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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Settembre 2010
VENETO: FESTIVAL REGIONALE DELLA BIODIVERSITA’  
 
Il Veneto, grazie alla sua configurazione ricca di habitat e di specie, è una regione ad elevata biodiversità che deve però diventare elemento cardine della pianificazione territoriale e dello sviluppo futuro, anche economico. E’ quanto è emerso nel convegno di apertura, oggi all’Orto Botanico di Padova, del Festival Regionale della Biodiversità, manifestazione articolata in una serie di eventi diffusi sul territorio, che si concluderà ad Asolo in dicembre. Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2010 “Anno Internazionale della Biodiversità”. Nel Veneto il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, recentemente adottato, ha prefigurato la realizzazione di un’estesa rete ecologica, che copre complessivamente il 40% del territorio, con una distribuzione varia: l’81% in provincia di Belluno, il 44% Vicenza, il 32% Verona, il 31% Venezia, il 30% Treviso, il 20% Rovigo e il 19% Padova. Spiegando le finalità del festival il vicepresidente della giunta veneta e assessore al territorio Marino Zorzato ha detto che la Regione intende ricavarne elementi utili per la pianificazione del Veneto. Alcune scelte vanno già in questa direzione, soprattutto nel mettere insieme sotto un’unica regia regionale materie che finora hanno viaggiato in maniera autonoma (infrastrutture, turismo, cultura, ecc.). L’urbanistica – ha aggiunto – ha assecondato in questi ultimi decenni più lo sviluppo che il territorio, oggi si pensa diversamente e occorre mettere al centro la qualità della vita e l’attenzione per il territorio. Il Ptrc ha già molto di questo tipo di nuova progettualità, tra cui la rete ecologica. Ci vuole idealità – ha detto Zorzato – ma anche concretezza per aiutare questo cambiamento in cui, superando la logica dei vincoli, ognuno deve fare la sua parte. Questa nuova cultura va infine trasferita dalla programmazione alta, affidata dalla normativa alla Regione, a quella degli enti locali a cui è stato delegato molto. Dopo il prefetto dell’Orto Botanico di Padova Carlo Andreoli, è intervenuto il segretario regionale per le infrastrutture Silvano Vernizzi, che ha parlato della biodiversità come valore aggiunto per la competitività del Veneto e per creare un progetto di sviluppo durevole basato sul principio della sostenibilità. Il geobotanico Cesare Lasen ha illustrato la ricchezza di biodiversità presenti nel Veneto mentre il Direttore per i beni culturali e paesaggistici Ugo Soragni ha concluso facendo riferimento alla collaborazione in atto tra Stato e Regione nella redazione del Piano Paesaggistico del Veneto.  
   
   
SCIENZIATI PUBBLICANO GRAN PARTE DEL GENOMA DEL TACCHINO  
 
Un team internazionale di scienziati ha sequenziato oltre il 90% del genoma del tacchino domestico (Meleagris gallopavo). I dettagli del genoma, pubblicati nella rivista Plos [Public Library of Science] Biology, gettano nuova luce sulla biologia aviaria e potrebbero aiutare gli allevatori di tacchini a ottenere un prodotto migliore. Il lavoro è stato in parte finanziato dalla Ue attraverso il progetto Quantomics (´Dal sequenziamento alle conseguenze - strumenti per lo sfruttamento dei genomi del bestiame´), che è finanziato con 6 Mio Eur nell´ambito del tema "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. I genomi degli uccelli tendono ad avere un numero basso di grandi cromosomi (chiamati "macrocromosomi") e un numero alto di più piccoli "microcromosomi". Finora i ricercatori hanno sequenziato il 93% del genoma del tacchino, scoprendo circa 16.000 geni coinvolti; la maggior parte di questi dati proviene dai 10 macrocromosomi del volatile. Il team sta ancora cercando il modo migliore per sequenziare i microcromosomi. "Noi abbiamo già descritto migliaia di geni che erano precedentemente sconosciuti agli scienziati del settore aviario", ha dichiarato Rami Dalloul della Virginia Tech negli Stati Uniti, il principale autore dello studio. "A breve termine, la sequenza genomica del tacchino fornirà agli scienziati conoscenze su specifici geni che sono importanti per la produzione e la qualità della carne, la salute e la resistenza alle malattie, la fertilità e la riproduzione", ha aggiunto il dott. Dalloul. "Ad esempio, non sempre conosciamo il meccanismo con cui funziona l´interazione ospite-agente patogeno. La sequenza genomica ci permetterà di comprendere meglio questo processo e, di conseguenza, questo ci darà una migliore comprensione su prevenzione e cura delle malattie". Alla fine, queste scoperte potrebbero portare allo sviluppo di strumenti che permetteranno ai produttori di allevare tacchini più magri con carni più saporite e con una migliore consistenza. Il genoma del tacchino potrebbe anche avere delle implicazioni in campo medico. Come gli esseri umani, anche i tacchini sono suscettibili ad una patologia chiamata cardiomiopatia dilatativa, in cui si ha un indebolimento e un ingrandimento del cuore che vede compromessa la sua capacità di pompare il sangue efficacemente in tutto il corpo. I ricercatori sono anche interessati alla insolitamente alta sensibilità dei tacchini alle aflatossine. Queste sostanze cancerogene naturali vengono prodotte da dei funghi e sopprimono il sistema immunitario. Dopo quelli del pollo domestico e del diamante mandarino, quello del tacchino è il terzo genoma di uccello ad essere stato sequenziato. Il confronto tra le sequenze dei geni del tacchino e del pollo ha evidenziato la relativa stabilità dei genomi nei galliformi (l´ordine di uccelli a cui appartengono entrambe le specie). Secondo i ricercatori, circa il 10% del genoma del tacchino è soggetto a "restrizione selettiva", mentre nei mammiferi questo valore è di appena il 5%. Inoltre, i genomi del pollo e del tacchino rimangono simili, anche se le due specie si sono separate due volte al tempo in cui si sono separati anche i topi e i ratti, o gli esseri umani e i gibboni. Nel frattempo, il confronto tra i genomi degli uccelli e quelli dell´ornitorinco, un mammifero che depone uova, rivela che, mentre alcune funzioni sono comuni a tutti i mammiferi che depongono uova, altre sono uniche degli uccelli. Inoltre, agli uccelli mancano i geni necessari alla formazione dei denti, una caratteristica dei mammiferi. Guardando al futuro, i ricercatori sono interessati a esaminare in che modo l´addomesticazione ha influito sui genomi di pollo e tacchino; dopo tutto, entrambi gli uccelli sono stati soggetti a una intensa pressione selettiva su caratteristiche simili. Il lavoro sul genoma del tacchino rappresenta anche un importante progresso nella ricerca sul sequenziamento genomico; per la prima volta, un genoma eucariotico è stato sequenziato mediante la combinazione di informazioni provenienti da due tecnologie complementari di sequenziamento di prossima generazione. Di conseguenza, il genoma del tacchino è stato sequenziato molto più velocemente rispetto a quello del pollo (pubblicato nel 2004) e a un costo nettamente inferiore. "Questo progetto sul genoma è il primo in cui la maggior parte dei costi di produzione è stata investita in analisi e interpretazione e non nella creazione del sequenziamento", hanno dichiarato i ricercatori. Per maggiori informazioni, visitare: Plos Biology: http://www.Plosbiology.org/  Progetto Quantomics: http://www.Quantomics.eu/page.php  Ricerca su "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie" nel 7° Pq: http://cordis.Europa.eu/fp7/kbbe/home_en.html    
   
   
TEMPO DI AGIRE PER LA BIODIVERSITÀ  
 
Nonostante i crescenti sforzi per proteggere la biodiversità, questa preziosa risorsa continua a ridursi. Adesso, un gruppo di scienziati e ambientalisti avverte che, per invertire questa preoccupante tendenza, la società deve riconsiderare urgentemente i propri atteggiamenti verso la biodiversità e cambiare dunque il proprio comportamento. Il team spera che questo messaggio venga ascoltato dai leader mondiali durante la prossima 65ª sessione dell´Assemblea generale delle Nazioni Unite (Onu), che sarà dedicata al tema della biodiversità. Inoltre, questo autunno è in programma la 10ª Conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica. Intervenendo sulla rivista Science, il gruppo sostiene che la biodiversità dovrebbe essere maggiormente considerata come un bene pubblico globale. La biodiversità, fanno notare, ci fornisce un gran numero di beni e servizi tra cui cibo, legname, fibre e medicine, oltre a regolazione del clima, protezione dalle inondazioni, ciclo dei nutrienti, impollinazione e svago. Infatti, l´iniziativa Teeb ("Economia degli ecosistemi e della biodiversità"), che è in parte supportata dalla Commissione europea, ha valutato che i benefici economici della biodiversità potrebbero essere tra 10 e 100 volte maggiori rispetto al costo della conservazione della biodiversità negli ecosistemi naturali. Negli ultimi decenni, si è assistito nel mondo a una rapida crescita degli sforzi per la conservazione e ci sono stati alcuni importanti successi. Tuttavia, la biodiversità è sempre più minacciata su molti fronti. Sfruttamento eccessivo, specie invasive, inquinamento, cambiamento climatico, distruzione dell´habitat ed eccessiva estrazione di acqua stanno tutti ponendo sotto pressione la biodiversità. Di conseguenza, il numero delle specie a rischio di estinzione sta aumentando; tra le specie conosciute, attualmente il 12% degli uccelli, il 21% dei mammiferi e il 30% degli anfibi, oltre al 25% delle piante, sono a rischio. Inoltre, ci sono molti gruppi, come i microbi e gli invertebrati, dei quali non disponiamo di dati sullo stato di conservazione delle diverse specie e sul loro ruolo negli ecosistemi. Come fanno notare gli autori, uno dei problemi da affrontare per ambientalisti e responsabili delle politiche è che "gli effetti di una particolare azione sono spesso distanti nel tempo e nello spazio. Questo rende difficile una regolamentazione efficace, poiché nessun ente ha giurisdizione sulla biodiversità di tutto il mondo". Secondo il team, la biodiversità dovrebbe essere considerata e gestita come un bene pubblico globale, e dovrebbero essere create politiche che premiano le singole azioni positive e puniscono i comportamenti dannosi. Secondo i ricercatori, economisti e ambientalisti dovrebbero lavorare a stretto contatto per sviluppare incentivi per promuovere i comportamenti positivi per la biodiversità. Il team raccomanda a governi, mondo economico e società civile di integrare la biodiversità in tutti gli aspetti dei processi decisionali riguardanti società, economia e politica. "Per i governi, la conservazione di quote di capitale naturale deve diventare un elemento politico esplicito, responsabile e implementato," scrivono i ricercatori. Fondamentale è che la protezione della biodiversità venga trattata in tutti i settori della pubblica amministrazione, in particolare in agricoltura, trasporti ed energia che spesso hanno le conseguenze più gravi sulla biodiversità, ma spesso ora non ricadono sotto il controllo degli enti di protezione dell´ambiente. Fondamentale per la protezione della biodiversità è un maggiore supporto ai paesi in via di sviluppo, molti dei quali sono ricchi di biodiversità. "Valorizzare la biodiversità è fondamentale per cambiare il modo in cui consideriamo questa importante risorsa," ha sottolineato il dott. Mike Rands, principale autore dello studio e direttore della Cambridge Conservation Initiative nel Regno Unito. "Poiché abbiamo ricevuto gratis i benefici della biodiversità, li diamo per scontati. I costi di conservazione della biodiversità sono ampiamente compensati dai benefici. Mentre l´Assemblea generale delle Nazioni Unite si riunisce per una sessione speciale per esaminare la biodiversità, questo è un messaggio particolarmente importante e opportuno che i leader mondiali possono cogliere." Intanto, parlando ad una conferenza a Ghent (Belgio), organizzata dalla Presidenza belga del Consiglio dell´Ue, il commissario europeo per l´ambiente, Janez Potocnik, ha affrontato molte delle questioni evidenziate dall´articolo su Science. Egli ha descritto le prossime riforme delle politiche Ue su agricoltura e pesca come "opportunità assolutamente uniche" per integrare meglio le preoccupazioni relative alla biodiversità in questi vasti settori della politica. "Mentre alcuni anni fa un´idea del genere sarebbe stata probabilmente impensabile, oggi è sia realistica che realizzabile. Quindi cosa è cambiato?" si chiede il commissario. "Io ritengo che il più importante cambiamento sia la crescente consapevolezza che la biodiversità non si può ridurre alla protezione delle specie; si tratta anche di garantire la capacità della natura di fornire beni e servizi di cui tutti noi abbiamo bisogno: gli agricoltori, i pescatori, ... Voi e io." Per maggiori informazioni, visitare: Science: http://www.Sciencemag.org/  Università di Cambridge: http://www.Cam.ac.uk/   The Economics of Ecosystems and Biodiversity (Teeb): http://www.Teebweb.org/    
   
   
LOMBARDIA, BIOGAS NON SOLO UN´ENERGIA  
 
Martinengo/bg, "Il Biogas in Lombardia non è solo un´energia, ma molto di più. Significa rispetto per l´ambiente, ma è anche elemento di grande sviluppo economico per le nostre aziende". E´ quanto detto il 10 settembre da Giulio De Capitani, assessore regionale all´Agricoltura, che a Martinengo (Bg) ha inaugurato l´impianto di Biogas dell´Agroenergie Bergamasche sca: un consorzio di dieci imprese zootecniche che hanno voluto così risolvere il problema dei nitrati in agricoltura trasformandoli in energia da immettere sul mercato. Un´esperienza di assoluto interesse, l´ha definita il responsabile dell´agricoltura lombarda. "La nostra regione - ha spiegato De Capitani - è leader nazionale in questa tecnologia. Un settore con numeri importanti e in costante crescita: 90 sono gli impianti in funzione e oltre 120 quelli già programmati. L´assessorato ha provveduto a sostenere, a partire dal 2004, tutto il comparto; prima con finanziamenti per oltre 60 milioni di euro, a cui vanno aggiunti altri 15 milioni di euro con un programma straordinario di interventi per l´attuazione della direttiva dei nitrati. Le 44 richieste che sfruttano quest´ultimo programma vedranno la definizione delle assegnazioni entro l´anno 2010". Ma il punto su cui ha voluto insistere De Capitani è stato quello della compatibilità di questo sistema di smaltimento dei residui delle stalle con i nostri territori. "Biogas e digestione anaerobica degli affluenti di allevamento - ha spiegato De Capitani - sono un mezzo per assicurare un futuro ecosostenibile a una moderna zootecnia, contribuendo a garantire contemporaneamente il necessario rispetto dei parametri ambientali: la qualità delle acque, la qualità dell´aria e la stessa qualità del suolo". L´assessore ha voluto mettere in rilevanza anche lo sforzo di Regione Lombardia per quanto concerne il tema della normativa dei nitrati. "In Europa stiamo cercando di ottenere, per i nostri allevatori, qualcosa di più rispetto al passato. Una minima revisione della normativa dovrebbe essere a portata di mano, ma i tempi sono sempre lunghi e ci si deve confrontare con una burocrazia continentale sempre molto rigida". Visitando poi l´impianto, De Capitani si è congratulato con i componenti del consorzio Agroenergie Bergamasche: "una cooperativa agricola - ha detto - che ha unito 10 aziende con il preciso scopo di assicurare adeguamento e il rispetto dei nuovi standard ambientali richiesti a moderne attività zootecniche dimostra che lo spirito degli imprenditori agricoli è vivo e capace di produrre reddito anche attraverso il mantenimento dell´ambiente".  
   
   
GIOVANI E AGRICOLTURA IN VENETO: RIPORTARE LA PERSONA AL CENTRO DELLA POLITICA  
 
“Accolgo in pieno le sollecitazioni della Cei, che del resto appartengono al mio patrimonio culturale, politico e amministrativo”. Lo ha affermato l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, commentando il messaggio dei vescovi della Commissione per i problemi sociali e il lavoro in occasione della Giornata del Ringraziamento. “Faccio mia l’affermazione secondo cui ‘è fondamentale che anche il lavoro agricolo e rurale si caratterizzi per una rinnovata e chiara consapevolezza etica’, diffondendo ‘comportamenti etici che facciano emergere la dimensione sociale dell’agricoltura, fondata su valori perenni, da sempre fecondi, quali la ricerca della qualità del cibo, l’accoglienza, la solidarietà, la condivisione della fatica nel lavoro’”. “Per questo condivido anche le preoccupazioni dei giovani Coldiretti circa le difficoltà delle nuove generazioni nel fondare loro aziende agricole, nuove imprese in un settore che oltretutto è spesso snobbato anche dall’economia e dalla politica”. “Dobbiamo tradurre l’etica in decisioni e atti amministrativi, perché non resti un puro proclama. E dobbiamo anche capire – ha aggiunto Manzato – che per davvero il motore del mondo è l’uomo, la persona, non meccanismi ‘tecnicistici’ e ‘scientifici’ che taluno vorrebbe imporre come le molle dello sviluppo. I ragazzi che scelgono di fare gli imprenditori agricoli si assumono anche un impegno di presidio del territorio e di salvaguardia di valori sociali. Il loro è un lavoro nobile, che esige il supporto di una politica di qualità: devono rispettare la terra, esaltare la qualità, rispondere alle esigenze di alimentazione, con un’attività di grande responsabilità sociale”. “Osservo pertanto con soddisfazione che in Veneto, almeno per quanto riguarda la Regione, i tempi per il primo insediamento sono molto più brevi che altrove. Lascio da parte le lungaggini della politica, finora peraltro molto celere nell’approvare i bandi Psr, ma dalla presentazione della domanda passano solo 90 giorni per l’istruttoria e il decreto di finanziamento; il pagamento viene effettuato entro 60 giorni dalla presentazione dei saldi degli investimenti, che i giovani hanno tempo tre anni per presentare, mentre hanno 120 giorni per chiedere l’anticipo del premio”. “Possiamo e dobbiamo però fare di più, su tutto l’arco d’azione rivolto a questo ma più in generale a tutti i settori. E’ un tema cruciale, che approfondiremo anche nella Conferenza regionale per l’agricoltura, cui daremo il via il 1° ottobre prossimo, dalla quale dovrà emergere un disegno di valorizzazione, consolidamento e sviluppo dove l’imprenditore agricolo sia protagonista del suo futuro”.  
   
   
COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE, AGRIMED ENTRA NEL VIVO FIRMATE, IERI, LE CONVENZIONI TRA LA REGIONE PUGLIA E I 25 GRUPPI DI AZIONE LOCALE, PIENAMENTE OPERATIVI.  
 
 Occasione, il convegno di ieri mattina alla Fiera del Levante “Il Ruolo dei Gal nel Programma di Sviluppo Rurale Puglia”, organizzato nel calendario di Agrimed 2010. “Abbiamo avviato la “macchina” dei Gal– ha sottolineato l’Assessore alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno prima della convenzione – finanziata con quasi 300 milioni di euro, pari al 20% delle risorse complessive del Psr, dotazione che supera abbondantemente il 5% indicato dal regolamento comunitario, e seguendo il cosiddetto approccio Leader”. “La convenzione – continua Stefàno – introduce elementi di corresponsabilità, ispirati al Regolamento Europeo che ci rendono tutti partecipi nella comune volontà di sfruttare le potenzialità enormi dei finanziamenti, che devono essere utilizzati nel miglior modo possibile, affinché siano autentico volano di sviluppo dei territori e delle ambizioni del nostro sistema agricolo”. “La Regione – aggiunge – rivendica un ruolo di coordinamento perché, insieme ai Gal, intende rispondere dei risultati raggiunti. Il primo passo è la convenzione, poi avvieremo un tavolo strategico permanente, per condividere pareri e azioni, affinché si realizzino effetti omogenei sull’intera Puglia in termini di sviluppo e di rete”. Domani, invece, si parlerà di aggregazione e innovazione delle imprese agricole pugliesi (“Progetti integrati di filiera: strumento per rafforzare la competitività del sistema agroalimentare pugliese”, ore 10.30 Sala Olmo del Padiglione 10). I lavori, introdotti da Giuseppe Ferro dell’Autorità di gestione Psr Puglia 2007/2013, vedranno l´intervento dei rappresentanti del Ministero delle Politiche agricole, di Inea Puglia e del mondo accademico. Nel corso dell’incontro (moderato da Vincenzo Rutigliano, Sole 24 ore) si parlerà di globalizzazione, di ampliamento dei mercati e delle sfide che questi rappresentano per l’intero sistema agroalimentare pugliese, ma soprattutto dell’importanza per il nostro territorio di aggregare i produttori e di creare una relazione tra le diverse fasi della produzione. “Per raggiungere questo obiettivo – spiega ancora Stefàno,che concluderà i lavori - la Regione ha stanziato 200 milioni di euro, quali risorse del Psr, da destinare alle imprese agricole e di trasformazione che riusciranno ad associarsi nei Pif, i progetti integrati di filiera, realizzando investimenti concreti e impegnandosi nella realizzazione di prodotti di qualità". L´obiettivo è garantire una maggiore competitività dei prodotti agroalimentari pugliesi sui mercati nazionali ed internazionali, ma anche delle imprese che faticano a reggere il confronto con un mercato sempre più allargato. Durante il convegno di domani, anche le testimonianze di alcune aziende capofila dei Pif e le esperienze portate avanti dalle altre regioni italiane. Gli altri di appuntamenti Agrimed di domani martedì 14 settembre - I pescatori per la gestione sostenibile e la valorizzazione delle risorse del mare. Presentazione della proposta progettuale unitaria delle Associazioni regionali della Pesca per la sperimentazione di piani di gestione locale. (Convegno – Ore 16:00 – Padiglione 129 – Sala Conferenze Agrimed) - Laboratorio didattico del grano: “La storia di un chicco di grano” e Laboratorio delle conserve e delel marmellate “Missione Marmellata” (dalle ore 10:00 alle 12:00 – Padiglione 129 – Area Masserie Didattiche) - Laboratorio didattico del grano: “La storia di un chicco di grano” e Laboratorio delle conserve e delle marmellate: “Missione Marmellata” (Dalle ore 17:00 alle 19:00 – Padiglione 129 – Area Masserie Didattiche) - Workshop sull’olio (Ore 11:00 – 12:00 – Padiglione 129 – Area Elaioteca) - Workshop sul vino (Ore 16:00 – 17:00 – Padiglione 129 – Area Enoteca)  
   
   
COMPARTO OVINO, LA REGIONE SARDEGNA AL MINISTERO: "LA CRISI INCALZA, NECESSARIO ACCELERARE I TEMPI PER LE RISPOSTE"  
 
Roma - "Ancora poche risposte concrete. Vista la pesante situazione di crisi del settore ovi-caprino, l’incontro di oggi è stato troppo interlocutorio rispetto alle aspettative". Così l’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, ha commentato il 9 settembre l’esito del secondo tavolo sulle problematiche del settore ovi-caprino, svoltosi a Roma al ministero delle Politiche agricole con le Regioni Lazio e Toscana, il capo della segreteria del ministro Amedeo Gerolimetto, il direttore di Agea Coordinamento, Giancarlo Nanni, e il presidente del Consorzio del Pecorino Romano, Toto Meloni. Del Ministero erano presenti anche il direttore generale per lo Sviluppo rurale, Giuseppe Blasi, il dg per lo sviluppo agroalimentare Riccardo Deserti e Gianfranco Martellini per la direzione del settore lattiero caseario. “Il rischio – ha dichiarato l’assessore Prato – è di percorrere una trafila troppo lunga rispetto a una crisi che al contrario è galoppante. A una settimana dalla scadenza della chiusura dei lavori, infatti, siamo ancora in fase interlocutoria e perciò ragionevolmente preoccupati. Auspichiamo – ha continuato Prato - che nella prossima riunione dal Ministero arrivino risposte concrete sulle risorse finanziarie da mettere in campo e sugli strumenti da adottare. Quando sollecitate – ha aggiunto l’assessore Prato - le Regioni hanno dato risposte pronte e particolareggiate, sia sulle soluzioni da loro adottate, sia nel prospettare al Ministero le soluzioni possibili. Ora attendiamo anche dal ministero un’altrettanto puntuale risposta su una crisi che va affrontata già dalla prossima settimana con misure concrete, certe e adeguate”. “Occorre risolvere nei dettagli attuativi diversi temi: acquisto di Pecorino per gli indigenti (di competenza Agea), acquisto Pecorino per i Paesi in via di Sviluppo (ministero degli Esteri), fiscalizzazione degli oneri previdenziali per aree svantaggiate (Gabinetto ministro); incremento del regime ‘de minimis’ (Regioni); incremento delle indennità compensative del Psr (Regioni), miglior accesso al credito (Ismea), incremento degli aiuti sulla qualità del latte, articolo 68 (Mipaaf), ripristino del benessere animale (Regioni); restituzioni all’export (Mipaf)” ha concluso l’assessore Prato.  
   
   
CONTRIBUTI PSR. MANZATO  
 
Venezia - “Fa la frittata chi è abituato a rompere le uova. Che non è il mio stile. Al di là delle facili battute, non c’è nulla da rimediare perché, lo ricordo all’amico Valdegamberi ma anche ad Azzalin che tendono a scordarselo, i criteri dei bandi sono esaminati con la lente d’ingrandimento prima, durante e dopo l’approvazione. Posso loro assicurare che non sfugge nulla e nulla è lasciato al caso”. Lo ha ribadito l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, spiegando il meccanismo di approvazione dei provvedimenti in questione. I Bandi del Psr transita anzitutto per il Tavolo Verde, dove sono presenti e non come atto formale le organizzazioni professionali agricole, cui le “carte” preparatorie vengono date per tempo ed esaminate anche da loro a livello sia tecnico sia politico. Poi i bandi passa in Giunta che ne formalizza l’adozione trasmettendoli al Consiglio perché siano esaminati in Commissione. Poi passano all’ultima valutazione tecnica da parte del Comitato di Sorveglianza. Infine tornano in Giunta per la definitiva approvazione. “Io sono certo che nessuno degli interessati sia distratto – ha aggiunto Manzato – tanto meno quanti hanno votato il provvedimento sia nella fase di adozione sia, due mesi dopo, in quella di approvazione definitiva dopo il passaggio in Consiglio. E sono altrettanto certo che i (pochi) finanziamenti pubblici non possono essere ‘distribuiti’, ma vanno indirizzati per un obiettivo che è compito della politica e della società stabilire. Non possono essere ripartiti sulla base di quantità e plv prodotte, ma delle esigenze di vitalizzazione e valorizzazione dell’attività imprenditoriale e del territorio. Per paradosso, se Valdegamberi ha ragione nel dire che il 55 per cento della produzione lattiera di montagna si concentra nel veronese, io devo tutelare proprio quella che si svolge nei luoghi dove si rischia la scomparsa di questa attività e l’abbandono del territorio. Cito in proposito la nota pastorale della Cei secondo la quale ‘gli agricoltori appaiono oggi non solo produttori di beni materiali fondamentali, ma sempre più custodi di un territorio amato e servito, nel suo spessore culturale e, ovviamente, prima ancora nella sua identità fisica. Il territorio non può sopravvivere nelle sue funzioni di utilità all’uomo senza chi lo lavora’”. “Lui sa bene quanto me – ha concluso Manzato – che non sono i numeri, ma le persone al centro della politica. Siccome lo conosco e so che è una persona intelligente, considero queste sue uscite come il frutto di una polemica che sta diventando purtroppo il leit motiv della politica, che ha invece lo scopo di amministrare ed essere al servizio della società”.  
   
   
CON QUESTA CIFRA, SALGONO A CIRCA 7 MILIONI E MEZZO DI EURO I RIMBORSI PAGATI NEL SOLO 2010 PER DEBELLARE DEFINITIVAMENTE LA BRUCELLOSI.  
 
Brucellosi, 1 milione e 300 mila euro di indennizzi agli allevatori della campania L´assessore regionale all´Agricoltura Vito Amendolara, nella sua qualità di commissario straordinario per l´emergenza brucellosi, ha disposto il 9 settembre la liquidazione di oltre 1 milione e 300 mila euro di indennizzi agli allevatori. La somma è a copertura dell´abbattimento degli animali infetti e per il ripopolamento della specie. "Dall´inizio dell´anno ad oggi - sottolinea l´assessore Amendolara - sono state abbattute 6799 bufale infette. Uno sforzo importante, reso possibile dall´impegno profuso dall´Orsa, l´Osservatorio regionale sulla Sicurezza Alimentare, per difendere e valorizzare sui mercati internazionali uno dei prodotti più importanti del Made in Italy. "Non dimentichiamo che la mozzarella di bufala campana è la quarta Dop per importanza in Italia, e l´emblema dell’immagine dell´eccellenza alimentare regionale nel mondo. "La Campania è la prima regione italiana ad avere istituito l´Osservatorio per garantire trasparenza e qualità ai consumatori e difenderli dall’agropirateria, attraverso le centinaia di controlli quotidiani effettuati dall’Istituto Zooprofilattico di Portici. "Grazie al Tavolo Verde, a breve verrà ulteriormente consolidata la rete di informazione trasversale con il contributo delle competenze specialistiche dei Nas e dei Posti di Ispezione Frontaliera. La sicurezza alimentare rappresenta per noi un elemento decisivo per il rilancio dell’economia della Campania", conclude Amendolara.  
   
   
IN UN’ECONOMIA GRANDE I PICCOLI FANNO LA DIFFERENZA PRESENTATA A TRENTO LA RICERCA SULL’ARTIGIANATO ALIMENTARE  
 
 “La filiera dei Piccoli” Sono stati presentati nella sala dell’Associazione Mozart, a Rovereto, i dati della ricerca sull’artigianato alimentare trentino “La filiera dei piccoli”. Curata da Sergio Remi, da Claudio Filippi dell’Area Studi dell’Associazione Artigiani della Provincia di Trento, da Ceii Trentino, e con il sostegno dell’Assessorato provinciale all’Artigianato, il lavoro ha analizzato un campione di 100 aziende artigiane che appartengono al settore della trasformazione alimentare. «In un’economia sempre più grande sono i “piccoli” a fare la differenza. La flessibilità, la qualità, la tipicità legata alla provenienza del prodotto e al territorio, ma anche la fiducia dei consumatori, sono gli elementi sui quali bisogna puntare»: ha sostenuto Remi, durante l’illustrazione dei dati raccolti. Sono intervenuti per l’occasione il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi, sensibile ai temi gastronomici in quanto è anche fiduciario Slow Food per la Vallagarina, l’Assessore all’Artigianato Alessandro Olivi che ha sottolineato l’importanza della qualità dei prodotti, della tradizione e della territorialità per far emergere le eccellenze e Luigi Sartori, presidente di Ceii Trentino, che ha contestualizzato questo lavoro all’interno di un più ampio progetto, St.art Strade dell’Artigianato per la valorizzazione e la conoscenza dell’artigianato in ambito turistico e territoriale. È proseguita poi la tavola rotonda moderata da Franco Grasselli, dirigente dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento, alla quale hanno partecipato Gabriele Calliari (Presidente Coldiretti e vicepresidente della Camera di Commercio della provincia di Trento) Sergio Valentini (Slow Food), Roberto Pallanch (Presidente dell’Associazione Albergatori della Provincia di Trento) e Roberto De Laurentis, Presidente dell’Associazione Artigiani. Dopo un confronto sulle tematiche della ricerca, sui dati raccolti e sulle modalità per incentivare la filiera corta e la valorizzazione dei prodotti locali, De Laurentis ha tratto alcune interessanti conclusioni: «Mi piacerebbe che da queste riflessioni nascesse una strategia comune tra Provincia, rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni di categoria per raggiungere finalità condivise da tutti. Allo stesso tempo dobbiamo trovare un modo “diverso” di parlare con le nuove generazioni».  
   
   
VENETO: LATTE E MONTAGNA  
 
Venezia - “Non ho nulla da aggiungere a quanto già detto, se non ribadire che il consigliere Valdegamberi è assolutamente “complice” nell’azione della Giunta regionale della passata legislatura, perché se non erro ha votato due volte il provvedimento che lui critica, a due mesi di distanza tra una votazione e l’altra, la prima come adozione, la seconda come approvazione”. Lo afferma l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, rispondendo alle reiterate critiche del consigliere regionale veronese Udc circa l’erogazione di finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale. “Tra una votazione e l’altra – ha aggiunto Manzato – ci sono state numerosissime occasioni di verifica, in sede tecnica e politica, compreso il Consiglio regionale. Il punto è che i criteri di assegnazione non nascondono squilibri: erano e sono chiari e concordati, verificati in tutte le sedi, tranne che dai distratti”. “Io non faccio del facile populismo, né soprattutto abdico al dovere della politica e della buona amministrazione, che non è quello di distribuire briciole a tutti per non scontentare nessuno, ma di costruire i presupposti per il consolidamento e lo sviluppo del sistema. Evidentemente Valdegamberi la pensa in maniera diversa. Probabilmente aveva ed ha cattivi suggeritori, di sicuro non mette l’uomo e la persona al centro della politica ma solo calcoli e medie matematici. Mi domando – ha concluso Manzato – a cosa servano politici del genere: basta un ragioniere”.  
   
   
ALIMENTARE: LE AZIENDE ABRUZZESI CI CHIEDONO DI FARE PROMOZIONE SETTORE IN CRESCITA DEL 4,4%;L´EXPORT FA REGISTRARE +6,9%  
 
Pescara - "L´attività promozionale, svolta a tutti i livelli dalla Regione Abruzzo nel settore agroalimentare, - afferma l´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo - viene richiesta esplicitamente da centinaia di aziende del territorio abruzzese e "Abruzzo in Canada" è un appuntamento al quale abbiamo deciso di aderire proprio per rispondere all´appello di ben 457 aziende agroalimentari di vari settori con le quali questo Assessorato è in contatto costante. In Canada come altrove, - rimarca l´assessore - non andiamo a perdere tempo, né a sperperare i soldi degli abruzzesi. Venuto meno l´appuntamento in India, sono stati gli operatori del settore a chiederci di partecipare a quello di Montreal, e noi lo abbiamo fatto volentieri. Partecipare ad una Fiera a livello internazionale costa, e non poco, al pubblico, fra stand, allestimenti, attrezzature e spese di soggiorno e al privato fra quota e spese di soggiorno. Solo l´acquisto dello spazio incide per centinaia di migliaia di euro. Basti pensare che per partecipare al Vinitaly, una Regione come la Campania ha speso 5,8 milioni di euro,la Sicilia 4,9 milioni, il Veneto 5,3 milioni di euro. La Giunta abruzzese, alle prese con le note ristrettezze, ma che non per questo rinuncia a ruoli e funzioni, ha cancellato appuntamenti, quelli sì inutili, nei Paesi in cui, vedi Romania, Estonia e altri, per le condizioni socio-economiche, difficilmente potrebbe attecchire la vendita di prodotti abruzzesi. Per la prima volta, invece, alle Fiere contribuiscono finanziariamente in maniera consistente Unioncamere e il Centro estero delle Camere di commercio; per la prima volta, e ciò accade da due anni, la Regione Abruzzo aderisce ai bandi e dunque accede ai contributi stanziati direttamente dal Governo nazionale. Per la prima volta, questo Assessorato, e dunque la Regione, usufruisce di misure attivate grazie al Piano di Sviluppo Rurale (Psr) e dunque di finanziamenti che provengono dall´Unione Europea: quindi, anche i governi nazionali ed europeo credono e vogliono che la Regione faccia promozione. Per la prima volta, le spese per la partecipazione della Regione a Fiere e Rassegne sono diminuite: siamo passati dagli otto milioni di euro dell´ultima legislatura a poco è più di un milione e 700 mila euro ottenendo, mi sia consentito, migliori risultati in termini promozionali rispetto al passato. Ci sono, lo ribadisco, i contributi dei privati che ci chiedono insistentemente di partecipare a Fiere e Rassegne soprattutto a livello internazionale. Fiere e Rassegne sono l´occasione in cui, esposizioni a parte, si realizza l´incontro fra domanda e offerta, si firmano contratti, si gettano le basi per costituire ed ampliare reti commerciali. Non sono gite, né gitarelle". Una promozione molto importante avviene anche nell´ambito abruzzese: basti pensare, a tale riguardo, che solo il 37% degli abruzzesi consuma pasta locale, poco più del 50% acquista olio abruzzese e il 55% beve vino abruzzese. A fronte della complessiva attività di promozione che viene svolta, i risultati, pubblicati dalla stampa pochi giorni fa, sono inequivocabili: nel 2009, anno nero per l´economia, l´unico dato positivo del Prodotto interno lordo - lo certificano Istat, Cresa e Bankitalia - è arrivato dall´agroalimentare che ha fatto registrare una crescita del 4,4 per cento con un significativo più 6,9% delle esportazioni. Nel primo trimestre del 2010 la crescita dell´intero settore è al +6,9% e le esportazioni fanno segnare + 16%. Nel trend di crescita si distinguono il vino, +16%, e la pasta, + 25%, una crescita ancora più significativa se si pensa che sono aumentati i volumi mentre i prezzi in alcuni casi sono diminuiti. "I dati del primo semestre 2010, - attesta Febbo - seppure non definitivi, sono ancora migliori. Questi sono fatti e dati ufficiali, presentati anche dall´economista abruzzese, prof. Pino Mauro, un docente universitario che non è notoriamente vicino alla mia parte politica. Quanto alle spese sostenute per Fiere e Rassegne, la rendicontazione è pubblica e disponibile. La verità è che vorremmo essere anche più presenti a tali manifestazioni: per adesso, - conclude - le difficili condizioni economiche non ce lo consentono ma non per questo verrà meno un forte sostegno alla promozione, a tutti i livelli, dell´agroalimentare abruzzese".  
   
   
“KM ZERO RACCOMANDATO IN CUCINA” IN VENETO LA CONCORRENZA FRA TERRITORI È FATTORE DI COESIONE  
 
“La varietà e la concorrenza dei territori sono fattori di confronto ma anche di coesione”. La butta sorridendo sul politico, l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, che mercoledì sera parteciperà, assieme ad altri sei consiglieri regionali di partiti diversi, ciascuno in rappresentanza di una provincia del Veneto (ci sarà anche il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato), al Concorso regionale “Km zero raccomandato in cucina”. L’iniziativa è organizzata da Coldiretti Veneto e dall’Antica Trattoria Ballotta di Torreglia, ai piedi dei Colli Euganei, in provincia di Padova, locale antesignano dei “Ristoranti con menù a km zero”. “Sulla politica del km 0 – ha sottolineato Manzato – c’è stata assoluta trasversalità favorevole in Consiglio, che ha approvato la prima legge regionale d’Italia che valorizza i prodotti di vicinato, anche nella ristorazione collettiva. A Torreglia riproporremo questa trasversalità in una sfida tra territori diversi, ma tutti eccellenti. Io sarei perché tutti vincessero ex aequo, perché non essere eguali non significa che uno debba essere superiore ad un altro, ma il regolamento di gara non lo consente. Ecco, qui potrebbe tornare nuovamente utile la trasversalità della politica, anche se probabilmente si farà sentire la competizione tra politici…”. “Km zero raccomandato in cucina” vedrà sfidarsi sette coppie, in rappresentanza delle sette province della Regione, ciascuna formata da un cuoco e un politico. Ogni coppia preparerà una portata tipica con prodotti di territorio nell’ambito di un nutrito e nutriente, ma soprattutto variegato e gustoso menù. A vincere sarà il piatto ritenuto più ecosostenibile, sintesi della tradizione veneta e della semplicità rurale. Il giudizio verrà espresso da una giuria, anch’essa trasversale, formata da giornalisti veneti, rappresentanti istituzionali e commensali. Oltre a fregiarsi del primo premio, il vincitore avrà diritto anche al giro d´onore con una Ford del 1929 alimentata ad energia solare. Inizio serata ore 19:45, costo 40 euro, su prenotazione. Questi gli abbinamenti: Belluno: Ristorante alle Codole di Canale d’Agordo/consigliere regionale Dario Bond; Padova: Antica Trattoria Ballotta di Torreglia/presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato; Rovigo: Trattoria alla Rosa di Adria/consigliere regionale Graziano Azzalin; Treviso: Teatro dei Sapori di Castelfranco Veneto/assessore regionale all´Agricoltura Franco Manzato; Verona: Ristorante Tregnago di Montecchia di Crosara/consigliere regionale Davide Bendinelli; Vicenza: Al Pioppetto di Romano d’Ezzelino/consigliere regionale Raffaele Grazia; Venezia: Ristorante Marco Polo di Mestre-venezia/consigliere regionale Pietrangelo Pettenò.  
   
   
AGRICOLTURA: CONCLUSA SESTA CIA A MATERA  
 
Con la definizione del “Manifesto di Matera” sull’agricoltura multifunzionale del futuro e il “passaggio di testimone” dal presidente della Cia-confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata, Donato Distefano, a quello regionale del Piemonte Roberto Ercole per la sesta edizione della Festa nazionale dell’Agricoltura in programma nel 2011 a Torino, si sono concluse a Matera le quattro giornate di evento nazionale della Cia con un bilancio di presenze di diverse decine di migliaia di visitatori provenienti da tutt’Italia. Il presidente lucano Distefano, nell’esprime soddisfazione per la riuscita politica, organizzativa e di partecipazione della Festa, con la presenza di rappresentanti istituzionali delle Regioni e del Parlamento italiano ed europeo, esperti e ricercatori, ha sottolineato il “significato fortemente simbolico” della “staffetta” tra Matera e Torino, dove è in programma, il prossimo anno, la nuova edizione della Festa che sarà dedicata alle celebrazioni dei 150 anni di Unità Nazionale. L’agricoltura e il sistema agroalimentare – ha evidenziato Distefano – intendono rivendicare il ruolo primario di coesione unitaria e nazionale del Paese. Il “Manifesto di Matera” è una sorta di “mosaico” di proposte e strategie che si scompone in tante “tessere”, tra le quali il ricambio generazionale delle aziende agricole (specie al Sud), il sistema alimentare con il rafforzamento di qualità e controlli, la “candidatura” degli agricoltori a diventare produttori di energia da fonti rinnovabili, il modello di sviluppo delle aree rurali per una nuova politica di coesione, competitività e sviluppo, il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, il ruolo dei pensionati-agricoltori per la difesa dello stato sociale e adeguati servizi nelle aree rurali, la nuova Pac (in vista della quarta Conferenza economica nazionale organizzata dalla Cia a Lecce per il 7 ottobre prossimo). In particolare, con il “Manifesto di Matera” si intende rilanciare il confronto con le Assemblee Consiliari delle Regioni sulle modifiche che saranno introdotte nella Pac. In proposito, il presidente del Consiglio Regionale della Basilicata, Vincenzo Folino, ha annunciato che la proposta della Cia sarà presentata al coordinatore della Conferenza dei Presidenti dei Consigli Regionali, Bono (Lombardia). Tra le novità più significative – oltre agli approfondimenti tecnici in numerosi workshop, seminari, incontri-laboratori – la volontà a 30 anni dall’evento storico promossa dall’allora Alleanza dei Contadini a borgo Taccone di Irsina con centinaia di giovani di riprendere l’iniziativa per rilanciare “l’appeal” del lavoro nei campi tra i giovani attraverso misure di credito ed agevolazioni, di formazione ed assistenza tecnica. Aver fatto diventare sia pure per quattro giorni Matera e con essa tutta la Basilicata “capitale dell’agricoltura italiana” – ha concluso Distefano – non può che inorgoglirci ed inorgoglire tutti gli associati della Cia lucana, perché siamo riusciti a mettere al centro dell’attenzione politica e dell’opinione pubblica i saperi, i sapori, i frutti, le tradizioni, le innovazioni, l’arte agroalimentare del “made in Italy” che vogliamo continuare a difendere, tutelare e rafforzare.  
   
   
ZUCCHERIFICIO SAN PIETRO IN CASALE, RABBONI AL GOVERNO: "SBLOCCARE LA RICONVERSIONE"  
 
Bologna – “Il Governo convochi urgentemente un tavolo per affrontare la grave situazione di stallo che si registra nel progetto di riconversione dell’ex zuccherificio di San Pietro in Casale da parte dell’impresa saccarifera Sfir”. Lo chiede l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni in una nuova lettera inviata il 10 settembre al sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta, al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan e alla Presidenza del Comitato interministeriale per la ristrutturazione e riconversione del settore bieticolo-saccarifero. La missiva segue la prima lettera spedita dall’assessore il 26 giugno scorso “alla quale – sottolinea Rabboni – ha fatto seguito solo un silenzio assordante”. L’assessore chiede anche che il Comitato interministeriale valuti l’opportunità che l’azienda formuli un progetto alternativo a quello previsto nell’Accordo di riconversione produttiva, approvato già nel luglio del 2007 e mai partito, anche a causa della crisi economica e delle mutate condizioni di mercato. Il progetto prevedeva la costruzione di un impianto per la fabbricazione di contenitori biodegradabili per alimenti e, inoltre, il mantenimento in funzione dell’attività di stoccaggio e logistica dello zucchero. Nella lettera, infine, l’assessore richiama “la necessità di una attenta valutazione del programma di ristrutturazione nazionale nonché del piano aziendale e del piano sociale, presentati a suo tempo al ministero” e chiede che siano “mantenute in essere le cauzioni per l’aiuto alla ristrutturazione concesso all’impresa saccarifera e in possibile scadenza il 30 settembre”.  
   
   
COMMISSARIAMENTO DEL CONSORZIO DI BONIFICA INTEGRALE DEI BACINI DEL TIRRENO COSENTINO (EX VALLE LAO)  
 
“Il Commissariamento del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino (ex Valle Lao) è avvenuto con Delibera (n° 596 del 06/09/2010) approvata all’unanimità dalla Giunta Regionale”. Lo ha reso noto l’assessore regionale all’Agricoltura della Calabria, Michele Trematerra, attraverso una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale. “Tale intervento – prosegue Trematerra - si è rivelato necessario e, soprattutto, opportuno. In questo modo si potrà rimediare alle difficoltà gestionali da tempo esistenti all’interno del Consorzio che spesso hanno determinato ritardi e disfunzioni nell’erogazione dei servizi a favore dei consorziati. Non è un caso che alcune organizzazioni sindacali di categoria siano sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Non si può ignorare, inoltre, che l’elezione del Presidente (avvenuta il 4 settembre 2010) è avvenuta senza rispettare le prescrizioni dell’art. 30 della Legge Regionale n° 11/03 e degli artt. 17 e 18 del vigente statuto consortile”. “Alcune insinuazioni, pertanto, lasciano il tempo che trovano – dichiara ancora Trematerra - e mi rincresce dover ricorrere a delle superflue precisazioni: con il presidente Scopelliti c’è una sintonia che attraversa la sfera politica e si afferma sul piano personale. Condividiamo, insieme al resto della giunta, un’avventura ardua ma al tempo stesso ambiziosa ed entusiasmante. Il nostro impegno quotidiano e condiviso è finalizzato al bene della Calabria”. “Il tranello delle provocazioni – conclude l’assessore regionale -non attecchisce: il Commissariamento del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino è stato un atto di estrema responsabilità politica nei confronti dei consorziati che dimostra, ancora una volta, la forte attenzione della Giunta Regionale e del Presidente Scopelliti verso i problemi dell’Agricoltura calabrese”.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA SCRIVE AL MIPAAF PER SBLOCCARE DIVIETO PESCA CANNOLICCHI  
 
Niente cannolicchi made in Italy sulle tavole degli italiani, a seguito dello stop forzato alla pesca di questi molluschi, e la Federcoopesca-confcooperative scrive alla Direzione generale pesca del Mipaaf, per sbloccare la situazione. Le nuove norme previste dal Regolamento Mediterraneo – evidenzia l’associazione- non consentono, infatti, di pescare, in assenza dell’adozione di un piano di gestione, con draghe idrauliche entro le 0.3 miglia dalla costa. E visto che l’adozione ancora non c’è stata e che questa specie è praticamente assente oltre quel tratto di mare nel quale vige il divieto, di fatto, i pescatori non possono lavorare, se non rischiando verbali e ammende da parte della Guardia Costiera, come è avvenuto a fine agosto. Una situazione, come sottolinea il presidente Federcoopesca-confcooperative Massimo Coccia, che sta destando molti malumori. La soluzione sollecitata dalla federazione nella comunicazione inviata al ministero, prevede di: integrare il piano di gestione già presentato alla Commissione con quanto è stato richiesto dalla Ue, ed inviarlo per l’esame in tempi rapidi. Questo consentirebbe all’Italia, avendo ottemperato a quanto richiesto da Bruxelles, di adottare il piano in questione con un provvedimento nazionale, senza attendere la risposta ufficiale da parte della Commissione, rendendo quindi operativo il piano stesso e permettendo ai pescatori la ripresa delle attività. Questo per evitare che la situazione precipiti, come sottolinea Coccia. “Se consideriamo che da ottobre alle draghe idrauliche attive nel Tirreno si aggiungeranno anche quelle adriatiche, ora in fermo pesca, è facile immaginare quanto potrà aggravarsi la situazione da qui a poche settimane”.  
   
   
AGRICOLTURA,DE CAPITANI FA IL PUNTO CON PROVINCE TERZO VERTICE DELLA REGIONE LOMBARDIA CON TUTTI GLI ASSESSORI LOCALI  
 
L´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani ha incontrato ieri , in due distinti tavoli istituzionali, gli assessori provinciali all´Agricoltura e quelli con delega alla Caccia e Pesca. "I due tavoli - ha commentato De Capitani - sono stati, come sempre, costruttivi e propositivi, a conferma del buon rapporto esistente tra la Regione e le Province". "Con i colleghi che si occupano di Agricoltura - ha proseguito l´assessore - abbiamo fatto il punto sulle proposte di riordino del Programma di sviluppo rurale (Psr) e sulle domande per l´accreditamento come Distretti agricoli. Sul Psr, in particolare, registriamo un positivo andamento dell´utilizzo dei fondi in attesa della rimodulazione dello strumento che avverrà in due fasi". L´incontro è servito per fare il punto sull´attuazione della ´Direttiva Nitrati´, spiegare le modalità di sostegno all´agricoltura di montagna e le novità per l´accesso al credito per le piccole e medie imprese. "Nel Tavolo istituzionale di oggi - ha detto De Capitani - abbiamo anche affrontato le novità del Sata (Servizio di assistenza tecnica agli allevamenti) e della crescita di Ersaf (Ente regionale per i servizi all´agricoltura e alle foreste), anche attraverso la nascita di Riccagioia, un polo di valorizzazione della produzione vitivinicola del Pavese e della Lombardia". "Sul fronte della caccia - ha aggiunto - abbiamo fatto il punto sulla situazione del mondo venatorio e sui progetti di caccia in deroga e di uso dei richiami vivi che approderanno, da domani, martedì 14 settembre, in Consiglio regionale per il loro esame da parte dell´Aula dopo l´approvazione della neo costituita Commissione regionale Agricoltura". I prossimi tavoli istituzionali con gli assessori provinciali all´Agricoltura e alla Caccia e Pesca sono già stati convocati per mercoledì 3 novembre. "Come Regione - ha concluso l´assessore De Capitani - abbiamo già fissato una riunione del Tavolo cerealicolo per il 28 settembre e definiremo al più presto, così come richiesto dal territorio, anche una data per quello suinicolo".  
   
   
PUBBLICHE AUDIZIONI PER DOCG “MALANOTTE DEL PIAVE” E “LISON” E NUOVA DOC “VENEZIA”  
 
Sono state convocate per martedì 14 settembre prossimo le pubbliche audizioni programmate dal Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, relative al riconoscimento della Denominazione d’Origine Controllata e Garantita per il “Piave Malanotte” o “Malanotte del Piave”, della Docg per il vino “Lison”, della nuova Denominazione d’Origine Controllata “Venezia” e per le connesse modifiche ai disciplinari di produzione delle Doc “Vini del Piave” o “Piave” e “Lison – Pramaggiore”. Gli incontri si svolgeranno a Villa Foscarini Cornaro di Gorgo al Monticano, in provincia di Treviso, a partire dalle ore 10, con la discussione relativa al riconoscimento della Docg “Piave Malanotte” o “Malanotte del Piave” e la modifica del disciplinare di produzione dei vini a Doc “Piave”. Seguirà alle 14,30 la discussione sul riconoscimento della Doc ”Venezia”, mentre è stata prevista per le 16,30 la pubblica audizione riguardante il riconoscimento della Docg “Lison” e la modifica del disciplinare di produzione dei vini a Doc “Lison – Pramaggiore”. Sono state invitate le rappresentanze istituzionali dei Comuni e delle due Province interessate, delle Camere di Commercio di Treviso e Venezia, delle organizzazioni professionali agricole delle due province coinvolte, del mondo cooperativo, del Consorzio Cantine sociali di Treviso e Venezia, delle Federazioni Industriali e Commercianti dei due territori provinciali, dell’Associazione enologi ed enotecnici del Veneto Orientale, dei Consorzi di Tutela “Piave” e Lison – Pramaggiore” “La proposta delle due nuove Docg e della Doc Venezia – ha ricordato l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato – nasce da una specifica richiesta della base produttiva e dal territorio, che punta a ridefinire la piramide produttiva dei vini di qualità dell’area interessata, ponendone al vertice i due vini per i quali si richiede la Docg, che storicamente hanno costituito gli elementi più rappresentativi e significativi dell’enologia locale della zona del Piave e del Veneto Orientale”.  
   
   
REGIONE UMBRIA PRONTA PER L’“OCM VINO, MA “NEL MONDO DEL VINO… NESSUN DORMA”  
 
Perugia – “Chi si preoccupa si tranquillizzi: per quanto riguarda l’attuazione della ‘Ocm Vino’, la Regione Umbria è perfettamente in linea con l’obiettivo da raggiungere, che è quello di non perdere alcuna delle risorse disponibili”. Lo ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini, in risposta ad una dichiarazione del presidente provinciale di Perugia di Confagricoltura Marco Caprai, aggiungendo che “in futuro si dovrà senz’altro fare di più, ma a condizione che, anche nel mondo del vino, ‘nessun dorma’, per dirla con la Turandot, e conflittualità e divisioni vengano superate a favore di una visione che punti sull’aggregazione, il fare squadra e la messa a punto di progetti compatibili con la realtà”. Non c’è dunque, secondo la titolare dell’assessorato all’agricoltura, alcun problema per il rispetto della data del 15 settembre, come termine ultimo per la presentazione dei progetti per il 2011 sulle misure “Ocm-vino” (destinate alla promozione del vino sui mercati terzi): “A tutt’oggi – spiega – i nostri uffici non hanno ricevuto alcuna richiesta di proroga dei termini, che comunque – precisa –, in presenza di cogenti e documentate richieste (finora non pervenute) da parte dei produttori, potremmo anche far slittare al 30 settembre”. A riprova di come l’impegno della Regione sia fuori discussione, Fernanda Cecchini ricorda come l’Umbria stia stanziando a favore delle misure previste dall’“Ocm-vino” risorse aggiuntive dal proprio bilancio, così da innalzare il cofinanziamento comunitario dal 50 al 70 per cento, in questo modo abbattendo – sottolinea – l’impegno finanziario dei produttori. Senza contare che ulteriori risorse (provenienti dal Piano di Sviluppo Rurale per un milione 650 mila euro, e fondi compresi nell’accordo di Programma fra la Regione Umbria e l’Istituto per il Commercio Estero) vanno ad incrementare il sostegno ad un settore “importantissimo – dice l’assessore - per l’agricoltura e l’economia regionale”. “Tutto questo per dire – aggiunge Fernanda Cecchini – che il nostro auspicio ed interesse è di non perdere alcuna risorsa destinata al mondo del vino ed alle sue punte di eccellenza (come peraltro accadde nel 2008-09 al Caprai viticoltore in Montefalco a causa di un progetto presentato e non realizzato), ma al contrario far sì che il mondo del vino si presenti sempre più coeso, capace di fare squadra e di presentarsi con progetti in grado di realizzarsi. ‘Nessun dorma’ – conclude l’assessore Cecchini, riprendendo scherzosamente l’aria pucciniana – e allora sì che si potranno guardare senza misteri quelle stelle, che tremano d’amore e di speranza”.  
   
   
CRESCE LA QUALITÀ DEI VINI EMILIANO-ROMAGNOLI. IN ARRIVO NUOVI DISCIPLINARI DI PRODUZIONE PER PIGNOLETTO, GUTTURNIO, ORTRUGO E VINI DELLA ROMAGNA.  
 
Bologna - Cresce la qualità dei vini emiliano-romgnoli e a sostenerla ulteriormente arrivano ora nuovi disciplinari di produzione Doc e Docg. Tra le novità in particolare la nuova Docg “Colli Bolognesi Classico Pignoletto” la seconda denominazione d’origine controllata e garantita in regione dopo l’Albana; le due nuove Doc piacentine “Ortrugo” e “Gutturnio”; ma anche la proposta di un’ unica Doc “Romagna” con cui caratterizzare tutti i vini del territorio romagnolo, rafforzando in questo modo il rapporto con l’area geografica di provenienza. Una novità quest’ultima che dovrebbe affiancarsi alla proposta di introdurre per il Sangiovese Romagna 12 nuove menzioni geografiche ( “Bertinoro”, “Brisighella”, ”Longiano”, Castrocaro-terra del Sole”, “Cesena”, “Marzeno”, “Meldola”, “Modigliana”, “Oriolo, “Predappio”, San Vicinio”, “Serra”) per valorizzare anche le singole produzioni locali A pochi giorni dall’avvio della vendemmia 2010 l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni ha fatto oggi il punto sull’andamento della produzione vitivinicola regionale, visitando i vigneti dell’azienda Cesari sulle colline di Castel San Pietro in provincia di Bologna. Le previsioni sono di un calo del 5% della quantità rispetto al’anno precedente, ma per quanto riguarda la qualità il 2010 si va profilando come un’annata ottima. “Siamo la regione emergente per la qualità dei suoi vini – ha detto Rabboni - lo confermano i numerosi premi ottenuti nel 2010 da importanti guide nazionali e internazionali e allo stesso Vinitaly dove i nostri vini hanno ottenuto 3 Gran Medaglie d’Oro, tra cui quella assegnata a un Pignoletto che ha superato nel concorso dei vini frizzanti i più blasonati Prosecco e Franciacorta”. Ma importanti conferme arrivano anche dall’andamento dell’export, con un vino quale il Lambrusco che nei prime sei mesi di quest’anno ha messo a segno un + 5%, grazie alla forte distintività , alla capacità orgnizzativa dei produttori, all´ottimo rapporto qualità-prezzo. “Stiamo raccogliendo i frutti - ha sottolineato Rabboni - di un forte rinnovamento nelle vigne, nelle cantine e nell’organizzazione commerciale sostenuto anche da finanziamenti comunitari e regionali”. In particolare nel 2011 l’Europa con l’Ocm vino destinerà all’Emilia-romagna circa 27 milioni di euro, di cui ben 3 andranno alla promozione sui mercati esteri, mentre nel 2010 la Regione con il Piano di Sviluppo Rurale ha finanziato con 9,5 milioni di euro 8 progetti di filiera in capo vitivinicolo, che hanno coinvolto complessivamente 3.115 aziende. Tale contributo ha permesso di movimentare complessivamente 23,5 milioni di euro. Le previsioni della vendemmia 2010 - Nel 2009 erano stati prodotti 6.952.000 ettolitri; nel 2010 la produzione è stimata in circa 6.610.000 ettolitri, dato che colloca l’Emilia-romagna al secondo posto a livello nazionale dopo il Veneto L’inizio della raccolta in tutta la regione è ritardata di circa 10 giorni rispetto lo scorso anno e di 4-5 giorni rispetto alla media pluriennale. In Romagna la vendemmia è iniziata il 23 agosto, con la raccolta delle varietà precoci; prosegue nella seconda settimana di settembre con l’Albana mentre nell´ultima decade del mese in corso sarà la volta di Sangiovese e Trebbiano. Per quanto attiene alla qualità decisive sono le prossime due settimane. La quantità in Romagna risulta inferiore rispetto allo scorso anno, In Emilia invece si prevede una quantità più o meno pari a quella del 2009.