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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Gennaio 2012
MANGIARE PESCE PER AUMENTARE LE CAPACITÀ MENTALI  
 
 Le donne incinte possono migliorare le capacità mentali dei loro bambini mangiando pesce? I risultati di uno studio, pubblicati sull´American Journal of Clinical Nutrition, dimostrano che i bambini nati da donne che avevano consumato più pesce durante la gravidanza riportavano migliori risultati nei test di intelligenza verbale, delle abilità motorie sottili e del comportamento prosociale. I risultati sono frutto del progetto Nutrimenthe ("Effect on diet on the mental performance of children"), sostenuto nell´ambito del tema "Alimentazione, agricoltura e pesca, e biotecnologia" (Kbbe) del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue con un contributo di 5,9 milioni di euro. Il pesce grasso è la fonte principale degli acidi grassi omega-3 a catena lunga come l´acido decosaesaenoico (Dha), un componente strutturale chiave delle cellule e in particolare delle membrane cellulari del cervello. La Commissione europea sostiene le affermazioni secondo le quali il Dha "contribuisce al normale sviluppo cerebrale del feto e dei neonati allattati al seno e al normale sviluppo degli occhi del feto e dei neonati allattati al seno". (Efsa Journal 2011;9(4):2078) Nello studio Nutrimenthe i ricercatori hanno cercato di capire come il pesce media gli effetti e la variazione genetica sulle capacità mentali. I partner del progetto si sono occupati in particolare dei polimorfismi del gruppo di geni della desaturasi degli acidi grassi (Fads) che codifica la desaturasi degli enzimi delta-5 e delta-6 coinvolta nella sintesi degli acidi grassi omega-3 e omega-6. Usando campioni di sangue prelevati da oltre 2 000 donne alla 20ª settimana di gestazione e dal cordone ombelicale alla nascita, i ricercatori hanno esaminato gli acidi grassi omega-3 e omega-6 e la genotipizzazione di 18 polimorfismi di Fads a singolo nucleotide. Il team ha somministrato acidi grassi omega-3 e omega-6 al bambino attraverso il trasferimento placentale per mezzo del cordone ombelicale. Il modo in cui i genotipi dei Fads della madre e del bambino influenzano i livelli di questi acidi grassi non era mai stato studiato prima. La dott.Ssa Eva Lattka dell´Helmholtz Zentrum München, il Centro di ricerca tedesco di salute ambientale, e il suo team hanno scoperto che i polimorfismi del gruppo genetico dei Fads influenzano gli acidi grassi nelle donne durante la gravidanza. Secondo i ricercatori, la composizione degli acidi grassi nel sangue del cordone ombelicale ha bisogno di genotipi della madre e del bambino, pertanto i genotipi materni sono principalmente associati ai precursori degli omega-6 e i genotipi del bambino sono principalmente legati ai prodotti degli omega-6. Hanno anche scoperto che le quantità di Dha erano ugualmente associate ai genotipi della madre e del bambino. "Il contributo del feto alla sintesi degli acidi grassi omega-6 è più grande di quanto si pensasse, i livelli di Dha dipendono sia dal metabolismo della madre che da quello del bambino," spiega la dott.Ssa Lattka. "Il Dha fornito dalla madre potrebbe essere molto importante." In uno studio precedente i ricercatori avevano scoperto che il consumo di pesce durante la gravidanza è associato al quoziente di intelligenza (Qi) verbale all´età di 8 anni, ma cosa contiene il pesce per mediare tale effetto? Anche se lo studio ha determinato che il consumo di pesce è legato ai livelli materni di Dha, non sono emersi dati che dimostrino che i livelli di Dha materni sono direttamente collegati ai risultati nei bambini. Il progetto Nutrimenthe, che si concluderà nel 2013, cercherà di risolvere la questione. I partner di Nutrimenthe hanno tenuto un simposio intitolato "Nutrition and Cognitive Function" in occasione della Conferenza europea sull´alimentazione tenutasi a Madrid alla fine di ottobre. Il consorzio Nutrimenthe è composto da ricercatori provenienti da Belgio, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. (Efsa Journal 2011;9(4):2078) Per maggiori informazioni, visitare: Nutrimenthe: http://www.Nutrimenthe.eu Ricerca nell´ambito di Kbbe: http://cordis.Europa.eu/fp7/kbbe/home_en.html  
   
   
AGRICOLTURA, È ALLARME SUI COSTI GASOLIO, IN LIGURIA A RISCHIO CHIUSURA MOLTE AZIENDE  
 
Genova. Emergenza costi gasolio per le aziende agricole. La Regione Liguria chiama nuovamente a raccolta, dopo l’incontro di luglio, i parlamentari per segnalare la drammatica situazione dopo l’ulteriore rincaro del carburante utilizzato per il riscaldamento delle serre. Obiettivo: assumere iniziative per far sì che il governo intervenga in difesa e a tutela delle aziende agricole liguri colpite, sia per il rincaro del gasolio e per gli estimi catastali dei fabbricati rurali. Pena la sopravvivenza della maggior parte delle aziende agricole liguri floricole e orticole, quelle che producono il basilico e tante altre eccellenze del territorio. Da qui, la lettera inviata oggi dall’assessore all’Agricoltura Giovanni Barbagallo a tutti i parlamentari liguri. “Costi del gasolio, il provvedimento dell’Imu e quello della rivalutazione degli estimi catastali dei terreni agricoli vanno a colpire pesantemente gli agricoltori. Sono misure che hanno una incidenza drammatica per le aziende agricole, che già sono oppresse da oneri previdenziali e burocratici pesantissimi. Da anni, peraltro, la questione dei fabbricati rurali si sta trascinando in una condizione di perenne incertezza”, afferma Barbagallo. Nella lettera si sottolinea come il rincaro del gasolio agricolo negli ultimi anni abbia superato il 130 per cento, passando dallo 0,49 euro del gennaio 2010 agli attuali (rilevazione della prima settimana di gennaio 2012) 1,13 euro. “Un onere gravoso soprattutto per le aziende serricole, che fanno un uso considerevole di carburante per il riscaldamento delle colture, specie durante l’autunno-inverno”, spiega l’assessore ligure. La situazione - si ricorda nella lettera - è cominciata a diventare più difficile dal novembre 2009, quando, su intervento dell’Unione Europea, venne abolita l’agevolazione (la cosiddetta “accisa zero”) per l’acquisto del carburante. Il problema, pur grave, non riguarda solamente le aziende che coltivano in serra, ma anche le altre aziende agricole. I rincari più forti sono stati registrati, comunque, nell’ultimo anno. A inizio 2011 un litro di gasolio agricolo costava 0,70 euro, mentre nel dicembre scorso era arrivato a 1,10, con un incremento del 57,1 per cento. “Senza un intervento diretto del governo è a rischio la produzione di molte aziende floricole ed orticole. L’arrivo del freddo - aggiunge Barbagallo - oltretutto farà crescere il ricorso al riscaldamento e quindi e ciò determinerà un incremento di consumi di carburanti e quindi di costi, rendendoci sempre meno competitivi. Problemi che rischiano di creare una situazione senza precedenti”.  
   
   
LEGGE SUL MARCHIO ABRUZZO PER TUTELARE LA QUALITA´ DEI PRODOTTI  
 
Favorire la modernizzazione del sistema agricolo e di nuovi modelli di sviluppo per rendere il più possibile sano, forte e competitivo il sistema produttivo abruzzese. E´ l´obiettivo che la Regione intende perseguire attraverso il "Marchio Abruzzo", un marchio comunitario collettivo,(previsto dal Regolamento Ce 207/09) rivolto alla promozione ed alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari abruzzesi di qualità sia per sostenere i comportamenti virtuosi degli operatori agricoli sia per tutelare i consumatori finali. La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, ha approvato un testo di legge che lo istituisce ufficialmente e successivamente lo stesso testo è passato all´unanimità anche in prima e terza Commissione del Consiglio regionale. In Regione, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa, l´assessore Febbo, affiancato dal presidente della Commissione Agricoltura, Antonio Prospero, nel presentare i dettagli dell´iniziativa, ha annunciato che l´approvazione definitiva della legge sul Marchio Abruzzo è prevista per mercoledì 28 in Consiglio regionale. "Auspico anche da parte dell´assemblea - ha detto Febbo - la stessa sensibilità mostrata dalle Commissioni consiliari. Infatti, si tratta di un´azione particolarmente importante a sostegno della qualità e della tracciabilità delle nostre produzioni agricole. La principale funzione del marchio - ha proseguito - è quella di consentire ai consumatori di identificare un prodotto ed un territorio in modo da distinguerlo da prodotti simili o da produzioni concorrenti". Il Marchio Abruzzo, in effetti, attribuisce il diritto esclusivo di impedire l´utilizzazione, da parte di altre imprese, dello stesso marchio o di un marchio simile nella commercializzazione di prodotti identici o simili a quelli della regione Abruzzo. "In particolare - ha aggiunto l´assessore - il Marchio Abruzzo svolge un ruolo centrale nella strategia di marketing e promozione del nome dell´azienda, contribuendo all´affermazione dell´immagine e della reputazione dei prodotti agli occhi del consumatore". Tale marchio potrà essere concesso esclusivamente a prodotti di qualità, che possiedono caratteristiche qualitative minime superiori a quelle imposte dalla normativa vigente ed oggettivamente misurabili e verificabili. A tal proposito, verrà istituito presso la Direzione politiche agricole un Comitato tecnico che provvederà a definire i prodotti per i quali sarà possibile chiedere la concessione del Marchio ed a concertare i relativi disciplinari di produzione.  
   
   
NON SOLO PASTA, GLI ITALIANI ORA MANGIANO INVOLTINI PRIMAVERA E KEBAB  
 
Un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano - su dati del registro imprese 2011 e 2010 - rivela che a cotoletta, pasta e pizza si affiancano involtini primavera, sushi, enchiladas e kebab. La dieta degli italiani diventa sempre più varia ed internazionale. In un Paese in cui quasi un residente su quattordici ormai è di origine straniera anche la cucina si apre alle culture dei suoi nuovi cittadini. Un fenomeno che cresce: se infatti il settore complessivo della ristorazione tra 2010 e 2011 è cresciuto in media del 2,7%, nello stesso periodo le imprese individuali con titolare straniero registrano, tra ristoranti e bar, un aumento dell’11,6% superando nel 2011 le 15.600 attività. Pesano ormai il 10,2% sulle ditte individuali di ristorazione e oltre il 5% sull’intero settore. Circa diecimila i ristoranti veri e propri (61,3%), oltre 6.000 i bar e caffè (38,7%). La ristorazione etnica in Italia in circa un caso su quattro parla cinese (con il 23,6% delle imprese individuali con titolare straniero attive nel settore, pari a 3.687 ditte) ma si difendono anche il contingente arabo che, tra le varie nazionalità, detiene una attività su cinque (20,3% pari a circa 3.200 ditte individuali, per la metà egiziani) ed i latino americani con quasi una impresa su dodici (7,5% del totale, 1.168 imprese). Ma ci sono anche imprenditori rumeni (870 imprese, 5,6%) e albanesi (662, 4,2%). E se i titolari arabi sono soprattutto ristoratori puri, tra ristoranti e take away, (86,4% delle attività) i cinesi in Italia gestiscono ormai più bar che ristoranti (1.949 i bar, il 52,9% delle imprese dei servizi di ristorazione con titolare cinese). Una ristorazione che sul territorio ama soprattutto il Centro e Nord Italia, tra Lombardia con il 26,8% delle imprese individuali, il Lazio (10%), l’Emilia Romagna (9,8%) e il Veneto (8,8%). Tra le province dove mangiare etnico è più facile, Milano (12,2% del totale degli stranieri ristoratori), Roma (8%), Torino (4,3%), Brescia (3,7%) e Bologna (2,9%). E se hanno sede a Milano complessivamente il 26,1% dei ristoranti e bar attivi con titolare cinese e il 19,4% di quelli con titolari provenienti dai Paesi arabi, Roma è prima per numero di ristoratori latinoamericani (7,6% del totale Italia).  
   
   
GIOVANISÌ–FARE IMPRESA IN AGRICOLTURA: CIRCA 30 MILIONI DI EURO DISPONIBILI PER IL 2012  
 
Firenze – Quasi 30 milioni di euro. Questa la somma complessiva che sarà destinata ai giovani imprenditori agricoli nel 2012 nell’ambito del Pacchetto Giovani. Si tratta delle misure del progetto Giovanisì–fare Impresa in Agricoltura. La giunta regionale ha approvato le “linee guida” per il bando che verrà pubblicato sul bollettino ufficiale martedì prossimo (11 gennaio 2012) per un totale di 25 milioni di euro, ai quali si aggiungono altri 3 milioni 960 mila euro già programmati sempre per il 2012 sui Piani Locali di Sviluppo Rurale (Province, Comunità Montane, Unioni dei Comuni). La delibera ripartisce i finanziamenti alle Province toscane sulla base delle domande di premi di primo insediamento per i giovani agricoltori ricevute nel periodo 2007-2010. Ecco la ripartizione dei 25 milioni: Arezzo, 3.332.500; Firenze, 2.982.500; Grosseto, 4.265.000; Livorno, 887.500; Lucca, 2.035.000; Massa-carrara, 1.542.500; Pisa, 2.380.000; Pistoia, 3.080.000; Prato, 195.000; Siena, 4.300.000. Cambiano inoltre i parametri per accedere al “premio” in maniera da incrementare la somma destinata agli investimenti da parte dei giovani che intendono avviare un’impresa agricola. “Abbiamo voluto premere di più l’acceleratore – spiega l’assessore all’agricoltura, Gianni Salvadori – sugli investimenti e abbiamo reso possibile la somma fra varie misure, in modo da far avere una somma molto più consistente al giovane che investe di più e premiare la qualità del progetto. Così – aggiunge – grazie alla somma dei finanziamenti ai quali potranno accedere i futuri giovani imprenditori potranno avere da un minimo di 35 mila euro a 130 mila. Ai 130 mila di “tetto” massimo per investimenti si aggiungerà anche il premio di primo insediamento, che varierà da un minimo di 20 mila ad un massimo di 40 mila euro”. Complessivamente si calcola che si potranno soddisfare nel 2012 da un minimo di 200 domande ad un massimo di 600, a seconda del piano di investimenti presentati. I requisiti necessari per fare domanda. Il giovane aspirante imprenditore agricolo al momento della presentazione della domanda di aiuto deve: avere un’età compresa tra i 18 anni (compiuti) ed i 40 anni (non compiuti) ; insediarsi per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo azienda assumendosi la piena responsabilità giuridica, civile e fiscale. L’insediamento può avvenire sotto forma di impresa individuale , società o cooperativa. L’ insediamento ( acquisizione di partita Iva e iscrizione alla Cciaa) deve avvenire successivamente alla presentazione della domanda di aiuto e comunque entro i tre mesi successivi alla data in cui il giovane riceve comunicazione di finanziabilità della domanda; possedere conoscenze e competenze professionali adeguate che, se non possedute al momento della presentazione della domanda, possono essere conseguite entro la conclusione del piano aziendale di sviluppo acquisendo la qualifica di Iap (imprenditore agricolo professionale); presentare, contestualmente al completamento della domanda, un “Piano aziendale per lo sviluppo dell’attività dell’azienda agricola” da compilare secondo il modello predisposto nel bando; impegnarsi a dimostrare, alla conclusione del programma di investimenti previsti dal piano aziendale per lo sviluppo dell’azienda agricola, di impiegare almeno 1 unità lavorativa aziendale (pari a 1728 ore annue ); impegnarsi a proseguire l’attività agricola in qualità di capo dell’azienda per la quale è stato ottenuto il premio per almeno cinque anni dalla data di insediamento nel rispetto del piano aziendale presentato. Premio di “primo insediamento”: cresce con l’aumentare degli investimenti - investimenti fra 70 mila euro e 100 mila euro: premio di primo insediamento 20 mila euro; - investimenti fra 100 mila e 150 mila euro : premio di primo insediamento 30 mila euro; - investimenti maggiori di 150 mila euro: premio di primo insediamento 40 mila euro Il premio, che sarà erogato successivamente all’avvenuto insediamento, è destinato a coprire parte delle spese per l’avviamento dell’attività e a costituire una sorta di reddito garantito in vista dei tempi necessari per l’avvio della redditività aziendale. Il “pacchetto giovani” consente di aggiungere al “premio di primo insediamento” il finanziamento di almeno una fra le seguenti misure del Programma di sviluppo rurale: Mis 121 Ammodernamento delle aziende agricole; Mis 311 Diversificazione in attività non agricole (ad esempio agriturismo) Oltre a questo il giovane può aderire facoltativamente ad ulteriori misure del Psr, il piano di sviluppo rurale. In questo modo, oltre ad ottenere un premio di primo insediamento, il futuro imprenditore agricolo potrà disporre di ulteriori contributi a seconda della tipologia di investimento che ha scelto. L’importo minimo degli investimenti ammessi a finanziamento a valere sulle misure attivate con il “pacchetto giovani” non può essere inferiore a 70 mila, mentre il contributo massimo, oltre il premio per primo insediamento, non può essere superiore a 130.000 euro. Una volta realizzato il piano aziendale ed ultimate le spese e gli investimenti il giovane imprenditore agricolo dovrà presenterà una relazione finale illustrando gli obiettivi raggiunti e la rendicontazione delle spese e degli investimenti effettuati. Le domande ad Artea. Ecco come - La domanda deve essere presentata, a decorrere dal giorno successivo a quello della pubblicazione sul Burt, il Bollettino ufficiale della Regione, impiegando la procedura presente sul sito di Artea ( www.Artea.toscana.it ) l’agenzia per i pagamenti in agricoltura della Regione.  
   
   
PIANO DI SVILUPPO RURALE: FVG, RAGGIUNTA LA QUOTA DI SPESA "N+2"  
 
Trieste - "Siamo fuori dall´n+2": ad annunciarlo con soddisfazione è l´assessore alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali del Friuli Venezia Giulia Claudio Violino. Il dato si riferisce alla capacità di spesa della Regione in merito ai fondi comunitari erogati all´interno del Piano di Sviluppo Rurale. Il livello di pagamento della quota minima ha raggiunto il 110% al 31 dicembre 2011, secondo i dati definitivi forniti dall´Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), e il totale della spesa pubblica è pari a 103.297,80 milioni di euro andando di 4,890 milioni di euro oltre il budget previsto. La capacità di spesa del Friuli Venezia Giulia, tra le Regioni che hanno raggiunto l´n+2, è al terzo posto, dietro soltanto a Valle d´Aosta e Umbria. "Il dato proveniente dagli uffici di Agea - commenta l´assessore Violino - è una ulteriore dimostrazione di come la nostra sia una Regione virtuosa da questo punto di vista. Certo le criticità legate ai pagamenti permangono - continua ancora l´assessore - ma già questo dato ci permette di lavorare con serenità per programmare i prossimi interventi". Nei programmi dell´assessorato c´è da diversi mesi la volontà di affrontare la questione dell´organismo pagatore, che negli ultimi tempi ha causato alcuni ritardi nell´erogazione dei contributi. Ritardi che, comunque, sono stati limitati, grazie alla capacità della Regione di poter erogare alcuni anticipi sulle campagne 2010 e 2011. "Da quest´anno - conclude l´assessore - cominceremo a lavorare per impostare il prossimo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020. Ci troviamo di fronte alla necessità di scegliere se è meglio supportare lo svantaggio, e quindi dare sostegno alle aree rurali più svantaggiate, o premiare l´eccellenza. Per quanto riguarda la politica agricola che abbiamo impostato, crediamo che puntare sulla qualità sia la scelta premiante in questo momento, soprattutto in relazione alle dimensioni della nostra agricoltura, fatta di piccoli numeri".  
   
   
LOMBARDIA,9 MIL PER MAIS, RISO E BIODIVERSITÀ  
 
Milano - Con un nuovo decreto (n. 12503 del 19 dicembre 2011) la Direzione generale Agricoltura ha disposto uno scorrimento delle graduatorie della misura 214 ´Pagamenti agro-ambientali´ del Psr (Programma di sviluppo rurale). Si tratta, nello specifico, del bando - finanziato con 8.975.383 euro - attraverso il quale, oltre alla possibilità di accesso a tutte le azioni già previste, sono state introdotte tre nuove azioni: l´azione B - mais e riso, che promuove l´adozione di tecniche di agricoltura integrata per le colture del mais e del riso; l´azione L, che promuove la conservazione della biodiversità delle praterie ad alto valore naturalistico (prati e pascoli di montagna); l´azione M, che incentiva l´introduzione di tecniche di agricoltura conservativa (semina su sodo o ´agricoltura blu´ e minima lavorazione). In seguito alle istruttorie delle domande ammesse in ottobre, tra rinunce, rettifiche e istruttorie parzialmente negative, in alcune province si sono infatti liberate risorse, che hanno consentito lo scorrimento parziale o totale delle loro graduatorie. Di seguito il dettaglio con il numero dei nuovi beneficiari suddivisi per province: - Brescia: scorre parzialmente la graduatoria con 18 nuovi beneficiari, per un totale complessivo di 99.088 euro; - Como: scorre totalmente la graduatoria con 39 nuovi beneficiari, per un totale complessivo di 15.580 euro; - Lecco: scorre parzialmente la graduatoria con 5 nuovi beneficiari, per un totale complessivo di 10.832 euro; - Sondrio: scorre totalmente la graduatoria con 48 nuovi beneficiari, per un totale complessivo di 298.725,92 euro. Con lo stesso decreto vengono inoltre reintegrate 5 domande dalla provincia di Pavia e 1 domanda dalla provincia di Varese. Il decreto sarà pubblicato sul Burl il 21 dicembre.  
   
   
PESCA: COOPERAZIONE, BENE RASSICURAZIONI MINISTRO CATANIA SU PROROGA PIANO  
 
Roma - “Incontro proficuo, caratterizzato da un approccio pragmatico che punta ad una netta definizione dei problemi da affrontare e delle strategie da seguire sul piano nazionale e su quello comunitario. Positive le rassicurazioni del ministro sulla proroga del Piano triennale pesca e acquacoltura ”. Commentano così il 21 dicembre 2011 i presidenti dell’Agci Agrital, della Federcoopesca-confcooperative, della Lega Pesca – come Alleanza delle Cooperative italiane- il primo incontro ufficiale con il Ministro Mipaaf Mario Catania. Nel loro intervento i rappresentanti pesca dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, che rappresenta l’80% delle mondo cooperativo nel settore ittico, hanno sottolineato il momento di forte crisi che attraversa il settore. Negli ultimi 10 anni – sottolineano le tre associazioni- c’è stata una riduzione di un meno 49% delle catture, meno 39% degli imbarcati, meno 28% della flotta, meno 31% dei ricavi. Senza contare una diminuzione del 77%dei fondi destinati al comparto. “Le nostre richieste sono state all’insegna del senso di responsabilità, perché comprendiamo la situazione che sta vivendo il paese. Non chiediamo risorse aggiuntive ma il recupero di quelle già destinate al settore come i residui del decreto anticrisi e quelli del credito peschereccio, nonché lo sblocco del fondi Cipe”, ribadiscono le tre associazioni che apprezzano l’impegno assunto dal ministro su questa partita.  
   
   
RICONVERSIONE VIGNETI: IL CONTRIBUTO AD ETTARO AUMENTA FINO A 12.350 EURO  
 
Riconversione Vigneti: Il Contributo Ad Ettaro Aumenta Fino A 12.350 Euro
Aumenta, a partire dalla campagna viticola 2011/12 l’importo medio del contributo per la riconversione e ristrutturazione dei vigneti, che passa da 9.500 a 12.350 euro ad ettaro. E’ quanto prevede il decreto ministeriale n. 6822 del 13 ottobre scorso che la Giunta provinciale ha recepito con una propria delibera di modifica del Piano di ristrutturazione e riconversione della viticoltura trentina, valido per cinque campagne vitivinicole a partire dalla campagna 2008/2009. Nel provvedimento, firmato dall’assessore all’agricoltura Tiziano Mellarini – adottato al fine di consentire il pieno utilizzo delle risorse comunitarie previste per tale tipo di intervento e rese disponibili per i produttori della nostra provincia – sono altresì specificate le disposizioni riguardanti il caso di mancato rispetto del vincolo decennale previsto per i beneficiari della misura. Qualora le superfici piantate a vigneto con il contributo vengano estirpate prima di 10 anni dalla data di impianto – salvo che ciò non sia dovuto a sopraggiunte crisi di mercato o altre cause non preventivabili – le relative agevolazioni sono rideterminate in proporzione alla durata dell’utilizzo del vigneto stesso rispetto alla durata del vincolo e in proporzione alla superficie estirpata. Diversamente da quanto previsto nel precedente decreto, le spese eleggibili si fanno decorrere dal periodo successivo alla domanda, corrispondendo in tal modo alle esigenze delle aziende che così possono iniziare i lavori prima. Obiettivo principale del Piano provinciale è quello di incentivare l’estirpazione di vigneto obsoleti e di varietà di uve da vino di qualità non eccelsa o che comunque danno vini poco remunerativi, sostituendole con varietà di maggior qualità e più remunerative.
 
   
   
FVG: IL VINO RICONOSCIUTO COME ALIMENTO  
 
Trieste - Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato un ordine del giorno promosso dai consiglieri regionali Maurizio Salvador, Udc, e Alessandro Colautti, Pdl, per il riconoscimento del vino come alimento. Nel documento si legge che "è in atto da tempo una ingiustificata e continua campagna di demonizzazione del vino e della impropria equazione vino uguale alcool. Le statistiche elaborate da Istat e Avi attribuiscono a tutte le bevande alcoliche nel loro insieme (superalcolici, cocktails, birra etc) la responsabilità di solo il 2 per cento degli incidenti e che, in ogni caso il binge drinking si combatte con una serie azione di educazione al bere responsabile e non con inutili e fuorvianti campagne proibizionistiche". Si ricorda anche che il comparto vitivinicolo è una delle voci fondamentali dell´economia italiana e della regione, e uno dei settori trainanti l´export. "Numerosi studi eseguiti in varie Università italiane e straniere da parte di qualificati ricercatori e pubblicate su prestigiose riviste scientifiche internazionali come Science, Nature, National Cancer Institute, British Journal of Nutrition, hanno dimostrato - fa presente Salvador - l´importanza del vino e dei suoi costituenti antiossidanti (resveratrolo e tirosolo) per la salute umana e nella prevenzione di numerose patologie (cardiache, oncologiche, tiroidee etc.) quando assunto ai pasti, in modo responsabile e moderato. Inoltre la nuova piramide alimentare della dieta mediterranea moderna messa a punto dall´Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) , presentata nel novembre del 2009 a conclusione della Iii Conferenza Internazionale del Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sulle Culture Alimentari Mediterranee (Ciiscam), contempla il vino fra gli alimenti". La richiesta, fortemente sostenuta dal Ducato dei vini friulani, è stata approvata dal Consiglio regionale e impegna la Giunta regionale ad attivarsi in sede parlamentare per una proposta di legge che riconosca il vino come alimento, come già fatto da altri Stati come la Spagna. Inoltre si propone il sostegno alle campagne di educazione al bere responsabile.  
   
   
MIGLIORAMENTO PATRIMONIO ZOOTECNICO VENETO: 2,2 MILIONI ALLE ASSOCIAZIONI PROVINCIALI ALLEVATORI  
 
Venezia - La Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore all’agricoltura Franco Manzato, ha impegnato 2 milioni 218 mila euro a Favore delle Associazioni Provinciali Allevatori, come contributo finanziario all’attività svolta per il miglioramento del patrimonio zootecnico regionale mediante la tenuta dei Libri Genealogici e lo svolgimento di controlli funzionali sulle attitudini produttive del bestiame. “Il provvedimento – ha fatto presente Manzato – rientra nella tradizionale attenzione che il Veneto riserva al miglioramento della propria zootecnia da reddito, tra l’altro sostenendo l’attività di selezione svolta sul proprio territorio dalle Apa. L’obiettivo è duplice: garantire sempre maggiore qualità alle produzioni a vantaggio dei consumatori e assicurare reddito alle aziende che operano in un settore produttivo strategico, dove è decisamente pesante la concorrenza di prodotti provenienti dall’estero”. All’associazione Provinciale Allevatori di Belluno andranno quasi 152.613 euro; a quella di Padova 428.116 euro; 60.557 euro all’Apa di Rovigo; 360.460 euro all’Apa di Treviso; 242.673 euro all’Associazione Provinciale Allevatori di Venezia; 335.394 euro a quella di Verona; 638.403 euro all’Apa di Vicenza.  
   
   
LIGURIA: COSTITUITA L’ENOTECA REGIONALE, GRANDE OCCASIONE PER VALORIZZARE L’AGROALIMENTARE DEL TERRITORIO  
 
 Genova. E ‘ nata ufficialmente l’Enoteca regionale della Liguria. Lo stabilisce un decreto della Regione, come previsto dalla legge sugli itinerari dei gusti e dei profumi di Liguria. L’enoteca è stata costituita su iniziativa dei sindaci dei comuni di Castelnuovo Magra, nello Spezzino, Genova, Ortovero, in provincia di Savona e Dolceacqua, nell’Imperiese. Sarà articolata in quattro sedi provinciali: nel Palazzo comunale Amati a Castelnuovo Magra, presso il Mercato del Carmine di Genova, nel Centro enologico di Ortovero e a in via del Castello, a Dolceacqua. “La costituzione di un’unica Enoteca regionale”, “rappresenta sicuramente uno degli obiettivi che mi ero prefissato di conseguire nel corso del mandato”, afferma l’assessore all’Agricoltura Giovanni Barbagallo. “Così come è altrettanto importante e strategico per l’assessorato rafforzare e finalizzare le azioni per valorizzare l’agroalimentare ligure e in particolare le produzioni tipiche e di qualità, legate al territorio”. “L’enoteca regionale della Liguria”, ha dichiarato il presidente della Regione Claudio Burlando, “dovrà diventare lo strumento di eccellenza per gestire le attività promozionali a favore del comparto vitivinicolo, per partecipare alle principali manifestazioni fieristiche nazionali e per organizzare specifiche azioni di promozione e di educazione su temi legati alla qualità, tipicità e sicurezza alimentare dei vini liguri”. Nelle sedi dell’Enoteca si potranno potranno degustare i vini liguri Doc e Igt della Liguria, come il Vermentino, il Rossese di Dolceacqua, il Pigato, il Ciliegiolo e il Cinqueterre. E per gli itinerari enogastronomici diventeranno veri e propri centri di informazione per fare conoscere ai turisti il patrimonio vitivinicolo regionale e le aree di produzione. “All’enoteca regionale tocca il compito di coinvolgere i produttori vitivinicoli liguri e le istituzioni pubbliche territoriali” spiega il sindaco di Castelnuovo Magra Marzio Favini, capofila dei comuni interessati, “un compito impegnativo e di grande importanza”. La prima uscita ufficiale dell’Enoteca regionale della Liguria sarà in occasione dell’appuntamento annuale di Vinitaly in programma a Verona il prossimo 25-28 marzo 2012.  
   
   
LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA HA RICONOSCIUTO IL DISTRETTO DEL POMODORO COME ORGANIZZAZIONE INTERPROFESSIONALE INTERREGIONALE.  
 
Bologna - Si è concluso positivamente il percorso di riconoscimento dell’associazione “Distretto del Pomodoro da Industria – nord Italia”, come Organizzazione interprofessionale interregionale. Dopo i passaggi necessari previsti dai regolamenti comunitari, tra cui la verifica dei requisiti da parte della Commissione Europea, il Distretto è stato infatti riconosciuto dalla Regione Emilia-romagna. “Sono particolarmente soddisfatto per questo traguardo a cui abbiamo lavorato tenacemente, insieme al vice presidente della Provincia di Parma, Pierluigi Ferrari, e a tutte le componenti della filiera – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – . E’ un traguardo che pone l´Emilia-romagna all´avanguardia in Italia nel consolidamento di relazioni positive di filiera, necessarie per lo sviluppo della cosiddetta agricoltura contrattualizzata, vero antidoto alla volatilità dei prezzi all´origine, alle importazioni selvagge di prodotto di bassa qualità e alla bassa redditività agricola. Così si difende attivamente il vero ‘Made in Italy’ senza contrapposizione tra agricoltura e industria alimentare. E´ peraltro la strada – ha proseguito Rabboni – che stiamo praticando da anni per il grano duro di Alta Qualità destinato a Barilla e che ci impegniamo a estendere a tutti i comparti agricoli destinati alla trasformazione. Auspico che anche nel sud Italia – ha concluso l’assessore – possa costituirsi un Organismo interregionale analogo al nostro, a cui la Regione Puglia sta lavorando da tempo, e che su questa base possa nascere ciò che fin qui è mancato, e cioè un governo unitario della filiera nazionale del pomodoro da industria, soprattutto per quanto riguarda le attività di commercializzazione su scala nazionale e internazionale, le problematiche dell´import-export e dei rapporti con la grande distribuzione italiana e straniera”. Il Distretto del pomodoro, con sede a Parma, è la prima Organizzazione interprofessionale riconosciuta dalla Regione Emilia-romagna, in seguito alla delibera della giunta del marzo scorso che ha reso disponibile un nuovo strumento per facilitare i rapporti tra le diverse componenti della filiera del pomodoro, in particolare tra produzione agricola e trasformazione industriale, con la possibilità di estendere gli accordi anche alla distribuzione commerciale, per rafforzare la competitività di ciascuno e di tutti. Il nuovo organismo impegna i partecipanti, pena sanzioni di varia natura e intensità, alla definizione e al rispetto di accordi per i quantitativi annuali di produzione, per le caratteristiche qualitative del prodotto, i meccanismi di formazione dei prezzi e le modalità di pagamento, nonché per progetti comuni di ricerca e innovazione, di sostenibilità ambientale e valorizzazione commerciale. Il comparto emiliano-romagnolo del pomodoro da industria, che rappresenta da solo circa il 35% della produzione nazionale, insieme alle altre realtà produttive del nord Italia ha scelto di dare vita all´Organismo interprofessionale interregionale per poter proseguire le azioni positive di programmazione produttiva, anche dopo la cessazione degli aiuti comunitari che rendevano obbligatori questi accordi. Tutto ciò nella convinzione che solo dalla condivisione – anche degli aspetti qualitativi e quantitativi – tra produttori, trasformatori e distribuzione si possa ottenere un’effettiva valorizzazione del prodotto italiano e contrastare efficacemente l’accresciuta concorrenza internazionale nel comparto. All’associazione “Distretto del Pomodoro da Industria – nord Italia” aderiscono organizzazioni di produttori del pomodoro, industrie di trasformazione private e cooperative, organizzazioni professionali agricole, alcune Province, Camere di Commercio e istituti di ricerca. L’associazione opera nel territorio dell’Emilia-romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e nella Provincia Autonoma di Bolzano.  
   
   
PRESENTAZIONE UFFICIALE DELLA PRIMA VENDEMMIA DOCG COLLI EUGANEI FIOR D’ARANCIO E DEL PROGETTO DI PROMOZIONE CHE LO FARÀ AMBASCIATORE DEL TERRITORIO.  
 
 Montegrotto Terme (Pd) - La presentazione ufficiale della prima vendemmia Docg, dei 30 “Ambasciatori” del Fior d’Arancio e del primo volume-ricettario “Fior d’Arancio Docg emozioni dei Colli Euganei” si è svolta il 19 dicembre, allo storico Caffè Pedrocchi, nel cuore di Padova alla presenza di un vasto pubblico composto da produttori vitivinicoli, ristoratori, esperti del settore, giornalisti e autorità. Antonio Dal Santo, Presidente del Consorzio Vini Doc Colli Euganei in primis con i ringraziamenti agli attori coinvolti in questa iniziativa ha voluto sottolineare l’importanza del “fattore consapevolezza” come condizione sine qua non, nell’ottica di sviluppo di un tale progetto, fortemente legato al territorio euganeo. “E’ stato grazie a un intenso lavoro di squadra, che ha interessato produttori vitivinicoli e ristoratori, che è stato possibile creare, tramite la pubblicazione, un nuovo vestito per il Fior d’Arancio” afferma Dal Santo. “Le sinergie tra loro esistenti hanno permesso infatti di andare oltre le caratteristiche di unicità e qualità che definiscono i numerosi riconoscimenti ottenuti dal prodotto, per valorizzare piuttosto l’alto potenziale di questa Docg che siamo qui oggi a condividere”. “La previsione per il 2012 – prosegue Dal Santo - è la conquista di 200 ettari in produzione di vitigno Moscato giallo (contro i 140 del 2011) in funzione di una produzione di 1 milione di bottiglie (700mila bottiglie nel 2011): per il Fior d’Arancio questo è solo l’inizio di una nuova stagione di crescita”. E’ stato poi presentato il libro “Fior d’Arancio Docg emozioni dei Colli Euganei” edito da Terra Ferma Edizioni, che ne svela la nuova immagine e descrive un’interessante panoramica che parte un’introduzione del giornalista Renato Malaman de “Il Mattino di Padova” e continua con una premessa dei professori Gianni Borin e Claudio Giulivo sul territorio euganeo e un approfondimento di Dino Marchi Presidente dell’Ais Veneto sulla degustazione e il servizio. Nella pubblicazione oltre all’elenco delle cantine coinvolte c’è anche una sezione dedicata alle 30 ricette dei “ristoranti ambasciatori” che in quest’occasione, tra il fragore degli applausi, si sono visti consegnare ufficialmente una vetrofania come riconoscimento della loro “missione”: l’adozione del Fior d’Arancio nei loro locali per tutta la durata del progetto. Il pomeriggio è continuato poi con il Banco d’assaggio (aperto al pubblico) allestito da 22 aziende in collaborazione con il Consorzio della prima vendemmia del Fior d’Arancio Docg e anche una degustazione più approfondita condotta da Dino Marchi, Presidente Ais Veneto, delle versioni secco, spumante e passito. Alle 19.30 infine la Grande Sciabolata del Fior d’Arancio con i sindaci dei Comuni dei Colli Euganei che hanno festeggiato la Docg a fendenti di sciabola con brindisi finale. “La zona dei Colli Euganei ha vocazione, ha vigneti, ha struttura – spiega Antonio Dal Santo – e il Fior d’Arancio ne rappresenta la punta a livello qualitativo. Non abbiamo fatto una scelta commerciale, la nostra è stata un’opportunità che i 30 ristoranti “ambasciatori” hanno saputo cogliere positivamente. E’condizione imprescindibile che il Fior d’Arancio sia presente nelle vetrine del territorio affinché possa essere conosciuto e apprezzato. “Questa Docg – conclude il Presidente - è una perla da esporre di cui anche i padovani si sono innamorati”. All’evento erano presenti anche numerose autorità tra cui l’Assessore all’Agricoltura della Provincia (Pd) Domenico Riolfatto, Marta Dalla Vecchia, Assessore al Turismo del Comune di Padova, Maurizia Dosso Vicesegretario della Camera di Commercio (Pd), Claudio D’ascanio Presidente di Cia Confederazione Italiana Agricoltori (Pd), Erminio Alajmo di Appe Associazione Provinciale Pubblici Esercizi (Pd), Giordano Emo Capodilista, past President del Consorzio Vini Doc Colli Euganei e Gianni Biasetto neo Presidente del Parco dei Colli Euganei.  
   
   
AZIENDA AGRICOLA MARIA ELEONORA ACTON DI LEPORANO: LA PRODUZIONE DI UN OLIO EXTRA VERGINE DI ELEVATA QUALITÀ, CURATA DIRETTAMENTE IN TUTTE LE SUE FASI DI PRODUZIONE ED IMBOTTIGLIAMENTO IN PUREZZA PER VARIETÀ  
 
Il borgo e la tenuta Il borgo di Cannavà dalle origini settecentesche ha rappresentato e rappresenta il cuore delle attività agricole dell’azienda dei Principi Acton di Leporano. La sua pianta quadrangolare con casa padronale chiesa e alloggi per il personale è un tipico esempio di architettura agricola funzionale, che dalle sue origini ad oggi è sempre attuale. L’olio La famiglia dei Principi Acton, di origine inglese, si è stabilita, da molto tempo, nel Sud-italia. Oggi nella tenuta di Cannavà insieme agli antichi olivi tradizionali, coltiva piante di tipologia più moderna, ottenendo un olio extra vergine di elevata qualità, che cura direttamente in tutte le sue fasi di produzione ed imbottiglia in purezza per varietà. La raccolta delle olive viene effettuata con grosse macchine scuotitrici a partire dal mese di ottobre fino alla fine di novembre. Si opera scalarmene sulle olive delle diverse varietà presenti nell’azienda raccogliendole tutte nel momento della loro giusta maturazione, in maniera che l’olio ottenuto sia il meglio che ciascuna di esse possa offrire. Le olive una volta raccolte, vengono avviate immediatamente alla molitura, che avviene entro le successive dodici ore. L’olio depositato in cisterne di acciaio inox, dopo un necessario periodo di decantazione di 10 giorni, viene filtrato ed imbottigliato in confezioni da 0,750 lt, 0,50 lt, o inscatolato in lattine da 5 lt. Tutto il processo, dalla raccolta delle olive all’imbottigliamento dell’olio, viene seguito e curato, con estrema attenzione, dai proprietari dell’azienda. A partire da ottobre, le varietà dell’oliva vengono raccolte secondo un ordine cronologico, ormai sperimentato, in funzione della migliore qualità dell’olio ottenibile (Ottobratica, Leccino, Carolea, Frantoio, Roggianella). Www.aziendaagricolaacton.com  
   
   
GLI ITINERARI PITTORICI DEL BELLOTTO NEI MENU DEL COCORADICCHIO 2012 SETTE “VEDUTE” PER SETTE RISTORANTI IN ONORE DELL’ARTISTA BERNARDO BELLOTTO DETTO IL CANALETTO DELLE CORTI EUROPEE  
 
A febbraio 2012 prenderà il via a Treviso la 24esima edizione di Cocoradicchio, la rassegna enogastronomica trevigiana dedicata al Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp, che come ogni anno si svolge con il contributo della Provincia di Treviso e con il supporto del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana e con il Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp. Quest’anno, i sette ristoranti protagonisti della manifestazione, articolata in sette serate tra il 3 febbraio e il 6 marzo 2012 (come da calendario sotto riportato), proporranno alcune cene evento che vedranno protagonisti, insieme al “Fiore Rosso dell’inverno”, gli itinerari pittorici dell’artista Bernardo Bellotto (30 gennaio 1721 – 17 ottobre 1780) conosciuto come “il Canaletto delle corti europee”. Grazie alla collaborazione dei più grandi musei internazionali è giunto infatti a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano (Tv), un nucleo significativo di opere del celebre vedutista che girò le corti europee firmando le sue tele con il nome dello zio Antonio Canale, detto “Canaletto”, che a Bellotto insegnò il mestiere di pittore. La mostra, che illustra i viaggi intrapresi da Bellotto nel Xviii secolo attraverso l’Italia - da Venezia, Firenze, Lucca, Roma, Milano, Torino, Verona – fino alle capitali europee – Dresda, Vienna, Monaco e Varsavia – è stata prodotta e realizzata da Artematica e rimarrà allestita fino al 15 aprile 2012. Ogni ristorante si ispirerà nella propria serata Cocoradicchio a un’opera dell’artista Bernardo Bellotto, ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera. Un modo originale per coinvolgere gli ospiti in cene volte al piacere del palato, ma anche all’arte, in cui gli chef proporranno dei menu ispirati alla freschezza e ai particolari più curiosi delle sue vedute. Il legame con la città di Conegliano, in particolare per l’ambito artistico, e l’area della provincia di Treviso vengono in questo modo espressi attraverso l’impiego in cucina di un ingrediente autoctono quale il Radicchio Rosso di Treviso Igp che rappresenta una delle tipicità agricole del territorio. Sette i ristoranti trevigiani protagonisti della rassegna: Miron di Nervesa della Battaglia, Der Katzlmacher di Monaco di Baviera, Gigetto di Miane, Alla Torre di San Zenone degli Ezzelini, Terme di Vittorio Veneto, Barbesin di Castelfranco Veneto e Celeste di Venegazzù.  
   
   
IN PRIMA MONDIALE PRESENTATE 30 VARIETÀ DI MELA CLUB E LORO MARKETING A MERANO  
 
Una sintesi sulle strategie di marketing utilizzate dai distributori di tutte le varietà club è stata resa in prima mondiale nell’ambito del 59° convegno della frutticoltura organizzato dal comparto pomologia del Centro di sperimentazione agraria e forestale Laimburg assieme all’associazione dei diplomandi delle scuole agrarie provinciali (Als) di Merano tenutosi oggi, martedì 10 gennaio 2012 a Merano presso il Kurhaus. Le varietà di mela club, una trentina, sono coltivate in quantità limitate e sono disponibili solo per i membri autorizzati dei club. Il marketing professionale è ormai diventato un punto chiave per introdurre nuove varietà sul mercato. La presentazione delle varietà club ha evidenziato, quindi, la gamma del marketing della frutta a partire dalla mela nel rotolo di plastica come snack neozelandese fino al livello della mela “tradizionale”. Sei delle trenta varietà presentate sono coltivate in provincia di Bolzano, ovvero Pink Lady, Kanzi, Jazz, Modì, Evelina und Rubens. Le altre invece provengono da altri paesi europei quali Germania, Francia, Svizzera, Olanda e Belgio. Alcune delle mele sono state però importate anche dagli Stati Uniti e dalla Nuova Zelanda. In Alto Adige, le varietà club sono coltivate su 1.050 ettari – pari a 6,7 percento della superficie frutticola altoatesina – con una produzione annua di 58 mila di tonnellate di mele. La Pink Lady è la varietà più comune, coltivata su ca. 650 ettari corrispondenti a ca. 48 mila tonnellate di mele. “Molte delle nuove varietà di mela possono essere prese e coltivate solo da distributori autorizzati. Tramite linee guida e programmazioni precise - come ha spiegato Walter Guerra del comparto di Pomologia del Centro Laimburg - si cerca di accertare sia la qualità dei frutti che le quantità disponibili sul mercato, generando così un valore aggiunto per i consumatori, gli agricoltori e le organizzazioni produttrici”. Durante il convegno nell’ambito di due relazioni è stata comunicata l’importanza delle varietà di mela club per la frutticoltura altoatesina e le prospettive delle varietà club, esemplificando il caso della Germania.  
   
   
BENE A NATALE I CONSUMI ALIMENTARI NEI DISCOUNT  
 
Milano - Da una ricerca Nielsen: Maggiore attenzione alla spesa e ridotto potere d’acquisto hanno spinto gli italiani a preferire, anche durante il periodo natalizio il canale discount, più conveniente rispetto agli altri. Nella prima metà di dicembre 2011 si è registrata infatti una crescita delle vendite in questo canale del +3,9% (variazione a volume a prezzi costanti) contro una contrazione delle vendite negli altri canali. E’ stato infatti un Natale triste per i consumi alimentari negli altri canali. Le prime due settimane di dicembre hanno segnato una flessione dei fatturati del -1,1% nella distribuzione moderna alimentare (iper+super+lis+discount) e una riduzione dei consumi pari a -3,7%, rispetto alla prima metà di dicembre del 2010 quando la rinuncia del Natale fuori casa aveva dato una spinta molto positiva alla grande distribuzione che cresceva del +2,8%. Tutti i canali ne hanno sofferto, il supermercato ad esempio, che nel Natale del 2010 aveva segnato una crescita dei consumi del +2,5%, ha avuto quest’anno una contrazione del -3,6%. L’andamento negativo è comune a tutte le aree geografiche anche se le contrazioni peggiori si registrano al Nord Ovest e al Sud Italia. Molise, Puglia, Abruzzo e Liguria sono le regioni dove gli operatori della distribuzione alimentare hanno registrato la maggiore contrazione dei volumi venduti rispetto a dicembre 2010. Curiosando nelle case degli italiani, cosa è mancato maggiormente nelle dispense o nei frigoriferi nelle prime due settimane di dicembre rispetto allo scorso anno? Panettone e Pandoro, cassette natalizie, torrone e spumanti hanno registrato cali superiori al 20%. In flessione anche i tipici regali natalizi alimentari (liquori, cioccolata e dolci natalizi); tra i prodotti stagionali il salmone affumicato ha mantenuto le stesse vendite dello scorso anno. Le prime stime a disposizione sulle restanti settimane del mese di dicembre non ci fanno presagire una situazione diversa da quella appena raccontata. Le vendite a parità di rete del mese di dicembre (29 novembre -18 dicembre 2011) confermano un discount che corre ad un +5,7%[1] (var % fatturato a parità di rete), con accelerazioni maggiori in Nord Ovest e Centro Italia (rispettivamente +6,5% e +6,8%) e gli altri canali in forte difficoltà rispetto allo scorso anno (-4,7% per iper+super+lis nelle prime 3 settimane di dicembre rispetto al 2010).  
   
   
A PELLEGRINI SPA LA DISTRIBUZIONE DELLE ETICHETTE “CANTINE GRACI” ETNA BIANCO, ETNA ROSSO E QUOTA 600 ENTRANO NEL CATALOGO DI PELLEGRINI SPA, DISTRIBUTORE DI VINI E DISTILLATI DI QUALITÀ.  
 
Pellegrini Spa arricchisce il proprio listino di distribuzione con le etichette di Cantine Graci, azienda siciliana che fonda la sua unicità sul rispetto per la naturale espressione del territorio. Con i vini Etna Bianco, Etna Rosso e Quota 600 Etna Rosso, Pellegrini Spa diventa distributore ufficiale di Cantine Graci, una partnership che vede la qualità, garantita dal marchio dell’azienda bergamasca, combinarsi con l’autenticità di questi prodotti unici. L’entrata delle etichette Graci nel catalogo Pellegrini Spa è solo il primo passo di una collaborazione a lungo termine ed è frutto di un’intesa che deriva non solo dalla personale passione di Pietro Pellegrini per i prodotti dell’Etna, ma soprattutto dalla condivisione con i fratelli Graci dei principi di qualità, innovazione e rispetto ambientale. La proprietà dell’azienda Graci è posta sul versante Nord dell’Etna ed è dislocata in tre contrade: Passopisciaro, zona di millenaria tradizione vinicola, nella quale si trovano 18 ettari di terreno di cui 15 impiantati a Nerello Mascalese, 1,5 a Carricante e 1 a Catarratto; Solicchiata, dove ancora oggi non viene utilizzato alcun trattamento per la coltivazione dei 2 ettari di vigneti impiantati circa 100 anni fa, e Contrada Feudo di Mezzo, 1,5 ettari impiantati in parte nel 2008. Le Cantine Graci coltivano soltanto vitigni dell’Etna, nel totale rispetto del territorio, della tradizione e delle peculiarità dell’annata, limitando al minimo gli interventi in vigna e in cantina. L’azienda non si serve del diserbo per non alterare l’ineguagliabile equilibrio della natura e, attraverso l’uso di tini e botti grandi prodotte con legni di lunghissima stagionatura, asseconda la personalità delle vigne, mantenendo intatta la diversità tra un’annata e l’altra. Una filosofia che ha permesso di ottenere vini dal carattere unico, che puntano sulla verità e sull’autenticità espressiva. I vini di Cantine Graci sono disponibili nelle carte vini dei migliori ristoranti e presso enoteche e wine bar di nicchia. Fondata nel 1904, Pellegrini Spa è l’azienda commerciale di proprietà della famiglia Pellegrini da oltre un secolo attiva nella distribuzione sul territorio italiano di prodotti vitivinicoli e distillati di alta qualità. Pellegrini Spa distribuisce in esclusiva le etichette di oltre 80 aziende viti-vinicole italiane ed estere con offerte riservate al canale Ho.re.ca e super Ho.re.ca che vanno dai vini rossi e bianchi, ai distillati e agli Champagne. Per conoscere tutti i prodotti distribuiti da Pellegrini Spa è possibile consultare il sito internet www.Pellegrinispa.net  
   
   
IL CORAGGIO DI UN PAS DOSÉ. FRATELLI BERLUCCHI CHIUDE UN’ANNATA D.O.C. CON IMPORTANTI RICONOSCIMENTI NELLE GUIDE 2012. IL PIÙ APPREZZATO, IL PAS DOSÉ MILLESIMATO 2007  
 
Un millesimato da ricordare, il Pas Dosé Fratelli Berlucchi 2007. Tanti i riconoscimenti ad un Franciacorta per veri esperti. Dal sapore secco, pieno e armonico è stato protagonista molto apprezzato nel tour emozionale dell’azienda, “Portate il Cuore”, insieme agli atri Millesimati della cantina. Progetto che in ventisei serate in tutta Italia ha offerto emozione agli ospiti, con momenti di degustazione libera, perciò personalissima. Un’idea di comunicazione che ha affiancato il Pas Dosé alla lettura di autori di coraggio, da Brecht a Hemingway. Per veri intenditori coraggiosi, che ne apprezzano la diversità, il cambio di direzione. Un Franciacorta definito dalla stessa Pia Donata Berlucchi, Ad e brand manager insieme alla figlia Tilli, “snob e consapevole di sé, che non accetta correzioni né compromessi, quindi...Pieno e secchissimo al gusto…”. Ecco dunque i premi delle guide 2012: Sparkle Bere Spumante 2012 – Cucina & Vini: 5 sfere Pas Dosé Millesimato 2007 4 ½ sfere Rosé Millesimato 2007 Vini D’italia 2012 - Gambero Rosso: 2 bicchieri rossi Pas Dosé Millesimato 2007 Bollicine D’italia 2012 – Gambero Rosso: Oscar qualità/prezzo Pas Dosè Millesimato 2007 Duemilavini 2012 - Ais Bibenda: 4 grappoli Pas Dosé Millesimato 2007 e a tutti gli altri Franciacorta I Vini Di Veronelli 2012: 3 stelle e 91 punti al Brut Millesimato 2007 Una reputazione, quella di Fratelli Berlucchi, confermata dagli molti importanti riconoscimenti, ultimo fra questi l’affiancamento del Satèn Millesimato 2007 ad un piatto che ha portato fortuna a Roberto Allocca, eletto a Roma lo scorso ottobre come Miglior Chef Emergente 2011. Il 2011 annovera per altro l’ingresso di Pia Donata Berlucchi, storica Presidente dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, come Consigliere Nazionale O.n.a.v. 400.000 bottiglie prodotte all’anno, 70 ettari di vigneti coltivati a guyot e cordone permanente speronato, con un occhio di riguardo alla cultura eco-ambientale, 5.000 ceppi per ettaro, vendemmia fatta rigorosamente a mano e vinificazione tanto in centenarie botti di rovere quanto in modernissimi tini d’acciaio. Ecco Fratelli Berlucchi, uno stile che coniuga gesti antichi con le nuove tecnologie agrarie e slanci di comunicazione moderna. Www.fratelliberlucchi.it