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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Settembre 2010
ADOZIONE DI UN PROGETTO DI ACCORDO FRA L´UE E IL MAROCCO NEL SETTORE AGROALIMENTARE E DELLA PESCA  
 
 La Commissione europea ha adottato il 16 settembre un progetto di decisione relativa a un accordo commerciale bilaterale fra l´Ue e il Marocco per i prodotti del settore agroalimentare e della pesca, che dovrà essere ora sottoposto all´approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo. L´accordo prevede in particolare il rafforzamento della posizione degli esportatori europei sul mercato marocchino, soprattutto nel settore dei prodotti agricoli trasformati, che rappresenta un interesse offensivo importante per l´Ue: in tale settore è prevista una liberalizzazione totale progressiva nei prossimi 10 anni, salvo che per le paste alimentari, per cui è prevista una limitazione quantitativa. Nel settore dei prodotti agricoli l´accordo consentirà la liberalizzazione immediata del 45% (in valore delle esportazioni) degli scambi dell´Ue e del 70% di tali scambi in 10 anni. I settori degli ortofrutticoli, delle conserve alimentari, dei prodotti lattiero-caseari e delle piante oleaginose beneficeranno di una liberalizzazione totale. Il settore della pesca sarà anch´esso liberalizzato per i prodotti dell´Ue (in misura del 91% in 5 anni e nella sua totalità in 10 anni). Nel periodo 2007-2009 le esportazioni Ue per questi tre settori hanno raggiunto circa 1,03 miliardi di euro. Nell´ambito dell´accordo esse beneficeranno di un migliore accesso a un mercato di prossimità attualmente in forte crescita demografica. In termini globali, il saldo commerciale complessivo nel corso dello stesso periodo è stato largamente favorevole all´Unione europea (12,3 miliardi di euro di esportazioni contro 7,3 miliardi di importazioni). Le due parti hanno anche convenuto di avviare negoziati sulla protezione delle indicazioni geografiche. L´accordo prevede inoltre disposizioni sul rispetto degli obblighi internazionali per quanto concerne gli aspetti sanitari e fitosanitari. L´accordo consentirà alle due parti di sfruttare appieno le potenzialità di mercati e modi di consumo in forte evoluzione, rafforzando nel contempo i meccanismi di concertazione e quelli di salvaguardia. Esso segna una tappa importante nelle relazioni commerciali fra l´Ue e il Regno del Marocco, conformemente agli impegni politici assunti nell´ambito del processo di Barcellona. Nel quadro della tabella di marcia euromediterranea per l´agricoltura (tabella di marcia di Rabat) adottata il 28 novembre 2005, nel febbraio 2006 la Commissione europea e il Marocco hanno avviato negoziati per migliorare l´accordo esistente sulla liberalizzazione degli scambi per i prodotti agricoli, i prodotti agricoli trasformati, il pesce e i prodotti della pesca. Partendo da un livello di liberalizzazione limitato nel quadro dell´accordo attuale, il Marocco ha compiuto uno sforzo considerevole di apertura liberalizzando immediatamente il 45% (in termini di valore) delle importazioni provenienti dall´Ue. Secondo quanto previsto nella tabella di marcia di Rabat, il Marocco beneficerà di un periodo di transizione per la liberalizzazione completa di alcuni prodotti. Il valore degli scambi interamente liberalizzati passerà dunque al 61% in 5 anni e al 70% in 10 anni. I settori degli ortofrutticoli e dei prodotti conservati dell´Ue, ad eccezione delle fave, delle mandorle dolci, delle mele e del concentrato di pomodoro (per i quali sono stati negoziati contingenti tariffari) saranno interamente liberalizzati entro i prossimi 10 anni. Verrà pienamente liberalizzato l´accesso in Marocco dei prodotti lattiero-caseari dell´Ue, ad eccezione del latte liquido e del latte intero in polvere. Le piante oleaginose e i cereali (ad eccezione del frumento tenero, del frumento duro e dei loro derivati) saranno anch´essi liberalizzati. Per i prodotti più sensibili che non sono oggetto di una completa liberalizzazione, come le carni, i salumi, il frumento, l´olio d´oliva, le mele e il concentrato di pomodoro, il Marocco ha migliorato le condizioni di accesso al suo mercato sotto forma di contingenti tariffari. Da parte dell´Unione europea, l´accordo risponde a questa apertura consentendo l´immediata liberalizzazione del 55% delle importazioni provenienti dal Marocco. I miglioramenti delle concessioni nel settore degli ortofrutticoli, che costituiscono l´80% delle importazioni dell´Ue, hanno tenuto conto delle situazioni particolarmente sensibili, con l´obiettivo di giungere ad un´integrazione delle esportazioni marocchine sul mercato dell´Unione che favorisca le complementarità fra i sistemi di produzione. A tal fine, i calendari di produzione sono stati mantenuti inalterati per i prodotti ritenuti più sensibili, ossia i pomodori, le fragole, le zucchine, i cetrioli, l´aglio e le clementine. Le concessioni per questi prodotti sono state fatte sotto forma di contingenti tariffari. È opportuno sottolineare che il regime del prezzo di entrata è stato mantenuto per tutti i prodotti. Successivamente all´adozione, da parte del Consiglio, del progetto di decisione relativa alla firma dell´accordo, un progetto di decisione relativa alla conclusione del medesimo sarà trasmesso per approvazione al Parlamento europeo. Una volta ultimata questa fase formale, l´accordo entrerà in vigore il primo giorno del terzo mese successivo alla data di deposito dell´ultimo strumento di approvazione da parte di entrambe le parti.  
   
   
FIERA DEL LEVANTE. VENDOLA E GODELLI INCONTRANO MINISTRO AGRICOLTURA LIBANESE  
 
“La Fiera del Levante è la vetrina delle nostre eccellenze. Non solo, è anche uno strumento di politica estera, un ago il cui filo della buona volontà può ricucire relazione internazionali in questo nostro grande mare”. Lo ha detto il 17 settembre il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola nel corso dell’incontro svoltosi questa mattina, insieme con l’assessore al Mediterraneo Silvia Godelli, presso il centro direzionale della Fiera del levante con il ministro dell’Agricoltura libanese Hussein Haij Hassan. “Il Libano – ha continuato Vendola - è un paese la cui bellezza struggente è stata violata dalla guerra. La Puglia ha sempre avuto con questo paese una vicinanza speciale e non solo attraverso i propri soldati che hanno inteso contribuire con le forze di interposizione alla pace, ma anche attraverso azioni concrete volte a sostenere lo sviluppo rurale e culturale di un paese amico. Oggi – ha continuato il presidente della Regione - si possono vedere realizzati in Fiera progetti di cui abbiamo parlato nel precedente incontro con il ministro. Ieri, ad esempio, si sono concretizzate due idee emblematiche per i nostri obiettivi. Nel padiglione Agrimed dell’agroalimentare si sono svolte le lezioni delle masserie didattiche a cui hanno partecipato tanti bambini di diverse etnie, finalmente uno specchio della nostra società mediterranea. L’altra idea è quella che ha visto riuniti giovani imprenditori e giovani imprenditrici che hanno scelto la strada dell’agricoltura e hanno partecipato al bando regionale. 2.300 le domande di primo insediamento per promuovere un’agricoltura moderna ed ecosostenibile. In altre parole l’agricoltura del futuro”.  
   
   
AGRO-ENERGIE, PIÙ SEMPLICE INSTALLARE IL FOTOVOLTAICO IN STALLE E SERRE DELLA SARDEGNA  
 
Cagliari - Nuovo passo in avanti sulla piattaforma agricola per la modernizzazione della pastorizia e delle aziende agro-zootecniche sarde. Si velocizzano i tempi per installare il fotovoltaico in stalle, serre e in altri fabbricati rurali. La Regione recepisce la normativa contenuta nel decreto sul Conto energia 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 24 agosto scorso, che prevede che per tutti gli edifici agricoli (già esistenti o nuovi) sia sufficiente presentare una Dichiarazione di inizio attività nel Comune dove sarà realizzato l’intervento di installazione dei pannelli fotovoltaici. La novità è contenuta nell’articolo 21 del provvedimento sul Conto energia. Prima era necessaria una procedura che coinvolgeva anche altri enti (tra cui la stessa Regione), implicando tempi molto più lunghi per gli imprenditori agricoli. Il provvedimento era particolarmente atteso dal mondo zootecnico isolano, dopo che di recente una forte accelerazione sulle agro-energie era stata impressa nel comparto serricolo (che riguarda circa 700 imprese su 500 ettari complessivi). Questa semplificazione normativa potrà avere da subito effetti positivi soprattutto sulle aziende produttrici di carne. Nello specifico interessa le 18mila imprese suinicole, le 7mila di bovini da carne e anche le 3mila del settore avicolo della Sardegna. Soddisfatto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato: “Mettendo in pratica quanto previsto dal nuovo decreto sul Conto energia raggiungiamo un altro punto, la semplificazione sulle agro-energie, contenuto nella piattaforma approvata e condivisa con le associazioni agricole, e viene incontro alle esigenze delle nostre aziende zootecniche oggi in grande sofferenza. Si tratta di una novità importante per la multifunzionalità energetica che consentirà agli imprenditori agricoli sia di ridurre i costi di produzione, sia di integrare il proprio reddito aziendale. Senza trascurare gli effetti positivi anche sull’ambiente. A questo punto auspico che gli operatori colgano quest’occasione e si attivino, anche con il supporto della Regione, per adeguare la propria azienda e renderla ancora più competitiva dal punto di vista dell’energia alternativa".  
   
   
DA AGRIMED PARTE IL NUOVO MODELLO DI SVILUPPO DELLA PUGLIA  
 
La Puglia laboratorio nazionale per il rilancio dell’agricoltura italiana. Si chiude con questa consapevolezza diffusa l’edizione 2010 di Agrimed, il Padiglione della Fiera del Levante dedicato al comparto agroalimentare, che ha registrato nel corso della settimana eventi di caratura nazionale. Ultimo, in ordine di tempo, il convegno che venerdì scorso ha riunito a Bari il Parlamento Europeo (con il presidente della Commissione agricoltura Paolo De Castro), il Governo nazionale (con il sottosegretario alle Politiche agricole Buonfiglio) e tutte le Associazioni nazionali di Categoria. Forte del coordinamento della Commissione Politiche agricole nazionali, guidato dall’assessore regionale Dario Stefàno, la Puglia ha dato vita alla prima vera occasione di discussione su un tema strategico importante, come la riforma della nuova Politica agricola comunitaria. In platea, anche i colleghi delle altre Regioni d’Italia. Tutti concordi nell’affidare alla Commissione Politiche agricole e all’assessore Stefàno il compito nei prossimi mesi di tirare le somme e stilare il documento da presentare, poi alla Commissione europea, con la ricetta “italiana” sulle strategie necessarie all’agricoltura dei prossimi vent’anni, “colmando – aggiunge lo stesso Stefàno - una inerzia del governo nazionale che tiene l’Italia ai margini dei processi di costituzione di uno strumento così strategico”. Ma Agrimed è stata anche l’occasione per presentare il nuovo modello di sviluppo per la Puglia, che ha individuato nei giovani il proprio asset strategico. “Non solo per una questione puramente anagrafica - spiega l’assessore Stefàno - che pure è essenziale per il ricambio generazionale del comparto. Ma anche perché i giovani possono “dare”, entusiasmo, creatività, coraggio e fantasia al settore che rappresenta la genesi della nostra storia contadina, e nel contempo “prendere” in termini di opportunità e di chance, per entrare in veste di imprenditore in un comparto che ha grandi potenzialità”. E proprio alle potenzialità di crescita dell’agricoltura, è stato dedicato Agrimed 2010, che ha proposto almeno due appuntamenti quotidiani - tra seminari, focus, convegni – che hanno fatto il punto sugli strumenti e le risorse del Piano di sviluppo rurale, lo strumento operativo con cui la Puglia intende innovare il comparto agricolo. “Da non vivere più come un ripiego – sottolinea Stefàno - ma come straordinaria opportunità per dare e per darsi sviluppo sostenibile, ricchezza, futuro”. Azzeccata l’idea dei front-office, dedicati alle Misure del Psr, che hanno fornito informazioni e notizie tecniche su bandi, progetti e attività. Anche i “numeri” di questa edizione sembrano confermare il sempre più crescente appeal dell’agricoltura: 10 mila bustine di semi di produzioni autoctone pugliesi, ritirate dai visitatori all’ingresso del Padiglione e oltre duemila semi di grano piantati nel “campo delle idee”, con altrettante proposte per l’agricoltura venute soprattutto dai più giovani. I giovanissimi, invece, sono stati i protagonisti dei Laboratori Didattici curati dalle Masserie didattiche (una quarantina provenienti da tutta la Puglia) dedicati al mattino alle scolaresche – che si sono cimentate nella preparazione della pasta fatta in casa, delle marmellate e delle tinture vegetali - e il pomeriggio al pubblico dei visitatori che hanno assistito, anche, alla preparazione dal vivo delle ricette della nostra tradizione contadina. Seguitissimi, infine, i workshop sull’olio e sul vino a cura dell’Associazione Italiana Sommelier di Puglia che, per tutti i nove giorni di Fiera ha accompagnato intenditori e semplici curiosi nella degustazione dei vini pugliesi (tra i più richiesti soprattutto i rosati). “La nave è partita – conclude l’assessore Stefàno – , abbiamo sciolto gli ormeggi e siamo partiti verso una meta ambiziosa: fare dell’agricoltura il cardine di un nuovo sviluppo sostenibile della Puglia. Innovazione, competitività, e ricambio generazionale sono obiettivi che possiamo raggiungere, perché nonostante le difficoltà del momento, il comparto è motivato. Così come lo siamo noi, che abbiamo il compito di accompagnarlo in questo percorso, che vedrà l’agricoltura protagonista di un cambiamento positivo, che investirà la società e l’economia regionale”.  
   
   
LATTE:REGIONE LOMBARDIA HA RUOLO ISTITUZIONALE  
 
Milano - L´assessore regionale all´Agricoltura, Giulio De Capitani, è intervenuto, il 16 settembre, sulla vicenda del prezzo del latte. "Ringrazio il consigliere provinciale di Milano Cova (Pd) per il prezioso suggerimento - ha detto De Capitani - purtroppo la sua visione ingenua e semplicistica è ben distante dalla realtà del mercato. Se tutto fosse così semplice, questa tormentata trattativa sarebbe già risolta da tempo. Evidentemente al consigliere Cova mancano alcune informazioni. Infatti, i parametri dei costi delle materie prime e dei prodotti, da Cova proposti come criterio generale applicato a molti settori, hanno fallito proprio nel settore del latte, dove un´unica materia prima (il latte) ha differenti destinazioni produttive, con caratteristiche molto diverse tra loro (formaggi freschi, yogurt, prodotti Dop, latte fresco, latte Uht, ecc). La difficoltà - ha proseguito il responsabile dell´Agricoltura - è proprio quella di mettere insieme tutte queste anime. Quanto al mio presunto letargo, appare strano che il consigliere Cova, così attento e ´sveglio´, non si sia accorto degli importanti provvedimenti attivati da Regione Lombardia a sostegno dei ´produttori di latte´: 50 milioni di euro erogati a luglio attraverso l´anticipo del 70% della Pac 2010, preceduti da un contributo straordinario di altri 9 milioni di euro a maggio. Liquidità che è stata affiancata dalle agevolazioni per favorire l´accesso al credito per le aziende oggi in difficoltà. Stiamo inoltre lavorando per attivare un ulteriore contributo, che sarà disponibile da questo inverno e per i prossimi 5 anni, destinato a premiare la qualità del latte e le aziende che hanno fatto della qualità un mezzo per guadagnare competitività. Sul prezzo del latte va precisato che Regione Lombardia non si è sottratta e non si sottrae al ruolo istituzionale che le compete. La disponibilità a creare e a favorire un momento di incontro tra gli attori di questa vicenda (produttori e industriali) c´è e viene esercitata". "Ma non si può dimenticare - ha concluso De Capitani - che gli attori sono altri e che il mercato, molto più instabile e volatile ora che dieci anni fa, ci pone di fronte ad una riflessione che, se si vuole affrontare seriamente il problema e non limitarsi a dei proclami, non possiamo non fare e cioè se oggi possa ancora valer e il principio di un prezzo unico e indistinto per tutti o se forse non si debba lavorare su più fronti proprio per premiare le differenze e valorizzare la qualità".  
   
   
ENERGIA. VENDOLA:BIOMASSE? SÌ, SE DI PICCOLISSIMA TAGLIA  
 
“Noi siamo in un contesto molto difficile: non abbiamo regole. È una situazione davvero ridicola quella in cui ci troviamo riguardo il tema delle energie “. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo al Convegno “Obiettivo Energia 2020: quali protagonisti” presso la Sala Alloro dello Spazio 10 della Fiera del Levante. “ Io – ha proseguito Vendola – sono personalmente contro il ciclo delle biomasse quando si tratti di un grande ciclo industriale, perché il tema segnalato anche dalle Nazioni Unite è quello della spoliazione della vegetazione africana. Mentre, penso che le biomasse, attraverso centrali di piccolissima taglia, possano essere uno strumento utile per l’auto-produzione e l’auto-consumo di energia nelle campagne. Ma con chi discuto di questo? Qui in Puglia abbiamo fatto una normativa in cui è scritto che il 40% della materia prima per una centrale a biomasse deve essere reperita nel raggio di 70 km rispetto a dove è collocata la centrale, per impedire questa specie di arrembaggio sui paesi emergenti e sulle loro risorse naturali. Ma come faccio ora a bloccare procedure perfezionate dal punto di vista autorizzativo che riguardano impianti di centinaia di Megawatt per esempio sul fotovoltaico”. “Nello strumento di pianificazione – ha continuato il Presidente della Regione Puglia – avevamo indicato delle soglie convinti del fatto che non si può promuovere l’industria energetica senza tenere debitamente in conto le caratteristiche geomorfologiche, orografiche, produttive, sociali e civili del nostro territorio. Naturalmente queste soglie sono destinate ad essere supera te senza un quadro di regole stabilite dall’alto. Si tratta di una realtà assolutamente demenziale e inaccettabile”. Secondo Vendola il settore delle energie rinnovabili è quello che più si presta al tema dell’innovazione. “Nei laboratori di nanotecnologie ci sono già le simulazioni sul futuro. Il futuro sono i pannelli senza silicio, il minieolico. Si tratta di tecnologie versatili, perciò occorre investire sul rapporto fecondo tra Università, centri di ricerca e mondo dell’impresa, avendo un quadro di regole certe e la consapevolezza che la sfida dell’energia è legata all’organizzazione della democrazia. L’energia dell’auto-consumo e dell’auto-produzione è un’energia dolce, che non inquina, che fa risparmiare quattrini, forse per questo viene guardata con sospetto da chi pensa che l’energia sia soltanto un business speculativo”.  
   
   
SARDEGNA: COMPARTO OVINO, PRIMI RISULTATI TAVOLO MINISTERO  
 
 Roma - Primi e concreti risultati per il comparto ovino dal tavolo ministeriale. Decade quindi il limite finanziario del plafond di 16,8 milioni di euro previsti nel regime "de minimis". Via libera dunque alla possibilità per i pastori di beneficiare di un "de minimis" fino a un massimo di 15 mila euro ad azienda. Dopo aver rimosso questo primo ostacolo, ora restano quelli più difficili da superare, legati al reperimento di risorse dal bilancio della Regione, purtroppo già chiuso, e di allentare i vincoli del Patto di stabilità che condizionano la spesa. Alla riunione erano presenti, oltre alla Sardegna il Lazio, la Toscana e il Consorzio di tutela del Pecorino Romano. Moderata soddisfazione è stata espressa dall’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato: "Finalmente il comparto ovi-caprino sta cominciando ad avere l’attenzione che merita, dopo tanti anni di torti, dimenticanze e mancate misure compensative da parte dello Stato e dell’Unione europea. Oggi portiamo a casa alcuni risultati, ma il confronto con Roma e Bruxelles è solo all’inizio e soltanto con l’unità delle 70 mila imprese ovicaprine italiane, potremo continuare a far arrivare buone notizie al comparto. Altrimenti, anche ogni sforzo politico sarà vano". Diversi i punti affrontati all’incontro odierno. Per quanto riguarda il programma di aiuti agli indigenti, è stata accolta la richiesta della Sardegna di poter rendere i bandi più funzionali e più vicini alle esigenze del settore. Entro il mese invece la Commissione europea renderà noto il plafond destinato al comparto caseario. "Su questo fronte ci aspettiamo un’azione politica forte e decisa del ministro Galan, perchè resta la nostra richiesta di 25 milioni che ci aspettiamo venga soddisfatta. E ci attendiamo nell’azione di sensibilizzazione no partisan nei confronti del ministro da parte di tutti i parlamentari sardi". Sul fronte degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, è in corso un’interlocuzione tra ministeri delle Politiche agricole e degli Esteri: quest’ultimo ha avviato una verifica con alcuni Paesi terzi per valutare il loro interesse a ricevere il pecorino. Contemporaneamente, si sta lavorando perché lo Stato trovi le risorse per far partire il programma. Sull’ammasso privato, per ora manca la base giuridica a livello comunitario, ma esiste una strada percorribile sulla stagionatura. Sulle restituzioni, i rappresentanti del ministero hanno fatto notare che a oggi nessun formaggio europeo, neanche i vaccini, godono più di questo strumento, né verso gli Usa, né verso altri Paesi Terzi. Per quanto riguarda le azioni di promozione, un apposito gruppo di lavoro del ministero dell’Agricoltura sta operando per un progetto nel mercato europeo e per uno nei Paesi extra Ue dove valorizzare un nuovo pecorino stagionato di alta qualità e a basso contenuto di sale. A questo proposito, dato che occorre redigere un apposito disciplinare, nei prossimi giorni verrà convocato un incontro tra le agenzie Agris e Laore per definire tra l’altro le prove di prodotto. Entro la fine del mese sarà riconvocata l’intera filiera del comparto per fare il punto sulle misure affrontate dalla task force.  
   
   
MOTOPESCA: FEDERCOOPESCA, PER SICUREZZA LAVORATORI VANNO DEFINITE MEGLIO ZONE DI PESCA COCCIA: “MEDITERRANEO NON VA TRASFORMATO IN ZONA GUERRA”  
 
“Quanto è accaduto pone l’attenzione su un tema delicato come la sicurezza dei lavoratori. Sicurezza che per quanto concerne il settore ittico passa anche per una corretta e condivisa definizione delle zone di pesca”. Lo dichiara Massimo Coccia, presidente Federcoopesca-confcooperative, circa il caso del peschereccio italiano mitragliato da motovedette libiche. L’associazione ricorda come l’attualità di questi giorni abbia riportato alla ribalta il problema della libera circolazione nel Mediterraneo. “Il Mediterraneo –afferma Coccia- è una risorsa indispensabile per chi opera nella pesca e non può essere trasformato in una zona di guerra, ma deve continuare ad essere bene comune di tutti da tutelare e valorizzare”.  
   
   
COLDIRETTI BASILICATA: SU CRISI DEL POMODORO DA INDUSTRIA  
 
La crisi del pomodoro da industria non sembra aver tregua. Le condizioni meteorologiche non sono state favorevoli ai produttori ortofrutticoli lucani. Le abbondanti e intense precipitazioni dei giorni scorsi sia nell’area del lavellese che del metapontino, hanno causato gravissimi danni alla coltura del pomodoro da industria. I produttori ortofrutticoli oltre alla perdita economica immediata, rischiano di non vedersi corrisposto il contributo della parte accoppiata, in quanto non sono in grado di consegnare alle industrie le quantità minime previste per l’ottenimento del premio, pari al 70% della media regionale. Senza la dimostrazione di effettiva vendita del prodotto, infatti, l’imprenditore ortofrutticolo non ha diritto a percepire il 50%del restante contributo erogato dalla Comunità Europea al titolare della Domanda Unica. “Coldiretti Basilicata si aspetta che- afferma il presidente Piergiorgio Quarto – alla richiesta formale presentata all’assessore, ne segua un’immediata attivazione a sostegno. Questo nuovo problema – si legge nella nota - va ad aggravare la già difficile situazione in cui si trova l’intera filiera di trasformazione del pomodoro da industria. Il mancato rispetto dei contratti con il conseguente non ritiro, da parte delle industrie conserviere, della quantità di prodotto pattuita, sta già mettendo in ginocchio l’intero comparto”.  
   
   
SFIDA NELLA CUCINA VENETA A KM 0. VINCE LA TRIPPA DI CASA.  
 
Torreglia (Padova) - “Ha vinto chi giocava in casa, come è giusto che sia per la cucina con prodotti a km 0. Ma possiamo ben dire che ha vinto la cucina del Veneto, anzi, quella delle province venete, con i suoi prodotti tipici, le sue specialità e i grandi maestri dei tanti ristoranti disseminati sul territorio”. E’ il commento “sportivo” dell’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, fuori podio al termine del concorso “Km 0 raccomandato in cucina”, che il 15 settembre sera all’Antica Trattoria Ballotta di Torreglia, in provincia di Padova, ha visto avvicendarsi a tavola sette pietanze, una per ciascuna provincia veneta, proposta dall’insolita abbinata politico – ristorante. Ha vinto la trippa padovana, presentata dal presidente del Consiglio Regionale Clodovaldo Ruffato per la politica e dall’Antica Trattoria Ballotta di Torreglia per il cuoco. Per la precisione si trattava di “Zuppa di trippa con fagioli dall’occhio del Castellano”. Il secondo posto è andato al coniglio del Polesine (“Tocchetti di coniglio d’autunno con polenta di mais “Bianco Perla”, politico Graziano Azzalin e Trattoria alla Rosa di Adria); il terzo all’agnello dell’Alpago per Belluno (“Lombetto di Agnello dell’Alpago ai sapori d’autunno”, Dario Bond e Ristorante alle Codole di Canale d’Agordo). Quarti a pari merito gli altri piatti a cavallo fra tradizione e innovazione: il veronese “Timballino di zucca su fonduta di formaggio Monteveronese Dop, con granella di nocciole e tartufo nero della Lessinia” preparato dal Ristorante Tregnago di Montecchia di Crosara, orfano del politico Davide Bendinelli trattenuto altrove da impegni istituzionali; il vicentino “Risotto con sedano di Campese mantecato allo Stracchino del Grappa”, Raffaele Grazia e ristorante Al Pioppeto di Romano d’Ezzelino; il veneziano “Filetto di branzino della laguna all’uva di Mazzorbo con pomodoro del Cavallino confit, patata al vapore con emulsione di rucola”, Pietrangelo Pettenò e ristorante Marco Polo di Mestre; il trevigiano dessert “Frollino di farro con zucca legenaria e miele del Grappa su crema di Torchiato di Fregona”, Franco Manzato e del ristorante Teatro dei Sapori di Castelfranco Veneto. “La varietà e la concorrenza dei territori – ha ribadito Manzato – hanno davvero onorato la tavola, dimostrando che sono anche fattori di coesione e di identità culturale”. La serata è stata coronata da altri numerosi micro eventi all’insegna della biodiversità, della tutela dell’ambiente e del divertimento, con i fumettisti della Scuola Internazionale di Comics di Padova (www.Scuolacomics.it) che hanno proposto in tempo reale le caricature dei diversi politici in competizione. La coppia vincitrice ha invece fatto un giro d’onore a bordo di una vecchia Ford del 1929, futuristicamente alimentata ad energia solare.  
   
   
LIGURIA: MODIFICATO TESTO UNICO DEL COMMERCIO PER CONSENTIRE SBARCO DI EATALY DOVE SI COMPRA, MANGIA E SI STUDIANO CIBI E BEVANDE DI QUALITÀ  
 
Genova - Compiuti il 17 settembre dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli, i passi necessari per permettere alla catena Eataly, polo enogastronomico con sede a Torino dove si compra, mangia e si studiano cibi e bevande di qualità, di sbarcare al Quartiere Millo dell´ex deposito franco nel Porto antico di Genova. La Giunta ha infatti approvato, sia il protocollo d´intesa tra Regione e Comune sulla nuova tipologia distributiva che si prefigge di commercializzare e diffondere la cultura enogastronomia delle Regioni italiane, sia la modifica del testo unico del commercio per accogliere la nuova tipologia commerciale in tutta la Liguria. Tali modifiche riguarderanno non solo Genova, ma i Comuni capoluogo e le città sopra i 40.000 abitanti. La delibera verrà inviata nelle prossime settimane in consiglio regionale per i consueti passaggi che si prevede possano essere completati tra la fine del mese di ottobre e la metà di novembre. “L´atto compiuto oggi - spiega l´assessore, Guccinelli - si prefigge di adeguare il quadro normativo esistente ad una nuova offerta commerciale che punta alla valorizzazione delle produzioni locali. L´arrivo di Eataly a Genova rappresenta un´occasione straordinaria di attrazione e di promozione e ci permette di dare il via ad una nuova concezione di offerta che coniuga il consumo tradizionale con l’educazione alimentare, le attività artigianali e la divulgazione della cultura enogastronomia della nostra regione”.  
   
   
FDL. VENDOLA CONCLUDE L’INCONTRO CON I GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI  
 
“Ogni ragazzo, ogni ragazza che oggi sceglie l’agricoltura, diventa un valore generale della nostra società. Siamo in una Puglia che non dimentica il passato ma che ha il coraggio di guardare al futuro”. Lo ha detto il presidente della regione Puglia Nichi Vendola il 16 settembre concludendo l’incontro con i giovani imprenditori beneficiari dei contributo del Psr. 200 milioni di euro per 2.300 progetti. Un ritorno alle campagne dunque per “riconnettere i bambini con il paesaggio rurale e riportarli nelle 70 masserie didattiche sparse sul territorio pugliese, perché tutto il mondo è fatto di storie che parlano di campagne, perché ricordo le storie di braccianti poveri e di contadini che hanno trasformato i nostri terreni pietrosi in orti meravigliosi” senza però dimenticare i numerosi problemi che affliggono il settore. Tra i principali, per il presidente Vendola, quello di una “globalizzazione senza regole, attraverso la quale passa il trionfo della manipolazione e della contraffazione. Ecco perché occorrono controlli, legalità e regole certe”. E poi un altro nemico del mondo agricolo, è ancora “l’intermediazione parassitaria”. “Per questo – ha aggiunto Vendola – occorre lavorare sulla filiera corta e sulla filiera di prodotto”. Ma anche l’accesso al credito è una problematica importante rispetto alla quale c’è stato l’impegno del presidente Vendola e dell’assessore Dario Stefàno di avviare un percorso di confronto con i 27 istituti di credito presenti in Puglia. Infine un richiamo all’esempio dei kibbutz israeliani dove “i ragazzi hanno investito nelle campagne e hanno contribuito alla nascita di un paese come Israele”.  
   
   
RACCOLTA FRUTTA: UNO SPORTELLO MOBILE DEL CINFORMI DA OGGI PRESSO L’UFFICIO POSTALE DI CLES PER AGEVOLARE LE PRATICHE PER L’ASSUNZIONE DEI LAVORATORI  
 
Uno “sportello mobile” del Cinformi allestito nelle zone di raccolta della frutta per agevolare gli adempimenti burocratici di datori di lavoro e raccoglitori. La postazione verrà allestita a partire da martedì 21 settembre dal Centro informativo per l’immigrazione della Provincia autonoma di Trento presso l’Ufficio postale di Cles, in Val di Non. Verranno trattate le pratiche di richiesta del permesso di soggiorno necessarie per l’assunzione dei lavoratori stagionali. Lo sportello mobile a Cles, organizzato ogni anno in collaborazione con Poste Italiane e le Associazioni di categoria, sarà operativo con orario 08.00-11.00, dal lunedì al sabato e per circa due settimane. E’ importante sottolineare che allo sportello mobile di Cles potranno rivolgersi solo gli utenti inviati dalle Associazioni di categoria. Naturalmente gli utenti possono recarsi in tutti i casi alla sede del Cinformi in via Zambra 11 a Trento, dove il personale del Centro informativo per l’immigrazione fornisce tutte le indicazioni e l’assistenza necessaria per la procedura. La procedura - ll lavoratore si rivolge al Cinformi munito del nulla osta al lavoro, del passaporto e di tre copie del contratto sottoscritto dal datore di lavoro. Il Cinformi stampa il modello di istanza del permesso di soggiorno e lo consegna al lavoratore, che successivamente spedirà presso lo sportello postale il modello rilasciato dal Cinformi, su cui avrà apposto una marca da bollo da € 14,62, assieme alle fotocopie di tutte le pagine del passaporto e alla fotocopia del nulla osta al lavoro. Inoltre, il lavoratore dovrà versare a Poste italiane € 30 per il servizio. Nella procedura per l’ingresso dei lavoratori stagionali il Cinformi lavora in collaborazione con il Servizio lavoro della Provincia autonoma di Trento, la Questura di Trento, Poste italiane e, nel caso dello sportello di Cles, anche con le Associazioni di categoria. Qualche dato - Nel 2009 le pratiche relative al lavoro stagionale per la raccolta della frutta seguite dal Cinformi a Trento e a Cles sono state circa 900. Quest’anno le pratiche seguite sinora nel capoluogo sono oltre 300. Le nazionalità più rappresentate dai lavoratori stagionali per la raccolta della frutta provengono dai Paesi dell’Europa dell’Est e in particolare da Albania, Macedonia, Ucraina, Moldavia e Serbia. Il periodo di maggior afflusso al Cinformi di utenti per lavoro stagionale relativo alla raccolta della frutta è il mese di settembre. Cinformi, via Zambra 11, 38121 Trento (Italy) - tel +39 0461 405600 - fax +39 0461 405699 www.Cinformi.it/  - cinformi@provincia.Tn.it    
   
   
A VERONA CONGRESSO MONDIALE SUGLI OLI D’OLIVA DI QUALITÀ.  
 
“L’appuntamento mondiale sull’olio d’oliva di qualità deve diventare momento per la creazione di un network internazionale che condivida l’impegno per l’eccellenza, nel nome della qualità, dello stile e della storia”. Lo ha affermato l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, che questo pomeriggio aprirà a Palazzo Giusti di Verona i lavori di “Bev Iv Beyond Extra Virgin”, che ha come relatori rappresentanti dell’Associazione 3E (Ethics, Excellenxe, Economics), del Culinary Institute of America la più grande scuola per gli Chef degli Stati Uniti e del mondo, dell’ Ucdavis Olive Center Università della California, del Centro per gli studi sulla qualità dell’Accademia dei Georgofili. La scelta di Verona e del Veneto come sede di una simile assise mondiale non è per niente casuale: in questo territorio si producono gli oli extra vergini di oliva più preziosi del mondo, i più richiesti rispetto all’offerta produttiva, che spuntano in assoluto i prezzi più alti alle borse merci. Nella Borsa della città scaligera, ad esempio, si va dagli oltre 9 euro al kg per l’Olio Garda Dop Orientale, agli 8 – 8,20 dell’Olio Doc Veneto, rispetto a prezzi di olio d’oliva nazionale che oscillano attorno ai 3 euro, a quelli spagnoli che sfiorano i 2,2 euro e agli oli d’oliva greci sui 2,5 euro. “Più in generale – ha aggiunto Manzato l’Olio d’Oliva Extra Vergine Italiano, del quale quello Veneto è nel vertice della piramide, è prodotto Vip nel mondo e la sua esportazione è aumentata in valore dell’11 per cento nell’anno corrente rispetto al medesimo periodo dello scorso anno”. “Vogliamo cogliere l’occasione di questo confronto con relatori ai massimi livelli – ha detto ancora l’assessore Veneto – per costruire una alleanza strategica nel nome della qualità, dell’eccellenza e dell’Etica tra i territori vocati di tutto il mondo. Dobbiamo impegnarci tutti per la qualità che nasce dalla storia e dal terreno, per far sapere che ci sono eccellenze straordinarie che non devono essere scalfite dall’omogeneizzazione dei gusti: il Veneto può ben essere la Napa Valley d’Europa e la Napa Valley può ben essere il Veneto d’America” In questa prospettiva, al termine del convegno gli esponenti del Culinary Institute of America, i giornalisti statunitensi e gli esperti di settore presenti visiteranno le terre dell’olio e del vino del Veneto. In particolare, incontreranno nuovamente Franco Manzato a Villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore nel pomeriggio di giovedì 23 settembre, per un confronto che inizierà alle 15,30 finalizzato a organizzare una forte presentazione delle eccellenze venete in California.  
   
   
RACCOLTA TARTUFO IN MOLISE, PROPOSTO L´ANTICIPO DELL´APERTURA  
 
 L´assessore regionale all´Agricoltura, Nicola Cavaliere, con una nota inviata agli Assessori competenti delle Province di Campobasso e Isernia, ha evidenziato l´opportunità di avviare gli adempimenti necessari al fine di autorizzare la raccolta del tartufo bianco fin dal prossimo primo ottobre. La richiesta segue le numerose sollecitazioni pervenute dagli operatori del settore e trae spunto dalle condizioni climatiche e del terreno particolarmente adatte per la crescita anticipata del prezioso tubero. Secondo l´Assessore, dall´apertura anticipata scaturirebbero anche vantaggi di carattere economico e di immagine sia per il prodotto che per il territorio regionale. "Fin dagli inizi del mese di ottobre - spiega Cavaliere - si svolgono le prime fiere nazionali ed internazionali finalizzate alla valorizzazione e vendita del tartufo bianco. Permettere al nostro pregiato tubero di essere presente e concorrere ai suddetti appuntamenti - conclude - costituirebbe una rilevante vetrina promozionale per il tartufo molisano, con la possibilità di essere apprezzato e valorizzato sui mercati nazionali ed esteri".  
   
   
AGRICOLTURA: AL PARCO DELL´ETNA UN SEMINARIO SU AGROBIODIVERSITA´  
 
"Rafforzeremo l´impegno per la tutela e la valorizzazione della biodiversita´, anche come fondamentale strumento per la crescita e lo sviluppo del territorio. Lo faremo con altre iniziative, di grande spessore scientifico come quella di oggi, al Parco dell´Etna, e con ulteriori risorse finanziarie". E´ quanto detto da Salvatore Barbagallo, dirigente generale del dipartimento Interventi infrastrutturali dell´assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari, nell´ambito del seminario su "La tutela e la valorizzazione dell´agrobiodiversita´ vegetale in Sicilia"; il convegno e´ stato organizzato dall´assessorato in collaborazione con il Parco dell´Etna, le facolta´ di Agraria delle universita´ di Palermo e di Catania, il Csei (Centro studi di economia applicata all´ingegneria) di Catania e si e´ tenuto, ieri nella sede dell´Ente Parco dell´Etna, a Nicolosi. Nel corso dei lavori si e´ fatto il punto sullo stato dell´arte sul tema dell´agrobiodiversita´ vegetale nel territorio siciliano, a partire dalla analisi dell´attivita´ recente e ancora in corso, passando agli obiettivi raggiunti e sino alle prospettive che ne possono scaturire; sull´importanza dell´agrobiodiversita´ per la crescita e l´affermazione dei prodotti tipici regionali; sul ruolo della diversita´ biologica agricola nella capacita´ di affrontare possibili e imprevedibili cambiamenti nell´ambiente e nei bisogni umani; e, infine, sulle opportunita´ che il Psr, Piano di sviluppo rurale, puo´ offrire alle imprese agricole sul territorio. Nel corso del suo intervento introduttivo, il commissario straordinario del Parco dell´Etna, Ettore Foti, ha ricordato il prioritario impegno dell´Ente per la tutela e la valorizzazione dell´agrobiodiversita´ attraverso la realizzazione, in un´area di tre ettari nella sede del Parco, della Banca del Germoplasma, i cui obiettivi sono proprio la caratterizzazione e la conservazione del patrimonio genetico vegetale etneo. Il preside della facolta´ di Agraria dell´Universita´ di Catania, Agatino Russo, e Giuseppe Barbera, docente della facolta´ di Agraria dell´Universita´ di Palermo, hanno auspicato un sempre maggiore sostegno dell´assessorato alla ricerca scientifica sulla biodiversita´. Di "sfida per la salvaguardia della biodiversita´" ha parlato nei suoi saluti il direttore del Csei di Catania, Giuseppe Cirelli. I temi scientifici del seminario sono stati sviluppati da Mario Marino del Fao; da Petra Engel del Centro di ricerca per la Frutticoltura di Roma; da Alessandra Gentile, Giuseppe La Malfa e Giovanni Mauromicale dell´Universita´ di Catania; da Giuseppe Sottile dell´Universita´ di Palermo; da Paolo Girgenti e Giuseppe Sparta´ del dipartimento Interventi infrastrutturali dell´sssessorato regionale alle Risorse agricole e alimentari. Il seminario e´ stato arricchito dalle visite alla Banca del Germoplasma, nella stessa sede del Parco e alla mostra pomologica del progetto Rgv Sicilia. I lavori sono stati conclusi dal direttore Barbagallo che ha riportato alla platea l´appello a undici ministri e alti rappresentanti di Stati membri riuniti a Ginevra, per una nuova politica in materia di tutela di risorse e patrimonio naturalistico in vista della Conferenza internazionale sulla biodiversita´ che si terra´ in ottobre a Nagoya, in Giappone.  
   
   
CIA BASILICATA: “ALLARME ESTINZIONE” PER SUINO NERO LUCANO  
 
La Cia-confederazione Italiana Agricoltori – attraverso una nota stampa - lancia l’allarme sul rischio di estinzione per il Suino Nero Lucano (o di Tricarico). “Dobbiamo purtroppo rilevare – dice Paolo Carbone, dirigente della Cia – che dopo un decennio di iniziative di organizzazioni professionali, allevatori, enti locali e di attività di assistenza tecnica e sperimentazione da parte dell’Alsia, e soprattutto grazie ad un’intuizione dell’allora presidente della Comunità Montana Pancrazio Toscano e di alcuni “coraggiosi” allevatori di Tricarico e del Medio Basento, che hanno prodotto come primo risultato l’istituzione dell´albo genealogico del "suino nero Lucano", nel territorio di Tricarico sono rimasti solo pochissimi capi. Ciò perché da parte dell’attuale Comunità Montana, anche per effetto delle scelte di commissariamento e di riduzione di funzioni e compiti, e soprattutto da parte della Regione non sono stati assicurati sostegno agli allevatori e continuità all’attività di rilancio della razza autoctona e per valorizzarne le produzioni di salumi pregiati. Con le risorse disponibili per il Psr è necessario favorire soluzioni e investimenti in grado di coniugare vocazionalità dei nostri territori, propensioni produttive, risorse naturali, sorretta da una coerente azione progettuale capace di fornire un reale impulso ad alcuni importanti comparti produttivi, tra cui quello zootecnico, che a nostro parere più di altri è in grado di irrobustire la nostra economia agricola, agevolare lo sviluppo e rafforzare i sistemi produttivi locali, esaltare l’origine e il legame delle nostre produzioni con la nostra terra, costruire filiere produttive tipiche/locali. Questo percorso – dice Carbone - rappresenta una grande e unica opportunità che la Basilicata e le Organizzazioni Agricole devono saper cogliere e contestualizzare e radicare nella nostra Regione anche attraverso uno specifico ddl di tutela e valorizzazione in zootecnia delle razze autoctone”.  
   
   
CON I DUEMILATRECENTO NUOVI IMPRENDITORI RIPARTE L’AGRICOLTURA PUGLIESE IL RICAMBIO GENERAZIONALE PER RISOLLEVARE L’ECONOMIA DEL TERRITORIO  
 
 L’agricoltura è nelle strategie di una Puglia che guarda alle sfide del futuro. Perché il rapporto millenario di questa regione con le fatiche e le gioie del lavoro della terra, lungi dall´essere una condanna, deve diventare privilegio e straordinaria opportunità di benessere individuale e collettivo. Ecco perché i numeri che caratterizzano il bando per giovani imprenditori insediati nell´ambito del Psr Puglia 2007-2013, presentati stamattina nello Spazio 7 della Fiera del Levante, consentono all’assessore regionale all’Agricoltura Dario Stefàno e al Presidente della Regione Nichi Vendola ( del suo intervento abbiamo già riferito a parte) di rivendicare con legittimo orgoglio l´innesco di una sorta di reazione a catena che consentirà alla Puglia di mettersi alla testa di un movimento di riscatto del mondo agricolo e meridionale, recuperando integralmente la bellezza e la purezza delle proprie origini contadine e, al contempo, creando un nuovo modello di sviluppo in cui uomo e ambiente coesistono arricchendosi e senza danneggiarsi a vicenda. Anche perché tra gli oltre 2300 giovani pugliesi che potranno dar vita ad un´azienda agricola grazie ai finanziamenti del Psr – 207 milioni di euro - c´è un´alta incidenza di giovanissimi aspiranti, a fronte di un dato regionale medio che racconta di un agricoltore under 35 ogni 10 over 70. E poi una campagna che dagli anni ´60 in poi si è andata progressivamente spopolando, nota il presidente della Fiera Cosimo Lacirignola: una tendenza che va però invertendosi, come dice il grande successo del bando scaduto il 30 aprile 2010. Cui hanno risposto con grande entusiasmo moltissimi giovani (il 45,30 per cento di età compresa tra i 18 e i 25 anni) e tante, tante donne: il 42,32 per cento delle iniziative presentate. Duemilatrecentocinquantuno i progetti ammessi in graduatoria: numeri che non possono che rallegrare l´assessore Stefàno, il quale rivendica con orgoglio alla giunta Vendola di aver prescelto i giovani quale asset strategico del proprio modello di sviluppo. “Perché solo il ricambio generazionale può restituire vita all´economia pugliese”, spiega infatti Stefàno, “insieme a un´agricoltura capace di puntare sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti agroalimentari: innovazione, ma con un occhio al passato”. Risultati così lusinghieri, quelli del bando, da spingere l´assessore alle Risorse agricole a promettere una rimodulazione dello stesso, per consentire il finanziamento anche dei progetti finora esclusi dalla graduatoria. Non solo: perché anche in presenza di un contributo accertato, a volte, le difficoltà per far partire un´impresa non mancano. Ad esempio quelle di anticipazione del credito, testimoniano quattro dei giovani imprenditori che hanno ottenuto il finanziamento regionale. “Non vi lasceremo soli”, promette Stefàno. “Stiamo calendarizzando incontri, su questo argomento, con tutti e 27 gli istituti di credito presenti sul territorio regionale ai quali chiederemo di essere parte attiva di un patto virtuoso per il rilancio del settore agricolo”.  
   
   
ZOOTECNIA: ANAGRAFE EQUIDI AFFIDATA ALL´ISTITUTO IPPICO REGIONALE DELLA SICILIA  
 
La gestione e l´"Anagrafe" degli equidi in Sicilia e´ affidata in via esclusiva, con decreto dell´assessore delle Risorse agricole e a alimentari, Titti Bufardeci, all´Istituto per l´incremento ippico della Regione siciliana, che si occupera´ del controllo sanitario, dell´identificazione e del censimento delle nascite di tutti i cavalli e gli asini del territorio. "Il ruolo dell´Istituto - spiega l´assessore Titti Bufardeci - e´ rilevante per la capillarita´ della sua attivita´ e per la capacita´ di dare un´assistenza completa e adeguata ai nostri allevatori". "Il fatto poi - aggiunge l´assessore - di poterli identificare, assegnandogli un vero e proprio ´passaporto´ attraverso un microchip, sara´ un forte deterrente per i tanti equidi abusivi che arrivano in Sicilia, prevalentemente dai Paesi dell´Est. Questo garantira´ i nostri allevamenti e le nostre produzioni di qualita´". Il microchip installato negli animali dal veterinario territoriale sanitario permettera´ anche il monitoraggio degli spostamenti degli animali.  
   
   
EMERGENZA PUNTERUOLO ROSSO A RISCHIO DI ESTINZIONE LE PALME IN TUTTA L’AREA DEL BACINO DEL MEDITERRANEO.  
 
Pochissimi avranno sentito parlare del Rhynchophorus ferrugineus, mentre molti ne hanno sentito il nome comune, il famigerato “Punteruolo Rosso” ma ne hanno sempre sottovalutato l’impatto sul verde pubblico o privato che sia, assieme a tanti amministratori locali, perché forse sino ad oggi non si era parlato troppo degli effetti devastanti che questo parassita delle palme sta iniziando a produrre su vaste aree del Mediterraneo. A lanciare l’allarme a seguito delle forti preoccupazioni espresse da molti agronomi ed addetti del settore che lo hanno interpellato è Giovanni D’agata, Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”. Il particolare tipo di artropode dell’ordine dei coleotteri la cui diffusione è iniziata nel 1985 a partire dall’Asia, in particolare dagli Emirati Arabi grazie al commercio di palme infette, passando dall’Egitto è transitato in Europa probabilmente attraverso la Spagna e poi a macchia d’olio è passato dalla Costa Azzurra, diffondendosi sino alle Nostre regioni meridionali, ha causato la morte e l’abbattimento di migliaia di palme ornamentali sino a far parlare di estinzione in alcune regioni d’Italia. Peraltro, forse non tutti sanno che nei paesi in via di sviluppo non disdegna palme da cocco e da olio con ciò compromettendo intere economie la cui sussistenza è affidata in gran parte proprio a queste piante. Quella che è stata definita, non a torto, come una vera e propria “strage silenziosa” è determinata dal fatto che ad oggi non esiste un metodo definitivo e semplice per eliminare i parassiti e recuperare le piante infettate non solo per le difficoltà della diagnosi, dato che le larve del parassita si nutrono dall’interno e “consumano” in poche settimane la pianta sino a farla morire, ma anche perché le palme sono piantate anche nei centri abitati dove campagne di disinfestazione basate sui pesticidi metterebbero a rischio la salute pubblica. L’unica soluzione che appare possibile per evitare la completa estinzione delle palme nel Nostro Paese e nel resto del Bacino del Mediterraneo, passa attraverso un monitoraggio certosino e capillare del territorio che solo i singoli comuni sarebbero in grado di realizzare se tutti fossero dotati di strutture in grado di farlo e che in molti di questi Enti Locali esistono già, conosciuti con il nome “Uffici del Verde”. Non è raro, al contrario, che gran parte dei comuni si affidino a ditte terze che – come avviene in tutte le emergenze italiche - hanno subdorato il business sotteso al fenomeno del “Punteruolo Rosso” anche perché sostituire una pianta morta o malata in modo irreversibile così come trattare quelle malate comporta costi elevatissimi e quindi profitti notevoli, che probabilmente costituiscono un disincentivo a campagne d’intervento di massa. Secondo D’agata, al contrario, campagne d’intervento locale affidate agli “Uffici del Verde” comunali potrebbero efficacemente consentire l’individuazione delle aree particolarmente colpite delimitando quelle in cui sono necessari interventi drastici sulle piante attaccate, incentivandone da una parte la loro distruzione obbligando i proprietari o conduttori e dall’altra il recupero di quelle la cui diagnosi precoce lo consenta.  
   
   
I “FANTASTICI QUATTRO” ALLE GIORNATE DEI FORMAGGI 2010  
 
Asiago, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano-reggiano e Pecorino Sardo: quattro grandi formaggi Dop italiani fanno scuola per la ristorazione e muovono alla conquista della Grande Distribuzione. Ci sarà anche il Pecorino Sardo, quest’anno, accanto a Formaggio Asiago, Mozzarella di Bufala Campana e Parmigiano-reggiano, a promuovere le grandi Dop italiane, di fronte ad una platea di specialisti del settore. L’iniziativa si articola in una serie di appuntamenti di approfondimento sui quattro formaggi certificati, pensati in maniera specifica per chef e dettaglianti: attraverso incontro teorici e pratici, i partecipanti potranno conoscere gli aspetti tecnici delle produzioni casearie e, soprattutto, le peculiarità dei formaggi a Denominazione di Origine Protetta, come espressione del legame con un territorio e una cultura precisi. Gli incontri, rivolti agli operatori della ristorazione, prenderanno il via a fine settembre e proseguiranno fino a fine ottobre, toccando diverse città italiane. Quattro le giornate in programma: a Cagliari lunedì 27 settembre, a Livorno mercoledì 6 ottobre, a Verona martedì 19 ottobre ed a Lecce martedì 26 ottobre. Ognuna vedrà la partecipazione di un cuoco affermato del panorama culinario italiano: Nicola Portinari del ristorante “La Peca” di Lonigo, Rosanna Marziale del ristorante “Le Colonne” di Caserta, Massimo Bottura, chef dell’osteria “La Francescana” di Modena e Luigi Pomata del “Luigi Pomata Café” di Cagliari, che forniranno preziosi consigli per gli abbinamenti gastronomici dei formaggi e per la preparazione di piatti particolari ed alternativi. Il calendario degli appuntamenti per alimentaristi ed addetti alla grande distribuzione di tutt’Italia, strutturati sempre tra momenti formativi e degustazioni, prevede invece tre date: a Bari giovedì 28 ottobre, a Milano lunedì 8 novembre e a Bologna giovedì 11 novembre. «La partecipazione del Pecorino Sardo, accanto al Formaggio Asiago, Mozzarella di Bufala Campana e Parmigiano-reggiano – afferma Roberto Gasparini, presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – aggiunge prestigio ad un’iniziativa che, già da diversi anni, è punto di riferimento per gli specialisti del settore che vogliano migliorare il livello del proprio servizio approfondendo la conoscenza dei grandi formaggi Dop». Al termine di ogni incontro verrà rilasciato l’attestato di partecipazione e sarà distribuito materiale informativo e promozionale dei Consorzi di Tutela organizzatori. La partecipazione è gratuita, ma a numero chiuso. Per l’iscrizione è necessario rivolgersi al numero verde 800-822181. L’iniziativa è realizzata con il contributo del Mipaaf.  
   
   
ALLARME PRIMA COLAZIONE: POCA ATTENZIONE DA PARTE DEI GENITORI, IL 64% DEGLI SCOLARI LA SALTA DEL TUTTO O QUASI  
 
La proposta dei nutrizionisti: introdurre un secondo intervallo a scuola in mattinata per aiutare gli alunni a mantenere un grado di concentrazione più elevato ed a imparare le corrette abitudini alimentari . L’inizio dell’anno scolastico è alle porte per oltre 6 milioni di bambini italiani i quali, pur avendo bisogno di essere in piena forma psicofisica per poter iniziare l’anno al meglio, saltano in gran parte la prima colazione. Nonostante i nutrizionisti ribadiscano l’importanza fondamentale del primo pasto mattutino che, per ridurre l’obesità e iniziare al meglio la giornata, dovrebbe rappresentare circa il 20% delle calorie ripartite nell’arco delle 24 ore, il 64% dei giovani dai 6 ai 16 anni per cattive abitudini dei genitori o mancanza di tempo salta del tutto o quasi la prima colazione. E’ quanto emerge da una ricerca commissionata da Buondì, la storica merenda che accompagna da sempre la prima colazione degli italiani, effettuata su 180 famiglie per monitorare come sta cambiando tra gli italiani l’approccio alla prima colazione. Nutrizionisti e pediatri concordano nel consigliare, in particolare ai più giovani, il cui organismo in crescita necessita di un rifornimento energetico più articolato nel tempo, di ripartire le calorie da assumere durante l’intero arco della giornata dedicandone alla prima colazione circa il 20%, il 30% al pranzo ed alla cena e il 10% ai due intervalli di metà mattina e metà pomeriggio. Ma se in passato era normale ritrovarsi appena svegli, tutti insieme a tavola davanti ad una tazza di latte e biscotti, oggigiorno, complice la frenesia dei ritmi di vita moderni, il modello prevalente sembra tendere invece, ad esclusione di vacanze e giorni festivi, a saltare del tutto o quasi la prima colazione, effettuando al massimo uno spuntino in tarda mattinata. Solo il 22% degli scolari viene infatti abituato dai propri genitori a fare abitualmente un’abbondante colazione prima di uscire di casa, accompagnando, a una tazza di latte o yougurt, fette biscottate, merendine o frutta, mentre il restante 14% lo fa solo saltuariamente o non assimilando le giuste calorie necessarie ad iniziare al meglio la giornata. La soluzione? Secondo alcuni esperti nutrizionisti potrebbe arrivare dalla scuola, con l’introduzione di un secondo intervallo in mattinata, almeno per gli alunni della primaria, per sopperire alla scarsa attenzione riservata dai genitori, distratti e frettolosi, alla prima colazione e per insegnare così ai più giovani una corretta educazione alimentare. “Concedere agli studenti due pause in mattinata li aiuterebbe a mantenere costante il livello di attenzione ed il tono dell’umore, migliorando le prestazioni scolastiche” spiega il Prof. Pietro Antonio Migliaccio, Presidente della S.i.s.a (Società Italiana di Scienza dell´Alimentazione) “e ad arrivare meno affamati a pranzo evitando così le “abbuffate”; gestendo con maggiore controllo ciò che si mangia durante i pasti principali, si ottiene anche una significativa riduzione dei rischi obesità.” La merendina da forno confezionata può rappresentare una buona soluzione per mettere d’accordo mamme e ragazzi, perché unisce praticità, specialmente per chi ha poco tempo per preparare una merenda con le proprie mani, e gusto. L’importante è che i genitori scelgano un prodotto di qualità, senza conservanti, con i corretti valori nutrizionali, soprattutto in termini di pochi grassi saturi, e dall’apporto calorico corretto ed equilibrato. Poichè anche stare seduti sui banchi di scuola comporta un certo dispendio energetico, soprattutto quando bisogna studiare, è fondamentale immagazzinare le risorse energetiche e nutrizionali necessarie per potersi concentrare; ecco perché una corretta alimentazione suddivisa in due pause, a distanza di due ore l’una dall’altra, può aiutare a migliorare l’apprendimento e la memorizzazione, e consentire di tornare sui libri più concentrati ed efficienti. “Cambiano le abitudini degli italiani – afferma Lucia Viale, Direttore Marketing del Gruppo Buondì Bistefani – ma Buondì, con la sua bontà e leggerezza, con il 45% di grassi in meno rispetto alla media dei croissant classici, si conferma il compagno ideale per la prima colazione e la merenda”.  
   
   
DAL GRUPPO BUONDI’ BISTEFANI S.P.A. NASCE BUONDI’ CACAO  
 
Come tutti Buondì, anche Buondì Cacao nasce da una lunga e lenta lavorazione, che prevede il rispetto dei tempi di lievitazione naturale della pasta e l’utilizzo di soli ingredienti sani e genuini. Dedicato sia ai grandi che ai più piccoli della famiglia, il Buondì Cacao è una merenda perfetta sia per il mattino che per la merenda del pomeriggio. Il gusto unico del Buondì, arricchito da una irrestistibile farcitura al cacao…il perfetto connubio per i più golosi. Una ricetta semplice ma ricca di gusto che regala una nota golosa e la giusta energia per affrontare l’intera giornata. Gruppo Buondì Bistefani nasce nel 2006 dalla fusione di Bistefani, azienda familiare fortemente radicata nel territorio piemontese, e Nuova Forneria, società proprietaria di importanti marchi italiani: Buondì, Girella, Yo-yo e Ciocorì. Bistefani nasce nel 1955 da un’idea di Luigi Viale, commerciante di alimentari dal 1934, che intravide negli originali Krumiri, biscotti artigianali tipici della sua città, Casale Monferrato, la possibilità di una piccola produzione industriale. Ispirandosi al nome di un’antica torre della città, fondò il Biscottificio Santo Stefano, che in breve tempo, con una semplice contrazione del nome, diventerà Bistefani. Il suo fondatore, capostipite della famiglia che ancora oggi guida il Gruppo, intuì che dietro a ricette locali ed a capacità artigianali c’era un potenziale ancora inespresso in grado di andar ben oltre la soglia del casalese. Coniugando rispetto per la tradizione e tecniche produttive innovative, Bistefani è diventata nel tempo un’importante realtà industriale a livello nazionale ed internazionale, che produce e commercializza, oltre ai Krumiri, un’ampia gamma di prodotti in diversi segmenti di mercato, dalla pasticceria alla colazione fino ai lievitati da ricorrenza, restando sempre fedele alla sua filosofia di pasticceria industriale di alta qualità. Il gruppo Buondi’ Bistefani oggi A Gennaio del 2002, nell’ottica di creare un gruppo industriale dolciario capace di sostenere e difendere ricette e prodotti tipici italiani, nonché marchi storici del nostro paese, , Bistefani ha intrapreso un importante progetto di espansione aziendale portando a termine l’acquisizione della Nuova Forneria, società nata dalla fusione tra Motta e Alemagna, proprietaria dei brand Buondì, Girella, Yo-yo e Ciocorì, marchi storici ma sempre attuali nel cuore e nella mente dei consumatori. L’acquisizione si iscrive in un più ampio e complesso piano di sviluppo che prevede la costruzione di un Gruppo Industriale dolciario italiano con una dimensione ed un’organizzazione capace di difendere e sviluppare marchi forti della tradizione dolciaria italiana. Nel 2003, le due aziende, pur rimanendo due società distinte, vengono integrate in un’unica struttura, con una sola direzione generale e amministrativa con sede a Milano, una nuova rete commerciale, una nuova struttura logistica e due stabilimenti, uno a Casale Monferrato (Al) ed uno a Cornaredo (Mi). A Gennaio del 2006 si assiste al completamento del processo di integrazione delle due aziende e, contestualmente alla fusione societaria da cui nasce Gruppo Buondì Bistefani S.p.a., avviene il trasferimento delle linee produttive da Milano allo storico stabilimento di Casale Monferrato che, ad oggi, ospita ben 17 linee di produzione e si estende su una superficie totale di 175.000 m2 di cui 34.500 coperti. L’organizzazione del Gruppo si articola oggi in tre direzioni: una amministrativa e finanziaria, una operation a cui è affidata la gestione del ciclo approvvigionamenti - produzione - consegne ed una commerciale, che si occupa dell’organizzazione di vendita e del marketing. Il Gruppo conta 209 dipendenti, di cui 134 operai e 75 tra impiegati quadri e dirigenti, ed ha sviluppato nel 2009 un fatturato di circa 80 milioni di euro , di cui il 10% derivante dal mercato export. Negli ultimi tre anni, al fine di migliorare la qualità dei prodotti ed incrementare l’efficienza ed i rendimenti degli impianti, si è deciso di intervenire su alcune linee produttive dello stabilimento: 5 milioni di euro sono stati infatti destinati ad investimenti tecnologici, ed ulteriori 5,4 milioni sono stati investiti in progetti di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e di miglioramento delle ricette già esistenti. Inoltre, il Gruppo nel 2010 ha avviato un forte piano di rilancio dei suoi due marchi principali, Bistefani e Buondì, brand storici ma che hanno ancora oggi un grande potenziale da esprimere. Per supportare al meglio la loro immagine ed il loro posizionamento sul mercato, gli investimenti in comunicazione e pubblicità del Gruppo dai 0,3 milioni di euro del 2008 raggiungeranno nel 2010 i 4 milioni di euro.  
   
   
BENEVENTO - COMMISSIONE PREZZI UVE E VINI, AL VIA LE RILEVAZIONI  
 
Con la seduta di mercoledì 15 settembre, tenutasi presso la Camera di Commercio di Benevento, la Commissione prezzi delle uve e vini è entrata nel vivo delle attività preposte. Infatti, i componenti della Commissione, nel corso della seduta, oltre a stabilire la metodologia di rilevazione dei prezzi, hanno cominciato ad incamerare e valutare dati inerenti ad operazioni di contrattazione seguite o rilevate direttamente dai componenti della Commissione stessa. Un plauso all’avvio dell’attività della Commissione è venuto dal presidente dell’Ente camerale sannita, Gennaro Masiello che si è detto soddisfatto del fatto che già con la prima seduta della Commissione sono stati effettuati i primi rilevamenti sui prezzi. “La Commissione – aggiunge il presidente Masiello - non ha la funzione di condizionare il mercato, ma rappresenta uno strumento privilegiato per renderlo trasparente. L’organismo, infatti, comunica i prezzi correttamente rilevati; per cui s’invitano tutte le aziende, a partire da quelle agricole, a comunicare le condizioni di vendita delle uve in modo da costituire esempio e stimolo per una migliore conoscenza del mercato”. In primis, la Commissione mette in risalto che il mercato è ancora molto lento, nel senso che sono pochissime le contrattazione concluse per poter far emergere un reale prezzo medio a cui fare riferimento. Tuttavia, dall’esame delle poche contrattazioni rilevate si può indicare una forbice di prezzi, per tipologia di uve, che la commissione ritiene utile inserire nel listino e, quindi, anche pubblicizzare. Pertanto, per le rilevazioni considerate nel periodo dal 07/09/2010 al 14/09/2010, si riportano di seguito, per tipologia di uve, i seguenti prezzi espressi in centesimi di euro indicando il valore minimo e massimo: Falangina Igt 30-40; Aglianico Igt N.q. (non quotato); Bianco Doc 24 – 28 ; Rosso Doc 28 – 32; Greco Doc 45 – 60; Coda di Volpe Doc 40 – 50; Falanghina Doc 40 – 60; Barbera Doc 30 – 40; Aglianico Doc N.q.; Fiano Doc 45 – 65. E’ ovvio che l’elemento caratterizzante della forbice dei prezzi è quello qualitativo che deriva da vari fattori, come l’aspetto fitosanitario delle uve, la zona di provenienza, la forma di allevamento e non ultime dalle modalità di raccolta delle uve. “Certo - spiega Giuseppe De Ioanni, presidente della Commissione - immaginare prezzi di cessione delle uve che si attestino al disotto di quelli innanzi indicati, significa dire ai produttori di uve di non raccoglierle, perché già il valore massimo del range non copre assolutamente i costi di produzione, considerato che, quest’ultimi, al contrario del prodotto, tendono sempre ad aumentare”.  
   
   
TRENTO: CANTINA LA VIS: LA GIUNTA PROVINCIALE ATTIVA COOPERFIDI DELLAI: "UN INTERVENTO CHE HA COME PRIMO OBIETTIVO QUELLO DI PORTARE FIDUCIA FRA I SOCI"  
 
 "Quello che ha deciso la Giunta provinciale deve essere visto come un intervento che si inserisce in una strategia di risanamento e di rilancio della cooperativa La Vis, il cui primo obiettivo consiste nel dare ai soci elementi di fiducia e di stabilità". Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai al termine della seduta straordinaria dell´esecutivo che il 16 settembre ha approvato, in vista della riunione di Cooperfidi programmata per stamani, una serie di delibere adottate per far fronte alla situazione della cooperativa commissariata poche settimane fa. In sintesi, i provvedimenti prevedono da un lato di mettere a disposizione di Cooperfidi (ente di garanzia del settore cooperativo) le risorse necessarie per attivare il fondo immobiliare gestito dal medesimo ente per l´acquisto di Maso Franch; all´altro di estendere al settore vitivinicolo le risorse del fondo rischio attualmente utilizzabile per operazioni di ristrutturazione finanziaria nel settore zootecnico. Con il primo provvedimento, in pratica, Cooperfidi acquisirà Maso Franch per poi riconsegnarlo alla cantina La Vis a titolo di affitto. Ciò consentirà alla cantina di disporre di un primo plafond di risorse da utilizzare per i pagamenti più immediati, in particolare a favore dei soci conferitori. Con il secondo provvedimento la Giunta provinciale mette a disposizione di Cooperfidi 5 milioni di euro per operazioni di ristrutturazione del debito, che potranno essere attivate dal settore vitivinicolo e quindi anche da parte della cantina di Lavis. "In questa fase di emergenza - ha aggiunto Dellai - c´è prima di tutto bisogno di fiducia, perché la convinzione che questa importante realtà del settore vitivinicolo trentino possa proseguire positivamente il suo percorso è l´elemento fondamentale di qualsiasi strategia di rilancio. La cooperativa di Lavis fa parte di un sistema - ha aggiunto Dellai - e tutto il sistema della cooperazione agricola, e viticola in particolare, può affrontare le difficoltà solo se lo si fa in una logica di sistema, aiutandoci l´un l´altro, lasciando da parte le polemiche". Questo primo pacchetto di provvedimenti dunque consentirà al commissario di svolgere il proprio compito, mettendo nel contempo la società nelle condizioni di poter onorare i propri impegni relativamente ai conferimenti. Di qui l´invito alla fiducia e all´impegno e a non liquidare come irreversibile l´attuale momento di difficoltà di un´azienda che, come ricordano gli assessori Franco Panizza, responsabile per la cooperazione e Tiziano Mellarini, per l´agricoltura, è una realtà importante per il Trentino, non solo da un punto di vista meramente occupazionale (si tratta di circa 1600 soci), ma anche per il ruolo che ha saputo svolgere sia sotto il profilo della qualità del prodotto come pure di quella ambientale.  
   
   
VITIVINICOLO: RIUNIONE DELLA COMMISSIONE POLITICHE AGRICOLE  
 
Comunicato -->Il sostegno al settore vitivinicolo; l’erogazione dei contributi per i Programmi di sviluppo rurale; la campagna del pomodoro; lo stato di crisi del comparto agricolo: sono questi alcuni degli argomenti all’ordine del giorno della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni presieduta dal Coordinatore nazionale e assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno, tenuta nella Sala Triggiani del Centro direzionale della Fiera del Levante.«la riunione della Commissione politiche agricole nel corso della Fiera del Levante a Bari – ha detto Stefàno – è ormai diventato un appuntamento tradizionale. Ho avanzato l’idea di rendere la Commissione “itinerante” convocandola a turno nelle varie regioni anche a seconda delle tematiche da trattare e delle criticità per essere più vicini al mondo produttivo e ai Territori” “Il caso delle crisi del comparto del pomodoro nella campagna che si sta concludendo è emblematico – ha specificato Stefàno. Con tutto il Sistema delle Regioni, al fine di mantenere integra l’erogazione degli aiuti comunitari, abbiamo convenuto di inoltrare formalmente al Ministero la richiesta di non tenere conto per quest’anno delle quote relative alle rese medie per ettaro previste dalla vigente legislazione. E ciò in virtù delle condizioni climatiche, piogge al Centro-nord, caldo al Sud che hanno significativamente alterato i processi di maturazione del prodotto e che assumono carattere di causa di forza maggiore”. Tra i primi argomenti affrontati nel corso del dibattito proprio quelli in calendario nella prossima riunione della Conferenza Stato-regioni del 23 settembre.  
   
   
SOAVE ED ETNA: I VINI DEI VULCANI SI INCONTRANO IN SICILIA TAPPA DI VULCANIA IN SICILIA: VINI DIVERSI PER AREA GEOGRAFICA, ACCOMUNATI DA PROFUMI RAFFINATI, ELEGANZA, LONGEVITÀ E MARCATA MINERALITÀ  
 
Prossimo appuntamento per il forum internazione dei vini bianchi da suolo vulcanico previsto per il 2 ottobre. Nuovo appuntamento per Vulcania, il forum internazionale dei vini bianchi da suolo vulcanico, - voluto dal Consorzio del Soave in collaborazione con Veneto Agricoltura - quello che si è tenuto il 31 agosto a Milo, ai piedi dell’Etna, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Città del Vino, rappresentata per l’occasione da Giovanni Verzini, coordinatore per il Veneto dell’associazione. Prosegue infatti con successo il format lanciato due anni fa dal Consorzio di tutela del Soave, forte delle esperienze maturate con Tutti i colori del Bianco, la manifestazione itinerante che dal Soave si è spostata in tutta Italia, e durante la quale, per anni, si è evidenziata la longevità che i vini bianchi possono vantare oggi. Vulcania è un forum unico nel suo genere dove si affrontano tematiche scientifiche, didattiche e anche filosofiche, attorno ai vini “di fuoco”. L’idea di base è quella di mettere a confronto vini provenienti da zone diverse ma accomunati dall’origine vulcanica dei suoli dove insistono le vigne, delineando i profili non solo delle diverse esperienze produttive ma anche delle singole unità amministrative. A Milo si sono affiancate in una brillante degustazione eccellenze enologiche provenienti dai comuni di Roncà, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone, Colognola ai Colli e Soave, a diretto confronto con vini da vitigno autoctono dei comuni di Zafferana Etnea, Sant’alfio, Linguaglossa, Milo. Soave ed Etna sono oggi infatti due tra le denominazioni italiane di origine vulcanica a cui aderiscono numerose municipalità, fortemente legate alla produzione e valorizzazione vitivinicola. Un confronto a tutto campo, dove suolo, vitigno e tecnica, hanno di fatto consentito ai due sistemi produttivi di cogliere le effettive opportunità derivanti dal vulcano. Si è trattato di un vero e proprio parallelismo tra vulcani spenti e attivi, tra paleosuoli e substrati pedologici più giovani, i cui vini risultano però accomunati da profumi raffinati, eleganza, longevità e marcata mineralità. <<Un confronto tra due sistemi produttivi molto diversi – ha evidenziato Alfio Cosentino, vice sindaco di Milo e coordinatore della 19esima edizione di Vini Milo – ma che diventa stimolo per i produttori siciliani per puntare con più convinzione sulla propria identità e creare sinergia all’interno dello stesso comprensorio>>. Sulla stessa lunghezza d’onda Giovanni Verzini, che ha evidenziato come <<nell’ambito del sistema legislativo del vino, legato a molte denominazioni, sia oggi importante supportare i consumatore con informazioni chiare, legate all’origine e all’identità>>. Grazie a quest’ultima tappa di Vulcania si sono poste le basi per un nuovo ulteriore appuntamento, finalizzato questa volta alla vendemmia notturna. E’ previsto infatti per il 2 ottobre una sorta di gemellaggio mediatico via Internet tra Colognola ai Colli e Piedemonte Etneo, dedicato alla raccolta notturna delle uve alla base dell’Etna. L’obbiettivo di questo incontro – originale per il tema ma anche per il sistema di collegamento scelto – è quello di catturare col rito della raccolta dell’uva l’attenzione dei consumatori attenti i quali, oltre a degustare desiderano conoscere l’origine del vino che scelgono, la qualità delle uve impiegate ed il metodo di raccolta e produzione.  
   
   
AMARO BRAULIO RISERVA. L’AMARO MILLESIMATO SPECIALE  
 
Da oltre 130 anni Braulio produce, secondo un’antica ricetta rimasta segreta e immutata dal 1875, il leggendario amaro di erbe simbolo della Valtellina che racchiude i sapori e i profumi della sua terra. Prodotto utilizzando una miscela di 13 erbe e piante aromatiche che crescono lungo l’arco alpino e invecchiato in botti di rovere di Slavonia per due anni, Amaro Braulio è un liquore leggero e piacevole da sorseggiare – la gradazione alcolica è di soli 21 gradi – ma dal corpo pieno e dalla forte identità. Si caratterizza per il colore ambrato, per il gusto avvolgente ed equilibrato, fresco ma molto speziato, e per il bouquet aromatico inconfondibile. L’unicità di Amaro Braulio è data soprattutto dalle materie prime utilizzate: tutte erbe naturali - tra cui l’achillea moscata, l’assenzio, la genziana e il ginepro – che nel momento della degustazione sono chiaramente percettibili e richiamano subito alla mente il loro ameno luogo di origine. Amaro Braulio è amato in particolar modo da coloro che amano distinguersi e apprezzano la genuinità dei prodotti della tradizione italiana. Nel 1994, si decise di affiancare allo storico amaro alpino un altro prodotto unico e particolarmente nobile. Si diede così inizio alla produzione di una versione "riserva" dell’Amaro Braulio - l’Amaro Braulio Riserva Speciale Millesimata – riservato, in passato, esclusivamente al consumo della famiglia Tarantola - Peloni e dei suoi più stretti amici. Destinato ai più raffinati estimatori di amari d’erbe e disponibile in quantità limitata per ogni anno di produzione, Braulio Riserva si differenzia dall’amaro Braulio, già invecchiato 3 anni, per un ulteriore periodo di invecchiamento di 2 anni nelle botti più piccole delle vecchie cantine Braulio. Braulio Riserva, a seguito dell’invecchiamento, subisce un processo di filtrazione artigianale più lento e più dolce rispetto alla versione classica, che permette di ottenere un prodotto veramente pregiato. Il risultato infatti è un amaro dal gusto più pieno, con una gradazione alcolica di 24,7 gradi, ancora più completo e più armonico e, anche nell´aspetto, più corposo. Questo processo di produzione unico permette di preservare maggiormente le componenti vegetali del liquore, esaltandone l’aroma, i principi attivi e le peculiarità delle piante aromatiche che compongono la ricetta originale. Il prestigio conferito dall’intensità delle sue fragranze e dalla rotondità del suo bouquet, insieme all’eleganza della sua confezione, rendono l’Amaro Braulio Riserva Speciale Millesimata un liquore esclusivo, il più prestigioso degli amari. Disponibile anche nella versione astucciata, diventa un’idea regalo di grande stile da regalare o regalarsi per il prossimo Natale. Gli intenditori e gli appassionati potranno trovare Amaro Braulio Riserva nelle migliori enoteche e nei ristoranti più qualificati.