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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Marzo 2014
RE-INVENTARE L´EUROPA  
 
Cannes, 13 marzo 2014 – Di seguito l’intervento di Günther Oettinger Il commissario europeo per l´Energia Immobili State Fair Mipim; “ Le decisioni architetti e urbanisti fatte oggi definiranno il mondo che abbiamo nel giro di due o tre generazioni. Inoltre, le decisioni di politica energetica di oggi daranno forma al mondo per i nostri figli ei figli dei figli. Le città sono al centro della nostra politica energetica. Variazioni di energia nelle città stanno offrendo un diverso tipo di futuro. Abitazioni a basso consumo energetico. Riscaldamento e raffreddamento passivo. Reti urbane intelligenti che collegano la generazione di energia, le opzioni di trasporto, alloggi sociali e luoghi di lavoro efficienti sul piano energetico. Misurazione dell´energia intelligente e micro reti, che dà accesso a forme locali di energia - solare, geotermica o combinata di calore ed energia - e dare ai consumatori un reale controllo sul loro uso di energia. Zero emissioni dei trasporti, dai veicoli elettrici, celle a combustibile, o pedali della bicicletta. Le nostre città hanno un futuro eccitante. Un futuro diverso. Un futuro più sano. Ma perché dico questo, un commissario europeo dell´energia? Cosa posso offrire oltre gli altri ospiti molto illustri qui, che hanno contatti quotidiani con città, architetti, costruttori e famiglie ...? Io riassumere in tre temi: primo: la cooperazione europea, secondo: il quadro giuridico per guidare il cambiamento in città e terzo: il finanziamento. Cooperazione europea - Politiche di costruzione della città non si fermano presso il municipio locale. Nell´unione europea abbiamo una serie di iniziative che realizzano esattamente questo: - Il partenariato per l´innovazione europea sulle Città intelligenti e comunità intelligenti; - Il tecnologie energetiche strategiche Sistema informativo sulla Città intelligenti; - Il piano d´azione "Costruzione 2020". Ci sono azioni separate su reti intelligenti, lo stoccaggio di energia, trasporti intelligenti e la collaborazione con il settore Ict. E naturalmente io dovrei menzionare il Patto dei sindaci firmato da più di 5000 sindaci europei che volontariamente si impegnano a incrementare l´efficienza energetica e l´uso delle fonti energetiche rinnovabili nei loro territori. Con il loro impegno, i firmatari del Patto intendono raggiungere e superare il 20% dell´obiettivo di riduzione delle emissioni di Co2 nell´Unione europea entro il 2020. E ´l´unico movimento nel suo genere mobilitazione degli attori locali e regionali in tutto il conseguimento degli obiettivi dell´Ue. Collaborazione europea vi aiuterà, i vostri clienti ei vostri investitori ottenere il massimo dal proprio lavoro. E vi aiuterà a condividere le tue conoscenze, le lezioni e le competenze tecnologiche con partner diversi. Sostenere quadro legale per guidare il cambiamento - C´è un´altra dimensione di città in cui la politica energetica europea è guidare il cambiamento. Le città sono la chiave per obiettivi del 20% di risparmio energetico entro il 2020 l´Ue perché il 70% dell´energia dell´Unione viene consumata nelle città. Il nostro quadro energia e clima 2020 offre la sicurezza di politiche di medio termine. Le nostre proposte per il 2030 ci danno un orizzonte di più lungo termine, perché 2020 è oggi e il 2030 è domani. Il nostro 2050 Energy Roadmap ci porta ancora di più nel futuro. Che siamo di fronte a 2020, 2030, o 2050, il messaggio di base è la stessa. Uno spostamento verso altre tecnologie di risparmio per l´efficienza energetica e l´energia è il modo in cui l´Europa andrà. L´europa vuole diventare altamente innovativo un´economia a basse emissioni di carbonio. Per arrivarci, ciò che accade in città è determinante. Con l´aiuto delle politiche e della legislazione europee, siamo in grado di fornire un quadro giuridico a sostegno per costruire il futuro delle nostre città. Finanza - Il terzo elemento di cui abbiamo bisogno, però, è il denaro. A causa del loro costo percepito, a basso consumo energetico, edifici passivi o attivi hanno ancora una diffusione sul mercato limitata e richiedono anche più in anticipo degli investimenti. La crisi economica ha offuscato l´entusiasmo per investimenti costosi, con un pay più indietro periodo. Questo è deplorevole. Gli investimenti in costruzioni a basso consumo energetico darebbe settore immobiliare e delle costruzioni slancio, che sarebbe un bene per l´economia europea. Costruzione genera quasi il 10% del Pil dell´Ue e fornisce 20 milioni di posti di lavoro, soprattutto nelle micro e piccole imprese. Essa contribuisce anche al 50% della formazione di capitale nella Ue. Denaro europea sta contribuendo alla leva finanziamenti nazionali e privati ​​in nuovi progetti di costruzione. Dal 2014-2020, gli importi disponibili per l´efficienza energetica e le energie rinnovabili in spesa per la coesione, l´Ue principali strumenti finanziari per ridurre il divario tra regioni povere e ricche, sarà effettivamente raddoppiato rispetto al periodo precedente, raggiungendo € 23000000000. Anche la Banca europea per gli investimenti ha approvato nuove linee guida nel 2013, mettendo tra l´altro ancor più l´accento sui progetti di efficienza energetica. Conclusione - Le sfide che attendono l´Europa e le città d´Europa in questo momento sono formidabili. La globalizzazione dei mercati, incertezza economica, fornitura di energia a prezzi accessibili; la protezione dell´ambiente, i cambiamenti demografici, la coesione sociale, la sicurezza e la salute dei cittadini ... Entrambi politica energetica europea e le iniziative locali fanno la differenza nel modo in cui affrontiamo queste sfide. Come costruiamo le città del futuro. Grazie.”  
   
   
KRSKO: AL NUCLEARE UN ´NO´ SECCO E NON TRATTABILE L´ARPA DISPONIBILE AI CONTROLLI ASSIEME ALLE AUTORITÀ SLOVENE  
 
Trieste, 13 marzo 2014 - "La collocazione della centrale a pochi chilometri dal nostro territorio, in un altro Stato, impone un´interlocuzione attraverso gli ordinari canali internazionali, quindi tra i due Governi, e non è da escludere il ricorso agli Organi di Giustizia comunitari qualora non si riesca a garantire la sicurezza dei cittadini". Lo ha detto in Consiglio regionale l´assessore all´Ambiente e all´Energia Sara Vito in risposta ad un´interrogazione del vicecapogruppo di Forza Italia Rodolfo Ziberna. L´assessore Vito ha sottolineato che in Arpa esiste una Struttura di Fisica Ambientale, che fa parte della rete nazionale per il controllo della radioattività: "dal 2008 essa effettua un costante monitoraggio sul nostro territorio, che ha dato sempre esito negativo; i tecnici di tale struttura - ha precisato - sono pronti a collaborare con i colleghi sloveni e a fare analisi a Krsko". L´assessore Vito ha anche rammentato la netta posizione contraria della Giunta regionale a qualsiasi opzione nucleare e in particolare al potenziamento della centrale di Krsko. "Un no secco e non trattabile, come ha sempre sostenuto la presidente della Regione Debora Serracchiani", ha spiegato Sara Vito a margine della seduta del Consiglio. "Debora Serracchiani infatti - ricorda - anche da parlamentare europea aveva mantenuto una posizione costante e coerente nei confronti dell´argomento ´nucleare´, manifestata con specifiche interrogazioni al Parlamento europeo, focalizzate proprio alla denuncia del rischio rappresentato dalla vicinanza della centrale di Krsko al Friuli Venezia Giulia. Per questo motivo la Giunta regionale è vigile e attenta su questi delicati aspetti". "Fa piacere - conclude - che anche il consigliere Ziberna ora si preoccupi della salute dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, dopo che nella precedente legislatura l´ex presidente Renzo Tondo spingeva per una partecipazione italiana all´ipotizzato raddoppio di Krsko, quale via per risolvere i problemi energetici del Friuli Venezia Giulia". "Il referendum popolare - conclude Vito - ha dato a chi ha responsabilità di governo in Italia, una chiara indicazione di condotta, un no al nucleare. Per cui noi intendiamo sviluppare una politica ambientale di riduzione dei consumi, di razionalizzazione delle fonti energetiche e di sviluppo della produzione di energia delle fonti rinnovabili e di certo non pensiamo di partecipare ai progetti di ampliamento di Krsko".  
   
   
TOSCANA, HOUSING SOCIALE, AFFITTI A 400 EURO E LAVORO PER IMPRESE EDILI: DA FRAGILITÀ OCCASIONI DI CRESCITA  
 
San Casciano In Val Di Pesa (Fi) , 13 marzo 2014 - Su un nuovo ´housing sociale´ pubblico la Toscana va avanti. "Il bando con cui conferiremo ad un fondo 5 milioni di risorse regionali sta per uscire: forse già la prossima settimana", annuncia l´assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli, approfittando dell´ottavo congresso regionale della Fillea della Cgil, il sindacato delle costruzioni e del legno, che si è svolto alla Casa del popolo di San Casciano in Val di Pesa. E non a caso. L´operazione permetterà infatti di riattivare il mercato delle costruzioni, colpito dalla crisi più di altri. "L´housing sociale potrà essere una risposta a tutti gli alloggi che giacciono invenduti e spesso ancora da completare: sarà un´opportunità per ristrutturare aree dismessi e vecchi alloggi". Un tema al centro peraltro della relazione del segretario Giulia Bartoli. Ma l´housing sociale permetterà anche di offrire una casa a chi è non è così ´povero´ per una casa popolare ma non sufficientemente ´ricco´ (o magari semplicemente precario) per un affitto a prezzi di mercato o per comprarsi una casa con un mutuo. "In questo modo - annuncia l´assessore Bugli - potremo garantire l´affitto di una casa di 80 metri quadri attorno a Firenze a circa 450 euro dal mese". Risparmio energetico, Regione in campo - L´housing sociale è l´esempio, il primo, che l´assessore porta per dire che "in questo momento di crisi coesione sociale e crescita devono andare di pari passo ma occorre anche sfruttare le fragilità come occasione di sviluppo". Il cambio di passo che l´assessore ha cercato di imprimere al tavolo regionale sull´edilizia, ricostituito la scorsa estate e che un tempo si occupava solo di crisi aziendale. "Come per l´housing sociale potremo fare lo stesso - dice Bugli - con la salvaguardia del territorio ed il recupero ambientale, sempre più necessaria dopo sei alluvioni in quattro anni. Altrettanto vogliamo spingere sul risparmio energetico: lo Stato già incentiva le ristrutturazioni con detrazioni fiscali del 50 o 65 per cento in dieci anni. A volte mancano però la consapevolezza del risparmio e i soldi per partire. La Regione interverrà offrendo gratuitamente una prima valutazione sui risparmi fiscali ed energetici da parte di professionisti e garantendo poi un prestito a tassi vantaggiosi a chi deciderà di ristrutturare la casa per abbattere i consumi energetici" Prevenzione dal rischio idrogeologico, 50 milioni a disposizione - Certo per trasformare una fragilità in occasione di sviluppo sono necessarie due condizioni. "Che il pubblico investa: noi per la prevenzione dei rischio idrogeologico abbiamo messo 50 milioni nel 2014 - dice Bugli - Occorrerebbe che anche lo Stato facesse altrettanto e lo facesse per dieci anni, in modo da poter spendere in Toscana 100 milioni ogni dodici mesi". Ma anche le aziende devono attrezzarsi e riconvertirsi. "Chi pensa di poter vivere costruendo solo villette schiera - confessa Bugli - è destinato a fallire". Nel corso della lunga relazione del segretario, il sindacato aveva chiesto al pubblico e in particolare alla Regione un segnale proprio su housing sociale, aree dismesse da recuperare, centri storici da qualificare, efficientemente energetico di edifici pubblici e privati, uso di nuovi materiali. E poi ancora controlli per garantire la sicurezza nei cantieri, misure contro le infiltrazioni mafiose negli appalti, appalti non al massimo ribasso che "spesso si traducono solo in cantieri che si interrompono, materiali scadenti e scarso rispetto delle norme per la sicurezza". Il sindacato ha chiesto interventi anche sul fronte lapideo, con il plauso alla Regione per la filiera creata per il settore del legno e il protocollo sul pronto soccorso esteso alla Siena Grosseto. La Fillea chiede anche un maggior intervento del pubblico per far ripartire l´economia:" no a tagli lineari ma qualificazione della spesa". Patto di stabilità - "Purtroppo la nostra capacità di spesa, con l´ultima finanziaria del governo, è ancora diminuita - risponde Bugli - Credere di poter ottenere un allentamento del patto di stabilità su tutto è pura illusione, oltre che sbagliato. La proposta giusta ci sembrava quella avanzata come Regioni: ovvero togliere dal patto di stabilità la spesa per la salvaguardia del territorio, un po´ come avviene per la sanità perché lì c´è di mezzo la vita, e togliere dal patto anche i cofinanziamenti dei progetti europei, con opere che rischiamo altrimenti di bloccare visto che di cofinanziamenti fino al 30 per cento a volte si tratta".  
   
   
EDILIZIA RESIDENZIALE IN UMBRIA: APPROVATO IL BILANCIO 2014 DELL´ATER. ATTENZIONE AD INVESTIMENTI E MOROSITÀ  
 
Perugia, 13 marzo 2014 - Grande attenzione agli investimenti ed al problema della morosità: sono queste le principali indicazioni fornite dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle politiche abitative Stefano Vinti, in occasione dell´approvazione del bilancio di previsione 2014 di Ater Umbria, l´azienda di edilizia residenziale della nostra regione. "Dopo aver attentamente verificato il bilancio dell´Azienda, ha affermato l´assessore Vinti, abbiamo ritenuto opportuno di suggerire alcune ulteriori potenziali azioni per migliorare la gestione complessiva dell´Agenzia. In particolare per quanto riguarda gli investimenti, si auspica un monitoraggio della situazione finanziaria attraverso un indice di indebitamento, una valutazione sull´opportunità di impiegare risorse proprie e un controllo stretto sui limiti stabiliti dalla Cassa Depositi e prestiti. Per quanto concerne invece il problema della morosità, ha aggiunto Vinti, abbiamo consigliato di proseguire nell´attività di monitoraggio di tale fenomeno, intraprendendo celermente tutte le azioni a tutela dell´Agenzia ed eventualmente mettendo in campo azioni contabili volte ad incrementare il fondo svalutazione crediti o aggiornando il dato sulla svalutazione dei crediti inesigibili. Il problema della morosità infatti è quello che più risente della difficile situazione economica delle famiglie e risulta in drammatico aumento nell´ultimo anno. Il settore che si conferma ancora il più problematico è quello degli alloggi di proprietà comunale, sia per quanto riguarda l´incremento della morosità degli utenti che per le difficoltà di gestione da parte dei comuni. Abbiamo infine suggerito, ha concluso l´assessore, un costante controllo della gestione operativa al fine di individuare possibili economie che possano essere destinate al miglioramento del patrimonio edilizio. Anche attraverso una costante attività di manutenzione ordinaria e straordinaria si può avere a disposizione un maggior numero di alloggi per poter soddisfare le migliaia di domande che ogni anno arrivano da parte di famiglie in evidente difficoltà abitativa".  
   
   
BEI E BANCO POPOLARE PMI FINANZA E MEDIA CAPITALIZZAZIONE  
 
Lussemburgo, 13 Marzo 2014  - La Banca europea per gli investimenti (Bei) e gli spagnoli istituzione finanziaria Banco Popolare hanno siglato un contratto per un prestito di 200 milioni di euro. Così, il Banco Popolare si espanderà i prestiti alle piccole e medie imprese (fino a 250 dipendenti) e le società a media capitalizzazione (fino a 3000 dipendenti). Inoltre, il Banco Popolare prevede altri 200 milioni di euro sono disponibili, in modo che un totale di 400 milioni di euro può essere concesso alle aziende di queste dimensioni. I fondi sono utilizzati principalmente per finanziare progetti di investimento in Spagna. Sostiene i progetti delle Pmi con costi di progetto fino a 25 milioni di euro. Nei progetti a media capitalizzazione questo limite massimo è di 50 milioni di euro. Il prestito della Bei è concesso a condizioni favorevoli. Ha un basso tasso di interesse e ha un tempo lungo periodo. Banco Popolare è contrattualmente obbligato a suoi sub-debitori anche di conseguenza concesse condizioni favorevoli. La Bei ha già concesso due prestiti simili a Banco Popolare in Spagna negli ultimi due anni. Inoltre, la filiale bancaria dell´Istituto in Portogallo ha già ricevuto un finanziamento. Questo nuovo prestito, la Bei ribadisce che vuole rendere più facile l´accesso delle piccole e medie imprese al credito. Le Pmi sono un motore importante per la crescita e l´occupazione. 2013, il Gruppo Bei ammonta a 71.700 milioni di euro previsto, soprattutto nei paesi dell´Ue. In Spagna, il volume di prestiti ha raggiunto un nuovo livello record di 10.656 milioni di euro. Il paese è così per dieci anni di fila, il più grande paese beneficiario del finanziamento Bei. 2013, il gruppo Bei (questo include il Fondo europeo per gli investimenti) 21,9 miliardi di euro per le Pmi e mid-cap pronto. Di questi, 18,5 miliardi di euro dalla Bei stessa dei mezzi intorno a 230 000 imprese hanno beneficiato in tutta Europa. Aziende spagnole sono state sostenute con 4.836 milioni di euro.  
   
   
RAFFREDDAMENTO SENZA RISCALDAMENTO CLIMATICO: IL PARLAMENTO EUROPEO SOSTIENE DIVIETO DI F-GAS  
 
Strasburgo, 13 marzo 2014 - L´uso di gas fluorurati ostili al clima dovrebbe essere vietato nei nuovi elettrodomestici e frigoriferi di condizionamento da 2022-2025, nell´ambito progetto di norme approvate dal Parlamento europeo Mercoledì. Queste regole erano già state informalmente concordato con i ministri dell´Ue. Nel complesso, l´uso di potenti idrofluorocarburi (Hfc) gas a effetto serra deve essere ridotto del 79% entro il 2030. Dopo il divieto di clorofluorocarburi (Cfc) nel 1980 per rallentare l´esaurimento dello strato di ozono, il nuovo progetto di legge mira uso di diversi altri gas fluorurati che sono dannose per il clima. "gas fluorurati" possono avere un effetto di riscaldamento serra fino a 23.000 volte maggiore di quantità equivalenti di Co2. "Questa innovazione dell´Ue determina il ritmo di una fase-out globale di questi gas« super effetto serra », che altrimenti spiegare le emissioni di gas a effetto serra del 20% entro il 2030. Emissioni di gas fluorurati sono aumentate del 60% dal 1990 nella Ue. Banning il loro uso in apparecchiature di refrigerazione e di condizionamento d´aria è quindi urgente invertire questa tendenza ", ha detto l´eurodeputato Bas Eickhout (Verdi / Ale, Nl). "L´ue ridurre l´uso F-gas di quasi il 80% entro il 2030. Banning gas fluorurati in nuove apparecchiature di refrigerazione commerciale dal 2022 stimolerà l´innovazione, a vantaggio immediato di molte imprese europee innovative, stimolando la domanda di refrigeranti naturali", ha aggiunto . F-gas fase-out - Nei negoziati, i deputati hanno modificato la proposta della Commissione di eliminare gradualmente l´uso dei gas fluorurati in diversi nuovi settori, dove sono disponibili, le alternative a basso consumo energetico e costo-efficacia di sicurezza. Il divieto si applica a impianti centralizzati di refrigerazione commerciale con una capacità di 40kW che utilizza Hfc. I piccoli impianti di condizionamento che utilizzano Hfc con un potenziale di riscaldamento globale (Gwp) superiore a 750 volte quello del Co2 saranno vietati entro il 2025, e aerosol tecnici contenenti Hfc oltre 150 Gwp sarebbe vietato dal 2018. Prodotti come polistirene estruso e altre schiume che utilizzano Hfc dovrebbero essere banditi dal 2020 e il 2023, rispettivamente. L´accordo ha inoltre rafforzato disposizioni proposte per ridurre le emissioni di prodotto, e la legislazione incoraggia gli Stati membri a sviluppare schemi di responsabilità del produttore per il recupero di tutti i gas fluorurati. Prossimi passi - Il progetto di legge è stata approvata da 644 voti favorevoli, 19 contrari e 16 astensioni. Il Consiglio dei ministri è quello di votare sul file il 14 aprile.  
   
   
LUCCHINI, ARRIVATE NOVE OFFERTE, OTTO INCOMPLETE: UNA SETTIMANA PER LE INTEGRAZIONI IL COMMISSARIO NARDI HA ILLUSTRATO LE PROPOSTE AL VICE MINISTRO DE VINCENTI  
 
Roma, l3 marzo 20l4 – Il Commissario della Lucchini Spa in Amministrazione Straordinaria Piero Nardi ha presentato questa mattina al Vice Ministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti la sintesi delle offerte non vincolanti pervenute, come da disciplinare di gara, entro il l0 marzo. Le offerte ammontano a nove, di cui otto non risultano ancora complete dal punto di vista documentale, in particolare sul versante finanziario o su quello industriale. Al fine di garantire la pluralità degli operatori ammissibili all´ulteriore fase di gara, il Commissario - d´intesa con il Ministero- ha ritenuto di richiedere ai presentatori delle otto offerte incomplete le necessarie integrazioni alla documentazione da esibire entro il termine di una settimana.  
   
   
ECONOMIA: SERRACCHIANI GUIDA DELEGAZIONE ECONOMICA FVG IN AZERBAIJAN  
 
Trieste, 13 marzo 2014 - La presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani guiderà nei prossimi giorni una delegazione economico-istituzionale a Baku, capitale dell´Azerbaijan. La presidente, assieme al presidente di Unioncamere Fvg e Camera di Commercio di Udine Giovanni da Pozzo, del presidente dell´Ente camerale di Pordenone Giovanni Pavan, nonché dei presidenti di Confindustria Udine e di Finest, Matteo Tonon e Mauro del Savio, e del rettore dell´Università friulana Alberto Felice De Toni, accompagnerà una delegazione commerciale composta da una decina di aziende delle province di Udine e Pordenone appartenenti ai settori della meccanica, del mobile-arredo e dell´edilizia, del tessile-abbigliamento e del comparto chimico. Nel corso della visita a Baku, il prossimo 14 marzo, la presidente Serracchiani, con l´ambasciatore d´Italia a Baku Giampaolo Cutillo e l´ambasciatore azero in Italia Vaqif Sadiqov, avrà incontri ufficiali con il presidente della Repubblica Ilham Aliyev, il ministro dell´Economia e dell´Industria Shahin Mustafayev, ed il viceministro degli Affari esteri Khalaf Khalafov. Promossa dall´Ambasciata d´Italia a Baku, nel pomeriggio dello stesso 14 marzo è in programma un´importante presentazione commerciale, dedicata alle opportunità d´investimento in quel Paese. L´azerbaijan, come sottolineato dalla nostra stessa rappresentanza diplomatica a Baku, si presenta come una delle Nazioni a maggior crescita fra quelli dell´ex Urss. Negli ultimi anni il Paese ha realizzato tassi d´incremento ´´cinesi´´, raggiungendo tra il 2006 ed il 2008 una performance di crescita a due cifre (in media del 20 per cento, con punte del 34 per cento). Nel 2013 il Pil è aumentato del 5,7 per cento rispetto all´anno precedente, raggiungendo 48,7 miliardi di euro. Si prevede che l´economia azera continuerà a crescere ad un tasso medio del 4 per cento nel periodo 2014-2018. Da sei anni l´Italia è il primo ´´cliente´´ del Paese, con un interscambio 2012 pari a 7,5 miliardi di euro. ´´Proseguiamo i contatti commerciali già avviati con l´Azerbaijan dal nostro sistema produttivo, in un´area che viene ritenuta importante ed interessante per il ´made in Fvg´ accompagnando gli imprenditori regionali´´, sottolinea Serracchiani. ´´Crediamo sia questa la strada da percorrere ´assieme´, tra istituzioni e mondo dell´impresa, perché sappiamo come il futuro economico della nostra regione si giochi moltissimo negli scambi internazionali´´. ´´A questa missione in Azerbaijan - ricorda inoltre la presidente - seguiranno ulteriori visite ufficiali della Regione: tra queste, nei prossimi mesi, quelle in Serbia ed in Croazia, mercati più vicini ma altrettanto appetibili per il Friuli Venezia Giulia, anche nell´intento di rilanciare un ruolo più strategico della regione nello scacchiere dell´Est Europa e dei Balcani´´. ´´Dopo la prima positiva esperienza a dicembre - commenta il presidente Da Pozzo - torniamo in Azerbaijan con una delegazione strutturata che coinvolge il vertice della nostra Regione, certi che potremo ulteriormente rafforzare le buone relazioni instaurate nel Paese. Le aziende non possono essere lasciate sole nel complesso quanto fondamentale processo di internazionalizzazione e le istituzioni devono essere al loro fianco, per assisterle e configurare un quadro di relazioni fondamentali per costruire un terreno favorevole alla loro crescita all´estero´´. ´´La missione sostanzia alcuni punti strategici costantemente all´ordine del giorno nelle nostre agende di lavoro´´, aggiunge il presidente Pavan: ´´la capacità del sistema regionale di creare virtuose sinergie condividendo, come in questo caso, progetti di Unioncamere con la presenza delle delegazioni di Pordenone e Udine; l´affiancamento delle istituzioni, fondamentale quando si va oltreconfine insieme alle imprese, che giocano un ruolo determinante e sono biglietto da visita imprescindibile soprattutto in aree emergenti come quelle individuate per questa specifica missione; l´aver proposto nuovamente il fortunato modello di relazioni ´B2b´ (business to business), l´unico in grado di garantire un efficace scambio di informazioni tra domanda e offerta. La Camera di Commercio di Pordenone affianca ed affiancherà sempre con convinzione le iniziative di ´push´ commerciale con queste specifiche caratteristiche´´. Alcune aziende Fvg proseguiranno successivamente i loro contatti commerciali anche nella capitale del Kazakhstan, Almaty.  
   
   
ESPORTAZIONI PIEMONTESI: NEL 2013 LE VENDITE ALL’ESTERO AUMENTANO DEL 3,8% RISPETTO AL 2012 PIEMONTE IN CONTROTENDENZA RISPETTO ALLA MEDIA NAZIONALE (-0,1%).  
 
Torino, 13 marzo 2014 - Nel 2013 il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 41,4 miliardi di euro, registrando un incremento del 3,8% rispetto al 2012. Valutando le singole performance trimestrali si rileva come l’aumento del valore delle vendite all’estero abbia assunto un’intensità progressivamente crescente: alla variazione del +0,7% del I trimestre 2013 sono seguite quelle del +2,2% e del +5,8% del Ii e Iii trimestre. Nel periodo ottobre-dicembre 2013 l’export piemontese è aumentato del 6,4% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente. Sul fronte delle importazioni, il 2013 registra solo un lieve incremento (+0,6%) rispetto al 2012, risultando pari a 26,9 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale permane, dunque, positivo, raggiungendo i 14,4 miliardi di euro, a fronte dei 13,1 dell’anno precedente. “Il Piemonte ancora una volta è tra i primi della classe. I risultati positivi dell’export del 2013, e in particolare del Iv trimestre, dimostrano ancora una volta la vivacità dei nostri imprenditori, la qualità dei nostri prodotti e l’efficacia delle politiche messe in atto a livello territoriale – ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. L’opera di informazione, assistenza e promozione alle piccole e medie imprese che il Sistema camerale e la Regione Piemonte stanno realizzando attraverso il Piano strategico per l’internazionalizzazione sta dando i suoi frutti. Ma non possiamo fermarci qui. Il ‘Made in Piemonte’ deve essere legato a strategie nazionali volte ad agevolare, sviluppare e promuovere i rapporti economici e commerciali con l’estero, in un’ottica di sistema che sappia guardare sempre più lontano”. L’incremento realizzato dalle esportazioni regionali risulta in controtendenza rispetto al dato medio nazionale (-0,1%). Si rileva un andamento fortemente differenziato per le diverse ripartizioni territoriali: le regioni dell’Italia nordorientale hanno concretizzato il risultato migliore (+2,4%), seguite da quelle del nord-ovest (+0,6%). Le regioni dell’Italia centrale hanno scontato una lieve flessione (-0,7%), che è risultata più intensa per l’Italia meridionale (-4,1%) e soprattutto per le isole (-15,0%). Nel 2013 il Piemonte è stata la regione che ha contribuito maggiormente a sostenere le esportazioni nazionali, concretizzando una perfomance migliore rispetto a quella registrata dalle altre principali regioni esportatrici: il valore delle vendite all’estero della Lombardia è risultato pressoché stabile rispetto al 2012 (-0,1%), quelli del Veneto e dell’Emilia Romagna sono aumentati rispettivamente del 2,8% e 2,6%. Il Piemonte si conferma, dunque, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,6% delle esportazioni nazionali, in aumento rispetto al 10,2% del 2012. L’aumento dell’export non ha coinvolto tutti i comparti. Le esportazioni di mezzi di trasporto sono cresciute del 17,5% rispetto al 2012 (incremento sostenuto sia dagli autoveicoli che dai componenti autoveicolari e legato alle politiche industriali dei principali players del settore), tornando a rappresentare il primo settore per rilevanza rivestita sul totale regionale, mentre quella della meccanica, che rappresentano il 19,7% del totale piemontese, sono diminuite del 2,8%. Le vendite all’estero di prodotti alimentari piemontesi, così come quelle di prodotti tessili e dell’abbigliamento sono aumentate rispetto al 2012 (rispettivamente +5,3% e +2,5%). Risulta, invece, particolarmente marcata la flessione scontata dalle esportazioni di metalli e prodotti in metallo (-13,5%). Analizzando la destinazione delle vendite piemontesi oltre confine, si osserva come il principale bacino di riferimento risulti, anche nel 2013, l’Ue 28, verso cui è diretto il 57,2% dell’export regionale, contro il 42,8% destinato ai mercati extra-Ue 28. La quota detenuta dall’area comunitaria appare in ridimensionamento rispetto al 2012, quando le esportazioni destinate ai mercati dell’Unione europea rappresentavano il 58,9% di quelle complessive. Il continuo ridimensionamento è dovuto alla performance meno brillante delle vendite dirette ai mercati comunitari (+0,7%) rispetto a quelle concretizzate sui mercati extra-Ue 28, aumentate dell’8,2%.  
   
   
FVG: 17 MILIONI A FRIULIA PER IL SOSTEGNO ALLE IMPRESE  
 
Trieste, 13 marzo 2014 - La Regione parteciperà alla ricapitalizzazione di Friulia con 17 milioni, per consentire alla partecipata regionale di promuovere e coordinare iniziative e programmi di investimento mirati ad interventi a sostegno dello sviluppo e del rilancio delle imprese e del tessuto economico del Friuli Venezia Giulia. Concordando sull´urgenza del provvedimento e sulle finalità dell´operazione, nella riunione della scorsa settimana la Giunta regionale ha approvato il verbale che il vicepresidente ed assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello, ed il suo collega alle Finanze Francesco Peroni, hanno sottoposto all´attenzione dell´Esecutivo, evidenziando che l´intervento potrà essere disposto in seguito alla presentazione, da parte di Friulia, di uno specifico programma di investimenti. "Le difficoltà che le nostre aziende hanno incontrato ed ancora incontrano dal 2008 in poi - rileva il vicepresidente - vengono accentuate dalla connotazione prettamente finanziaria di questa crisi internazionale, che ha portato il sistema bancario e finanziario a ridurre la disponibilità di credito". "È un quadro congiunturale che lentamente sta cambiando - prosegue Bolzonello - sul fronte della crescita e della competitività di quelle imprese che , anche grazie ad una profonda revisione della propria strategia, stanno elaborando programmi concreti di sviluppo e di rilancio". "È un impegno che merita sostegno - aggiunge Peroni - perché queste aziende, a fronte di un sistema bancario meno disposto che in passato a finanziarne lo sviluppo, sono chiamate a rafforzare in misura rilevante la propria struttura patrimoniale per realizzare tali programmi". Per supportarle, anche in considerazione del fatto che, come ricorda Bolzonello, "hanno superato la fase più difficile della crisi mantenendo la capacità di essere competitive", Friulia può giocare un ruolo determinante nell´ambito delle proprie finalità, anche grazie alla capitalizzazione prevista dalla legge regionale 21/2013". "In questo contesto - osserva il vicepresidente - e per non far scontare gli effetti negativi del momento congiunturale alle aziende che hanno duramente lavorato per restare sul mercato, nell´elaborazione del programma di investimenti da parte di Friulia va data particolare attenzione proprio alle specificità congiunturali". Il verbale illustrato da Bolzonello e Peroni contempla quindi l´opportunità di prevedere investimenti misti in capitale e forme di finanziamento analoghe, compartecipazione all´investimento nel capitale dei soci industriali, integrazione dell´intervento con il sistema bancario in chiave di ottimizzazione dell´utilizzo delle risorse pubbliche ed operazioni strutturate al fine di un equilibrio finanziario prospettico.  
   
   
CUNEO: CONGIUNTURA: SEGNALI DI RIPRESA NEL IV TRIMESTRE 2013  
 
Cuneo, 13 marzo 2014 - Sono segnali di ripresa quelli che emergono dall’analisi dei principali indicatori che si riferiscono ai settori di attività del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione. Nel Iv trimestre 2013, infatti, il fatturato (valori correnti, I.v.a. Esclusa) delle imprese cuneesi del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione ha registrato un incremento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2012. L’entità di tale crescita risulterebbe, però, meno intensa se valutata al netto della componente inflativa: nel periodo ottobre-dicembre 2013, infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) della provincia di Cuneo ha registrato un aumento dell’1,0% in confronto al corrispondente trimestre del 2012. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al Iv trimestre 2013, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio 2014 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2013, e ha coinvolto 1.025 imprese piemontesi dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione, per un volume d’affari complessivo pari a circa 3,7 miliardi di euro. A livello locale, la rilevazione ha interessato 190 imprese della provincia di Cuneo, per un fatturato complessivo pari a 605 milioni di euro. “Anche per il comparto commercio al dettaglio in sede fissa e ristorazione il Iv trimestre segnala un’inversione di tendenza. Le imprese cuneesi appartenenti a questo settore, infatti, hanno registrato un incremento del fatturato pari all’1,9%, aumento che ha coinvolto tanto gli esercizi di vicinato quanto la grande distribuzione organizzata e la ristorazione. Questa crescita, tuttavia, deve essere interpretata non come un punto di arrivo ma come un punto di partenza per rilanciare l’economia provinciale puntando soprattutto sulle eccellenze in ambito manifatturiero, culturale, ambientale ed enogastronomico che da sempre caratterizzano la nostra provincia” ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente della Camera di Commercio di Cuneo. Scendendo nel dettaglio, anche gli esercizi di vicinato, le medie e grandi strutture di vendita e la ristorazione registrano nel corso del Iv trimestre 2013 un andamento positivo del fatturato. Gli esercizi commerciali appartenenti al dettaglio tradizionale - esercizi di vicinato - hanno realizzato una crescita del fatturato del 2,8% rispetto al Iv trimestre 2012, con un andamento differenziato a seconda della categoria merceologica. All’interno degli esercizi di vicinato si rileva, infatti, l’incremento tendenziale del fatturato registrato dal settore dei prodotti per la casa e Ict (+7,9%), dell’alimentare (+7,2%) e dell’abbigliamento (+0,4); negativi sono invece i risultati per tutti gli altri comparti. La flessione più marcata è quella registrata dagli altri prodotti (-7,0%) seguiti dalla cultura e tempo libero (-1,0%). Per quanto riguarda invece la grande distribuzione organizzata - medie e grandi strutture di vendita – si rileva un incremento tendenziale dell’1,9% rispetto al Iv trimestre 2012. Anche il volume d’affari complessivamente generato dalle imprese della ristorazione è aumentato dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il volume d’affari generato dalle imprese dei settori del commercio al dettaglio e della ristorazione della provincia di Cuneo si caratterizza per una crescita superiore rispetto al corrispondente comparto piemontese. A livello regionale, infatti, il fatturato generato dalle imprese del commercio e della ristorazione è aumentato dello 0,3% rispetto al Iv trimestre 2012. Nonostante il Iv trimestre del 2013 abbia manifestato una variazione del fatturato positiva, il giudizio degli imprenditori intervistati in merito all’andamento degli ordini ai fornitori è ancora orientato al pessimismo: il 48% delle imprese cuneesi ne ha dichiarato una contrazione nel trimestre in esame (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), e solo l’8% un incremento generando, cosi, un saldo di opinione negativo per 39 punti percentuale. Le previsioni degli imprenditori cuneesi per il periodo gennaio-marzo 2014 registrano segnali negativi per tutte le principali voci, in particolare, per quanto concerne gli ordini effettuati ai fornitori (con un saldo di opinione negativo per 52 punti percentuale), il fatturato (con un saldo di opinione di -49 punti percentuale) e l’occupazione (per cui si registra un saldo negativo per 31 punti percentuale).  
   
   
IMPRESE, LOMBARDIA: CON LEGGE RISPOSTE CONCRETE  
 
Milano, 13 marzo 2014 - "Vogliamo dare risposte concrete e in tempi certi e rapidi alle aziende lombarde, semplificando la loro quotidianità e abbattendo la burocrazia. Sono questi gli obiettivi principali che intendiamo raggiungere con la nuova Legge ´Impresa Lombardia´, da me proposta e approvata all´unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 11 febbraio". Lo ha detto l´assessore regionale alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini, intervenendo al convegno ´Il rilancio è un´impresa? Regione Lombardia sostiene le aziende lombarde´. L´incontro era dedicato a Raid, la Rete per l´affiancamento delle imprese in difficoltà, "strumento - ha chiarito Melazzini - molto importante, che noi vogliamo potenziare e far conoscere sempre di più". Raid è un servizio completamente gratuito che Regione Lombardia offre alle Piccole e medie imprese del territorio, in crisi temporanea e reversibile, per le quali si siano riscontrati fattori oggettivi su cui fondare un possibile piano di rilancio. I Principi Ispiratori - "La legge - ha spiegato l´assessore, ricordando i quattro principi ispiratori: fiducia, sussidiarietà, responsabilità e innovazione - è nata dopo un ampio confronto e una precisa ricognizione del bisogno, ma in tempi molto rapidi. Il progetto di legge è stato presentato in Giunta lo scorso 25 ottobre e poi è stato approvato all´unanimità lo scorso 11 febbraio. La prima delibera attuativa è già stata approvata e nelle prossime settimane saranno varate tutte le altre misure attuative". Gli Strumenti - I principali strumenti della nuova legge ´Impresa Lombardia: per la libertà d´impresa, il lavoro e la competitività´, ha ricordato l´assessore, riguardano: l´Accordo per la competitività; interventi di facilitazione dell´accesso al credito; l´introduzione della moneta complementare; meno carico fiscale per le Mpmi; l´istituzione del riconoscimento ´Made in Lombardia´; la riduzione dell´incidenza dei costi energetici sulle imprese manifatturiere lombarde; la comunicazione unica e il ´Fascicolo elettronico d´impresa´; la Conferenza dei servizi telematica; la revisione del sistema dei controlli; il garante regionale per le Mpmi.  
   
   
SISTEMA PRODUTTIVO MARCHIGIANO, IL MOTORE ANCORA NON RIPARTE  
 
Ancona, 13 marzo 2014 -: Dall’indagine trimestrale “Giuria della congiuntura”, realizzata dal Centro Studi diUnioncamere Marche, emergono dati positivi soltanto per il settore del mobile, per il fatturato e gli ordinativi dall’estero e per le imprese con più di cinquanta dipendenti. Per il resto del comparto manifatturiero è ancora recessione. In particolare per le calzature che nell’ultimo trimestre del 2013 hanno registrato un calo di tutti gli indicatori, con l’eccezione del fatturato estero (+0,4), e sperano nel traino del Micam per una inversione di tendenza. “La situazione di crisi - spiega il presidente di Unioncamere Marche Adriano Federici - che trova conferma nei drammatici dati sulla disoccupazione resi noti dall’Istat, continua a mettere a dura prova le basi del sistema imprenditoriale di una regione, come le Marche, che ha fatto della piccola industria manifatturiera la spina dorsale della propria economia. Per fortuna continuano a tenere le esportazioni, con il fatturato estero che è aumentato anche nell’ultimo trimestre del 2013 dello 0,9 per cento, mentre ancora meglio è andata per gli ordinativi, in crescita del 2,5 per cento. Un risultato ottenuto anche grazie all’impegno del sistema camerale marchigiano e delle aziende speciali delle Camere di commercio, che in collaborazione con la Regione e le associazioni di categoria, promuovono le nostre imprese all’estero e nei principali eventi fieristici.” Il Centro Studi Unioncamere Marche ha reso noti anche i dati sulle imprese marchigiane che hanno investito nel 2013. Sono state il 26 per cento del totale. Tra queste, il 65 per cento ha aumentato i propri investimenti rispetto al 2012. “Questo significa - precisa Federici - da un lato che le aziende marchigiane vogliono reagire alla crisi, dall’altro che si rendono conto che soltanto investendo si può creare quel valore aggiunto in grado di far elevare le nostre aziende rispetto alla concorrenza del mercato globale. Il 52 per cento ha investito per l’acquisto di impianti e macchinari, di cui il 28 per cento per introdurre processi innovativi. L’11 per cento per migliorare i prodotti esistenti e l’8 per cento per introdurre nuovi prodotti. Il resto per brevetti, distribuzione, informatica, capannoni.” Le previsioni? Le imprese marchigiane intervistate dal Centro Studi Unioncamere Marche restano prudenti. La stragrande maggioranza (57 per cento) si aspetta una produzione sostanzialmente invariata per la fine del mese di marzo e poco meno (55 per cento) sono quelli che manterranno stabile il fatturato. Ordinativi in “stand by” per il 60 per cento delle imprese. A prevedere un aumento di produzione e fatturato sono 19 imprese su 100 mentre il 16 per cento si aspetta un incremento degli ordinativi. Produzione, fatturato e ordinativi previsti in ulteriore calo per una impresa marchigiana su quattro. Esaminando i dati del Centro Studi Unioncamere Marche nel dettaglio, emerge un calo della produzione e degli ordinativi, tra settembre e dicembre 2013, del 4,2 per cento, mentre il fatturato flette del 3,6 per cento. Anche nell’ultimo trimestre del 2013, la crisi ha colpito più pesantemente l’artigianato (produzione –6,1 per cento) e le imprese con meno di dieci dipendenti (-6,3 per cento), mentre la produzione aumenta nelle imprese con più di cinquanta dipendenti (+2,3 per cento). Tra i settori soltanto il mobile registra un aumento della produzione (+1 per cento), del fatturato (+0,9) e degli ordinativi (+0,5). Per gli altri settori manifatturieri i cali di produzione e fatturato oscillano tra il 3 e il 5 per cento, con il picco negativo delle calzature che vedono la produzione calare dell’8,2 per cento, il fatturato del 6,7, gli ordinativi del 7 per cento e gli ordinativi esteri dell’1 per cento. Per quanto riguarda il territorio marchigiano, le difficoltà del distretto calzaturiero si ripercuotono sul sistema produttivo del fermano (produzione meno 7,3 per cento) e del maceratese (-4,7) mentre Ascoli Piceno perde il 4,2 per cento, Ancona il 3,2 e Pesaro Urbino il 3 per cento. Le imprese manifatturiere marchigiane, secondo la “Giuria della Congiuntura” possono contare su 4,6 settimane di produzione assicurata. Per soddisfare le richieste del mercato, gli impianti vengono utilizzati al 77,1 per cento della loro capacità produttiva. Infine i dati sulla cassa integrazione. Nell’ultimo trimestre del 2013 ha superato, nelle Marche, i 9 milioni di ore di cui 3,7 milioni straordinaria, 2,9 milioni ordinaria e 2,5 in deroga.  
   
   
MARCHE PRIMA REGIONE IN ITALIA PER CRESCITA DELL’EXPORT. IL PRESIDENTE SPACCA: “TORNATI AI LIVELLI PRE-CRISI”.  
 
 Ancona, 13 marzo 2014 - “Le Marche confermano anche nel 2013 la leadership in Italia per crescita dell’export. L’incremento delle vendite all’estero dei nostri prodotti è stata costante negli ultimi quattro anni, che sono stati di vera e propria recessione a livello generale. Un segnale di fiducia per l’intero sistema economico regionale che si avvia a recuperare ormai completamente il profilo precedente gli anni di crisi ”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, commenta il dato Istat dell’export 2013. Le Marche, con una crescita del +12,3% rispetto all’anno precedente, si posizionano al primo posto in Italia. “E’ di grande rilievo, in particolare – aggiunge Spacca – che il dato medio italiano registri nuovamente un segno meno (-0,1%) e che la seconda regione dopo le Marche, il Piemonte, sia ferma al +3,8%. Nel confronto con l’andamento generale delle esportazioni, l’affermazione dei prodotti italiani all’estero è ancora più significativa. Credo sia soprattutto da sottolineare il fatto che l’export marchigiano sia tornato ai livelli pre-crisi e che sia aumentata la quota delle esportazioni dalla nostra regione sul totale nazionale. Il sostegno della Regione alle politiche di internazionalizzazione delle imprese – conclude – prosegue dunque con sempre maggiore convinzione, alla luce degli eccellenti risultati raggiunti dal sistema produttivo marchigiano”..  
   
   
TOSCANA, SEMPLIFICAZIONE PA: DURC CONDIVISI, COSÌ LE AZIENDE NON LI DOVRANNO RIPRESENTARE  
 
 San Casciano In Val Di Pesa (Fi) , 13 marzo 2014 - Tra qualche giorno nell´armadio elettronico della Regione Toscana, accessibile a tutti gli enti e alla pubblica amministrazione, ci sarà anche il Durc già richiesto per altri appalti, ovvero la dichiarazione che attesta la regolarità dei versamenti previdenziali delle aziende. Una semplificazione non da poco per imprese che lavorano con il pubblico e che finora, per ogni nuovo contratto, era costretti a ripresentarlo daccapo ogni volta. Con perdite di tempi ed aggravio di lavoro. Ora ci penserà il committente a prelevarlo dall´armadio elettronico della Regione: l´azienda lo dovrà ripresentare solo se scaduto. L´assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli lo annuncia durante l´ottavo congresso regionale della Fillea, il sindacato della Cgil delle costruzioni e del legno, che si svolto a San Casciano Val di Pesa in provincia di Firenze. Un esempio di semplificazione e taglio alla burocrazia. "Nei giorni scorsi - spiega Bugli - abbiamo messo a punto gli ultimi dettagli con l´Inail e siamo pronti a partire. Per i certificati antimafia ci sono ancora invece alcuni difficoltà, ma continueremo a lavorarci". Quello che è stato fatto, nel piccolo, con il Durc, per Bugli è quello che si può fare su tanti altri fronti per semplificare la burocrazia che a volte costituisce una zavorra. "In fondo - dice - la semplificazione non esiste: possiamo chiamare la semplificazione ´buon funzionamento´. E la vera chiave dell´innovazione della pubblicazione amministrazione è un utilizzo massico della tecnologia, accanto magari al coinvolgimento vero e la partecipazione alla risoluzione dei problemi di chi li vive tutti i giorni, ovvero i dipendenti e i cittadini utenti".  
   
   
IN LOMBARDIA 500 IMPRESE DI ANTIQUARIATO E ANTICHITA´  
 
Milano, 13 marzo 2014 - “Cinque secoli di gastronomia italiana: l’arte della cucina nel libro italiano dal Quattrocento ad oggi”. Questo il tema della la mostra "Libri antichi e di pregio a Milano", svoltasi nel capoluogo lombardo da venerdì 7 a domenica 9 marzo scorsi a Palazzo Mezzanotte, in piazza degli Affari a Milano. L´evento è stato organizzato dall´Alai, l´associazione dei librai antiquari d´Italia, con il patrocinio del Comune di Milano ed in collaborazione con la Cdc di Milano. Le imprese dell’usato in Lombardia sono aumentate del 5,7% tra 2012 e 2013, sono 517, una su sette in Italia. Si tratta di antiquari (242 imprese attive), oggetti e vestiti vintage (177 imprese) che è anche il settore che traina la crescita nel 2013, +27,3%. A Milano sono 240 le imprese attive nel settore, seguono Brescia con 76 imprese e Bergamo con 50. Tra le specializzazioni: i mobili antichi a Pavia e Mantova, i libri di seconda mano a Lodi e Bergamo, abiti vintage a Lecco, Como e Varese. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati del registro delle imprese al 2013 e 2012. Milano. Le imprese a Milano sono 240. Milano è seconda nella classifica delle province italiane più attive nel settore dell’usato, con un peso del 7,3% sul totale nazionale. Il settore più diffuso è quello del mobile antico e usato (107 imprese attive) seguito dal settore degli oggetti e vestiti vintage (81 imprese) e le imprese specializzate in libri di seconda mano (17).  
   
   
CRISI MICRON: PRIME APERTURE DELL´AZIENDA, MA BISOGNA FARE DI PIÙ  
 
Napoli, 13 marzo 2014 - L´assessore regionale al Lavoro Severino Nappi ha partecipato a un nuovo incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico con i vertici nazionali della Micron Italia. Erano presenti altresì un rappresentante della casa madre americana e le organizzazioni sindacali. Nel corso del confronto si è acquisita la disponibilità dell´azienda a rivedere il processo di riorganizzazione avviato, allo scopo di ridurre il numero degli esuberi, di accedere a forme di sostegno al reddito in favore dei lavoratori, di favorire ricollocazioni interne o esterne all´azienda e di sostenere preferenzialmente il ricorso ad esodi su base volontaria. E´ stata comunque confermata la presenza dell´azienda in Italia, sostenuta da 20 milioni di dollari di investimenti sui laboratori di ricerca e sviluppo che saranno effettuati nei prossimi 24 mesi. Il confronto proseguirà a ritmi serrati ed e´ stato già calendarizzato un nuovo incontro che si terrà´ il prossimo 19 marzo. "Non possiamo che accogliere con favore - ha detto l´assessore Nappi - questa prima apertura, ma è evidente che, specie in relazione alla struttura di eccellenza di Arzano, occorre fare di più.In particolare, se la filosofia di Micron è quella di puntare nel nostro Paese a svolgere essenzialmente attività di sviluppo e ricerca, lo stabilimento campano e i suoi lavoratori non possono che essere riconfermati come uno dei luoghi primari per Micron in Italia proprio per la loro peculiarità e il loro valore. Questo impone che investimenti e salvaguardia del capitale umano in questa operazione si realizzino preservando Arzano nella sua interezza. "La Regione Campania è pienamente disponibile ad aprire con Micron e il tessuto produttivo campano un tavolo regionale per accompagnare percorsi anche di riconversione professionale ispirati al principio dell´impiego e del reimpiego territoriale delle competenze", ha concluso Nappi.  
   
   
REGIONE BASILICATA; FP CGIL A CONSIGLIO: STOP A CONFERIMENTI PO  
 
Potenza, 13 marzo 2014 - La Funzione Pubblica Cgil chiede, in una nota “il ritiro immediato” dell’avviso per il conferimento dell’incarico di posizione organizzativa di grado “A” denominata “Segreteria dipartimentale” relativa all’informativa trasmessa dalla Direzione Generale del Consiglio regionale lo scorso 6 marzo e l’avvio della discussione di merito sulla riorganizzazione dell’intera macchina amministrativa regionale nonché sulle modalità attuative del ruolo unico del personale. “Dopo che per anni gli attuali incarichi di posizione organizzativa sono stati sempre tacitamente prorogati e, nelle more della più volte paventata riorganizzazione, non sono stati nemmeno mai conferiti quelli rimasti scoperti per effetto dei pensionamenti, come Funzione Pubblica Cgil non comprendiamo davvero – afferma il sindacato - quale sia l’urgenza di procedere alla assegnazione di una posizione organizzativa, soprattutto dopo che agli stessi tavoli della delegazione trattante era stato sempre sollevato il problema della ridefinizione del numero delle posizioni e della rideterminazione dei criteri di assegnazione”. “Considerato che, come già rappresentato anche in altre sedi e da ultimo nell’incontro tenuto con il Dirigente generale della Presidenza della Giunta, abbiamo chiesto l’immediato avvio del tavolo regionale sulla riorganizzazione e sul ruolo unico, che dovrà portare ad una ridefinizione complessiva dell’intera macchina amministrativa regionale di Giunta e Consiglio, alla drastica riduzione degli incarichi dirigenziali, all’accorpamento dei vari uffici, nonché ad una rideterminazione delle attuali posizioni organizzative, non trova giustificazione alcuna – conclude la Fp Cgil - procedere al conferimento di nuovi incarichi di P.o. Presso il Consiglio regionale praticando disparità di comportamenti rispetto a quanto già definito presso la Giunta regionale in merito al congelamento di tutte le posizioni organizzative”.