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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Gennaio 2010
TAVOLO SUL NUCLEARE: SOSPENSIONE DEI MONITORAGGI SE LA PROVINCIA DI VERCELLI NON PAGA, SI MANTENGONO SOLO I CONTROLLI SULL´ACQUA POTABILE  
 
Torino, 18 Gennaio 2010 - “Siamo pronti, a partire già da lunedì prossimo, a sospendere ogni attività di monitoraggio effettuata da Arpa Piemonte nel sito di Saluggia, ad eccezione di quanto previsto ed in atto per il controllo della qualità e della sicurezza dell’acqua potabile, distribuita dall’Acquedotto del Monferrato, se la Provincia di Vercelli e i Comuni interessati non ci risponderanno su come intendano finanziare il lavoro di verifica e controllo con i fondi ricevuti per le compensazioni ambientali, come indicato in una lettera inviata nell’ottobre 2009 dagli uffici del Ministro delo Sviluppo Economico Scajola”. L’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte Nicola de Ruggiero non ha usato giri di parole nell’illustare la posizione della Regione durante la riunione del 14 gennaio, a Torino, del tavolo di trasparenza che segue le attività di dismissione del parco nucleare piemontese. Il “tavolo” è l’organismo promosso dalla Regione Piemonte come sede di intese, di adozione di impegni e di programmi, di informazione e comunicazione, al quale partecipano tutti i soggetti interessati alla questione della sicurezza nucleare. “Ci siamo assunti finora in modo consapevole la responsabilità di tenere sotto controllo il quadro della situazione del sito di Saluggia - ha aggiunto de Ruggiero - ma non possiamo più sostenere un impegno finanziario di tale portata, particolarmente oneroso per il bilancio di Arpa Piemonte, dopo che le compensazioni economiche per la presenza del vecchio nucleare in Piemonte, pari a 9,7 milioni di euro, sono state destinate ad attività o scopi non legati all’emergenza nucleare che il Piemonte subisce da anni. Un esempio per tutti: gli oltre 300mila euro stanziati per attività tuirstiche e culturali a Varallo Sesia”. De Ruggiero ha anche ricordato il ricorso presentato alla Corte Costituzionale dalla Regione Piemonte, con altre Regioni, sul recente decreto del Governo che inaugura la nuova stagione del nucleare in Italia. Oltre all’assessore all’Ambiente Nicola de Ruggiero alla riunione del tavolo erano presenti il nuovo Prefetto di Vercelli, dott. Fulvio Rocco, appena insediato; il reponsabile del dipartimento Ingegneria e Sicurezza di Sogin, ing. Luigi Brusa; il responsabile del Dipartimento Nucleare di Ispra, ing. Luigi Matteocci; il direttore di Arpa Piemonte, Silvano Ravera; il rappresentante del Ministero per lo Sviluppo Economico, Arnaldo Ghioto; i Sindaci di Saluggia, Marco Pasteris, di Trino Vercellese, Marco Felisati, e di Bosco Marengo, Angela Lamborizio, il Presidente dell’Ato Acqua 5 prof. Vincenzo Gerbi. Hanno partecipato anche i rappresentanti delle Province, degli enti di gestione delle aree protette, delle organizzazioni dei lavoratori e delle associazioni ambientaliste. Dal canto suo Sogin ha confermato il programma di allontanamento del combustibile nucleare dal Piemonte che inizierà a luglio di quest’anno, per concludersi nel febbraio 2012. Proseguono anche le operazioni di decommissioning nei tre siti nucleari. Nell’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo è stato completato lo smantellamento degli impianti del ciclo produttivo; nell’impianto Eurex di Saluggia sono terminate le operazioni di svuotamento e bonifica della piscina ed i lavori di costruzione del nuovo sistema di approvigionamento idrico, con la chiusura e la definitiva dismissione dei vecchi pozzi. Nella centrale nucleare di Trino sono terminate le attività di adeguamento dell’impianto elettrico e dei sistemi di ventilazione propedeutiche all’avvio dello smantellamento del reattore. E’ terminata inoltre la preogettazione della stazione gestione materiali, la cui messa in esercizio è programmata per il 2011, che permetterà di svolgere le successive operazioni di taglio, decontaminazione e rilascio dei materiali metallici. “I dati presentati da Sogin - ha concluso l’assessore - sottolineano ancora una volta che l’attività di decomissioning prosegue verso gli obiettivi fissati. Diamo loro atto di una accelerazione nel cronoprogramma generale, oltre ad una intensa partecipazione alle attività del tavolo di trasparenza. Durante le riunioni abbiamo però avuto, fin dall’inizio, una assenza importante: la scelta del Governo per la sede del deposito unico nazionale delle scorie nucleari”. ”. . .  
   
   
NUCLEARE: LA PUGLIA HA SCELTO LE RINNOVABILI  
 
Bari, 18 gennaio 2010 - “La Puglia non intende introdurre impianti nucleari sul suo territorio. I tentativi del Governo di togliere voce in capitolo alle Regioni su questa materia, è a dir poco sconcertante”. È questa la reazione della Vice Presidente della Regione Puglia Loredana Capone alla notizia del ricorso del Governo contro la legge pugliese sull’energia nucleare. “Se si rivelasse vera la notizia del ricorso – ha detto – suonerebbe come la conferma della volontà di fare della Puglia una delle candidate ideali per le centrali, secondo la mappa stilata nel 1979 dal Cnen, il Comitato nazionale per l’energia nucleare, che rileggiamo sui giornali di oggi. Una mappa nella quale la Puglia è la regione in Italia con più località considerate compatibili con un reattore. Ce ne sarebbero addirittura otto: a Taranto è indicata la costa al confine con la Basilicata, a Foggia, il Gargano vicino Lesina e la costa del Golfo di Manfredonia, a Lecce, la costa ionica a nord di Porto Cesareo, la costa ionica a sud di Gallipoli e la costa adriatica a nord di Otranto, concludono il nutrito elenco la costa a sud di Brindisi e, nella stessa provincia, la costa in corrispondenza di Ostuni. La Regione non ci sta”. “La Puglia – ha ribadito Loredana Capone – produce già l’86% di energia in più rispetto al suo consumo, ma soprattutto è la terra delle rinnovabili, in vetta a tutte le classifiche perché capace di generare il 27,1% dell’energia eolica nazionale e il 13,71% dell’energia fotovoltaica di tutta l’Italia. È questa la vocazione vera del nostro territorio, una vocazione per la quale l’Assessorato allo Sviluppo economico ha snellito procedure e concesso autorizzazioni per impianti di energia pulita che totalizzano quasi 1. 300 megawatt di potenza elettrica”. “Per questo – ha concluso la Vice Presidente – combatteremo con tutte le nostre forze contro chi vuole devastare le nostre coste e la nostra salute, costruendo centrali atomiche”. .  
   
   
PUGLIA CAPOFILA CONTRO L´ENERGIA NUCLEARE  
 
Bari, 18 gennaio 2010 - L’assessore all’Ecologia, Onofrio Introna, ha partecipato il 16 gennaio alla riunione della Commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni, presso la Delegazione romana della Regione Calabria. All’ordine del giorno, la questione della localizzazione delle centrali nucleari. “La Regione – ha detto Introna – è capofila tra le regioni che hanno detto no alla localizzazione delle centrali nucleari sui propri territori. Per questo le Regioni hanno approvato un documento unitario che ridiscute integralmente la posizione governativa. Abbiamo bisogno di un piano energetico nazionale entro il quale andare a discutere dell’eventuale opzione nucleare. Invece si prosegue nel più stretto segreto, con decretazioni di urgenza e senza alcuna pianificazione. Sembra paradossale infatti la predisposizione di un piano sul nucleare previsto dall´approvando schema di decreto in assenza di una pianificazione organica sul territorio nazionale in materia di energia. Ad esempio, non esiste una esatta quantificazione delle scorie già prodotte e di quelle di futura produzione, tale da non consentire puntuali valutazioni in merito alla localizzazione e costruzione del deposito nazionale delle scorie”. “L´intesa con le regioni – spiega Introna – è necessaria non solo per quanto riguarda la localizzazione dei siti, ma anche in relazione alle attività di ricerca idrocarburi, che è parte integrante di una pianificazione seria” “Chiediamo quindi al governo di attendere gli esiti dei ricorsi già presentati da 11 regioni alla Corte costituzionale (tra cui la Puglia) prima di procedere all´approvazione definitiva del decreto, onde evitare problematiche di illegittimità di una norma". .  
   
   
POTENZA: IMPORTANTE APPROVAZIONE ( PIEAR) “PIANO DI INDIRIZZO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE”  
 
 Potenza, 18 gennaio 2010 “Il ruolo riconosciuto alle Province, nell’ambito del “Piano di indirizzo energetico ambientale regionale” (Piear), approvato in consiglio regionale nella tarda serata del 13 gennaio, è di enorme importanza e rappresenta un’indispensabile premessa affinché la Provincia di Potenza possa costruire accordi di programma volti a realizzare importanti programmi di “casa ecologica” e di efficienza e risparmio energetico”. E’ quanto ha dichiarato il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale di Potenza, Tommaso Samela sottolineando “la rilevanza di un documento che segna una decisiva virata della politica energetica regionale verso il tema della sostenibilità ambientale e la scelta delle fonti rinnovabili, ponendosi, tra l’altro, in coerenza con gli obiettivi europei, la finalità di raggiungere entro il 2020, la riduzione del 20 per cento dei consumi energetici, l’aumento del 20 per cento della quota delle energie rinnovabili e la riduzione di almeno il 20 per cento delle emissioni di gas a effetto serra. “In tale percorso, orientato alla gestione sostenibile delle risorse energetiche, la Provincia di Potenza e quella di Matera – ha continuato Samela - rivestono un ruolo di primo piano, essendo prevista da un emendamento la possibilità di delegare loro, per i territori di rispettiva competenza, il coordinamento nella negoziazione con le aziende per progetti di sviluppo locale che interessano i comuni sedi di impianti di produzione. A ciò si aggiunge il riconoscimento a tali enti di altre competenze previste dal d. Lgs 112/98”. “La programmazione degli investimenti in campo energetico non può prescindere – ha aggiunto - da sinergie interistituzionali, capaci di armonizzare le decisioni assunte ai vari livelli. Partendo da questa consapevolezza, il Piear assegna un nuovo protagonismo agli enti locali, riconoscendo ad essi competenze e funzioni significative e coinvolgendoli direttamente nel percorso di crescita che gli investimenti programmati nell’ambito energetico metterà in moto, creando opportunità preziose per imprese e comunità”. “La Provincia di Potenza – ha concluso il capogruppo del Pd Samela – condivide a pieno l’impostazione del Piear ed ha già cominciato ad orientare la propria azione, nei primi sei mesi di consiliatura, verso uno sviluppo energetico sostenibile del territorio, anche attraverso il progetto “scuole ecologiche in scuole sicure”, con il quale ha accolto in maniera decisa la sfida energetica del futuro”. Le finalità del Piear sono quelle di garantire un adeguato supporto alle esigenze di sviluppo economico e sociale attraverso una razionalizzazione dell’intero comparto energetico ed una gestione sostenibile delle risorse territoriali. Le priorità di intervento afferiscono al risparmio energetico, al settore delle fonti energetiche rinnovabili – favorendo principalmente la “generazione distribuita” dell’energia elettrica nell’ambito dell’autoproduzione e l’utilizzo delle biomasse per la produzione di energia termica – ed infine al sostegno della ricerca e dell’innovazione tecnologica, con particolare riferimento alla produzione di componentistica innovativa nel campo dell’efficienza energetica. In considerazione delle caratteristiche del territorio regionale, della vocazione economica e dello sviluppo delle risorse energetiche da esse ricavabili, l’ipotesi di produrre o impiegare l’energia nucleare non è compresa nelle ipotesi di sviluppo del sistema energetico della Regione Basilicata, non è altresì ritenuta possibile l’ipotesi che alcuna parte del territorio regionale possa ospitare un deposito di scorie nucleari anche superficiale, che accolga rifiuti nucleari provenienti da alcuna altra parte di Italia o del mondo. Tale scelta è supportata da una notevole esperienza delle problematiche sia tecniche che sociali connesse al nucleare, maturata nel territorio della Basilicata, sia in relazione alle pluriennali problematiche connesse alla gestione di Itrec in Trisaia a Rotondella (Mt), che in relazione alla scelta operata dal Governo con il Decreto del 14 novembre 2003 n. 314 di realizzare un deposito di scorie nucleari di Iii categoria a Terzo Cavone in Scanzano J. Co. La scelta assunta è conseguente alla sussistenza di problemi intrinseci legati allo sviluppo della tecnologia nucleare, in particolar modo per la presenza di difficoltà legate: alla garanzia per la sicurezza della salute dei cittadini; alla creazione di uno sviluppo che concili con le peculiarità e le ipotesi di valorizzazione delle risorse del nostro territorio; all’assenza di un quadro normativo nazionale che disciplini le procedure autorizzative, sospeso in seguito al referendum del 1987; alla remota ipotesi che il rilancio globale dell’energia nucleare ridurrebbe i costi energetici le emissioni di Co2 e i problemi della dipendenza energetica. In seguito alla conversione del Decreto “Scanzano” con la legge n. 368 del 2003, il legislatore non ha adottato una decisione politica per la messa in sicurezza dei rifiuti nucleari. Successivamente il Governo ha cercato di intraprendere un percorso concertato di individuazione del sito unico, attraverso il Dm del 25 Febbraio 2008 del Ministro dello Sviluppo Economico con l’istituzione di un gruppo di lavoro per l’individuazione della tipologia, delle procedure e della metodologia di selezione dirette alla realizzazione, su un sito del territorio nazionale, di un centro di servizi tecnologici e di ricerca ad alto livello nel settore dei rifiuti radioattivi. Anche in questa occasione la Regione Basilicata, attraverso la nota nel verbale di chiusura del componente tecnico di nomina regionale, ha ribadito che in nessun caso si potrà pervenire alla scelta del sito di ubicazione del sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie radioattive, prescindendo dall’autocandidatura di un territorio, che fosse formulata dal Governo regionale di quel territorio stesso. Attualmente (marzo 2009) la decisione di riaprire le centrali nucleari e la ricerca di una procedura per l’individuazione di un deposito per la messa in sicurezza dei rifiuti, nonostante la forte volontà del Governo è ferma nella X Commissione Industria del Senato dove è in discussione il ddl As n. 1195 sulle “disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazioni delle imprese, nonché in materia di energia”. La presenza nel centro della Trisaia in Rotondella di attività nucleari legate al riprocessamento del ciclo uranio-torio, richiede un’attenzione costante da parte del Governo della Regione Basilicata affinché vengano garantiti gli obiettivi della massima sicurezza per la salute dell’ambiente e raggiunta la condizione di prato verde. Attraverso alcuni interventi tra i quali il Tavolo della Trasparenza e le diverse azioni di monitoraggio, la Regione è impegnata al raggiungimento degli obiettivi. Il rapporto congiunto Iaea – Nea (2008) stima che le risorse di uranio “ragionevolmente sicure” ammontano a 3,3 milioni di tonnellate. Se aggiungiamo a queste le “risorse stimate” si arriva a 5,5 milioni di tonnellate. Considerando che il consumo attuale di uranio per far funzionare le 439 centrali nucleari è di circa 70 mila tonnellate anno, possiamo stimare un utilizzo per almeno 50 – 80 anni ancora. In questa situazione di scarsità della risorsa uranio nel mondo, una nazione legata all’utilizzo dell’uranio avrebbe seri problemi di dipendenza energetica. La produzione di energia nucleare, oltre a non risolvere alcune importanti questioni aperte in particolare sulla sicurezza, genererebbe uno “sviluppo distorto” del territorio regionale. Pertanto, considerando la volontà della Regione di voler sviluppare e valorizzare le risorse del territorio per profondere lo sviluppo sostenibile della regione Basilicata, l’ipotesi nucleare non è considerata tra le scelte di generazione energetica possibili. L’intera programmazione relativa al comparto energetico, delineata dal Piear ruota intorno a quattro macro-obiettivi: 1. Riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica; 2. Incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; 3. Incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili; 4. Creazione di un distretto energetico in Val d’Agri. La Riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica. La Regione intende conseguire, dati gli obiettivi fissati dall’Ue e dal Governo italiano, un aumento dell’efficienza energetica che permetta, nell’anno 2020, una riduzione della domanda di energia per usi finali della Basilicata pari al 20% di quella prevista per tale periodo. Le azioni previste dal Piano riguardano prevalentemente l’efficientamento del patrimonio edilizio pubblico e privato ed alcuni interventi nel settore dei trasporti. Particolare attenzione sarà rivolta alla riduzione dei consumi di energia elettrica, incentivando l’impiego di lampade e sistemi di alimentazione efficienti, ed intervenendo sugli azionamenti elettrici, sull’efficienza dei motori elettrici e, più in generale, sugli usi elettrici in industria ed agricoltura. Sono anche contemplate la generazione e la cogenerazione distribuita, che, pur non contribuendo propriamente alla riduzione della domanda di energia per usi finali, permettono apprezzabili riduzioni dei consumi di energia primaria e dei costi energetici. L’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’incremento della produzione di energia, finalizzato al soddisfacimento del fabbisogno interno, assume un ruolo essenziale nella programmazione energetica ed ambientale, anche in considerazione delle crescenti problematiche legate all’approvvigionamento energetico. Peraltro, in considerazione delle necessità di sviluppo sostenibile e salvaguardia ambientale, è auspicabile un ricorso sempre maggiore alle fonti rinnovabili. Sulla base di queste considerazioni, anche in relazione alle potenzialità offerte dal proprio territorio, la Regione Basilicata intende puntare al soddisfacimento dei fabbisogni interni di energia elettrica esclusivamente attraverso il ricorso ad impianti alimentati da fonti rinnovabili. Più nel dettaglio, con il presente Piear, la Regione Basilicata si propone di colmare il deficit tra produzione e fabbisogno di energia elettrica stimato al 2020, indirizzando significativamente verso le rinnovabili il mix di fonti utilizzato. In altre parole l’obiettivo da raggiungere consiste nell’assicurare una produzione che, seppur naturalmente caratterizzata da una certa discontinuità, consenta localmente un approvvigionamento energetico in linea con le necessità di sviluppo ed i consumi locali. Per il conseguimento di questo obiettivo, inoltre, è previsto il supporto di azioni finalizzate all’eliminazione delle criticità presenti sulla rete elettrica, nonché alla semplificazione delle norme e delle procedure autorizzative. Attualmente il sistema elettrico regionale sconta una condizione di deficit di produzione rispetto ai fabbisogni interni pari al 51% (Terna, 2007). Nei prossimi anni il fabbisogno di energia elettrica è destinato a crescere fino ad un valore di circa 3. 800 Gwh/anno (329 ktep/anno). Ipotizzando che dal 2008 al 2020 non si registri alcun incremento della produzione interna di elettricità, è possibile stimare un deficit di produzione, per l’anno 2020, pari a 2. 300 Gwh/anno (197 ktep/anno), che costituisce proprio l’obiettivo di incremento della produzione di energia elettrica. L’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sarà perseguito, in accordo con le strategie di sviluppo regionale, puntando su tutte le tipologie di risorse disponibili sul territorio, secondo la ripartizione riportata in tabella. Fonte energetica Ripartiz. (%) Energia Prodotta (Gwh/anno) Rendimento Elettrico (%) Ore equivalenti di funzionamento (h) Potenza Installabile (Mwe); Eolico 60 1374 70 2000 981; Solare fotovoltaico 20 458 85 1500 359; Biomasse 15 343 85 8000 50; Idroelettrico 5 114 80 3000 48; Totale 100 2289 1438. Per quanto riguarda la produzione di energia da biomassa, si intende promuovere la realizzazione di impianti per la produzione combinata di energia elettrica e termica, privilegiando gli impianti di piccola taglia. Entro il 2015 si prevede di raggiungere una produzione pari al 40% del valore complessivo riportato in Errore. L´origine riferimento non è stata trovata. , corrispondente a 916 Gwh/anno (ovvero 79 ktep/anno), per una potenza installata di poco più di 575 Mw. La restante parte, 1. 374 Gwh/anno (118 ktep/anno), sarà progressivamente coperta nel corso del periodo 2016-2020. Nel computo dell’incremento di produzione è esclusa l’energia derivante da impianti per autoproduzione, da iniziative della Sel e del Distretto Energetico, corrispondente ad una potenza complessiva stimabile in circa 250 Mw. Gli impianti saranno realizzati in modo da assicurare uno sviluppo sostenibile e garantire prioritariamente il soddisfacimento dei seguenti criteri: ? Rispondenza ai fabbisogni energetici e di sviluppo locali; ? Massima efficienza degli impianti ed uso delle migliori tecnologie disponibili; ? Minimo impegno di territorio; ? Salvaguardia ambientale. Si prevede, a tal fine, l’introduzione di standard qualitativi per la progettazione, la realizzazione, la gestione e la dismissione degli impianti di produzione . Potenziamento e razionalizzazione delle linee di trasporto e distribuzione dell’energia. A fronte degli innumerevoli vantaggi dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, l’auspicato aumento della produzione di energia elettrica aggraverà ulteriormente le criticità già attualmente presenti sulla rete di trasmissione e distribuzione. Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico regionale e migliorare la qualità del servizio per cittadini ed imprese, sarà pertanto necessario operare sul potenziamento, efficientamento e razionalizzazione della rete elettrica primaria e secondaria lucana. Questo obiettivo si pone in linea con il Libro Verde della Commissione Europea del 13/11/2008 (“Verso una rete energetica sicura, sostenibile e competitiva”), che conferisce allo sviluppo delle reti un ruolo importante della politica energetica, già contemplata nel Reg. Ce n. 680 del 20 giugno 2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea. In particolare, per garantire il collegamento degli impianti di potenza superiore a 10Mw, saranno richiesti interventi sulla rete di trasporto ad alta tensione, di competenza Terna. A tal fine la Regione ha già promosso Protocolli d’Intesa con Terna e le Regioni meridionali, finalizzati rispettivamente alla sperimentazione della V. A. S. Di piani e programmi di sviluppo della rete sul territorio regionale, ed alla valutazione condivisa dei Piani di Sviluppo della rete Terna. Per quanto riguarda gli impianti di potenza inferiore, invece, sarà necessario intervenire sulle reti di distribuzione a media e bassa tensione, principalmente gestite da Enel Distribuzione. In questo caso, saranno intraprese iniziative analoghe a quelle già formalizzate con Terna. In definitiva, tutti gli interventi avranno come scopo principale quello di sviluppare delle reti in grado di trasportare e distribuire l’elettricità in modo efficiente e razionale, di gestire i flussi di energia prodotta dai singoli impianti di produzione da fonti rinnovabili, ma anche di favorire lo sviluppo della generazione distribuita. Il conseguimento di questo obiettivo imporrà il ricorso a tecnologie innovative ed a sistemi di controllo informatici sulle reti di trasmissione e distribuzione (secondo un modello simile a quello della rete internet), al fine di migliorare la gestione dei flussi energetici. In questo senso è auspicabile un’interazione con la piattaforma di ricerca europea dedicata alle reti intelligenti (“smart grids”), di recente istituzione, finalizzata anche all’implementazione di progetti pilota sul territorio regionale. Semplificazione amministrativa ed adeguamento legislativo e normativo. Le innovazioni introdotte dalle recenti modifiche della legislazione nazionale hanno determinato un progressivo decentramento delle funzioni amministrative, tali per cui alle Regioni è demandato il compito di pianificare le strategie energetiche da attuare nei propri territori, in linea con la normativa europea e con gli altri strumenti di programmazione territoriale. Fra le funzioni assegnate assume un ruolo centrale l’emanazione di normative che consentono la semplificazione del procedimento autorizzatorio per la realizzazione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili. In particolare, in attuazione delle disposizioni concernenti il procedimento di “autorizzazione unica” (D. Lgs. N. 387/03), la Regione Basilicata procederà all’armonizzazione delle normative nazionali e regionali con propria legge regionale. La stessa dovrà considerare anche le disposizioni contemplate dalla legislazione ambientale (D. Lgs. N. 152/06 e. S. M. I. ), paesaggistica (D. Lgs. N. 42/04) e, più in generale, dalla normativa sul procedimento amministrativo (L. N. 241/90). Siffatta normativa prevederà, inoltre, procedure differenziate a seconda della potenza dell’impianto: particolare attenzione sarà rivolta agli impianti di produzione energetica di piccola taglia (anche fino ad 1 Mw di potenza) alimentati da fonti rinnovabili, per i quali sarà messa a punto una procedura semplificata. La diretta conseguenza di questo processo sarà quella di agevolare gli investitori pubblici e privati nel conseguimento degli obiettivi contenuti all’interno del presente documento. Produzione di energia termica da biomasse e biocombustibili. Parallelamente all’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si ritiene importante realizzare interventi al fine di potenziare l’utilizzo di biomasse legnose e biocombustibili per la produzione di energia termica. Si intende promuovere l’utilizzo di sistemi energetici e generatori di calore alimentati con biomasse lignocellulosiche provenienti dalla gestione del patrimonio boschivo e dai comparti agricolo, zootecnico e industriale locali, secondo le disponibilità e le modalità indicate nella parte I del presente Piano. Realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri. Nella convinzione che finanza, ricerca e sistema industriale siano fattori che debbano interagire per dare impulso allo sviluppo di nuove ed avanzate tecnologie, in particolare nel settore energetico, in coerenza con le indicazioni contenute nella Deliberazione Cipe n. 166 del 21 dicembre 2007 “Attuazione del Quadro Strategico Nazionale (Qsn) 2007-2013: Programmazione del Fondo per le Aree Sottoutilizzate”, la Regione persegue l’obiettivo di promuovere la realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri, avente i seguenti fini: • lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica in campo energetico, coinvolgendo a tal fine le eccellenze regionali, a partire dall’Università degli Studi della Basilicata Cnr, Enea, Agrobios, Fondazione Mattei etc. ; • creazione di un centro permanente di formazione ed alta formazione mediterranea sui temi dell’energia, in stretta collaborazione con Enea, Fondazione Mattei ed i centri di ricerca presenti sul teritorio regionale. La formazione sarà rivolta agli installatori e manutentori di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, l’alta formazione ai progettisti ed ai ricercatori del settore; • l’insediamento nell’area di imprese innovative specializzate nella produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica degli usi finali, sia in campo civile, sia nel settore produttivo; • l’attivazione di filiere produttive incentrate sull’adozione di tecnologie innovative per la produzione di energia, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione; • realizzazione di impianti innovativi e sperimentali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per la tri-quadrigenerazione, con il diretto coinvolgimento di Enti di ricerca (Università, Enea, Agrobios, Cnr, ecc. ), Enti locali e, ove necessario, di grandi operatori del settore, anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata; • svolgimento di attività di ricerca e di sperimentazione sulla produzione di biocarburanti a partire da matrice lignocellulosica, e sulla definizione di idonei sistemi per il contenimento delle emissioni di particolato solido e delle altre sostanze dannose prodotte dalla combustione di biomassa; • attività di formazione nel settore energetico e trasferimento tecnologico alle Pmi locali; • realizzazione di un parco energetico (denominato Valle dell’energia) finalizzato ad evidenziare le più avanzate tecnologie nel settore delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica (anche con la realizzazione di un edificio dimostrativo ad emissioni zero ed energeticamente autosufficiente). Il distretto sarà inoltre inserito nella costituenda rete dei distretti energetici nazionali per sviluppare progetti ed iniziative in rapporto sinergico con le altre regioni partner. Promozione di attività di formazione e di trasferimento tecnologico. In accordo con le linee indicate a livello europeo e nazionale, si intende promuovere attività di formazione a vari livelli e favorire il trasferimento tecnologico verso le imprese regionali. Per quanto riguarda le attività di formazione, esse saranno rivolte sia a bambini e ragazzi in età scolare, sia ad adulti e famiglie, al fine di educare al rispetto dell’ambiente e ad un uso sostenibile ed efficiente delle risorse naturali e dell’energia. Sono previsti inoltre percorsi di alta formazione e specializzazione su tematiche specifiche in ambito energetico, rivolti a tecnici e laureati operanti nel settore. Particolare importanza rivestono le ricadute in ambito industriale, in quanto si prevede di poter dare impulso alla nascita ed allo sviluppo di attività imprenditoriali e produttive legate allo sviluppo di competenze nella gestione delle filiere energetiche e degli impianti di produzione, alla produzione di componenti e sistemi ed alla progettazione di tecnologie e prodotti ad alto contenuto tecnologico. Si intende quindi favorire attività di trasferimento tecnologico dagli enti di ricerca e di sviluppo coinvolti nelle azioni definite dal presente Piano alle aziende locali. . .  
   
   
PRIMAVERA, MA ANTICIPATA, PER IL NUOVO MONDO DELL´ENERGIA LA NOVITÀ NEW CARBON ENERGY A FEBBRAIO E LA QUARTA EDIZIONE DELLE GIORNATE DELLA MICROGENERAZIONE A MARZO, ORGANIZZATE DA E-GAZETTE E UPDATING A MILANO. NEL PANIERE, ANCHE UN INCONTRO TRA AZIENDE E INVESTITORI.  
 
Milano, 18 gennaio 2010 - I primi mesi dell´anno sono il momento migliore per esaminare le prospettive in Italia del “mondo nuovo” dell’energia, fatto di vento, sole, biomasse, colture energetiche, cicli combinati e di una produzione più vicina al consumo, sia per l’utenza residenziale sia per quelle industriali e delle comunità. Per il quarto anno e-gazette e Updating organizzano quello che è diventato l´evento di riferimento per il settore, Le Giornate della Microgenerazione, anticipandolo e potenziandolo con alcune significative novità. L´11 di febbraio alla Casa dell´Energia a Milano (Piazza Po 3) si terrà New Carbon Energy, il primo convegno italiano dedicato a tutte le nuove forme di energia basate sul carbonio che, grazie all´evoluzione tecnologica e della ricerca fondamentale, stanno trasformando quella che era una collezione di fonti fossili in un panorama più rinnovabile e variegato. Insomma, un´energia da carbonio nuova che si traduce in biofuel di diversi tipi e a basso impatto ambientale ed economico, biogas da discarica e da rifiuti, biomasse ad alto rendimento, integrazione tra fonti no-carbon e new carbon (cicli combinati solare termodinamico e biogas, per esempio). Sul fronte degli utilizzi e delle trasformazioni, le novità oggi sono le manipolazioni più o meno sofisticate delle molecole (Gas-to-liquid, Biogas-to-liquid, gassificazione da solido), anche consentite dalle nuove generazioni di catalizzatori, e la cattura della Co2. Maggiori informazioni sono disponibili su www. Newcarbonenergy. Biz. Nel pomeriggio dell´11 febbraio è previsto inoltre l´evento-ospite Green Technologies Investment Forum (Gtif), organizzato dall’Associazione Iban (Italian Business Angels Network) e dalla svedese Business Region Goteborg Ab. Si tratta di un´occasione unica in cui, nell´arco di mezza giornata, sarà possibile l’incontro tra investitori da una parte e aziende in possesso di progetti e procedimenti tecnologici all´avanguardia in tutti i settori green dall´altra, provenienti dall´Italia e dalla Svezia, uno dei mercati più attivi d´Europa da questo punto di vista. Maggiori dettagli su http://www. Newcarbonenergy. Biz/pag/forum. Htm . Dopo questa robusta anteprima, il 9 e 10 marzo si svolgerà la quarta edizione delle Giornate della Microgenerazione, quest´anno presso il Centro Congressi dell´Hotel Michelangelo a Milano. Diverse le novità in agenda: un´attenzione particolare sulle biomasse e sulle sinergie che da esse si possono ottenere, assieme a varie forme di co e trigenerazione. Per la prima volta in Italia verrà poi affrontato il tema dello sfruttamento delle fonti marginali di energia e dell´utilizzo per la trasformazione energetica di fenomeni naturali o umani di tutt´altra natura, quello che gli anglosassoni chiamano "energy scavenging" e "energy harvesting". Confermati nel programma dell´edizione 2010 sono, naturalmente, l´impegno a chiarire le novità nella struttura degli incentivi e delle normative. Queste in Italia costituiscono la premessa di molte iniziative legate alla “nuova energia” e il costante monitoraggio nell´evoluzione tecnologica, dal fotovoltaico, alle pompe di calore, all´efficienza energetica. Confermato anche il format, basato su due giornate, il 9 marzo “Energia rinnovabile ovunque e da ogni sorgente”, dedicata al mondo in evoluzione delle rinnovabili carbon-free e carbon-neutral, il 10 marzo invece “Cogenerazione, efficienza, sinergia con le rinnovabili: il tris vincente per le Pmi e il settore civile/residenziale”, concentrata sul concetto di approccio complessivo alle esigenze energetiche delle piccole e medie imprese e del settore delle comunità e residenziale. Maggiori informazioni sulle due giornate 2010 su www. Microgenforum. It. Insomma, quattro appuntamenti da non perdere che fanno primavera in anticipo per chi si interessa ad ogni titolo del nuovo mondo dell´energia, tra cui diverse importanti aziende di settore, che hanno già confermato il loro appoggio, come Astrim (Gold Sponsor Giornate della Microgenerazione) ed Edison (Speech Sponsor Giornate della Microgenerazione). .  
   
   
ALBANIA, ASTA COSTRUZIONE CENTRALI IDROELETTRICHE  
 
Tirana, 18 gennaio 2010 - L´albania ha messo all´asta la concessione per la costruzione di centrali idroelettriche sul fiume Shushica, a Vlore, nel sul del Paese. Lo ha annunciato il Ministro dell´Economia, del Commercio e dell´Energia. Nell´ambito dell´asta sono stati dati punti aggiuntivi all´impresa locale Denyl, che ha preparato studi tecnici e finanziari per i lavori. Le aziende alle quali vengono assegnati punti aggiuntivi prima dell´asta in genere vincono il contratto. Il termine per la presentazione delle candidature è il 3 marzo. .  
   
   
"PIANO CASA": ENTRO IL 28 FEBBRAIO DICHIARAZIONE ALLE AGENZIE DEL TERRITORIO DELL PUGLIA  
 
Bari, 18 gennaio 2010 - E’ stato reso noto agli interessati delle misure straordinarie previste dalla legge regionale 30 luglio 2009, n. 14 (Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale) hanno ancora tempo, sino al 28 febbraio 2010, per presentare dichiarazioni alle Agenzie del Territorio per l’accatastamento o per la variazione catastale degli immobili destinati all’ampliamento o alla demolizione e ricostruzione. Ciò è previsto dall´art. 43 della legge regionale “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2010 e bilancio pluriennale 2010-2012 della Regione Puglia” (L. R. N. 34 del 31 dicembre 2009, n. 34 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2010 e bilancio pluriennale 2010-2012 della Regione Puglia”, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 210 straord. , vol. I, del 31 dicembre 2009), che modifica l’art. 5 della legge n. 14/2009. .  
   
   
EDILIZIA IN SARDEGNA: "PIANO CASA"  
 
Cagliari, 18 Gennaio 2010 - "Il "Piano Casa" è operativo a 360 gradi su tutto il territorio isolano e i cittadini, sulla base delle disposizioni stabilite, possono beneficiarne da subito". Con queste parole l´assessore regionale degli Enti locali, finanze e urbanistica, Gabriele Asunis, ha voluto rispondere alle accuse giunte in questi mesi sulla presunta inapplicabilità della legge sul "Piano Casa" approvato dal Consiglio regionale con la legge intitolata: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell’economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo". "La legge approvata è in vigore e non è stata affatto impugnata dal Governo, tantomeno per questioni relative alla disciplina paesaggistica”, con queste parole, il 16 gennaio, l´assessore Asunis ha quindi sgombrato il campo da "tutte le illazioni e falsità che sono state fatte circolare per intimidire i cittadini e disincentivarli ad utilizzare le possibilità offerte dalla nuova legge regionale”. L’esponente della Giunta ha quindi sottolineato che “non sono mai esistiti problemi di alcun tipo che abbiano in qualche modo limitato l’applicazione della legge e non è mai esistito alcun elemento di illegittimità tanto che non è stata posta in essere, da parte del Governo Nazionale, nessuna azione in questo senso". L´assessore ha quindi stigmatizzato con forza tutte le false informazioni originate da varie parti politiche e diffuse dagli organi di stampa, che hanno creato un clima di incertezza e di perplessità tra la gente comune che può essere interessata all’applicazione della legge. “Evidentemente una certa parte politica vuole creare, con affermazioni false sull’incostituzionalità della legge, con dicerie sulla sua inapplicabilità, un clima di allarme e di intimidazione nei confronti dei cittadini che potrebbero usufruire dei benefici della legge, creando, in questo modo, un danno oggettivo all’economia della Sardegna. Se, per effetto di questa campagna di disinformazione, i cittadini che ne hanno diritto non compiono i lavori a cui pure sono interessati, significa che questi non fanno quegli investimenti che potrebbero creare posti di lavoro. Aderendo a questa campagna perversa, la minoranza consiliare mostrerebbe di non tener conto dell’interesse dell’Isola, privilegiando la politica del tanto peggio tanto meglio". Durante la conferenza stampa l´assessore Asunis ha voluto precisare come i fatti abbiano dimostrato la piena efficacia di una legge che mira a mettere in moto la ripresa del settore edilizio con azioni orientate alla riqualificazione e al recupero del patrimonio abitativo in Sardegna tramite interventi che potranno rivitalizzare vari settori dell’intero sistema economico isolano. "I fatti - ha sottolineato l’esponente della Giunta - hanno dimostrato alla fine come le insistenti voci contro l’applicazione della legge si siano in realtà basate su accuse pretestuose che non si sono manifestate come veritiere". L’assessore Asunis, ha inoltre illustrato il disegno di legge, in questi giorni all’esame del Consiglio Regionale, che mira a fare chiarezza e a dare certezze agli Enti locali e agli operatori del settore sulla norma approvata lo scorso 23 ottobre. "Il Disegno di legge che è stato presentato in Consiglio Regionale è finalizzato a dare ulteriori elementi di certezza e di facilità applicativa e si pone come aiuto alle Amministrazioni Comunali per applicare al meglio la legge" ha proseguito Asunis. .  
   
   
MOLISE, PIANO CASA:UN PROVVEDIMENTO MODERNO, PONDERATO E ATTENTO ALLE ESIGENZE DEI CITTADINI, DEGLI IMPRENDITORI  
 
Campobasso, 18 gennaio 2010 "- La Legge sul Piano Casa ha il duplice obiettivo di riqualificare il patrimonio edilizio del Molise e di sostenere la ripresa del tessuto economico regionale. E´ questo un provvedimento moderno, ponderato e attento alle esigenze dei cittadini, degli imprenditori e soprattutto rispettoso delle peculiarità storico-paesaggistiche di questa Regione. Abbiamo oggi uno strumento normativo ragionato e concreto che ha assorbito gli apporti migliorativi di tutti i soggetti istituzionali e associativi interessati al settore edilizio e urbanistico. La stessa Legge fa esplicitamente la scelta di sostenere e incentivare il recupero di spazi per le abitazioni e di rendere queste ultime più adeguate dal punto di vista del risparmio energetico e della sicurezza strutturale. Un provvedimento che vuole esaltare la libertà dei cittadini di migliorare la propria casa ritenuta valore sociale rilevante e irrinunciabile. Il tutto però fissando limitazioni per quanto riguarda i centri storici o altre aree di importanza culturale o paesaggistica che i Comuni, attori coprotagonisti, vorranno decidere. Proprio per le particolari condizioni di questi ultimi, abbiamo previsto in Finanziaria una modifica al testo varato, per consentire a quelli che sono stati sciolti e sono sotto commissariamento, di avere più tempo per decidere le aree da salvaguardare e di non applicazione della legge sul Piano Casa. In questo modo saranno le nuove amministrazioni elette, e quindi legittimate pienamente dai cittadini, a poter decidere su una questione importante come la programmazione urbanistica del proprio territorio". Lo ha detto il Presidente della Regione Michele Iorio in un convegno tenuto nel pomeriggio a Termoli sul Nuovo Piano Casa. Riferendosi poi ad una lettera inviata dall´ex Sindaco della Città Adriatica, Vincenzo Greco, il Presidente Iorio ha evidenziato come "non si possa concedere a nessuno il diritto di offendere le persone, di esprimere frasi ingiuriose e di affermare cose non vere. Noi comunque andremo avanti per la nostra strada. Così come sono certo vorrà andare avanti Termoli, utilizzando al meglio tutti gli strumenti per sostenere il suo sviluppo, primo tra tutti proprio la legge sul Piano Casa. Termoli saprà riassorbire il tempo perso con l´amministrazione Greco, la quale non solo non ha risolto i problemi della città, ma ne ha creato altri acuendone il disagio e le difficoltà". .  
   
   
A VIAREGGIO È ARRIVATA L’ORA DEI CANTIERI STIMATI IN 8 MILIONI I FONDI MANCANTI. INCONTRI CON LE ASSICURAZIONI  
 
Viareggio, 18 gennaio 2010 - «Inizia oggi l’ultima fase dell’impegno per la ricostruzione di Viareggio. Servono quindi ritmi di lavoro intensi ed un esame approfondito e puntuale di ogni singola situazione e delle richieste che ci sono giunte fino a questo momento. Poi incontreremo le famiglie, i professionisti e le imprese danneggiate per aiutarle nella soluzione dei singoli problemi. Insomma per Viareggio è l’ora di passare ai cantieri». Il commissario per la ricostruzione della zona colpita dal disastro ferroviario del 29 giugno scorso, Claudio Martini, ha aperto il 14 gennaio con queste parole la prima riunione dell’anno del Comitato istituzionale, riunito a Viareggio alla presenza dei tecnici regionali e locali e degli amministratori, il sindaco della città versiliese, Luca Lunardini e il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Bacce lli, accompagnato dall’assessore alla protezione civile, Emiliano Favilla. «Abbiamo sul tavolo – ha spiegato Martini – quattro questioni: l’esatta determinazione dei fondi necessari, quella del monitoraggio delle domande e delle pratiche, il rapporto con le assicurazioni di Gattx e di Ferrovie e infine la destinazione del mezzo milione di euro che il Consiglio regionale ha messo a disposizione di Viareggio. Rispetto alla cifra complessiva necessaria a completare la ricostruzione, al momento stimiamo necessari altri 8 milioni di euro circa. Quanto alla posizione delle compagnie assicuratrici, entro questo mese incontreremo entrambe per cercare di concordare l’erogazione di anticipi sui risarcimenti. Dedicheremo all’esame puntuale delle domande la prossima riunione del Comitato e in quella occasione gli uffici formuleranno anche una proposta di impiego dei fondi stanziati dal Consiglio regionale». Il commissario ha intenzione di sottoporre alla Protezione civile nazionale un aggiornamento definitivo del piano degli interventi necessari, mettendo una cifra esatta accanto a ciascuna voce. Il Comune di Viareggio è incaricato predisporre il computo esatto delle necessità finanziarie. Tra le altre questioni affrontate nel corso della riunione c’è quella della necessità di garantire una sorveglianza notturna dell’area, per evitare danni o furti alle attrezzature, definire i tempi e gli interventi di sistemazione provvisoria del fondo stradale di via Ponchielli, per permettere l’avvio dei primi cantieri, visto che al momento circa una decina di domande sono giunte alla fase finale e l’inizio dei primi lavori potrebbe essere imminente. La prossima riunione del Comitato istituzionale è già stata convocata per il pomeriggio di mercoledì 20 gennaio. .  
   
   
LIGURIA: ARTE, ALLOGGI PUBBLICI PER PERSONALE DELLE FORZE DELL´ORDINE. PRESIDENTE BURLANDO: "ORA CONSERVANO IL DIRITTO ANCHE SE PENSIONATI"  
 
 Genova, 18 Gennaio 2010 - Soluzione positiva per la situazione dei dipendenti delle varie Forze dell´Ordine che hanno il diritto di alloggiare in case pubbliche, e quindi di acquistarle in caso di vendita, ma che rischiano di perdere questi diritti al momento di andare in pensione. E ciò perché secondo la normativa statale il diritto all´alloggio è previsto per il personale in servizio. Oggi le garanzie sono maggiori perché per quanto riguarda le norme emanate dalla Regione Liguria questi inquilini possono sia acquistare gli alloggi in cui abitano e che rientrano nel piano di vendita recentemente approvato dalla Giunta Regionale, sia rimanere in ogni caso nei loro alloggi. Restano semmai, per certi casi, da verificare le decisioni che fanno capo alla Prefettura per la decadenza di questi diritti dovuta appunto al pensionamento e alle esigenze di avvicendamento del personale. La questione è stata chiarita anche nel corso di un incontro avuto questa mattina dal presidente della Regione Liguria Claudio Burlando con alcuni inquilini pensionati della Guardia di Finanza e l´amministratore unico di Arte Vladimiro Augusti. Questi inquilini stanno per ricevere da Arte una lettera che li informa ufficialmente della possibilità, per loro, di acquistare l´alloggio in cui risiedono alle condizioni del programma di vendite decise dalla Regione. Burlando si era occupato della questione parlandone nei mesi scorsi con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, e ottenendo una risposta positiva sia da Letta, sia dal ministro dell´Interno Maroni. "Per quanto riguarda l´iniziativa della Regione - ha ribadito Burlando - il diritto alla casa di queste categorie oggi è garantito. Con le risorse che deriveranno dalle vendite potranno essere realizzati nuovi alloggi per rispondere alle nuove necessità ". In data 27 novembre 2009, infatti, è stato approvato dalla Giunta Regionale il Piano di vendita relativo agli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà di A. R. T. E. Genova. Il Piano prevede fra l´altro una norma transitoria e di salvaguardia che riguarda specificatamente gli alloggi di servizio delle forze dell´ordine realizzati ai sensi della Legge 06/03/1976, n. 52 che sono stati inseriti nel Piano medesimo. In particolare gli occupanti di questi alloggi di servizio che hanno presentato domanda di acquisto nei termini e secondo le modalità riportate nel precedente Piano di Vendita, predisposto ai sensi della Legge n. 560/93 e della L. R. N. 10/1994, ma la cui istanza non ha trovato accoglimento, possono, ancorché nel frattempo siano stati dichiarati decaduti dall´assegnazione a seguito di pensionamento, ripresentare domanda di acquisto dell´alloggio attualmente occupato e inserito nel nuovo Piano di vendita, con le modalità e le condizioni indicate nel Piano medesimo. Gli altri assegnatari degli alloggi di servizio, inseriti nel Piano di vendita, sono considerati regolari assegnatari alla data di approvazione del Piano (27 novembre 2009), per cui l´eventuale decadenza per pensionamento successiva a tale data non pregiudica la possibilità di acquisto, sempre secondo le modalità e nei termini fissati dal Piano. .  
   
   
TRENTO: APPROVATO DALLA GIUNTA IL PROGRAMMA TRIENNALE DI ATTUAZIONE DEL PIANO STRAORDINARIO DI ITEA SPA ECCO DOVE SARANNO REALIZZATI I 1.700 ALLOGGI A CANONE SOCIALE E MODERATO  
 
 Trento, 18 gennaio 2010 - La Giunta provinciale ha formalmente approvato il 15 gennaio, come annunciato nei giorni scorsi, il Programma triennale 2009-2011 per l´incremento degli alloggi di Itea Spa: 1. 700 quelli individuati dal comitato appositamente costituito, dei quali 1. 005 a canone sociale (un terzo di quelli previsti dal Piano straordinario) e 691 a canone moderato. "I nuovi alloggi - spiega l´assessore alle politiche sociali Ugo Rossi - non saranno localizzati nei comuni che sono già ad alta tensione abitativa, ma in quelli limitrofi ad essi. Non si tratterà, in ogni caso, di condomini di decine di appartamenti ma di blocchi di abitazioni di circa 6 alloggi". Forte è l´impulso che la Provincia intende dare al piano, prefigurando una risposta in tempi brevi alla domanda di nuovi alloggi. "Partiremo subito, attraverso un unico bando, con l´acquisto di un primo stock di 245 alloggi" ha assicurato Rossi. Negli interventi di Itea Spa saranno privilegiate, innanzitutto, le ristrutturazione del patrimonio esistente, sulla spinta delle azioni anticrisi, stimolando ulteriormente con ciò l´economia ed in particolare il settore edilizio, con un impatto atteso di circa 60 milioni di euro. Il piano triennale 2009-2011 - ha ricordato l´assessore illustrando l´intervento alla conferenza stampa che ha seguito i lavori della Giunta - esce da un comitato che ha visto la partecipazione della Provincia, dell´Itea e delle amministrazioni comunali. "Per quanto riguarda l´edilizia sociale - ha affermato Rossi - la scelta è stata quella di non penalizzare i comuni di Trento e Rovereto, che hanno già dato, e di privilegiare il più possibile il patrimonio edilizio esistente. Ciò consentirà di ottenere due vantaggi: una maggiore rapidità d´intervento, giacchè ristrutturare comporta tempi più brevi della realizzazione del nuovo, e dall´altro lato un ulteriore sostegno alle imprese del settore edile, in particolare quelle medio grandi che sono in maggiore difficoltà". Per quanto riguarda invece gli alloggi a canone moderato - 245 gli alloggi che dovranno essere realizzati nel triennio nei 10 comuni ad alta tensione abitativa - Rossi è stato chiaro: "I Comuni dovranno impegnarsi, assieme a Provincia e Itea Spa, a reperire entro sei mesi, a partire da oggi, le aree sulle quali realizzare questi alloggi o facendo ricorso ad operazioni immobiliari già in corso ad opera di privati. E´ chiaro che il potere sostitutivo della Provincia, previsto in caso di inadempienza da parte dei Comuni, è l´estrema ratio, ma siamo determinati ad utilizzare tale potere". "In termini più generali, per quanto riguarda sempre il canone moderato - ha concluso Rossi - lo strumento è quello della previsione di un fondo immobiliare al quale per prima Itea Spa ma anche i privati potranno conferire alcune proprietà, utilizzando per altro anche le possibilità di sconto fiscale garantite dallo Stato, per garantire poi la gestione degli alloggi affidandoli a Itea Spa, che potrebbe quindi offrire garanzie anche nei confronti dei privati". Alloggi A Canone Sociale - Dei circa 1000 alloggi a canone sociale, 598 saranno reperiti con interventi su immobili o aree già di proprietà di Itea Spa che si trovano in varie fasi di progettazione e per i quali non è stata ancora esperita la gara d’appalto, 162 sono in via di acquisto da privati o con avvisi di ricerca immobiliare, mentre per i rimanenti 245 Itea Spa dovrà ricorrere al libero mercato per il loro acquisto. In Fase Di Progettazione (598) - Alloggi In Fase Di Acquisto (162)- Alloggi Da Acquistare (245). L’acquisizione al patrimonio di Itea S. P. A. Degli alloggi sarà fatta in via prioritaria con l’acquisto di immobili, già edificati o in corso di costruzione, con la caratteristica “cielo-terra”, ossia della proprietà al 100% dell’immobile acquistato. Ove, nei Comuni di seguito individuati, o in quelli limitrofi, non sia possibile acquisire immobili nuovi per mancanza di offerta, Itea Spa potrà procedere all’acquisto di immobili da ristrutturare o, in via sussidiaria, all’acquisizione di aree con destinazione urbanistica per l’edilizia abitativa. Ciascuno dei Comuni di seguito individuati, sul cui territorio (o sul territorio di un Comune limitrofo in base ad accordo tra amministrazioni) non è possibile reperire alcun immobile o area, sarà tenuto alla modifica del proprio Prg entro la fine del 2010. Nella localizzazione degli alloggi è stata privilegiata una distribuzione capillare sul territorio provinciale, al fine di evitare insediamenti abitativi che appesantiscono il carico abitativo dei comuni interessati rispetto ai servizi pubblici disponibili (scuole, spazi pubblici, spazi di aggregazione sociale, ecc. ), tenuto conto delle domande di edilizia pubblica presentate nel corso nel 2008 e del “carico” di alloggi pubblici (ossia numero di alloggi pubblici presenti rispetto al numero della popolazione residente) già esistente nei vari Comuni. Il criterio è stato quello di escludere dalla localizzazione i 12 Comuni ad alta tensione abitativa nei quali tale carico risulta già elevato e ove sono già in corso iniziative di costruzione o di acquisto da parte di Itea S. P. A. E privilegiare invece i Comuni limitrofi di “influenza” a quelli ad alta tensione abitativa. Con la realizzazione di quanto previsto dal Programma triennale di attuazione per gli anni 2009-2011 del Piano straordinario di Itea Spa sul territorio provinciale saranno disponibili complessivamente 1. 005. Inoltre a tali alloggi si aggiungono n. 269 unità immobiliari, attualmente in cantiere o già consegnabili, avviati in passato sulla base del programma decennale o di programmi pregressi. Alloggi A Canone Moderato - Complessivamente la pianificazione per il triennio 2009-2011 consente di avviare un programma di realizzazione di 691 alloggi a canone moderato. Gli alloggi a canone moderato sono stati localizzati nei 12 Comuni ad alta tensione abitativa dove è presente una domanda di abitazioni in affitto e dove i canoni di locazione sono più elevati, nonché nei Comuni che hanno segnalato la disponibilità di immobili da recuperare. Nel quantificare il numero degli alloggi si è preso in considerazione gli interventi che Itea Spa ha in corso di definizione e che pertanto presentano una reale possibilità di concretizzazione. 415 alloggi fanno parte di iniziative già in corso e sono localizzati a Trento, Rovereto, Riva del Garda e Mezzocorona. Un alloggio di proprietà comunale è stato localizzato a Pergine Valsugana. I restanti 255 alloggi, che costituisco la metà degli alloggi concordati dai Comuni interessati con la Provincia in sede di accordo sottoscritto nel corso del 2007, sono stati localizzati negli altri 9 Comuni ad alta tensione abitativa, secondo quanto riportato nella successiva tabella. Per i 255 alloggi i Comuni interessati sono tenuti ad attivarsi al fine di reperire aree da edificare o immobili da ristrutturare. .  
   
   
EDILIZIA INBASILICATA, FILCA-CISL: CANTIERI ANCORA FERMI  
 
Potenza, 18 gennaio 2010 - La Filca Cisl Basilicata torna a lanciare l´allarme sulla crisi in edilizia e sollecita le istituzioni locali a fare di più per la ripresa del settore. “Nella sola provincia di Potenza – spiega il segretario generale Michele La Torre – abbiamo perso in un anno qualcosa come oltre mezzo milione di ore lavorate e circa cinquecento posti di lavoro. Dinanzi alla pesantezza di questi numeri parlare di ripresa imminente è a dir poco fuorviante. La verità è che i cantieri sia pubblici che privati sono fermi e le giornate lavorative continuano a diminuire. Purtroppo – osserva La Torre – un cantiere che non lavora fa meno rumore mediatico di una fabbrica che chiude, ma anche lì sono in ballo persone che perdono il posto di lavoro ed il salario”. La Torre si dice convinto che “il settore privato non è in grado di trainare la ripresa, come dimostrano il crollo dei mutui per investimenti in edilizia, calati di un quarto in un anno, e lo scarso ricorso delle famiglie lucane alle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni, con un magro 5 per cento, che classifica la nostra regione tra le zone basse della graduatoria nazionale, per non parlare del tanto sbandierato piano casa regionale che finora ha prodotto solo un lunghissimo contenzioso istituzionale”. Per il segretario del sindacato edili della Cisl “la ripresa non può che arrivare dallo sblocco concreto delle opere pubbliche. Il sindacato ha scelto la via della responsabilità e ha concordato con le rappresentanze datoriali in sede di organismi bilaterali una riduzione del costo del lavoro per venire incontro alle esigenze delle imprese e contribuire allo stesso tempo alla tenuta occupazionale del settore, ora ci aspettiamo che pure le istituzioni facciano la propria parte, con meno proclami e più fatti, semplificando le procedure e consentendo ai cantieri pubblici di decollare, perché se l´edilizia non tornerà a girare a pieno regime, l´uscita dalla crisi sarà ancora più lenta”. .  
   
   
TRENTO: AREE PRODUTTIVE: APPROVATO IL NUOVO PIANO VERRANNO ACCELERATI, FRA L´ALTRO, I LAVORI DI URBANIZZAZIONE DELL´AREA MORI CASOTTE  
 
Trento, 18 gennaio 2010 - Su proposta dell´assessore Alessandro Olivi, competente per materia, la Giunta provinciale ha approvato il 15 gennaio il nuovo piano delle aree produttive la cui realizzazione è affidata a Trentino Sviluppo S. P. A. , ai sensi dell’articolo 25 della Legge provinciale n. 6 del 1999. E’ un aggiornamento del piano precedentemente approvato nel corso del 2008 e non va confuso con quello, ben più cospicuo ed impattante sul tessuto economico, relativo alle acquisizioni immobiliari, alle partecipazioni e agli interventi di infrastrutturazione turistica che viene invece redatto ed approvato ai sensi dell’articolo 33 della medesima legge. La decisione politica di transitare in capo alla Società pubblica una parte delle opere di infrastrutturazione a favore del tessuto produttivo industriale ed artigianale risale al 2005, per esigenze più di natura finanziaria che tecnica. Il meccanismo ideato, infatti, prevede che Trentino Sviluppo finanzi il “piano aree” attraverso un debito contratto con il sistema bancario, con successivo rientro graduale tramite la cessione alle imprese dei terreni urbanizzati. Proprio per questo motivo, la delibera è accompagnata da una previsione finanziaria che tiene conto delle squilibrio e degli oneri di finanziamento. "Con questo provvedimento – ha spiegato l´assessore Olivi, – si accelerano i tempi dei lavori di urbanizzazione dell´area Mori casotte". La convenzione quadro che regola i rapporti fra Provincia e la propria S. P. A. Disciplina anche una stretta sinergia di collaborazione tecnico amministrativa fra le strutture del Servizio Industria e Artigianato (che continua comunque a seguire autonomamente altri lavori finanziati direttamente tramite il bilancio provinciale) e di Trentino Sviluppo S. P. A. , per l’attuazione di tutte le incombenze che derivano dalla realizzazione delle opere commissionate. Nel concreto, perciò, si realizza un vero e proprio tandem operativo che vede affiancati i tecnici e i funzionari della Provincia a quelli della S. P. A. Nei vari passaggi che portano al completamento dei lavori affidati. Nel caso di nuove aree produttive, il personale di Trentino Sviluppo S. P. A. E quello del Servizio provinciale seguono anche la successiva fase di vendita alle varie imprese interessate, con l’incasso del corrispettivo sul fondo gestito dalla Società pubblica. Venendo al concreto della delibera approvata dalla Giunta, saranno affidati al braccio operativo della Provincia tutti i lavori di urbanizzazione dell’area di Mori-casotte, mentre il Servizio Industria e Artigianato assume alla sua diretta competenza quelli relativi all’area di Ravina. Alcune opere sono state nel frattempo completate: è il caso dell’area produttiva di Molveno (1° lotto), di Grigno (acquisizione dell’area per insediamento Fly) e del sottopasso di Rovereto nella zona del casello autostradale. Vi sono poi due nuovi piccoli interventi, uno periferico nel Comune di Don e uno di completamento dell’area produttiva di Lavis, loc. Zanga, per favorire gli insediamenti del settore autotrasporto. Parallelamente, sono state stralciate dal piano le opere di Cavalese e di Roverè della Luna, avendo provveduto i relativi comuni in modo autonomo. I superi spesa caratterizzano alcuni lavori già precedentemente approvati, ma il cui importo era stato solo stimato, per un totale di 18,8 ml. Essi sono: Rovereto ai Fiori, Mori Casotte, Novaledo, Albiano, Castello Molina, Cavedine e Storo. Il piano approvato contempla infine un’area di inseribilità, ove è stato collocato l’ampliamento dell’area produttiva di Nomi in attesa del completamento dell’iter urbanistico, e un’area di sospensione, ove sono cofluiti quei lavori che per varie motivazioni accusano un momento di impasse tale da non consentire l’avvio della progettazione: è il caso delle aree produttive di Lavarone e di Levico Borba. Nello specifico dell´acquisizione dei terreni su cui realizzare la viabilità di accesso all´area industriale in località Casotte a Mori, è stato raggiunto l´accordo con i proprietari, che hanno sottofirmato i relativi atti di accettazione con notevole risparmio di tempo rispetto alla procedura di esproprio ordinaria. Con i firmatari è stato possibile procedere alla liquidazione delle spettanze nel mese di dicembre 2009, mentre il pagamento dei rimanenti proprietari sarà possibile non appena assunta la determina di approvazione del progetto esecutivo delle opere viabilistiche di accesso a servizio dei lotti. Per fare ciò è prima necessario approvare l´aggiornamento del Piano delle aree per attività economiche in capo a Trentino Sviluppo S. P. A. In cui è inserito anche questo intervento. La conclusione in tempi brevi della procedura di esproprio consentirà di conseguenza l´anticipo delle procedure di appalto, potendo disporre dei finanziamenti necessari a sostenere i costi degli espropri. .  
   
   
URBANISTICA, BURLANDO: AMBIENTE & SVILUPPO INSIEME PER DIFENDERE IL TERRITORIO E L´UNICO SBOCCO A MARE DEL NORD OVEST RITIRATA LA CIRCOLARE SUL PIANO-CASA: "LA NORMA ANDAVA SCRITTA MEGLIO" "ERAVAMO PARTITI, CINQUE ANNI ANNI FA, DA UNA LIGURIA BELLA , MA FRAGILE.  
 
Genova, 18 Gennaio 2010 - Una Liguria che rappresenta l´unico sbocco sul mare per tutto il Nord Ovest Italiano, con tutto quel che ne consegue in termini logistici, viari, energetici. Crediamo di aver riservato grandi attenzioni alla difesa del territorio, anche di fronte alle trasformazioni attuate". Per il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, intervenuto il 14 gennaio a Casa Paganini, a Genova, al convegno di fine legislatura dell´assessorato all´Urbanistica, ambiente e sviluppo hanno accompagnato insieme, in questi cinque anni, le iniziative regionali di valorizzazione del territorio. Cinque Terre e Parco Costiero del Ponente, con la pista ciclabile da Ospedaletti a San Lorenzo al Mare, i principali segnali di ripresa di una qualificazione del territorio che, secondo Burlando , è stata difesa anche confrontandosi con il mondo produttivo di fronte nel momento di importanti trasformazioni , come nel caso della Piaggio, in trasferimento da Finale Ligure a Villanova d´Albenga o della Maersk a Vado Ligure. Positivo anche il bilancio sul fronte delle infrastrutture, le numerose varianti alla via Aurelia aperte e la progettazione di nuovi tratti, a Savona, alla Spezia, a Capo Noli. "Si era sempre detto, sì al Terzo Valico Genova - Milano, ma prima ci sono la strada a mare di Cornigliano e il nodo ferroviario di Genova. Ebbene, mi pare che i lavori per queste ultime due importantissime opere per la città di Genova siano partite", ha detto Burlando. Il presidente della Regione Liguria, insieme con l´assessore all´Urbanistica Carlo Ruggeri ha poi confermato il ritiro della circolare sul Piano Casa nella parte riguardante gli edifici con opere condonate. "Forse, con il senno di poi, la norma, poteva essere scritta meglio e permettere agli interessati di usufruire del piano-casa del governo, "scalando" la parte condonata", ha commentato Burlando. Sulla questione è intervenuto anche Ruggeri: "Si trattava di una interpretazione tecnica degli uffici che non coincideva con l´interpretazIone del consiglio il quale, ovviamente è il custode dello spirito della legge. Per i comuni, quando si condona, per esempio, uno sgabuzzino, la parte condonata è lo sgabuzzino. Non l´edificio che lo comprende. Una lettura di questo tipo era di natura tecnica. Diversa, invece, la volontà del legislatore, secondo il Consiglio Regionale, che indica come edifici condonati tutti quelli che hanno utilizzato il condono " della tipologia 1", la più grave, ha precisato l´assessore. .  
   
   
PMI: TAVOLO MSE/MEF E ANCI SU ZONE FRANCHE URBANE PROSSIMO 21 GENNAIO SCAJOLA: “TROVARE UNA SOLUZIONE DI EQUILIBRIO TRA L’ESIGENZA DI SEMPLIFICARE LE PROCEDURE E QUELLA DI IDENTIFICARE LE AGEVOLAZIONI PIÙ ADATTE PER FAVORIRE LO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DELLE ZONE FRANCHE”  
 
Roma, 18 gennaio 2010 - Le proposte avanzate dall’Anci -Associazione Nazionale Comuni Italiani in merito alle agevolazioni fiscali per le Zone franche urbane, saranno al centro di un incontro tra i tecnici del Dipartimento Sviluppo e Coesione del Ministero dello Sviluppo economico e una delegazione dei 23 Sindaci coinvolti nella prima fase dell’iniziativa. “Le Zone franche urbane con le agevolazioni per incentivare la nascita di nuove piccole imprese, aumentare l’occupazione e rivitalizzare le aree a più alto tasso di disoccupazione stanno particolarmente a cuore al Governo Berlusconi”, ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. “Ascolteremo con molta attenzione le valutazioni avanzate dall’Anci per trovare una soluzione di equilibrio tra l’esigenza di semplificare le procedure e quella di identificare le agevolazioni più adatte per favorire lo sviluppo economico e sociale delle Zone franche”. Al tavolo, coordinato dai tecnici del Ministro Claudio Scajola, prenderanno parte anche gli esperti del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’Agenzia dell’Entrate. L’incontro si terrà giovedì 21 gennaio, alle ore 15, al Ministero dell’Economia e delle Finanze. - .  
   
   
BOLZANO: NUOVE REGOLE E FINANZIAMENTI PER LE MICROSTRUTTURE AZIENDALI  
 
Bolzano, 18 gennaio 2010 - Cambiano disciplina e finanziamento di microstrutture aziendali, anche alla luce della crisi economica, con un maggiore intervento della Provincia: lo sottolinea l´assessore provinciale Barbara Repetto, dopo l´approvazione dell´articolo di legge sulla concessione di contributi ai datori di lavoro privati e pubblici per spese di gestione delle microstrutture aziendali. La modifica all’articolo 1-ter della legge provinciale 8/1996 sulla concessione di contributi ai datori di lavoro privati e pubblici per spese di gestione delle microstrutture aziendali, è stata definitivamente approvata dal Consiglio provinciale ed entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione della legge “omnibus” di cui fa parte. Barbara Repetto, assessore al lavoro, all’innovazione e alle pari opportunità, spiega che "con questa modifica normativa la Giunta ha esplicitato con maggiore trasparenza e chiarezza le regole per tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione delle microstrutture aziendali. " Inoltre, grazie a questo intervento normativo, "la Provincia è in grado di sostenere in misura adeguata i datori di lavoro che utilizzano le microstrutture aziendali, nel caso in cui si trovino in crisi economica e non riescano a far fronte ai pagamenti dovuti per i posti bambino acquistati o da acquistare in questi servizi gestiti da cooperative sociali”. Le cooperative, infatti, attualmente risentono già dei ritardati incassi a fronte del servizio prestato e del calo del numero di ore di servizio prenotate ed acquistate dalle aziende stesse a causa della crisi. La cooperativa che gestisce il servizio deve infatti sostenere comunque i costi fissi necessari per poter garantire il funzionamento della microstruttura e nel contempo deve tenere a disposizione delle aziende i posti bambino che queste prenotano - come da convenzione sottoscritta dalle parti - e non può cercare altri clienti che contribuirebbero a coprire i costi. "Ora invece l’ammontare del contributo provinciale a favore dei datori di lavoro è stato reso flessibile - spiega l´assessore Repetto - e ciò ci consente un margine d’intervento pubblico più ampio in caso di crisi aziendale debitamente comprovata. " L’approvazione di questo articolo testimonia l’intento della Provincia di incentivare i vari datori di lavoro privati e pubblici ad intraprendere volontariamente i percorsi virtuosi "che favoriscono la scelta delle migliori misure possibili per favorire la conciliabilità tra famiglia e lavoro", conclude Barbara Repetto. .  
   
   
FERRARA - CRISI: LE IMPRESE FERRARESI LITIGANO PER SOLDI E CONTRATTI  
 
 Ferrara, 18 gennaio 2010 - Soldi e contratti al centro di controversie in forte aumento rispetto al 2008 non solo per il numero ma anche per il valore medio delle liti. E cresce il ricorso alla giustizia alternativa della Camera di Commercio di Ferrara da parte delle imprese: +35% rispetto all’anno passato. Tra i settori oggetto di conciliazione, primo è il settore della telefonia (46%) seguito a ruota da quelli degli appalti e del diritto societario. Le domande depositate riguardano, in particolare, le condizioni per la fornitura del servizio, appalti per lavori, soci in lite per definire gli investimenti nell’energia. Se una parte si rifiuta di partecipare all’incontro, la conciliazione termina subito. Ma quando entrambe le parti decidono di incontrarsi, la conciliazione a Ferrara si chiude quasi sempre (98% dei casi) in modo positivo, con una durata media del procedimento di soli 35 giorni, di molto inferiore alla media delle camere di Commercio italiane pari a 66 giorni. Per la maggior parte degli imprenditori ferraresi la controversia è fonte di stress e per uno su tre lo stress si ripercuote in ufficio, mentre per uno su quattro si riflette anche nell’ambito familiare e sulla propria salute. Solo il 10% vive le liti commerciali come un semplice “incidente di percorso”, mentre il 27% lo considera “un ostacolo”. I meno litigiosi? Gli over ’60 con poco più di una lite all’anno. Più attaccabrighe i giovani con quasi tre liti all’anno ma anche le donne con quasi due liti all’anno. Di conseguenza più stressati i giovani (86,4%), che devono stare attenti alla salute: il 32% ne risente sulla propria pelle e il 30% porta la tensione anche in famiglia. . .  
   
   
CRISI BORA DI MAIOLATI ´ BADIALI HA PRESO PARTE ALLO SCIOPERO.  
 
Ancona, 18 Gennaio 2010 - L´assessore al Lavoro, Fabio Badiali, ha preso parte questa mattina allo sciopero indetto dai tre sindacati confederali nello stabilimento di Moie della Elio Bora srl. ´Esprimo vicinanza e solidarieta` ai lavoratori coinvolti in questa crisi ´ ha detto Badiali ´ che ha risvolti peggiori di quanto si prevedesse. Ci sono pero` spiragli per il rilancio aziendale e la salvaguardia dei 124 posti di lavoro della Bora, azienda che fino ad oggi e` stata molto importante per l´economia locale e dovra` continuare ad esserlo anche per il futuro. Auspico un pronto superamento di questa crisi, anche con il senso di responsabilita` che gli istituti di credito hanno dimostrato e, credo, sapranno dimostrare anche in questa occasione. A questo fine e in questa direzione, anche a nome di tutta la Giunta regionale, ho fatto opera di sensibilizzazione verso le banche del territorio. La Regione Marche in questo difficile periodo e` vicina a tutti i lavoratori coinvolti in difficolta` e crisi aziendali, gli strumenti messi tempestivamente in campo, come i fondi di garanzia e solidarieta`, continueranno ad essere finanziati anche per tutto il 2010, anno che, speriamo, sia migliore di quello appena concluso´. .  
   
   
COMMERCIO FONDI ALLE IMPRESE DEL SETTORE COMMERCIO E AI CENTRI COMMERCIALI NATURALI DELLA SARDEGNA  
 
Cagliari, 18 Gennaio 2010 - Anche quest´anno l´Assessorato regionale competente in materia di commercio eroga agevolazioni finanziarie finalizzate alla rivitalizzazione del settore. Il bando prevede: a) contributi in conto capitale (a fondo perduto) nella misura massima del 20% delle spese ammissibili; b) contributi in conto interessi che consistono nell´abbattimento dei 2/3 del tasso di riferimento in vigore alla data di stipula del contratto di finanziamento; c) contributi in conto canoni di leasing. Possono partecipare: 1. Piccole e medie imprese commerciali che esercitano o che intendono esercitare le seguenti attività: commercio al dettaglio in sede fissa, ambulante e all´ingrosso, comprese (per la parte non contingentata) le edicole, le farmacie, i tabaccai e i distributori di carburanti; - somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; - commercio elettronico; - servizi ausiliari del commercio, ossia gli agenti e rappresentanti del commercio; gli agenti d´affari in mediazione; le agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste; le agenzie di spedizione e di operazioni doganali; le agenzie di viaggi; le agenzie di assicurazioni; 2. Centri commerciali naturali. La domanda di ammissione al contributo può essere inviata a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno dal prossimo 15 febbraio al 30 marzo 2010 a: Banco di Sardegna Spa, Ufficio Finanza d´impresa e crediti speciali , Piazza Castello, 1, 07100 Sassari. Entro la giornata successiva all´invio della copia cartacea, il modulo di domanda dovrà essere trasmesso all´indirizzo di posta elettronica legge9bando09@bancosardegna. It integrato con il proprio indirizzo e-mail, il numero e la data della raccomandata con la quale è stato inviato l’originale della domanda al "Banco di Sardegna S. P. A. ". Le risorse finanziarie disponibili per l´intervento ammontano a 7 milioni di euro. .