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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Giugno 2009
STEFANO PILERI NUOVO PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA SERVIZI INNOVATIVI E TECNOLOGICI  
 
Roma, 18 giugno 2009 - L’ingegnere Stefano Pileri è il nuovo Presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, la Federazione di Confindustria che rappresenta le imprese di telecomunicazioni, informatica, radiotelevisione, comunicazione e marketing, consulenza, applicazioni satellitari, ingegneria, certificazione e facilità management. La designazione di Pileri è avvenuta ieri nel corso della riunione di Giunta dove sono rappresentate 51 Associazioni di Categoria e 62 Associazioni Territoriali. Stefano Pileri è nato a Roma nel 1955, ha iniziato la sua carriera professionale in Sip nel 1982 e dal gennaio 2007 ricopre la carica di Direttore Technology & Operations nel Gruppo Telecom Italia. Il Presidente designato, Stefano Pileri, ha indicato la squadra dei Vice-presidenti: Ennio Lucarelli (Vice-presidente Vicario), Andrea Ambrogetti, Paolo Angelucci, Francesco Cavallaro, Luigi Freguia, Luigi Gubitosi, Pietro Guindani, Stefano Parisi. Stefano Pileri succede nella carica ad Alberto Tripi, l’imprenditore che dopo aver fondato e presieduto Federcomin dal 1999 al 2006, ha guidato Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, la Federazione nata dalla fusione tra Federcomin e Fita. Tripi fa parte del Consiglio Direttivo di Confindustria come Delegato della Presidenza per e-Government e Coordinatore dei Servizi e Tecnologie. Con le nomine di ieri la Federazione rafforza la sua presenza nel sistema confindustriale al quale partecipa con oltre 17mila imprese associate che, con 600mila addetti realizzano un fatturato di circa 117miliardi di euro pari al 40% del volume d’affari del settore. .  
   
   
INVESTIMENTO AMERICANO IT IN MACEDONIA  
 
Strumica, 18 giugno 2009 - La compagnia americana Mallard Equity Investments aprirà un centro tecnologico per servizi informatici e produzione di applicazioni di software a Strumica, città nell´est del Paese, vicino al confine bulgaro-macedone. Ne dà notizia l´Ice. Circa 1. 000-1. 500 giovani in possesso di diploma di scuola superiore potranno presentare domande di lavoro; i selezionati parteciperanno ad un corso di formazione trimestrale. Entro la fine di settembre, i migliori 200-300 partecipanti, selezionati dalla compagnia americana, otterranno un certificato e pc portatile, e saranno assunti presso il centro. .  
   
   
PUBBLICATO INVITO A PRESENTARE PROPOSTE NEL CAMPO DELL´ISTRUZIONE SUPERIORE  
 
 Bruxelles, 18 giugno 2009 - L´agenzia esecutiva per l´istruzione, gli audiovisivi e la cultura (Eacea) ha pubblicato un invito a presentare proposte per la cooperazione nel campo dell´istruzione e formazione tra l´Ue e l´Australia, il Giappone e la Repubblica di Corea. Gli obiettivi generali consistono nel promuovere la comprensione reciproca fra i popoli dell´Ue e dei paesi partner, anche attraverso una conoscenza più diffusa delle rispettive lingue, culture e istituzioni, nonché nel migliorare la qualità dello sviluppo dell´istruzione superiore e della formazione, stimolando partenariati ben congegnati tra istituti di istruzione superiore e formazione professionale. L´ici-ecp (Industrialised Countries Instrument Education Cooperation Programme) supporta i progetti di mobilità comune che riguardano gli scambi strutturati di studenti e membri del corpo accademico. L´invito è aperto a istituti di istruzione superiore e/o istruzione e formazione professionale, nonché ai consorzi relativi. Per ulteriori informazioni, contattare: Agenzia esecutiva per l´istruzione, gli audiovisivi e la cultura, Invito a presentare proposte Eu-ici 2009, Avenue du Bourget 1, Bour 02/23, B-1140 Bruxelles . E consultare: http://eacea. Ec. Europa. Eu/extcoop/ici-ecp/index_en. Htm .  
   
   
UNIVERSITÀ E MINISTERO INSIEME PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO PRESENTATO A PAVIA IL FONDO PER LA COOPERAZIONE E LA CONOSCENZA: CONTRIBUISCONO GLI STUDENTI, L’ATENEO DI PAVIA E IL MINISTERO AFFARI ESTERI.  
 
 Pavia, 18 giugno 2009 - Due euro da parte degli studenti per la cooperazione e la conoscenza. Ha preso il via oggi a Pavia il Primo Congresso Scientifico del Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo, sul tema “L’università e i giovani per la cooperazione e la pace” (che si concluderà domani), alla presenza dei Magnifici Rettori Angiolino Stella (Pavia), Giulio Ballio (Politecnico di Milano), Enrico Decleva (Statale di Milano, presidente Crui), Ezio Pellizzetti (Torino), Augusto Preti (Brescia) e del Direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri Elisabetta Belloni. A inizio dei lavori il Rettore Stella e il rappresentante degli studenti hanno presentato il “Fondo per la cooperazione e la conoscenza”. Studenti e organi accademici dell’Università di Pavia hanno infatti concordato un aumento di 2€ delle tasse universitarie, per borse di studio in favore di giovani provenienti dai Paesi in Via di Sviluppo. Al fondo di circa 50. 000 euro, l’Ateneo aggiungerà analoga cifra, per borse out, in favore di studenti dell’Università di Pavia che vogliano svolgere alcuni mesi di attività nei Pvs. Anche il Ministero degli Affari Esteri partecipa al progetto, come ha confermato il Ministro Plenipotenziario Elisabetta Belloni. Il Ministro Belloni ha sottolineato l’importanza di “fare sistema” tra Università e Istituzioni e ha evidenziato in particolare il ruolo fondamentale svolto dalle Università nella formazione di professionisti della cooperazione; per questo anche nel prossimo G8 l’education sarà una delle quattro priorità. Oggi sono ben 21 le Università italiane che – riunite nel Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (Cucs) - si sono attivate per collaborare e intraprendere un percorso condiviso. Stanno già lavorando per promuovere una nuova visione della ricerca scientifica come strumento per lo sviluppo equo e durevole, per arricchire i percorsi formativi dei laureati italiani. Tutto questo per contribuire ad accrescere la consapevolezza, la responsabilità individuale e una vera Educazione Civica del mondo globale. Il mondo universitario ha in questo un ruolo ben definito da portare avanti. A partire dai tre pilastri della propria missione (formazione, ricerca e trasferimento di conoscenze e di tecnologie) deve oggi saper preparare una figura di laureato in grado di coprire un ruolo da attore e protagonista delle trasformazioni della società. .  
   
   
L’UNIVERSITÀ E I GIOVANI PER LA COOPERAZIONE E LA PACE FORMAZIONE, RICERCA, INNOVAZIONE E PARTENARIATI PER LO SVILUPPO GLOBALE 17-18 GIUGNO 2009 - UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA  
 
Pavia, 18 giugno 2009 - È per me un grande onore e un vero piacere essere qui con voi, oggi, per questo primo congresso delle Università italiane riunite nel Coordinamento per la Cooperazione e lo Sviluppo Cucs. Una rete di atenei fortemente impegnati nei temi dello sviluppo sostenibile e nella diffusione di una nuova idea di formazione alla cooperazione internazionale, in particolare con i paesi emergenti. Tra i tanti messaggi di saluto che sono pervenuti per questa occasione, desidero condividere con voi quello del Presidente della Giunta Regionale Lombarda, Roberto Formigoni. Ruolo Dgcs-mae – Nel 2006 è stata proprio la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri - nelle persone dell’allora Direttore Generale Deodato, cui poi è subentrato l’attuale direttore Elisabetta Belloni, e col prezioso supporto del Prof Massimo Caneva Coordinatore della Cooperazione Universitaria, che qui saluto – a promuovere l’attivazione di tre Reti Regionali (del nord, centro e sud) di coordinamento tra le Università italiane. La nascita e il coordinamento della rete del nord Italia sono stati affidati al Politecnico di Milano – organizzatore, insieme all’Università di Pavia di questo convegno – e all’Università Bocconi di Milano, come ci illustreranno tra poco il Rettore del Politecnico Giulio Ballio e poi la professoressa Emanuela Colombo. A me preme ora sottolineare il grande valore formativo di questi network voluti dalla Direzione Generale per la cooperazione allo Sviluppo: si tratta di veri e propri strumenti di dialogo interdisciplinare e interculturale che, partendo proprio dalla realtà italiana, con le sue differenze e le sue specificità, sanno formare nei giovani un nuovo lessico della cooperazione internazionale, le cui parole chiave sono condivisione, integrazione e sviluppo sostenibile. Obiettivo convegno - Questo convegno, inserito nelle giornate Mae per la cooperazione universitaria, è per tutti noi un’occasione preziosa per approfondire e condividere questo nuovo approccio metodologico alla cooperazione e allo sviluppo. La presenza di numerosi esperti italiani e stranieri, delle Nazioni Unite, della European Association of Development Research and Training Institute rappresentata dal presidente Luc Maurer, delle Ong, e soprattutto la presenza di tanti giovani universitari ci conferma ancora una volta l’urgenza di questo programma formativo. Il mondo è sempre più un’unica nazione per la quale è necessario identificare modelli di sviluppo alternativi, che sappiano avvicinare e preservare le differenti culture, le tradizioni e le proprietà intellettuali, favorendo al contempo l’integrazione, la crescita sociale, la promozione umana e il mantenimento della pace. Ai giovani noi proponiamo una nuova visione della ricerca scientifica, intesa come strumento di sviluppo sostenibile, capace di contribuire a formare una nuova etica del mondo globale, basata sulla consapevolezza, sulla condivisione e sulla responsabilità individuale. Ruolo Unipv - L’università di Pavia, con il Centro Interfacoltà per la Cooperazione con i Paesi in via di Sviluppo Cicops, ha una lunga tradizione di impegno nell’ambito della cooperazione e della formazione internazionale, in particolare nei paesi emergenti. Nel 1997 il nostro ateneo, insieme all’Istituto Universitario di Studi Superiori ha istituito il Master Internazionale in Cooperazione e Sviluppo, un percorso al quale si è aggiunta, nel 2003, la Escuela Latino- americana de Cooperacione y Desarrollo di Cartagena, in Colombia e, nel 2005, la scuola in Cooperazione e Sviluppo presso l’Università di Betlemme, in Palestina. Oltre a questi progetti, il Cicops dell’Università di Pavia, presieduto dal prof. Gianni Vaggi attiva costantemente progetti e collaborazioni che coinvolgono l’Africa, il Medio e l’estremo Oriente, l’America latina, in collaborazione con le principali organizzazioni internazionali e la Cei. Tutti questi progetti hanno un comune denominatore, condiviso dalla nostra Università: il senso di solidarietà e la fiducia nelle capacità degli uomini. Oggi l’Università è chiamata sempre più a diffondere i valori della solidarietà e della cooperazione internazionale, a farsi mediatrice nei processi di pace, a promuovere le relazioni tra gli istituti di alta formazione e di ricerca, in nome dell’uguaglianza sociale, della pace e dello sviluppo. L’impegno che tutti noi condividiamo è quello di collaborare coi paesi che ho ricordato per affrontare insieme le complesse sfide economiche e sociali di oggi, dalla disuguale distribuzione della ricchezza, alle tensioni sociali, all’instabilità politica. Un programma formativo in cooperazione internazionale e sviluppo, quale quello di cui tratteremo in questi due giorni, è quindi un passo fondamentale verso una più diffusa sensibilizzazione su questi temi, oltre che un primo, certo non definitivo, passo verso nuove politiche sociali ed economiche. Annuncio Fondo per la Cooperazione e la Conoscenza - E proprio partendo da questa convinzione, ho scelto questo autorevole convegno per annunciare che l’Università di Pavia intende istituire – primo Ateneo in Italia – un Fondo per la Cooperazione e la Conoscenza: un’idea nata proprio grazie al Presidente del Cicops. Si tratta di un fondo che finanzierà borse di studio in favore studenti provenienti dai Pvs (borse in) o che intendano recarsi nei medesimi paesi (borse out). Ma ciò che ritengo davvero innovativo e straordinario è la modalità di formazione del fondo, che vede una stretta collaborazione tra le componenti accademiche, Ateneo e studenti. A partire dal prossimo anno accademico, i nostri studenti pagheranno infatti 2 euro in più di tasse universitarie. Un’autotassazione di 2 euro per ogni studente, per complessivi 50. 000 euro circa, che permetteranno a giovani dei Pvs di venire a studiare a Pavia. Lo stesso ammontare complessivo verrà messo a disposizione dall’Ateneo per borse di studio out, per studenti cioè dell’Università di Pavia che vorranno svolgere alcuni mesi di attività nei Pvs, su progetti della stessa università o di altre università consociate. Si tratta di un risultato importante, dicevo, condiviso da tutte le liste studentesche dell’Università di Pavia, senza divisioni di collocazione politica, come ci illustrerà tra poco uno dei rappresentanti degli studenti in Senato accademico. E proprio il senato accademico, lo scorso 15 giugno ha deliberato all’unanimità l’approvazione di questo progetto che, sono certo, verrà accolto con pari entusiasmo anche dal Consiglio di Amministrazione. Il fondo e le selezioni degli studenti in and out saranno gestiti da un comitato paritetico composto da sette studenti e sette docenti e non docenti dell’Università di Pavia. Al fondo potranno contribuire anche altri enti ed istituzioni e tutti noi ci auguriamo che anche altre università, ad esempio quelle del Cucs, aderiscano all’iniziativa. Credo che questa notizia sia di buon auspicio per tutti noi, per i valori in cui crediamo e ai quali formiamo i nostri giovani. Oggi e domani saranno trattati temi importanti, dalla Formazione, agli Studi per lo sviluppo, alla Salute, Sanità e Prevenzione, Agricoltura, Alimentazione e Imprenditorialità, Tecnologie e Innovazione, Architettura Pianificazione e Territorio. Desidero ringraziare tutti voi per la vostra presenza e il contributo che saprete dare nel delineare il ruolo – impegnativo e stimolante - delle Università quali attori della cooperazione nel Terzo Millennio, nel nome del dialogo, della ricerca e della conoscenza. Un grazie speciale anche a tutte le persone che con impegno hanno progettato e organizzato questo convegno. Angiolino Stella Rettore Dell’università Di Pavia .  
   
   
LE RETI UNIVERSITARIE COME ATTORI E PROMOTORI DI PARTENARIATI TRASVERSALI IL COORDINAMENTO UNIVERSITARIO PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO  
 
 Pavia,  18 giugno 2009  - Nel 2006 la Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri si era attivata, grazie all’opera dell’allora Direttore Generale Deodato e al supporto del Prof Massimo Caneva, come promotore dell’attivazione di tre Reti Regionali di coordinamento tra le Università (Nord, Centro e Sud) in un progetto ampio di coinvolgimento operativo a partire dai giovani. Nell’ambito di questo progetto la Dgcs ha dato mandato al Politecnico di Milano di coordinare lo sviluppo della Rete universitaria al Nord Italia (Rete del Nord) in collaborazione con l’Università Commerciale Luigi Bocconi. La Rete del Nord si poneva come missione la promozione della cooperazione per lo sviluppo e la pace e il consolidamento della formazione cognitiva e operativa nel settore, a cominciare dai giovani laureandi e laureati. Al termine di un percorso comune, e riconosciuto il valore del confronto, le Università aderenti alla Rete del Nord hanno deciso di dare vita a un coordinamento che trovasse ragione di essere nelle caratteristiche proprie degli Atenei. E’ nato così il Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (Cucs) che oggi si trova due / tre volte l’anno. Nel protocollo d’intesa firmato a livello dei Rettori delle Università si riconosce la necessità di: Predisporre percorsi di educazione, formazione, progettazione e divulgazione scientifica nel settore dello Sviluppo Umano e Sostenibile e della Cooperazione allo Sviluppo: Dare impulso alla formazione di nuove generazioni di ricercatori, accademici e professionisti in grado di operare per lo sviluppo umano e sostenibile; Costruire e consolidare Reti di competenze (orizzontali o trasversali tra Università, Ong, Organizzazioni internazionali, Non Profit, Imprese, Istituzioni locali e nazionali); Innovare le pratiche della cooperazione allo sviluppo attraverso la ricerca per migliorarne l’efficacia. Le Parti firmatarie si impegnano a definire in modo partecipato e condiviso i ruoli interni, i compiti di rappresentanza e le funzioni necessarie per perseguire due obiettivi principali: 1. A istituire o rafforzare l’ambito della Cooperazione allo Sviluppo al proprio interno, secondo le modalità e gli strumenti più opportuni ed idonei (centri di ricerca, deleghe, aree trasversali, gruppi di ricerca, iniziative e attività specifiche, istituzione di corsi di laurea e cicli di dottorato, programmi di master…); 2. A promuovere la nascita e istituire il “Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo”, per rafforzare e migliorare, nel rispetto della normativa vigente e dei propri regolamenti interni, il coordinamento delle attività di cooperazione, con una missione ampia: divenire un interlocutore rappresentativo, riconosciuto e autorevole con la società civile e con il mondo istituzionale per sviluppare relazioni proficue; ampliare le capacità progettuali e di intervento concreto delle Parti per: diffondere una cultura della cooperazione e dello sviluppo mediante la sensibilizzazione e la formazione cognitiva, operativa e critica dei giovani; consolidare la condivisione delle esperienze, delle conoscenze e delle competenze; focalizzare gli sforzi comuni su temi essenziali: in coerenza con le specificità delle Università coinvolte e la rispettiva missione. Le reti universitarie come attori della Cooperazione - Nella “nuova” cooperazione del contesto globale diventano sempre più rilevanti le conoscenze e le competenze specifiche da una parte e le capacità sistemiche dall’altra e appaiono chiari, almeno al mondo universitario due elementi: la necessità di arricchire i percorsi formativi dei futuri cittadini e professionisti del mondo con contenuti nuovi e la funzione della ricerca scientifica per l’innovazione. Arricchire i percorsi formativi: la missione di fondo è preparare una figura di laureato in grado di coprire un ruolo da attore e protagonista delle trasformazioni della società, tanto nel Sud quanto nel Nord del Mondo. Le azioni concrete intraprese dal Cucs: si sta lavorando su base volontaria in questa direzione per operare affinché i giovani, a partire dalle scuole superiori e dalle università, possano avvicinarsi a queste logiche attraverso corsi ad hoc inseriti in tutti i curricula formativi. Sono attivi due Gruppi di lavoro: Peer Education in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali coordinato dall’Università di Parma e l’Università di Modena e Reggio; Moduli Formativi curriculari, coordinato dall’Università di Pavia. L’idea che ci guida, e in questo il Mae e tutti gli attori della società civile e della cooperazione decentrata, possono essere nostri partner per coinvolgere i Ministeri dell’Istruzione e della Università è cercare di far riconoscere la rilevanza dei temi: operare per arricchire i percorsi formativi con queste logiche nuove, come una sorta di Educazione Civica del Terzo Millennio. La ricerca scientifica per l’innovazione: la ricerca scientifica diviene strumento per lo sviluppo e contiene nel suo metodo i principi base dell’equità. Le azioni concrete intraprese dal Cucs: si sta lavorando sempre su base volontaria per accrescere le capacità progettuali individuali integrando le competenze e favorendo l’accessibilità congiunta a fonti di finanziamento internazionale. E’ attivo un Gruppo di lavoro: Progetti Europei per favorire la partecipazione delle università (coinvolgendo istituzioni, società civile e imprese) a bandi Eu, coordinato dall’Università di Aosta. Progetti Expo’ 2015: l’occasione dell’Expo ha permesso di valorizzare alcune esperienze dei singoli atenei proponendo un arricchimento progettuale basato sulla multidisciplinarietà. Considerazioni conclusive Il coordinamento rappresenta per noi, che lo abbiamo vissuto, un esempio concreto di una volontà, di un interesse e di un desiderio di confronto che è costato sforzo, ma ha permesso di comprendere che queste strade sono perseguibili e contribuisce a vestire di un volto nuove anche le università. Oggi, dopo 3 anni di lavori, ci sentiamo di spronare ulteriormente verso: Un rafforzamento del partenariato orizzontale invitando tutte le università a valutare i contenuti del protocollo e le opportunità di collaborazione, favorendo la nascita, all’interno di un coordinamento di natura nazionale, di poli regionali per agevolare le opportunità di incontro e le sinergie; Un rafforzamento del partenariato trasversale invitando gli attori della società civile e della cooperazione decentrata a valutare ulteriori strade di interazione con l’attore università; Una maggior sinergia e un supporto continuativo e non solo intermittente alle istituzioni governative per chiedere di considerare il coordinamento universitario come un interlocutore di rilievo in grado di affiancare e completare le competenze e le esperienze degli altri attori. Il coordinamento ha ancora numerosi passi da fare e da condividere per rafforzarsi, ma si presenta ad oggi come un interlocutore di rilievo per ogni programma di sviluppo, educazione, institutional building o rebuiliding dove è auspicabile un’azione in sinergia tra Stato, Società civile e Università (e imprese?) per aumentare la capacità di interpretare e incidere su un cambiamento culturale sociale e antropologico che il mondo globale e sistemico ormai richiede. Università firmatarie protocollo Cucs: Università degli Studi di Trento, Università degli Studi di Trieste, Università Ca’ Foscari – Venezia, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Ferrara, Università degli Studi di Urbino, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Università degli Studi di Modena e Reggio, Università degli Studi di Parma, Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università della Valle d’Aosta ,Università degli Studi di Bergamo, Università dell’Insubria, Università Commerciale Bocconi – Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano, Politecnico di Milano Cooperazione e sviluppo: formazione, ricerca e innovazione al Politecnico di Milano Il mantenimento della pace nel mondo, il rispetto dei diritti umani, le emergenze che occorrono a livello internazionale, l’immigrazione e la gestione delle complesse tematiche interculturali, le eque condizioni di sviluppo da garantire a tutte le minoranze (pensiamo alle donne o ai bambini in certi paesi, ma anche ai disabili nelle nostre realtà) rappresentano oggi delle sfide complesse. La soluzione (totale o per lo meno parziale) a tali questioni è da ricercare e da pianificare con criterio, oserei dire, molto scientifico quando l’obiettivo finale ricercato vuole essere concreto e di impatto. Ciascuna delle attività deve essere apportatrice di un contributo chiave nel percorso di trasformazione sociale e di costruzione di quelle reti di solidarietà che lo sviluppo equo e sostenibile richiede e a cui le università sono chiamate a partecipare. Il Politecnico già da tempo cerca di portare un contributo. All’interno dell’ateneo continua a crescere il numero di coloro che diventano sempre più attivi su alcuni di questi temi e il loro impegno pur rimanendo nell’ambito del volontariato, è pianificato e gestito con estrema professionalità rappresentando un indiscutibile riferimento per i più giovani. Da sempre alcuni gruppi di ricerca legati a docenti specifici si sono attivati nei Paesi in via di sviluppo, nel 2004 la nascita di Ingegneria Senza Frontiere a Milano che opera in sinergia con l’ateneo, nel 2005 la Delega per la Cooperazione allo Sviluppo; nel 2006 la nascita di un coordinamento tra molte università italiane interessate ai temi della cooperazione allo sviluppo e nel 2007 una campagna apartitica e integralmente promossa dal Consiglio degli studenti del Politecnico di Milano sugli obiettivi del Millennio – Contaminiamoci. Dal punto di vista formativo nel 2006 rileviamo il primo Corso “Ingegneria e cooperazione per lo Sviluppo” attivato presso la facoltà di Ingegneria Industriale tra i corsi culturali e un progetto nel paniere dell’Alta Scuola Politecnica per concretizzare un’opportunità di intervento in America Latina. Dal punto di vista operativo, citiamo tra i tanti il progetto Kenya in fase di identificazione avanzata tra il Politecnico e la East African Community promosso inizialmente dal Ministero della Scienza e della Tecnica in Kenya che ha chiesto un supporto tecnico e scientifico metodologico e gestionale per i Politecnici locali. Tale progetto ha portato ad una serie di indotti tra cui la realizzazione di un progetto di tesi congiunto sulle tematiche dell’energia in collaborazione con il ministero dell’Energia in Tanzania e di conseguenza l’attivazione del Dar Es Salaam Institute of Technology, partner nella ricerca, come potenziale consulente ministeriale. In questa università è in studio l’apertura di una laurea di primo livello e magistrale in ingegneria energetica che il Politecnico di Milano aiuterà a definire. Nel 2008 e nel 2009 sono stati avviati alcuni progetti in area Africana (regione del Mediterraneo) e altri sono in fase di studio con Unido per promuovere l’innovazione (di prodotto, di processo o di gestione) per le imprese di ogni paese. Analogamente si mira a promuovere lo sviluppo locale nella realtà Andina a partire dalla valorizzazione delle risorse specifiche del territorio. Nella cooperazione allo sviluppo c’è sempre tanto da fare e occorre farlo con grande attenzione; ma è anche vero che non si può restare indifferenti e occorre agire, certamente non da soli. I partnerariati forti, sono un indicatore di forza e di capacità che ciascun attore deve saper creare nel breve termine e mantenere nel lungo, e più sono trasversali (e questo vale sempre per la ricerca universitaria) più rappresentano strumenti efficaci. E’ nostra intenzione pertanto rafforzare alcuni legami già esistenti con altre università, con le istituzioni, le Ong e gli organismi internazionali, affinché ciascun attore per le proprie insostituibili competenze, interessi e motivazioni interne possa contribuire nel cammino verso lo sviluppo sostenibile delle società civile. L’interesse riscontrato in Ateneo e il consenso ottenuto all’esterno quando ci si presenta con serietà, professionalità e grande spirito di ascolto nei confronti degli interlocutori, sono di buon auspicio e ci spronano a continuare su questo cammino che si fonda sul presupposto di mettere al servizio dello sviluppo una scienza e una tecnologia che sappiano declinarsi al meglio, attraverso la ricerca e l’innovazione appropriata, nei differenti contesti culturali, sociali ed economici. Giulio Ballio Rettore Politecnico di Milano Università co-coordinatrice del Cucs . .  
   
   
MILANO EXPO, PENATI: “SÌ A UN PROGRAMMA DI ERASMUS STRAORDINARIO. LA PROVINCIA GIÀ AL LAVORO SU ORIENTAMENTO E NUOVI OSTELLI PER GLI STUDENTI”  
 
 Milano 18 giugno 2009 - “Accolgo con favore la proposta di Meomartini di organizzare un programma di erasmus straordinario legato ad Expo 2015”. Così il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati interviene commentando la proposta lanciata il 16 giugno dal neo presidente di Assolombarda Alberto Meomartini di lanciare, d´intesa con il sistema universitario, una sorta di programma erasmus straordinario che permetta a migliaia di giovani da ogni parte del mondo di venire a formarsi nelle università milanesi in occasione di Expo 2015. “Meomartini – prosegue Penati – troverà la piena disponibilità da parte della Provincia di Milano a lavorare insieme in questa direzione, confermando e sviluppando l’impegno che in questi anni la Provincia ha profuso rispetto al tema della formazione e del collegamento tra il sistema della scuola e delle università e il mondo delle imprese. Penso soprattutto al lavoro fatto con la Città dei mestieri, un’esperienza che troverà maturazione all’interno del Cantiere del Nuovo, il nuovo polo che la Provincia sta costruendo in via Soderini dove ci saranno spazi e servizi innovativi per aiutare i giovani e gli studenti a intraprendere il percorso più adatto per realizzare i propri talenti e inserirsi concretamente nel mercato del lavoro”. “Anche per quanto riguarda il tema dell’accoglienza degli studenti anche in vista di Expo 2015 – prosegue Penati - la Provincia conferma la disponibilità a mettere a disposizione proprie aree, come Affori e Idroscalo, per realizzare nuove strutture ricettive e ostelli che possano essere utilizzati, anche dopo l’evento del 2015 come residenze per studenti universitari. In questo senso – conclude Penati – è già in fase avanzata un progetto che vede collaborare la Provincia con il Comune di Milano, attraverso l’assessore Mascaretti, e il Politecnico di Milano”. .  
   
   
GENOVA: FORMAZIONE, CONVEGNO SU CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE AL GALATA MUSEO DEL MARE  
 
Genova, 18 Giugno 2009 - Valutazione e certificazione delle competenze dei docenti e dei formatori dell´istruzione e della formazione professionale. Di questo si parlerà venerdì 19 giugno a partire dalle 14,30 presso il Galata Museo del Mare in un convegno organizzato dalla Facoltà di Scienza della Formazione dell´Università degli Studi di Genova, in collaborazione con la Regione Liguria, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e l´Unione Europea. Al convegno parteciperanno il vicepresidente e assessore alla Formazione, Massimiliano Costa, il preside della Facoltà di Scienza della Formazione, Guido Amoretti, Jonathan Garnett, direttore dell´Institute for Work Based Learning della Middlesex University e Angelo Panvini del Ministero della Pubblica Istruzione. .  
   
   
COSTITUITO IL FONDO DI DOTAZIONE PER IL COMITATO “PYOU LIFE: TORINO 2010 EUROPEAN YOUTH CAPITAL”  
 
Torino, 18 Giugno 2009 - La Giunta Comunale ha deliberato stamani la propria partecipazione, in qualità di membro fondatore, al comitato “Pyou Life: Torino 2010 European Youth Capital” ed un primo contributo di 7500 euro per la costituzione del suo fondo di dotazione. Il Comitato dovrà occuparsi delle manifestazioni ed iniziative legate alle designazione di Torino quale come capitale europea della gioventù per il 2010. Come da statuto approvato dal Consiglio Comunale lo scorso 21 aprile oltre al Comune tra i soci fondatori figurano la Provincia di Torino, la Regione, il Ministero della Gioventù e l’Anci: ciascuno di questi verserà una somma analoga per la costituzione di un primo fondo di dotazione del comitato, che dovrà individuare progetti, iniziative, attività ed eventi ricercando anche contributi, sponsorizzazioni e finanziamenti. .  
   
   
CONVENZIONE PROVINCIA-CITTA´ DI TORINO PER L´UTILIZZO DELLE PALESTRE DEGLI EDIFICI SCOLASTICI  
 
Torino, 18 giugno 2009 - La Giunta Comunale di Torino ha approvato stamani una convenzione con la quale il Comune potrà disporre in orari extrascolastici delle palestre delle scuole gestite dalla Provincia di Torino, che verranno date in uso o affidate ad enti ed associazioni. La Provincia ha infatti ritenuto, per ragioni di economicità e di efficienza organizzativa, di non gestire direttamente gli impianti che ha sul territorio torinese. Con la messa a disposizione e la successiva assegnazione delle palestre Comune e Provincia intendono valorizzare le forme associative che operano sul territorio, concorrere alla promozione ed al potenziamento delle attività sportive e di aggregazione ed incrementare la fruizione e l’utilizzo delle strutture sportive scolastiche. .  
   
   
STUDIO AMBIENTALE E DEL CLIMA: VIA AL PROGETTO INTERNAZIONALE SULL´ORTLES  
 
Bolzano, 18 giugno 2009 - Con esperti di sette tra università e istituzioni, la Ripartizione provinciale Protezione civile e l´Ufficio Geologia partecipano a un programma scientifico internazionale incentrato sullo studio preliminare della calotta di ghiaccio dell’Ortles quale sensibile indicatore dei cambiamenti climatici e ambientali in alta quota sulle Alpi. Uno studio condotto non al computer ma direttamente sull´Ortles, la vetta più alta dell´Alto Adige. Lo studio del clima in cima all´Ortles è di un progetto internazionale, coordinato da esperti del Byrd Polar Research Center dell’Università dell’Ohio (Usa) e dell’Ufficio idrografico della Provincia. Per la realizzazione dello studio, i due enti si avvalgono della collaborazione scientifica delle Università di Innsbruck, Padova (dipartimento territorio e sistemi agroforestali, brevemente Tesaf), Pavia, Venezia e dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche-Cnr, del gruppo di telerilevamento Remote Sensing dell’Eurac di Bolzano e dell’Ufficio Geologia e prove materiali della Provincia. "La calotta è un ottimo indicatore dei cambiamenti climatici e ambientali nelle Alpi ad elevate altitudini", spiega il vicedirettore dell’Ufficio idrografico provinciale Roberto Dinale. Pochi giorni fa un team di ricercatori e tecnici, coadiuvati dalle guide alpine di Solda, si è recato sulla Vedretta Alta dell’Ortles per lo studio preliminare delle caratteristiche chimico-fisiche della calotta. In particolare sono stati eseguiti campionamenti e osservazioni degli strati superficiali di neve nonché misurato lo spessore del ghiacciaio. "Dopo una attenta analisi delle informazioni raccolte quest’anno, in collaborazione con i consulenti scientifici verranno delineati i prossimi passi", spiega il direttore della Ripartizione protezione civile Hanspeter Staffler. E’ in programma inoltre un secondo studio a lungo termine della calotta dell´Ortles intesa come osservatorio strategico dei cambiamenti climatici in atto ad alta quota sulle Alpi, monitorando in particolar modo le variazioni di massa del ghiacciaio sommitale e le condizioni del permafrost, il congelamento perenne del terreno tipico delle alte quote. Il progetto, con l´ausilio di rappresentanti dell´istituto Marcelline di Bolzano e del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento, intende sviluppare anche la divulgazione a studenti, insegnanti e popolazione regionale delle attività di ricerca e dei risultati conseguiti dagli studi ambientali e climatici sull´Ortles. .  
   
   
IL PROGETTO HIGHNOON AFFRONTA IL DILEMMA GLOBALE DEL CICLO IDROLOGICO  
 
Bruxelles, 18 giugno 2009 - È stato avviato il progetto Highnoon, frutto della collaborazione tra Ue e India, il cui obiettivo prioritario è costituito dalla valutazione dell´impatto del ritiro dei ghiacciai himalaiani e dei cambiamenti che potrebbero potenzialmente investire il monsone estivo indiano per quanto concerne la distribuzione delle risorse idriche nella parte settentrionale dell´India. Finanziato con 3 milioni di euro, il progetto Highnoon si prefigge inoltre di redigere raccomandazioni in materia di strategie di reazione efficaci e appropriate per l´adattamento a "eventi idrologici estremi mediante un processo di partecipazione". Il consorzio Highnoon, che riunisce ricercatori provenienti da India, Giappone, Paesi Bassi, Svizzera e Regno Unito, sta inoltre collaborando con il progetto Ue denominato Watch, che si occupa della valutazione delle interazioni globali tra ciclo idrologico, risorse idriche e cambiamento climatico per l´Europa e il subcontinente indiano. Highnoon riserva particolare attenzione al consolidamento dei dati climatici e idrologici già disponibili e a modelli regionali innovativi. Infine, i partner dei progetti uniranno i risultati della modellazione ottimizzata del clima in modo tale da valutare misure di adattamento che rispondano ai criteri di praticità e applicabilità. Fino al 2012 il consorzio Highnoon utilizzerà le simulazioni ottimizzate delle situazioni climatiche regionali per la creazione di modelli relativi a monsoni e scioglimento dei ghiacci, nonché modelli regionali, in modo tale da sviluppare scenari regionali realistici sotto il profilo socioeconomico e da consentire una valutazione delle risorse idriche. Il progetto mette inoltre a disposizioni nuove tecniche che consentono di rendere prioritarie le misure di adattamento che possono essere utilizzate come strumento di progettazione in fase di selezione di alternative di adattamento, in particolare per le risorse del suolo, le risorse idriche e la produttività alimentare. Highnoon non si limiterà a identificare e a quantificare gli elementi che influiranno sulle variazioni di disponibilità d´acqua nell´India settentrionale, ma metterà a disposizione degli attori che rivestono un ruolo chiave (politici, manager e utenti del settore idrico) con strategie utili per la risoluzione di problemi idrici attuali e futuri. Il ciclo idrico globale - componente di vitale importanza per il sistema Terra - subisce l´influenza dei livelli crescenti di diossido di carbonio e delle temperature, che si traducono in un incremento dei livelli di precipitazioni, deflusso e evapotraspirazione (la somma di evaporazione e traspirazione delle piante che dal terreno passa nell´atmosfera). Secondo gli esperti la regione mediterranea sarà interessata, in futuro, da una riduzione delle precipitazioni, mentre per l´India si prevede un aumento delle stesse. La stagionalità pertanto (nel caso in cui i dati siano soggetti a variazioni regolari e prevedibili su base annuale) potrebbe cambiare, scatenando nuovi e inediti problemi. Il ciclo idrologico potrebbe dare il via a diversi eventi estremi quali siccità e inondazioni, che potrebbero avere a propria volta un impatto negativo sull´agricoltura, per esempio, nell´ India settentrionale, dove il sistema idrico si basa sulle precipitazioni monsoniche nella stagione estiva e sull´aumento e poi lo scioglimento di nevi e ghiacci nella catena himalaiana. Highnoon è il risultato di dialoghi e comunicazioni continuativi con i ricercatori in India, avviati per la prima volta nel 2007, in occasione del primo forum strategico Ue-india dedicato alle esigenze della ricerca sul cambiamento climatico. "Unione europea e India lavorano fianco a fianco nell´ambito di una collaborazione strategica nel settore scientifico e tecnologico, investendo congiuntamente nelle risorse," ha detto H. E. Daniele Smadja, ambasciatore della Commissione europea in India. "L´attuale progetto dedicato a cambiamento climatico, ricerca e glaciologia, porta questo ormai consolidato partenariato a nuovi e più elevati livelli. " Per maggiori informazioni, visitare: Highnoon: http://www. Eu-highnoon. Org Watch: http://www. Eu-watch. Org .  
   
   
LA SILA CROTOENESE “DEI GIGANTI E DELLE FATE” CANDIDATA AL PROGRAMMA OPERATIVO INTERREGIONALE POIN  
 
Reggio Calabria, 18 giugno 2009 - La colonna di Hera Lacinia che guarda al mar Jonio, i boschi dove Pitagora precorreva i tempi ed elaborava le sue avveniristiche teorie. Una natura ricca di sentieri da attraversare a piedi, a cavallo o in bicicletta. Un territorio tra i più suggestivi e selvaggi della regione. E´ il Parco Nazionale della Sila, nel suo versante jonico che degrada sul mare, candidato insieme ai due poli del Pollino e dell´Aspromonte ad accedere ai “Poin”, i fondi del Programma operativo interregionale. Il programma mira a premiare i territori ricchi di paesaggi e cultura, di borghi arroccati nei quali sopravvivono i mestieri di una volta, i sapori mediterranei, l´accoglienza e le tradizioni che rendono unica la regione. Sono ventuno i Sic, i possibili siti di interesse comunitario individuati dalla Regione Calabria nella provincia di Crotone tra la costa e la Sila. “Valorizzare il parco e le sue aree d’accesso naturali, migliorando anche le infrastrutture e i servizi di queste zone – spiegano l´assessore alla Programmazione Nazionale e Comunitaria Mario Maiolo e l´assessore al Turismo Damiano Guagliardi – significa stare in linea con un turismo eco-sostenibile, attento alle bellezze paesaggistiche e storico – culturali, che oggi va per la maggiore, e per il quale la Calabria ha una spiccata vocazione naturale”. Il Parco Nazionale della Sila, tra Sila Grande, Sila Piccola e Sila Greca si estende fino a quasi 74 mila ettari e ha tre centri visita sul lago di Cecita e nei comuni di Taverna e Albi. Pini, faggeti e castagneti, con neve per più di sei mesi all’anno. Ma il polo dei Giganti e delle Fate, candidato ai “Poin”, comprende anche la riserva marina protetta di Capo Rizzuto, che si è formata cinque milioni di anni fa e con il suo mosaico di colori, sabbie, rocce rappresenta un´oasi di vita così ricca e diversificata che fa parlare di vere e proprie praterie sommerse. La civiltà della Magna Grecia è parte profonda di questi territori, e la polis di Crotone fu una delle colonie greche più forti e colte della Calabria, come testimoniato dal museo archeologico che conserva tra l´altro statue, capitelli, bronzi, gioielli, una piccola testa di kouros arcaico e due grosse vasche termali. Nel crotonese sono inoltre molti gli insediamenti rupestri, come Laura di Belvedere Spinello, un eremo monastico con una minuscola chiesa del decimo secolo, ennesima prova della presenza nel nostro territorio del monachesimo italo- greco. O ancora, le Grotte di Timpa dei Santi a Caccuri, che più di un sito monastico sembrerebbe un nido di aquile, se non fosse per le immagini di santi raffigurate nella cripta, in un´atmosfera di silenzio e serenità. Siti archeologici che si candidano ad essere valorizzati grazie ai Poin. Tra i luoghi più belli c´è infine Santa Severina, con il suo castello e la chiesetta di Santa Filomena, splendido esempio di architettura normanno-bizantina. .  
   
   
BOLZANO, SVUOTAMENTO DEL BACINO DI FORTEZZA: NECESSARIO PER ASPORTARE MATERIALE SEDIMENTATO  
 
 Bolzano, 18 giugno 2009 - Alle critiche per lo svuotamento del bacino di Fortezza, mosse in particolare dai pescatori, l´Ufficio provinciale tutela delle acque replica ricordando che non c´é altra alternativa: è necessario asportare il materiale sedimentato nella diga. Tra i 65. 000 e i 70. 000 metri cubi di materiale sedimentato si depositano annualmente nelle dighe delle dimensioni di quella di Fortezza. "È praticamente impossibile asportare questo materiale con modalità differenti da quella attuata, senza contare che si porrrebbe la questione di dove stoccare l´enorme massa di materiale", sottolineano i tecnici provinciali. Per tale ragione l´Ufficio ha autorizzato lo svuotamento del bacino di Fortezza, ma accompagnato da precise prescrizioni: solo una volta ogni tre anni, intervallati da un anno di riposo e dall´anno in cui viene svuotata la diga di Rio Pusteria. Inoltre la Provincia ha fissato chiari limiti all´intorbidamento delle acque e ha stabilito che lo svuotamento deve avvenire nel periodo di scioglimento della neve, in quanto le grandi quantità di acqua contribuiscono ad assottigliare il materiale sedimentato e a ripulire meglio il bacino dopo lo svuotamento. Si è consapevoli che l´operazione ha conseguenze soprattutto per i pesci più giovani, ma i gestori della diga hanno l´obbligo di compensare le perdite con nuova immissione di esemplari. Infine i responsabili dell´Ufficio provinciale tutela delle acque confermano che i pescatori e i loro rappresentanti sono stati informati per tempo dello svuotamento del bacino. .  
   
   
"LA CITTÀ VERDE": EDUCAZIONE AMBIENTALE E CURA DEL VERDE PUBBLICO, ARRIVANO TRE RINFORZI: LA REGIONE PUGLIA APPROVA UN PROGETTO DEL COMUNE DI MOLA PER IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE  
 
 Mola di Bari, 18 giugno 2009 - Si chiama "La città verde" il progetto del Comune di Mola di Bari che la Regione Puglia ha inserito tra quelli approvati nella graduatoria regionale per il servizio civile nazionale. È la prima volta che viene approvato un progetto per il servizio civile a Mola. Entro l’anno l’Assessorato all’Ambiente del comune di Mola avrà a disposizione per dodici mesi tre ragazzi/e tra i 18 e i 28 anni da impiegare nella gestione e nella cura del verde pubblico e in progetti di educazione ambientale. Il progetto "La città verde" ha l´obiettivo di sostenere le campagne di promozione, comunicazione ed educazione ambientale del Comune al fine di migliorare la gestione integrata del verde. È stato progettato dal dott. Leonardo Lorusso, all´epoca dipendente del Settore Ambiente diretto dalla dott. Ssa Maria Debellis. Il progetto impegnerà tre giovani volontari e potrà contare sulla collaborazione di Wwf, Legambiente, Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali dell´Università degli Studi di Bari, Università Popolare della Terza Età, Associazione Insieme Onlus. “Dopo aver dato prove inconfutabili della capacità di reperimento di risorse finanziarie – commenta con soddisfazione il Sindaco Nico Berlen – oggi dimostriamo la capacità di intercettare anche risorse umane, assolutamente necessarie per conferire maggiore efficienza all’azione amministrativa e plausibilità al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi programmatici della nostra amministrazione per l’interesse del paese” Enorme soddisfazione anche da parte dell´assessore all´ecologia, agricoltura e ambiente Pietro Santamaria, che ha promosso la presentazione del progetto per conto del Comune di Mola: "Finalmente – dice - anche il nostro Comune potrà essere in prima fila nel Servizio Civile. Sento il dovere di ringraziare il progettista e l´ufficio regionale. Nei giorni scorsi l´assessore regionale alla Cittadinanza attiva Guglielmo Minervini ha segnalato che in Puglia si passerà dai 1. 134 volontari attivi nel 2008 agli 857 previsti dalle risorse di quest´anno. Anche per questo sono molto orgoglioso del risultato raggiunto. Il servizio civile è un´esperienza che arricchisce i giovani e gli enti che li ospitano. È un percorso di vita per la solidarietà, a sostegno delle fragilità sociali o degli equilibri ambientali; a Mola aiuterà il nostro territorio a crescere ancora per la promozione del bene comune. " .  
   
   
DIFESA DEL SUOLO E DELLA COSTA - CAVE, LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PARTNER DEL PROGETTO EUROPEO "SARMA" PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DELL´ATTIVITÀ ESTRATTIVA.  
 
Bologna, 18 giugno 2009 – Rocce, ghiaia, sabbie. L’attività estrattiva, una necessità per il territorio da gestire in modo sostenibile, è stata al centro della tre giorni del convegno europeo, che si è concluso oggi a Bologna. I lavori hanno segnato l’inizio del progetto europeo triennale “Sarma” (Sustainable aggregates resource management) che, con un budget di 2 milioni di euro, coinvolge 15 partner europei dell´area sud orientale (tra cui anche Regione Emilia-romagna e Provincia di Parma, insieme a Slovenia, Grecia, Ungheria) e otto membri osservatori. I servizi geologici, le università e centri di ricerca, gli enti e istituzioni pubbliche che si occupano di sviluppo e gestione delle attività di cava hanno lavorato e lavoreranno insieme per tre anni per arrivare, alla fine del progetto, alla redazione di alcune linee guida per chi legifera o si occupa della pianificazione in materia di attività estrattive. L´obiettivo è arrivare a una gestione integrata dell´attività estrattiva degli inerti (le sabbie e rocce prelevate dalle cave), resa necessaria dai costi, ma soprattutto dall´impatto ambientale di questa attività, condividendo le esperienze e le buone pratiche. Marioluigi Bruschini, assessore alla Sicurezza territoriale, Difesa del suolo e della costa, ha ribadito “il forte impegno delle Regione per la riqualificazione delle cave, in accordo con chi estrae il materiale. Queste ‘ferite’ al paesaggio non solo vanno cicatrizzate: le cave devono essere recuperate e trasformate in opportunità. Non ci può essere attività ‘predatoria’ e basta”. Bruschini ha poi ricordato come all’interno della nuova legge sulla difesa del suolo e il riordino delle attività dei consorzi di bonifica a cui la giunta sta lavorando, in modo da presentarla all’assemblea legislativa entro la fine dell’anno, “si è deciso di inserire una parte relativa proprio all’attività di cava, sia per valorizzare il settore estrattivo, fondamentale per lo sviluppo, ma anche per garantire il recupero delle cave stesse”. La legislazione e la pianificazione delle attività estrattive in Emilia-romagna L´attività estrattiva è disciplinata dalla legge regionale 18 luglio 1991 n. 17 che, attuando il principio del decentramento amministrativo, individua nelle Province il nodo centrale della pianificazione delle attività estrattive, mentre affida ai Comuni la gestione diretta e il controllo. Al centro della normativa è l´attenzione alle possibilità di recupero, fin dalla progettazione, della cava, privilegiando quello naturalistico, oltre agli usi pubblici e sociali. Il progetto di legge a cui la giunta sta lavorando, oltre a recepire gli aggiornamenti alle nuove normative in campo ambientale, dovrà ridurre i tempi tra pianificazione e realizzazione degli interventi, adeguare la durata delle autorizzazioni tenendo conto anche delle grandi realtà industriali che devono fare investimenti e aggiornare gli oneri di cava e coordinare ancora di più il decentramento delle competenze. I numeri della cave in Emilia-romagna Nel 2007 sono risultate attive 298 cave. Le attività estrattive assumono importanza in Emilia-romagna per la grande richiesta nell´ambito della attività edilizia, della realizzazione delle infrastrutture e dell´industria ceramica del comprensorio Sassuolo-scandiano. La provincia con la più alta densità di cave è Parma, la più bassa Rimini. Forlì-cesena ha una concentrazione di piccole cave di livello artigianale per l´estrazione e la lavorazione di pietra da taglio. Data la conformazione geomorfologica della regione e la distribuzione dei materiali estraibili, le province raggiungono teoricamente l´autosufficienza estrattiva, tranne quella di Ferrara e Rimini. Le risorse maggiormente sfruttate sono le ghiaie e le sabbie alluvionali (definiti inerti pregiati) che rappresentano quasi i 2/3 di tutto il materiale estratto dalle cave della regione. Seguono le argille per laterizi e per ceramiche. Ave nelle diverse Province
Province N° cave attive
Piacenza 48
Parma 66
Reggio Emilia 29
Modena 50
Bologna 36
Ferrara 6
Ravenna 15
Forlì-cesena 46
Rimini 2
Totale 298
I quantitativi estratti
mc x 1. 000
Province inerti pregiati inerti non pregiati e/o di monte sabbie per usi industriali marne argille gesso
Piacenza 1. 418,0 9,0 0,0 200,0 225,0 0,0
Parma 1. 513,0 156,1 0,0 30,3 200,9 0,0
Reggio 758,1 63,1 0,0 0,0 518,8 0,0
Modena 1. 332,4 30,5 138,7 0,0 121,6 0,0
Bologna 1. 240,4 590,6 295,6 0,0 515,5 0,0
Ferrara 785,3 0,0 0,0 0,0 47,0 0,0
Ravenna 601,7 42,4 0,0 0,0 180,0 132,1
Forlì 216,8 688,3 0,0 0,0 128,8 0,0
Rimini 0,0 5,9 0,0 0,0 0,0 2,2
totale Regione 7. 865,7 1. 585,8 434,3 230,3 1. 736,8 335,2
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BELLUNO: VERSO LA CONCLUSIONE LA PULIZIA DI LAMBIOI LAVORI RESI POSSIBILI GRAZIE ALLE COMPETENZE DEL DEMANIO IDRICO  
 
Belluno, 18 giugno 2009 - Si stanno per concludere i lavori della Provincia di Belluno per la sistemazione ambientale e la pulizia dell’area di Lambioi che si affaccia sul Piave. «Dal 1 gennaio 2009 la Provincia di Belluno ha la competenza sul demanio idrico», ricorda il presidente Sergio Reolon. «Grazie a questa competenza, ottenuta dopo 19 anni di battaglie con la Regione, possiamo intervenire direttamente nelle aree per le pulizie e i recuperi ambientali oltre che per la difesa e la sicurezza. Abbiamo cominciato da questa di Belluno perché, potenzialmente, è una di quelle che meglio si presta a riavvicinare i cittadini al fiume». Come ogni anno, in questo periodo, la zona si anima di ragazze e ragazzi che fanno un pic nic, il bagno e trascorrono la giornata in compagnia. In previsione di ciò, lo scorso mese la Provincia ha provveduto a far pulire la zona, a tagliare erba e arbusti e a raccogliere e portare via le immondizie abbandonate. Il nuovo corso dell’area di Lambioi è stato suggellato venerdì pomeriggio con la posa di alcuni cartelli da parte degli agenti di Polizia provinciale. I cartelli invitano il pubblico a mantenere pulita la zona ricordando che “la Piave è a disposizione di tutti”. .  
   
   
AMBIENTE: STATI, ACCORDO SU PROROGA CONTRATTI PRECARI ARTA  
 
 L´aquila, 18 giugno 2009 - "Verrà predisposto un provvedimento che prorogherà i 45 contratti precari in scadenza sino al 31/12/2009 e verrà attivato già nei prossimi giorni un tavolo che dovrà gettare le fondamenta per risolvere il problema, quello dei precari, al quale da troppi anni non si riesce a dare una soluzione. E´ quanto emerso ieri mattina in un incontro presso la sede dell´Arta che ha visto presenti l´assessore regionale Daniela Stati, la dirigenza dell´Arta e le rappresentanze sindacali regionali e dell´azienda in merito alla situazione del personale precario dell´Agenzia. "La salvaguardia dei posti di lavoro è una priorità - ha detto l´assessore Stati - Una linea condivisa dallo stesso Presidente Chiodi. I precari dell´Arta svolgono un ruolo importante. Sono diversi anni che lavorano a stretto contatto con il personale di ruolo e hanno acquisito una propria professionalità che è essenziale per il presente e il futuro dell´azienda. Devo anche sottolineare la collaborazione delle rappresentanze sindacali impegnate nel dare risposte certe e soprattutto, condivise con i lavoratori. Spero che questa collaborazione ci aiuti a risolvere definitivamente l´annoso problema". .  
   
   
PUGLIA: RIFIUTI ATO LE 2: DICHIARAZIONE ASSESSORE ECOLOGIA, LOSAPPIO  
 
Bari, 18 giugno 2009 - Di seguito, una dichiarazione dell’assessore all’ecologia,Losappio: “E’ davvero sorprendente la disinvoltura con la quale il Presidente dell’Ato Le 2 rinnega le intese per tuffarsi nella campagna elettorale. “Lo scorso 5 maggio, in Prefettura, è stato sottoscritto un verbale che porta la firma di Maculli per affrontare lo smaltimento dei rifiuti dell’Ato fino alla costruzione di nuovi impianti. “Un mese fa Maculli concordava con le soluzioni che oggi rinnega. L’intesa infatti prevedeva testualmente di ‘utilizzare la parte umida biostabilizzata presso l’impianto Sud Gas quale materiale di copertura giornaliera presso la discarica comunale di Brindisi’ e di ‘trattare la frazione secca per una durata di 8/10 giorni con incremento di aria insufflata al fine di essiccare il materiale prima di essere avviato alla produzione del Cdr’. “E’ quanto sta accadendo e ciò ha consentito di liberare l’impianto di Cavallino dal Cdr fuori specifica (trasferito senza maggiori spese per i salentini) e di lavorare quello di Poggiardo che le ripetute analisi Arpa dichiarano perfettamente compatibile con l’impianto e con le norme. “La Regione dunque si è attivata nel rispetto di quella intesa e sta contribuendo in maniera decisiva a rimuovere gli ostacoli connessi al nuovo ciclo ed al funzionamento degli impianti. “ Era logico aspettarsi altrettanta collaborazione da Astore e Maculli che invece preferiscono inasprire la campagna elettorale. “Quanto alla termovalorizzazione riscoperta dal Consigliere Provinciale del Pdl va ricordato che il Piano Fitto non prevedeva alcuno di questi impianti nel Salento, forse perché si voleva utilizzare quello di Maglie. “Dunque la loro cancellazione da parte di Vendola non ha nulla a che vedere con la situazione dell’Ato e solo la rissosa campagna elettorale cui il Consigliere dedica ormai tutte le sue energie può determinarne un accostamento. “Tutto ciò sta provocando ulteriori danni per i salentini che sono ormai tenuti in ostaggio dal cinismo di alcuni esponenti politici del Pdl pronti a determinare l’emergenza in piena stagione turistica pur di governare da Palazzo dei Celestini. ” .  
   
   
RIFIUTI: INTERVENTI DELLA REGIONE SICILIA PER CONTROLLARE L’EMERGENZA  
 
Palermo, 18 giugno 2009 – La Regione avvia iniziative per il controllo dell’emergenza rifiuti nei comuni interessati. Le misure adottate, che riguardano soprattutto il risanamento finanziario del Coinres e il pagamento delle retribuzioni ai lavoratori, sono il frutto di una riunione operativa della cabina di regia presieduta dall’assessore Gaetano Armao, che si è svolta presso il dipartimento di Protezione civile. L’incontro è stato promosso dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Tra le soluzioni individuate la nomina di Giorgio D’angelo, dirigente Arra Sicilia, a commissario ad acta del Coinres. A D’angelo è affidato il compito di puntare al contenimento dell’emergenza ambientale, al pagamento degli stipendi ai lavoratori e ai fornitori dei servizi e alla ristrutturazione dei debiti. Inoltre, sono state stabilite le anticipazioni finanziarie con vincolo di destinazione, ai 22 comuni che partecipano al consorzio nell’ambito delle misure volte al superamento della crisi. Per l’occasione sarà costituita una contabilità destinata allo scopo. Il commissario ad acta, provvederà anche all’accertamento delle cause che hanno determinato le disfunzioni per procedere all’adozione di eventuali provvedimenti. L’assessore Armao ha partecipato anche a un’altra riunione col prefetto di Palermo, Giancarlo Trevisone. Nel corso dell’incontro, il prefetto ha assicurato il pieno supporto delle forze dell’ordine alle operazioni per il superamento dell’emergenza e per la tutela dei cittadini. A fronte delle misure adottate dalla Regione i sindaci dei comuni interessati hanno garantito che domani saranno avviate le operazioni di raccolta. .