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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Ottobre 2013
ENERGIA, ZANONATO E ORLANDO FIRMANO DECRETO SU BIORAFFINERIE  
 
Roma, 14 ottobre 2013- Promuovere la realizzazione di nuovi impianti di bioraffinazione. E’ la finalità del decreto ministeriale firmato il 10 ottobre dai Ministri dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Andrea Orlando. “Questo decreto - commenta Zanonato - semplifica notevolmente le procedure per giungere alle autorizzazioni degli impianti di produzione di biocarburanti, le cosiddette bioraffinerie, col duplice scopo di promuovere queste produzioni in Italia e di facilitare gli investimenti nel settore, consentendo di estendere ad altri siti le esperienze costruttive e di esercizio acquisite in impianti già autorizzati”. “Ci attendiamo ora - aggiunge - la concreta individuazione dei nuovi siti dove realizzare tali impianti e la partenza dei nuovi investimenti che il settore ha indicato come fattibili subito e che sono stati a base della decisione del Governo di introdurre questa forte accelerazione dei processi autorizzativi”. “L’esigenza di emanare un decreto che fissi norme certe per le bioraffinerie,con particolare focalizzazione verso quelle che ottimizzano la produzione di biocarburanti di seconda generazione – sottolinea Orlando – è in linea con le recenti norme comunitarie che stanno spingendo verso la limitazione dell’utilizzo dei biocarburanti tradizionali”. “Il ricorso a questa tipologia di biocarburanti – conclude il titolare dell’Ambiente – è la soluzione per arrivare al raggiungimento del target del 10% al 2020 previsto dalla direttiva europea. Il Governo sta lavorando per attuare il piano, approvato nei mesi scorsi dal Cipe, per la decarbonizzazione dell’economia e la riduzione delle emissioni di Co2, incentivando misure finalizzate appunto alla promozione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, della mobilità a basse emissioni, della chimica verde e dei biocarburanti di seconda generazione”.  
   
   
ALPSTORE: UN IMPORTANTE PROGETTO PER L’EFFICIENZA ENERGETICA IN VALLE D’AOSTA  
 
Aosta, 14 ottobre 2013- Integrare in maniera più efficiente l´energia prodotta da fonti rinnovabili sulla rete elettrica e, al contempo, diminuire gli sprechi, aumentando stabilità e sicurezza, il tutto grazie all’introduzione nel sistema energetico dei sistemi di accumulo. E’ questo l’obiettivo principale del progetto europeo Alpstore, progetto di cooperazione territoriale europea nell’ambito del Programma Spazio Alpino 2007/2013, presentato, giovedì 10 ottobre, dall’Assessore alle attività produttive, energia e politiche del lavoro Pierluigi Marquis, dal coordinatore del progetto Andrea Tampieri e da Davide Bettoni, rappresentante del partner tecnologico Mavel/whiteqube. “Il progetto Europeo Alpstore cui partecipiamo – ha evidenziato l’Assessore Marquis - affronta i complessi temi dell’accumulo energetico e della mobilità elettrica, con l’obiettivo primario di acquisire strumenti e conoscenze all’avanguardia a supporto della pianificazione energetica regionale. Tale azione si inserisce nelle politiche energetiche che in Valle stiamo portando avanti nel rispetto delle normative europee in questa materia, che ci orientano a una sempre maggiore diffusione delle fonti energetiche rinnovabili. Oltre a rappresentare vere e proprie opportunità per le Regioni alpine, tali progetti di ricerca e sperimentazione ci permettono di perseguire gli obiettivi della Strategia europea 20-20-20 e ci danno la possibilità di arricchire ulteriormente il nostro bagaglio di competenze, anche sfruttando il confronto con gli altri partner, nell’ottica di un approccio transnazionale ai temi affrontati”. In Valle d’Aosta, la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo (inclusi i trasporti) per il 2020 dovrà raggiungere il 52,1%. Anche nella regione, quindi, l’incremento della produzione da Fer, la decarbonizzazione dei trasporti e l’aumento dell’efficienza dell’intero settore energetico sono indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi energetico-ambientali. Il progetto Alpstore, che ha avuto ufficialmente inizio a metà del 2012 e si concluderà a fine 2014, coinvolge 19 partner in 7 diversi paesi tra cui Francia Germania, Austria, Slovenia, Liechtenstein e Svizzera. Al progetto partecipano amministrazioni pubbliche, enti di ricerca, società pubbliche e private nel settore energetico. In Valle d´Aosta è prevista la realizzazione di uno dei dodici progetti pilota realizzati nella fase d’implementazione: si tratta di un sistema di accumulo stazionario a servizio di un´utenza dotata d’impianto fotovoltaico e veicolo elettrico. Scopo del progetto è testare il modello di Smart Node, in altre parole un sistema intelligente in grado di bilanciare produzione e consumo di energia al suo interno, allo scopo di rendere il più possibile stabile la presenza del nodo rispetto alla rete elettrica. Il partner tecnologico di progetto è la società valdostana Mavel/ Whiteqube, impresa leader nell’elettronica di potenza e nella gestione dell’autoconsumo. “Il progetto Alpstore – spiega il coordinatore tecnico di progetto Andrea Tampieri – ha previsto una prima fase di analisi dello stato dell’arte normativo e tecnologico a scala internazionale, nazionale e regionale, con focus, oltre che sui sistemi di accumulo, sulle Smart Grids e sulle fonti energetiche rinnovabili. Con le informazioni raccolte, abbiamo tratteggiato le prospettive future d’introduzione dei sistemi di accumulo in Valle d’Aosta, inclusa la mobilità elettrica, e sono state definite le caratteristiche del progetto pilota”. Nei prossimi mesi le attività di progetto si concentreranno nella fase più operativa “a piccola scala testeremo un’applicazione reale di Smart Node, replicabile in prospettiva su tutto il territorio regionale. I dati raccolti serviranno per eseguire delle simulazioni matematiche di dettaglio, il tutto allo scopo di creare strumenti utili per la pianificazione energetica. Nel corso del progetto saranno resi disponibili vari report sulle attività svolte”. Davide Bettoni, rappresentate di Mavel/whiteqube, partner tecnologico di progetto, spiega: “riteniamo che lo Smart Node rappresenti una delle soluzioni al problema di gestione dell’energia. La visione di Mavel/whiteqube è che solamente con una rete elettrica intelligente ed interconnessa in termini d’informazione e potenza si possono ottenere benefici reali nella limitazione delle emissioni, senza modificare lo stile di vita cui siamo abituati. Per questo studiamo soluzioni integrate ad alta tecnologia per l’accumulo e la distribuzione di energia elettrica”. Il progetto Alpstore porterà a fine 2014 alla creazione di un White Book europeo a uso di tutta la comunità scientifica, delle amministrazioni pubbliche, delle imprese e dei cittadini con la descrizione delle caratteristiche chiave, gli utilizzi e i punti di forza della mobilità sostenibile e dei sistemi di accumulo. I risultati del progetto saranno divulgati tramite diversi canali tra cui il sito della Regione, all’indirizzo www.Regione.vda.it/energia/alpstore  
   
   
FVG, ELETTRODOTTO: SERRACHIANI, NUOVA CONVENZIONE UN PASSO AVANTI  
 
Udine, 14 ottobre 2013 - "Un accordo che è il frutto della trattativa che abbiamo riaperto in questi ultimi mesi e che ci ha permesso, rispetto al testo approvato dalla precedente Amministrazione regionale, di trovare un buon punto di equilibrio, di compiere un notevole passo avanti". Con queste parole la presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha commentato la firma della Convenzione quadro tra il Friuli Venezia Giulia e la società Terna Rete Italia S.p.a. Per la realizzazione dell´elettrodotto Udine Ovest-redipuglia. La Convenzione è stata sottoscritta oggi a Udine, nella sede della Regione, presente l´assessore all´Ambiente ed Energia Sara Vito e il presidente di Confindustria Udine Matteo Tonon, dopo che in mattinata a Trieste la Giunta regionale aveva approvato la delibera con il nuovo testo del documento. Il 13 settembre scorso, ha ricordato la presidente Serracchiani, la Giunta aveva infatti sospeso per 90 giorni la delibera con lo schema di Convenzione approvato dalla precedente Amministrazione regionale, con l´obiettivo di migliorarne sostanzialmente alcuni aspetti. E in realtà sono bastati solo 30 giorni per raggiungere l´intesa, con soddisfazione per le parti coinvolte. Quattro sono i punti qualificanti introdotti nel nuovo testo approvato oggi, come ha sottolineato la presidente Serracchiani in occasione della firma: maggiori compensazioni a favore dei Comuni, tempi più rapidi e certi per la dismissione delle reti elettriche obsolete, uso di pali a basso impatto ambientale, semplificazione delle procedure in caso di danni durante i lavori per l´elettrodotto. Per quanto riguarda le compensazioni, sono stati concordati 300 mila euro in più rispetto ai 3,6 milioni di euro programmati in precedenza, per un totale di 3,9 milioni, a cui si aggiungono le intese già raggiunte direttamente da alcuni Comuni. Come ha precisato la società Terna, le compensazioni sono pari al 6 per cento dell´investimento complessivo (elettrodotto più stazione elettrica di Udine Sud), che ammonta a 65 milioni di euro. È stato inoltre inserito nella Convenzione un preciso cronoprogramma, che costituirà il punto di riferimento per i tempi di demolizione delle linee obsolete (110 chilometri). La società Terna dovrà smantellare la vecchia rete entro 10 mesi dall´inizio dei lavori e non più entro 24 mesi dalla fine dei lavori dei nuovo impianto. Un ulteriore elemento qualificante è che l´elettrodotto Udine Ovest-redipuglia verrà realizzato con pali di tipo "monostelo", di minore impatto ambientale rispetto ai tradizionali tralicci troncopiramidali: risultano ridotti sia l´impatto visivo, sia il campo elettromagnetico che il consumo di suolo (5-6 metri quadri rispetto a 200-250 metri quadri). Infine, sono previste procedure semplificate e rapide per ripristinare gli eventuali danni arrecati durante la realizzazione dell´elettrodotto. Per Terna farà fede ciò che verrà accertato e verbalizzato dalle amministrazioni comunali  
   
   
FVG, ELETTRODOTTO: SERRACCHIANI, MIGLIORA COMPETITIVITÀ TERRITORIALE  
 
Udine, 14 ottobre 2013 - "Un´opera che permetterà di abbattere il costo dell´energia, di razionalizzare la rete di distribuzione e di rispondere quindi alle esigenze delle imprese di maggiore efficienza. Un´opera che accrescerà quindi la competitività territoriale del Friuli Venezia Giulia, garantendo il fabbisogno energetico". Lo ha detto la presidente della Regione, Debora Serracchiani, in occasione della firma della Convenzione quadro con la società Terna Rete Italia S.p.a, avvenuta l’ 11 ottobre a Udine, presente l´assessore all´Ambiente ed Energia Sara Vito e il presidente di Confindustria provinciale Matteo Tonon. Proprio Tonon ha voluto rivolgere un plauso all´Amministrazione regionale per essere riuscita ad arrivare "in tempi ragionevoli a mettere in cantiere l´elettrodotto", i cui lavori inizieranno già nelle prossime settimane e dureranno - secondo le previsioni di Terna - 24 mesi dando lavoro a 10 imprese e 340 persone. "L´efficientamento energetico - ha confermato Tonon - è uno dei problemi principali dell´economia regionale, soprattutto per il settore manifatturiero". I rappresentanti di Terna hanno ricordato che l´elettrodotto risolverà il rischio di blackout cui è esposta la rete elettrica regionale, oggi alimentata da sole due linee messe in esercizio più di trent´anni fa, quando i consumi elettrici regionali erano meno della metà di quelli attuali (4 miliardi di kWh nel 1983 contro 10 miliardi nel 2012). L´investimento di Terna per l´intervento (110 milioni di euro complessivi, per nuove realizzazioni e abbattimenti di vecchie linee), produrrà 60 milioni di euro l´anno di risparmio per gli utenti del sistema elettrico. Lo smantellamento di 110 chilometri di vecchie linee (circa 400 tralicci) libererà 680 edifici che oggi si trovano entro i 100 metri dalle linee, restituendo al territorio 367 ettari di terreno (pari a 524 campi da calcio) oggi vincolati da servitù di elettrodotto.  
   
   
IDROCARBURI A ROCCA SUSELLA, NECESSARIA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE  
 
Milano, 14 ottobre 2013 - Per le indagini di gas e petrolio nell´area di Rocca Susella (Pv) sarà necessaria una Valutazione di Impatto Ambientale (Via). A renderlo noto è l´assessore regionale all´Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile Claudia Maria Terzi. "La richiesta - spiega la titolare regionale all´Ambiente - è stata sottoposta ad analisi scrupolosa da parte dei tecnici della Regione. Quello che è emerso è che l´area in esame è caratterizzata da elevata densità abitativa, in particolare nella porzione più settentrionale dell´area di permesso di ricerca, peraltro soggetta a rischio sismico e a un diffuso dissesto idrogeologico. Nello stesso tempo, l´area è dotata di una presenza molto fitta di aree soggette a tutela ed è connotata da un´altissima specializzazione vitivinicola e frutticola (nella Valle Staffora)". Necessari Approfondimenti Prima Di Dare Il Via Libera - "Prima di dare il via libera - continua l´assessore - gli impatti sull´equilibrio ecologico e sulla produzione agricola generati dall´indagine, per la quale comunque è escluso l´utilizzo di esplosivi, vanno studiati meglio. Si è ritenuta inoltre fondamentale l´istanza di Via per permettere ed ottenere il coinvolgimento attivo dei Comuni, nonché il contributo propositivo delle molteplici associazioni e delle competenze presenti sul territorio". L´area In Istanza - La richiesta di permesso è stata avanzata dalla Società Enel Longanesi Developments S.r.l. Allo scopo di ottenere dagli Enti competenti l´autorizzazione, e l´esclusività della ricerca per una durata massima di 6 anni, per poter svolgere operazioni legate all´esplorazione per l´individuazione e lo sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi potenzialmente presenti nel sottosuolo. Le operazioni di ricerca proposte escludono l´utilizzo di esplosivo. L´istanza riguarda un´area (denominata "Rocca Susella") che per quanto riguarda la Lombardia è di circa 362,44 kmq in Provincia di Pavia. I comuni interessati sono: Bagnaria, Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Casei Gerola, Cecima, Codevilla, Fortunago, Godiasco, Menconico, Montalto Pavese, Montebello della Battaglia, Montesegale, Ponte Nizza, Retorbido, Rivanazzano, Rocca de´ Giorgi, Rocca Susella, Ruino, Santa Margherita di Staffora, Torrazza Coste, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Voghera, Zavatterello. Un´altra porzione dell´area si trova in Piemonte. Le due porzioni lombarda e piemontese hanno una superficie complessiva di 668,7 kmq.  
   
   
RIVAROLO CANAVESE, LA CENTRALE A BIOMASSA ATTIVA IL TELERISCALDAMENTO  
 
Torino, 14 ottobre 2013 - Il 20% del calore prodotto dalla centrale a biomasse della società romana Sipea a Rivarolo canavese dai prossimi giorni sarà utilizzato per riscaldare edifici pubblici e privati del paese: soddisfatta la Provincia di Torino che nell’aprile scorso aveva dato all’azienda un ultimatum perché l’impianto avviasse il teleriscaldamento e operasse in assetto cogenerativo, dal momento che la cogenerazione costituisce una della migliori tecniche per massimizzare l’efficienza complessiva degli impianti a biomasse e per compensarne, almeno in parte, le ricadute inquinanti nell’area circostante. L’annuncio è stato dato formalizzato il 9 ottobre a Rivarolo dai rappresentanti stessi dell’azienda durante un’affollata assemblea pubblica del Comitato “non bruciamoci il futuro”, cui per la Provincia di Torino ha partecipato l’assessore all’ambiente Roberto Ronco. Il presidente della Provincia Antonio Saitta in aprile era stato chiaro: “in autunno, entro l’avvio della prossima stagione termica, l’impianto a biomassa di Rivarolo Canavese dovrà iniziare ad erogare il calore necessario alla rete di teleriscaldamento già esistente in parte, pena la revisione della concessione”. Rispettati dunque impegni e tempi, è necessario ora intensificare l’uso del calore a servizio delle utenze domestiche e commerciali di Rivarolo: “L’obiettivo - ricorda l’assessore all’ambiente della Provincia di Torino Roberto Ronco - rientra nel progetto presentato da Sipea per realizzare la centrale a biomasse: a regime l’impianto di teleriscaldamento collegato alla centrale porterà a riscaldare un milione di metri cubi.” “Durante l’assemblea - conclue l’assessore Ronco - Arpa ha fornito alcune esaurienti risposte agli abitanti sulle modalità di controllo operate sul materiale in ingresso e le emissioni della centrale: la Provincia di Torino continuerà a vigiliare per il rispetto degli impegni”.  
   
   
AMBIENTE FVG: ECONOMIA SOSTENIBILE PER LA SIOT CON OCEAN E LABROMARE  
 
Trieste, 14 ottobre 2013 - Con l´obiettivo primario di tutelare il Golfo di Trieste attraverso l´attività di antinquinamento e prevenzione, Oceanteam di Trieste e Labromare di Livorno hanno realizzato per la Siot-società Italiana Oleodotto Transalpino quattro mezzi ad alta tecnologia frutto dell´esperienza maturata nei servizi portuali ed ambientali. Il San Giusto e le tre imbarcazioni gemelle Ocean1, Ocean2 e Ocean3 sono stati presentati il 10 ottobre a Trieste da costruttori ed acquirenti, alla presenza di tutte le autorità locali compresa l´assessore all´Ambiente del Friuli Venezia Giulia Sara Vito. "Sono prodotti di qualità - ha affermato Vito - frutto di estrema professionalità e molta passione. Il rapporto tra Ocean, Labromare e Siot - ha evidenziato - sintetizza la giusta idea di sviluppo economico sostenibile con un´attenzione particolare all´ambiente". "Questi - ha aggiunto - sono mezzi di prevenzione e pronto intervento che renderanno più sicuri i traffici nel Porto. In questo modo - ha concluso l´assessore - rilanciamo una sfida culturale all´insegna della crescita, della sostenibilità e del rispetto del nostro patrimonio naturale". I nuovi mezzi, è stato detto, sono stati costruiti con specifiche caratteristiche di potenza e manovrabilità e sono stati equipaggiati con le più avanzate tecnologie di prevenzione dell´inquinamento e di pronto intervento in caso di emergenze ambientali.  
   
   
ASSORINNOVABILI PLAUDE ALL’INTERROGAZIONE DEL SEN. GIROTTO SUI SEU  
 
Milano, 14 ottobre 2013 - Assorinnovabili condivide pienamente i contenuti dell’interrogazione presentata il 10 ottobre in Commissione Industria dal Sen. Girotto del M5s. Dopo che l’Aeeg, invece di adempiere ai suoi obblighi di regolazione attesi da più di 5 anni, aveva espresso una posizione contraria (nei Dco 183/2013/R/eel e 209/2013/R/eel) all’esenzione per i Sistemi Efficienti d’Utenza (Seu) dagli oneri di rete e di sistema, era necessario che il legislatore mettesse un punto fermo. “Al Sen. Girotto va il grande merito – dichiara il presidente Re Rebaudengo - di aver ottenuto il consenso di tutte le forze politiche su un tema vitale per lo sviluppo delle energie rinnovabili nei prossimi anni. Ci auguriamo che il Ministro Zanonato risponda in tempi brevi all’interrogazione e confermi la posizione espressa da questa unanimità “di fatto” a favore dello sviluppo delle energie rinnovabili”.  
   
   
LIVORNO: IL SIN DIVENTA SIR  
 
Firenze, 14 ottobre 2013 - "Per dare concretezza all´accordo e per rendere fruibili le nuove aree, proporrò a enti locali e categorie di sottoscrivere una intesa con la Regione Toscana in modo da responsabilizzare e coinvolgere tutti gli attori in questa importante partita". Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commentando l´accordo raggiunto a Roma fra Ministero Ambiente, Regione Toscana ed Enti locali sulla revisione del perimetro del Sin (Sito di Interesse Nazionale) di Livorno. "Esprimo grande soddisfazione per la collaborazione istituzionale che si è raggiunta - prosegue Enrico Rossi - e per la sussidiarietà che si è realizzata avvicinando in modo sensibile ai territori le procedure di bonifica e la capacità di attrarre nuovi investimenti. Vengono infatti liberate porzioni di territorio su cui potranno essere insediate nuove attività produttive. Lavoreremo tutti insieme per realizzare una sensibile riduzione dei tempi burocratici senza pregiudicare il rispetto delle norme di qualità ambientali". L´intesa sulla revisione del perimetro del sito e la creazione del Sir (Sito di Interesse Regionale) di Livorno è stata raggiunta a Roma nel corso di una conferenza dei servizi e di un tavolo tecnico fra ministero, regione, Provincia e Comune di Livorno, Comune di Collesalvetti e Autorità portuale. Il prossimo passo sarà un decreto del ministero dell´Ambiente che indicherà le zone destinate a passare alla competenza regionale. "Piena soddisfazione" anche da parte dell´assessore regionale all´ambiente, Anna Rita Bramerini. "Siamo di fronte ad un´operazione strategica - dice - che favorirà nuove attività industriali ed economiche: da troppo tempo, su queste aree, sono bloccati investimenti che adesso potranno diventare preziosi per la zona e per la Toscana tutta". Tre i Sin in Toscana: Massa-carrara, Livorno e Piombino con una superficie totale di circa 85 chilometri quadri (53 di mare e circa 33 di terra). Il Sin di Massa-carrara era già stato "sbloccato" da qualche mese. Adesso è stata la volta di quello di Livorno mentre Piombino ha avuto una battuta d´arresto a causa della firma di un Accordo di Programma specifico con lo stesso ministero dell´Ambiente. Per siti di interesse nazionale (Sin) si intendono aree contaminate su cui sono necessari interventi di bonifica di suolo, sottosuolo e/o acque superficiali e sotterranee. Sparsi in tutta Italia, i Sin sono stati definiti da un decreto legislativo del 1997 (decreto Ronchi) e in decreti successivi.  
   
   
VENETO: SOSTENIBILITA’ EDILIZIA E URBANA CON IL SISTEMA PROTOCOLLO ITACA. STRUMENTO DI GRANDE UTILITÀ NON SOLO PER LE NUOVE COSTRUZIONI MA ANCHE PER IL RECUPERO  
 
Venezia, 14 ottobre 2013 - Il Protocollo Itaca è un sistema di valutazione della sostenibilità energetico-ambientale degli edifici, approvato nel gennaio del 2004 dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, per definire una serie di regole condivise per i progetti con caratteristiche di bioedilizia ed è oggi uno strumento per promuovere la sostenibilità e per erogare incentivi economici. Dell’attuazione del Sistema Protocollo Itaca si è parlato il 10 ottobre a Verona, in un convegno promosso nell’ambito di “Smart Energy Expo”, fiera internazionale sull’efficienza energetica che dedica uno spazio significativo agli aspetti della sostenibilità edilizia e urbana, al quale è intervenuto anche l’assessore ai lavori pubblici della Regione del Veneto, Massimo Giorgetti, anche in veste di vice presidente dell’Istituto Itaca, organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, le cui finalità sono il coordinamento e il raccordo con le istituzioni statali, gli enti locali e gli operatori del settore. “Il Veneto – ha ricordato Giorgetti – è stata una delle prime Regioni a dotarsi di una normativa per la promozione della sostenibilità in edilizia e ad approvare linee guida di valutazione riferite al protocollo Itaca. Anche le Amministrazioni Comunali hanno trovato in questo sistema di valutazione lo strumento efficace per integrare i propri regolamenti edilizi con i criteri di sostenibilità energetico ambientale, provvedendo a calibrare su di esso le proprie disposizioni in materia e incentivando una qualificazione degli interventi edilizi in tale senso”. L’assessore ha in particolare posto l’accento sull’importanza del sistema Itaca applicato non solo alle nuove costruzioni ma anche agli interventi di recupero e riutilizzo di ambiti vetusti o degradati del nostro tessuto urbano: “Avendo oggi la necessità di evitare ulteriore consumo del territorio, di riqualificare il patrimonio edilizio esistente, di valorizzare aree strategiche – ha detto Giorgetti –, è estremamente utile per i tecnici e per gli amministratori pubblici potersi avvalere di uno strumento come Itaca, che valuta le situazioni e indirizza gli interventi sulla base di una considerazione complessiva dei diversi aspetti e problematiche ambientali, quali la qualità del sito, il consumo di risorse, i carichi ambientali, la qualità dell’ambiente interno all’edificio, la qualità del servizio, gli aspetti sociali e culturali”.  
   
   
AGGIUNGI ALLA CASA UN PIANO IN LEGNO: AL VIA LA SELEZIONE DI IDEE  
 
Trento, 14 ottobre 2013 - Perché utilizzare nuovi terreni ed aree verdi se si possono riqualificare gli immobili esistenti “aggiungendo” uno o più piani in legno? Una soluzione sempre più utilizzata all’estero, dove stanno sorgendo veri e propri quartieri su quartieri esistenti, una sorta di città sopra la città, resa possibile dalle caratteristiche tecniche di leggerezza, resistenza e performance antisismica garantite dal legno. Anche in Trentino, con il settore delle nuove costruzioni in evidente difficoltà, cresce l’interesse per le riqualificazioni e gli ampliamenti. Arca Casa Legno, in collaborazione con Itea, propone una selezione di idee per promuovere la ricerca, il confronto e la sensibilizzazione su progetti innovativi per interventi di riqualificazione architettonica, energetica e sismica di edifici esistenti sui quali realizzare sopraelevazioni in legno. Vi possono partecipare progettisti professionisti ma anche semplici cittadini ed appassionati, distinti in due categorie a seconda che abbiamo più o meno di 36 anni. Termine per le adesioni: 1 novembre. “Ricostruire il Paese. Un edificio alla volta” è il tema scelto per la seconda edizione di Rebuild, la convention internazionale sulla riqualificazione e gestione sostenibile dei patrimoni immobiliari che si terrà a Riva Fiere e Congressi il 26 e 27 novembre prossimi. In preparazione all’evento Arca Casa Legno, società di Trentino Sviluppo incaricata di promuovere l’abitare sostenibile in legno e partner di Rebuild, promuove in collaborazione con Itea e con il patrocinio del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino una selezione di idee rivolta a persone singole, senza limitazione di titolo di studio e qualifica professionale, che si cimenteranno sulla riqualificazione di due importanti edifici dislocati a Trento e Rovereto. Il termine per sottoporre le proprie idee è il 1° novembre prossimo. Bando e regolamento sono disponibili sul sito www.Rebuilditalia.it nella sezione “Selezione di idee Arca”. Entro il 15 novembre le proposte saranno valutate dalla Commissione giudicatrice. I partecipanti saranno divisi in due categorie: “junior”, fino a 35 anni, e “senior” da 36 anni in su. Verranno scelti tre vincitori per categoria. I soggetti che presenteranno le idee migliori, valutate da una Commissione giudicatrice in base a criteri e modalità indicati nel bando, parteciperanno alla “charrette”, un workshop che si svolgerà durante Rebuild, in cui diverse figure quali committenti, progettisti, tecnici, si confronteranno per sviluppare strategie di progettazione condivise. «La riqualificazione del patrimonio architettonico – afferma Stefano Menapace, coordinatore tecnico di Arca – è affrontabile secondo diversi approcci: la riqualificazione energetica, sismica, o quella prescritta da esigenze di natura sociale o di pianificazione urbanistica, che si propongono di limitare il consumo di territorio. In questo senso, le sopraelevazioni in legno rappresentano una valida soluzione per la loro capacità di valorizzare il patrimonio immobiliare esistente in piena integrazione con il contesto urbanistico». In una logica di creazione di una vera e propria catena del valore che sensibilizzi e coinvolga tutti gli attori della filiera di progettazione e costruzione - poiché sopraelevare richiede idee, soluzioni e tecniche più sofisticate ed efficienti rispetto a quelle normalmente utilizzate per edificare nuove costruzioni - Arca si è attivata con la stesura del Regolamento Tecnico per la certificazione delle sopraelevazioni e degli ampliamenti in legno, nel quale si illustrano i requisiti prestazionali di qualità e sostenibilità che l’opera deve garantire in termini di sicurezza sismica e al fuoco, efficienza energetica, isolamento acustico, durabilità e qualità costruttiva, ed altre caratteristiche di progettazione e di prestazione finale. La certificazione è a cura di organismi indipendenti, a garanzia di serietà di un processo di definizione e verifica dei requisiti di qualità e sostenibilità pensato per incentivare la riqualificazione della costruzione esistente.  
   
   
TERRITORIO. PRIMO CORSO DI ALTA FORMAZIONE SU VAS E VINCA: UN’ESPERIENZA NUOVA SU UN TEMA SENTITO  
 
Jesolo (Venezia), 14 ottobre 2013 - “In materia urbanistica, c’è oggi un approccio diverso che assegna un’importanza fondamentale al paesaggio e all’ambiente”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione e assessore al territorio Marino Zorzato aprendo il 10 ottobre a Jesolo (Venezia) il primo Corso di Alta Formazione su metodologie, applicazioni e procedure relative alla Valutazione Ambientale Strategica (Vas) e alla Valutazione di Incidenza Ambientale (Vinca), promosso dalla Regione in collaborazione con l’Università di Padova. Il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia ha portato il saluto a nome dell’Amministrazione comunale. E’ intervenuto anche il segretario regionale per le infrastrutture Silvano Vernizzi. Zorzato ha sottolineato che si tratta di un’esperienza nuova che introduce una sorta di “contaminazione” in cui, sulla complessa materia della Valutazione Ambientale Strategica e d’Incidenza, la Pubblica Amministrazione si confronta con i progettisti, i neolaureati e i dottorandi delle varie discipline che affrontano il tema della più generale trasformazione del territorio. E che si tratti di un tema particolarmente sentito – ha concluso Zorzato - lo attesta anche il gran numero di richieste d’iscrizione pervenute, di molto superiore alla disponibilità di posti, che ha costretto l’organizzazione a selezionare i partecipanti. Per questo la Regione è intenzionata a programmare ulteriori iniziative formative. Per il sindaco Zoggia, Jesolo rappresenta un caso emblematico per la natura del suo paesaggio e le caratteristiche di località turistica e ha ricordato che il comune jesolano sta elaborando il proprio Piano di Assetto del Territorio. Da parte sua Vernizzi, che ha presieduto finora la Commissione regionale Vas, ha sottolineato i cambiamenti intervenuti a seguito delle norme comunitarie e nazionali. Dal 2006 ad oggi la Commissione ha esaminato 988 strumenti urbanistici, a cui ha fatto seguire altrettanti pareri motivati. L’attività formativa del corso, di cui Giuseppe Stellin e Giovanni Campeol sono rispettivamente il responsabile scientifico e il direttore, si svilupperà nell’arco di tre mesi, per un totale di 60 ore, articolate in 48 ore di lezione e 12 ore di workshop. Le sedi del corso sono tre: Jesolo (10-11 ottobre), Padova (24-25 ottobre) e Venezia (20 e 22 novembre). Il 5 e 6 dicembre si svolgeranno a Venezia anche due workshop dedicati all’applicazione pratica di Vas e Vinca a casi studio.  
   
   
NATUZZI, SIGLATO AL MISE UN ACCORDO DI “SVOLTA” : ORA SI GUARDA AL FUTURO PROSPETTIVE PRODUTTIVE E OCCUPAZIONALI, DALL’OUTSOURCING ALL’INSOURCING  
 
Roma, 14 ottobre 2013 - Nuove prospettive di produzione e occupazione. Dall’outsourcing all’insourcing, ovvero tornano in Italia produzioni fin qui appaltate all’estero. Si chiude così la vertenza Natuzzi. Il 10 ottobre infatti, dopo quattro mesi dall’annuncio della crisi del Gruppo, è stato firmato al Mise un accordo che consente di mettere in atto una serie di azioni positive per un pezzo importante del cosiddetto “distretto dell’imbottito” delle Murge. All’appuntamento per la firma dell’intesa- che il Governo considera di “svolta”- erano presenti: i Sottosegretari Claudio De Vincenti (Sviluppo Economico) e Carlo Dell’aringa (Lavoro), il Presidente della Regione Puglia Nicky Vendola e l’Assessore regionale al Lavoro Leo Caroli, esponenti della Regione Basilicata e delle Province interessate, sindaci del territorio, Confindustria, organizzazioni sindacali nazionali e territoriali. In sintesi, l’Accordo prevede che 1300 lavoratori resteranno nell’attuale azienda che rinnova qualità del prodotto e tecnologie. Inoltre, prevede il rientro di attività attualmente svolte in Romania e che interesseranno circa 500 lavoratori (che nel triennio potranno diventare 700) e saranno realizzate da una nuova Società ospitata negli stabilimenti dismessi dalla Natuzzi. Altri 300 lavoratori verranno impegnati in nuove attività industriali collegate al settore dell’arredamento e in iniziative di riqualificazione ed altre politiche attive. Per i rimanenti 600 lavoratori si attiverà una mobilità volontaria ed incentivata. Il Governo e le Regioni Puglia e Basilicata, che hanno costantemente coordinato il lavoro per giungere all’intesa, garantiranno il supporto al complesso piano di riorganizzazione della Natuzzi che prevede investimenti per oltre 200 milioni di euro e la riqualificazione di una buona parte del personale. “Non c’è dubbio- ha detto De Vincenti- che l’aver convinto anche Natuzzi che è possibile invertire il flusso di lavoro portato all’estero riportando in Italia anche le produzioni ad alto contenuto di lavoro, rappresenta un risultato molto importante che spero venga seguito da altri imprenditori”. “Il nostro- ha poi concluso- è un Paese che dimostra di avere sindacati e imprese molto consapevoli del loro ruolo. Così è stato ieri con Bridgestone, così è oggi con Natuzzi”. “Quello odierno- ha osservato Dell’aringa- è l’inizio di un percorso virtuoso che vogliamo prosegua. L’accordo prova che, anche nelle difficoltà attuali, tutto può avvenire per merito notevole delle parti interessate a cui si accompagna un forte impegno affinchè quanto abbiamo firmato venga effettivamente realizzato”.  
   
   
MILANO - LOMBARDIA IN TESTA PER RICERCA E INNOVAZIONE  
 
Milano, 14 ottobre 2012 - Le imprese lombarde guidano l’innovazione: da loro arriva il 68,4% del totale degli investimenti lombardi in ricerca e sviluppo. La regione che in termini assoluti spende di più in Italia è la Lombardia con oltre 4 miliardi di euro (22,4% del totale nazionale), di questi più di 3 miliardi vengono dalle imprese, record italiano, che danno lavoro a 30.000 addetti nel settore. In generale l’Italia investe oltre 19 miliardi e mezzo di euro nel settore della ricerca e impiega 226 mila addetti. E nel settore ricerca e sviluppo ci sono a Milano ben 534 imprese su 836 lombarde (il 13,5% italiano), nel campo delle scienze naturali, dell’ingegneria, delle scienze sociali e umanistiche, con un aumento del 1,9% in un annui. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Istat relativi agli investimenti su ricerca e sviluppo al 2010 e del registro delle imprese al secondo trimestre 2013 e 2012. L’occasione, l’incontro “Horizon 2020 e opportunità per le imprese”, organizzato da Innovhub Ssi, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano - partner della rete europea Enterprise Europe Network- ed Apre - Agenzia per la promozione della ricerca europea. Durante il convegno è emerso come Horizon 2020 sia lo strumento principale dell´Unione europea per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione in Europa, con una proposta di budget previsto di circa € 80 miliardi per il periodo 2014 – 2020. “La mission di Innovhub Ssi-azienda speciale della Camera di Commercio di Milano è quella di migliorare la competitività del sistema produttivo nazionale attraverso un servizio di supporto tecnologico di elevato livello scientifico, la promozione e il sostegno all’innovazione, ed alla ricerca, anche grazie a giornate informative -come quella odierna- volte a sensibilizzare le imprese sulle opportunità e gli strumenti a livello europeo, regionale e locale - ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Innovhub Stazioni Sperimentali per l’industria, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano -. “Il progressivo allineamento delle politiche per l’innovazione negli ultimi tempi, ha portato alla definizione delle caratteristiche di Horizon2020, lo strumento europeo con notevoli risorse finanziarie che detterà di fatto le politiche di ricerca e sviluppo nel periodo 2014-2020”. Horizon 2020 è lo strumento principale dell´Unione europea per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione in Europa, con una proposta di budget previsto di circa € 80 miliardi per il periodo 2014 – 2020. Tre gli obiettivi chiave: scienza eccellente (1. Sostenere la posizione dell’Ue in testa alla classifica mondiale nella scienza), leadership industriale (2. Contribuire ad affermare il primato industriale nell’innovazione che con un investimento sostanzioso nelle tecnologie di punta, nonché più ampio accesso al capitale e sostegno alle Pmi) e sfide sociali (3. Affrontare i principali problemi comuni a tutti gli europei, ripartiti in 6 settori base: sanità, evoluzione demografica e benessere; sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia; energia sicura, pulita ed efficiente; trasporti intelligenti, verdi e integrati; interventi per il clima, efficienza delle risorse e materie prime; società inclusive, innovative e sicure). Insomma si propone di rendere l’Europa un luogo attraente per i migliori ricercatori del mondo. Qualsiasi impresa, università, centro di ricerca o qualsiasi altro soggetto giuridico, stabilito in uno Stato membro, in un paese associato o in un paese terzo, può partecipare ad un´azione indiretta a condizione che soddisfi le condizioni minime di partecipazione. Maggiori informazioni su http://ec.Europa.eu/research/horizon2020  
   
   
LOMBARDIA. LAVORO, APREA: IMPEGNO A 360° PER SICUREZZA  
 
Besnate/va, 14 ottobre 2013 - Educazione, formazione, meccanismi premiali per chi attua volontariamente piani di sicurezza e controlli efficaci, nel contesto di un sistema integrato e trasversale di interventi. Sono questi alcuni dei punti principali dell´impegno di Regione Lombardia sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, ricordati ieri dall´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea, in occasione della 63esima Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. L´assessore Aprea ha partecipato alle cerimonie organizzate a Besnate (Va). L´impegno Della Regione - "Regione Lombardia - ha dichiarato l´assessore Aprea - è molto attenta e impegnata sul fronte della sicurezza sul lavoro, in stretto raccordo con le parti sociali, i sindacati, il mondo dell´economia e dell´impresa e le istituzioni preposte all´attuazione e alla vigilanza della normativa in materia di tutela del lavoratore, con cui è stato sottoscritto un Protocollo d´Intesa per dare attuazione al ´Piano regionale per la promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. "Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti - ha aggiunto Aprea - di riduzione degli infortuni e delle malattie professionali è necessario continuare a intervenire su più fronti attraverso azioni che vanno dalla promozione di una cultura della sicurezza, all´informazione e alla formazione dei nostri lavoratori, all´introduzione di tecnologie più sicure, all´effettuazione di controlli che permettano di scoprire eventuali inadempienze, all´introduzione di premialità per le aziende che adottano efficaci piani di sicurezza". Le Azioni Del Piano Regionale/scheda - Diversi gli interventi previsti dal Piano regionale. Tra questi: incremento del numero dei controlli nelle aziende, con priorità di intervento da individuare a livello locale nei comparti a elevato rischio per i lavoratori; sviluppo del Sistema Informativo Regionale della Prevenzione - centrato sia sull´azienda (Impres@) sia sul profilo di salute del lavoratore (Person@); centralità della formazione per la promozione della cultura della sicurezza.  
   
   
INSEDIATA IN PIEMONTE LA NUOVA COMMISSIONE REGIONALE PER L´ARTIGIANATO  
 
Torino, 14 ottobre 2013 - Si è insediata il 10 ottobre, alla presenza dell’assessore Agostino Ghiglia, la nuova Commissione regionale per l’Artigianato, la cui composizione è stata modificata dalla legge 5/2013 “con l’obiettivo - spiega Ghiglia - di dotarla di figure professionali di elevata competenza tecnica e di incrementare tutte quelle iniziative di promozione, tutela, valorizzazione e sviluppo dell’artigianato oggi più che mai necessarie al rilancio di un comparto che rappresenta una risorsa importante dell’economia piemontese”. Nella nuova composizione i rappresentanti di categoria sono passati da tre a sei e sono stati introdotti il direttore regionale della formazione professionale e un rappresentante di Unioncamere Piemonte. “Nel modificare la composizione della Commissione - precisa Ghiglia - la Regione ha voluto garantire una maggiore rappresentatività delle associazioni di categoria, il cui apporto è fondamentale per mettere in campo misure a favore dell’artigianato locale che, non dimentichiamo, è un esempio di quel made in Italy apprezzato in tutto il mondo e sinonimo di eccellenza, sia per quanto riguarda le materie prime utilizzate che nei manufatti. Sono certo che i lavori della Commissione contribuiranno a sviluppare iniziative che daranno nuovo slancio al settore”.  
   
   
RETE DI IMPRESE: UN CONTRATTO PER CRESCERE E INNOVARE LE PMI DEL VENETO OGGI PRESSO LA SALA ORO DI CONFINDUSTRIA VENEZIA FOCUS SUI VANTAGGI FINANZIARI E LE AGEVOLAZIONI ALL’INTERNAZIONALIZZAZIONE PER LE AGGREGAZIONI DI IMPRESE  
 
Venezia, 14 ottobre 2013 – Coniugare indipendenza e autonomia imprenditoriale con la capacità di acquisire una massa critica di risorse finanziarie, tecniche e umane, o di know how, in grado di consentire il raggiungimento di obiettivi strategici, altrimenti fuori portata per una piccola impresa. Questa la forza della rete di imprese. “Piccolo è bello” era il refrain che una decina d’anni fa caratterizzava il successo di un sistema imprenditoriale come quello Veneto, dove la colonna portante sono le piccole e medie imprese e la loro flessibilità produttiva. Già all’epoca ci si chiedeva se questo sistema avrebbe retto nel tempo e sarebbe stato in grado di affrontare le nuove sfide di un’economia globalizzata: la soluzione era fare squadra, mettere insieme risorse e idee per salvaguardare, ma soprattutto far crescere un patrimonio imprenditoriale apprezzato in tutto il mondo. In una parola creare reti di imprese. Da qui l’idea di un approfondimento sui vantaggi della rete di imprese, contratto che lega esperienze imprenditoriali diverse per renderle più competitive con minori costi e minori rischi, attraverso il convegno «Il contratto di rete di imprese: aggregarsi per crescere e innovare – Agevolazioni creditizie, rating e internazionalizzazione» in programma lunedì 14 ottobre dalle 14.45 presso Confindustria Venezia (Pst Vega, via delle Industrie 19 edificio Lybra). Il convegno, organizzato da Unioncamere del Veneto, Veneto Promozione e Università Ca’ Foscari, in collaborazione con Banco San Marco – Gruppo Banco Popolare – e Unicredit, proporrà un quadro delle novità introdotte dalla normativa in tema di contratto di rete, delle importanti agevolazioni creditizie e dei prodotti finanziari specificamente dedicati a tale modello di aggregazione. Saranno poi presentate alcune esperienze di successo di reti di imprese, costituite e in via di costituzione nel territorio veneto. Il convegno sarà aperto da Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto, Franco Masello, presidente Veneto Promozione, Pietro Gaspardo, responsabile Direzione Commerciale del Banco Popolare, e Gino Garbin, direttore Area Commerciale Provincia di Venezia di Unicredit. Quindi le relazioni di Gaetano Guzzardi, (Università Ca’ Foscari di Venezia), Andrea Romano (Unint - Consorzio per le integrazioni tra imprese), Enrico Cancino (direttore Craca), Paolino Donnarumma (responsabile Servizio Sviluppo e Alleanze del Banco Popolare), cui seguiranno i case history proposti da Luca Castagnetti (Studio Impresa), Giancarlo Taglia (manager di rete di Il Buongusto Veneto) ed Enrico Cancino (rete Tt - Esco & Design & Building).  
   
   
PARMA - STATI GENERALI DELL´ECONOMIA PARMENSE  
 
Parma, 14 ottobre 2013 - Mondo imprenditoriale e istituzioni a confronto: dialogare e trovare risposte concrete. Questo l´obiettivo della giornata di lunedì 14 ottobre (dalle ore 9,30), durante la quale si svolgeranno gli "Stati generali dell´economia parmense". Un´iniziativa organizzata dalla Cdc di Parma nella propria sede di via Verdi, 2 partendo dall´idea di riunire il mondo imprenditoriale e istituzionale per ricercare, attraverso il dialogo e il confronto, soluzioni concrete alle emergenze che investono il territorio provinciale. L’iniziativa è frutto del lavoro congiunto di Camera di commercio e Associazioni di categoria del territorio che, nel difficile frangente economico, hanno voluto raccogliere le istanze rivolte dalle imprese con sempre maggior urgenza allo Stato e ai suoi organismi. I lavori si svilupperanno in modo non convenzionale attraverso le parole di 10 imprenditori locali, ciascuno dei quali affronterà un tema decisivo per le imprese e rilevante per l’intera collettività. Il tema sarà trattato avendo riguardo all’interesse generale della comunità economica. Saranno individuate le criticità, ma anche messe in evidenza le soluzioni percorribili. Il programma prevede un’introduzione del Presidente della Cdc di Parma, Andrea Zanlari, ed a seguire le relazioni degli imprenditori sui temi: fiscalità locale, valorizzazione del territorio, semplificazione e burocrazia, legalità e sicurezza del lavoro, credito, innovazione, ricerca e sviluppo. Sarà poi chiamata al dialogo e al confronto l’istituzione competente. La partecipazione all’iniziativa è gratuita ma si chiede di confermare la propria presenza contattando la segreteria organizzativa. Per informazioni ed iscrizioni si può consultare la pagina web specifica del sito camerale oppure contattare il Servizio Affari Economici.  
   
   
CEMENTIFICI BASSA PADOVANA: SOTTOSCRITTO ALL’UNANIMITA’ DA TUTTE LE PARTI SOCIALI PROTOCOLLO SALVAGUARDIA CONTESTO PRODUTTIVO E TUTELA OCCUPAZIONE  
 
Venezia, 14 ottobre 2013 - “Tutte la parti sociali all’unanimità, affiancate da quelle istituzionali e del territorio, hanno sottoscritto un protocollo per la salvaguardia del contesto produttivo e la tutela dell’occupazione dei cementifici della Bassa padovana in cui si esplicita l’affermazione che il settore dei cementifici è e resta strategico per il nostro tessuto produttivo e per il nostro territorio”. Lo afferma l’Assessore regionale al lavoro Elena Donazzan che informa dell’accordo firmato l’8 ottobre scorso da Italcementi Spa, Cementizillo, La Cementeria di Monselice, Confindustria Padova, Fillea-cgil, Fenela-uil,filca-cisl e le Rsu di Italcementi. Cementizillo e La Cementeria, Comune di Monselice, Comune di Este, Provincia di Padova, Regione del Veneto nella persona di Donazzan e consiglieri regionali Mauro Bortoli e Stefano Peraro. L’accordo prevede specifiche e mirate azioni d’intervento da parte di tutti i soggetti coinvolti che sono: le imprese, Confindustria di Padova, le organizzazioni sindacali, la Regione del Veneto, la Provincia di Padova, i Comuni di Monselice ed Este, il Parco dei Colli Euganei. Ora il protocollo andrà all’esame della Giunta regionale per la formalizzazione. L’assessore Donazzan sottolinea come alla crisi che in questi anni ha investito il settore dei cementifici “si è aggiunta la criticità di un´azione di disturbo da parte di alcuni comitati ambientalisti che hanno impedito le scelte di investimento da parte delle aziende. In particolare, Italcementi oggi è costretta ad una ipotesi di chiusura a fronte del peggioramento della crisi e per non aver potuto effettuare scelte innovative degli impianti a causa proprio della ostilità dei comitati ambientalisti. Il Protocollo sottoscritto da tutte le parti è un atto importante che impegna sotto diversi aspetti: formativi per i lavoratori, di riqualificazione per gli espulsi dal settore, di coordinamento delle azioni di incrocio domanda offerta di lavoro, di semplificazione burocratica e amministrativa per le aziende. Permetterà anche – sottolinea Donazzan - di presentarci sui tavoli nazionali con una posizione unitaria e molto forte in particolare nei confronti del Mise per le scelte di politiche di valorizzazione e tutela di questo settore”. In estrema sintesi il protocollo, dopo aver descritto la situazione del settore nel Veneto, e in particolare nella Bassa padovana, descrive l’attività del Tavolo regionale sulle cementerie istituito nell’aprile 2013 ( “tavolo regionale che, tra l’altro – precisa l’Assessore – è slittato per lasciare lo spazio a un tavolo nazionale che non ha portato a nulla”) e da cui è emersa la proposta di redigere il protocollo sottoscritto due giorni fa. In esso le parti prevedono due linee d’azione: la prima per sostenere l’attività dei cementifici favorendo la massima occupazione di qualità, la massima riduzione tecnicamente raggiungibile dell’impatto ambientale, la trasparenza e la partecipazione della comunità locale ai processi di controllo e valutazione di tale impatto, partendo dall’impegno delle aziende a rispondere e attuare una reale responsabilità sociale territoriale; la seconda per sostenere la ri-occupazione in altri settori dei lavoratori espulsi, garantire loro un sostegno al reddito, promuovere azioni da inserirsi all’interno di un piano generale di sviluppo sostenibile dell’area della Bassa Padovana anche con riferimento al Piano ambientale del Parco dei Colli Euganei.  
   
   
POTENZA - START UP IMPRENDITORIA SOCIALE, PROROGATO BANDO  
 
Potenza, 14 ottobre 2013 - Altri ventuno giorni a disposizione per gli aspiranti imprenditori che vogliano presentare la propria candidatura al progetto “Start up imprenditoria sociale”. La scadenza del Bando, fissata in un primo momento al 30 settembre, ha ottenuto una proroga fino al 21 ottobre. L’iniziativa, promossa da Unioncamere in collaborazione con Universitas Mercatorum, vede tra i partner aderenti la Camera di Commercio di Potenza e ha l’obiettivo di avviare nuove imprese sociali nei primissimi mesi del 2014 e si rivolge ad aspiranti imprenditori del potentino che intendono avviare una nuova impresa sociale nei settori “ad utilità sociale” (assistenza sociale, assistenza sanitaria, assistenza socio sanitaria, educazione, istruzione e formazione, tutela ambientale e dell’ecosistema, tutela dei beni culturali, turismo sociale, formazione post-universitaria, ricerca ed erogazione di servizi culturali, formazione extrascolastica). Si potrà dunque presentare un’idea e beneficiare di una consulenza mirata e di servizi finalizzati all’avvio della nuova attività. Alla raccolta e alla selezione di idee e di progetti seguirà un periodo di affiancamento da parte dei tutor e dei consulenti della Camera di commercio, che accompagneranno passo dopo passo gli imprenditori aiutandoli a sviluppare il loro progetto, definire il business plan, accedere al credito e avviare l’impresa. Tutte le informazioni sul progetto “Start Up Imprenditoria sociale” sono disponibili sul sito http://www.Unimercatorum.it/start-up-imprenditoria-sociale/ Per informazioni e risposte agli imprenditori interessati: avvisoimpresa.Sociale@unimercatorum.it  o saverio.Primavera@pz.camcom.it  
   
   
ACCORDO NEGOZIALE PER LA E – PHARMA TRENTO  
 
Trento, 14 ottobre 2013 - La Provincia e i rappresentanti sindacali hanno siglato oggi un accordo negoziale con la E – Pharma Trento. Riguarda un progetto di ricerca che consiste in uno "studio chimico – farmaceutico e di biodisponibilità di formulazioni farmaceutiche originali e innovative in forma solida da assumere per via orale destinate all’assorbimento gastro – intestinale e sub – linguale". La spesa prevista dal progetto è di 6.078.304 euro; è stata ammessa ad agevolazione per 4.526.716,30 euro, con un contributo 2.171.675,39 euro. L´azienda si è impegnata a raggiungere presso l’unità operativa di Trento entro il termine di conclusione della ricerca, previsto per il 2016, un livello occupazionale pari a 163 unità lavorative annue e a mantenere questo livello occupazionale fino a tutto il 2020. Con l´assessore provinciale all’industria, artigianato, commercio e cooperazione erano presenti il presidente del Consiglio di amministrazione della società Marco De Battaglia e i rappresentanti sindacali dei lavoratori, comprese le Rsu. L´accordo negoziale, è stato evidenziato, è una procedura innovativa prevista per progetti di ricerca applicata. Vuole coniugare lo stimolo alle aziende ad investire in attività innovative con il massimo delle ricadute per il tessuto occupazionale e con la condivisione dei progetti da parte dei lavoratori. Quello siglato oggi è il diciottesimo accordo negoziale in Trentino. E´ uno dei modi più efficaci, è stato detto, con cui il sistema nel suo complesso risponde al difficile momento economico. L´accordo firmato oggi vincola l´azienda a passare da 160 (di cui 5 a tempo determinato che diventeranno a tempo indeterminato) a 163 dipendenti in tre anni. La E – Pharma si è impegnata anche a versare in Trentino le imposte, comprese le addizionali regionali e comunali sulle retribuzioni dei dipendenti, ad utilizzare i risultati di ricerca e/o d’invenzione tecnologica nell’unità operativa trentina, a non cedere a terzi in via definitiva i diritti esclusivi sui risultati della ricerca e delle invenzioni tecnologiche per i quali le agevolazioni sono state concesse, per un periodo di 5 anni dalla conclusione del progetto. Entro un anno l´azienda, il sindacato e la Provincia si incontreranno per una verifica sullo stato di avanzamento del progetto e del piano industriale ed occupazionale.  
   
   
AZIENDE IN CRISI PER RITARDO PAGAMENTI OPERE PUBBLICHE. ANCHE IL VENETO VITTIMA DEL PERVERSO EFFETTO DEL PATTO DI STABILITÀ.  
 
Venezia, 14 ottobre 2013 - “Siamo consapevoli dell’estrema difficoltà delle nostre aziende di operare in queste condizioni, ma la situazione che denuncia la ‘Loribello’ è purtroppo la stessa che stanno vivendo molte altre vittime, è proprio il caso di dirlo, del perverso effetto del Patto di stabilità”. L’amara considerazione è dell’assessore al bilancio della Regione del Veneto, Roberto Ciambetti, all’ipotesi dell’impresa ‘Loribello’ di Casale sul Sile (Tv) di dover licenziare i propri dipendenti a causa del ritardato pagamento da parte della Regione di un’opera realizzata durante l’estate a Conegliano e finanziata con i fondi della manovra anticrisi (Mac). “Garantisco che ci stiamo prodigando in tutti i modi per liberare le risorse – prosegue Ciambetti – e siamo riusciti a rendere disponibili quasi una decina di milioni di euro. Ma ne servono molti di più e continueremo in questa faticosissima opera di sblocco dei nostri, e sottolineo nostri, soldi”. “Hanno ragione gli imprenditori quando dicono di sentirsi presi in giro per il fatto che le iniziative sbandierate come strumenti per uscire dalla crisi, alla resa dei conti, si rivelano del tutto inutili – continua l’assessore –, ma deve essere chiaro che a prenderli in giro non è la Regione, è lo Stato. E’ indecoroso, infatti, che con una mano ci vengano accordate delle opportunità per far lavorare le aziende del nostro territorio e immettere nuova liquidità nel mercato e con l’altra si abbassino ulteriormente i limiti del Patto di stabilità, impedendoci di pagare chi lavora. L’assurdità è che le risorse le abbiamo, ma ci viene letteralmente imposto di non utilizzarle, pena sanzioni che graverebbero non solo sul nostro Ente ma sull’intera economia regionale”. “Anche recentemente – conclude Ciambetti –, in sede di Conferenza Permanente per il Coordinamento della Finanza Pubblica, ho proposto che siano esclusi dai vincoli del Patto tutti i trasferimenti finanziari dalla Regione agli Enti locali: oggi sono lasciate fuori le sole spese correnti, ma se lo stesso si facesse anche per quelle in conto capitale, interverremo concretamente sui finanziamenti dei lavori pubblici, generando benefici per l’economia e per l’occupazione. Spero di essere ascoltato”.