Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Marzo 2013
INVESTIMENTI NEI SETTORI DELL’EFFICIENZA ENERGETICA E DELL’ENERGIA RINNOVABILE  
 
Trento, 4 marzo 2013 - La Giunta Provinciale ha approvato un bando avente ad oggetto la concessione di contributi ad imprese per investimenti nei settori dell’efficienza energetica e dell’energia rinnovabile, con l’obiettivo di “Promuovere la sostenibilità nel campo dell’edilizia e della gestione del territorio”. Il bando ha stanziato complessivamente 6 milioni di euro da destinarsi a: reti energetiche; generatori di calore a biomassa – caldaie a caricamento automatico a pellet o cippato; generatori di calore a biomassa – caldaie a caricamento manuale o caldaie policombustibile; ollettori solari; coibentazioni termiche; eneratori di calore a condensazione; impianti finalizzati al recupero del calore; pompe di calore; cogenerazione; altre iniziative dalle quali conseguano rilevanti riduzioni dei consumi di energia termica e/o di energia elettrica; impianti eolici. Beneficiari dell’iniziativa sono le imprese che possono accedere alle agevolazioni previste dalla legge provinciale n. 6/1999; le domande di ammissione ai contributi possono essere presentate all’Agenzia Provinciale per l’Incentivazione delle Attività Economiche fino a venerdì 8 marzo 2013. Ciascuna impresa potrà ricevere un contributo massimo cumulato pari a 500.000 euro. La politica europea di coesione, finalizzata alla promozione della competitività ed alla rimozione degli squilibri economici e sociali nelle diverse regioni europee, viene finanziata dalle risorse comunitarie dei Fondi Strutturali e sostiene il raggiungimento degli orientamenti e degli obiettivi fissati dalla Strategia Europa 2020, che punta a rilanciare l´economia dell´Unione Europea in modo intelligente, sostenibile e solidale. Nel rispetto degli obiettivi previsti da questi orientamenti in materia di energia (riduzione delle emissioni di gas serra del 20%, 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili e aumento del 20% dell’efficienza energetica) il Programma Operativo provinciale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) 2007 – 2013, la cui gestione è affidata al Servizio Europa della Provincia autonoma di Trento, pone particolare attenzione agli interventi volti alla diffusione della cultura della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, tramite le seguenti forme di incentivazione: Incentivazione all’installazione di impianti basati su fonti di energia rinnovabili; Incentivazione alla messa in opera di isolamenti termici e tecniche che limitino la dispersione di energia; Promozione dell’uso delle risorse rinnovabili, in particolare quelle disponibili localmente, mediante impianti di combustione a biomassa e reti di teleriscaldamento; Sostegno a programmi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti, con particolare riferimento a generatori di calore, impianti termoelettrici e grandi impianti.  
   
   
ABRUZZO : CHIODI RIBADISCE NO A PIATTAFORMA PETROLIFERA IL PRESIDENTE CHIEDE L´INTERVENTO DEL PARLAMENTO  
 
L´aquila, 4 marzo 2013 - Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, contrario da sempre al progetto petrolifero ´Ombrina Mare 2? , ha chiesto ad Alfano che, appena possibile, il Parlamento italiano faccia valere le disposizioni contenute nel decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128, a firma dell´allora ministro dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Il decreto istituiva, di fatto, il divieto di ricerca, prospezione o coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi all´interno di aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, nonché all´esterno delle stesse, nelle zone marine poste entro dodici miglia dalle aree protette. "La Regione Abruzzo, lo ripeto ancora una volta, - ha detto il Presidente - sotto la mia amministrazione si è sempre dichiarata contraria a tutti i progetti petroliferi, nel nostro mare e sulla terraferma, ma è stato il Governo centrale a voler riaprire in questi giorni il caso senza ascoltare osservazioni contrarie. Ombrina mare nasce, non dimentichiamolo, con il governo Prodi, con Pecoraro Scanio e Bersani ministri, che firmarono gli atti autorizzativi. La concessione all´estrazione fu bloccata dopo forti pressioni da parte nostra al Governo e solo grazie al ministro Prestigiacomo, con il governo Berlusconi, nel 2010. Noi eravamo rimasti a questo atto di diniego. Oggi, invece, la decisione del Governo Monti ci riporta indietro nel tempo, al 2008. Bisogna fare presto per bloccare ogni procedura autorizzativa". "Nessuna comunicazione e nessun sollecito sono mai pervenuti dal ministero dell´Ambiente per il progetto petrolifero ´Ombrina Mare 2? per la costruzione di una piattaforma per estrazione di petrolio a largo della costa". Ha voluto chiarirlo così oggi, una volta per tutte, il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, spiegando come il governo Monti abbia avviato l´iter autorizzativo nonostante la Regione si fosse opposta in maniera decisa a questo progetto. "Nessuna comunicazione o sollecito di luglio 2012 - ha spiegato il Presidente - da una attenta ricerca sul protocollo regionale, risulta mai pervenuta dal Governo Monti". L´iter autorizzativo del governo Monti prevede la costruzione di una piattaforma per estrazione di petrolio a largo della Costa dei Trabocchi, nel Chietino.  
   
   
RICERCA IDROCARBURI IN IRPINIA. CONTINUANO GLI INCONTRI CON LA PUGLIA  
 
Bari, 4 marzo 2013 - "L´incontro tecnico odierno è stato utile per capire lo stato del procedimento amministrativo ed ottenere dai partecipanti tutte le informazioni in possesso, per meglio organizzare il dissenso comune sulle operazioni di ricerca di idrocarburi in Irpinia, confliggenti con il nostro interesse di tutela delle sorgenti dalle quali preleviamo gran parte delle risorse idriche. A questo si aggiunga, naturalmente, la circostanza che la terra irpina ha una classificazione di rischio sismico molto alto, e che quindi una qualsiasi violazione dell´equilibrio naturale non può non essere valutato anche in base ai criteri dell´esposizione al rischio e della massima precauzione." Lo ha dichiarato l´Assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati, concludendo l´incontro svoltosi il 28 febbraio con gli amministratori comunali della Provincia di Avellino, i cui territori sono di competenza dell´Autorità di bacino della Puglia e formano il bacino di alimentazione idrogeologica di Caposele, Cassano Irpino e Montella. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti dei Comuni di Andretta, Bisaccia, Bagnoli Irpino, Cairano, Calitri, Caposele, Conza della Campania, Calabritto, Lioni, Monte Marano, Montella, Nusco, Sant´andrea di Conza, Sant´angelo dei Lombardi, Torrella dei Lombardi, il Segretario generale dell´Autorità di Bacino della Puglia, funzionari dell´Autorità di Bacino Liri-garigliano-volturno, dirigenti e funzionari della Regione Puglia e rappresentanti dell´Acquedotto pugliese. "Nel corso della riunione - ha spiegato Amati - è stata ribadita l´antica amicizia tra la Puglia e la generosa Irpinia ed è stata sancita la disponibilità della Regione Puglia e dei Comuni interessati a comporre un fronte di unità nel contrastare l´iniziativa, con l´ausilio dei migliori approfondimenti tecnico-scientifici. A tal fine, è stato incaricato il Sindaco del Comune di Montella di raccogliere copia, entro una settimana, di tutti i pareri geologici espressi sino a questo momento, della pratica edilizia incardinata presso il Comune di Gesualdo (per il primo pozzo ´Gesualdo 1´) e dello studio di valutazione di impatto ambientale, il cui procedimento è stato incardinato nel dicembre scorso presso l´Assessorato all´Ambiente della Regione Campania. Non appena le Autorità di Bacino della Puglia e del Liri-garigliano-volturno, congiuntamente ai dirigenti e funzionari regionali, avranno approfondito tutta la documentazione prodotta, provvederemo a riconvocare un incontro nel più breve tempo possibile, al massimo entro venti giorni, per definire con maggiore puntualità le comuni iniziative amministrative. Mi sento di ringraziare - ha concluso l´Assessore - i rappresentanti comunali, i dirigenti e funzionari che hanno preso parte alla riunione, unitamente all´Assessore regionale all´Ambiente della Regione Campania Giovanni Romano, che, pur assente per impegni improrogabili, mi ha assicurato la piena collaborazione della Regione Campania."  
   
   
ALBANIA, 20.000 NUOVI POSTI DI LAVORO GRAZIE AL TAP  
 
Tirana, 4 marzo 2013  - Il Tap-trans Adriatic Pipeline porterà alla creazione di circa 20.000 nuovi posti in Albania, mentre l´investimento necessario per il segmento locale sarà di soli 2 miliardi di dollari: è quanto ha recentemente affermato Enno Bozfo, vice Ministro dell´Economia. L´occupazione reale prodotta dal progetto, tra impiegati nei lavori e staff utilizzato negli impianti di stoccaggio si aggira attorno alle 12.000 unità, ma considerando anche l´indotto, i nuovi posti di lavoro creati potrebbero essere fino a 20.000.  
   
   
PRATO: 200 MILIONI DI MUTUI FACILI A CITTADINI CINESI L´ESITO DI UN´INDAGINE DELL´AMMINISTRAZIONE AL FINE DI PRODURRE SEGNALAZIONI QUALIFICATE ALL´AGENZIA DELLE ENTRATE  
 
Prato, 4 marzo 2012 - 200 milioni di euro elargiti, attraverso circa 1000 mutui, da banche operanti a Prato a cittadini cinesi con dichiarazioni dei redditi irrisorie e senza apparenti garanzie. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerso dall´attività di lotta all´evasione fiscale e contributiva messa in atto dal Comune attraverso la Polizia municipale, che porta a segnalazioni qualificate all´Agenzia delle Entrate, a carico di soggetti che dichiarano redditi molto bassi nonostante siano intestatari di beni immobili e di auto di grossa cilindrata. A tal proposito l´assessore alla Sicurezza, Aldo Milone, afferma: "Ci chiediamo a quanti artigiani, piccoli imprenditori, commercianti e singoli cittadini le banche attive a Prato hanno negato mutui o piccoli prestiti nonostante i nostri concittadini avessero presentato dichiarazioni dei redditi ben superiori a quelle dei cittadini di nazionalità cinese, ai quali invece sono stati elargiti mutui da circa 200mila euro ciascuno". L´assessore Milone prosegue nella sua riflessione sottolineando che: "Dalla moltiplicazione di questa somma per mille si ottiene il totale, ovvero circa 200 milioni di euro, che è stato distribuito dagli istituti di credito operanti sul nostro territorio solo ad una porzione della nostra comunità. Perché? Anzitutto se una parte di questa somma fosse stata elargita anche ad artigiani e piccoli imprenditori di origine pratese forse l´attività di questi ultimi sarebbe stata salvaguardata con evidenti benefici per l´occupazione e più in generale per la qualità della vita sul nostro territorio. Questo, ripeto, nonostante che i nostri concittadini avessero presentato documenti e garanzie più chiare e rassicuranti dei colleghi stranieri". Una riflessione che tocca temi di carattere politico: "Quasi tutti in campagna elettorale - continua Milone - si sono empiti la bocca con appelli al credito alle imprese e il sostegno all´economia reale. Peccato che a Prato questi appelli siano stati raccolti a senso unico e con un singolare razzismo alla rovescia nei confronti del tessuto imprenditoriale pratese. A questo punto poniamo due quesiti per i quali attendiamo risposta. Anzitutto, alla luce della documentazione acquisita, è inevitabile dedurre che dietro ad ogni soggetto richiedente il mutuo vi sia la presenza di un garante occulto, a dispetto della legge che prevede che il garante sia palese e dimostri la provenienza del denaro messo a garanzia. Inoltre, alla presenza dei garanti, gli istituti di credito ci spieghino come è possibile che soggetti con dichiarazioni dei redditi tra i 5 e i 10 mila euro lordi l´anno, possano pagare rate mensili che vanno da un minino di 1400 fino a 1700 euro mensili". Conclude così l´assessore Aldo Milone: "Ad attendere la risposta non è solo l´Amministrazione Comunale ma la città tutta. Mi riferisco in particolare ad artigiani, commercianti, piccoli imprenditori e i cittadini che si sono visti sbattere la porta in faccia nonostante le garanzie presentate e con dichiarazioni dei redditi ben superiori a quelle dei più fortunati cittadini cinesi. La giunta Cenni si muoverà con ogni mezzo a sua disposizione perché gli organi chiamati a vigilare svolgano come si deve la loro funzione. Pecunia non olet, ma a tutto c´è un limite".  
   
   
ANTITRUST: LA COMMISSIONE EUROPEA INVIA SECONDA COMUNICAZIONE DEGLI ADDEBITI A ENI E VERSALIS AL CARTELLO GOMMA SINTETICA DOPO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE  
 
Bruxelles, 4 marzo 2013 - La Commissione europea ha informato Eni Spa e la sua consociata Versalis Spa, precedentemente conosciuto come Polimeri Europa Spa, che intende re-imporre una maggiorazione del 50% dell´ammenda per recidiva, pari € 90.750.000, nel contesto dell´inchiesta sul cartello della gomma sintetica. La Commissione aveva inflitto ammende a queste due società nel novembre 2006 per aver partecipato a un cartello nel settore (cfr. Ip/06/1647 ). Il sollevamento imposto per recidiva era stata annullata dal Tribunale il 13 luglio 2011 (cause T-39/07 e T-59/07 ). Il Tribunale ha stabilito che la Commissione non aveva spiegato sufficientemente la sua conclusione che una stessa impresa aveva ripetuto un´infrazione. La Commissione ha fornito tutti i dettagli su questo argomento per porre rimedio critica della Corte. L´invio di una comunicazione degli addebiti non pregiudica l´esito finale della riapertura dell´inchiesta. I destinatari hanno ora la possibilità di rispondere alle obiezioni della Commissione prima di qualsiasi decisione che modifichi istituisce nuovamente la percentuale di maggiorazione dell´ammenda è presa. Nel novembre 2006 la Commissione aveva multato Eni e Versalis € 272.250.000 per la partecipazione al cartello gomma sintetica (conosciuta anche come la gomma butadiene e gomma stirene butadiene emulsione, ´Br / Esbr´, cartello). La Commissione ha inflitto l´ammenda in solido Eni e Versalis. Questo raffinato incluso un aumento del 50% dell´importo di base dell´ammenda, pari a € 90.750.000, a causa della circostanza aggravante della recidiva, come previsto dalle allora vigenti linee guida del 1998 della Commissione in materia di ammende. La Commissione ha ritenuto infatti che, al momento dell´infrazione gomma sintetica, la stessa impresa aveva già commesso due volte lo stesso tipo di violazione delle regole di concorrenza dell´Ue in Polipropilene (vedi Ip/86/191 ) e Pvc Ii (cfr. Ip/94 / 732 ) cartelli. Il Tribunale ha pienamente confermato la partecipazione di Eni e Versalis all´infrazione, ma ha annullato la maggiorazione dell´ammenda per recidiva per il fatto che la Commissione "non aveva fornito sufficienti prove dettagliate e specifiche" per giustificare la sua conclusione che i tre infrazioni erano state commesse dal stessa impresa. Per correggere il vizio di forma rilevato dal Tribunale, nella comunicazione degli addebiti, la Commissione fornisce i dettagli che mostrano che i destinatari delle due decisioni sui cartelli precedenti, in particolare Anic in Polipropilene e Pvc Ii Enichem, appartengono alla stessa impresa, come Eni Versalis e, dal momento che l´Eni ha avuto un (quasi) proprietà al 100% in tali società, al momento del loro coinvolgimento nei due cartelli precedenti. Inoltre, la Commissione fornisce i dettagli che dimostrano che Versalis è il successore economico della Enichem, che a sua volta è il successore economico della Anic. Di conseguenza, la Commissione giunge alla conclusione preliminare che l´ammenda inflitta alla Eni e Versalis per la partecipazione al cartello gomma sintetica dovrebbe includere una maggiorazione per la circostanza aggravante della recidiva. Cause correlate - Eni e Versalis hanno presentato ricorso al Tribunale sentenze dinanzi alla Corte di giustizia dell´Unione europea (cause C-508/11 P e C-511/11 P ). La Commissione ha proposto appello incidentale tali sentenze di annullamento di recidiva. La comunicazione degli addebiti non pregiudica la posizione della Commissione espressa in queste procedure di ricorso. Inoltre, Eni e Versalis presentato un ricorso dinanzi al Tribunale amministrativo contro una lettera dei servizi della Commissione di Aprile 2012 per informarli che la Commissione ha intenzione di riprendere la procedura in questo caso, al fine di ripristinare eventualmente la parte della decisione annullata dalla gomma sintetica il Tribunale (cause T-240/12 e T-241/12 ).  
   
   
COMMERCIO AL DETTAGLIO: CROLLO DEI CONSUMI -7,8% PEGGIORANO I DATI DI FINE 2012, SI ARRESTA LA DINAMICA POSITIVA DELL’OCCUPAZIONE (-0,5%) DA GENNAIO A DICEMBRE CHIUSI 4.200 NEGOZI»  
 
 Venezia, 4 marzo 2013 – Nel quarto trimestre 2012, sulla base dell’indagine Venetocongiuntura condotta su un campione di 1.174 imprese con almeno 3 addetti, le vendite al dettaglio hanno registrato una pesante flessione del -7,8% (-5,1% nel trimestre precedente) rispetto allo stesso periodo del 2011. La marcata contrazione dei consumi è ascrivibile a tutti i segmenti, ma la performance peggiore si registra nel commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari e i supermercati, ipermercati e grandi magazzini con un calo rispettivamente del -8,4% e -7,9%. Meno pesante la flessione del commercio al dettaglio di prodotti alimentari (-5,8%). Continua l’aumento dei prezzi di vendita (+0,2%), con variazioni più marcate per il commercio al dettaglio non alimentare (+0,4%) e supermercati, iper e grandi magazzini (+0,2%). In diminuzione, invece, il commercio al dettaglio non alimentare (-0,1%) mentre, per quanto riguarda le dimensioni, la variazione ha evidenziato un aumento maggiore per le medie e grandi superfici (+0,2%). In linea col fatturato, gli ordinativi hanno segnato una netta flessione del -7,1% (era -6% nel terzo trimestre) su base annua. Come nel trimestre precedente, la performance peggiore è stata rilevata per supermercati, ipermercati e grandi magazzini (-7,9%), seguiti dal commercio al dettaglio non alimentare (-6,9%) e dal commercio al dettaglio alimentare (-4,7%). Per quanto riguarda la classe dimensionale, i più colpiti risultano i punti vendita di media e grande superficie (-7,9%). Si arresta la dinamica positiva dell’occupazione, che fa segnare un calo del -0,5% su base annua. Sotto il profilo settoriale negativi gli andamenti del commercio al dettaglio non alimentare (-2,2%) ed alimentare (-1,7%). Stabile la variazione per supermercati, ipermercati e grandi magazzini. Alla variazione nulla delle medie e grandi superfici, fa da contraltare la variazione negativa nelle piccole (-2,1%). Previsioni Contrastanti le attese degli imprenditori. Il saldo tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione di ordinativi e vendite è in peggioramento: rispettivamente -55,3 punti percentuali (contro il -42 p.P. Del trimestre precedente) e 50,5 p.P. (-39,2 p.P. Nel trimestre precedente). Leggero miglioramento invece per le aspettative sull’occupazione che segnano un -12,3 p.P. Contro il -13,6 p.P. Precedente. Anche per i prezzi di vendita si passa dai +10,5 p.P. A 7,2 p.P. Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto: «Il 2012 si è chiuso con una nuova frenata delle vendite al dettaglio (-7,8% su base annua), che si aggiunge a quelle già evidenziate nei primi nove mesi dell’anno. Il periodo natalizio, che di solito riserva un po´ di respiro al settore del commercio, non è riuscito a frenare la contrazione delle vendite e la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane non lascia margini di crescita nel breve periodo. I dati confermano inoltre come le aperture domenicali e le liberalizzazioni degli orari dei negozi non hanno sortito alcun effetto sui consumatori, che hanno mantenuto le loro abitudini di acquisto, pur avendo meno reddito disponibile. A questo vanno aggiunte le numerose chiusure di esercizi commerciali che, tra gennaio e dicembre 2012, hanno interessato oltre 4.200 negozi nel solo Veneto (oltre 10 al giorno) con un saldo tra nuove aperture e chiusure risultato negativo di 1.600 unità. In questo quadro di grande incertezza, nel quarto trimestre anche l´occupazione frena (-0,5%), segno che probabilmente gli effetti delle aperture domenicali sulla domanda di lavoro si sono esauriti».  
   
   
L’OSSERVATORIO CONGIUNTURALE II SEMESTRE 2012 DI CONFINDUSTRIA COMO E LECCO  
 
Lecco, 4 marzo 2013 - I Centro Studi di Confindustria Como e Lecco hanno concluso in questi giorni le rilevazioni dell’Osservatorio Congiunturale sul secondo semestre 2012. Oltre alla domanda, all’attività produttiva e al fatturato sono stati esaminati anche altri indicatori relativi all’approvvigionamento delle materie prime, ai rapporti con gli istituti di credito e all’andamento occupazionale. Per le imprese di Lecco e di Como la seconda parte del 2012 è stata caratterizzata da un andamento negativo e tale situazione era stata già ampiamente prevista dalle imprese nella precedente edizione dell’Osservatorio. I tre principali indicatori (domanda, attività produttiva e fatturato) registrano un calo medio intorno al 5,3% rispetto a giugno, dove lo stesso valore risultava invece positivo (+2,3%) nei confronti di dicembre 2011. Anche a livello tendenziale si evidenzia un rallentamento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente (- 0,7% in media), dato in linea con quello rilevato nel precedente semestre. Per i prossimi mesi, tuttavia, si nota una certa fiducia da parte delle imprese del campione che dichiarano di attendersi un aumento medio intorno al 4% per la prima parte dell’anno. Evoluzione della domanda A livello congiunturale l’indicatore relativo agli ordini delle imprese dei due territori risulta quello maggiormente penalizzato, con un decremento pari al 6% rispetto a giugno 2012, quando lo stesso valore risultava positivo e pari al 3,5%. Anche nel confronto tendenziale si riscontra una diminuzione, seppur meno incisiva, rispetto a dicembre 2011 (- 0,5%). La contrazione nell’ultimo semestre 2012 può essere in parte giustificata dalla stagionalità dei prodotti realizzati, così come indicato dal 40% delle imprese del campione. Nel caso delle imprese con più di 50 addetti il fattore stagionalità incide maggiormente e viene segnalato nel 50% dei casi esaminati. Ci si attende tuttavia un’inversione di marcia durante i primi sei mesi del 2013 che dovrebbe tradursi in un incremento degli ordini pari al 2,9%. Attività produttiva Nel confronto tendenziale le performance peggiori per le imprese di Lecco e di Como si registrano a livello di attività produttiva. Le aziende del campione segnalano infatti una diminuzione pari al 2,2% nel corso del 2012, in parte preannunciata dalle aspettative comunicate dalle aziende nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale sul I semestre, attestatesi al -1,2%. Anche a livello congiunturale si segnala una marcata contrazione (-5,7%) rispetto a giugno 2012, a fronte di un valore positivo e pari all’1,8% che aveva caratterizzato i primi sei mesi dell’anno. Il dato sulla capacità produttiva utilizzata (71,6%) risulta invece in linea con quanto registrato nelle ultime due edizioni dell’Osservatorio. Si nota peraltro una differenza tra le aziende di maggiori dimensioni (69,5%) e quelle con meno di 50 addetti (73,8%). L’attività realizzata attraverso i subfornitori contribuisce alla produzione per circa il 6,4% del totale e risulta decisamente in calo rispetto al 19,5% della precedente rilevazione. Per la prima parte del 2013 le imprese del campione dichiarano di attendersi un miglioramento che dovrebbe portare ad un incremento dell’attività pari al 3,6%. Approvvigionamento materie prime Non si segnalano particolari variazioni sul versante materie prime per le imprese delle due province. Nella seconda parte dell’anno i prezzi delle commodities sono cresciuti dell’1,3%, mentre l’andamento tendenziale annuo raggiunge l’1,7%. Anche l’incidenza del costo delle materie prime sul totale dei costi aziendali (36,2%) risulta in linea con i livelli evidenziati nella passata edizione dell’indagine congiunturale. Evoluzione del fatturato L’unico indicatore a non aver registrato decrementi è quello relativo all’andamento tendenziale del fatturato. Le imprese di Lecco e di Como dichiarano infatti di aver assistito ad un incremento dello 0,7% nel confronto con dicembre 2011. Quanto evidenziato non trova conferma però nel dato congiunturale; le aziende segnalano infatti una diminuzione del 4,3% rispetto a giugno 2012, confermando le ipotesi di contrazione formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio. Nell’ultimo trimestre in particolare sono diminuite le vendite nel mercato interno, così come segnalato dal 40% del campione. Resiste invece il fatturato oltreconfine per il quale circa il 40% delle aziende segna incrementi. Nonostante la flessione delle vendite riscontrata nella seconda metà del 2012, le aspettative per i primi sei mesi del 2013 sono positive e rivelano una discreta dose di fiducia, attestandosi al 5,7%. Esaminando la composizione geografica del fatturato, si rileva che il 35% circa delle vendite è realizzato oltre i confini nazionali. Il dato risulta ampiamente differenziato in base alla dimensione aziendale: nel caso delle imprese sino a 50 occupati l’export contribuisce al 18% mentre considerando le realtà di dimensioni più grandi la percentuale supera il 51%. Per il campione complessivamente considerato, i paesi dell’Europa occidentale assorbono quasi i due terzi delle esportazioni e rappresentano il primo mercato estero di riferimento. Sono tuttavia importanti gli scambi con l’Est Europa (3,4%), gli Stati Uniti (2,5%) la Cina (1,2%) e l’America Centro Meridionale (1,6%). Andamento del credito Nei rapporti con gli istituti di credito le imprese di Lecco e di Como comunicano di aver vissuto rilevanti criticità. Oltre il 40% delle aziende del campione ha comunicato di aver visto praticati aumenti legati a spese e commissioni bancarie, tassi e richieste di garanzie. In aggiunta, per un’azienda su cinque sono peggiorate le disponibilità delle banche ad espandere linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove. Solo nel 9% dei casi sono stati rilevati maggiori disponibilità alla modifica delle linee di credito. Lo scenario occupazionale Anche sullo scenario occupazionale si rilevano segnali di difficoltà per le due province nel secondo semestre 2012. Nonostante il giudizio prevalente sia stato quello della stabilità dei livelli, oltre un quarto delle aziende (il 27,3%) ha indicato una contrazione a fronte di una percentuale più contenuta (12,5%) di soggetti che hanno comunicato tendenze in aumento. Le previsioni per la prima metà del 2013 paiono confermare la situazione sopra descritta. I Dati Di Como Nel dettaglio, sul fronte della domanda per il secondo semestre del 2012, l’indagine evidenzia una variazione media, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari al 5,8%; si è perso terreno per il 3,2% rispetto ai primi sei mesi 2012. Indipendentemente dai settori di appartenenza, si rileva che sono riscontrabili andamenti ben differenti tra imprese strutturate e con forte presenza all’estero e imprese di piccole dimensioni che risentono maggiormente del forte calo della domanda interna (o i cui prodotti sono legati direttamente o indirettamente all’attività residenziale). Se l’attività produttiva ricalca l’andamento degli ordini, segnali positivi giungono dalle previsioni sulle vendite nel periodo gennaio-giugno 2013. Mediamente le imprese segnalano un incremento su base semestrale del 5,4%, pertanto si aspetta un rallentamento dell’emorragia di vendite e si avverte un recupero dei volumi di alcuni punti. Un buon segnale che appare presagire un’uscita, seppur lenta, dalle secche della crisi. Segnali meno allarmanti rispetto al passato sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime. Gli incrementi medi registrati si attestano poco sopra il livello di inflazione media. Dopo gli incrementi a doppia cifra del 2011 e del 2012, si mantengono molto elevati i prezzi registrati per le fibre seriche; secondo gli operatori ciò è da ricercare non tanto in un eccesso di domanda bensì in una strutturale riduzione della quantità offerta, soprattutto cinese. Inoltre, l’indagine ha analizzato la scomposizione del fatturato rispetto ai mercati di sbocco, evidenziando una quota dei mercati esteri che mediamente si attesta sopra il 30% del totale delle vendite. In provincia di Como l’export di prodotti del manifatturiero nei primi nove mesi del 2012 è pari a 3,78 miliardi di €, il saldo commerciale è stato molto positivo e pari a 1,7 miliardi di € pari ad un incremento del 8,75% sullo stesso periodo del 2011. Su di un campione di circa 400 imprese manifatturiere, l’export si attesta attorno ai 2 miliardi di euro; i Paesi dell’Europa Occidentale seguono il mercato interno per importanza. Il peso di Francia, Germania e Spagna è quasi il 32% del totale, gli Stati Uniti si attestano al 6%, l’America Centro-meridionale poco sotto il 3%, l’Asia al 14% e il Medio-oriente 5,3%. La quota di tutti gli altri Paesi extra-Ue continua a crescere, sintomo di una sempre maggiore attenzione a diversificare le vendite, visto l’andamento strutturalmente calante del mercato italiano. “I dati che arrivano dalle nostre aziende confermano quanto già segnalato dai nostri Centri Studi – commenta Francesco Verga, presidente di Confindustria Como - cioè un ulteriore arresto della domanda nella seconda parte del 2012 rispetto ai primi sei mesi, in cui già si era mostrata qualche sofferenza. Come avvenuto anche nella prima parte del 2012, però, le imprese strutturate e con forte presenza all’estero hanno risentito molto meno il calo. Il dato positivo su cui però preferisco soffermarmi è la previsione sulle vendite nel primo semestre del 2013, che rivela la fiducia dei nostri imprenditori verso una ripresa che, anche se debole, è diventata oramai indispensabile”.  
   
   
TRENTO, IRAP: LA GIUNTA VARA LE NUOVE AGEVOLAZIONI  
 
Trento, 4 marzo 2013 - Sulle agevolazioni Irap la Giunta provinciale ha fatto il punto riepilogando le ultime decisioni tradotte in delibera, in coerenza a quanto previsto dalla Finanziaria 2013 per promuovere la produttività e la competitività del sistema Trentino. I provvedimenti riguardano da un lato le retribuzioni legate ad incrementi di produttività, dall´altro in particolare le agevolazioni per le nuove attività produttive e per i cosiddetti "soggetti virtuosi", ossia quelle imprese che incrementano la produttività o il numero dei dipendenti a tempo indeterminato o che partecipano a processi di aggregazione - attraverso contratti di rete o aderendo a consorzi - e di fusione. Fissate infine anche le deduzioni dalla base imponibile Irap per gli apporti di nuovo capitale proprio. Soglie e percentuali fissate dalla Provincia sono migliorative rispetto a quelle stabilite in sede nazionale. Proseguono le azioni della Provincia per dare risposta alla crisi economica, anche attraverso significative riduzioni dell´imposizione fiscale. Tra le ultime decisioni formalizzate da deliberazioni della Giunta provinciale alcune riguardano l´Irap, l´Imposta regionale sulle attività produttive, quella che consente maggiori margini di manovra rispetto al quadro di riferimento nazionale. Vediamole in dettaglio. La prima decisione fa seguito al Protocollo d´intesa siglato con le parti economiche e sociali lo scorso 5 dicembre, recepito con l´articolo 12 della Finanziaria 2013, che ha previsto una serie estremamente variegata di agevolazioni Irap. Attraverso una delibera sono stati approvati i criteri e le modalità di attuazione riguardanti un ampio ventaglio di soggetti e di situazioni, a cominciare dalle nuove attività produttive, la cui aliquota sarà azzerata per un quinquennio, fino ai cosiddetti "soggetti virtuosi", ossia quelle imprese che incrementano del 5 per cento (rispetto alla media del triennio precedente) il valore della produzione netta o le unità lavorative annue (assunzioni a tempo indeterminato, anche di apprendisti già alle dipendenze dell´impresa), o ancora, che aderiscono a contratti di rete o a consorzi o a società consortili; per tutti questi soggetti è stata fissata una ulteriore riduzione di 0,46 punti dell´aliquota Irap. Ulteriore riduzione di 1,38 punti percentuali anche per i soggetti risultanti da operazioni di fusione. Sarà infine dedotto dalla base imponibile il costo dei lavoratori assunti a tempo indeterminato a seguito di contratti di solidarietà espansivi. Una seconda decisione riguarda l´applicazione della deduzione Irap delle retribuzioni legate ad incrementi di produttività, di nuovo alla luce del Protocollo con le parti economiche e sociali siglato a dicembre nonché delle agevolazioni nel frattempo fissate in sede nazionale. Rispetto a queste ultime, se nel resto del Paese il limite di importo complessivo di incrementi salariali detassabili ai fini Irpef per dipendente è stato fissato a 2.500 euro annui, in Trentino l´asticella della deduzione Irap è stata posta a 5.000 euro annui. Inoltre, sempre diversamente dalla normativa statale sulla detassazione Irpef in favore dei lavoratori, in Trentino ai fini della deduzione Irap non viene previsto alcun limite di reddito per i beneficiari. L´onere complessivo a carico della Provincia è stato quantificato in 12 milioni all´anno per il triennio 2013-2015. Infine, è stata determinata l´aliquota percentuale della deduzione da applicarsi agli apporti di nuovo capitale proprio effettuati nell´anno 2013, ai fini di favorire il rafforzamento patrimoniale delle imprese. La «legge finanziaria provinciale 2012» aveva introdotto un’agevolazione dell’Irap per le imprese che effettuano incrementi di capitale, prevedendo la deduzione dalla base imponibile di un importo corrispondente al rendimento nozionale del nuovo capitale proprio, determinato secondo le disposizioni dell’articolo 1 del cosiddetto decreto «salva Italia» (decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201). Al fine di individuare il rendimento nozionale, la norma dispone che la Giunta provinciale stabilisca annualmente l’aliquota percentuale da applicare al nuovo capitale proprio in misura non superiore al tasso di rendimento medio dei titoli del debito pubblico, incrementabile di tre punti percentuali. Per gli apporti di nuovo capitale proprio effettuati negli anni 2012 e 2013, la giunta provinciale è altresì autorizzata ad elevare l’importo della deduzione fino a tre volte per un periodo non superiore a quattro anni. La Giunta ha ora approvato il provvedimento di attuazione della norma sopra illustrata, fissando l’aliquota per l’anno 2013 al 18,33% utilizzando in tal modo completamente i margini di manovra previsti dalla legge.  
   
   
TRENTO, DATI CONGIUNTURALI IV TRIMESTRE 2012  
 
Trento, 4 marzo 2013 - La diminuzione del fatturato complessivo delle imprese esaminate nell’indagine in questo quarto trimestre 2012 è del 2,1%. Questo dato testimonia il perdurare della fase di crisi che sta interessando l’economia locale da oltre un anno. Anche in questo quarto trimestre il solo settore che evidenzia una dinamica del fatturato chiaramente positiva è il commercio all’ingrosso (+1,9%), mentre tutti gli altri mostrano variazioni negative. Discorso a parte va fatto per il settore dell’autotrasporto merci che aumenta leggermente il fatturato su base annua (+0,9%), ma per il quale incide sempre più la componente dei costi che riduce i margini reddituali delle imprese. Non cambiano i settori che manifestano invece un andamento pesantemente negativo: l’estrattivo (- 20,0%) e le costruzioni (-8,1%) confermano ancora una volta la loro permanenza in una fase di crisi strutturale che dura ormai da alcuni anni. Migliora leggermente rispetto ai precedenti trimestri la dinamica, comunque ancora decisamente negativa, del commercio al dettaglio (-3,7%), mentre risulta in netta diminuzione il fatturato del settore dei servizi alle imprese (-6,3%), peraltro tendenzialmente soggetto a marcate oscillazioni. Gli altri settori considerati nell’indagine evidenziano una dinamica moderatamente negativa: l’artigianato manifatturiero e dei servizi riduce i ricavi delle vendite del 2,0% e il manifatturiero dell’1,2%. Il quarto trimestre conferma la decelerazione della crescita delle esportazioni già rilevata nel periodo precedente. La crescita dell’export su base annua è del 2,3%, un valore decisamente più contenuto rispetto a quelli rilevati nei primi sei mesi del 2012. Il segmento dimensionale che sembra reagire meglio a questa fase di crisi è rappresentato dalle imprese di medio-grande dimensione (21-50 addetti), che registra una variazione appena positiva del fatturato (+0,4%). Le piccole (5-10 addetti) e le grandi imprese (oltre 50 addetti) mostrano una diminuzione contenuta, mentre sono decisamente in sofferenza le medie imprese (11-20 addetti) e le micro imprese, queste ultime evidenziano una diminuzione dei ricavi delle vendite del 13,5%. L’occupazione manifesta una caduta preoccupante e pari al -1,9%. La variazione negativa interessa, con intensità diverse, tutti i settori, con l’eccezione del manifatturiero industriale, e tutte le classi dimensionali. Appare più preoccupante soprattutto nel settore dell’autotrasporto merci e presso le unità di più piccola dimensione. Il dato sugli ordinativi in valore assoluto lascia intravedere qualche timido segnale di una possibile attenuazione della crisi, tuttavia permane marcatamente negativo il saldo tra coloro che li reputano in aumento nel trimestre (12,8%) e coloro che li reputano in diminuzione (37,4%). I giudizi degli imprenditori sulla redditività e sulla situazione economica dell’azienda, sia allo stato attuale che in termini prospettici, appaiono decisamente negativi e confermano i risultati delle precedenti rilevazioni. In allegato, l´indagine completa e le relative slide.  
   
   
FVG-BIELORUSSIA: INTERESSATI A SVILUPPO CANALE COMMERCIALE  
 
Pordenone, 4 marzo 2013 - La posizione baricentrica del Friuli Venezia Giulia permette a questa regione di dialogare apertamente con diversi paesi dell´Europa e del mondo, tra cui la Bielorussia. Una nazione con la quale c´è espressa volontà di intessere rapporti commerciali, grazie a una vocazione alla internazionalizzazione che è propria di questo territorio. Lo ha detto il 28 febbraio a Pordenone l´assessore regionale alle relazioni internazionali, Elio De Anna, incontrando nella sede di rappresentanza di Unindustria l´Ambasciatore in Italia di quella Repubblica , Evgeny Andreevich Shestakov, in occasione di una tavola rotonda organizzata da Finest. L´obiettivo era di far conoscere ai rappresentanti delle categorie economiche del Nordest le potenzialità offerte dalla Bielorussia per poter avviare con essa dei rapporti economici. Oltre a De Anna, erano presenti il presidente di Finest, Renato Pujatti, nonché i massimi rappresentanti provinciali di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino di Unindustria. De Anna ha voluto ricordare all´ambasciatore le caratteristiche che contraddistinguono l´imprenditore del Nordest: "Queste persone - ha detto De Anna - sono caratterizzate dalle tre ´i´. Sono infatti ´irrequieti´, poiché sempre in movimento nella ricerca di nuovi partner, ´internazionalizzati´ in quanto il più delle volte è oltre confine che trovano mercati nei quali esportare i propri prodotti. E infine ´innovatori´, poiché prima nel processo e poi nel prodotto, cercano di inserire degli elementi che possano contraddistinguere la propria offerta, creando per loro vantaggio competitivo". De Anna si è inoltre soffermato sulla necessità di rivolgere lo guardo a Est, ricordando che in tal senso è iniziato un percorso intrapreso dalla Regione nel corso della legislatura. "Abbiamo stretto ottimi rapporti con la Serbia - ha affermato - che rappresenta per noi la porta di ingresso verso l´ex Unione Sovietica. In questo senso ci auguriamo che anche la Bielorussia possa diventare un partner della Regione Friuli Venezia Giulia". A definire l´ambito della cooperazione tra l´Italia e il Paese estero è stato lo stesso Ambasciatore Shestakov. "L´attività internazionale della Bielorussia In Italia nel 2013 - ha detto il massimo rappresentante della diplomazia - incomincia proprio dal Friuli Venezia Giulia. Tra le due nazioni esiste un trattato internazionale firmato nel 2009 che sta dando buoni risultati. Infatti nell´ultimo anno i volumi di investimento dell´Italia in Bielorussia sono raddoppiati raggiungendo quota 200 milioni di euro, ma soprattutto si stanno reinvestendo i profitti generati nella produzione all´interno del nostro Paese".  
   
   
TRENTO: I DATI SULLA FORZA LAVORO  
 
Trento, 4 marzo 2013 - L’istat ha diffuso l’ 1 marzo i dati sulle forze di lavoro relativi al quarto trimestre 2012 (da ottobre a dicembre 2012) e alla media annua del 2012. I dati evidenziano un mercato del lavoro che nel complesso tiene anche se vi è la necessità di monitorare con attenzione il suo sviluppo nel 2013. Sia nel quarto trimestre che in media 2012 si rilevano in aumento le forze lavoro, gli occupati e i disoccupati mentre gli inattivi in età lavorativa sono in diminuzione. In Trentino, nel quarto trimestre 2012, sono aumentate su base annua le forze di lavoro, gli occupati e i disoccupati. I tre aggregati fondamentali del mercato del lavoro presentano il medesimo comportamento del terzo trimestre 2012. Il mercato del lavoro trentino è in movimento anche se i segnali di difficoltà si fanno sempre più evidenti. L’inattività è in arretramento, pertanto la crisi che riduce il reddito disponibile delle famiglie spinge persone che prima non lavoravano a cercare lavoro. I numeri del quarto trimestre 2012 e le variazioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente: le forze lavoro sono circa 248.000 e sono aumentate del 2,7%; gli occupati sono 233.000 e sono aumentati del 2,5%; i disoccupati sono 15.000 e sono aumentati del 6,1%; gli inattivi in età lavorativa sono 103.000 e sono diminuiti del 3,6%. Passando all’analisi dei principali tassi del mercato del lavoro, nel quarto trimestre 2012 il tasso di attività è pari al 70,2%, in aumento di 1,2 punti percentuali. Il tasso di occupazione è in aumento di 1 punto percentuale e raggiunge il 65,9%. Per genere, tale tasso è pari per gli uomini al 71,6% (in diminuzione di 0,6 punti percentuali) e per le donne al 60,1% (in aumento di 2,5 punti percentuali). In Italia, tale tasso è pari al 56,5%. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 6%, rimanendo sostanzialmente stabile rispetto allo steso periodo del 2011 (5,9% nel 2011). Gli uomini rilevano un tasso di disoccupazione pari al 6,7% (5,8% nel quarto trimestre del 2011) mentre tale tasso per le donne è sceso al 5,2%. Nello stesso periodo del 2011 era al 5,9%. In Italia, tale tasso è pari all’11,6%. Il tasso di inattività in età lavorativa è sceso al 29,8% dal 31% dello stesso periodo del 2011. Tale tasso è pari per gli uomini al 23,1%, sostanzialmente invariato rispetto al quarto trimestre del 2011 (23,3%); per le donne si attesta al 36,6% dal 38,8%. Con i dati del quarto trimestre 2012 vengono diffusi anche i dati medi dell’anno 2012. In Trentino le forze di lavoro sono 246.000, gli occupati sono 231.000, i disoccupati sono 15.000 e gli inattivi in età lavorativa 104.000. In media 2012 gli aggregati hanno un andamento simile a quello del quarto trimestre 2012, anche se le dinamiche sono andate migliorando nel corso dell’anno. Le variazioni chiaramente negative dell’inizio anno 2012 hanno determinato dei dati medi peggiori del quarto trimestre. I servizi sono il settore prevalente di occupazione e raggiungono in media 2012 il 69,2%, segue l’industria in senso stretto con un 18,3%, le costruzioni con l’8,6% e l’agricoltura con un 3,9%. Rispetto al 2011 i servizi aumentano, è stazionaria l’industria in senso stretto e cala l’occupazione nelle costruzioni. Gli occupati alle dipendenze sono 182.000, in contrazione di circa 900 unità (-0,5% rispetto al 2011); gli indipendenti sono 49.000 e aumentano di circa 400 unità, con un incremento di circa un punto percentuale rispetto al 2011. I dipendenti in media 2012 rappresentano il 79% dei lavoratori. I disoccupati sono in maggioranza ex lavoratori (53,9%), in forte aumento, seguono gli ex inattivi che sono il 34% dei disoccupati. Il 12% sono disoccupati in cerca di prima occupazione. Anche queste due componenti sono in evidente aumento. Nel dettaglio i tassi del mercato del lavoro evidenziano che l’attività ha un tasso in aumento rispetto alla media 2011 di 0,6 punti percentuali e si attesta al 69,8%. In Italia, tale tasso è pari al 63,7%, in aumento. Il tasso di occupazione è pari al 65,5%, in diminuzione di 0,6 punti percentuali. Per gli uomini si è al 72,8%, in diminuzione (74,2% nel 2011) e per le donne si è al 58,1%, in aumento (57,8% nel 2011). Tale tasso a livello nazionale è pari al 56,8%. Il tasso di disoccupazione è in aumento ed è pari al 6,1% (4,5% nel 2011). Per genere quello maschile è al 5,6% rispetto al 4% del 2011 e quello femminile è al 6,8% rispetto al 5,1%. In Italia il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,7% (9,9% per i maschi e 11,9% per le femmine). Il tasso di inattività in età lavorativa è al 30,2% rispetto al 30,8% del 2011, con gli uomini al 22,8% e donne al 37,6%. Tale tasso è invariato per gli uomini e in diminuzione per le donne. A livello nazionale il tasso di inattività è al 36,3%.  
   
   
BIELLA, INDAGINI CONGIUNTURALI SULLA MANIFATTURA LOCALE  
 
Biella, 4 marzo 2013 - Camera di Commercio e Unione Industriale hanno diffuso insieme i risultati delle rispettive indagini congiunturali, con l’obiettivo di monitorare l’andamento della congiuntura in provincia di Biella. “In questo scenario particolarmente difficile, che contraddistingue la congiuntura economica attuale, la crisi che ha colpito il sistema manifatturiero della provincia di Biella si sta ancora facendo sentire e si sta rivelando più dura e più lunga del previsto. Infatti, purtroppo, nel corso del Iv trimestre 2012, la produzione industriale biellese ha registrato una flessione pari a -12,6%. Colpisce come nessun settore sia stato risparmiato dalla crisi: infatti il 2012 si chiude in negativo per tutti i comparti e per tutte le classi dimensionali, soprattutto, per quanto concerne gli ordini provenienti dal mercato interno. In questo momento appare ancora più importante il ruolo della Camera di Commercio, storicamente impegnata a supportare le imprese ad affrontare le nuove sfide dei mercati, per cercare di cambiare rotta prima che sia troppo tardi”, dichiara Gianpiero Masera, Segretario Generale della Camera di Commercio di Biella. Il vice Presidente dell´Unione Industriale Biellese con delega all´Economia d´Impresa, Emanuele Scribanti, aggiunge: “Il rallentamento del 2012 è stato causato anche da un riassestamento rispetto alla congiuntura favorevole del 2011: oggi il clima di sostanziale incertezza che continua a caratterizzare i mercati determina anche la difficoltà da parte delle imprese a formulare una previsione di medio termine. In questo contesto, dunque, gli scenari risentono di un atteggiamento di estrema cautela, che si riflette in particolare sulle previsioni negative rispetto all´occupazione. Emergono, però, segnali positivi soprattutto nella capacità di reazione alle richieste del mercato da parte delle nostre imprese, che per tradizione sono fortemente vocate all´export: migliorano infatti le previsioni rispetto agli ordini dall´estero, in particolare per quanto riguarda il settore tessile”. Iv Timestre 2012: I Dati A Consuntivo A Cura Della Camera Di Commercio Di Biella Il sistema manifatturiero biellese, per il quinto trimestre consecutivo, tra ottobre e dicembre 2012, subisce un decremento. Nel periodo considerato, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, è stata di -12,6 punti percentuali, risultato peggiore rispetto a quello registrato a livello nazionale (-5,5%). Questo è il risultato emerso dall’Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera biellese, condotta dalla Camera di Commercio di Biella nell’ambito dell’analisi congiunturale regionale. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio-febbraio 2013 con riferimento al periodo ottobre-dicembre 2012. La flessione della produzione industriale è il risultato degli andamenti negativi di tutti i settori, in particolare, della Tessitura (-15,8%), delle Industrie Meccaniche (-15,3%), delle Industrie varie (-13,4%), del Finissaggio (-11,0%), della Filatura (-7,5%) e delle Altre Industrie Tessili (-4,6%). Il calo della produzione industriale è stato causato sia dalla riduzione degli ordinativi provenienti dal mercato nazionale (-9,8%), sia dall’andamento negativo registrato dagli ordinativi esteri (-2,7%). Il fatturato estero rivela un decremento di minore entità (-3,0%). I Trimestre 2013: I Dati Previsionali A Cura Dell’uib Nel I trimestre 2013 la rilevazione riporta ancora segnali contrastanti che aprono a qualche speranza di miglioramento, ma lasciano forti preoccupazioni sul quadro generale. Da una parte, per il terzo trimestre consecutivo, migliorano le previsioni sugli ordinativi, in particolare dall´estero, per i quali il saldo è 17,2% (18,2% per il tessile), mentre era 4,5% (9,1% per il tessile) nel trimestre precedente. Aggiungiamo una sensibile ripresa delle previsioni di investimenti sia per ampliamento (13,8%) sia per sostituzione (41,4%) rispetto allo scorso trimestre (7,4% e 37%). Tuttavia si evidenzia un peggioramento sulla previsione dell´occupazione (-13,8%) rispetto allo scorso trimestre (-3,7%). Si confermano inoltre un ampio utilizzo della cassa integrazione guadagni (51,7%, lo scorso trimestre era del 63%), l´azzeramento della previsione ordini oltre i 3 mesi e i ritardi dei pagamenti, indicati dal 55,2% delle aziende, (contro il 59,3% dello scorso trimestre), che segnalano una tensione persistente sui mercati di riferimento delle imprese biellesi.  
   
   
CONGIUNTURA MANIFATTURIERA IV TRIMESTRE 2012 NEL MANTOVANO  
 
Mantova, 4 marzo 2013 - Il quarto trimestre del 2012, secondo i risultati dell’indagine congiunturale del comparto manifatturiero analizzati dal Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova insieme a Confindustria Mantova, evidenzia un calo congiunturale del 0,2%, confermando la contrazione che ha caratterizzato tutto l’anno 2012. In Lombardia il calo è stato marcato nei primi due trimestri dell’anno mentre, in estate, si è registrata una decelerazione per concludere l’anno con un prima variazione positiva (+0,7%). Positivi anche per Mantova sono stati il fatturato (+1%) e gli ordini esteri (+0,7%), mentre ancora in calo si confermano gli ordini interni (-0,8%). La quota di fatturato estero aumenta, toccando quasi il 31%, dato sicuramente incoraggiante che testimonia come le esportazioni a fronte di consumi interni asfittici, stiano spingendo verso una ripresa produttiva. Considerando la variazione della produzione media annua, nel 2012 rispetto al 2011, la provincia di Mantova è calata del -2,2%, un calo certamente più contenuto rispetto alla media lombarda (-3,7%) e che colloca la provincia virgiliana al secondo posto nella classifica regionale. Per quanto riguarda le attività economiche lombarde, nel 2012, la contrazione ha colpito tutti i settori, in particolare la produzione dei minerali non metalliferi (legata all’edilizia con -11,2%) l’abbigliamento (- 10,7%), il legno-mobilio (-6,2%), i mezzi di trasporto (-5,8%) e la gomma plastica (-5,4%). I settori che hanno subito le minori perdite sono la produzione di pelli e calzature (-0,3%), gli alimentari (-1,5%) e la chimica (-1,6%). L’occupazione mantovana presenta un saldo negativo del -0,2%, in linea con quanto calcolato nel 2011. Il tasso di utilizzo degli impianti calcolato nell’ultimo trimestre dell’anno supera il 65%. In aumento risultano anche i giorni di produzione assicurata che da 33 dell’estate passano a 48 nell’ultimo trimestre dell’anno. I prezzi sia delle materie prime che dei prodotti finiti sono segnalati dagli imprenditori in lieve aumento, mentre le scorte di materiali e di prodotti finiti sono ritenute inadeguate. Le aspettative degli imprenditori mantovani per il primo trimestre del 2013 confermano il sentiment negativo a seguito della stagnazione dei consumi sul mercato domestico: ordini, produzione e occupazione permangono in calo; sulla domanda estera le attese appaiono invece positive. Per quanto concerne l’artigianato la produzione mantovana registra una ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno dell’11%, che va ad annullare il calo di pari entità subito nel terzo trimestre. Tuttavia la variazione media annua chiude con un -8% rispetto al 2011, dato peggiore della media lombarda (-7,3%). Anche dall’artigianato provengono le stesse indicazioni congiunturali viste nell’industria: nell’ultimo trimestre del 2012, a fronte di un calo degli ordini interni (-0,3%), aumentano fatturato (0,8%) e ordini esteri (1,8%). L’indagine congiunturale, come è solita fare nel quarto trimestre dell’anno, ha analizzato anche la dinamica degli investimenti effettuati nel corso del 2012, con il risultato che il 52,7% delle imprese ha compiuto investimenti. Si tratta di una percentuale lievemente più alta rispetto alla media lombarda che si attesta al 51% dei casi e in leggera ripresa rispetto al 2011 (quando era il 50,7%). Crescono anche le imprese che prevedono di fare investimenti nel 2013 (da 41,1%del 2011 a 47,3%). Gli investimenti effettuati hanno riguardato principalmente i macchinari (32%), i fabbricati (14%) e l’informatica (13%). Nel complesso il volume degli investimenti è stato pari al 3,7% del fatturato annuo. I settori che hanno investito di più in termini di incidenza sul fatturato sono stati: la meccanica (6,2%), gli alimentari (5,6%) e i minerali non metalliferi (4%). Secondo il Presidente della Camera di Commercio di Mantova, Carlo Zanetti, la crisi ormai è sotto gli occhi di tutti; gli effetti che hanno colpito in primis il settore finanziario si sono pesantemente abbattuti sull’economia reale e a farne le spese sono adesso il tessuto produttivo e la relativa compagine occupazionale. Il perdurare del clima di sfiducia e di incertezza non favoriscono certo il miglioramento delle aspettative degli imprenditori, ma nell’ultima analisi del manifatturiero emerge qualche segnale incoraggiante. La variazione congiunturale lombarda è tornata positiva dopo cinque trimestri consecutivi negativi. Degli indicatori mantovani sono aumentati il fatturato e gli ordini esteri. La quota di fatturato estero cresce ulteriormente (arrivando al 31%) e le scorte diminuiscono. Da questi segnali vorremo poter leggere delle indicazioni che l’andamento economico della manifattura mantovana e di quella lombarda stia cambiando rotta, o quanto meno che sia entrato in una fase di arresto della caduta. Al fine di rafforzare questo processo è necessario cogliere le opportunità che si stanno risvegliando sui mercati internazionali, provenienti soprattutto dai paesi emergenti sui quali sta scommettendo tutta l’economia mondiale.  
   
   
ACCIAI SPECIALI TERNI, INCONTRO TRA ISTITUZIONI E SINDACATI  
 
Perugia, 4 marzo 2013 - Si è svolto il 27 febbraio nella sede della Giunta regionale un incontro tra la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, l´assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Riommi, il presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo con le organizzazioni confederali e di categoria in riferimento alla situazione dell´Ast di Terni e delle imprese del polo siderurgico ternano. Durante la riunione, è stato fatto il punto in relazione alla procedura di vendita avviata dalla finlandese Outukumpu in esito alle prescrizioni formulate dalla Commissione Europea in merito all´acquisizione di Inoxum. Le istituzioni e le rappresentanze dei lavoratori, nel guardare con attenzione alla costituenda "joint venture" tra Aperam, Marcegaglia e Arvedi, così come a tutti gli altri soggetti che intenderanno manifestare interesse, dichiarano la propria volontà, nel rispetto dei ruoli e della natura della procedura, di aprire un confronto sui contenuti dei diversi piani industriali al fine di assicurare la continuità strategica del sito ternano, il mantenimento dei livelli occupazionali ed il necessario sviluppo in termini di ricerca ed innovazione. In questo senso, viene rinnovata la richiesta ad Outukumpu ed ai soggetti interessati affinché manifestazioni di interesse, piani industriali, valutazioni, offerte economiche, capacità finanziaria di sostenere progetti di sviluppo, abbiano come riferimento essenziale il valore strategico dell´integrazione delle produzioni. Si esprime, inoltre, la certezza che Outukumpu, nella fase attuale e fino alla chiusura della procedura opererà perché vengano tutelati i valori industriali e la qualità delle produzioni che sono realizzate nel sito di Terni. In questo quadro, le istituzioni e i sindacati ritengono di richiedere alla Ast di continuare ad operare ogni sforzo utile al conseguimento dei livelli produttivi necessari per mantenere in equilibrio produttivo ed economico lo stabilimento. Pertanto, si ritiene opportuno richiedere che anche ogni intervento organizzativo tenga conto della particolare situazione dell´azienda in relazione alla procedura di vendita in corso. In questa fase di preoccupazione per la incertezza istituzionale che coincide nei prossimi due mesi con l´assunzione delle decisioni relative al futuro del Polo siderurgico ternano, le istituzioni e i sindacati, alla luce delle intese raggiunte nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico, anche grazie al fattivo interessamento del sottosegretario De Vincentis, richiedono la continuità del confronto con Outukumpu, al fine di realizzare livelli di informazione, di condivisione e di valutazione dello stato di avanzamento della procedura a garanzia degli interessi di tutti gli attori. Al tempo stesso, istituzioni e sindacati ritengono imprescindibile la continuità di un percorso di sensibilizzazione nei confronti della Commissione Europea utile alla individuazione delle soluzioni e progetti che, nell´ambito della procedura, siano finalizzati alle prospettive di sviluppo e consolidamento dell´industria siderurgica in Umbria ed in Italia.  
   
   
UDINE, TREND ANCORA NEGATIVO PER L´ECONOMIA IN FVG  
 
Udine, 4 febbraio 2013 - Una serie di segni meno continua a caratterizzare l’economia del Friuli Venezia Giulia. E le speranze degli imprenditori per il prossimo futuro sono tutt’altro che orientate all’ottimismo. La conferma arriva dalla nuova indagine congiunturale – consuntivo del 4° trimestre 2012 e previsioni 1° trimestre 2013 con focus su internazionalizzazione – che oggi Unioncamere Fvg ha presentato in Camera di Commercio a Trieste. Il secondo appuntamento con i dati a livello regionale e momento itinerante nei quattro capoluoghi (il primo si è tenuto in novembre a Pordenone), che ha visto stavolta ospiti del presidente Antonio Paoletti il presidente udinese e di Unioncamere Fvg Giovanni Da Pozzo, con gli altri presidenti camerali provinciali, oltre a Nicola Ianuale di Questlab, la società cui Unioncamere Fvg ha affidato la ricerca, e Daniele Marini, direttore scientifico di Fondazione Nordest, che ha ampliato il focus sull’internazionalizzazione all’intera area produttiva nordestina. Il presidente Unioncamere Fvg – “Le attività che operano sul mercato interno sono in grande difficoltà – ha esordito Da Pozzo – e ciò colpisce maggiormente settori come pubblici esercizi e ospitalità. Ma anche se andiamo a guardare il manifatturiero vediamo che, sia nella meccanica sia ne legno-arredo, i dati di fatturato e occupazione non sono certo positivi». Gli imprenditori intervistati, un campione di 1500 imprese di tutte e quattro le province che hanno risposto al questionario a fine gennaio, hanno dichiarato cali di fatturato, nel 4° trimestre 2012, del -2,4%, con una certa stabilità nell’occupazione, ferma al -0,4%. Qualche spiraglio si intravede nell’occupazione del legno-mobilio del pordenonese (+1%), segno di una volontà di ripartire nonostante i cali di produzione e fatturato. «Se questo è il quadro, l’indagine evidenzia ancora una volta come siano soprattutto le imprese medie e le più strutturate per essere competitive sui mercati internazionali a soffrire meno ed avere anche performance positive – ha evidenziato Da Pozzo –. Per una regione come la nostra a forte vocazione esportatrice è un segnale che deve vederci tutti impegnati. Il sistema camerale sull’internazionalizzazione sta lavorando da prima della crisi, soprattutto verso i Paesi più lontani e promettenti, su cui bisogna insistere, sia accompagnando le imprese su quei mercati, sia facilitando e promuovendo forme aggregative tra le imprese, facendo in modo che si rafforzino per conquistare quei mercati. Non a caso le rilevazioni dimostrano come le imprese del Nordest - se pure in gran parte, purtroppo, si muovono da sole per andare all’estero - riconoscano nel sistema delle Camera di Commercio e delle Associazioni di categoria i primi punti di riferimento per l’internazionalizzazione. Un dato che andrebbe guardato con grande attenzione dalla politica regionale, che spesso snobba il sistema camerale a favore di altre forme di assistenza all’internazionalizzazione. Verso cui però, per le imprese, non sembrano dimostrare lo stesso appeal». Da Pozzo ha anche ribadito un punto fondamentale. «La nostra regione sta subendo una deindustrializzazione forzata a causa delle condizioni decisamente migliorative dei Paesi che ci circondano. Questo è un problema che deve essere affrontato in ambito nazionale, con la fiscalità di vantaggio o altri strumenti che cerchino di arginare il fenomeno. Ma il problema principe - ha precisato – resta il credito, che sta attanagliando migliaia di nostre Pmi. Pur con matrici di natura politico-finanziaria internazionale, si scontra anche con l’inadeguatezza patrimoniale del nostro sistema bancario e con la scarsa patrimonializzazione delle imprese stesse. Situazione destinata ad aggravarsi con le condizioni stringenti imposte da Basilea 3”. Nonostante questo quadro negativo, Da Pozzo resta fiducioso. «Se non nella capacità della politica, che più deve ora riformarsi, credo invece moltissimo nella capacità di milioni di imprenditori in Italia e nella nostra regione, che ogni mattina si alzano, mettono tutta la loro creatività, il loro talento nella propria attività, tengono duro al di là di ogni aspettativa e continuano a dare posti di lavoro: questo è il vero patrimonio e una ricchezza che il sistema camerale ha il privilegio di rappresentare e vuole supportare con forza, decisione e iniziative sempre più adeguate alle loro esigenze». I numeri - A presentarli è stato Ianuale, che ha anticipato la prossima rilevazione ad aprile e la presentazione in occasione della Giornata dell’economia. Le imprese intervistate in questa rilevazione sono state 1.537, tra il 7 e il 28 gennaio 2013. Il tasso di risposta si è attestato come sempre sul 34% (di cui 77% via web). Ecco le risposte in sintesi, per settori: Manifatturiero 4° trimestre 2012 Calo della produzione: -1,3% tendenziale (anno), era -1% nella precedente rilevazione trimestrale. Ma soffrono di più le imprese piccole-micro: la variazione annuale di produzione per le imprese da 2 a 9 addetti arriva addirittura al -3,4%. Calo del fatturato: leggermente migliore per le imprese che esportano (-2,3%), mentre cade al -2,9% per quelle che non esportano. Il manifatturiero ha una quota di fatturato estero del 41%, definito da Ianuale «in molti casi un vero salvagente dell’economia regionale». Occupazione: -0,4% tendenziale (-1,3% nella precedente rilevazione). Qui è evidente ancor più la dicotomia fra micro imprese ( 3-9 addetti) con un -4% di addetti, e medie imprese, fra 50 e 249 dipendenti, che invece segnalano un +3,3% di addetti. Previsioni 1° trimestre 2013: il 45/50% delle imprese prevede una riduzione del fatturato (aumento rispetto al trimestre precedente) Commercio al dettaglio 4° trimestre 2012 Calo delle vendite: -3,9% tendenziale (era -4,9% nel trimestre precedente) Calo degli addetti/occupazione: -2,5% tendenziale (era -3,2% nel trimestre precedente) Previsioni 1° trimestre 2013: il 65/70% delle imprese prevede una riduzione del fatturato (molto più forte che nel trimestre precedente) Servizi all’Ospitalità 4° trimestre 2012 Calo delle vendite: -4,4% tendenziale (era -1,5% nel trimestre precedente) Calo dell’occupazione: -4 % addetti sul tendenziale (anno), dato analogo al trimestre precedente Previsioni 1° trimestre 2013: il 60% delle imprese prevede riduzione del fatturato (in leggero aumento rispetto al trimestre precedente) Costruzioni 4° trimestre 2012 Calo della produzione: -13,4% dovuto principalmente alle imprese dai 2 ai 9 addetti, che segnano addirittura un -17,3% Calo del fatturato: -16,3% tendenziale (era -9,1% nel trimestre precedente) Calo degli addetti: -6,6% tendenziale (era -8,3% nel trimestre precedente, quindi va leggermente meglio) Previsioni 1° trimestre 2013: il 60% delle imprese prevede una riduzione del fatturato (in netto aumento rispetto al trimestre precedente) Vitivinicolo 4° trimestre 2012 Aumenta il Fatturato: +5,1% per quelle che non esportano, addirittura +14,3% quelle che esportano Stabili gli addetti: (+0,9%), con addirittura un +13,2% per le aziende vinicole dai 10 ai 49 addetti Previsioni 1° trimestre 2013: il 35% prevede una riduzione del fatturato (tendenza stabile rispetto al trimestre precedente) Focus internazionalizzazione Fvg - L’indagine evidenzia le risposte delle imprese del vitivinicolo e del manifatturiero del Fvg, che si rivolgono all’estero per la vendita (rispettivamente il 93% e l’82% delle intervistate) e molto anche per l’acquisto per quanto riguarda il manifatturiero (65%). La prevalente area d’interesse è ancora l’Ue (93% per vitivinicolo e 98% manifatturiero), ma vi sono percentuali interessanti anche in Nordamerica per il vino (ci va il 54% delle intervistate), in Africa per il manifatturiero (9%), in Asia (23% vitivinicolo e 18% manifatturiero) e in Centro-sud America (21% vitivinicolo e 10% manifatturiero). Ben il 37% delle aziende vitivinicole ha personale dedicato all’export. Che cosa chiedono le imprese per l’internazionalizzazione? Soprattutto fiere e missioni e incontri B2b, ma anche strumenti finanziari (52% del manifatturiero). Il Nordest. L’intervento di Daniele Marini - Daniele Marini ha ampliato il focus internazionalizzazione alle imprese di tutto il Nordest, presentando i risultati di un’indagine condotta su 1200 imprese. "Il mondo – ha detto – è previsto in crescita, per il 2013, del 3,5%. L’europa sarà l’unica a non crescere e noi italiani siamo tra i fanalini di coda dell’Europa. Il tema dell’export diventa dunque sempre più un tema di globalizzazione: bisogna essere in grado di andare oltre i confini tradizionali". Se il Nordest ha tenuto nell’export nel 2012, "bisogna rimarcare che altre aree di Italia, invece, sono proprio riuscite a crescere", ha evidenziato. Le strategie non sono più rivolte tanto alla delocalizzazione, quanto alla vera internazionalizzazione. "Le Pmi , cioè – ha spiegato Marini –, vanno sui mercati esteri per presidiare quei mercati e diventare leader là, non più tanto per contenere i costi o spostare le produzioni a scarso valore aggiunto". Ed è la media impresa del Nordest a trainare. "Ogni media impresa ha rapporti produttivi e commerciali con 274 piccoli fornitori – ha evidenziato Marini –. Questo crea un positivo effetto di trascinamento: infatti il 60% delle imprese intervistate, quando internazionalizza, dichiara di tenersi i fornitori locali". Ciò significa che il processo di internazionalizzazione delle medie spinge anche le imprese più piccole a fare un salto di qualità, innovazione e rafforzamento per mantenere il rapporto con la media impresa di riferimento e diventare più forti di per sé. "Il tema negativo resta la dimensione – ha rimarcato Marini –. Chi sta bene all’estero sono le imprese sopra i 50 dipendenti: il tema della strutturazione delle Pmi è la chiave". Se Cciaa e Associazioni di categoria sono quelle che assistono meglio imprese all’estero, c’è purtroppo ancora una grandissima quantità di imprese che va all’estero da sola, aumentando spesso le difficoltà e il rischio di insuccesso. "Gli imprenditori però evidenziano che stanno emergendo nuovi modelli consumo, e che le imprese si stanno innovando per rispondere a queste nuove esigenze. Quanto più un’impresa innova tanto più internazionalizza, e viceversa", ha concluso Marini. Le slide lo evidenziano: le imprese fortemente internazionalizzate nel 2011 sono state per il 48,7% anche grandi innovatori, percentuale che è salita al 50,5% nel 2012. Situazione capovolta per chi si rivolge solo al mercato domestico, che nel 2011 è risultato non innovatore per il 38,5% e nel 2012 non innovatore addirittura per il 45% dei casi.  
   
   
MILANO: BRERA. AL VIA IL DESIGN DISTRICT: CINQUE GIORNI PER SCOPRIRE IL QUARTIERE  
 
Milano, 4 marzo 2013 - Saranno le botteghe storiche, i moderni showroom e gli spazi privati più suggestivi dello storico quartiere della città a ospitare la Iv edizione di Brera Design District, in programma da martedì 9 a domenica 14 aprile in occasione del Fuori Salone 2013. La manifestazione è ideata da Milano Design Network di Studiolabo, con il patrocinio del Comune di Milano. “Il Brera Design District rappresenta un interessante tassello di comunicazione dedicato alla promozione delle eccellenze e dei punti di forza attivi sul territorio - ha dichiarato Franco D’alfonso, assessore al Commercio, Turismo, Attività produttive e Marketing territoriale del Comune di Milano -. Questa iniziativa, coerente con le linee-guida dell’Amministrazione, va ad arricchire la proposta culturale e l’appeal del distretto urbano del commercio, realtà che intendiamo valorizzare. Questo è un luogo ricco di fascino e cultura, dove nascono le tendenze grazie al formidabile intreccio tra arte e moda che ne fanno il territorio a più alta densità al mondo di produzione di design. Il Brera Design District rappresenta un progetto nato per promuovere l’identità del territorio e per incoraggiare la capacità produttiva di questo importante quartiere della città”. “Il Salone del Mobile è una realtà che muove Milano e le sue energie come poche altre iniziative sanno fare, in Italia e all’estero – ha dichiarato l’assessore alla Cultura, Moda, Design Stefano Boeri –. Questa manifestazione rinnova per il quarto anno consecutivo la partecipazione di un quartiere storico, famoso a livello internazionale per essere la sede di uno dei più importanti musei del mondo, a un evento che fonde cultura, moda e design: un mix di eccellenze che appartengono a Milano e alla sua storia e che costituiscono la sua mappa identitaria nel mondo”. Il valore della qualità, in una riflessione tra il fare artigianale e il pensare industriale, sarà il tema di questa edizione, interpretato dalle aziende partecipanti e organizzato in un percorso che porterà il pubblico a visitare il quartiere di Brera osservandolo da un particolare punto di vista, fatto di design e creatività. La manifestazione ha l’obiettivo di comunicare il quartiere di Brera quale punto di riferimento per il design milanese, un’operazione di marketing territoriale che, attraverso un sistema di comunicazione dedicato alla promozione delle eccellenze e dei punti di forza attivi sul territorio, intende arricchire la proposta culturale e l’appeal del distretto urbano in grado di unire tradizione e innovazione nel campo del design. Brera Design District nasce nello storico quartiere milanese: un luogo ricco di fascino e di cultura, una realtà abituata a precorrere le tendenze dove arte, moda, design si intrecciano. Grazie all’App dedicata “Guida eventi di Brera Design District”, per la prima volta i visitatori potranno utilizzare i loro smartphone e tablet per orientarsi e conoscere gli eventi e le manifestazioni dell’intero Duc Brera, visualizzando, per ciascun punto di interesse, contenuti multimediali aggiuntivi. In piazza Xxv Aprile verrà realizzato, in un modulo container attrezzato, un indispensabile info point per Brera Design District. Il calendario completo della manifestazione, delle iniziative e la mappa degli eventi è disponibile su www.Breradesigndistrict.it  
   
   
TERREMOTO/EMILIA: APPROVATO IL PRIMO PROGETTO FORMATIVO A SOSTEGNO DEI TERRITORI COLPITI DAL SISMA. FORMAZIONE PER 126 PERSONE DISOCCUPATE E IN MOBILITÀ PER IL PIANO DI NUOVE ASSUNZIONI DELL´AZIENDA VM MOTORI DI CENTO (FE).  
 
Bologna, 4 maro 2013 – La Regione Emilia-romagna ha approvato il primo progetto formativo a sostegno dei territori e della popolazione colpita dagli eventi sismici. Si tratta di una azione volta a formare 126 persone disoccupate e in mobilità, a fronte di un importante piano di nuove assunzioni dell’azienda Vm Motori di Cento, in provincia di Ferrara. Il progetto, finanziato dalla Regione con risorse del Fondo Sociale Europeo pari a circa 174 mila euro, prevede una formazione di 145 ore che sarà realizzata in parte in aula e in parte attraverso una formazione realizzata direttamente sul posto di lavoro, in affiancamento a lavoratori esperti che attualmente sono in forza presso Vm motori e che lavorano sulle linee di produzione già operative in azienda. L’attività formativa è stata progettata e sarà gestita dalla Fondazione Aldini Valeriani di Bologna. “Un’impresa cresce se il territorio in cui opera è in grado di interpretarne adeguatamente i fabbisogni – spiega l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Patrizio Bianchi - Un sistema produttivo è competitivo se scuole, enti di formazione, università, e istituzioni che programmano e finanziano l’offerta di formazione e i progetti di ricerca, fanno squadra e si pongono obiettivi condivisibili. Vm Motori rappresenta un esempio di come il sistema di Educazione e Ricerca dell’Emilia-romagna e il tessuto economico-produttivo regionale hanno interagito in questo senso. L’intervento è finanziato con il contributo del Fondo sociale europeo, che dimostra di essere il vero strumento per la crescita di un Paese che vuole ritrovare nelle proprie competenze manifatturiere la leva per un nuovo sviluppo”. Vm Motori è un’importante realtà imprenditoriale del territorio, sia in termini occupazionali che industriali, specializzata nella progettazione e nella costruzione di motori diesel per diversi settori, dall’automotive a quello industriale (motori industriali, agricoli, stazionari e marini). Le nuove assunzioni riguarderanno profili legati alla produzione, e in particolare di addetti in grado di provvedere all’assemblaggio di motori, per rendere operative più linee di produzione e aumentare la capacità produttiva dell’azienda. L’azienda opera con importanti costruttori mondiali del settore come Chrysler, Ford, General Motors, che si sono affiancati nel tempo a marchi prestigiosi come Alfa Romeo o Rover, che fin dall’inizio avevano scelto i propulsori Vm per i loro veicoli. Con la crescita della Chrysler e delle vendite nel mercato americano è significativamente aumentata la domanda di propulsori diesel che si è tradotta, grazie al nuovo ingresso nella compagine societaria di Fiat, in importanti commesse per l’azienda di Cento per le quali si prevede quasi un raddoppio dell’attuale produzione industriale tra il 2013 e il 2014.  
   
   
2,8 MILIONI PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI LUCANE  
 
Potenza, 4 marzo 2013 - Favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese dei principali comparti regionali ai mercati esteri attraverso accordi di cooperazione commerciale e tecnologica. Stimolare l’avvio di progetti per l’apertura a nuovi mercati o per il consolidamento su mercati già serviti. E’ quanto prevede l’Avviso Pubblico per il sostegno all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese lucane approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Attività Produttive Marcello Pittella. L’iniziativa rientra nell’ambito delle azioni del Po Fesr 2007-2013, dispone di un finanziamento complessivo di 2,8 milioni di euro e prevede un contributo massimo a progetto di 300 mila euro a fondo perduto. Possono presentare domanda di candidatura reti di impresa formalizzate o da formalizzare tramite la sottoscrizione di un contratto di rete, raggruppamenti temporanei di Imprese costituiti o da costituire, i consorzi e le società consortili. “In questo periodo di congiuntura economica – dichiara l’assessore alle Attività Produttive Marcello Pittella - una delle strade da percorrere è sicuramente quella della scoperta dei mercati internazionali. I mercati esteri – aggiunge Pittella - sono diventati una risorsa importantissima da cui attingere sia per l’aspetto commerciale di riallineamento dei volumi di vendita delle aziende, sia per la possibilità di trovare investitori esteri interessati a forme di partnership e collaborazione con le imprese. Il sistema produttivo regionale – osserva ancora l’assessore alle Attività Produttive - presenta a tutt’oggi un contenuto tasso di interazione verso i sistemi produttivi extraregionali. Per questo motivo – conclude Pittella- riteniamo opportuno incentivare l’utilizzo delle risorse del Po Fesr 2007-2013 destinate allo Sviluppo competitivo per accrescere il potenziale di internazionalizzazione delle nostre piccole e medie imprese”. Questo il dettaglio delle linee di intervento fissate dall’avviso pubblico: servizi di consulenza per l’internazionalizzazione; organizzazione di iniziative di cooperazione industriale, commerciale e di export; prima partecipazione collettiva ad una manifestazione fieristica e ad eventi commerciali all’estero; progettazione e realizzazione di azioni promozionali sui mercati esteri; azioni di promozione, comunicazione e marketing; permanenza, per un periodo non superiore a 12 mesi, all’estero, di showroom, centri espositivi e centri servizi all’estero. La presentazione telematica delle domande potrà essere effettuata dalle ore 8 del 2 maggio 2013 e fino alle ore 20 del 17 maggio 2013 mediante la registrazione all’indirizzo internet http://servizi.Regione.basilicata.it  Se le istanze telematiche non assorbiranno tutte le risorse disponibili la Regione procederà alla riapertura dei termini dell’avviso pubblico.