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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Giugno 2007
CONGRESSO MONDIALE SUL CANCRO GASTROINTESTINALE  
 
Bruxelles, 6 giugno 2007 - Dal 27 al 30 giugno si terrà a Barcellona (Spagna) il nono congresso mondiale sul cancro gastrointestinale. Organizzata dalla European Society for Medical Oncology (Esmo), un´organizzazione senza scopo di lucro, la manifestazione vuole fungere da forum nel quale oncologi di spicco, clinici praticanti e specialisti nella ricerca sul cancro esaminino lo stato dell´arte e condividano le informazioni più recenti sul trattamento del cancro gastrointestinale. Il congresso si svolge secondo un approccio multidisciplinare con conferenze plenarie tenute da esperti affermati, integrate da presentazioni su argomenti controversi, sessioni di incontro con esperti, discussioni di casi e simposi secondari su argomenti specifici. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Worldgicancer. Com/wcgi/wgic07/index. Html .  
   
   
SCOPERTA LA MUTAZIONE DEL GENE RESPONSABILE DELL´ANEMIA FANCONI  
 
Bruxelles, 6 giugno 2007 - Un team internazionale di ricercatori ha compiuto notevoli progressi nello studio dell´anemia Fanconi, una malattia genetica autosomica recessiva rara. I ricercatori sono riusciti a descrivere la funzione e la gamma delle possibili mutazioni del gene implicato in questa rara malattia che colpisce funzioni quali lo sviluppo dei nervi e dello scheletro, la formazione delle cellule ematiche e la predisposizione al cancro. Con questa scoperta i ricercatori auspicano una più facile individuazione del gene difettoso che provoca l´anemia Fanconi: questo è fondamentale nella diagnostica prenatale e pre-impianto, dove l´obiettivo è selezionare un embrione compatibile con un donatore. L´identificazione del gene responsabile può inoltre essere cruciale per l´applicazione futura della terapia genica. Secondo i ricercatori «il risultato rappresenta un passo avanti nella conoscenza degli aspetti genetici e di biologia molecolare di questa malattia, la quale, sebbene sia rara, è di notevole interesse biomedico, poiché le proteine coinvolte sono anche associate a varie funzioni vitali e alla soppressione del cancro». I ricercatori hanno studiato la funzione e lo spettro mutazionale del gene Fancd2, uno dei 13 geni coinvolti nell´anemia Fanconi. Il loro lavoro comprende studi molecolari su tutti i pazienti di anemia Fanconi D2 esistenti al mondo (persone colpite dall´anemia di Fanconi che presentano alterazioni di questo gene). I ricercatori hanno inoltre confrontato i pazienti Fancd2 con 754 pazienti Fanca, Fancc e Fancg, le forme più comuni di questa malattia riscontrate in tutto il mondo. Dai risultati è emerso che i sintomi delle persone affette da anemia Fanconi D2 (fenotipo clinico) erano più gravi rispetto ai sintomi degli altri pazienti. Per i ricercatori questo è dovuto al ruolo fondamentale svolto dal gene Fancd2 nel mantenere la stabilità del genoma come pure nello sviluppo e nel funzionamento di diversi organi e tessuti (la formazione dei globuli bianchi, delle piastrine e di altri elementi ematici, lo sviluppo neuronale o la formazione del tessuto scheletrico). Inoltre, la progressione della malattia è più rapida nei pazienti colpiti da anemia Fanconi D2, dando luogo alla necessità di trasfusioni precoci e di trapianti, quando è disponibile un donatore compatibile. I ricercatori hanno altresì scoperto che le mutazioni non eliminano totalmente la funzione del gene Fancd2, ma causano un basso livello di espressione della proteina Fancd2. Questi risultati suggeriscono che negli esseri umani, contrariamente a quanto osservato nei topi, la totale assenza della proteina Fancd2 è impossibile (senza questa proteina l´embrione non può svilupparsi). I risultati dimostrano inoltre che i modelli animali non rispecchiano sempre il fenotipo clinico della malattia. Lo studio è stato condotto dal dott. Jordi Surrallés dell´Università autonoma di Barcellona e ha riunito 13 laboratori e ospedali europei e nordamericani. È stato pubblicato nell´edizione di maggio della rivista «American Journal of Human Genetics». Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Uab. Es .  
   
   
CHIARITI I DISTURBI D´ANSIA GRAZIE A UNO STUDIO SUI TOPI  
 
Bruxelles, 6 giugno 2007 - Un´équipe internazionale di ricercatori ha individuato un circuito cerebrale in grado di sviluppare nei topi l´inclinazione all´ansia. I risultati aprono nuove speranze terapeutiche per i soggetti affetti da disturbi d´ansia. Le persone che soffrono di tali disturbi tendono spesso ad interpretare situazioni ambigue come minacciose. Nello studio in questione gli scienziati hanno esaminato i topi privi del recettore 1A della serotonina. La serotonina è utilizzata dalle cellule cerebrali per comunicare e svolge un ruolo importante nello sviluppo cerebrale. Dalle analisi è emerso che i topi hanno difficoltà ad elaborare stimoli ambigui e reagiscono con un atteggiamento di paura. «Negli esseri umani la segnalazione della serotonina è stata messa in relazione con disturbi quali la depressione e l´ansia e come nel caso dei topi, i pazienti affetti da tali patologie reagiscono eccessivamente di fronte a situazioni ambigue», ha osservato Cornelius Gross, responsabile dell´équipe di ricerca presso il laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl). Da ulteriori ricerche è emerso che l´assenza del recettore 1A aveva causato imperfezioni nel circuito in una regione dell´ippocampo, una parte del cervello che, come è noto, interviene nei processi dell´apprendimento e della memoria. «La chiusura di un circuito specifico nell´ippocampo ha eliminato le reazioni di paura soltanto in presenza di segnali ambigui», ha spiegato Theodoros Tsetsenis dell´Embl, uno degli autori dello studio. «Tale percorso deve essere coinvolto nel trattamento e nella valutazione del valore degli stimoli. Esso sembra condizionare i topi che di conseguenza interpretano alcune situazioni come pericolose. » Lo studio, condotto dall´unità di biologia del topo dell´Embl in Italia, è pubblicato on line dalla rivista «Nature Neuroscience». Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Embl. Org/ http://www. Nature. Com/natureneuroscience .  
   
   
BEVACIZUMAB PROLUNGA NOTEVOLMENTE LA SOPRAVVIVENZA SENZA PROGRESSIONE NEI PAZIENTI CON TUMORE AL POLMONE AVANZATO UNICO TRATTAMENTO DI PRIMA LINEA AD AVER DIMOSTRATO UN AUMENTO DELLA SOPRAVVIVENZA IN OLTRE UN DECENNIO  
 
Chicago, 6 giugno 2007. Bevacizumab aumenta la sopravvivenza senza progressione di malattia per i pazienti con tumore al polmone a cellule non-piccole avanzato (Nsclc), se usato in combinazione con la chemioterapia a base di cisplatino/gemcitabina, rispetto ai pazienti trattati con la sola chemioterapia. Questi risultati sono stati presentati per la prima volta oggi al 43 ° appuntamento annuale della Società americana della oncologia clinica (Asco) a Chicago. La forma a cellule non-piccole è la più comune di tumore al polmone, e rappresenta più del 80% di tutti tumori polmonari ii , e il suo sottotipo più diffuso è quello con istologia diversa dalle cellule squamose, con circa il 60% dei casi. I risultati dello studio Avail (Bo17704) hanno dimostrato che aggiungendo bevacizumab ad un regime chemioterapico con cisplatino/gemcitabina: La sopravvivenza senza progressione è notevolmente prolungata del 20-30 % rispetto alla sola chemioterapia; Il livello della risposta tumorale aumenta fino a 70% rispetto alla sola chemioterapia; La durata della risposta aumenta da 4,7 a 6,1 mesi rispetto alla sola chemioterapia. “Bevacizumab è l’unico trattamento di questo decennio che ha prolungato la sopravvivenza per i pazienti con Nsclc avanzato precedentemente non trattato come dimostrato dallo studio pivot E4599. Ora il trial Avail dimostra che bevacizumab è efficace anche quando somministrato con diversi tipi di chemioterapia” ha detto il professor Christian Manegold dell’Università di Heidelberg, principale investigatore dello studio. “Il tumore del polmone è una malattia estremamente difficile da trattare e questi risultati danno una concreta speranza a molti pazienti. ” Durante lo studio sono state analizzate due diverse dosi di bevacizumab (7,5 e 15 mg/kg) ed entrambe rappresentano benefici simili, senza alcun evento avverso nuovo o inatteso. Sono ancora in corso le rilevazioni dei dati di sopravvivenza totale, che saranno presentati in un prossimo congresso oncologico. Il tumore polmonare è responsabile di un terzo delle morti per tumore tra gli uomini, e di un quarto per le donne. Nel mondo ci sono più di 1. 200. 000 nuovi casi di tumore del polmone e dei bronchi ogni anno, e sono urgentemente necessari nuovi trattamenti dato che questa malattia ha un tasso della mortalità molto alto. Avail è uno studio di fase Iii randomizzato, controllato, in doppio-cieco, realizzato su più di 1,000 pazienti con Nsclc avanzato precedentemente non trattato. L’obiettivo primario dello studio era dimostrare un tasso superiore di sopravvivenza senza progressione per entrambi i rami di trattamento contenenti bevacizumab rispetto al trattamento di controllo. Il tumore polmonare La maggioranza dei casi di Nsclc sono diagnosticati ad uno stadio avanzato, quando il tumore è inoperabile o si è già diffuso ad altre parti del corpo. Malgrado l’utilizzo della chemioterapia come trattamento di prima linea, meno del 5% dei pazienti allo stadio avanzato sopravvive per cinque anni, e la maggior parte di essi muore in meno di 12 mesi ii “ Bevacizumab è il primo farmaco inibitore dell’angiogenesi – la crescita della rete dei vasi sanguigni che forniscono nutrienti ed ossigeno al tessuto canceroso. Il bersaglio del bevacizumab è la proteina Vegf (fattore di crescita vascolare endoteliale), il mediatore chiave della angiogenesi, che in questo modo blocca il rifornimento del sangue necessario per la crescita del tumore e della sua diffusione nell’organismo (metastasi). Bevacizumab ha dimostrato benefici in termini di sopravvivenza senza progressione di malattia e/o di sopravvivenza generale nei pazienti colpiti da quattro tipi di cancro: colon-retto, seno, polmone e cellule renali. Roche e Genetech stanno proseguendo con un programma clinico approfondito sperimentando utilizzo del bevacizumab in vari tipi di tumori (inclusi colon-retto, seno, polmoni, pancreas, ovaio, cellule renali e altri) e in vari stadi (avanzato e adiuvante ovvero post-operativo). L’intero programma di sviluppo dovrebbe includere più di 40. 000 pazienti nel mondo. .  
   
   
BEVACIZUMAB ESSENZIALE PER IL CONTROLLO DEL TUMORE DEL COLON-RETTO TRE STUDI CONFERMANO L’EFFICACIA DEL PRIMO INIBITORE DELL’ANGIOGENESI E L’IMPORTANZA DI PROSEGUIRE CON IL TRATTAMENTO FINO ALLA PROGRESSIONE DELLA MALATTIA  
 
Chicago, 6 giugno 2007 – Dati presentati all’Asco a Chicago dimostrano non soltanto che l’aggiunta di bevacizumab alla chemioterapia ne aumenta l’efficacia in maniera significativa, indipendentemente dal regime di chemioterapia utilizzato, ma anche che il suo utilizzo fino alla progressione della malattia migliora in modo determinante la sopravvivenza dei pazienti. I dati di tre diversi trial si aggiungono all’insieme di evidenze scientifiche a supporto di bevacizumab nel trattamento del carcinoma del colon-retto in stadio avanzato. In particolare, lo studio Brite ha indagato i risultati del proseguimento della terapia con bevacizumab fino ed oltre una prima progressione della malattia, in termini di sopravvivenza generale. Lo studio Brite, condotto negli Stati Uniti, ha arruolato circa 2. 000 pazienti, i quali sono stati trattati con diversi regimi di chemioterapia standard in associazione a bevacizumab. I risultati dimostrano che i pazienti che hanno ricevuto bevacizumab, fino ed oltre alla progressione di malattia, hanno avuto una sopravvivenza globale estremamente elevata, di molto superiore ai risultati conseguiti fino ad oggi in altri studi. “Si tratta di dati molto importanti” commenta il professor Alberto Sobrero, primario oncologo dell’Ospedale San Martino di Genova “a supporto dell’efficacia di bevacizumab e della necessità di proseguire il trattamento fino alla ricaduta della malattia. I risultati di questo studio suggeriscono anche un possibile utilizzo del farmaco anche dopo la progressione della malattia, con l’obiettivo di migliorare la sopravvivenza dei pazienti”. Il tumore del colon-retto è la seconda causa di morte rispetto a tutti tipi di tumori negli uomini e nelle donne in Europa 1. In tutto il mondo, il tumore del colon-retto rappresenta il 9,4% di tutti i tumori negli uomini e il 10,1% di quelli delle donne2. Secondo le stime, più di metà delle persone con tumore del colon-retto muore2. Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2005 questa patologia ha portato alla morte di 655. 000 persone in tutto il mondo 3. .  
   
   
I PAZIENTI CON TUMORE DEL COLON RETTO TRATTATI CON CAPECITABINA ORALE E OXALIPLATINO RISPARMIANO OLTRE 160 ORE PER LA SOMMINISTRAZIONE DEI TRATTAMENTI RISPETTO ALLA TERAPIA ENDOVENOSA  
 
 Basilea, Swizzera, 6 giugno – Dati presentati ieri all’Asco a Chicago dimostrano che non soltanto la combinazione di capecitabina orale e oxaliplatino è efficace quanto i regimi con farmaci per endovena, ma che i pazienti con tumore del colon-retto trattati con questa combinazione occupano oltre 160 ore in meno per la somministrazione della terapia, fanno meno visite cliniche e hanno tempi di viaggio e di attesa ridotti. L’analisi dei dati di un ampio studio internazionale di fase Iii dimostra chiaramente i vantaggi in termini di qualità di vita legati all’utilizzo della combinazione di capecitabina orale e oxaliplatino rispetto ai regimi endovenosi tradizionali (5-Fu e oxaliplatino per via endovenosa), anche se i trattamenti hanno pari efficacia. I risultati dello studio No 16966 mostrano che la combinazione di capecitabina orale e oxaliplatino è efficace quanto la chemioterapia endovenosa in termini di sopravvivenza generale. Inoltre, pazienti trattati con questa combinazione: Risparmiano tempo perché dedicano oltre 160 ore in meno per la somministrazione della terapia; Risparmiano tempo in termini di viaggi e attese per la somministrazione (22-27 ore) Devono sottoporsi solo a 7-9 visite per il trattamento, rispetto alle 22-27 visite necessarie per la chemioterapia endovenosa “ Questi risultati mostrano chiaramente l’enorme vantaggio in termini della qualità di vita che Xelox può dare al paziente con tumore al colon retto, ” ha detto il professor Jim Cassidy, co-investigator dello studio No16966 e professore di oncologia all’Università di Glasgow. “I dati mostrano che la combinazione di capecitabina orale e oxaliplatino è efficace quanto la chemioterapia endovenosa. Quando la terapia per via orale diventa disponibile per il trattamento di diversi tipi di tumore, perché dovremmo chiedere al paziente di sottoporsi alla terapia per via endovenosa che lo opprime maggiormente?” Il tumore del colon-retto è la seconda causa di morte rispetto a tutti tipi di tumori negli uomini e nelle donne in Europa Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2005 questa patologia ha portato alla morte di 655. 000 persone in tutto il mondo .  
   
   
XYOTAX COMPORTA COSTI PIÙ CONTENUTI, E MINORI EFFETTI COLLATERALI, RISPETTO A GEMCITABINA O VINORELBINA, NEL TRATTAMENTO DEL TUMORE AL POLMONE NON-MICROCITOMA  
 
 Chicago, 6 giugno 2007 - Cell Therapeutics, Inc. Ha annunciato che i dati pubblicati negli abstract presentati al Meeting Annuale 2007 dell’American Society of Clinical Oncology (Asco), dimostrano che l’impiego di Xyotax (paclitaxel polyglumex) comporta un minore ricorso a risorse mediche (Mru), e ridotti costi ad esse associati, rispetto all’utilizzo di gemcitabina o vinorelbina, nel trattamento dei pazienti affetti da tumore al polmone non-microcitoma (Nsclc). Il totale dei costi medi di trattamento, relativo ai pazienti con Xyotax, esclusi i costi del farmaco, è stato pari a quasi la metà dei costi del trattamento per i pazienti sottoposti a chemioterapia standard (2. 518 dollari vs. 4. 834 dollari per paziente) ed è il trattamento è inoltre risultato associato ad una significativa riduzione degli effetti collaterali. “Questa analisi dimostra che Xyotax, se usato come agente singolo e comparato alla terapia standard con agente singolo, sia gemcitabina che vinorelbina, per il trattamento dei pazienti affetti da Nsclc, presenta un’efficacia comparabile se misurata in termini di sopravvivenza generale. Ma soprattutto, i pazienti trattati con Xyotax hanno dimostrato un beneficio clinico dal punto di vista del profilo di effetti collaterali, ed un sostanziale vantaggio in termini di costi rispetto agli agenti chemioterapici comunemente utilizzati” ha detto Jack W. Singer, M. D. , Chief Medical Officer di Cti. “Questi sono dati importanti a supporto dei benefici clinici correlati all’impiego di Xyotax”. Impiego di risorse mediche (Mru) e costi associati a Xyotax (paclitaxel poliglumex; Ppx) comparati a Gemcitabina (Gem) o Vinorelbina (Vin) nel trattamento dei pazienti affetti da tumore al polmone non-microcitoma (Nsclc) - (Abstract n. 18172) I dati relativi alla Mru sono stati raccolti come parte di uno studio clinico muiltinazionale e randomizzato (Stellar 4) che ha comparato Xyotax (n=191) a gemcitabina o vinorelbina (n=190) in pazienti affetti da Nsclc avanzato, che non erano mai stati sottoposti a chemioterapia e con performance status 2(Ps2). Nel corso dello studio sono stati comparati la Mru ei costi associati alla somministrazione di chemioterapici ed a terapie non collegate a protocolli clinici. I risultati hanno dimostrato che i pazienti trattati con Xyotax avevano una maggiore sopravvivenza mediana (220 giorni vs. 198 giorni; p=0,686), con eventi avversi significativamente ridotti (tutti i gradi; 2,0 vs. 3,0; p=0,011), nonostante avessero ricevuto più cicli di chemioterapia (3,9 vs. 3,4; p=0,007). Pagina 2 di 3 Pubblicazioni su Xyotax all’Asco www. Cticseattle. Com Inoltre i pazienti trattati con Xyotax hanno avuto minore necessità di visite post-trattamento (0,6 vs. 1,7; p<0,001) e di test diagnostici (0,6 vs. 1,9; p<0,001), e sono stati sottoposti a medicazioni di tipo nonchemioterapico per un minore periodo di tempo (64,4 giorni vs. 91,2 giorni; p<0,001). Non è risultata statisticamente significativa la differenza nel numero di ospedalizzazioni o nella durata del ricovero ospedaliero. Il costo totale medio riportato per il trattamento, esclusi i costi del farmaco, è risultato inferiore per i pazienti con Xyotax (2. 518 dollari statunitensi per paziente), rispetto ai pazienti nel gruppo di controllo (4. 834 dollari per paziente). I costi includevano le visite post-trattamento (34 dollari vs. 78 dollari; p=0,014), le medicazioni non-chemioterapiche (717 dollari vs. 911 dollari; p<0,001), la somministrazione di chemioterapici (1. 557 dollari vs. 3. 601 dollari; p<0,001), e l’ospedalizzazione (210 dollari vs. 244 dollari; p=0,794) per ogni paziente. .  
   
   
COSMO MIGLIORA LE CONDIZIONI DEL CONTRATTO DI LICENZA CON GIULIANI PER IL PRODOTTO LIALDA MMX  
 
Lainate, (Mi) 6 giugno, 2007 – Cosmo Pharmaceuticals S. P. A. , società farmaceutica ha annunciato oggi che è stato raggiunto un accordo con Giuliani S. P. A. E Lehner Sa per modificare i termini del contratto di licenza, stipulato nel 2001, circa il prodotto Lialda/mezavant. L’accordo prevedeva un tetto massimo di $ 67,5 milioni sulle royalties per le vendite in Us, Europa e America Latina ed una clausola collegata al rischio cambio. Il nuovo accordo elimina la clausola relativa al rischio cambio ed innalza il tetto delle royalties dovute e pagabili a Cosmo per le vendite in Giappone a $ 15 milioni e per le vendite nel resto del mondo a $ 80 milioni, per un totale di $ 95 milioni. Shire, che detiene in sublicenza il prodotto da Giuliani/lehner, ha lanciato Lialda negli Stati Uniti il 19 marzo 2007. Il lancio di Mezavant in Europa è programmato a breve. Lialda/mezavant è la prima ed unica formulazione orale di mesalazina con monosomministrazione giornaliera approvata da Fda. Le mesalazine fanno parte di una classe di farmaci denominati amminosalicilati, in quanto contenenti acido 5-amminosalicilico (5-Asa), generalmente considerati il farmaco elettivo e spesso una prima linea di trattamento per pazienti con colite ulcerosa lieve-moderata. Nel 2006 Fda ha anche autorizzato il nuovo stabilimento altamente automatizzato di Cosmo alla produzione di Lialda per gli Usa. Cosmo ha sottoscritto contratti di produzione con Shire plc e con Giuliani. Mauro Ajani, amministratore delegato di Cosmo Pharmaceuticals S. P. A. , ha dichiarato: “Il nuovo contratto è una testimonianza del duraturo ed eccellente rapporto che intercorre tra Giuliani e Cosmo. L’accordo migliora notevolmente i nostri futuri fatturati per royalties in dollari; il rischio cambio è accettabile, perché in futuro avremo un maggiore fabbisogno di dollari. ” La Colite Ulcerosa La colite ulcerosa è una forma di malattia infiammatoria cronica intestinale (Inflammatory Bowel Disease – Ibd) che provoca infiammazione ed ulcere lungo la parete dell’intestino. L’infiammazione può interferire con le normali funzioni del colon, provocando spesso dolori quali meteorismo, diarrea, sanguinamento, affaticamento, perdita di peso e ipermotilità intestinale, che affliggono fortemente la qualità della vita. Si ritiene che almeno 2,2 milioni di persone in Europa soffrano di Ibd. La colite ulcerosa è una malattia cronica regressiva-recidiva per la quale non esiste un rimedio definitivo conosciuto. I pazienti possono gestire i propri sintomi. Un problema noto che maggiormente affligge i pazienti di colite ulcerosa è il rispetto del trattamento prescritto, unitamente all’elevato numero di somministrazioni richieste: molti dei trattamenti finora disponibili per la cura della colite ulcerosa richiedono infatti un numero elevato di pillole da assumersi più volte al giorno e spesso richiedono disagevoli forme di somministrazione. .  
   
   
SIGLATI GLI ACCORDI REGIONALI CON I MEDICI DI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE E DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE  
 
 Aosta, 6 giugno 2007 – L’assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson, il Direttore sanitario dell’Azienda Usl, Clemente Ponzetti, e i Rappresentanti delle Organizzazioni sindacali hanno siglato, il 31 maggio scorso, gli accordi regionali con i medici di continuità assistenziale (Ca) e di emergenza sanitaria territoriale (Met), che entreranno in vigore a partire dal 1° luglio 2007. Il primo accordo prevede la valorizzazione della figura del medico di continuità assistenziale nell’ambito delle cure primarie distrettuali, fermo restando il compito della centrale operativa 118 per quanto riguarda le modalità di chiamata, di attivazione e coordinamento operativo. Per il raggiungimento dell’obiettivo di integrazione con le professionalità che operano a livello distrettuale è stato individuato nel Direttore di Distretto la figura che deve gestire e coordinare tali medici per una fattiva integrazione nei percorsi delle équipes territoriali, per un monitoraggio delle attività e per il coordinamento delle attività di formazione e aggiornamento professionali. I medici Ca che svolgono attualmente la loro attività su tutto il territorio regionale sono 30. “E’ opportuno sottolineare – spiega l’Assessore Fosson – che l’Accordo nazionale, per la prima volta, individua le modalità per calcolare in numero di medici Ca necessari a coprire il servizio in ogni regione secondo parametri ben definiti; per quanto riguarda la nostra realtà si è concordato il rapporto di 1 medico ogni 3500 abitanti, il più basso previsto dall’accordo nazionale, ma anche quello che permette di avere un maggior numero di medici Ca per fornire il servizio in una regione montana qual è la Valle d’Aosta. Particolare attenzione è stata data alla formazione e all’aggiornamento professionale definendo il numero obbligatorio di ore annuali previste e demandando all’Azienda Usl il compito di un fattivo coinvolgimento di questi medici nei piani formativi aziendali che riguardano l’assistenza primaria e specialistica. Per quanto riguarda l’aspetto economico, vi è stato un incremento di alcune voci contrattuali, nel rispetto dei vincoli previsti dalla Giunta regionale, con utilizzo di fondi regionali. ” L’accordo regionale con i medici di emergenza sanitaria territoriale ha inteso dare particolare rilevanza, rispetto ai compiti ormai consolidati previsti dall’Accordo nazionale, alla presenza di questa figura professionale anche nell’ambito del Pronto soccorso ospedaliero, sia per migliorare le capacità professionali sia per sviluppare maggiore integrazione tra operatori che svolgono l’attività di emergenza ospedaliera e territoriale. I Medici Met che operano nelle sedi distrettuali e in centrale operativa 118 sono attualmente 16. “Solo in questo modo – precisa Antonio Fosson – sarà possibile disporre di figure professionali che operano in modo omogeneo, secondo protocolli e linee guida condivise, nell’ambito del sistema dell’emergenza-urgenza. L’attività in Pronto Soccorso e nell’area critica sarà, in aggiunta all’attività sui mezzi di soccorso e nei presidi di prime cure, definita nei particolari dall’Azienda Usl. Altri punti critici, quali la reperibilità, i turni aggiuntivi, le sostituzioni, sono stati puntualmente definiti anche per rispondere alla richiesta di adeguata tutela per operatori che svolgono la loro attività in un settore particolarmente delicato. Con lo stesso spirito, la parte pubblica ha voluto rivedere alcuni aspetti assicurativi e incentivare alcune attività. ” “Nelle premesse dell’accordo regionale – conclude l’Assessore – la Regione Valle d’Aosta ha ribadito la necessità che anche i medici Met, che attualmente svolgono il loro lavoro attraverso contratti di collaborazione esterni, possano in futuro essere inquadrati come dipendenti dell’Azienda Unità Sanitaria Locale, al fine di uniformare giuridicamente tutte le figure professionali che operano nell’emergenza-urgenza. Questo obiettivo condiviso da altre Regioni, sarà portato all’attenzione degli organi centrali competenti in quanto la Regione non ha potere decisionale in merito. ” Sempre nell’ottica di avere professionisti dell’emergenza con percorsi formativi comuni, è stato inoltre previsto un articolo che disciplina le modalità per poter frequentare corsi di specializzazione in medicina d’urgenza (nuova specialità di recente istituzione) o altre specialità inerenti l’emergenza. .  
   
   
NUOVO CENTRO LOGISTICO DI FARMACI A TRENTO, VISITA DI UNA DELEGAZIONE ALTOATESINA  
 
Bolzano, 6 giugno 2007 - Una delegazione altoatesina, guidata da alcuni funzionari dell´Assessorato provinciale alla sanità, è stata in visita presso il nuovo centro logistico della Unifarm di Trento. Grazie ad progetto ad alta automazione, costato oltre 20 milioni di euro, l´azienda impegnata nella distribuzione all´ingrosso di farmaci, riesce a raggiungere in breve tempo oltre 400 farmacie sparse tra Alto Adige, Trentino e Veneto. 12 minuti e mezzo. Questo il tempo necessario affinchè l´ordine proveniente da una farmacia altoatesina venga elaborato dal nuovo centro logistico della Unifarm di Trento, e il medicinale inizi il suo viaggio verso la vendita al dettaglio. Il nuovo e moderno deposito della nota azienda attiva nella distribuzione all´ingrosso di farmaci, capace di stoccare fino a 60 milioni di scatole di medicinali, è stato visitato da una delegazione altoatesina. A guidarla il direttore dell´Ufficio provinciale distretti sanitari Alfred König, il presidente dell´ordine dei farmacisti Maximin Liebl, e il presidente locale di Federfarma, Luca Collareta. Oltre a portare i saluti dell´assessore Theiner, Alfred König ha sottolineato l´ottima collaborazione esistente tra la Provincia Autonoma di Bolzano e la Unifarm, in maniera particolare per quanto riguarda i bugiardini bilingui, ovvero i foglietti in lingua tedesca contenenti le istruzioni per l´uso dei medicinali. .  
   
   
LA FONDAZIONE PAIDEIA PROMUOVE IL BANDO “LA CITTÀ CHE ASCOLTA I BAMBINI” IL BANDO È DA REALIZZARSI SUL TERRITORIO DI MONCALIERI, TROFARELLO E LA LOGGIA  
 
Milano, 6 Giugno 2007 - La Fondazione Paideia, Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale, che opera dal 1993 per migliorare le condizioni di vita dei bambini disagiati e delle loro famiglie, sostenendo e finanziando nuove iniziative nei settori sanitario, educativo, assistenziale e ricreativo, ha oggi pubblicato il bando “La città che ascolta i bambini”. Attraverso questa importante iniziativa, la Fondazione Paideia intende promuovere idee e progetti incentrati sulle esigenze e sui bisogni dell’infanzia (0 -14 anni), volti alla sollecitazione ed alla valorizzazione delle risorse locali (secondo un programma di sviluppo pluriennale), da realizzarsi sul territorio di Moncalieri, Trofarello e La Loggia. I termini e lo scopo del bando rientrano nel “Progetto di Partecipazione Comunitaria: La città che ascolta i bambini”, realizzato dalla Fondazione Paideia, avente come finalità generali il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini grazie allo sviluppo di azioni dirette e indirette nonché al potenziamento della comunità locale relativamente ai temi dell’infanzia. I proponenti dovranno essere soggetti pubblici e/o privati senza finalità lucrative, appartenenti ai territori di riferimento per residenza o attività dimostrabile. Non sono ammessi fra i proponenti: enti con fine di lucro o imprese di qualsiasi natura, ad eccezione delle cooperative sociali; partiti e movimenti politici e loro articolazioni organizzative; organizzazioni sindacali datoriali e di patronato. Le proposte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12. 00 del giorno 7 settembre 2007. La selezione ed il finanziamento delle proposte verranno effettuati ad esclusivo ed insindacabile giudizio del comitato scientifico della Fondazione Paideia, entro il giorno 26 ottobre 2007. Per le attività del bando, la Fondazione mette a disposizione un massimo di 260. 000 euro così suddivisi: nell’anno 2007: per sostenere la stesura del progetto esecutivo, la Fondazione assegnerà a ciascuna delle 4 proposte prescelte un contributo iniziale pari a 5. 000 euro, che verrà erogato in due fasi: il 50% al momento della selezione delle proposte; il 50% alla consegna ed approvazione del progetto esecutivo. Nel biennio 2008-2009: per la prima fase di realizzazione operativa dei progetti, un massimo totale di 80. 000 euro; per lo sviluppo dei progetti selezionati, un importo massimo di 40. 000 euro a progetto, che verranno assegnati esclusivamente in forma di co-finanziamento, pari all’esito delle azioni di raccolta fondi autonoma a ciascun progetto, per un importo massimo di 160. 000 euro L’analisi quantitativa e qualitativa dei dati contenuti nel rapporto “La città che ascolta i bambini - Moncalieri, Trofarello, La Loggia: desideri, paure e attese dell´infanzia” definisce il contesto entro il quale si colloca il bando: il testo del rapporto è scaricabile dal sito internet o inviabile gratuitamente previa richiesta degli interessati a: bando2007@fondazionepaideia. It Per maggiori informazioni relative al bando, si prega di consultare il sito della Fondazione Paideia (www. Fondazionepaideia. It) alla voce “Bandi”. .  
   
   
7 GIUGNO 2007 CONVEGNO NAZIONALE “1987 – 2007 – 20 ANNI DI TELEFONO AZZURRO LA DIFESA DEI DIRITTI DI BAMBINI E ADOLESCENTI TRA I VECCHI E I NUOVI MEDIA”  
 
 Roma, 6 giugno 2007 - Giovedì 7 giugno dalle ore 9. 00 si svolgerà, al Senato della Repubblica nella Sala Capitolare presso Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, il Convegno Nazionale “1987-2007 20 Anni Di Telefono Azzurro, La Difesa Dei Diritti Di Bambini E Adolescenti Tra I Vecchi E I Nuovi Media”. Il convegno è il primo di una serie di appuntamenti organizzati in occasione dei festeggiamenti per il Ventennale di Telefono Azzurro - l’associazione nazionale a tutela dell’infanzia fondata nel 1987 a Bologna dal Professor Ernesto Caffo. Il convegno intende fornire un primo quadro sistematico sulle problematiche che caratterizzano il rapporto tra i nuovi media - in particolare Internet - e le giovani generazioni, ambito nel quale Telefono Azzurro è impegnato da anni nello studio, definizione e promozione di strumenti a tutela dei bambini e degli adolescenti. Oltre al Professor Ernesto Caffo, intervengono, tra gli altri, Giovanni Bollea, Professore Emerito di Neuropsichiatria Infantile de “La Sapienza” di Roma, il Ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, il Presidente della Commissione Parlamentare Infanzia Annamaria Serafini, il Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali Francesco Pizzetti, il Segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi, il Presidente di Magnolia Giorgio Gori oltre a numerosi esponenti delle Istituzioni, dell’emittenza pubblica e privata, della ricerca scientifica e delle associazioni di categoria. Moderano le sessioni del convegno Paolo Conti del Corriere della Sera e Massimo Sebastiani dell’Ansa. La diffusione dei mezzi di comunicazione e delle nuove tecnologie ha assunto negli ultimi anni un ritmo inarrestabile rendendo necessaria una attenta riflessione sulle sollecitazioni a cui sono sottoposti in modo particolare i bambini e gli adolescenti, i quali rappresentano la fascia sociale più sensibile ai nuovi mezzi come emerge dati relativi all’utilizzo di internet, dei videotelefonini e dei videogiochi. Tale scenario, pur rappresentando un’innegabile opportunità di crescita e stimolo per la socializzazione e l’apprendimento, non manca però di serbare notevoli rischi. Basti pensare, ad esempio, alla facilità con la quale in Internet è possibile incorrere in siti e contenuti inadeguati o dannosi per un bambino, o all’uso improprio che può essere fatto dei videotelefonini, come recentemente riportato dalla cronaca. Data la necessità di far fronte tempestivamente a queste problematiche, Telefono Azzurro intende stimolare un confronto tra gli esponenti delle istituzioni e del mondo scientifico al fine di evidenziare le opportunità e i rischi dei nuovi media e promuovere una sempre più attenta regolamentazione di questa materia nonché una maggiore condivisione di nuove strategie di tutela dei bambini e degli adolescenti perché non siano più solo “consumatori tra i consumatori”, ma siano riconosciuti come soggetti di diritti a tutti gli effetti. Gli appuntamenti per il ventennale di Telefono Azzurro Per festeggiare le 20 candeline l’Associazione ha in programma un fitto calendario di iniziative e momenti di riflessione che si protrarranno per tutto il 2007. Oltre al Convegno sopra citato, venerdì 8 giugno la Provincia di Roma ospiterà il convegno “L’ascolto dei nuovi bisogni dei bambini e degli adolescenti”; sabato 9 giugno a Palermo si terrà il Convegno Internazionale “1987-2007 – 20 anni di Telefono Azzurro. Tra progettualità internazionale e impegno locale”. Infine a Modena sabato 16 giugno si terrà l’incontro “I diritti dei bambini: ascoltare per agire” per riflettere sulla applicazione in Italia della Convenzione Onu sui diritti del Fanciullo e al termine del quale si svolgerà il Concerto per l’Infanzia . Telefono Azzurro intende ringraziare per il sostegno alle sue attività il Gruppo Capitalia, per il convegno del 7 giugno; la Banca Popolare dell´Emilia Romagna, Caprai e Monari Federzoni per il convegno e il concerto del 16 giugno a Modena. Un particolare ringraziamento anche alle Ferrovie dello Stato che in occasione del compleanno di Telefono Azzurro distribuirà dal 1 al 9 giugno sui treni Eurostar e Alta velocità 100. 000 copie di Azzurro Child, la rivista ufficiale di Telefono Azzurro. .  
   
   
CINA? NESSUNA PAURA, SE IL CONFRONTO È AD ARMI PARI SODDISFAZIONE TRA LE QUATTORDICI AZIENDE ITALIANE PRESENTI A CERAMICS CHINA  
 
Modena, 6 giugno 2007 - Soddisfazione tra gli espositori italiani che, dal 30 maggio al 2 giugno, a Guangzhou (Canton), hanno partecipato a Ceramics China 2007, la più importante fiera asiatica dedicata alle tecnologie e materie prime per l’industria ceramica. L’italian Pavilion, organizzato da Acimac (l’Associazione dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per ceramica) in collaborazione con Ice, è stato uno dei fulcri della manifestazione, attirando un elevato numero di visitatori provenienti dalla Cina e da tutto il Sud Est asiatico. Un’ottima occasione, dunque, per promuovere le qualità della tecnologia made in Italy: efficienza, affidabilità, ridotti consumi, assistenza post vendita, alta qualità dei prodotti, prestazioni ambientali. Su una superficie di 1. 300 metri quadrati, erano presenti quattordici aziende di primo livello: Air Power, Assoprint, Bmr, Cmf Technology, Colorobbia - Industrie Bitossi, Gabtec, Icf & Welko, Nbp, Sacmi, Simec, Siti – B&t Group, System, Tecno Italia, Tsc. Nell’ambito degli incontri “Resource, Environment Protection, Creativity and Efficiency”, il direttore di Acimac, Paolo Gambuli, ha parlato della situazione del mercato dei beni strumentali in Asia e della presenza produttiva e commerciale delle aziende italiane in loco, ma anche di rispetto della proprietà intellettuale. “Per essere presenti in questo mercato nel modo più equo, chiediamo di poter giocare con le stesse regole degli operatori locali. Vogliamo un confronto aperto, senza più scorciatoie di sorta. Un confronto – ha dichiarato Gambuli – sul piano dell’originalità e del grado di innovazione delle proposte”. Sul fronte ambientale, il direttore di Acimac ha parlato dei positivi sviluppi che, sin dagli anni 70, hanno portato le istituzioni pubbliche, di concerto con le associazioni di categoria, a stabilire una legislazione europea, nazionale e anche regionale sempre più restrittiva in merito alle emissioni e al riutilizzo di materie prime. Una strada che anche la Cina dovrà intraprendere. Restando in tema, a Milano, il 28 giugno, Federmacchine (la federazione italiana che riunisce le associazioni di categoria dei beni strumentali) e Ice (l’Istituto nazionale per il Commercio Estero) organizzano un interessante convegno dal titolo “La meccanica italiana in Cina, strumenti e opportunità”, che si terrà presso il Palazzo delle Stelline, per fornire alle aziende preziosi strumenti conoscitivi e di supporto all’internazionalizzazione. .  
   
   
BRERA MAI VISTA L’AUTORITRATTO DI JOHANN KUPEZKY: UN DONO DEL NUMISMATICO GAETANO CATTANEO PER IL GABINETTO DE’ RITRATTI DE’ PITTORI DELLA PINACOTECA DI BRERA DAL 7 GIUGNO AL 9 SETTEMBRE 2007  
 
Milano, 6 giugno 2007 - Pinacoteca di Brera, sala Xxxiv Un alone di mistero circonda la figura di Johann Kupezky, artista boemo, al cui Autoritratto è dedicata la 21° edizione di Brera mai vista vista (catalogo-dossier pubblicato da Electa a cura di Sandra Sicoli). Sul finire del 1706 è datato dalla critica l’Autoritratto conservato nella Pinacoteca di Brera, l’unica opera dell’artista conservata in collezioni pubbliche italiane insieme con l’altro Autoritratto oggi agli Uffizi, gentilmente concesso in prestito in occasione di questa esposizione; ma in quest’ ultimo, eseguito probabilmente durante il suo soggiorno a Frascati, sono evidenziati le peculiarità dell’artista: la sua professione di pittore, rilevata dalla presenza del ritratto di un gentiluomo, probabilmente suo ignoto committente, e il suo amore per la musica (Kupezky fu musico dilettante) ricordato dal foglio di musica e dal violino. L’autoritratto di Johann Kupezky di Brera entrò a far parte delle collezioni della Pinacoteca nel secondo decennio dell’Ottocento, grazie a Gaetano Cattaneo, conservatore dell’ I. R. Gabinetto Numismatico di Milano, che lo acquistò per accrescere la raccolta di ritratti di pittori intrapresa a Brera dall’allora direttore Giuseppe Bossi. L’iniziativa è realizzata grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo. .  
   
   
DAL 21 LUGLIO AL 19 AGOSTO 2007 BERCETO (PARMA) CELEBRERÀ AMOS NATTINI, GRANDE PITTORE GENOVESE E PARMIGIANO D’ADOZIONE, ATTRAVERSO L’IMPORTANTE COLLEZIONE DI PIETRO CAGNIN  
 
Berceto (Parma), 6 giugno 2007 - Al Centro di Documentazione della via Francigena di Berceto (Parma) dal 21 luglio al 19 agosto 2007 sarà possibile visitare la mostra “Per Pietro Cagnin, Amos Nattini. Le opere di Amos Nattini della collezione Pietro Cagnin”, che presenta le opere del collezionista in occasione del suo ottantesimo compleanno. Promossa dal Comune di Berceto e dalla famiglia Cagnin, l’esposizione, organizzata dalla cooperativa Educarte con il sostegno della ditta Campus di Collecchio (Parma), nasce dalla volontà di celebrare un importante pittore del territorio parmense che ha intrapreso un cammino di ricerca personale lontano dalle mode dell’Italia del Novecento. Amos Nattini, raffinato artista genovese nato sul chiudersi dell’Ottocento, già negli anni Venti e Trenta arriva al successo di critica e pubblico grazie alla titanica impresa di illustrare la Divina Commedia attraverso 100 tavole ad acquerello, portate a termine tra il 1919 e il 1939. Nel secondo dopoguerra sceglie di ritirarsi nella quiete di Oppiano di Collecchio (Parma) dove si fa interprete della terra appenninica e dei suoi abitanti. In questo periodo nasce l´amicizia tra il calderaio Cagnin e il Maestro, che lo riceve nel suo “studio-fortezza”, l´ex convento benedettino di Oppiano, difficilmente aperto agli estranei. Quella semplicità d’animo che li accomuna fa nascere ben presto stima e simpatia reciproca. Dopo i primi periodi fatti di lunghe chiacchierate, arrivati i primi risparmi, Pietro Cagnin riesce ad acquistare quadri raffiguranti paesaggi agresti, pastorali e montani che riprendono il lavoro artigianale e le tradizioni del territorio, ma anche opere legate a temi mitologici e grandi battaglie storiche. Amos Nattini ha affidato al rigore del disegno e della composizione tutte le sue energie, facendo dell’arte un vero e proprio mestiere da vivere con tenacia, precisione e passione. Sono 49 i pezzi della raccolta in mostra, costituita da dipinti e disegni, tra cui numerosi inediti. In occasione dell’inaugurazione verrà presentato il catalogo delle opere della collezione Cagnin, curato da Elisabetta Bernardelli, Cinzia Cassinari e Valeria Depalmi della cooperativa Educarte, con un saggio di Marzio Dall’acqua. Edito da Silvana Editoriale e in vendita a 25 euro. .  
   
   
PROFILI MOSTRA DI PITTURA  
 
Trieste, 6 giugno 2007 - Elisabetta Bolaffio, Kitty Callegari e Sergio Cecovini, tre significativi allievi dell’Accademia Belle Arti Scuola del Vedere espongono a Trieste nella sede di via Ciamician 9 dal 9 giugno (inaugurazione ore 18. 00) al 22 dello stesso mese, presentati da Marianna Accerboni. Ogni artista propone - sotto il titolo Profili - cinque opere, che, scelte tra quelle più recenti, realizzate tra il 2006 e il 2007, sottolineano il punto d’arrivo della sperimentazione artistica, svolta all’Accademia sotto la guida del maestro udinese Claudio Feruglio. “Che ha accompagnato” scrive Accerboni “ i discepoli lungo le diverse fasi della creazione dell’opera pittorica, a partire dal disegno e dalla progettazione del quadro dal punto di vista concettuale fino al lavoro finito, inducendo gli allievi all’attenzione per un mezzo espressivo capace d’interpretare il reale, ma anche e soprattutto affinando la loro sensibilità nei confronti della valenza luministica, elemento costantemente presente nella poetica del maestro. Elisabetta Bolaffio, formatasi precedentemente alla scuola dei pittori Carmelo Vranich, Marino Cassetti e Roberto Tigelli, ha iniziato a dipingere nella più tenera infanzia. Predilige, oltre all’acrilico, l’olio ad acqua e il pastello secco, con cui compone dei paesaggi morbidi e intrisi appunto di luce, in cui la natura viene interpretata con padronanza dei parametri compositivi e cromatici secondo un’inclinazione armoniosamente narrativa. Ma in mostra la pittrice propone anche due opere sperimentali, in cui approccia il linguaggio cubista con la frantumazione dei volumi e della linea, presumibilmente alla ricerca di nuove soluzioni espressive. Kitty Callegari, molto attiva nel periodo giovanile come acuta vignettista per varie testate giornalistiche, dopo i corsi di pittura nell’atelier del pittore Marino Cassetti, ha sperimentato diverse tematiche, prediligendo con grande passione il disegno e un’attenta reinterpretazione cromatica della realtà. In mostra compaiono infatti alcune calzanti rappresentazioni di animali, una prova dedicata al paesaggio marino, un’effervescente New York di gusto materico, che culminano in una riuscitissima figura femminile dall’aria misteriosa. Sergio Cecovini, già allievo di Carmelo Vranich e di Roberto Tigelli, compone” conclude il critico “un mondo sul limitare del racconto fantastico, sospeso tra sogno e realtà. Attivo nell’ambito del disegno fin da bambino, predilige le tecniche ad olio e ad acqua e propone una pittura di ampie vedute, che spazia lontano, nella luce. Vi incontriamo il paesaggio trasfigurato di una cascata quasi magica, una strada nella notte, l’acqua dell’antico Timavo, che si scava il percorso tra i dirupi, gli alberi colti in un tramonto infuocato, simboli di una realtà fascinosa e serena, da raggiungere”. .  
   
   
ALLA GAMEC DI BERGAMO DAL 6 GIUGNO AL 29 LUGLIO 2007- LA MOSTRA DI PIETRO ROCCASALVA TRUKA  
 
Bergamo, 6 giugno 2007 - Dal 6 giugno al 29 luglio 2007 la Gamec - Galleria d´Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima personale che un museo italiano dedica all´opera di Pietro Roccasalva. La mostra, a cura di Alessandro Rabottini, è parte della programmazione di Eldorado, la project room che la Gamec dedica ai più interessanti artisti emergenti della scena internazionale. Per l´occasione Roccasalva ha realizzato tre opere inedite che formano un’unica “situazione d’opera”, come lo stesso artista definisce le sue complesse installazioni in cui convivono pittura, scultura, video e tableaux vivant. Le opere di Pietro Roccasalva (Modica, Ragusa, 1970) sprigionano un fascino misterioso, che nasce dalla combinazione tra ricerca formale e erudizione, bellezza e enigma. Al centro del suo lavoro c’è la pittura, la sua storia e le sue condizioni di esistenza nel nostro attuale paesaggio culturale fatto di riproducibilità, consumo e ideologia mediatica. In questo senso, l’artista conduce la sua indagine sulla pittura toccando figure chiave come il simulacro e la finzione, i sistemi di verità (dalla filosofia alla religione all’arte stessa), la continuità della tradizione e la trasgressione linguistica. Quello di Roccasalva è un mondo percorso da riferimenti multipli tanto alla filosofia antica quanto alle tradizioni popolari e alla cultura tecnologica e digitale, dove l’eccentrico sposa il banale, e il macabro incontra la farsa. Per la sua mostra alla Gamec Roccasalva ha concepito tre lavori inediti, tutti intimamente legati tra loro: un film in 35 mm. , una scultura e un pastello di grandi dimensioni. Ciascun lavoro rappresenta un momento particolare, la fase di un unico percorso tra stasi e movimento, slancio dinamico, arresto e morte. La mostra prende il titolo dal nome di un macchina usata in passato nell’industria cinematografica per produrre effetti speciali difficilmente realizzabili durante le riprese e, per questo, prodotti in fase di montaggio. In particolare, questo espediente è la stesso che il regista Andrei Tarkovsky usò nel prologo del suo celebre Andreij Rublëv (1969), il film che ripercorre la vita del mitico pittore di icone russe vissuto nel Trecento, e i cui primi minuti sono all’origine della pellicola in 35 mm che Roccasalva presenta alla Gamec. L’opera ripropone il prologo del film di Tarkovsky, dove un contadino intraprende un volo in mongolfiera per poi schiantarsi sul suolo erboso dopo pochi minuti. Nel lavoro di Roccasalva l’immagine resta fissa per tutta la durata del film sull’ultimo fotogramma del prologo, quello che registra il momento dell’impatto, mentre il sonoro in lingua originale scorre senza modifiche. Se Tarkovsky aveva fatto ricorso al “truka” per realizzare un singolo artificio, Roccasalva si appropria di questo stesso trucco e lo estende alla realizzazione dell’intera pellicola, quasi fosse una sua personale versione restaurata dell’originale. Quella che è un’anomalia del montaggio cinematografico e, quindi, dello sviluppo del racconto, genera in questo caso una sovrapposizione di movimento, arresto e caduta che si riverbera su tutte le opere in mostra. Nello stesso spazio dove è allestito il film, si trovano una scultura e un grande quadro, quasi fossero i caratteri femminile e maschile di una coppia di simulacri, condotti ad assistere a questa anomala proiezione cinematografica. Entrambi i lavori mettono in scena uno specifico stato di tensione e uno stadio particolare del dinamismo e della metamorfosi. Nel descrivere questa parabola in tre atti, Roccasalva disegna tre diverse configurazioni formali di uno stesso moto: quello ascendente, discendente e rovinoso del contadino nel prologo dell’Andreij Rublëv. A questa figura di Icaro improvvisato, fa da controparte l’uomo ritratto nel grande quadro che occupa la parete di fondo dello spazio espositivo. È una figura di ascensorista, ricorrente nell’immaginario dell’artista come attore di una metamorfosi in atto, anch’egli colto all’interno di un suo peculiare movimento ascendente e discendente. La scultura, dal canto suo, evoca il momento di massima tensione di un’asta per il salto in alto, colta anch’essa in una fase di arresto. L’interruzione del movimento causata dallo schianto della macchina da presa nel film di Tarkovsky, influenza l’intera “situazione d’opera”, trasformando anche il quadro e la scultura in elementi di un orizzonte sul punto del collasso. L’intero progetto sarà documentato all’interno di un catalogo, la prima monografia completa dedicata al lavoro dell’artista ed edita da Jrp I Ringier, Zurigo, con testi di Barry Schwabsky e di Alessandro Rabottini, e una conversazione tra l’artista e Edoardo Gnemmi, curatore della Fondazione Davide Halevim di Milano. Il libro sarà disponibile per la vendita da ottobre 2007. Il catalogo è il primo di una serie dedicata ad artisti italiani delle ultime generazioni, promossa dalla Fondazione Davide Halevim. Questa mostra è stata resa possibile dalla collaborazione con la galleria Zero di Milano. .  
   
   
PRESENTATO IL PROGETTO ´PALCOSCENICO MARCHE´ PRESTO AL VAGLIO DEL MIBAC  
 
Ancona, 6 giugno 2007 - ´Ho sempre sostenuto che sono le idee ad attivare i progetti che attraggono risorse finanziarie. Questa e` la dimostrazione. Il progetto del valore di 6 milioni di euro che presentiamo oggi, rappresenta un passo avanti verso la creazione di quel sistema che vogliamo costruire´. E´ quanto ha sostenuto l´assessore regionale alla Cultura, Luigi Minardi, alla presentazione, questa mattina, nella sede della Regione Marche, del progetto ´Palcoscenico Marche´. Si tratta dello sviluppo del processo avviato dall´assessorato regionale al Convegno di Fiastra dell´ottobre scorso, il cui messaggio era appunto ´da sparsi a sparsi e connessi´. Questa iniziativa coinvolge infatti la Regione Marche, le quattro Province marchigiane, e i 12 maggiori Comuni del territorio, ed e` stato realizzato in collaborazione con Rossini Opera Festival; lo Sferisterio, Form e Le Muse che insieme costituiscono il Polo della musica; Fondazione Pergolesi-spontini che ha costituito il circuito della lirica tra le citta` di Jesi, Ascoli Piceno, Fermo e Fano; l´associazione temporanea di impresa tra Amat - Associazione Marchigiana Attivita` Teatrali, Fondazione ´Le Citta` del Teatro´ ´ Teatro Stabile delle Marche, Inteatrofestival, Teatro del Canguro ´ Teatro Stabile di Innovazione per l´infanzia e i giovani. ´Il progetto, che e` fortemente innovativo anche nei contenuti, ha l´obiettivo di dinamizzare il sistema dello spettacolo dal vivo attraverso l´integrazione dei vari linguaggi, l´uso della multimedialita`, l´attenzione per i giovani talenti e la formazione di un pubblico giovane´. Alla presentazione erano presenti, oltre all´assessore Minardi, Gilberto Santini, direttore dell´Amat, ente coordinatore del progetto, Silvano Sbarbati, direttore Fondazione Teatro delle Muse, Raimondo Arcolai, direttore Teatro Stabile delle Marche, William Graziosi, sovrintendente Fondazione Pergolesi Spontini. ´Siamo una regione ricchissima di soggetti ´ ha detto ancora Minardi ´ e cio` e` segno di vitalita` ma allo stesso tempo nasconde il rischio di frammentarieta`. Questa iniziativa prova che insieme conviene e che i soggetti dello spettacolo dal vivo ne sono consapevoli. E` la prima volta infatti che nella Regione tutti i soggetti dello spettacolo dal vivo si siedono attorno a un tavolo e dimostrano di sapere cooperare´. Il progetto ´Palcoscenico Marche´, partecipa a un bando nazionale lanciato dal Ministero per i Beni e le Attivita` Culturali; comporta un investimento complessivo di 6 milioni di euro per il triennio 2007-2009, finanziato al 50% tra Stato e territorio marchigiano (Regione ed enti locali). Si struttura in due diverse sezioni: ´Teatro e Danza´ accoglie il percorso ´Futura Memoria´, che vede i quattro soggetti dotati del riconoscimento ministeriale nei diversi ambiti (Amat, Fondazione ´Le Citta` del Teatro´ ´ Teatro Stabile delle Marche, Inteatrofestival, Teatro del Canguro - Teatro Stabile di Innovazione per l´infanzia e i giovani), riuniti per l´occasione nell´inedita forma di Associazione Temporanea di Impresa, agire in maniera concertata per promuovere lo sviluppo delle tre componenti fondamentali dello spettacolo dal vivo: artisti, operatori e pubblico; Musica lirico-sinfonica´, articolato in tre percorsi specifici che rispecchiano le identita` e vocazioni dei piu` significativi soggetti del settore, dal Rossini Opera Festival con la Fondazione Rossini ai nuovi soggetti di cooperazione; ´Marche Musica per il Mondo ´ M3´ (Polo Lirico-sinfonico Regionale che riunisce Associazione Arena Sferisterio, Fondazione Orchestra Regionale delle Marche e Fondazione Teatro delle Muse di Ancona) e il Circuito Regionale per la Produzione Lirica nato tra Fondazione Pergolesi Spontini, Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, Teatro Comunale dell´Aquila di Fermo, Teatro Comunale ´Ventidio Basso´ di Ascoli Piceno. ´L´idea di fondo ´ ha dichiarato Gilberto Santini ´ e` creare una metodologia di intervento per lo spettacolo dal vivo, con l´obiettivo, tra le altre cose, di innovare e di dare spazio ai giovani artisti´. Quanto al settore dello spettacolo dal vivo e` stato infine ricordato che l´assessorato regionale alla Cultura sta lavorando alla stesura di uno specifico testo di legge e che il prossimo 3 luglio a Caldarola sara` organizzata una conferenza programmatica incentrata sulla riorganizzazione del settore. .  
   
   
INCROCI 2007. TEATRO, MUSICA E TRADIZIONI  
 
Torino, 6 giugno 2007 - Riparte nel mese di Giugno la decima edizione di Incroci, la rassegna teatrale itinerante voluta fortemente dalla Provincia di Torino, nelle persone dell’ Assessore alla Cultura e del Presidente Antonio Saitta, con la collaborazione artistica ed organizzativa di Teatro delle Forme e Assemblea Teatro. Spettacoli itineranti, musica, percorsi teatrali che per il decimo anno consecutivo coinvolgeranno attivamente oltre 40 comuni della Provincia di Torino, da Giugno a Ottobre, e tante compagnie teatrali con l’obiettivo di valorizzare luoghi e produzioni di qualità del territorio. Incroci è un teatro interattivo, che si ferma a parlare con la gente e che ha voglia di essere compreso e vissuto. Che coinvolge il pubblico facendo interagire piccole e grandi comunità, luoghi e teatri, sagre e feste di paese, alla riscoperta delle località e delle tradizioni del Piemonte. “Il teatro - afferma Valter Giuliano, Assessore alla Cultura della Provincia di Torino - arriva ancora troppo raramente sul territorio. Rimane espressione artistica e sociale riservata a troppi pochi cittadini, al di là degli sforzi che molti appassionati fanno per diffonderne la passione e l´abitudine. Il nostro territorio lontano dalle città, non è abitualmente attraversato da proposte teatrali che vanno oltre il pur lodevole dilettantismo. Per aiutare questi progetti, che muovono tante persone ad attivarsi per esprimere attraverso il linguaggio del teatro le proprie sensazioni i propri sentimenti, le proprie pulsioni, la Provincia di Torino ha da anni promosso il circuito di "Incroci". Per "incrociare" ogni cittadino, anche in luogi remoti che il teatro non frequenta abitualmente, con ciò che esso può non solo esprimere e rappresentare, ma anche innescare, stimolando riflessioni personali e collettive su ciò che intende comunicare. Vorremmo, attraverso questa proposta che negli anni ha coinvolto sempre più Comuni e comunità, che si potesse avere maggior dimistichezza con il linguaggio teatrale, non solo per far crescere spettatori attenti e critici, ma soprattutto per stimolare il desiderio di farsi attori, di praticare un linguaggio che consente di comunicare in maniera diretta ciò che è nel sentimento e nel modo di essere delle comunità. .  
   
   
MUSEI: MOLTI VISITATORI MA DISTRATTI BOOM DI UTENTI, CHE PERÒ NEL 90% DEI CASI SI RIVERSANO SOLO NELLE SEDI PIÙ NOTE. LO RIVELA UNO STUDIO DELL’ISTC-CNR, EVIDENZIANDO ANCHE COME SOLO IL 10% RICORDI CIÒ CHE HA VISTO. SERVE UN DIVERSO SISTEMA DI COMUNICAZIONE  
 
 Roma, 6 giugno 2007 - Il numero dei visitatori dei musei statali italiani è cresciuto, dal 1996 al 2005, da 25 a 33 milioni di visitatori, con un ritmo annuo superiore al 3,5%: ma a goderne, su un totale di 402 sedi, sono pochissimi: i primi nove con il ‘marchio’ più forte coprono la metà dei visitatori, mentre i tre quarti meno noti si spartiscono un misero 10%. E’ quanto emerge da uno studio condotto da Francesco Antinucci dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Consiglio nazionale delle ricerche: ‘Musei Virtuali’ edito da Laterza. Il volume sarà presentato a Roma, martedì 5 giugno alle ore 17. 30, presso la Sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini. Se si considerano i primi trenta musei in classifica, si nota che Colosseo, scavi di Pompei, Uffizi e Galleria dell’Accademia di Firenze nel 2005 hanno superato il milione di visitatori, mentre Castel Sant’angelo, Circuito Museale di Firenze, Reggia di Caserta, Villa d’Este, Palazzo Pitti, Galleria Borghese, Accademia di Venezia e Cappelle Medicee hanno registrato tra 300 mila e un milione di persone un’affluenza oscillante. Sotto i 300 mila visitatori si collocano 18 musei e siti tra i quali Villa Adriana a Tivoli, Ostia Antica, Ercolano, Museo di Capodimonte, Paestum, Terme di Caracalla, S. Apollinare in Classe a Ravenna, Palazzo Ducale a Mantova, Museo Nazionale Romano e Bargello di Firenze. “Se cumuliamo i visitatori l’effetto è eclatante” spiega Antinucci. “I primi 9 musei statali, cioè il 2% del totale, assorbono la metà dei visitatori, cioè quasi 17 milioni di persone, lasciando i rimanenti 393 musei a dividersi il restante 50%. I primi 33 musei, l’8% del totale, assorbono i tre quarti dei visitatori (e cioè circa 25 milioni), lasciando agli altri 369 il restante quarto (circa 8 milioni)”. A confermare la sproporzione, i dati 2005 relativi alle quattro più importanti pinacoteche romane: Palazzo Barberini con 87. 000 visitatori, Galleria Spada con 27. 000, Palazzo Venezia con 22. 000 sommano un totale di 136. 000 persone, mentre la sola Galleria Borghese ne ha totalizzate 440. 000. Un analogo confronto vale tra Pompei e Ercolano, che hanno registrato rispettivamente 2. 344. 000 e 264. 000 visitatori. Viene da chiedersi: a chi serve e quanto costa, allo Stato, mantenere aperti 402 musei? “La situazione è tale”, aggiunge Antinucci, “che per coprire il 90% dei visitatori basterebbe mantenere aperti meno di 90 musei, mentre i tre quarti, cioè 310, potrebbero essere chiusi. Il maggior successo si basa sul fatto che anche i musei sono dei ‘brand name’, in grado di attrarre indipendentemente da ciò che essi mostrano o contengono” prosegue il ricercatore dell’Istc-cnr. A confermare quanto poco rimanga al visitatore dopo una visita, un’indagine svolta presso i Musei Vaticani. “Abbiamo chiesto a coloro che avevano appena terminato la visita se avevano visto e ricordavano due tra le più importanti sale, quelle di Raffaello e Caravaggio: hanno risposto sì 131 visitatori su 190, il 69%, contro i 59 no, quasi un terzo delle persone. A coloro che hanno risposto affermativamente è stata sottoposta una lista degli otto autori esposti nelle due sale - Raffaello, Caravaggio, Guercino, Guido Reni, Domenichino, Nicolas Poussin, Andrea Sacchi, Jean Valentin - chiedendo quali ricordassero. Solo 14 persone, poco più del 10%, ne ricordavano almeno quattro, il 15% solo tre, mentre il 46%, quasi la metà del campione, ricordava soltanto Raffaello. E’ stato chiesto poi di ricordare i soggetti dei quadri visti, fornendo dei suggerimenti tra cui due errati: Crocifissione, Martirio, Battesimo, Adorazione, Annunciazione. Metà del campione non ha ricordato nulla, il 18% almeno un’opera corretta, mentre il 32% ha ricordato cose che non aveva visto”. La disomogeneità dell’afflusso e la mancanza di persistenza mnemonica dei visitatori, secondo Antinucci, sono entrambe attribuibili alla scarsa capacità dei musei di comunicare i contenuti. “Per superare tale difficoltà di veicolazione”, continua il ricercatore, “occorrerebbe affidare la spiegazione di un’opera a strumenti visivi, in ausilio allo strumento verbale-linguistico generalmente utilizzato, per garantire l’omogeneità del codice di comunicazione. Questo implica che le istituzioni si dotino di strumenti adeguati, investendo in ricerca e tecnologia”. Negli anni ‘90 l’entusiasmo per le novità delle applicazioni multimediali “aveva fatto sperare in un approccio più appropriato al settore dei beni culturali, ma a distanza di dieci anni dalle prime realizzazioni si può dire che così non è stato e che gran parte della tecnologia adottata viene intesa non come fine ma come mezzo. Computer palmari e telefonini utilizzati come ‘guide’, ad esempio, tendono sostanzialmente all’identificazione di un’immagine e non alla trasmissione di contenuti. Per i curatori di un museo il problema della fruizione non è centrale quanto l’interesse a garantire la scientificità dell’allestimento: si pensa a soddisfare più le esigenze degli studiosi che quelle dei visitatori”. Neanche i siti web se la passano bene. Ai Musei Vaticani, l’82% dei visitatori non ha mai navigato nel portale, che interessa solo il 16% degli utenti al fine di preparare la visita. Solo 7 persone su 190 ne stima la capacità didattica. Quasi la metà di coloro che si recano nel museo reale pensa che il sito non serva a nulla, spesso giudicandolo una ‘brutta copia’ del museo reale. Un altro 27%, inoltre, non è proprio interessato al sito in sé. “Da questi risultati è evidente che il museo virtuale non va inteso come una replica di quello reale, come un catalogo o un’enciclopedia on line, ma come una proiezione comunicativa a tutto campo, senza le limitazioni del museo materiale, intervenendo sulla disposizione delle opere per creare dei ‘racconti visivi’ più adatti a tradurre i messaggi dell’opera”. .  
   
   
IL DESIGN ITALIANO E IL PREMIO COMPASSO D’ORO ADI A NAPOLI ALLA MOSTRA D’OLTREMARE DI NAPOLI  
 
Napoli, 6 giugno 2007 - Una mostra con oltre 50 oggetti del design italiano, segnalati e premiati nelle edizioni del Premio Compasso d’Oro Adi dal 1954 al 2004, si terrà a Napoli dal 15 al 24 giugno. Questa iniziativa è organizzata da Adi Associazione per il Disegno Industriale, Fondazione Adi per il Design italiano e Adi Campania, con il contributo dell’Assessorato alle Attività Produttive della Provincia di Napoli. L’iniziativa è ospitata dalla manifestazione Design In Mostra, curata dalla Facoltà di Architettura “Luigi Vanvitelli” e dal Dipartimento di Storia e Processi dell’Ambiente Antropizzato della Seconda Università di Napoli, nel Padiglione dell’America Latina della Mostra D’oltremare di Napoli, in occasione della cinquantesima edizione della Fiera della Casa. Sarà inaugurata alla presenza del ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, on. Luigi Nicolais e del rettore della Seconda Università degli Studi di Napoli, prof. Franco Rossi. Interverranno, inoltre, Giacinto Russo, assessore alle Attività Produttive della Provincia di Napoli, Gaetano Cola, presidente della Camera di Commercio di Napoli, Raffaele Cercola, presidente della Mostra d’Oltremare, Vincenzo Petriccione, presidente di Meridiana Fiere, Emilio Alfano, presidente Api Napoli, Concetta Lenza, preside della Facoltà di Architettura (S. U. N. ), Pasquale Belfiore, direttore del Dipartimento di Storia (S. U. N. ), Patrizia Ranzo, direttore del Corso di Laurea in Disegno Industriale (S. U. N. ) e Claudio Gambardella, presidente Adi Campania. Saranno esposti alcuni dei prodotti più significativi del design italiano, tra cui classici del Made in Italy come le due lampade da terra Luminator di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, compasso d’oro 1955, e Spider di Joe Colombo, compasso d’oro 1967, insieme con oggetti più recenti come la sedia Maui di Vico Magistretti e le posate Nuovo Milano di Ettore Sottsass, cui si aggiungeranno recentissimi prodotti, come il portabottiglie Vivawine di Denis Santachiara e la poltroncina Little Albert di Ron Arad, premiati nell’ultima edizione del Compasso d’Oro (2004). La Collezione Storica Premio Compasso d´Oro Adi, cui la mostra fa riferimento, è la prima collezione di design italiana entrata a far parte del patrimonio storico-artistico nazionale, per Decreto del Ministero dei Beni Culturali.  
   
   
I CINQUANT´ANNI DEL FESTIVAL DEI DUE MONDI NEL SEGNO DI GIAN CARLO MENOTTI  
 
Spoleto, 6 giugno 2007 - "Vorrei ringraziare il ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli e tutto il suo staff del ministero che per sei mesi, lavorando senza tregua, anche i week end, per aiutarci con un accordo con il Governo italiano e investitori internazionali per risolvere i problemi del Festival. L´accordo per ora è fermo per ragioni locali". Con queste parole Francis Menotti, presidente e direttore artistico del Festival dei Due Mondi, ha introdotto la presentazione dell´Edizione del Cinquantenario. Un´edizione che verterà in gran parte sull´opera di Gian Carlo Menotti, il fondatore, che Francis ha voluto ricordare, a sei mesi dalla scomparsa, sottolineando come la sua musica, dopo la sua morte "sembri assumere una forza nuova. " L´omaggio al fondatore, partirà dalla Maria Golovin, diretta da David Charles Abell che inaugurerà il Festival nella ritrovata sede del Teatro Nuovo nella serata del 29 giugno, per giungere al Concerto Finale che, il 15 luglio, farà risuonare in Piazza Duomo le note della Missa O Pulchritudo oltre ad altri brani di musica vocale che la Spoleto Festival Orchestra suonerà sotto la direzione di Mark Stringer. In mezzo, momento clou di tutto il Festival, il grande "Concerto Menotti" del 7 luglio dove David Charles Abell dirigerà L´apocalisse per orchestra oltre ad altri brani di musica vocale con una serie di star internazionali in testa il soprano Victoria Livengood. Tutti artisti la cui carriera è stata illuminata dall´incontro con Giancarlo Menotti e che insieme al pubblico gli renderanno omaggio. Ma il Festival prevede numerosi altri appuntamenti tutti di alto livello. A partire dalla presenza di una serie di star di Hollywood come Andy Garcia, Terry Gilliam e Paul Mazurski. Mentre gli ultimi due saranno a Spoleto per presentare le rispettive retrospettive del loro cinema, Andy Garcia si presenterà anche nell´insolita veste di musicista che presenterà, il 30 giugno e il primo luglio, un concerto di musiche latino americane. A questo evento si affiancherà anche la presentazione di The Lost City il film che l´attore ha girato, come regista, nel 2005. Per tornare alla musica classica saranno due i concerti alla Rocca che vedranno protagonista Jean-yves Thibaudet, pianista affezionato a Spoleto e al suo Festival, il 4 e l´11 luglio mentre il 14 un complesso di dodici violoncellisti della Filarmonica di Berlino terranno un concerto nell´ambito del German Day una giornata dedicata alla cultura tedesca. Sempre alla Rocca, ulteriore appuntamento il 10 con la Spoleto Festival Orchestra e lo Spoleto Festival Choir che, con un organico ridotto, eseguiranno musiche vocali di Gian Carlo Menotti. Oltre alla Maria Golovin che si avvarrà della regia di Vincent Broussard e dei costumi di Christian Lacroix l´altra opera in programma sarà l´Ariodante di Haendel. La nuova produzione del festival, uno dei capolavori operistici del compositore tedesco, andrà in scena al Caio Meliso il 1 luglio (con 4 repliche) e si avvarrà dei musicisti del Complesso Barocco diretti dallo specialista di musica antica Alan Curtis e della regia di Johnpascoe, già lo scorso anno a Spoleto per l´Ercole sul Termodonte. Non mancheranno i tradizionali Concerti di Mezzogiorno, le escursioni nell´Umbria Segreta e il momento della riflessione notturna nell´Ora Mistica. Da segnalare infine il concerto dedicato alla Musica Italiana del ´900. Quest´anno, Roberto Fabbriciani al flauto e Marco Scolastra al pianoforte in un nutrito programma che vedrà musiche di Casella, Casagrande e Luca Lombardi, presenteranno anche le prime esecuzione assolute di due opere di Nino Rota. Incontro tra le Stelle della Danza Mondiale e i giovani vincitori del Youth American Grand Prix il 6 e 8 luglio al Teatro Nuovo per il Gala di Danza. Per il teatro c´è il ritorno di Valter Malosti, lo scorso anno a Spoleto con il suo Disco Pigs, con Nietzsche Ecce Homo e i Canti dall´inferno, raccolta di testi di Ramòn Sampedro, Luigi Chiarella, Roberta Cortese e Davide Livermore diretti e interpretati da quest´ultimo. Gli spettacoli sono produzioni rispettivamente del Teatro Dioniso e dello Stabile di Torino. Al Teatrino delle Sei, spazio tradizionalmente votato all´avanguardia la compagnia dei Samudra Performing Arts presenterà una serie di estratti dalle sue migliori performance (dal 1 al 13 luglio) mentre il 14, due performance di Saam Schlamminger, musicista e dj che reciterà le poesie di Albert Ostermaier. Infine i Grandi Processi che quest´anno vedranno alla sbarra il marchese Casati Stampa, protagonista di un celebre fatto di cronaca degli anni Settanta, Caino e George Orwell, l´inventore del "Grande Fratello". Particolarmente interessante la sezione jazzistica che presenta quest´anno il duo Trummor & Orgel due fratelli svedesi che con batteria e organo presentano le loro composizioni che mischiano un jazz tradizionale, la tradizione psichedelica inglese e lo spirito della musica popolare del loro paese. Non mancheranno come da tradizione le Marionette Colla con due novità e il Cafè Chantant che accompagnerà durante tutto il Festival i momenti di pausa dagli Spettacoli. Www. Spoletofestival. It .