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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Settembre 2013
UNA SOLUZIONE DI SOFT COMPUTING PER I PROBLEMI MEDICI COMPLESSI DAL GIARA  
 
Bruxelles, 24 settembre 2013 - Un algoritmo sviluppato per migliorare la delineazione dei tumori nelle immagini mediche ha vinto un riconoscimento dell´Associazione europea della logica e della tecnologia fuzzy (Eusflat). L´innovazione mira ad assicurare che, quando i medici devono decidere se il tessuto tumorale deve essere separato dal tessuto sano, venga presentata automaticamente la soluzione migliore. L´algoritmo, sviluppato dal Giara (Gruppo per l´intelligenza artificiale e il ragionamento approssimativo) presso l´Università di Navarra Nup/upna, in Spagna, è un esempio di come il "soft computing", una disciplina emergente che sfrutta l´imprecisione e l´incertezza, possa offrire soluzioni efficaci a problemi complessi. Il soft computing differisce dal calcolo convenzionale nel senso che tollera le approssimazioni, allo stesso modo in cui lo fa la mente umana. Il team Giara si è occupato in particolare di studiare le immagini del cervello ottenute per mezzo di risonanza magnetica. Poi ha sviluppato un algoritmo per migliorare il processo segmentando le immagini, permettendo di separare ogni oggetto dell´immagine. È quindi possibile analizzare ogni singolo pixel. Nel caso delle immagini mediche, questo processo può essere di grande aiuto per delineare i tumori, dove semplicemente contano anche i millimetri. "Immaginate di avere l´immagine di un cervello ottenuta tramite una risonanza magnetica e sette medici che devono decidere come delimitare il tumore", ha detto il ricercatore del Giara, Humberto Bustince. "Per esperienza sappiamo che ognuno di essi separerà il tumore in modo diverso. Adesso, con il metodo proposto, si vedranno presentare una serie di opzioni che, in ogni caso, miglioreranno la scelta fatta dal peggiore dei sette". In effetti, l´algoritmo si assume il rischio della scelta al posto dell´esperto, perché seleziona automaticamente la funzione migliore, o la meno peggiore. Oltre a rappresentare una potenziale rivoluzione delle procedure mediche, l´innovazione Giara segna anche un cambiamento del modo in cui gli scienziati pensano all´informatica. Il soft computing riflette il fatto che la mente umana, a differenza dei computer dei nostri giorni, possiede una straordinaria capacità di conservare ed elaborare informazioni che possono essere imprecise e incerte. Quindi l´applicazione con risultati positivi del soft computing suggerisce che questa disciplina continuerà a crescere nei prossimi anni e che la sua influenza si estenderà ulteriormente, in altri settori e industrie. Per maggiori informazioni, visitare: Giara http://giara.Unavarra.es/    
   
   
MESOTELIOMA PLEURICO, NUOVA CURA SPERIMENTATA A SIENA E PUBBLICATA SU LANCET  
 
Firenze, 24 settembre 2013 - Pubblicati su Lancet Oncology i risultati di una nuova possibile cura per il mesotelioma pleurico, sperimentata per la prima volta al mondo a Siena, dall´Immunoterapia Oncologica dell´Aou Senese, diretta dal dottor Michele Maio. Si tratta di uno studio effettuato con un anticorpo monoclonale, partito nel 2009 e condotto su 29 pazienti provenienti da tutta Italia e affetti da mesotelioma pleurico in fase avanzata di malattia e in progressione dopo una prima terapia, con prognosi sfavorevole. "Abbiamo utilizzato una nuova molecola, il tremelimumab – spiega il dottor Maio - in grado di potenziare l´attività del sistema immunitario portandolo a reagire con maggiore efficacia contro le cellule tumorali attraverso il blocco di segnali negativi mediati di una molecola, denominata Ctla-4, espressa sui linfociti del paziente". I risultati sono molto promettenti. "Voglio esprimere tutta la mia soddisfazione e rivolgere le mie congratulazioni e i miei ringraziamenti più sentiti all´équipe del dottor Maio - è il commento dell´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - Questa è la dimostrazione che assistenza e ricerca devono andare sempre di pari passo, con l´obiettivo di migliorare sempre la salute dei cittadini. Quella toscana è una sanità di alto livello, un´assistenza di grande qualità, fatta da operatori che nel loro lavoro mettono competenza e passione. Questo intervento aggiunge lustro e fa crescere ancora la sanità toscana". "La sopravvivenza dei pazienti trattati a due anni – prosegue la dottoressa Luana Calabrò, primo autore della prestigiosa pubblicazione di Lancet Oncology - è di circa il 40%, il controllo e la stabilità della malattia va oltre il 30%, risultati davvero positivi se si considera che, mediamente, questi pazienti hanno una sopravvivenza di 6-8 mesi". Lo studio è stato finanziato anche dall´Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), dall´Istituto Toscano Tumori della Regione Toscana e dalla Fondazione Buzzi di Casale Monferrato. "Grazie agli ottimi risultati conseguiti – conclude Maio – è già in corso lo studio registrativo negli Stati Uniti e in Canada, ciò vuol dire che grazie ai nostri risultati è partita ufficialmente la possibilità di cura negli Usa, che nei prossimi giorni si estenderà all´Australia ed all´Europa, con Siena capofila". Il dottor Maio è appena rientrato dal meeting operativo a New York, dove il gruppo italiano è stato invitato ad illustrare i dettagli della sperimentazione." Abbiamo presentato i risultati a 23 centri di eccellenza nella cura del cancro tra Usa e Canada – continua Maio - tra cui il Memorial Sloan-kettering Cancer Center di New York, l´Md Anderson di Houston, le Università di Chicago e San Francisco. Il prossimo step è presentare la cura per l´Europa, con un meeting operativo a Roma il 21 ottobre, davanti a esperti provenienti da 73 centri. E´ per noi una grande soddisfazione perché i risultati raggiunti sono frutto di tanti anni di lavoro, reso possibile anche grazie alle Associazioni ed alle Istituzioni che hanno creduto in noi, sostenendo la nostra ricerca per la cura di questa malattia, legata in molti casi all´esposizione professionale all´amianto, vera e propria piaga sociale non solo in Italia ma in tutto il mondo".  
   
   
"RICHIESTE PER LO SVILUPPO DI FARMACI ORFANI"  
 
Londra, 24 settembre 2013 - Il 16 ottobre 2013 si terrà a Londra, nel Regno Unito, una conferenza sulle "Richieste per lo sviluppo di farmaci orfani" (Applications for development of Orphan Drugs). Il workshop offrirà un´introduzione ideale ai farmaci orfani farmaceutici attraverso l´analisi passo dopo passo del processo di farmaco orfano, dalla richiesta di designazione di farmaco orfano alla commercializzazione. Il workshop fornirà una panoramica accessibile e completa, e sarà di particolare utilità per le aziende interessate a un ulteriore coinvolgimento nello sviluppo dei farmaci orfani. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Smi-online.co.uk/pharmaceuticals/uk/workshop/applications-and-market-access    
   
   
17ª CONFERENZA EUROPEA SULLA PERSONALITÀ  
 
Losanna, 24 settembre 2013 - Dal 15 al 19 luglio 2014 si terrà a Losanna, in Svizzera, la 17ª Conferenza europea sulla personalità (17th European Conference on Personality, Ecp17). Perché le persone si comportano in un determinato modo? Con l´obiettivo di fornire una panoramica completa delle ultime ricerche in materia di personalità, questa conferenza integra le più recenti scoperte scientifiche nelle neuroscienze e nella psicologia. L´evento ospiterà una serie di workshop che copriranoo aree come la salute e il benessere, la psicopatologia e l´intelligenza emotiva. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www3.Unil.ch/wpmu/ecp17/    
   
   
VACCINAZIONI IN BASILICATA: TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA SALUTE  
 
Potenza, 24 settembre 2013 - “E’ motivo di grande soddisfazione l’affidamento ai servizi di Google, il più importante motore di ricerca e directory del web, di un programma di monitoraggio delle campagne vaccinali anti–influenzale ed anti-pneumococcica promosse ogni anno dalla Regione Basilicata. Ciò rappresenta, per la sanità lucana, un ulteriore e qualificato passo in avanti nel complesso processo di informatizzazione e modernizzazione del sistema sanitario lucano, che ha avuto inizio con la procedura di consultazione on line dei referti medici e, successivamente, con l’avvio del “Cup On Line”, piattaforma informatica per la prenotazione, la disdetta ed il pagamento delle prestazioni specialistiche ambulatoriali. Queste le parole dell’Assessore alle Salute della Regione Basilicata Attilio Martorano in occasione della presentazione, oggi a Potenza, del progetto “Gestione vaccinazioni” promosso dalla Regione Basilicata. “Grazie ad un’avanzata piattaforma informatica e all’uso delle più moderne tecnologie di comunicazione – ha affermato l’Assessore – saremo in grado di monitorare i dati storici e il fabbisogno dei vaccini con l’obiettivo di raccogliere un duplice risultato: l’ottimizzazione della spesa sanitaria e la garanzia di una adeguata copertura vaccinale per i lucani”.  
   
   
VACCINAZIONI: BASILICATA ALL’AVANGUARDIA CON TECNOLOGIA GOOGLE AL VIA UN PROGETTO SPERIMENTALE, UNICO IN ITALIA, PER LA PROGRAMMAZIONE, IL MONITORAGGIO DELLE VACCINAZIONI ANTINFLUENZALE E ANTI PNEUMOCOCCICA.  
 
Potenza, 24 settembre 2013 - La Regione Basilicata, per prima in Italia, ha annunciato il 20 settembre l’avvio di un progetto sperimentale a supporto della programmazione e del monitoraggio delle vaccinazioni antinfluenzale e anti pneumococcica della popolazione regionale. Il programma, sviluppato con la tecnologia Google App Engine, è suddiviso in diverse fasi, e prevede che il cittadino con un semplice click dal pc o da un’applicazione mobile, acceda alla sua scheda di vaccinazione e a quella del suo nucleo familiare per controllare le informazioni cliniche che lo riguardano. Una rivoluzione nella sanità lucana, presentata a Potenza dall’assessore alla Salute Attilio Martorano, che integra gli strumenti avanzati di comunicazione on line messi a disposizione degli utenti, come il sistema di prenotazione e di refertazione via web. La Basilicata si conferma, così, una Regione attenta ai bisogni sanitari dei cittadini, all’innovazione, al rispetto delle politiche di bilancio e di controllo dei costi. Il progetto sarà svolto da Injenia, partner certificato di Google, che applica le tecnologie di Google ai progetti con la Pubblica Amministrazione. Nel caso della Basilicata, l’applicazione della piattaforma informatica si colloca nell’ambito della campagna vaccinale rivolta agli anziani e alle categorie a rischio, secondo le indicazioni del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2012-2014, che prevede la completa informatizzazione delle anagrafi vaccinali, potenziando così il monitoraggio delle coperture vaccinali negli adolescenti, negli adulti, negli anziani e nelle categorie a rischio. È risaputo che una campagna basata su una attenta programmazione e un’informazione capillare, specie se a costo zero e con l’uso di tecnologie informatizzate come nel caso del progetto con Google, consente di raggiungere importanti risultati nella tutela della salute dei cittadini che, partecipando alle campagne vaccinali, si mettono al riparo dai rischi legati alle possibili complicanze dell’influenza a danno dei soggetti più deboli. Pertanto, è di estrema importanza l’immunizzazione delle categorie a rischio e della popolazione anziana, in particolare degli ultra 65enni, per la prevenzione primaria delle patologie causate da questo microorganismo, in primis la polmonite, la cui morbosità e mortalità risultano ancora elevate. La Regione, grazie a App Engine di Google, potrà aggiornare periodicamente e uniformare i dati presenti nel “database” esistente (i cui dati sono e continuano a risiedere nei server di Regione e Asl), al fine di renderli confrontabili. Questo consentirà di effettuare analisi mirate a supporto della programmazione e del monitoraggio e, allo stesso tempo, fornirà al cittadino una visione della propria situazione vaccinale, accessibile via web o attraverso applicazioni mobili. Raccolta dati - La prima fase del progetto consiste nella creazione dell’anagrafica dei cittadini, comprensiva di dati anagrafici, dati sul nucleo famigliare, codifica delle patologie per l’individuazione delle categorie a rischio. L’anagrafica sarà realizzata sulla base dei dati presenti negli archivi regionali, con la possibilità di integrare le informazioni presenti con i dati forniti da altre fonti, come le forze dell’ordine, vigili del fuoco, scuole. Il progetto prevede anche la creazione dell’anagrafica “patologie e categorie di rischio”, per consentire l’identificazione dei target di vaccinazione, e monitorare una corretta copertura Il consuntivo delle vaccinazioni - La seconda fase del progetto riguarda la creazione del database per raccogliere le informazioni relative alle vaccinazioni effettuate dai cittadini. Si attingerà ai dati delle vaccinazioni regionali raccolti dalle Asl e inseriti a sistema tramite una procedura automatica di import. Si prevede di creare una procedura che consenta di uniformare i dati ad un unico tracciato. Poiché i dati gestiti subiscono modifiche nel tempo a causa dei cambiamenti del target di vaccinazione e degli indici di riferimento, il progetto prevede di storicizzare i dati e gestirli su base storica di periodo di validità, con la possibilità di aggiornare la base dati al momento corrente e conservare i dati di riferimento passati. L’accesso dei cittadini - Il progetto sarà a regime con la creazione di un repository utenti per i cittadini, con accesso tramite user password a rilascio automatico o a seguito di procedura di certificazione dell’identità (gestita dalla Regione Basilicata). Il sistema consente la gestione del nucleo famigliare, quindi l’accesso alla scheda minori da parte dei genitori. L’obiettivo finale è quello di realizzare una scheda vaccinazione dedicata al cittadino, in cui sono aggregati e riportati i dati delle vaccinazioni realizzate (anti influenza e anti pneumococcico). A chi si rivolge la vaccinazione antinfluenzale - La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata alle seguenti categorie: alle persone di età uguale o maggiore di 65 anni, ai bambini di età superiore a 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, bambini adolescenti in trattamento con acido acetilsalicilico, donne al secondo e al terzo trimestre di gravidanza, individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungo degenti, medici e personale sanitario di assistenza, familiari e contatti di soggetti ad alto rischio, soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo, personale che è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. A chi si rivolge la vaccinazione anti pneumococcica - Già dallo scorso anno, la Basilicata offre ai cittadini la vaccinazione anti pneumococcica con il vaccino coniugato 13-valente, efficace e duraturo nel tempo nel prevenire la polmonite, la complicanza più temibile della sindrome influenzale. La vaccinazione anti pneumococcica è raccomandata ai soggetti di età pari o superiore a 65 anni, e a quelli di età compresa tra 50-64 con cardiopatie croniche, malattie polmonari croniche, cirrosi epatica, epatopatie croniche evolutive da alcolismo, diabete mellito. Nei soggetti di età compresa tra i 5-50 anni la vaccinazione è raccomandata a coloro che sono risultati positivi all’Hiv, ai portatori di impianti cocleari, a coloro che soffrono di insufficienza renale cronica, sindrome nefrosica. Rientrano tra i soggetti a rischio anche coloro i quali soffrono di immunosoppressione iatrogena clinicamente significativa, trapiantati d’organo o di midollo, soggetti con neoplasie diffuse, leucemie, linfomi, mieloma multiplo, asplenia anatomico-funzionale, immunodeficienze congenite o acquisite, anemia falciforme, talassemia, fistole liquorali. I numeri della copertura vaccinale antinfluenzale - La Basilicata è tra le regioni con più alta copertura vaccinale vs le suddette categorie, in particolare la categoria degli anziani (> 65 anni). Lo scorso anno in Basilicata sono stati vaccinati per l’antinfluenzale n. 74.691 soggetti con età > 65 anni, su un totale di popolazione di n. 118.054 soggetti. Nel 2008-2009 la Basilicata risultò la terza regione in Italia. L’insuccesso della vaccinazione antipandemica (anno 2009) ha successivamente contribuito, purtroppo, ad un calo vaccinale in tutt’Italia. Si può comunque affermare che un’alta percentuale di soggetti target viene vaccinata, anche in virtù del fatto che molti dei soggetti non vaccinati, sempre con età > 65 anni, risultano soggetti sani, non affetti da patologie varie. I soggetti a rischio < 64 anni vaccinati sono stati n. 40.006 (diabetici, broncopneumopatici, malati cardiovascolari ecc..). I numeri della copertura vaccinale anti pneumococcica - La Basilicata può vantare una elevata copertura con questo vaccino, tra le più alte in Italia. Si calcola che a partire dal 2001, avvio della campagna vaccinale in Basilicata quale prima regione, ad oggi è stata vaccinata più dell’80 per cento della popolazione maggiore o uguale a 65 anni.  
   
   
TUMORI: ITALIA MODELLO IN EUROPA PER LE CURE SIMULTANEE “MA VA REALIZZATA SUBITO L’INTEGRAZIONE DELLE RETI”  
 
Roma, 24 settembre 2013 – In Italia il 35% dei malati di cancro giunge alla diagnosi quando la malattia è in fase avanzata. A questi pazienti deve essere applicato il modello di cure simultanee, che implica l’integrazione tra terapie oncologiche e cure palliative. Ogni anno nel nostro Paese si registrano 364mila nuovi casi di tumore: 202.500 (56%) negli uomini e 162.000 (44%) nelle donne. I sintomi fisici correlati al cancro (il dolore in particolare), insieme ai disagi psicologici e sociali, hanno un impatto negativo sul deterioramento della qualità della vita dei malati e delle loro famiglie. Negli ultimi anni un numero consistente di studi ha dimostrato l’utilità di associare in modo sistematico il trattamento dei sintomi causati dal cancro (non solo fisici, ma anche psicologici, sociali e spirituali), alle terapie antitumorali nei malati in fase metastatica, ottenendo non solo un beneficio su tutti i parametri di qualità della vita, ma, in qualche caso, anche un allungamento della sopravvivenza dei pazienti. L’italia detiene il primato in Europa con ben 35 centri di oncologia certificati dalla Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) per l’integrazione precoce tra le terapie oncologiche e le cure palliative. Ma, anche se le cure simultanee sono state inserite nel Piano Oncologico Nazionale 2010-2013 e riconosciute, a livello internazionale, come modello ideale per rispondere a tutti i bisogni del malato, carenze organizzative e di personale dedicato rappresentano un ostacolo alla sua piena realizzazione. La denuncia viene dalla “I Conferenza di Consenso sulle Cure Simultanee” organizzata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) nei giorni scorsi a Roma, con la partecipazione di rappresentanti del Ministero della Sanità, del Coordinamento Tecnico della Commissione Salute, e di presidenti di Società Scientifiche, Collegi e Associazioni dei pazienti (Cipomo, Sicp, Simg, Airo, Sico, Aipo e Favo). L’86% dei 449 oncologi che hanno risposto al questionario Aiom online, si sono detti favorevoli ad una integrazione precoce tra l’oncologia ed i servizi di cure palliative, ma solo il 31% degli intervistati dichiara che l’integrazione è presente dove lavora. “È essenziale – sottolinea la Dott.ssa Vittorina Zagonel, presidente della Conferenza - che le Reti di Cure Palliative, previste dalla Legge 38, si interfaccino in maniera sistematica con le Reti e i Dipartimenti di Oncologia, per garantire ai pazienti oncologici, su tutto il territorio nazionale, le Cure Simultanee. Il documento di consenso, scaturito dalla Conferenza, sarà presentato al Ministro della Sanità in occasione del Congresso Nazionale Aiom, che si terrà a Milano dall’11 al 13 ottobre”.  
   
   
ROSSI: "LA SANITÀ DEVE ARRIVARE AL CUORE E ALL´ANIMA DEI CITTADINI"  
 
Prato, 24 settembre 2013 - L´inaugurazione del nuovo ospedale di Prato è stata per il presidente Rossi anche l´occasione per affrontare i tanti temi caldi della sanità, toscana e nazionale: dalla spending review ai ticket, dai bilanci al Piano Alzheimer, dagli errori in sanità all´importanza della sanità pubblica e universale, al ruolo fondamentale dei lavoratori e dell´umanità dei servizi sanitari. E´ partito proprio da un tragico evento avvenuto a Prato una settimana fa: un uomo che ha soffocato la moglie malata di Alzheimer: "Proprio oggi si celebra la Giornata nazionale dell´´Alzheimer - ha ricordato - ma da due anni in questo Paese non siamo neppure in grado di varare il Piano Alzheimer e migliaia di famiglie sono lasciate sole alle prese con questa malattia. Per impostare le nostre politiche sanitarie dobbiamo guardare agli Usa, a Obama, e alle scelte che fa per sanità e ricerca. Veniamo da un periodo in cui la sanità in Italia ha rischiato di regredire - ha detto il presidente - Tutto è stato concentrato sulla spending review, una spending review male interpretata. La preoccupazione di vedere la sanità come un costo, i tagli che ci hanno martoriato. Bisogna imporre una svolta in questo settore, e arrivare all´anima e al cuore dei nostri cittadini, per non farli sentire abbandonati". Ha poi affrontato la questione dei bilanci: "In Toscana non abbiamo problemi di bilancio - ha detto - Siamo l´unica Regione ad avere i bilanci certificati. Possiamo dormire sonni tranquilli e i cittadini non dovranno aspettarsi nuovi ticket. Sfido le altre Regioni a fare come noi". La qualità del nostro sistema sanitario: "Una qualità altissima. Presto i dati del Programma Nazionale Esiti del 2012 dimostreranno che abbiamo una sanità di cui andare orgogliosi. Grazie soprattutto ai nostri operatori. A questo proposito, voglio sottolineare che l´errore può succedere, e che dagli errori si deve imparare, ma che prima di massacrare chi ha commesso l´errore, dovremmo passare del tempo a fianco degli operatori o in una sala operatoria. Ci vuole più rispetto per chi lavora". La sanità pubblica e universale: "Noi siamo per la sanità pubblica e di qualità per tutti i cittadini. E qui a Prato, che ha la presenza più alta di immigrati di tutta la Toscana, questo ha un significato speciale. Prato fa da nave scuola a tutta la sanità italiana nel settore dell´integrazione. Sul mio Facebook leggo una litania di post razzisti: non mi faranno cambiare idea. Noi curiamo tutti, di qualsiasi colore e provenienza, senza chiedergli nulla". Gli investimenti in sanità: "Non solo i Quattro Nuovi Ospedali. In 15 anni l´affresco di rinnovamento dell´edilizia sanitaria si conclude. Abbiamo tutti ospedali nuovi o rinnovati". Infine l´appropriatezza delle cure, l´importanza degli operatori, la qualità della relazione. "Ci vuole sobrietà nelle cure - ha sottolineato Rossi - Non è vero che se si fa di più, questo sia sempre meglio per il cittadino. E´ indispensabile l´appropriatezza. E vanno corretti gli sprechi, che ci sono ancora. Voglio affrontare anche la questione del lavoro in sanità: la situazione di precarietà è uno scandalo a cui bisogna porre rimedio. Senza i lavoratori, il Patto per la salute non si fa. E infine, l´umanità dei servizi sanitari, l´accoglienza, il rapporto con le persone, la qualità della relazione umana che l´operatore stabilisce con il paziente. In Toscana tutto questo si sta facendo, ma sono qui a chiedervi di dare ancora di più. Ci vuole rimotivazione per tutti quanti noi. Se non ce la facciamo noi in Toscana, dove ce la possono fare? Forza e coraggio - ha concluso Rossi - e buon lavoro agli operatori".  
   
   
FVG, SALUTE: RIMODULEREMO IL TICKET SULLE PRESTAZIONI  
 
Trieste, 24 settembre 2013 - "Ci sono importanti novità che aprono ora lo spazio all´avvio di un confronto costruttivo che dovrà portare alla rimodulazione dei ticket su specialistica, diagnostica, e pronto soccorso, e anche ad una graduazione diversa della quota aggiuntiva". Lo ha affermato l´assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca al termine di un incontro avuto il 20 settembre a Roma al Mef-ministero dell´Economia e delle Finanze. Attraverso le quote aggiuntive di 10 euro su ogni prestazione sanitaria erogata dal Servizio pubblico e dal privato accreditato, la Regione Friuli Venezia Giulia dovrà garantire entrate pari a poco meno di 13 milioni di euro all´anno, e non di 24 milioni, come era stato a suo tempo imposto dal Governo nazionale. Questo sostanziale dimezzamento consentirà ora alla direzione Salute della Regione di proporre una rimodulazione della compartecipazione dei cittadini al costo delle prestazioni stesse, attraverso i ticket, basata su criteri di equità ed appropriatezza. "Abbiamo convinto i funzionari del Ministero - spiega Telesca - che la compartecipazione della nostra Regione al risanamento della finanza pubblica attraverso la quota aggiuntiva di 10 euro su specialistica e diagnostica, prevista dalla normativa nazionale, non poteva tradursi in un introito di 24 milioni di euro all´anno. Cifra assolutamente eccessiva, in quanto in Friuli Venezia Giulia le esenzioni per reddito, per età e per patologia sono molto elevate, anche in considerazione che nella nostra realtà vi è una forte componente di popolazione anziana. Dati alla mano siamo quindi arrivati ad un positivo chiarimento, stabilendo che il nostro contributo sarà di poco superiore ai 12 milioni di euro anno". "Nelle prossime settimane formuleremo al Ministero dell´Economia e delle Finanze e a quello della Salute una proposta precisa, che assicurerà allo Stato gli introiti previsti", annuncia l´assessore Telesca. I criteri? "In un´ottica di sostenibilità complessiva dobbiamo garantire maggiore equità e stimolare ulteriormente l´appropriatezza delle prestazioni, ovvero fare in modo che ogni prestazione sia effettivamente adeguata alle esigenze del paziente". Tradotto, si pensa in via di principio ad una riduzione della compartecipazione alla spesa per i redditi più bassi e ad un incremento per quelli più alti, "ma sempre tenendo conto della complessità, per evitare che la stessa prestazione fornita da un privato costi meno, e quindi risulti competitiva, rispetto a quella erogata dal Servizio sanitario pubblico o dal privato convenzionato". "Il punto vero - conclude Telesca - è che tutti i cittadini hanno diritto alla salute, indipendentemente dal reddito. Non possiamo accettare che chi non ha la possibilità economica sia costretto a rinunciare a curarsi".  
   
   
SANITÀ IN ABRUZZO; CHIODI: FONDAMENTALE IL RUOLO DELL´INFERMIERE  
 
 L’aquila, 24 settembre 2013 - "L´infermiere è una figura della quale si parla ancora troppo poco nel nostro Paese, ma che rappresenta un importante riferimento per il mondo della sanità e per i cittadini"; lo ha affermato il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, intervenendo al seminario dell´Ipasvi sul tema "Gli infermieri quale ruolo nella riorganizzazione sanitaria abruzzese", che si è svolto il 21 febbraio a Pescara. Chiodi ha poi spiegato che, secondo una recente indagine del Censis, l´infermiere gioca un ruolo positivo nella sanità attuale e può essere uno dei principali protagonisti della buona sanità del futuro. Chiodi: "qualche tempo fa, quello dell´infermiere era un lavoro che non necessitava di requisiti particolari, ma con il tempo ha saputo incrementare gradualmente il proprio livello di specializzazione". Il Presidente della Regione ha parlato del cambiamento e dell´evoluzione dell´offerta sanitaria negli ultimi anni e degli enormi sacrifici che i recenti governi hanno chiesto alla sanità con l´attuazione di tagli lineari. "La risposta al problema della sostenibilità - ha affermato - è nella ricerca e nel conseguimento di un equilibrio tra bisogni e costi per soddisfarli, ma se vogliamo mantenere gli attuali livelli dei servizi ai cittadini, dobbiamo attuare una organizzazione ed una gestione del sistema sempre più evolute". Secondo Chiodi, la sanità del futuro sarà più orientata di oggi al territorio, fatta di prevenzione e con pochi ospedali ad alta specializzazione "e in tale contesto l´infermiere giocherà un ruolo altamente significativo". "Già oggi la professione dell´infermiere attira sempre più giovani perché consente loro di trovare lavoro rapidamente" (a un anno dalla laurea hanno trovato posto il 93% degli infermieri, il dato più alto per le professioni sanitarie: Ndr). "La nostra sanità era una delle peggiori d´Italia, con la firma di un piano di rientro ed un commissariamento". "In Abruzzo abbiamo sempre dato rilievo al personale infermieristico che rappresenta il 40% del personale assunto nelle nostre Asl". "Infatti, nonostante i vincoli ristretti imposti dal piano di rientro legati al blocco del turnover, nel 2012 vi sono 5.861 infermieri mentre nel 2008 erano 5.821, non solo siamo riusciti ad attuare le sostituzioni a seguito dei pensionamenti ma abbiamo assunto di più". Chiodi ha detto che a livello nazionale la media nel rapporto infermieri/abitanti è di 4 infermieri ogni 1000 abitanti, in Abruzzo invece ci sono 5 infermieri ogni 1000 abitanti; "un dato in controtendenza rispetto alle altre regioni in piano di rientro che per il problema dei costi hanno ridotto il numero degli infermieri (tale quoziente nel Lazio, in Campania e in Puglia non supera il 3,7). "In ambito regionale abbiamo sempre riconosciuto un ruolo fondamentale alla figura dell´infermiere: un esempio è il loro inserimento nei gruppi di verifica dell´accreditamento istituzionale". "Proprio in questi giorni è partito il corso di formazione del Gruppo Gera gestito dall´Agenzia Sanitaria Regionale per formare dei valutatori che andranno nelle strutture pubbliche e private a controllare che siano rispettati tutti gli standard richiesti per l´accreditamento delle strutture, tra di essi ci saranno anche gli infermieri". "Inoltre, un ruolo di rilievo è stato riconosciuto ai rappresentanti dell´Ipsavi sia all´interno della Commissione Regionale Ecm, con lo scopo di dare voce alla categoria degli infermieri nel definire il Piano del fabbisogno formativo regionale e sia in sede di redazione del decreto per la rideterminazione delle dotazioni organiche, al fine di definire il fabbisogno di personale infermieristico". "Gli infermieri", ha concluso "nella sanità del futuro saranno i veri protagonisti del cambiamento, che renderanno i servizi per il prossimo sempre più adeguati alle nuove esigenze di salute". "Come Regione, nei prossimi anni, se ci saranno a disposizione le risorse finanziarie cercheremo di assumere sempre più infermieri per migliorare ancora di più l´erogazione dei servizi e cercheremo di dotarli delle tecnologie più sofisticate per permettere loro di offrire una continuità assistenziale personalizzata".  
   
   
OSPEDALI PICCOLI, I PATTI TERRITORIALI LI VALORIZZANO  
 
Firenze, 24 settembre 2013 - "Alla definizione "piccoli ospedali" preferisco quella di "ospedali piccoli". Ognuno di essi avrà una sua specializzazione, e alla fine il livello qualitativo di questi ospedali e dei servizi offerti ai cittadini sarà sicuramente migliore. Tutto questo lo stiamo facendo in condivisione con gli enti locali: con i sindaci stiamo siglando i Patti territoriali, la maggior parte dei quali sono già stati conclusi e firmati". L´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha presentato stamani i Patti territoriali, siglati finora da quasi tutti i sindaci dei Comuni interessati, dai direttori generali delle aziende sanitarie, dall´Uncem, dalle Società della Salute. Alla presentazione alla stampa ha partecipato anche Oreste Giurlani, presidente Uncem Toscana. Presenti anche i sindaci dei Comuni e i direttori generali delle aziende sanitarie. "Ringrazio i sindaci che hanno discusso con noi in maniera seria, serrata, consapevole", ha detto l´assessore Marroni. I Patti territoriali ridisegnano e definiscono il ruolo degli ospedali piccoli su tutto il territorio della regione. "Gli ospedali piccoli non solo non verranno chiusi, ma saranno ricollocati in una nuova rete di ospedali, che comprenderà sia gli ospedali piccoli, ognuno con una sua specificità, che gli ospedali provinciali e gli ospedali universitari ", chiarisce ancora l´assessore Marroni. "Il mio plauso alla Regione Toscana, che ha dimostrato di considerare il ruolo insostituibile dei piccoli ospedali e con i Patti territoriali ha voluto stringere un contratto con i sindaci e i territori - è il commento di Oreste Giurlani - Un modo concreto per sviluppare, potenziare e rendere sempre più sicuri ed efficienti questi presidi sanitari, fondamentali per la vita dei territori montani e rurali, spesso molto distanti dai grandi centri urbani". Ai 15 ospedali di piccole dimensioni afferiscono 108 comuni: di questi, 75 hanno firmato i Patti. Siglati con ogni singola Comunità, i Patti garantiscono lo sviluppo degli ospedali piccoli che, con pari dignità, andranno a costituire parti essenziali, strutturalmente e professionalmente integrate nella più vasta rete regionale degli ospedali toscani. Nella razionalizzazione della rete ospedaliera, il ruolo degli ospedali piccoli viene ridisegnato, riqualificandone e riconvertendone l´offerta, nel rispetto dei bisogni e della sicurezza dei cittadini. La rete ospedaliera - concordano Regione e sindaci - deve essere riordinata non in termini verticali e gerarchici, ma orizzontali e funzionali. Va ridisegnata adeguandola all´evoluzione dei processi diagnostici e alle innovazioni terapeutiche, passando ad una classificazione per "funzioni e attività ospedaliere" assegnate, secondo la programmazione regionale, a ciascun nodo della rete. Gli ospedali di piccole dimensioni, come parte della rete, hanno ognuno una propria vocazione, in relazione a quanto già esprimono e alle esigenze del sistema nel suo complesso. Nella ridefinizione dell´assetto organizzativo, gli ospedali periferici costituiranno il livello prossimale di assistenza ospedaliera dei cittadini, nell´ottica dell´appropriatezza e dell´equità di accesso ai servizi. Gli ospedali piccoli in Toscana sono 15: Pontremoli e Fivizzano (Asl 1 Massa), Barga e Castelnuovo Garfagnana (Asl 2 Lucca), San Marcello Pistoiese (Asl 3 Pistoia), Volterra (Asl 5 Pisa), Portoferraio (Asl 6 Livorno), Abbadia San Salvatore (Asl 7 Siena), Bibbiena, San Sepolcro e Cortona (Asl 8 Arezzo), Massa Marittima, Orbetello, Pitigliano e Castel del Piano (Asl 9 Grosseto).  
   
   
CONTRO LA DEPRESSIONE, “TI RACCONTO UN SOGNO” IL SOCIAL DREAMING NEL PERCORSO DI UMANIZZAZIONE DELLE CURE IL MINFULNESS, TECNICA DI MEDITAZIONE PER UNA VISIONE PROFONDA DELLA VITA  
 
Roma, 24 settembre 2013 – La depressione è un problema che colpisce i malati di tumore in maniera spesso grave e soprattutto va ad interferire in maniera negativa sull’efficacia delle cure. La percezione della realtà ed i vissuti personali sono inoltre molto alterati nei luoghi di cura. Per favorire la qualità di vita e potenziare l’attività terapeutica sono varie le iniziative promosse dai nostri Istituti. Nel convegno di ieri ne sono state approfondite alcune. Lo staff dell’“L ’Area di Supporto alla Persona”, diretta da Tonino Cantelmi, ha appena presentato il progetto “Ti racconto un sogno…”, che nasce dall’utilizzo del gruppo esperienziale e della tecnica del Social-dreaming, per affrontare le difficoltà legate alla relazione Utenza-struttura, attraverso le “libere associazioni sui sogni e sull’immaginario collettivo della malattia oncologica”. L’esperienza è aperta ai pazienti e a tutti coloro che sono chiamati a rispondere ai bisogni di cura: familiari, medici, operatori sanitari, psicologi, volontari, ecc.. Fabrizio Didonna, psicologo-psicoterapeuta presidente dell’Istituto Italiano Mindfulness, ha illustrato le potenzialità osservate in oncologia tramite l’utilizzo della Mindfulness, pratica psicologica derivata dalla meditazione buddista, che consente ai soggetti di acquisire una consapevolezza piena della propria mente e del proprio corpo. Infine, sono stati presentati i dati preliminari della Survey condotta sui Centri italiani dedicati alla cura dell´Epilessia afferenti al gruppo di studio Nazionale della Lega Italiana contro l´Epilessia (Lice) su "Epilessia e Tumori Cerebrali", di cui Marta Maschio del Regina Elena è Coordinatore Nazionale. “Recuperando l’approccio delle culture tribali e delle antiche civiltà – illustra Cantelmi - in cui i sogni venivano raccontati e discussi come “chiavi” per leggerne i significati simbolici, i sogni possono essere considerati come espressione di desideri e fantasie di un certo individuo, ma anche come “speciali rappresentazioni” di punti di vista ed idee della persona a proposito della comunità in cui vive e delle organizzazioni a cui appartiene. La nostra esperienza evidenzia che l’Ospedale può divenire un vero e proprio crocevia di interazioni caricate di valenze e di attese non sempre reali.” Le persone che si lasceranno coinvolgere dall’iniziativa “Ti racconto un sogno…” al via dal 30 p.V., avranno l’opportunità di esplorare creativamente i problemi e le sfide posti da una realtà molto complessa - l’evento cancro e suoi luoghi di cura - e di riflettere su come applicare la mente creativa allo svolgimento del proprio ruolo o alla comprensione della propria esperienza. “I benefici della meditazione – spiega l’esperto di Mindfulness, Fabrizio Didonna – sono stati osservati in protocolli validati da oltre 30 anni che dimostrano di migliorare in modo significativo il dolore cronico, i disturbi del sonno, ansia, depressione e problemi causati da stress. La tecnica, che origina dalla disciplina buddista, aiuta a stare nel “qui ed ora” e ad utilizzare le risorse personali, vivendo in modo diverso l’esperienza vita. E’ uno stato mentale capace di ridurre in modo significativo la depressione ed aumentare l’efficacia delle cure” Infine dalla survey condotta sui Centri italiani dedicati alla cura dell´Epilessia su "Epilessia e Tumori Cerebrali" con l’obiettivo di "fotografare" la presa in carico del paziente è emerso che è fondamentale stimolare l’integrazione multidisciplinare. “I pazienti registrati – spiega Marta Maschio - presso i centri afferenti al gruppo rappresentano una percentuale bassa rispetto al totale dei pazienti con Epilessia Tumorale, e ciò che si rileva è inoltre la mancanza di interazione tra specialisti. Sebbene risulti del 60% la frequenza di riunioni tra neurochirurghi, radioterapisti e oncologi, tale percentuale necessita di essere ulteriormente ampliata al fine di garantire il massimo supporto al paziente, ai familiari e agli operatori che se ne fanno carico.” In altre parole, occorre sbloccare i flussi di comunicazione con se stessi, con le persone che ci circondano e con l’ambiente. E’ questa l’umanizzazione delle cure. “Ti Racconto Un Sogno” - Il Social Dreaming in Ospedale: La rielaborazione dei vissuti legati alla malattia oncologica, attraverso la condivisione collettiva dell’immaginario onirico, come chiave per ‘umanizzare’ la relazione tra paziente, familiare ed équipe sanitaria. Premessa - Il Social Dreaming è una tecnica di lavoro di gruppo che valorizza il contributo che i sogni possono offrire non solo alla comprensione del “mondo interno” dei sognatori ma anche della realtà sociale in cui essi sono immersi. Gordon Lawrence (Tavistock Institute of Human Relation di Londra) mise a punto questa tecnica, agli inizi degli anni ’80, partendo dall’intuizione che i sogni contengano informazioni fondamentali sull’ambiente sociale dei sognatori nel momento in cui stanno sognando, sviluppando inoltre un approccio al gruppo centrato sul concetto di “relazionalità” (“relatedness”) e sull’idea di “un gruppo di persone che sognano socialmente”. Nel corso degli anni, la tecnica del “Social Dreaming” è stata impiegata e sperimentata in vari contesti, in particolare in ambiti organizzativi e istituzionali. Gli incontri di Social Dreaming vengono definiti da G. Lawrence matrici (il termine matrice contiene la radice della parola latina “mater”, madre; é una fonte originale da cui qualcosa può essere creato.) Durante le matrici/sedute, i partecipanti presentano sogni che sono offerti al gruppo in modo che sia possibile stabilire legami e connessioni. I sogni vengono sviluppati attraverso “le libere associazioni”, impiegando l’amplificazione emotiva e tematica dei contenuti. “ Ti Racconto Un Sogno” Il Social Dreaming e l’Ire - “Ti racconto un sogno…” è un progetto-pilota di “umanizzazione competente”, messo a punto dall’equipe dell’Area di Supporto alla Persona con l’intento di coinvolgere tutti coloro che fanno parte della realtà ospedaliera : pazienti, familiari, volontari, medici, operatori sanitari. Con il termine “competente” ci si riferisce alla novità insita in questa particolare iniziativa che introduce uno strumento nuovo, semplice ma al contempo sofisticato, la cui gestione richiede la presenza di figure professionali qualificate (psichiatri e psicoterapeuti) che abbiamo maturato una significativa esperienza non solo con la dimensione più umana, intima della malattia oncologica, ma anche rispetto alle dinamiche inconsce e collusive che intercorrono tra utenza ed istituzione e che permeano “percorsi di cura” ospedalieri. L’ iniziativa intende promuovere un’esperienza conoscitiva di gruppo rivolta a tutti coloro che in qualche modo vivono e sono immersi nella realtà istituzionale ospedaliera del Regina Elena, con l’obiettivo di lavorare su quei blocchi, su quegli squilibri e sulle carenze relazionali che possono derivare da dinamiche emotive rimosse e disconosciute. L’ipotesi di fondo è che la rielaborazione dei vissuti legati alla malattia oncologica, stimolata dalla condivisione collettiva dell’immaginario onirico, possa rappresentare un utile strumento per riqualificare la comunicazione, e quindi la relazione, tra pazienti, famigliari ed equipe sanitaria, in altri termini per “umanizzarla”. “Ti racconto un sogno…”, è una rielaborazione del classico Social Dreamin-sd e della sua usuale applicazione in ambito oncologico, per accedere a scenari emotivi complessi e inquietanti, con i quali ci si confronta quando si ha a che fare la malattia oncologica, con i suoi percorsi e luoghi di cura, senza prescindere dal prezioso contributo proveniente dai pazienti e dai loro famigliari. Il Sd può costituire un utile strumento per analizzare e comprendere il contesto ospedaliero in cui “si cura” e “si viene curati”, per facilitare la creazione di “spazi protetti” in cui sperimentare nuove forme di comunicazione e di relazione. Durante lo scambio dei sogni e delle libere associazioni dei partecipanti, sono come annullati i ruoli e le competenze e l’unico ruolo che è consentito è quello di sognatore. Tali spazi sono essenziali per osservare la comunicazione e la condivisione dei vissuti comuni e non ai partecipanti in modo da trovare punti di vista nuovi e possibili soluzioni originali e creative ai problemi che riguardano la realtà sociale condivisa - nello specifico la vita in Istituto - che ha come elemento comune il viaggio attraverso l’esperienza oncologica. I gruppi esperienziali di Social Dreaming organizzati dall’Area di Supporto alla Persona si susseguiranno dal ottobre con una durata di circa due mesi ciascuno. La frequenza è settimanale ed ogni incontro/matrice ha la durata di un’ora e trenta minuti. Il numero di partecipanti al gruppo, che aderiranno spontaneamente, è di circa quindici persone che si disporranno in cerchio. Ciascun gruppo verrà seguito da un conduttore/facilitatore, ovvero una persona che, avendo maturato una competenza relativa alle manifestazioni - gli "effetti" - dell´inconscio, sia in grado di percepire quanto avviene nel gruppo e non solo di fornire "interpretazioni", ma soprattutto di accompagnare e facilitare i processi di comunicazione e di pensiero, suggerendo immagini che favoriscano la capacità di auto-rappresentazione del gruppo stesso. La particolare modalità di lavoro del gruppo, caratterizzata da uno scopo non terapeutico, è esplicitamente e programmaticamente "esperienziale". Nelle esperienze di “Social Dreaming” il significato che un sogno ha per il sognatore rimane sullo sfondo, mentre l’attenzione è portata sul suo significato sociale e tale spostamento di prospettiva ha spesso l’effetto positivo di spingere, almeno temporaneamente, sullo sfondo le questioni di potere, per concentrarsi invece sul pensiero di gruppo e sulla valorizzazione di modi di pensare “divergenti” rispetto al pensiero dominante. Viene dunque attivata una struttura aperta in cui circolano pensieri e informazioni che determinano continuamente una dimensione di condivisione e di “socializzazione” dell´esperienza. Il gruppo esperienziale è così collocato in una cornice istituzionale che ne traccia i confini nello spazio e nel tempo e ne determina la finalità: la conoscenza tramite l´esperienza di come si muove la mente in un gruppo che si è posto il compito di osservare ciò che accade al suo interno. È implicita in questo metodo l´idea che l´esperienza sia una costruzione e l´esito di un processo elaborativo che implica elementi di intersoggettività e di comunicabilità. Al termine degli incontri i partecipanti sono invitati a rielaborare la loro esperienza attraverso la stesura di una breve relazione, da scrivere nella più completa libertà e che, successivamente, sarà oggetto di analisi da parte dei conduttori. Peraltro, la relazione finale, si porrà anche come un momento di elaborazione del lutto, un modo di conservare memoria di un percorso che, essendo a termine, contiene fin dall´inizio l´idea di un’interruzione prevista ma, allo stesso tempo imposta e irrevocabile. Infine, durante l’ultimo incontro/matrice, uno spazio di lavoro viene dedicato ad una restituzione, da parte del conduttore al gruppo, per meglio comprendere e definire tutti i temi emersi dalle matrici, “traducendoli ” e rilanciandoli anche nei termini di proposte di nuovi "percorsi possibili" di lavoro e di strumenti alternativi di cooperazione e di scambio interpersonale.  
   
   
SANITÀ, MARONI: L´OBIETTIVO È SPENDERE MENO E MEGLIO  
 
Milano, 24 settembre 2013 - "Sulla sanità non c´è alcuna tensione, ma solo un dibattito aperto al contributo di tanti". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, conversando coni cronisti a margine dell´Assemblea generale Ance, a Milano. "E´ positivo che ci siano contributi diversi, anzi è una cosa che sollecito", ha spiegato il governatore, aggiungendo che "sarà poi la Giunta a fare da coordinamento e sintesi di tutte queste idee per arrivare, entro fine anno, a definire il nuovo sistema. Puntiamo a un risultato chiaro: spendere meno e spendere meglio, evitando quelle distorsioni che sono state rilevate anche dalla Magistratura, per offrire ai cittadini lombardi il migliore servizio possibile". "La mia ambizione - ha sottolineato Maroni - è garantire ai Lombardi una sanità che sia d´eccellenza in Europa, oltre che in Italia".  
   
   
LEGIONELLA NELL´ACQUA DI MOLTI HOTEL.  
 
Lecce, 24 settembre 2013 - Uno studio della rivista dei consumatori K-tipp in Germania ha rilevato la presenza di batteri in 25 strutture su un totale di 40. In alcuni casi i livelli superavano la soglia massima tollerata. La prudenza non è mai troppa, specie quando si parla di salute e l’associazione “Sportello dei Diritti” ogni qual volta si presenta un problema di salute pubblica in Italia o nei paesi contigui ma anche in quelli lontani, ritiene utile segnalare ciò che accade per informare e per evitare che situazioni analoghe si ripetano o si diffondono anche vicino o nella nostra stessa “casa”. Oggi Giovanni D´agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile evidenziare quanto denunciato dalla rivista dei consumatori tedesca K-tipp che ha focalizzato l’attenzione su una questione annosa ma troppo spesso sottovalutata dalla cittadinanza e dalle stesse istituzioni sanitarie dei paesi europei: la diffusione della legionella, il temibile batterio causa di gravi conseguenze cliniche che possono portare alla morte. Nel caso in questione, l’indagine ha riguardato la qualità dell´acqua di ben quaranta hotel della Svizzera tedesca. Ed i risultati sono sorprendenti per assolutamente poco tranquillizzanti: in 25 strutture sono state trovata tracce della legionella, e in 5 di esse il livello superava la soglia imposta dall´Ufficio federale della sanità pubblica (Ofsp). Con valori simili, i rischi di contaminazione sono molto elevati, ha rilevato un esperto dell´Ofsp in un’intervista ad un programma elvetico. In un esame, addirittura la concentrazione di legionella nell´acqua era di gran lunga superiore alla norma: 73mila contro una soglia tollerata di 10mila, con evidenti rischi per la salute. È noto che la legionella si sviluppa rapidamente in presenza di condizioni particolari, e altrettanto rapidamente può scomparire, ma è pur vero che vi sono luoghi dove è più facile che il batterio si annidi e proliferi, come quando vi sono impianti di condizionamento dell’aria o cisterne di approviggionamento dell’acqua. Gli alberghi, nella fattispecie, sono spazi ove nella pressoché generalità dei casi vi sono tali tipi d’impianti o serbatoi. È ovvio che un’adeguata manutenzione può limitare di gran lunga i rischi di proliferazione della legionella. Controlli che non sempre sono puntuali ed efficaci. Ecco perché le autorità sanitarie, specie nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, dovrebbero aumentare le attività di verifica al fine d’impedire sul nascere l’eventuale diffusione della temibile infezione.  
   
   
EFFICIENZA E RISPARMI NELLA SANITA’ PUBBLICA:VENETO ESCAPE SI AGGIUDICA IL PREMIO EGOV 2013. ECCELLENZA VENETA DISPONIBILE PER ALTRE REGIONI  
 
Venezia, 24 settembre 2013 – I referti online del progetto Veneto Escape si sono aggiudicati il premio nazionale eGov 2013 dedicato al tema “L’agenda Digitale parte dai territori”. L’iniziativa, che da fine 2012 consente a tutti i veneti di scaricare i propri referti via web, ha ottenuto il riconoscimento nella sezione “Efficienza interna”, assegnato dalla giuria, che lo ha scelto tra i 107 progetti partecipanti. “I successi di Veneto Escape – sottolinea l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto – quasi non fanno più notizia ma rivolgo al Consorzio, ancora una volta, i miei più sinceri complimenti. La digitalizzazione dei servizi sanitari ai cittadini è oggi un fiore all’occhiello della sanità veneta, che fa risparmiare 120 milioni l’anno alla gente e rende immediata ed efficace un’operazione che prima richiedeva tempo, spostamenti e spese per ritirare un referto ad uno sportello”. “Un premio che valorizza ancora una volta un’esperienza che oggi rappresenta il servizio di eGov maggiormente utilizzato dai veneti – sottolinea il presidente di Arsenàl.it Claudio Dario – un esempio di democrazia partecipativa tenendo, conto che il 60% dei referti prodotti in Veneto oggi sono scaricati online con punte che, in alcune realtà, superano il 90%”. “Risultati che rappresentano elementi prioritari nel percorso avviato per la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale un progetto che attualmente vede l’intero sistema della sanità veneta, operatori in primis, fortemente impegnato con l’obiettivo prioritario di migliorare la qualità di cura, valorizzando esperienze e ottimizzando risorse. E tutto ciò grazie a soluzioni di sanità digitale che rendono più sostenibili i servizi sanitari regionali”. Nella motivazione per l’assegnazione viene sottolineato come “la rilevante numerosità dei soggetti coinvolti dimostra che è possibile estendere un progetto di successo, ottenendo grandi risparmi complessivi. L’iniziativa, inoltre, rappresenta un progetto pilota nell’ambito sanitario con riferimento al macrotema del Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse)”. Veneto Escape è il progetto di riuso che ha consentito alle 23 aziende sociosanitarie e ospedaliere venete la gestione digitale del ciclo di firma, certificazione, archiviazione, estrazione, distribuzione e conservazione dei referti digitali. Concluso nel 2012, permette oggi alla popolazione veneta, quasi 5 milioni di abitanti, di scaricare i propri referti dal sito internet delle aziende sociosanitarie e ospedaliere di riferimento, senza doversi recare allo sportello. Il progetto della Regione Veneto coordinato dal Consorzio Arsenàl.it - Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la sanità digitale che ha come socie le 23 aziende ulss e ospedaliere venete - ha permesso di ridurre i tempi di refertazione del 61,3%. Inoltre, non solo la pratica di riuso ha garantito di migliorare l’applicazione di scarico referti, rendendola più facilmente adattabile ad altri contesti, ma anche di mettere a disposizione dati certificati di utilizzo e risparmio economico. 120 milioni di euro ogni anno risparmiano i cittadini veneti che non si devono più spostare e perdere tempo in fila agli sportelli per ritirare i referti e 56 milioni di euro in tre anni a disposizione delle aziende sanitarie della Regione per migliorare i servizi, tenendo conto del personale impiegato e dei materiali consumati nel ciclo cartaceo.  
   
   
LOMBARDIA: CORRE PER LA PREVENZIONE  
 
Milano, 24 settembre 2013 - Il vice presidente Mario Mantovani si è iscritto e ha partecipato domenica 22 ottobre alla manifestazione "Innovation Running-marcia della Salute" che si è svolta all´ Arena di Milano. L´assessore alla Salute, in abiti da maratoneta, ha percorso tutta la marcia non competitiva di circa 7 chilometri, e giunto al traguardo ha subito ricordato "Oggi vince chiunque stia partecipando a questa bellissima manifestazione che vede correre, passeggiare e stare insieme migliaia di persone: volontari del soccorso e dell´assistenza, anziani, donatori dell´Avis, operatori sanitari e cittadini che condividono il nostro invito alla prevenzione, al rispetto dei sani stili di vita, alla sana attività fisica". La grande manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa 4mila persone (tra iscritti alla maratona e pubblico), è stata organizzata dall´Avis e promossa dall´Assessorato alla Salute di Regione Lombardia. Centinaia Di Esami Nel Villaggio Della Salute - Centinaia di persone hanno visitato il "Villaggio della Salute", allestito all´Arena Civica ´Gianni Brera´ di Milano e voluto da Mantovani nel contesto della manifestazione "Innovation Running-marcia della Salute". Nei cinque gazebo a disposizione dei cittadini vi erano altrettante équipe sanitarie dell´ Asl Milano, della Fondazione Irccs Ca´ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, dell´Ospedale Niguarda, dell´ Istituto dei Tumori e dall´assessorato alla Salute di Regione Lombardia. Esami Preventivi - Un modo per entrare in contatto diretto con professionisti della sanità e avvicinarsi in modo informale alla prevenzione con il fine di acquisire una maggiore consapevolezza nei confronti delle proprie abitudini e porre degli adeguati correttivi, che ha attratto moltissimi curiosi. Medici e infermieri sono stati infatti a disposizione di chiunque chiedesse loro informazioni sulle proprie condizioni di salute o consigli utili per iniziare a condurre uno stile di vita più appropriato. Gli esami e i test più richiesti sono stati il controllo della pressione arteriosa, della saturimetria, del fundus oculi, della glicemia e la determinazione dell´Indice di Massa Corporea (Bmi). Si tratta proprio dei parametri che è consigliato tenere sotto controllo per mantenere un buono stato di salute e prevenire in modo particolare le malattie cardiovascolari.  
   
   
ASL3 PISTOIA: 6.000 I MALATI DI ALZHEIMER NELLA PROVINCIA PISTOIESE, OGGI LA GIORNATA MONDIALE A PISTOIA UN´ESPERIENZA PILOTA CHE AIUTA I PAZIENTI E LE FAMIGLIE  
 
Pistoia, 24 settembre 2013 - Sono 6.000 nella Provincia di Pistoia i malati di Alzheimer, la terribile malattia degenerativa che distrugge lentamente le cellule del cervello e provoca un deterioramento progressivo delle funzioni cognitive come la memoria. Si tratta per lo più di anziani con oltre 75 anni di età, fa sapere Carlo Adriano Biagini, responsabile della unità operativa di Geriatria della Ausl3, che rappresentano anche un carico assistenziale per i loro familiari. L’alzheimer, infatti, è anche una malattia sociale e, purtroppo, al momento, senza speranza di guarigione. E’ una malattia molto complessa, che di solito si sviluppa lentamente con una durata media di una decina di anni, e prendersi cura di queste persone richiede dedizione costante. Oggi è la Xx Giornata Mondiale Alzheimer in occasione della quale l’Azienda Sanitaria e il Comune di Pistoia intendono ricordare che a Pistoia dal 2007 esiste “Caffè Alzheimer”, lo spazio realizzato all’interno della Fabbrica delle Emozioni dove i familiari possono riunirsi settimanalmente tra loro e lasciare i malati assieme agli operatori. In pratica è un luogo dove, assaporando bibite e pasticcini vengono affrontate tematiche relative al disturbi della sfera comportamentale e alla perdita dell’autonomia. In questo modo i familiari hanno la possibilità di ricevere informazioni sulla gestione della malattia e godere di un tempo e di uno spazio a loro dedicato e centrato sulle loro esigenze. Si tratta di un’esperienza tra le prime del genere a livello nazionale che ha permesso lo svolgimento di tantissime attività (lo spazio e molto ampio e il malato può muoversi senza ostacoli) e ha dato sostegno concreto ai parenti in un contesto sereno ed amichevole. La musica dal vivo crea un clima armonico in cui viene facilitata la condivisione delle proprie esperienze e la presenza di professionisti esperti (assistente sociale, educatore professionale, geriatra, infermiere geriatrico, operatore socio sanitario, ecc…) fornisce un apporto conoscitivo sulla malattia. In questi anni c’è stato un incremento progressivo del numero dei partecipanti ed attualmente sono circa 60 i malati e i familiari che frequentano il “Caffè”.  
   
   
LOMBARDIA: OLTRE 4 MILIARDI L´ANNO PER LA CECITÀ  
 
Milano, 24 settembre 2013 - "E´ necessaria la corresponsabilità generalizzata di tutto il mondo medico". "I medici di medicina generale sono i professionisti della prima linea e devono avere un confronto costante con i loro colleghi degli ospedali, con gli specialisti, con il mondo della ricerca". Queste due affermazioni del vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, intervenuto dopo le 17 di oggi nella sala conferenze del Gruppo Il Sole 24 ore a Milano, al convegno organizzato da Novartis e Alcon intitolato ´Il valore della vista. La salute degli occhi tra bisogni e realtà´, sintetizzano il suo pensiero in merito alla necessità di condividere con tutti gli operatori della sanità l´importanza di coniugare una migliore qualità delle prestazioni sanitarie con il risparmio prodotto dalla lotta contro gli sprechi. "Uno studio condotto dall´Università Luiss di Roma ha evidenziato come nel nostro Paese le patologie che causano cecità hanno un impatto economico di circa 4,4 miliardi di euro all´anno, di cui 2,8 miliardi di costi sanitari, mentre il resto viene utilizzato per finanziare gli strumenti assistenziali (circa 1 miliardo in sussidi/pensioni), tasse, istruzione/cultura e aiuti vari. Senza contare i costi derivanti dalla perdita di produttività" ha evidenziato l´assessore Mario Mantovani, sottolineando come Regione Lombardia abbia da sempre mostrato grande attenzione per le malattie della vista in considerazione del rilevante impatto individuale e sociale che esse hanno e del loro aumento correlato all´invecchiamento della popolazione. Sul territorio lombardo sono infatti attive 72 strutture sanitarie per la cura e la prevenzione delle malattie che possono causare gravi disturbi visivi e di queste 12 sono centri di riabilitazione funzionale.  
   
   
UGO NESPOLO FIRMA LA COPERTINA DEI 30 ANNI DEL GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA  
 
Torino, 24 settembre 2013 - Di fronte ad una platea di oltre 100 invitati tra i quali rappresentanti delle Istituzioni, delle aziende farmaceutiche, medici e ricercatori, direttori sanitari, giornalisti, docenti e studenti dell’Istituto Europeo di Design di Torino si è svolto martedì 17 settembre u.S. L’evento di celebrazione dei 30 anni di pubblicazioni del Giornale Italiano di Nefrologia nella suggestiva cornice del salone delle conferenze del Circolo dei Lettori al Palazzo Graneri Della Roccia a Torino. Organizzato dalla Società Italiana di Nefrologia, l’appuntamento ha voluto celebrare il considerevole traguardo dei 30 anni di attività del più autorevole organo di informazione ufficiale medico nefrologica a livello nazionale la cui copertina è stata realizzata per l’occasione dal Maestro Ugo Nespolo, pittore e scultore italiano di fama internazionale. “L’iniziativa di questa prestigiosa rivista di medicina - ha dichiarato Ugo Nespolo - dimostra come arte e scienza non siano ambiti contrapposti, ma si possano coniugare bene poiché si fondano entrambe su principi di regolarità e di ordine e si concretizzano sulla costruzione di un progetto. Sono infatti convinto che l’arte non sia mai il prodotto di un caos istintuale, né un’esplosione improvvisa di estro creativo - ha aggiunto - ma l’esito di una continua contaminazione tra livelli e spazi di percezione e di coscienza. Interpretare realtà come la salute, la malattia, la cura e il benessere per me significa quindi dar forma e colore a concetti che fanno parte della nostra umanità. E avvicinare di più l’arte alla vita”. Con periodicità bimestrale e pubblicata on-line dal 2013 dalla società informatica Tesi - il Giornale Italiano di Nefrologia ( www.Giornaleitalianodinefrologia.it ) si rivolge ai medici nefrologici italiani che rappresentano la seconda società scientifica, dopo quella americana, per numero di pubblicazioni e contributi nefrologici nel panorama mondiale e rappresenta un prezioso strumento di educazione continua e aggiornamento professionale sotto forma di rassegne, casi clinici, notiziari e atti dei congressi. Oltre al celebre artista, all’evento hanno preso parte, in qualità di relatori anche Giovambattista Capasso, Presidente della Società Italiana di Nefrologia Giancarlo Marinangeli, Segretario della Società Italiana di Nefrologia, Biagio Di Iorio, Editor in Chief del Giornale Italiano di Nefrologia, Giusto Viglino, Responsabile sito web e mezzi di comunicazione della Società Italiana di Nefrologia, Danilo Manassero ed Emanuela Genesio, Docenti dell´Istituto Europeo di Design di Torino. Tutti i partecipanti sono stati omaggiati con una stampa autografata del lavoro del Maestro Ugo Nespolo. Inoltre durante l’evento è stata allestita anche un´esposizione delle opere realizzate da giovani artisti e designer dell´Istituto Europeo di Design di Torino per il progetto Kidney Wellness - Copertine D´autore del Giornale Italiano di Nefrologia.