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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Giugno 2014
ARRIVANO ALTRE RICHIESTE DI RICERCA PETROLIO NEI MARI PUGLIESI  
 
Bari, 10 giugno 2014 - “Sembra non aver fine purtroppo l´aggressione da parte delle multinazionali del petrolio al nostro mare: nei giorni scorsi la Global Petroleum Limited ha avviato l´iter di Valutazione di Impatto Ambientale per altri 4 permessi di ricerca idrocarburi, ciascuna delle quali copre un´area marina di circa 750 km quadrati, che interessa il tratto di consta che insiste sui comuni di Giovinazzo, Bari, Mola di Bari, Polignano a Mare, Monopoli, Fasano, Ostuni, Brindisi, San Pietro Vernotico e Torchiarolo”. Così l´Assessore Lorenzo Nicastro informa dell´avvio dell´iter nazionale di valutazione ambientale in capo al Ministero dell´Ambiente. “In attesa che la documentazione tecnica giunga ai nostri uffici e si avvii la fase di valutazione locale che, come si ricorderà, ha valore meramente consultivo e non vincolate per il Ministero, non posso fare a meno di ribadire un concetto: è sempre più urgente una revisione della politica energetica nazionale alla luce degli sforzi che i territori, la Puglia in particolare, stanno facendo verso le fonti rinnovabili di energia. Soprattutto – continua Nicastro – crediamo che non possa rimanere inascoltata la voce dei territori: privati cittadini, associazioni, forze politiche e, finanche, interi consigli regionali rivieraschi, si sono determinati dicendo la propria contrarietà ad uno sfruttamento selvaggio dei giacimenti di idrocarburi nell´Adriatico”.  
   
   
MILANO: LA MAPPA DEI 160 IMMOBILI PRIVATI ABBANDONATI SONO AREE ED EDIFICI ABBANDONATI PRESENTI IN TUTTE LE NOVE ZONE.  
 
Milano, 10 giugno 2014 – Pubblicata la mappa di 160 immobili privati abbandonati e in stato di degrado presenti in città. Si tratta di aree ed edifici privati distribuiti in tutte le nove zone e appartenenti a differenti tipologie: produttivo, residenziale, terziario, area libera, rurale, commercio. La loro mappatura, promossa dall’assessorato all’Urbanistica ed Edilizia privata del Comune, rappresenta la prima fase conoscitiva di un lavoro più ampio di analisi del territorio, con l’obiettivo di rigenerare e ricucire il tessuto urbano esistente. “La pubblicazione di questo censimento, costruito e aggiornato grazie alle associazioni, ai Consigli di Zona, ai cittadini – ha spiegato la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris – è un altro tassello nel contrasto all’incuria del patrimonio edilizio esistente, impegno primario di questa Amministrazione. La normativa, ma anche l’Amministrazione comunale, hanno già numerosi strumenti per consentire il superamento del degrado prodotto dagli immobili abbandonati, che hanno pesanti ricadute sul territorio, sui singoli quartieri, sulla vita quotidiana delle persone. Ci auguriamo che questo censimento possa essere di ulteriore stimolo per avviare interventi concreti di messa in sicurezza, riqualificazione o anche riuso temporaneo”. L’elenco è il risultato delle rilevazioni effettuate da associazioni ed enti impegnati sul territorio. E´ stato così possibile costruire una prima banca dati in continua evoluzione e aggiornamento anche sulla base di nuove segnalazioni da parte dei Consigli di Zona e dei cittadini, e suscettibile, quindi, di ulteriori integrazioni o modifiche. Il censimento rappresenta la fotografia attuale dello stato di degrado e inutilizzo di edifici, aree edificate di grandi dimensioni e aree libere. Tutte le situazioni, in particolare quelle più critiche (compresi i casi di fallimento), sono state oggetto di puntuale verifica da parte degli uffici competenti. In questa prima fase l’attenzione si è concentrata sui casi noti di abbandono e degrado di interi immobili, aree e cantieri, spesso in essere da anni e di forte impatto sui quartieri e sui cittadini. Sono comprese nell’elenco anche le situazioni per le quali è già stata accertata una progettualità in corso o che sono in fase di definizione, con l’intento di monitorarne l’andamento. Non vengono considerati, invece, i casi relativi alla chiusura di esercizi e negozi di piccole dimensioni o ai cambi di destinazione d’uso commerciale. La verifica analitica delle aree e degli edifici abbandonati avviene anche attraverso le banche dati dei titoli edilizi in fase di rilascio o in corso, in modo da individuarne i nodi critici e le possibili soluzioni.  
   
   
ACCELERAZIONE SPESA, VIA A 4 INTERVENTI LAVORI PUBBLICI PER 6 MILIONI 256MILA EURO. GRAZIE A IMPEGNO GIUNTA CALDORO AD OGGI FINANZIATE OPERE PER OLTRE 104 MILIONI  
 
Napoli, 10 giugno 2014 - "Sono stati pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione Campania quattro decreti dell´Assessorato Lavori pubblici con i quali vengono ammessi a finanziamento altrettanti interventi derivanti dalle iniziative di accelerazione della spesa per un valore complessivo di 6 milioni 256mila euro." Così l´assessore ai Lavori pubblici Edoardo Cosenza. "I provvedimenti pubblicati sull´ultimo Burc riguardano lavori urgenti di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi in prossimità di edifici scolastici nel Comune di Albanella, in provincia di Salerno e, in particolare, sulla strada provinciale 11 e analoghi interventi di protezione civile di messa in sicurezza dello smottamento a valle della sede stradale lungo la strada provinciale 430 al Km 150+000 nei pressi dello svincolo di Massicelle nel Comune di Montano Antilia, sempre in provincia di Salerno. Gli altri due decreti pubblicati sul Burc sono relativi al Recupero edilizio dell´ex Macello di Capaccio (Sa) da adibire a sede comunale e ai lavori di sistemazione ed adeguamento Strada Provinciale 37, 36 e 33, nel comune di Sant´arcangelo Trimonte, in provincia di Benevento. "Gli interventi ammessi a finanziamento - ha fatto notare Cosenza - rappresentano in larga parte importanti azioni per la mitigazione e la prevenzione dei rischi naturali. In particolare, i progetti relativi alla messa in sicurezza dei costoni franosi che saranno effettuati in provincia di Salerno e attuati dall´ente di Palazzo Sant´agostino rientrano nella stipula di un apposito protocollo d´intesa tra Regione Campania e Provincia di Salerno. L´intervento relativo al comune di Capaccio rientra invece nelle istanze presentate dagli enti pubblici attraverso il bando predisposto dalla Regione il 4 dicembre scorso e il cui elenco è stato approvato il 26 febbraio. "Ad oggi - ha spiegato Edoardo Cosenza - grazie alle misure adottate dalla Giunta Caldoro e dall´Assessorato regionale ai Lavori pubblici nell´ambito dell´accelerazione della spesa, è stato dato il via libera ad interventi per oltre 104 milioni di euro. Con la pubblicazione dei decreti i Comuni potranno far partire subito le gare per la realizzazione delle opere."  
   
   
SISMA, LOMBARDIA: ORDINANZE, ALTRA PROMESSA MANTENUTA  
 
Milano. 10 giugno 2014 - "Ancora una volta Regione Lombardia mantiene la parola data e va concretamente incontro ai territori mantovani colpiti dal terremoto". Con queste parole l´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli ha commentato le due ordinanze firmate dal presidente Maroni. Aiuti Danno Linfa A Economia Territorio - "Gli aiuti alle imprese del Mantovano - ha proseguito - sono fondamentali: in un periodo di crisi come l´attuale, dare un sostegno alle attività imprenditoriali non solo permette di dare nuovo impulso all´occupazione, ma garantisce altra linfa all´economia del territorio". Misure Attese Dal Territorio - L´assessore ha sottolineato come "ancora una volta sia stato possibile dare seguito ad azioni che il territorio aspettava". L´unione Fa La Forza - Bulbarelli ha poi ricordato come il metodo di lavoro che ha consentito di arrivare a queste nuove ordinanze sia stato quello del dialogo e del confronto continuo "fattori - ha sottolineato - che ci hanno permesso di affrontare insieme problemi e criticità e di trovare, dove possibile, soluzioni condivise".  
   
   
SISMA, FIRMATE DA MARONI DUE NUOVE ORDINANZE  
 
Milano. 10 giugno 2014 - Il presidente della Regione Roberto Maroni ha firmato, in qualità di commissario delegato per l´emergenza sisma, due nuove Ordinanze in favore dei territori lombardi colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012. Accesso Ai Contributi - La prima, l´Ordinanza n.47, riguarda l´accesso ai contributi per le imprese colpite dagli eventi sismici nei territori di Mantova e Cremona, modificando l´Ordinanza n.13 del 20 febbraio 2013. In particolare: sono riaperti i termini per la presentazione delle domande su scorte e beni strumentali da parte dei caseifici; vengono liberati 7 milioni di euro per consentire l´apertura di nuovi futuri bandi di finanziamento alle imprese del Mantovano che realizzino o abbiano realizzato investimenti. Inoltre, attraverso questa Ordinanza: si introducono precisazioni tecniche per riconoscere meglio il danno significativo agli immobili danneggiati; viene corretto il metodo di calcolo del contributo per chi non recupera l´Iva, consentendone così il rimborso integrale; si stabilisce di procedere con le istruttorie sulle domande di contributo per beni immobili e strumentali da parte di caseifici, senza rendere necessaria una nuova ripresentazione delle istanze. Proroga Termini Restituzione Prestiti - Il secondo provvedimento firmato dal presidente Maroni, l´Ordinanza n.48, consente di prorogare da due a quattro anni il termine per la restituzione dei prestiti bancari da parte delle imprese colpite dal terremoto, per consentire loro il pagamento delle tasse. L´ordinanza stabilisce, inoltre, il piano delle regole, per verificare il rispetto dei limiti comunitari sugli aiuti di Stato.  
   
   
CAMPANIA, BOOM DEL LAVORO INDIPENDENTE  
 
Salerno, 10 giugno 2014 - Dinamiche occupazionali in Campania: l’unico indicatore positivo riguarda la crescita dei lavoratori indipendenti (+2%), con il contributo determinante del settore industria che fa registrare un +23,2% nella comparazione tra il I trimestre 2014 e I trimestre 2013. I lavoratori indipendenti nel comparto industriale, nel periodo monitorato, sono cresciuti di 69mila unità, a fronte di una flessione dei lavoratori dipendenti del 4,8%. I dati sono stati elaborati dal Centro Studi di Ance Salerno sulla base del rapporto Istat diffuso nei giorni scorsi. «All’interno della contrazione totale del 3,1% (media-Italia -0,9%) del tasso di occupazione in Campania – sottolineano gli analisti del Centro Studi Ance Salerno – pare avere avuto un effetto di “tamponamento” di non poco conto l’espansione nel segmento dell’industria del fenomeno dell’auto-impiego. È il segnale che la difficoltà d’ingresso nel circuito lavorativo ha avuto forti ripercussioni non solo nell’attivazione di ulteriori processi di precarizzazione dei rapporti di lavoro, ma ha spinto un numero considerevole di persone, soprattutto nella fascia anagrafica under 35, ad intraprendere il percorso dell’attività autonoma». «I vari programmi di incentivazione all’autoimpiego – spiega il Centro Studi Ance Salerno – hanno senza dubbio inciso in maniera positiva su queste nuove dinamiche, ma dovranno essere attentamente verificati i tassi di sopravvivenza delle nuove iniziative oltre la fase di start up». Le variazioni del tasso di occupazione. La crescita (+4,3%) del tasso di occupazione in Campania nel settore dell’industria è in controtendenza rispetto alla media-Mezzogiorno (-2,8%) e alla media-Italia (-1,5%). Il dato si evince dal Rapporto Istat “Occupati e disoccupati” (I trimestre 2013/I trimestre 2014). Risulta sostanzialmente in tenuta l’occupazione nel comparto dell’agricoltura (-1,7%) soprattutto in relazione alla media-Mezzogiorno: -7,9%; ed anche in confronto alla media-Italia: -4,6%. In forte contrazione (-5,2%) il numero degli occupati nei servizi: più del doppio rispetto alla media-Mezzogiorno (-2,4%) e, soprattutto, in relazione alla media-Italia (-0,5%). Nel complesso la Campania accusa un calo del 3,1% del tasso di occupazione rispetto al -2,9% del Mezzogiorno ed al -0,9% della media-Italia. Come già evidenziato, la Campania si caratterizza per un tasso di crescita complessivo dei lavoratori indipendenti pari al 2% rispetto ad una media-Italia pari al -0,2%. Tra le regioni dell’Obiettivo Convergenza la Campania registra la diminuzione più significativa del tasso di occupazione: -1,2% (38,7%). Seguono la Sicilia: -0,9% (39%); la Puglia: -0,8% (42.2%); e la Calabria: -0,6% (37,4%). La contrazione nell’intero Mezzogiorno del tasso di occupazione è stata in media dell’1% a fronte di una riduzione a livello nazionale dello 0,4%. Naturalmente – evidenzia il Centro Studi di Ance Salerno – preoccupano i circa 17 punti percentuali di differenza tra il 38,7% della Campania e il 55,1% della media-Italia. Ed in ogni caso il tasso della Campania è inferiore di circa tre punti alla media-Mezzogiorno. Solo la Puglia con il 42,2% supera la media-Mezzogiorno, pur registrando una contrazione dello 0,8%. Le differenze più considerevoli si riscontrano nel confronto tra i tassi di disoccupazione. La Campania – con il 23,5% (+1,3%) – registra 10 punti in più rispetto alla media-Italia e circa due punti in più rispetto alla media-Mezzogiorno. Solo la Calabria con il 25,4% (ma con un incremento minimale dello 0,8%) sopravanza la Campania. La Puglia è la regione tra quelle della Convergenza con il tasso di disoccupazione più contenuto (20,9%, +1,7%); la Sicilia fa segnare il 23,2% (con la percentuale di incremento più alta +2,5%). Il presidente Lombardi: «Misure urgenti per sostenere e stabilizzare l’auto-impiego» «La gravità della situazione del mercato del lavoro in Campania – dichiara il presidente di Ance Salerno, Antonio Lombardi – riceve ulteriore e prevedibile conferma dagli ultimi dati Istat. Colpisce, però, che l’unico incremento rilevante derivi dalle dinamiche dell’autoimpiego nel settore dell’industria e – come risulta da altre analisi statistiche – anche, sebbene in forme più contenute, nel comparto delle costruzioni. Significa, evidentemente, che è in atto non solo un processo di precarizzazione dei rapporti di lavoro, ma che le barriere all’ingresso per le giovani generazioni risultano sostanzialmente invalicabili. È chiaro – continua Lombardi – che occorre in maniera urgente ed efficace provvedere a mettere in campo tutti gli strumenti utili a garantire un ciclo di vita superiore a quello attuale alle nuove attività individuabili nei coraggiosi percorsi di auto-imprenditorialità. Se siamo di fronte a un mutamento epocale della strutturazione dei processi occupazionali, diventa non più rinviabile l’attuazione di interventi che evitino l’abbassamento ulteriore dei livelli di garanzia e di tutela di tutte le figure professionali: dalle meno specializzate a quelle più qualificate». «Non si può – conclude Lombardi – continuare ad assistere ai processi di desertificazione produttiva dei nostri territori senza avviare percorsi di condivisione con tutti gli attori dello sviluppo locale in grado di delineare reali prospettive occupazionali per la fascia sempre più ampia di lavoratori indipendenti».  
   
   
CARTOGRAFIA E CONFINI DEL TERRITORIO TRENTINO IL 10 GIUGNO UN CONVEGNO A TRENTO  
 
Trento, 10 giugno 2014 - La cartografia storica è un’imprescindibile fonte conoscitiva che consente di ricostruire e di visualizzare il territorio nella sua evoluzione, fornendo in tal modo gli elementi per comprenderne i mutamenti culturali, economici e sociali, avvenuti nel corso dei secoli. Da questa considerazione ha preso spunto un progetto di ricerca triennale, frutto di una convenzione tra la Regione Trentino-alto Adige, l’Università e la Provincia autonoma di Trento, volto a studiare la cartografia storica pre-catastale attraverso l’analisi dei reperti cartografici in vari archivi, italiani e stranieri, accompagnato dalla verifica con rilievi sul terreno tramite tecnologie di posizionamento satellitare, al fine di effettuare un’accurata ricognizione delle linee confinarie tra la Provincia autonoma di Trento e le sei province contermini. Il tema sarà affrontato nel corso di un convegno di studio in programma martedì 10 giugno alle ore 14.30 presso la sala Rosa della Regione. Interverranno in apertura il presidente della Regione Ugo Rossi, la Rettrice dell’Università di Trento Daria de Pretis e l’assessore provinciale all’urbanistica Carlo Daldoss.  
   
   
A CAUSA DELLA CRISI POCA CRESCITA E TANTA DISOCCUPAZIONE  
 
Trento, 10 giugno 2014 - Riforme strutturali. Consolidamento fiscale. Politiche macro-economiche ad hoc: sono queste alcune delle parole d’ordine della roadmap per far ripartire un’Europa colpita da bassa crescita e alta disoccupazione. Su questi temi, analizzati, il 31 maggio, in un libro del Fondo Monetario Internazionale appena uscito, si sono confrontati l’economista Antonio Spilimbergo, del Fmi, Marco Buti, direttore generale dell’Ecofin della Commissione Europea, e il senatore Paolo Guerrieri. «Tra il 2013 e il 2017 la crescita sarà inferiore in tutti i paesi. – ha detto Spilimbergo – La disoccupazione una catastrofe sociale, economica e politica». «Molti dei problemi che abbiamo dovuto affrontare durante la crisi derivano da errori commessi in precedenza» ha dichiarato Buti. Per Guerrieri, sono necessarie «politiche per la domanda», oltre alle riforme strutturali. «Nel 2003-2007 i paesi europei crescevano bene; dopo la crisi, secondo le nostre proiezioni, cresceranno molto meno.» A dirlo è l´economista Antonio Spilimbergo, che durante la seconda giornata del Festival dell’Economia ha presentato il libro “Jobs and Growth: Supporting the European Recovery”. «La crisi ha avuto un grosso effetto sul nostro futuro. Tra il 2013 e il 2017 la crescita sarà inferiore in tutti i paesi». Oltre alla sfida della bassa crescita ce n’è un’altra, altrettanto significativa: quella della disoccupazione, «che era già alta prima della crisi, e che dopo è peggiorata ulteriormente, in particolare in paesi come la Grecia. E la disoccupazione, specie quella giovanile, è una catastrofe non solo economica, ma sociale e politica.» La crisi, ha sottolineato l’economista, «ha varie cause, non una sola. Per superarla sono necessari diversi tipi di intervento, alcuni immediati, altri più nel medio e lungo termine.» Riforme strutturali. Consolidamento fiscale. Politiche macro-economiche ad hoc. Sono queste alcune delle parole d’ordine della roadmap per portare l’Europa fuori dal pantano della crisi. Uno dei temi più importanti del libro è quello del cosiddetto “deleveraging”, ossia la riduzione del debito, perché la leva finanziaria è eccessiva, e il livello del debito europeo complessivo è davvero alto. Il punto è che la crisi è stata aggravata dal fenomeno della “debt migration”, la migrazione del debito. «Il debito delle banche in Irlanda è diventato debito pubblico – nota Spilimbergo, – mentre in Italia il debito pubblico ha avuto una grossa influenza sul sistema bancario nazionale.» Perché i debiti non sono tutti uguali, ed è importante capire da quale tipo di debito bisogna iniziare a tagliare. «Non sembra che da solo il debito pubblico abbia un impatto così forte sulla crescita. Diverso è il caso del debito delle famiglie e delle aziende: in questo caso l’impatto è serio, perché sono famiglie e aziende il motore dell’economia.» C’è poi la sfida del mercato del lavoro che, ha osservato Spilimbergo, «vede un forte aumento della disoccupazione. La vera origine di questo fenomeno però non è stata la crisi, che ha rappresentato solo la miccia. Dagli anni ’90 la produttività europea è cresciuta meno di quella statunitense. Molti paesi europei non si sono adattati ai nuovi sviluppi tecnologici e ai cambiamenti dell’economia globale. I paesi peggiori in termini di produttività hanno sofferto di più durante la crisi, che ha messo a nudo problemi esistenti già prima». C’è però un messaggio di speranza, una luce in fondo al tunnel della crisi: le catene produttive globali. Un esempio è la Nutella, del gruppo Ferrero: le nocciole vengono dalla Turchia, l’olio di palma dalla Malesia, il cioccolato dalla Nigeria, lo zucchero dal Brasile e così via. «La Nutella costituisce uno dei successi di un gruppo italiano tra i più globalizzati del mondo. La globalizzazione non fa bene solo all’hi tech. E alla fine il valore aggiunto di una catena produttiva globale è più alto di quello di una catena produttiva che globale non è.» Alla presentazione del libro hanno anche partecipato Marco Buti, direttore generale dell’Ecfin, e Paolo Guerrieri, senatore. “Sono necessarie riforme ad ampio raggio, per uscire dalla crisi. Inoltre se le riforme sono fatte insieme dai vari paesi europei, esse hanno un effetto aggiuntivo – ha rilevato Buti, che ha anche sottolineato come – molti dei problemi che abbiamo dovuto affrontare durante la crisi derivano da errori commessi in precedenza.» Per Guerrieri, «la crisi in Europa nasce da un eccesso di indebitamento privato, causato da un contesto favorevole che ha consentito un’espansione della spesa complessiva. Durante la crisi si è sbagliato la sequenza, bisognava occuparsi immediatamente del debito bancario.» Per Guerrieri per uscire dalla crisi non bastano le riforme strutturali, bisogna accompagnarle da «politiche per sostenere la domanda».  
   
   
SOSTEGNO A IMPRESE, MARONI: DA REGIONE LOMBARDIA FATTI CONCRETI  
 
Milano, 10 giugno 2014 - "Poche chiacchiere, ma tanti provvedimenti a sostegno delle imprese e dello sviluppo economico". Questo il ´biglietto da visita´ con il quale il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni si è presentato all´Assemblea generale 2014 di Assolombarda, ricordando le tante azioni concrete realizzate nei suoi primi quindici mesi al vertice di Palazzo Lombardia. Come ´Credito in cassa´, un miliardo di euro per pagare i debiti che le Pubbliche amministrazioni hanno nei confronti delle imprese. "Anche il Governo nazionale - ha fatto notare il presidente - si è mosso in questo senso, ma noi lo abbiamo fatto meglio. La nostra iniziativa arriva fino al 2018 e rimborsa i debiti per spesa corrente e per investimenti". Sostegno Start-up E Re-start - Vista la "naturale vocazione della Lombardia alla ricerca e all´innovazione", che la Regione intende sostenere, avendo come obiettivo quello di portare, nell´arco della legislatura, "gli investimenti dall´1,6 per cento al 3 per cento del Pil", il presidente lombardo ha ricordato anche alcuni dei numerosi interventi per "favorire l´imprenditoria innovativa". Come i "30 milioni di euro stanziati per le Start-up e per il Re-start". Un´iniziativa, ha sottolineato, "che sta avendo un grande successo. Il nostro bando in pochi mesi ha già ricevuto 1800 domande. Questo dimostra quanto sia importante un concreto aiuto per far partire una storia di vita imprenditoriale e per realizzare un sogno". ´Impresa Lombardia´ - Rimanendo in tema di sostegno alle imprese, Maroni ha dedicato un passaggio importante del suo intervento alla Legge ´Impresa Lombardia´, sulla competitività e lo sviluppo delle imprese del nostro territorio, approvata all´unanimità dal Consiglio regionale lo scorso mese di febbraio. "Non capita spesso che i provvedimenti passino con il consenso di tutti, maggioranza e opposizione. Noi ci siamo riusciti, su una legge importante che affronta la semplificazione burocratica, l´accesso al credito agevolato, le agevolazioni sulle imposte e stanzia 20 milioni di euro da parte della Regione". Purtroppo, ha sottolineato il presidente, rivolgendosi al sottosegretario Graziano Delrio, anche lui presente in sala, "il Governo ha voluto impugnarla, sollevando tre piccole eccezioni. Ora c´è una trattativa in corso con Palazzo Chigi e mi auguro davvero che si possa evitare di arrivare alla Corte Costituzionale, perché la semplificazione burocratica, sarà pure di competenza esclusiva dello Stato, ma se c´è una Regione che elabora un modello innovativo, penso sia interesse anche dell´Esecutivo vedere se si riesce a fare, per poi estenderlo a tutto il territorio". Governo Modifichi Patto Stabilità - Il governatore, sempre rivolgendosi all´esponente del Governo guidato da Matteo Renzi, è anche tornato a chiedere una modifica del Patto di stabilità, che "pone vincoli senza senso alle nostre Amministrazioni. Gli Enti locali lombardi hanno in cassa più di 8 miliardi di euro, che non possono utilizzare per colpa del Patto. Io vorrei poterlo utilizzare, almeno in parte e in cooperazione con il Governo, costituendo un fondo per gli investimenti. Sono soldi che possono essere usati, ad esempio, per abbassare le tasse. In Lombardia potremmo arrivare ad abolire completamente l´Irap". Expo, Opportunità Di Lavoro - "Pochi giorni fa in Regione - ha proseguito Maroni - è stato sottoscritto alla presenza di tutte le organizzazioni datoriali e sindacali, un importante Accordo regionale, ´Expo e lavoro´, che ha l´ambizione di favorire l´occupazione, sostenendo le forme di flessibilità regolamentata, per fare di Expo anche un´opportunità di lavoro. Noi abbiamo investito 20 milioni, perché questi contratti possano proseguire anche dopo il 2015, offrendo quindi una prospettiva di durata ai tanti lavoratori, giovani, donne e ultra cinquantenni, che ne usufruiranno". Grande Sintonia - Il governatore infine ha voluto sottolineare la grande sintonia con Assolombarda. "Il documento ´50 Progetti per il rilancio delle imprese e del territorio lombardo´ - ha detto - anche per me è un punto di riferimento". In merito, ha citato l´esempio concreto, del ´Codice italiano dei pagamenti responsabili´. "La Regione Lombardia - ha ricordato - è la prima Istituzione pubblica ad aver aderito. E l´ha fatto forte di risultati importanti, frutto di impegno e investimenti, per snellire le procedure organizzative e velocizzando la tempistica: nel 2013, siamo riusciti a saldare i nostri debiti entro 30 giorni e, nel primo bimestre del 2014, entro solamente 17 giorni". "Con il presidente Rocca - ha aggiunto - ho preso l´impegno di diffondere questo Codice a tutti i fornitori di Regione Lombardia".  
   
   
ELETTRODOMESTICI: AL MISE SI STUDIANO LE STRATEGIE PER IL RILANCIO  
 
Roma 10 giugno 2014 – Il settore dell’elettrodomestico rimane fondamentale per l’economia italiana con un fatturato e un numero di addetti ancora significativo nonostante la crisi. Per questi motivi deve essere oggetto di attenzione e sostegno attuando, nel breve termine, strategie di rilancio, anche a livello europeo, per sostenere scelte come quella di Electrolux di rimanere a produrre in Italia salvaguardando tutti i posti di lavoro. L’argomento dello sviluppo produttivo è stato al centro del tavolo permanente sull’elettrodomestico che si è riunito presso il Ministero dello Sviluppo economico alla presenza del Ministro Federica Guidi, del Vice Ministro Claudio De Vincenti e di rappresentati del Miur, dei massimi rappresentanti delle regioni con presenze importanti di stabilimenti produttivi, della Conferenza stato regioni e delle associazioni di categoria. In particolare, è stato esaminato il Progetto Orizzonte elaborato da Ceced Italia (l’Associazione nazionale produttori di apparecchi domestici e professionali aderente a Confindustria) che traccia le linee guida dei possibili percorsi di sviluppo, indirizzando investimenti e azioni necessarie a una politica industriale di ampio respiro, che guardi anche al contesto europeo e internazionale. Lo studio considera strategico puntare su innovazione e nuovi modelli di business per posizionare la produzione italiana nell’alto di gamma con prodotti e processi sostenibili. “Quello dell’elettrodomestico rimane un settore strategico per il Paese - ha detto Guidi - e per questo motivo devono essere studiati nuovi modelli per favorirne lo sviluppo. Sono convinta che il tavolo permanente sull’elettrodomestico, che si è riunito oggi, sarà utile per elaborare nuovi piani industriali, da replicare anche in altri settori”. Le strategie, ha aggiunto il Ministro, “devono essere inserite in un contesto europeo e per questo motivo potremmo sfruttare le opportunità offerte dalla presidenza italiana del semestre europeo”.  
   
   
UNIONCAMERE PIEMONTE E CHAMBRE VALDôTAINE INSIEME PER LO SVILUPPO ECONOMICO E LA COMPETITIVITá TERRITORIALE DEL NORD-OVEST ITALIANO SIGLATO UN PROTOCOLLO D’INTENTI PER LA GESTIONE ASSOCIATA DI FUNZIONI CAMERALI IN TEMA DI PROMOZIONE IMPRENDITORIALE, INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE  
 
Torino, 10 giugno 2014 - Unioncamere Piemonte e la Chambre valdôtaine hanno siglato un Protocollo d’intenti per il rilancio dello sviluppo economico e della competitività territoriale del Nord-ovest italiano, volto a rafforzare, attraverso la gestione associata di funzioni camerali, la propria collaborazione in tema di supporto alle imprese e allo sviluppo del territorio, attraverso la condivisione di programmi, progetti e linee di azione. L’accordo s’inserisce nel solco dell’ampio processo di riorganizzazione e miglioramento dell’efficienza che il Sistema camerale ha impostato a livello nazionale e che prevede la progettazione di modelli esecutivi di associazione di servizi camerali, identificando l’ambito territoriale regionale e sovra-regionale quale perimetro ottimale di intervento. “Questo accordo nasce dalla consapevolezza che occorre sviluppare un approccio comune e coordinato alle azioni a sostegno delle imprese, e che alcune tematiche della competitività imprenditoriale e territoriale, per aver una maggiore efficacia, vanno programmate su aree territoriali integrate. Inoltre, la difficile situazione economica e il ridimensionamento delle risorse pubbliche rendono imprescindibile lavorare sempre di più sull’efficienza, mettendo a fattore comune le risorse e attuando economie di scala” dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte. “L’accordo rappresenta certamente una best practice di cui tenere conto anche a livello nazionale in un’ottica di ottimizzazione delle risorse - spiega Nicola Rosset, Presidente Chambre valdôtaine –. Unendo le forze infatti sarà possibile attuare una gestione più attenta delle energie e degli investimenti garantendo al contempo il mantenimento e l’implementazione dei servizi messi a disposizione del comparto economico valdostano e piemontese. L’esperienza, anche a livello di internazionalizzazione ed innovazione, di Unioncamere Piemonte si sposa in questo modo all’eccellenza e alla grande qualità dell’imprenditoria valdostana in un mix che ci auguriamo possa rivelarsi vincente per entrambi”. Unioncamere Piemonte e la Chambre valdôtaine collaborano già da tempo in molteplici campi di attività, ad esempio nell’ambito dell’Euroregione Alpi-mediterraneo, e condividono una modalità di programmazione dei propri interventi che prevede una forte concertazione territoriale ed istituzionale e la realizzazione di azioni sinergiche e complementari rispetto a quelle realizzate da altri attori pubblici e privati del territorio. Nello specifico, con questo Protocollo i due enti si propongono di mettere in atto, nel rispetto dei propri ruoli istituzionali, azioni condivise e concertate nelle materie di cui all’art. 2 della L. 580/93 di riordino delle Camere di commercio, in particolare nei seguenti ambiti: · regolazione del mercato · internazionalizzazione · innovazione · promozione imprenditoriale e servizi alle imprese · promozione territoriale e delle eccellenze agroalimentari · programmazione comunitaria 2014-2020 e sportello europeo Een · artigianato · analisi economica · etica, responsabilità, ambiente e sostenibilità Nell’ambito del Protocollo d’intenti i due enti hanno firmato una Convenzione per la gestione associata di funzioni camerali attraverso la creazione di uno “Sportello promozione, innovazione e internazionalizzazione” (Spin2) integrato a favore delle imprese valdostane e piemontesi, che sarà operativo a partire dal mese di luglio 2014 e si occuperà di internazionalizzazione, innovazione, promozione imprenditoriale e servizi alle imprese, promozione territoriale e delle eccellenze agroalimentari, programmazione comunitaria 2014-2020 e sportello europeo Een, artigianato.  
   
   
STRUMENTI DI FINANZIAMENTO ALTERNATIVI ALLA BANCA: IL CROWDFOUNDING  
 
Trieste, 10 gigno 2014 - Chi fa crowdfounding presenta su una piattaforma web specializzata un proprio progetto e chiede di esser sostenuto a realizzarlo. Un tema attuale, dal momento che l’accesso al credito attraverso i tradizionali canali di finanziamento bancari è da tempo un problema per le imprese. Proprio per rispondere alla necessità di trovare fonti alternative e complementari è stato organizzato da Aries il seminario "Crowdfounding: caratteristiche e opportunità per aspiranti imprenditori e imprese" a cui ieri pomeriggio in Camera di Commercio di Trieste ha partecipato una sessantina di persone. "Il crowdfounding è un sistema di finanziamento collettivo "dal basso" a sostegno di un progetto culturale o imprenditoriale o anche di un singolo evento - spiega Bernardo Balboni, ricercatore all´Università di Trieste-. Utilizza il web e piattaforme che fungono da aggregatori di progetti e iniziative. Non bisogna fare l´errore di pensare che sia una via facile da percorre con successo, che sia una sorta di elemosina 2.0 o che esista sul web una folla, come erroneamente potrebbe indurre a credere il termine "crowd", pronta a sostenere il proprio progetto. Si tratta di un sistema di finanziamento fra pari, cioè fra chi condivide un medesimo interesse. Può essere utile se integrato ad altri sistemi di finanziamento tradizionali". “Il crowdfounding è uno strumento particolarmente interessante anche per le start up innovative - ha rilevato Manlio Romanelli, membro di giunta dell´ente camerale triestino - e alcune già lo stanno utilizzando”. Si tratta di un fenomeno che ha già preso piede ed è ampiamente utilizzato negli Stati Uniti, mentre non è ancora molto diffuso e conosciuto in Italia. La principale piattaforma è Kickstarter, esiste dal 2009 e all´inizio di quest´anno ha raggiunto la quota di 1 miliardo di dollari raccolti, ma molto popolare e con caratteristiche meno restrittive, è Indiegogo. Esistono poi varie piattaforme totalmente made in Italy come Startsup.it. Rilevante la differenza fra i quattro modelli di crowdfounding: "Il più classico è il reward-based che prevede in cambio della donazione una contropartita (economica o simbolica) - prosegue Balboni -; simile è il donation-based, essenzialmente un´erogazione pura, liberale, senza alcuna ricompensa; poi vi è il lending-based, una sorta di microcredito che passa attraverso queste piattaforme, e infine il più complesso e normato, l´equity-based". Un esempio concreto di crowdfounding donation-based, quello più diffuso per le iniziative di tipo sociale, è stato presentato dalla Fondazione Advar che opera a sostegno dei malati di cancro inguaribili. "Il seminario si inserisce in un più ampio programma di incontri organizzati dalla Camera di Commercio sulle tematiche di accesso al credito, nel corso del quale sono state affrontate tematiche quali i mini-bond e il Fondo Centrale di garanzia per le Pmi" ha rilevato Manlio Romanelli, membro di giunta dell´ente camerale triestino".  
   
   
FVG, INDUSTRIA: SERRACCHIANI, PIANO SVILUPPO  
 
Trieste, 10 giugno 2014 - "In questo Piano di sviluppo del settore industriale Fvg la nostra attenzione va soprattutto alla fase del rilancio dell´impresa regionale: non ci occupiamo soltanto dei tavoli di crisi, che peraltro sono costantemente al centro dei nostri disegni, volendo invece soprattutto impostare, in una visione d´insieme, un lavoro per i prossimi anni, concentrarci sullo sviluppo di nuove politiche industriali per tutto il Friuli Venezia Giulia". Lo ha indicato oggi la presidente della Regione, Debora Serracchiani, nel corso della riunione di concertazione con le parti sociali sul Piano di sviluppo del settore industriale "Rilancimpresa". "Andiamo dunque ad incidere sia sui ´contenitori´, cioè consorzi e distretti, sia sui ´contenuti´. Vogliamo infatti consolidare i posti di lavoro nelle aziende e nelle imprese che stanno affrontando meglio di altri e superando l´attuale crisi; abbiamo la necessità di cercare per alcuni territori una nuova vocazione, di capire quali sono i mercati di riferimento e, allo stesso tempo, intendiamo rivedere un sistema regionale che ha bisogno di tornare ad essere competitivo ed attrattivo: dunque, da un certo punto di vista significa anche detassare le imprese, da un´altra ottica garantire i servizi", ha confermato la presidente. In merito al ruolo che debbono svolgere Friulia, Mediocredito Fvg e Finest, la presidente Serracchiani ha quindi osservato che "sono stati messi a sistema in una sorta di rete, mancata per troppo tempo". "Friulia sta lavorando ora su un piano strategico di rilancio, pronto a breve e per la Regione fondamentale, puntando l´attenzione sulla nostra grande impresa, mentre ad un Mediocredito ´riordinato´ affidiamo il compito del credito a medio-lungo periodo a favore delle piccola e media impresa. Finest, poi, si occupa dell´internazionalizzazione, mettendosi a sistema in particolare con Friulia nella prospettiva dei nostri interessi in alcune aree, come l´Est Europa". E, parlando proprio di strategie di mercato verso l´estero, la presidente Serracchiani ha ricordato che "stiamo lavorando ad un riordino legislativo, chiedendo al Governo nazionale di poter apportare alcune modifiche alla normativa di Finest".  
   
   
TOSCANA; MICROCREDITO PER LAVORATORI IN DIFFICOLTÀ, 305 DOMANDE NEI PRIMI SEI MESI  
 
Firenze, 10 giugno 2014 – A partire dal 7 novembre 2013 lavoratori e lavoratrici in difficoltà economiche possono contare su una specifica misura, varata nel contesto della legge regionale 45, per sostenere tutti coloro che hanno necessità di rivolgersi alle banche per un piccolo prestito per fronteggiare una fase di difficoltà. La Regione, grazie ad un investimento di 5 milioni, per tre anni, assicura la copertura totale degli interessi e delle garanzie sui finanziamenti erogati. Il finanziamento massimo concedibile è di 3 mila euro, erogati in una unica soluzione. In questi primi mesi di operatività del provvedimento sono state presentate 305 domande, per un importo complessivo di 915.000 euro, di cui 248 già deliberate da Fidi, per un importo pari a 744 mila euro. Dalle banche sono state erogate 136 operazioni, per un importo complessivo pari a 408 mila euro. "E´ una misura – commenta l´assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini – che abbiamo pensato, con la collaborazione del mondo bancario, per sostenere chi da mesi è senza stipendio o non riceve gli ammortizzatori sociali e si trova nella necessità di avere risposte concrete per tirare avanti. Situazioni di questo tipo sono, purtroppo, molto frequenti in questo periodo di crisi protratta, sia in conseguenza dei ritardi dello Stato nell´erogazione della cassa integrazione, sia dei con cui sono state erogate le risorse della cassa integrazione in deroga". I destinatari dell´intervento sono lavoratori e lavoratrici dipendenti, residenti in Toscana, che da almeno due mesi non ricevono lo stipendio o che sono in attesa di percepire gli ammortizzatori sociali. L´intervento, in particolare, è destinato a famiglie monoreddito o nelle quali entrambi i coniugi sono nella stessa situazione (ovvero non ricevono stipendio o ammortizzatore da almeno due mesi). I lavoratori e le lavoratrici che ritengono di poter accedere a questa misura possono farsi assistere dai sindacati per istruire, in forma del tutto gratuita, la pratica che dovrà poi essere inoltrata a una delle banche che ha sottoscritto l´accordo. I lavoratori si possono rivolgere a tutti gli sportelli Cgil, Cisl e Uil. Ma gli interventi a favore dei lavoratori in difficoltà non si esauriscono qui. L´assessore ha ricordato anche le altre misure da tempo attive per i lavoratori e le imprese toscani. Prestiti per microimprese L´assessore Simoncini ha ricordato i numeri del bando, pubblicato sempre nel novembre scorso, per la concessione di piccoli prestiti d´emergenza per le microimprese dei settori manifatturiero e terziario. Gestito da Sviluppo Toscana, l´intervento prevedeva la possibilità di un finanziamento da un minimo di 5 mila ad un massimo di 15 mila euro. Ad oggi le domande presentate sono state 1400, per una richiesta di contributi pari a 16 milioni. A causa dei vincoli del patto di stabilità, per il momento potranno essere finanziate 275 imprese manifatturiere e 225 del commercio e turismo. Anticipi Cigs Il fondo prevede uno stanziamento da utilizzarsi - in attesa del perfezionamento delle pratiche per l´erogazione della Cassa integrazione straordinaria in deroga da parte dell´Inps – per l´anticipo della Cigs ai lavoratori posti in cassa integrazione straordinaria da aziende che, a fronte di grave situazione finanziaria connesse a procedure concorsuali o crisi aziendale, non sono in grado di anticiparla ai propri dipendenti. Il fondo è finalizzato al rilascio di garanzie per favorire la continuità retributiva ai lavoratori posti in Cigs nel periodo che intercorre tra la concessione della cassa integrazione e l´erogazione del sostegno al reddito da parte dell´Inps. I lavoratori possono richiedere un importo di 700 euro per un massimo di 8 mensilità. Dal 2006 ad oggi sono stati interessati 4103 lavoratori per un totale garanzie rilasciate di 22 milioni. Anticipo stipendi Il fondo è finalizzato a garantire una retribuzione ai lavoratori che, in costanza di rapporto di lavoro, sono senza retribuzione da almeno due mesi. Anche in questo caso il fondo è finalizzato al rilascio di garanzie. I lavoratori possono richiedere un importo di 1.000 euro per un massimo di 6 mensilità. Dal 2010 sono stati interessati 477 lavoratori per un totale garanzie rilasciate di 2,5 milioni. Contratti di solidarietà La misura prevede una integrazione al reddito per i lavoratori interessati dai contratti di solidarietà, in aggiunta a quanto erogato da Inps come ammortizzatore sociale. Dal 2010 sono stati interessati 18.330 lavoratori per un totale di erogazioni pari a 23 milioni. Lavoratori atipici Il Fondo di garanzia per i lavoratori atipici è finalizzato a favorire l´accesso al credito a quelle categorie di lavoratori che trovano maggiore difficoltà ad ottenere dei finanziamenti. Dall´inizio dell´operatività del fondo (2007) ad oggi sono stati interessati 1.200 lavoratori per un totale di finanziamenti richiesti pari a 10,5 milioni.  
   
   
FVG, INDUSTRIA: PIANO SVILUPPO FVG, AVVIATA CONCERTAZIONE PARTI SOCIALI  
 
Trieste, 10 giugno 2014 - La Giunta regionale, incontrando ieri a Trieste le parti sociali, ha avviato il percorso di concertazione e condivisione su "Rilancimpresa", il Piano di sviluppo del settore industriale in Friuli Venezia Giulia. Il Piano, già anticipato a gennaio nelle linee principali nell´ambito della vertenza Electrolux, mira a rilanciare il settore manifatturiero, affrontando anche la difficile fase di crisi del settore industriale, hanno indicato la presidente della Regione Debora Serracchiani ed il vicepresidente e assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello. A partire dall´analisi della difficile congiuntura, il Piano propone come linee fondamentali di sviluppo per il settore l´innovazione, l´internazionalizzazione, il rilancio degli investimenti in tecnologia, lo sviluppo delle opportunità della "green economy", l´applicazione strategica dei principi della responsabilità sociale d´impresa, che può contribuire alla maggiore competitività sui mercati esteri. Nel Piano, oltre al potenziamento degli strumenti operativi per fronteggiare le situazioni di crisi, che combinano misure di politica attiva del lavoro e politiche industriali, vengono tracciate le tre direttrici di intervento per il rilancio del settore industriale: azioni per una nuova manifattura competitiva; attrazione di nuovi investimenti; semplificazione nelle procedure. Il Rilancio Del Manifatturiero Il Friuli Venezia Giulia risulta una delle regioni italiane a maggiore vocazione manifatturiera: a partire da questo patrimonio industriale e artigiano, le azioni mirano a restituire competitività al settore, che con la sua ricchezza di specializzazioni, di competenze, d´innovazione può tornare a rappresentare un punto di forza dell´economia Fvg, dopo la difficile fase della crisi, trainando anche settori del terziario avanzato e dei servizi, creando valore aggiunto e difendendo e aumentando l´occupazione. In questa direzione, il Piano propone una traiettoria di sviluppo per il settore industriale che passa attraverso nuovi investimenti in tecnologia, internazionalizzazione verso i mercati più promettenti, ricerca e sviluppo per nuove produzioni e processi produttivi innovativi, nuova impresa per rinnovare anche il mondo imprenditoriale. Con il potenziamento della "governance" esercitata dalla Regione vengono di conseguenza individuati come partner fondamentali per il rilancio del settore tutti gli attori del sistema a supporto dello sviluppo economico della regione, a partire dal sistema delle partecipate, Friulia, Mediocredito Fvg, Finest. L´obiettivo è una nuova manifattura tecnologicamente avanzata, rinnovata nei processi produttivi, innovativa nelle produzioni, presente sui mercati emergenti, capace di creare valore aggiunto e di difendere e sviluppare l´occupazione. E parallelamente non mancherà il supporto alla nascita di "start up" innovative e nuove imprese, anche per rinnovare la base imprenditoriale. Per conseguire questo risultato, saranno importanti i fattori di contesto, prima di tutto la mobilitazione di tutti gli attori del sistema a supporto dello sviluppo economico, ma anche la capacità di utilizzare le leve disponibili per migliorare l´attrattività del territorio anche per nuovi investimenti, in particolare nel settore industriale. Un ruolo di primo piano, in questo senso, sarà affidato ai consorzi di sviluppo industriale, da rivedere nei compiti, nell´articolazione, nelle funzioni, per renderli il primo punto di contatto per nuovi insediamenti. Un Sistema Di Incentivi Per Attrarre Nuovi Investimenti Importanti quindi le infrastrutture, la capacità di attivare un sistema di incentivi completo e attrattivo, che utilizzi anche la leva fiscale, nei limiti stringenti previsti dalla normativa comunitaria, con l´ambizione di rendere la regione una destinazione privilegiata per nuovi investimenti. Anche le specializzazioni tradizionali, in questo percorso, potranno trovare nuove opportunità di rilancio, come già avviene per singoli "sottosettori" o nicchie ad elevato valore aggiunto, valorizzando le proprie capacità in collaborazione con gli altri segmenti produttivi, in un´ottica di filiera. In questo senso, i distretti saranno la base di partenza per aggregazioni di imprese più ampie, in grado di intercettare le opportunità di collaborazione e sviluppo su progetti e tematiche comuni alla filiera produttiva. Questa progettualità potrà essere alla base anche di una strategia di specializzazione del territorio regionale. Le azioni delineate dal Piano mirano ad accompagnare il rilancio del settore industriale che gli analisti indicano a partire da quest´anno in ripresa per quanto riguarda alcuni importanti indicatori, come investimenti ed esportazione. Sinergie E Convergenze Con Le Politiche Attive Del Lavoro Le analisi indicano invece ancora grandi difficoltà a sviluppare nuova occupazione, e quindi in quella direzione, oltre che nella tutela dell´occupazione attuale, anche le politiche pubbliche di sviluppo del settore industriale dovranno trovare sinergie e convergenze con le politiche del lavoro. Sarà quindi importante, oltre all´impegno per le Pmi, anche l´attenzione alla grande impresa, per la sua capacità di innovazione, di sviluppare indotto, di creare occupazione, in un patto di responsabilità con il territorio, con le maestranze, per un modello di sviluppo inclusivo e sostenibile che restituisca benessere alla comunità. Del pari, come detto, grande attenzione sarà rivolta alla maggioranza delle imprese, di piccole e medie dimensioni, affinché possano superare quei fattori di debolezza che le stanno penalizzando in questa difficile fase. Una traiettoria di sviluppo quindi che punta sul rilancio del settore manifatturiero e della sua centralità nell´economia regionale. La ricchezza delle specializzazioni tradizionali potrà quindi coniugarsi con le nuove tecnologie, con le opportunità dell´Ict, della "green economy", facendo rete con altre imprese anche in una logica di filiera. Il Superamento Della Difficile Congiuntura Economica Tutto questo senza dimenticare la prima emergenza che impone di affrontare con ogni strumento gli effetti della crisi. Vengono a tale fine delineate due direttrici di intervento: accanto al rilancio del settore manifatturiero, è prioritario dunque il superamento dell´attuale difficile congiuntura, attraverso una mobilitazione di sistema, che cerca di fronteggiare con tutti gli strumenti disponibili le criticità imposte dalla forza della globalizzazione, l´attrazione di economie a basso costo, risorse sempre più soggette a vincoli e limitazioni. Gli strumenti proposti prevedono un più efficace monitoraggio della situazione, anche per individuare le situazioni di difficoltà in fasi non irreversibili; l´approccio coordinato tra politiche industriali e politiche del lavoro; la messa in campo di strumenti innovativi per individuare pacchetti di possibili azioni per le aree di crisi; l´attuazione degli strumenti già messi in campo o in fase di elaborazione per le situazioni di crisi industriale complessa.  
   
   
ETICA E CULTURA, LE SFIDE DEI MANAGER PER UN NUOVO BUSINESS POSSIBILE  
 
 Trento, 10 giugno 2014 - Una nuova, possibile economia dev´essere capace di prevedere modelli sempre più inclusivi e quindi anche i manager devono saper affrontare un contesto nuovo in cui il lavoro di squadra sia nucleo centrale della crescita e dello sviluppo. Questo il messaggio, forte, arrivato il 31 maggio dall’ incontro “Un dirigente, un prete e un direttore d´orchestra: tre modi diversi per innovare il management” proposto dal Festival in una sala di Palazzo Calepini davvero gremita. Protagonisti di questa particolare analisi a tre voci sul management e sul futuro dell’economia oltre la logica del “profitto a breve”, coordinata da Roberto Bortolotti Presidente di Federmanager Trento, sono stati Julián Lombana, direttore delle orchestre del Conservatorio "Bonporti" di Trento, Lauro Tisi, vicario generale della Diocesi di Trento, e Mariella Girardi, presidente di Manageritalia Trentino - Alto Adige. A intrecciarsi con le loro parole alcuni momenti musicali grazie alle esecuzioni orchestrali dei giovani strumentisti dell’orchestra del Conservatorio. Secondo Julián Lombana, che ha esordito spiegando di voler unire le parole “orientatore “ e “indirizzatore” a quella di manager, “la cultura dev´essere sempre più il fondamento dell’economia. Un’ economia che, se fondata solo su se stessa, non ha ragione d´ essere”. Forte dalla sua esperienza trentennale di direttore orchestrale in tutto il mondo, Lombana ha definito l’orchestra “un vero e proprio modello di società: una sorta di piramide in cui, se si toglie un elemento, tutto rischia di crollare. Nel contesto orchestrale infatti ognuno ha il proprio ruolo, nessuno è importante e nello stesso tempo tutti lo sono in egual modo. Senza dimenticare che tutti a fine concerto si alzano in piedi per raccogliere l’applauso finale”. Don Lauro Tisi ha posto l’accento sull’importanza, anche da parte del manager, di saper ascoltare, di andare oltre il proprio ego. “Dietro la grave crisi economica che stiamo vivendo – ha spiegato Tisi - c’è anche un grave deficit di ascolto, di incapacità di leggere la realtà, di pensare a volti e persone oltre l’economia virtuale”. Per il vicario generale della Diocesi di Trento, dunque, “non si può creare sviluppo economico senza correllarsi in maniera concreta con le persone e ogni manager deve pertanto essere pronto alle sorprese e nello stesso tempo saper imparare anche dagli errori. Un buon dirigente si riconosce dalla sua capacità di non occupare solo spazi ma di innescare processi creativi, di andare oltre il proprio ego nell’instaurare un rapporto vero con chi collabora e lavora al suo fianco”. Per Mariella Girardi, infine, “la parola manager ha ormai sempre più assunto nell’immaginario collettivo un’accezione negativa e ormai sta a indicare una persona che opera per uno scopo personale, più che per un bene collettivo”. Ecco perché, secondo la presidente di Manageritalia Trentino - Alto Adige, “oggi il manager deve diventare sempre più l’esempio di chi prima dà e poi chiede ai propri collaboratori”. Anche Mariella Girardi ha poi ribadito l’importanza dei modelli inclusivi: “Il manager deve saper ascoltare, cogliere i segnali da chi lavora con lui per raggiungere i propri obiettivi. Il lavoro di squadra, orchestrale appunto, deve essere centrale sia nei momenti di successo ma ancor più in quelli di difficoltà e insuccesso”.  
   
   
IMPRESE E PROFESSIONISTI AL FIANCO DI UNIONCAMERE-EUROSPORTELLO VENETO  
 
 Venezia, 10 giugno 2014 - Oltre 35mila e-mail di proposte al Governo sulla consultazione – chiusa il 30 maggio – della riforma della Pubblica amministrazione. Fra queste anche quelle di aziende e imprenditori a sostegno del Sistema camerale, che forse non faranno notizia come quelle di chi vuole fare tabula rasa senza distinzioni, ma che testimoniano l’importante apporto dato dalle Camere di Commercio per l’avvio di impresa; mantenere le aziende al passo con le tecnologie e la normativa attraverso incontri spesso gratuiti; trovare sbocchi sui mercati esteri con modalità proibitive per singole Pmi; aiutare a “fare sistema” per affrontare nuove sfide nell’innovazione ed internazionalizzazione. Nonostante ciò il rischio è che le Camere di Commercio non possano più svolgere il loro ruolo al fianco delle imprese. Se dovesse passare il punto 29 dei 44 previsti nella “lettera ai dipendenti pubblici“ firmata dal premier Matteo Renzi e dal ministro Marianna Madia sulla riforma Pa, verrebbe eliminato l’obbligo di iscrizione delle imprese alle Camere di Commercio e con esso il versamento del diritto annuale, che rappresenta oltre il 70% delle entrate dell’ente e permette di realizzare molte iniziative, spesso gratuite, a favore delle aziende. Le Camere di Commercio perderanno molte delle potenzialità ampliamente apprezzate, come testimoniano le e-mail pervenute all’indirizzo rivoluzione@governo.It. Con le Camere di Commercio rischia di venir ridimensionato anche il ruolo strategico di Unioncamere Veneto, la struttura che associa le Camere di Commercio della regione con funzioni di supporto, sviluppo e promozione dell´economia; coordinando i rapporti con Regione Veneto e rappresentanze degli enti locali; monitorando l’economia del territorio; progettando interventi per l’internazionalizzazione delle imprese avvicinandole anche a nuovi mercati; accompagnando le imprese nella sfida della programmazione europea. Un ruolo chiave lo ricopre Eurosportello Veneto, dipartimento per le politiche comunitarie di Unioncamere Veneto e coordinatore per il Nordest di Enterprise Europe Network, la rete europea di servizi alle imprese promossa dalla Dg imprese e industria della Ce. Eurosportello fornisce informazioni su programmi, opportunità di finanziamento e legislazione europea; ricerca partner commerciali; gestisce lo Sportello Apre Veneto (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea) che aiuta le Pmi e i centri di ricerca veneti a partecipare ai bandi di gara Horizon 2020, principale programma comunitario di finanziamento alla ricerca ed innovazione. «Come in tutte le cose che vengono affrontate senza un’analisi dettagliata e rigorosa - commenta il presidente Unioncamere Veneto Fernando Zilio - il rischio è quello che si getti il bambino assieme all’acqua sporca. Gli sprechi in questo Paese - e mi si scusi il gioco di parole - si sprecano e riguardano sia le cose lecite che, come stiamo amaramente assistendo, anche quelle illecite. Evidentemente però è più semplice tagliare ciò che si conosce e soprattutto, come dimostrano le testimonianze di chi ogni giorno si serve dei servizi del sistema camerale, ciò che funziona. Al Governo chiediamo di non cadere nella tentazione di fare di ogni erba un fascio e di cogliere, anzi, nel sistema camerale già riformato un esempio positivo di come potrebbe cambiare la pubblica amministrazione». Le Camere di Commercio e Unioncamere Veneto sono state infatti riformate solo quattro anni fa secondo i criteri della spending review e ben prima hanno operato in modo che la digitalizzazione e l’informatizzazione semplificassero la vita delle aziende. Dal Sistema camerale, ma soprattutto dalle aziende, non si vede la necessità di cancellare queste realtà che hanno dimostrato di saper affrontare i cambiamenti dei tempi, sempre al fianco delle imprese, nell’ottica che il benessere di un Paese si costruisce continuando a rendere competitivo il tessuto imprenditoriale e produttivo, nonché costruendo nuove opportunità di lavoro.  
   
   
INDUSTRIA: FVG, PIANO SVILUPPO SI DECLINERÀ IN DUE DDL  
 
Trieste, 10 giugno 2014 - "Presentando a gennaio una sintesi di ´Rilancimpresa´, prime linee di immediata risposta ad alcune situazioni di crisi, quali Electrolux, avevamo delineato una road-map per giungere all´attuale mese di giugno con un vero Piano di sviluppo industriale Fvg, di fatto - ha osservato il vicepresidente della Regione ed assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello - un vero e proprio documento di programmazione della Giunta regionale". Un Piano che si tradurrà, a settembre/ottobre, in due distinti disegni di legge, ha ricordato Bolzonello: uno dedicato alla riorganizzazione-semplificazione dei consorzi e dei distretti; il secondo, invece, contenente le linee di sviluppo e d´intervento grazie all´arrivo delle risorse finanziarie dei Fondi strutturali, cioè Ue e Stato. "Intendiamo pertanto fare un grande lavoro sui diversi settori industriali ed andremo a ridefinire le filiere, anche sulla base delle indicazioni di prospettiva dei diversi comparti del manifatturiero, come il cosiddetto elettrodomestico ´bianco´ ed il legno, ma andando contemporaneamente ad inserirne di nuove, riguardanti ad esempio la nautica e le biotecnologie". "Per fare ciò abbiamo però necessità di ridefinire le linee d´intervento dei Fondi strutturali", ha ancora evidenziato l´assessore alle Attività produttive: "in primis, dunque, si vogliono privilegiare gli investimenti, rispetto a sette anni di programmazione precedente in cui l´attenzione è stata prevalentemente dedicata a ricerca e sviluppo". "Negli anni appena passati - ha infatti spiegato Bolzonello - in carenza di linee di credito e disponibilità finanziarie, le imprese non hanno investito nei processi produttivi. Ora occorre che le aziende mettano invece mano al rinnovo di apparecchiature e macchinari". In merito a consorzi e distretti, Bolzonello ha evidenziato come i distretti industriali si stiano già "trasformando" in filiere, "senza la presenza pubblica", mentre "andremo a riportare i consorzi di sviluppo industriale al loro spirito originario, reali elementi di attrazione e soggetti di sviluppo industriale del Friuli Venezia Giulia: i consorzi vanno messi in rete, rivisti, ripensati, ricollocati e razionalizzati nel loro numero".  
   
   
DAVID THESMAR: CHI SPECULA SULLE FALSE CONVINZIONI RIGUARDO ALL´ECONOMIA  
 
Trento, 10 giugno 2014 - La distanza fra il pensiero degli economisti e quello della gente comune, il bassissimo livello di competenza economica del cittadino medio e la posizione del politico, che spesso in buona fede crede a certi luoghi comuni ed è quindi un "sincero mentitore": sono stati questi gli argomenti affrontati da David Thesmar il 31 maggio a Palazzo Geremia, accompagnati da una rigorosa analisi su alcuni dati che contraddistinguono l´economia europea e americana. Oggi, infatti, con Thesmar il Festival ha affrontato il tema di "Chi specula sui luoghi comuni", in un incontro che ha suscitato grande interesse tra un pubblico molto attento e partecipativo. Thesmar, docente di Finanza a Parigi, editorialista e scrittore, ha affrontato alcuni "falsi miti" economici che circolano nelle società occidentali di oggi. Si tende a negare alcune verità note agli economisti e certe tesi sbagliate spesso vengono utilizzate dai politici per indirizzare le proprie scelte, non sempre in cattiva fede, o da certe lobby per tutelare interessi di parte. Una di queste, per esempio, ritiene che vi sia la necessità di reindustrializzare l´Europa. Anche alcune fonti autorevoli ritengono che la crescita sostenibile sia legata all´aumento della quota manifatturiera nel Pil, tanto che negli Usa si parla della necessità di un "rinascimento manifatturiero". L´argomento è sostenuto favorevolmente anche in Europa da industriali, sindacati e politici. Ma l´innovazione tecnologica che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, ritiene Thesmar, può e deve cambiare le prospettive, perché con l´aumentare della ricchezza aumenta ancor più la richiesta di beni intangibili e di servizi. Così certi settori, come scuola e sanità ed altri non manifatturieri hanno creato molti nuovi posti di lavoro. Vero è che il processo verso una società post industriale tende ad aumentare le disuguaglianze e quindi è estremamente necessario trovare altre vie per la crescita. Un altro luogo comune è che la politica della concorrenza distrugga la ricchezza e faccia male all´economia e studi recenti hanno dimostrato come la percezione delle persone della rischiosità della concorrenza alimenti questo falso mito. Portando ad esempio l´ingresso di un nuovo gestore di telefonia in Francia o la liberalizzazione delle licenze dei taxi in Italia, Thesmar ha spiegato che si trascura sempre l´aspetto dello stimolo all´innovazione, il miglioramento della qualità dei servizi e la riallocazione dei disoccupati con titolo di studio elevato che generano il confronto concorrenziale. Altra credenza riguarda la ricapitalizzazione delle banche: si pensa che danneggi il credito, in quanto le banche sono portate a prestare di meno. Ma le ricapitalizzazioni, se forse sono a svantaggio degli azionisti, costretti ad un maggiore rischio, risultano a vantaggio dei correntisti e dei contribuenti perché l´uso di maggiore capitale lo rende certamente meno costoso. Concludendo la sua lezione Thesmar ha sottolineato che il ruolo dell´economista è proprio quello di ridurre lo iato tra la gente e la classe dirigente. Ricordandoci, però, che tutto ha un costo e qualsiasi intervento dei governi o qualunque risorsa stanziata per un dato fine non sono senza un prezzo.  
   
   
NUORO - CONTRIBUTI ALLE PMI COLPITE DALL´ALLUVIONE 2013  
 
Nuoro, 10 giugno 2014 - La Camera di Commercio di Nuoro, nell’ambito delle attività previste dal progetto “Supporto alle imprese del colpite da calamità naturale” (Fondo Perequativo 2013 – contributi per calamità naturali) ha pubblicato il bando per l´assegnazione di contributi a fondo perduto a favore delle imprese colpite dall’evento alluvionale del 18 novembre 2013. Si tratta di un concreto sostegno economico a supporto delle imprese, danneggiate dall’eccezionale avversità atmosferica che ha duramente colpito la Sardegna, finalizzato a favorire le condizioni per la continuità e/o la ripresa delle attività economiche danneggiate dal sopracitato imprevisto evento atmosferico. Con questo obiettivo verranno finanziati l’acquisto di beni che possono aiutare le imprese a riprendere la propria attività. La domanda di partecipazione, completa dei suoi allegati, dovrà essere presentata, dal 26/5/2014 al 24/06/2014 seguendo esclusivamente le modalità riportate nel bando. Le informazioni, il bando e la modulistica sono disponibili su: http://www.Nu.camcom.it/news/dettaglinews.asp?id=776