative alle politiche familiari implementate a livello locale.  
   
   
GIUNTA - A ROSSELLA URRU "SARDUS PATER" 2012; CAPPELLACCI "DONNA MODELLO SARDEGNA"  
 
Cagliari, 24 Luglio 2012 - Rossella Urru, la giovane cooperante di Samugheo liberata dopo nove mesi di prigionia nel deserto africano, sarà la prima donna a ricevere il "Sardus Pater", onorificenza assegnata dalla Regione a cittadini italiani e stranieri che si sono distinti nel campo culturale, sociale e morale e che abbiano dato lustro alla Sardegna. E´ stato il presidente Ugo Cappellacci, di concerto con l´assessore della Pubblica istruzione Sergio Milia, a proporre alla Giunta il riconoscimento, ricordando che in questi lunghi mesi l´opinione pubblica ha visto nella giovane cooperante un esempio di abnegazione, generosità e solidarietà. "La comunità internazionale ha potuto così conoscere - ha aggiunto il Governatore - una nuova dimensione di quella ´Sardegna, quasi un continente´, come l´ha descritta nell´omonima opera lo scrittore Marcello Serra, con le splendide fotografie di Chiara Samugheo". "Il presidente della Regione, per onorare i valori rappresentanti dalla testimonianza civile della cooperante Rossella Urru, donna modello della Sardegna migliore dei nostri giorni, propone alla Giunta - si legge nella motivazione - di assegnale il Sardus Pater 2012 anche come riconoscimento per l´alta valenza sociale della sua attività, ovvero la testimonianza della pace, l´impegno sociale, la fraternità dei popoli, la disponibilità ad aiutare chi soffre, l´aiuto alle popolazioni del mondo che stanno peggio di noi, l´integrità morale e la dignità di donna che lavora come sarda e come cittadina del mondo". Il Sardus Pater era stato assegnato negli anni scorsi a Giovanni Lilliu e al prof. Antonio Cao.  
   
   
ELEZIONI FVG: PRESENTATA PROPOSTA DI LEGGE PER LA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE  
 
 Trieste, 24 luglio 2012 - E´ stata presentata ieri a Udine una proposta di legge di modifica dell´art. 25 della legge regionale 17 del 18 giugno 2007 (Determinazione della forma di governo della Regione Friuli Venezia Giulia e del sistema elettorale regionale), a prima firma del consigliere regionale Annamaria Menosso (Pd), sottoscritta da tutti i consiglieri dei gruppi consiliari dell´opposizione, e dai consiglieri Mara Piccin (Ln) e Luigi Ferone (Pensionati). L´iniziativa legislativa, si legge nel testo di legge, intende dare all´elettore la possibilità di "esprimere uno o due voti di preferenza a favore di candidati alla carica di consigliere regionale compresi nella lista votata. Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l´altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l´annullamento della seconda preferenza". Introducendo l´incontro, il capogruppo consiliare del Pd Gianfranco Moretton ha affermato che "con questa proposta di legge sfidiamo il centrodestra, perché crediamo che la rappresentanza femminile sia un elemento positivo per dare slancio alle istituzioni e serva a innovare concretamente". La consigliera Menosso ha spiegato che "questa proposta di legge non istituisce ´quote rosa´ ma allarga la possibilità di scelta degli elettori, senza stravolgere l´iter o l´esito del procedimento elettorale. Il precedente della Regione Campania - che già nella legge regionale n. 4 del 2009 (articolo 4, comma 3) aveva introdotto l´istituto della doppia preferenza (facoltativa) uomo-donna per l´elezione dei Consiglieri regionali - ha avuto l´approvazione della Corte costituzionale e ha già dato buona prova, portando al 20% la rappresentanza femminile nel Consiglio regionale campano". La portavoce regionale delle Donne Democratiche Cinzia Del Torre è intervenuta per riconoscere l´impegno di tutto il centrosinistra del Fvg, e in particolare del Gruppo regionale del Pd, nel voler sostenere la presenza femminile nelle istituzioni accogliendo favorevolmente l´impegno del presidente del Gruppo regionale Gianfranco Moretton a portare avanti in Consiglio la proposta. Evidenziando "l´impegno richiesto a tutte le forze politiche in una fase di emergenza", l´europarlamentare Debora Serracchiani ha sottolineato che la doppia preferenza di genere "non è solo una questione di civiltà, ma anche una sfida culturale e un investimento su una risorsa di cui il Paese e il Friuli Venezia Giulia hanno grande bisogno, cioè le donne. Dall´atteggiamento del centrodestra di fronte a questa proposta di legge capiremo la sua visione sul futuro della nostra Regione. La richiesta - ha concluso - è che il presidente Tondo si impegni in prima persona".  
   
   
CAMPANIA: CONCILIAZIONE VITA-LAVORO, OLTRE 700 BAMBINI AI CAMPI ESTIVI PER FIGLI DIPENDENTI REGIONALI. ESPERIENZA DI FORTE VALENZA SOCIALE, COSÌ SI CONIUGANO LAVORO E FAMIGLIA  
 
 Napoli, 24 luglio 2012 - Oltre 700 bambini, tra figli e nipoti dei dipendenti della Regione Campania, hanno preso parte ai campi estivi "Estate dei piccoli", organizzati per la prima volta da Palazzo Santa Lucia a Città della Scienza, nell´ambito delle iniziative per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Nel corso delle cinque settimane di attività, partite il 18 giugno e conclusesi venerdì scorso, è stato predisposto un servizio di trasporto in autobus da e per la struttura di via Coroglio, con capolinea alle sedi regionali del Centro Direzionale e di via Santa Lucia. "E´ questo uno degli esempi più eloquenti di come sia possibile coniugare in maniera equilibrata i ritmi, talvolta frenetici, dell´attività lavorativa con quelli, sempre più risicati, del delicato ruolo di genitore o nonno. E’ una esperienza di forte valenza sociale, attraverso la quale si coniugano lavoro e famiglia", ha commentato a margine dell´iniziativa l´assessore alle Attività sociali Ermanno Russo. L´edizione 2012 dell´Estate dei piccoli si è rivolta ai bambini dai 3 agli 11 anni, suddivisi in gruppi omogenei per fasce d´età. L´organizzazione dei "baby gruppi", composti da giovanissimi ospiti dai 3 ai 4 anni, è ruotata intorno ad un apposito programma di attività psicomotorie e laboratoriali con animatori esperti. Analogamente, gli altri partecipanti hanno svolto programmi di attività educative, ludiche e sportive adeguate alle loro esigenze. Le giornate trascorse a Città della Scienza sono state suddivise in tre fasce orarie finalizzate allo svolgimento di diverse attività, tra cui quelle relative a laboratori di educazione alla scienza e di creatività (dalla ceramica al frottage, dalla carta marmorizzata ai disegni di luce), sino alle più classiche attività sportive: piscina, scherma, tiro con l´arco. Inoltre, ogni settimana i bambini hanno trascorso una giornata presso un sito esterno di interesse naturalistico o culturale: acquedotto romano di Napoli Sotterranea, foresta regionale di Cuma, fattorie didattiche. A margine dei campi, ad ogni partecipante è stato somministrato un questionario che ha testimoniato l´alto indice di gradimento dell´iniziativa.  
   
   
ABRUZZO, PARI OPPORTUNITÀ:CHIODI,SUPERRARE DISPARITÀ  
 
Pescara, 24 luglio 2012 - Divario retributivo di genere, accesso alle posizioni di vertice nelle imprese, conciliazione famiglia/lavoro, difficoltà ad accedere sul mercato del lavoro. Sono queste alcune delle principali questioni aperte a livello di dibattito comunitario sulla parità di genere, discusse nel corso del convegno curato dalla Consigliera Regionale di Parità, dal titolo "L´unione europea e le donne work in progress", al quale hanno partecipato il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, l´europarlamentare, Barbara Matera, come vicepresidente della Commissione Femm - diritti della donna ed uguaglianza di genere - e la stessa Consigliera, Letizia Marinelli. "I mutamenti in corso nell´ambito del quadro normativo europeo sui principi della parità di genere - ha affermato il presidente Chiodi - richiedono una attenzione particolare da parte dei Governi regionali ed un approccio più diretto e teso a contrastare ogni forma di discriminazioni. L´obiettivo è quello di riuscire a garantire un principio di pari opportunità per tutti. Questi processi, per quanto lenti, devono essere il più largamente diffusi per superare la logica dei privilegi e della disparità di accesso, in favore della libera competizione tra talenti e specializzazioni". Chiodi ha, poi, ricordato l´impegno che la Regione sta profondendo da tempo su queste tematiche grazie anche al lavoro dell´assessore alle Pari opportunità, Federica Carpineta, e della Consigliera di Parità regionale, Letizia Marinelli. "La firma del protocollo d´intesa con le province ed i comuni capoluogo, grazie al lavoro della Consigliera Regionale di Parità, - ha spiegato Chiodi - ne rappresenta una testimonianza lampante. Infatti, si tratta di un atto che crea le premesse per le future progettazioni e per costruire modalità di valutazione omogenee. Si punta, infatti, ad introdurre misure per conciliare i tempi di vita e dei lavoro delle donne, azioni per il coinvolgimento delle donne in politica, nei processi decisionali e negli organismi di rappresentanza e benefit per donne sotto tutela nell´assegnazione degli alloggi". Inoltre, partirà a breve lo Sportello regionale per la protezione da ogni forma di discriminazione a danno di donne e gruppi a rischio, appartenenti a minoranze etniche e a comunità immigrate. Si tratta di un progetto Ipa Adriatico, promosso dalla Regione Istriana (Croazia) in collaborazione con otto partner, tra cui l´Abruzzo. Nel centro lavoreranno il mediatore culturale, un responsabile dei servizi sociali e un esperto legale per rispondere a richieste di aiuto e di supporto. Al fine, poi, di aumentare la rappresentanza politica delle donne nelle Istituzioni, è stata elaborata una proposta di modifica della legge elettorale con l´introduzione, negli Statuti regionali, comunali e provinciali, della doppia preferenza di genere. Nel corso del convegno tenuto al Museo delle Genti d´Abruzzo, è stato anche presentato il corso di perfezionamento universitario "Esperto in politiche di parità", organizzato dalla Consigliera di parita´ regionale Letizia Marinelli nell´ambito della formazione specialistica a carattere formativo, dell´Universita´ Leonardo Da Vinci, per la diffusione della cultura di genere nelle istituzioni culturali, sociali e politiche, finalizzate a qualificare ed aumentare la presenza e la partecipazione delle donne nella vita attiva.  
   
   
A FIRENZE 6 ABITANTI SU 10 SONO DONNE I DATI PUBBLICATI NELL’ANNUARIO STATISTICO DEL COMUNE 2009-2010. TUTTI I NUMERI DELLA CITTÀ IN 570 PAGINE E 664 TABELLE  
 
Firenze, 24 luglio 2012 - Le donne rappresentano il 60% della popolazione fiorentina, sono sempre più longeve (nella classe oltre i 90 anni il rapporto femmine/maschi è di 3 a 1), vivono spesso da sole (il 27% delle famiglie è formato da una sola donna) e muoiono principalmente a causa di malattie del sistema circolatorio (pari al 40% dei decessi). È la ‘fotografia’ scattata nell’annuario statistico che gli esperti dall’apposito ufficio comunale hanno finito di elaborare in queste settimane. Questo capitolo, realizzato su richiesta della commissione pari opportunità presieduta da Maria Federica Giuliani, rappresenta la principale novità dello studio ed è dedicato all’analisi “al femminile”: sono state raccolte ed elaborate le tavole con i dati relativi alle donne, calcolando il rapporto tra popolazione femminile e maschile, in modo da mettere in evidenza dove la prima è preponderante. Le donne, emerge dall’elaborazione dei dati, sono sempre più istruite (ogni 100 laureati 60 sono di sesso femminile), ma con un tasso di disoccupazione più elevato dei maschi (solo il 45% sono occupate); ancora in netta minoranza nel mondo della docenza universitaria (solo per i ricercatori universitari si raggiunge la parità), presenti con un rapporto femmine/maschi di 1 a 2 nei ruoli dirigenziali dell’amministrazione comunale. Le donne rappresentano l’aspetto più consistente della migrazione (54% degli stranieri), con una struttura della popolazione più giovane (età media di 36 anni) e una tipologia di lavoro di tipo subordinato (42,3% dei permessi di soggiorno per lavoro). Le figure femminili sono ricordate anche nella toponomastica cittadina (86 nomi di aree di circolazione), peraltro in misura minima (solo il 4% dei toponimi) e quasi per la metà sono di religiose. «Questi numeri – ha sottolineato l’assessora alle pari opportunità Cristina Giachi - sono molto importanti e ci consentono di lavorare e impostare politiche più consapevoli. Sono la radiografia del nostro sviluppo e ci dicono non soltanto cosa siamo, ma soprattutto sono il presupposto per decidere dove stiamo andando. Una corretta impostazione delle politiche di genere, poi, necessita di analisi numeriche come queste che rivelano i mutamenti sociali, e purtroppo confermano il gap numerico nelle posizioni dirigenziali ricoperte da donne e uomini». Il resto dell’annuario esamina Firenze, attraverso dati, grafici e tabelle divisi in 13 capitoli dedicati ad ambiente e territorio, popolazione, sanità, sicurezza sociale, istruzione e cultura, giustizia, economia e lavoro, prezzi, trasporti, amministrazione comunale, quartieri, spettacolo e sport e, appunto, ‘ Le donne a Firenze’. I numeri della città sono tutti nelle 570 pagine, nelle 664 tabelle e nei 62 grafici dell’Annuario giunto alla settima edizione, Uno strumento per conoscere le caratteristiche strutturali e i mutamenti dei fenomeni economici, sociali e ambientali che si presentano sul territorio fiorentino, integralmente scaricabile dal sito internet del Comune di Firenze all’indirizzo http://statistica.Fi.it/opencms/multimedia/documents/1339509697415_annuario_statistico_del_comune_di_firenze_2009-2010.pdf Sarà disponibile anche in una limitata tiratura cartacea perché, nonostante la rapida evoluzione e diffusione dei supporti digitali, la veste tradizionale ha ancora suoi specifici canali di diffusione che non si sovrappongono a quelli elettronici. La disponibilità di dati statistici particolareggiati per il territorio comunale assolve a una duplice funzione: da una parte quella di conservazione della memoria quantitativa della città, dall’altra quella di strumento per una governance efficace della comunità. Di seguito alcune delle principali informazioni contenute, capitolo per capitolo. I dati sull’ambiente, contenuti nel primo capitolo, riguardano i fenomeni meteorologici, l’inquinamento atmosferico, la produzione e lo smaltimento dei rifiuti. Da segnalare il continuo aumento, tra il 1998 e il 2010, del peso della raccolta differenziata di rifiuti urbani sulla produzione totale (dal +13,7% al +38,4%), mentre la produzione complessiva registra una lieve diminuzione dal 2006 a oggi. Le principali caratteristiche demografiche relative alla popolazione residente totale e straniera, ai matrimoni e al movimento naturale e migratorio, illustrate nel secondo capitolo, mostrano importanti cambiamenti strutturali, registratisi negli ultimi anni. Tra questi il più interessante è l’aumento della popolazione straniera residente a Firenze, il cui peso percentuale sul totale della popolazione del Comune passa da +6,6% del 2001 a +13,5% del 2010, soprattutto a causa dell’incremento degli immigrati rumeni, che registrano una variazione del +14,6%. Due serie storiche illustrano l’andamento della popolazione residente nel Comune di Firenze e nell’area fiorentina, rispettivamente dal 1862 al 2010 (non presente nella precedente edizione) e dal 1963 al 2010. Il capitolo sulla sanità presenta i dati delle prestazioni sanitarie erogate sul territorio del Comune fiorentino nel biennio 2009-2010, dall’azienda sanitaria locale, dall’azienda ospedaliera Careggi e dall’azienda ospedaliera Meyer, con dovizia di dettagli e particolari per patologia e per titpo di ricovero. Il capitolo sulla sicurezza sociale è costituito dai dati sugli interventi erogati dalla Direzione Servizi Sociali del Comune. Tra il 2004 e il 2010 si è verificata una diminuzione molto significativa (-11,2%) degli utenti in carico ai servizi sociali, parzialmente compensata da un aumento del +3,0% tra il 2009 e il 2010. I dati sull’istruzione mostrano l’andamento dei livelli di scolarizzazione della popolazione residente, dall’asilo nido all’istruzione universitaria, mentre le notizie statistiche sui musei e biblioteche concorrono alla definizione di un profilo culturale della città. Da rilevare un aumento della presenza di alunni stranieri nel sistema scolastico pre-universitario con un incremento dall’anno scolastico 2005/2006 al 2010/2011 del +65,3%. Per quanto riguarda l’istruzione universitaria si è registrata negli ultimi anni una costante diminuzione di iscritti alle facoltà fiorentine pari a -20,3% dall’anno accademico 2004/2005 al 2009/2010. Il capitolo sulla giustizia presenta le notizie statistiche relative all’attività del sistema giudiziario, alle istituzioni carcerarie di Sollicciano e ‘Mario Gozzini’, al centro di prima accoglienza e all’istituto penitenziario minorile, ai sequestri di oggetti per l’abusivismo commerciale e ai fenomeni criminali. Si evidenzia un lieve aumento dei delitti commessi e denunciati del +1,1% nel 2009 rispetto all’anno precedente, dovuto soprattutto all’aumento delle violenze sessuali del +25,0% e dei delitti informatici pari a +18,3%. Tuttavia si evidenzia una diminuzione sia per i furti sia per le rapine, rispettivamente del 5,3% e del -16,9%. Il settimo capitolo fornisce informazioni sulle stime, elaborate dall’Irpet, di alcune grandezze di contabilità nazionale riferite al territorio locale, sui dati che si riferiscono all’attività bancaria, alle imprese e alle unità locali esistenti sul territorio del Comune e della Provincia di Firenze. La serie storica sul pil locale nell’intervallo tra il 2008 e il 2009 mostra dei ribassi pari a -5,2% per il Sistema economico locale “Area Fiorentina Quadrante Centrale” (comprendente Firenze e i comuni limitrofi), a -5,8% per la Provincia e a -2,9% per la Toscana; per il valore aggiunto nella stessa “Area Fiorentina Quadrante Centrale” si sono registrate le diminuzioni di -4,7%, di -5,2% per la Provincia e -2,8% per la Toscana. Un’ulteriore sezione del capitolo riguarda la dinamica dei dati relativi agli arrivi e alle presenze per turismo, suddivisi tra turisti italiani e stranieri; confrontando il 2009 con il 2008 si nota un aumento del +18,6% e del +14,0% rispettivamente per gli arrivi e le presenze, dovuta in particolare a una maggiore affluenza di stranieri. Dall’indagine sulle forze lavoro, relativa all’anno 2010, effettuata dall’ufficio comunale di statistica, si ricavano sia il tasso di attività del 49,1%, sia il tasso di occupazione del 45,1%, sia il tasso di disoccupazione dell’8,3%. Tutti i risultati dell’indagine, anche a livello di quartiere sono presentati nell’Annuario. Il capitolo ottavo riguarda l’andamento dei prezzi medi mensili all’ingrosso e gli indici dei prezzi al consumo. Come nella precedente edizione viene presentata la sezione inerente le quotazioni del mercato immobiliare per fascia/zona, tipo di destinazione e tipologia, fornite dall’Osservatorio Mercato Immobiliare (Omi) dell’Agenzia del territorio. Il capitolo dei trasporti fornisce i dati relativi al traffico privato, agli incidenti stradali, al servizio di trasporto pubblico e quelli relativi al traffico autostradale, ferroviario e aero-portuale. Per quanto riguarda il traffico privato, i dati forniti dal Pra evidenziano una crescita, tra il 2008 e il 2010, sia del numero di motocicli circolanti (+5,5%) sia delle autovetture (+4,4%), con una diminuzione del numero di autobus (-4,5%). Il numero di incidenti stradali rilevati è calato notevolmente rispetto al 2008, del -17,7%, così come i feriti. Purtroppo, il numero di morti, invece, è aumentato passando da 14 nel 2008 a 23 nel 2010. Come nella precedente edizione vengono elaborati i dati inerenti le notizie di reato per l’articolo 186 (guida sotto l’influenza dell’alcool) rilevate a seguito di incidente stradale. Il decimo capitolo presenta il bilancio consuntivo del Comune per gli anni 2004-2010, evidenziando in dettaglio le diverse tipologie di entrata e spesa; si descrive poi l’attività del consiglio e della giunta comunale. Viene riproposta la tavola delle retribuzioni (non nominative) del personale dirigente del Comune di Firenze. Infine viene presentato l’elenco di coloro che hanno “comandato” Firenze, ovvero gonfalonieri, sindaci e commissari prefettizi a partire dal 1780, indicando per ciascuno il periodo della carica e la modalità di nomina. Il capitolo che si riferisce ai quartieri raccoglie tutte le informazioni presenti negli altri capitoli per ciascuno dei cinque quartieri di Firenze. Il penultimo capitolo fornisce i dati relativi alle sale cinematografiche, ai teatri e ai palasport, nonché informazioni concernenti le manifestazioni sportive e popolari, per gli anni 2009 e 2010.