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Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Maggio 2013
FERRARA SPERIMENTA UN PROGETTO EUROPEO DI TELEMEDICINA CON IL CONTRIBUTO DELL’ENEA  
 
Ferrara, 27 maggio  2013 - La telemedicina per migliorare la qualità di vita delle persone affette da malattie disabilitanti è l’obiettivo del progetto europeo Spes (Support Patients through E-service Solutions), gestito in Italia dall’Enea di Bologna, in collaborazione con l’Azienda sanitaria locale di Ferrara, per ridurre gli spostamenti dei pazienti verso le strutture sanitarie, con conseguente riduzione dello stress e risparmio in termini di tempo e costi di trasporto. La telemedicina per migliorare la qualità di vita delle persone affette da malattie disabilitanti è l’obiettivo del progetto europeo Spes (Support Patients through E-service Solutions), gestito in Italia dall’Enea di Bologna, in collaborazione con l’Azienda sanitaria locale di Ferrara, per ridurre gli spostamenti dei pazienti verso le strutture sanitarie, con conseguente riduzione dello stress e risparmio in termini di tempo e costi di trasporto. Spes comprende quattro studi pilota che coinvolgono pazienti residenti in Italia, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia. La sperimentazione italiana riguarda pazienti affetti da patologie respiratorie croniche in cura presso le strutture della Asl di Ferrara: senza uscire dalla propria abitazione, il paziente riesce a far conoscere al medico la quantità di ossigeno nel sangue, la pressione arteriosa e la frequenza del battito cardiaco, semplicemente inserendo un dito nel saturimetro (vedi foto). I dati così raccolti sono trasferiti tramite bluetooth a un computer portatile collegato in rete che viene fornito a ciascun paziente e trasmessi via internet al computer del medico. Il ruolo dell´Enea all´interno del progetto è duplice: da una parte mette a disposizione l´esperienza di coordinamento e gestione di progetti internazionali e la professionalità dei suoi dipendenti, mentre dall´altra assume un ruolo più tecnico per realizzare un sistema in grado di scambiare dati in formato elettronico con tutti i soggetti interessati alla sperimentazione, abbattendo le barriere create dallo scarso uso di standard di comunicazione in questi ambiti.  
   
   
LA SCOPERTA DELLE RELAZIONI FRA SISTEMA EMOTIVO CEREBRALE E VIE DEL DOLORE SVELA LA VERA NATURA DEL MAL DI TESTA  
 
Stresa, 27 maggio 2013 - Quest’anno è stato scelto il titolo Pain, Emotion and Headache (dolore, emozione e cefalea) per il congresso biannuale organizzato per l’ottava volta a Stresa dal Centro Cefalee dell’Istituto Neurologico Besta. Perchè? Perché finalmente è stata strappata la maschera a questo disturbo che non sarebbe altro che un allarme emotivo che si attiva quando salta il nostro equilibrio omeostatico. Ne ha parlato il 23 maggio il Professor Gennaro Bussone, Presidente del congresso e Direttore del Dipartimento di Neuroscience Cliniche del Besta durante il Seminario di apertura per il joint meeting fra North American Headache Cooperative del New England e Anircef, l’Associazione Neurologica Italiana per la ricerca nelle cefalee ( http://www.Anircef.it/ ). Nel cervello gli impulsi nervosi periferici raggiungono un’area chiamata insula dove vengono ordinati in modo da generare ciò che percepiamo come stato di normalità cioè la situazione di omeostasi. Quando questo equibrio si altera, l’insula ne informa la corteccia cingolare il cui linguaggio è l’emozione cosicché il dolore acquista una qualificazione emotiva a cui ognuno risponde a suo modo in funzione della sua personalità. Chi è ha una personalità passiva sviluppa emicrania e si fa soverchiare dal dolore, chi è reattivo rifugge dal dolore e sviluppa cefalea a grappolo mettendo in atto la risposta detta di attacco e fuga. I diversi tratti di personalità non solo ci dicono che cefalea si svilupperà, ma anche se un certo trattamento funzionerà o se si rischia di cadere nella cronicità e nella spirale dell’abuso farmacologico. Http://www.anircef.it/opencms/sezioni/anircef/evanircef/pdf/stresa-2013.pdf    
   
   
TRAPIANTI: PER IL VENETO IL 2012 ANNO DEI RECORD. NEL REPORT ANNUALE TUTTI I PARAMETRI MIGLIORI DELLA MEDIA NAZIONALE.  
 
Verona, 27 maggio 2013 - Quello trascorso è stato l’anno dei record per il Sistema Trapianti del Veneto, di gran lunga il migliore dell’ultimo decennio, sia per quanto riguarda gli organi, sia per le cornee, sia per i tessuti. Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto partecipando, il 23 maggio a Verona, al meeting sulle nuove frontiere della comunicazione in materia di donazione e e trapianti, organizzato dalla Fondazione per l’Incremento di Organi e Tessuti – Fitot – in collaborazione con Pubblicità Progresso. Nel 2012 i trapianti d’organo sono stati 454 contro i 427 del 2011, un più 6,3% che vale il 15,6% di tutti i trapianti effettuati in Italia (2.902). Non è stato da meno il settore dei tessuti, le cui donazioni hanno superato il 30% del totale dell’intero Paese rendendo possibili 2.768 trapianti di cornea e 5.730 trapianti di altre tipologie di tessuto (valvole cardiache, segmenti vascolari, segmenti ossei). Eccezionale il risultato ottenuto dalla Banca della Cute di Verona, la cui attività ha consentito di distribuire 1 milione 298 mila 303 centimetri quadrati di preziosissimo tessuto a 997 pazienti e garantito la totale autosufficienza regionale per i grandi ustionati e per i Centri di chirurgia ricostruttiva. Percentuali di molto superiori alle media nazionale anche sugli aspetti della donazione: i donatori effettivi (123, 118 quelli utilizzati) sono stati pari al 25,3 per milione di abitanti contro il 20,2 in Italia; le opposizioni alla donazione sono state del 20,6% (dato considerato “fisiologico” dagli esperti) contro il 29,2% nazionale. Significativo, anche perché emerso per la prima volta, il dato sui trapianti e le donazioni riguardanti cittadini stranieri extracomunitari: entrambe le voci hanno ampiamente superato il 10% del totale. Su base provinciale, i 118 donatori utilizzati del 2012 provenivano in 30 da Treviso, 30 da Verona, 26 da Padova, 12 da Vicenza, 11 da Venezia, 6 da Rovigo, 3 da Belluno. Record anche per il programma di trapianto da donatore vivente che ha registrato 47 interventi. Grandi passi sono stati compiuti in tema di innovazione sul fronte dell’uso dei sistemi di assistenza ventricolare impiantabili per garantire ai pazienti in attesa la sopravvivenza necessaria a ricevere un organo e su quello dei sistema di perfusione degli organi dopo il prelievo, che simulano la permanenza dell’organo stesso nell’organismo e ne aumentano quindi il tempo di trapiantabilità. I sistemi di assistenza ventricolare impiantati sono passati dai 4 del 2011 ai 28 del 2012, pari al 25% di tutti i dispositivi di questo tipo utilizzati in Italia. Le liste d’attesa sono state soddisfatte per il 46,3%, percentuale assolutamente positiva in considerazione della storica difficoltà di reperimento degli organi, con record, però, dei trapianti di cornee, che hanno soddisfatto l’intera lista di pazienti veneti (700). Significativo, infine, il dato sulla formazione degli operatori, particolarmente curata da Fitot: in un decennio sono state 5.400 le altissime professionalità costruite in particolare grazie al lavoro della Fondazione presieduta da Pilade Riello. “Questi numeri parlano da soli – dice Coletto ringraziando tutti i protagonisti del settore e la generosità dei veneti e del volontariato di settore – e costituiscono un’eccellenza della quale andiamo fieri anche ai tavoli nazionali. Tra le tante del Veneto – aggiunge – questa dà particolare soddisfazione perché ad ogni organo donato e trapiantato corrisponde una vita salvata e perché se non sei al top tecnico, scientifico e organizzativo questi risultati non li ottieni. Il Veneto lo è e continuerà ad esserlo – conclude Coletto – perché nonostante le difficoltà finanziarie e i continui tagli nazionali non abbiamo nessuna intenzione di frenare”.  
   
   
TRAPIANTI: A VERONA INCONTRO SU COMUNICAZIONE E DONAZIONE.  
 
Verona, 23 maggio 2013 - “In materia di donazione e cultura del trapianto il Veneto è orgoglioso di essere ai vertici nazionali. Grazie al grande lavoro svolto dalla Fondazione Fitot presieduta da Pilade Riello, dall’Aido, da tutto il volontariato di settore e dalle equipe mediche e psicologiche che gestiscono tutto il difficile iter che esita in un trapianto, la percentuale veneta di diniego alla donazione è del 20,6% contro una media nazionale del 29,2%”. Lo ha sottolineato con soddisfazione l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, intervenuto oggi a Verona al meeting “Donazione e Trapianto d’Organi: le Nuove Frontiere della Comunicazione”, organizzato dalla Fondazione per l’Incremento dei Trapianti d’Organi e Tessuti – Fitot – in collaborazione con Pubblicità Progresso. “Ogni trapianto, e in Veneto nel 2012 ne abbiamo fatti ben 454 pari al 15,6% del totale nazionale – ha aggiunto Coletto – significa una vita salvata grazie alla generosità di persone che hanno perso un loro caro e autorizzato l’espianto d’organi. Un dato su tutti: in Veneto vengono donate circa 2000 cornee l’anno, 700 delle quali trapiantate in pazienti veneti con lista d’attesa pari a zero, le altre messe a disposizione dell’intera Italia. In questo quadro a nessuno può sfuggire quanto sia importante una buona, capillare, corretta comunicazione, che aiuti a prendere una decisione comunque difficile in un momento di grande dolore”. “Per questo – ha detto Coletto – il meeting di oggi assume un rilievo assoluto e ringrazio gli organizzatori per un’iniziativa che porta preziosa acqua al mulino della diffusione ancora maggiore di una vera e propria cultura della donazione”. Per l’occasione apre anche al Polo Confortini dell’Ospedale di Borgo Trento la mostra “Di Dono in Dono”, un percorso storico che evidenzia alcune delle forme in cui si esprime l’importanza della comunicazione nel diffondere la cultura del dono. La mostra, articolata in tre sezioni, rimarrà aperta fino al 6 giugno.  
   
   
SANITÀ, SIGLATA INTESA DI COLLABORAZIONE TRA REGIONE E MUNICIPALITÀ DI SHANGHAI  
 
Firenze, 27 maggio 2013 – Medicina di base, gestione degli anziani, prevenzione delle malattie croniche, sistemi di valutazione delle performance. Sono alcuni dei settori in cui si svilupperà la collaborazione tra Regione Toscana e Municipalità di Shanghai, prevista dalla lettera d’intenti siglata il 23 maggio nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati dall’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, e dal suo omologo Huang Fengping, direttore generale della Commissione municipale di Shanghai per la programmazione sanitaria e per la famiglia. La firma è avvenuta nel corso di un incontro al quale hanno preso parte, oltre ai due firmatari, anche dirigenti dell’assessorato e di Toscana Promozione, e una nutrita delegazione di funzionari cinesi. “L’intesa che abbiamo firmato oggi con la Municipalità di Shanghai – ha detto l’assessore Luigi Marroni – aggiunge un nuovo tassello alla collaborazione, già stretta e proficua, tra Toscana e Cina, e consolida le basi delle relazioni amichevoli avviate negli ultimi anni con la Municipalità di Shanghai. La Health Management School, il progetto all’interno del quale si sviluppa questa collaborazione, è un importante strumento di promozione all’estero del sistema sanitario toscano. Questa intesa crea la cornice per futuri possibili sviluppi che potranno generare valore a diversi livelli per le istituzioni, le imprese e i professionisti della Toscana”. “L’accordo che firmiamo oggi apre una nuova pagina della collaborazione tra Regione Toscana e Municipalità di Shanghai – ha dichiarato Huang Fengping – Una collaborazione molto importante nell’attuale processo di globalizzazione. La sanità e la salute rappresentano una parte fondamentale nella vita di un popolo”. “Il rapporto di amicizia che si è costruito in questi anni tra Regione Toscana e Municipalità di Shanghai è molto importante – ha aggiunto Stefano Giovannelli, direttore di Toscana Promozione – Ringrazio tutti quanti hanno contribuito a creare un rapporto così forte, e spero possa andare anche al di là del campo sanitario. Se esistono amicizia e fiducia, possiamo costruire molte cose insieme”. La cooperazione prevista dall’accordo riguarderà in particolare alcuni settori – assistenza sanitaria di base, informatizzazione della sanità, assistenza agli anziani, valutazione delle performance e modalità di erogazione dei servizi sanitari – e si svolgerà prevalentemente attraverso lo scambio di amministratori e professionisti, per la partecipazione a percorsi formativi, ma anche attraverso lo svolgimento di ricerche congiunte, per facilitare la formulazione di politiche sanitarie e promuovere lo sviluppo di programmi di salute. Collaborazioni specifiche potranno essere sviluppate anche tra distretti sanitari e istituzioni mediche di Shanghai e i loro equivalenti in Toscana, a partire da quella che riguarderà, per esempio, il distretto di Jiading e la Asl 11 di Empoli. Il progetto Health Management School (Hms), nell’ambito del quale si sviluppa questa collaborazione, è partito nel luglio 2010, quando è stato presentato in Cina, all’Expo di Shanghai, il modello toscano della sanità in termini di management e organizzazione. Questo modello ha richiamato l’interesse delle autorità e degli esperti cinesi del settore, impegnati nell’importante riforma sanitaria avviata dal governo cinese per garantire il diritto alla salute di tutti i suoi cittadini. L’hms è una piattaforma regionale che promuove percorsi di alta formazione in ambito sanitario, rivolti a professionisti provenienti da Paesi partner, in particolare la Cina, attraverso la valorizzazione delle eccellenze pubbliche e private presenti sul territorio toscano e offre ad amministratori e operatori sanitari dei Paesi partner un meccanismo per interagire con i loro omologhi toscani, scambiare esperienze, formulare programmi di collaborazione a vari livelli, dalla pianificazione alla ricerca medica. Dal 2009 ad oggi hanno preso parte al programma formativo (con oneri a proprio carico) 234 professionisti di nazionalità cinese, e altri 150 frequenteranno il programma nel 2013. La maggior parte di questi professionisti viene selezionata dal Dipartimento Risorse Umane del ministero della salute cinese, con cui la Regione Toscana ha avviato attività dal 2008. Nel pomeriggio, la delegazione di Shanghai visiterà anche l’ospedale di Careggi, e una parte della delegazione, quella del distretto di Jiading, andrà a visitare la Asl 11 di Empoli, con la quale è stato siglato un accordo specifico. “Sono molto contento – ha detto il direttore generale della Asl 11 di Empoli, Eugenio Porfido – Oggi è una giornata importante, perché accogliamo qui degli amici”.  
   
   
IL MAL DI TESTA CRONICO FA DIVENTARE NEVROTICI  
 
Stresa, 27 maggio 2013 - Secondo il Prof. Steven Baskin del New England Center for Headache di Stanford (Usa) chi soffre di cefalea cronica quotidiana rischia di sviluppare disturbi di tipo borderline (16%), con tratti istrionici, narcisistici e antisociali, oppure ossessivo-compulsivi (12%) con comportamenti di evitamento e di dipendenza e ciò aggrava l’impatto del dolore innescando un circolo vizioso che porta all’abuso dei farmaci ai quali si risponde sempre meno. Fondamentale è quindi individuare quale disturbo sta eventualmente aggravando la cefalea per eliminarlo in maniera selettiva se si vuole migliorare il mal di testa. Chi ha l’emicrania, ad esempio, rischia soprattutto di diventare un soggetto nevrotico con una maggior suscettibilità agli eventi negativi e una particolare vulnerabilità per lo sviluppo di instabilità emotiva e di disturbi di tipo ansioso, primo fra tutti l’aspettativa ansiosa per un possibile attacco. Instaura così una reattività eccessiva (maggior negazione, maggior repressione, minor proiezione e ridotta capacità di recupero nei confronti delle sensazioni di anergia, depressione e affaticamento indotte dallo stress), che si acuisce in relazione al periodico ripresentarsi degli attacchi. Stress ed emicrania s’influenzano a vicenda in maniera ciclica e fra stress e inasprimento degli attacchi c’è una significativa correlazione diretta del 70%. Il timore dell’attacco rende questi individui nevroticamente attenti anche alle più piccole variazioni di temperatura e ai cambiamenti dei loro orari quotidiani, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione dei pasti e le ore di sonno perché ogni cambiamento, anche il più banale, è una grossa fonte di stress per i meccanismi omeostatici che mantengono il nostro organismo in equilibrio e, come ha spiegato il Professor Gennaro Bussone (vedi precedente lancio), per gli emicranici lo è ancora di più. Http://www.anircef.it/opencms/sezioni/anircef/evanircef/pdf/stresa-2013.pdf    
   
   
VIA TICKET AGGIUNTIVO SU SPECIALISTICA: A REGIONE BASILICATA OK DA MINISTERO  
 
Potenza, 27 maggio 2013 - La Regione Basilicata ha ottenuto il via libera dal Ministero dell’Economia e Finanze sull’eliminazione del aggiuntivo ticket della specialistica introdotto dal Governo nazionale nel 2011. A darne l’annuncio è l’assessore alla Salute, Attilio Martorano, a margine di un incontro avuto presso lo stesso Ministero a Roma dove, d’intesa col presidente Vito De Filippo, ha insistito per un più sostanziale alleggerimento della contribuzione a carico dei cittadini. E il risultato ottenuto oggi (che sarà ora sottoposto alla quarta commissione consiliare per il varo definitivo) va in questo senso, azzerando questo ticket per le tutte fasce di reddito. “Ci eravamo comunque preparati ad ipotesi diverse di rimodulazione che salvaguardassero almeno le fasce più deboli – ha spiegato Martorano – ma non abbiamo rinunciato a puntare in alto e i conti in ordine portati al Ministero hanno consentito di ottenere ciò che non sembrava affatto scontato. E per questo devo dare atto del buon lavoro fatto dal sindacato, che con in un serio lavoro di affiancamento e non di contrapposizione alla Regione, non ha rinunciato alla ricerca di possibili miglioramenti nella vicenda del ticket, ma ha saputo affrontare la questione con la necessaria responsabilità. Una responsabilità che ora il sistema deve continuare a mostrare sapendo che l’equilibrio finanziario resta una colonna portante di quell’equilibri delicato in assenza del quale la sanità di qualità, a cui siamo abituati, e sgravi alla contribuzione come quelli ottenuti oggi, rischiano in ogni istante di essere messi in forse”. La Basilicata, così, è forse l’unica regione d’Italia ad aver eliminato il ticket aggiuntivo sulle prestazioni specialistiche per la totalità dei propri cittadini e tanto è stato reso possibile dal Ministero (che era chiamato a dare il via libera all’operazione) anche in considerazione dello straordinario risultato economico conseguito dall’intero sistema sanitario lucano nel 2012. La Regione, infatti, nonostante i ripetuti tagli ai trasferimenti dello Stato (che solo nel 2012 sono stati di 9 milioni di euro per la Basilicata) nel corso dell’ultimo anno ha abbattuto il disavanzo in modo sostanziale con un recupero di efficienze stimato nel preconsuntivo in non meno di 33 milioni di euro e che potrebbe addirittura rivelarsi ben più consistente alla chiusura finale dei conti. La Regione, in virtù anche degli ulteriori interventi di razionalizzazione messi in campo senza incidere sulla qualità delle prestazioni (ad esempio agendo sugli acquisti associati) è riuscita a far quadrare i conti sottoposti al Ministero anche se l’eliminazione del ticket aggiuntivo sulla specialistica significa privarsi dei circa 4 milioni di euro che avrebbe dovuto incassare. E, sempre nel confronto col Ministero la Regione è riuscita anche a difendere la quota di esenzioni per patologia (inizialmente giudicata eccessiva dagli uffici ministeriali) per il ticket sui farmaci, in relazione al quale è stata anche decisa l’introduzione di una forma progressiva di contribuzione, con un euro a ricetta per quanti hanno un reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516 euro per ogni figlio a carico che diventa di due euro per quanti hanno redditi superiori a tali soglie. “Il modo virtuoso con cui la Basilicata ha tenuto in ordine i propri conti in sanità si dimostra non un mero vanto per qualcuno ma uno strumento che produce frutto per i cittadini – commenta il presidente De Filippo - e se oggi il Ministero ci lascia i margini per avere condizioni che nessuna altra regione d’Italia può vantare è proprio grazie al lavoro di tutti. L’aver recuperato risorse, tuttavia, non deve portare a riaccendere pretese ed egoismi chiedendo il ritorno ad una spesa fuori controllo. Questo – ha concluso De Filippo – deve essere invece uno stimolo nel continuare a lavorare con serietà e senza sosta per la Basilicata”. Questo l’elenco delle esenzioni per patologia anche per le prescrizioni di farmaceutica: 1. Gli assistiti affetti da patologia cronica e invalidante individuate dai Decreti del Ministero della Sanità 329/1999 e 296/2001 e i pazienti affetti da malattie rare individuate dal Decreto del Ministero della Sanità 279/2001 per i farmaci correlati alla patologia di esenzione; 2. Gli invalidi di guerra titolari di pensione vitalizia ; 3. Gli invalidi per servizio; 4. I grandi invalidi per lavoro; 5. Gli invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa > 2/3 dal 67% al 100% di invalidità; 6. Gli invalidi civili minori di 18 anni con indennità di frequenza (ex art. 1 L. 289/90); 7. I danneggiati da vaccinazione obbligatoria, trasfusioni, somministrazione di emoderivati, limitatamente alle prestazioni necessarie per la cura delle patologie previste dalla legge 210/1992; 8. Le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e familiari 9. I ciechi e i sordomuti; 10. Le esenti per stato di gravidanza; 11. Gli ex deportati da campi di sterminio titolari di pensione vitalizia 12. Gli infortunati sul lavoro per il periodo dell´infortunio e per le patologie direttamente connesse purché indicato sulla ricetta.  
   
   
AIOM-AIRO-SICO: “UNA RETE FRA I CENTRI PER RISPARMIARE RISORSE MA SERVE SUBITO UN BUDGET NAZIONALE PER L’ONCOLOGIA”  
 
 Roma, 27 maggio 2013 - Il costo del cancro nell’Unione Europea è pari a 124 miliardi di euro ogni anno. Solo il 36% è dovuto a farmaci, ricoveri e interventi chirurgici. Il 44% infatti è da ricondurre alla mancata produttività dei malati e il 20% a quella dei familiari. La lotta ai tumori passa anche attraverso una corretta pianificazione della spesa. Nel mondo nel 2010 le uscite complessive per i pazienti oncologici sono state pari a 290 miliardi di dollari. Ma quanto costa nel nostro Paese curare una persona colpita dal cancro? In Italia manca ancora una stima delle risorse assorbite dalla malattia, indispensabile per poter redigere un budget annuale da assegnare all’oncologia e far fronte alle difficoltà create dalla spending review. Per questo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) ha promosso uno studio per analizzare la spesa farmaceutica oncologica negli ultimi 3 anni in Italia e nelle singole Regioni. La sostenibilità del sistema è messa a rischio anche dallo stallo in cui si trovano le reti oncologiche regionali, finora rimaste solo sulla carta. Proprio il tema dell’uso razionale delle risorse è al centro del dibattito della I Conferenza Nazionale dell’Oncologia Clinica Italiana, che riunisce a Roma fino al 25 maggio le tre principali società scientifiche che si occupano di patologie neoplastiche, l’Aiom, l’Airo (Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica) e la Sico (Società Italiana di Chirurgia Oncologica). “È necessario realizzare una vera integrazione fra le varie discipline, che deve diventare lo standard di riferimento nella cura di una malattia che ogni anno in Italia fa registrare 364mila nuovi casi e 175mila decessi – afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente Aiom -. E lo strumento è rappresentato dalle reti oncologiche regionali. Vogliamo procedere ad una revisione critica delle strutture esistenti sul territorio nazionale. Solo così potremo risparmiare e garantire alti standard qualitativi su tutto il territorio. Finora però ha visto la luce solo il 5% dei progetti iniziali per la costruzione di questi network. Serve una svolta, perché i costi cominciano a diventare insostenibili. La nostra società scientifica con una specifica pubblicazione annuale, ‘I numeri del cancro in Italia’, stima il numero di nuove diagnosi e di decessi, ma vogliamo capire anche quanto costa ogni neoplasia. Il nostro studio sulla spesa farmaceutica è un’iniziativa indispensabile per definire l’entità del budget nazionale per l’oncologia e capire come le nuove terapie possano essere introdotte bilanciando l’aggravio finanziario con i risparmi, legati anche all’impiego di farmaci generici e biosimilari. In questo modo potremo offrire alle Istituzioni uno strumento per distribuire al meglio i fondi”. I 5 big killer nel 2012 sono stati il tumore del polmone (34.500 decessi), seguito da quello del colon-retto (quasi 20.000), del seno (13.000), dello stomaco (11.000) e della prostata (7.900). Le percentuali di guarigione sono in crescita: la sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi è del 52% fra gli uomini e del 61% fra le donne. Grazie alla diagnosi precoce, all’innovazione tecnologica in radioterapia e ai nuovi farmaci, sempre più efficaci. Ma l’innovazione ha un costo. “È recente l’appello che 120 ematologi di 15 Paesi hanno firmato perché le case farmaceutiche abbassino il prezzo dei nuovi farmaci – continua il Dott. Giovanni Mandoliti, presidente Airo -. Ma gli specialisti hanno anche chiesto che si firmi un’alleanza tra tutti gli attori coinvolti, dalle aziende alle Istituzioni alle associazioni dei pazienti fino alle società scientifiche. Il rischio paventato è quello di lasciare molti pazienti sottotrattati o senza terapia per l’impossibilità di far fronte alla spesa richiesta dai nuovi farmaci e dall’implementazione delle apparecchiature per radioterapia. Anche nel nostro Paese è importante cominciare ad affrontare il problema e proporre soluzioni”. Realizzare percorsi diagnostico-assistenziali uniformi è fondamentale sia per garantire pari opportunità ai malati che per utilizzare al meglio le risorse. “È dimostrato – conclude il prof. Alfredo Garofalo, presidente Sico – che la sopravvivenza aumenta quando i pazienti sono seguiti in centri specializzati. E il sistema delle reti oncologiche regionali permette di trattare i casi più complessi nelle strutture meglio attrezzate e con più esperienza. Senza costringere i malati ad affrontare i cosiddetti viaggi della speranza. All’interno del network infatti ogni ospedale deve gestire i casi ‘ordinari’, attivando un continuo dialogo fra oncologo, radioterapista, chirurgo, patologo e tutte le altre figure coinvolte per una presa in carico complessiva del malato. A livello regionale, poi vanno creati percorsi di confronto fra strutture. In questo modo i pazienti più complicati dovranno forse spostarsi ma non troppo lontano e saranno trattati nei centri con maggiore esperienza in base alla patologia. Un modello già adottato con successo in Gran Bretagna”.  
   
   
NON PIU’ NAUSEA E VOMITO NELL’EMICRANIA  
 
Stresa, 27 maggio 2013 - Un braccialetto per acupressione simile a quelli usati per la nausea da viaggio studiato da Giovanni Allais Responsabile del Centro Cefalee della Donna dell’Ospedale Sant’anna di Torino migliora l’emicrania associata a nausea, eliminando il fastidioso sintomo che più spesso si associa al dolore (dal 73% a oltre il 90% dei casi). Ma attenzione, occorre posizionarlo correttamente sul cosiddetto agopunto Pc6 (il punto Neiguan della medicina cinese) che si individua sul polso alla distanza di tre dita dalla fine del rilievo palmare: se la posizione è quella giusta risulta efficace in oltre l’80% dei pazienti emicranici. La pressione esercitata tramite una sferetta dagli speciali bracciali di tessuto elasticizzato P6 Sea Band su tale punto, consente di contrastare efficacemente e rapidamente i sintomi della nausea legati agli attacchi di emicrania. Le polsiere vanno indossate durante l’attacco e così, eliminando il senso di nausea, riducono la percezione del dolore. L’azione è rapida e priva di effetti collaterali, tant’è che sono adatte a qualsiasi paziente (anche bambini o donne in gravidanza, sulle quali infatti Allais le ha impiegate con successo) e possono peraltro essere riutilizzate fino a 50 volte in quanto perfettamente lavabili. La consistenza di efficacia del trattamento (cioè la risposta positiva in almeno due attacchi su tre trattati) è stata del 28% a 60 minuti, del 40% a 120 minuti e del 59% a 240 minuti. Http://www.anircef.it/opencms/sezioni/anircef/evanircef/pdf/stresa-2013.pdf  
   
   
SANITÀ: GIUNTA SARDEGNA APPROVA 2 DELIBERE SU TICKET "COMODO" E SU RICETTA DEMATERIALIZZATA  
 
Cagliari, 27 maggio 2013 - Procede il piano per la digitalizzazione della sanità sarda, con il duplice obiettivo di rendere più efficienti i servizi agevolando il cittadino e tagliare i costi in eccesso. Un processo già avviato dalla Giunta Cappellacci che pone il 23 maggio la Sardegna, in particolare con il Fascicolo sanitario elettronico, tra le Regioni all´avanguardia in Italia. L´esecutivo regionale, su proposta dell’assessore della Sanità Simona De Francisci, ha approvato ieri due delibere che nel primo caso ampliano i canali di pagamento del ticket sanitario e, nel secondo, si avvia il progetto per la ricetta medica "dematerializzata". Ticket "Comodo". Già da settembre 2012 è possibile pagare il ticket nei numerosi Sportello Amico di Poste italiane sparsi in tutto il territorio regionale. Con la delibera approvata ieri, la Giunta intende diversificare la modalità di pagamento, in modo da evitare all´utente le file agli sportelli delle Asl. Agli Sportello Amico delle Poste si potrebbero così aggiungere le rivendite tabacchi, gli istituti bancari (sportelli bancomat e in sede), i servizi di pagamento on line e le farmacie interfacciate con il Sisar (Sistema informativo sanitario integrato regionale). In particolare, il provvedimento offre la possibilità di presentare le manifestazioni di interesse per tutti quegli operatori economici interessati e detta i requisiti per poter garantire il servizio, tra cui una presenza capillare in Sardegna, orari d´apertura sufficientemente ampi e regolari, personale di sportello preparato alle relazioni con il pubblico e alle fasce deboli della popolazione, disponibilità di connessione internet su tutte le sedi stabile e sicura, bassi costi di commissione a carico del cittadino e senza oneri economici per la Regione. Niente Più Ricetta Cartacea. La seconda delibera mette in campo gli interventi per la prescrizione medica "dematerializzata", un progetto predisposto con Sardegna It e condiviso con Federfarma che manderà in archivio la tradizionale ricetta rossa cartacea, sostituendola con un più pratico ed economico promemoria, che potrà essere inviato al paziente anche via e-mail. Quando il progetto sarà a regime basterà recarsi in farmacia e presentare tessera sanitaria e promemoria per ritirare le medicine prescritte.  
   
   
PIEMONTE: ASSISTENZA DOMICILIARE, NESSUN TAGLIO  
 
Torino, 23 maggio 2013 - L’assessore Ugo Cavallera interviene con alcune puntualizzazioni in merito al dibattito avviato in quarta Commissione consiliare sulle politiche sociali e in particolare sull’assistenza domiciliare. “A partire dall’anno 2008, grazie al Fondo nazionale per la non autosufficienza, in Piemonte è stato attivato il riconoscimento del contributo economico a sostegno della domiciliarità in lungo assistenza a favore delle persone non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico. Ciò ha permesso di poter assistere annualmente oltre 14.000 persone sul territorio regionale. La costante riduzione a livello nazionale delle risorse a favore della non autosufficienza richiede ora una revisione di tale sistema. L’intento è, comunque, quello non solo di continuare ad assistere le persone già in carico, ma di estendere il contributo anche ad altre che attualmente sono in attesa di presa in carico. La Direzione Politiche sociali dell’Assessorato ha presentato la proposta di un nuovo modello di cure domiciliari in lungoassistenza che vanno riconosciute come un livello assistenziale regionale aggiuntivo, con la costituzione di un budget complessivo socio-sanitario quantificato per il 2013 in oltre 86.000.000 euro. Tra le proposte illustrate ai consiglieri della Quarta Commissione da parte della Direzione regionale: · servizi resi congiuntamente dalle Aziende Sanitarie e dai Soggetti Gestori delle funzioni socio assistenziali con gestione diretta o attraverso soggetti accreditati; · titoli per l’acquisto, che si configurano come contributi non in denaro riconosciuti alla persona non autosufficiente, finalizzati all’acquisto di servizi da soggetti accreditati, da operatori socio sanitari, da persone in possesso dell’attestato di assistente familiare; · contributi economici; Ulteriori proposte che saranno oggetto di valutazione anche sulla base delle esperienze di questi anni sono: · la ridefinizione dell’entità economica dell’intervento sulla base del valore medio effettivamente erogato in Piemonte a seguito del monitoraggio · il privilegio per l’accesso alla prestazione agevolata delle fasce di bisogno più deboli sotto il profilo sanitario e socio-assistenziale, ad esempio introducendo nuove soglie di reddito esente da compartecipazione, tenendo conto del dibattito nazionale in merito ai parametri Isee. La proposta che ieri è stata illustrata in Commissione regionale è aperta al dibattito ed al contributo di tutti. Per ora, è una proposta che non può essere presentata come una decisione definitiva, quando nessun atto è stato adottato in tal senso.”  
   
   
OSPEDALE MIULLI. VENDOLA: "LA REGIONE PUGLIA C´È E STA LAVORANDO"  
 
 Bari, 27 maggio 2013 - “La Regione c’è e sta approfondendo, attraverso il prezioso e costante lavoro dell’assessore alla Salute Elena Gentile e delle migliori energie dei nostri uffici regionali, tutte le soluzioni possibili perché sia tutelato il diritto al lavoro per i dipendenti dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. La Regione Puglia considera la difesa del bene lavoro, una delle questioni prioritarie delel sue politiche”. Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola interviene, rispondendo così anche ad una lettera aperta dei lavoratori, sulla vicenda relativa all’Ente eccelsiastico ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti che, ricordiamo, ha chiesto l’avvio della procedura di concordato in continuità aziendale per una situazione debitoria accumulata nel corso degli anni. “La gestione degli ospedali ecclesiatici – ha aggiunto Vendola – non differisce sostanzialmente da quella degli ospedali privati ed è pertanto vietato alla Regione di ripianare disavanzi che dunque attengono alle responsabilità di gestione del management dell’azienda. Sul punto, la recente giurisprudenza del Consiglio di Stato è inequivocabile. Ma ciò nonostante, il livello di prestazioni erogate dal Miulli (così come anche dagli altri ospedali ecclesiastici pugliesi) e l’interesse della Regione a tutelare le posizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, le loro competenze e le loro profesionalità, impongono alla Regione di svolgere un’attività di grande resposabilità nel tentativo di trovare una soluzione”. Per Vendola, “il lavoro che si sta svolgendo è un lavoro paziente e complesso e richiede senso di equilibrio e responsabilità da parte di tutti”. “Le soluzioni sulle quali la Regione sta lavorando – ha continuato Vendola – necessitano di approfondimenti tecnico giuridici perché dovranno essere esaminate e, nel caso, anche approvate dal tribunale fallimentare e dovranno esssere rigorosamente conformi alla legislazione e alle interpretazioni fatte delle recenti sentenze del Consiglio di Stato”. Il Presidente Vendola ha annunciato che nei prossimi giorni si svolgerà un incontro specifico con i sindacati sulla vicenda Miulli nel corso del quale si potranno trattare ed approfondire tutte le questioni all’ordine del giorno. “Nel dibattito locale – ha concluso Vendola – emerge la questione della natura pubblica o privata dell’Ente. Si tratta di problemi di ordine giuridico e non politico, sui quali si stanno facendo gli opportuni approfondimenti, che anche qui non potranno eludere le indicazioni giurisprudenziali. E’ chiaro tuttavia che questo tema non modifica di una virgola la questione relativa a chi debba oggi provvedere al ripiano dei debiti. Ripiano che non potrà mai essere a carico del bilanco pubblico regionale, perché in tal modo, inevitabilmente, ricadrebbe sulla fiscalità generale, a danno di tutti i cittadini pugliesi”.  
   
   
BASILICATA: BASTA MENZOGNE SU SANITá E ANNUNCIA LIBRO BIANCO  
 
Potenza, 27 maggio 2013 - “Il tanto sbandierato attivismo sociale di alcune associazioni impegnate nel business della Sanità è francamente poco credibile, ancor più quando pur di perseguire i propri interessi arriva al punto di non accorgersi di cadere in evidenti quanto banali contraddizioni, sostenendo in una stessa nota, che il ticket aggiuntivo che la Regione Basilicata, grazie ad uno sforzo congiunto e prolungato sostenuto dalle forze politiche di maggioranza e dalle organizzazioni sindacali é riuscita ad ottenere, afferma che costava 24 milioni di euro l’anno ai cittadini e, a qualche riga di distanza, che non fruttava nemmeno 4 milioni di euro alla Regione”. Così il 23 maggio l’assessore alla Sanità della Regione Basilicata Attilio Martorano. “Nel ribadire il profondo rispetto per l´impresa privata, non esclusa di certo quella della sanitá, non credo che essa possa fondare le proprie ragioni sull’alterazione continua e sistematica della verità. A tal proposito rinnovo la denuncia fatta dal presidente De Filippo in Consiglio regionale circa atteggiamenti che cercano di sporcare anche le pagine più limpide e più fruttuose di un’azione amministrativa. Ed è per questo che mi ripropongo di presentare un ‘libro bianco’ su tutte le menzogne e le falsità dette sulla Sanità lucana,a danno dei cittadini e dei tantissimi operatori che fanno del nostro sistema un grande sistema sanitario, lasciando così ai cittadini stessi la possibilità di valutare nel merito ogni singola questione”.  
   
   
LETTERA APERTA: SID , AMD, DIABETE ITALIA  
 
Roma, 27 maggio 2013 - La Società Italiana di Diabetologia (Sid), l’Associazione Medici Diabetologi (Amd) e Diabete Italia, in rappresentanza delle Associazioni delle Persone con diabete, prendono atto con sollievo e soddisfazione dell’interesse mostrato dalle Istituzioni in merito alla questione da loro illustrata con la lettera aperta indirizzata al Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin, e al Direttore Generale dell’Aifa, professor Luca Pani, circa le ventilate modifiche di rimborsabilità in senso restrittivo delle terapie incretiniche. Tale interesse istituzionale si è concretizzato con l’interrogazione parlamentare depositata il 21 maggio in Commissione Igiene e Sanità del Senato dalla Vicepresidente della Commissione Xii del Senato, Sen. Maria Rizzotti. Sid, Amd e Diabete Italia confermano la loro piena, indipendente ed incondizionata disponibilità a collaborare con Aifa per la definizione delle più appropriate indicazioni sulla rimborsabilità delle terapie innovative per il diabete, sottolineando che le stesse debbano essere ispirate, seppure nella sostenibilità economica, dalle linee guida nazionali ed internazionali, nonché dal diritto dei cittadini italiani con diabete di poter usufruire dei trattamenti innovativi, così come avviene per gli altri cittadini europei. Ribadiscono dunque la richiesta di un confronto aperto e costruttivo con Aifa, da concretizzarsi con l’apertura di un tavolo di discussione, in merito al processo di revisione della rimborsabilità delle terapie basate sulle incretine, fondato su solide basi cliniche e scientifiche. Sottolineano infine come questa richiesta delle società scientifiche e delle rappresentanze delle persone con diabete sia esclusivamente motivata da considerazioni di carattere scientifico e preoccupazioni di tipo clinico, oltre che dalla volontà di tutelare la salute e la qualità della vita delle persone con diabete che vivono in Italia, non certamente da interessi commerciali.  
   
   
SANITA’ PENITENZIARIA: LA REGIONE VALLE D’AOSTA SOLLECITA IL DECRETO MINISTERIALE PER IL TRASFERIMENTO DELLE FUNZIONI  
 
Aosta, 27 maggio 2013 - La Presidenza della Regione comunica che rispetto alla situazione segnalata dal Coordinamento Sindacale Penitenziario (Cosp), la Regione è impegnata da tempo su due fronti per: garantire un’adeguata e dignitosa assistenza sanitaria ai detenuti, indipendentemente da impasse formali e burocratiche, in stretto rapporto con la Direziona della Casa Circondariale di Brissogne; ottenere il trasferimento delle competenze in materia di sanità penitenziaria. Rispetto a quest’ultimo punto, si ricorda che è stata proprio l’amministrazione regionale a farsi parte attiva presso la Commissione Paritetica Stato-regione per definire il testo del decreto legislativo di trasferimento, poi diventato d.Lgs. 26 ottobre 2010, n. 192. E la Regione ha successivamente normato con propria legge 10 maggio 2011, n. 11 Disciplina dell´esercizio delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria trasferite alla Regione autonoma Valle d´Aosta/vallée d´Aoste ai sensi del decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 192 (Norme di attuazione dello statuto speciale della Regione Valle d´Aosta/vallée d´Aoste recanti il trasferimento di funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria). Legge peraltro impugnata dal Governo nazionale e sulla quale, per accelerare il processo e far venire meno il possibile contenzioso, la Regione stessa è subitamente intervenuta a modifica della propria norma. Al momento attuale il ‘’vuoto’’ sta nella mancanza del Dpcm previsto dall’art. 5 del d.Lgs. 192/2010, da emanarsi di concerto con il Ministero della Giustizia e il Ministero della Salute, d´intesa con la Regione. A questo proposito, si evidenzia che la Regione ha ripetutamente sollecitato il documento, in ultimo ancora con lettera ai Ministri Giustizia e Salute del 17 aprile 2013. A livello ministeriale al momento ancora nulla si è mosso. Non si è dunque inceppata la “Burocrazia Regione-stato”, come riportato di recente da alcune notizie stampa. Si è invece in attesa di un adempimento previsto dalla legge statale, posto in carico allo Stato, che attui finalmente il trasferimento delle competenze.  
   
   
BOLZANO: FUTURO DEI PICCOLI OSPEDALI: VIPITENO RESTA IMPORTANTE  
 
Bolzano, 27 maggio 2013 - Anche l´ospedale di Vipiteno resta importante per la sanità altoatesina: "La Provincia crede nel futuro di questo nosocomio, come dimostra tra l´altro l´istituzione del nuovo centro di ricerca per la neuroriabilitazione", ha sottolineato l´assessore provinciale Richard Theiner il 22 maggio nell´incontro pubblico a Vipiteno. L´investimento nei cervelli è prioritario, ma si interverrà anche nell´ammodernamento della struttura. Come risposta ai risparmi prescritti dallo Stato, la misura di chiudere i piccoli ospedali periferici è ritenuta sbagliata dalla Giunta provinciale, che non intende seguire questa via: lo ha ribadito ieri sera a Vipiteno l´assessore provinciale Richard Theiner incontrando la popolazione dell´alta val d´Isarco. "Significherebbe perdere una struttura fondamentale per il territorio, tanto a Vipiteno quanto a Silandro o San Candido." E i risparmi sarebbero solo virtuali, perchè la cura dei pazienti andrebbe garantita comunque e in altra sede. Per questo la Giunta provinciale ribadisce la sua intenzione di mantenere operativi tutti e sette gli ospedali altoatesini. In concreto significa che i risparmi e la riduzione dei posti letto imposti da Roma verranno spalmati in misura proporzionale tra tutti i nosocomi, senza penalizzare eccessivamente una struttura rispetto ad un´altra: il comprensorio sanitario di Bressanone, pertanto, dovrà tagliare nel 2013 14 posti letto per acuti, dei quali solo 4 a Vipiteno. In ogni ospedale di base verrà poi sviluppata una specializzazione che eleverà il suo profilo: "A Vipiteno si tratta del centro di ricerca per la neuroriabilitazione, che avrà ricadute positive su tutta l´alta val d´Isarco", ha spiegato l´assessore Theiner. Un´ulteriore valorizzazione dei piccoli ospedali sarà prodotta da accordi all´interno dei comprensori - nel caso specifico tra l´ospedale aziendale di Bressanone e quello di base di Vipiteno - che regoleranno la suddivisione dei compiti e lo scambio di prestazioni e personale. "Sempre con l´obiettivo di aumentare la qualità nella cura del paziente e ridurre i tempi di attesa", ha aggiunto Theiner. Elevare la qualità nel trattamento del tumore è anche il senso della certificazione oncologica, che ieri sera a Vipiteno è stata approfondita anche con interventi critici, al pari del futuro del primariato di Medicina interna. Theiner ha infine rilevato che l´ospedale di Vipiteno ottiene sempre ottimi voti nelle periodiche rilevazioni condotte dall´Azienda sanitaria sul grado di soddisfazione dei pazienti. "Un merito che va ascritto indubbiamente a quanti lavorano nell´ospedale", ha specificato l´assessore. E che la Giunta intenda mantenere e sviluppare il nosocomio è testimoniato anche dal programma di investimenti: per la ristrutturazione e l´ammodernamento della struttura costruita a metà anni Settanta sono stati già impegnati 16,6 milioni di euro.  
   
   
PREMIO INTRAZIENDALE QUALITY AWARDS GALLIERA VINCE IL PROGETTO SULLA TERAPIA DELL´ HIV  
 
Genova, 27 maggio 2013 – Ad aggiudicarsi il primo posto del Quality Awards Galliera 2013, premio intraziendale sulle esperienze e i progetti di miglioramento dei servizi e delle cure prestate al paziente durante l´anno 2012, è la S.c. Malattie infettive con un progetto sul monitoraggio e la gestione dei pazienti affetti da Hiv. “Il progetto – spiega Giovanni Cassola, Direttore della Sc Malattie infettive del Galliera - mira a focalizzare l´attenzione sulla difficoltà del paziente, affetto da malattia cronica, a mantenere una continuità e quindi aderenza ottimale della terapia nell´ambito del percorso ambulatoriale. Nel caso specifico il progetto è dedicato ai pazienti affetti da Hiv. Motivi logistici, psicologici e di non accettazione della malattia spesso stanno alla base di un mancato appuntamento di controllo. Scopo del progetto è proprio quello di monitorare questi pazienti e di rilevare i soggetti che saltano gli appuntamenti per contattarli direttamente uno ad uno in modo in da far loro riprendere il corretto percorso terapeutico, fondamentale per garantire uno stato di salute e un´aspettativa di vita pressoché normali”. Il premio speciale della giuria, in ricordo del Dott. Leonardo La Pietra, Direttore Sanitario dell´Istituto Europeo di Oncologia, già presidente delle Commissioni valutatrici del Galliera Quality Awards negli anni 2010 e 2011, è andato invece alle strutture di Endocrinologia e Geriatria con il progetto “Educazione alimentare nella sindrome di down”. I progetti presentati quest´anno al Quality awards sono stati 28. Gli altri progetti arrivati in finale di questa quarta edizione sono: Oncologia medica con “Patient Service in Oncologia: la presa in carico del malato oncologico” (Ii posto); Ortogeriatria con “Progetto ortogeriatrico” (Iii posto); Endocrinologia, Medicina interna, Ginecologia e Ostetricia, Laboratorio analisi con “Il Diabete Gestazionale: percorso diagnostico terapeutico integrato” (Iv posto); Servizi informatici e telecomunicazioni e Pronto Soccorso con “Chiamata dell´accompagnatore del paziente al Ps” (V posto). Commissione valutatrice Quality Awards 2013: Enrico Bartolini – Presidente Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Genova – Presidente; Marco Albini – Direttore Monitoraggio qualità, Istituto clinico Humanitas - Componente; Simone Canepa – Dirigente S.c. Qualità e comunicazione, E.o. Ospedali Galliera – Componente; Emma Tomaselli – Head of Health & Food Certification Division, Rina – Componente; Rosalinda Fantoni – Collaboratore S.c. Qualità e comunicazione, E.o. Ospedali Galliera – Segretaria.  
   
   
GIORNATA DEL SOLLIEVO, PRESIDENTE MARINI: IN UMBRIA SERVIZI ALL’AVANGUARDIA PER ALLEVIARE IL DOLORE  
 
 Perugia, 27 maggio 2013 - Il dolore, una malattia nella malattia. Ogni persona ha toccato e tocca con mano l´esperienza, talvolta tragica, del confronto con il dolore, suo o di una persona cara o vicina. A tutti, ma soprattutto ad un sistema sanitario moderno, è richiesto di operare affinché il dolore, appunto, venga mitigato. Promuovere quindi una diversa e più avanzata cultura del trattamento terapeutico che consenta a ciascuna persona di vivere questa esperienza in condizioni di maggiore dignità ed umanità. In questo, l´Umbria è una Regione che ha da quasi vent´anni avviato "buone pratiche" che oggi le consentono di offrire ai propri cittadini servizi all´avanguardia. Nell´ultimo anno, ad esempio, sono passate da 280 ad oltre settecento le donne che hanno potuto ricorrere alla pratica del "parto indolore" che in Umbria, grazie ad una direttiva della Regione, è possibile effettuare gratuitamente presso le strutture sanitarie pubbliche. Nella Giornata nazionale del sollievo, ieri in Umbria sono state molte le iniziative con le quali si è celebrata la ricorrenza. A Marsciano, al Teatro Concordia, operatori sanitari, pubblici amministratori, cittadini, hanno discusso sul tema "il dolore in Umbria, stato dell´arte e proposte operative". "In Umbria - ha detto la presidente della Regione Catiuscia Marini, intervenuta all´iniziativa, coordinata dal direttore del Sert della Media Valle del Tevere, Mariano Pedetti, presente anche il sindaco della città, Alfio Todini - non partiamo da zero perché qui, grazie al lavoro di qualità svolto dai nostri operatori sanitari, stimolati in questo dalle tante associazioni del volontariato, abbiamo raggiunto livelli di tutto rispetto che ci hanno consentito di anticipare in alcuni aspetti i contenuti della legge nazionale per le cure palliative. Da alcuni mesi, poi, abbiamo approvato come Regione nuove linee di indirizzo in materia di terapia del dolore e cure palliative, contribuendo in questo modo ad una maggiore diffusione di una cultura più appropriata della tutela della dignità della persona nel rapporto con il dolore". Buone pratiche ed un adeguato modello organizzativo della rete dei servizi sanitari sono, per la presidente Marini, gli elementi decisivi affinché si possa affermare, anche nel trattamento del dolore, "la centralità della persona". "Dobbiamo inoltre impegnarci - ha proseguito la presidente - per estendere il più possibile questi servizi in tutto il territorio regionale". Tra le positive esperienze realizzate in Umbria, la presidente Marini ha voluto ricordare quella dell´Azienda Ospedaliera di Perugia per l´assistenza ai bambini, soprattutto nella fase post-operatoria. Un progetto che ha ricevuto - insieme ad altri tre, sui 100 presentati - una speciale menzione nell´ambito del premio "Gerbera d´oro", istituito dalla Fondazione nazionale "Gigi Ghirotti" e dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome.  
   
   
SPORT: NASCE LA ‘CARTA DI MILANO’ LA CITTÀ SI PONE COME PUNTO DI RIFERIMENTO PER UNA NUOVA CONCEZIONE DELLO SPORT”. PROPOSTE CONCRETE CONTRO IL RAZZISMO E LA DISCRIMINAZIONE A CONI, FIGC E GOVERNO  
 
Milano, 27 maggio 2013 - La capitale lombarda ha la sua ‘Carta dello Sport’ e si propone come modello nazionale per una nuova concezione della pratica sportiva in città. Non solo: dal capoluogo lombardo, in condivisione con Anci Lombardia, partono precise richieste al Coni, alla Figc, al Governo affinché si prendano iniziative concrete contro la discriminazione dei giovani di seconda generazione, contro il razzismo negli stadi, per dare pari dignità agli sport urbani, perché ogni impianto sportivo debba rispondere a un ‘codice etico’. “Con questa ‘Carta dello Sport’ Milano si pone come punto di riferimento nazionale per il ripensamento della pratica sportiva nelle grandi città – ha dichiarato l’assessora Chiara Bisconti – e da qui oggi lanciamo proposte precise su temi importanti: il razzismo negli stadi, la discriminazione verso i giovani di seconda generazione, la necessità di un codice etico per tutti i centri sportivi, l’equilibrio di genere. Mi piace sottolineare, tra i punti essenziali di questo documento, la richiesta che facciamo a tutti i vertici dello sport nazionale di dare pari dignità alle pratiche sportive urbane. Oggi da Milano parte un segnale forte perché lo sport, diffuso, aperto a tutte e tutti, allargato, torni a essere al centro dell’iniziativa politica e amministrativa. Lo sport è un investimento per il futuro e migliora la qualità della vita delle città”. Ecco, in sintesi, i contenuti della ‘Carta di Milano’ e i suoi dieci principi ispiratori: 1. Lo sport è valore sociale e culturale e deve poter essere praticato da tutte/i; 2. Lo sport per tutte/i supera le barriere fisiche e mentali; 3. Lo sport è valore educativo e va insegnato nelle scuole di ogni ordine e grado; 4. Lo sport è e deve essere sempre promotore di comportamenti etici; 5. Lo sport è forza vitale sempre aperta ad accogliere nuove energie ed evoluzioni; 6. Lo sport può essere praticato ovunque nel rispetto dell’ambiente circostante; 7. I luoghi dello sport nuovi o riqualificati devono rispettare e integrarsi con il territorio; 8. Lo sport è benessere; 9. Il movimento è benessere e quindi è alla base dello sport; 10. Il riequilibrio di genere e discipline nello sport è veicolo di promozione delle pari opportunità nella società. Le richieste: - Creazione di un fondo antirazzista nazionale attingendo dal ‘fondo’ riferito alle sanzioni comminate ogni domenica alle società di calcio professionistiche per cori ingiuriosi, espressioni di discriminazione razziale, etnica o ‘territoriale’ - tesseramento per tutte/i le/ i bambine/i a prescindere dalla loro cittadinanza - riconoscimento degli sport urbani e dei luoghi nel quale praticarli e destinazione di contributi mirati - obbligo di adesione al Codice Etico per tutti i gestori di impianti sportivi, come a Milano - destinazione di contributi alla riqualificazione energetica degli impianti sportivi - trasferimento di una quota parte della spesa sociale per lo sport (1 euro nello sport genera un risparmio di 3 euro nella spesa sociale) - linee guida per la sostenibilità ambientale dei grandi impianti urbani (es. Car-free).  
   
   
LOMBARDIA.IL GONFALONE DELLA REGIONE IN CIMA ALL´HIMALAYA L´ALPINISTA CONFORTOLA SULLA IV VETTA PIÙ ALTA DELLA TERRA  
 
 Milano, 27 maggio 2013 - La bandiera di Regione Lombardia sulla quarta vetta più alta della terra. L´alpinista valtellinese Marco Confortola ha portato in cima al Lhotse, come promesso, il gonfalone che Regione Lombardia gli ha donato prima della partenza per la sua spedizione himalayana. ´Marco è un esempio di forza di volontà e passione per lo sport - ha detto l´assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani - e, quando ha chiesto di poter portare con sé un simbolo della sua regione, siamo stati felici e orgogliosi di accontentarlo´. ´Oltre ad essere uno dei più forti alpinisti - ha sottolineato l´assessore - capace di scalare otto fra i 14 ottomila del mondo, Marco è testimonial dei rifugi di Lombardia. Sarò quindi doppiamente felice di invitarlo in Regione, al suo rientro dal Nepal´.