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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Giugno 2014
CITTÀ INTELLIGENTI PER I CITTADINI INTELLIGENTE LA BEI E BELFIUS SBLOCCATI 400 MILIONI PER SVILUPPARE CITTÀ E PAESI INTELLIGENTE E SOSTENIBILE IN BELGIO  
 
Bruxelles, 5 giugno 2014 - Nato dalla collaborazione tra la Banca europea per gli investimenti (Bei) e Belfius Bank, il programma " Smart Cities & Sviluppo sostenibile " ha lo scopo di assistere e sostenere finanziariamente città e paesi - tra cui il più piccolo - in parte del loro progetto chiamato ´intelligente e sostenibile´ nei settori della mobilità, lo sviluppo urbano e l´efficienza energetica. Attraverso questo programma, le autorità locali belghe possono, da questo 4 Giugno 2014, beneficio europei prime, prestiti a tassi preferenziali per realizzare i loro progetti "Smart Cities", pari a 400 milioni di euro, di cui la metà sarà fornito dalla Bei e l´altra metà da Belfius Bank. Oltre il 70% degli europei vive in aree urbane - una percentuale che raggiunge addirittura il 98% in Belgio! Questa crescente concentrazione della popolazione nelle aree urbane è sicuramente una fonte di ´opportunità senza precedenti, ma significa anche molti e sfide. Ad esempio, se le città generano quasi il 85% del Pil, che consumano anche il 75% di energia e sono responsabili dell´80% delle emissioni di Co 2 . Non sorprende che le città sono al centro della strategia dell´Unione europea ´Europa 2020 -. Per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile " Entro il 2020, l´intenzione dell´Europa è quello di ridurre del 20% le proprie emissioni di Co 2 , generando il 20% del suo consumo di energia da fonti rinnovabili e migliorare l´efficienza energetica del 20%. Città hanno quindi un chiaro ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo obiettivo. "Smart Cities", molto più di una parola alla moda! Veramente un crocevia, città, indipendentemente dalle loro dimensioni, non hanno altra scelta che rimanere attraente per diventare "intelligente", vale a dire, per implementare soluzioni intelligenti e sostenibili per ridurre il loro impatto ambientale, ripensare i modelli di accesso alle risorse, meglio soddisfare i bisogni fondamentali dei propri cittadini e migliorare la loro qualità di vita. In tutta Europa, le città ei comuni, in collaborazione con le parti interessate del mondo accademico e delle imprese, già sfruttate per sviluppare progetti intelligenti e sostenibili. In Belgio, i progetti "Smart Cities" sono incinta anche se sono ancora troppo spesso ad affrontare la questione del finanziamento. Tuttavia, questi progetti creano valore e posti di lavoro emergenti "città di domani". Così il governo può contribuire direttamente a rafforzare le dinamiche economiche, attraverso un processo di crescita sostenibile, fonte di prosperità e di progresso sociale per il futuro a beneficio dei cittadini e delle imprese. Pertanto, per sostenere le città e paesi in Belgio - tra cui il più piccolo - in questo processo e contribuire a trovare le più adeguate soluzioni di finanziamento Belfius Banca, in collaborazione con la Bei lancia il programma "Smart Cities & Sviluppo Sostenibile", appositamente progettate per la produzione di progetti durevoli e intelligenti nei settori della mobilità e dei trasporti, sviluppo urbano e di efficienza energetica. Attraverso questo programma, la Bei Belfius e messo insieme un totale di 400 milioni di euro a disposizione delle autorità locali belghe per il finanziamento di questi progetti, sotto forma di prestiti a condizioni preferenziali relative ai fondi della Bei . L´obiettivo è quello di ridurre al minimo il costo del denaro per i comuni per sostenere il loro approccio innovativo e sostenibile. La metà dei fondi sarà fornito dalla Bei e l´altra metà da Belfius. Pim van Ballekom, Vice-presidente della Bei , ha detto che la firma dell´accordo: "Con questo programma specificamente dedicato ai" progetti Smart Cities " , vogliamo creare nelle mani delle autorità pubbliche e decisori locali un approccio integrato e strategico, iscrivendosi in una linea retta con gli obiettivi di "Europa 2020" dell´Unione europea. Questa è una prima in Belgio e in Europa e siamo fiduciosi che questa partnership con Belfius Banca può innescare slancio per l´approccio "Smart Cities", diventato il nuovo standard per la costruzione di "città e paesi di domani." Dirk Gyselinck, membro del Comitato esecutivo della Banca Belfius , ha aggiunto: "Come partner di lunga data degli enti locali, Belfius intende, attraverso questo programma, fornire un reale valore aggiunto per la comunità, incoraggiando e sostenendo più progetti facchini per il futuro. Se il programma "Smart Cities e sviluppo sostenibile" si rivolge a paesi e città, è chiaro che anche un vantaggio indiretto a molte aziende come fornitori di governo, di fornire le soluzioni tecniche necessarie per raggiungere tali progetti. Ma, e questo è senza dubbio fondamentale, questo programma riguarda soprattutto la popolazione generale, perché sono uomini e donne di oggi e le generazioni future che sono al centro delle preoccupazioni di queste nuove città . Essi sono il motore e anche i principali beneficiari: questo è il loro primo di questi progetti sono "l´attenzione.  
   
   
DEMOCRAZIA A 5 STELLE? PURA ILLUSIONE DIGITALE  
 
Trento, 5 giugno 2014 - Si va nella direzione recentemente individuata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dato torto a Google e deliberato a favore della rimozione di link che riconducono a notizie obsolete e non più rappresentative della situazione. Ciò significa che nell’era del web si deve parlare di democrazia digitale, di diritto del popolo della rete. “In Italia lo abbiamo visto dal Movimento 5 Stelle quanto la rete possa determinare un cambiamento” esordisce Fabio Chiusi, giornalista di Wired durante l’introduzione all’incontro “I paradossi della rete” con Nadia Urbinati, docente della Columbia University. Nel web – lo si è visto con i 5Stelle – un movimento ha sperimentato e sperimenta quotidianamente una forma di democrazia indiretta, e infatti in internet a decidere sembra proprio essere la massa. Sembra, appunto. Proviamo a domandarci se sia vero che la rete rende la democrazia più democratica. “La domanda non è retorica – spiega Nadia Urbinati, – perché l’impatto di internet è equivalente all’impatto che ebbe il torchio nel ‘500. Stiamo parlando di una nuova democrazia assolutamente meno democratica”. Nel ‘500 la carta stampata fu il mediatore di una prima forma di democrazia: da qui ebbero inizio le grandi rivoluzioni della storia proprio perché la parola divenne accessibile. Oggi “il web accelera la disponibilità della parola, e la parola diventa volatile oltre che orizzontale” specifica Nadia Urbinati. Difficile perciò dire quali siano le conseguenze di internet sulla democrazia. “C’è un progetto – anticipa la Urbinati - che mira a rendere i nostri voti, le nostre petizioni e proposte capaci d’arrivare in tempo record ai governi. Iniziano, quindi, a intravedersi delle nuove forme di democrazia”. Internet però rivela una prima grande contraddizione della nostra società: “Da una parte – evidenzia Nadia Urbinati - si vede una trasformazione più autoritaria della leadership data dal fatto che alle urne si recano principalmente le classi privilegiate; dall’altra le classi più deboli usano le nuove tecnologie per far sentire la loro voce proprio perché privi di rappresentati al governo”. Per questo un movimento nato sul web come il Movimento 5 Stelle ha avuto successo. Ma ci sono dei rischi: “La politica mediata – racconta Nadia Urbinati - era fatta di partiti politici che formavano e selezionavo una classe dirigente; nei movimenti nati sul web tutto ciò non c’è. Beppegrillo.it è una società privata. Qui il leader accetta di diventare pubblico, di stare sotto i riflettori dell’audience in cambio di investiture. La rete spinge alla partecipazione politica fuori dalle istituzioni”. La democrazia del web, dunque, bypassa le istituzioni e con esse anche il sistema della stampa: “Nelle rete siamo noi a scegliere quali notizie leggere – e lo sappiamo, entriamo solo nei siti che ci interessano - e quindi in questa forma di apertura ci sono già diverse chiusure. E i leader sanno quali sono le potenzialità dei media e le usano a loro vantaggio. Questa forma di democrazia spinge verso la fede e non verso la fiducia e per questo non è assolutamente più democratica”.  
   
   
MASKIN: "LA RETE NON RENDE I CITTADINI PIÙ INFORMATI" IL PREMIO NOBEL: "UNA SOCIETÀ, PER FUNZIONARE BENE, DEVE DELEGARE LE DECISIONI AI PROPRI RAPPRESENTANTI"  
 
Trento, 5 giugno 2014 - Per quanto imperfetto, il modello della democrazia rappresentativa è l´unico che può garantire, più di altri, il perseguimento da parte dei politici (soprattutto di quelli che vogliono essere rieletti) del bene comune. Eric Maskin, Premio Nobel per l´Economia nel 2007 (con l. Hurwicz e R. Myerson), per la seconda volta al Festival di Trento, ci arriva alla fine, dopo aver sviluppato un modello matematico astratto sì, ma dalle implicazioni molto concrete. Non parla del "caso Italia" ma quando gli si chiede quanto le nuove tecnologie, viste come strumento capace di dare corpo all´idea della democrazia diretta che sottrae all´arbitrio del politico il potere di decidere per consegnarlo nelle mani del popolo e dei cittadini, non ha dubbi: "Le tecnologie moderne sicuramente facilitano l´espressione del pensiero politico da parte dell´opinione pubblica, ma non credo che possano di per sé rendere i cittadini più informati: le lezioni, infatti, non si fanno tutti i giorni e dunque potremmo, attraverso la Rete, cercare di raccogliere quante più informazioni possibili sui politici ed il loro operato, decidere in base ad esse chi votare o meno, ma se dovessimo noi prendere ogni giorno decisioni, come fanno i politici che ci rappresentano, ne saremmo sopraffatti. Le tecnologie non risolverebbero il problema e dunque una società, per funzionare bene, deve delegare le decisioni ai propri rappresentanti". Quale può essere dunque l´antidoto al rischio che un politico assuma delle decisioni pensando al proprio tornaconto personale (la rielezione, ad esempio) piuttosto che al bene comune, al volere del popolo? La libera informazione, la stampa vigorosa e indipendente che "fa bene il suo mestiere" e che, sola, può spingere i politici ad agire in modo positivo per la società. In verità, un altro strumento utile, sempre che si voglia optare per la democrazia rappresentativa, potrebbe essere il limite al mandato elettorale. "Potrebbe essere auspicabile - dice Maskin - per evitare appunto il rischio che un politico investito di un lungo mandato possa prendere decisioni che alla fine si rivelano disastrose. La realtà, però, è che nessuno vuole un mandato troppo breve, né troppo lungo". Nella migliore delle democrazie, quella rappresentativa, nessuno è insomma in grado di garantire che un politico eletto o un funzionario pubblico assuma le decisioni più giuste, giacché queste potranno essere di un tipo nel primo mandato e di un altro nell´eventuale secondo mandato, dipende tutto dalla volontà del politico di lasciare o meno un´eredità ideale, dal calcolo sul premio che ad esso ne deriverà prendendo una decisione piuttosto che un´altra, dal grado di congruenza che vi può essere nel politico e nei cittadini su cosa sia bene per la società. Consapevoli naturalmente, come ha ricordato Tito Boeri citando il leader del Ppe Jean Claude Juncker, che i politici sanno perfettamente quali sono le cose che vanno fatte e che ciò che non sanno è però come farsi rieleggere  
   
   
OPEN DATA PER UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE VOGLIA FARE INNOVAZIONE  
 
Trento, 5 giugno 2024 - Gli Open Data, ovvero i dati raccolti o prodotti dalla pubblica amministrazione e resi accessibili a tutti i cittadini gratuitamente, con facoltà di riutilizzarli, potenzialmente potrebbero sconvolgere gli assetti democratici, portando a una riforma radicale della Pubblica Amministrazione, e allo stesso tempo, alla creazione di nuovi modelli di business nel settore privato. A patto che l´ente pubblico si affranchi dall’ignoranza e dalla tendenza ad essere normocentrico e investa in formazione dei dirigenti. Ad affermarlo, da osservatori diversi, sono stati Fabrizio Barca, ex Ministro della coesione, dirigente generale del Ministero dell´economia e delle finanze, Enrico Giovannini, ex Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Fausto Giunchiglia, docente di Logica per la rappresentazione di dati e conoscenza all´Università di Trento, Presidente di Trento Rise, nell’evento organizzato alla Filarmonica da Open Data in Trentino - Provincia autonoma di Trento, Trentorise, Fbk, Informatica Trentina, Dipartimento di Economia e Management dell´Università di Trento. Gli Open Data sono una ‘enabling technology’ che consente allo Stato di affrancarsi dall’ignoranza e di acquisire nuove competenze per utilizzare, analizzare e valutare i dati in processi ascendenti e discendenti, non per mera ottemperanza a una normativa, ma per elaborare nuove politiche di governance. Questo l’assunto su cui si è basato Fabrizio Barca, che ha anche affermato che il concetto di trasparenza della Pubblica amministrazione è un concetto scontato e che la novità degli Open Data è la capacità di innovare il rapporto con i cittadini. “I cittadini, a loro volta, non si considereranno più solo elettori, ma avranno la competenza morale e cognitiva di incidere nella politica”. “C’è ancora oggi in Italia - ha continuato Barca - antagonismo tra Stato e cittadini sull’uso degli Open Data. Per il primo lo scopo è utilizzare i dati per acquisire informazioni, migliorare il consenso e quindi applicarli nella governance; per i secondi c’è la convinzione che avere le informazioni permetterebbe loro di dettare le politiche”. “Per riformare la pubblica amministrazione attraverso gli Open Data bisogna investire in formazione dei dirigenti, in conoscenza - ha aggiunto Enrico Giovannini - e in primo luogo la pubblica amministrazione deve essere convinta che mettere i dati a disposizione di altri sia anche parte della sua missione”. La seconda istanza per Giovannini è che i dati vengano utilizzati anche dai media. “ Quanti media italiani si occupano dei data journalism?” Pochi giornalisti in Italia hanno dimestichezza con gli Open data. Come ministro ho cercato di convincere le direzioni pubbliche a diffondere i dati. E’ stato difficile, perché non c’è la cultura dell’uso dei dati, perché dare dei dati quando io stesso non so leggerli?”. L’italia ha una cultura normocentrica, senza avere alle spalle un sistema standard di analisi e valutazione dei dati. Un esempio di innovazione sociale emersa dall’utilizzazione degli Open Data in Provincia di Trento, l’ha fornito Fausto Giunchiglia. “Abbiamo seguito la distinzione evidenziata in Horizon 2020, tra i dati per la trasparenza pubblica e i dati come strumento di innovazione per configurare nuovi servizi. Si è visto, grazie alle ricerche messe in campo da Trento Rise, come teoricamente gli Open Data possono abilitare anche nuovi modelli di business per le piccole e medie imprese . “Ma il processo di utilizzazione dei dati va abilitato - ha sottolineato Giunchiglia - con un costo pari a quello di produzione, quindi bisogna imparare a generarli. Ci vuole un cambiamento nella società e nella mentalità della Pubblica Amministrazione, se vogliamo pensare a nuovi modelli di business, quindi il costo del servizio abilitato non deve essere troppo alto, seguendo l’ ottica di ‘Open Data come bene comune´. Un dato aperto, nel lungo periodo, diventa facilitatore di innovazione sociale”.  
   
   
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: PRIMA VENGONO I CITTADINI, POI LE NORME  
 
Trento, 5 giugno 2014 - La pubblica amministrazione e la sua dirigenza devono porsi come obbiettivo primario quello di guardare alle esigenze dei cittadini, mettendo in secondo piano l´impostazione giuridica. Prima devono venire i risultati in favore della collettività, poi gli atti amministrativi. E´ questo in sintesi quanto emerso dal confronto fra Nadio Delai, Mauro Marcantoni, Sabino Cassese ed Innocenzo Cipolletta, che partendo da una ricerca realizzata da Maracantoni sulla dirigenza della Provincia autonoma di Trento si sono confrontati sulle prospettive di riforma delle pubbliche amministrazioni, convenendo sulla necessità di partire dalla realtà e non dalle norme. Impostazione condivisa dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, che ha evidenziato come l’Autonomia non sia un insieme di norme, ma abbia l’ambizione di voler dare risposte ai bisogni dei cittadini. “C’è un grande processo di mutazione genetica in corso nella società al quale deve partecipare anche la pubblica amministrazione.” Con queste parole il sociologo Nadio Delai ha aperto oggi il confronto sul tema della pubblica amministrazione che ha preso le mosse da una ricerca di Mauro Marcantoni sulla dirigenza della Provincia autonoma di Trento. Lo stesso Marcantoni ha aperto il dibattito a cui hanno partecipato Sabino Cassese, giudice della Corte Costituzionale e già ministro della Funzione pubblica ed Innocenzo Cipolletta, manager ed economista. Marcantoni ha evidenziato la necessità di passare da un’amministrazione incentrata sugli atti ad una incentrata sul risultato in favore dei cittadini, per raggiungere questo obbiettivo occorre un’assunzione di responsabilità: “Un dirigente non responsabile - ha detto Marcantoni - trova sempre una scusa, un dirigente responsabile trova sempre una strada”. Sabino Cassese ha sottolineato che per riformare la pubblica amministrazione occorre anzitutto capire dove bisogna intervenire, partendo dalla realtà e non dalle norme e sapendo che non si può volere tutto subito, perché è una macchina troppo complessa perché si possa cambiare rapidamente. “Aumentano le richieste di servizi - ha detto Cassese - e nel contempo diminuiscono le risorse: per questo occorre saper amministrare e fare i conti insieme”. L’ex ministro ha poi sottolineato la necessità di elevare la cultura amministrativa di chi eroga direttamente i servizi, ovvero di chi si trova al front office. Per questo, ha concluso, occorre migliorare la formazione. “In Italia facciamo molta formazione, ma la facciamo male” ha concluso Cassese. Concetti condivisi e rilanciati da Innocenzo Cipolletta che ha invitato a ragionare su che cosa una dirigenza pubblica debba fare. “Bisogna individuare il tipo di dirigenza sulle base delle funzioni che deve esercitare”. “Oggi in Italia la pubblica amministrazione ha un’impronta troppo giuridica, occorre quindi pensare ad una dirigenza che non serva solo a prendere decisioni, ha detto Cipolletta, ma che sia impegnata a dare risposte ai cittadini e alle imprese”. Il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, chiudendo il confronto, ha evidenziato come l’Autonomia non sia un semplice insieme di norme, ma l’ambizione di voler dare risposte ai bisogni e quindi di costruire il futuro. “Questo - ha concluso Rossi - deve essere l’obiettivo comune della classe politica, che ha la responsabilità di indicare la strada e della dirigenza che deve mettere in campo competenza, fantasia e creatività, al fine di mettersi in presa diretta con i cittadini.”  
   
   
LA CITTADINANZA DIGITALE E´ UN ARCOBALENO DI DIRITTI  
 
Trento, 5 giugno 2014 - Stiamo vivendo in un´epoca digitale con strumenti tecnologicamente molto avanzati segnata da una profonda dicotomia: i giovani se ne sono appropriati, mentre una platea enorme di popolazione, composta da adulti e anziani, la sta soltanto subendo. Si ravvisa un cambio epocale nel nostro Paese e la rete è vissuta come luogo d´incontro, di confronto, di scambio di idee. Quale strada deve intraprendere la classe dirigente, la Pubblica amministrazione, la scuola in questo contesto? Può mettersi in gioco senza la rete? Sicuramente no e un passo avanti in questo senso è doveroso farlo per creare “sense of community” e rendere i cittadini parte attiva del cambiamento sociale. Il mondo globale è fatto di spazi fisici, di spazi di rete online/offline, di social network, di siti web in cui vi è un costante intreccio ineludibile fra la dimensione reale e virtuale. La rete può essere foriera di nuovi spazi di opportunità, ma anche di potenziali rischi, di cui il soggetto deve essere a conoscenza ed assumersi la responsabilità di farsene carico. E qui entra in gioco il ruolo di Action Aid International Italia Onlus, oggi rappresentato da Marco de Ponte, che ha trasformato in uno dei suoi capisaldi la formazione/educazione al web e la lotta per l´affermazione e promozione dei nuovi concetti di smart city e di open government in grado di garantire forme di “open data” contro le diseguaglianze sociali e a sostegno della co-partecipazione attiva della cittadinanza, anche tramite il web, al governo di un territorio. “La logica operativa che si deve innestare nella società odierna – ha detto de Ponte – deve avere alcuni cardini su cui poggiare per un reale coinvolgimento civile: le informazioni sul web devono essere accessibili, comprensibili e con formati adatti e interattivi. Action Aid sta perseguendo questo indirizzo per far sì che il cittadino si senta in gioco, parte attiva del circuito sociale: ad esempio, un intervento di grande rilievo è stato compiuto in occasione dei terremoti in Abruzzo prima e in Emilia dopo. In quest´ultima regione abbiamo avviato l´esperienza “Open ricostruzione”, una piattaforma dove cittadini, istituzioni e aziende potevano mettere in comune e confrontarsi su tutte le azioni possibili per intervenire in soccorso al territorio violato dallo scisma. Poter condividere lo stato di avanzamento lavori, registrare i danni grazie alle segnalazioni dei privati, pubblicare foto inviate dagli smartphone dei residenti, ha lenito in parte il dolore agghiacciante provocato dal sisma e ha contribuito a far nascere nei cittadini emiliani un forte e indelebile “sense of community” che è progredito, in una seconda fase, con laboratori e workshop (sia online che dal vivo) per approfondire la normativa di settore per la richiesta di finanziamenti, di accesso a particolari contributi o azioni di solidarietà. Questo è solo un esempio – ha concluso de Ponte – per indicare quanto la rete nel ventunesimo secolo possa permettere la formulazione di soluzioni ai problemi in modo collaborativo e pro-attivo fra istituzioni e privati cittadini. Ma per farlo, occorre “popolare se stessi” sia in rete che negli spazi fisici sociali, non dimentichiamolo mai”.  
   
   
PREMIO INNOVAZIONE ICT EMILIA-ROMAGNA E PREMIO LAMARCK: DUE RICONOSCIMENTI PER CREARE UN PONTE TRA STARTUP E IMPRESE  
 
Bologna, 5 giugno 2014 - La seconda giornata di Smau Bologna, giovedì 5 giugno, sarà dedicata alla consegna del Premio Lamarck, il riconoscimento dedicato alle startup più innovative pronte per il mercato e del Premio Innovazione Ict Emilia-romagna, riconoscimento che l’Osservatorio Smau consegnerà ai progetti più innovativi di utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle imprese. Un unico evento, quindi, che vedrà riunite imprese mature e nuove realtà per stimolare imprese e imprenditori, già campioni d’innovazione, a fare un passo avanti e scoprire come le startup diventano oggi un formidabile alleato per accelerare l’innovazione in azienda. L’evento sarà preceduto dallo speed pitching di startup e imprese mature, in cui le imprese si sono presentate in 90 secondi al pubblico in sala. Successivamente si passerà alla consegna del Premio Lamarck a cura di Claudio Bighinati, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Emilia-romagna. Il riconoscimento, che prende il nome dal naturalista Jean Baptiste Lamarck ed è realizzato in collaborazione con il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria, è un tributo alle migliori startup presenti nell’area R2b di Smau Bologna, volto valorizzare le idee di business già pronte a supportare l’innovazione delle imprese mature. Nell’ambito del Premio Lamarck sarà consegnato anche il Premio Made In E.r. Premio speciale per l’innovazione a cura del Resto del Carlino: un riconoscimento alla startup più innovativa nel mondo dell’Editoria e dei new Media. Prima di proseguire con il premio Federico Pedrocchi di Radio 24 intervisterà Gianluca Dettori, Presidente dPixel. Al termine Enrico Pagliarini di Radio24 passerà alla proclamazione dei vincitori del Premio Innovazione Ict Emilia-romagna. I vincitori saranno scelti tra una rosa di candidati, che nelle ultime settimane hanno presentato il proprio progetto sul sito www.Smau.it . Cinque le categorie del premio, all’interno dei quali saranno scelti i vincitori: Innovare per migliorare, il digitale per l’accesso alla cultura, il digitale per costruire comunità, logistica e innovazione, energia intelligente. Tra le 14 aziende finaliste Clf, azienda specializzata nella progettazione, manutenzione e realizzazione di nuove linee tranviarie e metropolitane ha realizzato, in collaborazione con Vodafone, un progetto di convergenza tra i servizi di connettività su rete fissa e mobile per gestire il proprio sistema di telecomunicazioni in modo semplice, veloce e dinamico integrandolo con la Rete Unica Dati; Erreà Sport Spa di San Polo di Torrile, in provincia di Parma produce abbigliamento tecnico sportivo. L’azienda, per supportare la crescita a livello internazionale ha adottato una verticalizzazione di Microsoft Dynamics Nav studiata insieme ad Alterna per meglio supportare le esigenze delle aziende del settore fashion. Una soluzione internazionale integrata che ha risposto ottimamente alle esigenze specifiche di Erreà Sport consentendo all’azienda la gestione di tutta la filiera. Day Ristoservice, la nota azienda produttrice dei buoni pasto ha ideato un’app che permette per la gestione dei buoni pasto da supporto mobile, che si basa su più tecnologie, includendo anche l’attualissima Nfc. Day Tronic permette agli utilizzatori dei buoni pasto Day di ricevere mensilmente i blocchetti virtuali di buoni pasto sullo smartphone e di pagare i pasti consumati in pausa pranzo presso gli esercizi convenzionati avvicinando semplicemente il telefono al Pos di cassa. Electrolux, una delle aziende leader mondiali nella progettazione e vendita di apparecchiature per uso domestico e professionale, nel perseguire il suo obiettivo di un rinnovamento tecnologico, ha avviato una collaborazione con una startup bolognese, Ol3 Solutions, per la creazione di un sistema di supporto nella gestione delle attività operative in ambito qualità ed ingegneria di processo. Il sistema serve ad ottimizzare le attività operative nell’ambito qualità ed ingegneria di processo e garantisce che i controlli di qualità, sia di processo che di prodotto, vengano sempre eseguiti nel rispetto sia delle prescrizioni tecniche che delle frequenze di campionamento, dando una tracciabilità completa delle operazioni di quality assurance. I risultati dell’iniziale progetto pilota si “toccano” quotidianamente in azienda. Sono diminuiti gli errori nella gestione delle attività operative, si è registrata un’accelerazione dei processi “tempi e metodi” e una riduzione delle inefficienze in produzione. L’azienda Panini di Modena ha adottato un’app mobile basata sulla tecnologia della realtà aumentata per permettere ai collezionisti di gestire in digitale il proprio album di figurine, mantenendo sempre aggiornata la lista “celo/manca” per poterla condividere con gli amici anche sui social e aumentare le possibilità di scambio. Controllare il processo di vinificazione a distanza. Tenere monitorati – da pc, smartphone o tablet – i parametri che misurano l’andamento della fermentazione, questo è invece quello che è riuscita a fare grazie alle tecnologie digitali l’Azienda Vitivinicola-agrituristica Torre Pernice. Accanto a queste realtà, a contendersi il premio innovazione Ict, vi saranno il Comune di Bologna, lo studio Agati & Carianni, Cesab Carrelli Elevatori, Emilceramica, Imperial, Centergross, Molino Dallagiovanna Gry, Società Agricola Santa Bianca. Accanto al Premio Innovazione Ict e al Premio Lamarck la giornata di domani sarà dedicata agli Smau Mob App Awards, il premio, realizzato in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano che sarà consegnato alle ore 10.00 alle più innovative app in ambito business e consumer e al tema della Bioeconomia e Sviluppo Sostenibile. Il convegno, in programma nella mattinata di domani rappresenta la prima tappa di presentazione del World Research and Innovation Forum, il programma più importante della Regione Emilia-romagna a Expo 2015, un progetto, coordinato da Aster, che vede il coinvolgimento del sistema fieristico, della rappresentanza imprenditoriale, delle Università e degli enti di ricerca della regione.  
   
   
BOLZANO, BANDA LARGA: NUOVO COMITATO GUIDA AMPLIAMENTO E GESTIONE  
 
Bolzano, 5 giugno 2014 - "Mettiamoci in rete" è lo slogan che accompagna il lavoro coordinato delle strutture provinciali nell´ampliamento della banda larga e che indica la direzione di marcia verso la fibra ottica. Allo scopo la Giunta provinciale ha approvato l´istituzione di un comitato direttivo insediato nell´Assessorato di Waltraud Deeg. "Se un tempo a sviluppare e collegare il territorio erano le tratte ferroviarie e le strade, oggi l´infrastruttura è la rete della banda larga", sottolinea il presidente della Provincia Arno Kompatscher, che ha affidato all´assessore all´informatica Waltraud Deeg il coordinamento dei lavori. "Queste reti sono il fondamento della società dell´informazione, il sostegno tecnico per i processi economici, sociali e culturali e per la partecipazione alla vita sociale, culturale e politica", aggiunge Deeg. Per potenziare e gestire la rete della banda larga con efficienza, a costi contenuti e in modo mirato al fabbisogno dell´utenza, la Giunta provinciale ha definito nella su ultima seduta un catalogo di interventi e istituito il comitato direttivo "Mettiamoci in rete", avviando la prima delle 14 misure previste. Del comitato, presieduto dal direttore del Dipartimento Famiglia e amministrazione, Stefan Walder, fanno parte i vertici della Ripartizione informatica, dell´Ufficio provinciale infrastrutture e telecomunicazioni, della Ras, di Informatica Alto Adige e del Consorzio dei comuni. "Il coinvolgimento dei Comuni è importante perchè la rete in fibra ottica va vista per il territorio nel suo complesso", sottolineano Kompatscher e Deeg. Per cementare questa collaborazione il prossimo 19 giugno è prevista una manifestazione informativa rivolta agli amministratori comunali. I compiti del nuovo comitato saranno quelli di "attuare il pacchetto di misure, definire un progetto strategico, elaborare un piano di sviluppo pluriennale diviso per zone", specifica l´assessore Deeg. Con la delibera la Giunta ha inoltre incaricato la Ripartizione informatica di elaborare, assieme agli uffici competenti, linee guida che garantiscano un accesso libero all´intera rete della banda larga in Alto Adige e promuovano la concorrenza tra i gestori di rete e i prestatori di servizi. "I cittadini devono trovare risposta alle loro esigenze e a costi accessibili - conclude Deeg - senza dimenticare che un collegamento internet efficiente permette anche alla pubblica amministrazione di portare i servizi a domicilio e ridurre la burocrazia."  
   
   
BOLZANO, NUOVO CDA DI RAS: AMPLIAMENTO FIBRA OTTICA, PROGRAMMI TV IN HD  
 
Bolzano, 5 giugno 2014 - Prima riunione del nuovo Consiglio di amministrazione della Ras, presente anche il presidente della Provincia Arno Kompatscher, e prima definizione delle prossime priorità: l´ampliamento della fibra ottica e i programmi televisivi in tecnologia Hd. La Giunta provinciale riserva delle novità anche alla Radiotelevisione Azienda Speciale Ras, che dall´Assessorato alla cultura passa alle dirette competenze del Presidente della Provincia. Grande spazio nei nuovi programmi viene assegnato all´ampliamento della rete in fibra ottica, in modo da poter assicurare nel tempo più breve possibile un accesso ad internet veloce per tutte le famiglie e le imprese locali. La Ras ha il compito di realizzare gli snodi per la fibra ottica (Pop) necessari per internet veloce e di assicurare il regolare esercizio della rete a fibra ottica. È stato questo il primo punto nell´attività fissata dal nuovo Consiglio di amministrazione della Ras nella riunione costitutiva con il presidente della Provincia Arno Kompatscher. Un altro importante obiettivo è rappresentato dal miglioramento della qualità delle trasmissioni televisive con programmi in Hd e con l´introduzione del nuovo standard di trasmissione europeo Dvb-t2. Il significativo miglioramente non deve riguardare solo la qualità televisiva ma anche quella radiofonica, con la conferma dei lavori di ampliamento della rete radio digitale. Inoltre la Ras proseguirà nella realizzazione di postazioni ricetrasmittenti comuni per i servizi radiotelevisivi e di telefonia mobile a tutela della salute e dell´ambiente, in modo da mantenere elevati gli standard dell´Alto Adige in materia.  
   
   
TRENTO: RECLUTAMENTO: UN TESTO UNICO PER IL PROGRESSO DELL’UNIVERSITÀ  
 
Trento, 5 giugno 2014 - Come modificare gli incentivi all’accademia e cooptare i migliori? Come introdurre incentivi a chi raggiunge il massimo della carriera perché continui a produrre? Come dare prospettive di carriera a chi vorrebbe entrare? Al Festival dell’Economia la comunità accademica si è interrogata su come sia possibile riformare il rapporto di lavoro dei docenti universitari per renderlo più trasparente e flessibile. Il sistema sembra molto vincolato, tuttavia gli spazi di manovra esistono e permettono maggiore autonomia agli atenei. Per l’università italiana si tratta di una sfida: affinare i meccanismi di valutazione per premiare i migliori e convincerli a restare nel nostro Paese. E una proposta: un testo unico per accorpare la normativa in materia di reclutamento, snellire e rendere più trasparenti le procedure, agganciando la competizione internazionale. Liberalizzare, semplificare, indurre le università ad assumersi maggiori responsabilità e a confrontarsi con quanto succede nel resto d’Europa. Ecco le misure che possono tentare di arginare in Italia l’inefficienza e il senso di incertezza che circondano il tema del reclutamento e della valorizzazione del corpo accademico. Una realtà che oggi conta 53mila tra professori e ricercatori, contro i 40mila del 1990, ma che sembra procedere in modo erratico. A tracciare un quadro della situazione nell’incontro promosso da lavoce.Info al Festival dell’Economia sono state oggi alcune voci autorevoli del panorama universitario italiano: Daniele Checchi (Università di Milano, lavoce.Info), Gianni De Fraja (Università di Roma Tor Vergata), Alessandro Arienzo (Università Federico Ii Napoli), Marco Mancini, Capo dipartimento del Miur, oltre a Maria Chiara Carrozza, già ministra dell’Università e rettrice della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa. Un riflessione di stringente attualità, vista la decisione, comunicata proprio ieri in tarda serata dal Miur, di rivedere nuovamente le regole per l’Abilitazione scientifica nazionale (Asn), la ‘porta’ di accesso alla docenza universitaria. Un passaggio che nel nostro Paese crea stress e tensioni: «Ad oggi – ha commentato Mancini - sulla prima tornata di abilitazioni ci sono stati 52.888 candidati valutati, di cui il 42% hanno avuto via libera, mentre il 58% sono stati respinti con proporzioni molto variabili a seconda dei settori disciplinari. Che ci sia qualcosa da migliorare lo dimostrano i 3.125 ricorsi depositati ad oggi. Questo sta a dimostrare che il sistema va semplificato» Qualche dato aiuta a inquadrare la questione. In Italia le retribuzioni sono relativamente basse all’ingresso: al momento dell’assunzione, intorno ai 36 anni, un ricercatore guadagna in media 35 mila euro l’anno, un professore associato (che ha in media 48 anni) ne guadagna 45mila mentre un ordinario (che ha in media 50 anni) 60mila. Il carico di lavoro ammonta a circa 1.500 ore, ma non è chiaro come vengano suddivise tra didattica, ricerca e, in alcuni casi, attività amministrativa. E questo è uno dei fattori che determinano la debolezza del sistema. Per quanto riguarda invece la produttività pro capite, il numero degli articoli pubblicati dai ricercatori italiani è comparabile e in alcuni casi è migliore rispetto ad altri Paesi, nonostante la scarsità di sostegno e finanziamenti alla ricerca. Il sistema italiano infatti sopravvive ma a costo di forti polarizzazioni tra molto bravi e poco produttivi. «Per tentare di ridisegnare il sistema e renderlo più produttivo – secondo Checchi - occorrono incentivi e quello più forte con i professori universitari è senz’altro la carriera. Ecco perché i concorsi universitari sono così importanti. Ma le regole sui concorsi cambiano continuamente, impedendo ai singoli di pianificare la propria carriera. Nonostante questa variabilità, l’università in Italia è refrattaria a ogni cambiamento: continua ad andare avanti con regole che l’accademia si dà internamente e che la politica non riesce a cambiare». «Le università – ha spiegato Carrozza - non sono tutte uguali, sia per le dimensioni, sia per il capitale sociale che per le loro potenzialità. Di ciò bisogna tenere conto nel disegnare una legge che però deve andare bene per tutti. Deve essere dinamica e mirare a incoraggiare il sistema a muoversi verso un obiettivo di miglioramento. Anche la quota premiale va vista in questo senso: come un’opportunità per rinnovarsi, non una condanna. Serve un testo unico, con poche regole semplici e chiare, per fare sistema e superare tutte le normative ora esistenti in materia e per riformulare lo stato giuridico dei docenti per renderlo efficiente e attuale. Il sistema di reclutamento deve essere integrato e ispirato a quelli preesistenti a livello internazionale, più trasparente, con parametri verificabili e a disposizione dei cittadini, come quelli introdotti dall’Anvur». Maria Chiara Carrozza ha poi speso qualche parola per lodare l’approccio virtuoso alla gestione e l’autonomia dell’Università di Trento, ateneo che ha conosciuto bene quando è stata coinvolta nella stesura dell’ultimo Statuto: «Quello dell’Università di Trento è un modello a cui si guarda troppo poco».  
   
   
"A SCUOLA D´IMPRESA": IL LICEO ARTISTICO "METELLI" DI TERNI RAPPRESENTERÀ L´ITALIA ALLE FINALI DI "ENTERPRISE EBG - EUROPEAN BUSINESS GAME"  
 
 Perugia, 5 giugno 2014 – Sarà un team di studenti del Liceo Artistico "Metelli" di Terni a rappresentare l´Italia alle finali europee dell´European business game, che si terrà quest´anno in Umbria, dal 29 giugno al 4 luglio: gli studenti del Liceo Metelli sono arrivati primi alla finale nazionale della 22/ma edizione di "Enterprise Ebg - European Business Game", una simulazione di creazione d´impresa alla quale hanno partecipato per l´anno scolastico 2013-2014 circa 3 mila studenti provenienti da 9 paesi europei: Inghilterra, Francia, Danimarca, Isole Farhoer, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Croazia e Guyana Francese. Complessivamente gli studenti italiani erano 700 e provenivano da 16 scuole dell´Emilia Romagna, dell´Umbria e dell´Abruzzo: gli studenti umbri frequentano le scuole di Perugia, Terni, Spoleto, Foligno, Magione, Castiglion del Lago, Assisi, Città della Pieve e Umbertide. Tra le altre città italiane coinvolte, Ravenna, Faenza e Lugo per l´Emilia Romagna, Chieti per l´Abruzzo. All´iniziativa per l´Umbria hanno partecipato complessivamente otto squadre di "studenti imprenditori" che hanno passato il turno delle finali regionali del progetto "A scuola d´impresa" promosso dall´Agenzia Umbria Ricerche e attuato con la collaborazione di Ecipa Umbria, Centro Studi Città di Foligno e Ecipa Ravenna, che si sono tenute il 29 di maggio scorso nella nostra regione. Il Liceo Artistico "Metelli" di Terni si è aggiudicato il primo posto della finale italiana con la business idea "Paperplane" che realizza eventi nelle città, tramite l´invenzione di una nuova tecnica che sviluppa cortometraggi video-mappati da proiettare sugli edifici di maggiore rilievo pubblico. La squadra di "studenti-imprenditori", rappresentata da Andrea Colarieti, Marco Matteucci, Ilenia Morelli, Alessia Franceschini, Ginevra Tundo e supportata dagli insegnati Massimo Zavoli, Antonella Corpetti e Diana Robustelli, ha individuato un tipo di comunicazione che unisce la spettacolarità visiva del video mapping alla comunicatività del cortometraggio interagendo e rendendo protagonista il pubblico. La squadra ternana parteciperà per L´italia all´European business game insieme ai team vincenti di Inghilterra, Francia, Danimarca, Isole Farhoer, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Croazia e Guyana Francese. I ragazzi dell´artistico di Terni, oltre ad accedere alla finale europea, si sono aggiudicati una vacanza studio di perfezionamento della lingua inglese a Malta finanziata dal progetto "A scuola d´impresa". Alla squadra del Liceo Metelli, al dirigente scolastico e ai docenti che hanno guidato i ragazzi coinvolti nell´iniziativa, ha comunicato in una lettera l´apprezzamento per il risultato raggiunto e le sue personali congratulazioni, la rappresentante dell´Assessorato regionale all´Istruzione: nelle prossime finali europee - ha scritto - sarete chiamati ad un impegno importante: rappresentare l´Italia con altri dieci paesi. Questo sarà per voi una grande responsabilità che sono certa saprete affrontare con determinazione e capacità. Il secondo posto alla Finale Nazionale di Ravenna è stato aggiudicato alle squadre che si sono distinte sul territorio regionale. Per l´Umbria è risultato vincitore il progetto "Energy reed" dell´Itc "Rosselli –Rasetti" di Castiglion del Lago, con un´idea di un pannello da utilizzare nell´edilizia come isolante, costruito recuperando la cannina del Trasimeno. La squadra composta da Bonucci Francesco, Lisi Fabrizio, Rocchini Josefin, Bernardini Nelly, Timoce Iulia e supportata dall´insegnante Antenucci, si è aggiudicata come premio un viaggio studio presso le istituzioni europee a Bruxelles. A pari merito il terzo posto è stato assegnato per il progetto "Home case", alla squadra del Liceo Artistico "Metelli" di Terni, composta Alessio Proietti, Riccardo De Souza, Nicholas De Pascali, Emaniela Alice Rumega, Matteo Muti, coordinata dai professori Massimo Zavoli, Antonella Corpetti e Diana Robustelli; mentre per l´istituto d´istruzione superiore "Campus Da Vinci" di Umbertide il progetto premiato è stato "Water saver". La squadra era costituita da Aurel Picari, Elena Paciotti, Noemi Splendorini, Andrea Squartini e coordinata dal professor Marzio Bucci. Ad entrambi i gruppi è stata assegnata una borsa di studio.  
   
   
TRENTO: GLI STUDENTI DELLA CONSULTA "SPIEGANO" L´AUTONOMIA  
 
Trento, 5 giugno 2014 - Cos´è l´Autonomia? Lo slogan della campagna lanciata un paio di anni fa dalla Provincia (Autonomia: il diritto di sentirsi in dovere) si è arricchito di un paio di parole in più: sono "partecipazione" e "coinvolgimento". Perché era proprio questo lo spirito che si è colto nelle quasi due ore trascorse nell´aula magna del Palazzo dell´istruzione dove i ragazzi della Consulta degli studenti hanno parlato di "statuto speciale", ma anche di scuola, di Europa, di trilinguismo assieme al Presidente della Provincia autonoma di Trento. Era uno degli stimoli emersi dal primo incontro che gli studenti avevano avuto con Ugo Rossi qualche mese fa, il desiderio cioè di raccontare a modo loro l´autonomia con l´obiettivo ambizioso di inventarsi un modo per approfondire e comunicare la nostra "specialità" magari con una formula che possa essere utilizzata nel corso degli anni dalla scuola stessa. Ed oggi ciò di cui hanno dato prova è stato incoraggiante, con una vera e propria lezione, attrezzata da videointerviste e slides di approfondimento storico e giuridico da cui è partito un dibattito destinato a proseguire nel tempo. Il confronto è partito dalle origini storiche dell´Autonomia, dalle sue prospettive e dalle implicazioni nella vita di tutti i giorni. Gli studenti della Consulta provinciale hanno mostrato al presidente un video realizzato durante il Festival dell’Economia (è visibile sul sito www.Provincia.tn.it) nel quale è stato chiesto ai giovani di esprimersi sul significato dell’Autonomia. Dalle parole dei ragazzi sono arrivati alcuni spunti interessanti e qualche critica, ma in generale è emersa la consapevolezza di vivere in un contesto amministrativo e politico molto peculiare, eredità di un lavoro importante svolto dalla classe politica negli ultimi decenni, che può offrire al Trentino e ai giovani grandi opportunità, fra diritti e doveri che derivano dalla pratica dell’autogoverno. “L’autonomia è una pratica, un modo di affrontare i problemi”, ha detto il presidente Rossi, declinandola su tre parole chiave: responsabilità, volontariato e cultura. “E’ una grande opportunità che implica un’altrettanto grande responsabilità, un impegno a cui occorre essere preparati per poterlo gestire al meglio”. Rossi ha ricordato che la Repubblica italiana, riconoscendo l’Autonomia nella Costituzione, ha certificato una situazione che esisteva prima della nascita della Repubblica, nella coscienza collettiva della popolazione, nelle pratiche secolari delle comunità trentine. “Abbiamo ricevuto secoli prima di altri popoli, ha detto, gli strumenti per essere protagonisti del nostro futuro”. Autonomia significa dunque senso di responsabilità che si lega alla vasta rete di volontariato presente in Trentino, ovvero di cittadini impegnati in favore della comunità. “La scuola e gli studenti che ne sono i protagonisti, devono affrontare il tema dell’Autonomia, perché rappresenta un’operazione culturale, non è un obiettivo politico, né un tentativo di forgiare un pensiero unico, ma uno strumento necessario per poter essere attrezzati ad affrontare le sfide dell’autogoverno”. Proprio come deve essere la scuola che - ed il concetto è stato riassunto in un bozzetto grafico che ha fatto da sfondo alla discussione - rappresenta il "software attraverso il quale alimentare il nostro futuro". La discussione fra il Presidente ed i ragazzi è stata ampia ed approfondita, con molte domande anche sui temi attinenti alle tematiche giovanili come la scuola, lo studio delle lingue ed il mondo del lavoro. Prossimo appuntamento il 5 settembre durante la Giornata dell’Autonomia, quando gli studenti presenteranno un video in cui proveranno ad esprimere la propria visione del concetto di autogoverno.  
   
   
IL PESCE PROMOSSO A PIENI VOTI DAGLI ALUNNI DELLE MARCHE  
 
Ancona, 5 giugno 2014 - Altro che i bastoncini impanati della pubblicità: meglio un piatto di sardoncini scottadito, magari da mangiare con le mani! Lo dicono gli oltre tredicimila bambini che hanno partecipato alla campagna educativa alimentare “Pappa Fish. Mangia bene, cresci sano come un pesce”. Come pure lo hanno ribadito davanti alle telecamere di Rai Expo, arrivata in questi giorni a documentare la novità di un caso unico in Italia e forse anche in Europa. A nemmeno un anno dalla prima sperimentazione, il progetto promosso dalla Regione Marche con il cofinanziamento del Fep (Fondo Europeo per la Pesca) ha illustrato i suoi risultati a Senigallia, alla presenza di rappresentanti del mondo della scuola, delle istituzioni e degli operatori di settore. Rompendo gli schemi della visita istituzionale, sono stati gli alunni stessi ad accogliere con allegria Sara Giannini, assessore regionale alla pesca, Uriano Meconi, dirigente servizio pesca e Stefano Schiavoni, assessore alla pubblica istruzione del Comune di Senigallia, in visita alla scuola elementare G. Pascoli. La mattinata è proseguita subito dopo alla Rotonda, dove a parlare sono state le cifre. Dai dati raccolti arriva dunque la conferma che la campagna ha colto nel segno: portare i bambini ad amare il pesce, e non uno qualunque, ma quello che arriva fresco dalle nostre coste. Il progetto Pappa Fish è stato in grado di coinvolgere 22 Comuni, 120 scuole pubbliche dell´infanzia, primarie e secondarie delle Marche con una schiera di 13.000 alunni. Anche se la rete dei soggetti direttamente coinvolti è quanto mai ampia: Asur, amministrazioni, psicologi della nutrizione, biologi marini; insegnanti, genitori, educatori e animatori teatrali; tecnologi alimentari, comitati mensa, cuochi, e ovviamente tutti gli stadi della filiera locale, dai pescatori alle aziende di trasformazione. Ruoli e professionalità differenti che hanno collaborato attivamente alla riuscita di un unico ambizioso progetto. Nell´arco di pochi mesi, nelle scuole aderenti sono state più di 750 le giornate di somministrazione, con una media di oltre 11.000 pasti per giornata, per un totale di 21 tonnellate di prodotto, attentamente pulito, spinato e sfilettato. Alici, triglie, suri, moli, pannocchie, sardine, sgombri, gallinelle, ma anche cozze, vongole e persino trote: sono solo alcune delle 15 tipologie di pesci e molluschi arrivate sulla tavola degli alunni, almeno una volta a settimana, a seconda della disponibilità, della stagione e del comune di appartenenza (se costiero o dell´entroterra). Tutte interpretate in più di 30 diverse ricette, comprese le varianti stagionali. Più che soddisfatti, anzi sorpresi gli insegnati: in pochi avrebbero immaginato di ritirare i piatti vuoti! Oltre all´evidente colpo d´occhio, i dati sugli “avanzi” hanno dimostrato un calo significativo dello scarto (-35%): se prima della sperimentazione, circa mezza porzione di pesce (congelato) veniva buttata, con il prodotto fresco locale non ne restano che briciole (11%). In un progetto che mette il bambino al centro, il parere dei piccoli assaggiatori è stato fondamentale. Sono stati circa 20.000 i questionari raccolti: dai 3 anni in su, tutti i bambini hanno riportato il loro maggiore o minore gradimento su una scheda intuitiva ed efficace con bollini colorati (verde/mi piace, rosso/non mi piace) e “smiley” (facce sorridenti o tristi). Così che ogni mensa, in base ai giudizi rilevati, ha potuto aggiustare le ricette e inventarne di nuove anche in corso d´opera. Oltre alla somministrazione nelle mense, il progetto si è sviluppato anche in aula lungo un percorso multidisciplinare e per fasi. Con l´affiancamento di esperti psicologi, nutrizionisti e biologi, gli insegnanti hanno costruito progetti didattici calibrati per ogni fascia di età e in base alle specifiche esigenze della classe. Come? Attraverso un mix di chiavi educative: il gioco, la narrazione fantastica e l´esperienza reale in prima persona. Così gli alunni hanno vestito i panni di pescatori, chef, esploratori e artisti, senza quasi accorgersi di nutrirsi al tempo stesso anche di importanti valori come la salute, la tutela dell´ambiente, il rispetto per la biodiversità e la riscoperta delle proprie radici culturali. Più di 100 diversi laboratori, 1.700 ricettari distribuiti alle famiglie, oltre 12.000 elaborati tra disegni, e-book e video multimediali, decine di visite ai luoghi della tradizione marittima (porti, mercati ittici, musei del mare), e infine i “Pappa Fish Days”, le giornate di festa che da nord a sud delle Marche hanno concluso in bellezza il progetto nelle ultime settimane di scuola. Grazie a questo approccio integrato, i bambini hanno scoperto che il pesce fresco “a miglia zero” non solo è buono e fa bene, ma che è anche divertente. Pappa Fish promosso a pieni voti, dunque, anche dai giudici più diffidenti. La campagna ha avuto una risonanza internazionale. Non sono mancati infatti gli scambi interculturali con scuole di altri Paesi, da Cipro alla Norvegia, tramite piattaforme didattiche in rete e video-chiamate in tempo reale tra gli alunni. Inoltre il modello educativo Pappa Fish è stato riconosciuto come un caso studio anche da parte del Lifelong Learning Programme, il programma dell´Unione Europea che sostiene la formazione permanente. All´efficacia educativa del progetto, si aggiunge un aspetto non secondario, come la profonda valenza in termini di sviluppo locale: con le risorse attivate grazie al Fep, la Regione ha inteso creare nuove opportunità occupazionali per la filiera della pesca e dell´itticoltura, un comparto già assai provato da condizioni di mercato penalizzanti. “Con Pappa Fish le Marche hanno elaborato un modello virtuoso di sviluppo sostenibile” riconosce Sara Giannini, assessore regionale alla pesca. “Anche tra gli operatori del settore non pochi hanno saputo riconoscere le potenzialità del progetto, attivandosi per rispondere adeguatamente alle richieste e agli standard delle mense, come la spinatura e la sfilettatura di tutto il prodotto. Non è stato semplice rielaborare un processo industriale ad hoc, ma ogni sforzo è stato premiato”. “Siamo convinti della validità dell´iniziativa, del resto testimoniata dagli ottimi risultati - continua l´Assessore - per questo siamo riusciti a destinare risorse a un nuovo bando per l´anno scolastico 2014/15 (scadenza 20 giugno), auspicando che vi possa partecipare un numero ancora maggiore di Comuni, scuole e operatori di filiera. Come Regione vogliamo colorare di azzurro le tavole marchigiane, partendo dai bambini e dai luoghi educativi primari, le scuole e le famiglie. Tra le novità del prossimo anno, ci sarà un Pappa Fish Master Chef, una sorta di competizione che vedrà partecipare i piccoli con i propri genitori”. Durante la conferenza stampa sono stati presentati anche numerosi materiali realizzati dai bambini nel corso dell´anno e ora raccolti sul sito web pappafish.Regione.marche.it: qui l´apposita area attività è cresciuta man mano con i contenuti inviati dagli insegnanti, e tuttora consultabili online. Il portale, caratterizzato dall´allegra immagine della campagna, ha accompagnato alunni, docenti e genitori come un vero supporto didattico, un´unica piattaforma dove tutte le scuole hanno potuto raccontare e condividere idee, progressi e risultati finali.  
   
   
AOSTA, ASSEGNAZIONE BORSE DI STUDIO A SOSTEGNO DELLA SPESA DELLE FAMIGLIE PER L’ISTRUZIONE  
 
Aosta, 5 giugno 2014 - L´assessorato dell´istruzione e cultura informa che sono stati approvati i criteri per l´assegnazione, per l´anno scolastico 2013/2014, di borse di studio a sostegno della spesa delle famiglie, tra l’altro, per i servizi di mensa e trasporto, le rette di collegi e convitti, l’acquisto di materiale didattico e informatico, le gite e le attività scolastiche. Il contributo è destinato alle famiglie di studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, secondo i parametri stabiliti dal bando. La documentazione e il modulo di domanda sono in distribuzione presso l´Ufficio relazioni con il pubblico – Urp Vallée d’Aoste, a Palazzo regionale, ad Aosta, con il seguente orario: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 14.00 – martedì ore 9.00/17.00, oppure possono essere scaricati dal sito Internet www.Regione.vda.it  nella sezione “Istruzione” alla voce “Diritto allo studio ordinario”. La scadenza è fissata per venerdì 29 agosto 2014. Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi alla Direzione Politiche educative, in corso Saint-martin-de-corléans, n. 250, ad Aosta, tel. 0165-275851/275853 dalle ore 9 alle ore 12.  
   
   
BOLZANO: SETTE MILIONI PER LE BORSE DI STUDIO, SOGGIORNI STUDIO ALL´ESTERO  
 
Bolzano, 5 giugno 2014 - Ammonta a oltre 7 milioni di euro la dotazione finanziaria del bando 2014/2015 per borse di studio riservate a studenti delle scuole superiori che alloggiano fuori famiglia. Si tratta dell´ultimo bando organizzato con il vecchio sistema per la valutazione di reddito e patrimonio, dal prossimo anno spazio al Durp. Nuove regole anche per quanto riguarda gli esami riservati a chi frequenta un soggiorno studio all´estero. Le borse di studio della Provincia di Bolzano previste per l´anno scolastico 2014/2015 a favore degli alunni delle scuole superiori che devono alloggiare presso strutture e convitti, sono 2.340. L´importo di ogni borsa ammonta a 2.800 euro e il totale della spesa impegnata dalla Giunta provinciale è di 7.108.920 euro. "Si tratta dell´ultimo bando - ha precisato il presidente Arno Kompatscher - che utilizza il vecchio sistema di valutazione del reddito e del patrimonio messo in piedi in maniera specifica per le borse di studio. Dal prossimo anno, infatti, verrà utilizzata la Durp (Dichiarazione unificata di reddito e patrimonio) allo scopo di ridurre la burocrazia e di armonizzare le procedure amministrative". Novità anche per i ragazzi delle scuole superiori che decidono di frequentare un anno (o parte di esso) all´estero tramite un soggiorno-studio. "Sino ad oggi - ha sottolineato Kompatscher - al loro rientro in Alto Adige erano costretti a svolgere un esame integrativo per essere ammessi all´anno successivo. Riteniamo che si tratti di uno strumento che disincentiva i ragazzi ad apprendere questo tipo di esperienze, che invece noi puntiamo a diffondere sempre di più in un´ottica di mobilità transfrontaliera". Su proposta del Consiglio scolastico, dunque, la Giunta ha modificato il passaggio riguardante gli esami integrativi, che dovranno essere svolti solo in due casi: se sono presenti valutazioni negative in singole materie, oppure se nel piano di studi dell´istituto estero non figurano materie fondamentali del proprio percorso formativo.  
   
   
PUGLIA, DAL PALCOSCENICO ALLA REALTÀ: EVENTO FINE PROGETTO OGGI A SHOWVILLE  
 
Bari, 5 giugno 2014 - Circa 12 mila studenti coinvolti per 110 istituti superiori di tutta la Puglia tra tecnici e licei: termina giovedì 5 giugno, con un grande evento presso la multisala Showville di Bari il percorso “Dal palcoscenico alla realtà. A scuola di prevenzione”, progetto curato da Regione Puglia/assessorato alle Politiche della Salute e Inail, con il Teatro Kismet Opera e con la collaborazione dell’ Ufficio Scolastico Regionale. A partire dalle 10.00 verranno assegnati i premi alle scuole che durante l’anno scolastico hanno preso parte alla visione dello spettacolo “Vite spezzate”, incontrando nei giorni successivi gli esperti di Inail e Spesal e che a partire dalla visione e dal confronto con gli esperti hanno presentato a una giuria di addetti ai lavori i loro elaborati video, fotografici e – novità di quest’anno – anche narrativi sul tema della sicurezza sul lavoro e delle morti bianche. Alla cerimonia di premiazione saranno presenti il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola e l’Assessore al Welfare della Regione Puglia, Elena Gentile, nonché i componenti della Commissione esaminatrice, Giovanni Asaro (Direttore generale Inail Puglia), Vincenzo Mazzeo (Dirigente Ufficio Attività istituzionali Inail Puglia) Giovanna Labbate (responsabile Servizio Assistenza Territoriale e Programmazione all’interno dell’area Politiche per la promozione della salute), Fulvio Longo (Direttore dello Spesal Area Metropolitana), Anna Cammalleri (Dirigente Ufficio Scolastico Regionale) e Maria Veronico (Ufficio Scolastico Regionale), Augusto Masiello (Presidente Teatro Kismet Opera Bari) e l’attore Antonio Stornaiolo, che condurrà l’intera mattinata. Interverranno inoltre Antonio Tommasi (responsabile Ufficio sanità pubblica Regione Puglia) e Teresa Ludovico (direttrice artistica Teatro Kismet Opera Bari). Inoltre testimonial d’eccezione dell’evento saranno il produttore cinematografico Domenico Procacci (Fandango), lo scrittore Andrea Kerbaker e il giovane presidente del Distretto Puglia Creativa Vincenzo Bellini, insieme a testimoniare la capacità della cultura – sia essa in forma di cinema, di scrittura o di spettacolo dal vivo – di essere impresa al servizio della collettività e delle giovani generazioni. Il progetto “Dal palcoscenico alla realtà. A scuola di prevenzione” è partito lo scorso ottobre ed è stato diviso in più fasi: gli studenti delle scuole pugliesi coinvolte hanno prima visto lo spettacolo “Vite spezzate”, diretto da Teresa Ludovico e liberamente tratto dal libro “I Quaderni della prevenzione: drammi inevitabili o eventi prevenibili?”, pubblicati dalla Regione Puglia; in un secondo momento hanno incontrato gli esperti della Regione che si sono soffermati con loro sui temi legati alla sicurezza sul lavoro e alla necessità di rispettare sempre tutte le norme in tema di sicurezza. Infine sono stati invitati a realizzare, nelle loro scuole, degli elaborati in formato video, immagine, racconto, valutati questa volta a più livelli: tra le novità dell’edizione 2013/14 c’è infatti anche la creazione di una nuova giuria “popolare”, formata dagli stessi studenti che saranno presenti giovedì 5 giugno e cui spetterà il compito di assegnare il loro premio speciale. Accanto a questa poi e oltre alla giuria di esperti, nelle scorse settimane è stato attivo anche il voto on line sulla pagina Facebook “A scuola di prevenzione”. La commissione, che ha esaminato i 144 prodotti pervenuti (quasi il doppio dello scorso anno in cui ne sono arrivati 74) ha apprezzato molto i lavori conclusivi realizzati dalle scuole che hanno partecipato alla selezione per ricevere i seguenti premi: per la sezione “immagini in movimento” ovvero video tre premi dell’importo di 10mila euro ciascuno; per la sezione “foto pictures” tre premi dell’importo di 5mila euro ciascuno; per la sezione “racconti” tre premi dell’importo di 1500. Inoltre per la selezione del web saranno assegnati premi da 1000 euro per sezione, mentre per la selezione degli studenti sarà assegnato il premio “special one” dell’importo di 1000 euro, il tutto per un importo complessivo di 53.500 euro. Gli Istituti scolastici vincitori dovranno destinare le somme all’acquisto di attrezzature e materiali funzionali alla prevenzione e al miglioramento delle condizioni di sicurezza nelle strutture scolastiche.  
   
   
COME IMPARARE AD IMPARARE. SENZA PRECIPITARE.  
 
 Trento, 5 giugno 2014 - Il futuro è di chi impara, anzi, di chi impara ad imparare, ed è disposto a farlo per tutta la vita, mettendo in gioco le conoscenze già acquisite e predisponendosi ad acquisirne di nuove. Su questo tema si sono confrontati, nella sede della Banca di Trento e Bolzano, il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico Alessandro Olivi, il prorettore vicario dell´Università di Trento Paolo Collini e il vicepresidente del consiglio di gestione del gruppo Intesa Sanpaolo Giovanni Costa, moderati dal direttore del Corriere del Trentino, Enrico Franco. "Dire cosa imparare, indirizzare i giovani inseriti nei percorsi di formazione verso il mondo del lavoro e verso le professioni di punta, è un compito che spetta alla classe dirigente, posto che la classe dirigente non sono solo i politici, ma anche la finanza, l´università, l´alta burocrazia - ha detto Olivi - L´italia deve fare uno sforzo particolare in questo campo se vuole tornare ad essere un grande paese industriale che sa fare le cose meglio degli altri. Bisogna anche colmare il gap fra università e mondo del lavoro, come l´Europa ci incoraggia a fare attraverso il programma Garanzia Giovani. In Trentino stiamo lavorando in entrambe le direzioni: rafforzando i percorsi dell´alta formazione e della ricerca ma anche quelli della formazione professionale e dell´apprendistato. Bisogna creare un sistema competitivo, in ogni sua articolazione, per trattenere qui persone talenti, risorse, e per attirarle dall´esterno. Le deleghe che abbiamo ottenuto dal governo, sugli ammortizzatori sociali e sull´università, sono in questo senso fondamentali. Dobbiamo anche creare reti di sostegno per chi prova a evolvere, e anche per chi, ad esempio creando una start up, rischia di andare incontro a un fallimento". La situazione del mondo dell´istruzione oggi è stata sintetizzata così dal professor Costa: "Ci sono in Italia buoni licei e buone università. Questo va detto, ed è un compito che spetterebbe in particolare alle persone che hanno avuto successo nel mondo del lavoro. Dopodiché, la ricerca si va specializzando, e quindi è fondamentale per chi vuole progredire su quella strada andare nei centri di eccellenza. L´università di Trento ha dimostrato di saper fare scelte importanti in alcuni campi fondamentali ed investire lì le risorse necessarie. Questo è importante perché non si possono disperdere le energie".Ma cosa significa costruirsi dei bagagli professionali? Costa ha utilizzato quattro metafore animali. La mosca della frutta ha un ciclo di vita brevissimo e può vivere solo in un ambiente particolare: questa è la situazione peggiore con cui ci si può presentare nel mondo del lavoro. E´ quella del lavoratore interinale o a chiamata, senza grandi competenze o un forte radicamento. La chiocciola invece è un animale solitario, che si porta appresso, nella conchiglia, tutto ciò che gli consente di sopravvivere e adattarsi alle situazioni. L´artigiano è il lavoratore più vicino a questo animale: il difetto della chiocciola è di essere lenta, la sua forza il disporre di un bagaglio che gli consente di sopravvivere. Il baco da seta vive in comunità allargate: tuttavia è chiuso in un bozzolo. E´ la condizione di chi lavora in grandi organizzazioni, industriali o anche della pubblica amministrazione. Questa è la sua forza ma anche la sua debolezza, perché se l´organizzazione entra in crisi la crisi lo travolge. La rondine, infine, sa costruirsi ciò che gli serve in qualsiasi luogo, usando il materiale che trova. E´ individualista ma si sposta in stormo. E´ flessibile, adattabile. Questa, oggi, è la condizione migliore in cui un lavoratore può trovarsi. Con Collini l´attenzione si è spostata sul concetto di precariato, che in un mondo che richiede sempre più flessibilità e adattamento può essere visto anche in una accezione positiva. "Precario fa pensare a qualcuno che sta per cadere. Ma se noi passiamo da una situazione ad un´altra, senza cadere, il cambiare spesso non è necessariamente negativo. E´ la condizione di contesto che fa la differenza fra il precipitare o l´approdare da un posto ad un altro, magari migliore. In Italia abbiamo da un lato il lavoratore iperprotetto e dall´altra un esercito di giovani in balia di un mercato del lavoro disastroso. Oltretutto a carico dei poco protetti ci sono molti oneri, in parte generati dalle generazioni precedenti. Dobbiamo dare ai giovani di dare la possibiltà di evolvere: magari non saranno fin da subito rondini, ma devono poter tendere a quell´obiettivo. Ciò richiede certo un bagaglio di competenze tecniche ma anche un´attitudine al cambiamento che esula dall´apprendimento scientifico tradizionale, che si sviluppa con l´esperienza". E le start up? Le nuove imprese? "Inevitabilmente ogni sistema territoriale è destinato ad essere un po´ zoo - ha detto innanzitutto il vicepresidente Olivi - ed è anche dall´equilibrio di queste componenti che riusciamo a costruire meccanismi di coesione e appartenenza. Bello essere rondini, con la loro propensione a migrare, ma servono anche gli artigiani, radicati al territorio. Va detto però che negli anni abbiamo costruito in Italia un welfare più centrato sulle posizioni ferme, cristallizate, che sulle situazione di transizione. Questa è la sfida che ci aspetta anche in Trentino, ora che abbiamo acquisito la delega sugli ammortizzatori sociali. Servono più politiche attive, e soprattutto reti di protezione per chi si sposta, per chi deve o vuole cambiare. Stiamo investendo molto su questo. Ciò vale in particolare per le start up: dobbiamo assumerci tutti un rischio, quello della mortalità di una arte di queste esperienze. Se vogliamo rigenerare il nostro tessuto produttivo dobbiamo essere capaci da un lato di selezionare idee e proposte ma dall´altro anche di sostenere chi fallisce, facendo sì che non precipiti". In quanto all´Europa, Olivi ha parlato di "Garanzia Giovani", progetto che ha trovato in Trentino un terreno fertile dove attecchire. "L´europa ci incoraggia a creare percorsi per saldare il mondo della formazione e quello del lavoro, agendo quindi prima che il giovane diventi un disoccupato, facendosi carico della transizione". In generale, ciò che è emerso nel corso del dibattito è anche che i lavori in crescita e che danno soddisfazione sono quelli di interazione. Possono essere anche lavori svolti artigianalmente, ma presuppongono un forte bagaglio di conoscenze unito ad un´ampia disponibilità a confrontarsi con situazioni nuove e a risolvere problemi specifici. Sugli incrementi di produttività, i grandi numeri, le produzioni standardizzate è difficile reggere la concorrenza dei paesi emergenti. Da Costa è arrivata una critica anche alle lauree triennali, all´illusione data agli studenti che in poco tempo si potessero formare esattamente le professioni richieste dal mondo del lavoro. Del resto, come riconosciuto da Collini, l´università ha delle vocazioni ma non può fare tutto. E´ vero che le metacompetenze non derivano più solo dalla ricerca tradizionale e dalla didattica tradizionale. Lo abbiamo già visto nella storia, ad esempio nel passaggio negli Usa dall´università "tradizionale" alle business school. E tuttavia l´università continua ad essere al centro del sistema formativo. Per saldare il mondo dell´università a quello del lavoro la stessa università deve quindi servirsi di altre competenze: non quella del ricercatore tradizionale, ma quella ad esempio di chi ha accumulato molte esperienze diversificate. E deve aiutare i giovani a fare esperienze anche al di fuori dell´aula. E la politica? "Essa è solo un segmento della classe dirigente - ha chiosato Olivi - . Il Paese oggi ha bisogno di una ridefinizione etica. Veniamo da vent´anni di individualismo, di leadership che puntavano sull´emotività. Ora mi pare che l´Europa stia mandando all´Europa un messaggio nuovo: vogliamo stare in Europa come comunità, non come sommatoria di individui".  
   
   
APPROVATO LO SCHEMA DI INTESA SUGLI OBBLIGHI DEL CONCORSO AL PATTO DI STABILITA´ FRA PROVINCIA DI TRENTO E UNIVERSITA´  
 
Trento, 5 giugno 2014 - Via libera dalla Giunta provinciale nella seduta di venerdì scorso allo schema di intesa fra Provincia autonoma e Università di Trento licenziato nell´ultima settimana di maggio dalla quinta Commissione consiliare e relativo al rispetto del patto di stabilità 2014. "L´intesa sottoscritta - sottolinea l´assessora all´università e ricerca Sara Ferrari - ha cercato di coniugare il rispetto dei parametri indicati per concorso al raggiungimento del patto di stabilità della nostra Provincia con l´esigenza di una gestione del bilancio in grado di assecondare gli obiettivi della programmazione dell´attività formativa e di ricerca dell´Università di Trento. Analogamente a quanto indicato dalla disciplina nazionale per gli atenei più virtuosi e prestigiosi, nel rispetto del vincolo di una spesa complessiva del personale pari al 65% del finanziamento ordinario, è stata prevista la possibilità di investire in nuove assunzioni di docenti e ricercatori tutti i risparmi derivanti dalla cessazione del personale avvenuta nell´anno precedente. Con l´obiettivo di valorizzare i giovani, si è stabilito che almeno il 50% delle risorse a disposizione dalle cessazioni siano utilizzate per l´assunzioni di ricercatori, a cui si può cercare di garantire uno sviluppo di carriera futuro. Come previsto nell´Atto di indirizzo approvato per il 2012-2014, l´Ateneo adotta un piano di miglioramento che permette al tempo stesso di incrementare l´efficienza, la qualità dei servizi, il contenimento delle spese (in particolare quelle di back office anche attraverso l´utilizzo delle società di sistema), e il conseguente trasferimento di risorse dalle spese di funzionamento agli investimenti e alla ricerca, in una quota fissata per il 2014 in 2.340.000 euro, nonché il rispetto del limite di indebitamento a fronte del piano degli interventi di edilizia universitaria. Ciò significa che tutte le risorse derivanti dal piano di miglioramento sono state reinvestite nell´ateneo. Le regole adottate con L´università di Trento - spiega ancora l´assessora Ferrari - vanno nella direzione di valorizzare l´autonomia dell´ateneo, fissando vincoli di spesa semplici e chiaramente definiti, che permettano il rispetto delle regole di finanza pubblica e nel contempo consentano all´Ateneo di continuare a disegnare la propria offerta formativa e quella di ricerca e sviluppo per essere riconosciuto tra le migliori università a livello nazionale e internazionale e come fattore di attrattività e di sviluppo economico del nostro territorio.  
   
   
IMPORTANTE CONTRIBUTO DELL´UE PER UNA PIÙ AMBIZIOSA AZIONE GLOBALE PER IL CLIMA IN OCCASIONE DELLA CONFERENZA DI BONN  
 
Bruxelles, 5 giugno 2014 - L´unione europea presenterà il suo contributo per promuovere una più ambiziosa azione internazionale per il clima fino al 2020, in occasione dei negoziati sui cambiamenti climatici dell´Onu che si svolgeranno dal 4 al 15 giugno a Bonn, in Germania. La conferenza sarà condotta essenzialmente da funzionari amministrativi, ma comprenderà anche discussioni a livello ministeriale il 5 e 6 giugno. I 10 giorni nei quali si svolgeranno i negoziati rappresentano un´opportunità per compiere ulteriori progressi verso un accordo climatico mondiale da concludere il prossimo anno per il periodo successivo al 2020, nonché verso misure per rafforzare l´azione internazionale per il clima per il periodo precedente. Tali misure sono necessarie per colmare l´ampio divario esistente fra gli impegni attualmente sottoscritti dai vari paesi al fine di limitare le emissioni di gas a effetto serra e gli obiettivi di riduzione necessari a mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2ºC rispetto alla temperatura dell´era preindustriale. Connie Hedegaard, Commissaria responsabile per l´Azione per il clima, ha dichiarato: "Anche se stiamo già prendendo in considerazione il prossimo decennio, è fondamentale intensificare le azioni anche prima del 2020. L´ue supererà ampiamente i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dal protocollo di Kyoto per il periodo precedente il 2020. È stato possibile raggiungere questo risultato grazie a oltre un decennio di azione politica determinata da parte dell´Ue e degli Stati membri. Stiamo dando un importante contributo per colmare il "divario di ambizione" tra ciò che sarebbe necessario fare a vantaggio del pianeta e ciò che i paesi intendono realizzare entro la fine del decennio in corso. L´ue adotterà la proposta contenuta nel suo contributo all´accordo internazionale sul clima per periodo successivo al 2020 entro ottobre. Chiediamo alle altre grandi economie di proporre misure concrete più ambiziose." Yannis Maniatis, ministro dell´Ambiente, dell´energia e dei cambiamenti climatici per la Grecia, Stato attualmente alla guida della presidenza del Consiglio dell´Ue, ha inoltre precisato: "È necessario che grazie a questa conferenza si realizzino progressi concreti verso un consenso sulle informazioni che i paesi devono fornire nel proporre il loro contributo alla riduzione delle emissioni nel quadro dell´accordo per il periodo successivo al 2020. Il consenso su tali informazioni è fondamentale per garantire che i contributi siano trasparenti e possano essere pienamente compresi. La conferenza di Bonn deve inoltre preparare il terreno per una decisione su come ridurre ulteriormente le emissioni a livello mondiale per gli anni successivi al 2020. L´ue auspica che le decisioni su entrambe le questioni vengano adottate alla conferenza sul clima che si terrà a Lima in dicembre." La tavola rotonda a livello ministeriale del 5 giugno verterà sulle modalità per accrescere il livello di ambizione dell´azione per il clima da parte dei paesi sviluppati nell´ambito del protocollo di Kyoto durante il secondo periodo d´impegno, fissato dal protocollo per gli anni dal 2013 al 2020. Il dialogo ministeriale del 6 giugno discuterà del futuro accordo mondiale sul clima e di come aumentare il livello di ambizione dell´azione per il periodo precedente il 2020 in tutti i paesi. Nelle riunioni a livello ministeriale, l´Ue condividerà la sua esperienza relativa al conseguimento e superamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni ed esporrà le proprie idee sulla stesura del futuro accordo mondiale. L´ue ha potenzialmente superato di 5,5 miliardi di tonnellate l´obiettivo di riduzione al 2020 L´ue è riuscita a spezzare il legame tra la crescita economica e l´aumento delle emissioni di gas a effetto serra. Le emissioni sono state ridotte del 19% tra il 1990 e il 2012 e l´economia dell´Ue è cresciuta di oltre il 44%. Si tratta di una riduzione delle emissioni di quasi la metà per unità di Pil, che fa dell´Ue una delle economie mondiali più efficienti sotto il profilo energetico. Di conseguenza, alla tavola rotonda sul protocollo di Kyoto l´Unione mostrerà di aver superato l´obiettivo ufficiale indicato nel primo periodo d´impegno (2008-2012) di circa 4,2 miliardi di tonnellate (gigatonnellate — Gt) di Co2 equivalente. Il potenziale superamento nel secondo periodo consiste in ulteriori 1,3 Gt, in quanto, secondo le proiezioni, nel 2020 le emissioni totali di gas a effetto serra provenienti dall´Ue e dall´Islanda1 dovrebbero essere di circa il 24,5% al di sotto dei livelli dell´anno di riferimento scelto (1990 nella maggior parte dei casi). Il superamento congiunto degli obiettivi per il primo e il secondo periodo di impegno ammonta ad una riduzione totale delle emissioni entro il 2020 pari a 5,5 Gt in più rispetto agli obiettivi iniziali dell´Ue e dell´Islanda. Ciò rappresenta l´equivalente di oltre un anno di emissioni: nel 2012 le emissioni provenienti dall´Ue e dall´Islanda ammontavano a 4,55 Gt. Oltre a questo importante contributo inteso a colmare il "divario di ambizione", l´Ue ribadirà chiaramente la sua offerta di aumentare dal 20% al 30% il suo obiettivo ufficiale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2020, nel caso altre grandi economie adottino azioni analoghe. Una delle priorità dell´Ue per la conferenza di Bonn consiste nella necessità di progredire verso una decisione da presentare alla conferenza dell´Onu sul clima, che si terrà a Lima in dicembre, in merito alle modalità concrete per rendere più ambiziosi gli obiettivi dell´azione mondiale per il clima prima del 2020. Stabilire chiaramente le proposte di contributi per la riduzione delle emissioni: le informazioni necessarie Nelle discussioni sull´accordo in materia di clima per il periodo successivo al 2020, una delle priorità della conferenza di Bonn consisterà nel progredire verso un consenso sulle informazioni che gli Stati membri dovranno fornire al momento di presentare le loro proposte di contributo per ridurre le emissioni nell´ambito del futuro accordo, in modo che tale contributo possa essere chiaramente compreso e sia possibile esaminarlo. L´intenzione è di giungere a una decisione relativa a queste informazioni in occasione della conferenza di Lima. Tutti i paesi hanno accettato di presentare i loro contributi molto prima della conferenza di Parigi del dicembre 2015, in cui l´accordo per il periodo successivo al 2020 dovrà essere adottato, e se possibile entro il primo trimestre del 2015.  
   
   
"CLIMATE CHANGE": NELLA "GIORNATA MONDIALE DELL´AMBIENTE" GIOVEDÌ 5 GIUGNO CONVEGNO A CASTIGLION DEL LAGO SULLA RISORSA IDRICA  
 
Perugia, 5 giugno 2014 – Il "climate change" o cambiamento climatico, fenomeno e problema mondiale che, per gli spettacolari eventi calamitosi cui ha dato luogo, si pone drammaticamente al centro dell´attenzione dei governi, non ha certo risparmiato l´Umbria: negli ultimi quindici anni, la regione è stata interessata da tre grandi siccità (dal 2001 al 2003, nel 2007 e nel 2012), per le quali è stato dichiarato lo stato di calamità naturale, così come si sono verificati eventi alluvionali, ben sei (nel 2005, nel 2008, nel 2010, con due eventi, nel 2012 e nel 2013), con danni all´ambiente che hanno avuto un impatto significativo anche in termini economici. Che cosa fare dunque per contenere e mitigare gli effetti del cambiamento climatico, soprattutto per quanto riguarda le risorsa idrica? Risponderà all´interrogativo un convegno ("Il cambiamento climatico in Umbria e i suoi impatti sulla disponibilità di risorsa idrica e sugli eventi alluvionali"), promosso dalla Regione Umbria a Castiglion del Lago giovedì 5 giugno, in occasione della "Giornata Mondiale dell´Ambiente": prendendo le mosse dal progetto "Siccità e Cambiamenti Climatici" (Secli), uno studio avviato dall´assessorato regionale all´ambiente fin dal 2008, soprattutto per verificare la disponibilità della risorsa idrica prossima ventura, il convegno servirà a fare il punto su una serie di questioni di particolare rilevanza, dal rischio di alluvione in Umbria agli scenari d´impatto sulle risorse acquifere, dalla gestione del patrimonio idrico alle dighe. "È un dato di fatto – dicono all´assessorato regionale all´ambiente a proposito del progetto "Secli" - che l´area mediterranea venga concordemente indicata come soggetta, in modo significativo, a future riduzioni delle precipitazioni e ad aumenti delle temperature, e l´Umbria non fa eccezione. Nell´ultimo decennio, abbiamo assistito ad una intensificazione di fenomeni meteorologici estremi, con alternanza di alluvioni e siccità, in grado di mettere in crisi le attività umane e i sistemi di approvvigionamento idropotabile, con gravi perdite economiche e disagi per le popolazioni colpite". "Oggi – sottolineano ancora all´assessorato – la pianificazione e la gestione della risorsa idrica, soprattutto per quanto riguarda l´uso idropotabile, non può più basarsi soltanto sull´analisi delle serie storiche delle fonti di approvvigionamento: occorrono modelli coerenti ed efficaci di gestione sia delle sorgenti appenniniche che degli acquiferi e delle risorse fornite dagli invasi artificiali. Il convegno di Castiglion del Lago sarà il primo di una serie d´incontri dedicati a questi problemi". I lavori del convegno "Il cambiamento climatico in Umbria e i suoi impatti sulla disponibilità di risorsa idrica e sugli eventi alluvionali" si apriranno al Cinema Teatro Caporali di Castiglione del Lago alle 9.30, per concludersi nella mattinata.  
   
   
AMBIENTE, ASSESSORE LOMBARDIA: COMBATTERE SPRECO IN VISTA DI EXPO  
 
Milano, 5 giugno 2014 - "Si celebra la Giornata mondiale dell´Ambiente e un pensiero va alla lotta allo spreco alimentare, un fenomeno verso il quale è necessario che le Istituzioni si attivino con misure concrete e campagne di sensibilizzazione. Regione Lombardia è da tempo impegnata sul fronte dell´educazione alimentare, anche in vista di Expo 2015, che ha come tema appunto ´Nutrire il pianeta, energia per la vita´". Così l´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia, in vista del 5 giugno, Giornata mondiale dell´Ambiente. Paradosso Consumistico - "Uno degli aspetti che rende più difficoltoso combatterlo - ha fatto notare l´assessore - risiede nel fatto che lo spreco alimentare è sempre stato visto come un comportamento tollerato e quasi fisiologico in un contesto economico basato sui consumi e rappresenta uno dei maggiori paradossi dell´attuale modello di sviluppo. Fortunatamente negli ultimi tempi l´atteggiamento al riguardo sta cambiando, tanto che quest´anno è stata indetta la prima Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, il 5 febbraio 2014". C´è Spreco E Spreco - L´assessore ha poi spiegato che "la generica locuzione di ´spreco alimentare´ comprende due diversi generi di spreco: ´Food losses´ e ´Food waste´. I primi indicano le perdite che si determinano a monte della filiera agroalimentare, principalmente in fase di semina, coltivazione, raccolta, trattamento, conservazione e prima trasformazione agricola e che caratterizza soprattutto i Paesi in via di sviluppo, ma anche i Paesi sviluppati, a causa di standard dimensionali ed estetici oppure di norme sulla qualità dei prodotti e surplus produttivi. I secondi, indicano invece gli sprechi che avvengono durante la trasformazione industriale, distribuzione e consumo finale caratterizzante soprattutto i Paesi in via di sviluppo (consumo domestico e ristorazione). I Numeri Dello Spreco - In Italia, nel 2009, la merce agricola rimasta nei campi ammontava a 17,7 milioni di tonnellate, pari al 3,25 per cento della produzione totale. I dati Fao del 2011 hanno quantificato gli sprechi alimentari in 1,3 miliardi di tonnellate, pari a circa 1/3 del cibo destinato al consumo umano. In Italia si sprecano oltre 100 chilogrammi anno pro-capite, il che determina degli impatti ambientali notevoli. Dati Allarmanti - Molto più alti i numeri diffusi dal Banco alimentare, secondo le cui stime ogni anno in Italia si sprecherebbero 12 miliardi e 3 milioni di cibo consumabile, che viene invece buttato. Da qui, dunque, la decisione del Ministero dell´Ambiente di dare vita, insieme all´Osservatorio nazionale sugli sprechi ´Waste Watcher´, al decalogo del Pinpas, il primo piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Le regole saranno presentate a Roma domani, in occasione della Giornata mondiale dell´ambiente. Tra queste, l´introduzione dell´educazione alimentare e ambientale nelle scuole; lo snellimento burocratico per le donazioni del cibo invenduto; sconti sulle tasse per i rifiuti che vengono devoluti; un piano di comunicazione per sensibilizzare su questi temi l´opinione pubblica. Fronte Comune - "Il 2014 è l´Anno europeo contro lo spreco - ha ricordato la titolare regionale dell´Ambiente - e gli Stati membri dovranno tenere corsi di educazione alimentare nelle scuole e nelle Università, per diffondere i giusti criteri di conservazione, preparazione e scarto degli alimenti. Solo unendo le forze di tutti, di chi coltiva i campi, di chi produce e distribuisce il cibo, di Enti e Istituzioni e delle persone che lo acquistano e lo consumano, si potrà vincere la battaglia allo spreco alimentare". Un Impegno Per L´ambiente - L´assessore ha poi ricordato il forte impegno, anche economico, di Regione Lombardia sul fronte dell´Ambiente, attraverso il Piano regionale per il miglioramento della qualità dell´aria (Pria), l´azzeramento del bollo auto per chi rottama un veicolo inquinante per passare a uno più ecologico e la moratoria sui termovalorizzatori. "Il mio augurio - ha concluso l´assessore - è che domani sia una giornata di riflessione e confronto sull´Ambiente, da cui possano prendere le mosse azioni concrete per la salvaguardia del mondo che lasceremo ai nostri figli".  
   
   
MILANO: CLEANING DAY: IL CDZ 4 DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE RIPULISCE IL MUSEO DEL FUMETTO 40 GIOVANI CONSIGLIERI, TRA I 10 E I 13 ANNI, HANNO RIPULITO OLTRE 500 GRAFFITI VANDALICI, AIUTATI DAI VOLONTARI DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ANTIGRAFFITI  
 
 Milano, 5 giugno 2014 - Ieri mattina, 40 giovani consiglieri del Consiglio di Zona 4 dei Ragazzi e delle Ragazze, tra i 10 e i 13 anni, hanno pulito più di 500 scritte vandaliche dai muri al Museo del Fumetto in viale Campania. I ragazzi hanno, infatti, dato vita al No Graffiti Day, organizzato dal Consiglio di Zona 4 dei Ragazzi e delle Ragazze, in collaborazione con il Museo del Fumetto, la Cooperativa Sociale Diapason e il Consorzio Sis Cooperativa Lo Scrigno, sotto la regia dell’Associazione Nazionale Antigraffiti. I ragazzi avevano trattato il tema del writing vandalico, durante una lezione tenuta dai volontari dell’Associazione Nazionale Antigraffiti nel mese di aprile proprio al Consiglio di Zona 4. Dal percorso teorico si è ora passati alla pratica sul territorio, attraverso la realizzazione di un “clearing” delle scritte vandaliche che sarà seguito dalla realizzazione di un grande affresco di street-art a tema ´fumetto´ della facciata, realizzato dall´illustratore Federico Pirovano e dal suo staff che prevede la realizzazione di 44 personaggi. L’area ripulita verrà poi, mantenuta pulita dalle nuove scritte vandaliche dal Museo del Fumetto.  
   
   
PIANI DI GESTIONE DELLE ACQUE EMILIANO-ROMAGNOLE: AL VIA IL PERCORSO PARTECIPATO.  
 
Bologna, 5 giugno 2014 - Al via il percorso di partecipazione che porterà all’aggiornamento dei Piani di gestione dei distretti idrografici adottati nel 2010 in attuazione della direttiva comunitaria “Acque”. L’obiettivo è quello di dotarsi, entro la fine del 2015, di nuove misure per garantire una maggiore tutela qualitativa e quantitativa delle acque emiliano-romagnole. Il tema è stato al centro di un convegno che si è svolto questa mattina a Bologna nella sede della Regione, con la partecipazione dell’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo e dei segretari generali dell’Autorità di bacino dei fiumi Po, Arno e Tevere. Nel corso dei lavori è stato annunciato l’avvio di un ciclo di incontri di ascolto, dialogo e confronto con i vari soggetti portatori di interesse; promossi e organizzati dalla Regione, si svolgeranno nelle prossime settimane nella sede di viale della Fiera 8. Il primo appuntamento, fissato per martedì 24 giugno, è dedicato ai servizi idrici integrati; il secondo, in programma giovedì 26 giugno, è rivolto al settore delle attività produttive e dell’energia; l’incontro di mercoledì 2 luglio è destinato ai rappresentanti del mondo agricolo, mentre quello di venerdì 4 luglio è incentrato sui servizi ecosistemici e sulla biodiversità. “La partecipazione è lo strumento fondamentale con cui dare nuovo impulso alle politiche di tutela e risanamento della risorsa idrica - ha affermato l’assessore Gazzolo -. Nei singoli settori, civile, produttivo e agro-zootecnico, è necessario definire misure più moderne ed efficaci per la salvaguardia dell’acqua, capaci di conciliarne i diversi usi e assicurarne una gestione sostenibile e di lungo periodo”. Uno degli obiettivi principali dell’aggiornamento dei Piani del 2010 è coniugare gli aspetti tipicamente legati alla salvaguardia della qualità delle acque a quelli del rischio idraulico, attraverso l’attuazione coordinata e integrata delle direttive comunitarie; tema al quale sarà dedicato un apposito momento pubblico di approfondimento nel mese di novembre. “Per farlo - ha concluso Gazzolo - possiamo riuscirci solo insieme: quella dell’acqua è una sfida che interessa tutti, nessuno escluso, perché l’acqua è vita, volano di crescita economica e di civiltà”. Il Piano di gestione dei distretti idrografici - Secondo la direttiva comunitaria 60 del 2000, il territorio dell´Emilia-romagna ricade nei tre distretti idrografici Padano, dell´Appennino settentrionale e dell´Appennino centrale. Alle Autorità di bacino nazionali spetta il coordinamento della redazione dei Piani di gestione dei distretti, che nel caso dell’Emilia-romagna sono stati messi a punto nel 2010 dalle Autorità di bacino del fiume Po, Arno e Tevere con la collaborazione di Regione, enti locali, associazioni, portatori di interesse rappresentativi nel settore ambientale e il coinvolgimento dei cittadini. Finalità dei Piani è garantire un efficace governo delle risorse idriche, attraverso l’adozione di strategie di risparmio e gestione sostenibile dell´acqua, oltre che di controllo e tutela dall´inquinamento. Come previsto dalla normativa, la Regione ha avviato il percorso di aggiornamento e riesame dei Piani che dovrà concludersi entro il 2015.  
   
   
TERREMOTO APUANE, ROSSI: "FINALMENTE I SOLDI PER PARTIRE"  
 
Firenze, 5 giugno 2014 - Soddisfazione per l´ordinanza della Protezione Civile che, in relazione al terremoto che lo scorso 21 giugno ha colpito le Apuane, definisce e criteri e le modalità dei contributi per il ripristino delle abitazioni danneggiate. E´ quanto esprime il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, a distanza di due mesi dalla presa di posizione con cui - era il 4 aprile -protestava contro la mancanza di risorse per questo evento. "Un evento - sottolinea il presidente - che a torto talvolta è stato percepito come "minore" e che, al contrario è stato a tutti gli effetti un´emergenza nazionale, con decine e decine di milioni di danni su un tessuto territoriale di montagna rarefatto e delicato. A distanza di quasi un anno sono ancora 240 le famiglie che vivono fuori dalle loro abitazioni danneggiate. Oggi, bruciando i passaggi burocratici a tempo di record, abbiamo finalmente l´ordinanza del Commissario. Finalmente si parte. E´ un primo importante passo a cui far rapidamente seguire gli altri". A gennaio, sulla base dei dati prodotti dal commissario Giovanni Menduni, fu infatti richiesto al Consiglio dei Ministri uno stanziamento urgente di 21 milioni per coprire almeno le esigenze più pressanti. Il 18 aprile è stato deliberato un primo stanziamento di 5 milioni da indirizzare immediatamente sulle "prime case" in modo da riportare gli evacuati nelle proprie abitazioni. "Risorse che - sottolinea Rossi - oltre al ripristino dell´esistente, consentiranno anche il rafforzamento sismico degli edifici, proseguendo una politica virtuosa che da sempre ha caratterizzato la nostra Regione. Un modo per cominciare aspettando lo stanziamento quanto meno degli ulteriori 16 milioni". I destinatari di queste risorse sono i residenti costretti a lasciare le proprie abitazioni rese inagibili dal terremoto. La scadenza per la presentazione delle richieste è al 30 di giugno. Presso i comuni. Su http://www.Sismapuane.it/ è disponibile l´ordinanza con lo schema di domanda per l´ammissione al contributo.  
   
   
VENERDÌ 6 GIUGNO ‘MILANO RECYCLE CITY’ IL PRIMO WORKSHOP INTERNAZIONALE SUL RICICLO DEI RIFIUTI  
 
Milano, 5 giugno 2014 – Si tiene venerdì 6 giugno, alla Fabbrica del Vapore, il primo workshop internazionale ‘Milano Recycle City’ che si apre alle ore 10 con l’intervento dell’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran. L’evento, organizzato dal Comune di Milano in collaborazione con Amsa, Conai-consorzio Nazionale Imballaggi e Novamont, sarà l’occasione per discutere del riciclo dei rifiuti e per analizzare i risultati ottenuti dalla città di Milano in termini di raccolta differenziata e riciclo rispetto ad altre grandi città europee. Da New York a Berlino, da Göteborg a Lubiana, durante il workshop verranno presentati i risultati di un lavoro di benchmarking con altre metropoli europee eseguito da Amsa con la collaborazione della Scuola Agraria del Parco di Monza, Ars Ambiente e Novamont. Un confronto, quello sui dati della raccolta differenziata, da cui emerge la positiva performance di Milano. Il workshop vuole anche essere l’inizio di un percorso di confronto e cooperazione tra città che appartengono a diverse reti ed associazioni quali il C40, Iswa International e Acr+. Obiettivo, migliorare l’efficienza dei sistemi di waste management nelle grandi città e promuovere in maniera concreta il concetto di economia circolare, trasformando efficacemente i rifiuti in risorse.  
   
   
TERMOVALORIZZATORE ACERRA: PREMIO ABB 2014 CONFERMA EFFICIENZA IMPIANTO  
 
Napoli, 5 giugno 2014 - "La notizia del riconoscimento assegnato alla A2a, azienda che gestisce il termovalorizzatore di Acerra, conferma il corretto funzionamento di un impianto tecnologicamente all´avanguardia e determinante per la efficace gestione del ciclo dei rifiuti nella nostra regione. La nostra azione di controllo pubblico sull´impianto proseguirà a garanzia dei cittadini e per la sicurezza delle Comunità residenti nell´area." Così l´assessore all´Ambiente Giovanni Romano commenta il riconoscimento per l´efficienza energetica Abb Energy Efficiency Award 2014 all´impianto di Acerra. Il premio ha riguardato l´introduzione di avanzate modalità di regolazione dei motori dei ventilatori del circuito dell´aria secondaria e delle pompe di estrazione del condensato, che ha consentito al termovalorizzatore di Acerra di ridurre i consumi dell’impianto e di disporre quindi di una maggiore quantità di energia da immettere nella rete. "Da parte della società che gestisce la struttura abbiamo riscontrato sempre grande disponibilità verso tutti coloro che hanno chiesto di visitare l´impianto. Un modo per rassicurare i cittadini sulla sua efficacia e rifuggire da facili quanto infondati allarmismi. Le tante visite di politici, esperti e gruppi di scolaresche effettuate sono il frutto di un programma orientato alla corretta informazione sul ciclo dei rifiuti urbani, dalla raccolta differenziata allo smaltimento finale, favorendo la crescita di una cultura realmente rispettosa dell´ambiente", conclude l´assessore.  
   
   
FVG: ISONTINO, DISCARICA PECOL DEI LUPI VA CHIUSA  
 
Cormons, 5 giugno 2014 - La discarica di Pecol dei Lupi di Cormons dovrà essere chiusa nei tempi più rapidi, e con i costi minori. E´ quanto è stato stabilito, ieri a Cormons, nel corso di una riunione svoltasi nella sede municipale, convocata dall´assessore regionale all´Ambiente, Sara Vito, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Provincia di Gorizia Sergio Ghergetta, i sindaci dell´Isontino, i vertici della società di gestione della discarica "Isontina Ambiente". Nel corso dei lavori, è stato altresì chiarito che il piano di chiusura della discarica dovrà essere predisposto dalla società di gestione, per essere quindi approvato dalla Regione. I sindaci, che rappresentano i Comuni soci di "Isontina Ambiente", si riuniranno entro breve in assemblea per dare seguito al percorso oggi deciso. I primi cittadini hanno condiviso, assieme alle altre parti interessate presenti alla riunione odierna, che il progetto dovrà essere sostenibile, sia sotto il profilo ambientale che quello economico. L´assessore Vito, da parte sua, ha rimarcato l´importanza di procedere con urgenza al completamento della procedura di bonifica del sito. Nella riunione è stato infine concordato sull´ipotesi che i materiali da conferire nella discarica, per completarne la chiusura, dovranno essere di natura diversa dai rifiuti, come per esempio quelli terrosi da attività edilizie.