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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Settembre 2011
PESCA: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE LE POSSIBILITÀ DI PESCA NEL MAR BALTICO PER IL 2012  
 
Bruxelles - La Commissione europea ha presentato il 15 settembre la sua proposta sulle possibilità di pesca nel Mar Baltico per il 2012. Sulla base di pareri scientifici, la Commissione propone di aumentare la Tac (totali ammissibili di cattura) per entrambi gli stock di merluzzo bianco del Baltico, nonché per due stock di aringhe (occidentale e il Golfo di Botnia). Decrementi per le rimanenze, in particolare il salmone, sono ritenuti necessari, dato il cattivo stato degli stock ittici in questione. La Commissione propone inoltre di limitare il numero di giorni in mare per i pescherecci, ai livelli stabiliti lo scorso anno. L´obiettivo generale della proposta è quello di rendere la pesca nel Mar Baltico ambientalmente ed economicamente sostenibile, seguendo le raccomandazioni degli scienziati. Commissario europeo per gli affari marittimi e la pesca Maria Damanaki, ha dichiarato: "Questa proposta si prende cura degli stock di pesci del Mar Baltico per conservare a beneficio delle generazioni attuali e future Stiamo cercando di gestirli in modo responsabile, in linea con i principi di. La nostra riforma. Raggiungere i nostri mirati rendimento massimo sostenibile porterà non solo agli stock ittici sani, ma anche per migliorare reddito e più posti di lavoro per il settore della pesca. " La proposta della Commissione segue parere scientifico del Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (Cstep) e dal Consiglio internazionale per l´esplorazione del mare (Ciem). Il Mar Baltico Consiglio consultivo regionale (Bsrac) è stato consultato su questa proposta, sulla base del documento di consultazione della Commissione da maggio ( Ip/11/638 ). La proposta deve essere discussa dai ministri della pesca al Consiglio di ottobre gli stati membri ´. Fondo Merluzzo - La Commissione propone di aumentare del 15% (a 67 850 tonnellate), il Tac per il merluzzo del Baltico orientale e del 13% (a 21 300 tonnellate), il Tac per il merluzzo del Baltico occidentale. Questi aumenti sono possibili perché il piano di gestione a lungo termine per il merluzzo bianco in vigore dal 2008 ha contribuito a ridurre la pressione di pesca a livelli sostenibili e ha dato delle scorte il tempo per ricostituire. Aringa - La Commissione propone di aumentare il Tac per lo stock di aringa occidentale di quasi un terzo (a 20 900 tonnellate) e di aumentare leggermente il Tac per il Golfo di Botnia aringa (da 2% a 106 000 tonnellate). D´altra parte, la centrale e del Golfo di Riga stock di aringa non sono sufficientemente recuperato. Pertanto la Commissione propone di ridurre i Tac per questi stock del 33% e 21% rispettivamente. Salmone - Per recuperare le popolazioni di salmone a livelli sostenibili 1 , la Commissione propone di ridurre il Tac per il bacino principale di quasi il 80% e di quasi il 30% per il Golfo di Finlandia magazzino. La riduzione proposta è in linea con i pareri scientifici ricevuti. Il piano di gestione salmone del Baltico, proposto dalla Commissione il 12 agosto 2011, si spera, contribuire a migliorare lo stato dello stock. Spratto - La Commissione propone di ridurre il Tac per lo spratto del 26%, a 213 110 tonnellate. Passera di mare - Non ci sono dati scientifici sulle dimensioni dello stock di passera di mare. Perché non si sa cosa prendere sarebbe sostenibile, la Commissione ha deciso di adottare un approccio cauto e di proporre una riduzione del 25% del Tac di più fino a quando i dati possono essere raccolti e il livello di cattura adeguata può essere determinato. Ciò è in accordo con il principio di precauzione accettato internamente. Per maggiori informazioni: Tac e contingenti: http://ec.Europa.eu/fisheries/cfp/fishing_rules/tacs/index_en.htm    
   
   
EXPÒ RURALE: ALLARME ROSSO SULLA NUOVA PAC URGE PATTO PER IL PAESE  
 
 Firenze – E’ allarme rosso per la nuova Pac, la futura politica agricola dell’Unione Europea. Il 12 ottobre prossimo è attesa la presentazione della proposta da parte del Commissario Ue Duncan Ciolos, ma le indiscrezioni che rimbalzano da Bruxelles allarmano e molto gli assessori all’agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori, dell’Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, e delle Marche, Paolo Petrini. Allarme condiviso anche dal rappresentante della Regione Umbria, intervenuto al posto dell’assessore Fernanda Cecchini, impossibilitata a partecipare. L’incontro nel quale Salvadori, Rabboni e Petrini hanno formulato la proposta di un “patto” delle Regioni e del “sistema Paese” si è tenuto oggi a Firenze, nella sede della presidenza della Regione Toscana a palazzo Strozzi Sacrati. Il contesto è quello di Expò rurale 2011, la manifestazione in corso a Firenze fino a domenica 18. Il tema dell’incontro, cui hanno partecipato numerosi rappresentanti di associazioni professionali agricole e rappresentanti di altre regioni europee, oltre ad esperti e ricercatori universitari (Unicesv) era appunto “La riforma della Pac 2013- Scenari e impatti” ed ha visto l’intervento in collegamento audio anche del presidente della Commissione Agricoltura del parlamento Europeo, Paolo de Castro. L’allarme sulla nuova Pac verte particolarmente sui criteri che serviranno a determinare i futuri finanziamenti. Criteri che – stando alle indiscrezioni – porterebbero la Toscana e l’Italia, ma in genere tutti i Paesi del Mediterraneo, caratterizzati da piccole estensioni agricole a subire pesanti riduzioni sui contributi che sarebbero erogati da Bruxelles prevalentemente sulla base della superficie agricola utile. Sul banco degli imputati anche il cosidetto “greening”, il nuovo parametro ambientale che apporterebbe maggiori benefici nei paesi del Nord Europa a svantaggio di quelli del Sud. Al contrario non sarebbero sufficientemente premianti i temi della qualità e della tipicità, emblemi della nostra agicoltura Salvadori ha concluso con un appello alla rapidità d’azione. “Dopo il 12 ottobre – ha detto – dovremo immediatamente dare un segnale politico, come Paese, su questo tema, sul quale le Regioni hanno già una posizione unitaria. E’ questo il momento, se lo manchiamo saranno dolori forti per l’agricoltura del nostra Paese.” Per contrastare l’asse “Franco-tedesco” la proposta è inoltre quella di allargare l’alleanza a tutti i Paesi del Mediterraneo che fanno parte della Ue, Paesi che dalla nuova Pac risulterebbero a rischio delle medesime penalizzazioni.  
   
   
COMITATO SICUREZZA ALIMENTARE  
 
Venezia - “Auguro al nuovo Comitato nazionale per la sicurezza alimentare un buon lavoro, per contribuire a dare ulteriori certezze ai consumatori, accompagnare l’impegno del nostro sistema produttivo, scardinare le frodi pericolose provenienti da ogni parte del mondo”. Così si è espresso l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, salutando la nomina del nuovo organismo, insediato il 15 settembre a Roma dal ministro della salute Ferruccio Fazio. “La sicurezza e la sanità degli alimenti non è solo un prerequisito indispensabile – ha aggiunto Manzato – ma è un nostro vanto, del nostro sistema e dei nostri produttori. Il Veneto è leader a livello regionale in questo campo, dove a fianco della produzione di qualità è attiva una rete di alta efficienza che comprende tra l’altro il sistema regionale di prevenzione, con la fitta maglia di controlli veterinari, l’Istituto Zooprofilattico, l’Arpav, i Consorzi di Tutela, le strutture fitosanitarie, il dipartimento di Susegana dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, l’ottima azione dei carabinieri del Nas e più in generale di tutte le Forze dell’Ordine”. “Ma nessuno sforzo e nessun impegno sono mai troppi – ha concluso Manzato – per dare ai cittadini le certezze che chiedono e ai mercati di tutto il mondo un Made in Italy che crea valore e immagine”.  
   
   
YOGURT CON LATTE IN POLVERE. MANZATO A MINISTRO E PARLAMENTARI: SMETTIAMOLA DI SUICIDARE LA NOSTRA AGRICOLTURA  
 
Venezia - “L’agricoltura italiana si difende tutelando il reddito dei nostri imprenditori che creano la qualità del vero ‘Made in Italy’. Permettere da noi la produzione di yogurt con latte in polvere significherebbe aprire la strada ad una ulteriore importazione di prodotto non nostro, mettere in crisi la già scarsa redditività delle nostre imprese lattiere, ingannare i consumatori”. E’ quanto ha scritto il 15 settembre l’assessore all’agricoltura del veneto Franco Manzato al ministro delle politiche agricole Saverio Romano e ai componenti della Commissione agricoltura della Camera, dove ieri è stata stoppata, ma non bocciata, la proposta di poter produrre Yogurt ‘italiano’ utilizzando latte in polvere o concentrato. “Esprimo la totale contrarietà mia personale, del sistema produttivo regionale e dei consumatori veneti a questa ipotesi, che punirebbe, anziché difendere, la nostra economia agricola e il buon nome dei nostri prodotti nel mondo. Il plusvalore del made in Italy è dato dalle garanzie di qualità che derivano dalla nostra produzione nazionale, della quale rischiamo la svendita a società e a realtà straniere che nulla hanno a che fare con la produzione di materie prime nazionali”. “Non possiamo, per disattenzione, ignavia o, peggio, per interesse, essere annoverati tra coloro che hanno svenduto il valore del made in Italy ad altri paesi e contribuito a chiudere le nostre imprese di qualità, messe fuori mercato da prodotti altrui a basso prezzo spacciati per nostrani. Abbiamo invece il dovere di tutelare il nostro territorio, la sua economia primaria e quanti ne sono artefici. Non possiamo più consentire – ha ribadito Manzato – che l’Italia diventi progressivamente un grande mercato di consumo di prodotti di realtà che non sono nostre e sia usata come marchio per far guadagnare altri, a scapito di una fama giustamente meritata, conquistata con fatica in tutto il mondo”. “Questa evenienza – ha concluso l’assessore – rende inoltre sempre più urgente la necessità che i cittadini consumatori siano informati con chiarezza in etichetta circa la provenienza reale di ciò che acquistano, soprattutto in campo agroalimentare”.
Anno
Import della Polvere di Latte scremato (Smp)
(Cod. 040210) 1)
Quantità Tonnellate Variazione % Prezzo Cif €/kg
2000
111.203 2,19
2001
105.505 -5,12 2,53
2002
104.501 -0,95 2,12
2003
121.888 16,64 2,09
2004
124.397 2,06 2,10
2005
106.093 -14,71 2,10
2006
94.525 -10,90 2,10
2007
85.204 -9,86 2,64
2008
84.009 -1,40 2,58
2009
80.279 -4,44 1,96
2010
91.033 13,40 2,09
Gen - Giu 2011 *
30.709 -24,60 2) 2,36
Ultimo aggiornamento: 12-09-2011 * I dati, soggetti a rettifiche intermedie, sono provvisori e si potranno ritenere definitivi a partire dal mese di Settembre dell´anno successivo. 1) 040210: Polvere di Latte scremato Smp 2) Variazione da intendersi rispetto al valore del corrispondente periodo dell´anno precedente Fonte: Istat I prezzi medi rilevati da Istat sono Cif (Cost, Insurance and Freight). La notazione Cif stabilisce che a carico del venditore siano i costi di trasporto e di assicurazione dal luogo di produzione o di commercializzazione di origine fino alla frontiera nazionale dell´acquirente.
Anno
Import Polvere di Siero di latte
(Cod. 040410) 1)
Quantità Tonnellate Variazione % Prezzo Cif €/kg
2000
43.556 0,62
2001
44.087 1,22 0,74
2002
37.594 -14,73 0,76
2003
44.273 17,76 0,63
2004
53.782 21,48 0,59
2005
52.282 -2,79 0,74
2006
61.575 17,78 0,80
2007
60.825 -1,22 1,16
2008
72.459 19,13 0,85
2009
58.868 -18,76 0,76
2010
57.136 -2,94 0,96
Gen - Giu 2011 *
28.507 -2,91 2) 1,14
Ultimo aggiornamento: 12-09-2011 * I dati, soggetti a rettifiche intermedie, sono provvisori e si potranno ritenere definitivi a partire dal mese di Settembre dell´anno successivo. 1) 040410: Import Polvere di Siero di Latte (modificato o non, anche concentrato o con aggiunta di zuccheri o di altri dolcificanti) 2) Variazione da intendersi rispetto al valore del corrispondente periodo dell´anno precedente Fonte: Istat .
Anno
Import Latte Sfuso Intero
(Cod. 04012099) 1)
Quantità Tonnellate Variazione % Prezzo Cif €/kg
1998
1.315.437 0,36
1999
1.397.489 6,24 0,36
2000
1.315.833 -5,84 0,38
2001
1.140.013 -13,36 0,39
2002
984.653 -13,63 0,36
2003
1.050.425 6,68 0,35
2004
1.199.490 14,19 0,35
2005
1.179.681 -1,65 0,33
2006
1.212.487 2,78 0,33
2007
1.067.830 -11,93 0,37
2008
1.155.267 8,19 0,38
2009
1.254.370 8,58 0,29
2010
1.318.722 5,13 0,37
Gen - Giu 2011 *
659.366 22,28 2) 0,38
Ultimo aggiornamento: 12-09-2011 * I dati, soggetti a rettifiche intermedie, sono provvisori e si potranno ritenere definitivi a partire dal mese di Settembre dell´anno successivo. 1) 04012099: Latte e crema di latte non dolcificato, con grassi, in peso, superiore a 3% e fino a 6%, in imballaggi di contenuto superiore a 2 litri 2) Variazione da intendersi rispetto al valore del corrispondente periodo dell´anno precedente Fonte: Istat
Anno
Import Latte Sfuso Scremato
(Cod. 04011090) 1)
Quantità Tonnellate Variazione % Prezzo Cif €/kg
1998
403.456 0,20
1999
441.341 9,39 0,21
2000
415.646 -5,82 0,23
2001
409.093 -1,58 0,25
2002
432.435 5,71 0,20
2003
485.371 12,24 0,21
2004
485.803 0,09 0,22
2005
480.243 -1,14 0,21
2006
512.634 6,74 0,22
2007
434.798 -15,18 0,26
2008
475.917 9,46 0,23
2009
431.099 -9,42 0,17
2010
463.494 7,51 0,24
Gen - Giu 2011 *
235.015 13,85 2) 0,26
Ultimo aggiornamento: 12-09-2011 * I dati, soggetti a rettifiche intermedie, sono provvisori e si potranno ritenere definitivi a partire dal mese di Settembre dell´anno successivo. 1) 04011090: Latte e crema di latte non dolcificato, con grassi, in peso, fino a 1%, in imballaggi di contenuto superiore a 2 litri 2) Variazione da intendersi rispetto al valore del corrispondente periodo dell´anno precedente Fonte: Istat
Anno
Import Latte Confezionato Intero
(Cod. 04012091) 1)
Quantità Tonnellate Variazione % Prezzo Cif €/kg
1998
86.496 0,44
1999
74.643 -13,70 0,46
2000
97.324 30,39 0,46
2001
120.185 23,49 0,50
2002
112.445 -6,44 0,51
2003
122.288 8,75 0,49
2004
135.159 10,53 0,46
2005
146.569 8,44 0,46
2006
139.538 -4,80 0,45
2007
130.332 -6,60 0,49
2008
131.267 0,72 0,55
2009
132.231 0,73 0,46
2010
155.079 17,28 0,47
Gen - Giu 2011 *
71.070 -9,10 2) 0,50
Ultimo aggiornamento: 12-09-2011 * I dati, soggetti a rettifiche intermedie, sono provvisori e si potranno ritenere definitivi a partire dal mese di Settembre dell´anno successivo. 1) 04012091: Latte e crema di latte non dolcificato, con grassi in peso, superiore a 3% e fino a 6%, in imballaggi di contenuto fino a 2 litri 2) Variazione da intendersi rispetto al valore del corrispondente periodo dell´anno precedente Fonte: Istat
Anno
Import Latte Confezionato Parzialmente Scremato
(Cod. 04012011) 1)
Quantità Tonnellate Variazione % Prezzo Cif €/kg
1998
261.558 0,38
1999
236.302 -9,66 0,38
2000
256.485 8,54 0,38
2001
263.703 2,81 0,41
2002
241.129 -8,56 0,42
2003
265.292 10,02 0,41
2004
303.269 14,32 0,39
2005
332.558 9,66 0,38
2006
322.133 -3,13 0,39
2007
287.208 -10,84 0,43
2008
274.643 -4,38 0,50
2009
321.051 16,90 0,40
2010
376.081 17,14 0,41
Gen - Giu 2011 *
178.899 -12,50 2) 0,45
Ultimo aggiornamento: 12-09-2011 * I dati, soggetti a rettifiche intermedie, sono provvisori e si potranno ritenere definitivi a partire dal mese di Settembre dell´anno successivo. 1) 04012011-Latte e crema di latte non dolcificato, con grassi, in peso, superiore a 1% e fino a 3%, in imballaggi fino a 2 litri 2) Variazione da intendersi rispetto al valore del corrispondente periodo dell´anno precedente Fonte: Istat
 
   
   
PUGLIA: POLITICA AGRARIA COMUNITARIA  
 
“Una proposta che ci è sembrata un po’ violenta e che, secondo i rumors, rischia seriamente di essere rispedita al mittente”. Così si è espresso il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro intervenendo oggi a Bari alla Ii Conferenza nazionale sulla Pac, a proposito del Disegno di riforma della Politica Agricola Comunitaria, che sarà presentato il 12 ottobre a Bruxelles dal Commissario Dacian Ciolos. “Il 12 ottobre inizia il negoziato – ha spiegato De Castro – e quindi, per fortuna, avremo tempo e modo di intervenire sui testi legislativi prima che la riforma assuma una sostanza difficile da modificare ed emendare. In tal senso, il lavoro che sta svolgendo la Puglia ha un valore straordinario per tutto il sistema agricolo italiano”. Il problema per il futuro dell’agricoltura italiana - al di là della dotazione finanziaria che per l’Italia potrebbe essere ridotta da 4 milioni e 100 a 3.8 – è sul come utilizzare le risorse per dare risposte agli agricoltori che attendono strumenti nuovi per gestire anche il rischio, la volatilità e le crisi di mercato. La regionalizzazione è l’altro tema impellente che l’Italia dovrà affrontare, in ritardo rispetto agli altri Paesi membri: “Dovrà essere fatta in modo graduale – ha affermato De Castro – tenendo ben presente l’impatto fortissimo che avremo con la nuova Pac”. “Le voci che giungono da Bruxelles – ha detto l’Assessore Dario Stefàno, coordinatore della Commissione Politiche agricole nazionale - devono allertare l’attenzione e guidare le scelte del Tavolo tecnico permanente, istituito qualche mese fa dalla nostra Giunta regionale al fianco delle associazioni di categoria”. “Vogliamo lavorare - ha annunciato Stefàno - su un pacchetto emendativo che porterò, prima, alla condivisione di tutte le Regioni italiane e poi consegnerò nelle mani del Presidente De Castro, chiedendogli di essere sentinella attenta a difesa degli interessi della agricoltura pugliese ed italiana. Siamo fiduciosi sugli esiti che potrà produrre questo lavoro ”. Nell’ottica di un comparto al centro del sistema di sviluppo, la nuova Pac dovrà servire a fare agricoltura producendo beni in sicurezza alimentare. In tal senso, però, l’approccio del governo italiano alle problematiche del comparto agricolo, secondo l’assessore Stefàno, è disattento e distaccato: “La posizione del governo italiano è distratta, totalmente disancorata dal sistema, presentata con sporadiche iniziative mediatiche ed esposta ai tavoli dell’Ue in maniera estemporanea, senza misurare preventivamente le reali aspettative e le attese del sistema agricolo”. Gli interventi di De Castro e Stefàno hanno concluso la Conferenza che ha visto la partecipazione di Felice Adinolfi, professore associato di Economia ed Estimo Rurale dell’Università di Bologna, di Alessandro Monteleone, ricercatore Inea e che ha registrato il contributo delle Organizzazioni professionali agricole. “I pesi delle componenti dei Pagamenti Diretti – ha spiegato Adinolfi - dovrebbero essere flessibili e ancorati all’andamento dei redditi, anche per l’assenza di strumenti di stabilizzazione dei mercati. Anche il tema della regionalizzazione va gestito con flessibilità per supportare le aree e i settori in difficoltà. Sembra, inoltre, esserci un supplemento di burocrazia per gli agricoltori”. “Ci sono delle questione aperte – ha detto nel suo intervento Monteleone – che vanno affrontate e risolte come quella dell’iva non rimborsabile agli Enti Pubblici che può diventare un elemento frenante. Credo che sia opportuno inserire anche elementi di premialità sulla condizionalità amministrativa e sulle perfomance nazionali per gratificare i territori e i Paesi virtuosi”. Le Organizzazioni Professionali hanno tutte evidenziato la preoccupazione per il paventato ridimensionamento del budget e auspicato l’introduzione di criteri che non leghino soltanto alla superficie la ripartizione degli aiuti. Tutte le Organizzazioni hanno espresso convinta condivisione ed apprezzamento per il lavoro svolto dal tavolo tecnico istituito dalla Giunta regionale su proposta dell’Assessore Stefàno.  
   
   
VIA AL PROGETTO PILOTA CON COMMISSARIATO BONIFICHE E COMUNE GIUGLIANO PER IL NO FOOD NELLE AREE AGRICOLE INQUINATE DELLA PIANA CAMPANA  
 
 Entra nella fase operativa il protocollo d’intesa siglato tra la Regione Campania, il Commissariato alle Bonifiche e il Comune di Giugliano per promuovere le colture no food nelle aree agricole con problemi di inquinamento. Il progetto pilota parte dal territorio del Comune di Giugliano, tra i più martoriati ma anche un’area agricola tra le più fertili della Campania, con produzioni ortofrutticole in larga misura destinate al mercato internazionale. Il protocollo d’intesa, primo del genere in Italia, prevede la messa in comune delle banche dati sulle aree inquinate, e la valutazione per ciascuna area dell’effettivo livello di rischio per la catena alimentare, grazie a specifiche indagini condotte dall’Istituto Superiore di Sanità. Sarà così possibile identificare e “isolare” le aree inquinate, dedicandole alle colture non alimentari, e fornendo alle aziende agricole assistenza tecnica e finanziaria con i fondi europei del Programma di Sviluppo Rurale. I suoli non idonei alle colture alimentari saranno destinati a colture agricole e forestali per la produzione di energia, fibre e materiali innovativi, che funzioneranno da “cuscinetto ecologico” nei confronti delle aree “pulite”, destinate a colture di pregio per l’alimentazione umana. Sarà così possibile conservare un territorio rurale multifunzionale, evitandone l’ulteriore degrado, e favorendo la permanenza del presidio agricolo. Un approccio innovativo che la Regione intende diffondere progressivamente a tutte le aree del territorio regionale interessate da problemi di inquinamento, garantendo i consumatori e i mercati circa la qualità e la sicurezza dei prodotti agricoli made in Campania.  
   
   
PAOLO BRUNI E LUCIANO TRENTINI (CSO) INCONTRANO, A MOSCA, GLI OPERATORI ORTOFRUTTICOLI RUSSI.  
 
Lo stand collettivo del Cso al World Food di Mosca il 15 Settembre è stato teatro di un incontro tra i principali buyers russi e le aziende italiane leader del mercato ortofrutticolo. Il 14 settembre, dopo la presentazione delle caratteristiche dell’offerta dell’ortofrutta italiana di qualità al Forum organizzato dalla Fiera, lo stand European Flavors ha ospitato i principali operatori russi per un cocktail party a base di frutta. L’ Italia – ha confermato Luciano Trentini – a margine dell’evento a Mosca - è un partner sempre più importante per la fornitura di prodotti ortofrutticoli in Russia e i dati confermano la crescita del nostro export nel triennio 2008-2010, dove siamo passati da 83.000 tonnellate del 2008 alle 104.256 tonnellate del 2010. La frutta – continua Trentini, Direttore di Cso – è la referenza che maggiormente viene esportata in Russia, gli ortaggi sono ancora presenti in quantità inferiori.In termini di valore l’export italiano 2010 supera i 12 milioni di euro”. “ Sono rimasto positivamente impressionato – dichiara Paolo Bruni – Presidente di Cso e Cogeca –dai segnali di forte interesse che gli operatori russi hanno rivolto all’offerta italiana, riconosciuta per le elevate caratteristiche qualitative che la contraddistinguono. Ritengo che vada compiuto ogni sforzo ,nel nostro Paese ,per internazionalizzarsi, costruendo dinamiche operative e logistiche distributive concorrenziali. Qua a Mosca, conclude Paolo Bruni – abbiamo gettato le basi per un consolidamento delle nostre posizioni commerciali grazie anche al funzionamento della Casa dell’Ortofrutta Italiana che ha sede a Mosca ed è sostenuta dalla Regione Emilia Romagna e dalle imprese socie di Cso”.  
   
   
AGRICOLTURA IN LOMBARDIA: ´RICE´ È PERFETTA PER EXPO 2015 L´ASSESSORE: PER PAVIA IL RISO È UN FORTE BRAND TERRITORIALE  
 
 Vigevano/Pv, - ´In avvicinamento al grande Expo 2015 la rassegna dedicata al riso lombardo che stiamo aprendo non va nella direzione giusta, ma va nella direzione giustissima´. Lo ha detto oggi Giulio De Capitani, assessore all´Agricoltura di Regione Lombardia che, sotto le splendide volte della Cavallerizza del Palazzo Ducale di Vigevano, in provincia di Pavia, il 16 settembre ha aperto la rassegna ´Rice - I sapori del riso´, in chiusasi domenica scorsa. Una manifestazione che presentava il meglio della produzione all´interno del distretto risiero della Lomellina. La provincia di Pavia, grazie ai suoi 85.000 ettari coltivati a risaia e ai 4 milioni e 263 mila quintali di prodotto totale, è il territorio con la maggiore percentuale di coltivazione a riso in Italia ed il primo produttore a livello nazionale ed europeo. Un tema questo della leadership produttiva pavese che è ritornato nelle parole del responsabile dell´agricoltura lombarda. ´E´ una manifestazione, ho visto anche dall´intenso programma, molto ben organizzata - ha detto De Capitani - perché comunque la provincia di Pavia è leader in questo settore di produzione agricola nel nostro Paese; quando, infatti, si parla di produzione principale di riso nel nostro Paese vuol dire a livello europeo´. Vistando i trenta stand dove il riso si vende, De Capitani ha voluto mettere l´accento sulla doppia valenza dell´evento. ´Queste manifestazioni - ha spiegato - sono quelle che preferisco perché mettono assieme la valorizzazione di un prodotto di eccellenza conosciuto che rappresenta un po´ un brand di carattere territoriale come il riso e poi, appunto, la possibilità di conoscere di più e meglio quanto ci sia di notevole a livello monumentale e ambientale da vedere. Sostengo sempre che questo è sicuramente un valore aggiunto che abbiamo nell´agricoltura lombarda, quello di saper metter insieme le eccellenze del territorio con le eccellenze dei prodotti. Purtroppo queste realtà sono poco conosciute; o meglio sono meno conosciute di quanto varrebbe la pena di conoscere´. Il programma prevede anche laboratori del gusto in collaborazione con Slow Food Lombardia, cibi di strada, laboratori didattici, conversioni gastronomiche e naturalmente degustazioni. Iniziative assolutamente apprezzate dall´assessore: ´Rice - I sapori del riso riesce a mettere assieme una serie di opportunità che partono da un prodotto di eccellenza, in questo caso il riso; per far conoscere poi il territorio e le presenze monumentali come quella in cui questa mostra trova la sua sede: non solo danno anche la possibilità con degustazioni di far conoscere quanto ci sia di importante e di pregevole non così a corredo dell´agricoltura ma all´interno di quello che è il mondo agricolo come la ristorazione che qui non ha nulla da invidiare ad altre realtà che sono certamente più conosciute´.  
   
   
CON VENDEMMIA 2011 RUOLO CHIAVE ENOLOGIA VENETA. IVA SUL VINO COME SU ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI  
 
Venezia - “La vendemmia in corso dà al sistema vitivinicolo veneto una grande opportunità di consolidare i suoi tradizionali mercati e di raggiungerne di nuovi, opportunità che invito a tutti cogliere e che accompagneremo con i finanziamenti per la promozione del Paesi Terzi”. Lo ha ribadito l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, alla luce dell’andamento vendemmiale in un’annata dalle anomale caratteristiche climatiche. “La vendemmia avanza velocemente ma è tutt’altro che terminata – ha ricordato Manzato – e i dati che stiamo raccogliendo ci parlano di gradazioni complesse e di una diminuzione del raccolto anche superiore a quanto ci si potesse attendere a livello nazionale. Ma mentre nel resto d’Italia il calo di produzione si orienta su un meno 30 per cento, in Veneto le indicazioni sono per una diminuzione del 10 – 15 per cento, quindi percentualmente più contenuta. Non solo: tiene bene la produzione di Prosecco, mentre per le uve ancora in vigneto sarà importante il prossimo fine settimana, che preannuncia pioggia e che potrebbe cambiare in qualche modo la situazione”. “Occorre insomma avere ancora pazienza – ha aggiunto l’assessore – ma sin d’ora si profila una situazione che ci vedrà disporre di vini d’eccellenza in quantità percentualmente superiore al resto della penisola, mentre la situazione nel resto dell’Europa e del mondo vedrà una offerta di vino inferiore alla domanda planetaria di questo prodotto. Come enologia veneta siamo dunque chiamati a svolgere un ruolo chiave, tenuto conto che già ora copriamo circa il 30 per cento in quantità e valore dell’export nazionale di vino e che, tra l’altro, nel corso del 2012 il numero di bottiglie di spumante Prosecco commercializzate nei cinque continenti supererà per la prima volta, e tutto lascia pensare definitivamente, il numero di bottiglie vendute di Champagne, lasciando spazio ad entrambi”. “In questa situazione – ha concluso l’assessore – dobbiamo essere noi per primi a dare l’esempio e a dimostrare di credere nel prodotto alimentare ‘vino’ che è anche fattore di Italian Style, vanto e biglietto da visita del Made in Italy. Per questo mi faccio anch’io portavoce della richiesta di ridurre l’Iva sul vino allo stesso livello di quella degli altri alimenti”.  
   
   
IL DECLINO DEL ROSPO, DRASTICA DIMINUZIONE DELLA SPECIE IL ROSPO IN ITALIA POTREBBE ESTINGUERSI . A RIVELARLO È UNO STUDIO DEI RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ BICOCCA CONDOTTO NELL’ITALIA SETTENTRIONALE E CENTRALE SU 33 POPOLAZIONI DI ROSPO COMUNE.  
 
 Milano  – Il traffico automobilistico e le modifiche all’habitat naturale del rospo stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza della specie. A rivelarlo è uno studio dell’Università degli studi di Milano-bicocca, pubblicato su Biological Conservation, secondo il quale il 70 per cento delle popolazioni di rospo in Italia è in drastico declino. Negli ultimi anni si è discusso della diminuzione della specie in Europa, ma mancavano i dati a supporto di questa tesi. I ricercatori della Rule (Research Unit of Landscape Ecology) del dipartimento di Scienza dell’Ambiente e del Territorio dell’Università degli Studi di Milano-bicocca, hanno coinvolto numerosi gruppi di volontari che da anni partecipano ad azioni di monitoraggio dei rospi, per analizzare 33 popolazioni di rospo comune in diverse regioni dell’Italia settentrionale e centrale negli ultimi 20 anni. È emerso che il 70 per cento delle popolazioni di rospo è in drastico declino, mentre solo il 10 per cento è in aumento. Ed alcune popolazioni, un tempo floride, si sono ormai estinte. «Abbiamo monitorato la situazione degli ultimi vent’anni – spiega l’ecologo Emilio Padoa-schioppa, ricercatore presso il Dipartimento di Scienza dell’Ambiente e del territorio -. Pur non affermando che il rospo comune si sta estinguendo in tutta Italia si può dire che se i trend che noi abbiamo misurato venissero confermati, il rospo comune andrebbe inserito tra le specie da proteggere in quanto, secondo i criteri dell’Unione Internazione Conservazione della Natura, è a rischio estinzione». Quello che è stato appurato è che il rischio estinzione non riguarda solo le specie tropicali, legate ai fragili ambienti della foresta pluviale, ma anche i nostri anfibi. Il rospo comune (Bufo bufo) è tra gli anfibi più diffusi e conosciuti in Europa ed è presente in diversi ambienti, sia naturali sia antropizzati. «Il rospo – continua il ricercatore che ha condotto lo studio - è un animale tipico della nostra fauna e molto utile per il controllo degli insetti nocivi. Il drammatico declino nelle popolazioni di rospi è preoccupante, potremmo rischiare di perdere uno degli animali più caratteristici dei nostri ambienti. Ulteriori ricerche dovranno essere compiute per chiarire le cause di questo declino e lo stato di salute di altre popolazioni non coperte da questo studio» A minacciare la sopravvivenza del rospo sono numerosi fattori, tra i quali il traffico automobilistico che ne decima le popolazioni in migrazione durante la stagione riproduttiva. «Per limitare questo impatto – conclude Padoa-schioppa - sono state intraprese in tutt’Italia, grazie all’attività dei volontari, azioni per tutelare le popolazioni di rospi, come la costruzione di barriere che impediscono agli animali di finire sulle strade, sottopassi stradali, interventi di ripristino dell’habitat, con attività che coinvolgono ogni anno centinaia di volontari. Resta necessario, adesso, monitorare costantemente la situazione».  
   
   
NUOVO ATLANTE DEI PRODOTTI TIPICI DI PUGLIA SEI NEW ENTRY: LA CIPOLLA BIANCA DI MARGHERITA, LE OLIVE CELLINE DI NARDÒ, IL PISELLO SECCO DI VITIGLIANO, IL PALLONE DI GRAVINA, LA PIZZA SETTE SFOGLIE DI CERIGNOLA E IL POMODORO DI MORCIANO  
 
Presentato il 15 settembre a Bari, nell’ambito delle iniziative di Agrimed, il nuovo Atlante dei prodotti tipici di Puglia. In conferenza stampa, moderata dall’ideatore e conduttore della rubrica del Tg5 “Gusto” Gioacchino Bonsignore, l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno e il direttore dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari Cosimo Lacirignola. L’atlante dei prodotti tipici è l’unica pubblicazione che riporta tutti i prodotti tipici pugliesi, con le procedure di lavorazione, l’area di provenienza, la tipologia di commercializzazione, i cenni storici e le tabelle nutrizionali complete. Pubblicato per la prima volta nel 2008 l’Atlante è oggi alla sua Iv ristampa, aggiornato all’ultima revisione dell’Elenco ministeriale dei prodotti agroalimentari tradizionali. Nel volume (pubblicato anche in lingua inglese nella Ii e Iii edizione) sono stati introdotti ben 6 nuovi prodotti per un numero complessivo di 204 prodotti agroalimentari tradizionali della Puglia nonché le nuove produzioni Dop e Igp che comprendono anche i vini Docg, Doc e Igt (le quattro Docg pugliesi: Castel del Monte Rosso riserva Docg, Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg, Castel del Monte Bombino Nero Docg e Primitivo di Manduria Dolce Naturale Docg. I Prodotti Tipici Tradizionali - Con il termine “prodotti tradizionali” s’intendono quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni. Il sistema dei prodotti è regolato dal Decreto del 18 luglio 2000. In seguito all’ultimo aggiornamento dell’Elenco Nazionale dei Prodotti Tradizionali, varato a giugno 2011, la Regione Puglia vanta oggi 204 prodotti agroalimentari tradizionali. I 6 Nuovi Prodotti Tipici Tradizionali Pugliesi - Nell’edizione 2011 dell’Atlante sono stati aggiunti ben 6 nuovi prodotti: - la cipolla bianca di Margherita, dalle origini antichissime, è caratterizzata dalla dolcezza data dalla forte presenza di zuccheri al suo interno. Apprezzata per il gusto delicato, viene oggi utilizzata in cucina per la preparazione di numerosissime pietanze); - le olive Celline di Nardò in concia tradizionale, tipiche del territorio della provincia di Lecce vengono raccolte a completa maturazione e conciate in salamoia con vari aromi quali rametti di mirto, infiorescenze di finocchio selvatico, rametti di falso pepe, scorze di agrumi e limoni affettati; - il Pallone di Gravina, formaggio tipico delle province di Bari, Bat e Matera a pasta filata prodotto esclusivamente con latte crudo di vacche allevate allo stato semi-brado nei pascoli della Murgia barese. A seconda della stagionatura trasforma i sapori specifici del latte in quelli specifici delle erbe della Murgia); - il pisello secco di Vitigliano, tipico del territorio della frazione di Santa Cesarea Terme è particolarmente tenero e di facile cottura - la pizza sette sfoglie di Cerignola, conosciuta anche come pizza del giorno di tutti i Santi è tipica del periodo natalizio. È un prodotto tipico della tradizione di Cerignola la cui ricetta è tramandata di generazione in generazione; - il pomodoro di Morciano, la cui particolarità sta nella precocità e nella brevità del suo ciclo vegetativo. Il pomodoro si presenta allungato. Qualità E Gusto - “La impronta qualitativa delle nostre produzioni regionali rappresenta un presupposto indispensabile per le politiche regionali orientate allo sviluppo delle produzioni di qualità – dichiara l’Assessore alle Risorse agroalimentari delle Regione Puglia Dario Stefàno - Qualità, sicurezza alimentare, valorizzazione e tutela delle produzioni agroalimentari tipiche pugliesi rappresentano gli assi cartesiani dell’azione di questo governo regionale per migliorare il posizionamento dei prodotti sui mercati. L’atlante ci supporta in questa nostra prospettiva che punta al sostegno dei prodotti agroalimentari tradizionali di Puglia, quali portatori autentici del gusto, della identità e delle radici della tradizione pugliese. Prodotti che insieme alle produzioni Dop e Igp di Puglia possono fregiarsi di una ulteriore qualificazione e riconoscimento attraverso il Marchio “Prodotti di Puglia”, il marchio collettivo comunitario con indicazione territoriale, istituito dalla Regione Puglia per valorizzare la produzione agroalimentare di qualità pugliese”. “Questo Atlante – dichiara il direttore dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari del Ciheam, Cosimo Lacirignola – nasce dalla ricerca appassionata di tutto ciò che di buono, tipico e tradizionale si produce della nostra regione. - Del resto occuparsi di produzioni territoriali rappresenta il modo più efficace di tutela dell’ambiente nel rispetto della biodiversità. Sappiamo bene che l’agricoltura di qualità può nascere esclusivamente da un territorio sano e produrre cibi sani aiuta a preservare l’ambiente. Questo sistema di concepire agricoltura, artigianato e turismo appare il modo più intelligente per garantire non soltanto la tutela dell’ambiente, ma la promozione culturale e lo sviluppo del territorio”.  
   
   
AGRICOLTURA, LIGURIA CHIUDE IN ANTICIPO GESTIONE FONDI PROGRAMMA SVILUPPO RURALE UE 2011  
 
 Genova - Nessun rischio, anzi ottima performance, per la Regione Liguria, di perdere risorse europee del Programma di sviluppo rurale dell’assessorato all’Agricoltura 2011 che ammontano a 15 milioni di euro. Lo ha precisato l’assessore Giovanni Barbagallo dopo la denuncia di Confagri dei ritardi nella spesa da parte anche da parte del Mezzogiorno e anche delle regioni del Centro Nord. La Regione Liguria sta affrontando la scadenza del 31 dicembre 2011 avvicinandosi a grandi passi al traguardo della spesa per evitare il disimpegno delle risorse comunitarie. A oggi restano da ripartire 800 mila euro, che saranno certamente spesi nelle prossime settimane, centrando l’obiettivo con un anticipo di tre mesi . “Un risultato - afferma Barbagallo - che dimostra il successo riscosso dal Programma di sviluppo rurale nel mondo agricolo ligure e la capacità degli uffici regionali nel far funzionare la complicata macchina burocratica dell’accesso e dell’erogazione dei fondi comunitari. Oltre all’interesse e alla propensione delle imprese agricole liguri alla realizzazione di investimenti per lo sviluppo e per il contrasto alla crisi economica”.  
   
   
VENDOLA: "COMUNITÀ RURALE, TERRA, ACQUA SONO LA PIÙ GRANDE INDUSTRIA DEL FUTURO"  
 
“Per far vivere l’agricoltura bisogna tornare all’idea che la comunità rurale, la terra e l’acqua, liberi dall’abuso della chimica e bonificati dai veleni, possono rappresentare la più grande industria del futuro”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questo pomeriggio in Fiera del Levante al convegno su “Tecnologie e processi per un’agricoltura competitiva e sostenibile”. “Noi dobbiamo costruire politiche pubbliche adeguate alla capacità di attrarre le giovani generazioni in agricoltura – ha continuato Vendola - è difficile immaginare che un giovane possa scegliere, con spirito sacrificale, il ritorno alle campagne se queste non offrono prospettive. Occorre mettere al centro la difesa delle nostre qualità, delle nostre produzioni, occorre il rilancio, tra tradizione e innovazione, del settore agroalimentare”. Sulla necessità di mettere al centro la difesa dei beni comuni cioè terra e acqua, Vendola ha ribadito il suo “sgomento” per le parole pronunciate dal ministro Sacconi. “Sono incredulo che si possa dire impunemente che bisogna trovare il modo di sabotare il referendum sull’acqua - ha detto Vendola - perché la trovo una manifestazione di violenza istituzionale inaccettabile. La saggezza del popolo italiano ha detto che l’acqua non è una merce come le altre e che le reti acquedottistiche non possono essere sottoposte ai vincoli delle leggi di mercato. Mi sembra che sia una scelta fatta con consapevolezza da parte del popolo italiano, anche alla luce delle esperienze fatte nel mondo. Ovunque si sia privatizzato, si è prodotto diseconomia e inefficienza. In Puglia abbiamo un esempio invece di una azienda pubblica che, risanata, può lavorare anche con criteri di efficienza economica”.  
   
   
LA SUINICOLTURA IN EMILIA ROMAGNA: UNA PRODUZIONE DA 289 MILIONI DI EURO CHE RAPPRESENTA OLTRE IL 17% DEL PATRIMONIO SUINICOLO NAZIONALE  
 
Bologna - Il 3 agosto 2011 è entrato in vigore il Decreto legislativo n.122 del 7 luglio 2011 che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini. Le novità introdotte si iscrivono all’interno della Strategia comunitaria per il benessere e la salute degli animali 2011-2015 promossa dalla Commissione europea e riguardano, tra l’altro, i criteri per la costruzione dei locali di stabulazione a seconda della tipologia di animale, l’obbligo di disporre di materiale manipolabile per scrofe e scrofette ed il divieto di alcune operazioni in grado di causare danno fisico agli animali. Si parlerà anche della castrazione chirurgica dei maiali, argomento attualmente al centro di un acceso dibattito a Bruxelles. Il convegno, promosso da Cia e Confagricoltura dell´Emilia Romagna, dal titolo “Il benessere dei suini in allevamento: le novità introdotte dal decreto legislativo n.122 del 7 luglio 2011 e le prospettive future sulla salute dei suini in Europa” si svolgerà: Giovedì 22 settembre 2011 alle ore 9,30; presso la Sala A-terza Torre, Regione Emilia Romagna; Viale della Fiera 8, Bologna.  
   
   
PRODOTTI TRENTINI: 3,2 MILIONI DI EURO PER LA COMMERCIALIZZAZIONE  
 
 Due milioni 510mila euro: questa la somma che la Provincia metterà a disposizione quest´anno delle organizzazioni dei produttori agricoli e degli enti maggiormente rappresentativi nei singoli settori per finanziare i loro progetti di commercializzazione dei propri prodotti. Lo ha deciso il 16 settembre la Giunta provinciale approvando una delibera proposta dall´assessore all´agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini. I settori interessati sono quelli delle mele e piccoli frutti, trote, olio, produzioni florovivaistiche, ortofrutticole e dell´artigianato artistico, porfido. Per quanto riguarda il settore lattiero-caseario la Giunta vi provvederà con altra delibera. Considerando le disponibilità del bilancio, la Provincia metterà a disposizione 3.210.000 euro, a fronte di una spesa ammessa a finanziamento, complessiva dei vari progetti settoriali presentati, pari a 6.652.700 euro. Ai vari progetti presentati dalle associazioni Apot, Astro, Espo, Florovivaisti trentini, Consorzio artigianato artistico e di qualità, Consorzio interregionale Ortofrutticolo, Agraria Riva del Garda e settore caseario sarà applicata la misura massima dell´agevolazione, pari al 50 %.  
   
   
AGRICOLTURA: VIOLINO, POSITIVO A FRIULI DOC IL TIPICAMENTE FRIULANO  
 
Udine - E´ positivo il bilancio della partecipazione della Regione alla diciassettesima edizione di Friuli Doc, popolare evento conclusosi ieri a Udine. Il grande padiglione allestito dall´Ersa in piazza Matteotti, o piazza San Giacomo, che è il salotto della città, ha accolto innumerevoli visitatori. Come specifica il direttore generale dell´Agenzia regionale per lo Sviluppo Rurale, Mirko Bellini, sono stati fatti degustare quasi 20 mila bicchieri di vino del vigneto regionale. Il dato forse ancor più positivo, secondo Bellini, che induce a guardare con ottimismo al futuro, si rileva dall´atteggiamento favorevole con il quale il mondo associativo dell´agroalimentare del Friuli Venezia Giulia rappresentato nel padiglione sta individuando le forme migliori per poter proporre, anche in futuro, in forma coesa e sistematica, le rispettive realtà. E sempre tramite l´Ersa. Si tratta dei consorzi e delle associazioni dei produttori lattiero caseari, dell´agricoltura biologica, della zootecnia, della piscicoltura, dei florovivaisti, degli apicoltori, dei gelatieri, dei produttori di grappa, dei produttori delle zone a Doc dei vini, nonchè dei consorzi del Prosciutto di San Daniele, del formaggio Montasio, e della Trota friulana, assieme ai rappresentanti di cooperative e di consorzi di prodotti tipici locali. Complessivamente venticinque soggetti, dunque, tutti insieme, a Friuli Doc: i quali hanno consentito alla Regione, tramite l´Ersa, di presentare al grande pubblico, intervenuto nelle quattro giornate, uno spaccato della proposta di eccellenza del mondo rurale e agroalimentare dell´intero Friuli Venezia Giulia. Creando occasioni e situazioni dedicate, che avevano lo scopo di avvicinare tutti gli ospiti della tensiostruttura, dai meno giovani ai più piccini, alle ricchezze dello scrigno dei sapori e della memoria della nostra civiltà contadina. Per esempio, il sabato, nonni e nipoti hanno potuto degustare assieme pietanze approntate con le pregiate carni di pezzata rossa, formaggio salato, i pesci degli allevamenti rivieraschi. Così come il gelato dedicato alla Blave di mortean (granoturco di Mortegliano) con i biscotti al mais, o al Figo moro de Caneva (fico scuro). Non solo, ma dalla ´location´ della fattoria didattica, tutti i visitatori hanno avuto modo di assaggiare la ricotta ancora calda, realizzata sotto i loro occhi, o di sorbire il mosto, dalle uve da poco pigiate, sempre sul posto. E´ stato dunque apprezzato, nel complesso, commenta l´assessore regionale alle Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali, Claudio Violino, il modello di proposta delle peculiarità della nostra terra che stiamo diffondendo attraverso il marchio Tipicamente Friulano. E, nell´occasione, aggiunge l´assessore, si è dato modo a una molteplicità di cittadini di comprendere, per esempio attraverso le produzioni rurali di pregio e la piscicoltura, che l´agricoltura del Friuli Venezia Giulia è certamente un elemento fondante della gestione del territorio, ma è anche culla di sapori e di eccellenze. Ne sono consapevoli, conclude Violino, anche i numerosi soggetti che hanno contribuito alla riuscita della proposta dell´Ersa a Friuli Doc.  
   
   
AGROALIMENTARE: PROGETTO PPL, NUOVO REGOLAMENTO PER PRODOTTI DI MALGA  
 
Udine - Il progetto "Piccole Produzioni Locali" (Ppl) continua il suo percorso, grazie al secondo regolamento emanato dalla Giunta regionale con il quale si disciplina la produzione di prodotti lattiero-caseari lavorati nelle malghe, come formaggio, ricotta e burro. Si tratta del secondo importante passo fatto per le cosiddette Ppl, realizzato grazie soprattutto ad una stretta collaborazione avviata dalla direzione regionale Salute con quella Risorse rurali, agroalimentari e forestali. L´obiettivo principale del progetto verrà illustrato nei dettagli domenica 18 settembre, alle ore 10.30, nel caseificio di Enemonzo (Ud), con la partecipazione degli assessori regionali alla Salute, Vladimir Kosic e alle Risorse rurali, Claudio Violino. Il Regolamento disciplina la produzione di prodotti lattiero-caseari lavorati nelle malghe, come formaggio, ricotta e burro per la produzione, lavorazione, preparazione e vendita diretta di prodotti lattiero-caseari tipici di malga. La direzione Salute della Regione, inoltre, ha avviato di concerto con l´Izs (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) delle Venezie un piano di monitoraggio chimico e microbiologico creato ad hoc al fine garantire un elevato livello di sicurezza alimentare per questi prodotti tipici, provenienti da ambienti di lavorazione con requisiti strutturali peculiari, quali sono le malghe.  
   
   
AGRICOLTURA IN ABRUZZO: GIUNTA CHIEDE RIPROGRAMMAZIONE FONDI DIGA PENNE CONSORZIO BONIFICA CENTRO DOVRA´ DISPORRE DI 1,5 MLN DI EURO  
 
Pescara - Con l´approvazione di una apposita delibera, la Giunta regionale ha chiesto al Ministero delle Infrastrutture una riprogrammazione dei fondi a favore degli interventi di manutenzione straordinaria alla diga di Penne. La necessità di tali lavori, per i quali il Consorzio di Bonifica Centro dovrà disporre di circa 1 milione 500 mila euro, era stata segnalata dal Ministero delle Infrastrutture con una comunicazione inviata anche agli uffici della Regione. "Ci siamo subito attivati - dichiara l´Assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo - per la realizzazione di un intervento molto importante su un´opera chiave per tutto il comprensorio vestino. L´invaso di Penne, infatti, serve una vasta area dove sono insediate numerose attività agricole e non solo ed è presente un´oasi naturale protetta. L´opera - conclude l´assessore Febbo - assolve in maniera consistente alle esigenze irrigue del territorio oltre ad una riconosciuta funzione ambientale quale zona umida da tempo integrata con il contesto regionale".  
   
   
RABBONI SU NUOVO SCHEDARIO VITICOLO  
 
Bologna - “In riferimento ai problemi legati alla recente creazione del nuovo schedario viticolo conforme agli obblighi comunitari per l’avvio della dichiarazione unica di vendemmia e di rivendicazione Doc e Igt, desidero precisare che la Regione si è già attivata nei confronti di Agea e del Ministero delle politiche agricole, per richiedere che nel primo anno di entrata in vigore delle nuove procedure sia prevista la possibilità di dichiarare superfici e produzioni, anche senza perfetto allineamento con i dati dello schedario.” E’ quanto precisa l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, in risposta alle dichiarazioni dell’assessore provinciale di Piacenza Filippo Pozzi. “La richiesta – ha aggiunto Rabboni - sembra poter trovare accoglimento. Siamo infatti a conoscenza di una bozza di circolare ministeriale, concordata con la filiera nazionale e le Regioni, che ´apre´ al produttore la possibilità di compilare la dichiarazione di raccolta e rivendicazione Doc e Igt, con riferimento all’effettiva produzione, anche nel caso in cui lo schedario viticolo presenti anomalie e differenze con la realtà aziendale.”  
   
   
MARCHE: MARCHIO REGIONALE QM PER UOVA E PRODOTTI D´UOVO.  
 
Cresce il numero di prodotti agroalimentari a qualita` garantita dalle Marche. Su proposta del vicepresidente e assessore all´Agricoltura, Paolo Petrini, infatti, la Giunta regionale ha approvato il disciplinare relativo al settore uova e prodotti d´uovo, finalizzato all´uso del marchio Qm ´ Qualita` garantita dalle Marche. ´Qm e` un´iniziativa che va incontro alle esigenze dei consumatori, indirizzandoli verso prodotti locali di qualita`, rafforzando al contempo le imprese agricole del nostro territorio e la sua attrattivita`. Il numero crescente di filiere agroalimentari che aderiscono al marchio e` segno che l´iniziativa funziona. La testimonianza qualitativa e capacita` distintiva dei prodotti regionali di qualita`, hanno anche un benefico influsso sulla domanda turistica che interessa la nostra regione e sulla sua destagionalizzazione´, osserva Petrini. Il disciplinare approvato, predisposto dall´Assam, descrive e codifica tutte le fasi della produzione, dalla materia prima alla commercializzazione delle uova e dei prodotti d´uovo, garantendo il consumatore finale, anche attraverso la certificazione e la conformita` alle prescrizioni previste dal disciplinare stesso. Quest´ultimo fissa una serie di condizioni da rispettare per poter utilizzare il marchio, tra cui spicca l´assenza di Ogm dai processi produttivi e dalle materie prime. Prescrizioni specifiche riguardano, poi, le condizioni di allevamento delle galline. Impianti e conduzione dell´allevamento devono essere infatti all´aperto, a terra o con gabbie modificate, con dimensioni adeguate, in modo da salvaguardare il benessere animale, oltre alla sicurezza degli operatori e dell´ambiente. Notevole rilevanza e` data, poi, alla rintracciabilita` dell´origine dei prodotti da realizzare tramite il software ´Si.tra.´ o analoga soluzione informatica dalle stesse caratteristiche tecniche, secondo le indicazioni che Regione e Assam forniscono. Il sistema ´Si.tra.´ assicura il flusso di informazioni necessario alla tracciabilita` oppure, per ogni unita` minima di prodotto, la caratteristiche, i flussi dei materiali, la tipologia delle organizzazioni coinvolte e gli aspetti organizzativi. I disciplinari marchio Qm gia` emanati dalla Regione crescono quindi di numero, dall´ortofrutta, al lattiero ´ caseario, dai molluschi alla filiera olio extravergine d´oliva ´ oli monovarietali, dalla filiera delle carni suine a quella ittica, dalle carni ovine al latte alta qualita`, fino alla filiera cereali e all´agriturismo.  
   
   
SARDEGNA: FEBBRE DEL NILO, OGGI UNITÀ DI CRISI. NOVITÀ ANCHE SU DERATTIZZAZIONI  
 
Cagliari - L´assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, ha convocato per il 20 settembre a Cagliari l´Unità di crisi per fare il punto sull´emergenza della Febbre del Nilo, virus arrivato in Sardegna le scorse settimane. Al tavolo, cui prenderanno parte anche l’assessorato dell’Ambiente, le Asl, l’Istituto Zooprofilattico di Sassari e la Provincia di Oristano, si discuterà di quali misure sanitarie adottare nell’immediato per contrastare il morbo che colpisce in particolare gli equidi e potenzialmente anche l’uomo. "In questa fase occorre intervenire subito per circoscrivere il più possibile il fenomeno, evitando che altri animali possano infettarsi e scongiurando che il virus possa attaccare anche l’uomo", ha sottolineato l’assessore De Francisci. Novità anche sul fronte delle derattizzazioni. Giovedì scorso, sempre all’assessorato della Sanità, si è tenuta la Conferenza di servizi con assessorato dell’Ambiente e rappresentanti delle Province per affrontare il problema della presenza di ratti in diverse zone di Cagliari e in altre città sarde. Durante la riunione i rappresentanti dell’assessorato della Sanità hanno concordato con i colleghi dell’Ambiente la predisposizione di una delibera di Giunta per gestire la fase di transizione in attesa della modifica della legge regionale 21/1999, con l’obiettivo di includere anche interventi in materia di derattizzazione. Nel frattempo le Province potranno continuare a effettuare tutte le azioni di derattizzazione necessarie e sempre l’assessorato dell’Ambiente ha assunto l’impegno di reperire fondi aggiuntivi per la loro copertura finanziaria.