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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Giugno 2015
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE UE APPROVA PACCHETTO DI SOSTEGNO PER GLI IMPIANTI DI GASSIFICAZIONE IN FINLANDIA  
 
Bruxelles, 25 giugno 2015 - La Commissione europea ha concluso che i piani finlandesi di concedere circa 10 milioni di € di investimenti pubblici per Vaskiluodon Voima Oy, il gestore di un impianto di gassificazione a Vaasa, sono in linea con le regole sugli aiuti di Stato. L´impianto permette di convertire la biomassa forestale (principalmente trucioli di legno e una piccola quantità di torba) in gas per la produzione di energia elettrica e il quartiere di riscaldamento invece di utilizzare il carbone. La Commissione ha constatato che l´aiuto sarà ulteriormente energetica dell´Ue e gli obiettivi ambientali, in particolare la riduzione delle emissioni di biossido di carbonio e la dipendenza dal carbone importato, pur mantenendo la concorrenza nel mercato unico. Il commissario europeo responsabile della politica di concorrenza Margrethe Vestager, ha dichiarato: " L´investimento nell´impianto di gassificazione Vaasa sarà ridurre la nostra impronta di anidride carbonica e la dipendenza dal carbone importato Essa mostra come le norme sugli aiuti di Stato possono incoraggiare la spesa pubblica sensibile mirati al raggiungimento di energia ambientale e dell´Ue. Obiettivi politici . " Nel 2012, la Finlandia ha notificato l´intenzione di sostenere la costruzione di un impianto di gassificazione a Vaasa e integrare con una caldaia a combustione del carbone esistente. L´impianto produrrà gas dalla cippato forestale (90%) e torba (10%) che sostituirà tra il 25 e il 40% del carbone attualmente utilizzata per alimentare la caldaia. La Finlandia sosterrà il progetto con circa 10 milioni di € di aiuti agli investimenti, nonché un premio variabile di sopra del prezzo di mercato dell´energia elettrica. Il premio sarebbe stato pagato per Vaskiluodon Voima Oy, il gestore dell´impianto, per l´uso di chip forestali con l´obiettivo di assicurare una redditività sufficiente. Sarebbe fissato a un valore fino a € 5,47 per megawattora (Mwh), a seconda del prezzo delle quote di emissione dell´Ue, e sarebbe stato pagato per un massimo di 12 anni. La Commissione ha valutato la misura in base alle norme comunitarie vigenti in materia di aiuti di Stato per la tutela dell´ambiente e dell´energia. Si è riscontrato che l´investimento in gassificazione del carbone importato permette di essere sostituito con fonti di energia rinnovabile in modo economicamente efficiente. La gassificazione di biomassa forestale non è stata dimostrata prima su questa scala e questa pianta potrebbe essere un modello per i progetti futuri, sia nell´Unione europea e nel mondo. Inoltre, l´energia basato in precedenza soprattutto fossili di riscaldamento sarà molto più rispettosa dell´ambiente: A seguito dell´investimento, emissioni di Co2 dovrebbero diminuire da 228.000 tonnellate all´anno. L´impianto contribuisce anche ad aumentare la sicurezza dell´approvvigionamento energetico e riduce la dipendenza della Finlandia dai combustibili importati. La Commissione ha pertanto concluso che gli effetti positivi degli aiuti chiaramente compensano eventuali distorsioni della concorrenza causate dal finanziamento pubblico.  
   
   
IL TAR LAZIO SI PRONUNCIA. LO SPALMAINCENTIVI FOTOVOLTAICO VA ALLA CORTE COSTITUZIONALE  
 
Milano, 25 giugno 2015 - E’ del 23 sera la notizia che il Tar del Lazio ha accolto i dubbi di legittimità costituzionale sollevati dai ricorsi contro la misura “spalma incentivi”, chiedendo alla Corte Costituzionale di esprimersi. Si concretizza così lo scenario che assoRinnovabili e Confagricoltura avevano previsto già a giugno 2014, all´alba delle prime proteste contro una misura retroattiva ritenuta ingiusta e dannosa per le imprese e per il Paese. "Siamo fiduciosi - commentano Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili, e Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura - che la Corte confermerà l’orientamento del Tar e dichiarerà l’illegittimità costituzionale dello spalma incentivi fotovoltaico. Auspichiamo che il Governo possa subito tornare sui suoi passi e cancellare la norma con l’ormai prossimo Green Act, ripristinando così anche l’immagine e l’attrattività dell’Italia verso gli investitori. “La cancellazione della norma – ricordano infine – risolverebbe anche la procedura arbitrale internazionale che si è aperta con gli investitori esteri”.  
   
   
ENERGIA: FARRA D´ISONZO ESEMPIO VIRTUOSO PER PIANO REGIONALE  
 
Trieste, 25 giugno 2015 - La Giunta regionale è pronta a licenziare il nuovo Piano energetico per il Friuli Venezia Giulia e lo conferma l´assessore all´Ambiente, Sara Vito, nel corso della visita a Farra d´Isonzo, considerato Comune virtuoso in quanto utilizza da due anni una centrale a biomasse per il riscaldamento di buona parte degli edifici pubblici, in primis proprio il municipio. "Abbiamo predisposto un documento - ha aggiunto Vito - che rappresenta un ottimo punto di partenza in chiave tecnica e politica. Il Piano, infatti, privilegia le fonti rinnovabili e insiste a fondo sull´efficientamento energetico, costruendo una strategia comune nell´ambito della quale declinare le singole azioni di ogni settore in funzione di uno sviluppo sostenibile complessivo". Verificando assieme agli assessori comunali Renzo Luisa e Stefano Vio posizionamento e funzionamento della centrale a biomasse, Vito ha definito Farra d´Isonzo "un esempio virtuoso che dimostra quanto l´Amministrazione pubblica lungimirante possa ottenere ottimi risultati". Collocata nel centro della località isontina che conta 1.718 abitanti, la centrale è costata complessivamente 650 mila euro. Utilizza per il proprio funzionamento il legno cippato del Cividalese ed è in grado di esprimere una potenza di 700 megawatt ma, al momento, ne utilizza solo 300 per riscaldare municipio, casa di riposo, scuola elementare e 14 alloggi di proprietà del Comune che ha in previsione di ampliare il teleriscaldamento a palestra, impianti sportivi, asilo nido e scuola materna. Il risparmio sui costi, è stato spiegato dagli amministratori locali, è almeno del 30 per cento (circa 50 mila euro) e sarà utilizzato per sostituire l´illuminazione pubblica con moderni fanali a led così come è stato già fatto sui 114 punti luce che illuminano il tratto di strada statale 202 in corrispondenza di Farra d´Isonzo. "I benefici delle scelte operate a Farra sono molteplici - ha concluso Vito - e riguardano gli aspetti ambientale, economico ed energetico. La centrale a biomasse utilizza prodotti di filiera corta, dando vita ad una sorta di autosostenibilità che può e deve essere un obiettivo".  
   
   
ENERGIA: FVG, BENE SPERIMENTAZIONE IMPIANTO BIOMASSE A RESIUTTA  
 
Trieste, 25 giugno 2015 - Resiutta, il comune in provincia di Udine che conta poco più di 300 abitanti, sta ospitando la sperimentazione di un prototipo di centrale a biomasse con sistema di pirolisi, ovvero a emissioni zero, grazie alla scomposizione delle fasi di combustione ed al riutilizzo delle ceneri residue per la concimazione di terreni. Inserito nel programma Interreg Italia-austria, l´impianto di microgenerazione potrebbe essere utilizzato per il riscaldamento ma anche per la produzione di energia elettrica. "C´è un forte spirito innovativo a Resiutta - ha evidenziato l´assessore regionale all´Ambiente, Sara Vito, complimentandosi con il sindaco Francesco Nesich che l´ha accolta ed accompagnata nell´odierna visita in loco - e si avverte la spinta propositiva di un territorio che sta lavorando proficuamente per garantirsi una promozione compatibile con il rispetto dell´ambiente". Riscontrando positivamente l´efficientamento dell´illuminazione pubblica, ormai quasi totalmente dotata di fanali a led, Vito ha rilevato come queste buone prassi hanno contribuito e contribuiranno alla redazione del nuovo piano energetico regionale. Insieme a sindaco e presidente del Parco Prealpi Giulie, Andrea Beltrame, Vito ha poi verificato la fattibilità di un intervento per la messa in sicurezza del ponte sul torrente Resia.  
   
   
PETROLIZZAZIONI: NUOVO CAPITOLO GIUDIZIARIO SBLOCCA ITALIA,REGIONE ABRUZZO SI APPELLA A TAR LAZIO E CORTE COSTITUZIONALE  
 
L´aquila, 25 giugno 2015 - La vicenda delle petrolizzazioni si arricchisce di un nuovo capitolo giudiziario. Dopo la decisione della Giunta di ricorrere alla Corte costituzionale contro gli artt. 37 e 38 del decreto legge "Sblocca Italia", che rischiano di trasformare l´Abruzzo in un distretto minerario per gli idrocarburi, l´esecutivo regionale è pronto a dare battaglia davanti ai giudici della Corte Costituzionale e del Tar del Lazio. Questa mattina in giunta sono state approvate infatti due delibere, presentate dal Presidente Luciano D´alfonso, con le quali si dà mandato all´avvocatura regionale di adire le vie legali per contestare la legittimità del Decreto ministeriale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 maggio scorso, con il quale si dà attuazione all? art.38 dello Sblocca Italia, prevedendo l´applicabilità delle disposizioni ivi contenute anche ai titoli minerari vigenti e ai procedimenti in corso. "In sostanza - spiegano in una nota il Presidente della Giunta e l´assessore Mazzocca - con questo decreto ministeriale si prevede che anche chi non ha alcun titolo possa chiedere il rilascio dell´attuale nuovo titolo concessorio unico. Il che evidenzia un profilo di illegittimità della norma, dal momento che l´art.38 comma 1 bis stabilisce che le attività di ricerca e di coltivazione degli idrocarburi possano essere esercitate sulla base di un titolo concessorio unico, ma solo previa adozione di un piano delle aree in cui sono consentite queste attività, piano da adottare dopo aver raggiunto un´intesa con la Conferenza Stato-regioni. Ora questo piano non è stato ancora adottato. Dunque ci troviamo di fronte a un decreto ministeriale che contrasta con la stessa normativa statale. Infatti, autorizzare la presentazione per il rilascio del nuovo "titolo concessorio unico", prima ancora che sia stato individuato e adottato il piano delle aree, è palesamente contro la legge. Non solo. Esistono a questo punto i presupposti giuridici necessari anche per proporre conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale, per l´annullamento previa sospensiva, del suddetto decreto ministeriale". "Ancora una volta - aggiunge l´assessore Mazzocca - ci troviamo di fronte a una marginalizzazione del ruolo delle regioni e ad una pratica legislativa che lede i principi di leale collaborazione, escludendo di fatto dai procedimenti in questione, così incisivi e determinanti per il futuro del nostro territorio, la partecipazione dell´amministrazione regionale, prevista invece dal legislatore statale. Per questo non ci rimane che chiedere il riconoscimento dei nostri diritti ai giudici del tribunale amministrativo. Infine - conclude Mazzocca - voglio esprimere soddisfazione per le dichiarazioni del neo governatore della Puglia, Michele Emiliano, il quale nel solco tracciato da Vendola e dalla Giunta D´alfonso contro le trivellazioni in Adriatico, intende impugnare il Decreto del Governo innanzi alla Corte Costituzionale. Il no alle trivellazioni dell´Adriatico è un processo politico che da una parte si sostanzia in un´ampia mobilitazione delle popolazioni e delle Associazioni dei territori interessati, e dall´altra in un processo istituzionale che si concretizza in ´lettere´, ´impugnative´ e ´ricorsi´. Sono questi aspetti fondamentali della democrazia rappresentativa. Gli alti lai (e le corte idee) che si levano qui e là non possono svalorizzare tale processo nel sua interezza".  
   
   
GLI SCIENZIATI SOLLEVANO IL VELO SULL’IMPATTO DELLO STOCCAGGIO DI CARBONIO NEL SOTTOSUOLO MARINO SUGLI ECOSISTEMI LOCALI  
 
Bruxelles, 25 giugno 2015 - I fondali europei sono spesso segnati o fratturati, ciononostante le industrie petrolifere nei mari del Nord e di Barents conservano il Co2 sotto questi fondali per ridurre le emissioni. Questo stoccaggio di Co2 nel sottosuolo marino è una soluzione attuabile? Un team di scienziati dell’Ue ha recentemente fatto luce sulla questione. Con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a +2°C entro il 2050, che sembra sempre più irraggiungibile, e una conferenza dell’Onu sul clima all’orizzonte, l’Ue e i suoi partner internazionali sono sempre più sotto pressione. Tutte le soluzioni adatte per ridurre le emissioni di Co2 devono essere prese in considerazione e la cattura e lo stoccaggio di carbonio (Ccs) – un insieme di tecnologie che impedisce al Co2 di raggiungere l’atmosfera conservandolo in formazioni geologiche sotterranee adatte – è una di queste. Nella sua recente Comunicazione per un’Unione energetica, la Commissione europea riconosce la necessità di un maggiore sostegno per il Ccs. La tecnologia non si è finora sviluppata come ritenuto inizialmente, in gran parte a causa di costi d’investimento alti e incentivi limitati, in conseguenza dei prezzi bassi del carbonio. C’è però un altro aspetto del Ccs che lascia ancora nel buio i potenziali investitori e i responsabili delle decisioni: la questione delle perdite, specialmente in siti di stoccaggio sensibili come i fondali marini. Negli ultimi quattro anni, un team di scienziati dell’Ue ha monitorato le installazioni di Ccs esistenti nei mari del Nord e di Barents per determinare le probabilità di perdite e il loro impatto sugli ecosistemi locali. Gli scienziati del progetto Eco2 (“Sub-seabed Co2 storage: Impact on Marine Ecosystems”) hanno identificato i possibili percorsi di una perdita di Co2, hanno monitorato i luoghi di fuoriuscita, hanno tracciato la diffusione del Co2 nelle acque del fondale e hanno studiato le reazioni degli animali e delle piante bentonici al Co2. All’inizio di maggio il progetto ha organizzato queste osservazioni in una guida alla selezione e al monitoraggio dei siti di stoccaggio e le ha presentate all’Unione europea. Klaus Wallmann, coordinatore di Eco2, ci parla dei risultati del progetto e dei piani del suo team per continuare la ricerca in questo campo. Cosa vi ha spinto a fare ricerca in questo settore? In Europa, la maggior parte del Co2 catturata negli impianti elettrici sarà conservata nel sottosuolo marino. È quindi importante capire se il Co2 rimarrà nelle formazioni di stoccaggio del sottosuolo marino o se uscirà danneggiando l’ecosistema del fondale. Quale ritiene sia l’aspetto più innovativo del progetto a questo riguardo? Il più importante elemento nuovo dell’approccio di Eco2 è il “Fattore di propensione alla fuoriuscita" che è stato sviluppato associando una descrizione compatta del complesso di stoccaggio e tecniche euristiche che racchiudono il gran numero di incertezze parametriche. Visto che non è possibile simulare tutte le caratteristiche geologiche, i processi e gli eventi con i software di modellazione attualmente disponibili, abbiamo trovato un modo di fare una stima realistica delle probabilità di una fuoriuscita in una specifica installazione Ccs. In quali luoghi avete condotto la vostra ricerca e perché? Abbiamo studiato veri siti di stoccaggio nel Mare del Nord e nel Mare di Barents al largo della Norvegia, dove milioni di tonnellate di Co2 sono state separate dal gas naturale e sono stoccate in formazioni geologiche nel sottosuolo marino da tanti anni. Come avete fatto a verificare la presenza di fuoriuscite in queste zone? Nel corso del progetto è stata usata un’ampia gamma di strumenti per rilevare le fuoriuscite. Gli strumenti sono stati usati su imbarcazioni di ricerca ma anche su veicoli controllati a distanza (Rov). Le tecnologie rivoluzionarie usate dal progetto comprendono strumentazione sismica 3-D con cavo P per avere immagini ad alta risoluzione dei percorsi dei fluidi che attraversano il terreno di copertura al di sopra delle formazioni di stoccaggio, metodi idro-acustici per rilevare bolle di gas che salgono dal fondo marino e sensori chimici per misurare i livelli di Co2 dissolto nell’acqua marina. Avete identificato possibilità di migliorare le tecniche e le tecnologie di stoccaggio? Si, abbiamo pubblicato una guida per le migliori pratiche ambientali – scaricabile all’indirizzo http://oceanrep.Geomar.de/28739/ – in cui descriviamo come i siti di stoccaggio nel sottosuolo marino dovrebbero essere selezionati e monitorati. In particolare, quando si scelgono i siti, raccomandiamo di evitare strutture geologiche che potrebbero servire da condotti per acque di formazione e rilascio di gas, formazioni geologiche che contengono composti tossici e configurazioni idrografiche con correnti lente e una colonna d’acqua fortemente stratificata. Inoltre i siti di stoccaggio dovrebbero essere abbastanza lontani da risorse naturali preziose o zone nelle quali la flora e la fauna vivono già al limite della tolleranza del Co2. La guida sottolinea inoltre che il terreno di copertura, il fondo marino e la colonna d’acqua dovrebbero essere monitorati usando tecniche sismiche 3-D, batimetria ad alta risoluzione o mappatura retro diffusa del fondo marino, imaging idro-acustico degli accumuli e delle fuoriuscite di gas e rilevazione chimica del Co2 dissolto nelle acque del fondale. La maggior parte di queste tecnologie sono già disponibili o diventeranno presto stato dell’arte. Eco2 essenzialmente si è occupato dell’impatto delle fuoriuscite sugli ecosistemi marini. A quali conclusioni siete arrivati? Abbiamo imparato che se ci fossero delle fuoriuscite l’impatto sull’ecosistema marino sarebbe limitato alla zona immediatamente circostante la perdita. In questa zona ristretta gli organismi sensibili morirebbero e sarebbero sostituiti da altri organismi più resistenti. A una distanza laterale di oltre 100 metri dalla perdita, l’impatto sarebbe molto limitato e appena rilevabile perché il Co2 fuoriuscito sarebbe rapidamente diluito dalle correnti del fondale. Sulla base dei risultati del progetto, può affermare che lo stoccaggio del Co2 nel sottosuolo marino sia una tecnica attuabile? Si, non abbiamo trovato alcun segno di fuoriuscita nei siti di stoccaggio attualmente in funzione. Non escludiamo delle fuoriuscite in futuro nel caso in cui venissero aperti e messi in funzione centinaia di nuovi siti di stoccaggio. Solo una piccolissima frazione del Co2 conservato però uscirebbe e l’impatto sull’ambiente marino rimarrebbe limitato e locale. Quali sono i vostri piani adesso che il progetto si è concluso? C’è ancora molto lavoro da fare. Dobbiamo capire meglio come i ritmi di fuoriuscita sono controllati dalle strutture geologiche e dai processi fisici nel terreno di copertura. Inoltre, le tecniche di monitoraggio dovrebbero essere ulteriormente migliorate per potenziare la loro sensibilità e ridurre i costi operativi. Per ulteriori informazioni, visitare: Eco2 http://www.Eco2-project.eu/    
   
   
REGIONE ABRUZZO, APPROVATA LEGGE(ERRATA CORRIGE) PER LA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI TERMICI E DEI CITTADINI  
 
L´aquila, 25 giugno 2015 - Il consiglio regionale, ha approvato, nella seduta di ieri, il progetto di legge su "Disposizioni regionali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici" a firma del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. L´obiettivo è quello di tutelare gli utilizzatori degli impianti garantendo effettiva sicurezza ridefinendo modalità di esercizio e manutenzione. "Circa 2 anni fa - ha commentato l´assessore all´ambiente Mario Mazzocca - entrava in vigore il Dpr n.74/2013 in osservanza di una specifica direttiva comunitaria. Il dettato imponeva un riordino delle disposizioni regionali vigenti ed ormai datate. Una legge regionale quella appena licenziata dal consiglio, condivisa con tutti i portatori di interesse generale, concertazione che continuerà anche nella fase che appena si apre e che demanda alla giunta la predisposizione degli aspetti regolamentari attuativi". "Si tratta di una legge - ha aggiunto Pietrucci - che è stata sollecitata dai cittadini e, soprattutto, dalle associazioni di categoria di produttori e manutentori di impianti termici. Una legge che recepisce e attiva le direttive comunitarie e la legislazione nazionale non solo nell´esercizio del controllo degli impianti termici ma anche sul tema di riduzione e consumi energetici. L´obiettivo perseguito è stato quello di costruire una struttura legislativa snella che consentisse con rapidità l´aggiornamento delle disposizioni comunitarie che su questo tema subiscono delle modificazioni frequenti, prevedendo il ricorso ai regolamenti per definirne tutti gli aspetti particolari. Parallelamente abbiamo responsabilizzato il manutentore già individuato dalla legge nazionale quale unico decisore sulla frequenza del controllo sugli impianti. Teniamo conto cha la legge regionale fa riferimento a norme tecniche che prevedono il ricorso a controlli anche annuali. Con la mia legge, invece, - ha proseguito Pietrucci - per non vessare ulteriormente i cittadini si stabilisce che il manutentore deve effettuare controlli di regola biennale e, salvo dichiarazione esplicita e motivata del manutentore da trascrivere nel libretto dell´impianto che può disciplinare tempistiche diverse. Anche perché nessuno di noi può assumersi la responsabilità di decidere per legge tempi maggiori. Ne va della sicurezza degli impianti e, quindi, dei cittadini".  
   
   
URBANISTICA FVG: APPROVAZIONE PRELIMINARE DDL VARIANTI COMUNI/CONSUMO SUOLO  
 
 Trieste, 25 giugno 2015 - La Giunta regionale ha approvato in via preliminare il disegno di legge in materia di varianti urbanistiche di livello comunale e contenimento del consumo di suolo. Il ddl chiarisce quali siano le competenze urbanistiche che rimangono nell´esclusivo ambito comunale, anticipando una parte sostanziale del contenuto della riforma urbanistica complessiva che sarà approvata entro la fine dell´anno. Si tratta quindi dei un primo "mattone" nel processo di applicazione della legge di riforma delle Autonomie locali (Lr 26/2015), ma anche un testo di raccordo tra la riforma urbanistica e la Legge Rilancimpresafvg. La seconda parte del propvvedimento, infatti, riguarda il contenimento del consumo di suolo ed in particolare il collegamento tra pianificazione territoriale e programmazione industriale e commerciale. Il testo normativo punta ad un contenimento dell´uso del suolo in considerazione dei risultati di uno studio eseguito dalla Regione sull´utilizzo delle aree edificate in rapporto a quelle già previste nei Piani regolatori comunali, ma non ancora edificate. Con riguardo alle attività produttive (zone D e H), su una superficie complessiva dell´intero Friuli Venezia Giulia di 785.709 ettari, nel periodo tra il 2002 e il 2014 le aree coperte sono passate dai 15.379 ettari ai 16.703, con un incremento dell´8,6 per cento. Nello stesso periodo le aree industriali sono cresciute di 849 ettari (da 13.666 a 14.516, + 6,2 p.C.) mentre le zone commerciali ricoprono nel 2014 una superficie di 474 ettari in più rispetto al 2002 (+ 2,7 p.C., da 1.712 a 2.186 ettari). Mediamente nelle zone D e H già previste nei Piani regolatori comunali, ma non ancora edificate, esiste ancora un circa 40 per cento di superficie da saturare. "A fronte a questi dati - ha sottolineato l´assessore regionale alla Pianificazione territoriale Mariagrazia Santoro - ci siamo posti l´obiettivo primario di bloccare ulteriori e non sempre motivate tendenze all´espansione o all´ampliamento di zone produttive e commerciali. Il tutto ben prima del traguardo dettato da un recente studio della Commissione europea, che prevede in particolare che l´incremento della quota netta di occupazione di terreno debba tendere ad arrivare a zero entro il 2050". "Con questo strumento legislativo - ha proseguito Santoro - più di 10 leggi e più di 250 relazioni di flessibilità diventano un´unica norma chiara per i Comuni e la Regione, introducendo un forte elemento di semplificazione e di certezza del diritto in questo settore. Inoltre con gli accorgimenti normativi relativi al consumo di suolo, possiamo iniziare seriamente a parlare di riduzione del consumo di suolo, motivando i nuovi interventi in modo puntuale e sostenendoli con piani industriale concreti, dal momento che, davanti al dato che circa metà delle aree industriali e commerciali già previste nei Piani regolatori comunali, risultano vuote e non ancora edificate, come Regione dobbiamo dare un forte segnale anche ai Comuni affinchè razionalizzino le nuove previsioni a vantaggio dell´esistente". Una "sfida ambientale", quella del risparmio del suolo, "che si rifletterà positivamente - così Santoro - sul tessuto sociale e sull´intera struttura economica della regione, e che richiede la piena collaborazione di tutte le pubbliche amministrazioni, anche per correlare equilibratamente ogni previsione urbanistica a all´effettive esigenze sia produttive che demografiche".  
   
   
CASA: MILANO RINNOVA L’ACCORDO LOCALE PER IL CANONE CONCORDATO FERMO DA 16 ANNI, RESTITUITO ALLA CITTÀ STRUMENTO CONTRO DISAGIO ABITATIVO  
 
Milano, 25 giugno 2015 – Dopo 16 anni la città di Milano rinnova l’Accordo locale per il canone concordato. Ieri mattina, nella Sala Giunta di Palazzo Marino, alla presenza dell’assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli, i rappresentanti dei sindacati inquilini e della proprietà edilizia hanno sottoscritto il nuovo Accordo che sostituisce integralmente il testo finora vigente datato 5 luglio 1999. Presenti, per i sindacati inquilini, Stefano Chiappelli del S.u.n.i.a., Ferdinando Lioi di U.n.i.a.t., Egidio Rondelli del C.o.n.i.a. Sul fronte delle Associazioni della proprietà edilizia, Achille Colombo Clerici per Assoedilizia, Antonia Giovanna Negri per U.p.p.i., Silvio Scarsi per A.s.p.p.i., Tomaso Songini per A.p.p.c., Matteo Rezzonico per Confappi, Giuseppe Bassi per Confabitare. “È un giorno importante – ha affermato l’assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli – e ringrazio le parti per aver condiviso con il Comune di Milano l’obiettivo di ridare alla città uno strumento che di fatto mancava dal 1999. E che in questi 16 anni si è dimostrato inefficace come canale alternativo a quello di mercato. Il risultato raggiunto oggi è il punto d’arrivo di un lungo percorso iniziato più di un anno fa, quando ho personalmente convocato il primo tavolo per la revisione dell’Accordo locale. Ma è soprattutto un punto di partenza, una leva con cui speriamo di dare risposta ad alcune forme di disagio abitativo espresse dalla nostra città. Da un lato, ad esempio, quello delle famiglie che non riescono più sostenere i canoni del mercato privato ma non hanno i requisiti per l’Erp. Dall’altro, quello dei proprietari dei moltissimi appartamenti ancora sfitti”. “Ci rendiamo conto – ha proseguito l’assessore Benelli – che l’Accordo locale è un difficile punto di equilibrio tra interessi contrapposti e la sua efficacia dipende proprio dalla capacità di rispondere alle convenienze di entrambe le parti. Non sappiamo se e quanto il nuovo Accordo funzionerà a Milano, ma provarci era un preciso dovere del Comune e delle parti. Non farlo sarebbe stata una colpevole omissione”. Sgravi fiscali I contratti a canone concordato hanno convenienza fiscale per il proprietario. Il Comune di Milano applica a tali contratti l’Imu allo 0,65% (invece che allo 0,96% valido per i contratti di mercato). Inoltre il Piano Casa varato dal Governo nel 2014 ha ridotto dal 15% al 10% la cedolare secca per i contratti a canone concordato. L’assessore Benelli ha anche ricordato le risorse economiche messe a disposizione dall’Agenzia sociale per la Locazione “la cui azione si basa proprio sulla diffusione dei contratti d’affitto a canone concordato, con l’obiettivo di prevenire e sostenere le situazioni di morosità incolpevole sempre più diffuse nel mercato delle locazioni private”. Agenzia sociale per la Locazione L’agenzia è stata inaugurata a marzo e ha sede negli spazi di Villa Scheibler a Quarto Oggiaro. Gestita dalla Fondazione Welfare Ambrosiano, si occupa delle differenti forme di disagio abitativo con l’obiettivo di ridurre il rischio di sfratto e stimolare l’uso del canone concordato sia per i nuovi contratti sia per la conversione di quelli già in corso e a rischio di morosità. L’agenzia ha a disposizione risorse per 6.712.000 euro (provenienti da Regione Lombardia, Comune di Milano e Governo), destinate ad attivare strumenti diversi, tra cui: - il Fondo salvasfratti (il proprietario che decide di ritirare lo sfratto e di sottoscrivere un contratto a canone concordato sarà risarcito delle morosità pregresse fino a un massimo di 8.000 euro), - il Fondo di garanzia (tutela il proprietario che affitta a canone concordato da eventuali inadempienze dell’inquilino. Sarà poi l’inquilino a rientrare del debito concordando con l’Agenzia un piano non inferiore a 12 mesi), - il Contributo ai proprietari (contributo una tantum destinato al proprietario che passa al canone concordato e rapportato alla durata del contratto).  
   
   
COMMISSIONE UE MOBILITA 500 MLN € PER IMPRENDITORI SOCIALI E MICRO-IMPRENDITORI  
 
Bruxelles, 25 giugno 2015 - Grazie a un nuovo accordo concluso ieri tra la Commissione europea e il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) gli imprenditori sociali e i micro-imprenditori avranno accesso a 500 milioni di euro di finanziamenti. Questo sostegno sarà messo a disposizione nell’ambito del programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale (Easi), che fornirà una garanzia di 96 milioni di euro per il periodo 2014-2020, grazie alla quale saranno mobilizzati oltre 500 milioni di euro in prestiti. Il programma si rivolge alle persone che desiderano avviare o sviluppare ulteriormente la loro impresa sociale o microimpresa, in particolare a quelle che hanno difficoltà ad accedere al mercato del lavoro o ai finanziamenti. Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: "decine di migliaia di posti di lavoro saranno creati con il sostegno del nostro finanziamento. Grazie a un accesso più facile ai finanziamenti saranno create nuove imprese e potenziate quelle esistenti. Il programma che parte oggi è una chiara espressione del fermo impegno della Commissione a creare crescita e posti di lavoro e a migliorare le condizioni sociali". Marjut Santoni, vicedirettore esecutivo del Fei, ha dichiarato: "l’accordo firmato oggi con la Commissione europea consente al Fei di rafforzare il sostegno alle microimprese di tutta Europa nei prossimi 7 anni. Il programma si basa sul successo dell’Eu Progress Microfinance Initiative, il predecessore diEasi, grazie al quale 50 dei nostri partner della cooperazione in oltre 20 paesi dell’Ue hanno mobilizzato finanziamenti per oltre 30 000 microimprenditori svantaggiati, molti dei quali erano in precedenza disoccupati". La garanzia per gli erogatori di microfinanziamenti o finanziamenti sociali è gestita e attuata dal Fei per conto della Commissione europea. I 96 milioni di euro della garanzia Easi offriranno ai fornitori di finanziamenti protezione contro il rischio di credito. La precedente iniziativa di microfinanza Progress ha contribuito alla creazione e alla salvaguardia di oltre 47 000 posti di lavoro. Easi partirà da questi successi. Il Fei non fornirà sostegno finanziario diretto alle imprese, ma attuerà lo strumento per mezzo di intermediari finanziari locali, come istituti di microfinanza e di garanzia e banche operanti in tutti i 28 paesi dell´Ue e negli altri paesi che partecipano al programma Easi [1]. Gli intermediari tratteranno direttamente con le parti interessate per fornire sostegno nell´ambito dello strumento. Il Fondo europeo per gli investimenti - Il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) fa parte del gruppo Banca europea per gli investimenti. La sua missione principale è sostenere le micro, piccole e medie imprese (Pmi) dell’Europa, aiutandole ad accedere ai finanziamenti. Il Fei elabora e sviluppa capitale di rischio e capitale di crescita, garanzie e strumenti di microfinanza diretti specificamente a questo segmento di mercato. In questo ruolo, il Fei promuove gli obiettivi dell’Ue a favore dell’innovazione, la ricerca e lo sviluppo, lo spirito imprenditoriale, la crescita e l’occupazione. Gli impegni totali netti del Fei per fondi di "private equity" ammontavano a oltre 8,8 miliardi di euro alla fine del 2014. Con investimenti in oltre 500 fondi, il Fei è un attore di primo piano nel capitale di rischio europeo, vista l’ampiezza e la portata dei suoi investimenti, soprattutto nei settori ad alta tecnologia e nella fase iniziale. Il portafoglio di garanzie per prestiti del Fei ammontava a oltre 5,6 miliardi di euro in più di 350 operazioni a fine 2014, collocandolo tra i più importanti prestatori di garanzie per le Pmi europee e per la microfinanza. Il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale - Nell’ambito del programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale (Easi), la Commissione europea sostiene la microfinanza e i finanziamenti per l´imprenditoria sociale con una dotazione complessiva di 193 milioni di euro per il periodo 2014-2020. L’obiettivo è migliorare l’accesso al microcredito, cioè ai prestiti fino a 25 000 milioni di euro, in particolare per le persone vulnerabili e le microimprese. Inoltre, per la prima volta, la Commissione europea intende sostenere l´imprenditoria sociale con investimenti fino a 500 000 euro. Il sostegno a microfinanza e imprenditoria sociale sarà attuato attraverso la garanzia Easi, che consentirà ai fornitori di microcredito e agli investitori in imprese sociali di raggiungere imprenditori che prima non era possibile finanziare a causa del loro profilo di rischio. La Commissione europea ha selezionato il Fei per l´attuazione della garanzia Easi. Per ulteriori informazioni sul supporto dell’Ue a microfinanza e imprenditoria sociale: Programma Easi http://ec.Europa.eu/social/main.jsp?catid=1081&langid=it    
   
   
MILANO: COMUNE E ASSOCIAZIONE PIU´ PROMUOVONO L’ETICA NELLE IMPRESE E TRA I PROFESSIONISTI  
 
Milano, 25 giugno 2015 – Le imprese usano la combinazione di competenze come motore di sviluppo? Il comportamento etico nelle imprese crea reputazione presso gli stakeholder? I professionisti creano e rispettano l’etica? A queste e altre domande risponde il convegno “Etica Professionale nelle imprese”, volto e individuare best practice e promuovere l’importanza dall’etica quale elemento fondamentale per costruire un contesto equo e sostenibile. Il convegno è realizzato da Piu’ - Professioni Intellettuali Unite in collaborazione con il Comune di Milano. A confrontarsi ieri pomeriggio sui temi dell’etica nelle imprese, presso la Sala del Grechetto a Palazzo Sormani, gli assessori Franco D’alfonso (Commercio e Attività produttive) e Cristina Tajani (Politiche per il Lavoro e Sviluppo economico) con Claudio Antonelli Presidente Piu´. ”Questo convegno si pone in sintonia con il pensiero dell’Amministrazione. L´etica è un fondamento dell´impresa, anche perché contribuisce a produrre migliori utili rafforzando il concetto senza il quale non esiste libero mercato. Libero mercato che non vuol dire assenza di regole e controlli, ma confronto dal quale emerge il migliore. L´etica diventa così un moltiplicatore economico oltre che essere precetto morale. Qualora poi diventi conquista, anche la comunità economica e la società civile ne trarranno vantaggio reciproco”. Così gli assessori al Commercio e Attività produttive Franco D’alfonso e alle Politiche per il Lavoro e Sviluppo Economico Cristina Tajani . “Da parte nostra c’è grande soddisfazione – dichiara Claudio Antonelli, Presidente Piu’ - per l’appoggio pieno del Comune di Milano a questa iniziativa. E’ un’espressione d’impegno politico a rigenerare lo spirito etico in questa città laboriosa e produttiva; uno spirito nascosto sotto le ceneri da troppi anni. Il comportamento etico nelle imprese crea reputazione, alimenta la fiducia reciproca e migliora ogni aspetto lavorativo. Riteniamo importante un momento di approfondimento. Questo convegno è un’occasione straordinaria che permette di ragionare sulle prospettive di sviluppo dell’etica nelle imprese e sul contributo che possono dare le professioni " . Il progetto “Etica Professionale nelle imprese”, analizzando il contesto economico e sociale in cui operano le imprese e professionisti milanesi, vuole individuare casi emblematici di attenzione all’etica professionale, oltre a diffondere negli stakeholder la consapevolezza e l’opportunità di comportamenti etici utili allo sviluppo d’impresa. Un pensiero e un percorso di confronto partecipato che si propone di agire sulle imprese per influenzare l’atteggiamento del mondo professionale verso comportamenti sempre più etici, stimolando l’individuazione di best practice che possono essere un modello per le tante imprese presenti sul territorio milanese. Tutte le informazioni sul progetto sono disponibili sul sito www.Professionipiù.it    
   
   
POSTE: DECISIONE CHIUSURA UFFICI NON È DELLA REGIONE LOMBARDIA  
 
Milano, 25 giugno 2015 - "La decisione di chiudere alcuni uffici e di razionalizzare il servizio di altri è di Poste Italiane e non di Regione Lombardia, che non ha ovviamente alcuna possibilità di obbligare un´azienda a modificare le proprie scelte. Questo Piano, peraltro, applica un decreto ministeriale del 2008, aggiornato da una recente delibera dell´Agcom (2014), per cui i margini di intervento erano molto stretti. Da parte nostra abbiamo fatto il possibile per ridurre l´impatto di questa decisione, ottenendo la rinuncia a chiudere 15 sedi su 61. Credo sia un buon risultato". E´ quanto afferma il sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione negoziata della Regione Lombardia Daniele Nava. "E´ stato solo grazie all´impegno di Regione Lombardia - aggiunge Nava - che il Piano di tagli e razionalizzazioni è stato prima sospeso e poi in parte modificato. I criteri in base ai quali sono state chieste a Poste Italiane le modifiche al Piano (presenza di sportelli bancari, distanza dall´Ufficio postale più vicino e trasporto pubblico) sono stati condivisi all´unanimità dal Tavolo regionale e non hanno nulla a che fare con considerazioni politiche, che pure qualcuno ha tirato in ballo impropriamente". "E´ stato fatto tutto il possibile - conclude Nava - per salvaguardare gli uffici postali della Lombardia e per venire incontro alle esigenze segnalate dagli amministratori locali. Già ieri avevo auspicato di evitare campanilismi e guerre tra poveri, che non giovano a nessuno. Rinnovo questo invito sperando che sia maggiormente ascoltato".  
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, SI RAFFORZA L’EXPORT ITALIANO NEI MERCATI EXTRA-UE  
 
Roma, 25 giugno 2015 – Continua a rafforzarsi la presenza dei prodotti italiani sui mercati Extra-ue: nel mese di maggio, al netto della componente stagionale, le vendite nell’Area risultano in crescita del 4,0% su base annua. Inoltre, nel periodo marzo-maggio 2015, il Made in Italy registra ottime performance, con un incremento dell’export del 2,5% rispetto ai tre mesi precedenti, mentre anche sul fronte delle importazioni si rileva un trend in crescita (+7,1%). “L’attuale fase di ripresa della nostra economia giustifica l’aumento delle importazioni, in particolare di beni intermedi: poiché stiamo iniziando a produrre di più, abbiamo necessità di importare in maggior misura i prodotti intermedi da utilizzare nei processi produttivi, che non a caso registrano un incremento del 4,2% nel solo mese di maggio rispetto ad aprile. In linea con questa tendenza, l’Italia partecipa dunque alle catene globali del valore, reimportando valore aggiunto da parte di altri Paesi per poi esportarlo. Basti pensare che, negli ultimi anni, il fabbisogno totale di input intermedi esteri nell’industria è aumentato di oltre il 35%”, sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi. Per quanto riguarda i mercati, continua a perdere terreno la Russia (-30,6% nel solo mese di maggio), mentre gli Stati Uniti sono ormai primo mercato di riferimento in termini di surplus della bilancia commerciale italiana (8,8 miliardi di euro l’attivo nei primi cinque mesi dell’anno) e terzo in termini di export, con una quota del 7,5%.  
   
   
NUOVA SEDE PER LO SPORTELLO ATTI GIUDIZIARI DI MILANO  
 
Milano, 25 giugno 2015 - La Sezione staccata Atti giudiziari dell’Ufficio territoriale di Milano 1 dell’Agenzia delle Entrate dal prossimo 29 giugno si trasferisce dall’attuale sede di via Freguglia 1 in via San Barnaba 50, a Milano. Per le operazioni di trasloco lo sportello resterà chiuso nella giornata di venerdì 26 giugno. Con riferimento alla gestione degli atti giudiziari i principali servizi offerti dallo sportello sono i seguenti: ricezione di distinte di versamento mod. F23, deposito istanze di autotutela o di rettifica della tassazione, informazioni e chiarimenti. Lo sportello è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. E´ possibile contattare la Sezione staccata Atti giudiziari all’indirizzo di posta elettronica: dp.Imilano.utmilano1.attigiudiziari@agenziaentrate.it    
   
   
TERREMOTO/EMILIA - RICOSTRUZIONE DELLE IMPRESE: GIOVEDÌ 25 GIUGNO 2015 A SANT´AGOSTINO SECONDO ´LIQUIDATION DAY´, UNA GIORNATA DI INCONTRI CON LA STRUTTURA TECNICA DEL COMMISSARIO DEDICATI A FACILITARE LA LIQUIDAZIONE DEI CONTRIBUTI.  
 
Bologna, 25 giugno 2015 – Una seconda giornata dedicata a facilitare la liquidazione dei contributi alle imprese. L’appuntamento con il secondo ‘Liquidation day’ è fissato per giovedì 25 giugno 2015, dalle ore 10 alle ore 17, a Sant’agostino presso la sede di Sant’agostino Soccorso (via della Meccanica 4). L’iniziativa sarà replicata, se necessario, con altri incontri sul territorio. «Un modo per inquadrare i problemi più frequenti e dare le relative soluzioni: l’obiettivo è corrispondere, nel più breve tempo possibile, le risorse della ricostruzione ai soggetti che ne hanno diritto. Raccogliamo volentieri tutte le segnalazioni di aree di disagio su cui siamo chiamati ad intervenire. E proprio da questo tipo di confronto nascono iniziative come il ‘Liquidation day’. Lo abbiamo pensato molto operativo perché davvero vorremmo dare a ciascuno una soluzione precisa alle pratiche di liquidazione consentendo alle imprese di arrivare a meta» ha evidenziato Palma Costi,assessore regionale alle attività produttive e delega alla ricostruzione post sisma. L’iniziativa – dove saranno presentate le casistiche più ricorrenti best & bad practices con l’opportunità anche di incontrare il team Sfinge per brevi colloqui one to one sulle singole pratiche - è organizzata dalla Struttura tecnica Commissariale, Regione, Anci Emilia-romagna e i Comuni area sisma, in collaborazione con Ordini e Collegi professionali presenti al tavolo tecnico della ricostruzione post sisma 2012. Si possono prenotare anticipatamente gli incontri - dove è possibile sottoporre al massimo 2 casi per ciascun progettista all’interno dei 15 minuti previsti – in diverse fasce orarie.  
   
   
SMITH BITS, RIUNIONE AL MINISTERO: SCONGIURATA LA CHIUSURA  
 
Roma 25 giugno 2015 - Un passo avanti e la chiusura dello stabilimento scongiurata, ma la situazione della Smith Bits di Saline di Volterra resta difficile. Il passo avanti è quello che si è compiuto ieri a Roma al tavolo di crisi aperto al Mise, il Ministero per lo sviluppo economico, presenti il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il collaboratore del presidente, Gianfranco Simoncini, i sindaci di Volterra, Montecatini Val di Cecina e di Pomarance, i sindacati e i rappresentanti dell´azienda, con in testa l´amministratore delegato Giuseppe Muzzi. "Considero la proposta avanzata oggi - commenta il presidente Enrico Rossi - un passo avanti rispetto alla situazione che avevamo all´inizio del mese scorso. La Regione continuerà a fare la sua parte così come è accaduto finora. È positivo che il Governo abbia accettato la nostra proposta di aprire un tavolo parallelo di confronto a cui parteciperanno Enel ed Eni, oltre alla proprietà aziendale, la capogruppo Schlumberger alla stessa Presidenza del consiglio dei ministri. E di questo ringrazio il presidente del consiglio assieme ai suoi collaboratori. L´obiettivo è quello di verificare la possibilità di fare dello stabilimento di Saline anche un centro di manutenzione, stoccaggio e servizi. Se poi nel corso della trattativa l´azienda deciderà di fare investimenti, innovazione e ricerca, la Regione é disponibile ad intervenire attraverso i fondi europei". Tra le ipotesi in campo c´è anche quella di chiedere ad Enel di agire sul costo dell´energia. "Chiederemo al gestore - sintetizza il presidente Rossi - di applicare alla Smith uno sconto sulla bolletta energetica praticato alle aziende che hanno sede nei comuni geotermici. E abbiamo buone speranze che questo sia possibile".L´accordo trovato a Roma e che domani verrà sottoposto ai lavoratori, prevede che l´azienda richieda la cassa integrazione per crisi aziendale. In un massimo di trenta giorni previsto dalle procedure si svilupperà il confronto tra organizzazioni sindacali e proprietà ma già lunedì una parte dei lavoratori dovrebbe riprendere l´attività. L´azienda utilizzerà tutti gli istituti contrattuali e attiverà la cassa integrazione ordinaria nel periodo di contrattazione e fino al l´attivazione della cassa integrazione straordinaria. Da domani la fabbrica riaprirà, il blocco delle merci verrà rimosso e l´azienda è disponibile a far riprendere l´attività lavorativa a tempo pieno per l´esecuzione dei programmi sospesi. Da lunedì 29 sarà impiegato il personale necessario all´esecuzione degli ordini e delle commesse utilizzando tutti gli istituti contrattuali e la cassa integrazione ordinaria. La chiusura è scongiurata. Adesso si apre la difficile fase della trattativa sulle quote di lavoratori che potranno mantenere il proprio posto di lavoro e su quelle di coloro che dovranno percorrere altre strade.  
   
   
INDUSTRIA, VERTENZA OLMEDO: LUNEDÌ TAVOLO RISOLUTIVO  
 
Cagliari, 25 Giugno 2015 - La Regione ha convocato per lunedì prossimo, 29 giugno, una nuova riunione del tavolo per definire la vertenza che riguarda la miniera di Olmedo. Rappresentanti degli assessorati dell´Industria e del Lavoro, azienda e sindacati, si ritroveranno nella sede di viale Trento a Cagliari, alle ore 14, con l´impegno di arrivare a un accordo che consenta immediatamente la presentazione al Ministero del Lavoro della richiesta di concessione della Cig straordinaria per cessazione da parte dell’azienda. Nel frattempo la Regione ha già avviato la procedura per la richiesta di manifestazione di interesse, da parte di imprese interessate alla concessione del titolo minerario, con un avviso pubblico che scadrà nel prossimo mese di settembre. "Considerato che il quadro normativo è ormai chiaro, per lunedì ci attendiamo un esito risolutivo - ha detto l´assessore dell’industria Maria Grazia Piras - il ricorso alla cassa integrazione consentirebbe di conciliare le esigenze dell’azienda e la massima tutela dei lavoratori attualmente in forza a S&b, in attesa che si perfezioni il passaggio al nuovo soggetto concessionario. Siamo consapevoli dell’importanza della miniera per il territorio. Il nostro obiettivo rimane la salvaguarda dei posti di lavoro e la piena valorizzazione del sito in termini produttivi".  
   
   
‘LUSSO IN RUSSIA’: AZIENDE MARCHIGIANE A MOSCA PER SVILUPPARE LE RELAZIONI COMMERCIALI.  
 
Ancona, 25 giugno 2015 - Circa centocinquanta tra operatori commerciali e giornalisti di qualificate testate russe dei settori moda e arredo incontreranno a Mosca, il 24 e 25 giugno, le aziende marchigiane che hanno aderito al progetto interregionale “Lusso in Russia”. Si tratta della prima iniziativa sul territorio russo di questo progetto, che ha durata biennale, di cui la Regione Marche è capofila e a cui partecipa insieme con la Calabria, il Lazio, il Piemonte e l’Umbria, con il sostegno e la collaborazione di Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane - e del Ministero per lo Sviluppo economico. Al progetto hanno aderito cinque imprese e due consorzi marchigiani, che saranno presenti con le loro produzioni uniche e originali nei settori degli accessori moda, dell’alta bigiotteria, dell’oreficeria e argenteria, frutto di un patrimonio di storia, innovazione e qualità, coltivato nella dimensione delle piccole aziende specializzate e delle botteghe artigianali. Con le sette aziende che interverranno dalla Calabria, le otto del Lazio, le tre piemontesi e le quattro umbre, le Marche saranno dunque ambasciatrici dell’eccellenza italiana, pronte a sfidare le condizioni oggi decisamente più difficili di ieri del mercato russo. Scopo dell´iniziativa è infatti quello di far conoscere anche ai consumatori russi le eccellenze del Made in Italy, contraddistinte da design, cura dei particolari, qualità delle materie prime e lavorazioni. Particolarmente interessante il 25 giugno per gli incontri bilaterali con operatori economici russi, una sfilata di moda e una mostra di arredi. Nel prima fase del progetto, che si è svolta a luglio 2014, sei giornaliste russe del settore moda e arredo sono state ospitate nelle Marche per conoscere da vicino la produzione marchigiana di beni di lusso.  
   
   
EX PEOPLE CARE: IL CALL CENTER RESTA A GUASTICCE PER ORA CON 175 LAVORATORI  
 
Roma 25 giugno 2015 - Comdata spa è disponibile a riaprire a Guasticce un call center e impiegherà a tempi brevi per la realizzazione della commessa Seat (che verrebbe nuovamente spostata a Livorno) circa 175 lavoratori. Inoltre Comdata ha ribadito la disponibilità ad assumere a La Spezia fino a 70 lavoratori part time ed ha annunciato che vi potrebbe essere in futuro anche un´ulteriore attività a Guasticce con contratti a progetto per alcune decine di lavoratori. È quanto emerso nel corso della riunione del tavolo nazionale per affrontare la crisi della People Care di Guasticce (Li) aperto presso il Mise, il Ministero per lo sviluppo economico. Alla riunione di questo pomeriggio hanno preso parte il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il suo collaboratore, Gianfranco Simoncini che per conto del presidente continuerà a seguire questa e altre vertenze aperte, la Provincia di Livorno, i Comuni di Collesalvetti e Livorno, rappresentanti sindacali regionali e nazionali e insieme a Comdata spa, la società con la quale si sta trattando il futuro del call center e soprattutto quello dei suoi addetti che dal primo giugno sono rimasti senza lavoro e che stanno occupando la sede di Guasticce. "La riassunzione di metà degli addetti - ha osservato il presidente Enrico Rossi - non era certo il nostro obiettivo che rimane quello di dare lavoro a tutti gli ex dipendenti People care. Voglio ringraziare Comdata che, pur non avendo alcuna responsabilità, ha accettato le richieste di Governo e Regione di insediarsi in Toscana. Ho visto negli occhi le lavoratrici e i lavoratori di People care e li ho nel cuore, ma dobbiamo prendere atto con realismo della situazione. Il risultato raggiunto oggi è anche una conquista dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. Siamo faticosamente arrivati a questo punto e non ci vorremmo fermare". Il presidente ha ringraziato la presidenza del consiglio dei ministri per l´aiuto fornito nella composizione di questa vertenza e ha osservato come quella dei call center sia una questione di carattere nazionale, dicendosi disponibile ad un incontro con le organizzazioni sindacali nazionali e con le organizzazioni di categoria dei call center in modo tale che i processi di riorganizzazione non pesino soltanto sui lavoratori e sui posti di lavoro. L´intesa prevede che si affrontino rapidamente la questione dell´affitto dei locali, e le altre, così da permettere una veloce ripresa del lavoro che verrà concordata con le organizzazioni sindacali."Resta aperto - è la conclusione del presidente Rossi - il tavolo nazionale permanente in cui le parti si impegnano a verificare le possibili occasioni di reimpiego di tutti i lavori della People care".