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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Marzo 2008
PARLAMENTO EUROPEO AUMENTARE DEL 2% LE QUOTE LATTE, MA SU BASE VOLONTARIA  
 
Strasburgo, 13 marzo 2008 - Il Parlamento europeo appoggia l´aumento del 2% delle quote a partire dal 1° aprile 2008. Tuttavia suggerisce di lasciare ai singoli Stati membri la facoltà di decidere se procedervi o meno. Chiede inoltre che i prelievi per il superamento delle quote 2008/2009 sia realizzato unicamente se la soglia globale Ue venisse superata, dopo una compensazione tra gli Stati membri. Il Parlamento chiede anche un ulteriore aumento delle quote per gli Stati membri in cui sono tradizionalmente deficitarie. Per rispondere alla crescente domanda europea e mondiale, la Commissione ha proposto di procedere all’aumento del 2% delle quote latte di tutti gli Stati membri a decorrere dal 1° aprile 2008, ossia 2,85 milioni di tonnellate supplementari di latte, da aggiungere agli attuali 145,7 milioni di tonnellate. Approvando con 531 voti favorevoli, 104 contrari e 22 astensioni la relazione consultiva di Elisabeth Jeggle (Ppe/de, De) accoglie con favore la proposta, tuttavia suggerisce di consentire agli Stati membri di aumentare del 2% rispetto alla loro attuale dotazione le proprie quote ma «su base facoltativa». Fermo restando, comunque, «che non tutti gli Stati membri attualmente utilizzano l´integralità delle quote loro assegnate e che alcuni Stati membri non si avvarranno dell´aumento in questione». La quota italiana passerebbe così da 10. 530. 060 a 10. 740. 661,2 tonnellate (nel 2006/2007, l´Italia aveva superato la propria quota di 617. 623,252 tonnellate). I deputati precisano inoltre che l´aumento delle quote lattiere a decorrere dal 1° aprile 2008 «non anticipa i risultati dell´analisi del mercato del latte e dei prodotti lattiero-caseari nel quadro della "valutazione dello stato di salute" della politica agricola comune». Chiedono poi alla Commissione di presentare, entro il 1° gennaio 2009, un´analisi delle ripercussioni economiche, sociali e ambientali dell´aumento delle quote, «con un´attenzione particolare per le regioni di montagna ed altre regioni in cui le condizioni di produzione sono altrettanto difficili». Il Parlamento chiede che, per la campagna 2008/2009, sia realizzato un prelievo per superamento delle quote solo per il latte e i prodotti lattiero-caseari commercializzati in eccesso rispetto alla quota nazionale stabilita solo se, dopo aver proceduto a una compensazione tra i paesi che hanno superato le proprie quote e quelli che le hanno invece sotto-utilizzate, «sussiste un eccedenza complessiva a livello Ue». I deputati osservano infatti che, per l´insieme dell´Ue, si registra un sottoutilizzo delle quote pari a 1,9 milioni di tonnellate, con 18 Stati membri su 27 che producono quantitativi inferiori alle rispettive quote nazionali. Notano, inoltre, che la Commissione si attende per la campagna 2007/08 un sottoutilizzo di 3 milioni di tonnellate. Con 208 voti favorevoli, 449 contrari e 16 astensioni, l´Aula ha respinto tre emendamenti presentati dall´Uen - primo firmatario Sergio Berlato (Uen, It) - che chiedevano di portare al 3% l´aumento delle quote latte. Dell´ocm latte si parla anche nella relazione di Lutz Goepel (Ppe/de, De) sullo stato di salute della Pac, approvata dal Parlamento con 510 voti favorevoli, 88 contrari e 80 astensioni. Consapevoli del fatto che l´attuale regime delle quote lattiere nella sua forma attuale «non verrà presumibilmente proseguito oltre il 2015», i deputati invitano la Commissione a presentare, per il periodo successivo al 2015, un piano convincente per il settore lattiero, che garantisca la continuazione della produzione di latte in Europa, «anche in zone montane, in zone periferiche e in zone con difficoltà specifiche». Nel frattempo occorre stabilizzare o rafforzare le posizioni di mercato e garantire un "atterraggio morbido" del comparto lattiero-caseario europeo, preferibilmente mediante aumenti strutturali delle quote. In risposta alle variazioni della domanda sui mercati mondiali, le quote dovranno essere aumentate del 2% nella campagna lattiera 2008/2009 su base volontaria per ciascuno Stato membro, per essere riviste su base annuale. Va poi esaminata la possibilità di un aumento non lineare delle quote nazionali al fine di introdurre ulteriori incrementi «per gli Stati membri in cui le quote di produzione sono tradizionalmente deficitarie». Il Parlamento chiede, inoltre, una riduzione sostanziale del superprelievo per la campagna lattiera 2009/2010, alla quale dovranno seguire altre diminuzioni negli anni successivi. Sollecita infine particolari misure di accompagnamento al fine di prevenire l´abbandono della produzione lattiera nelle regioni montane e in altre regioni con particolari difficoltà, nei casi in cui non esistano alternative alla produzione lattiera tradizionale o in cui l´abbandono dell´attività agricola si tradurrebbe nella perdita di importanti ambienti naturali. . .  
   
   
IL FUTURO DELLA PAC È NEI PRODOTTI TRADIZIONALI DI QUALITÀ  
 
Parlamento Europeo - Tutela di Dop e Igp, marchio europeo di qualità, indicazione dell´origine in etichetta e misure contro le speculazioni. E´ quanto sollecita il Parlamento chiedendo di fornire gli aiuti Pac solo ai veri agricoltori, abolire il set-aside e gli aiuti alle colture energetiche, senza estendere la condizionalità. Occorre poi procedere a un più rapido disaccoppiamento, mantenere l´intervento e promuovere assicurazioni multirischio. Al posto della degressività propone una modulazione progressiva. Con 510 voti favorevoli, 88 contrari e 80 astensioni, il Parlamento ha adottato la relazione Lutz Goepel (Ppe/de, De) che accoglie con favore gli adeguamenti tecnici derivanti dalla comunicazione della Commissione sullo "stato di salute" della politica agricola comune (Pac). I deputati sottolineano anzitutto che l’agricoltura, insieme all´industria alimentare ad essa collegata, «rappresenta uno dei maggiori settori dell´economia dell´Ue», determina la sua sicurezza alimentare e partecipa in grado sempre maggiore alla definizione della sicurezza energetica. Ritengono, inoltre, che una Pac basata su un modello agrario europeo economico, ecologico e sociale, capace di garantire la sostenibilità e la sicurezza alimentare, «sarà necessaria anche in futuro». Ma, ammoniscono, «occorre proseguire sulla via fruttuosa delle riforme, potenziando ulteriormente lo sviluppo rurale». La riforma della Pac del 2003, a loro parere, è stata, nei suoi aspetti essenziali, «un notevole successo». Ha infatti permesso di accrescere considerevolmente la trasparenza e l´efficacia della Pac, rafforzando nel contempo la responsabilità degli agricoltori e il loro orientamento ai bisogni del mercato. Occorre quindi proseguire tale processo, a condizione che siano mantenuti intatti fino al 2013 i fondi agricoli del primo pilastro. D´altra parte, sottolineano la necessità di proseguire «una decisa semplificazione amministrativa» della Pac e delle molte direttive e regolamenti Ue «al fine di alleviare l´onere per gli agricoltori». Ma tale semplificazione, avvertono, non deve dar luogo «a una rinazionalizzazione della Pac o a un´ulteriore riduzione degli aiuti». Il Parlamento insiste poi sulla difesa del concetto di agricoltura «sostenibile, competitiva e multifunzionale», il cui obiettivo fondamentale sia l´approvvigionamento della popolazione con alimenti sani e sicuri, in quantità sufficienti e a prezzi ragionevoli. D´altra parte, appoggia «in linea di principio» l´integrazione degli obiettivi generali nella Pac, come la sicurezza alimentare, la coesione territoriale, la protezione dei consumatori, dell´ambiente, del clima e degli animali, le energie rinnovabili e la biodiversità. Ma sottolinea che ciò non deve mettere in questione la produzione nelle regioni montane, svantaggiate, periferiche e insulari dell´Ue, che applicano metodi di produzione estensiva e producono in ampia misura per il mercato locale. Tutelare le indicazioni geografiche e indicare l´origine dei prodotti in etichetta Se l´Ue impone requisiti rigorosi ai suoi agricoltori e produttori, afferma il Parlamento, essa deve anche assicurare che gli stessi requisiti siano soddisfatti da quanti esportano i loro prodotti agricoli in Europa. E insiste affinché gli obiettivi generali summenzionati siano inclusi nei negoziati Omc. La Commissione deve quindi mettere a punto con urgenza una strategia organica per difendere «i fattori europei di carattere non commerciale» in sede di negoziati mondiali sul commercio al fine di evitare la concorrenza sleale. Si tratta, in particolare delle questioni legate al benessere degli animali e dello stato sanitario dei prodotti animali e vegetali importati, così come al riconoscimento e alla protezione delle indicazioni geografiche. A quest´ultimo proposito, i deputati sottolineano che la condizione per qualsiasi accordo sull´agricoltura nel quadro dell´Omc consiste nel pervenire ad un accordo sulla proprietà intellettuale che copra le indicazioni geografiche. Anche perché «la forza e il futuro dell´agricoltura europea» risiedono nei prodotti regionali, tradizionali e in altre categorie di prodotti di riconosciuta alta qualità e di valore aggiunto. A tale riguardo, il Parlamento invita la Commissione a istituire un "marchio europeo" per identificare la qualità della produzione agricola e alimentare dell’Ue sul mercato europeo e sui mercati internazionali e per identificare le norme severe in materia di ambiente, benesssere degli animali e sicurezza alimentare in base alla quale si svolge la produzione. La invita inoltre a presentare un piano globale mirante a migliorare la commercializzazione, nell´Ue e all´estero, dei prodotti europei di alta qualità. Occorre quindi aumentare gli stanziamenti destinati a campagne d´informazione e di promozione sui mercati interno ed esterno e sostenere le organizzazioni di produttori nella concezione e nell’intensificazione delle loro attività o altre forme di organizzazioni di filiera. Ma è anche necessario introdurre un´etichettatura adeguata, che preveda, in particolare, l´indicazione di origine delle materie prime agricole impiegate e che sia più chiara e trasparente per i consumatori. Approvando un emendamento della Gue/ngl, il Parlamento invita poi la Commissione e gli Stati membri a adottare le misure necessarie «per evitare che imprese del settore svolgano attività speculative, acquisiscano posizioni dominanti nei mercati dei generi alimentari o formino oligopoli». E ciò «sfruttando l´attuale assenza di norme legislative o di controlli, le carenze organizzative dei produttori e dei consumatori e la mancanza di infrastrutture adatte» e «avendo come scopo esclusivo l´incremento dei profitti, la riduzione dei prezzi al produttore e l´imposizione di prezzi elevati per i consumatori». Aiutare solo i veri agricoltori e accelerare il disaccoppiamento Il Parlamento respinge una riduzione del bilancio complessivo del primo pilastro per il periodo che va fino al 2013 e invita la Commissione a proporre misure idonee finalizzate a garantire che la totalità dei pagamenti diretti «vada solo a beneficio delle persone e delle imprese che lavorano effettivamente nell´agricoltura». Ritiene inoltre che tutti gli stanziamenti di bilancio destinati all´attuazione della Pac che sono stati risparmiati o non sono stati utilizzati debbano essere spesi nel quadro di quest´ultima. Allo stesso tempo, i deputati si oppongono a «qualsiasi discriminazione basata sulle dimensioni dell´azienda e sulla forma giuridica in sede di pagamenti diretti». Questi ultimi, a loro parere, «continueranno ad essere necessari anche dopo il 2013», in quanto garanzia di reddito di base, ma anche come remunerazione per la fornitura di beni comuni e come compensazione per le norme in materia di ambiente, di approvvigionamento e sicurezza alimentare, di tracciabilità e di benessere animale nonché in campo sociale. Queste norme, infatti, sono «estremamente rigorose raffrontate su scala internazionale». Ma i pagamenti diretti, insistono, dovranno basarsi «su nuovi criteri oggettivi», come l’occupazione diretta generata dalle aziende agricole. Oppure, dovranno assumere maggiormente la forma di un premio destinato agli agricoltori per la gestione del suolo o di un indennizzo per taluni servizi effettivi di interesse generale. D´altro canto, rilevano che il livello dei pagamenti non sempre sembra essere commisurato agli sforzi compiuti dagli agricoltori in questo senso. Il Parlamento accoglie con favore la proposta della Commissione di concedere agli Stati membri su base volontaria maggiore flessibilità nel passaggio verso una separazione dei pagamenti diretti dai valori di riferimento storici e verso un sistema più uniforme. La invita peraltro a chiarire se sia realizzabile entro il 2013 una transizione più rapida su base volontaria verso un premio unico regionale o nazionale per superficie per quanto riguarda i pagamenti disaccoppiati. Nel ritenere che il disaccoppiamento dei pagamenti diretti abbia in generale condotto con successo a orientare l’agricoltura europea verso il mercato, invita quindi la Commissione ad applicare tale politica «a ritmo più sostenuto», a meno che ciò non risulti in svantaggi considerevoli sul piano socioeconomico e/o ambientale in determinate regioni. I deputati ritengono infatti che il disaccoppiamento completo dei premi per capo di bestiame possa comportare svantaggi di questo genere nelle regioni montane e con difficoltà specifiche (isole, zone secche e umide, regioni ultraperiferiche, ecc. ) ove non esiste alcuna alternativa all´allevamento ad intensità di manodopera relativamente elevata. Per il momento è quindi «ragionevole» il mantenimento parziale dei premi accoppiati per animale. L´aula ha anche respinto con 484 voti contrari un emendamento che chiedeva di non trasferire il 50% dei pagamenti diretti del settore del tabacco verso lo sviluppo rurale nel 2010, al fine di assicurare parità di trattamento dei tabacchicoltori rispetto agli altri agricoltori. Il Parlamento accoglie con favore la preannunciata modifica della disposizione in base alla quale gli Stati membri possono trattenere fino al 10% dei massimali nazionali per incentivare attività agricole di particolare rilevanza ambientale o per migliorare la qualità e la commercializzazione dei prodotti agricoli (articolo 69). Ritiene tuttavia che questo strumento non debba essere utilizzato «per introdurre surrettiziamente una modulazione volontaria e un doppio rafforzamento del secondo pilastro», né condurre a una rinazionalizzazione della Pac e che occorra garantire, nei limiti del possibile, condizioni omogenee tra Stati membri. Gli stanziamenti erogati a questo titolo, pertanto, dovrebbero essere destinati in via prioritaria a favore di misure di rafforzamento dei singoli settori, e in particolare a favore di quelle intese a prevenire l´abbandono della produzione agricola nelle regioni sensibili. Ma anche a favore di misure miranti alla ristrutturazione e al rafforzamento dei settori agricoli chiave (settori lattiero-caseario e dell’allevamento bovino e ovino), nonché di misure ambientali (come l´agricoltura biologica) non contemplate finora nello sviluppo rurale, e della gestione dei rischi. Abolire set aside e aiuti alle colture energetiche, no all´estensione della condizionalità Il Parlamento chiede l´immediata abolizione dell´obbligo di ritiro dei seminativi dalla produzione, poiché ritiene che tale strumento abbia «perso la sua ragione d´essere» in un sistema di aiuti diretti disaccoppiati e si rivela, oltretutto, «estremamente oneroso sul piano amministrativo». Preme quindi per una conversione dei diritti di ritiro in diritti normali. Per i deputati, inoltre, occorre abolire gradualmente il regime di aiuti alle colture energetiche poiché anche queste «sono particolarmente onerose sotto il profilo amministrativo e presentano vantaggi scarsi o inesistenti in termini di politica energetica sul mercato attuale». Gli stanziamenti non utilizzati a seguito dell’abolizione del premio alle colture energetiche dovrebbero poi essere messi a disposizione di misure di accompagnamento nel quadro dell´organizzazione del mercato lattiero, in particolare nelle regioni di montagna e in altre regioni con difficoltà specifiche. D´altra parte, il Parlamento ritiene che la produzione di energie rinnovabili di origine agricola non può avvenire «a scapito dell’allevamento e della sicurezza alimentare delle popolazioni in Europa e nel mondo, della sostenibilità e della biodiversità». Chiede pertanto alla Commissione di realizzare una valutazione dell’impatto della promozione di energie rinnovabili e che siano destinati fondi adeguati alla ricerca e all´introduzione di tecnologie energetiche recenti ed efficienti che sfruttino appieno la biomassa (ad esempio biocarburanti della seconda generazione). A fronte del calo dei pagamenti diretti, il Parlamento respinge inoltre ogni ampliamento del campo di applicazione della condizionalità «fintantoché gli Stati membri e la Commissione non registreranno progressi significativi sulla via della semplificazione e dell´armonizzazione delle disposizioni di controllo». Chiede poi che si metta fine agli «oneri sproporzionati» che gravano sull´allevamento per effetto della condizionalità, sollecitando un esame critico di alcune norme igieniche e di marcatura (ad esempio marchi auricolari). Ritiene, d´altra parte, che la condizionalità debba limitarsi al controllo delle norme essenziali del modello produttivo europeo e delle norme che possono essere soggette a controlli sistematici e armonizzati nei vari Stati membri. No alle degressività, sì alla modulazione progressiva Il Parlamento respinge la proposta della Commissione relativa alla degressività (riduzione fino al 45%) nella sua forma attuale, «in quanto non stabilisce una chiara connessione tra le dimensioni e la ricchezza di un’azienda e non tiene conto nel calcolo della manodopera necessaria per gestire un’azienda agricola di grandi dimensioni». A suo parere, questa «discriminerebbe ingiustificatamente le aziende o associazioni agricole e condurrebbe a una perdita di posti di lavoro e alla frammentazione di strutture competitive mature». Con l´unica conseguenza di determinare scissioni aziendali «solamente per motivi legati alle sovvenzioni», provocando danni strutturali in alcune regioni d´Europa. La degressività e/o la definizione di massimali, per i deputati, sono accettabili solo a condizione che si instauri un sistema che permetta di tenere conto del numero di lavoratori a tempo pieno coperti dalla previdenza sociale, di talune strutture aziendali (imprese condotte da più famiglie, organizzazioni cooperative, ecc. ) o dei costi totali della manodopera, al fine di ridurre la degressività. La Commissione deve inoltre tenere presente che è opportuno «non svantaggiare le aziende più piccole riunite in un’unica persona giuridica al fine di creare economie di scala» e divenire più competitive. Gli eventuali fondi risultanti dalla degressività, d´altra parte, dovrebbero restare nelle regioni o Stati membri interessati. Ritenendo inammissibile un´ulteriore riduzione dell´8% dei pagamenti diretti, a fronte delle numerose richieste di riduzione dei grandi pagamenti, il Parlamento suggerisce di prevedere una modulazione progressiva, tenendo conto della struttura dell’azienda agricola (associazioni, ecc. ), dell’organizzazione del lavoro e/o del costo della manodopera e dei tipi specifici di produzione nei diversi sistemi di pagamento diretto. Propone quindi il sistema seguente: Pagamenti diretti di 10. 000 - 100. 000 euro: - 1% (per l´intero periodo 2009-2013) • Pagamenti diretti di 100. 000 - 200. 000 euro: - 2% (per l´intero periodo 2009-2013) • Pagamenti diretti di 200. 000 - 300. 000 euro: - 3% (per l´intero periodo 2009-2013) • Pagamenti diretti di oltre 300. 000 euro: - 4% (per l´intero periodo 2009-2013). La modulazione facoltativa dovrebbe inoltre essere sostituita dalla modulazione obbligatoria. Mantenere l´intervento e promuovere le assicurazioni In considerazione del previsto aumento di rischi ambientali, climatici ed epidemici nonché delle notevoli fluttuazioni dei prezzi sui mercati agricoli, i deputati ritengono che sia «di vitale importanza» adottare misure supplementari di prevenzione dei rischi che fungano da rete di sicurezza. Per ovviare alle lacune del mercato, è quindi opportuno mantenere il sistema di intervento, «trasformandolo in una vera e propria rete di sicurezza per le circostanze eccezionali e dotandolo di norme basate sull´evoluzione del mercato mondiale». Il Parlamento chiede poi lo sviluppo urgente di sistemi di assicurazione privati o misti, quali le assicurazioni multirischio e invita la Commissione ad esaminare l´introduzione o la promozione in futuro di un regime comunitario di riassicurazione per far fronte ai problemi derivanti da catastrofi climatiche o ambientali. Ritiene peraltro che, in una prima fase, occorra creare fonti di finanziamento per sovvenzionare a livello nazionale o regionale sistemi di assicurazione contro i rischi a partire dal 2009, tenendo conto dei diversi potenziali di rischio in Europa. Ma le misure di gestione e prevenzione dei rischi non devono tradursi nella reintroduzione di misure di sostegno basate sulla produzione. Per quanto riguarda l´Ocm dei prodotti lattiero caseari, si veda il comunicato sulla votazione della relazione Jeggle ("Aumentare del 2% la quote latte, ma su base volontaria"). .  
   
   
UN CAVEAU SOTTERRANEO FUNGE DA DISCO DI BACKUP PER LE COLTURE DEL MONDO  
 
Sull´isola norvegese di Svalbard, che è ricoperta di ghiaccio, è stato scavato un caveau sotterraneo nel permafrost per custodire campioni di semi provenienti da tutto il mondo. Questa collaborazione internazionale tra scienziati e governi ospita delle preziose risorse genetiche che ci potranno aiutare ad adattare la produzione di cibo ai cambiamenti climatici. Poiché tre quarti della biodiversità delle colture sono andati persduti nell’arco dell´ultimo secolo, era necessaria un´azione drastica per garantire che le colture che ci rimangono non facessero la stessa fine. Questa azione è iniziata alla fine di febbraio, quando il Global Seed Vault (caveau globale dei semi) ha aperto i suoi battenti. Nel giro di poche ore dalla grande inaugurazione, circa 268. 000 campioni di semi contenenti oltre 100 milioni di singoli semi provenienti da 220 Paesi, erano già a posto, catalogati e con il proprio codice. I campioni sono stati inviati da 20 diversi istituti di ricerca e collezioni nazionali di semi. Alla fine il caveau potrà contenere oltre due miliardi di semi. Il caveau è stato costruito dalla Norvegia. I costi dell´operazione vengono sostenuti da donazioni governative e private, che comprendono circa 13 Mio Eur dal Regno Unito, 8 Mio Eur dall´Australia, 7 Mio Eur dalla Germania e 4 Mio Eur dagli Usa. Mentre la temperatura all´interno del caveau si mantiene attorno allo zero, la temperatura ottimale di conservazione per i semi è di -19° C. Sin da novembre sono quindi in funzione all´interno del caveau dei grossi refrigeratori. Oltre 150 metri al di sotto del permafrost, il tunnel di ingresso al caveau dei semi è stato progettato per resistere a esplosioni e terremoti. Un sistema automatizzato garantisce una stretta sorveglianza e nessuno possiede tutti i codici per l´accesso. Queste precauzioni sono la conseguenza di danni e distruzioni arrecati a precedenti banche nazionali dei semi. Quelle in Afghanistan e Iraq furono distrutte da saccheggiatori interessati ai contenitori in plastica in cui si trovavano i semi. Nelle Filippine un tifone abbatté un muro della banca dei semi locale, distruggendo numerosi campioni. La banca non solo conserverà campioni che potrebbero andare perduti a causa del riscaldamento globale, ma faciliterà anche lo studio della genetica delle colture. Poter disporre di così tanti campioni catalogati e in uno stesso posto, sarà di aiuto a quegli scienziati che desiderano identificare il materiale genetico e i ceppi di piante che meglio riescono a sopportare i mutamenti ambientali, ad esempio cereali con fusti in grado di resistere a forti venti. Le basse temperature a Svalbard garantiranno inoltre la protezione dei semi anche in caso di mancanza di corrente elettrica. ´Ci troviamo all´interno di una montagna nell´Artico perchè volevamo un posto davvero molto sicuro che funzionasse autonomamente,´ ha detto Cary Fowler, presidente del Global Crop Diversity Trust, l´organizzazione non-profit che gestisce il caveau. I laboratori per semi stanno solo iniziando a diventare una priorità. Mentre nel passato potevano essere considerati il dominio di hobbisti e agricoltori, c´è ora una crescente consapevolezza che i cambiamenti climatici potrebbero portare a un momento in cui essi si rivelano essenziali per la sopravvivenza umana. .  
   
   
ERCOOPESCA: APPREZZAMENTO PER SCELTE CROATE SU ZONA DI PROTEZIONE  
 
“Positive le notizie che giungono da Zagabria. Non possiamo che apprezzare, infatti, le scelte del premier Ivo Sanader e del Parlamento croato tese ad eliminare tutti gli ostacoli che potrebbero rallentare i negoziati di adesione all’Ue, come l’istituzione di una zona di protezione ittico-ambientale”. Questo il commento del Presidente della Federcoopesca-confcooperative, Massimo Coccia, alla vigilia della decisione del Parlamento croato-attesa per oggi- sul “congelamento”, fino alla conclusione del processo di adesione all’Unione europea, della zona di protezione. “L’intesa raggiunta –conclude Coccia- tra Unione europea e Croazia non può che facilitare la collaborazione anche tra operatori italiani e croati su una gestione comune e corretta delle risorse. Le basi gettate nella conferenza di Brioni del 1997 e progetti come Adri Fish -a cui ha preso parte la Federcoopesca-confcooperative- che hanno visto Croazia e Slovenia lavorare insieme per migliorare le rispettive filiere ittiche, ci confermano come una gestione comune del bacino del Mediterraneo sia possibile oltre che auspicabile”. .  
   
   
VICENZA: DIPLOMA PER 17 NUOVI OPERATORI LATTIERO-CASEARI  
 
 Casaro si nasce ma si può anche diventarlo. La conferma negli attestati distribuiti a palazzo Nievo dall´Assessore Provinciale all´Agricoltura on. Luigino Vascon ai 17 partecipanti al "Corso di formazione per incentivare l´allevamento bovino. Qualità del latte e interesse economico: il caso dei formaggi freschi" svoltosi fra novembre del 2007 e gennaio di quest´anno. Diciassette nuovi operatori lattiero caseari diplomatisi tali dopo 60 ore di lezioni teoriche nell´azienda agricola sperimentale "La Decima" di Montecchio Precalcino e 20 pratiche, di cui 10 nei caseifici e altrettanti in aziende agricole e laboratori analisi. Ed in programma anche uno stage estivo in malga per seguire l´intero ciclo di produzione, dalla raccolta del latte al formaggio. "L´agricoltura vicentina - sottolinea l´Assessore Vascon - è un comparto ricco di sapori e specificità in tutti i settori che noi vogliamo valorizzare in un lavoro si sinergia con le associazioni al fine di dare ai nostri consumatori qualità e sicurezza nelle scelte, ai nostri giovani nuove opportunità professionali, alle nostre imprese agrituristiche un´offerta più ampia e attenta, con una ricaduta virtuosa sulla salvaguardia del territorio, montano in particolare. Vorrei infine far notare la folta presenza femminile, 7 su 17, a conferma che l´agricoltura è un mondo dove più che sulla parità vive della complementarietà fra uomini e donne". Con questa iniziativa l´Assessorato all´Agricoltura della Provincia di Vicenza ha voluto fornire le conoscenze più adeguate in merito alla corretta produzione dei formaggi freschi, con particolare attenzione alle normative che regolano la produzione del latte, sia ovino che caprino, e trasmettendo consigli utili per la manipolazione igienico-sanitaria di latte e formaggio al fine della vendita e della somministrazione del prodotto finale al consumatore. "E non è finita - continua l´Assessore Vascon- perché il prossimo settembre partiranno 3 nuovi corsi: sulle piante aromatiche in cucina, sulla panificazione con farina vicentina e sul vino. Tutto ciò allo scopo di dare una maggiore qualifica agli operatori degli agriturismo nobilitando la loro figura di imprenditori agricoli". A sancire la cerimonia di consegna, una foto di gruppo rituale, ma che già promette di diventare tradizionale per gli anni a venire, con i 17 diplomati: Bertoldo Fabiola Teresita, Cazzola Mariano, Cobalchini Enzo, Cumerlato Giovanni Giuseppe, Grasselli Samuele, Guderzo Graziella, Lazzarotto Luca, Pinton Silvia, Revrenna Pierfranco, Rossato Marilena, Schiesaro Manuel, Scorziello Rosanna, Silvestri Mery, Tresso Maurizio, Visona´ Mauro, Zamperlin Caterina, Zanotto Carlo. .  
   
   
IL MERCATO DELLE CARNI AVICOLE IN EUROPA: PRODUZIONE, CONSUMI, IMPORT-EXPORT, PROSPETTIVE 2001-2006: IN CALO L’AVICOLTURA EUROPEA  
 
 Nel 2006 l’avicoltura dei 25 Paesi dell’Unione Europei (Bulgaria e Romania sono entrate dal 1° gennaio 2007) ha prodotto complessivamente 10 milioni 804 mila tonnellate di carni avicole, pari al 13,3% della produzione mondiale: si tratta del risultato più basso registrato nel terzo millennio, fatta eccezione per quello del 2003 (vedi tabella 1). Tabella 1 La produzione di carni di pollame nell’Ue (tonn. X 000)
Paese 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Austria 110 108 112 114 118 109
Belgio Lussemburgo 321 291 304 310 297 269
Danimarca 219 218 205 213 205 190
Finlandia 83 76 84 87 86 84
Francia 2. 145 2. 269 2. 015 1. 975 1. 920 1. 801
Germania 1. 026 986 1. 077 1. 166 1. 196 1. 190
Grecia 164 163 169 166 165 133
Irlanda 121 121 120 122 122 111
Italia 1. 169 1. 134 1. 097 1. 128 1. 092 1. 041
Paesi Bassi 705 717 485 555 565 557
Paese 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Portogallo 311 317 270 281 286 287
Spagna 1. 331 1. 305 1. 336 1. 310 1. 302 1. 309
Svezia 111 106 106 105 104 99
Regno Unito 1. 544 1. 572 1. 574 1. 574 1. 606 1. 605
Eu-15 9. 360 9. 381 8. 954 9. 106 9. 064 8. 785
Cipro 37 36 37 37 37 37
Repubblica Ceca 238 234 227 228 235 230
Estonia 11 9 14 15 9 10
Ungheria 515 472 492 490 490 480
Lettonia 11 9 12 14 15 15
Lituania 33 30 39 42 45 45
Malta 7 6 8 8 8 8
Polonia 794 695 860 915 1. 020 1. 040
Slovenia 69 64 70 74 74 74
Repubblica Slovacca 77 72 76 80 80 80
Eu-25 11. 152 11. 008 10. 789 11. 009 11. 077 10. 804
Bulgaria 120 110 72 85 88
Romania 340 284 344 350 370 -
A livello di singoli Paesi, il primo produttore si conferma la Francia (con una quota pari al 16,7% del totale), seguita da Gran Bretagna (14,9%), Spagna (12,1%), Germania (11,0%), Italia (9,6%) e Polonia (9,6%). Complessivamente, dunque, questi sei Paesi totalizzano quasi i tre quarti della produzione comunitaria. Nello stesso periodo i consumi hanno subito una diminuzione costante attestandosi, nel 2006, a 10 milioni 250 mila tonnellate, equivalenti ad un consumo pro capite annuo di 22,2 chili. A livello di singolo Paese, la graduatoria vede in testa l’Irlanda (34,0 chili annui), seguita da Spagna (31,5) Gran Bretagna (30,0), Portogallo (29,5) e Polonia (24,0). Colpisce la posizione dell’Italia che, pur essendo il quinto produttore avicolo europeo, figura molto più indietro nella graduatoria dei consumi, con 16,0 chili annui a testa. Il “caso Italia” Stringendo poi il confronto agli anni 2005-2006, si nota come l’Italia sia - dopo la Grecia (-16,3%) e l’Austria (-8,4%) - il Paese che ha subito la più forte riduzione dei consumi: -7,5%. Una riduzione da imputare interamente al crollo di fiducia nei consumatori italiani sulla sicurezza delle carni avicole, provocato dallo scoppio dell’influenza aviaria, nella seconda metà del 2005, in alcuni Paesi del Sud Est asiatico. Paesi peraltro lontanissimi, non solo geograficamente, dall’Europa - e in particolare dall’Italia - per quanto riguarda gli standard di qualità e di sicurezza dei processi produttivi (tabella 2). Tabella 2 Consumi pro capite di carne avicola nella Ue
2001 2002 2003 2004 2005 2006
Austria 18. 3 17. 7 17. 6 19. 2 20. 2 18. 5
Belgio/lussemburgo 17. 7 20. 3 19. 0 18. 5 18. 7 17. 5
Danimarca 20. 8 22. 6 21. 2 23. 0 23. 5 23. 5
Finlandia 14. 5 15. 4 15. 9 15. 8 15. 8 15. 5
Francia 26. 1 24. 7 23. 5 23. 6 23. 6 23. 2
Germania 18. 2 17. 2 17. 6 17. 7 17. 5 16. 7
Grecia 19. 6 19. 6 23. 9 2. 7 20. 9 17. 5
Irlanda 30. 7 31. 4 32. 0 31. 8 33. 0 34. 0
Italia 18. 3 18. 3 18. 2 18. 5 17. 3 16. 0
Paesi Bassi 22. 2 22. 6 18. 6 21. 9 22. 1 21. 7
Portogallo 31. 2 31. 4 28. 0 29. 0 29. 8 29. 5
Spagna 33. 9 34. 2 34. 1 32. 6 32. 5 31. 5
Svezia 13. 6 14. 4 14. 0 14. 5 14. 7 14. 0
Regno Unito 28. 9 28. 8 27. 0 30. 2 30. 1 30. 0
Eu-15 23. 4 23. 2 22. 7 22. 3 - -
Cipro 35. 8 37. 0 37. 4 - - -
Repubblica Ceca 22. 9 23. 9 23. 8 25. 3 25. 5 26. 1
Estonia 21. 4 21. 0 21. 3 18. 0 17. 0 -
Ungheria 36. 3 37. 6 35. 0 34. 8 33. 0 -
2001 2002 2003 2004 2005 2006
Lettonia 11. 9 15. 6 16. 5 - - -
Lituania 11. 1 12. 8 14. 8 - - -
Malta 18. 1 19. 5 23. 4 - - -
Polonia 17. 0 19. 8 19. 7 22. 2 23. 4 24. 0
Repubblica Slovacca 18. 4 20. 1 20. 7 20. 7 - -
Slovenia 30. 6 29. 1 28. 5 - - -
Eu-25 - - - 22. 7 22. 9 22. 2
Svizzera 13. 0 13. 6 14. 4 13. 6 13. 0 12. 5
Nota: per alcuni Paesi esistono considerevoli discrepanze fra i dati Eurostat e quelli degli istituti statistici nazionali. I dati qui riportati rappresentano una sintesi degli stessi e sono in parte provvisori e in parte frutto di stime Va però aggiunto che nella stessa Italia, per la quale sono disponibili anche i dati di pre-consuntivo 2007 (fonte: Una), nell’ultimo anno la tendenza si è invertita: la produzione è risalita del +6,7%, toccando 1 milione 120 mila tonnellate, mentre i consumi hanno segnato un +5,9% (tabella 3). Tabella 3 Il bilan cio italiano delle carni di pollame nel periodo 2 004-2007 (tonn. X 000)
2004 2005 2006 2007 (p)
Pollo Tacchino Totale Pollo Tacchino Totale Pollo Tacchino Totale Differenze Pollo Tacchino Totale Differenze
‘06/’05
‘07/’06 ‘07/’04
Produzione 675,6 298,0 1. 134,5 666,2 292,0 1. 119,0 610,3 278,5 1. 048,8 -6,3% 670 290 1. 120 +6,7% -1,3%
Importazione 26,8 30,9 60,7 21,0 12,8 36,6 14,4 8,1 25,2 -31,1% 24,2 10,4 34,6 +37,3% -43,0%
Esportazione 63,3 62,5 127,3 69,2 70,2 140,4 69,0 63,4 132,7 - 5,48% 56,5 52,1 108,6 -18,2% -14,7%
Giacenze (1) = = = - 45,0 - 2,9 - 48,5 +45,0 + 2,9 + 48,5 - 100,0 % = = = = =
Utilizzazione interna 639,1 266,4 1. 067,9 573,0 231,7 966,7 600,7 226,1 989,8 + 2,4% 637,7 248,3 1048,5 +5,9% -1,8%
Consumo p. A. (kg. ) 11,02 4,60 18,42 9,88 3,99 16,67 10,36 3,91 17,07 + 2,4% 10,99 4,28 18,08 +5,9% -1,8%
% di autoapprovv. 105,7 111,9 106,2 116,3 126,0 115,7 101,6 123,2 106,0 105,1 116,8 106,8
(1) Quota residua delle carni congelate nel periodo settembre/dicembre 205 (a causa del mancato acquisto sul mercato nazionale) che non è stato possibile esportare all’estero entro dicembre 205 ma che è stata ceduta all’estero nel corso del 2006 (p)- Previsione Fonte: Una La produzione mondiale continua a crescere Mentre l’avicoltura europea mostrava un andamento riflessivo, nel periodo 2000-2006 la produzione mondiale è aumentata, passando da 71 milioni 935 mila tonnellate a 81 milioni 500 mila. In particolare, i tre maggiori produttori hanno tutti segnato aumenti: meno marcato quello degli Stati Uniti, da 16 milioni 813 mila tonnellate del 2001 a 18 milioni 796 mila nel 2006, che rimangono comunque il primo produttore mondiale; più sensibile quello della Cina, al secondo posto in questa classifica, passata nello stesso periodo da 12 milioni 910 mila a 14 milioni 900 mila tonnellate; quasi impetuoso quello del Brasile, salito dai 6 milioni 732 mila tonnellate del 1001 ai 9 milioni 645 mila del 2006. Il contesto internazionale ha fatto sì che in Europa, fra il 2004 e 2006, si siano registrati un lieve calo nell’export, sceso da 1 milione 400 mila a 1 milione 350 mila tonnellate, e una contemporanea lieve crescita dell’import, salito da 900 mila a 920 mila tonnellate. Tuttavia, l’avicoltura europea rimane ampiamente autosufficiente (fra il 2004 e il 2006 l’indice è sceso dal 105% al 103%), in grado cioè di soddisfare con la propria capacità produttiva la domanda interna. Le prospettive di medio-lungo periodo L’emergenza “influenza aviaria” ha provocato una rottura nell’equilibrio di mercato delle carni avicole, con una diminuzione della fiducia nei consumatori e, quindi, della produzione. Passata l’emergenza, gli esperti prevedono nel medio termine un andamento relativamente positivo per le carni avicole, che possono contare su un prezzo competitivo rispetto alle altre carni, su una ritrovata preferenza da parte del consumatore e sul loro crescente utilizzo nelle moderne preparazioni alimentari. Secondo gli analisti (fonte: Annual Report 2007 dell’Avec, l’Associazione dei produttori avicoli europei), il consumo annuo pro capite dovrebbe passare dai 22 chili del 2006 a 24,3 chili nel 2014. E, in generale, tanto la produzione quanto i consumi dovrebbero crescere per tutto il periodo, con un ritmo analogo a quello precedente alla “crisi dell’influenza aviaria”, pari a un +2% circa all’anno. Per quanto riguarda l’import-export, si prevede una tendenziale diminuzione delle esportazioni, con una produzione sempre più assorbita dal mercato interno europeo, e un contemporaneo aumento delle importazioni dai Paesi terzi, spinte non tanto dalla qualità delle carni avicole extra-europee, che rimane complessivamente inferiore, quanto dalla competitività dei prezzi, anche in considerazione dell’andamento del cambio euro-dollaro. .
 
   
   
CARNI AVICOLE: ADATTE A OGNI ETÀ  
 
Per le loro qualità nutrizionali, le carni di pollame sono ideali per tutte le fasce di consumatori, dai bambini agli anziani fino agli sportivi Per le proprie caratteristiche nutrizionali le carni di pollame sono l’ideale per l’alimentazione umana ad ogni età. A cominciare dai più piccoli. Per i bambini e i ragazzi Superati i sei mesi di vita, il bambino esaurisce le proprie riserve naturali di ferro: pollo e tacchino possono contribuire a reintegrarle. Inoltre, grazie alla sua composizione in fibre piccole e alla quasi totale assenza di tessuto connettivo, la carne avicola può essere facilmente sminuzzata o frullata, per facilitarne l’assunzione sia quando i denti non sono ancora spuntati, sia ai primi tentativi di masticazione. Ma pollo e tacchino sono indicati soprattutto per il loro aiuto alla crescita che necessita, in primo luogo, di un elevato apporto proteico. E le carni di pollame non solo sono ricche di proteine, ma hanno una composizione in amminoacidi assai favorevole per la presenza di lisina, istidina e arginina, fondamentali per lo sviluppo fisico. Oltre a ciò, va sottolineato il basso apporto di grassi - soprattutto se si toglie la pelle - con la presenza prevalente di grassi insaturi rispetto ai saturi. Ciò fa sì che le carni di pollame possono aiutare a proteggere i bambini dal sempre più grave rischio di obesità: come ha recentemente ricordato il Commissario Europeo alla Salute Markos Kiprianou, in Europa il numero di bambini sovrappeso o obesi cresce a un ritmo di 400 mila all’anno. Va infine ricordata la presenza nelle carni avicole di vitamine, in particolare del gruppo B, e di minerali tra cui essenziale il ferro, altamente biodisponibile e quindi assai meglio assorbito rispetto a quello contenuto in altri alimenti (vegetali e legumi) ritenuti ad alto contenuto ferroso. Per gli anziani Le carni avicole costituiscono un valido alleato per la terza età, perché sono al tempo stesso nutrienti, masticabili e facilmente digeribili. Inoltre, per la particolare composizione lipidica, aiutano a combattere l’insidia del colesterolo. Infine il consumo di queste carni, ricche di vitamine e sali minerali ma povere di sodio, può rivelarsi utile a chi soffre di ipertensione arteriosa e al tempo stesso, grazie al loro contenuto in ferro, può costituire un ausilio per gli anziani affetti da anemia. Per gli sportivi Pollo e tacchino vanno benissimo per l’alimentazione tanto degli atleti professionisti, quanto di tutti gli sportivi amatoriali e di coloro che svolgono un’attività fisica per stare in forma. Costoro necessitano, infatti, di un apporto nutrizionale più elevato rispetto alla media senza però dover assumere, con ciò, calorie in eccesso: tutte condizioni pienamente soddisfatte dalle carni avicole. * Tutte le informazioni relative agli aspetti igienico-sanitari ed ai valori nutrizionali e salutistici delle carni di pollame sono state approvate dal Ministero della Salute .  
   
   
LE ELEVATE QUALITA’ NUTRIZIONALI DELLE CARNI AVICOLE ALTAMENTE PROTEICHE, POCO GRASSE, ASSAI DIGERIBILI, CON UN BUON CONTENUTO DI VITAMINE E SALI MINERALI: SONO LE PRINCIPALI “VIRTÙ” DELLE CARNI DI POLLAME  
 
 Molte, moltissime proteine; pochi grassi, e di buona qualità; una elevata digeribilità; un ragionevole apporto calorico. Sono queste, in sintesi, le principali virtù nutrizionali delle carni avicole, così come emergono dalle risultanze della moderna scienza della nutrizione. È per questo che, non solo in Europa, la raccomandazione a consumare carni di pollame è pressoché generale. In Italia, ad esempio, l’Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), nelle sue “Linee Guida per una sana alimentazione italiana” (edizione 2007), conferma l’eccellenza delle carni di pollame in termini di elevato apporto calorico e di limitato contenuto di grassi. Lo stesso Inran effettua continue rilevazioni dei valori nutrizionali degli alimenti. Ecco i risultati riferiti alle carni avicole. Tante proteine, molto digeribili Le carni di pollame, al di là delle differenze fra le varie parti, sono un’eccellente fonte di proteine animali, con un contenuto proteico medio pari a 23-24 grammi per 100 grammi di parte edibile, superiore a quello delle altre carni. Inoltre, pollo e tacchino hanno una composizione in aminoacidi molto favorevole, in grado di fornire un elevato apporto di lisina, istidina e arginina, oltre che di aminoacidi ramificati (valina, leucina e isoleucina). Il tutto a fronte di un contenuto in collagene particolarmente ridotto che, insieme al minor calibro delle fibre muscolari tipico di queste carni, le rende particolarmente digeribili e adatte all’alimentazione sia di soggetti sani, anche degli sportivi, sia di soggetti affetti da patologie. Le carni avicole rappresentano quindi un valido alimento per ottenere la copertura del fabbisogno proteico di ciascun individuo che, secondo le attuali indicazioni, dovrebbe garantire un apporto di 0,75-1,0 grammo di proteine per chilo di peso corporeo desiderabile, con una preferenza per le fonti proteiche di origine animale, che dovrebbero rappresentare il 60% circa dell’energia totale giornaliera necessaria, in modo da assicurare il rifornimento di tutti gli aminoacidi ed in particolare di quelli essenziali. Pochi, ma “buoni” grassi Le carni avicole presentano un ridotto contenuto in grassi (da 1 a 6 grammi per 100 grammi di prodotto, a seconda delle parti utilizzate) e in colesterolo (50-60 mg/100 g), nettamente più basso rispetto ad altre fonti proteiche animali. Da sottolineare, inoltre, la peculiare composizione degli acidi grassi presenti: il rapporto fra acidi grassi insaturi (“buoni” per la salute) e saturi (“cattivi”) è di 0,92 per il petto di pollo, molto vicino a quello raccomandato (intorno a 1) per una dieta ottimale; inoltre la proporzione tra acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi (in media 1,0:1,2:1,1) risulta del tutto favorevole. In particolare va segnalato il buon contenuto in acido oleico, monoinsaturo, un elemento al quale la comunità scientifica attribuisce notevole importanza nel ridurre l’impatto negativo sulla salute del colesterolo e dei lipidi in genere. Una giusta dose di calorie (e di vitamine e sali minerali) Le quantità di proteine e di grassi presenti nelle carni bianche avicole rendono queste ultime sostanzialmente magre e con un moderato valore energetico: 101 kcal per 100 grammi di petto di pollo, 104 kcal per 100 grammi di fesa di tacchino, 124 kcal per 100 grammi di coscia di pollo con pelle. Esse risultano perciò particolarmente adatte anche nell’alimentazione di tutte le persone che, per varie ragioni, vogliano o debbano seguire regimi alimentari a basso apporto di energia senza, per questo, ridurne minimamente (anzi) il valore nutrizionale. Da segnalare, infine, il buon contenuto di vitamine e di minerali nelle carni di pollame. Queste presentano, in particolare, un buon contenuto di zinco, rame e ferro, sostanzialmente simile a quello riscontrabile in altri tipi di carni. In particolare il ferro, presente nella forma più facilmente assorbibile e biodisponibile (ferro eme), risulta più abbondante nella coscia e nel sovracoscia e contribuisce in modo significativo al rifornimento di questo minerale, indispensabile per il mantenimento di un buono stato di salute (il fabbisogno giornaliero è di 10 mg per i maschi adulti e 18 mg per le donne in età fertile), specie quando il consumo delle altre carni debba essere controllato per evitare un eccessivo apporto di grassi. Infine, un pregiudizio da sfatare La colorazione bianca delle carni di pollame dipende dal loro minore contenuto in mioglobina, un pigmento rosso presente in altri tipi di carni, ma che non svolge alcuna funzione nutrizionale. Il colore della carne è pertanto del tutto ininfluente dal punto di vista delle sue qualità nutrizionali e, quindi, della salute di chi le consuma. .  
   
   
DAL 17 MARZO IL BIELLESE ANCORA PROTAGONISTA A EATALY A TORINO I PRODOTTI DEL CONSORZIO TERREBIELLESI, PER PROMUOVERE L’ENOGASTRONOMIA LOCALE.  
 
Paletta di Coggiola e caprini con miele, agnello arrosto all’alloro, spiedini di agnello al miele o piccanti, timballo di riso di Baraggia all’ortolana o con salsa alla marinara, insalata di riso di Baraggia con pesce. Così il Biellese diventa protagonista a Eataly: 2 settimane (dal 17 al 31 marzo) in cui i cuochi dei ristoranti tematici del “tempio del gusto” del Lingotto di Torino proporranno ricette con prodotti del nostro territorio abbinati alle 5 doc biellesi. È una nuova iniziativa della collaborazione fra Eataly e la Provincia di Biella inaugurata lo scorso ottobre con una conferenza stampa a Torino, nella quale l’assessore all’agricoltura Giuseppe Graziola aveva presentato il corner dedicato ai prodotti tipici biellesi all’interno del Paniere della Provincia di Torino. Eataly è una grande struttura che accoglie e distribuisce le eccellenze alimentari. La sua collaborazione con la Provincia è «la tappa importante – ha detto Graziola – di un progetto che trova la sua forza nella continuità. Siamo partiti con l’esperienza straordinaria al Salone del gusto, dove il successo ottenuto dal nostro comparto enogastronomico ci ha dato molta fiducia. Proprio in quell’occasione abbiamo dato vita al consorzio Terre biellesi, che raccoglie tutte le potenzialità del nostro territorio e le convoglia in un unico flusso di promozione che oggi è stabilmente presente a Eataly, forse una delle migliori vetrine promozionali nel mondo». Quelli in vendita a Torino sono proprio i prodotti del consorzio, l’organismo creato dalla Provincia nel 2006 con l’obiettivo di promuovere l’enogastronomia locale e i suoi produttori. In particolare il riso ma anche le altre eccellenze come la paletta, la farina di mais macinata a pietra, i formaggi di latte vaccino e i caprini, i dolci di pasticceria secca (torcetti, canestrelli), i kiwi, la carne d’agnello, il miele, le confetture e le marmellate, i liquori tipici e i vini biellesi doc e docg. Ancora Graziola: «Lo stretto legame con il territorio di questi prodotti rappresenta un valore aggiunto per l’immagine del Biellese fuori dai suoi confini. Un impegno, quello della promozione, che la Provincia conduce da anni inserendosi nei grandi eventi e negli spazi che garantiscono la migliore visibilità». Il marchio del consorzio Terre Biellesi, di cui la Provincia è socio fondatore, raccoglie i prodotti agroalimentari e agricoli del territorio: la tradizione storica locale si rilancia in tal modo per farsi motore di una nuova fase di sviluppo. Eataly è l’unica struttura in Piemonte con le necessarie caratteristiche di dimensione, specializzazione ed eccellenza qualitativa che consente l’efficacia delle attività di promozione dei prodotti agroalimentari. La convenzione dura 3 anni e prevede impegni di carattere promozionale, l’organizzazione dei punti espositivi, programmi e attività varie come quella del dicembre scorso: una serata dedicata al riso biellese nel ristorante didattico specializzato in tartufo che ha riscosso grande successo. .  
   
   
DALLA VACCA REGGIANA ALLA CIPOLLA BORETTANA: RICOGNIZIONE DELLA “BIODIVERSITÀ” IN TERRA REGGIANA UN INVITO DALL’ASSESSORATO AGRICOLTURA DELLA PROVINCIA: ALLO SCOPO DI PRESERVARE ANIMALI E VARIETÀ VEGETALI DELLA TRADIZIONE  
 
Reggio Emilia - Resistono sul territorio reggiano razze animali e specie vegetali che appartengono alla storia dell’agricoltura nella nostra terra quali la Vacca Reggiana, la Pecora cornella e il Cavallo del Ventasso, ma anche la Prugna Zucchella, la Mela Campanina o la Pera Nobile, la Zucca Cappello da prete, il Melone Rospa, il Marrone di Campora, la Cipolla Borettana, il Lambrusco nostrano e l’Uva Fogarina. Produzioni un tempo diffuse sul territorio ma ora, alcuni di questi sono prodotti di nicchia pressoché scomparsi. Da un biennio è in corso uno studio su antiche pubblicazioni, ma anche in campagna, di razze e varietà ritenuti perduti, alcune sono state ritrovate, ma molte mancano all’appello. Per poter recuperare e conservare quanto rimane del patrimonio genetico ancora presente sul nostro territorio, vengono in soccorso due nuove leggi: una nazionale dello scorso anno e la più recente legge del gennaio scorso promulgata dalla Regione Emilia-romagna. Con le nuove Azioni del Piano di Sviluppo Rurale, stanno per partire iniziative con incentivi finanziari (che gestirà l’Assessorato Agricoltura della Provincia), allo scopo di preservare animali e frutti della tradizione riconoscibili come tali. La legge Regionale sulla biodiversità da parte sua destinerà risorse al proseguimento della ricerca, conservazione e custodia delle razze e frutti antichi, incentivando la figura degli Agricoltori Custodi. Alcuni fra i prodotti prima citati sono stati già classificati scientificamente per le loro caratteristiche distintive, altri sono in corso di definizione, ma la ricerca di animali e frutti sul territorio continua, poiché la vasta consultazione di libri antichi compiuta nello scorso biennio indica che sul territorio reggiano erano presenti fino al secolo scorso razze animali e varietà vegetali esclusivi del reggiano come il Grano Poulard di Ciano, il Mais nano reggiano Succi per la polenta, l’Aglio bianco di San Savino di Castenovo Sotto ed una infinita varietà di pere e mele, diffuse soprattutto sul nostro Appennino. E´ quindi in atto uno sforzo dell’ente pubblico per recuperare sul territorio la ricchezza di razze animali e specie vegetali, che in un tempo antico sono stati scelti, selezionati e conservati con cura dai nostri antenati agricoltori. Chi ancora dispone di animali o frutti di varietà antiche, è pregato di segnalarlo alla Provincia, che sta effettuando una ricognizione per ampliare i dati di conoscenza sulla loro residua presenza, entro il 28 marzo 2008 utilizzando la scheda inserita nel sito internet della Provincia www. Provincia. Re. It nelle pagine tematiche .  
   
   
CERVIDI, VIA AL CENSIMENTO NEL PIACENTINO  
 
Per il quarto anno consecutivo la Provincia coordina, in collaborazione con gli Ambiti Territoriali di Caccia e con le Associazioni venatorie, l’organizzazione e la realizzazione del censimento dei cervidi (caprioli, cervi e daini) presenti sul nostro territorio e richiede per questo la collaborazione degli esperti abilitati al censimento e prelievo di questi animali. “I censimenti condotti nel 2007 – rileva l’assessore provinciale alla Salvaguardia faunistica Mario Spezia – ci hanno consentito di accertare la presenza nella nostra provincia di circa 200 cervi, di una popolazione di caprioli che varia dai 4 ai 5 mila esemplari e di circa 1200 daini. Il ritorno di questi animali da noi arricchisce il nostro patrimonio di fauna selvatica ed è una dimostrazione di quanto il nostro ambiente conservi spiccati caratteri di naturalità. E’ una presenza, tuttavia, che va gestita con accortezza, per garantire la permanenza di questi animali nel nostro territorio e prevenire i problemi che da loro possono derivare alle attività antropiche. Da qui la necessità di condurre censimenti accurati, che attueremo in collaborazione con Atc ed associazioni venatorie, per formare una base oggettiva di conoscenze su cui impostare le misure gestionali, in un’ottica di progressiva formazione culturale e tecnica delle figure a vario titolo interessate da queste risorse: agricoltori, cacciatori ed ambientalisti”. Le battute inizieranno a fine settimana ed andranno avanti fino a metà aprile, con cadenza settimanale. Questo il calendario: domenica 9 marzo ritrovo alle 7,00 in Piazza Xxv Aprile a Bobbio per i censimenti nell’Atc Pc 9; nella stessa data ed ora ci si ritroverà anche a Lugagnano, in Piazza Castellana, per le battute nell’Atc Pc 5 ed a Ponte dell’Olio, presso il parcheggio del ponte sul Nure, per le battute nell’Atc Pc 6. La domenica successiva, 16 marzo, le battute saranno realizzate nell’Atc Pc 3, con ritrovo alle 7,00 in piazza Vittorio Veneto, a Travo, e nell’Atc Pc 7, a Farini con appuntamento alle 7,00 davanti al Bobo Bar. Dopo Pasqua i censimenti riprenderanno domenica 30 marzo nell’Atc Pc 7 (ritrovo a Morfasso in Piazza Inzani alle 7,00), nell’Atc Pc 10 (appuntamento a Ottone in Piazza Italia al medesimo orario) e nell’Atc Pc 1 (ritrovo ad Agazzano, sempre alle 7,00). Domenica 6 aprile censimento nell´Atc Pc 7, con ritrovo a Vernasca, in Piazza Vittoria, alle 7,00. Nella medesima giornata censimenti ancora ad Ottone (Atc Pc 10), con appuntamento sempre in Piazza Italia alle 7,00. Si chiuderà il 20 aprile con il censimento nell´Atc 11: il ritrovo è a Ferriere, alle ore 7,00, in Piazza delle Miniere. Oltre ai censimenti in battuta verranno organizzate delle sessioni di censimento “all’aspetto”. Gli interessati possono richiedere maggiori informazioni alle sedi degli Atc territorialmente competenti. La partecipazione dei cacciatori sarà debitamente registrata e sarà conteggiata come prestazione valida tra quelle da effettuarsi obbligatoriamente da parte dei soci degli Atc .  
   
   
RIFORMA OCM ORTOFRUTTA, VERTICE TRA REGIONE SAARDEGNA E PRODUTTORI  
 
 La riforma dell´Ocm (Organizzazione comune di mercato) del comparto ortofrutta e la strategia sui programmi operativi e sui processi di concentrazione dell´offerta sono stati al centro del vertice plenario tra l´assessore regionale dell´Agricoltura, Francesco Foddis, e tutti i presidenti delle sette Op (Organizzazioni produttori) della Sardegna. È stata la prima riunione plenaria tra Regione e operatori, in vista della Conferenza Stato-regioni in programma il 12 e il 13 marzo a Roma al Ministero delle Politiche agricole. Nel corso dell´incontro sono stati affrontati i diversi temi legati alla riforma dell´Ocm, tra cui gli aiuti finanziari, la gestione delle crisi di mercato e il processo di aggregazione di secondo livello, che ha come obiettivo giungere a un unico soggetto regionale sul piano dell´offerta ortofrutticola, capace di confrontarsi in maniera innovativa con i partner della distribuzione organizzata italiana. "La nostra Isola - ha spiegato l´assessore Foddis - ha una particolare situazione dovuta a un´offerta ancora troppo poco organizzata. Ecco perché, con il consenso degli operatori, abbiamo aperto un confronto con il Ministero delle Politiche agricole che servirà a definire quantità e qualità degli interventi di natura finanziaria e infrastrutturale, per decidere poi se privilegiare investimenti attraverso azioni e misure del Programma di sviluppo rurale o attraverso i programmi operativi previsti dalla riforma dell´Ocm". "In questo scenario, assume particolare rilievo la tematica della logistica: voglio ricordare che nella manovra Finanziaria 2008 sono previsti sei milioni di euro per l´acquisizione e la realizzazione di aree, punti vendita, piattaforme distributive, strutture commerciali da affidare in gestione a condizioni di mercato ai produttori ortofrutticoli e florovivaistici associati, con priorità per le Op riconosciute". Al vertice con i presidenti delle Organizzazioni produttori partecipano anche i Servizi competenti dell´Assessorato e dell´agenzia Laore, ai quali è stato richiesto il varo di un progetto sulla promozione dei prodotti ortofrutticoli e la definizione di una strategia condivisa di comunicazione interassessoriale. Dall´assessore Foddis, infine, è arrivato un accorato richiamo agli operatori per unire le forze e arrivare così a un´offerta autorevole e competitiva sul mercato. .  
   
   
A PROPOSITO DI ACQUA…. MINERALE E NON SOLO! SERATA GRATUITA DI FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ANALISI COMPARATA DI ACQUE MINERALI A CURA DI CONSORZIO ALIMENT, PRESSO CAST ALIMENTI, VIA SERENISSIMA 5, BRESCIA  
 
Il 18 marzo, la serata si propone di avvicinare i partecipanti al mondo apparentemente semplice e spesso ingannevole delle acque minerali. Guidati da Sergio Berardi, Amministratore delle Terme Castello di Vallio, i partecipanti potranno approfondire i criteri di classificazione delle acque minerali, saperne leggere ed interpretare le caratteristiche fisico-chimiche riportate sulle etichette, sentir confutati alcuni luoghi comuni, imparare a riconoscerne e valutarne le qualità salienti. La degustazione delle acque minerali sarà accompagnata dall’assaggio di prodotti da forno a base di farina di monococco. La partecipazione è a titolo gratuito e a numero chiuso. Per partecipare è necessario iscriversi inviando una e-mail all’indirizzo info@consorzioaliment. It oppure telefonando al numero 030-2350076, e indicando Nome, Cognome, numero di telefono e recapito di posta elettronica. Le iscrizioni saranno accolte in ordine di arrivo. Centro di Valutazione Alimentare C/o Consorzio Aliment Via Serenissima, 5 – 25100 Brescia Tel. 030 2350076; Fax 030 2350077 E-mail: info@consorzioaliment. It; www. Consorzioaliment. It .  
   
   
PRODOTTI TIPICI, APERTO LO SPORTELLO PROVINCIALE PER LA TRACCIABILITÀ NEL CUORE DI PESCARA IL PRIMO DEI TRE CENTI PREVISTI  
 
 E´ stato inaugurato in viale Regina Margherita 8 (nei locali di “Salotto orienta”) lo sportello “Pescaratrace”. Si tratta del primo dei tre punti per la tracciabilità dei prodotti alimentari biologici e tipici della Provincia di Pescara e sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. Gli altri due saranno quelli di Scafa e Penne. In queste tre sedi ogni azienda potrà registrarsi e, attraverso la propria “username” e “password”, sarà in grado di usufruire di una vetrina virtuale aperta ai consumatori che navigano sul web. Oltre a questo, che servirà ad aumentare la competitivitò delle piccole realtà locali, spesso vere eccellenze dell’enogastronomia di zona, il progetto, realizzato col contributo comunitario del Gruppo di azione locale “Le antiche terre d’Abruzzo”, punta a censire e tutelare i produttori e le filiere agroalimentari del territorio. Per ciascuna ditta sarà infatti possibile monitorare ogni fase della lavorazione salvaguardando la qualità dei prodotti e facendo percepire ai clienti la genuinità degli ingredienti utilizzati e la tradizionalità delle ricette seguite. Al taglio del nastro sono intervenuti Giuseppe De Dominicis, presidente dell’ente, Vincenzo Fidanza, assessore all’Agricoltura e Nicoletta Bucco, dirigente del settore Attività produttive. Presenti anche Tullio De Felicibus, vicepresidente della “Verde Abruzzo onlus”, Giancarlo e Pietro Paolo Martinelli dell’omonima azienda agricola di Farindola. Maggiori informazioni allo 085. 3724394 o sul sito www. Pescaratrace. It .  
   
   
DAL 1 APRILE 2008 CONGUSTO CONQUISTA LA PRIMAVERA! CONGUSTO CHIUDE IL 2007 CON + 27% .  
 
Particolarmente intenso l’anno appena trascorso, si è rivelato per congusto un momento di forte crescità e di ulteriore conferma sul mercato milanese. Inoltre il 2007 ha segnato il primo approccio con altre città tra cui torino e roma, e grazie all’accordo con i department store del gruppo coin presto in altre città con appuntamenti ad hoc per appassionati e neofiti… primavera all’insegna della cucina genuina e gustosa, nelle nostre case vi è sempre di più il desiderio di una tavola senza compromessi e soprattutto senza stress. I corsi del prossimo trimestre aprile – giugno 2008 saranno all’insegna della riscoperta delle materie prime e di professionalità domestiche con i corsi per principianti e professionisti che desiderano migliorare e/o scoprire le tendenze e la cultura della tavola più ricca di tutte, quella italiana. Uno sguardo alle ricette della nonna ma anche alle calorie; preparare un risotto perfetto, cuocere un arrosto di filetto in crosta oppure un pesce saltato in padella. Ma anche saper fare un antipasto veloce, un piatto unico o un’insalata fresca e scenografica. Il segreto per ricevere in casa amici e parenti, imparare divertendosi i rudimenti della cucina e apprendere l’arte dell’organizzazione pianificando in modo corretto la spesa di tutta la settimana è frequentare un corso di cucina ecco le oppurtunità sulla prossima stagione ai fornelli: aprile cucina light ed al vapore in cucina con csaba terrine e patè gli abc di congusto i° e ii° livello le paste fresche, gnocchi, tortelli il pomodoro in cucina evergreen, verdure in tavola primi e secondi di pesce e verdure sweet full immersion dolci al taglio e monoporzione asparagi, carciofi e le bontà di stagione maggio focaccia di recco, grissini e pani golosi la cucina classica con lo chef dario biotti gusto e benessere corso con massaggio cucina country chic accademia del caffè sformati, flan e timballi dal mondo proposte dolci e salate ricevere gli altri bon ton e cucina un corso per perfetti maggiordomi erbe aromatiche, fiori eduli e germogli la paella alici e il pesce azzurro giugno cucina estiva con csaba menu monotematico, tutto sulla mela crepe, pancake, blini in cucina con il pollo cucina veloce speciale cocktail party: tapas e finger food cena in piedi e poi i laboratori congusto… confermati i prestigiosi partner della scuola caffe’ vergnano | de dietrich | irinox | mutti | nuncas | sangiorgio prenotazioni e iscrizioni per prenotare o acquistare le lezioni: sito internet www. Congusto. It, tel. 0263471982 - 800774040 la squadra di chef per la prossima stagione dario biotti dario biotti, bravo e creativo è lo chef star di congusto: è lui che segue molti dei corsi della scuola di cucina, dall’abc ai corsi monografici sulla birra, sugli asparagi e sul pomodoro. Grazie alle sue origini liguri e alla sua esperienza professionale nel new england riesce a rielaborare e interpretare in modo superlativo la cucina sia che si rimanga nel campo di quella tradizionale sia che decida di esplorare quella più innovativa o fusion. Il suo stile personale riesce ad avvalersi della ricchezza della cucina italiana unita a suggestioni del panorama culinario internazionale; passando per i suoi insegnamenti di cultura del prodotto e delle varie tipicità delle materie prime così come per le varie tipologie di cottura è quasi impossibile non imparare ad amare l’arte dei fornelli. Csaba dalla zorza da sempre appassionata di libri e di cucina, ha iniziato la propria educazione culinaria professionale a partire dalla metà degli anni ’90 e ha concluso la propria formazione in campo gastronomico a parigi, frequentando la prestigiosa scuola le cordon bleu. Esperta di cucina mediterranea e attenta alla qualità e al bilanciamento nutrizionale dei piatti che compongono i menù del suo repertorio, ha sviluppato uno stile molto personale che unisce la semplicità di esecuzione con la selezione accurata delle materie prime (nessun conservante o colorante, solo ingredienti freschi) e un elegante impatto visivo al momento della presentazione. La sua carriera si divide tra i fornelli e la passione per i libri che l’ha portata a fondare la casa editrice luxury books che propone bellissimi libri dedicati alla cucina, al decor, all’arte del ricevere e al living. Stefano fagioli e monica bianchessi il suo percorso enogastonomico nasce a ripalta cremasca nel 1984 quando con il fratello marco rilevando una vecchia trattoria di campagna che è diventata la "trattoria viavai" ( vedi http://www. Trattoriaviavai. It). Negli anni hanno riscosso riconoscimenti da parte delle migliori guide gastronomiche ( la chiocciola di slow food, il "faccino radioso" di massobrio, il bib gourmand della michelin, il premio "buona cucina" del tci premio "qualità prezzo" del gambero rosso) e molte altre guide ci hanno sempre sostenuto quali la "gola in tasca", l´espresso, il gambero rosso, veronelli, la guida ai ristoranti del sole 24 ore, bmw guida d´italia, quattroruote la guida degli alberghi e dei ristoranti e l´accademia italiana della cucina. Di noi hanno scritto nel corso degli anni le migliori "penne" enogastronomiche dei quotidiani nazionale quali gianni mura, davide paolini, paolo marchi, beppe severgnini, roberta schira, maurizio bertera e tanti altri. Dopo alcuni stages da georges cogny la mia vita si è incrociata con quella di monica bianchessi che è diventata mia moglie ed ha iniziato ad appassionarsi alla cucina tanto da diventare più brava di me. Io e monica siamo stati i cuochi ufficiali del fortunato programma "casa alice" del canale alice del pacchetto sky nel 2006 e nel 2007e in due anni abbiamo ricevuto migliaia di e-mails. Ora siamo in onda ,sempre sullo stesso canale, con un ns programma di cucina chiamato "pasta & fagioli". Pino maggiore dal 1980 è proprietario della trattoria “cantina siciliana” di trapani: un locale tipico che pino ha cominciato a gestire da quando, giovanissimo dipendente, ne curava la cucina densa di sapori del mediterraneo. Ma gli anni passano e così, il piccolo grande chef ha deciso di esportare la sua esperienza in diverse regioni, dal nord al sud della penisola, per poi ritornare alla cantina siciliana nei primi anni ottanta. Pino maggiore collabora con il movimento “slow food” di trapani e quello nazionale da molti anni, per i quali è maestro di cous cous, ma fin dagli inizi della sua carriera uno degli aspetti fondamentali della sua cucina era quello culturale oltre quello gastronomico, perché «mangiare è cultura». In congusto pino porta una ventata di profumi e sapori del mediterraneo con i suoi corsi sul cous cous e sui mille modi di cucinare con il pesce. .  
   
   
LE CONTAMINAZIONI DELLA SERENISSIMA: UN PROGETTO EUROPEO SULLA PESCA  
 
Le due sponde dell’Adriatico sono unite dalla storia secolare vissuta dagli uomini che hanno tratto sostentamento da questo mare con la pesca. Le analogie che questa attività mostra tra la sponda orientale e quella occidentale sono la materia sulla quale si sviluppa un progetto Interreg di cooperazione internazionale del quale è capofila la Regione Marche e nel quale Venezia ora entra portando il contributo della lunga storia della Repubblica Serenissima. Proprio all’antico assetto amministrativo della città lagunare è ispirata la parte di programma che sarà promossa dalla Provincia di Venezia – Assessorato alla Pesca con il titolo “L’adriatico e la pesca: le contaminazioni della Serenissima”. Primo atto concreto di questo progetto, la visita effettuata in questi giorni in città dai curatori della mostra itinerante che alla fine di aprile prenderà le mosse da San Benedetto del Tronto per poi essere esposta in Croazia. “Nell’ambito della cooperazione internazionale – sottolinea l’Assessore Provinciale alla Pesca – questo progetto ha stimolato la realtà veneziana ad una riflessione che guarda all’attività di pesca secondo una prospettiva che non ci è usuale. Quali e quanti sono i fattori culturali che si sono radicati nella nostra cultura a partire proprio dall’essere stati per secoli fortemente dipendenti dalla pesca? È una domanda che non ci siamo mai posti: non a caso nel nostro territorio non c’è un museo della pesca. Ci sono all’interno dei vari musei sale o oggetti esposti che a questa attività fanno riferimento ma nulla di sistematico e di adeguatamente organizzato. Questa è l’occasione per una riflessione in quest’ambito sia promuovendo su questo tema un’originale occasione di turismo, sia per ricostruire una delle facce dell’identità dei veneziani”. Il primo obiettivo del progetto, che oltre alla Croazia vede anche la partecipazione dell’Albania e del Montenegro, ed in Italia anche dell’Emilia Romagna e della Puglia oltre alla capofila Marche, è proprio quello di creare un “Museo trasversale”, con questo intendendo una guida che possa dare continuità alle presenze di oggetti legati alla pesca presenti nei musei di Venezia, di Chioggia, di Valle Averto, di Jesolo, di Caorle ed oltre di Grado e di Pirano. Un inventario che potrà ovviamente trovare sviluppo anche su Internet dove tutti gli oggetti esposti potranno essere catalogati e studiati. “Ma pensiamo anche – conclude l’Assessore Provinciale – alla possibilità di organizzare e far crescere la possibilità di un turismo legato alla pesca: la richiesta sappiamo che potrebbe espandersi rapidamente. Per ora si tratta di poche e frammentarie proposte, ma siamo certi che il mare potrebbe diventare una occasione importante anche sotto questo profilo. Soprattutto però questo progetto è importante per noi perché sottolinea l’Adriatico come un grande ‘condominio’ di popoli e di culture e come ‘condominio’ anche il luogo di idee più concilianti e tolleranti”. .  
   
   
DISCOVER YOUR TRUE SPIRIT AT THE DISTIL TASTINGS  
 
Distil organisers, Brintex, have announced details of Distil Tastings to be held at this inaugural Fair in May. Distil Tastings, hosted in partnership with Taste and Flavour, will spotlight a wide range of spirits categories and provide a real insight into the heritage, production and flavour profiles of a broad spectrum of spirits. Distil is the world’s first trade event dedicated to bringing together global spirits brands, buyers and influencers for three days of business. Distil will provide a trade platform for tasting, discussion, networking, education, research and debate. Visitors will be invited from the Uk and international bar, restaurant and catering trade, the Uk and international off trade and wholesale trade, the international tax-free market as well as the world’s leading importers and influencers. Exhibitors will be the major spirits brand producers and distributors, as well as many niche and boutique brands from across the world. Distil Tastings, open to all visitors of the Fair, will act as educational sessions concentrating on each individual spirit category, offering industry insight and specialist guidance as well as blind tastings. This independent approach will focus on the product behind the label, rather than being influenced by brand recognition. Taste and Flavour, a Uk based network of speakers, was established in 1999 as an independent source of informed entertainment and knowledge about spirits. Hosting the sessions will be a selection of some of the spirits industry’s most knowledgeable and influential figures, all members of the Taste and Flavour network of educators: Vodka - Ian Wisniewski Tequila – Tomas Estes White Rum/cachaça - Tony Hart Gin - Desmond Payne Absinthe - George Rowley Scotch - Dave Broom Dark Rum - Ian Burrell American Whisk(e)y – Mark Ridgwell Cognac - Nick Faith Armagnac - Mark Ridgwell Mark Ridgwell, founder of Taste and Flavour, commented on this partnership, “Those in the wine trade have long demonstrated the value of knowledge in their promotion of wines. Today´s back bar and retail shelf will often carry a greater range of spirits than the average wine list. Time for those responsible for their sale to judge and list spirits more on the basis of what´s in the bottle than on price or brand values. ” James Murray, show director added, “We are delighted to be working with Taste and Flavour for Distil Tastings. These sessions will offer visitors to the Fair the opportunity to talk about spirits in an equally informed way as they already do with wine. We hope that Distil Tastings will prove beneficial, not only to the visitors at the Fair, but ultimately to the spirits category as a whole. ” Distil will take place between 20th and 22nd May 2008 at Excel in London. For full information, please contact James Murray at distil@hgluk. Com or visit www. Distil-london. Com. .  
   
   
TASTE. IN VIAGGIO CON LE DIVERSITA’ DEL GUSTO FIRENZE _ STAZIONE LEOPOLDA, 15 - 17 MARZO 2008: 3 GIORNI DI ASSAGGI, SCOPERTE, ACQUISTI ED EVENTI DEL GUSTO  
 
Taste è il salone del gusto e delle idee organizzato da Pitti Immagine alla Stazione Leopolda di Firenze, un originale percorso dedicato alla scoperta della diversità culturale e biologica dei cibi. Taste è nato da un’idea di Davide Paolini, noto come il Gastronauta, uno fra i più autorevoli esploratori del gusto. Al suo terzo appuntamento, dopo il grande successo di pubblico raccolto nelle prime due edizioni, il salone rinnova la sua avventura sul terreno del lifestyle, che sempre più oggi è fatto di abiti e accessori, di oggetti di design, di viaggi, ma anche e soprattutto di cibi e di vini di alta qualità. Per questo Taste è al tempo stesso un grande department store legato al cibo, un libero percorso di assaggi, un luogo di dibattito cultural-gastronomico. Il Salone Taste è un viaggio in 5 tappe, che si snoda all’interno di una Leopolda riccamente scenografata dal layout di allestimento a cura dell’architetto Alessandro Moradei: Taste Tour, un percorso alla scoperta e alla degustazione di vecchi e nuovi giacimenti gastronomici, per conoscere e approfondire i prodotti delle aziende Taste Tools, gli oggetti e le attrezzature legati al mondo della cucina tra food & kitchen design Taste Press, una selezione di riviste di eno-gastronomia e di cultura del cibo Taste Ring, l’arena ideale per incontri-scontri su temi accesi e stuzzicanti Taste Shop, la possibilità per i visitatori di acquistare tutto quello che hanno visto e assaggiato durante il percorso. Taste è punto di incontro per un vasto pubblico di appassionati. Apre le sue porte non solo agli operatori internazionali del settore, ma soprattutto al pubblico dei cultori del cibo di qualità, sempre alla ricerca dell’autenticità e della originalità dei sapori. L’ultima edizione del marzo scorso ha visto la partecipazione di oltre 6. 500 persone e un’ampia attenzione da parte di stampa e televisioni. Protagoniste sono oltre 170 aziende, selezionate tra le produzioni di nicchia e di eccellenza provenienti da tutta l’Italia – dal cioccolato preparato col miglior cacao del mondo alla pasta secca all’uovo prodotta seguendo la tradizione più antica, fino al formaggio stagionato di latte di bufala, alla confettura al balsamico e alla marmellata di olive – con un occhio di riguardo per quelle più specialistiche. Tra i Nomi presenti a questa edizione: Acquerello, Antico Forno a Legna, Azienda Agricola La Cà Dal Non Acetaia 1883, De Gust, Forno a Legna – Nunzio Ninivaggi, Friultrota, Giordano Caffè, Giraudi Cioccolato Artigianale, La Campofilone Pasta all´uovo dal 1912, La Motticella, Le Tamerici, Lenti Pregiata Forneria, Luigi Guffanti Formaggi 1876, Pastificio Benedetto Cavalieri Dal 1918, Pastificio Felicetti, Pastificio Latini, Primitivizia, Rivabianca Coop. , Ronchei La Via Dei Grand Cru, Torrefazione Caffè Lelli, Torta Barozzi Pasticceria Gollini, Tortapistocchi , Villa Marta. Le Aree Speciali Di Taste Importante novità di questa edizione, la presenza all’interno del salone di tre aree speciali dedicate a specifiche categorie merceologiche quali Liquori e Distillati Artigianali, Birra Artigianale e Vini da Dessert. Tra i nomi presenti: Azienda Agricola Il Convento, Badia a Coltibuono, Barone Ricasoli, Birra Artegiana dal 1999, Birrificio Cajun, Birrificio Citabiunda, Birrificio Cittavecchia, Birrificio Lambrate, Birrificio l´Olmaia, Boroni Giovanni Distilleria Genziana, Distilleria Varnelli dal 1868, Distillerie G. Di Lorenzo, Donnafugata, Grappa Rugiada delle Alpi, La Dispensa Di Amerigo, Nunquam – Alla Gusteria, Selezione Baladin, Tenuta di Capezzana, Villa Zarri. Gli Eventi Di Questa Edizione Nei tre giorni della manifestazione, Taste presenta un ricco programma di eventi in scena alla Stazione Leopolda e nei luoghi culto del cibo e del lifestyle in città, con protagonisti i grandi nomi della cultura enogastronomica. Tra quelli già in calendario segnaliamo: I Taste Ring Una serie di incontri organizzati e condotti dal Gastronauta Davide Paolini per alimentare le idee attorno al gusto e al cibo di qualità. Tra i temi di questa edizione: Venerdì 14 Marzo: presentazione del libro “Le ricette della memoria e l’arte di fare la spesa” (ed. Sperling&kupfer) di Davide Paolini alla libreria Melbookstore di Firenze alle ore 18. 00). Il libro rappresenta il punto di partenza per uno dei ring in programma Sabato 15 Marzo: “Come fare la spesa”, dedicato all’arte del risparmio attraverso la conoscenza della stagionalità degli alimenti e ai metodi di conservazione, incontro durante il quale Davide Paolini, insieme ad esperti del settore e cuochi, illustrerà anche i principi base di come fare la spesa risparmiando. Sempre sabato 15, il dibattito “Anche la birra ha i suoi artigiani”, che vedrà l’intervento di un mastro birraio, di un degustatore e di uno chef blasonato; In programma, Domenica 16 Marzo, tre appuntamenti: il primo è il dibattito "I vini diversi: quale futuro?", perché sempre di più appaiono sul mercato e sulle tavole vini definiti "veri, naturali, biodinamici", e un gruppo di esperti ne discuterà per capire quali sono le differenze tra questi e gli altri vini; a seguire “C’era una volta”, è un seminario creativo dedicato alla riscoperta di bibite, piatti e prodotti della memoria come il chinotto, la cedrata, il riso al latte, il pancotto, le polpette; e poi l’Università della Spesa presenta una “Lezione di cottura alla griglia dell´Officina della Bistecca” tenuta da Dario Cecchini, il famoso macellaio-poeta di Panzano in Chianti. Whisky Protagonista Con Il Single Malt Club Of Scotland Tra gli eventi in programma a Taste, nel pomeriggio di sabato 15 marzo, si svolgerà anche una speciale degustazione dei migliori whisky proposti dal Single Malt Club of Scotland, il club nato nel 2000 per diffondere in Italia la conoscenza dell’affascinante mondo del whisky di malto. Nonsoloalimentari Oggetti Di Design E Artigianato Per La Tavola E La Cucina. La Mostra-installazione Firmata Paola Navone In occasione di questa edizione, alla Stazione Leopolda va in scena "nonsoloAlimentari. Oggetti di design e artigianato per la tavola e la cucina", una mostra-installazione sul tema degli oggetti e degli strumenti da tavola e da cucina curata dall´architetto-designer Paola Navone. All´interno di un´area di 300 mq, con un set di allestimento che mescola un’atmosfera da magazzino industriale alla preziosità dei pezzi, sono protagonisti gli articoli di oltre 50 aziende, oggetti che si distinguono per qualità nell´estetica e per l´originalità nella riscoperta della grande tradizione artigiana locale e italiana. La mostra è concepita per dialogare con i nuovi percorsi del gusto, mettendo l´accento su quel décor della tavola e della cucina che corrisponde all´eccellenza che Taste ricerca per i cibi. “Le Mani In Pasta” - Velvet For Taste 30 immagini nel piazzale e all´ingresso di Stazione Leopolda, un allestimento ad alto impatto scenografico dedicato all´arte e alla creatività contemporanea della cucina: "Le Mani In Pasta" è una mostra-evento che vede la collaborazione di un noto giornale di moda, il mensile "Velvet", che in breve si è conquistato un ruolo di trendsetter nel settore. Le immagini di Francesca Brambilla, fotografa specializzata in food, ritraggono mani di famosi chef impegnati nelle delicate tappe e coinvolgenti fasi di preparazione dei piatti. Gli “Hot Cakes” Di Marina Calamai L’area lounge dedicata alla stampa per questa edizione cambia volto e si anima di una installazione che mette in scena una tavola dalle luci rinascimentali assediata da Sacher, morbidi crème caramel e budini al cioccolato, torte alla mela e alla panna. Sono i quadri della mostra “Hot Cakes” di Marina Calamai, artista fiorentina che ha iniziato a dipingere in gravidanza per colmare una dipendenza della gola: un inno pieno di gioia alla natura morta da pasticceria. .  
   
   
GERMOGLI DI PRIMAVERA ALLA SCOPERTA DELL’ASPARAGO, ECCELLENZA DELLA TERRA DEL PROSECCO E DEL RADICCHIO ROSSO  
 
Sulla scia della Primavera del Prosecco, rinomato circuito enoturistico per celebrare il Prosecco, il 30 marzo 2008 parte la 1ª edizione del progetto Germogli di Primavera. Si tratta di un percorso di 8 tappe alla scoperta dell’eccellenza gastronomica primaverile della provincia di Treviso. Fino al 18 maggio 8 comuni diventeranno il palcoscenico di un’esclusiva tournée all’insegna del “buon gusto” che vede protagonisti i prodotti della campagna trevigiana che germogliano in primavera. Il nome di Germogli di Primavera prende spunto dall’origine del nome dell’asparago che deriva dal greco aspharagus e dal persiano asparag che significano appunto germoglio. Ospiti d’onore dunque due varietà di asparagi coltivati nel trevigiano: l’Asparago Bianco di Cimadolmo Igp e l’Asparago di Badoere Igp (Indicazione Geografica Protetta) titolo a loro conferito dalla Comunità Europea. L’asparago Bianco di Cimadolmo è caratterizzato da un profumo e da un sapore delicati come le atmosfere di primavera e l’Asparago di Badoere, o Asparago del Sile perché la sua area di produzione si trova all’interno del Parco Regionale del fiume Sile, esiste sia nella versione bianca che in quella verde. Non mancheranno altri prodotti primaverili come ad esempio le fragole, la cui fragranza è un invito a preparare freschi dessert e insoliti risotti alle fragole. Da citare inoltre è la presenza del radicchio rosso di Treviso Igp e del radicchio Verdon, colture tradizionalmente più legate al mondo contadino trevigiano e pilastri fondamentali dell´alimentazione delle popolazioni di questa zona. Germogli di Primavera è un’originale idea organizzata dal comitato Pro Loco Unpli Treviso e sostenuta e finanziata dalla Provincia di Treviso e che ha come scopo quello di mettere insieme le principali feste tradizionali che celebrano ogni primavera il risveglio della natura. L’asparago è un ortaggio delicato che affonda le sue radici nell’Europa Orientale e le sue proprietà alimentari erano note fin dagli antichi egizi. Oggi è un prodotto di nicchia che fa parte dei generi di lusso del mercato alimentare e oltre che per il gusto delicato e gradevole si caratterizza per le sue qualità diuretiche, il basso contenuto calorico e specifiche proprietà che ne fanno un sedativo del cuore. Unpli Treviso, Piazza Squillace 4 – 31030 Combai (Tv) tel. 0438 893385 .  
   
   
UNA PIZZA DA GUINNES PER L’ASSOCIAZIONE PIZZAIOLI PRIMA RIUNIONE OPERATIVA DELL’ASSOCIAZIONE PIZZAIOLI LUCANI E MATERANI CHE CONTA GIÀ 50 ISCRITTI  
 
Una pizza da guinness dei primati e una grande festa pubblica dedicata all’alimento principe della dieta mediterranea. Sono i due eventi programmati per i prossimi mesi dall’Associazione pizzaioli lucani e materani che ieri si sono riuniti in assemblea per decidere il programma delle iniziative da portare avanti facendo anche il punto della situazione sui problemi della categoria. L’evento Matera Pizza Festival che avrà luogo dal 3 al 7 settembre 2008 in piazza della Visitazione, sarà un’occasione per tutti i pizzaioli lucani di far conoscere la propria arte anche attraverso spettacoli di free-style, e animazione promuovendo la pizza genuina preparata rigorosamente secondo tradizione. In quell’occasione saranno allestiti 20 forni a legna (di cui uno per celiaci) 80 gazebo espositivi e 2000 posti a sedere. I componenti dell’Associazione pizzaioli lucani e materani che conta già 50 iscritti, hanno deciso, inoltre, di voler organizzare, dopo il Pizza Festival una manifestazione durante la quale tenteranno, tutti insieme, di realizzare la pizza più grande del mondo per segnare un record da guinnes dei primati. “Attraverso le attività dell’associazione –afferma il presidente Pasquale Lieto- abbiamo la possibilità di realizzare due obiettivi molto importanti: il primo è quello di creare un comparto forte nella nostra regione, quello della pizza, che, pur non potendo, ad oggi, reggere il confronto con la tradizione napoletana, può svilupparsi nel settore della ‘pizza di qualità come ribadito nel campionato nazionale dello scorso ottobre svoltosi a Matera; il secondo è quello di creare un momento di aggregazione tra noi operatori di un settore in cui è necessario fare squadra per promuoversi e attirare clienti e turisti con un’offerta qualificata. L’elevato numero di adesioni per entrambi i progetti mi incoraggiano a proseguire in questa direzione, anzi cercherò di coinvolgere un numero ancora maggiore di pizzaioli della nostra regione”. .  
   
   
SWISSENSATION: MUKKA EMMA PORTA UN PUBBLICO GIOVANE NELLA MISTERIOSA E AFFASCINANTE REALTÀ DELLA VALLE DELL’EMME E DEL FAMOSO FORMAGGIO SVIZZERO EMMENTALER  
 
Swissensation: un evento avvolto dai toni del mistero al Superstudiopiù di Milano per celebrare il carattere innovativo di un progetto che ha visto muovere i primi passi di un personaggio divertente e curioso: Mukka Emma. Una simpatica e dinamica Federica Panicucci, moderatrice di un interessante talk show, ha svelato le caratteristiche di questa divertente mucca grassottella e ironica con il pallino dei misteri, che prenderanno vita in una collana di libri per ragazzi edita da Giunti Editore, in libreria dalla fine di marzo 2008. Mukka Emma è un personaggio complesso, nato da un autore italiano, che si esprime in varie forme di comunicazione ed è l’espressione dei valori e delle caratteristiche della Valle dell’ Emme, da centinaia di anni luogo di produzione di un formaggio di qualità che è uno dei principali prodotti simbolo della Svizzera nel mondo: l’Emmentaler Dop. Mukka Emma, pur essendo un personaggio di fantasia, vive in luoghi reali e parla di cose “vere” come ad esempio Affoltern che si trova per davvero nella Valle dell´Emme, il centro storico della produzione dell’Emmentaler Dop. Ed è proprio nella Valle dell’Emme che la simpatica mucca conduce la sua doppia vita di albergatrice e investigatrice. Nel corso dell’evento – cui hanno preso parte, in qualità di mamme, anche Valentina Vezzali, pluricampionessa olimpionica di fioretto e Barbara Fusar Poli, pattinatrice e campionessa europea – sono diversi gli spunti e le occasioni di conoscenza di un mondo pieno di sensazioni tipiche della valle dell’Emme. Un percorso polisensoriale ha coinvolto l’olfatto, per annusare il fresco odore d’erba, il tatto, per toccare con mano tutti gli accessori della simpatica mucca, l’udito, per ascoltare i rumori della valle e le storie di Mukka Emma e poi ancora la vista per osservare più da vicino la fantastica realtà e infine il gusto, per assaporare le numerose specialità, prima tra tutte il formaggio con i buchi, il noto Emmentaler Dop. Chi è Mukka Emma Albergatrice di professione e investigatrice per passione, la simpatica mucca dotata di un’ironia “tutta svizzera” conduce lo storico Hotel Mira-mukka ad Affoltern, luogo di produzione del famoso formaggio con i buchi. Emma è la prima, la più curiosa e intraprendente di 7 sorelle. Grassottella e talvolta un po’ impacciata non manca mai di ironia ed arguzia. Amata dai ragazzi della valle non si ferma per nessuna ragione davanti ai misteri e alle insidie che si nascondono nella natura incontaminata ed intrigante delle valli svizzere. Emmentaler Dop Emmentaler Dop, il formaggio svizzero per antonomasia apprezzato in tutto il mondo, simbolo della Confederazione Elvetica: il primo, il più venduto, il più noto in Italia, inconfondibile per il suo gusto deciso ed i suoi famosi buchi che si formano durante un processo di stagionatura naturale. Switzerland Cheese Marketing Italia Con Swissensation è la quarta volta che Switzerland Cheese Marketing Italia con Emmentaler Switzerland si confronta con il mondo dei “grandi eventi”. Un progetto ambizioso, quello di Mukka Emma, attraverso il quale Switzerland Cheese Marketing Italia promuove, ancora una volta, il proprio spirito estroverso, dinamico e innovativo. .  
   
   
MOSTRA DELL’AGRICOLTURA, TROTE E SALMERINI TRENTINI NELLO STAND DI PROVINCIA E ISTITUTO AGRARIO  
 
Anche quest’anno la Provincia autonoma di Trento e l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige – Fondazione Mach saranno presenti alla Mostra mercato dell’agricoltura di montagna, in programma questo fine settimana a Trento, con un proprio stand, dedicato in quest’occasione al settore dell’acquacoltura. Protagonisti della 62esima edizione saranno, in collaborazione con l’Associazione dei troticoltori trentini Astro, la Trota del Trentino e il Salmerino del Trentino, entrambi in attesa del riconoscimento della Denominazione di origine protetta (Dop). Nell’iter per il riconoscimento della Dop, importante sarà la giornata del prossimo 19 marzo, quando si terrà a San Michele all’Adige la pubblica audizione presieduta dai rappresentanti del Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali nella quale verranno discussi ed approvati i disciplinari di produzione Dop Trote del Trentino (relativamente alla trota iridea) e Salmerino del Trentino. Non è escluso che nelle more della definitiva approvazione dei disciplinari da parte della Commissione Europea, i produttori trentini rappresentati da Astro si avvalgano della possibilità, prevista dalla normativa di riferimento, di utilizzare la cosiddetta “protezione transitoria” della Dop. All’interno dello stand i visitatori troveranno acquari, poster e materiale informativo sulle attività di ricerca svolte dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige nel settore dell’acquacoltura, le pubblicazioni del Servizio vigilanza e promozione delle attività agricole sui prodotti agroalimentari tipici e tradizionali e un’area, curata dall’Ufficio faunistico del Servizio foreste e fauna, dedicata alla fauna ittica con informazioni su come ottenere la licenza di pesca. Ma non è tutto. I visitatori avranno la possibilità di partecipare a degustazioni guidate di filetti di trota e salmerino preparati in diversi modi: affumicati a freddo, a caldo e marinati. .  
   
   
“NATURA 2008”, CORSO SULLA CONSERVAZIONE DELLA FAUNA, DELLA FLORA E DEGLI HABITAT NATURALI DELLA PROVINCIA DI TRIESTE  
 
 E’ stato presentato il 10 marzo, a Palazzo Galatti, “Natura 2008”, corso di educazione ambientale sulla conservazione della fauna, della flora e degli habitat naturali della provincia di Trieste organizzato dalla sezione Lipu di Trieste con il patrocino dell’Amministrazione provinciale. L’assessore provinciale all’Educazione ambientale ha spiegato come l’obiettivo del corso sia quello di far conoscere gli elementi principali degli ecosistemi naturali locali, fornire un quadro generale delle valenze naturalistiche più rilevanti e dei rischi incombenti sulla conservazione della biodiversità in provincia di Trieste. Il corso è rivolto a tutte le persone interessate a conoscere e tutelare la diversità degli ambienti naturali, della fauna e della flora nella provincia di Trieste. Sono previste le visite al Centro Didattico Naturalistico di Basovizza del Corpo Forestale Regionale e alla Riserva Naturale Marina di Miramare nonché due escursioni nelle Riserve naturali regionali di Duino e della Val Rosandra accompagnati dai guardiacaccia e dalle guardie forestali. La partecipazione al corso è gratuita. Per la sola visita alla Riserva Marina di Miramare è previsto un contributo per l’accompagnatore. Alle persone che parteciperanno ad almeno il 70% degli incontri verrà rilasciato un’attestato di partecipazione. Gli incontri si terranno a partire dal 14 marzo, ogni venerdì, presso l’aula magna del Liceo scientifico statale “ G. Oberdan” in via Paolo Veronese n° 1 dalle ore 18. 00 alle 20. 00. (possibilità di parcheggio interno alla scuola). Il corso si svolge con la collaborazione di: Dipartimento di Biologia e Dipartimento di Scienze Geologiche Ambientali e Marine dell’Università degli Studi di Trieste - Liceo Scientifico Statale “ G. Oberdan” - Riserva Naturale Marina di Miramare – Ispettorato Ripartimentale Foreste di Trieste e Gorizia - Centro Didattico Naturalistico di Basovizza del Corpo Forestale Regionale –Museo Civico di Storia Naturale del Comune di Trieste – Associazione Studi Ornitologici e Ricerche Ecologiche, Programma di primavera 14 marzo 2008 Presentazione del corso. Seguirà una introduzione agli ambienti naturali della provincia di Trieste. (Roberto Valenti - maresciallo forestale). 21 marzo 2008 Geologia, gli antichi ambienti del carso. (Nevio Pugliese – professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Geologiche Ambientali e Marine dell’Università degli Studi di Trieste). 28 marzo 2008 Flora e vegetazione degli ambienti aperti. (Giuseppe Oriolo - naturalista). 4 aprile 2008 Funghi, il regno dei miceti. ( Franco Bersan - tecnico micologo presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Trieste). 11 aprile 2008 I boschi, la boscaglia, le pinete. (Aldo Cavani - Direttore dell’Ispettorato Ripartimentale Foreste di Trieste e Gorizia). 18 aprile 2008 I mammiferi. ( Franco Perco - zoologo e Aila Quadracci - naturalista). 20 aprile 2008 Escursione nella Riserva Naturale di Duino con i guardiacaccia e le guardie forestali. Ore 9. 00 parcheggio bivio per Sistiana mare. 6 maggio 2008 Gli anfibi, i rettili e i pesci d’acqua dolce. (Nicola Bressi – conservatore zoologo presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste). 9 maggio 2008 Gli uccelli. (Fabio Perco - ornitologo Direttore Stazione Biologica Isola della Cona ed Enrico Benussi - ornitologo collaboratore scientifico Stazione Biologica Isola della Cona. ). 16 maggio 2008 Gli invertebrati. (Paul Tout - naturalista e Andrea Colla - preparatore entomologo presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste). 18 maggio 2008 Escursione nella Riserva Naturale della Val Rosandra con le guardie forestali e i guardiacaccia - visita al Centro Didattico Naturalistico di Basovizza. Ore 9. 00 chiesetta di S. Lorenzo. 23 maggio 2008 Riserve Naturali Regionali e Natura 2000. (Giuliana Renzi - tecnico presso il Servizio Tutela Ambienti Naturali e Fauna della Regione Fvg). 30 maggio 2008 Incontro con la Riserva Naturale Marina di Miramare. (Franco Zuppa – biologo presso la Riserva Naturale Marina di Miramare). 6 giugno 2008 Tavola rotonda su “Sviluppo economico e conservazione della natura”. 8 giugno 2008 Visita alla Riserva Naturale Marina di Miramare con escursione subacquea. Per informazioni: Lipu Sezione di Trieste Via de Guardi n. 2 34143 Trieste Email: lipu_trieste@yahoo. It Tel. 328 6951039 Tel. 340 7399686 .  
   
   
LE RICETTE DI SOFIA DI GINEVRA CITTERIO: PAPPE DA GRANDI PER PICCINI DI VALENTINA EDIZIONI  
 
Le ricette di Sofia sono il riassunto dell’avventura vissuta da una mamma che si è divertita, unendo attenzione e fantasia, nel traghettare la propria figlia dall’alimentazione indifferenziata uguale per tutti i bambini (liofilizzati, omogeneizzati, vasetti, bustine ecc. ) alla specialissima e unica alimentazione di casa sua. Le ricette di Sofia sono le risposte che Ginevra Citterio si è data alla domanda: “cosa mangia una bambina di 8 mesi alla quale si vuole smettere di dare i soliti cibi “consigliati”?”. La scelta degli ingredienti, sempre legati alle stagioni, la semplicità e la velocità di preparazione dei piatti, rendono Le ricette di Sofia un aiuto pratico per le mamme. Il libro è diviso in cinque sezioni, una per stagione più una dedicata ai dolci. Si tratta di ricette semplici e veloci: quasi tutti i piatti si possono preparare in 15 minuti. Ginevra Citterio, laureata in Filosofia, è da sempre appassionata di cucina. Mamma di Sofia e da alcuni mesi di Anna, ha lavorato, tra Milano e New York, nel settore della comunicazione al quale da poco è riapprodata. Il Professor Umberto Marcello del Majno è il pediatra che ha scritto l´introduzione. Ottavia Moschini ha realizzato gli acquerelli. Valentina edizioni è la casa editrice. . .  
   
   
VIAGGIO TRA I SAPORI DI CALABRIA: IL VOLUME SCRITTO E ILLUSTRATO DA SERGIO ZANARDI È UN INVITO AL VIAGGIO ALL’INTERNO DELLA CUCINA CALABRESE, COME MEZZO DI ESPLORAZIONE DELLA CULTURA E DEL TERRITORIO  
 
Il volume non è solo una panoramica dei tanti prodotti tipici della Calabria – che in questo caso, è solo uno spicchio di Calabria e precisamente quell’area del Sud Tirreno cosentino, così ricco anche di storia, di Natura rigogliosa e tante tradizioni e riti da godere -, ma è anche un’esortazione a superare una immagine stantia, di quel turismo dedito solo alla balneazione. Infatti, proprio per le numerose risorse del territorio, tra le quali non può essere ignorato l’aspetto gastronomico, i saperi e i sapori che quest’angolo di Calabria offre, valgono ben un viaggio per venire a scoprirli. Le regioni d’Italia si differenziano tantissimo a tavola. La Calabria pur offrendo un contributo ridotto alla gastronomia del bel paese si distingue per la qualità dei suoi prodotti. Si va dagli insaccati al pesce, dalla frutta alle verdure, fino ai formaggi. La cucina calabrese, poi, si basa su preparazioni semplici dei cibi. Un’altra peculiarità della cucina regionale, è che essa varia, di pari passo con i prodotti, spostandosi dal Pollino all’Aspromonte e passando per la Sila, o partendo dal tirreno per arrivare allo ionio salendo e scendendo montagne e colline. Un modo per leggere questa variabilità, che è ricchezza, lo ha proposto, seppur limitatamente ad un’area, il giornalista Sergio Zanardi con un libro edito da Rubbettino. Il territorio di riferimento lo definisce già il titolo: “Viaggio Tra i Sapori di Calabria da S. Lucido a Nocera Terinese passando per Amantea”, che l’autore precisa essere “solo uno spicchio di Calabria” seppur ricca “anche di storia, di natura rigogliosa e tante tradizioni e riti da godere” Il libro è stato presentato domenica 2 marzo presso il “Palazzo delle Clarisse” ,sede dell’“Accademia degli Arrischiati”, per conto della quale il libro è stato realizzato. Tra gli ospiti l’On. Mario Pirillo (Assessore all’Agricoltura e alla Forestazione della Regione Calabria), il giornalista Massimo Tigani Sava (Direttore de “il Domani della Calabria”), l’esperto Francesco Saliceti, responsabile del Club Papillon per la Calabria, e tanti sindaci del comprensorio amanteano. 120 pagine di descrizione dei prodotti “tipici”- di alcuni di loro, c’è anche la descrizione delle proprietà organolettiche -, di dove trovarli, di tante e suggestive immagini fotografiche. Il libro, però, va inteso in un’accezione molto più complessa. Sbaglia chi vi si accosta con l’idea che si tratti di uno spaccato di risorse che il mare, la terra ed il sole, da sempre, regalano a questo pezzo d’Italia. Il libro, invece, sostiene un messaggio che, anche se non nuovo, sembra non essere ancora stato recepito. Eppure il turismo, questo sconosciuto, è alla base del Pil regionale. L’autore non entra nei motivi, ma nelle soluzioni, aprendo quella porta che ha una sola corretta chiave: la comunicazione. Il turismo enogastronomico è una realtà e dura tutto l’anno e nasce dalla combinazione di Gastronomia, di Storia e di Natura. C’è anzitutto la necessità di riconoscere la presenza di queste eccellenze in Calabria. Ed invece se ne parla poco, o non se ne parla affatto. Ci sono delle implicazioni anche storiche e sociali nel libro, come la necessità di non disperdere un patrimonio di riti e tradizioni rimasti quasi intatti, e ci sono, ovviamente, implicazioni economiche e di sviluppo per una regione bella, ma che non è mai davvero decollata. I sapori da soli valgono ben un viaggio, ed ogni stagione ha i suoi. La tavola è solo il momento finale, quello nel quale si gode il tutto racchiuso nei prodotti tipici, e poi non lascia mai delusi. .  
   
   
PICENO: VINI ED ECCELLENZA GASTRONOMICA I DATI SULLA VITICOLTURA PICENA  
 
Fino alla prima metà degli anni sessanta la produzione vitivinicola italiana seguiva le leggi di quella agricola, preoccupandosi più della quantità che della qualità. Una prima inversione di tendenza si è avuta per scongiurare la grave crisi che il comparto vinicolo ha dovuto affrontare in seguito allo scandalo sul metanolo. Da qui, i viticoltori piceni hanno cominciato a scegliere di elevare la qualità e l’immagine del vino italiano. Per questo emergono, a opera di alcuni coraggiosi capofila, vitigni autoctoni quali la Passerina e il Pecorino (a bacca bianca) e il Montepulciano (a bacca rossa), che concorrono alla produzione delle D. O. C. Falerio dei Colli Ascolani, Rosso Piceno e Offida. Ma la grande svolta della vitivinicoltura picena avviene negli anni ’90, quando il must implementato anche dai viticoltori piceni, anche grazie a novità tecnico-enologiche, è ormai la ricerca della qualità indiscussa. Ecco allora che, grazie alla valorizzazione dei vitigni autoctoni e di alcuni altri particolarmente importanti per il territorio, la produzione delle 3 D. O. C. Del Piceno acquista sempre più spessore e visibilità. Rosso Piceno D. O. C. (1968) La D. O. C. “Rosso Piceno” si presenta nelle seguenti tipologie: “Rosso Piceno”, “Rosso Piceno” Novello e “Rosso Piceno” Superiore. Anche se il riconoscimento della denominazione di origine controllata “Rosso Piceno” è avvenuto nel 1968 la sua storia inizia molto tempo prima. Si parla del vino dei piceni già prima dell´insediamento dei Romani. Già Polibio, storico greco del mondo romano, ne riporta traccia nei suoi scritti sulle guerre puniche. Le caratteristiche principali della Doc “Rosso Piceno” sono il colore rosso rubino più o meno intenso, l´odore caratteristico ed il sapore armonico. A queste devono ovviamente aggiungersi le peculiarità di ogni tipologia. Il Rosso Piceno si accosta gradevolmente con minestre calde o tiepide di notevole struttura (fagioli, ceci, lenticchie, minestroni, polente, paste fresche farcite, ecc. ). Così pure con i salumi. Ottimo con secondi di carne, arrosti a fuoco diretto, spiedo e casseruola. Si sposa bene con zuppe di pesce con pomodori e peperoni rossi e verdi, con fritture di pesce con profumi e strutture notevoli. La tipologia “Superiore” si accorda meglio a cibi sapidi e succulenti. Falerio Dei Colli Ascolani D. O. C. (1975) Il nome di questa D. O. C. Deriva da Faleria, una città dell´Impero Romano dell´attuale provincia di Ascoli Piceno chiamata Falerone. Documenti storici attestanti l´origine del vino in questa zona risalgono addirittura al 1956. È garbatamente profumato, con odori di fiori d´acacia e pesco. Il gusto è secco, sapido, armonico e leggermente acidulo, che lo fa preferire, gustato giovane anche come ottimo aperitivo. Il colore è paglierino più o meno tenue, simile a quello della paglia. Va bevuto entro un anno dalla vendemmia ad una temperatura di 8-9°. È ottimo servito come aperitivo, con la Dop “Oliva Ascolana del Piceno”, oppure abbinato a molluschi e piatti di pesce poco conditi. Offida D. O. C. (2001) La D. O. C. Offida si presenta nelle seguenti tipologie: “Offida” Pecorino; “Offida” Passerina (anche nella tipologia Passito, Vino Santo e Spumante); “Offida” Rosso. La denominazione di origine controllata “Offida” trae il nome da uno dei borghi più belli per architettura, storia e folklore della provincia di Ascoli Piceno. La Doc “Offida” Passerina, come pure la Doc “Offida” Pecorino, si presenta di colore giallo paglierino, con un profumo gradevole e sapore armonico e sapido. Da gustare giovane. La differenza tra le due Doc si riferisce al titolo alcolometrico totale minimo. Nella tipologia “Offida” Rosso, il vino presenta un profumo gradevole complesso leggermente etereo, di sapore sapido armonico tipico e caratteristico. Preferibilmente invecchiato di due anni. L´offida nella tipologia bianco è un vino giovane dalla gradevole vena acida, da gustare con frutti di mare e crostacei, come pure dopo un invecchiamento, con carni bianche e sapide minestre. L´offida Rosso è un vino dalla struttura notevole che si presta ad abbinamenti con piatti della gastronomia regionale, dai vincisgrassi con rigaglie di pollo al piccione ripieno, dalla selvaggina alle carni rosse in genere. La versione spumantizzata si può abbinare con frutti di mare e ovviamente è ottima unita alla Dop “Oliva Ascolana del Piceno”. Il passito è ottimo con formaggi stagionati e pasticceria secca. I vini protagonisti della degustazione La viticoltura picena ha origini antiche: sembra che le prime viti siano state fatte conoscere alle popolazioni locali dagli Etruschi e di questa coltivazione si hanno testimonianze che risalgono all’Vii secolo a. C. Attraverso i secoli, l’arte della coltivazione della vite è stata estremamente favorita in questa regione che presenta un territorio particolarmente indicato, per via dei dolci colli che dall’Appennino digradano man mano verso l’Adriatico. In questa terra ricca di contrasti, dove la gente è fiera e indipendente, nascono da sempre vini caldi e generosi, che attraversano la storia resistendo ai mutamenti. Solo negli anni recenti, quando l’agricoltura cede il passo alla quantità, questa tradizione sembra vacillare. È negli anni ’80, grazie all’opera di alcuni coraggiosi viticoltori che le varietà autoctone vengono riscoperte scegliendo di produrre vini che ricercano un’eccellenza assoluta, scelta che andava allora in controtendenza con il mercato e che si è dimostrata invece un proficuo investimento. La terra picena offre oggi alla tavola di tutti i giorni ma anche a quella delle grandi occasioni rossi sanguigni e fragranti e bianchi sapidi e profumati, chiara espressione di un territorio caratterizzato costantemente dall’innovazione nella continuità, dal recupero delle proprie radici e dal rispetto delle tradizioni. Il territorio delle marche ha diverse Doc, alcune storiche, come il Rosso Piceno e altre più recenti come l’Offida. Tra quelle del Piceno ricordiamo il Rosso Piceno riconosciuto come Doc nell’agosto del 1968; il Falerio riconosciuto come Doc nell’aprile del 1975 e l’Offida riconosciuto come Doc nel maggio 2001. Qui di seguito le aziende ed i vini presenti alla degustazione. Agrivitivinicola San Francesco di Cherri Paolo Notturno Doc Rosso Piceno Superiore 2006 Altissimo Doc Offida Pecorino 2007 Az. Agr. Fiorano Pecorino "Donna Orgilla" Igt Marche Bianco 2007 Terre di Giobbe Doc Rosso Piceno Superiore 2005 Az. Agr. Pantaleone Sipario Igt Rosso Marche 2006 Io- Boccascena Igt Marche Rosso 2005 Azienda Agraria La Fontursia Crivellino Doc Rosso Piceno 2000 Crivellino Doc Offida Pecorino 2006 Azienda Agricola Aldo Di Giacomi Zahir Doc Offida Passerina 2007 Zahir Doc Rosso Piceno 2007 Azienda Agricola Mattoni Valter Arshura Igt Marche Rosso 2006 Azienda Agrivitivinicola Filippo Panichi Rubens Igt Marche Rosso 2005 Polittico Bianco Doc Falerio dei Colli Ascolani 2007 Casato Group Spa Superno Igt Marche Bianco 2006 Luceat Igt Marche Rosso 2005 Il Conte Villa Prandone Marinus Doc Rosso Piceno Superiore 2005 Emmanuel Maria Doc Offida Passerina Spumante 2006 S. C. A. C. Soc. Coop Agricola Gran Maestro Doc Offida Rosso 2003 Montemisio Doc Offida Pecorino 2007 Tenuta Agricola Il Crinale Castrum Igt Marche Bianco 2006 Nerone Doc Rosso Piceno Superiore 2006 Tenuta Cocci Grifoni Società Semplice Gaudio Magno Spumante Passerina Il Grifone Doc Offida Rosso 2002 Velenosi Srl Roggio del Filare Doc Rosso Piceno Superiore 2004 Villa Angela Doc Offida Pecorino 2007 Villa Pigna srl Vergaio Doc Rosso Piceno Superiore 2005 Majia Doc Offida Passerina 2007 Vitivinicola Costadoro srl Il Crinale Igt Marche Merlot 2003 Rosè Igt Marche Rosato 2007 La Gastronomia picena, un tesoro da scoprire La gastronomia picena rispecchia le peculiarità di un territorio che, pur essendo di dimensioni piuttosto contenute, presenta marcate differenziazioni paesaggistiche e geografiche. Non si fa in tempo a lasciare il mare che già ci si ritrova al cospetto delle maestose cime appenniniche, attraversando un ambiente naturale che via via subisce profonde modificazioni. Ciò è sufficiente per darci l’idea di una cucina molto variegata e ricca di sapori, che nel tempo ha saputo mantenere sostanzialmente intatta la sua genuinità. Le caratteristiche principali sono la semplicità, la schiettezza e la sana varietà di piatti fatti con gli ingredienti genuini di un territorio ricco di materie prime di terra e di mare, aromatizzate dalle erbe odorose delle colline di questa regione, caratterizzata dal paesaggio suggestivo e riposante su cui dominano le colture prevalenti della vite e dell’ulivo. La tradizione della cucina marinara nella gastronomia del Piceno affonda le radici nell’antichità, probabilmente già nella protostoria, dal momento che i romani usavano spostarsi verso l’Adriatico per il suo pesce estremamente saporito. Molto diffusa era l’usanza, soprattutto tra le popolazioni dell’entroterra, del pesce secco, stoccafisso e baccalà, preferito a quello fresco per ovvi motivi di conservazione. Ma il vero piatto della tradizione marinara è il brodetto, una sorta di zuppa composta da numerose specie di pesci con tante versioni non solo all’interno della costa marchigiana, ma anche di quella ascolana. La tradizione rurale si ritrova ancora oggi nell’allevamento di animali da cortile e del maiale, da cui si ricavano saporite braciole e salumi: lonze, coppe, salami, ciauscoli (il celebre salame spalmabile, ottimo sul pane abbrustolito) e salsicce anche di fegato. Nella fascia pedemontana è ancora diffusa la tradizione del castrato e del capretto, cucinati sia sulla griglia che in appetitosi spezzatini. L’allevamento ha permesso, inoltre, la produzione di formaggi sia di latte ovino e caprino, sia di latte vaccino. I romani, che amavano passare a tavola dalle tre alle sei ore quotidiane si sobbarcavano qualche giorno di viaggio, percorrendo tutta l’antica consolare Salaria per fare grosse scorte di oliva tenera ascolana, una delizia che viene prodotta in una ristrettissima area e proprio per questo oggi del tutto insufficiente a soddisfare la grande quantità di richieste. La drupa è di grandi dimensioni, il nocciolo molto piccolo e il sapre piuttosto dolce: ecco il segreto di una delle ricette picene più note al mondo, l’oliva farcita all’ascolana. Chi ritiene che la squisitezza di questa ricetta sia dovuta soltanto alla farcitura, un misto di carni e parmigiano, ha scarsa dimestichezza con il gusto. E’ proprio questo particolare tipo di oliva a conferire alla ricetta un sapore inconfondibile, spesso imitato ma sempre senza successo. Al di là della tenera ascolana, il territorio piceno è ricco di coltivazioni di ulivi che consentono una produzione piuttosto consistente di olio di oliva su un’area che si estende per l’intera fascia collinare e precollinare. Alle numerose varietà di olio d’oliva esistenti se n’è aggiunta recentemente una tutta nuova denominata Falerio Picenus, estratta a freddo dall’oliva prodotta dal Piantone. La cucina ascolana è anche la culla di pregiate e delicatissime paste all’uovo quali i maccheroncini di Campofilone, di cui si ha notizia fin dal ‘400. Considerati un piatto nobile, sono preparati nella proporzione di dieci uova per ogni kg di farina, ciò fa sì che la pasta si presenti molto porosa e quindi ottima sia in brodo sia asciutta. Altro piatto tipico della zona sono i vincisgrassi, una specie di ricchissima pasta al forno, il cui nome sembra essere una italianizzazione del nome del principe Windisch-graetz, che apprezzò particolarmente il piatto quando arrivò nella città di Ancona nel 1799 a capo dell’esercito austriaco per strapparla alle armate napoleoniche. I dolci tipici ascolani sono legati per lo più ai periodi di festa. Un esempio è il fristingo, dolce natalizio realizzato con fichi secchi, noci, mandorle e canditi, molto simile nel gusto e nella preparazione al celebre pane di pere zurighese. E poi i dolci tipici del periodo di Carnevale e Pasqua: le castagnole inzuppate nell´anisetta, liquore dolce all’anice prodotto nel Piceno, la cicerchiata, i ravioli con ripieno di castagne o di ricotta e la zuppa inglese, farcita alle creme, che rappresenta il dolce tipico della tradizione picena. Di seguito le aziende con i prodotti tipici di qualità: Olive Ed Olio Extra Vergine D’oliva Az. Agr. Silvestri Rosina 63030 Spinetoli Tel 0736 890027 - 347 8653743 0736 890027 Isabella mandozzi www. Oliosilvestri. It info@oliosilvestri. It Selezione Di Salumi Salumificio Passamonti Via G. Leopardi 10 63020 Monte Vidon Combatte– Ap Tel: 0734/656109 Fax:0734/656921 E-mail: c. Passamonti@libero. It Scotucci Alessandrovia Capparuccia Snc 63027 Petritoli - Aptel 0734/68383 Selezione Di Formaggi Freschi (Slattato, Casec, Pecorino Monti Sibillini A Latte Crudo) E Semi-stagionati (Pecorino Dei Monti Sibillini) Azienda agricola Fontegranne Via Castellarso Ete 11 63020 Belmonte Piceno Tel/fax 0734/771289 E-mail: fontegranne@yahoo. It Confettura Di Mela Rosa Dei Sibillini La Golosa di Curi Maurizio C. Da Coste, 24 62020 Montelparo – Ap Tel. 0734/780030 E-mail:info@lagolosacm. It Pane Del Pescatore Funghetti Di Offida Panificio Borgo Miriam di Peroni Filippo e Vespertini Elide Borgo Miriam 85 63035 Offida – Ap Tel 0736/880916 Anisetta Silvio Meletti srl Zona Industriale Campolungo 63100 Ascoli Piceno Tel: 0736/403493 Fax: 0736/403516 E-mail: info@meletti. It Vin Cotto Associazione Produttori Viccotto Via L. Mercantini 25 63100 Ascoli Piceno Tel 0736/279260-347/3760518 Fax 0736/246406 E-mail centro. Studi@ap. Camcom. It .  
   
   
DAL 15 AL 17 MARZO ALLA STAZIONE LEOPOLDA DI FIRENZE “IL FRANTOIO DI VICOPISANO” PROTAGONISTA DEL SALONE DEL GUSTO “TASTE” DI FIRENZE  
 
 Saranno in mostra e in vendita le specialità biologiche prodotte dall’azienda agricola di Nicola Bovoli: dall’olio extravergine di oliva Vicopisanolio Igp Toscano agli olii aromatizzati naturali Tartufolio, Peperolio e Limoniolio; dalla marmellata Nettarina di kiwi al liquore Kiwino; dalle fettine di filetto di cinghiale sott’olio, al vino sangiovese in purezza Igp Toscano Ceppato e al vinsanto toscano San Jacopo Quest’anno, per la prima volta, fra i protagonisti di Taste, il salone del gusto e delle idee organizzato da Pitti Immagine alla Stazione Leopolda di Firenze dal 15 al 17 marzo, c’è anche l’Azienda Agricola “Il Frantoio di Vicopisano”, di Nicola Bovoli. Sono 130 le aziende protagoniste di questa terza edizione, selezionate tra le produzioni di nicchia e di eccellenza provenienti da tutta Italia. “Il Frantoio di Vicopisano”, situato alle prime pendici del Monte Pisano che separa la piana del basso Valdarno dalla Lucchesia, facilmente raggiungibile dall’uscita di Cascina della superstrada Firenze-livorno-pisa, si inserisce perfettamente nella originale rassegna fiorentina nata da un’idea del giornalista-gastronauta Davide Paolini, caratterizzata da tre giorni di assaggi, di acquisti ed eventi del gusto, alla scoperta delle diversità culturale e biologica dei cibi. L’azienda agricola di Nicola Bovoli possiede circa tremila piante di olivo della varietà “frantoio”, un vasto frutteto di pesche, pere, kiwi e fragole; un piccolo ma rigoglioso vigneto; un bosco dove si trovano numerosi pini e dove vivono allo stato brado famiglie di cinghiali; un grande orto dove si coltivano gli ortaggi tipici toscani. Il titolare dell’Azienda, Nicola Bovoli, fa di mestiere il comunicatore e gestisce insieme con la moglie Lucia e la figlia Simona l’intera attività con criteri imprenditoriali ispirati all’Agricoltura Biologica, alla tutela dell’ambiente e al rispetto delle tradizioni allo scopo di ottenere prodotti assolutamente genuini e di prima qualità. All’interno dell’Azienda agricola si trova anche l’Antico Frantoio Toscano del “Rio Grifone” che trae il nome dal corso d’acqua che ha fatto girare le ruote delle macine di granito fino all’inizio di questo secolo quando le pale metalliche sono state sostituite dai motori elettrici. Il sistema di frangitura del più antico e allo stesso tempo moderno frantoio di Vicopisano è comunque di tipo tradizionale, rigidamente e completamente “a freddo”, con due impianti che funzionano in parallelo al piano terra dell’edificio principale dell’Azienda Agricola, denominata, appunto “Il Frantoio di Vicopisano” : uno con le tradizionali molazze in granito, l’altro con un innovativo frangitore a dischi. Entrambe le linee sono provviste di gramolatrici che fanno pervenire la pasta direttamente a due modernissimi Decanter Pieralisi che separano il mosto dalla sansa e lo avviano all’ultima definitiva centrifugazione per separare l’olio dall’acqua di vegetazione Il frantoio vero e proprio, diretto dalla figlia Simona Bovoli Porretta, è situato al piano terreno della fattoria, in località Palazzetto di Vicopisano Il frantoio del Rio Grifone è attrezzato anche per fornire ai piccoli e medi produttori della zona l’assistenza tecnica per l’intera filiera produttiva dell’olio extravergine di oliva di qualità (lavorato “a freddo”): dalla defoliazione al lavaggio delle olive, alla loro molitura, alla gramola e all’estrazione tramite decanter e centrifuga; dall’analisi di acidità e perossidi di ogni singolo lotto, allo stoccaggio in conche d’acciaio in ambiente climatizzato a 18/20 gradi fino all’imbottigliamento e all’etichettatura. Non a caso “Il Frantoio di Vicopisano fa parte della corporazione dei “Mastri oleari” , del consorzio dell’olio Igp Toscano e della Strada dell’olio di Monte Pisano. Sia l’uliveto, sia il vigneto sia i frutteti, coltivati biologicamente con concimi naturali, sono irrorati con un sistema “a goccia” e grazie all’impareggiabile microclima del Monte Pisano, danno frutti eccellenti sia in quantità, ma, soprattutto, in qualità. L’azienda agricola produce un olio biologico di alta qualità, l’extravergine d’oliva Vicopisanolio Igp Toscano, di un bel colore dorato e un’acidità eccezionalmente bassa, squisito a crudo e in cucina perché sprigionando tutta la sua fragranza nobilita anche le ricette più semplici. Anche i primi lotti di olio extravergine di oliva di quest’anno hanno ottenuto dal Consorzio Olio Toscano che ha sede a Firenze il riconoscimento Igp (Identificazione Geografica Protetta) con l’aggiunta, come d’abitudine, della menzione territoriale specifica dei “Monti Pisani”. Tutte le bottiglie – la commercializzazione è iniziata ai primi di gennaio dopo la decantazione naturale in quanto l’olio non viene filtrato – recano l’etichetta ufficiale del Consorzio Olio Toscano con stampigliato il numero progressivo della certificazione rilasciata da un noto organismo di certificazione indipendente che, ad ulteriore garanzia dell’alta qualità del prodotto consentirà agli acquirenti (ristoratori, boutique gastronomiche e semplici consumatori), semplicemente collegandosi con il sito internet del Consorzio (www. Consorziooliotoscano. It) , di avere conferma on line che tutte le fasi della intera filiera (coltivazione delle olive, frangitura e imbottigliamento) del “Vicopisanolio” Igp Toscano sono avvenute nell’ambito della stessa Azienda Agricola “Il Frantoio di Vicopisano” (www. Vicopisanolio. It), L’azienda di Nicola Bovoli, in collaborazione con i maestri tartufai Luciano e Cristiano Savini, produce anche il Tartufolio, extravergine d’oliva aromatizzato al tartufo con una fettina di tartufo bianco di San Miniato in ogni bottiglietta da 0,050 lt. Sempre nel campo degli olii aromatizzati naturali lo scorso anno l’Azienda Agricola Il Frantoio di Vicopisano ha cominciato a produrre e commercializzare anche il Peperolio, ottenuto dalla molitura congiunta di olive frantoio dell’Azienda Agricola e peperoncini piccanti freschi prodotti nell’orto botanico dell’Università di Pisa e selezionati da Massimo Biagi e Antonio Lunardini dell’Accademia italiana del Peperoncino; ed infine, una vera leccornia il Limonolio - ne bastano poche gocce per dare un gusto raffinato a piatti delicati, soprattutto a quelli a base di pesce - ottenuto dalla molitura congiunta delle solite olive frantoio e limoni di prima qualità. Da molti anni, in collaborazione con Paolo Manfredini della Antica Salumeria Toscana di San Giovanni alla Vena vengono confezionati e commercializzati con grande successo i vasetti di fettine di filetto di cinghiale in olio extravergine di oliva “Vicopisanolio”. Altra prelibatezza prodotta e commercializzata dall’Azienda Agricola Il Frantoio di Vicopisano è la “Nettarina di Kiwi”, una raffinata confettura extra a base di kiwi coltivati biologicamente; la ricetta e stata realizzata in collaborazione con il grande Santino Rinaldi (il produttore calabrese famoso per la sua “Nettarina di Fichi dottati”) adatta per accompagnare degustazioni di formaggi freschi e stagionati. Infine, dallo scorso anno dagli stessi Kiwi , in collaborazione con Pietro Begliomini viene prodotto il Kiwino, un gradevole liquore ottenuto dalla macerazione dei kiwi in alcool, da bere ghiacciato a fine pasto come digestivo o da utilizzare in pasticceria per la preparazione di dolci, creme e cioccolatini. Da due anni “Il Frantoio di Vicopisano” produce anche il vino “Ceppato” , un sangiovese in purezza Igt Toscano rosso prodotto “come una volta” (viene imbottigliata proprio in questi mesi l’annata 2006) con la supervisione di un giovane enologo Nicola Provenzali “scoperto” da Alessandro Scotti, l’ agronomo milanese che quattro anni orsono si è trasferito armi e bagagli in Toscana e che, dopo aver frequentato il 1° Master in Olivicoltura e olio di qualità della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa ideato e condotto dal Professor Riccardo Gucci, ora dirige il Frantoio e cura tutte le produzioni agricole dell’Azienda. Un’altra “chicca” della produzione vitivinicola dell’azienda di Vicopisano è rappresentata dal Vin Santo Toscano “San Jacopo”, prodotto in collaborazione con Ottavio Balducci con uve fatte appassire sui graticci e invecchiato per quattro anni nei caratteristici “caratelli” di legno pregiato nelle ideali condizioni ambientali delle stanze di una antica torre in località San Jacopo. Al salone di Firenze Il Frantoio di Vicopisano sarà presente sia nella postazione allestita nel taste tour, il percorso alla scoperta e alla degustazione dei prodotti, sia nel taste shop , dove i visitatori avranno la possibilità di acquistare tutto quello che avranno apprezzato di più durante il loro “viaggio nel gusto”. .  
   
   
LINDT PRESENTA IL GOLD BUNNY TOUR UNA DOLCE EMOZIONE PER AUGURARE A TUTTI BUONA PASQUA  
 
Il Gold Bunny arriva nelle principali città italiane. Lindt annuncia il primo tour italiano dell’eroe della Pasqua Lindt nel mondo, il Gold Bunny. Da nord a sud il rinomato coniglietto si farà portavoce dei valori, della qualità e della tradizione indiscussa di Lindt, emozionando il pubblico con un assaggio del suo indiscusso ottimo cioccolato. Subito dopo l’evento di Torino, Cioccolatò, il Gold Bunny parte per una nuova avventura, questa volta itinerante per la penisola. Il suo viaggio comincia dalle città di Milano e Bologna e successivamente alla volta di Roma e Bari. Dal 7 al 16 marzo, dal venerdì alla domenica, l’ambasciatore della Pasqua Lindt girerà un po’ ovunque per le città per farsi conoscere e… soprattutto assaggiare. Sarà possibile incontrarlo nelle principali piazze e presso i punti vendita più importanti delle città coinvolte. A sua disposizione il simpatico coniglietto avrà non solo un team di giovani assistenti, ma anche vari mezzi di trasporto, dai tandem per avere accesso nei centri storici chiusi al traffico a divertenti macchine (a metano), interamente personalizzate con due grosse orecchie di Gold Bunny ricostruite sul portellone posteriore. Per farsi trovare il Gold Bunny posizionerà strategicamente delle sagome giganti in gomma piuma raffiguranti se stesso mentre ai cittadini saranno distribuiti simpatici gadget e assaggi di prodotto. Www. Lindt. It .  
   
   
HAIER 3D FRIDGE: UN PRODOTTO ASSOLUTAMENTE INNOVATIVO, UN FRIGORIFERO COMBINATO CHE NON TROVA RIVALI IN TERMINI DI LAYOUT E FUNZIONALITÀ. LA NUOVA DIMENSIONE DELLA COMUNICAZIONE UN LANCIO IN GRANDE STILE.  
 
E non poteva essere altrimenti. Come ha recentemente dichiarato Gianluca Di Pietro, Market Director della filiale italiana, " Haier intende oggi approcciare il business e il mercato italiano del bianco in maniera del tutto nuova: si è partiti dallo studio del nostro mercato, del nostro consumatore e dalle sue esigenze, sviluppando un Progetto Europeo e realizzando un prodotto assolutamente innovativo: un frigorifero combinato che non trova rivali in termini di layout e funzionalità". Intorno al rivoluzionario 3D Fridge ecco allora tutta una serie di iniziative che coinvolgono sia il retailer sia il consumatore finale. Una strategia di comunicazione a 360° accattivante e grintosa: 4 mio di euro la cifra stanziata per questo lancio. Stampa Trade, Attività in-store e materiali Pop, Formazione, Web: questi i canali interessati. Campagna Adv La campagna pubblicitaria si focalizza sul prodotto e le sue evidenti innovazioni tecnologiche e di design a cominciare da un nome dalla valenza internazionale, 3D Fridge, nuovo rispetto alle classiche sigle dei frigoriferi e che introduce il concetto della nuova dimensione del freddo. La campagna si sviluppa in una pagina molto elegante, dominata da un´immagine del nuovo 3D Fridge con i due cassetti freezer aperti in particolare evidenza. Attività in-store e materiali Pop A partire dal mese di aprile 2008, Merchandiser e Promoter Haier saranno attivi nei principali negozi delle Catene di Distribuzione su tutto il territorio italiano per affiancare e formare gli addetti alle vendite. La presenza di Haier nei punti vendita si concretizza graficamente, sui diversi materiali Pop, in un´accattivante goccia bianca su fondo rosa, con all’interno il logo 3D Fridge e il pay-off "It´s a Haier idea" . La stessa goccia, ma di colore rosa, è stata declinata su sticker da applicare sui prodotti per segnalare le caratteristiche innovative del nuovo combinato. Corner promozionali allestiti ad hoc saranno facilmente individuabili grazie alla colorata segnaletica. Formazione Il personale addetto alla vendita sarà oggetto di uno specifico training che avrà luogo presso lo stabilimento Haier di Campodoro, dove verrà prodotta tutta la linea 3D Fridge. Web E´ in fase di avanzata realizzazione il Sito ufficiale 3D Fridge per i mercati italiano, francese, spagnolo e tedesco. Questo Sito costituisce il primo passo per la realizzazione del nuovo Portale europeo Haier (www. Haiereurope. Com). Navigando nel sito il consumatore troverà le risposte ad ogni su esigenza e curiosità: un Assistente virtuale lo accompagnerà nel mondo Haier aiutandolo a confrontare i vari modelli per scegliere quello più adatto alle proprie esigenze. I prodotti sono catalogati dettagliatamente con fotografie e caratteristiche tecniche; una promozione speciale è riservata a coloro che ordineranno on-line il nuovo 3D Fridge: in omaggio un raffinato forno a microonde. Non manca naturalmente l’elenco dettagliato dei rivenditori. La compilazione di un apposito form on-line permetterà infine di essere ricontattati tempestivamente dall’Azienda. Oltre che sul proprio sito, 3D Fridge e Haier saranno presenti anche all´interno dei Siti delle principali Catene di Distribuzione di elettrodomestici con banner, promozioni, pagine in cobrand. Il lancio sarà sostenuto da una massiccia Campagna Web sui Siti: Casa e Arredo, Sposi, Multy category Commerce, Direct emailing. Con la gamma 3D Fridge Haier inaugura la nuova dimensione del freddo. .  
   
   
VITIGNOITALIA 2008 UNA NUOVA PROSPETTIVA DI VINO  
 
Vitignoitalia, il salone del vino da vitigno autoctono e tradizionale italiano, prepara la sua Quarta edizione: a Napoli dal 26 al 28 maggio 2008. Tre giorni fortemente vocati al business. È la prima delle numerose novità dell’edizione 2008: un evento B2b che apre le porte agli operatori dal lunedì 26. Consolidato il connubio con i vertici della gastronomia internazionale con la partecipazione di Giorgio Pinchiorri, titolare della prestigiosa Enoteca Pinchiorri di Firenze. Noto talent-scout di molti tra i più prestigiosi vini italiani, Pinchiorri parlerà a Napoli della sua visione del vino e di come renderlo un punto di forza per il ristorante svelando i segreti di una perfetta carta dei vini. “Un’ottima annata”, l’edizione numero Quattro di Vitignoitalia si annuncia dunque più strutturata e ricca per contenuti, spazi espositivi ed eventi collaterali a cominciare da Wine&thecity, il Fuori salone di Vitignoitalia. Un evento diffuso e dai molteplici aspetti - ideato da Donatella Bernabò Silorata – che caratterizzerà la città di Napoli nei 5 giorni precedenti l´apertura del salone. Fil rouge sarà il vino e la promozione della cultura del vino. Vino&design, Vino&arte, Vino&gioielli, Vino&moda, Vino&cibo e naturalmente Vino&basta: circa cinquanta indirizzi selezionati – tra enoteche, wine-bar, ristoranti, alberghi, gallerie d´arte e design, boutique – partecipano all´evento aprendo le porte ad happening e degustazioni di vino aspettando Vitignoitalia. Il salone vero e proprio – reso possibile anche grazie al contributo di Regione Campania Assessorato all’Agricoltura e alle Attività Produttive - si aprirà lunedì 26 maggio dopo il Weekend nazionale di Cantine Aperte: nei 3 padiglioni della Mostra d’Oltremare di Napoli oltre 350 cantine del Belpaese presenteranno i propri vini da vitigno autoctono tra esposizione, degustazioni e business. Il numero dei buyers esteri è stato portato a 60 per incrementare i contatti e le opportunità commerciali: nell’area One to One, al centro del salone, si svolgeranno gli incontri personalizzati e mirati tra produttore e compratore. Ampio spazio anche al binomio food&wine, vino ed alta gastronomia, fiore all’occhiello di Vitignoitalia: nell’area Cookingforwine, la lounge gourmet curata da Luigi Cremona e Lorenza Vitali di Witaly, per tre giorni si avvicenderanno ai fornelli in un appassionante show gastronomico i migliori chef nazionali, tra didattica, degustazioni, premi e puro spettacolo. Dopo il grande successo della scorsa edizione sarà ampliato anche il dehor Pizza&vino con il maestro pizzaiolo Enzo Coccia che proporrà le pizze dell’antica tradizione partenopea in abbinamento ai vini autoctoni campani. Attenzione alle piccole produzioni di qualità con "I grandi vini delle piccole vigne”: una selezione di cantine, piccoli produttori, nomi di uomini, vigne e vini che in genere è difficile trovare nelle fiere. Un repertorio unico curato da Luciano Pignataro, frutto di viaggi ed esplorazioni personali, che vuol essere un suggerimento per chi cerca la bottiglia unica, inimitabile: bottiglie lontane dalle solite rotte, dalle solite ribalte. Piccole chicche per palati curiosi, per autentici wine-lovers. Vitignoitalia è anche questo. Spazio infine alla solidarietà: Vitignoitalia sposa quest’anno il progetto Wine for life, l’iniziativa della Comunità di Sant’egidio a sostegno della lotta contro l’Aids in Africa. Www. Vitignoitalia. It .  
   
   
I VINI PIACENTINI SULLE TAVOLE DI VAL STIRONE PER ACCOMPAGNARE I MENÙ DELLA RASSEGNA DEDICATA AGLI ANTICHI PIATTI DELLA VALLATA  
 
 I vini piacentini sbarcano in Val Stirone. Tutte le domeniche di marzo, esclusa Pasqua, i prodotti dei viticoltori piacentini accompagneranno le ricette degli “Antichi Piatti della Val Stirone”, iniziativa inserita all’interno della seconda rassegna culturale gastronomica di Pellegrino Parmense. Un tributo ai vini d’annata delle nostre valli, che renderà ancora più unica una manifestazione nata per ricordare e tramandare le tradizioni culinarie contadine della valle parmense. Alcuni piatti che verranno presentati risalgono addirittura alla metà del 1800, la maggior parte ai primi del 1900: a quei tempi erano pressoché piatti unici, mentre oggi verranno riproposti come antipasti, primi e secondi, accompagnati appunto dai vini della tradizione piacentina. “E’ con piacere e soddisfazione che vediamo i nostri vini salire alla ribalta anche al di fuori del territorio provinciale – sottolinea l’assessore provinciale all’Agricoltura Mario Spezia -. Significa che il valore dei nostri prodotti è unanimemente riconosciuto, a maggior ragione se tale riconoscimento arriva da un territorio come quello di Parma, anch’esso ricco di specialità. A tal proposito, mi piace sottolineare l´intesa e la collaborazione che da tempo si sono create tra il mio Ente e la Provincia di Parma per promuovere e valorizzare i nostri territori di confine e le loro peculiarità”. .  
   
   
I VINI DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA SUL PALCOSCENICO INTERNAZIONALE DELLA FIERA DI DUSSELDORF  
 
Anche quest’anno la Provincia di Alessandria riconferma la presenza di una rosa scelta di espositori del nostro territorio alla fiera internazionale di vini e liquori “Prowein”, organizzata dall’ente Messe Düsseldorf Gmbh col supporto del Deutsches Weininstitut, aperta dal 16 al 18 marzo a grossiti, dettaglianti alimentari, importatori, albergatori, ristoratori, barkeeper e a tutto il mondo professionale che ruota intorno al vino (Info al sito www. Prowein. De). La manifestazione è ormai entrata nel circuito fisso della promozione di vini del Monferrato e l’impegno della Provincia di Alessandria, attraverso l’Assessorato all’Agricoltura ed ai Prodotti Tipici, è cresciuto negli anni fino a raddoppiare l’area dei produttori della nostra provincia in fiera, interessando una superficie espositiva pari a 100 mq. Anche a Prowine 2008 i nostri vini si avvarranno di questo spazio, segnatamente nel padiglione 3, stand 3C60. L’italia sarà presente con 704 produttori, seconda solo alla Germania con 798, e comunque di gran lunga superiore al numero dei francesi con 488, su un totale di oltre 3000 espositori appartenenti a 43 diversi Paesi. “Un’ottima vetrina per i prodotti della provincia di Alessandria – sottolineano il presidente della Provincia di Alessandria, Paolo Filippi e l’assessore all’Agricoltura, Davide Sandalo - il cui tasso di crescita in punti percentuali sul volume totale delle vendite in export per la Germania è risultato soddisfacente, rivelandosi utile anche per il rilancio delle eccellenze del territorio, in linea col trend generale dell’Italia che, nel 2007, ha esportato 18 milioni di ettolitri (cioè il 35% su un totale prodotto di 51 milioni di ettolitri), con un incremento rispetto al 2006 di circa 10 punti percentuali”. Il principale mercato di sbocco resta la Germania, seguita da Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera (elaborazioni del Sistema Informativo Nazionale per il Commercio Estero su dati Istat). Grazie al supporto dell’agenzia Communication Office Düsseldorf di Michael Zerban, in collaborazione con Katrin Walter della rivista specializzata “Wein Plus”, sono state sviluppate azioni di comunicazione mirate ed è stato predisposto un piano di start-up per favorire la conoscenza dei marchi del Monferrato e del Gavi presso il mercato di lingua tedesca. Tale lavoro è consistito nella pubblicazione di alcuni articoli concernenti il Timorasso, il Dolcetto, il Gavi ed il Grignolino sulla rivista specializzata “Wein Plus”, il cui bacino di utenza di oltre 2. 000. 000 di contatti/anno spazia dalla Germania all’Austria alla Svizzera. Schede descrittive sulle aziende e i vini della provincia sono state inviate a circa 2. 500 buyers attraverso un servizio di e-mailing promo-informativo, con la finalità di favorire la possibilità di incontri presso lo stand. A Prowein verranno anche distribuiti brochure, depliant, mappe del territorio e il catalogo delle aziende partecipanti con schede tecniche relative agli espositori ed i prodotti. Momento focale della presenza alessandrina a Prowein saranno gli incontri e le degustazioni guidate in calendario il 16 marzo alle ore 15 sul tema “Barbera, land and brand”, lunedì 17 sempre alle 15 con “Gavi, un grande bianco italiano” e, per concludere, martedì 18 alla stessa ora con “Gli aromatici, il lato dolce del vino”. Tra le tematiche di grande attualità il riconoscimento in febbraio della Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) attribuita, all’unanimità, dal Comitato Nazionale Vini alla “Barbera d’Asti” e alla “Barbera Monferrato Superiore”. La Barbera, con una produzione di 100 milioni di bottiglie in Piemonte, rappresenta un vino di eccellenza per la nostra provincia, un’immagine da spendere a livello internazionale non solo a livello di marchio, ma soprattutto a livello territoriale. Il riconoscimento della Docg non potrà che rafforzare il valore comunicativo reso dallo slogan “Barbera, land and brand”. Altro punto a favore della nostra provincia è la buona collocazione che il Gavi trova sul mercato tedesco: su oltre 10. 000. 000 di bottiglie esportate un 35% pieno è diretto esclusivamente alla Germania (stime del Consorzio Tutela del Gavi). Questi i partecipanti alla collettiva alessandrina a Düsseldorf: - L’associazione Alto Monferrato con il Consorzio Tutela del Gavi e le aziende Bianca Vini, Castello di Tagliolo, Distilleria Gualco, La Marchesa, La Mesma, Lo Zerbone e Tacchino. - L’ Enoteca regionale del Monferrato con le aziende La Casaccia, La Colombera, La Tenaglia e La Zerbetta-rugrà. - L’enoteca regionale Acqui con le aziende Convento Cappuccini, Marenco e Servetti Vini. La Provincia, nel prendere atto delle scelte della Camera di Commercio di Alessandria di non partecipare all’iniziativa, si è fatta carico, insieme all’Associazione Alto Monferrato e alle Enoteche Regionali, dei maggiori costi che ne sono derivati. .