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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Gennaio 2007
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE UN PACCHETTO INTEGRATO SULL´ENERGIA E I CAMBIAMENTI CLIMATICI VOLTO A RIDURRE LE EMISSIONI PER IL XXI SECOLO  
 
Bruxelles, 11 gennaio 2007 - La Commissione europea propone oggi un pacchetto completo di misure per istituire una nuova politica energetica per l´Europa finalizzata a combattere i cambiamenti climatici e a rafforzare la sicurezza energetica e la competitività dell´Ue. Il pacchetto di proposte definisce una serie di obiettivi ambiziosi con riferimento alle emissioni di gas serra e all´energia rinnovabile e punta a creare un vero mercato interno dell´energia e a rendere sempre più efficace la normativa. La Commissione ritiene che, con il raggiungimento di un accordo a livello internazionale sul regime applicabile dopo il 2012, entro il 2020 i paesi industrializzati dovrebbero riuscire ad abbattere le proprie emissioni del 30%. Per sottolineare ulteriormente il proprio impegno, la Commissione propone che l´Unione europea si impegni ora ad abbattere le emissioni di gas serra di almeno il 20% entro il 2020, in particolare attraverso misure energetiche. Il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha dichiarato: "La giornata di oggi segna un cambiamento decisivo per l´Unione europea. La politica energetica era uno dei settori cardine agli albori del progetto europeo; adesso dobbiamo farlo tornare alla ribalta. Tutti i membri dell´Ue subiscono le conseguenze dei cambiamenti climatici, della dipendenza sempre più forte dalle importazioni e dell´aumento dei prezzi dell´energia. La sostenibilità, la sicurezza e la competitività nel settore energetico impongono una risposta comune dell´Europa. Le proposte presentate oggi dalla Commissione dimostrano il nostro impegno ad esercitare la leadership in questo campo e a sostenere una visione di lungo periodo per una nuova politica energetica per l´Europa che sia in grado di offrire soluzioni alla problematica dei cambiamenti climatici. Dobbiamo agire oggi per delineare il mondo di domani". Il Commissario all´Energia, Andris Piebalgs, ha commentato: "Se prendiamo le decisioni giuste oggi, l´Europa potrà guidare il mondo verso una nuova rivoluzione industriale: lo sviluppo di un´economia a basse emissioni di carbonio. La nostra ambizione di creare un mercato interno che funzioni, incentivare un mix di fonti di energia pulite ed efficienti e fare le scelte giuste nel campo della ricerca e dello sviluppo sarà l´elemento che determinerà se saremo in prima fila in questo nuovo scenario o se saremo al seguito di altri. " Stavros Dimas, Commissario all´Ambiente, ha dichiarato: "I cambiamenti climatici sono uno dei fattori che minacciano maggiormente il nostro pianeta. Combatterli è ormai imprescindibile. Oggi abbiamo concordato una serie di obiettivi ambiziosi ma realistici che ci aiuteranno nel nostro impegno su scala mondiale a contenere questo fenomeno e le sue conseguenze più catastrofiche. Invito gli altri paesi industrializzati a seguire la nostra strada, a fissare obiettivi di riduzione analoghi ai nostri e ad accelerare i progressi verso la conclusione di un accordo internazionale sulla riduzione delle emissioni su scala planetaria". L´europa è di fronte a dei problemi reali. C´è più del 50% di probabilità che le temperature mondiali aumentino di oltre 5°C in questo secolo. In base alle proiezioni attuali, le politiche esistenti nel campo dell´energia e dei trasporti porterebbero ad un aumento, e non a una diminuzione, delle emissioni dell´Ue da qui al 2030, calcolato attorno al 5%. Se si manterranno le tendenze attuali e le politiche in vigore, la dipendenza dell´Ue dalle importazioni di energia passerà dal 50% del consumo energetico totale dell´Ue di oggi al 65% nel 2030. Inoltre, il mercato interno dell´energia rimarrebbe incompleto, con la conseguenza che i cittadini e l´economia stessa dell´Ue non potrebbero ottenere tutti i benefici che una completa liberalizzazione del settore dell´energia può offrire. Il pacchetto che la Commissione propone oggi tenta di fornire delle soluzioni ai problemi delineati sulla base di tre elementi centrali. 1. Un vero mercato interno dell´energia L´obiettivo è, da un lato, quello di dare agli utilizzatori dell´energia nell´Ue – cittadini o imprese che siano - la possibilità di fare una vera scelta e, dall´altro, di incentivare gli ingenti investimenti che il settore dell´energia richiede. Il mercato unico non è positivo solo per la competitività, ma anche per la sostenibilità e la sicurezza. L´indagine settoriale sulla concorrenza e la comunicazione sul mercato interno dimostrano la necessità di intervenire ancora, con una separazione più netta tra la produzione e la distribuzione dell´energia (see Ip/07/26). Occorrono anche un maggiore controllo indipendente a livello di regolamentazione, che tenga conto del mercato europeo, e misure nazionali che contribuiscano a realizzare l´obiettivo minimo che l´Unione europea ha fissato per l´interconnessione (10%); a tal fine è necessario individuare dove sono concentrate le principali strozzature e nominare dei coordinatori. 2. Accelerare il passaggio ad un´economia a basse emissioni di carbonio La Commissione propone che l´Ue mantenga la propria posizione di leadership su scala mondiale nell´ambito delle energie rinnovabili e per questo propone un obiettivo vincolante: nel 2020 il 20% del suo mix energetico complessivo dovrà provenire da fonti rinnovabili. Ciò richiederà un aumento massiccio nei tre settori che utilizzano energie rinnovabili: l´elettricità, i biocarburanti e il settore del riscaldamento/raffreddamento. L´obiettivo riguardante le fonti rinnovabili sarà affiancato da un obiettivo minimo per i biocarburanti, pari al 10%. Infine, nel 2007 verrà presentato un pacchetto legislativo sulle energie rinnovabili che comprenderà misure specifiche atte a favorire la penetrazione sul mercato dei biocarburanti e dell´energia pulita a fini di riscaldamento/raffreddamento. La ricerca è un elemento determinante per abbassare i costi dell´energia pulita e far sì che l´industria europea sia all´avanguardia nel settore delle tecnologie a basse emissioni di carbonio, oggi in rapida crescita. Per realizzare tutti questi obiettivi la Commissione proporrà un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche. Nei prossimi sette anni l´Unione europea aumenterà inoltre di almeno il 50% le spese annue destinate alla ricerca nel settore dell´energia. Attualmente l´elettricità derivante dal nucleare rappresenta il 14% del consumo energetico dell´Ue e il 30% del suo consumo di energia elettrica. Nelle sue proposte, la Commissione sottolinea che ogni Stato membro ha la facoltà di decidere se scegliere o meno il nucleare. Se nell´Ue la percentuale dell´energia derivante dal nucleare dovesse scendere, la Commissione raccomanda di bilanciare tale riduzione con l´introduzione di altre fonti energetiche a basse emissioni di carbonio; in caso contrario, sarà ancora più arduo abbattere le emissioni di gas serra. 3. Efficienza energetica La Commissione ribadisce l´obiettivo di risparmiare il 20% del consumo totale di energia primaria per il 2020. Se tale obiettivo fosse realizzato, per quella data l´Ue dovrebbe riuscire a consumare quasi il 13% di energia in meno rispetto a oggi, con un risparmio di 100 miliardi di euro e di circa 780 tonnellate di Co2 l´anno. La Commissione propone di incentivare l´impiego di veicoli a minor consumo di carburante, di introdurre norme più rigorose e una migliore etichettatura delle apparecchiature, di migliorare il rendimento energetico degli edifici esistenti dell´Ue e di aumentare l´efficienza nella generazione, trasmissione e distribuzione dell´energia termica ed elettrica. La Commissione propone inoltre un nuovo accordo internazionale sull´efficienza energetica. Le proposte incentrate su questi tre pilastri dovranno essere sostenute da una politica esterna coerente e credibile. Una politica energetica internazionale nell´ambito della quale l´Ue si esprima all´unisono L´unione europea non può conseguire da sola gli obiettivi fissati in materia di energia e di cambiamenti climatici, e deve pertanto collaborare con i paesi sviluppati e in via di sviluppo e con i paesi produttori e consumatori di energia. L´unione europea istituirà meccanismi efficaci di solidarietà per far fronte alle eventuali crisi di approvvigionamento energetico e svilupperà attivamente una politica energetica esterna comune per porsi sempre di più di fronte ai paesi terzi come entità che "si esprime con una voce sola". Tenterà inoltre di istituire delle vere partnership energetiche con i fornitori sulla base dei principi della trasparenza, della prevedibilità e della reciprocità. Facendo tesoro dei risultati ottenuti nel corso della consultazione sul Libro verde pubblicato nel 2006, la Commissione ha già registrato dei progressi per l´istituzione di una politica esterna dell´energia più coerente, come testimonia la rete di corrispondenti per la sicurezza energetica creata di recente. La Commissione propone tutta una serie di misure concrete che puntano a rafforzare gli accordi internazionali – ad esempio riguardo al Trattato sulla Carta dell´energia, al regime applicabile alla politica climatica nel periodo post-Kyoto e all´estensione del sistema di scambio delle emissioni a partner di tutto il mondo - e ad estendere ulteriormente gli accordi bilaterali con i paesi terzi, in modo che l´energia diventi parte integrante di tutte le relazioni esterne dell´Ue ed in particolare della politica europea di vicinato. Tra le più importanti iniziative nuove che la Commissione propone figurano la costituzione di un partenariato Africa-europa e un accordo internazionale sull´efficienza energetica. È urgente intervenire concretamente. Nel loro insieme, la consultazione del settore, il riesame strategico e il piano d´azione rappresentano i cardini di una proposta relativa ad una nuova politica energetica europea. Con questo esercizio si tenta di tradurre i principi teorici in proposte legislative concrete. La Commissione punterà a ottenere l´approvazione delle proposte in materia di cambiamenti climatici ed energia nel corso del Consiglio europeo di primavera e, in base all´esito dei dibattiti in quella sede, presenterà le proposte legislative opportune. .  
   
   
CONCORRENZA: L´INDAGINE DELLA COMMISSIONE SUL SETTORE ENERGETICO CONFERMA L´ESISTENZA DI GRAVI PROBLEMI  
 
Bruxelles, 11 gennaio 2007 - La Commissione europea ha pubblicato la sua relazione finale sull´indagine sulla concorrenza nel settore energetico, secondo le cui conclusioni i consumatori e le imprese pagano le spese di mercati del gas e dell´elettricità inefficienti e costosi. Tra i problemi specifici figurano: gli elevati livelli di concentrazione del mercato, l´integrazione verticale della fornitura, della produzione e dell´infrastruttura che determina condizioni non paritarie di accesso, nonché investimenti insufficienti nelle infrastrutture; infine, la possibilità di collusione tra operatori storici per la ripartizione dei mercati. Per risolvere tali problemi, la Commissione continuerà a prendere provvedimenti in casi individuali a titolo delle regole di concorrenza (antitrust, controllo delle concentrazioni e aiuti di Stato) e interverrà per migliorare il contesto normativo ai fini della liberalizzazione dell´energia (cfr. Inoltre Ip/07/29) La Commissione ha già proceduto ad una serie di accertamenti presso società per le quali è giustificata un´indagine su questi aspetti specifici. Neelie Kroes, commissario competente per la Concorrenza, ha dichiarato: "Questa relazione non sarà una lettura piacevole per molte società del settore. Sono diffusi i sottoinvestimenti, in particolare nelle reti, e i clienti ne risentono. Fondandosi sui dati di fatto contenuti nella relazione, la Commissione prenderà ulteriori provvedimenti ai sensi delle regole di concorrenza e interverrà per migliorare il contesto normativo al fine di garantire che i consumatori traggano pieno beneficio dalla liberalizzazione in termini di energia sicura, a prezzi competitivi e sostenibile. ” Applicazione delle norme in materia di concorrenza - La Commissione si avvarrà appieno dei poteri ad essa conferiti dalle norme antitrust (articoli 81, 82 e 86 del trattato Ce), dalle norme in materia di controllo delle concentrazioni (regolamento 139/2004) e di controllo degli aiuti di Stato (articoli 87 e 88 del trattato Ce). La concentrazione del mercato è un importante elemento di preoccupazione ed è fondamentale esaminare attentamente le future concentrazioni per garantire che la situazione non peggiori. Come per casi precedenti (ad es. Gdf/suez – cfr. Ip/06/1558, E. On/mol – cfr. Ip/05/1658), la Commissione rivolgerà particolare attenzione ai seguenti aspetti: disinvestimenti, programmi di cessione di contratti e/o gas; impatto dei contratti a monte a lungo termine sulla concentrazione a valle. Gli articoli 81 e 82 consentono inoltre l´applicazione di misure strutturali di ampia portata per ovviare alle violazioni. Soprattutto nei casi in cui le sovvenzioni statali contribuiscono a mantenere la concentrazione del mercato e ad impedire l´effettiva liberalizzazione, è necessario applicare rigorosamente le norme in materia di controllo degli aiuti di Stato. La Commissione vigilerà sulla collusione tra operatori storici finalizzata alla ripartizione dei mercati, che rappresenta una delle più gravi minacce per la concorrenza e che rimane quindi una priorità dei provvedimenti antitrust. Tale impostazione rispecchia la priorità generale della Commissione di opporsi ai tentativi delle imprese di coordinare il loro comportamento sul mercato piuttosto che competere tra di loro. L´integrazione verticale tra imprese operanti nel campo della fornitura e della produzione e delle infrastrutture risulta aggravare i problemi di concorrenza poiché determina condizioni non paritarie di accesso a informazioni fondamentali sul mercato e consente agli operatori storici di pianificare una strategia. Il carente accesso alle infrastrutture quali le reti di trasmissione e distribuzione e/o gli impianti di stoccaggio può determinare problemi di concorrenza, in particolare quando si tratta di accesso transfrontaliero, e quindi impedire l´integrazione del mercato. Le iniziative in questo campo devono comprendere un´analisi delle riserve di capacità a lungo termine e dei loro effetti sulla concorrenza a valle. Carenze o ritardi negli investimenti da parte delle imprese di trasmissione con società di fornitura integrate verticalmente costituiscono un altro motivo di grave preoccupazione, poiché impediscono l´integrazione del mercato. Ad esempio, l´autorità italiana responsabile della concorrenza ha accertato che un operatore di rete integrato verticalmente ha bloccato deliberatamente un progetto di investimento per avvantaggiare il proprio ramo fornitura privando i concorrenti dell´accesso ad una capacità maggiore. Contesto normativo - Parallelamente all´applicazione delle regole in casi individuali dovranno essere affrontate questioni fondamentali concernenti la struttura del mercato e il contesto normativo. L´indagine settoriale ha individuato numerose carenze generali del quadro normativo dei mercati del gas e dell´elettricità di cui la Commissione ha tenuto conto nel riesame delle misure regolamentari relative al mercato interno del gas e dell´elettricità (cfr. Memo/07/9). Contesto - L´indagine settoriale è stata avviata nel giugno 2005 (cfr. Ip/05/716 e Memo/05/203). I primi risultati sono stati presentati sotto forma di Issues Paper nel novembre 2005 (cfr. Ip/05/1421 e Memo/05/425), cui è seguita una relazione preliminare del febbraio 2006 che ha lanciato una consultazione pubblica (cfr. Ip/06/174 e Memo/06/78). Nei loro contributi gli interessati hanno apprezzato l´obiettività e il dettagliato livello delle informazioni contenute nella relazione. Hanno partecipato alla consultazione operatori del settore – storici e nuovi – le autorità nazionali di regolamentazione, le autorità competenti per la concorrenza, consulenti, studi legali, intermediari del settore dell´energia, operatori di rete, clienti, associazioni di categoria ed enti governativi. Molti hanno chiesto un rafforzamento delle misure di regolamentazione. Soltanto gli operatori storici – integrati verticalmente – si sono opposti ad ulteriori misure, in particolare quelle di disaggregazione della proprietà. Ulteriori informazioni sull´indagine settoriale sono disponibili al seguente indirizzo: http://ec. Europa. Eu/comm/competition/antitrust/others/sector_inquiries/energy/ Cfr. Inoltre Memo/07/15. .  
   
   
I CITTADINI EUROPEI FAVOREVOLI ALLA RICERCA SULLE NUOVE TECNOLOGIE ENERGETICHE  
 
Bruxelles, 11 dicembre 2007 - I cittadini dell´Unione europea sono più preoccupati dell´andamento dei prezzi dell´energia che degli interventi per ridurre il consumo energetico e contenere l´inquinamento. Tuttavia, consapevoli della necessità di affrontare le sfide energetiche del futuro, gli europei sono ottimisti riguardo al potenziale delle tecnologie rinnovabili e ritengono che la ricerca sulle nuove tecnologie energetiche debba essere una delle priorità fondamentali. Tali sono alcune delle conclusioni di una relazione dell´Eurobarometro pubblicata l´8 gennaio. Il barometro «Energy technologies: knowledge, perception, measures» (Tecnologie energetiche: conoscenza, percezione, misure) si basa sulle opinioni di circa 24 000 cittadini dell´Unione di età superiore ai 15 anni, ai quali è stato chiesto di rispondere a un totale di 16 domande sull´energia e sulle tecnologie energetiche. A prima vista, l´energia non sembra essere un problema importante per la vita quotidiana degli europei. Non sorprende il fatto che, dovendo indicare quali questioni considerassero attualmente più importanti per il loro paese, il 64% degli intervistati abbia collocato la disoccupazione al primo posto tra i problemi da affrontare. Soltanto il 14% degli intervistati ha ritenuto le questioni energetiche alla stregua di problemi importanti da risolvere. Tuttavia, quando le domande sono incentrate sull´energia, gli europei dimostrano di riflettere seriamente sulle questioni ad essa correlate. Per molti, l´ascesa inarrestabile dei prezzi è il primo problema che viene in mente pensando all´energia. Il 45% degli intervistati ritiene che per le rispettive politiche energetiche nazionali sia una priorità essenziale garantire prezzi bassi dell´energia per i consumatori. Circa il 35% è dell´avviso che la garanzia di un approvvigionamento continuo di energia costituisca una priorità importante, mentre il 29% degli europei sostiene che il governo dovrebbe concentrare l´attenzione sulla protezione dell´ambiente. Un altro aspetto di primaria importanza per molti cittadini europei è l´esigenza di ridurre il consumo energetico; tale questione si colloca tuttavia dopo quella relativa ai prezzi. Il 54% degli intervistati considera la regolamentazione del consumo un´iniziativa di estrema importanza. Tuttavia, esaminando le azioni concrete dei cittadini volte a contenere il consumo energetico, emerge una contraddizione. Mentre il 48% sostiene di aver diminuito l´impiego della luce e degli elettrodomestici nell´ultimo anno, almeno il 21% ammette di non aver mosso un dito per risparmiare energia, mentre soltanto il 13% afferma di aver utilizzato i trasporti pubblici con maggiore frequenza negli ultimi 12 mesi. Gli europei sostengono di avere una conoscenza adeguata delle tecnologie energetiche e di essere soprattutto favorevoli all´impiego delle energie rinnovabili. Pur esagerando nella stima della loro quota attuale, gli intervistati si sono espressi con entusiasmo a favore di un´ulteriore diffusione delle rinnovabili. L´80% dichiara di sostenere l´utilizzo dell´energia solare, il 71% dell´energia eolica, il 65% dell´energia idroelettrica, il 60% dell´energia degli oceani e il 55% dell´energia della biomassa. Tali cifre sono in lieve contraddizione con l´accettazione pubblica dei combustibili fossili, in quanto solo il 42% è favorevole all´uso del gas e il 25% circa opta per petrolio e carbone. In verità, i cittadini dell´Unione prevedono una drastica riduzione dei combustibili fossili e una loro sostituzione con le tecnologie a base di energie rinnovabili, in particolare la solare e l´eolica. Per scatenare tale rivoluzione energetica, più della metà degli europei conviene che l´energia dovrebbe diventare una priorità fondamentale e quasi un terzo preferirebbe orientare i finanziamenti comunitari per la ricerca sullo sviluppo di nuove tecnologie energetiche non ancora scoperte o non ampiamente diffuse. Soltanto il 20% degli intervistati è a favore della ricerca volta a ridurre il consumo energetico. L´energia nucleare suscita l´opposizione più agguerrita tra gli europei: l´80% degli austriaci, il 73% dei greci e il 70% dei ciprioti si dicono contrari ad essa. I paesi in questione non dispongono di centrali nucleari funzionanti. L´opposizione si è rivelata molto più debole nei paesi che utilizzano l´energia nucleare, tra cui Svezia, Slovacchia e Lituania. Eppure, malgrado tali sensazioni contrastanti, gli europei ritengono che l´energia nucleare faccia ormai parte della realtà e sia destinata a diventare una delle principali risorse energetiche del futuro. «Gli europei riconoscono che le nuove tecnologie potrebbero esercitare un impatto notevole sul sistema energetico del futuro e si attendono una maggiore cooperazione a livello europeo per il loro sviluppo», ha dichiarato il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik. «A livello di Ue, investiremo oltre 6 Mrd Eur sulla ricerca relativa all´energia nei prossimi sette anni e collaboreremo con Stati membri e industria per sfruttare al meglio tali investimenti». Inoltre, l´8 gennaio la Commissione ha pubblicato una relazione scientifica intitolata «Weto-h2» che presenta tre scenari sul consumo energetico nel 2050. In base allo scenario tradizionale, che non prevede azioni specifiche, la domanda di energia raddoppierebbe mentre quella di elettricità quadruplicherebbe, dando luogo a un incremento dell´80% delle emissioni di Co2. Il «caso del vincolo del carbonio» prende in esame le conseguenze di politiche del carbonio più ambiziose, che darebbero luogo a una stabilizzazione delle emissioni globali di Co2 tra il 2015 e il 2030. Il terzo scenario esamina l´impatto di una serie di scoperte tecnologiche che aumenterebbero notevolmente l´efficacia in termini di costi delle tecnologie dell´idrogeno. Se dovesse verificarsi tale situazione, nel 2050 l´idrogeno potrebbe fornire il 13% dell´energia consumata e il 90% della fornitura verrebbe utilizzato nei trasporti. Per maggiori informazioni consultare: http://ec. Europa. Eu/research/energy/index_en. Htm .  
   
   
CLAUDIO MARTINI A BRUXELLES DIALOGA CON JEREMY RIFKIN L´UNIONE EUROPEA PER UNA ECONOMIA DELL´IDROGENO VERDE "LE REGIONI SONO LE PIÙ ADATTE A PROMUOVERE UNA GESTIONE SOSTENIBILE DELL´ENERGIA"  
 
Bruxelles, 11 dicembre 2007 - Mentre la Commissione europea è impegnata ad approvare il "Pacchetto Energia" che consiste in una decina di documenti strategici sulla politica energetica comunitaria, come la messa in atto della direttiva sulla "elettricità verde", la comunicazione sui combustibili fossili "puliti" o la "road map" sulle energie rinnovabili, le regioni si interrogano con Jeremy Rifkin, premio Nobel per l´Economia e autore del bestseller "Il Sogno Europeo", sulla diffusione dell´idrogeno come fonte di energia per il futuro. Claudio Martini, presidente della Regione Toscana e della Conferenza delle regioni periferiche e marittime d´Europa (Crpm) e Riccardo Illy, presidente del Friuli Venezia Giulia e dell´Assemblea delle regioni d´Europa (Are) sono intervenuti a sostegno di un´economia dell´idrogeno nella Ue durante un seminario organizzato stamani al Parlamento europeo grazie all´iniziativa degli eurodeputati Vittorio Prodi (Eldr - Italia), Claude Turmes (Verdi-francia) e Jo Leinen (Pse-germania), che ha visto la partecipazione di Jeremy Rifkin e Philippe Busquin già commissario europeo alla ricerca ed eurodeputato (Pse-belgio). Secondo l´Eurobarometro il 60% dei cittadini europei reputano che la ricerca nel campo energetico debba essere una priorità della Ue negli anni a venire e che i combustibili fossili debbano essere sostituiti dalle energie rinnovabili, anzi la Commissione propone una "nuova rivoluzione industriale" per passare ad una economia "povera" di carbone. "L´integrazione europea ha avuto inizio in due settori energetici, il carbone e l´acciaio - ha dichiarato Claudio Martini a nome delle 155 Regioni che rappresenta alla Crpm - perché i padri fondatori avevano capito che il controllo condiviso dell´energia avrebbe assicurato la pace nel continente. Oggi molte regioni come la Toscana, si sono impegnate per ridurre le emissioni nocive in atmosfera e contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati a Kyoto. La Toscana ha avviato, infatti, diverse sperimentazioni nella convinzione che il futuro sia l´idrogeno, soprattutto nel settore dei trasporti urbani, nelle lavorazioni manifatturiere, nella filiera del vetro e nel riciclaggio dei rifiuti o nella realizzazione di veicoli ad uso privato. All´inizio dell´estate scorsa è stata inaugurata la prima stazione di servizio multienergy d´Italia che dispone anche di una pompa per l´erogazione di idrogeno prodotto con fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici e mini-eolico). Jeremy Rifkin vede nell´idrogeno una fonte di energia alternativa credibile e sicura. "L´energia rinnovabile - ha dichiarato l´economista americano - esiste ovunque sul nostro pianeta. Se mettiamo in comune e accumuliamo in forma di idrogeno questa energia rinnovabile e la diffondiamo su larga scala grazie a una rete possiamo ottenere nel campo dell´energia quello che abbiamo ottenuto con l´informazione e la comunicazione grazie a internet. L´europa che è nata su delle politiche energetiche comuni può essere il continente leader in questo campo e fare da protagonista in una nuova rivoluzione industriale, creando milioni di nuovi posti di lavoro e contribuendo al raggiungimento degli obbiettivi di Lisbona. L´uso dell´idrogeno non è legato solo alla produzione di energia, ma al problema del riscaldamento del pianeta, alla stabilità del Medioriente e allo sviluppo del Terzo Mondo. Anche se tradizionalmente la politica dell´energia si concepisce a livello nazionale o soprannazionale e se si considerano attori privilegiati gli Stati e i grandi gruppi industriali il fabbisogno energetico è un problema globale dove il ruolo delle autorità regionali non può più essere ignorato. "Le regioni, per la loro prossimità ai cittadini - ha sottolineato ancora il presidente Martini - sono la scala di governo più adatta a promuovere una gestione sostenibile delle risorse energetiche. Le amministrazioni regionali possono informare le popolazioni sui problemi energetici e ambientali attuali e futuri, contribuire alla formazione di una nuova consapevolezza nei cittadini, incentivare, o in certi casi imporre, il risparmio energetico e soprattutto sostenere attivamente lo sviluppo di energie rinnovabili sui loro territori. E´ dunque essenziale che le Regioni siano fortemente associate nelle riflessioni dell´Unione europea sul futuro della sua politica energetica, e l´energia non deve essere considerata solo una infrastruttura per lo sviluppo, ma l´elemento stesso dello sviluppo. .  
   
   
ENERGIA: ILLY, REGIONI ATTORI RIVOLUZIONE IDROGENO VERDE  
 
Bruxelles, 11 gennaio 2007 - Il campanello d´allarme suonato dalla Commissione europea è impietoso: l´effetto serra ed il relativo surriscaldamento del pianeta possono costare un prezzo troppo pesante all´Europa, in termini sociali ed economici (agricoltura, turismo, pesca, ecc. ), soprattutto per i Paesi mediterranei come l´Italia, la Spagna o la Grecia. Se a questo drammatico scenario futuro sulla situazione climatica ed ambientale del nostro continente si aggiungono le quotidiane notizie sulle possibili interruzioni nelle forniture energetiche dall´Est Europa o le costanti tensioni in Medio Oriente, che di fatto riguardano la sopportabilità economica - per l´Europa - dell´aumento del prezzo del petrolio, allora sembra urgente ed opportuno passare a quella che ieri a Bruxelles, al Parlamento europeo, è stata definita come la "terza rivoluzione industriale", assicurata da una nuova economia dell´idrogeno "verde", ottenuto cioè da fonti rinnovabili come le biomasse di origine agricolo o forestale, il vento, il sole. "Promuovere l´idrogeno verde è dunque non solo un problema energetico, ma anche una possibilità ed una sfida per l´Europa, per la sua indipendenza, il suo sviluppo economico, la sua coesione territoriale" ha affermato oggi a Bruxelles il presidente del Friuli Venezia Giulia e dell´Are (l´Assemblea delle Regioni d´Europa) Riccardo Illy, invitato al seminario Ue dedicato proprio all´impegno per la creazione di una "società dell´idrogeno verde in Europa", promosso nella stessa giornata in cui nella capitale Belga la Commissione europea ha annunciato il Piano triennale Ue sull´energia. All´incontro di ieri nella capitale Ue, assieme ad Illy, sono intervenuti numerosi europarlamentari (i quali, trasversalmente agli schieramenti politici, hanno da tempo sottoscritto un Manifesto dei deputati europei per l´idrogeno verde), come Vittorio Prodi ed Umberto Guidoni, l´economista e propugnatore del passaggio all´idrogeno verde Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends di Washington è già consulente della presidenza della Commissione europea (nonchè autore di numerosi volumi sull´impatto del progresso su ambiente ed economia), il presidente della Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo, Jo Leinen, ed il presidente della Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime d´Europa e della Toscana, Claudio Martini. "Le Regioni possono veramente essere gli attori chiave per la crescita di una società dell´idrogeno verde in Europa" ha affermato Illy, ricordando come l´Are ormai dal 2003, invitando lo stesso Rifkin ai suoi incontri, stia discutendo sulle opportunità offerte dall´idrogeno come nuovo vettore energetico che, ha aggiunto, sarà un risultato alla portata della Ue "soltanto se tutti gli attori, e le Regioni in particolare, si impegnano per il suo sviluppo ed uniscono i loro sforzi". Sulla strada dell´impiego dell´idrogeno molto comunque resta da fare, è stato detto nel corso del simposio (l´auspicio della Ue per il 2020 è di produrre il 33 per cento dell´elettricità ed il 20 per cento della sua energia da fonti rinnovabili), ma questo percorso conferisce indubbiamente nuovo protagonismo alle Regioni ed alle comunità locali, che possono incominciare a riprogrammare le loro strategie energetiche non da remote risorse petrolifere ma dalle risorse geo-metereologiche del proprio territorio, ha indicato Rifkin. L´are e le Regioni europee, ha aggiunto Illy, mirano dunque ad essere in primo piano nella promozione delle fonti energetiche rinnovabili o più pulite, agendo anche nell´ambito di quei progetti di finanziamento per la ricerca e nell´ambito dei programmi per l´innovazione e la competitività voluti dalla Ue. A questo proposito Illy ha ricordato i prossimi appuntamenti Are dedicati a questi temi: dalla riunione del Gruppo Energia dell´Are il prossimo 7 febbraio, a Bruxelles, al seminario di metà febbraio ad Oldenburg, in Bassa Sassonia (Germania), sui sistemi energetici decentralizzati e le fonti rinnovabili. Incontri ai quali, ha detto Illy, l´Are ha coinvolto gli istituti di ricerca, il sistema delle imprese, le aziende energetiche pubbliche che agiscono a livello territoriale in Europa. Il presidente ha infine ricordato l´importanza dell´idrogeno verde per lo sviluppo dei territori rurali, che di fatto costituiscono il 90 per cento del territorio comunitario: "l´idrogeno verde che verrebbe prodotto dalle biomasse potrebbe infatti offrire nuovi campi di attività e nuove fonti di reddito per il mondo agricolo. Nel contesto della nuova politica agraria europea , che limiterà considerevolmente il supporto finanziario agli agricoltori, sarebbe questa una reale alternativa per le nostre aree rurali". .  
   
   
CHIMICA SOSTENIBILE, INIZIATIVA DI INTERMEDIAZIONE A BRUXELLES  
 
Bruxelles, 11 dicembre 2007 - Data l´ormai imminente pubblicazione da parte della Commissione europea dei primi inviti a presentare proposte per i programmi di lavoro del Settimo programma quadro (7Pq), la Piattaforma tecnologica europea per la chimica sostenibile (Suschem) organizza un´iniziativa di intermediazione che si terrà il 24 gennaio a Bruxelles (Belgio). La manifestazione fornirà informazioni sulle opportunità per i temi attinenti a Suschem nei primi inviti del 7Pq, mettendo inoltre a disposizione un forum nel quale potenziali partner potranno stabilire contatti per dar vita a nuovi consorzi. L´iniziativa è tesa a sostenere il processo di creazione dei consorzi e costituirà motivo di interesse per ricercatori accademici e dell´industria attivi in settori quali le tecnologie di lavorazione, la nanotecnologia dei materiali e la biotecnologia industriale. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Suschem. Org/content. Php?pageid=3336 .  
   
   
CINA, INDIA E GIAPPONE: LE POTENZE ASIATICHE E LE SFIDE DELLA GLOBALIZZAZIONE  
 
Milano, 11 gennaio 2007 - il prossimo 17 gennaio alle ore 18. 00 l´Ispi, in collaborazione con la casa editrice Egea, promuove una Tavola Rotonda dal titolo: "Cina, India e Giappone: le potenze asiatiche e le sfide della globalizzazione" Intervengono: Carlo Filippini, Professore ordinario di Economia politica e Direttore Istituto di Studi Economico-sociali per l´Asia Orientale (Università Bocconi); Franco Mazzei, Professore ordinario di Storia e civiltà dell´Estremo Oriente (Università degli Studi di Napoli "L´orientale"); Vittorio Volpi, Presidente Ubs Italia ed esperto del Giappone. Modera: Sara Cristaldi, Capo Redattore "Mondo e Mercati", Il Sole 24 Ore. Il dibattito trae spunto dalla presentazione del volume "Asia al centro" di Franco Mazzei e Vittorio Volpi. Www. Ispionline. It .  
   
   
ASTA DI METÀ MESE DEI BUONI ORDINARI DEL TESORO  
 
Regolamento 15. 01. 2007 Durata gg. 91 365
Prezzo medio ponderato 99,096 96,214
Ritenuta fiscale 12,5% 0,113 0,47325
Arrotondamento 0,001 0,00275
Prezzo netto d´aggiudicazione 99,21 96,69
Rendimento semplice netto 3,15 3,38
Rendimento composto netto 3,19 3,38
Nell´ipotesi di applicazioni delle commissioni massime, i prezzi ed i rendimenti risultano
così modificati:
Commissioni massime 0,10 0,30
Prezzo netto d´aggiudicazione+commissioni (massime) 99,31 96,99
Rendimento semplice (minimo) 2,75 3,06
Rendimento composto netto (minimo) 2,78 3,06
Fonte Assiom
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I BANCHIERI DEL MONDO SONO 184 I PAESI AZIONISTI DELLA WORLD BANK, L´ORGANISMO DI CREDITO IL CUI OBIETTIVO È ELIMINARE LA POVERTÀ DAL PIANETA. DIVISI TRA WASHINGTON E 100 COUNTRY OFFICIES, LAVORANO 10MILA ECONOMISTI  
 
 Milano, 11 dicembre 2007 - È il più grande istituto creditizio del mondo. I suoi azionisti non sono aziende o persone fisiche, ma 184 paesi di ogni continente, il cui potere all’interno è direttamente proporzionale alla quantità di azioni possedute. La sede, bellissima e moderna, è a Washington, stretta tra la Casa bianca e il Fondo monetario internazionale, una concentrazione di potere difficilmente riscontrabile in altre parti del pianeta. Stiamo parlando della Banca mondiale (www. Worldbank. Org), l’organismo internazionale la cui missione è combattere la povertà concedendo prestiti a tassi favorevoli e promuovendo l’investimento di capitali a scopi produttivi soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Nata nel 1945 a seguito dell’entrata in vigore degli accordi di Bretton Woods del 1944, finalizzati alla ricostruzione dei paesi distrutti dalla guerra, la Banca mondiale è cresciuta a tal punto da contare oggi su oltre 100 country officies nel mondo e circa 10 mila dipendenti ed eroga prestiti annuali nell’ordine dei 12-15 miliardi di dollari. Il presidente, attualmente Paul Wolfowitz, è per convenzione un cittadino statunitense (quello del Fondo monetario internazionale è invece europeo). L’ambiente di lavoro, come è facile immaginare, è fortemente internazionale, perché ogni paese membro vi è rappresentato. Compresa l’Italia, la cui bandiera sventola insieme alle altre all’ingresso del palazzo. “Un giorno ero a tavola con due miei colleghi, uno giapponese, l’altro del Burkina Faso. Ci ho pensato su e mi è venuto da ridere, perché la scena era un po’ buffa: in quale altro posto trovi tre colleghi così diversi tra loro?”. Gaia Narciso, 30 anni, laureata in Bocconi e attualmente Phd in Economics presso l’ateneo milanese, ha lavorato alla Banca mondiale in due distinti periodi, da maggio ad agosto del 2005 e da gennaio a maggio del 2006. “A Washington si respira l’aria del potere. Ci si rende perfettamente conto di essere nel luogo in cui si prendono decisioni importanti a livello mondiale, ma nello stesso tempo è città di contrasti e di contraddizioni, un po’ lo specchio di quanto accade nel resto degli Stati Uniti”. Contrasti che sfiorano anche la Banca: molti, infatti, soprattutto dal mondo delle organizzazioni non governative e del volontariato, l’accusano di fare gli interessi più dei paesi maggiori azionisti, il cosiddetto mondo occidentale, che di chi ha bisogno. Ma chi ci lavora, pur non ignorando le polemiche, ha la concreta sensazione di fare qualcosa di utile. La Banca è un mondo a parte, rispetto al resto della città. Gaia la racconta così: “Già prendere l’ascensore è un’esperienza, puoi trovare la collega indiana vestita con i suoi abiti tradizionali oppure colleghi parlare nelle lingue più sconosciute. L’ambiente è nel complesso giovane e informale, con una larga presenza femminile, e i vari gruppi nazionali tendono per un po’ a mantenere la propria identità, che poi fatalmente si perde e si diventa tutti più internazionali”. Per quanto riguarda il lavoro, i giovani economisti del dipartimento in cui era impegnata Gaia Narciso, il development economics research group, forniscono supporto nella ricerca scientifica e scrivono e pubblicano articoli. Il vantaggio, rispetto a un normale dipartimento di ricerca, è che quello che si fa ha anche un impatto pratico a breve termine. “La Banca mondiale si occupa di progetti specifici più che di politiche macro”, spiega la ricercatrice della Bocconi, “non si cura esplicitamente di dare indicazioni in termini di politica monetaria o politiche fiscali. Io per esempio mi occupavo dell’Africa subsahariana e ricordo in particolare uno studio sullo Zambia. Il progetto si occupava di individuare possibili settori da sviluppare per poter differenziare l’economia, altrimenti basata completamente sull’estrazione del rame. Il tutto con uno scopo immediato, visto che il mio ufficio stava preparando una missione in quel paese”. Realtà dure, prima conosciute solo superficialmente, diventano materia di lavoro quotidiana e toccano nel profondo, fanno sentire piccoli ma nello stesso tempo spingono a continuare. Solo negli ultimi giorni di dicembre del 2006 la Banca mondiale ha finanziato progetti tesi ad aiutare lo sviluppo di piccole comunità locali alle Comore e in Giordania, progetti di assistenza sanitaria in Perù, lo sviluppo delle infrastrutture dell’energia elettrica in Macedonia e molti altri ancora in ogni parte del mondo. “Vorrei tornare qui a lavorare stabilmente, quando avrò finito il dottorato”, confessa Gaia, “ma so che le selezioni sono durissime. È un ambiente tipicamente americano, informale e competitivo, non bisogna mai tirarsi indietro. Le gerarchie? Sono meno sentite rispetto all’Europa, però ricordo che il mio capo dal suo ufficio aveva una vista bellissima, noi giovani non avevamo neanche la finestra. ”. .  
   
   
BANCO SANTANDER CENTRAL HISPANO S.A.: TERZO ACCONTO SU DIVIDENDI  
 
Boadilla del Monte (Madrid), 11 gennaio 2007 - Banco Santander Central Hispano S. A. Metterà in pagamento dal 1° febbraio 2007 un acconto sui dividendi degli utili dell´esercizio finanziario 2006, per un importo lordo di Euro 0,106904 per azione, Tale dividendo è superiore del 15% rispetto a quello pagato nel febbraio 2006 come terzo acconto sui dividendi degli utili dell´esercizio finanziario 2005, Dalla data sopra indicata, giovedí 1 ° febbraio 2007, le azioni del Banco Santander Central Hispano S,a. Saranno scambiate "ex dividendo". .  
   
   
FIRENZE, ACCORDO CON LE BANCHE, SONO SEDICI ORA GLI ISTITUTI CHE HANNO FIRMATO L´INTESA FINANZIAMENTI A TASSI AGEVOLATI PIÙ FACILI PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE BERTOLUCCI: "DESTINATI A CHI INVESTIRÀ IN INNOVAZIONE E RICERCA. SCONTI PER IMPRESE GIOVANILI E FEMMINILI"  
 
Firenze, 11 gennaio 2007 - Altre sei banche hanno aderito al protocollo d´intesa con il sistema bancario più presente in Toscana stipulato dalla Regione nel 1999 e rinnovato lo scorso 14 aprile, già sottoscritto da dieci istituti. Le sei banche che hanno firmato negli ultimi giorni dell´anno sono la Banca di Credito cooperativo di Cambiano, la Banca popolare di Lajatico, la Cassa di Risparmio di Carrara, la banca popolare Etica, Artigiancassa e la Centro Leasing Banca. L´apertura ad altri istituti era già previta dal nuovo protocollo, allo scopo di assicurare la masima diffusione degli stumenti messi a diposizione delle imprese toscane. "A beneficiare degli effetti di questo ampliamento - sottolinea l´assessore alle finanze e al bilancio, Giuseppe Bertolucci - saranno le piccole, medie e microimprese toscane, che vedrano così salire a un miliardo e 855 milioni di euro il plafond di finanziamenti a tassi agevolati per chi vorrà investire in ricerca ed innovazione, per l´imprenditoria giovanile e le aziende femminili, per le aziende agricole e lo sviluppo aziendale". Con sei nuove banche che aderiscono all´accordo sarà inoltre potenziata anche la dotazione del fondo speciale di garanzia, che sostiene le piccole imprese toscane, spesso sottocapitalizzate e a conduzione familiare che hanno necessità di ricorrere al credito, che spesso non hanno garanzie da prestare e che dal 2007 dovranno adeguarsi alle nuove regole imposte da Basilea 2. "Grazie alla garanzie erogate da questo fondo gestito da Fidi Toscana - spiega Bertolucci - nessun´altra garanzia reale, bancaria o assicurativa verrà loro richiesta dalle banche che aderiscono al protocollo". Migliore è il giudizio sull´impresa, più basso sarà lo spread di interesse applicato. A conti fatti la forbice varierà (in assenza di garanzie) dall´1,55 allo 0,70 %, da sommare, a secondo che l´operazione sia a tasso fisso o variabile, all´Irs o all´Euribor a sei mesi. Lo spread si riduce del 10-20% e scende, in caso di garanzie, fino allo 0,60 per le imprese giovanili e femminili. L´accordo durerà fino al 2010, aperto anche in futuro ad ulteriori adesioni. Le dieci banche, delle sedici che ad oggi hanno sottoscritto il protocollo, che per prime hanno firmato l´intesa sono il gruppo Monte dei Paschi di Siena e il gruppo Banca Cassa di Risparmio di Firenze, la Banca nazionale del Lavoro, il gruppo bancario Cassa di Risparmio San Miniato, la Cassa di risparmio di Volterra, la Banca del Monte di Lucca, la Federazione toscana della banche di credito cooperativo, la Cassa di risparmio di Prato, la Banca popolare dell´Etruria e del Lazio, le Casse di risparmio di Lucca, di Pisa e di Livorno. Coinvolti dall´accordo, anche se non firmatari, pure Fidi Toscana e Artigiancredito, ai quali è affidato un ruolo strategico nell´attuazione di tutti gli strumenti previsti dall´intesa. .  
   
   
CRESCITA A DUE CIFRE NEL 2006 E PRODUZIONE A +5 PER CENTO NEL 2007 UN PRESENTE E UN FUTURO “ROSEO” PER LE TECNOLOGIE ITALIANE PER IL LEGNO  
 
 Assago, 11 gennaio 2007 - Un preconsuntivo per il 2006 davvero soddisfacente, che segna un deciso e pieno rilancio delle macchine e tecnologie italiane per il legno, forti di una produzione che sfiorerà gli 1,8 miliardi di euro e un export poco al di sotto di 1,5 miliardi, dunque ben vicini ai record del 2000. I dodici mesi appena conclusi hanno visto anche l’ulteriore espansione del mercato italiano, con un incremento delle vendite dei nostri produttori del 18 per cento e importazioni in aumento del 12 per cento, per un consumo apparente che cresce del 16 per cento. Un preconsuntivo decisamente incoraggiante, dunque, quello emerso il 15 dicembre scorso dall’incontro organizzato da Acimall – l’Associazione dei costruttori italiani di macchine e accessori per la lavorazione del legno – per proporre alla stampa specializzata ed economica i primi dati relativi al 2006 e le previsioni su quello che potrà essere l’andamento del prossimo anno. Maggiore cautela, ovviamente, per quanto ci riserverà il 2007. Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi Acimall – e dai quotidiani contatti con le imprese associate – è possibile ipotizzare che assisteremo a una ulteriore stagione di crescita, anche se non nei termini percentuali registrati nel 2006. L’ipotesi è che il tasso di sviluppo possa attestarsi attorno al 5 per cento, per quanto l’andamento reale dei tanti mercati in cui i produttori italiani sono impegnati potrebbe causare rilevanti variazioni sul dato. Ma facciamo un passo indietro: il primo a prendere la parola è stato Ambrogio Delachi, presidente Acimall, che ha delineato le sfide che attendono le aziende del settore nel prossimo futuro. “Acimall sta lavorando intensamente, con una unità di intenti e una progettualità forte, che mi permette di dirvi che questa è indubbiamente una delle nostre migliori stagioni. Il risultato più eclatante è l’avere raggiunto il record di aziende associate, ben 223 che, insieme, rappresentano il 90 per cento dell’intero prodotto nazionale di settore”. Un successo che ha un capitolo importante nella collaborazione con Ice, Ministero del commercio internazionale e, in misura minore, Regioni e aziende speciali delle camere di commercio per la definizione di una ricca serie di iniziative promozionali, fra cui le 29 partecipazioni alle fiere di settore previste nel 2007. Delachi ha annunciato il rinnovato impegno della associazione confindustriale a sostegno dei centri di formazione professionale di Bangalore e di Novosibirsk, ai quali se ne aggiungerà probabilmente un terzo in Pakistan. Il presidente Acimall ha poi accennato all’incontro in programma con il ministro del Commercio internazionale Emma Bonino, “… particolarmente sensibile a iniziative che coinvolgano anche le economie dei Paesi in via di sviluppo. Ma sarà una occasione per parlarle del nostro settore, dei nostri problemi, della necessità di fare sentire la nostra voce in favore di un sistema industriale che tanta parte ha nella nostra bilancia commerciale”. Dopo avere accennato al lavoro svolto in ambito Eumabois (teso soprattutto a contenere il proliferare di rassegne fieristiche) e per la creazione della normativa tecnica europea, Delachi non ha mancato di esprimere la propria opinione nei confronti dei rapporti con Confindustria, auspicando una presenza maggiore negli organi direttivi delle associazioni di categoria e della piccola media industria, obiettivo per il quale Acimall sta collaborando attivamente con Federmacchine, “… in modo da poter fare udire una sola, forte voce che rappresenti presso Confindustria l’intero comparto della meccanica strumentale”. Più critica la posizione nei confronti di Federlegno-arredo, “… un rapporto reso difficile, a nostro avviso, soprattutto dal fatto che rappresenti un eterogeneo e numeroso gruppo di associazioni, non sempre mosse da interessi comuni. La cosa ci rammarica molto, perché Acimall dovrebbe essere il partner naturale di Federlegno-arredo nello sviluppo e nella realizzazione di progetti innovativi relativi al mondo della lavorazione del legno”. Un invito alla collaborazione e al confronto che ci si augura i vertici di Foro Bonaparte vogliano cogliere in tutta la sua portata. A ciò si aggiungo i “problemi noti” del nostro Paese: un sistema burocratico arcaico (non solo a livello nazionale, ma anche europeo) e un sistema bancario che non pare avere fra le proprie priorità il sostegno all’impresa, “… in un mercato mondiale che conta un sempre maggior numero di competitor, quali le industrie orientali, che operano senza regola alcuna”. “Rappresentiamo un tessuto produttivo con una grande vocazione all’export”, ha aggiunto Delachi. “Vendiamo oltreconfine l’82 per cento dell’intera produzione, ma non possiamo assolutamente permetterci, vista la situazione internazionale e il quadro competitivo in cui operiamo, alcun rilassamento. Anche per questo sono stato uno dei più convinti fautori della decisione di commissionare a una importante società internazionale di consulenza una ricerca sullo stato dell’arte del nostro settore, affinché le aziende nostre associate possano disporre delle informazioni e degli strumenti per prendere in esame i passi necessari (aggregazioni, fusioni, collaborazioni, accordi commerciali, acquisizioni eccetera) al mantenimento e al consolidamento delle posizione fino qui raggiunte. E’ mia convinzione che competere nello scacchiere mondiale oggi richieda, oltre che un management competente e preparato, sempre maggiori energie e risorse da investire in ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti e processi”. Grazia Finocchiaro, vicepresidente di Acimall, ha proposto una ricca serie di dati e di considerazioni sui mercati mondiali e sul ruolo che le aziende italiane vi stanno giocando. Finocchiaro ha subito ricordato il risicato 0,2 per cento messo a segno dai principali Paesi produttori di tecnologie per il legno nel 2005, un anno che per le imprese italiane è stato piuttosto difficile – con una produzione assestatasi a 1. 540 milioni di euro (meno 3,7 per cento rispetto al 2004) e 1. 260 milioni di euro di export (meno 5 per cento) – peraltro a seguito di un 2004 che, invece, aveva mostrato forti segni di ripresa (export più 12 per cento, produzione più 7,6 per cento). Nel 2005 è stata migliore la situazione sul mercato interno, dove le vendite di macchine e tecnologie “made in Italy” sono aumentate del 3 per cento, contribuendo a determinare, con le importazioni, un consumo apparente di 426 milioni di euro (più 5,2 per cento). Decisamente diversi i toni per il 2006. “A livello di preconsuntivo – ha commentato Grazia Finocchiaro – possiamo dire che il 2006 ha dato ai produttori italiani di tecnologie per il legno non poche soddisfazioni: si è consolidata la fase espansiva e le esportazioni hanno ripreso vigore su molti fronti. Le aree più interessanti si confermano i grandi Paesi in via di sviluppo. È, inoltre, tornata a crescere la Russia, dove le nostre esportazioni sono aumentate del 96 per cento fra gennaio e agosto. Nello stesso periodo la crescita delle nostre vendite in Turchia è stata del 22,7 per cento, in un Paese che sempre più si conferma fra le prime dieci destinazione del nostro prodotto. L’india continua a registrare ottime performance per i costruttori italiani (più 82,7 per cento nel periodo gennaio-agosto), mentre si riapre alla tecnologia “made in Italy” il grande mercato cinese, con una crescita delle esportazioni – sempre nel periodo gennaio-agosto rispetto allo stesso periodo 2005 – del 32,8 per cento, peraltro non sufficiente – purtroppo – a colmare il gap sfavorevole tra il nostro Paese e gli altri grandi competitor europei e asiatici. Sempre più rilevante per le nostre esportazioni è la regione mediorientale. Congelate le importazioni in Iran, la domanda di tecnologie si concentra soprattutto negli Emirati Arabi Uniti, in cui la crescita degli acquisti di macchine italiane supera il 152 per cento. Il difficile mercato sudamericano presenta finalmente qualche nota positiva, con segnali di ripresa per il secondo anno consecutivo dal Brasile, dove si registrano incrementi di ben il 77,4 per cento rispetto ai già positivi primi otto mesi del 2005. Nel Nord e Centro America buone performance dell’export targato Italia sia negli Stati Uniti (più 11,8 per cento), che in Canada (più 35,7 per cento). In espansione il Messico (più 8,8 per cento). Tra i mercati europei, i più avanzati e maturi industrialmente, continua il recupero della Germania, con un più 21,1 per cento dopo il +37,4 per cento del 2005, mentre cresce la domanda di tecnologia italiana in Spagna (8,9 per cento)”. Ottimismo, per quanto cauto, sulla crescita che caratterizzerà il 2007, un anno a proposito del quale il vicepresidente di Acimall ha ricordato che “…. Le aree tradizionalmente più attente alla nostra produzione (Spagna, Francia, Germania, Stati Uniti e Canada) saranno ancora mercati di primo piano, ma siamo certi che il più importante contributo al successo dei nostri produttori verrà dalla crescente domanda proveniente dai grandi mercati in via di sviluppo, ovvero Est Europa (Russia e Ucraina in testa), area balcanica, Turchia, Medio Oriente, Emirati Arabi e India. Il Sud America non sembra presentare le migliori condizioni per un immediato incremento delle nostre quote di mercato. Ad aree decisamente promettenti – ma ancora politicamente instabili e poco organizzate dal punto di vista industriale, come Perù e Colombia – si contrappone il grande mercato brasiliano che, anche se in recupero, rimane una “piazza” difficile, a causa dei dazi sull’importazione di macchine e la forte concorrenza del prodotto nazionale in molti segmenti. Rimane aperta la sfida con il mercato cinese”, ha concluso Grazia Finocchiaro. “Una prova certamente dura, in cui è inevitabile lo scontro con una concorrenza locale che produce a costi bassissimi e con le proposte di Germania, Giappone e Taiwan, che da tempo vi hanno aperto unità produttive. Un mercato che richiede una dedizione e attenzione tutte particolari in termini di investimenti in risorse umane e politiche commerciali, fino all’ipotesi, di cui sempre più spesso si discute anche in Italia, di intraprendere progetti industriali veri e propri in loco”. Ha chiuso i lavori – prima del dibattito con i giornalisti presenti in sala – il direttore generale di Cepra, Paolo Zanibon, che ha offerto una prima panoramica dei lavori già in corso per la prossima edizione di Xylexpo. Zanibon, dopo aver ribadito la soddisfazione per l’edizione 2006 (più 1,9 per cento degli espositori, con un ottimo incremento delle aziende da oltreconfine, e ben il 12,5 per cento in più in termini di superficie espositiva netta venduta, oltre al record assoluto di visitatori, che sono stati 93. 266, di cui il 51,5 per cento da 113 Paesi) ha ricordato “… l’importante accordo di collaborazione raggiunto tra Cepra e Fiera Milano, accordo in base al quale le prossime tre edizioni di Xylexpo si terranno nel nuovo polo fieristico di Rho”. Il direttore generale di Cepra ha poi annunciato le date della prossima edizione – che si terrà da martedì 27 a sabato 31 maggio 2008, “… confermando la collocazione da martedì a sabato, la più gradita da espositori e visitatori”, sottolineando come “… già da alcune settimane si stia lavorando a una attenta valutazione su come creare una sinergia ancora più intensa con Sasmil, per integrare in modo sempre più importante e significativo le due manifestazioni”. .  
   
   
CHIMICA: BUSSI, SI´ DI REGIONE ABRUZZO A INVESTIMENTO DEGUSSA MEDAVOX BIANCHI, RILANCIO DEL POLO CHIMICO E DELL´OCCUPAZIONE  
 
Pescara, 11 gennaio 2007 - La Giunta regionale ha espresso parere favorevole alla richiesta della società tedesca Degussa Medavox Srl per la localizzazione di un investimento produttivo di 25 milioni di euro, di cui circa 7 milioni finanziati a fondo perduto dallo Stato, sul sito di Bussi. Lo ha reso noto l´assessore alle Attività produttive, Valentina Bianchi, secondo la quale l´intervento "rivitalizzerà il polo chimico di Bussi, a fronte di preannunciati disimpegni manifestati da altre società. La Degussa - ha aggiunto Bianchi - ha dichiarato l´interesse ad utilizzare indotto locale per gli interventi di ampliamento e di ammodernamento, con un evidente beneficio economico per l´intera comunità, annunciando anche un rafforzamento degli attuali livelli occupazionali". Il progetto è finalizzato a completare, ampliare ed innovare le strutture produttive esistenti, in primo luogo quelle relative all´acqua ossigenata e al percarbonato, ma anche le infrastrutture di supporto alla produzione, di servizio all´impianto e alla messa in sicurezza. Inoltre, allo scopo di perseguire indipendenza energetica rispetto ad altre realtà aziendali presenti sul medesimo sito, la Degussa prevede la pianificazione di un impianto di cogenerazione, dal quale attingere sia corrente elettrica e sia vettore termico necessari all´attività produttiva. Non mancano innovazioni di processo e di prodotto: in quest´ultimo caso, si otterranno specialità richieste dal mercato. Il progetto, che sarà parte integrante di successive intese tra Regione Abruzzo, Ministero per lo Sviluppo economico, Impresa e Sviluppo Italia, deriva dal cosiddetto "Contratto di localizzazione", rivolto a medie e grandi imprese estere o italiane, controllate da investitori esteri, o da imprenditori italiani che abbiano delocalizzato all´estero e che intendano reinvestire in Italia. L´abruzzo è considerata area ammissibile per questo tipo di strumento, accanto alle regioni Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. "Il contratto di localizzazione, l´Abruzzo è tra le prime ad adottarlo - ha spiegato ancora l´Assessore - garantisce la disponibilità di infrastrutture e aree industriali, il rispetto dei tempi di insediamento dell´impresa, il sostegno alle attività di ricerca, sviluppo e formazione, erogazione ed incentivi, anche a fondo perduto". I progetti, tuttavia, devono avere i requisiti di cantierabilità, merito creditizio e contenuti di innovazione. Il processo produttivo dell´acqua ossigenata prevede le seguenti fasi principali di produzione: idrogenazione, ossidazione, estrazione, riconversione, distillazione. "I prossimi passi - ha concluso Bianchi - prevedono la presentazione del progetto esecutivo e la successiva istruttoria". .  
   
   
A LUCCA INCONTRO SUGLI UFFICI POSTALI. LA REGIONE DISPOSTA AD AIUTARE LA SPERIMENTAZIONE DI NUOVI SERVIZI POLIFUNZIONALI  
 
Firenze, 11 dicembre 2007 - Degli uffici postali nelle frazioni più periferiche e dei rischi connessi alla loro chiusura o alla riduzione delle ore e dei giorni di apertura si è parlato stamani a Lucca a Palazzo Ducale. "Un incontro importante - sottolinea l´assessore ai rapporti con gli enti locali, Agostino Fragai - la prima occasione in cui da anni in Toscana si sono confrontati sul tema tutti i livelli istituzionali, governo compreso". All´incontro, voluto dall´assessore in Provincia Francesco Bambini, ha partecipato infatti anche il sottosegretario Giorgio Calò, delegato dal ministro Gentiloni a seguire la partita delle Poste. Con lui c´erano, oltre all´assessore Fragai, anche i presidenti delle Comunità montane e gli amministratori dei Comuni della provincia lucchese, i rappresentanti dei sindacati e l´associazione dei consumatori. Fragai ha parlato a conclusione di numerosi interventi. "La reazione delle popolazioni di cui la Regione e i Comuni si fanno interpreti al piano di ristrutturazione di Poste spa - ha detto - sono spesso provocate da disservizi reali, ma anche la componente psicologica ha la sua importanta. Ed affrontare il problema e la razionalizzazione del servizio finora svolto guardando solo all´aspetto economico non consente di comprendere appieno le motivazione del disagio che stanno dietro alle proteste dei cittadini". "Spetta al Governo - ha aggiunto - spingere Poste ad un confronto con i Comuni e i Regioni. In Toscana siamo impegnati a dare in tempi rapidi uno sbocco operativo al lavoro del tavolo regionale dove siedono i Comuni, le Province e Poste. E da parte della Regione rimane la volontà ad aiutare, anche attraverso uno specifico provvedimento, la sperimentazione di nuove forme di servizi polifunzionali nonché di favorire, attraverso adeguate sinergie fra gli enti locali e Poste, la realizzazione di altri servizi destinati ai residenti dei territori meno popolati, dal rilascio di certificati al pagamento di tributi o la consegna di farmaci a domicilio". "Auspichiamo pertanto - conclude Fragai - che in Toscana Poste spa faccia seguire decisioni coerenti ai primi segnali di disponibilità al confronto già dimostrati". .  
   
   
BENI STABILI: VALUTAZIONI SUL PORTAFOGLIO IMMOBILIARE  
 
Roma, 11 gennaio 2007 – Il Consiglio di Amministrazione di Beni Stabili,riunitosi ieri sotto la presidenza del Dott. Leonardo Del Vecchio, ha esaminato le valutazioni effettuate dall’esperto indipendente Cbre sul portafoglio immobiliare di gruppo al 31 dicembre 2006. Tali valutazioni hanno evidenziato un valore al 31 dicembre 2006 pari a € 4. 223 milioni con un incremento del 7,5% (pari a € 293 milioni) rispetto ai valori precedenti. Tale crescita è la risultante sia dell’apprezzamento del valore degli immobili già presenti in portafoglio al 31 dicembre 2005 per il 6,8% circa (pari a € 211 milioni) , sia dell’incremento del valore degli immobili acquistati nel corso del 2006 per il 10 % (pari a € 82 milioni). .  
   
   
SARDEGNA: BLOCCO AUTORIZZAZIONI EDILIZIE TUVIXEDDU  
 
Cagliari, 11 gennaio 2007 - Blocco delle concessioni edilizie nel colle di Tuvixeddu, annullamento di quelle eventualmente concesse di recente, e iniziativa convergente per la tutela dell´area da parte della Regione e del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, che chiedono la collaborazione del Comune di Cagliari. L´assessore ad interim della Pubblica istruzione e Cultura, Carlo Mannoni, ha scritto sull´argomento una lettera al sindaco Emilio Floris, che aveva incontrato negli uffici di viale Trento anche il Presidente della Regione, Renato Soru. Mannoni ricorda nella lettera che l´area di Tuvixeddu è già stata individuata per la sua valenza dal Piano paesaggistico regionale, che la Regione ha costituito la Commissione (prevista dall´art. 137 del D. Lgs 42/04) con il compito di individuare i beni da sottoporre alla dichiarazione di notevole interesse pubblico. Poi informa ufficialmente il sindaco di Cagliari che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha sollecitato i propri Uffici territoriali ad avanzare anch´essi una proposta di notevole interesse pubblico per l´area. A proposito delle autorizzazioni edilizie, l´assessore regionale chiede al sindaco qual è lo stato di attuazione dell´Accordo di programma sottoscritto per Tuvixeddu-tuvumannu il 15 settembre del 2000, chiede che sia precisato "quali concessioni edilizie siano state rilasciate anteriormente alla data di approvazione del Piano Paesaggistico Regionale e contestualmente se risultano rilasciate concessioni successivamente al 25 maggio 2006, data di entrata in vigore del Ppr´´. "Per effetto del Piano medesimo - scrive Carlo Mannoni - si ricorda che in mancanza dell´intesa non possono essere rilasciate autorizzazioni edilizie successivamente alla sua entrata in vigore e che pertanto eventuali provvedimenti adottati in questi ultimi mesi sono da ritenersi nulli´´. L´assessore ricorda ancora che "nel caso di piani articolati e complessi, il mancato rilascio anche di una sola parte dei titoli abilitativi afferenti tali interventi assoggetta l´intero intervento al raggiungimento della nuova intesa´´. Mannoni annuncia infine che l´Amministrazione regionale provvederà ad avviare a brevissima scadenza le procedure previste, convocando l´apposita conferenza di servizio per la discussione e la definizione dei contenuti dell´intesa. .  
   
   
FRANCOFORTE, HALLDIS INAUGURA I NUOVI APPARTAMENTI PER MANAGER  
 
Francoforte, 11 gennaio 2007 - Dopo Parigi e Bruxelles, è la volta di Francoforte. Saranno inaugurati domani, infatti, i nuovi appartamenti per manager di Halldis nella città tedesca, crocevia del business europeo. Con oltre 650mila abitanti, un’area metropolitana di cinque milioni di persone, un eccellente sistema di trasporti (l’aeroporto è uno dei principali d’Europa) e di servizi, sulle rive del Meno hanno sede la Bce – Banca centrale d’Europa, la Bundesbank, la Borsa tedesca, ma anche aziende come Sanofi-aventis e istituti di credito come Deutsche Bank, Dresdner Bank e Commerzbank. Perché la scelta, dopo Parigi e Bruxelles, di Francoforte? << La Germania come mercato rappresenta per la nostra società oltre al 15% del fatturato, Francoforte è il cuore pulsante del business internazionale tedesco – spiega il fondatore e presidente di Halldis Pietro Martani – Abbiamo deciso di avviare la nostra attività sulle rive del Meno per essere presenti su una delle piazze più “vibranti” d’Europa e cominciare a presidiare la Germania non solo come mercato ma anche come destinazione per la nostra clientela. Francoforte, oltre che come tradizionale piazza finanziaria, è divenuta anche snodo per i servizi: le maggiori società di consulenza del mondo hanno intense attività in città ed alcune (tra cui nostri clienti) addirittura la sede europea >>. Prezzi medi mensili appartamenti per manager (euro) - Milano: Monolocale 1. 200-1. 500; Bilocale 1. 400-1. 800; Trilocale e oltre 1. 700-2. 200. Torino: Monolocale 1. 000-1. 300; Bilocale 1. 200-1. 550; Trilocale e oltre 1. 450-1. 850. Bologna: Monolocale 1. 100-1. 350; Bilocale 1. 250-1. 600; Trilocale e oltre 1. 550-2. 000. Firenze: Monolocale 1. 250-1. 550; Bilocale 1. 450-1. 900; Trilocale e oltre 1. 800-2. 300. Roma: Monolocale 1. 300-1. 650; Bilocale 1. 550-2. 000; Trilocale e oltre 1. 850-2. 400. Parigi: Monolocale 1. 300-1. 650; Bilocale 1. 500-2. 000; Trilocale e oltre 1. 850-2. 400. Bruxelles: Monolocale 1. 500-1. 600; Bilocale 1. 600-1. 800; Trilocale e oltre 2. 000-2. 500. Francoforte: Monolocale 1. 700-2. 000 (disponibili solo lusso); Bilocale 1. 500-2. 700; Trilocale e oltre 2. 500-3. 500. (I prezzi comprendono Internet, utenze (luce, acqua, gas). .  
   
   
ENZO SERVEGNINI NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO DI ESTENERGY  
 
Trieste, 11 gennaio 2007 - Il Consiglio di Amministrazione di Estenergy spa, società di vendita di gas naturale ed energia elettrica controllata al 100% da Acegasaps Spa, ha nominato ieri Enzo Severgnini Amministratore Delegato fornendogli i più ampi poteri per la gestione e lo sviluppo di una società che, a seguito delle operazioni di consolidamento dei rami gas ed elettrici di gruppo, si affaccia al 2007 con ricavi pari a circa 255 € mln, volumi di gas trattati pari a circa 500 milioni di metri cubi e 450 Gwh di energia elettrica venduta. Enzo Severgnini, che subentra nella carica al posto dell’uscente Marcello Billè, vanta un’autorevole esperienza nel campo della commercializzazione di prodotti energetici avendo lavorato per più di 40 anni per Montedison con ruoli prevalentemente legati allo sviluppo commerciale. All’interno del gruppo ha quindi assunto incarichi di Presidente e Amministratore Delegato in rilevanti società di distribuzione e commercializzazione di gas naturale. Negli anni ’90 ha gestito, nell’interesse del gruppo Edison, lo sviluppo di alcuni accordi aggregativi con società del settore delle multiutility e ha assunto, successivamente, l’incarico di Presidente e Amministratore Delegato in Estgas. .  
   
   
ACSM ED AEM: TRASFERIMENTO PARTECIPAZIONE IN MESTNI PLINOVODI D.O.O.  
 
Como, 11 gennaio 2007 – Facendo seguito a quanto comunicato lo scorso 30 ottobre, Acsm ed Aem hanno convenuto di estendere dal 10 gennaio 2007 al 28 febbraio 2007 il termine per eseguire il trasferimento della partecipazione, pari al 41,109 %, detenuta da Aem in Mestni Plinovodi d. O. O. L’estensione del termine ha il mero scopo di consentire il puntuale perfezionamento delle formalità necessarie al trasferimento, anche ai sensi della legge slovena. .  
   
   
FORMAZIONE CONTINUA, SINERGIA REGIONE-PARTI SOCIALI IMPRENDITORI E LAVORATORI, PUBBLICO E PRIVATO INSIEME PER QUALIFICARE L´OCCUPAZIONE  
 
Firenze, 11 gennaio 2007 - Un deciso passo verso la creazione di un sistema regionale della formazione continua, un sistema nel quale programmi e risorse privati e pubblici si integrano e si coordinano per ampliare al massimo le opportunità di riqualificazione e crescita professionale di lavoratori e imprenditori. Questo il senso del protocollo d´intesa firmato ieri da Regione Toscana e parti sociali, sindacati dei lavoratori e associazioni dei datori di lavoro dei principali settori dell´economia toscana, per la programmazione e l´integrazione dell´attività di formazione continua. Grazie a questa intesa, la Toscana è la prima regione a garantire che la programmazione dei Fondi partitetici interprofessionali (di cui fanno parte, appunto, pariteticamente, sia sindacati che datori di lavoro), introdotti dalla legislazione nazionale da circa due anni per consentire alle imprese dei vari settori di gestire iniziative di formazione continua dei lavoratori dipendenti, si possa inserire nel contesto di quella che viene normalmente programmata dalle Regioni, che ne hanno la competenza, attraverso le amministrazioni provinciali. Un´inedita sinergia, insomma, frutto di una intensa concertazione fra Regione e parti sociali, che avrà un duplice effetto. Da un lato quello di evitare parallelismi, sovrapposizioni e sprechi, dall´altro quello di potenziare, anche con un flusso aggiuntivo di risorse private, l´efficacia dei programmi formativi, ampliandone la sfera di azione. "Fino ad oggi - spiega l´assessore all´istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini - la formazione continua si è configurata con una serie di iniziative plurime, spesso disgiunte e concorrenti. Per questo abbiamo deciso di dare organicità a tutto questo, per utilizzare al meglio nel rispetto delle singole competenzxe e prerogative le risorse diasponibili se pu di diversa provenienza, e gestione. E´ una pratica ormai consolidata nella nostra regione che, anche in questo campo, pensiamo possa servire ad accrescere la qualità degli interventi e a dare un impulso allo sviluppo con maggiore aderenza al territorio, agendo dove si individuano precisi fabbisogni". Ma non è tutto. Spiega ancora l´assessore: "Mentre i Fondi paritetici interprofessionali sono preposti esclusivamente alla formazione continua dei lavoratori dipendenti, l´eventuale intervento della Regione consente invece di allargare le attività formative anche anche ad altri soggetti, come i lavoratori atipici e gli imprenditori, permettendo di colmare un vuoto che alla luce della situazione attuale rischia di lasciare fuori settori chiave del mercato del lavoro. L´aggiornamento degli imprenditori, dei lavoratori occupati e dei lavoratori atipici sono infatti fra le priorità che ci siamo dati sia nel Prs, sia nel Piano di indirizzo per istruzione, formazione e lavoro, anche per sostenere il processo di rilancio, riorganizzazione e risanamento dell´economia toscana". Oltre ad individuare forme di coordinamento, anche attraverso la costituzione di un tavolo di lavoro permanente, che permetta uno stretto contatto fra iniziative di formazione continua e sviluppo del territorio, ad adeguare le iniziative di formazione alle novità, anche legislative, del mercato del lavoro e della scuola, il protocollo presta una particolare attenzione ai cambiamenti necessari all´innovazione organizzativa e produttiva delle imprese e al conseguente adeguamento delle capacità professionali dei lavoratori. "La firma di oggi ci consente di sperimentare già da quest´anno forme di coordinamento fra Regione e parti sociali per realizzare interventi formativi in precisi settori e relative aziende dove si formeranno, all´interno di un unico progetto, imprneditori, lavoratori dipendenti, lavoratori atipici lavoratori in corso di assunzione. Per tale intervento la Regione ha già previsto un significativo stanziamento pari a 2 milioni di euro, cui si aggiungeranno risorse analoghe derivanti dai Fondi". .  
   
   
GLI ASTRONOMI PRESENTANO LA PRIMA MAPPA TRIDIMENSIONALE DELLA MATERIA OSCURA  
 
Bruxelles, 11 dicembre 2007 - Un gruppo costituito da scienziati di Usa, Francia, Germania e Giappone è riuscito a comporre la prima mappa tridimensionale della materia oscura dell´Universo. Per gli astronomi è relativamente semplice vedere i pianeti, le stelle e le galassie nel cielo notturno, in quanto si tratta di corpi composti da materia ordinaria. Essi rappresentano tuttavia solo un sesto della massa totale dell´Universo. Il resto è formato dalla misteriosa materia oscura, che non emette né riflette la luce. Benché invisibile, la materia oscura è estremamente importante, ed è considerata il collante che tiene insieme l´Universo. L´agenzia spaziale europea (Esa) descrive la sfida rappresentata dalla mappatura fino a oggi: «Per gli astronomi, la realizzazione di una mappatura dell´Universo costituisce una sfida simile all´elaborazione della cartina di una città a partire da immagini aeree notturne che mostrano solo i lampioni. Tali istantanee mostrano alcuni quartieri interessanti, ma la maggior parte della struttura della città rimane al buio. » La mappa è la conclusione della più estesa analisi mai effettuata in precedenza sull´Universo, condotta utilizzando il telescopio spaziale Hubble, che ha fotografato 575 immagini dell´Universo lievemente sovrapposte, un´operazione durata quasi 1 000 ore. Il risultato mostra che la materia ordinaria, esistente perlopiù sottoforma di galassie, si accumula lungo le concentrazioni più dense di materia oscura e rivela una rete disomogenea di filamenti, che si intersecano in strutture massicce nei punti in cui sono ubicati gli ammassi di galassie. Tale mappa è in linea con le teorie convenzionali sul modo in cui è avvenuta la formazione della struttura nell´evoluzione dell´Universo per effetto della gravità. «è rassicurante vedere come la nostra mappa confermi le teorie correnti sulla formazione della struttura», ha dichiarato Richard Massey della American Astronomical Society di Seattle. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Esa. Int/science/hubble .